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Rettiloide
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 Oggetto del messaggio: Suad Hamzic ex pilota bosniaco
MessaggioInviato: 10/03/2014, 18:50 
Aggiungo anche questo solo per averlo nel forum e trovarlo con la ricerca

Preso da qui: http://tangosix.rs/2014/01/03/letacke-p ... ti-sa-nlo/
Tradotto da: http://danilo1966.iobloggo.com/

Il suo nome è Suad Hamzic (sopra in una foto dell’epoca) ed è un ex pilota militare dell’aviazione jugoslava. A distanza di oltre 40 anni ha deciso di svelare al mondo i suoi molteplici incontri avvenuti più volte nel corso delle sue missioni, con oggetti volanti non identificati. Uno di questi avvenne nel 1972, durante una missione di routine svolta con un altro collega (un certo Dusan Stipic): i due erano in volo sul loro aereo quando inaspettatamente, dopo aver effettuato un controllo della rotta ad un’altezza di circa 10.000 piedi videro apparire nel cielo, in prossimità di Plasko, un oggetto luminoso grande all’incirca come una stella.

Parlando con il suo collega egli ebbe la conferma della visualizzazione e chiese informazioni alla torre di controllo radar, la quale però fece sapere di non aver registrato alcuna attività di volo oltre al loro aereo. A quel punto il comando ordinò al pilota di effettuare un tentativo di riconoscimento visuale ma l’oggetto, in maniera inaspettata, salì verso l’alto a velocità supersonica ad una quota presunta di circa 22 mila piedi. Immediatamente dopo e altrettanto repentinamente, l’oggetto invertì la rotta dirigendosi ad ovest, diminuendo la propria luminosità e scomparendo nel giro di pochi istanti. Ciò che lascio esterrefatti i due militari fu la velocità con la quale l’UFO effettuò la manovra evasiva arrivando a superare i 6000 km/orari per poi sparire in pochi istanti dalla loro visuale. Tornati a terra i due, scioccati, cercarono di spiegare l’accaduto ai propri superiori ma in pochi furono disposti a dar loro credito.

Un paio di mesi dopo Hamzic si trovava presso l’aeroporto di Bihac ed era seduto sul piazzale della base insieme ad un discreto numero di commilitoni.

Guardava il cielo all’orizzonte quando notò un qualcosa che pensò essere un pallone meteo, piazzato però ad una quota più bassa di quella normalmente prevista. Alzandosi in piedi vide che l’oggetto stava lentamente scendendo di quota come se volesse atterrare. Tutti osservarono l’oggetto che aveva una forma circolare ed era in bilico sopra la pista ma nessuno si aspettò di vederlo improvvisamente schizzare verso l’alto a forte velocità e sparire nel nulla.

Un terzo incontro, invece, avvenne tra il 1973 ed il 1974. Il pilota era in volo ad un’altitudine di circa 5000 metri quando uno dei controllori di volo lo avvertì che il suo aereo era a corto di combustibile. Ad Hamzic, invece, la strumentazione indicava che il combustibile residuo fosse più che sufficiente per un tranquillo rientro. Tale informazione venne poi confermata anche dalla torre di controllo del vicino aeroporto di Karlovac, situato a pochi chilometri dalla loro posizione. Mentre Hamzic si apprestava a rientrare alla base, infilandosi attraverso le nuvole, notò alla sua stessa quota di volo, una serie di luci che egli confuse con quelle di un aereo da turismo. L’oggetto proseguiva costantemente il suo itinerario mantenendo la posizione. Avvicinandosi ad esso, Hamzic e il resto dell’equipaggio si accorsero che il velivolo proseguiva ad una velocità troppo alta per essere un cargo civile e notarono le sue luci cambiare colore dal verde, al giallo, al viola. Nessuno però seppe dare una spiegazione razionale all’evento, neppure quando il pilota tornò successivamente alla base. Dopo il 1975, egli ebbe altri avvistamenti, soprattutto mentre sorvolava l’Adriatico meridionale, eventi confermati da molti altri piloti presenti nella zona.

In pensione dal 1993 con il grado di colonnello, Suad Hamzic vive oggi nel Montenegro e non ha di certo perso l’abitudine di scrutare il cielo: “Spesso, durante le notti estive” racconta l’ex pilota, “mi reco nel giardino di casa mia e sedendomi in poltrona scruto il cielo per ore, ammirando le stelle e meditando sui miei avvistamenti. Sono convinto, dopo tutti questi anni, che quegli incontri abbiano avuto lo scopo di volermi dare un preciso messaggio…”


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