Il Pentagono non sa dove sono finiti $6.5 trilioni di dollarimaria grazia bruzzone @mar__bru
12/09/2016Continua a rimbalzare sul web una storia che ha dell’incredibile. Una faccenda tutta americana venuta alla luce a fine luglio ma ignorata dai grandi media, sebbene appaia così enorme da far impallidire i nostri scandaletti domestici. E neppure nuova, scopriremo.
A rilanciarla con enfasi è William Engdhal su NEO , blog serio e autore altrettanto attendibile sia pure radical. Che la prende come spunto per dissertare sulla decadenza degli Stati Uniti, anzi, dell’impero americano, paragonato a quello dell’antica Roma nel quarto secolo DC. Ma qui interessa la vicenda in sé, pur sintomo del malfunzionamento di un sistema economico e politico che riguarda anche noi, periferia estrema di quell’impero.
Il nocciolo della questione è presto detto, ben riassunto nel titolo di un post di wakingtimesmedia. com del 4 settembre scorso :
“Un audit rivela che il Pentagono non sa dove siano andati a finire $ 6,5 trilioni di dollari”. Letteralmente. E $6.5 trilioni non sono esattamente bruscolini, si tratta di $6500 miliardi .
Circa il 40% del PIL degli USA, osserva a sua volta Engdhal. “Disperso in azione”. Denari dei cittadini di cui mancano i rendiconti.
cut
La spesa militare Usa è maggiore di quella di Cina, Russia, Giappone, India e resto della NATO messe insieme. Equivale al 44% di quella del globo.
Il Pentagono divora il 56% di tutta la spesa discrezionale del governo federale. cut
L’allarme di Eisenhower, 1961. Non può non tornare alla mente l’allarme sui rischi del dilatarsi e rafforzarsi dell’“complesso militar-industriale” (sic) lanciato dal presidente Eisenhower, già comandante delle Forze Alleate nella II Guerra Mondiale, nel lontano 1961, nel suo commiato alla nazione ( e qui).
“Nell’amministrazione del governo dobbiamo guardarci dal dare per scontata un’influenza ingiustificata, cercata o non richiesta, da parte del complesso militar-industriale”…”La nostra organizzazione militare oggi ha poco a che vedere da quella che hanno conosciuto i miei predecessori in tempo di pace, o anche durante la II Guerra Mondiale e la Corea”…
La congiunzione di un immenso establishment militare e di una grande industria bellica è nuova per l’America. La sua influenza totale – economica, politica, persino spirituale – è avvertita in ogni città, in ogni Stato, in ogni ufficio del governo federale”…” Eisenhower invitava i cittadini a
“non lasciare che questa combinazione metta a rischio la libertà e i processi democratici” .
La guerra in Vietnam era appena iniziata.
Fonte
http://www.lastampa.it/Page/Id/4.2.2594416182