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U.F.O.
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 Oggetto del messaggio: Tradotto Sommario dello studio inglese su UFO
MessaggioInviato: 02/04/2011, 13:18 
Ciao a tutti,

ho appena pubblicato la traduzione d elle conclusioni di quello che si autodefinisce “il primo studio dettagliato sui fenomeni UAP effettuato da oltre 25 anni”, ovvero lo studio del dicembre 2000 sugli UFO, denominati appunto Fenomeni Aerei Non Identificati (UAP in inglese), effettuato dal DIS, lo Staff d'Intelligence della Difesa del governo di Sua Maestà Britannica, contenuto nei documenti UFO britannici declassificati che sono stati pubblicati a marzo del 2011.

Lo studio è decisamente corposo, composto da diversi volumi, quello che ho tradotto è il sommario delle conclusioni, che consta di una ventina di pagine.

Non aspettatevi niente di sconvolgente, si finisce sempre su fenomeni naturali inconsueti, interpretazioni erronee di oggetti prodotti dall'uomo e così via, con l'unica novità del plasma in varie forme, che a me comunque dà l'idea di un riciclo delle vecchie teorie sui fulmini globulari.

Quello che a mio modo di vedere rende il documento comunque interessante e meritevole di lettura sono i seguenti punti:

1) L'ammissione che qualcosa di strano esiste:
Nell'introduzione si dichiara testualmente che “Che gli UAP esistano è fuori discussione”, il che è già un buon passo avanti, specialmente se si ricorda quello che era il criterio base del progetto Blue Book e del Rapporto Condon: “Non può essere, quindi non è” (questa frase non è mia ma del grande Hynek).

2) Qualità generale dello studio:
Bisogna dare atto che i signori del DIS si sono dati veramente da fare. Hanno preparato un database Access che ha loro consentito di studiare in dettaglio i casi risalenti agli ultimi 10 anni, mentre i casi più vecchi dal 1970 al 1990 sono stati spulciati a mano, per un totale di casi esaminati di qualche migliaio. Si tratta di un vero studio, altro che l'esame di quattro o cinque casi, magari scelti fra i più balordi, come fu per la Commissione Condon.

3) Consapevolezza dei limiti dello studio:
Nel punto 2 dell'Introduzione si dichiara che “Si ritiene che la correlazione delle segnalazioni che coprono un periodo di circa 30 anni, con un più accurato esame dei casi risalenti agli ultimi 10 anni, unitamente allo studio dei probabili principi scientifici sottostanti, possa puntare a spiegazioni ragionevolmente giustificate della causa del fenomeno.” (il grassetto è mio).
Potrà sembrare poco, ma trovo significativa ed importante questa mancanza di pontificamenti.
Si parla di spiegazioni ragionevolmente giustificate lasciando uno spazio, anche se potenziale ed indefinito, per qualche altro tipo di ragionamento.

4) Un po' di spazio ad un importante “ma”:
Al punto 15 si dichiara che “Una breve indagine a proposito di “tecnologie esotiche” (conosciute o postulate che siano) che potrebbero essere alla base del fenomeno non ne ha rivelato alcun possibile indizio di sfruttamento da parte di fonti conosciute. Affinché una qualsiasi di queste potesse essere applicabile le tecnologie, i livelli d’affidabilità, le capacità di manovra, le accelerazioni e le velocità richiederebbero apparentemente un veicolo privo d’inerzia. In tal caso occorrerebbe una comprensione completamente nuova dei materiali, delle forze e dei campi. ” (anche qui il grassetto è mio).
Insomma, pur restando con i piedi assolutamente ben piantati per terra (anche se mi verrebbe piuttosto da dire “con la testa nella sabbia”...) gli estensori del documento non escludono la possibilità, anche se ipotetica, di soluzioni tecnologiche diverse dalle attuali, che necessariamente richiederebbero basi scientifiche totalmente diverse dalle attuali.

Insomma, una lettura interessante soprattutto dal punto di vista della metodologia, che illustra uno studio portato avanti con serietà.

Rimangono però sempre a monte di tutto due grandi, anzi enormi limiti:

A) il classico limite costituito dall'impedimento di chi non vuole (o non può) vedere.
Questo studio è stato condotto non da un ente scientifico propriamente detto, ma da un servizio di informazioni militare (c.d. “di intelligence”).
Questa è una categoria di persone che, come un po' ovunque nell'ambito militare, ha una mentalità ben precisa, modellata sulla base di quello che è il loro principale dovere: la difesa della nazione.
Chi deve difendere una nazione non è certamente propenso a voli pindarici, deve stare ben attento a restare con i piedi ben saldi a terra e la testa sul collo.
Quindi, per indagare su una questione misteriosa come quella degli UFO, occorrono persone dotate di una mentalità ben diversa, ovvero propensi ad avventurarsi nell'ignoto, mantenendo una mentalità aperta senza tralasciare alcuna possibilità, nemmeno quelle che sembrano le più fantastiche o impossibili.
Non c'è quindi da stupirsi ne' tantomeno da biasimarli, se questi signori più in là di tanto non vanno, o non possono andare.

B) il classico limite degli studi effettuati da enti specializzati, ovvero la inevitabile ristrettezza del campo d'indagine.
Ferme restando le considerazioni di cui al punto precedente, bisogna sempre tenere presente che uno studio come questo del DIS è dichiaratamente ristretto, nel caso specifico alle tematiche d'interesse dei servizi d'informazione militari e della difesa (Introduzione, punto 4); non potrà mai essere un vero studio scientifico a tutto campo, anche se gli autori dichiarano di aver seguito un criterio scientifico nell'analisi.
Quindi, studi settoriali come questo non potranno mai fornire risposte d'interesse generale, ma sempre e comunque limitate allo specifico campo d'attività dell'autore.

Ricollegandomi a quanto sopra espresso e cercando di trarre un commento finale, direi che lo studio è sicuramente interessante, pur se con tutti i suoi limiti intrinseci. Limiti che evidenziano una volta di più (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che per cercare di capire qualcosa del fenomeno UFO, occorrono ricerche portate avanti da scienziati puri, possibilmente svincolati da establishment e potentati economico-politici, e realmente desiderosi di indagare l'ignoto ed assetati di conoscenza (vedi punto precedente).
Mi immagino già a questo punto il coro di commenti che sale dalla platea virtuale: “mosche bianche!”
Certo, ma così è.
Qualcuno, come il già citato Hynek è esistito, quindi non è detto che non ne vengano altri.

Bene, l'ho fatta fin troppo lunga quindi mi fermo qui, non senza prima aver indicato la pagina che contiene il documento in questione: http://www.freewebs.com/paolog/VAR/UK/UAP/UAP-UK.htm


Grazie dell'attenzione e ciao a tutti,

Paolo - paolog.webs.com



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MessaggioInviato: 02/04/2011, 14:12 
davvero un ottimo lavoro, complimenti!!!!



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