23/09/2017, 14:54
siamo tutti vivi che culo.
Brahma è colui che provvede alla creazione di un nuovo cosmo, rinnovato e puro (
23/09/2017, 15:35
UN OGGETTO BINARIO UNICO NEL SISTEMA SOLARE
Asteroidi come comete: Hubble ci vede doppio
I due asteroidi orbitano a una distanza di 100 chilometri l'uno attorno all'altro e hanno più o meno la stessa forma e massa. 288P è un oggetto unico perché è stato anche classificato come cometa della cintura principale
di Eleonora Ferroni Segui @@EleonoraAlice87
giovedì 21 settembre 2017 @ 12:58
Il telescopio spaziale Hubble è riuscito a fotografare un sistema binario di asteroidi. Le caratteristiche dell’oggetto sono molto simili a quelle di una cometa, quindi un alone luminoso (chioma) di materiale gassoso e una lunga coda di polvere. La coppia asteroidale è stata catalogata con la sigla 288P ed è stata osservata nel settembre 2016 poco prima che l’asteroide passasse vicino al Sole. Crediti: NASA, ESA, and J. Agarwal (Max Planck Institute for Solar System Research)
Se si osservano bene queste immagini scattate dal telescopio spaziale Hubble, si nota subito che il protagonista della foto è un asteroide, o al massimo una cometa. E invece… nulla di tutto ciò, o quasi. Si tratta, infatti, di una coppia di asteroidi che orbitano l’una accanto all’altro nella Fascia principale degli asteroidi (cioè quella regione del Sistema solare tra Marte e Giove), ma che hanno molte caratteristiche in comune con le comete. Non s’era mai visto prima nulla di simile!
La coppia asteroidale 288P è stata immortalata un anno fa, nel settembre 2016, durante le fasi cruciali dell’avvicinamento massimo al Sole. «Abbiamo rilevato importanti prove di sublimazione del ghiaccio causata dal calore del Sole, proprio come accade alla coda di una cometa», ha spiegato Jessica Agarwal (Max Planck Institute for Solar System Research, Germania), prima autrice dello studio pubblicato su Nature. Insomma, arrivando nei pressi del Sole, l’asteroide ha cominciato a comportarsi come una cometa: il ghiaccio ha cominciato a evaporare formando la tipica coda cometaria.
288P è un oggetto unico: è il primo asteroide binario noto finora che è anche stato classificato come una cometa della cintura principale. Ma come si è formata questa coppia asteroidale? Sullo studio si legge: «Gli asteroidi sono corpi primitivi del Sistema solare che si evolvono sia per collisione che per distruzione derivata dalla loro rapida rotazione. Questi processi possono portare alla formazione di asteroidi binari e al rilascio della polvere. In un sottoinsieme degli asteroidi chiamati “comete della cintura principale”, la sublimazione di volatili provoca attività transitorie tipiche delle comete».
I due oggetti orbitano a una distanza di 100 chilometri l’uno attorno all’altro e hanno più o meno la stessa forma e massa. Queste caratteristiche rendono 288P unico tra i rarissimi casi di asteroidi binari nel Sistema solare.
Analizzando diversi elementi, come lo spesso mantello di polvere che ricopre il ghiaccio, gli esperti hanno ipotizzato che questo bizzarro oggetto doppio esista da pochissimo, “soli” 5000 anni. Come si è formato? È probabile che sia il risultato di una separazione avvenuta a seguito dell’eccessiva velocità di rotazione dell’asteroide originale.
Fonte
Alcuni scienziati, da diverso tempo, parlano del pianeta Hercolubus (Pianeta X) o Pianeta Rosso. Il primo a discuterne fu l’astronomo cileno Carlos Munoz Ferrada. Questo astronomo cominciò a parlare del pianeta Hercolubus nel 1940, vale a dire 43 anni prima del famoso articolo sul Pianeta X , apparso sul quotidiano americano The Washington Post nel 1983. E ‘molto singolare che Carlos Munoz Ferrada parlasse di un gigantesco pianeta -cometa: pianeta, perché ha la massa di un pianeta e cometa perchè ha l’orbita ellittica di una cometa. Ricordate le profezie Maya, secondo Fernando Malkún la sesta profezia Maya racconta dell’arrivo di una cometa che metterà in pericolo l’esistenza stessa dell’uomo.
Fonte http://mistero.me/scienza/astronomia/hercolubus-ferrada-distruzione-terra/
12/10/2017, 18:04
Avviso stampa: una conferenza stampa al quartier generale dell'ESO per annunciare un'inedita scoperta
11 Ottobre 2017
Il 16 ottobre 2017 alle 16:00 CEST, l'ESO terrà una conferenza stampa presso il proprio quartier generale a Garching, in Germania, per annunciare osservazioni rivoluzionarie di un fenomeno astronomico mai osservato prima.
Il Direttore Generale, Xavier Barcons, sarà il primo a prendere la parola, direttamente dall'Osservatorio dell'ESO al Paranal, in Cile. Seguiranno quindi alcuni interventi dei portavoce di numerosi gruppi di ricerca da tutta Europa.
Questo invito è rivolto esclusivamente ai rappresentanti dei media. Per partecipare alla conferenza, i membri accreditati devono registrarsi completando un modulo online, indicando se desiderano recarsi di persona alla conferenza stampa o se parteciperanno soltanto online.
Registrandosi alla conferenza, i giornalisti accettano di rispettare un embargo, i cui dettagli verranno forniti dopo la registrazione, e si impegnano a non pubblicare o discutere il materiale presentato prima dell'inizio della conferenza che si terrà il 16 ottobre 2017 alle 16:00 CEST.
I giornalisti presenti di persona potranno porre domande ai relatori, in una sessione riservata della conferenza. Verranno accolte domande anche dei giornalisti che parteciperanno online. È inoltre possibile prenotare spazi per interviste individuali che si terranno subito dopo la conferenza.
I dettagli sulla modalità di accesso alla conferenza, di invio delle domande e delle prenotazioni di interviste verranno inviati dopo la registrazione.
Un comunicato stampa dell'ESO verrà pubblicato all'inizio della conferenza. Saranno disponibili traduzioni del comunicato stampa in diverse lingue, oltre a materiale audiovisivo di supporto.
Fonte http://www.eso.org/public/italy/announcements/ann17071/?lang
15/10/2017, 09:56
News | October 4, 2017
The Super-Earth that Came Home for Dinner
An artist's illustration of a possible ninth planet in our solar system, hovering at the edge of our solar system. Neptune's orbit is shown as a bright ring around the Sun. Credit: ESO/Tom Ruen/nagualdesign
It might be lingering bashfully on the icy outer edges of our solar system, hiding in the dark, but subtly pulling strings behind the scenes: stretching out the orbits of distant bodies, perhaps even tilting the entire solar system to one side.
If a planet is there, it's extremely distant and will stay that way (with no chance -- in case you're wondering -- of ever colliding with Earth, or bringing "days of darkness").It is a possible "Planet Nine" -- a world perhaps 10 times the mass of Earth and 20 times farther from the sun than Neptune. The signs so far are indirect, mainly its gravitational footprints, but that adds up to a compelling case nonetheless.
One of its most dedicated trackers, in fact, says it is now harder to imagine our solar system without a Planet Nine than with one.
"There are now five different lines of observational evidence pointing to the existence of Planet Nine," said Konstantin Batygin, a planetary astrophysicist at Caltech in Pasadena, California, whose team may be closing in. "If you were to remove this explanation and imagine Planet Nine does not exist, then you generate more problems than you solve. All of a sudden, you have five different puzzles, and you must come up with five different theories to explain them."
Batygin and his co-author, Caltech astronomer Mike Brown, described the first three breadcrumbs on Planet Nine's trail in a January 2016 paper, published in the Astronomical Journal. Six known objects in the distant Kuiper Belt, a region of icy bodies stretching from Neptune outward toward interstellar space, all have elliptical orbits pointing in the same direction. That would be unlikely -- and suspicious -- enough. But these orbits also are tilted the same way, about 30 degrees "downward" compared to the pancake-like plane within which the planets orbit the sun.
Breadcrumb number three: Computer simulations of the solar system with Planet Nine included show there should be more objects tilted with respect to the solar plane. In fact, the tilt would be on the order of 90 degrees, as if the plane of the solar system and these objects formed an "X" when viewed edge-on. Sure enough, Brown realized that five such objects already known to astronomers fill the bill.
Two more clues emerged after the original paper. A second article from the team, this time led by Batygin's graduate student, Elizabeth Bailey, showed that Planet Nine could have tilted the planets of our solar system during the last 4.5 billion years. This could explain a longstanding mystery: Why is the plane in which the planets orbit tilted about 6 degrees compared to the sun's equator?
"Over long periods of time, Planet Nine will make the entire solar-system plane precess or wobble, just like a top on a table," Batygin said.
The last telltale sign of Planet Nine's presence involves the solar system's contrarians: objects from the Kuiper Belt that orbit in the opposite direction from everything else in the solar system. Planet Nine's orbital influence would explain why these bodies from the distant Kuiper Belt end up "polluting" the inner Kuiper Belt.
"No other model can explain the weirdness of these high-inclination orbits," Batygin said. "It turns out that Planet Nine provides a natural avenue for their generation. These things have been twisted out of the solar system plane with help from Planet Nine and then scattered inward by Neptune."
The remaining step is to find Planet Nine itself. Batygin and Brown are using the Subaru Telescope at Mauna Kea Observatory in Hawaii to try to do just that. The instrument is the "best tool" for picking out dim, extremely distant objects lost in huge swaths of sky, Batygin said.
But where did Planet Nine come from? Batygin says he spends little time ruminating on its origin -- whether it is a fugitive from our own solar system or, just maybe, a wandering rogue planet captured by the sun's gravity.
"I think Planet Nine's detection will tell us something about its origin," he said.
Other scientists offer a different possible explanation for the Planet Nine evidence cited by Batygin. A recent analysis based on a sky mapping project called the Outer Solar System Origins Survey, which discovered more than 800 new "trans-Neptunian objects," suggests that the evidence also could be consistent with a random distribution of such objects. Still, the analysis, from a team led by Cory Shankman of the University of Victoria, could not rule out Planet Nine.
If Planet Nine is found, it will be a homecoming of sorts, or at least a family reunion. Over the past 20 years, surveys of planets around other stars in our galaxy have found the most common types to be "super Earths" and their somewhat larger cousins -- bigger than Earth but smaller than Neptune.
Yet these common, garden-variety planets are conspicuously absent from our solar system. Weighing in at roughly 10 times Earth's mass, the proposed Planet Nine would make a good fit.
Planet Nine could turn out to be our missing super Earth.
News Media Contact
Written by Pat Brennan
Elizabeth Landau
Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, Calif.
818-354-6425
elizabeth.landau@jpl.nasa.gov
Fonte https://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?feature=6964
29/10/2017, 18:23
Tra pochi giorni un violento terremoto di magnitudo 8.5 a Zante e uno tsunami su Calabria e Sicilia per testare il sistema di allerta maremoti: ecco l’esercitazione internazionale “NEAMWave17″Giovedì 2 Novembre l’iniziativa, denominata NEAMWave17, prevederà dei test esercitativi su quattro differenti scenari simulati che interesseranno, in giorni diversi, tre aree del Mediterraneo e un’area dell’Atlantico nord-orientale
27 ottobre 2017 17:21 | Peppe Caridi
Ci sarà anche l’Italia tra i Paesi coinvolti nell’ambito dell’esercitazione internazionale sul rischio maremoto del NEAMTWS (North-Eastern Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning System) dell’IOC-UNESCO, in programma dal 31 ottobre al 3 novembre. L’iniziativa, denominata NEAMWave17, prevede test esercitativi su quattro differenti scenari simulati che interesseranno, in giorni diversi, tre aree del Mediterraneo e un’area dell’Atlantico nord-orientale.
Si tratta della prima esercitazione dopo l’istituzione del Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM), prevista dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio scorso (in G.U. il 5 giugno 2017). Il SiAM – creato per valutare la possibilità che in conseguenza di terremoti in mare o lungo la costa avvenga un maremoto e di quale entità e per diffondere messaggi di allerta – è composto da INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che opera attraverso il Centro Allerta Tsunami (CAT), ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Dipartimento della Protezione civile.
Nella giornata del 2 novembre, lo scenario che interesserà non solo l’Italia ma tutto il Mediterraneo si basa su un ipotetico terremoto di magnitudo 8.5con epicentro a sud dell’isola di Zante, nel segmento occidentale dell’Arco Ellenico, e permetterà di effettuare una simulazione di un reale processo di allertamento su scala nazionale.
L’esercitazione prevederà, quindi, l’analisi del potenziale tsunamigenico del sisma effettuata dal CAT-INGV, lo studio in tempo reale dei dati mareografici rilevati dall’ISPRA e l’applicazione delle procedure di allertamento rapido da parte del Dipartimento della Protezione Civile. Sarà, inoltre, l’occasione per testare la piattaforma tecnologica, realizzata ad hoc, per l’invio rapido della messaggistica di allerta, che ne permetterà la trasmissione simultanea attraverso tre canali: email, sms ed IVR (Interactive Voice Response).
I messaggi di allerta saranno inoltrati a tutte le Sale Operative Regionali di protezione civile e per le RegioniSicilia, Calabria, Basilicata e Puglia – quelle maggiormente interessate dallo scenario esercitativo – le comunicazioni raggiungeranno, sempre tramite la piattaforma, alcune amministrazioni comunali individuate dalle regioni stesse.
Gli tsunami sono uno dei fenomeni più frequenti nel Mediterraneo a seguito di forti eventi sismici, e per questo anche l’INGV ha di recente attivato unimportante sistema di monitoraggio.
Per approfondire http://www.strettoweb.com/2017/10/tra-p ... eOgtKeS.99
29/10/2017, 22:19
30/10/2017, 05:58
30/10/2017, 07:14
30/10/2017, 08:35
Angel_ ha scritto:Ci sarà anche l’Italia tra i Paesi coinvolti nell’ambito dell’esercitazione internazionale sul rischio maremoto del NEAMTWS (North-Eastern Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning System) dell’IOC-UNESCO, in programma dal 31 ottobre al 3 novembre. L’iniziativa, denominata NEAMWave17, prevede test esercitativi su quattro differenti scenari simulati che interesseranno, in giorni diversi, tre aree del Mediterraneo e un’area dell’Atlantico nord-orientale.
MaxpoweR ha scritto:Magari stanno sparando un pò di microonde nella ionosfera...
30/10/2017, 09:16
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