Cita:
kaone ha scritto: Mi riallaccio alla discussione che stavamo portando avanti nell'altro thread per aggiungere solo che evidentemente vi sono divergenze di opionioni e che io purtroppo o per fortuna sono dell'idea che quando c'è di mezzo del guadagno solitamente le intenzioni non sono sempre delle più genuine. E' come se un "volontario" andasse in Africa a curare i bambini malati e chiedesse uno stipendio per il lavoro che fa. Bene, sarebbe un lavoro e non più volontariato quindi verrebbe meno il significato della parola volontariato. Se io chiedo ad uno di questi personaggi: Perchè fai queste dichiarazioni? Perchè ti esponi a questo rischio? Sicuramente ti rispondono: Perchè la gente deve sapere, Perchè voglio che si sappia la verità. Ecco, non dicono mai: Perchè voglio guadagnarci qualcosa. Quindi, sarà pure semplicistico il mio ragionamento ma così come nel primo caso decade il significato della parola volontariato, così nel secondo decade il significato della parola verità.
Sarò un tipo "semplice" ma sai com'è... di solito a pensar male ci si azzecca. Con tutto il rispetto ovviamente del tuo pensiero
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Anche io rispetto il tuo pensiero kaone..... e lo rispetto alla grande
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Quello che voglio dire è che reputo giusto considerare ed osservare le cose secondo il tuo principo, chiamiamolo così, "etico-morale". Ciò che però non mi convince del tuo metodo è che parte dall'assunto cristallizzato secondo il quale i militari e/o i rivelatori che fanno parte di questo mondo, debbano per forza di cose essere dei generosi "volontari" e/o dei "paladini della verità" (nel senso più puro del termine) PER ESSERE PRESI IN CONSIDERAZIONE. Quando questo non sta scritto da nessua parte.
Diversamente, non credo si possa escludere a priori che ad esempio un "mercenario", inteso come persona che ha un determinato approccio nei confronti della vita, possa essere sincero nel momento in cui racconta un'esperienza di qualsiasi tipo.
Inoltre, come dicevo nell'altro topic, penso che lo strumento adoperato per divulgare una determinata questione, non dovrebbe inficiare con il contenuto della questione stessa. Il libro è uno strumento di divulgazione, punto. Come è uno strumento il video o un sito o una conferenza stampa al National Press Club. Allora.... sequendo il tuo metodo, ciò che viene detto in una conferenza stampa nella quale si espongono argomenti a titolo completamente gratuito, i contenuti possono ritenersi veritieri.... mentre ciò che viene espresso in un libro, sicuramente no. Perchè nel secondo caso, l'autore percepisce i soldi per comprarsi le sigarette.
Quando sappiamo benissimo tutti quanti che le esperienze provenienti dal passato (pensiamo all'ufologia ma anche alla storia in senso lato) sono state trasmesse ai posteri proprio attraverso i libri..... e non di certo grazie ad una conferenza stampa di cui non rimane nessuna traccia se non l'articoletto web scritto dal giornalista di grido del momento.....
E' per questo che dico:
"un rivelatore sceglie di utilizzare il libro come strumento di divulgazione cartaceo (e quindi non manipolabile) perchè i posteri, con il senno di poi, potranno dire SE quella rivelazione era il frutto di una realtà percepita e realmente vissuta".Mentre il resto, ahinoi, può essere interpretato, manipolato e storpiato da chiunque (debunkers compresi) in quanto costituito, tutto sommato, da lettere e simboli assemblati su supporti telematici fatiscenti o su immagini grafiche e video che ognuno di noi può alterare, tagliare, modificare a proprio piacimento.