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Galattico
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MessaggioInviato: 01/11/2010, 11:04 
Caro Enkidu.... ho letto attentamente il tuo post (dopo quello di Secr3t) e devo dire che le osservazioni su Davis sono più che legittime [:p] Ma volendo ampliare un attimo il discorso, c'è quasi sicuramente qualcosa che sfugge a noi tutti. Civiltà extraterrestri più evolute della nostra, potrebbero avere benissimo (almeno dal punto di vista potenziale) delle "sonde" o dei "satelliti" in prossimità della Terra in grado di captare qualsiasi messaggio codificato sotto qualsiasi forma. Potrebbero, una volta catturato l'eventuale messaggio, trasmetterlo codificato chissà dove... o addirittura portarlo "di peso" grazie a conoscenze "parafisiche" in altri sistemi solari, magari attraverso tunnel spazio temporali, o buchi neri o addirittura attraverso "interstizi dimensionali" di cui noi oggi a malapena possiamo concepirne la sola ipotesi. Voglio dire..... perchè consideriamo le nostre limitazioni scientifiche e tecnologiche come qualcosa di assolutamente insuperabile per noi e applichiamo lo stesso modello a civiltà che magari possiedono una conoscenza più antica di eoni? Siamo sicuri che per molti di loro, il fatto di comunicare con noi, non sia minimamente un fatto straordinario che viola le leggi fisiche dello spazio e del tempo? Siamo sicuri che un "dialogo", sotto chissà quale strana metodologia e/o linguaggio e/o forma, non sia stato già instaurato a livello collettivo bypassando completamente le parabole del Seti? E soprattutto, possiamo essere davvero sicuri del fatto, vista la storia ufologica recente e l'atteggiamento generale dell'establishment in merito al coverup, che un eventuale messaggio o addirittura una serie di messaggi non siano stati già ricevuti e che la cosa ci sia stata preclusa sistematicamente? Insomma...... secondo il mio modesto punto di vista, la faccenda potrebbe essere molto più articolata.... ma nello stesso tempo, anche estremamente più semplice di come noi la immaginiamo.



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MessaggioInviato: 01/11/2010, 18:44 
Può darsi benissimo che dei segnali radio potremmo riceverli appunto da sedi aliene in prossimità della Terra, e che magari la cosa sia già successa... mi ricordo infatti che negli anni Settanta un astronomo parlava della possibilità che ci fosse una sonda aliena nel nostro sistema solare da circa 13000 anni provenendo dalla costellazione di Bootes, che aspettava di prendere contatto con noi... non mi ricordo in base a cosa lo diceva, ma penso avesse le sue buone ragioni. Ricordo che se ne parlò parecchio di questo giovane astronomo che, "omen nomen", si chiamava.... Lunar!
Dopo, non se ne sentì più parlare.... perché?
Ma se il signor Davies prima blatera di prendere contatto radio con stelle lontanissime senza neanche sapere quali possano essere, e poi dice che dovremmo guardare anche molto vicino a noi, mi viene da pensare ancora di più allora che ci sta prendendo per i fondelli.... in realtà allora forse sta cercando segnali radio in prossimità della Terra perché ha dei buoni motivi per farlo, come di cercare basi aliene nel sistema solare.... ma non lo vuole ammettere.
La solita politica del "dire e non dire e pigliare per il kulo" che sembra aleggiare nei governi e nella cultura ufficiale da alcuni anni a questa parte, con un colpo al cerchio e uno alla botte, come dire: "sì, gli alieni ci sono eccome, ma qui lo dico e qui lo nego.... cioè non dico di no e vi lascio crederlo a voi, ma guai a voi se osate dire che l'ho detto, ma non sia mai che io lo nego e sì, avete ragione a cercare gli alieni, lo stiamo facendo anche noi, ma.... non prendeteci troppo sul serio, il lavoro dovete farlo voi, vi lasciamo guardare negli archivi, ma per carità non montatevi la testa, perché....." Perché anche il signor Davies si è accodato a questa buffonata in cui tutti sanno che gli alieni ci sono, ma tutti fanno finta che non ci siano?


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Grigio
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MessaggioInviato: 02/11/2010, 11:14 
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A caccia degli extraterrestri
"Li abbiamo cercati nei posti sbagliati"
Il fisico Paul Davies ha una certezza: gli alieni sono già tra noi. E spiega il perché. "È inutile resistere con i radio segnali, meglio una formula matematica. È un linguaggio universale"
di ERICA MANNA

Gli extraterresti? Se non li abbiamo ancora trovati è solo perché abbiamo cercato nel posto sbagliato. Ecco perché fino ad ora il progetto Seti di ricerca extraterrestre - un telescopio puntato nello spazio per captare segnali alieni - ha portato solo ad un inquietante silenzio. Parola di Paul Davies, fisico teorico, cosmologo e astrobiologo, che sarà questa sera alle 21 a Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio. Quello che ancora non sapevamo, però, è che gli alieni sono già tra noi. Eh, già: "Una vita 2.0", la chiama l'autore del libro "The earie silence" ("L'inquietante silenzio", appunto). Sulla terra.

Il programma

"Esistono microbi, piccoli organismi, che io chiamerei vita 2.0 - spiega Davies, con un lampo nei suoi puntuti occhi azzurri - perché sono venuti al mondo con un meccanismo diverso dal nostro. Per esempio, stiamo studiando la vita in un lago della California. E sembra che lì ci siano microrganismi che fanno uso di arsenico anziché di fosforo. Il ragionamento, dunque è questo: se sulla terra ci sono già gli extraterresti, perché non potrebbero essere anche altrove?".

Ma appurato che l'esistenza degli Et è molto probabile, fino a qui dove abbiamo sbagliato? "Le stelle più vicine sono a mille anni luce di distanza - spiega Davies - per cui, se ci vivessero degli alieni, vedrebbero la terra come era mille anni fa. E allora non c'erano radiotelescopi. Magari hanno visto le piramidi! Ma certo non gli è venuto in mente di mandare radio segnali".

Se altri esseri abitassero la Galassia, come potremmo comunicare con loro? Davies sorride e ricorda il film "Contact", con Jodie Foster. "E' inutile insistere con i radio segnali, meglio una formula matematica. E' un linguaggio universale". Vi sembra una perdita di tempo e denaro? "Dieci milioni di dollari all'anno comunque sono molto meno dei soldi spesi per salvare le banche". Ancora scettici? Ci ha investito anche Paul Allen, co-fondatore di Microsoft. Uno che l'occhio per gli affari ce l'ha.

(31 ottobre 2010)© RIPRODUZIONE RISERVATA



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