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MessaggioInviato: 29/08/2009, 20:45 
ricordo come nel libro di Stefano Breccia CONTATTISMI DI MASSA si menzioni tali fatti sulla base di un conflitto che avrebbe coinvolto le due realtà aliene presenti nel libro, ovvero i W56 e i famigerati CTR. a questo si aggiungono le colonne d'acqua di oltre trenta metri che ignari pescatori si trovavano davanti durante le loro navigazioni. la spiegazione ufficiale parlò di bolle di gas che dal fondo emergevano in superficie ma non si è mai sentito parlare di una cosa del genere. Ho consultato un amico oceanografo e mi ha categoricamente escluso un evento di questo tipo, gli unici noti sono i geyser ma si trovano sulla terra ferma...



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MessaggioInviato: 29/08/2009, 20:49 
Infatti, sempre pronti a raccontar balle! Ma non sanno che vi furono cnetinaia e centinaia di persone come testimoni dei fatti occorsi per mesi...?! Ma non importa; l'essenziale è che parlino gli "esperti"....!



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 17/10/2009, 02:21 
A proposito di USO, volevo segnalare un articolo
trovato qui: http://digilander.libero.it/cuf.fe/notizie.htm

Fonte della notizia: Centro Ufologico Ferrarese

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Sul quotidiano del Corriere della Sera di martedì 30 ottobre 2007, nelle pagine dedicate alla scienza, è apparso un interessante articolo di Paola Caruso relativo al monitoraggio televisivo di una vasta zona degli abissi marini statunitensi, grazie ad una rete ottica dotata di un gran numero di web cam, di sensori e di robot con macchine fotografiche ad alta definizione: un autentico sogno da 235 milioni di euro che sarà realizzato entro il 2010.


Il progetto

Dopo Google Earth e Google Sky ecco arrivare un servizio del tutto simile nella sostanza, che potremmo chiamare "AbyssNet", consistente nel posizionare 1.200 chilometri di fibra ottica sul fondo marino di fronte allo stato americano dell'Oregon. Questo enorme progetto di cablatura di quasi tutta la dorsale tettonica di Juan de Fuca, presentato a Seattle alla fine di ottobre, ha potuto realizzarsi grazie alle idee dello scienziato John R. Delaney, un oceanografo della Washington University, che è anche a capo del progetto suddetto. Egli ha sempre sostenuto la possibilità di trasformare questa vasta zona sottomarina del nostro pianeta in un autentico laboratorio scientifico per lo studio delle correnti marine, della flora e della fauna degli abissi, delle mutazioni climatiche del pianeta, della formazione degli uragani e degli tsunami e dei terremoti, delle migrazioni dei pesci e, ovviamente, delle numerose e misteriose attività vulcaniche delle placche terrestri.

Egli sta preparando questo incredibile progetto fin dal 1995 allorquando attivò il "Progetto Nettuno", consistente nel monitorare tutta la "Primavera subacque" nella zona sottomarina della placca, attorno al vulcano della dorsale suddetta. A quel tempo si trattò di un progetto che anticipò decisamente i tempi in quanto ebbe l'obiettivo di comprendere come facessero le condizioni climatiche degli abissi a permettere lo sviluppo di vita animale in totale assenza di luce.


Gli aspetti tecnici

I cavi in fibra ottica saranno posizionati attorno all'enorme vulcano della dorsale di Juan de Fuca ed avranno uno sviluppo iniziale di ben 1.200 km che, ovviamente, saranno ampliati nel caso i primi risultati si rivelino incoraggianti. Questa vasta rete ottica avrò due livelli di punti nodali: i cinque nodi primari saranno deputati sia ai collegamenti elettrici di base, necessari ad alimentare il sistema, sia a gestire i collegamenti con le web cam ad alta definizione collegate direttamente ad Internet, in modo tale che tutti possano usufruire, in tempo reale, delle meravigliose immagini provenienti dai fondali a 500 metri di profondità; i nodi secondari serviranno, invece, alla gestione completa del sistema, in quanto dovranno ricevere gli input provenienti dai computer degli scienziati deputati al controllo dei dati, dovranno distribuire le informazioni ricevute e scaricare quelle elaborate ed incamerate, e dovranno, infine, occuparsi della trasmissione di tutte le informazioni sul sito della società che gestirà il progetto. Al momento, le basi deputate ad ospitare i laboratori per la gestione del tutto sono: Warrenton, Pacific City e Nedonna Beach. Il complesso sistema gestionale di questo laboratorio sommerso prevede due tipi di unità: una nave oceanografica, per la gestione di superficie della rete ottica sottomarina, in modo che gli utenti internet possano godere della visione degli abissi, e tanti mini sommergibili, denominati "AUVs" e deputati ad intervenire direttamente in caso di guasti alle fibre o alle apparecchiature.


"Progetto abissi" ed USO

Ovviamente, per noi ufologi che crediamo agli Ufo sottomarini o USO, un progetto del genere non può che essere sentito come autentica manna dal cielo: poter osservare in tempo reale ciò che accade sotto la superficie degli oceani, ad una profondità di almeno mezzo chilometro, è certamente qualcosa di grandioso che può aiutare ad affrontare con maggior determinazione l'argomento di mezzi alieni che viaggiano sotto le acque.

Gli USO (USOs in inglese, al plurale) rappresentano una spettacolare manifestazione della fenomenologia ufologica che, però, assai di rado viene riportata. Anche se non ce ne rendiamo conto, poiché viviamo sulla terraferma, il nostro pianeta è ricoperto per circa il 75% di acqua; infatti, a fronte di 509.950.715 kmq di superficie complessiva solamente 148.822.000 kmq sono occupati dalle terre emerse. Essendo dunque questa la situazione reale, non è difficile immaginare che le manifestazioni ufologiche nelle acque degli oceani, dei mari, dei laghi e dei grandi fiumi siano assai comuni e, comunque, molto più comuni di quanto non si creda.


I ricercatori

Il biologo marino Ivan T. Sanderson, fondatore della S.I.T.U. ( Society for Investigation of The Unexplainednel ), un'associazione impegnata nell'esame di tutto quanto connesso agli Ufo e agli Uso, nel 1970 formulò una teoria sugli alieni. Egli considerò possibile che sotto le acque, in modo particolare quelle profonde degli oceani, potesse vivere almeno una razza intelligente, che discenderebbe direttamente da quelle prime forme di vita che non passarono mai sulla terraferma e che, perciò, sarebbe assai più antica della nostra civiltà umana.

Anche John Keel ha sempre sostenuto l'idea che possano veramente esistere delle basi sottomarine sulla Terra, in modo particolare nelle vicinanze del Circolo Polare Artico e in diverse zone del Sud America ma non attribuisce alcuna paternità agli alieni: egli pensa semplicemente che una grande potenza mondiale, come potrebbe esserlo gli Stati Uniti, stia sviluppando un'aviazione ed una marina clandestine.

Il ricercatore Bill Birnes, nel documentario "Deep Sea UFOs" trasmesso negli Stati Uniti il 16 luglio 2006 sui circuiti del programma televisivo "The History Channel", dopo aver raccolto diverse testimonianze hanno dichiarato che un comportamento tipico degli USOs è quello di aprirsi in tante parti e lasciare partire un grande numero di velivoli più piccoli.

Nello stesso documentario Philip Mantle ha dichiarato che questi USO emergono semplicemente dall'acqua e se ne spariscono. Ha poi ricordato come lo stesso leader sovietico Nikita Khrushchev fosse rimasto assai impressionato dal rapporto che aveva ordinato di redigere alla sua rappresentativa diplomatica a Buenos Aires, la quale aveva ricevuto il delicatissimo incarico di scoprire il più possibile sull'argomento. Poiché gli scettici gli suggerirono che, in clima di guerra fredda, avrebbe potuto benissimo trattarsi di sottomarini lanciasiluri, egli rispose assai argutamente ricordando come, nel 1966 non fosse possibile gestire un fuoco simultaneo di sei o più siluri.

Il ricercatore Bruce Maccabee, ricordando l'USO di Porto Rico del marzo 1963 che viaggiava a 150 nodi, cioè circa 280 km/h e ad una profondità di 20.000 piedi, ha dichiarato che il punto critico per un sommergibile si aggira attorno ai 7.000 piedi.

Il ricercatore Stanton Friedman ha fatto notare che quando viene localizzato un UFO in cielo la gente ne fa un racconto o un rapporto alle forze dell'ordine ma quando viene localizzato un USO o nelle profondità marine o sulla superficie delle acque, soprattutto grazie al monitoraggio delle imbarcazioni e dei loro occupanti, se ne fa un rapporto di cui non impara niente nessuno oppure, se qualcosa trapela, arriva puntuale il servizio televisivo che mostra la solita mongolfiera sperimentale della Marina Militare che, ovviamente, è la causa possibile dell'avvistamento di un Ufo o di un Uso.

Un altro importante ricercatore, Carl Feindt, nello steso documentario ha ricordato il "Diario di Cristoforo Colombo" nel quale il nostro navigatore sarebbe stato testimone dell'avvistamento di un oggetto che, sulla linea dell'orizzonte, eseguiva movimenti ondeggianti o tremolanti, paragonati dal Nostro al tremolio di una candele che, però, sorge e tramonta. A tal proposito, qualcuno ha sostenuto che avrebbe potuto trattarsi dei fuochi di un accampamento ma la spiegazione è risultata risibile in quanto la costa era ancora assai lontana. Lo stesso ricercatore ha poi aggiunto che allorquando gli USO devono penetrare una barriera di ghiaccio, per entrare nelle profondità polari, fondono letteralmente la lastra al loro passaggio, lasciando un semplice buco e non si comportano, quindi, come farebbe un meteorite che lancerebbe i frammenti gelati in tutte le direzioni.


La forma degli USO

Questi oggetti volanti sono assimilabili in tutto e per tutto ai ben più noti UFO. La loro superficie esterna appare per lo più costituita di materiale simile al metallo, con tonalità che comprendono tutte le gradazioni del colore grigio. La loro forma è per lo più a sfera o ad ovoide ma sono moltissime le segnalazioni della forma a sigaro o a cilindro. Presentano dimensioni di ogni tipo in quanto si va dalle segnalazioni di piccoli sferoidi, assai simili a sonde esplorative del diametro di circa un metro, a gigantesche astronavi anche superiori ai 500 metri di diametro o di lunghezza. Questi mezzi volanti non identificati manifestano la loro presenza in diversi modi: immobili sull'acqua, in navigazione o di poco sopra la superficie, come gli aliscafi, o sulla superficie o appena sotto di essa o a notevoli profondità, fermi sui fondali, in immersione o in emersione sia a velocità modeste che sostenute. Inoltre, è stato anche osservato che dopo la fase di emersione, alcuni si sono fermati ad una bassa quota, hanno acceso luci ulteriori, hanno iniziato o a girare gradualmente attorno al proprio asse o ad orbitare su circonferenze concentriche che li hanno condotti a quote superiori e da lì sono poi sfrecciati via seguendo o una direzione parallela al terreno o lievemente inclinata verso l'alto o verticale.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 17/10/2009, 11:22 
Cita:
Die relikhunter ha scritto:
la concentrazione degli avvistmenti ha, secondo me, una spiegazione ben motivata se si considera il complotto molto potente ordito nei confronti del signor Eugenio siracusa, culminato con la sua incarcerazione a partire dal mese di novembre 1978 e conclusasi il 5 febbraio del '79. azione che doveva terminare con la sua eliminazione morale e fisica. le civiltà et intervennero in massa in difesa del loro più importante e rappresentativo ambasciatore [...]


Alcuni video reperiti in rete su questa circostanza storica, con i documenti dell'epoca e le testimonianze dirette del Sig. Siragusa.

Dal minuto 8:06 alla fine -> http://www.youtube.com/watch?v=0qCi9mgvwbo

e continua...

dall'inizio al minuto 7:34 -> http://www.youtube.com/watch?v=XSFbGRuYzKo



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MessaggioInviato: 23/10/2009, 11:42 
Uso, storie di Ufo che nuotano

Immagine

Fonte: http://misterobufo.corriere.it/

Riporta Roberto Pinotti nel suo libro del 2003 “Oggetti Sommersi non identificati” (editoriale Olimpia) una dichiarazione di un comandante di una nave da crociera, la Eugenio C della “Costa”, che fa molto pensare in merito a quel tipo di avvistamenti che si riconducono alla fenomenologia ufologica ma che si caratterizzano per il luogo dell’avvistamento, cioè le distese marine: “In navigazione agli uomini di mare è in effetti possibile osservare nelle migliori condizioni di visibilità, nelle tenebre notturne fra cielo e acqua, davvero di tutto: navi ed imbarcazioni di ogni tipo, velivoli e mezzi aerei in volo, fenomeni ottici ed elettrici dell’atmosfera, satelliti in transito, fenomeni astronomici… Ma anche manifestazioni estremamente insolite e comunque destinate a restare inspiegabili. Solo che tutto ciò resta al massimo agli atti nel libro di bordo; ben difícilmente filtra all’esterno, diventando di dominio pubblico”. Gli Uso (Unidentified Submerged Object o Unidentified Submarine Object, in italiano Oggetto sottomarino non identificato o Osni) sono forse assai più interessanti del fenomeno ufologico di carattere aereo. Il testo è stato scritto dal fondatore del Cun (il Centro Ufologico Nazionale parla di diversi casi, internazionali e nazionali avvenuti nell’arco di quasi sessanta anni). Un particolare rilievo viene dato all’ondata degli avvistamenti nell’Adriatico nel 1978, un anno in cui si registrò una significativa ondata di eventi marini. Ecco uno stralcio del paragrafo che tratta l’argomento:

Nel 1978 alcuni membri del Centro Ufologico Nazionale si recarono a San Benedetto del Tronto per un’inchiesta di prima mano sui vari fenomeni riferiti dalla stampa locale. Qui la prima meta dei ricercatori fu la capitaneria di porto, dove per circa un'ora fu loro possibile intrattenersi a colloquio con il comandante, il colonello Franco De Martino. Questi confermò di avere a disposizione numerose dichiarazioni di vari testimoni oculari, ma, in quanto “materiale riservato”, evitò di mostrarle agli interlocutori. I quali ricostruirono tuttavia le varie vicende in un quadro abbastanza preciso e organico. A lavoro concluso, essi si trovarono di fronte a tre tipologie di fenomeni:


1) osservazioni diurne di colonne d’acqua che si alzavano improvvisamente dalla superficie marina in prossimità (150-300 metri) di alcuni natanti;

2) vari fenomeni luminosi notturni, in genere globi di colore rossastro o bianco che comparivano e scomparivano di colpo nelle vicinanze delle imbarcazioni (la casistica ufologica sucessiva registrerà tuttavia anche casi di luci che seguono i natanti, così come nelle segnalazioni di “corpi scuri” in immersione e in emersione poi evoluenti sui flutti, equivalente ai diurni del caso precedente);

3) fenomeni diurni e notturni, probabilmente di natura elettromagnetica, causanti disturbi di vario genere ai radar e alle strumentazioni elettriche, rilevati da un notevole seppur imprecisato numero di natanti.


Il colonnello De Martino escluse categoricamente che i vari fenomeni potessero attribuirsi alla presenza di sottomarini o di altri mezzi navali, poiché i fondali delle zone indicate non raggiungono i 20 metri ( la profondità varia da un minimo di 14 a un massimo di 20 metri).

"I fenomeni del tipo 1,2,3 - affermò l’ufficiale - sono stravaganti e non conosco precedente simili. E’ certo, però, che non possiamo parlare di suggestione collettiva".

Ma ecco le segnalazioni:

A) Data imprecisata compresa tra il 14 e il 23 ottobre, ore 2.30 circa. Luogo: a 5 miglia dalla costa, tra San Benedetto del Tronto e Grottammare (fondale di 13 metri). Testimone: Dino Vesperini. Il fenomeno dura alcuni minuti, si manifesta con una "luce rossa" intensa in avvicinamento, più grande delle luci delle imbarcazioni e aparentemente maggiore del disco lunare. La forma dell'apparizione era circolare, con un tenue alone. Vesperini, osservando la luce dirigersi verso la sua imbarcazione e temendo una possibile collisione, devia la rotta. La luce passa così a meno di mezzo miglio da lui e nel frattempo osserva che non si riflette sulla superficie marina. Su di essa si intravede una "zona scura" indefinita che procede di concerto con la luce. Nessun rumore di genere viene distinto. Solo dopo il transito, il testimone avverte un evidente moto ondoso, come dovuto al passaggio di un normale natante. Le condizoni atmosferiche sono buone, il mare è calmo, il cielo sereno e la visibilità è ottima. Il maríttimo dà importanza al fatto solo dopo diversi giorni, in seguito alle numerose altre segnalazioni dei colleghi. Ovvero, gli altri casi:

B) Data: 18 ottobre 1978, ore 9.00. Luogo: a circa 4 miglia nautiche al largo di Pedaso, a Sud in direzione di Cupra, una improvisa colonna di acqua di circa 5 metri di diametro si solleva a non più di di 150 metri dal motopeschereccio Gabriela Padre, ricadendo poi sulla superficie marina. L’altezza della colonna è valutata sui 30 metri.

C) Data: 23 ottobre 1978, ore 11.00. Luogo: a meno di due miglia e mezzo al largo del fiume Tesino, presso Grottammare. Identiche condizioni di mare. Sono al largo lo stesso motopeschereccio Gabriela Padre e l’imbarcazione Patrizia. Nuovamente, e senza alcun preavviso, una colonna d’acqua in tutto e per tutto simile a quella del 18 ottobre si solleva dal mare. Sempre nella stessa mattinata, a 12 miglia dalla costa, Luigi Paci dal Breghisse avvista per 4-5 secondi un’altra colonna d’acqua alta almeno una dozzina di metri.

D) Data: 24 ottobre, ore 9.00. I testimoni coinvolti sono Fausto Ricci (presidente della cooperativa Marinesca) e Florindo Soncini (a bordo del motopesca Rapepi). Nella stessa zona di mare e come il 23 ottobre (a 4 miglia dalla costa) a circa 200 metri dalla poppa qualcosa affiora in superficie. Ma non è una colonna d’acqua. Si tratta invece di un grande corpo scuro lungo più di 20 metri che, osservato per circa mezzo minuto, si immerge poi senza alcun rumore. Viene inizialmente avanzata l’ipotesi di una balena, ma per la vicinanza alla costa ed il basso fondale di 10-12 metri, l’idea è prontamente abbandonata. Ma il mistero rimane.

E) Data: 26 ottobre nella mattina. Sole e mare calmo. I marinai del motopeschereccio Nello avvistano sulla superficie del mare aperto una sorta di solco vorticoso, come prodotto dal passaggio di un motoscafo. Ma non c’era invece alcun natante di quel genere. "Qualcosa", comunque, correva velocissimo e sotto il pelo dell’acqua, tanto da produrre una scia visibile in superficie.

F) Data: 27 ottobre, ore 13.00. Testimoni ancora Fausto Ricci e Nicola Paolini a bordo del motopeschereccio Triglia. I due intravedono, nella stessa zona di mare teatro dei casi del 23 e 24 ottobre, una grossa "sagoma" immergersi rapidamente. Tale fenomeno provoca una grande ondata che fa vacillare l’imbarcazione. Non viene avvertito alcun rumore. Il giorno precedente gli stessi testimoni avevano anche osservato nel medesimo tratto marino un'altra colonna d'acqua alzarsi di colpo dai flutti. Ricci aveva osservato sulla metà della colonna una specie di macchia scura non meglio definibile. Comunque faceva pensare a qualche corpo solido, rigido e compatto.

Ma sicuramente il caso più interessante e a suo modo eclatante è quello del 21 dicembre 1978, quando una di queste "presenze" fu osservata da centinia di persone per parecche ore e fotografata all’altezza di Bellaria. Le sensanzionali istantanee scattate dal fotografo professionista Elia Faccin, su segnalazione e per ordine dei Carabinieri, poi pubblicate dal settimanale “Panorama” (n.664 del 9 gennaio 1979), erano e sono tutora fin troppo significative. Quel giorno Faccin venne svegliato dai militari, precedentemente allertati dai passanti sul lungomare, verso la mezzanotte del 20 dicembre 1978: "Corri Elia, c’è un Ufo in mare!". 45 anni, fotografo specializzato in ritratti da spiaggia, Faccin pensò sul momento a uno scherzo. Poi, riconosciute le voci a lui familiari del brigadiere Nazareno Fiori e dell'appuntato Petronio Pacelli in servizio a Bellaria, afferrò la sua Olympus e un teleobiettivo da 400 millimetri e raggiunse rapidamente la spiaggia. Lì’ la gente sostava già da un paio di ore, da quando cioè una specie di bastimento in fiamme, un grande oggetto luminoso e quasi accecante era comparso dal nulla sull’orizzonte, fra cielo e mare. Tremante per l’emozione, al momento di scattare la prima foto Faccin si rese conto che l'otturatore automatico della sua sofisticata fotocamera si era inspiegabilmente bloccato: "Qualcosa aveva influito magnéticamente sul meccanismo", ipotizza ancora oggi Faccin. Il professionista, tuttavia, non perde tempo e ricorre a un altro apparecchio fotografico, manuale questa volta, inquadra e scatta una serie di istantanee che poi risultarono di ottima qualità.



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MessaggioInviato: 23/10/2009, 12:21 
Se i russi aprissero i loro archivi, cosa che si guardano bene dal fare, avrebbero molto da raccontarci sugli USO e la loro attività nei loro laghi...[;)]



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MessaggioInviato: 14/11/2010, 19:29 
Interessanti questi documentari "A caccia di Ufo":











Ultima modifica di Angel_ il 14/11/2010, 19:30, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/11/2010, 22:06 
Curioso che nella serie " UFO " si diceva che gli alieni si trovavano un gran bene nell'ambiente acquatico [8D] , per me se si analizza quella serie si potrebbero trovare dei interessanti spunti di riflessione .
Guarda caso anche lì si parlava di alieni che rapiscono gli umani per prendere organi o giù di lì , ecc, ecc .


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