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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 25/02/2015, 17:28 
La campana di Kecksburg  potrebbe essere la Die Glocke, in tedesco “La Campana” l'arma segreta dei nazisti un mezzo con propulsore senza propellente ossia un motore antigravitazionale, altri autori ritengono invece che il dispositivo fosse uno strumento per osservare il passato, costituito al suo interno da uno specchio al quarzo concavo, o macchina del tempo assomiglia molto a una Vimana indiana. La campana nazista sarebbe stata consegnata agli Stati Uniti, tramite il generale nazista delle SS Hans Kammler.

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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 25/02/2015, 19:07 
... e secondo te, da allora, non sono stati capaci a sviluppare nulla se fosse vero? Dalla V-2 siamo arrivati sulla Luna! E da quella ...? [;)] [:296]

... Con la "campana", dove? In sacrestia! [:297]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 25/02/2015, 20:07, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 25/02/2015, 19:57 
Ufologo 555 ha scritto:
... e secondo te, da allora, non sono stati capaci a sviluppare nulla se fosse vero? Dalla V-2 siamo arrivati sulla Luna! E da quella ...? [;)] [:296]

Chi sa quanti progetti e missione segrete hanno sviluppato in questi anni io penso molti

Resoconto dettagliato della Die Glocke

L’alta classificazione di sicurezza e ricerca, concessa al progetto “Die Glocke”, era conosciuta come “Kriegsentscheidend” o “guerra decisiva” con l’aggiunta della dicitura “Geheime Reich Sache” o “affare o questione segreta del Reich”. sarebbe un oggetto metallico avente un diametro di 3,10 metri e un’altezza di 4,95 metri;
era composta da due cilindri contro-rotanti, con all’interno uno strano liquido “metallico” avente un color porpora e denominato “”Xerum 525”, il quale ruotava all’interno della “campana” ad alta velocità. Lo Xerum 525 era radioattivo e per questo era contenuto in recipienti in piombo aventi 3 cm di spessore. Era, con molta probabilità, un miscuglio di metalli liquidi, come il berillio, il torio e il mercurio, che formava un liquido denominato “mercurio rosso”. L’ossido di mercurio e l’antimonio avevano la caratteristica di emettere una grande quantità di neutroni, quando sottoposto ad uno stress esplosivo. Per il funzionamento di tutto l’apparato occorreva una grande quantità di energia elettrica.
In funzione, poteva ruotare solo per un paio di minuti in quanto emetteva una grande quantità di radiazioni, generando allo stesso tempo un campo magnetico. Tutti gli esperimenti erano sotto la supervisione del generale delle SS Kammler, con i suoi due reparti con compiti speciali: SS-E-IV o “Entwicklungs-stelle IV”, ovvero il “Centro sviluppo IV del Schwarze Sonne” e il SS-U-13. I nazisti erano andati ben oltre la fase di studio, arrivando alla sperimentazione.
Durante i primi esperimenti, sembra che almeno 5 scienziati su sette siano morti per irradiazioni di natura non conosciuta. Proprio per questo, durante gli esperimenti, furono messi nei suoi pressi animali e piante i quali morirono, decomponendosi e lasciando come residui una sostanza gelatinosa o cristallina.
Molti prigionieri dei lager morirono per essere stati utilizzati per ripulire il laboratorio dopo ogni esperimento.
La camera dov’era la “campana” era ricoperta di ceramica e sul tetto era posta un rivestimento in gomma la quale veniva rimossa e bruciata dopo ogni esperimento, mentre la ceramica veniva lavata, sempre alla fine di ogni tests.
Ala fine della guerra, tutti coloro che, a qualsiasi titolo, furono coinvolti negli esperimenti o erano a conoscenza di tale congegno noto come “la campana”, furono eliminati.
E’ bene riferire che l’apparecchio sviluppava grandi campi elettromagnetici e di energia elettrostatica, diffondendo tutt’intorno una radiazione di colore bluastro.

Gli scienziati nazisti stavano studiando le sostanze radioattive sottoposte a campi torsionali per ottenere, forse,

1) o un “propulsore senza propellente” ossia un “motore antigravitazionale”;

2) o una “macchina del tempo” che poteva aprire qualche porta dimensionale e forse poter usare un “wormhole”;

3) oppure per utilizzare tale congegno come arma che avrebbe avuto la capacità di emettere un impulso generatore di gravità in grado di sviluppare un’energia tale da spostare un oggetto con un’accelerazione pari a 1..000 g.

Negli esperimenti della congegno noto come “Die Glocke” , ne furono interessati:

1) FEP, (*) il centro ricerche sull’alto voltaggio e frequenze;

2) AEG, o “Allgemeine Elektricitats Gesellschaft”; responsabile per il rifornimento di molta energia elettrica ad alto voltaggio, attraverso il sotto-progetto denominato “Chiarite-Anlage”; questo progetto era diretto dal Oberingenieur dr. Richard Craemer; la AEG aveva un piccolo laboratorio nei sotterranei del Chiarite Hospital a Berlino per effettuare gli studi sul congegno “Die Glocke”;

3) HWA, o < Heeres Waffen Amt >;

4) SS-Obergruppenfuhrer Emil Marzuw;

5) Dr.sa Elizabeth Adler, una matematica dell’Università di Koenigsberg;

6) Dr. Otto Ambros, presidente della cosiddetta “Commissione < S >”, Responsabile della preparazione delle armi chimiche nel Ministero degli Armamenti di Speer. Venne nominato dal direttore della I.G. Farben, Karl Krauch, per tutte le operazioni relative alla gomma sintetica “Buna” ad Auschwitz. Fu coinvolto con le SS nell’arricchimento dell’ uranio e nel “Progetto Bell”.

7) Dr. Herbert Jensen;

8) Dr. Edward Tholen;

9) Dr. Walther Gerlach;

10) Dr. Kurt Debus;

11) Barone Manfred von Ardenne.

I principali laboratori che operavano sul congegno noto come < la campana > o “Die Glocke” si trovavano in Slesia meridionale, presso la città di Neumarkt o Sroda-Slaska e a Leubus o Lubiaz; mascherati all’interno dei servizi e attrezzature dello “Schlesische Wekstaetten dr. Fuerstenau”. Altre attrezzature sotterranee esistevano a Schloss Fuerstenstein, sempre nella Slesia meridionale, e mascherati in una miniera di carbone a Waldenburg o Walbrzch, facente parte del sistema FHQ “Riese” . Un altro complesso che faceva parte del progetto “Die Glocke” era situato alla miniera di Wenceslas a Ludwigsdorf o Ludwikowize, dove veniva costruito “The Henge” o “Machulapka”, un evidente anello per esperimenti. (a)

Il progetto di ricerca “Die Glocke” fu creato nel gennaio 1942, e fu denominato in codice “Tor” o “Gate” o “Gateway”. Poi, dopo l’agosto 1943, fu suddiviso in due altri sotto-progetti: “Chronos” e “Laternentraeger”; ed entrambi si riferivano al progetto “La Campana”, suddivisi però nell’aspetto fisico e medico-biologico.

E’ bene riferire che esperimenti tedeschi di natura fisica al plasma furono effettuati dalle SS nella Slesia meridionale tra il 1942 e il 1945.
Il personale scelto sperimentò e produsse qualcosa che apparentemente sembrava un “Plasmoide ione-mercurio”, utilizzabile in aeronautica per lo sviluppo di esplosivi speciali, anche se si è venuto a sapere che lo scopo era quello di irradiare esseri viventi, quindi persone, per cambiare la loro chimica cerebrale e scheletrica, ma per farne cosa?
l laboratorio di von Ardenne fu coinvolto in tali esperimenti che ne furono effettuati almeno un paio a Ohrdruf in Thuringia nella prima metà del marzo 1945.


Conferme sull’esistenza del congegno “Die Glocke”

Conferme sull’esistenza del congegno “la campana” e sui relativi esperimenti sono stati diffusi dallo scrittore polacco Igor Witkowski il quale affermava di aver scoperto l’esistenza del progetto “Die Glocke” dopo aver visionato rapporti segreti declassificati relativi agli interrogatori effettuati da agenti del KGB sovietico sul generale delle SS Jakob Sporrenberg (b).

Ulteriori dettagli Witkowski provvedeva a pubblicarli sul suo libro dal titolo “The Truth about the Wunderwaffe”, dove riferiva, tra l’altro, che il complesso industriale nelle vicinanze della miniera di Wenceslas era un sito per esperimenti.; e che i 62 scienziati che lavorarono al progetto “la campana” furono tutti uccisi dalle SS, dietro un ordine segreto proveniente direttamente dal quartier generale di Hitler.

Nel libro dell’autore britannico Nick Cook dal titolo “The Hunt for Zero Point”, si riferiva, tra l’altro, che “la campana” era un generatore di un campo torsionale e che gli scienziati tedeschi stavano sperimentando una sorta di macchina del tempo.

Cook e Witkowski hanno visitato il sito in questione per UK Channel 4 per un documentario dai due titoli “Ufos: the Hidden Evidence” e “An Alien History of Planet Earth”.

Lo scrittore James Rollins nel libro “The Black Order” riferisce, tra l’altro, che la “campana” non sarebbe stato altro che un generatore di energia punto zero, derivata dalla teoria zero-point di Heisenberg, mentre in realtà era un’idea di Einstein.

Sempre secondo lo scrittore polacco Witkowski, la struttura denominata “The Henge” o “Machulapka” era stato un anello per esperimenti per propulsione anti gravitazionale generata dalla “campana”.

Operazione Chronos.

Sempre dal già citato libro di Cook apprendiamo di uno strano equipaggiamento e mezzi utilizzati in un esperimento segreto effettuato presso una camera per tests di 30 metri quadrati, costruita in Polonia nelle profondità delle montagne dei Sudeti settentrionali, presso il centro minerario di carbone di Waldenburg in Slesia.

Il progetto fu chiamato in codice “Chronos” e coinvolgeva un congegno chiamato “Die Glocke” o “la campana”.
Il congegno era costituito da un metallo pesante e duro, riempito con una sostanza simile al mercurio e di color violaceo.
5 dei sette scienziati coinvolti nel progetto ebbero problemi di sonno, gusto-sapore metallico nelle viscere, spasmi nervosi e perdite di memoria e perdita di equilibrio.
Quindi un campo torsionale di sufficiente intensità poteva alterare lo spazio intorno al generatore. Maggiori campi torsionali venivano generate, maggiore spazio veniva alterato. E quando veniva alterato lo spazio, veniva alterato anche il tempo.
(a) “The Henge” o “Machulapka” era un evidente anello per esperimenti formato da 11 colonne, ognuna misurava 160 cm, lo spazio tra le colonne era di circa 7,40 metri; quindi il cerchio aveva una circonferenza di 91,6 metri, il cui diametro misurava 29,2 metri. Inoltre la struttura presentava qualche traccia di radio attività, presa da Gerold Schelm nel 2005.
Un’altra simile struttura, con 12 colonne, veniva scoperta da Schelm presso la cittadina di Siechnice, distante circa 25 km a sud-est di Wroclaw.
(b) Jakob Sporrenberg era nato il 16 settembre 1902 a Dusseldorf ed era morto il 6 dicembre 1952 a Varsavia. Fu il responsabile SS in Bielorussia e a Lublino. Era entrato nel NSDAP nel 1925; nel 1929 era diventato membro delle SA e più tardi delle SS. Dal 1941 al 1943 fu “SS und Polizei Fuhrer” (SSPF) in Bielorussia. Poi rimpiazzava Odilo Globocnik a Lublino. Lì organizzerà l’ Aktion Erntefest”. Dopo la guerra veniva condannato a morte e la sentenza veniva eseguita nel 1952.



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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 25/02/2015, 20:03 
Con l'anti gravità hanno saputo fare (per modo do i dire) solo una monorotaia per i treni! [:295]



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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 25/02/2015, 20:09 
Ufologo 555 ha scritto:
Con l'anti gravità hanno saputo fare (per modo do i dire) solo una monorotaia per i treni! [:295]
[:246]



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 25/02/2015, 20:31 
Atlanticus81 ha scritto:
1967, 20 Maggio - Il Caso di Falcon Lake

Tra tutti i casi di IR2 (incontri ravvicinati del secondo tipo) presi in esame dalla medicina, quello noto agli ufologi come il caso di Falcon Lake, è senza dubbio uno dei più controversi e significativi. L'avventura vissuta da Steve Michalak, infatti, supera per importanza la maggioranza dei casi clinici irrisolti legati agli U.F.O. L'ufologo inglese John Harry Nottinghall ha dichiarato: «Di tutti i casi che ho avuto occasione di studiare, quello di Falcon Lake mi sembra al tempo stesso il più misterioso e il più affascinante [...] Per una volta, gli scienziati ufficiali, gli increduli e tutti coloro che ritengono quelle di extraterrestri delle storie da dormirci in piedi, destinate ai deboli di mente e agli ingenui, sono costretti a riconoscere la realtà dei fatti. Le analisi mediche subite dal testimone, i prelievi minerali effettuati sui luoghi dell'atterraggio da scienziati competenti conferiscono al racconto del testimone un'autenticità indiscutibile.»

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Tutto ha inizio il 20 maggio 1967. Siamo a Falcon Lake, una località situata a circa 120 chilometri a est di Winnipeg, nel Canada. Steve Michalak, un giovane appassionato di geologia, è alla ricerca di minerali di cui la zona è ricchissima. Siamo intorno a mezzogiorno e il nostro geologo dilettante, munito dei suoi attrezzi, procede lentamente attraverso i boschi verso una formazione rocciosa che ha individuato non lontano da una vasta palude. Ad un tratto, mentre stava per cominciare a esaminare qualche pietra, sente lo schiamazzo di un branco di oche selvatiche spaventate. Nell'attimo stesso, scorge nel cielo due luci rosse che si avvicinano. Immediatamente dopo, distingue due oggetti a forma di sigaro, sormontati da una protuberanza, che scendono lentamente.

Uno degli apparecchi viene a posarsi a una cinquantina di metri da lui, mentre il secondo, dopo essersi librato per un attimo sulla cima degli alberi, scompariva rapidamente in una nuvola. Il nostro testimone può quindi osservare attentamente il singolare oggetto che è atterrato, il cui colore subisce delle strane trasformazioni: come un metallo arroventato e bianco, che si raffredda a poco a poco, l'oggetto passa dal rosso brillante al rosso-grigio, poi al grigio e infine al grigio-argento.

Steve Michalak non si è mai Interessato di dischi volanti (UFO), perciò prende l'oggetto per un apparecchio sperimentale dell'aviazione militare per eventuali voli spaziali. Dopo un breve esame, si rende conto che l'apparecchio non ha niente in comune con i tradizionali velivoli dell'aviazione: una corona periferica di circa 10 metri di diametro, a forma di cono appiattito, circonda una cupola centrale la cui base è striata da fessure di 25 centimetri di lunghezza. Sotto quel complesso, proprio di fronte a lui, si trovano nove pannelli rettangolari di 15 centimetri per 25 forati ciascuno da 30 buchetti che, pensa dapprima Michalak, fungono da bocche d'aerazione o da scappamento ma che in seguito si sarebbero rivelate destinate a tutt'altro uso.

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Schema dell'oggetto visto da Steve Michalak Schema dell'oggetto visto da Steve Michalak

Man mano che l'UFO pare raffreddarsi, il testimone sente delle folate di calore affluire verso di lui; l'aria si impregna, secondo la sua espressione, di un «orribile odore di zolfo o di motore elettrico bruciato». AI tempo stesso si ode un ronzio simile a quello di un motore che giri al massimo mentre, vicino ai pannelli d'aerazione, una specie di porta lascia passare un'intensa luce violetta che, secondo il testimone, supera in intensità quella del sole a mezzogiorno.

D'un tratto, dall'interno dell'UFO, giunge a Michalak il suono di tre voci umane che conversano. Alquanto rassicurato, il testimone, che è poliglotta, lancia dei richiami prima in inglese, poi in russo, italiano, tedesco e polacco, per attirare l'attenzione degli invisibili occupanti, ma invano. Michalak, infatti, non riceve alcuna risposta. Allora, con gli occhi protetti dagli occhiali da sole, decide di andare a vedere più da vicino che cosa stesse succedendo all'interno di quello strano apparecchio.

Con prudenza, Michalak si accosta all'entrata del misterioso velivolo e vede molte piccole luci multicolori disseminate sulla parete circolare interna, che proiettano a intermittenza dei raggi luminosi, ora in orizzontale, ora in diagonale. Poi, avuta la meglio la curiosità sulla prudenza, Michalak sporge la testa per guardare all'interno. Con sua grande sorpresa, l'apparecchio è vuoto e, prima di dargli il tempo di proseguire nella sua ricognizione, la porta gli si richiude bruscamente davanti agli occhi, offrendo al suo sguardo tre pannelli scorrevoli due dei quali si chiudono orizzontalmente mentre il terzo funziona dal basso in alto.

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Il guanto di Steve Michalak bruciatosi a contatto con la superficie dell'UFO Il guantro di Steve Michalak bruciatosi a contatto con la superficie dell'UFO

Piuttosto interdetto e ormai convinto di non avere a che fare con un apparecchio dell'aviazione militare, Michalak comincia a passare la mano guantata sulla parete esterna che gli sembra di acciaio cromato. Immediatamente avverte un odore di gomma bruciata: il guanto sta bruciando per effetto di un calore misterioso. In quel momento, l'UFO si solleva leggermente e Michalak prova un intenso bruciore al petto. I suoi abiti prendono fuoco, e il giovane si mette a girare su se stesso sotto l'impulso di un violento soffio d'aria ardente. Comprende immediatamente che il pericolo viene dai fori che prima aveva preso per bocche d'aerazione e, prima che si sia potuto riprendere dallo spavento, il misterioso velivolo, che è già sopra gli alberi, scompare in una frazione di secondo.

Un forte odore di zolfo riempie l'aria e, nel punto dove si è posato l'apparecchio, l'erba sta bruciando. Assalito da ondate di nausea, il testimone tenta di ritornare in albergo. Dopo due ore di estenuante marcia, durante le quali vomita quasi costantemente, incontra una pattuglia della polizia a cavallo canadese che lo riconduce nella sua stanza. Là il giovane avverte la famiglia che, allarmata dal suo stato, decide di trasportarlo d'urgenza all'Ospedale della Misericordia, a Winnipeg. Da quel momento, Steve Michalak, per circa 18 mesi, è preda di una strana malattia dai sintomi più diversi, intervallata da brevi periodi di guarigione.

Dapprima viene curato per le ustioni che, fortunatamente, sono superficiali. Le ferite si cicatrizzano piuttosto rapidamente, ma altri sintomi appaiono più preoccupanti: nel corso dei primi otto giorni dal ricovero in ospedale, infatti, Michalak perde dieci chili di peso. La perdita di peso è tanto più allarmante in quanto Michalak è già un uomo piuttosto magro. Informati della strana avventura, i primi medici (non meno di ventisette) prendono in esame il suo caso, dapprima avanzano l'ipotesi di un contatto con materiali radioattivi. Eppure tutte le analisi effettuate al centro atomico di Pinawa risultano negative. Tuttavia, senza che la medicina vi sia intervenuta, la salute del malato finisce per migliorare e, in poco tempo, il giovane riprende il suo peso normale. Poi, bruscamente, il 3 giugno, si presenta un prurito al petto che va aumentando fino a che, il 28 giugno, il testimone prova la dolorosissima sensazione «che migliaia di invisibili bestioline gli stiano divorando la carne». In seguito a un adeguato trattamento, il prurito scompare; ma si tratta solo di una breve tregua: due mesi più tardi si manifesta di nuovo, poi a gennaio, maggio e agosto del 1968.

Le sofferenze di Michalak, però, non erano che all'inizio: un giorno, mentre si trovava al lavoro, sente un'intenso bruciore al collo e al petto e ha l'impressione di avere la gola in fiamme. All'ambulatorio, dove lo trasportano immediatamente, si riscontra che il suo corpo è stranamente gonfio e che nel punto preciso delle vecchie scottature sono comparse delle grandi macchie rosse. Condotto d'urgenza da un medico, Michalak è vittima di uno straordinario fenomeno: in 15 minuti tutto il suo corpo diventa viola e si gonfia a tal punto che gli riesce impossibile togliersi la camicia. Le mani poi diventano come due piccoli palloni. Gli illustri specialisti chiamati attorno al letto d'ospedale in cui egli giace senza conoscenza non credono ai loro occhi e si dichiarano impotenti a formulare una diagnosi su quel male misterioso.

Stranamente, tutti i mali di cui soffre il testimone svaniscono completamente durante la notte senza il minimo intervento medico. Il giorno dopo, fresco e riposato, Michalakrientra a casa, accolto con gioia dalla sua famiglia che attribuisce la sua guarigione a un miracolo. I ventisette medici che si sono alternati attorno a Steve Michalak hanno formulato varie ipotesi per cercare di spiegare i disturbi quanto meno curiosi di cui egli è stato vittima. A forza di analisi e di controanalisi, hanno proposto agli ufologi tre possibili teorie.

Secondo la prima, il testimone sarebbe stato «bruciato da onde ultrasoniche». Ma se si presta fede a un'altra teoria, la sua malattia sarebbe piuttosto «una reazione termica provocata da un getto d'aria compressa». Infine, la terza ipotesi non scarta la possibilità di una radiazione di tipo gamma 1 che avrebbe provocato le bruciature e l'immediato deterioramento, nello stomaco del testimone, del cibo che aveva consumato proprio prima dell'osservazione. In effetti, i sostenitori di questa teoria pensano che tale decomposizione possa essere all'origine dell'orribile odore di zolfo percepito dal testimone dopo i fatti, e che questi, secondo la sua espressione, aveva l'impressione di «portare in sé».

I raggi gamma, che sono analoghi ai raggi X, vengono emessi dal decadimento di materiali radioattivi. Inoltre, il risultato di una delle molte analisi a cui fu sottoposto il malato può costituire un indizio prezioso: il tasso di linfociti nel sangue (cellule sanguigne del gruppo dei globuli bianchi) passa dal 25 al 16 per cento nei giorni successivi alla sua osservazione, per poi tornare normale quattro settimane dopo i fatti. Queste diverse teorie non riescono però a spiegare tutti i disturbi di Steve Michalak: né lo straordinario e istantaneo gonfiore del corpo, né la brusca perdita di peso, né le macchie rosse seguite alle bruciature. I sintomi manifestati dal testimone di Falcon Lake rimangono nel regno dell'inspiegabile.

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Il gruppo che investigò sul caso di Falcon Lake. Stephen Michalak è il quarto da sinistra Il gruppo che investigò sul caso di Falcon Lake. Stephen Michalak è il quarto da sinistra.

Del resto, i medici della Clinica Mayo di Rochester nel Minnesota (Stati Uniti), dove Michalak si è presentato spontaneamente per sottoporsi ad un nuovo trattamento, non si sono sbilanciati e l'ermetismo della loro diagnosi è rivelatore: «avvelenamento chimico del sangue». Benché la strana malattia di Steve Michalak sia di natura tale da convincere anche i più irriducibili, la Commissione Condon ha compilato, sul caso di Falcon Lake, un rapporto negativo.

Steve Michalak non sarebbe dunque che un simulatore, come ha sostenuto Roy Craig, esperto delegato dalla famosa commissione. Certo, il rapporto della Commissione Condon, che ha puntato soprattutto a mettere in rilievo certe incongruenze, ha rilevato giustamente che un fuoco in grado di bruciare degli indumenti di norma avrebbe dovuto provocare un principio d'incendio nella foresta. Ciò nonostante, oltre alla inquietante malattia di Michalak, a Falkon Lake sono stati trovati degli indizi preziosi.

Gli esperti infatti hanno potuto constatare ampie tracce di bruciature sui vestiti del testimone, in particolare sui guanti, la camicia e la biancheria. Del resto, mentre il malato era sotto cura, le indagini svolte hanno tentato di scoprire eventuali tracce dell'atterraggio dell'apparecchio. Se le prime ricerche sono state infruttuose, altre indagini, effettuate alla metà di giugno del 1967, hanno dato dei risultati positivi: si è trovata infatti sul terreno una piccola zona circolare dove era sparita ogni traccia di vegetazione. Campioni del terreno prelevati e analizzati dal National Research Council (Consiglio nazionale della ricerca) del governo canadese e dall'Aviazione militare del Canada hanno rivelato la presenza di radioattività che, secondo gli esperti del governo, proveniva dalla vernice fosforescente di un orologio.

Grazie ad analisi più approfondite, si è giunti anche a identificare il radio 226 (226Ra), L'isotopo più stabile del Radio, un metallo alcalino-terroso fra i più radioattivi conosciuti, presente in tracce nei minerali dell'uranio. Il 19 maggio 1968 furono effettuati altri prelievi che confermarono le prime risultanze. Gli stessi prelievi rivelarono anche la presenza di piccole particelle metalliche che erano sfuggite alle prime analisi e che erano essenzialmente composte di argento nella proporzione del 92%-96% di argento, contro l'1%-2% di rame, proporzione notevole che rende questo metallo purissimo.

La scoperta delle particelle metalliche non ha comunque turbato il rappresentante della Commissione Condon, che ha dichiarato: «è assolutamente improbabile che le particelle scoperte un anno dopo i primi prelevamenti siano passate inosservate in occasione delle prime analisi». Parecchi esperti sono perfino arrivati ad avanzare l'idea che sia stato lo stesso Michalak, che aveva preso l'iniziativa dei secondi prelievi, a spargere le particelle per autenticare il suo racconto. Ma, quando l'A.P.R.O. (Aerial Phenomena Research Organization) decise di ripetere le analisi sui primi prelievi, si scoprì che anche quelli contenevano le famose particelle. Analisi mal fatta dunque? Comunque sia, Condon e i suoi esperti non modificarono affatto il loro rapporto, così come, nelle loro conclusioni, non tennero conto dei disturbi fisici manifestatisi nel testimone.

A coloro che lo accusano di essere un simulatore, Michalak risponde invariabilmente: «Non chiedo a nessuno di credermi, ma io so quello che ho visto».

http://www.inspiegabile.com/ufologia/ar ... -lake.html

Dati gli effetti che l'incontro ravvicinato ha comportato al malcapitato Michalak mi sento di categorizzare l'avvistamento come un UFO di matrice certamente "fisica"... ma la domanda rimane. Si trattava di un ufo reingegnerizzato o di un ufo realmente proveniente dallo spazio profondo (o quasi).

E in questo secondo caso, il capire da dove provenisse potrebbe aiutarci a rispondere meglio a tutti i quesiti aperti (e sono moltissimi) sulla fenomenologia UFO.

Secondo voi, quale potrebbe essere la provenienza dei presunti UFO EXTRATERRESTRI appartenenti al piano MATERIALE?

[:D]

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MessaggioInviato: 25/02/2015, 20:38 
Atlanticus81 ha scritto:
Il controverso crash di Kecksburg

Il 9 dicembre 1965 a Kecksburg, nel Westmoreland County, in Pennsylvania avveniva quello che molti hanno ribattezzato il Nuovo caso Roswell, per le analogie con l'incidente avvenuto nel Nuovo Messico. Secondo le testimonianze dell'epoca, quella sera gli abitanti della città americana videro nei cieli un grande corpo luminoso di colore blu che probabilmente precipitò in un bosco della zona provocando un fragoroso rumore.Molti dei testimoni,infatti,udirono ripetuti frastuoni e un forte colpo finale, probabilmente causato dall'impatto somigliante al caratteristico rumore di un tuono.

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Dopo l'impatto,essi affermarono di aver visto numerosi soldati armati,poliziotti ed agenti federali recintare meticolosamente il territorio, proibendo il transito ai civili. Inoltre altri testimoni rivelarono che nei giorni successivi alcuni ufficiali visitarono le case nei dintorni e minacciarono i residenti di tenere la bocca chiusa sulla vicenda.Molti testimoni, inclusi alcuni piloti che la videro, pensarono si trattasse di un aereo incendiato.

La spiegazione che fu data per il dispiegamento ingente di uomini e mezzi fu quello della caduta di un meteorite, tesi peraltro mai confermata dal governo federale degli Stati Uniti ma solo dalle autorità locali. La stampa sostanzialmente ignorò la notizia fatta eccezione per poche righe apparse nel giornale "The Tribune ­Review" che spiegavano laconicamente di un oggetto non identificato precipitato e recuperato dai militari, senza addentrarsi in analisi o far filtrare nuove indiscrezioni.A dispetto di quanto detto dalle autorità locali e militari,ciò che raccontò John (uno pseudonimo di un testimone che aveva visto l'UFO) rivelò dettagli particolari per un "meteorite": "Ero allora un adolescente– disse John che fu chiamato sul luogo dell’impatto dopo le 16:44 in qualità di pompiere dalla zona di Latrobe per cercare l’UFO schiantatosi – Era agli inizi di dicembre e c’era anche poca neve.

Vidi un oggetto infiammato nel cielo. Non so bene in che direzione andasse, ma veniva da nord. Risposi alla chiamata e mi fu detto che c’era bisogno di una squadra di ricerca perché si credeva fosse un aereo precipitato. Così pensai ‘Oddio, ecco quello che vidi’.".Quando i pompieri arrivarono al Kecksburg Fire Hall, furono viste le cartine geografiche e furono spediti dei gruppi divisi in zone."Stava diventando buio ed avevamo torce - continuò John - Fummo caricati sul retro di un camion e ci dissero di andare per di là e così facemmo. Un’altra squadra trovò l’oggetto. Assolutamente non era un aereo, né un astronave, né un elicottero, niente che avessi mai visto prima. Era caduto in una zona parte prato e parte foresta e noi andammo ad investigare. Scoprimmo che l’UFO si era schiantato in un angolo di 30-40°, aveva spezzato molti tronchi d’albero.

Non era un aereo, di questo ne ero più che sicuro! Non c’era fusoliera, era un unico pezzo solito, senza né portelli né finestrini. Era a forma di ghianda e giaceva su un fianco, come una ghianda proprio. Sono stato macchinista per 24 anni e ho lavorato con tantissimi tipi di metalli, ma non ne avevo mai visto uno simile.Aveva anche delle scritte sopra, non come le nostre, ma ieroglifici tipo antico egizio. Aveva una specie di paraurti attorno e le scritte erano lì sopra. Ho letto un sacco di libri sugli egizi, sugli inca, sui peruviani, ma non era la loro scrittura".L’oggetto non era rotto, solo sbeccato. Non emetteva fumo, vapori né altro.La parte visibile dell’UFO era tra gli 8-10 piedi lunga, 6-7 larga.Il cratere che scavò nel terreno era di forma rettangolare. John disse che la polizia di stato era arrivata e che subito l’area fu isolata e smantellata. Mandarono via tutti a tarda notte. Portavano enormi radio e oggetti simili, guardie armate per bloccare i curiosi. I pompieri furono fatti sloggiare.Tutto finì sotto il loro controllo. Fu portato un grande camion, e dopo un’oretta, tornarono tutti indietro portando quel grande oggetto coperto da un telo con scorte militari davanti e dietro.

Molti ricercatori hanno provato ad indagare, per documentare meglio i vari risvolti della vicenda, sentendo parallelamente la storia dei testimoni e la versione delle autorità per disegnare in maniera oggettiva le conclusioni, e fare luce su cosa accadde realmente quella notte di 40 anni fa.Uno degli autori della ricerca è la giornalista Leslie Kean, che curò un servizio per il canale via cavo Sci-Fi Channel , una delle reti possedute dal colosso delle comunicazioni NBC.

Convinta delle anomalie del caso,Kean e alcuni suo collaboratori due anni fa hanno portato la NASA in tribunale, facendo riferimento alla legge sulla trasparenza delle informazioni, e raccogliendo tutte le notizie che il governo teneva archiviate concernenti l'avvenimento.Il giudice del tribunale di Washington Emmett Sullivan non ha accettato la giustificazione della Nasa secondo cui le carte dell'incidente erano irrimediabilmente scomparse e vuole che entro la fine dell'anno siano riportati alla luce i documenti relativi all'incidente degli anni Sessanta."Quella sera qualcosa è accaduto -sottolinea la Kean - La Nasa fino a oggi ha fatto ostruzionismo e adesso ha l'obbligo di portare alla luce la verità che 40 anni fa tenne nascosta. È una vittoria per quei cittadini che a suo tempo non si fecero intimidire".

Quella causa continua, ma nessuna rivelazione finora è stata sollevata dalle mani della NASA. L'avvocato di Kean ha tutt'ora presentato una nuova istanza ma il processo pare ad un binario morto. Un portavoce della NASA ha confermato alla stampa accreditata che l'agenzia,quando le fu chiesto di analizzare i frammenti,giunse alla conclusione che questi fossero riconducibili ad un satellite russo. Kean e Helfrich non credono alla spiegazione fornita dall' Agenzia Spaziale Americana. Infatti dopo avere studiato i percorsi orbitali dei satelliti conosciuti e di altre sonde, fino 1965, hanno concluso che l'oggetto non poteva essere un satellite russo o qualunque altro oggetto di natura artificiale. Nuovi interrogativi vengono inoltre sollevati sulla forma dell'oggetto. Alcuni testimoni sostengono che fosse simile ad una grossa campana di bronzo con striature dorate ai lati e misteriosi segni mai visti prima. Naturalmente queste indiscrezioni non ha trovato conferme sicure, e possono benissimo essere frutto di speculazioni o dichiarazioni distorte.

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Restano tuttavia aperte parecchie questioni riguardanti l'oggetto misterioso rivenuto a Kecksburg.Ad esempio,come mai le tesi che seguirono cambiarono radicalmente passando dal meteorite al satellite russo ( sempre di gran moda in questi casi) ? Perché subito dopo la caduta dell'oggetto l'intera zona fu recintata e interdetta ai civili, come se si dovesse nascondere qualcosa di compromettente? Quali documenti sono rimasti segreti, e per quale ragione nel processo in cui furono citati in giudizio gli uomini della Nasa, questi si rifiutarono di rendere pubblici i fascicoli sull'accaduto? Perché si riscontano così tante teorie differenti rispetto all'impatto dell'oggetto e alla sua descrizione, tra i testimoni e i documenti ufficiali?

Come spesso succede in questi casi la realtà si mischia con le congetture, e i vari livelli di inchiesta vengono inglobati tra loro, e ne viene fuori una frustrante deviazione dai fatti reali. Molto probabilmente non sapremmo mai cosa successe davvero la sera del 9 dicembre 1965, almeno non in maniera soddisfacente, quello che oggi sappiamo è che purtroppo ancora una volta il caso di un oggetto non identificato caduto al suolo è stato liquidato come un satellite o la solita sonda.

http://ufoisland.blogspot.it/2008/08/il ... sburg.html

Non conoscevo questo caso... gli utenti più esperti presenti sul forum cosa ne pensano al riguardo?

Grazie in anticipo!

[:p]

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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 26/02/2015, 01:12 
Magari usassero l'antigravità per i treni [;)]

Si usa la levitazione magnetica



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Grigio
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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 26/02/2015, 17:03 
Quando il Barone Rosso abbatte’ un Ufo in un duello aereo
È mai possibile che un UFO è stato abbattuto durante la prima guerra mondiale?
Cosa ha bevuto il famoso asso dell'aviazione, Manfred Albrecht Freiherr von Richthofen? Egli è meglio conosciuto anche come il Barone Rosso, al quale è stato accreditato l'abbattimento di 80 aerei nemici .Forse è stato vittima di un allucinazione? Comunque questa incredibile storia viene riportata in un sensazionale libro il cui l'autore sostiene che il pilota tedesco considerato l'asso del volo è stato anche il primo pilota nella storia ad abbattere un UFO.

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Il Barone Rosso ha una grande reputazione tanto che nel nuovo libro, UFO della Prima guerra mondiale , scritto da Nigel Watson si racconta come nel 1999 egli ha ottenuto la confessione da parte del pilota e camerata del Barone Rosso, Peter Waitzrick, che avrebbe testimoniato l'incontro epico nei cieli Francesi tra il Barone Rosso e l'UFO.
Waitzrick ha atteso fino alla veneranda età di 105 anni di età prima di rilasciare l'incredibile confessione, ben 80 anni dopo il presunto dogfight del barone rosso con i visitatori interplanetari attraverso la quale ha riferito quello che riteneva di aver visto nel cielo azzurro e cristallino sopra il Belgio durante la primavera del 1917.Il Barone Rosso insieme al suo collega Waitzrick erano impegnati in una missione di prima mattina, quando si sono imbattuti con quello che hanno descritto come un oggetto simile a un argenteo piatto rovesciato ricoperto di luci lampeggianti arancioni. Non c'è dubbio che la curiosità uccise il gatto, visto che quando il pilota Waitzrick si e' disimpegnato dalla pattuglia per riprendere fiato, il Barone Rosso istintivamente veniva colto da un fremito di terrore alla vista di dell'oggetto volante non identificato che sembrava avere la meglio su di lui.
The Mirror riferisce che Waitzrick avrebbe assistito all'intero approccio tra il barone e i presunti alieni brevemente ricostruito in base a quanto asserito dal collega del Barone Rosso. .
"Eravamo terrorizzati perché non avevamo mai visto niente di simile prima. Il Barone ha aperto immediatamente il fuoco e la cosa è andata giù come un sasso, falciando i rami degli alberi sottostanti per poi schiantarsi nel bosco. " Certo, il Barone Rosso era un campione quando si trattava di mettere in mostra le sue doti di pilota di caccia, anche se aveva qualche problema con il suo aereo per via di alcune limitazioni tecniche che all'epoca affliggevano il triplano Fokker Dr.I e l'Albatros D .iii Serial No. 789/16.
Con queste limitate capacità operative il Barone Rosso non avrebbe mai potuto abbattere un UFO che presumibilmente aveva la capacità di viaggiare attraverso le galassie ed effettuare ogni sorta di strabilianti manovre aeree.
Waitzrick sostiene che l'UFO era pilotato da due esseri che dopo lo schianto abbandonarono il relitto scomparendo nel vicino bosco. Forse questi extraterrestri erano semplicemente degli Joyriders adolescenti provenienti da un'altra dimensione che avevano sconfinato accidentalmente sulla Terra?
Chi lo sa! Una cosa è certa, anche se Waitzrick e il suo squadrone avevano inizialmente creduto che 'UFO era un nuovo tipo di aereo segreto degli Stati Uniti. Solo quando presero familiarità con i rapporti sugli UFO, rimasero convinti che quello che avevano visto erano dei visitatori provenienti da un altro pianeta."Non c'è alcun dubbio nella mia mente che il barone rosso possa aver abbattuto una sorta di navicella proveniente da un altro pianeta e quei ragazzi che correvano nel bosco erano alieni di qualche tipo."

Fonte di riferimento:inquisitr.co
http://misteroufo.blogspot.it


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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 26/02/2015, 19:21 
Noo! Adesso anche il"barone rosso"! [:297]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 26/02/2015, 20:11 
Ma sono perplesso [:(]


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quando tornerà Kachinas prenderò mio figlio e andrò a nord come mi è stato detto
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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 26/02/2015, 20:48 
rico61 ha scritto:
Ma sono perplesso [:(]


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Snoopy contro il Barone Rosso??????


Versione inglese cantata dai Royal Guardsmen:
Guarda su youtube.com




e versione italiana cantata da Giorgio Gaber:
Guarda su youtube.com


[8D]

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Stellare
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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 03/03/2015, 13:01 
Il caso Hill: oltre le apperenze.

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Sul caso dei coniugi Hill sono state spese moltissime parole ma poche di queste si sono concentrate sull’effettiva analisi della credibilità dell’episodio stesso. Per ragioni che vedremo più avanti, al “rapimento” di Barney e Betty Hill è stato riconosciuta un’unanime e trasversale credibilità.

Vi sono in realtà elementi contrastanti che emergono ad una attenta analisi dei fatti e delle testimonianze dei due protagonisti ed è preciso dovere di chi si occupa di questi argomenti porli in risalto piuttosto che metterli in disparte per preservare la validità del caso.

In effetti, per quanto mi riguarda, non è tanto in dubbio l’evento in sé quanto la sua interpretazione. Cercare di fare chiarezza ed eliminare i dati spuri dal quadro complessivo del fenomeno dei rapimenti non può che agevolarne la comprensione.

Non mi soffermerò troppo sulla descrizione degli eventi che sono ben noti ma porrò l’attenzione su alcuni elementi chiave dell’intera vicenda, elementi specifici e per quanto possibile documentati. La mappa tridimensionale disegnata in base ai ricordi di Betty Hill, le sue testimonianze e le regressione ipnotica di Barney.

19 settembre 1961

Durante il viaggio di ritorno dalle vacanze passate in Canada i coniugi Hill percorrevano una strada fra le colline a sud di Groveton, nel New Hempshire, dirigendosi verso Portsmouth dove risiedevano. Nei pressi di un altura denominata Indian Head Betty venne incuriosita da un luce nel cielo che a suo parere non poteva essere una stella. Chiese allora la marito di accostare per poterla guardare con più attenzione, questi l’accontentò solamente perché voleva sgranchirsi le gambe e far scendere il cane. Non riuscendo a capire cosa fosse risalirono in macchina e proseguirono il loro percorso ma circa due ora più tardi, nei pressi di Cannon Mountain l’oggetto luminoso riapparve molto più vicino e di conseguenza molto più sospetto.

Si fermarono nuovamente, in un primo momento esso era ancora in volo e successivamente, la sequenza non è chiara nei loro ricordi, lo ritrovarono a terra a circa trecento metri dalla loro posizione. L’oggetto era a forma di “pancake” con grandi oblò squadrati uno accanto all’altro che formavano una linea curva. Quando era al suolo poggiava su apposite “gambe”. Con il cannocchiale Barney riuscì anche a distinguere oltre i vetri di quelle finestre alcune figure umanoidi. Spaventati rimontarono in macchina dove un strano rumore ed una altrettanto strana sensazione li raggiunse. Nel loro racconto è a questo punto che si colloca il missing time di due ore all’interno del quale è possibile si sia verificato il rapimento ed il contatto con questi extraterrestri.

Le parole di Betty Hill

E’ corretto riportare l’osservazione di alcuni scettici secondo i quali Betty fosse una fanatica di Ufo e che questo confuterebbe il suo racconto. Ma a parte il fatto che ormai non è possibile dimostrarlo sarebbe come dire che poiché uno è paranoico allora non esistono le cospirazioni. Il che è logicamente sbagliato. Ci limitiamo quindi a prendere atto delle sue parole:

Prima testimonianza di Betty Hill:

“L’oggetto apparve in cielo come una nuova stella, poi all’improvviso incominciò a muoversi. Passò davanti al disco lunare e allora fermammo la macchina per guardare meglio… Barney decise di prendere il binocolo per cercare di identificare quell’oggetto strano, ma quello che vide gli destò
molta preoccupazione e paura. Asserì di aver visto degli esseri molto simili a noi che lo guardavano da dietro i finestrini e che, a quel punto, il veicolo incominciò a scendere. Barney ebbe la sensazione che stessero cercando di catturarlo, quindi risalì in auto e partimmo a tutta velocità
verso l’autostrada per evitare di essere presi. Udimmo una serie di suoni intermittenti quindi, per motivi inspiegabili, Barney prese ad imboccare una stradina secondaria, dove vedemmo quello che pensavamo essere la Luna al tramonto. Poi ci rimettemmo in autostrada e di li a poco, udimmo di nuovo quei suoni intermittenti ma proseguimmo, senza più fermarci, verso casa”.

Seconda testimonianza di Betty Hill:

“Gli esseri erano 11 ma ce ne era uno che per identificarlo meglio decidemmo che doveva essere il capo, infatti era quello che si esprimeva in inglese. Poi c’era l’esaminatore che faceva i test, poi gli altri 9 che secondo noi facevano parte dell’equipaggio. Le fattezze dei miei esaminatori erano essenzialmente simili: minuti, glabri, macrocefali e con una fisionomica simile a un incrocio tra suino e uomo. Mi ispezionarono il naso, la gola, gli occhi, le orecchie, prelevarono campioni di capelli, di pelle ed erano molto interessati ai nostri piedi. Mi stesero sul tavolo e cercarono di infilarmi uno strumento appuntito nella vagina dicendomi che era un test di gravidanza, allorché io replicai che non esistevano test di gravidanza e che simili cose erano per me sconosciute. Barney era di vedute alquanto ristrette e fu per lui uno choc emotivo notevole; iniziò ad avere problemi di salute, stati d’ansia, pressione a sbalzi, problemi di stomaco e non rispondeva alle cure. Il suo medico pensò che forse l’impatto emotivo dovuto a un forte choc, gli impediva di guarire e decise di mandare mio marito da uno psichiatra che esercitava nel suo stesso edificio. Barney iniziò a frequentarlo regolarmente e a parlare della sua infanzia e di tutto il resto. Il dottore lo analizzò a lungo e dopo qualche seduta ci indirizzò, Barney ed io, dal dottor Benjamin Simon di Boston”.

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Terza testimonianza di Betty Hill:

“ Dopo varie sedute il dottor Simon mi fece vedere il bozzetto di una mappa stellare che il capo degli alieni mi aveva mostrato. Non so se c’era una apertura nello scafo o cosa fosse, ma ad un tratto ecco la mappa con alcuni degli oggetti che sembravano muoversi realmente. L’essere però non aveva attivato uno schermo o quant’altro ma era così realistica, proprio come guardare il cielo stellato. Mi chiese se dalla mappa potevo dire dove ci trovavamo, allorché io risposi di no . Mi disse che era un’informazione importante senza la quale non potevano mostrarmi da dove venivano”.

Quarta testimonianza di Betty Hill:

“Riguardo alla mappa stellare posso dire che successivamente venni contattata da un’ insegnante dell’ Ohio, tale Marjory Fish. Iniziammo una serrata corrispondenza epistolare finché mi disse che voleva venire a casa per parlarmi. Passammo giorni interi a parlare di quella mappa e mi fece molte domande. Incominciò poi a costruire modellini usando scatole e corde, mettendo il nostro sistema solare al centro e iniziò a calcolare la distanza in anni luce. Al termine aveva disposto quasi tutte le stelle nella stessa posizione che avevo visto su quella mappa, ma ne mancavano due. Non fu in grado di completare la ricerca fin quando gli astronomi non scoprirono quelle due stelle nel ‘69”.

La parte più interessante del suo racconto e sicuramente quella della sua esperienza all’interno della “nave spaziale” a contatto con gli alieni. Gli elementi forniti nella sua descrizione appartengono ad un canovaccio che nei decenni successivi sarebbe divenuto abbastanza comune, per quanto comuni siano i casi di rapimento da parte degli alieni. Ma non la si può accusare di essersi rifatta a racconti precedenti, a riviste o a film perché l’argomento non era ancora di dominio pubblico ne tanto meno attirava l’attenzione del pubblico come può essere ai giorni nostri.

Grazie alle ricerche svolte dagli esperti del settore sappiamo ormai con buona certezza che questi atteggiamenti scientifici sono spesso una copertura per scopi meno filantropici, volendo usare un eufemismo. Quindi tenere sotto controllo la consapevolezza dei rapiti riguardo alle procedure a cui vengono sottoposti diventa di vitale importanza ed a questo che servono quelle che vengono definite “screen memories”, dei falsi ricordi che servono a mascherare, anche a livello inconscio, quelli veri. Con tutta probabilità ciò che Betty ha ricordato di quell’episodio non sono i fatti come si sono svolti ma bensì ciò che gli alieni, o chi per loro, hanno voluto che lei ricordasse.

Il prof. Simon che operò l’ipnosi non era di certo preparato ad affrontare un simile caso e non ebbe quindi alcuna possibilità di superare questi blocchi mentali e di arrivare realmente in profondità nel subconscio dei due coniugi. Non siamo nemmeno in grado di sapere se vi siano stati episodi successivi per cui il quadro rimane incompleto. Vi è però un altro dettaglio che, nonostante quanto detto sin ora, depone a favore della credibilità di questo caso. Il che è molto interessante ma di certo non aiuta nel giudicare l’intera vicenda. Mi riferisco alla “mappa stellare” che il Dott. Simon disegnò in base alle indicazioni di Betty sotto ipnosi.

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Come ci ha ricordato la stessa Betty il collegamento tra la sua mappa e il sistema “Zeta Reticuli” lo dobbiamo all’infaticabile dedizione di un insegnate dell’Ohio, Marjory Fish che per tre anni si impegnò per trovare una corrispondenza accettabile tra le varie porzioni di mappe stellari esistenti e gli elementi del disegno di Betty. La sua ricerca iniziò nel 1966 e per alcuni anni non ebbe molto successo, nel 1969 invece grazie l’uscita del nuovo e più dettagliato Catalogo stellare Gliese ( Catalogo delle stelle vicine ) riuscì finalmente a individuare le corrispondenze che cercava. Il lavoro completo terminò solamente nel 1972 con la definitiva identificazione del sistema “Zeta Reticuli”.

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Naturalmente da qual momento in poi sono state espresse le più diverse opinioni riguardo la precisione di tale corrispondenza e nella maggior parte dei casi esse riflettono le posizione preconcette di chi le ha espresse. Mi sembra quindi ragionevole scartare tutte le posizioni totalmente a favore o completamente contrarie. Ve sono altre più interessanti che analizzano la questione nella sostanza piuttosto che nel significato che ne possa derivare.

Il Prof. Walter Mitchell, professore di astronomia all’Ohio State University ha affermato:

“Più esamino la mappa più rimango impressionato dall’astronomia compresa nel lavoro di Marjory Fish”.

David R. Sunders, esperto di statistica presso il “Industrial Relation Center” dell’Università di Chicago ha detto:

“Non riesco a trovare nessun punto debole nell’interpretazione della mappa di Betty Hill da parte della sig.ra Fish”.

Secondo i miei calcoli la possibilità che la corrispondenza sia casuale si aggira attorno ai 1000 conttro 1.

“In molti ambiti in cui vengono utilizzati simili metodi statistici una simile percentuale è ritenuta convincente”.

Mark Steggert dello Space Research Coordinator Center, presso l’ Università di Pitsburgh ha sviluppato un programma informatico denominato PAR ( Perspective Alternation Routine ) che può riprodurre l’aspetto di vari gruppi di stelle come se fossero visti da varie punti di vista.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Ero intrigato dal proposito di Marjorie Fish secondo il quale ha interpretato la supposta mappa di Betty Hill. Non credevo che con un modello si potessero creare problemi astronomici. Con mia sorpresa scoprii che lo schema ottenuto con il mio computer aveva una stretta corrispondenza con i dati forniti da Marjiorie Fish”.

Dopo ripetute elaborazioni con il suo software ha infine confermato le posizioni indicate dalla Fish.

“Sono stato in grado di identificare potenziali aree di errore, ma non veri errori”.

Questa zona di incertezza non depone però necessariamente a sfavore della tesi della Fish perché anche tra i vari cataloghi stellari come il “Astrophisical Observatory Catalog” ed il Royal Astronomical Society Observatory Catalogue” o il “Yale Catalogue of Bright Stars” esistono considerevoli differenze, fino a 2 ordini di magnitudine in alcuni casi o differenze sino al 40% nella distanze delle stelle, come nel caso della stella Gliese 59. Altre stelle presentando differenza minori ma il punto in se rimane valido: alla luce di quanto appena detto le imprecisioni contenute nella mappa di Zeta Reticuli derivata dall’esperienza di Betty Hill non ne inficiano la validità.

Detto tutto questo se analizziamo la questione da un punto di vista strettamente logico appare strano la necessità di mostrare la mappa a Betty. Di certo non è grazie a quella che il “navigatore” dell’astronave avrebbe potuto raggiungere la Terra. C’è da supporre che una civiltà avanzata disponga di sistemi di navigazione più efficaci. Così come non è dato sapere da che punto di osservazione vadano osservate le stesse indicate. Viene quindi il sospetto che si Betty abbia visto questa mappa ma che anche essa potrebbe esser parte della mistificazione dei ricordi, oppure di una realtà volutamente alterata e presentata all’esperienza di Betty.

Zeta Reticuli, nell’ufologia.

Il caso dei coniugi Hill non è l’unica circostanza in cui viene nominato il sistema Zeta Reticuli, anzi esso ritorna spesso a tal punto che è ormai associato agli alieni Grigi quale loro sistema natale. Naturalmente non vi è alcuna prova in questo senso ma questa teoria ha guadagnato comunque una certa fama. Tre sono le fonti principali che ne hanno dato origine:

La prima è un intervista di Robert Collins e William Moore, pubblicata sulla rivista Focus nel 1991, all’insider, e probabile debunker, Richard Doty in cui quest’ultimo affermò che Zeta Reticuli era il sistema d’origine delle EBE ( Entintà Biologiche Extraterrestri ). Doty è un personaggio controverso spesso coinvolto in rivelazioni clamorose ma piuttosto dubbie, come il promesso e negato rilascio di un filmato concernente l’atterraggio di un UFO alla base di Holloman.

Non sarebbe però saggio cestinare preventivamente tutto quello che Doty dice, è probabile che nella confusione che egli insinua vi siano nascoste informazione reali. L’abitudine di nascondere una verità tra due bugie è ormai ben consolidata in certi ambienti di intelligence ed essa risponde bene all’esigenza di far trapelare determinate informazioni rendendole al contempo poco credibili. E’ impossibile poter dire se ciò si applichi a Zeta Reticuli, ma vale la pena di lasciare aperta questa porta.

La seconda è la testimonianza dello scomparso Michael Wolf il quale avrebbe lavorato a stretto contatto con questi alieni grigi nel corso di progetti super segreti sotto l’egida del Majestic 12, del quale lui stesso avrebbe fatto parte. Nel suo libro “Catchers of Heaven”, scritto poco prima di morire, egli rivelò fra le altre cose che gli alieni provenivano da Zeta Reticuli. In questo caso da un punto di vista umano mi sentirei di concedere una maggiore credibilità a Michael Wolf di quanto non mi sentirei di concederne a Doty, pur tenendo sempre presente che non esistono conferme.

La terza fonte sono le informazioni trapelate, quasi certamente ad arte, sul Progetto Serpo, per il quale sarebbe stato effettuato uno “scambio di personale” tra gli alieni ed il governo statunitense.

Anche in questa circostanza pare che che ci sia lo zampino di Doty, che in effetti ne ha combinata una più del Diavolo. E’ parere di molti che la storia del “proggetto Serpo” sia una bufala, per lo meno nei termini con cui è stata raccontata.

Ma se tutti questo riferimenti a Zeta Reticuli sono apparentemente infondati come vanno considerati e quale importanza rivestono per il nostro ragionamento?

Sono importanti perché sottolineano ed accentuano la dicotomia insita in tutta la storia del rapimento dei coniugi Hill. Da una parte vi è la mappa descritta da Betty Hill che sembra trovare sorprendenti conferme da una parte del mondo accademico, sostanziando l’ipotesi “Zeta Reticuli” mentre dall’altra vi sono le testimonianze di persone coinvolte a vario titolo nella “questione aliena” la cui però dubbia reputazione o indimostrabilità la ridimensionano, il tutto in una curiosa inversione dei ruoli.

Zeta Reticuli in astronomia.

Non è il caso di scendere troppo nel dettaglio ma può essere utile aggiungere alcuni dati astronomici al nostro ragionamento.

Le due stelle principali che ci interessano sono Zeta1 e Zeta2. Sono stelle molto simili al nostro sole anche se considerevolmente più vecchie. Distano 39 anni luce dal nostro sistema solare e sono separate tra loro da 9000 unità astronomiche ( una AU corrisponde alla distanza terra sole : circa 149,597,871 km ). Formano un sistema binario rivolgendo una attorno all’altra e cosa più importante sino ad ora non sono stati identificati pianeti giganti in orbita stretta il che fa supporre la possibile presenza di pianeti simili alla Terra.

La vetusta età delle stelle potrebbe aver consentito ad una civiltà di evolversi come e più della nostra, una civiltà quindi presumibilmente in grado di superare senza grosse difficoltà i 39 anni luce che ci separerebbero.

Quindi da questo punto di vista l’ipotesi che una qualche razza aliena da li provenga è plausibile.

I ricordi di Barney affiorano sotto ipnosi.

Riprendiamo ore le fila dell’argomento principale, ossia le testimonianze. A differenza di Betty, le cui sedute ipnotiche, non rivelarono molto più di quanto non ricordasse coscientemente, le sedute di Barney rivelarono molti dettagli relegati nel suo subconscio.

La prima cosa che si percepisce ascoltando le sue sessioni di ipnosi regressiva è la genuinità delle emozioni che si avvicendano nei suoi ricordi. Queste emozioni variano dal fastidio, alla paura sino al sollievo, se non ad una imprevedibile felicità.

Ma lasciamo che siano le sue parole, come ci sono giunte tramite alcune registrazioni, a farci rivere ciò che è rimasto impresso nella sua memoria.
Cominciamo dal momento in cui Barney ricorda di aver fermato la macchina perché Betty gli aveva detto :

“Guarda c’è una stella che si muove in cielo!”.
Barney risponde allora un po’ seccato:
“Quello è un satellite”.

Non appena ebbero accostato Betty salta giù dalla macchina per osservare l’oggetto con il binocolo, Barney senza fretta ne approfitta per far scendere il cane. Dopo un po’ chiede a Betty di passargli il binocolo:

“…a quel punto mi rendo conto che non è un satellite, è un aeroplano, credo, si può vedere la fila di finestrini”. Soddisfatto restituisce il binocolo a Betty.
Ripartono e Betty gli dice:
“Barney quello non è un aeroplano, ci sta ancora seguendo”.

Allora Barney cerca un posto dove poter fermare la macchina ed imbocca una strada sterrata laterale.

In questa prima fase è importante sottolineare che nella voce di Barney non si rilevano emozioni particolari, se non la scocciatura di dover dar retta alla moglie.

Dice: “Quella cosa è ancora li”. “Credo che Betty voglia convincermi che quello è un disco volante”.

A questo punto il dottor Simon chiede se ci sia luce sufficiente per vedere e Barney risponde:

“Ci sono delle luci che si muovono nel cielo, ma non si sente alcun rumore e penso che questo è ridicolo”. Poi si rivolge a Betty “E’ un aeroplano, non dovresti credere in queste cose, io non ci credo”.

Continua:

“Non riesco a sentire alcun rumore, voglio sentire un jet”.

Lo psichiatra allora gli chiede:

“Perchè vuoi sentire un jet?”.
“Perchè Betty mi sta facendo diventare matto, mi sta facendo arrabbiare, continua a dire : è strano, guarda, non è un aereo. Io penso, ci deve essere, voglio sentire un rombo, voglio sentire un motore”.

Simon chiede:

“Quanto è distante?”.
“Non è molto lontano, circa 300 metri direi”.
“Come si muove, avanti indietro oppure in circolo?”.
“No, va verso ovest e poi torna diritto indietro, mi ricorda un palla attaccata a …( incomprensibile : una racchetta, un palo ) che si allontana ma torna diritta indietro. Penso che solamente un jet può volare così veloce”.
“Spero di trovare un punto dove fermarmi ed ad un certo punto riconosco un posto”.
“Che cos’è questo luogo?”.
“E’ Indian Head, ci sono stato altre volte, mi sento a mio agio vedendo un luogo familiare”.

E’ a questo punto della regressione che succede una cosa insolita, Barney interrompe e dice allo psichiatra : “Mi sto svegliando”. Il medico lo tranquillizza e lo mantiene nella trance ipnotica:

“Sei in un sonno profondo, non ti sveglierai , ti ricorderai ogni cosa”.

Ma ciò non accade per caso, è da questo momento in poi che nella voce di Barney lo stressa aumenta, il panico comincia a farsi strada.

“E’ proprio qui sopra, alla mia destra. Che cos’è?. Cerco di mantenere il controllo così Betty non si accorga che sono spaventato”.
“Oh se era spaventato”.

Barney sospira, la sua voce è rotta dalla paura. Simon lo rassicura, dicendoli che non ha più da temere e che può proseguire. Barney è sconvolto:

“Devo tornare indietro a prendere la pistola”

Urla:

“Oh mio Dio, Oh mio Dio!”.

Il medico deve nuovamente calmarlo e lo fa proseguire.

“Torno indietro alla macchina, prendo il binocolo e guardo, è la fuori, oltre la strada. Oh mio Dio! Che cos’è?”.

Simon per focalizzare la sua attenzione gli chiede a che distanza fosse.

“Non sembrano trecento metri, non è così lontano. Ora è rivolto verso di me, è come un grosso pancake con una fila di finestre, con alcune luci ed una più forte”.
“Una fila di finestrini come un aereo commerciale?”.
“No, non come un aereo perché formano una linea curva attorno alla metà del pancake. Mi dico, Dio, devo scuotere la testa”.
“Non può essere vero, non può esser li! Ma è ancora li, guardo verso la strada sperando che arrivi qualcuno a dirmi che non è li”.
“Cosa vogliono, cosa vogliono?”. Di nuovo Barney sembra terrorizzato.
“Una persona guarda verso di me, ha un aspetto amichevole, mi guarda da sopra la spalla, sta sorridendo. Mi fa pensare ad un irlandese rosso di capelli. Reagisco a questo pensiero pensando che io invece non sarò amichevole perché di solito gli irlandesi non sono gentili con le persone di colore”.
“Dice che ti guarda da sopra la spalla, vuoi dire che non era rivolto verso di te?”.
“No è rivolto verso un muro. Lo vedo attraverso una delle finestre, una grande finestra suddivisa solamente da alcune strutture che evitano che sia una unica superficie di vetro. Sembra un tedesco nazista”.
“Indossa un’uniforme?”.
“Si, un’uniforme nera ed ha una sciarpa nera attorno attorno al collo e sulla spalla sinistra”.
“Come riesci a vedere questi particolari da così lontano?”.
“Stavo usando il binocolo”.
“Hanno facce come le nostre? Hai detto che sembra un irlandese”.
“Ha gli occhi a mandorla, ma non come i cinesi”.
“Il leader mi sta dicendo qualcosa…”
“Come riesce a raggiungerti?”.
“Vedo il suo volto, le sue labbra muoversi, mi sta guardando, mi sta dicendo qualcosa… cosa?”.
“Rimani li e continua a guardare. Devo abbassare il binocolo altrimenti continuo a rimanere immobile… Dio dammi la forza”.

Barney urla e strepita come se lottasse per riuscire ad abbassare il binocolo, per distogliere lo sguardo.

“Devi allontanarti da me!”.
“Come fai ad essere sicuro che ti stesse dicendo quelle cose?”.
“Quegli occhi, non ho mai visto occhi così!”.

Per rassicuralo Simon gli ricorda che poc’anzi lo aveva descritto come amichevole.

“Il leader era amichevole ( il che ci fa capire che c’erano altri esseri. Nda ). Il leader, quello con la giacca nera luccicante e la sciarpa nera”.
“Come fai a dire che è il leader?”.
“Perché gli altri, tutti mi guardavano, se ne sono andati e lui è rimasto da solo a guardarmi. Poi rientro in macchina e mi dico di non cedere al panico, cerco di riprendermi”.

Di nuovo a questo punto le emozioni sono così intense che Barney si rivolge allo psichiatra chiedendogli:

“Posso svegliarmi?”. Ma il medico lo calma e lo fa proseguire.
“Dov’è Betty, cosa ha fatto nel frattempo?” Gli chiede.
“Non lo so, non capisco, siamo stati rapinati?”.
“Perchè pensi di esser stato rapinato?”.
“So che è nella mia mente, non voglio dirlo”.
“A me puoi dirlo”.
“Quegli uomini con le giacche nere… io non ho soldi, non ho niente”.
“Non lo so, gli occhi sono li, sono sempre li, mi sta dicendo : non aver paura, c’è un incidente sulla strada”.
“Non devo essere spaventato, non parleranno con me”.
Simon: “Sono nel loro veicolo?”.
“No, sono in piedi sulla strada”.
“Tu dove sei, sei in macchina?”.
“No, sono sospeso”.
“Stai veramente fluttuando nell’aria o è solamente la sensazione che provi?”.
“Non sono in macchina, non sono accanto alla macchina, non sono nel bosco… sto proprio fluttuando”.

La seduta a questo punto si interrompe e viene ripresa la settima successiva. Barney esordisce così:

“Ci sono degli uomini in mezzo all’autostrada, che mi assistono. Penso solamente ad immagini mentali perché i miei occhi sono chiusi. Mi sembra di stare salendo, sono leggermente inclinato e penso che i miei piedi non sbattono contro le rocce, questo è buffo”.
“Ho paura di aprire gli occhi perché mi è stato detto di tenerli chiusi, così non li apro. Non voglio essere operato”.
“Cosa ti fa pensare ad un’operazione?”.
“Non lo so. Mentre penso questo sono disteso sullo stomaco, credo di essere dentro a qualcosa ma non apro gli occhi. MI è stato detto di tenere gli occhi chiusi”.
“Chi ti ha detto questo?”.
“L’uomo che ho visto attraverso il binocolo”.
“Sono gli stessi che sono sulla strada?”.
“No”.
“Che ruolo hanno questi uomini?”.
“Mi hanno preso e portato su per la rampa”.
Poi c’è un salto, non saprei dire se nei ricordi o nella registrazione.
“Sono disteso su un tavolo, i miei pantaloni sono aperti ed una coppa è stata posta sulle mie parti intime… e poi si è fermato”.
“E’ buffo perché penso che se sto fermo e zitto la cosa finirà presto e non mi faranno male”.
“Sto camminando e vengo guidato, i miei occhi sono chiusi, poi li apro e vedo la mia macchina. I fari sono spenti, il motore è spento e Dotsy ( il cane ) è sotto il sedile. Mi allungo e la tocco. Mi siedo e vedo Betty che arriva lungo la strada e rientra in macchina”.
“Penso, non è così male, non ho ragione di aver paura. Guardo fuori e vedo una grande Luna. Eccola. E sono felice”.

Conclusioni

Il racconto di Barney è quanto meno sconclusionato. Non possiamo sapere se questo dipenda dall’inesperienza del Dottor Simon a confrontarsi con una situazione così fuori dall’ordinario. Ma vi sono dei dettagli che possono suggerisci qualcosa.

Innanzitutto l’aspetto di questi esseri che non assumono mai fattezze particolarmente aliene, se non per gli occhi. Qualcuno sostiene che il dettaglio degli occhi sia da imputare al fatto che 12 giorni prima della seduta di ipnosi andò in onda un episodio della serie Outer limit in cui comparvero degli alieni somiglianti alla descrizione poi fatta da Barney. Per quanto mi riguarda questa relazione non è però rilevante perché non è possibile dimostrare che Barney abbia effettivamente visto quello show.

La questione è un’altra. Dobbiamo tener presente che Barney è un uomo di colore che negli anni 60 era sposato con una donna bianca. Curiosamente questi alieni assumono prima l’aspetto di un irlandese, che per sua stessa ammissione sono ostili nei suoi confronti e poi quello dei nazisti, che in quanto ad avversione nei confronti delle persone di colore non erano certo da meno.

Un altro dettaglio che ci mostra come i ricordi cambino nella sua mente, oppure come la sua esperienza si modifichi durante il suo svolgersi è quello del suo fluttuare. In un primo momento si sente sollevato da terra, sembra levitare mentre poco dopo dice che quegli uomini vestiti di nero lo portano su per una rampa.

Oppure il racconto di come abbia tenuto gli occhi chiusi perché gli era stato detto di fare così. Mi sembra difficile credere che questi esseri se volevano nascondere qualcosa si siano affidati alla correttezza di Barney nel seguire le loro indicazioni. Appare più come un trucco mentale, come allo stesso modo potrebbe esserlo quello del binocolo. Dalle parole di Barney si percepisce che si sente obbligato ad osservare il “leader” il che potrebbe suggerire che quello fosse una sorta di espediente per focalizzare il suo cervello su qualcosa mentre in realtà succedeva tutt’altro.

Una serie di strani comportamenti, di immagini che si sovrappongono come capita nei sogni. Ma questo non mi porta a pensare che il loro racconto sia falso ma piuttosto che gli eventi siano stati completamente diversi da quelli che sono stati poi raccontati. Fa eccezione la mappa. E’ davvero difficile inquadrarla in tutto il contesto, se non con una clamorosa coincidenza, in una campo in cui le coincidenza a mio parere lasciano il tempo che trovano. Oppure potrebbe andar inquadrata nel complesso della stranezza di questo caso e di molti simili a questo. Tali assurdità logiche, chiamiamole così, potrebbero essere uno strumento o un effetto del fenomeno che si struttura diversamente rispetto a quanto finora ipotizzato.

Se vogliamo attenerci all’ipotesi extraterrestre, il tutto potrebbe risolversi con la teoria delle screen memories, secondo la quale gli alieni inserirebbero dei falsi ricordi nel subconscio dei rapiti in modo tale che se interrogati non possano accedere ai ricordi reali.

Ma non sono convinto che sia sufficiente. Potrebbe essere sufficiente se Jacque Vallee o John Keel non avessero proposto la teoria “Ultraterrestre” o “magonica” secondo la quale dietro al fenomeno Ufo e per estensione a quello dei rapimenti, non ci fosse solamente la spiegazione extraterrestre, ma qualcosa di più fine, di più complesso. Lo sarebbe,sufficiente, se non fosse stata formulata la teoria dell’universo olografico, per cui la realtà in cui ci viviamo e nelle cui dimensioni siamo confinati non è reale per come noi intendiamo la realtà.

Sono ormai molti gli elementi in ufologia, come i racconti di alcuni, non tutti, i rapiti, o come l’impossibile varietà di oggetti volanti che solcano i nostri cieli che mi fanno pensare che potrebbe esserci qualcuno o qualcosa in grado di manipolare la trama della nostra realtà, non tanto come in Matrix, dove la manipolazione aveva luogo nella realtà, ma proprio al di fuori di essa. Forse la realtà in cui siamo confinati non è che una porzione, un recinto posto intorno a noi per tenerci separati da qualcosa che è al di là, da qualcosa che non dobbiamo raggiungere.

Per quanto possa sembrare complessa questa idea essa non è dissimile da quella per cui i Catari sono stati sterminati e gli gnostici in genere perseguitati. L’idea per cui il nostro mondo sia stato creato da un Demiurgo malvagio che vuole impedire all’uomo di ricongiungersi con il Divino che è al di là, sopra di lui, quel divino di cui noi conserviamo ancora una scintilla. Cosa sia questa scintilla è difficile dirlo, ma potrebbe essere la nostra anima che ci rende così preziosi da tenerci qui imprigionati finché il suo segreto non ci sia stato tolto.

http://www.roswell47.it/il-caso-hill-ol ... apperenze/



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 Oggetto del messaggio: Re: Visione Allargata del Fenomeno UFO
MessaggioInviato: 04/03/2015, 18:28 
Atlanticus81 ha scritto:

Zeta Reticuli, nell’ufologia.



INTEGRO ALL'IPOTESI come riferimento di provenienza

In un'intervista non ricordo quale per un documentario televisivo, Bob Lazar, l'uomo che descrisse per primo l'Area 51 come una struttura segreta per la ricerca sugli UFO, suggerì che l'UFO che assieme ad altri aveva studiato con procedure di retroingegneria poteva provenire dalle vicinanze del sistema Zeta Reticuli.


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MessaggioInviato: 31/03/2015, 23:21 
L'UFO caduto in Spagna a Ferrol nel 1966 era un drone della NASA

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L'UFO caduto in Spagna a Ferrol nel 1966 era in realtà un prototipo di un drone spia della NASA. Di seguito i dettagli di un segreto militare rimasto nel silenzio per anni.

Si tratta di un evento al quale in seguito la stampa ha cercato di attribuire un alone di mistero battezzando il caso come l’UFO di La Graña (Ferrol). Ma decenni più tardi la verità è venuta lentamente alla luce: in realtà si è trattato dello schianto di un prototipo di aereo-spia UAV (Unmanned aerial vehicle) della NASA. Il giornale spagnolo ECD (El Confidencial Digital) ha avuto accesso alla testimonianza di un militare che ha vissuto l'evento in prima persona.

Secondo alcune testimonianze, raccolte dai giornali dell’epoca, quello che era stato visto nei cieli di Ferrol quella notte d'inverno del 1966 era un ordigno che emanava luci di vari colori. Dopo aver volato sopra la Ria di Ferrol, era scomparso in mare. Il presunto UFO, che era uno dei tanti oggetti non identificati che solcavano i cieli di Ferrol negli anni sessanta, fu ritrovato alcune ore dopo da un gruppo di pescatori che stavano pescando in quella zona.

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Essi raccolsero i resti del dispositivo che si era schiantato e li portarono sulla loro nave. Qui scoprirono che l’oggetto era costruito con una tecnologia insolita e disponeva di molte luci e sistemi elettronici che non furono in grado di identificare. Al loro ritorno al porto di Ferrol trovarono ad attenderli un gruppo di soldati della Marina Militare che prese in custodia il dispositivo.

Il giornale ECD è stato in grado di trovare uno dei soldati che hanno partecipato ai lavori di recupero e custodia di tale ordigno. Secondo i dettagli forniti dal militare, ormai in pensione, il comando militare della base navale di La Graña, a Ferrol, chiese mantenere segreto l'evento. "Non abbiamo potuto parlare di questa vicenda neppure con le nostre famiglie."

Il militare ricorda che il dispositivo aveva più o meno le dimensioni di un caccia F86 Sabre dell’epoca ma era senza ali e con un grande ugello sulla parte posteriore che indicava che si trattava di un sistema a decollo verticale.

Era costituito da un materiale giallastro, simile a quello dei satelliti artificiali o del modulo lunare dell’Apollo. Secondo fonti esperte nel settore aerospaziale, questo materiale color oro è molto leggero e resistente al calore. Viene utilizzato in tutti i dispositivi i cui motori possono raggiungere temperature molto elevate.

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La Marina Militare, dopo aver chiesto il massimo riserbo ai pescatori che avevano raccolto l’apparecchio in mare, lo trasportarono, scortato da un convoglio di veicoli, a La Grana.

Qui fu nascosto in un tunnel, denominato “El Tercero”, che è una delle gallerie principali scavate in una montagna all’interno del perimetro della base militare.

Gli ingegneri dell’Aeronautica Militare arrivarono poche ore dopo che il dispositivo era stato preso in custodia nella base della Marina con l'obiettivo di analizzarne i resti e determinare quale fosse il suo scopo. Nel frattempo, i militari avevano già scoperto il logo dell'agenzia spaziale statunitense NASA e le sue lettere stampate sulla fusoliera.

“Si trattava di una sorta di rudimentale UAV (cioè un drone), ma molto più avanzato tecnologicamente di qualsiasi altro dispositivo che avessi visto o del quale avessi sentito parlare” afferma il militare in pensione.

Alla fine gli ingegneri conclusero che si trattava di una sorta di sistema di spionaggio, poiché disponeva di telecamere ed era stato progettato per emettere poco rumore e per emanare una quantità molto bassa di calore.

La Marina comunicò la scoperta alla base statunitense di Rota nelle prime ore del mattino. Durante le ore trascorse a Ferrol il prototipo era stato visto solo da due dozzine di persone. Un gruppo di militari si presentò alla base di Ferrol e l’apparecchio fu portato via a bordo di un camion militare. Da allora non se ne seppe più nulla.

http://phobosproject.blogspot.it/2015/0 ... -1966.html



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