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 Oggetto del messaggio: Erks - La città della fiamma azzurra
MessaggioInviato: 26/01/2020, 10:51 
ERKS – LA CITTA' DELLA FIAMMA AZZURRA

Ecco come si svolgevano i fatti, a detta di quei testimoni che si sono decisi a parlare. Verso le 19, Acoglanis riuniva i suoi invitati sullo spiazzo principale de Los Terrones e spiegava per sommi capi cio che bisognava sapere circa l’esistenza di Erks. All’ora di chiusura ufficiale delle visite al parco, con il calar del Sole, Ángel indossava un poncho dai colori chiari che segnava l’inizio della cerimonia sacerdotale e della sua immedesimazione con Saruma. Cominciava allora a intonare dei canti mantrici, di solito assecondato dalle sue due sacerdotesse assistenti, Betty e Marisa. Questi mantra erano quasi tutti in una lingua incomprensibile da lui chiamata “irdin” (o “irdim”), che diceva fosse di origine extraterrestre, ma imparentata con il sanscrito – si ricordi Bulwer-Lytton – e con il sumero. Lo spiazzo era la sede della prima stazione cerimoniale, quella di apertura. Il canto di Saruma sembrava attirare luci di diversi colori e dimensioni che si accendevano in lontananza nella vallata sottostante, sorte apparentemente dalla terra stessa e in genere mostrando di muoversi a bassa quota. Queste luci sembravano attente a quanto facesse, dicesse e cantasse Saruma, che le chiamava per nome. In certe occasioni pochissimi fortunati dicono di aver visto avvicinarsi queste luci fino a qualche decina di metri e di aver contemplato anche una vera e propria “luna” rossastra che si spostava maestosamente a una distanza indefinita, ma il racconto dei piu riferisce soltanto di piccole luci sulla linea dell’orizzonte. Poco dopo Acoglanis metteva in atto una delle sue dimostrazioni di potere preferite: prendeva la sua torcia elettrica e tagliava il buio della notte con uno, due, tre o quattro lampi di luce, in modo ritmico. A detta dei presenti, c’erano delle luci che sembravano rispondere ad Ángel, aumentando la potenza della loro emissione luminosa in una sorta di imitazione di cio che Saruma aveva fatto con la torcia. Dopo un po’ si saliva in macchina per ripercorrere un tratto di strada, fino ad arrivare a un altro punto di osservazione, un poco piu in basso. Dopo una curva piuttosto stretta, arrivati a un piccolo spiazzo accanto alla strada, era possibile vedere di nuovo la valle. Era la seconda stazione cerimoniale, quella dell’incontro. Da questo punto Acoglanis lanciava un’altra serie di richiami vocali, tanto incomprensibili quanto i primi. Da li potevano essere osservate le stesse luci avvistate dallo spiazzo, o comunque delle luci simili, da una distanza leggermente minore. Talora – i numerosi testimoni coincidono sul fatto che questo succedeva soltanto di rado – Ángel indicava in lontananza, praticamente sull’orizzonte, un determinato punto verso ovest (anche se parlava sovente di nord) in cui si rendeva visibile la citta metafisica di Erks; era illuminata come se fosse un aeroporto o un piccolo paese, molto singolare perché sembrava svilupparsi soltanto in lunghezza. L’emozione generale era tale che a questo punto qualcuno poteva svenire ed era subito soccorso da Acoglanis. Poi si risaliva in macchina per raggiungere l’ultima fermata, ancora un po’ piu in basso e accanto alla stessa strada: la terza e ultima stazione, in cui avveniva il contatto e poi la chiusura era segnalata dalla solitaria presenza di un carrubo. Saruma continuava la sua misteriosa conversazione con le luci (e con Erks, nel caso questa fosse apparsa poco prima) a distanza ancora piu ravvicinata, in una sorta di misterioso balletto cosmico. A questo punto, Ángel si incamminava da solo giu per la strada, raccomandando a tutti di non seguirlo, per poter “incontrare i Fratelli e parlare con loro”: egli scompariva dietro a una curva per venti o trenta minuti, dopodiché tornava assorto, pienamente identificato con lo spirito di Saruma, cantando o parlando in irdin e recando un messaggio della Gerarchia spirituale per i presenti. Pochissime volte, quando celebrava la cerimonia nella ristretta compagnia del suo circolo piu intimo (le sue due pitonesse Betty e Marisa piu un’altra persona) si racconta che succedesse ben altro, e fra un misterioso odore di geranio e inspiegabili voci parlate e corali di sottofondo comparivano strani animali, oggetti volanti a distanze ravvicinate e persino esseri umanoidi. Stando alle pochissime testimonianze raccolte in merito, talora un veicolo luminoso a forma di parallelepipedo scendeva sulla strada, si apriva un ingresso e si osservavano all’interno esseri alti vestiti di bianco, che invitavano Acoglanis a raggiungerli tramite un sentiero da loro illuminato che poteva sembrare addirittura una specie di ponte semitrasparente sorto dal nulla. Una scena molto difficile da credere, indubbiamente. Per concludere il sacro ufficio, venivano intonati semplici canti di ringraziamento, questa volta anche in spagnolo e con strutture ripetitive, il che permetteva l’attiva partecipazione di tutti coloro che avevano preso parte all’esperienza di contatto. La cerimonia si concludeva in genere prima della mezzanotte e il maestro Saruma, tolto il poncho chiaro, tornava a essere Ángel Cristo Acoglanis. Questo lavoro rituale, spiegava l’uomo di Rosario, doveva essere realizzato idealmente per tre sere di seguito, con le stesse persone presenti. Nessuno e mai sceso da questo insolito rituale montano senza esserne scosso. I piu credevano veramente di aver visto l’impossibile. Alcuni avanzavano pacatamente dei dubbi sull’origine reale e concreta delle luci avvistate, ma erano una piccola minoranza facile da zittire. Va detto che era raro che si vedessero le stesse cose per due sere di seguito. Talora le luci erano poche e molto in lontananza o persino mancavano all’appello tout court, altre volte invece sembravano accorrere piu numerose e vicine. La stessa Erks era visibile poche volte e spesso non era neanche invocata. Talora la citta eterica sembrava essere gia li quando si arrivava alla seconda fermata (o persino nei pressi della prima stazione) e altre volte sembrava apparire come dal nulla dopo le invocazioni di Acoglanis. Questo tran-tran sull’Uritorco ando avanti decine e decine di volte, sempre con la stessa struttura cerimoniale tripartita che, a detta di Saruma, garantiva l’adeguata preparazione dei presenti, che dovevano essere in qualche modo schermati per non essere danneggiati dall’energia cosmica durante l’avvicinamento alle luci di Erks; e in effetti c’erano dei mantra specifici, intonati durante la prima parte della cerimonia, proprio per generare un campo protettivo attorno ai presenti (invisibile, naturalmente). Le variazioni su questo schema rituale erano poche ma dopo un paio d’anni la meccanica delle cerimonie cambio leggermente, visto che «ogni notte è diversa, ogni volta si vedono cose diverse», come diceva Ángel e poi prese a ripetere la moglie. Un esempio: Ángel Cristo prese a parlare ai suoi seguaci per prepararli nell’albergo Roma, dove tutti alloggiavano, e poi li portava in carovana a Los Terrones soltanto a notte fonda, dopo le 22, fermandosi una volta a meta strada prima di arrivare allo spiazzo onde chiedere ai maestri di Erks il permesso per poter procedere, permesso che si materializzava attraverso una luce particolare che si rendeva visibile nei dintorni. Queste gite esoteriche notturne finivano ben oltre la mezzanotte. Inoltre, Acoglanis prese a non usare piu la torcia elettrica ma escogito una dimostrazione che era piu sbalorditiva per i presenti: dopo aver spiegato loro brevemente che un certo astro (in genere si trattava di Sirio) non era una stella, ma una gigantesca stazione extraterrestre, si rivolgeva ai suoi fratelli dello Spazio chiedendo di spegnerne la luce. E cosi succedeva, a detta di alcuni. Quest’ultimo fatto fu attestato anche da testimoni accreditati, ivi incluso il professor Monir Addur, un insegnante di matematica residente a Capilla del Monte, docente della scuola locale e a un certo punto anche assessore alla cultura del Comune. Addur si dilettava di astronomia ed era noto per il suo scetticismo; in effetti, aveva chiesto di poter accompagnare Acoglanis a Los Terrones proprio per poter smentire le dicerie che presero a circolare intorno a queste attivita notturne. In ogni caso, durante le cerimonie di contatto a Los Terrones (e particolarmente nelle occasioni in cui egli si allontanava per avere, a suo dire, colloqui con gli esseri cosmici), Acoglanis poteva sembrare quasi in trance. Gli succedeva anche quando scriveva, apparentemente sotto dettatura, sia in spagnolo che in “caratteri cosmici”. Insomma, anche lui, come alcuni dei suoi beniamini, era diventato un canalizzatore. Ritornati a Capilla del Monte, gli assistenti avevano decine di domande da fare, ma Ángel raccomandava anzitutto il silenzio: il tempo delle spiegazioni sarebbe arrivato. In effetti, qualche giorno dopo le persone interessate iniziarono a ricevere discretamente degli inviti per assistere a riunioni in cui Acoglanis si sarebbe dilungato sulla Citta della Fiamma Azzurra. Ma non passo molto tempo perché Acoglanis si accorgesse che c’era bisogno di fissare i suoi insegnamenti in appunti o dispense da distribuire a coloro che venivano invitati sull’Uritorco. Cosi, gli interessati iniziarono a ricevere una serie di opuscoli battuti a macchina da Ángel stesso (ma firmati con il nome di Saruma) che avevano la finalita di orientare spiritualmente i lettori. Questi materiali erano poco comprensibili, in parte a causa della scarsa coerenza del loro contenuto e in parte a causa dell’ancora piu scarsa capacita di scrittura del terapista, la cui educazione – contrariamente a quanto affermato nelle sue colorite dichiarazioni – non era andata oltre la scuola elementare. I nove documenti dattiloscritti prodotti da Ángel, conosciuti come Diario de Erks (Giornale di Erks), vennero piu tardi messi insieme da alcuni interessati e oggi sono noti anche come Documenti di Erks. Costituiscono l’unica eredita materiale lasciata dal maestro ai suoi discepoli, fatta eccezione per alcune spiegazioni da lui registrate in audio e video, talora persino piu confuse dei suoi scritti, e i frammenti di un libro di medicina di cui parleremo piu avanti. In uno dei suoi opuscoli Acoglanis cerco di spiegare il nocciolo della questione: benefiche entita di origine extraterrestre – che altri non sono che la Fratellanza bianca di cui abbiamo parlato nell’esaminare la dottrina teosofica – vegliano da sempre sul destino dell’umanita. Di recente, il Governo celeste centrale a cui questi esseri aderiscono ha deciso di accelerare la trasmutazione dell’uomo per meglio prepararlo a un’imminente crisi planetaria. Questa crisi sara di natura sia metafisica che materiale e in quest’ultimo piano portera una vera e propria catastrofe: l’inclinazione improvvisa dell’asse terrestre, che produrra catastrofiche inondazioni nelle terre basse del mondo. Questi Fratelli maggiori del cosmo vorrebbero quindi aiutarci nel nostro sviluppo spirituale, oltre a lanciare un’operazione fisica di soccorso durante la catastrofe e un’altra di ricostruzione della nostra civilta dopo il disastro. Questo sara possibile, spiegava Acoglanis, grazie a un nuovo codice genetico che gli uomini trasmutati riceveranno: il GNA (idea e termine palesemente derivati da Eugenio Siragusa). In conclusione: Erks lavora proprio in questa direzione e Saruma e colui che si assume il compito di portare sulle soglie della citta eterica coloro che sono pronti a conoscere la verita e a ricevere questo nuovo codice genetico, comunicando con la Citta della Fiamma Azzurra tramite il suo particolare sistema di Specchi. A questo punto possiamo dare la parola a Saruma stesso: «La città perduta di Erks è invisibile agli sguardi indiscreti, ma si materializza quando si pronuncia una serie di parole conosciute soltanto dal responsabile di invocarne il mistero. Quando la città scende sulla nostra dimensione umana può essere vista in tutto il suo splendore e ci sono fotografie che testimoniano la sua esistenza. In queste immagini si può vedere in lontananza il Tempio della sfera, ricettacolo dei tre Specchi con i quali gli abitanti della città studiano anche l’angolo più buio dell’anima degli uomini. A Erks, ci è stato assicurato, vivono 18.000 persone sconosciute a tutti i censimenti della Terra, anche se le sue dimensioni potrebbero ospitare ancora tanti altri esseri umani, fino a completare sette volte questa cifra». Continua Saruma: «Quelle poche persone che sono riuscite a entrare, e a cui e stato poi permesso di tornare in superficie, sostengono che soltanto una citta puo essere paragonata a Erks e si trova sul lato opposto della Terra, al suo antipode terrestre e spirituale. Quest’altra citta ha ricevuto molti nomi ma, si sa, l’unico appropriato e Shambhala. L’una e l’altra citta sono nate insieme, infatti nessuna opera umana puo sfuggire al principio della polarita e questa non e una eccezione. Il fatto che soltanto in questi ultimi anni siano state rivelate l’esistenza e la posizione di Erks e un segno irrinunciabile dei tempi a venire e della nuova alleanza da sigillare».

Articolo di Sebastiano De Filippi


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