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MessaggioInviato: 10/12/2013, 16:23 
IL RAPIMENTO PSICHICO

Articolo di Paola Harris
Fonte: http://www.edicolaweb.net/un080101.htm

Le attività degli ET sono finalizzate ad un doppio compito: uno per l’individuo e uno per la società.
Intervista esclusiva al dottor Leo Sprinkle.

Lei è un celebre ricercatore ufologico. I suoi punti di forza sono molteplici, come psicoterapeuta e come psicologo, presso l’Università del Wyoming e tante persone si rivolgono a lei. Ci parli della sua esperienza nel campo delle "abductions".

Il mio primo avvistamento si verificò nell’autunno 1947, presso l’Università del Colorado, a Boulder. Mi stavo recando ad una riunione con un mio collega, Joe Whitener. Discutevamo di semantica in generale e su come gli scienziati indagano sulla realtà. Immersi in una dimensione filosoficamente entusiasmante, rivolgemmo lo sguardo in su scorgendo in cielo, a ovest, un oggetto metallico di forma apparentemente ellittica. Non riuscivamo a capire cosa fosse perché eravamo certi non fosse un aeroplano, né un elicottero o un pallone sonda. Accelerò. Continuammo a osservare, ma un disco volante non poteva essere. Solo i pazzi vedevano "dischi volanti" e noi eravamo studenti molto seri. Ripensandoci, ricordava la forma di un’unghia. Non ne parlai con nessuno e mi sentii alquanto depresso. Per me era sconvolgente, considerate la mia formazione scientifica e religiosa. Non riuscii ad ottenere la borsa di studio per un trimestre. Poi, dopo aver svolto il servizio militare in Germania, ritornai a Boulder. Un giorno mia moglie Marylin ed io stavamo ammirando una catena montuosa di Boulder, chiamata "Flatirons" - Ferri da stiro - e vedemmo un’intensa luce rossa e arancio. Era meravigliosa e pensammo si trattasse di una stella. Uscimmo dalla macchina per guardarla; andava avanti e indietro e non emetteva alcun suono. La luce era tra noi e ai piedi della montagna, ma appena il cielo si oscurò, scomparve nella notte. Il giorno dopo mi aspettavo di leggere qualcosa sul giornale o sentire una notizia alla radio. Niente! Imparai così due preziose lezioni dopo il secondo avvistamento: la prima era che dovevo investigare e la seconda che sarebbe stata un’attività solitaria, perché la gente aveva paura ed esitava a parlare di questi eventi. Iniziai così a leggere i libri e le riviste disponibili nel 1956: gli scritti di Frank Edwards e Donald Keyhoe e le pubblicazioni del National Investigations Committe on Aerial Phenomenon (NICAP). Nel 1961 conseguii il dottorato presso l’Università del Missouri. Scrissi a Richard Hall, allora segretario del NICAP e lavorammo ad una ricerca estesa a 250 persone, interessate al fenomeno ufologico, sulla loro cultura scolastica, la condizione socio-economica e così via, giungendo alla conclusione che esse rientravano nello standard medio di apertura o chiusura mentale. Era un sondaggio psicologico: alcuni avevano un punteggio alto, altri basso. Cercai di condurre un’altra indagine sui professori di psicologia, ma non funzionò perché i miei colleghi pensavano che era un’assurdità. Quindi decisi di fare senza e ci riprovai nel 1963 e nel 1964 quando ritornai all’Università del Wyoming, a Laramie. Continuai la ricerca, cercando di fare dei collegamenti, completando dei sondaggi personali, sulle esperienze ESP e UFO vissute da 100 persone. Ritenevo, già da allora, che il paranormale fosse in relazione al fenomeno ufologico. Certi miei colleghi non lo capiscono, pensano che non sia scientifico guardare agli aspetti spirituali o paranormali, ma secondo me sono egualmente importanti, proprio come indicò pubblicamente J. Allen Hynek, professore di astronomia presso la Northwestern University, nel 1979, in Brasile: che i ricercatori UFO hanno un paradosso, proprio come i fisici hanno un paradosso sulla "luce". La luce è sia una particella che un’onda. A detta di Hynek, lo stesso accade nelle ricerche ufologiche: i dischi volanti sono fisici e psichici. Appresi presto la lezione.

Può fare un paio di esempi concreti per chi non comprenda ancora il Fenomeno Psichico. Per esempio, la manifestazione di materia incorporea o non solida, oppure le capacità ESP (esperienza extrasensoriale).

La telepatia è un aspetto: la comunicazione da mente a mente. Solitamente, la chiaroveggenza è definita come dalla mente alla materia, come "Remote Viewing" - vedere qualcosa anche senza disporre dei sensi visivi per vedere.

Per ci non conosca la "Remote Viewing", la visione a distanza può avvenire quando si è perfettamente svegli, ma è diversa dal sogno o dalla chiaroveggenza, giusto? È vedere con gli occhi della mente…

C’è chi vede con l’occhio della mente e chi sente di fare un viaggio astrale o una proiezione astrale dove percepisce di viaggiare mentalmente per poi riportare delle informazioni al corpo. Altri avvertono di essere ancora nel corpo e nella mente, vedendo mappe o documenti o un’astronave, o qualsiasi altra cosa. La Precognizione è un termine utilizzato nell’ESP: vale a dire la consapevolezza di un evento che si potrebbe verificare nel futuro… o la Retrocognizione, in cui la persona possiede informazione di un evento passato. La telecinesi o la psicocinesi sono termini usati per la "mente oltre la materia", dove una persona è presumibilmente capace di usare l’energia dal corpo e dalla mente per influenzare un oggetto fisico, come un certo tipo di campo energetico o una pallina da ping-pong. Altri riescono a spostare una scatola di fiammiferi su un tavolo. Naturalmente ci sono i debunkers, separatamente dagli scettici, che sostengono che non è così. Molti sono scettici perché devono vedere per credere. La maggior parte delle persone dimostrerebbe capacità psichiche, se adeguatamente istruita. Infatti, secondo un sondaggio condotto da padre Andrew Greeley, sociologo dell’Università di Chicago, che ora vive in Arizona, 2/3 degli adulti americani intervistati hanno avuto un’esperienza psichica, visite di defunti, o telepatica, o di chiaroveggenza, o precognitiva. Una vasta gamma di eventi che ci induce a dire che il "paranormale è normale". Vale a dire che il Misticismo solitamente definito in termini di Fenomeno Psichico è più normale che insolito.

Tornando agli UFO, stando alla sua ricerca nei casi di abduction, la maggioranza dei rapiti ottiene un accresciuto senso di consapevolezza psichica, o questa viene sviluppata maggiormente rispetto ad altre persone?

È difficile sapere cosa viene prima. I miei studi sono iniziati nel 1964, i dati si riferiscono ad un sondaggio su 600 soggetti, ho parlato e corrisposto con migliaia di persone. Se ne evince che non descrivono solo luci o oggetti nel cielo, o atterrati, ma alcune di loro si sentono di essere state trasportate fisicamente fuori dalla loro abitazione e portate a bordo di un’astronave; alcune avvertono di uscire fuori dal corpo. Quindi c’è una gamma di esperienze, di interpretazioni, di reazioni. La gente può essere adirata, timorosa, terrorizzata, piena di soggezione. Certi soggetti non sembrano troppo influenzati da tali esperienze, ma la maggioranza le subisce con terrore ed angoscia. Molti mi riferiscono di sentirsi a tratti pieni di una sensazione di attesa, timore e qualcosa di insolito avviene.

Esiste la concreta possibilità che anche i militari siano responsabili dei rapimenti, probabilmente circa l’80%. È scioccante pensare che, mediante la psicotronica, l’olografia e così via, sia possibile alterare la mente dei cittadini.

Considerando l’intervento degli elicotteri neri militari, credo che ciò stia avvenendo ed anche che gli ET eseguano un "doppio compito": manifestandoci da un lato il loro modus operandi, dall’altro il nostro. Ad esempio, le esperienze di rapimento descritte in associazione ad abusi infantili: così è più facile per gli psicologi, nella media, dire "bene, non sei stato veramente rapito dagli ET, stavi solo ricordando esperienze di abuso infantile". In realtà, si minimizza, scavando in episodi di abuso infantile come fatto sociale, perché siamo inclini a considerarli più di quanto non facciamo con gli incontri alieni. Quindi, intendo dire che ogni istituzione, l’Educazione, l’Esercito, la Politica, l’Economia e la Religione passa attraverso questo "avvolgente" o "implodente" collasso o crollo interiore.

Quale tipo di messaggi si ricevono? Quante persone rispondono agli incontri alieni?

Per molti il termine "abduction" significa essere prelevati da casa, o in macchina, e portati su un disco volante. Alcuni ritengono sia un’esperienza terrorizzante, non solo incontrare degli ET, ma anche altri esseri umani. Abbiamo una molteplicità di descrizioni di varie persone e vari eventi: dal fenomeno fisico al fenomeno biologico, dalla sfera emotiva a quella delle onde cerebrali, dalla sfera psicologica simile ad una fantasia, un sogno ad occhi aperti o un sogno effettivo o un sogno lucido e certuni hanno un’esperienza sensitiva, fuori dal corpo, mentre sono stesi a letto e la coscienza o l’anima vola nel disco volante e poi ritorna. A mio avviso, è fisica, biologica, psico-sociale e spirituale. Un tutt’uno. E gli ET forniscono un doppio scenario: uno per l’individuo e uno per la società. Tanto che alcuni hanno un’esperienza individuale per loro terrificante, dolorosa, patologica. Per altri l’esperienza è egualmente terrificante, ma psichica, o spirituale o religiosa. È un test, un’iniziazione. L’individuo viene estrapolato dalla sua cerchia di amici, l’esperienza accade, poi va affrontata. "Lo dico alla mia famiglia? Ai miei amici? Lo accetteranno?". Se accadesse ad un militare, persona addestrata, con una formazione concreta, la affronterebbe contando su se stesso. Mentre il testimone UFO deve imparare a essere autosufficiente, a non rivolgersi, per ottenere conforto, a Dio, a una famiglia, alla religione, all’Esercito, al Governo, ai medici… i miei consiglieri, i miei amici, i miei vicini. A nessuno!

Sono lasciati completamente soli.

Sì, completamente soli. Poi quando si sentono di poterlo gestire, cominciano a parlare dell’esperienza con gli altri e scoprono di avere forza, si riuniscono in gruppi ed iniziano a condividere le informazioni. Sino a capire che si tratta di un fenomeno "comune". L’informazione non proviene dall’alto, ma dal basso verso l’alto. Così, si ha sia un’iniziazione sia uno stimolo sociale. Gradualmente, la società inizia ad essere consapevole che è in atto, un contatto con gli alieni.

Cosa intende per gradualmente? Un frangente di tempo di secoli? Oppure pochi anni?

Per rispondere, devo tornare alla mia personale esperienza di rapimento. Per me a dirigere tutto sono gli ET e quindi non dobbiamo preoccuparci. Il contatto non sarà un annuncio formale al mondo ma, per come vedo che vanno le cose, "l’informazione arriverà come una conclusione scontata".

Ha vissuto esperienze personali da cui ha tratto le informazioni?

Mi sono sottoposto ad ipnosi a cinquanta anni, nel 1980, quando trovai finalmente il coraggio, grazie all’aiuto di un altro psicologo, di sapere di più sulla mia infanzia. Mi riportò ad un’esperienza da me vissuta a dieci anni nel 1940 a Rocky Ford, in Colorado. Mi sentii come a bordo di un’astronave. Un uomo alto, accanto a me, poggiò la mano destra sulla mia spalla e stavamo osservando il cielo scuro e le stelle luminose e mi diceva, o mi informava (non so dire se era o meno un messaggio verbale) "Leo, impara a leggere e a scrivere bene perché quando sarai grande potrai aiutare gli altri a scoprire il loro scopo nella vita". Da bambino ero inconsapevole sul significato, ma so che perdevo sangue dal naso. Mi svegliavo con gli incubi di presunte persone nella stanza e la percezione di essere andato altrove. Diventato più grande, laureatomi in psicologia, mi dissi: "oh, è solo la paura di mio padre", era solo un incubo sul mio rapporto con lui, perché era severo ed esigente e la mia, una madre dolce e compassionevole. Avevo l’incubo di qualcosa, forse un granchio, che saliva dalle scale voltandosi verso di me e poi arrivava mia madre con una scopa e lo scacciava via. Mi diedi psicologicamente una spiegazione: identificavo la figura del granchio con quella di mio padre, nato a Luglio… nel segno del Cancro. Nel 1980 fui cosciente che la mia memoria di quanto era accaduto a 10 anni si riferiva ad una reale reazione fisica. Ero finalmente in grado di accettarlo alla lettera. Come accade a tante persone che hanno avuto delle esperienze da bambini, eppure è solo quando crescono che riescono ad ammetterlo.

L’essere che le mise la mano sulla spalla era un umanoide?

Un umanoide con una sorta di tuta spaziale.

Di che colore?

Apparentemente grigia. Da bambino, non sapevo come definirla. Leggevo solo i fumetti di "Buck Rogers". Non avevo altri riferimenti, come i film. Eppure la gente diceva "Oh, era solo un ricordo di un film. Certo, doveva essere un film". Era quella la loro spiegazione…

Aveva capelli biondi?

Non saprei. Sollevando lo sguardo, potevo vedere il viso, ma dei capelli non so, perché la testa era in parte coperta dalla tuta spaziale.

Un’esperienza fisica autentica, quindi sapevi che era vera.

È quello che sentivo. Percepivo sempre qualcosa di meraviglioso o una sensazione di verità. Provavo un lieve formicolio alla spalla che mi diceva che stavo vivendo un evento fisico. Non posso convincere gli altri che è veramente accaduto, ma io ne sono davvero convinto. Da quella esperienza imparai due cose… che alcuni sentono di essere stati rapiti.

Sequestrati?

Portati via. Mi sentii come riportato a qualcosa… verso qualcosa. Rapito. A dieci anni vissi l’esperienza a Rocky Ford: ero seduto in un riparo in legno per le galline e avevo lo sguardo rivolto verso il cielo a sud ovest. Dissi ai miei che avevo avuto la stessa sensazione mentre osservavo il cielo con loro, con tutta la famiglia, Bob, Jean… i miei fratelli e sorelle, ma poi la razionalità ebbe il sopravvento. "Dimentica quell’assurdità". Eppure era la forte sensazione di essere in connessione con un’altra famiglia nel cielo. E tante persone sentono di essere qui nel pianeta per un compito, temporaneo. È dura, fa paura, ma è importante. E quindi noi continuiamo a scoprire nuove cose. Per questo molte persone affrontano il problema con la paura e con i dubbi, perché non solo stanno entrando in contatto con gli alieni, che è già uno shock, ma anche con il vero scopo della loro stessa anima e un tale peso è difficile da sopportare.
È tremendo essere consapevoli che siamo qui per un fine superiore, quello di aiutare noi stessi, aiutare l’umanità a passare attraverso questo stadio di cambiamento della Terra. L’Umanità ci sta nel mezzo. Il risultato, se sarà positivo, potrà condurre a far parte di una confederazione di civiltà di altre culture.

Una sorta di Federazione Interplanetaria. È una ipotesi alla quale è giunto in seguito ai suoi studi o per intuizione?

Tutt’e due. Se ci penso su mi sembra giusto e se indago anche, perché ho parlato con migliaia di persone e stanno giungendo a conclusioni simili. Indagini sia intuitive che sensoriali perché i nostri sensi investigano esternamente; ma si può usare l’intuito per indagare internamente.

Può delineare la data in cui accadrà? Se si rivelerà sbagliata non glielo rinfacceremo…

Non ci sarà alcun annuncio formale, sarà una conclusione scontata. Niente annuncio ufficiale.

Tuttavia, per quanto riguarda i cambiamenti sulla Terra, lei ipotizza che potremmo diventare una civiltà intergalattica e unirci ai nostri Fratelli Intergalattici, oppure percorrere l’altra strada…

Oppure, saltare noi stessi in aria.

Oppure andare al passo con le modificazioni terrestri e non riuscire a sopravvivere. Di quale periodo stiamo parlando?

Profezie parlano degli anni 2013 e 2014. Profezie dei Maya e le piramidi. Altre riguardano il 2001. Alcuni parlano del 2004, 2005. Della vasta gamma di interpretazioni, la mia unica certezza è che i responsabili sono gli alieni. Non dobbiamo solo fare il nostro lavoro. Quando ero in servizio, guardavo il tabellone dei comunicati. Ok, dicono che alle 16.00 succederà questo e quello. Cioè alle 16.00 in punto, minuto prima minuto dopo. Dovevamo comunque essere pronti a "marciare tutta la notte" o a qualsiasi cosa fosse, ed avere la prima ingranata. Potrebbe accadere così, disporre di un paio d’ore prima della visita dell’ispettore generale, prima che la "cosa" abbia inizio. A mio avviso, possiamo investigare gli UFO e gli ET quanto più possibile fisicamente e biologicamente. È la cosiddetta indagine scientifica. Possiamo indagare noi stessi psicologicamente e fisicamente. Ed imparare di più sulle nostre vite passate e quali sono i messaggi insiti in noi stessi. Possiamo meditare. Noi condividiamo le informazioni con tante persone e le informiamo, inclusi gli ET, che siamo pronti. Quando saremo pronti, non come individui ma come società, allora secondo me riceveremo dei segnali e dei simboli che ci indicheranno il prossimo passo.


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 16:24 
UFOLOGIA DI STATO E SERVIZI SEGRETI

Articolo di Maurizio Baiata
Fonte: http://www.edicolaweb.net/un060101.htm

Per chi si approcci allo studio del fenomeno UFO il nostro consiglio è di farlo con apertura mentale, senza preclusione per le questioni apparentemente più ostiche, cercando di andare al punto di ogni argomento. Trattandosi di studi che necessitano basi multidisciplinari, sarà utile scegliere specifici rami in cui ci si senta maggiormente preparati, riconoscendo e sviluppando il proprio raggio di interesse. Lo studio di documenti di presunta estrazione militare e di Intelligence pubblicati oggi su libri, su riviste e attraverso la rete Internet, costituisce un interessante ramo di ricerca. Gran parte dei documenti di provenienza americana è stata ottenuta tramite il FOIA (Freedom of Information Act), il decreto legge statunitense che consente a qualsiasi privato cittadino di richiedere l’accesso (sotto forma di copia fotostatica) ad un documento, per quanto considerato confidenziale, riservato o persino Top Secret. Si tratta, generalmente, di tre tipi di documenti: trasmissioni e telex di avvistamenti UFO, da ufficio ad ufficio, da stazione di polizia ad altro centro; manuali di addestramento o didattici per il personale addetto alle questioni UFO redatti dall’Intelligence; documenti governativi inoltrati ai vertici dell’amministrazione o al solo Presidente USA, coperti dalle più alte classifiche di segretezza.
Abbiamo spesso dedicato spazio a tali documenti, in particolare quelli attribuiti al Majestic 12, coscienti che giungere all’affermazione della loro autenticità è oltremodo complesso.
Partiamo dall’assunto che alcuni di questi materiali siano genuini. Ovviamente, se non sono in circolazione, se sono rimasti Top Secret per decenni, vuol dire che apposite sezioni degli apparati militari e d’Intelligence, dei servizi di spionaggio e controspionaggio, se ne occupano sia in normali procedure d’ufficio sia per ogni intervento d’emergenza. Di questo abbiamo certezza - non tenendo conto della miriade di rivelatori di cui non siano stati accertati i curriculum - in base alle informazioni da noi direttamente ottenute, in particolare dal Colonnello Philip J. Corso, dall’ex Serg. Maggiore NATO Robert 0’ Dean e dal Sergente dell’esercito USA Clifford Stone. Essi hanno ripetutamente affermato che - per la questione UFO - le strutture d’Intelligence interessate sono ermetiche, funzionano a compartimenti stagni, è assai raro che comunichino fra loro. Tutte dispongono di personale e mezzi adeguati al controllo del proprio settore, dagli archivi ai gruppi speciali di intervento (tipo S.W.A.T., per intenderci). Negli USA, come in altri Paesi, la classificazione documentale dei casi UFO avviene per ordine di importanza, poi, a tempo dovuto, copie ed estratti di comunicazioni e segnalazioni di avvistamento, preventivamente censurati, vengono divulgati ai gruppi di ricerca privati, ma costituiscono solo specchietti per le allodole (gli ufologi).

Il "need to know"

Più interessanti, ovviamente, sono le trasmissioni riguardanti rapporti con alte classifiche di segretezza. Di questi, in molti casi si tratta di documentazione falsificata e/o contraffatta e destinata a fuorviare, depistare, inquinare l’intero panorama della ricerca ufologica mondiale. Ogni documento, ricordiamolo, è falsificabile. Spesso, ammesso che delle trasmissioni più "delicate" esista comunicazione scritta, tutt’al più si tratta di messaggi cifrati. Chi ha accesso a questo tipo di informazioni? Coloro i quali dispongono del cosiddetto nullaosta di "need to know" (necessità di conoscere), nei settori compartimentalizzati dell’Intelligence, cioè un numero ristretto di individui e, come accennato, fra loro non comunicanti.
Quanto giunge all’ufologo è - a detta del dottor Michael Wolf - un insieme di informazioni programmate, già filtrate, un misto di verità e menzogne. In questo panorama, è logico sostenere che gli ufologi di tutti i Paesi operano in un contesto assai simile a quello dello spionaggio. La loro rete informativa è abilmente controllata dall’esterno, ma lo è anche all’interno. Sono infatti le stesse organizzazioni private ad essersi conformate su tecniche e protocolli propri degli apparati di Stato, con i loro vertici, che dispongono del "need to know" e con i loro operatori di loro basi che, invece, sono attivi sul campo, raccogliendo dati ed elaborando fascicoli, ma spesso in condizione di cecità ed il loro lavoro spesso finisce in zavorra. Per questi ultimi, una vera ancora di salvezza è rappresentata da Internet, ma il tema è vasto e ne riparleremo in altra occasione.
Per lo specifico settore UFO, nella metodologia degli ambiti militari e/o di Intelligence sussiste il mantenimento di rapporti segreti con esponenti delle organizzazioni di ricerca private: queste ultime funzionano infatti da una parte come cassa di risonanza per informazioni divulgabili, ma di nessuna o scarsa importanza, dall’altra come raccolta ed interscambio delle notizie più importanti, soprattutto se riguardanti la sicurezza nazionale (UFO crashes in primis), da occultare.
Qualora si verifichino intercettazioni o fughe di notizie importanti, gli apparati di Intelligence dispongono ed applicano ogni mezzo - dalle reti satellitari alle fibre ottiche, ai personal computer (vedi Echelon), all’intervento fisico diretto - per coprirle e deviarle, nonché tacitare gli eventuali testimoni, grazie a uomini e mezzi di altissimo livello, dislocati ovunque nel mondo. Le diverse postazioni, in questo caso, comunicano tra loro, agiscono con determinazione, velocemente e soprattutto nella massima impenetrabilità.
È una rete efficiente, costantemente allerta, in grado di intervenire ovunque in tempo reale, contenendo ogni reazione indesiderata, assicurando una capillare copertura e creando gli scenari/schermo: è quanto noi definiamo "strategia del cover-up".

Siamo nel "terzo mondo"

Il problema UFO viene dunque controllato - prima di giungere a livello civile, sotto forma di notizie rilasciate attraverso gli organi di informazione ai cittadini - a due livelli: il primo, totalmente occulto, gestito dai servizi segreti; il secondo, a livello palese, dalle organizzazioni di ricerca ufologica apparentemente e storicamente più autorevoli, "sicure". Vi siete mai chiesti perché, da tali associazioni, non perviene mai una notizia interessante, se non quella di un misero avvistamento? È per un processo di tamponamento, che virtualmente impedisce che in una nazione si verifichi una troppo massiccia fuga di notizie sulla presenza ET e sul fenomeno UFO, mettendo così a repentaglio i protocolli di sicurezza nazionale.
Gli Stati Uniti e la NATO svolgono, in questo senso, un ruolo di predominio assoluto, che riguarda ogni territorio del pianeta e lo Spazio. A quest’ultimo settore pensa la NASA. La leadership statunitense è indiscussa, seguono la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda. Il "terzo mondo" di questo scacchiere internazionale è costituito da Giappone, Germania, Corea del Sud e Italia. Il Paese che apparentemente sfugge al meccanismo è la Cina. E la Russia sembra le si stia affiancando, in una forma di crescente contrapposizione le cui ripercussioni per il fronte occidentale potrebbero, anche nel breve termine - qualora gli equilibri in Estremo Oriente dovessero rompersi del tutto - rivelarsi deleteri. Stando alle informazioni forniteci dal colonnello Corso, la rete di controllo strategico/militare si espande a livello civile, su scala internazionale, soprattutto mediante le multinazionali americane delle telecomunicazioni. Fanno eccezione le aziende europee? C’è da dubitarne. I terminali di questa rete sono le reti radio-televisive, le agenzie giornalistiche, le pubblicazioni, dai quotidiani ai periodici. In ogni struttura si annida una cellula del sistema, che garantisce il cosiddetto "rilascio sistematico" delle informazioni sulla questione UFO, agendo come ammortizzatore dell’opinione pubblica e assicurandosi che lo sviluppo della coscienza sociale sul problema del possibile contatto sia sempre più ritardato, dato che chi si ne occupa, da oltre 50 anni, è a conoscenza di contatti avanzati, probabilmente con diverse razze aliene.

Infiltrazioni e depistaggi

Ancora dal Colonnello Corso, più di ogni altro esponente militare, si è appreso che il "debunking ufologico" è una strategia che si avvale dell’infiltrazione di personaggi in organizzazioni ufologiche, quando si necessiti disinformarle al loro interno. Per il resto - diceva Corso - sono gli stessi ufologi che, nell’ansia della ricerca della verità, non esitano a scagliarsi gli uni contro gli altri, favorendo al massimo il compito dell’Intelligence. Di tali infiltrazioni si ha prova per i centri di ricerca statunitensi della prima ora, con in testa il NICAP e l’APRO e si hanno sospetti per quelli europei. Agenti piazzati strategicamente in tali strutture, consentivano (ma consentono tuttora) agevolmente di acquisire informazioni dall’interno, per passarle all’esterno e viceversa. Così si ottiene il duplice scopo di screditare ad personam vari esperti e, scoprendone i punti deboli, di minare alle fondamenta anche gli ambienti di ricerca che si ritengono più impermeabili. La strategia del debunking è estremamente subdola. Forse finanche inarrestabile. Si avvale di individui sposati alla causa, in realtà settorializzati e ciascuno a conoscenza dei dettagli di un determinato protocollo o standard di indagine, i quali comunicano al vertice di una certa organizzazione ufologica quello che sanno, inconsapevoli dell’uso che poi verrà fatto di tali informazioni, cioè della prassi dell’insabbiamento. Limitati, i deterrenti nelle mani dei responsabili dei grandi e piccoli centri di studio: primo, far sì - secondo normative statutarie - che si possano sottoporre a controlli incrociati i membri dei loro direttivi, cui venga fatto divieto di intrattenere rapporti segreti con chiunque; secondo, collaborare apertamente con altri gruppi e testate di settore (nazionali ed internazionali) impegnati in indagini su casi di avvistamento, presunti rapimenti, documentazione foto e video; terzo, divulgare i risultati ai ricercatori e agli scienziati "non allineati" con cui si collabori.

Il velo dell'ufficialità

A quanto appena esposto si potrebbe obbiettare che il parametro dell’ufficialità garantisce, per i gruppi privati di ricerca ufologica, il corretto funzionamento delle loro strutture e la corretta divulgazione delle loro scoperte. Ma il vero intento dell’ufficialità (dell’establishment) è il ridimensionamento delle segnalazioni, l’annientamento delle prove fisiche, la copertura della verità. La storia ce lo insegna: progetti quali "Sign", "Grudge", "Blue Book" hanno solo velato di ufficialità risultati di ben altro spessore, in concorso con gli apparati di Intelligence, militari e non. Le cose non sono affatto cambiate dopo tutti questi anni: lo testimonia l’ennesimo classico statunitense, il Rapporto Sturrock, commissionato dalla Rockefeller Foundation. Continua così quell’azione palese scaturente, ad esempio, da rapporti di avvistamento opportunamente divulgati, con cui si concludeva (in particolare la CIA e l’Aeronautica) che la stragrande maggioranza di tali rapporti potesse essere spiegata convenzionalmente, senza rappresentare alcun pericolo per la sicurezza nazionale. Si veda in tal senso la direzione diametralmente opposta finalmente intrapresa dal Rapporto COMETA francese. E, non certo secondariamente, si poteva (e si può) procedere indisturbati ed in tutta segretezza all’organizzazione di strutture pronte ad intervenire in caso di presenza (o minaccia) aliena. Ed infine, quali i veri obbiettivi di tale strategia? Il controllo di tutto ciò che si sa sugli UFO e sulle intelligenze che li "pilotano", per il predominio tecnologico, tecnocratico e sociale sul presente e sul domani del nostro pianeta. Stabilire comunicazioni, non solo a distanza, ed intessere rapporti segreti con chi viene fatto passare per il "nemico esterno". Questo, a nostro avviso, è accaduto sempre, da Roswell in poi, in nome del "Segreto di Stato" e dell’Ufologia di Stato. Una trama che sfrutta l’innato desiderio di "need to know" degli ufologi, facendo credere loro di poter tenere per sé le carte migliori del "grande gioco" e convincendoli con i mezzi più disparati che il loro è un compito sociale.


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UMANITA' SPECIE IMMORTALE

Articolo di Sean Castle
Fonte: http://www.edicolaweb.net/un060301.htm

Alla luce dell’ultimo libro di Whitley Strieber "Confirmation: The Hard Evidence of Alien Among Us (S. Martin’s Press, 1998)", ho deciso di intervistare telefonicamente l’autore per discuterne con lui i contenuti e per saperne di più della vita di una persona che, ormai da più di dieci anni, vive costantemente sotto l’occhio dei riflettori e di media increduli. Avevo appena terminato la trascrizione dell’intervista, quando mi è caduta sotto gli occhi una frase del best-seller letterario di Norman Mailer "The Gospel According to the Son": "chi se non Satana vorrebbe dirci che la nostra strada potrebbe essere più facile?". Leggendo quanto segue il significato di queste parole apparirà chiaro: il cammino verso la salvezza è duro e difficile e Whitley Strieber lo sa molto bene.

Ecco il testo dell'intervista:

"Confirmation" è davvero un libro diverso dagli altri che hai scritto. Vi appaiono solo marginalmente le tue esperienze personali, mentre metti a fuoco altri eventi, le vicende di altre persone. Perché? Cosa volevi ottenere con questo approccio?

Il tentativo di esporre alcune prove che dovrebbero portare ad un interessamento scientifico nel campo. E non basta ribadire i contenuti della mia storia personale, perché di fatto si tratta di un’esperienza sostenuta da insufficienti prove fisiche.

Il tuo "status" nella comunità ufologica è unico. Hai venduto moltissimi libri e i media parlano continuamente di te. Una volta hai detto che forse proprio per questo motivo sei stato scelto come una specie di "propagandista" dai Visitatori. Vuoi parlarcene?

Propagandista? Non afferro. Non capisco il senso della domanda, Sean?

Credo che tu abbia usato proprio il termine Propagandista, qualcuno che diffonde idee...

Oh, beh, è una congettura. Intendo dire, con tutti gli impianti sottocutanei che ci sono in giro, e dato che non sappiamo ancora cosa sono o come funzionino, è una possibilità di cui dobbiamo essere consci. E in questo includo il mio stesso lavoro. Fin quando non avremo compreso chiaramente con quale tipo di tecnologia abbiamo a che fare, è necessaria molta prudenza. Per quanto mi riguarda, non ritengo di subire alcuna influenza mentale esterna. Ma, nel contempo, credi forse che una persona condizionata sia in grado di accorgersene? Io non ho risposta.

Ti senti ancora estraneo alla comunità ufologica, come sostenevi una volta?

Diffido solo di quanti diffondono in maniera imprecisa le proprie idee. Mi sento estraneo non all’intera comunità ufologica, ma solo ad una sua parte, che non risulta di alcuna utilità. Sì, non voglio avere nulla a che fare con persone di questo settore.

Di che settore parli?

Non voglio entrare nei dettagli, mi creerebbe problemi. Ma basta dare un’occhiata ad Internet per trovarvi troppi siti pieni di idiozie, con le quali non ho niente da spartire. C’è tutto il materiale falso che vuoi. Ultimamente ho dovuto riallestire completamente il mio sito Internet, perché tutto il materiale inoltratomi, privo di foto o altre prove a sostegno, è totalmente falso. Senza eccezione. Sono stato un ingenuo, all’inizio, quando ne ho incluso parte nel mio sito, credevo venisse da persone attendibili. Me ne rammarico e chiedo scusa. Molta gente crede di divertirsi così, che siano cose su cui scherzare. Io non sto giocando, prendo l’argomento molto seriamente. Desidero che la comunità scientifica internazionale se ne interessi. E se gli inquirenti UFO non sanno gestire la situazione, forse non dovrebbero essere coinvolti.

So che è spiacevole, ma potresti darci una panoramica delle persecuzioni di cui sei stato vittima assieme alla tua famiglia, dopo la pubblicazione di "Communion", nel 1987?

In proposito ho pronte 50 pagine da porre, presto, nel mio sito. È una storia infinita, e credimi, la comunità UFO non ne è l’unica responsabile. Gruppi di scettici, fanatici religiosi, persone fra le più disparate hanno creduto opportuno darmi addosso, convinti che fossi un bugiardo, e che andassi punito. È davvero dura. La persecuzione è diventata di norma, nelle nostre vite. Ecco perché non posso risponderti in due parole.

Mi ha turbato particolarmente sapere che qualcuno ti ha sputato in faccia, in un aeroporto.

Oh, è accaduto più di una volta. In un’occasione, nel corso del programma "Good Morning America", un tipo asserì che io era a capo di una setta o culto, come Jim Jones, e l’incidente dell’aeroporto avvenne il pomeriggio seguente alla messa in onda del programma.

Dopo il suicidio di massa di "Heaven’s Gate", ora sanno cosa è veramente una setta. Ad ogni modo, i tuoi problemi sono iniziati nel 1989, quando iniziasti a stabilire i "Communion Groups" (gruppi di sostegno per i rapiti, ndr.) in tutto il Paese.

Già. Alcune persone vennero sobillate contro di me da un tipo che più tardi fu accusato di essere un hacker (chi penetra nei sistemi informatici altrui, o crea virus, ndr.). Alla fine la Corte Federale sentenziò che non c’erano prove a sostegno delle calunnie contro di me.

Ritieni sia stato giusto, avendo vissuto le tue esperienze con i Visitatori, passare tanti guai? Credi ce ne sia stato un motivo?

Ne è valsa proprio la pena. Abbiamo la possibilità di uscire fuori, di diventare una razza galattica, una "specie immortale". Quando una razza si stabilisce non solo al di fuori del proprio pianeta, ma anche oltre il Sistema Solare, diventa immortale, o perlomeno vive quanto l’Universo, potenzialmente. Vorrei che l’umanità avesse questa possibilità, perché esistono diversi miliardi di combinazioni genetiche per l’uomo. Siamo appena all’inizio dell’epopea della razza umana, non alla sua fine. Chiunque si stia adoperando in tal senso, anche incidentalmente, aiuta l’intera razza umana.

In altre parole, a darti la forza di resistere alle persecuzioni è la convinzione che il tuo lavoro in qualche modo sarà proficuo per tutta l’umanità?

Sì, essenzialmente è così. Io non credo, tra l’altro, che ci sarà mai un atterraggio di massa. Nessuno ce lo servirà su un piatto d’argento. Occhio. Se uno ti offre qualcosa su un piatto d’argento, è malvagio, e prima di accettare, pensaci su mille volte. È come il cavallo di Troia. Solo ciò che possiamo realmente ottenere dalla nostra industria, dai nostri sforzi e dal nostro intelletto deve avere valore per noi. Il resto non mi interessa.

Credi che i Visitatori siano consapevoli delle tue sofferenze? E se è così, si sono mai espressi a riguardo?

No, nel corso delle mie esperienze non avviene un autentico dialogo. Ci sono poche parole. Ma a volte loro reagiscono. Un giorno, mentre ci stavamo allontanando in macchina dalla nostra baita nello Stato di New York, reagirono piuttosto negativamente, tirando fuori uno stupefacente "display di risposta", ma molto privato.

Si dimostrarono preoccupati per la vostra incolumità?

No, lo erano perché avevano perso un "congegno per le comunicazioni" per loro molto utile.

Nulla a che vedere con l’essere dispiaciuti per le tue disavventure.

Non ho la minima idea di quali fossero i loro sentimenti.

Nel libro definisci Roger Leir, Alice Leavy e Jesse Long autentici eroi.

Lo sono davvero.

In che senso? Cosa vuol dire essere eroi in campo ufologico?

Alice e Jesse rappresentano un modello, hanno speso la propria vita, hanno dato tutto raffrontandosi con la scienza, per diffondere consapevolezza. Roger lo è perché ha rischiato la carriera in nome di qualcosa che generalmente viene considerato quanto di più lontano dalla responsabilità professionale. Lo ha fatto ben sapendo quanto era costato a John Mack, sotto il profilo professionale. Ci vuole coraggio, e un grande senso umanitario.

Alla fine del libro esponi un’idea sul perché i Visitatori mantengano segreta la loro presenza, consentendo il nostro sviluppo indipendentemente da loro. Puoi riassumerla?

Sono partito da un articolo pubblicato su "Science Magazine" nell’Aprile 1977. Diceva in sintesi che l’unica cosa che avremmo da offrire a una civiltà evoluta come quella dei Visitatori, sarebbe la "novità". Ma non dobbiamo essere mendicanti all’angolo della Strada Cosmica, con ben poco da offrire loro. Non dobbiamo "ricevere", dobbiamo "prendere". I Visitatori lo sanno e faranno di tutto per renderci le cose sempre più difficili, vanificando i nostri intenti di proiettarci fuori dal pianeta, stabilendo un nuovo "modus vivendi". Per loro, se ci riuscissimo, sarebbe una tragedia.

Puoi spiegarti più chiaramente?

Il problema è che noi siamo intrappolati nel concetto mentale di Bene contro Male. Gli alieni sono buoni o cattivi? Ci aiuteranno o no? È un discorso inutile. Sarebbe meglio parlare ad un muro.

Difatti non ti ho posto domande sul Bene e sul Male.

Certo, ma quello che rende tutto più difficile da capire è: come possono apparirci così ostili mentre in realtà cercano di aiutarci? La risposta è che vogliono rafforzarci. Ci fanno fare esercizio, ci fanno flettere i muscoli, creando, ad esempio, domande per noi insostenibili e senza risposta. Questo rende più forti. Invece, se aspettiamo che atterrino in massa, come nel film "Contact", ci indeboliamo. Ci fa male. Questa è ostilità. Sai come capiremo se sono ostili? Se vedremo atterrare alieni simpatici, affabili e gentili, venuti dallo spazio per darci la chiave dell’Universo. E sono anche pericolosi. Invece, quelli ostici, che non ti promettono nulla, ma che si espongono personalmente per darti modo di farcela da solo, bene, quelli sono nostri amici. Dobbiamo farcela con le nostre forze, o è meglio lasciar perdere.

Mi è appena venuto in mente (non voglio metterla in termini moralistici, per carità) che il vero significato di "Israele" è "colui che combatte con il suo Creatore".

Questo è assolutamente giusto. Noi tutti SIAMO "Israele".

Whitley, vorrei parlare di quelle persone che hanno la sensazione di essere "per metà aliene", il cui senso d’identità è come offuscato, nei fai cenno nel tuo libro, vero?

Esatto.

Convivere con una personalità aliena? L’ho sperimentato molte volte, sai, realizzando che "loro" pensano attraverso te, e tu provi il loro pensiero. Sarebbe ovvio che, in questi casi, il proprio senso d’identità venga "spento". E invece non accade mai: qualcosa mi tiene là, come una entità umana cosciente, a dispetto di tutti gli spiriti o qualsiasi cosa mi attraversi certe volte.

A tutt’oggi non abbiamo idea di cosa significhi tutto ciò. E l’incognita centrale della questione è che non sappiamo bene "cosa" siano i Visitatori. Anche se sono alieni provenienti da altri pianeti, accadono cose a diverse persone che ci suggeriscono che continuiamo ad ignorare cosa siano "realmente". Se "loro" riescono in qualche modo ad alterare la realtà, allora siamo in alto mare, e dobbiamo aspettarci qualsiasi tipo di "effetti collaterali" davvero difficili da interpretare o capire.

C’è una cosa che mi ha spaventato parecchio: Katharina Wilson (una famosa addotta, ndr.) mi ha spedito alcuni testi che parlano dello stesso problema. Inizi a provare un "peculiare senso di non-esistenza", come se tu non fossi reale, l’Universo non fosse reale, ti guardi allo specchio e continui a non sentirti reale.

Sono condizioni psicologiche altamente dissociative e collegate a diversi tipi di stress. In questo caso particolare, hai a che fare con un tipo di stress difficilmente catalogabile.

È come se, andando solo un centimetro oltre, potresti cadere in uno stato catatonico, non esistere affatto.

È interessante notare che di solito negli Incontri Ravvicinati la gente non viene ferita. Ma ho molte testimonianze di gente che si è sentita danneggiata.

Non si tratta necessariamente di ferite, è solo che è dannatamente strano...

Sì, è una questione di ordine psicologico. Nel corso delle mie investigazioni ho avuto modo di rilevare che le persone più danneggiate a livello psicologico dagli Incontri Ravvicinati sono i fondamentalisti cristiani, gente che normalmente va in giro a predicare e spargere il terrore per motivi pseudoreligiosi. Sono loro di solito che hanno le esperienze di rapimento più terrificanti da raccontare. Non voglio intendere che l’esperienza in sé non sia difficile o traumatica. Anzi. È un’esperienza difficile, e più i Visitatori si mostreranno al pubblico e più diventerà difficile. Se continueranno ad intensificare la loro attività, ci saranno intere aree dove il livello di dissociazione psicologica sarà altissimo. E la gente comune sarà spaventata a morte, e le persone più colpite cadranno davvero, come hai detto prima, in una sorta di catatonia. Potrebbe accadere facilmente. Dobbiamo essere pronti a questo rischio, c’è una maniera per affrontare la situazione. I Visitatori hanno sempre guidato la mia attenzione sulla meditazione. Ho scoperto che tutte le persone maggiormente in grado di gestire la situazione facevano meditazione. Così erano in grado di acquisire la giusta prospettiva, perché, come dico nel libro, il conflitto necessario alla nostra coscienza perché la realtà sia percepita in forme per noi comprensibili, porta l’ego a sentirsi come annichilito.

Esatto.

Puoi porre termine a ciò semplicemente spostando la tua attenzione al di fuori della tua mente e del tuo ego. Ti rilassi immediatamente e tutto diventa molto normale. Quello che fino a poco prima sembrava un mostro ora appare come una stanca, piccola creatura, che sembra lottare con qualcosa che a volte trova difficile, a volte noioso e molto triste.

Giusto per la cronaca, io sono un Cristiano liberale. E credo che i Visitatori siano fondamentalmente positivi.

Hai letto l’intervista a Monsignor Balducci che ho posto nel mio libro?

No.

Quanto dichiara il prelato vaticanense Corrado Balducci credo rappresenti l’inizio di una vera e propria politica della Chiesa sull’argomento. Balducci è uno specialista in demonologia, ma dall’intervista si evince che non confonde affatto i due argomenti.

Buono a sapersi.

Michael Hesemann lo ha intervistato per la sua rivista (Magazine 2000, ndr.) e Balducci ha gentilmente consentito di riprodurre l’intervista nel mio libro.

Vuoi aggiungere qualcosa, una tua dichiarazione?

Sì, che è compito della comunità scientifica porre tutto questo in termini razionali e comprensibili. Esistono strumenti e tecniche che ci permetterebbero di affrontare l’argomento in maniera scientifica, e di rispondere ad alcune delle numerose domande che sorgono. Come quella basilare: è tutto reale o no? Se la comunità scientifica non sarà in grado di rispondere a tale quesito, vuol dire che c’è un difetto particolarmente grave nell’intelletto umano. Perché ti garantisco che nei prossimi 50 anni ci saranno tali danni ambientali che le nostre possibilità di rispondere a un quesito come questo diverranno molto limitate, allora.

Sempre in merito alla comunità scientifica affermi che siamo ad un punto in cui la scienza ufficiale nega il fenomeno, ma si riesce ad intravedere una transizione, tramite la quale verrà gradualmente accettato.

Certo. Peter Straub è un perfetto esempio di questa transizione. C’è un gruppo di scienziati qualificati alle sue spalle che lavora proprio a questo fine. Sì, credo che ci sia un cambiamento in atto, ma è lento.

Adesso andiamo "fuori dalle righe". Presto intervisterò Rio D’Angelo, l’unico sopravvissuto della setta di Heaven’s Gate.

Davvero?

Sì, lasciò il gruppo un mese prima del suicidio collettivo. Ultimamente sta parlando molto con i media, deve andare anche al Larry King Show (l’intervento di D’Angelo è stato poi cancellato, ndr.). Che tipo di domanda gli faresti? Vorrei chiedergli qualcosa sul futuro, sulle prospettive.

Non so cosa pensare su tutto l’accaduto. Credo che alla base di questa tragedia ci sia un vero e proprio fallimento della scienza, o per meglio dire dell’immaginario della scienza, che non sa spiegare tante di quelle cose che alla fine le persone trasformano il tutto in superstizione. È terribile. E triste. È un peccato, e mi auguro solo che la tua intervista possa servire ad impedire che quella tragedia aumenti ad inquadrare nella maniera sbagliata il problema UFO.

Elaine Pagels ritiene che a causare il fenomeno UFO sia la soppressione di impulsi religiosi nella nostra società. O meglio, dell’impulso a cercare una realtà trascendente, una benevola intelligenza superiore.

È interessante: ho sempre addebitato tale tendenza repressiva all’attività dell’establishment scientifico. Però devo dissentire dal punto di vista della Pagels, perché secondo lei nulla del fenomeno UFO è reale. Ma gli UFO non sono solo frutto di un impulso religioso deviato: esistono moltissime prove della loro esistenza, attorno a noi. E questo è un problema, perché chiunque con abbastanza carisma può sfruttare tali prove per convincere le persone a seguire un particolare culto basato sugli UFO. Come risultato hai questa gente, e la setta di Heaven’s Gate non è l’unica. Ci sono moltissime sette e culti in giro che diffondono storie assurde. Come quella che i Grigi proverrebbero da Zeta Reticuli. Come siamo giunti a tale conclusione? Tramite una vaga e ipotetica ricostruzione, basata su un ricordo, una ricostruzione che potrebbe essere giusta come errata. Invece è qualcosa che tutti danno per scontato, come se fosse scritto nella pietra. Ma è solo fantasia, superstizione. La scienza non si ferma a valutare queste cose, i fatti si trasformano in fantasia e nascono cose come Heaven’s Gate. La comunità scientifica è da biasimare.

Ho sentito anche altre persone dubitare che le abduction fossero eventi "reali": nessuno di loro (i rapiti in IR4, ndr.) ha mai visto davvero un’astronave o cose del genere.

Credo che la maniera migliore di affrontare il problema dei rapimenti è trattare con gli addotti che possiedono impianti. Non basta che una persona affermi di essere stata rapita. Gli "impiantati" sono abbastanza facili da trovare. Io sono uno di loro… abbiamo apparecchiature in grado di dirci se i loro ricordi derivano da una esperienza fisica reale e di che tipo di esperienza si tratti. Vedi, immagina che un rapito dichiari di aver visto una grande luce, o addirittura una figura. Mentre il soggetto ricorda, con alcuni macchinari possiamo stabilire se c’è una forte attività nella zona del cervello preposta agli organi visivi o nell’ippocamo (area del telencefalo dei vertebrati, ndr.), il che confermerebbe che si tratta di un’esperienza realmente vissuta e non solo immaginata. Abbiamo solo bisogno della collaborazione di alcuni scienziati, a loro volta dotati della giusta attrezzatura. E questo è un bel problema. Ne conosco cinque o sei, ma non permetterebbero mai a un addotto di entrare nei loro laboratori, per come stanno le cose oggi.

Possiamo includere anche te nella lista degli "indesiderati"?

Assolutamente sì; mettimi nel gruppo.

OK. Hai letto il libro di David Jacobs "The Threat"?

Sì.

Le sue conclusioni sono opposte alle tue.

No, non esattamente. Non posso dire se le sue conclusioni siano corrette o meno, perché non esistono prove sufficienti a riguardo. Jacobs basa tutte le sue ipotesi sui ricordi ottenuti sotto ipnosi dagli addotti. Per come la vedo, finché non lavoriamo con prove solide e inoppugnabili, stiamo passando dal vuoto al nulla. Noi non abbiamo idea di che cosa si tratti.

Parlando di "conclusioni opposte alle tue" mi riferivo alla tesi di Jacobs secondo la quale le abductions celerebbero una invasione aliena...

Quali alieni? Ci sono alieni qui in giro?

Fammi terminare: chiunque ci sia dietro, Jacobs nota che è un’invasione in atto, mentre noi iniziamo ad andare in giro per il sistema solare senza che loro interferiscano... Capisci cosa intendo?

Sì, e mi domando chi abbia ragione.

Anch’io.

Bene, fino adesso non c’è stato alcuno sforzo per determinare se tutto questo sia vero o no. E mi dispiace che quel tipo della setta Heaven’s Gate verrà intervistato da Larry King, perché verrà sicuramente usato per gettare discredito sul settore ufologico. La cosa strana è che io non posso andare al Larry King Show per parlare del mio libro, ci fanno passare sotto silenzio. Continuerò a parlare per la ristretta cerchia dei "convinti" del fenomeno... La nostra voce viene soffocata di continuo dai media.

Si sente una sola campana.

Esatto. È già un miracolo se certi argomenti giungono in radio, grazie a programmi come l’"Art Bell Show". Ma è incredibile che scienziati qualificati abbiano ottenuto dagli addotti oggetti fisici come gli impianti, e non ne sappiano spiegare la provenienza, e che il grande pubblico ne rimanga all’oscuro (queste motivazioni hanno poi indotto Strieber a collaborare con la rete televisiva NBC alla creazione del documentario "Confirmation", che si incentrava sullo studio degli impianti, ndr.). Al contrario, ai bambini verrà spiegato che l’ufologia è male, e che bisogna tenersene lontano o si commette suicidio. E se davvero c’è un Satana, stai sicuro che sta lavorando duramente per confonderci e spaventarci, tenendoci lontano dalla verità. Perché questa è la nostra vera strada verso la salvezza: solo uscendo al di fuori del pianeta Terra la razza umana sopravviverà. Altrimenti ci estingueremo. Il prossimo secolo ce lo dirà.

Una volta ho ricevuto una e-mail da un tipo che si dichiarava satanista, con lo pseudonimo "666"... mi intimava di lasciar perdere gli UFO, una velata minaccia...

(Ridendo) Non penserai di aver ricevuto una e-mail dal Diavolo?

Dal Diavolo no, ma da uno dei suoi, magari...

Beh, e chi lo sa? Ma non credo che sia tutto così ovvio, Sean...

Ad ogni modo condivido il tuo scetticismo sui media.

Sì, la cosa mi fa stare male. Non si tratta solo dei media, ma della comunità scientifica. Credo che il mio libro non la smuoverà di uno iota. Né i media. È terribile, come vivere in un paese di ciechi ed essere in grado di vedere. Questo ti rende un pericoloso ed odiato rivoluzionario. È come tornare al Medioevo, quando nei tribunali dell’inquisizione nulla di ciò che dicevi poteva salvarti, e sia il tuo silenzio che le tue parole erano interpretate come un’ammissione di colpa.

Credici o no, ho appena terminato un corso sull’argomento, intitolato "Storia della Stregoneria Europea e della sua Persecuzione".

È terrificante, perché è lo stesso processo. Ogni volta che scendo per strada mi domando se sarà la volta buona che mi lapideranno a morte. Perché se inizieranno ad essere scagliati sassi, Sean, io sarò il primo a riceverli. Perché sono dannatamente in vista. Tutti conoscono il mio viso. E diverse persone nella comunità ufologica sarebbero contente se sparissi. Sono tra i pochi a cercare di coinvolgere la comunità scientifica in maniera chiara. Vedi, il MUFON (famoso gruppo ufologico USA, ndr.) ha provato a ricoprirsi di una patina di scientificità, ma mancano le credenziali di chi ha autentici dottorati scientifici. Inoltre il MUFON pubblica le sue ricerche scientifiche sugli UFO solo nel suo organo "The MUFON Journal", ad uso interno dei soci, e non su riviste nazionali quali "Science" o "Nature". E questa è una sfortuna.

Capisco cosa intendi dire. Grazie per l’intervista. Buona fortuna per il tuo lavoro.

Grazie, e arrivederci.


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CARL SAGAN: GLI ALIENI HANNO VISITATO LA TERRA

Fonte: http://ufoedintorni.altervista.org/blog ... rmo-sagan/

Carl Sagan è stato uno dei più grandi astronomi e divulgatori scientifici di tutti i tempi. Memorabili le sue battaglie sulle, come le chiamava lui, “pseudoscienze“, categoria in cui – ahimè – è stata relegata anche l’Ufologia, non perché il fenomeno in oggetto non sia degno di studio, ma perché il sensazionalismo, “le chiacchiere da bar” e il ciarpame prendendo il sopravvento sullo studio serio, hanno ridimensionato di molto l’attenzione su questo fenomeno che deve essere studiato scientificamente. Anche se oggi è un pò difficile.

Non tutti sanno che quando era più giovane, Carl Sagan aveva delle idee completamente opposte su quelle che dichiarava in età matura, idee che sembrano “partorite” da un ufologo “progressista“, ma che erano eiettate fuori da una delle più grandi menti scientifiche di tutti i tempi, ossia che civiltà extraterrestri potevano aver visitato la Terra, con basi artificiali probabili sul nostro satellite naturale, la Luna.

Immagine

Ecco cosa affermava, intervistando l’astronomo, il “The Stars and Stripes del 26 novembre 1962” e ripreso dal sito internet di “The UFO Chronicles“:

Alcune delle migliori menti scientifiche del Paese sono rimaste perplesse quando un esile , giovane uomo dai capelli scuri, col gesso sulla lavagna scriveva questa equazione :

N è uguale a R FP NE FL FI FC L.

Il relatore è stato il Dr. Carl Sagan , 28 anni, assistente professore di astronomia all’Università di Harvard.

Il suo pubblico era costituito da diverse centinaia di membri della American Rocket Society , riuniti al suo indirizzo per il pranzo.

L’equazione era il suo modo di esprimere la probabilità matematica che esseri intelligenti provenienti dallo spazio abbiano visitato la Terra.

Sagan ha sobriamente spiegato che nella sua equazione N sta per il numero di civiltà tecnologiche avanzate nell’Universo che hanno la capacità di comunicazione interstellare.

R è il tasso medio di formazione stellare ripartito proporzionalmente oltre il ciclo di vita della Galassia.

FP è la frazione di stelle con sistemi planetari.

NE è il numero medio di pianeti in ciascun sistema con ambienti favorevoli per l’origine della vita.

FL è la frazione di questi pianeti in cui la vita si sviluppa.

FI è la frazione di questi pianeti abitati in cui sorge la vita intelligente con abilità manipolative durante il periodo di vita del Sole locale.

FC è la frazione di pianeti popolati da esseri intelligenti su cui sorge una civiltà avanzata tecnologica.

E L è la durata di vita di questa civiltà tecnologica.

Sagan ha affermato che nella sua formula le informazioni si basano su stime attuali degli astronomi.

Nell’effettuare i calcoli, ha assegnato ad ogni simbolo un valore numerico arbitrario.

Espresso in numeri, Sagan ha affermato che la formula intende che almeno 1 milione di 100 miliardi di stelle della nostra galassia Via Lattea ha dei pianeti in cui si sono sviluppate civiltà in grado di viaggiare tra le stelle.

“Diciamo che ciascuna di queste civiltà manda fuori una spedizione interstellare per anno“, ha dichiarato.

“Ciò significa che ogni stella, come il nostro Sole, potrebbe essere stato visitato almeno una volta ogni milione di anni. In alcuni sistemi in cui questi esseri hanno trovato la vita, avrebbero effettuato le visite più frequentemente. C’è una forte probabilità, quindi, che abbiano visitato la Terra ogni poche migliaia di anni.

“Non è fuori questione che esistano ancora reperti di queste visite o anche che un qualche tipo di base venga conservata, forse automaticamente, all’interno del Sistema Solare, per dare continuità per le spedizioni successive.

“A causa di agenti atmosferici e la possibilità di rilevazione e interferenze da parte degli abitanti della Terra, sarebbe preferibile non erigere una tale base sulla superficie terrestre. La Luna sembra una ragionevole alternativa.

“La prossima ricognizione fotografica della Luna da parte di veicoli spaziali – in particolare del suolo – potrebbe supportare ragionevolmente queste possibilità.”

In una conferenza stampa, Sagan ha predetto che l’uomo sarebbe stato in grado del volo interstellare vicino alla velocità della luce “nel corso di un secolo o due.”

Alla domanda se credeva nei dischi volanti, ha detto: “Io credo che ci sono oggetti che non sono stati identificati.”


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IL CASO DI CONTATTO DI LUDWIG F. PALLMAN

Articolo di Umberto Visani
Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... llman.html

Quello che andrò a presentare è uno fra più intriganti e affascinanti casi di contatto con visitatori di altri mondi accaduti negli anni sessanta del secolo scorso e riportato nel libro "Base Terra" del ricercatore Timothy Good. Qui si tratta purtroppo di un riassunto che forse rende poco onore, poichè nel libro la storia è narrata esaustivamente in ogni sua parte. Buona lettura.

Un incontro in treno

10 Ottobre 1964, India, Ludwig F. Pallmann, cittadino tedesco che si occupava della vendita di macchinari pesanti per la produzione di cibo, aveva preso posto in uno scompartimento del treno che collegava Bombay con Madras, nella speranza che questa città gli potesse portare più clienti rispetto a Bombay. Non era solo all'interno dello scompartimento, vi era anche un altro signore che, a una fugace occhiata, gli parve europeo. I due, dopo un po', cominciarono a scambiare alcune parole, in inglese, e costui si presentò a Pallmann come "Satu Ra". Pallmann notò che Satu Ra era vestito molto bene e denotava un portamento fiero di chi avesse avuto l'attitudine al comando: di costituzione molto snella, circa un metro e settantacinque di altezza per meno di cinquanta chilogrammi, a giudizio di Pallmann.

Col passare dei minuti, Pallmann ebbe modo di guardare con maggiore attenzione il suo interlocutore, notando presto alcuni dettagli che lo stupirono non poco: gli occhi erano sorprendentemente espressivi, grandi e scuri, le dita molto lunghe e affusolate, con le unghie coperte da una sorta di guaina mai vista prima, la carnagione di un marrone molto chiaro, dello stesso colore dei capelli, la bocca piccola e il mento lievemente deformato. Non solo, quando inspirava contraeva le mani come se per ogni respiro dovesse compiere un soverchio sforzo per immettere molta aria nei polmoni. Ma il particolare più inquietante venne osservato solo dopo alcuni minuti: quando parlava, la voce non proveniva dalla bocca ma da un piccolo microfono agganciato sul petto. Anche il modo di parlare non era comune: pur esprimendosi in un inglese perfetto, egli dava sempre l'impressione di esitare molto prima di riuscire a dire la prima parola, per quanto quelle successive fluissero senza problemi. Nel corso della notte, il treno entrò in una stazione, piena di gente affamata che versava in condizioni terribili. Satu Ra, uscendo dallo scompartimento, invitò Pallmann a seguirlo e gli fece strada fino al vagone di terza classe dove stavano ammassate numerose persone con chiari problemi di salute dovuti alla denutrizione. Satu Ra cominciò, parlando in perfetto hindi, a distribuire loro delle pasticche che, appena assunte, sortivano un effetto sorprendente causando un repentino miglioramento. Giunti a Madras, Pallmann, comprendendo che le loro strade stavano per dividersi e non avendo arguito di che nazionalità fosse Satu Ra, gli chiese da dove provenisse e questi gli rispose in maniera sorprendente: veniva da Cotosoti, su Itibi Ra II. Come si può ben immaginare, Pallmann non aveva idea di dove fosse questo luogo e chiese delucidazioni in merito, al che Satu Ra si limitò a indicare il cielo.

Oltre i confini della realtà

Pallmann era piuttosto scosso da quanto appena accaduto: varie stranezze nell'aspetto di Satu Ra, unitamente all'effetto miracoloso delle sue pasticche, gli avevano dato da pensare che davvero potesse non essere umano. Era con questi pensieri che si era recato in un albergo di Madras per trascorrere la notte successiva quando, mentre si trovava nella hall, venne avvicinato da un indiano che lo esortò a recarsi, la mattina seguente, in un preciso indirizzo della città di Madras dove abitava Satu Ra. Pallmann seguì le indicazioni e si diresse all'indirizzo indicato dall'uomo la sera prima: si trattava di una dimora lussuosa con annessa una galleria d'arte e, ad attenderlo, vi era proprio Satu Ra. All'interno dell'abitazione, a Pallmann venne mostrato un dipinto ritraente Vishnu e alcuni misteriosi oggetti, in apparenza velivoli, sulle vesti della divinità: Satu Ra gli disse che era la prova dei contatti di precedenti generazioni aliene con i terrestri.

Immagine
L'anello che Satu Ra fece dono a Pallmann

Il misterioso personaggio gli fece inoltre dono di un anello d'oro massiccio con al centro un pezzo di metallo sfavillante che, stando alle sue parole, avrebbe indicato a Pallmann la presenza sua o di qualcun altro della sua razza nelle vicinanze. Come preconizzato, il giorno seguente, a Benares, l'anello di Pallmann cominciò a brillare: si trovava nel giardino dell'hotel quando all'improvviso apparve la figura di Satu Ra e così cominciarono nuovamente a parlare dei propri viaggi; a un certo punto Satu Ra gli chiese se potesse far venire anche sua sorella, Xiti. Pallmann acconsentì ed ella si materializzò di fronte a loro mentre il fratello sembrava entrato in trance momentanea, quasi che l'apparizione della sorella (o la sorella stessa?) fosse dovuta a uno sforzo mentale di Satu Ra. Xiti presentava le medesime caratteristiche del fratello: occhi vivissimi e profondi, portamento fiero e altero, mento con un singolare difetto e, proprio come Satu Ra, la sua voce non proveniva dalla bocca ma da un congegno posto sul petto, nel suo caso occultato in parte da una vistosa spilla che impreziosiva un abito da sera di somma eleganza. Fu il giorno seguente che Pallmann, fino ad allora ancora un po' dubbioso, si convinse dell'origine extraterrestre di Satu Ra e di Xiti. Si trovavano nei pressi di un crematorio sulle rive del Gange, con decine di bambini semimorenti, con piaghe infette su tutto il corpo. Xiti prese un unguento giallo che teneva in una borsa e lo cosparse sulle braccia martoriate di una ragazza, provocando una guarigione istantanea. In quel momento Pallmann comprese di trovarsi dinnanzi a entità non di questo mondo e cominciò ad accettare tutto quanto gli veniva raccontato. Il 27 ottobre 1964 Pallmann dovette lasciare l'India per motivi di lavoro, malgrado volesse porgere ancora molte domande a Satu Ra e a sua sorella Xiti. Unica "prova" di quanto accaduto era l'anello donatogli da Satu Ra. Giunto a Zurigo, Pallmann lo fece esaminare da un orafo che gli disse che era molto antico e di foggia precolombiana.

Tre anni dopo

All'inizio del 1967 Pallmann si trovava a Lima, in Perù. Non aveva più visto Satu Ra e Xiti da quella volta in India e ormai pensava che non avrebbe più avuto occasione di incontrarli. Un giorno fece conoscenza con un giovane austriaco di Innsbruck, che lavorava nella zona come guida. Egli disse a Pallmann di aver incontrato alcune persone di razza caucasica nel profondo della foresta che lo avevano curato quando era stato colto da una febbre mortale. Pallmann, allorché l'austriaco gli raccontò che questa gente aveva la punta delle dita anomale, pensò potesse trattarsi dei suoi "amici" extraterrestri. La certezza arrivò poco tempo dopo, sempre a Lima, quando, ricoverato per un problema al rene destro, una notte, in preda a forti dolori, una mano proveniente dal nulla prese la sua: era Xiti, materializzatasi nella sua stanza. Ella gli diede alcune delle loro pasticche e Pallmann si sentì subito meglio, al punto che, due giorni dopo, fra lo stupore dei medici curanti, venne dimesso. Xiti lo invitò a seguirla nella loro base nella giungla all'interno della quale venivano coltivate delle piante particolari. Pallmann accettò di buon grado e, giunto con Xiti a Huancayo, una cittadina di montagna a circa ottanta chilometri da Lima, incontrò nuovamente suo fratello. Tutti insieme, dopo aver preso un taxi che li condusse vicino al lago Junin, si incamminarono nella foresta.

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Il Lago Junin

Al tramonto, un disco volante apparve e si posizionò sopra Pallmann, Xiti e Satu Ra. Da esso emerse uno strumento per l'imbarco che li sollevò tutti e li depositò in una specie di reception antisettica. Subito Pallmann notò come il disco avesse una struttura biologica, nel senso che pareva composto da nervi e vasi sanguigni come se fosse un'entità viva. Giunto a bordo, Pallmann fu denudato e, mentre veniva lavato, si addormentò. Al suo risveglio si trovò sospeso a mezz'aria, legato a centinaia di vene. Egli fu portato in un'altra stanza dalla quale, tramite uno luogo d'osservazione a forma di occhio che consentiva di immergersi in scenari lontani come in una sorta di schermo a 360 gradi, gli furono mostrate immagini del pianeta d'origine, Itibi Ra: case costruite sulle rive di fiumi, dall'architettura totalmente diversa dalla nostra, volti sorridenti, in uno scenario tipicamente utopico. Satu Ra lo esortò a porre domande e lo informò che, a partire dal 1946, essi avevano creato numerose piantagioni in Sud America a scopo di ibridazione e di ricerca poiché sul loro pianeta si erano estinte alcune specie essenziali per la loro alimentazione. Le loro astronavi si muovevano, parole testuali di Pallmann, sfruttando le onde cosmiche grazie ad alcune "batterie spaziali dimensionali di tipo prismatico per filtrare e ricevere la vita, reagendo alle forze intercosmiche di colore, luce, temperatura, tempo".

Immagine
L'unica foto esistente di Ludwig F. Pallmann ritratto
insieme ad uno sciamano indios in Perù

Gli Itibi Raiani non si palesavano alle masse poiché non sarebbero state culturalmente pronte per accettare il loro arrivo. Al contrario, nessun problema sorgeva nel loro rapporto con gli indios dal momento che, non volendo traumatizzarli, si erano loro presentati come americani. I rapporti tra Pallmann e gli Itibi Raiani non cessarono dopo questa visita: il 20 febbraio 1967 si recarono in Colombia, a Barranquilla. Durante il viaggio Pallmann, nel tentativo di ottenere delle prove di quanto stava accadendo, cercò di scattare delle foto, ma la macchina fotografica gli venne requisita. Il viaggio fu l'occasione per porre nuove domande. Pallmann apprese che gli Itibi Raiani identificavano Dio con la Natura e viceversa e che la Terra era uno dei pianeti definiti "pianeti del cancro", in quanto questa malattia degenerativa si sviluppa in percentuale così elevata per il malessere generalizzato presente sul pianeta. Il 26 febbraio Satu annunciò a Pallmann di aver ricevuto l'ordine di abbandonare le piantagioni del Sudamerica e lo riportò sul lago Junin, in Perù.

La fine

Per due anni Pallmann non ebbe più contatti con Satu Ra, finché nel gennaio 1969, nel Salvador, non vi fu un nuovo incontro, preannunciato dallo scintillio dell'anello, vicino all'Isla del Altar: Satu Ra era seduto su uno scoglio, sconsolato per la morte della sorella Xiti, avvenuta nel corso di una spedizione su un'altro pianeta. Con empatica tristezza, Pallmann si recò a casa di un suo amico medico, a San Pedro Nonualco e, la mattina successiva, i giornali locali, a parziale conferma di quanto accaduto il giorno prima, riportavano l'avvistamento di un Ufo da parte di centinaia di persone.

Immagine
Una stampa locale dell'epoca che ha riportato
l'avvistamento UFO su San Salvador

Nel 1970 Pallmann diede alle stampe il libro Cancer Planet Mission, in cui raccontava nel dettaglio le esperienze avute con questi visitatori nel corso degli anni. L'interesse suscitato fu piuttosto basso, dal momento che quasi nessuno gli prestò credito.

Conferme e ipotesi

Come si potrà ben comprendere, di primo acchito una storia di questo tipo non può che essere ritenuta il parto di una fervida fantasia: infatti, le prove dirette a supporto sono scarsissime, ad eccezione dell'anello e dell'avvistamento di massa avvenuto il giorno successivo all'ultimo incontro con Satu Ra. Lo stesso Pallmann, nel suo libro, ammise, con una punta di mestizia, che nessuno gli avrebbe prestato fiducia. L'ex pilota dell'Usaf nonché celebre ricercatore Wendelle Stevens, incuriosito da questa vicenda, ha cercato di indagare per proprio conto, memore del fatto che, nel 1967, durante un viaggio dalla Colombia al Perù per consegnare dei Beechcraft T-34 alla marina peruviana, alcuni indios, cui egli aveva espresso il proprio stupore per la mancanza di coltivazioni di certi frutti tropicali, gli dissero che alcuni americani stavano realizzando delle colture di quel tipo e che si era loro unito un tedesco alcuni mesi prima ma non era più tornato. In seguito ad ulteriori ricerche, Stevens reperì un articolo di giornale che parlava in maniera vaga di un certo "Ludwig Pallimann" (sic), un commerciante tedesco che aveva raggiunto un gruppo di americani nel mezzo della giungla, ivi condotto da alcuni indios. Giunto sul posto, continua l'articolo, Pallimann si sarebbe accorto che costoro non erano americani e avrebbe cominciato a esprimersi in francese, finché queste persone non gli dissero di provenire da un altro pianeta chiamato Itipura e di essersi stabiliti lì per raccogliere materiale da portare sul loro pianeta d'origine. Wendelle Stevens ha cercato di raggiungere Pallmann in varie circostanze, ma non vi è mai riuscito, né in Sudamerica né in Europa. Sarebbe tuttavia troppo facile liquidare l'intera vicenda come pura invenzione, occorre piuttosto tenere presenti alcuni aspetti. Innanzitutto, Pallmann non ha ottenuto alcuna fama dal raccontare la sua storia, anzi, probabilmente il suo lavoro non ha ricevuto giovamento dalle continue assenze nei periodi trascorsi con gli Itibi Raiani. In secondo luogo, se avesse voluto inventarsi tutto, avrebbe certamente creato un quadro più completo e credibile: certe descrizioni dell'interno del disco volante e, in particolare, del suo funzionamento e propulsione, rappresentano il tipico resoconto di chi non ha capito nulla di quanto gli è stato detto: questo ci induce a pensare come effettivamente egli sia entrato in contatto con entità che hanno cercato di veicolargli molteplici messaggi. Non solo, vi è tutta una serie di elementi comuni ad altri resoconti di contattisti e rapiti che ritorna in maniera circostanziata: l'interesse per la frutta e per la verdura a scopo ibridativo (come nel caso Amicizia), il divieto di portare via con sé prove (si pensi all'abduction dei coniugi Hill), la procedura di lavaggio a bordo del disco (identica al caso Villas-Boas), tutte circostanze che accomunano questa esperienza ad altri casi in cui, bisogna ammetterlo, la mole di prove è invece massiccia.

Immagine
UFO fotografati a Yungay, Perù, nel Marzo 1967, proprio
nel periodo in cui iniziarono in quella regione i contatti di Pallmann.
Sono velivoli della civiltà di Itibi Ra?


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 16:33 
L'ENIGMA DEL DOTTOR WOLF: L'UOMO CHE PARLAVA AGLI ET PER CONTO DELLA NSA

Articolo di Maurizio Baiata
Fonte: http://mauriziobaiata.net/2013/09/14/le ... della-nsa/

“The Catchers of Heaven” è uno straordinario genere di comunicazione scritta, in cui Michael Wolf parla delle arti, della scienza e della religione. Tre decenni di dovere patriottico e una conoscenza sconfinata, i modi gentili, idee che incoraggiano alla comprensione della continua creazione dell’Universo; l’impatto dei pericoli ambientali sulla nostra biosfera… il lavoro segreto per il Governo e le cose per le quali il suo cuore si addolorava. Spazio e tempo, spiritualità, creazione dell’uomo, amore per la famiglia. Sperimentare gioia, dolore, sorriso, speranze per un mondo migliore, soprattutto per i bambini, le qualità che rendono unica l’“equazione umana”. Dubitare, ragionare e discutere di morale, di clonazione, di indagini UFO, di contatto alieno, di esperienze di abduction, ma necessariamente in chiave narrativa, l’unica che gli era consentita.

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Il dottor Michael Wolf Kruvant

Il National Security Council aveva infatti consentito a Wolf di “generare un flusso controllato di informazioni segrete” attraverso il libro “The Catchers Heaven” (in uscita in Italia nel Gennaio 2014). Wolf si dichiarava dottore in neurologia, fisica teorica, biogenetica, diritto internazionale e scienze informatiche.

Tutti i documenti, il curriculum universitario e le tracce di suoi coinvolgimenti con la CIA, la NSA e l’NSC sono stati cancellati, come da prassi, per individui inseriti nei “programmi ad accesso limitato”. Questo gli ha scatenato contro molti ufologi “mainstream”, primo fra tutti il fisico nucleare Stanton Friedman. Il Dr. Wolf disse di aver lavorato nei laboratori dell’Area 51, a Wright-Patterson (Dipartimento Tecnologia Straniera), a Indian Springs e a Dulce, dove ha “incontrato per lavoro ogni giorno esseri extraterrestri”.

Wolf sarebbe stato membro del “MJ-12” e capo dell’Alphacom Team, specializzato nell’ottenere informazioni sulle diverse razze extraterrestri. Wolf aveva facoltà ESP e di Remote Viewing e svolse attività di interfaccia telepatico con gli ET.
Il suo vero nome era Michael Kruvant. È morto il 18 Settembre del 2000, a 58 anni.
Negli ultimi tempi, ogni conversazione con lui era una stilettata al cuore, una lacerazione che toccava il profondo. Tenute insieme dal filo del telefono, distanti migliaia di chilometri, le nostre vite potevano andare in parallelo, senza incontrarsi e neppure sfiorarsi. Michael Wolf, dalla sua abitazione ad Hartford, in Connecticut, poteva comunicare solo telefonicamente e sempre più a fatica, minato dal male che progressivamente lo erodeva e si era diffuso ovunque nel suo corpo. Un involucro fisico ogni giorno sempre più fragile, la pelle tesa, tirata sulle ossa, la mente però ancora lucida nonostante i farmaci e la voce profonda, caldissima.
Diceva che al corpo non voleva dare alcuna importanza e quella inesorabile ed estenuante separazione andava affrontata, come un passaggio e non come una fine. Diceva che la nostra vita non ha mai fine. Il tumore al colon gli era stato diagnosticato almeno quattro anni prima, quando il suo libro era in via di stampa. I dottori che lo avevano in cura erano specialisti dell’intelligence militare. Gli facevano visita di tanto in tanto, somministrandogli dosi sempre più massicce di farmaci, antidolorifici e antitumorali usati nelle terapie da carcinoma e leucemia.

Michael non riusciva più a scrivere al computer, aveva i polpastrelli forati dalle punture, usava il telefono per parlare con gli “amici”. Aveva due apparecchi telefonici fissi, niente cellulare. Uno era solo ricevente, una sorta di “linea rossa” collegata – sembra – con qualcuno che dall’altra parte gli diceva cosa fare, come assolvere al suo compito di “interfaccia”, di “remote viewer”, capace di connettersi e visualizzare psichicamente a distanza cose, luoghi e persone.

Il 15 Marzo del 2000, Bobbi Ferguson, sua assistente e infermiera, aveva richiesto a chi era in contatto con lui via internet di desistere: Michael aveva avuto un collasso a causa di complicazioni coronariche. Il suo cuore aveva cominciato a cedere. Dopo la sua morte, il suo appartamento ad Hartford, Connecticut, è stato ripulito, tutta la sua documentazione, incluso il manoscritto di un secondo libro, è scomparsa.

Poi il mondo ufologico internazionale ha dovuto accorgersi di lui, giocoforza. La sua storia si era diffusa come uno strano rumore di fondo. Degli ex appartenenti a strutture militari e dei servizi di intelligence che abbiano rivelato di essere stati collegati alla questione UFO e Alieni, il dottor Michael Wolf Kruvant resta il più enigmatico e “alieno”. Un rompicapo per chiunque si sia cimentato nel tentativo di ripercorrerne la vita e la carriera accademica, visto che ne esistono solo fumosi riscontri, come da prassi in un mondo di ombre e nebbie.

Wolf aveva “parlato” a modo suo, attraverso le pagine di un libro altamente sibillino, una lettura difficile da affrontare a causa del linguaggio, poeticamente astruso, obliquo e paradossale in ogni riga. Il suo nome serpeggiava ed era entrato nel mito, il più controverso nella storia degli ultimi due decenni di una materia ammantata di mistero e irta di pericoli come era stata la vita di Wolf.

Il pilota civile americano James “Jim Jet” Courant, sul finire del 1998, fu fra i primi ad avvicinarlo. Mai palesando le proprie entrature con l’intelligence, Courant si muoveva con cautela e velocemente ovunque nel mondo. Raggiunse il piccolo appartamento di Hartford dove Wolf abitava e lo intervistò una prima volta in audio. La registrazione divenne la trama di un articolo che apparve sul mensile britannico “UFO Magazine”, diretta dal compianto Graham Birdsall, giornalista poco incline al sensazionalismo, che vide nella storia di Wolf sufficienti elementi di concretezza per reggere la pubblicazione. Wolf rivelava media il ruolo da lui avuto al vertice dell’Alphacon Team, struttura deputata a gestire nella massima segretezza la questione ET per conto del governo ombra degli Stati Uniti. Telefonicamente Courant ci rivelò che l’intervista a Wolf avrebbe sollevato un polverone, andando oltre i contenuti di “The Catchers of Heaven” (“Afferrando il Cielo”, Futuro edizioni, 1999), uscito in prima edizione negli USA nel 1996 per la Dorrance Publishing con copyright della Daniel Wolf Memorial Foundation, associazione benefica intitolata al figlio di Michael. Il libro ebbe circolazione limitata e divenne immediatamente un “cult” mentre il suo autore restava nel mistero. Fu l’articolo di “UFO Magazine” a portarlo alla luce.

Chiesi allora al più autorevole ufologo mondiale, Stanton Frideman cosa pensasse di Wolf, se gli apparisse credibile, se ne avesse verificato le credenziali. Friedman rispose di nutrire una naturale simpatia nei confronti dello strano personaggio, che personalmente non aveva mai incontrato, ma di dubitare che il suo altisonante curriculum scientifico corrispondesse a realtà. Nulla, a suo dire, confermava che Wolf avesse conseguito una laurea al Massachusetts Institute of Technology o fosse membro onorario di importanti associazioni scientifiche statunitensi. Chiunque, con pochi dollari, poteva costruirsi un falso curriculum. Per Friedman, Wolf era un patetico e allucinato scrittore che tentava di vendere la propria leggenda metropolitana all’ufologia con un romanzo pieno di frottole.

Mentre altri, compreso chi scrive, hanno ottenuto positivi riscontri sulle credenziali di Wolf, il fratello Ron ha dichiarato che Michael era malato di mente, era un mitomane e ha preso le distanze da lui in un’intervista visibile su youtube.

Invece, nell’intervista rilasciata nel Luglio 2010 a Neil Gould (Exopolitics Hong Kong), il nobile francese Philippe de la Messuzière conferma alcune affermazioni fatte da Michael Wolf. Ad esempio: gli ET collaborano con gli umani nelle basi sotterranee; la clonazione di un umano (J.O.E.) dal suo materiale biologico; la foto di un ET (Kolta) che il francese incontrò in casa di Wolf.

Fuori dall’alea di tragedia shakespeariana, la vita di Wolf come “interfaccia” fra esseri alieni (di diverse razze e con finalità diverse) e la struttura supersegreta della quale faceva parte in connessione alla NSA (National Security Agency) resta unicamente testimoniata nel suo libro.


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VISIONE ALLARGATA DEL FENOMENO UFO

Articolo di Paolo Brega
Fonte: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... O_ID=10078

Per "fenomeno UFO" si intende l'insieme di testimonianze di persone che riferiscono di aver visto in cielo delle luci o degli oggetti che non sono riusciti ad identificare con qualcosa di noto. La casistica ufologica offre un'ampia tipologia di fenomeni che vanno dalle "luci notturne", agli "oggetti diurni" che si caratterizzano come strani per l'aspetto (forma, dimensioni, colori) o per il comportamento (forti velocità, rapidi movimenti, "manovre"). Un certo numero di avvistamenti è accompagnato da conferme strumentali quali fotografie, filmati, rilevamenti radarici. Il 24 Giugno 1947 rappresenta la data ufficiale di inizio della massiccia diffusione delle informazioni riguardanti un fenomeno che, ancora oggi, non ha trovato nè una spiegazione nè, peraltro, una giusta collocazione nell'ambito della ricerca scientifica. In tale data un uomo d'affari statunitense, Kenneth Arnold, in volo sul suo aereo privato nello Stato di Washington osservò nei pressi del monte Rainer nove oggetti argentei che si muovevano in formazione "a cuneo, simile a quella delle anatre".

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Modello di velivolo UFO avvistato da K.Arnold

Tornato a terra descrisse i corpi visti come dei piatti o sassi che "rimbalzavano sul pelo dell'acqua": un giornalista che intervistò Arnold li riportò come "flying saucers", coniando un termine che per diversi anni identificò analoghi avvistamenti (in Italia l'espressione venne tradotta con il termine "disco volante", ancora oggi di uso corrente). L'osservazione di Arnold focalizzò l'attenzione dei mass-media, prima statunitensi poi di tutto il mondo, sull'esistenza di strani fenomeni osservati in cielo. Dopo questa prima segnalazione ne seguirono numerose altre accompagnate dai primi interrogativi sull'origine degli "oggetti" osservati, dando vita ad un vero e proprio fenomeno giornalistico che incrementò l'interesse del pubblico.
Negli anni successivi, inoltre,grazie all'attività dei mass-media e, soprattutto, degli appassionati della questione, che, in tutto il mondo, aumentavano di numero costantemente, vennero alla luce tutta una serie di episodi, fondamentalmente analoghi a tali osservazioni (pur con caratteristiche descrittive abbastanza diverse) che sarebbero avvenuti precedentemente al 1947.
Basta citare, a tale proposito, i cosiddetti "razzi fantasma" (parecchie centinaia di segnalazioni di strani razzi luminosi che solcarono principalmente i cieli scandinavi nel 1946 ed all'epoca ritenuti missili V-2 catturati ai tedeschi dai russi e da quest'ultimi lanciati a scopi sperimentali), i "foo-fighters" (fenomeni luminosi, generalmente di forma globulare, osservati dagli equipaggi di aerei militari tedeschi ed alleati durante la seconda guerra mondiale sui cieli d'Europa e del Pacifico), gli "aerei fantasma" (una lunga serie di osservazioni di strani "aeroplani", generalmente scuri e senza contrassegni apparenti, volanti nei cieli della Scandinavia degli anni trenta in condizioni atmosferiche generalmente proibitive) e le "aeronavi" (delle specie di dirigibili, stranamente somiglianti a quelli descritti nei romanzi di anticipazione di Giulio Verne, generalmente caratterizzati da riflettori o luci e spesso osservati proprio solo come fonti di luce, che vennero avvistati in centinaia di occasioni nel 1896-1897 in quasi tutti gli stati della confederazione americana e negli anni successivi, 1909 e 1913 soprattutto, in altri paesi, come Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Sudafrica ed ancora USA).
Con il continuo aumentare degli avvistamenti e un vigoroso incremento dell’interesse da parte dell’opinione pubblica, il fenomeno UFO divenne un vero e proprio oggetto di studio e di analisi da parte della comunità scientifica e non solo.
A seguito della loro crescente popolarità, gli avvistamenti di UFO hanno cominciato ad essere studiati non solo da commissioni governative come il Progetto Sign e il Progetto Blue Book, ma anche da organizzazioni private; negli anni cinquanta ha cominciato così a svilupparsi l'ufologia, termine che ha cominciato a diventare di uso corrente e ad entrare nei principali dizionari a partire dal 1959. In quegli anni alcuni ufologi, tra cui Leonard Stringfield, hanno cominciato a studiare anche i presunti avvistamenti riferiti negli anni immediatamente precedenti al 1947, come i Foo fighters durante la Seconda guerra mondiale, ritenendo che potessero presentare analogie con gli avvistamenti verificatisi a partire dal 1947.

Immagine
Foo Fighters sullo sfondo di questa foto del 1945

Negli anni sessanta alcuni autori hanno cominciato a ricercare tracce di presunte manifestazioni di oggetti volanti sconosciuti nei secoli passati; sono nate così la clipeologia, che esamina le cronache, i documenti storici e le opere d'arte dei secoli passati, e la paleoastronautica, che prende in esame i reperti archeologici e ipotizza che certi manufatti (statuette, megaliti, ecc.) di alcune civiltà antiche si possano spiegare mediante il contatto con gli extraterrestri. Come avviene per l'ufologia, anche la clipeologia e la paleoastronautica non sono riconosciute dalla scienza ufficiale.
Sul fenomeno, a partire dal dopoguerra, sono stati condotti anche studi ufficiali da parte delle autorità militari e civili di vari paesi, prima secretati e solo in seguito resi pubblici, i quali hanno constatato che, dal punto di vista statistico, esiste una percentuale non trascurabile di avvistamenti che rimane senza una spiegazione. Sono infatti il 22% del totale i casi non identificati risultanti dalle ricerche del GEIPAN francese; circa 1100 (10% del totale) sono quelli che emergono dagli archivi del Ministero della Difesa britannico, 701 (5,56 % del totale) dal progetto Blue Book dell'USAF (studio chiuso nel 1969).
L’eterogeneità degli avvistamenti meritava una classificazione per mettere maggiore ordine tra le migliaia, decine di migliaia di pagine che trattavano della questione. La classificazione Hynek è indubbiamente il primo e riuscito tentativo scientifico di "codificare" i fenomeni ufologici in determinate casistiche.
E' necessario però prima un breve cenno biografico su Joseph Allen Hynek, uno dei massimi esponenti della scienza ufologica. Hynek, celebre astrofisico americano, dopo aver collaborato per lungo tempo con i progetti governativi riguardo a veicoli volanti non identificati, in seguito fondò il "collegio invisibile", un gruppo di scienziati decisi ad affrontare la fenomenologia ufologia in un ambiente scevro da pressioni e doppi fini.
Purtroppo, l'illustre ufologo è deceduto il 1986, lasciando però un bagaglio inestimabile di conoscenza e teorie. La classificazione Hynek è così suddivisa:

• LUCI NOTTURNE: Ufo visti a grande distanza e di notte. Di tale tipo sono la maggior parte degli avvistamenti segnalati.
• FORME DIURNE: Dischi volanti, Sigari ed altre tipologie di Ufo viste a grande distanza ma di giorno. In tali casi i testimoni riescono a descrivere una forma definita, rapportare l'oggetto ad elementi circostanti così da determinarne le dimensioni...
• FENOMENI RADAR-VISUALI: Casi avvistati con l'ausilio di strumentazione specifica e spesso registrati. E' un tipo di avvistamento decisamente attendibile.
• INCONTRI RAVVICINATI DEL 1° TIPO: Ufo avvistati a distanza ravvicinata senza effetti ed interazioni con ciò che li circonda.
• INCONTRI RAVVICINATI DEL 2° TIPO: Ufo avvistati a distanza ravvicinata con effetti di natura fisica quali termici (aumento di temperatura), elettromagnetici, chimici, meccanici...
• INCONTRI RAVVICINATI DEL 3° TIPO: Ufo che sono atterrati, avvistati a distanza ravvicinata, con creature umanoidi che interagiscono con l'ambiente circostante. Le testimonianze attendibili sono molto rare.

Esempi di I.R. del 1° Tipo

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Luci di Phoenix

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Luci di Hessdalen

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Spirale in Norvegia

Recentemente, in seguito ad un evolversi degli avvenimenti, ad una più approfondita analisi del fenomeno ufo oppure, come dicono gli scettici, ad un'ondata di nuovi mitomani si sono aggiunte due nuove tipologie. Sottolineo che le due classificazioni che seguono non sono opera di Hynek.

• INCONTRI RAVVICINATI DEL 4° TIPO: Entità aliene che prelevano esseri umani per imperscrutabili fini para-scientifici. Tale tipologia è più nota col termine "Abduction"(sequestro).

• INCONTRI RAVVICINATI DEL 5° TIPO: Fenomeni esogamici (rapporti sessuali con creature provenienti da altri pianeti).

La classificazione di Hynek non è la sola tipologia di classificazione utilizzata anche se, per la sua semplicità e immediatezza risulta certamente essere la più utilizzata e la più nota al pubblico anche grazie al successo cinematografico del capolavoro di fantascienza “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo” di S.Spielberg. La seconda modalità di classificazione che vi andiamo a presentare in questo articolo è quella coniata da Jacques Vallee, noto ricercatore nel campo dell'ufologia, famoso in particolare proprio per aver ridefinito un sistema di classificazione per i fenomeni ufologici e più in generale esperienze paranormali. Questa classificazione, chiamata classificazione Vallee, è diventata con il tempo più utilizzata del sistema Hynek in ambito di ricerca. I criteri di classificazione sono 5: livello delle conseguenze del fenomeno (sigla AN), comportamento dell'UFO (sigla MA), presenza, quantità e tipo di prove dell'accaduto (sigla FB) e tipo di incontro ravvicinato (sigla CE) più un criterio formato da tre cifre per valutare l'attendibilità della segnalazione (sigla SVP).

Conseguenze del fenomeno:
- AN1: si sono verificate anomalie senza effetti permanenti (come luci o esplosioni inspiegabili);
- AN2: si sono verificate anomalie con effetti durevoli (come materializzazioni e cerchi nel grano);
- AN3: si sono verificate anomalie con entità associate (fantasmi, spiriti, creature leggendarie);
- AN4: vi è stata un'interazione con le entità associate alle anomalie (esperienze di quasi-morte, miracoli religiosi e visioni, OBE);
- AN5: resoconti di danni o morti anomale (combustione umana spontanea, inspiegabili ferite);

Comportamento dell'UFO:
- MA1: un UFO è stato osservato seguire una traiettoria discontinua;
- MA2: come MA1 più effetti fisici causati dall'oggetto;
- MA3: come MA1 più entità presenti a bordo dell'UFO;
- MA4: le manovre dell'UFO sono accompagnate da una sensazione di trasformazione della realtà da parte dell'osservatore;
- MA5: le manovre dell'UFO hanno causato danni permanenti o morte all'osservatore;

Presenza, quantità e tipo di prove dell'accaduto:
- FB1: un semplice avvistamento UFO che attraversa il cielo lungo una linea retta;
- FB2: come FB1 ma accompagnato da prove fisiche;
- FB3: avvistamento di un UFO a bordo del quale sono state viste entità viventi;
- FB4: avvistamento di un UFO accompagnata da una sensazione di trasformazione della realtà da parte dell'osservatore;
- FB5: un avvistamento UFO che provoca danni permanenti o morte all'osservatore;

Tipo di incontro ravvicinato:
- CE1: contatto con un UFO entro i 150 metri dal punto di osservazione, nessuna conseguenza per il testimone;
- CE2: come CE1 ma lascia tracce di atterraggio tangibili o danneggia il testimone;
- CE3: sono state osservate entità sull'UFO;
- CE4: rapimento del testimone;
- CE5: come CE4 ma con danni permanenti al testimone o morte;

Per l'attendibilità ci si basa su numero formato di tre cifre il cui significato è il seguente.
Prima cifra, attendibilità della fonte:
- 0: fonte sconosciuta o inattendibile;
- 1: la fonte è nota, ma non è stato possibile definire un'attendibilità;
- 2: fonte attendibile di seconda mano;
- 3: fonte attendibile di prima mano;
- 4: interrogatorio di persona con un testimone di fonte di provata attendibilità;

Seconda cifra, esperienza di chi ha visitato il luogo dell'avvenimento:
- 0: nessuna visita sul posto;
- 1: visita sul posto da parte di una persona non familiare con il fenomeno in questione;
- 2: visita sul posto da parte di una persona familiare con il fenomeno in questione;
- 3: visita sul posto da parte di un investigatore con sufficiente esperienza;
- 4: visita sul posto da parte di un analista con esperienza;

Terza cifra, possibili spiegazioni:
- 0: sono presenti più spiegazioni naturali con dati a supporto;
- 1: spiegazioni naturali richiedono solo leggere modifiche dei dati raccolti;
- 2: spiegazioni naturali richiedono una grande alterazione di un parametro;
- 3: spiegazioni naturali richiedono una grande alterazione di più parametri;
- 4: dati i fatti, non vi sono spiegazioni naturali possibili;

Ad esempio la sigla MA1-301 (presa da un caso riportato dal BUFORA per il governo inglese) significa che si tratta di un'osservazione di un UFO che segue una traiettoria discontinua e che la fonte è attendibile e di prima mano, che non vi sono state visite sul posto e che spiegazioni naturali richiedono lievi modifiche ai dati raccolti.

Immagine
Da sinistra Allen Hynek e Jacques Vallee

Non possiamo in questa sede voler approfondire uno per uno i principali casi ufologici della storia, rimandando al lettore il desiderio di ricercare sui libri e su quanto reperibile online le informazioni necessarie per potersi fare una propria opinione al riguardo.
Ma è necessario comunque citarne alcuni per evidenziare la complessa eterogeneità delle caratteristiche e delle qualità di ciascuno di essi per poter introdurre efficacemente la classificazione proposta dal Progetto Atlanticus, da affiancare a quella di Hynek e Vallee, non tanto per descrivere la tipologia di avvistamento, quanto la natura, l’origine dello stesso. Come vedrete non ci riferiamo almeno nel breve elenco sotto riportato ai casi più famosi di cui certamente avrete già avuto modo di sentire parlare.
Londra, 6 Gennaio 1995 - Il volo BA5061 della British Airways stava avvicinandosi all'aeroporto di Manchester. Il Boeing 737, con 60 passeggeri, era partito quasi due ore prima da Milano; un volo di normale routine. Il pilota, ormai nella fase finale della procedura d'atterraggio, era a 1200 metri di quota quando, improvvisamente, si vide sfilare accanto uno straordinario UFO a forma di cuneo.
Venerdì 11 Gennaio 2002 alle ore 17,50 Herbert F.C. si trovava pochi passi fuori dalla propria casa situata nel quartiere di Hietzing di Vienna quando ha udito un rombo e visto uno strano oggetto sopra la città.
15 Agosto 1950, Nicolas Mariana, manager della squadra di baseball di Great Falls (gli Selectrics), è riuscito a girare un film con pellicola da 16mm di quelli che appaiono due punti di luce bianca molto intensa.
Il 12 Luglio del 1964, alle ore 17:25, i passeggeri di un volo di linea che andava da Leningrado a Mosca (Russia) furono testimoni di un incontro ravvicinato del 1° tipo. L'aereo, un Tupolev TU 104 (#1058;#1091;#1087;#1086;#1083;#1077;#1074; #1058;#1091;-104), stava sorvolando la città di Bologoye (#1041;#1086;#1083;#1086;#1075;#1086;#769;#1077;, nel distretto di Bologovsky) quando un UFO dalla forma a disco e dai contorni poco definiti fu avvistato dai passeggeri.
Il 20 maggio 1967 a Falcon Lake, una località situata a circa 120 chilometri a est di Winnipeg, nel Canada. Steve Michalak, un giovane appassionato di geologia, è alla ricerca di minerali di cui la zona è ricchissima. Siamo intorno a mezzogiorno e il nostro geologo dilettante, munito dei suoi attrezzi, procede lentamente attraverso i boschi verso una formazione rocciosa che ha individuato non lontano da una vasta palude. Ad un tratto, mentre stava per cominciare a esaminare qualche pietra, sente lo schiamazzo di un branco di oche selvatiche spaventate. Nell'attimo stesso, scorge nel cielo due luci rosse che si avvicinano. Immediatamente dopo, distingue due oggetti a forma di sigaro, sormontati da una protuberanza, che scendono lentamente.
Base aerea di Gioia del Colle, Bari. 26/10/1978. Dopo che nella serata del giorno precedente una traccia misteriosa fu rilevata per una decina di minuti dal radar dell'aeroporto di Gioia del Colle (in provincia di Bari), due caccia F-104 del 36^ Stormo A.M. ivi dislocato vengono fatti decollare su allarme per intercettare una luce intensissima e molto grande quasi ferma in direzione della pista.
Noi del Progetto Atlanticus riteniamo che limitare la ricerca ufologica alla casistica “dadi e bulloni” sia non errata, ma non esaustiva della complessità del fenomeno. Per questo proponiamo e suggeriamo una visione allargata del fenomeno UFO che trasla da una interpretazione esclusivamente materiale del fenomeno a una osservazione a più ampio raggio che abbracci anche aspetti “immateriali”.
Sulla dimensione metafisica del fenomeno UFO si espresse persino il pioniere della psicologia del profondo Carl Gustav Jung il quale si occupò più volte del fenomeno UFO nei suoi scritti e in particolare nel celebre saggio “Un mito moderno: le cose che si vedono in cielo”, interpretandoli come rappresentazioni psichiche inconsce legate ad avvenimenti di rilevanza collettiva.
Jung aveva iniziato a interessarsi agli UFO già negli anni quaranta, documentandosi su tutto quello che veniva pubblicato sul tema, per pubblicare infine nel 1958, tre anni prima della morte, il suo saggio, che può esser visto come una puntuale interpretazione psicologica del fenomeno, ma anche come una ricapitolazione essenziale delle sue principali idee sulla psiche, e insieme come un messaggio - uno degli ultimi - in cui trovano posto le speranze e i timori che egli nutriva sul futuro dell'umanità.
Jung vede la coscienza del nostro tempo lacerata, frammentata da un contrasto politico, sociale, filosofico e religioso di eccezionali dimensioni. L'Io si è troppo allontanato dalle sue radici inconsce; le "meraviglie" della scienza e della tecnica sembrano volgersi in forze distruttive. I dischi volanti rappresentano visioni, oggettivazioni fantastiche di un inconscio troppo duramente represso. Tra le varie ipotesi sull'esistenza degli UFO Jung conclude dunque che è "un archetipo a provocare una determinata visione".

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Jung considera con distacco e una certa ironia l'esistenza degli UFO come fenomeno fisico, sebbene nell'ultima parte del suo saggio egli sembri disposto a dare maggior credito alla loro effettiva realtà, per introdurre cautamente l'ipotesi che esista una sincronicità tra inconscio e fenomeno reale.
Negli anni settanta le idee di Jung sono state riprese da alcuni studiosi francesi che hanno dato origine all'ipotesi psicosociale sugli UFO.
Tornando alla nostra proposta riteniamo che l’origine, la natura di un qualsiasi UFO possa essere ricondotto a queste sotto enucleate tipologie o classificazioni:

1. Fenomeni naturali e/o atmosferici;
2. IFO (Identified Flying Object), ovvero falsi avvistamenti;
3. UFO di matrice totalmente terrestre;
4. UFO di matrice terrestre con tecnologia retro ingegnerizzata;
5. UFO di matrice extraterrestre;
6. UFO di matrice metafisica/extradimensionale.


Ecco che allora, quella luce nel cielo o quel puntino sul radar o quella misteriosa apparizione, possono essere ricondotte a una di queste categorie. Potrebbero essere meteoriti o bolidi, o ancora lanterne cinesi, forse la principale causa di errata interpretazione di un avvistamento UFO e quindi collegabili alle prime due ipotesi di origine dell’avvistamento.

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Lanterne cinesi. Una delle principali cause di errori nella casistica degli UFO

Così come potrebbero essere velivoli sperimentali segreti militari come quelli presumibilmente realizzati in alcune basi militari spesso citate nelle cronache UFO come la famosissima Area 51. Non c’è niente di più affascinante nel mondo dell’aviazione dei “black projects”, quei programmi aeronautici classificato come “top secret” da essere segreti persino agli stessi enti militari e governativi.

Le stesse luci nel cielo notturno assumono significati diversi se viste da occhi diversi. Per l'esperto di aerei da guerra sono un bombardiere B1 in volo sperimentale, per l'ufologo una navicella aliena, per l'astronomo meteoriti in discesa nella nostra atmosfera.
Come avrebbe potuto interpretare infatti un semplice cittadino osservatore del cielo che avesse visto passare l’aereo militare A-12, predecessore dell’altrettanto segreto SR-71? Oppure il TR-3A, aereo stealth segreto che opererebbe in vaste aree del pianeta, il quale si dice essere stato attivo durante gli anni ’80 e ’90?

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Aereo militare A-12

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TR-3A Black Manta

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SR-71 Blackbird

Vale la pena notare che il progetto della Teledyne Ryan è molto simile agli UFO fotografati in Belgio nel 1989/1990, che sono stati inseguiti dai caccia della Air Force belga e visti da centinaia di persone.

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Non necessariamente questi velivoli devono essere frutto di tecnologia extraterrestre o pre-diluviana. Ma altrettanto non possiamo escluderlo considerato il fatto che certamente esistono casi inspiegabili i cui avvistamenti superano i limiti della fisica e dell’aerodinamica a cui invece i casi sopraccitati devono per forza di cose sottostare in quanto realizzati secondo le teconologie sviluppate in ambito umano.
E’ questo il caso degli Haunebu, noti anche come UFO Nazisti la cui storia meriterebbe un discorso a part cercheremo di riassumere brevemente qui. Dieci anni prima che una nave aliena precipitasse nella proprietà del rancher Mack Brazel, vicino a Roswell un altro disco volante ha perso il controllo ed è caduto nella campagna della Germania nazista. Questa incredibile storia, coperta dagli Stati Uniti e dall’URSS da oltre settanta anni, si suppone sia la vera motivazione per l’intensa ricerca effettuata dai nazisti sugli aerei senza ali e a forma di disco; l’ossessione di Hitler e Himmler per gli UFO e il mistero ha portato a straordinari esperimenti effettuati dalle SS conclusi con la costruzione di veri e propri dischi volanti e della famosa “Campana”: un bizzarro motore multidimensionale che neutralizzerebbe la forza di gravità, provocando una spaccatura nel continuum spazio-temporale stesso e creando sorprendenti effetti.

Dobbiamo ricordare, come più volte affermato da Pierluigi Tombetti di come l’apparato bellico tedesco risentì particolarmente delle idee ariosofiche; teorie come la Terra cava e soprattutto la Welteislehre vennero addirittura insegnate all’università mentre le idee di Nikola Tesla furono salutate come una conferma dell’esistenza e dello sfruttamento dell’energia cosmica Vril. Il caso più eclatante è quello rappresentato da l’austriaco Viktor Schauberger (1885 – 1958) che creò un motore ad aspirazione basandosi su una teoria che nasceva dall’ osservazione del comportamento dell’acqua nel fiume presso la sua abitazione.

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Le idee di Schauberger vennero riprese da un gruppo di scienziati, tra cui Rudolf Schriever, che era capitano della Luftwaffe e pilota - collaudatore oltre che progettista di aerei sperimentali. La rivista Der Spiegel nel numero del 30 marzo 1950 3 riportò un intervista rilasciata da Schriever il quale affermò che nei pressi di Praga nei primi anni ’40 vi era una fabbrica della BMW che produsse alcuni dei velivoli noti come flying saucers o dischi volanti.
La passione per il mistero e l’esoterismo dimostrato più volte da certi ambienti del Reich portarono i tedeschi a effettuare notevoli scoperte tra cui si presume ci fossero stati dei testi sanscriti molto complessi e antichi, i quali non solo parlavano di Vimana, ma addirittura ne elencavano i progetti ingegneristici uno per uno mostrando dettagli tecnici illustrati ad arte, e spiegazioni dettagliatissime. Alcuni di questi progetti furono recuperati e tradotti dagli scienziati fedelissimi del reich, i quali in due distinti gruppi di studio, si diedero da fare per riprodurli; un gruppo studiò i manoscritti e cercò di creare dischi, trottole volanti ed altro, seguendo questi progetti ed applicandovi tecnologie del momento (come le turbine a jetto della bmw, i motori porsche, ecc.).
Si realizzarono così dei dischi volanti ibridi tecnologicamente, con motori a reazione, e velivoli a decollo verticale tramite eliche, ovvero elicotteri discoidali super maneggevoli. Il secondo gruppo si occupò di retro ingegneria aliena, cercando di decifrare le tecnologie rinvenute in due incidenti distinti: quello italiano (di cui esistono i file fascisti che lo studiarono, e che il governo Mussolini ed il suo staff di scienziati ed agenti segreti cedettero ad i tedeschi), e quello rinvenuto dai tedeschi stessi in territorio germanico.

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Casistiche che fino a qui ci portano alla quarta classificazione UFO secondo la logica del Progetto Atlanticus. Classificazione che non esclude la visita concreta di oggetti provenienti dallo spazio e pertanto di matrice realmente extraterrestre. Come ad esempio il caso che coinvolse i coniugi Hill rapiti da entità aliene nella notte tra il 19 e il 20 dicembre 1961 i cui elementi descritti dai due fanno ragionevolmente pensare a una origine extraterrestre (per esempio le mappe stellari osservate dalla donna) oppure il caso, anch’esso di abduction di Travis Walton descritto anche nell’opera cinematografica “Bagliori nel Buio” del 1993.

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I coniugi Hill intenti a descrivere l’UFO osservato e
la rappresentazione grafica della mappa stellare osservata
all’interno dell’astronave.


Resta l’ultima tipologia di UFO, forse la più complessa. Per meglio comprendere l’ultima tipologia di UFO è necessario approfondire la cosmologia allargata del multiverso parallelo proposta da Progetto Atlanticus. Prima di farlo ritengo essere utile riportare quanto sostenuto da Giuliana Conforto, astrofisica prima, docente di meccanica classica e quantistica poi, nel suo saggio “Universo Organico”.
Nel suo articolo la scienziata afferma che gli 'alieni' esistono. Abitano il cospicuo 95% che non vediamo, ma che oggi è persino calcolato. Cioè partecipano agli infiniti livelli di realtà. Per essere 'reale' ogni livello deve avere i suoi osservatori coscienti e partecipi al livello stesso. E' una legge di natura, riconosciuta dal principio di indeterminazione alla base della fisica quantistica.

Un atomo possiede infiniti livelli di energia e può saltare da un livello all'altro. E' scritto anche nei testi scolastici; il 'salto' è da un livello inferiore ad un altro superiore, se assorbe energia. Viceversa, se invece la cede. E gli altri livelli esistenti nell’interspazio quantico? Sono tutti vivi, e pieni di osservatori intelligenti. Il mondo che vediamo non è reale; è solo un film, una Matrix dove appaiono le 'immagini residue di sé.' Lo spiega bene Morpheus a Neo nel film The Matrix. Gli uomini sembrano tutti uguali, ma non lo sono. Il corpo biologico umano è solo un involucro composto da materia nucleare che riflette la luce elettromagnetica, l'unico tipo di luce che vediamo.
Ma se esiste un interspazio a noi invisibile ed esso è popolato ecco che diventa ragionevole ipotizzare un altro livello di realtà accanto, o meglio, compenetrante il nostro. Ed ecco pertanto la cosmologia così come intesa dal Progetto Atlanticus.

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Come in un software il sistema operativo rappresentato da DIO a livello di ‘piano cosmico o spirituale’ gestisce n "sessioni utente" riconducibili alle realtà parallele del "multiverso" previsto e teorizzato in fisica quantistica. Siamo quindi in presenza di un DIO immanente, la cui natura è informazionale, che attraverso l'informazione codificata in "bit" astrali a livello akashico giunge a trasmutare sé stesso in un Multiverso "Reale" fatto di energia. L'informazione si trasforma e codifica in energia vibrazionale particellare producendo la cosiddetta REALTA’ visibile e invisibile.

La realtà visibile è quella che siamo abituati a conoscere, dove tocchiamo con mano e osserviamo con i nostri occhi i fenomeni che ci circondano. Il corpo materiale degli animali, di altri esseri umani, degli alberi, così come automobili, aerei, palazzi fanno parte di questo livello di realtà. Così come facevano parte di questo livello anche gli Elohim/Anunnaki che precedettero la venuta dell’Homo Sapiens e i loro ipotetici velivoli, dai Vimana agli Haunebu retro ingegnerizzati forse prodotti dai nazisti nello scorso secolo e poi sviluppati dagli americani dopo l’Operazione Paperclip: l’origine di Roswell potrebbe essere stato il tentativo di fare volare un Haunebu nazista, ovvero un “UFO di matrice terrestre con tecnologia retro ingegnerizzata” secondo la nostra classificazione.
Le prime 4 tipologie di UFO sostanzialmente si muovono ed esistono a questo livello di “realtà” e anche una bella fetta di quelle della quinta classificazione ovvero gli “UFO di matrice extraterrestre”.

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Ma per spiegare l’origine degli UFO di matrice “extradimensionale” dobbiamo necessariamente superare il limite del materiale e della fisicità ed approcciarci a quella che definiamo come realtà invisibile. Abbiamo detto di come la prima sia quella che attiene al nostro quotidiano, ovvero il cosiddetto piano fisico/materiale, scenario delle vicende umane e non solo umane come tradizionalmente intese... penso ad Anunnaki, Elohim, etc.etc.
La seconda è invece quella che attiene a quel piano metafisico, che alcuni chiamano "astrale", con tutti i suoi abitanti. Un piano della stessa realtà locale non a noi così familiare ma che nel nostro inconscio già conosciamo. E’ il mondo dei sogni, delle anime, anch’esso abitato da creature metafisiche che vanno al di là della nostra comprensione. Rappresenta quel 95% dell’Universo non tangibile celato dietro il paradigma scientifico della “materia oscura” o “antimateria”.
Oltre a questi due "insiemi" che sommati insieme danno la nostra REALTA' LOCALE, abbiamo un livello di IRREALTA' IMMANENTE che corrisponde al livello di INFORMAZIONE, del registro Akashico, o che se volete possiamo chiamare DIO, al di fuori dell'Universo conosciuto (o meglio del Multiverso conosciuto).
Già perchè questo piano IRREALE/IMMANENTE è solo UNO. Un DIO immanente che attraverso l'informazione codificata in "bit" astrali a livello akashico trasmuta egli stesso in un Multiverso "Reale" fatto di energia. L'informazione si trasforma e codifica in energia vibrazionale particellare.
Un Multiverso composto da una REALTA' LOCALE (dove viviamo noi) e infinite REALTA' PARALLELE.
Come in un software il sistema operativo rappresentato da DIO gestisce n tendente a infinito "sessioni utente" riconducibili alle molteplici e diverse realtà parallele del "multiverso" previste e teorizzate in fisica quantistica secondo la teoria delle ‘stringhe’ in tutto simili alla nostra.
Ora dobbiamo comprendere che la REALTA' LOCALE è caratterizzata dalla compenetrazione tra Metafisico e Fisico. In questo ambito possiamo ricondurre le fattispecie di eventi cosiddetti paranormali come attività medianiche o di canalizzazioni attraverso le quali diventa possibile interagire con gli elementi della realtà invisibile come anche sono interazioni con la realtà invisibile tutte le esperienze di Near Death Experiences documentate nella casistica medica di cui non esiste spiegazione razionale alcuna.

Uno dei più noti casi di channelling è quello che coinvolge la casalinga J.Z. Knight nata nel 1946 a Roswell, nel New Mexico (la cittadina del famoso caso ufologico di un presunto incidente a un'astronave aliena) e ha avuto un'infanzia decisamente difficile. All'età di trentun anni la troviamo, ormai sposata, che lavora come impiegata presso una rete televisiva di Yelm, nello stato di Washington, all'estremità nord-occidentale degli Stati Uniti, sulla costa del Pacifico. A un certo punto, alla metà degli anni Ottanta, ella sostiene di essere abitualmente "visitata", già da otto anni, dallo spirito di un guerriero vissuto 35.000 anni fa, di nome Ramtha, l'Illuminato. La prima apparizione di costui avrebbe avuto luogo nel 1977, ma solo diversi anni più tardi ella si è decisa a renderla nota, dopo che l'attrice Shirley McLaine aveva parlato della Knight nel suo best-seller Danzando nella luce. Altrettanto affascinanti e rientranti tra le interazioni tra piano fisico ed astrale sono i casi di NDE o di OBE e in questo contesto assume rilevanza la testimonianza di Cassandra Musgrave che ci racconta di come, mentre stava affogando, si sentì sollevata in aria e tuttavia vedeva il suo corpo proprio sotto la superficie dell'acqua, che veniva trascinato ad alta velocità. Vide i due uomini che chiacchieravano nella barca, ignari di ciò che le stava accadendo. Vide suo figlio di tre anni giocare sulla spiaggia. Cassandra venne risucchiata in un tunnel dove poteva udire fruscii e ticchettii. Viaggiò veloce verso la luce dall'altra parte, emozionata, sentendo che stava andando in un luogo dove era già stata. Sbucò in un posto dove c'erano fiori dappertutto, coloratissimi e meravigliosi. Poi si ritrovò circondata dall'universo, in una galassia con stelle tutt'attorno. Sebbene non percepisse niente di solido sotto i piedi, sentì che stava in piedi su qualcosa.
Venne portata verso un confine, sapeva che se lo avesse superato non avrebbe potuto ritornare sulla Terra. Alla sua destra, distante, vide un entrata, come di una caverna, raggiante di luce, che portava in un'altra dimensione dove le persone studiavano ed imparavano molte nozioni.
Parlando di quella dimensione, disse ”in quel posto, si conosce tutto” – Di quel posto capiremo in seguito di cosa potesse essere.
Tornando a noi un avvistamento UFO rientrante in codesta classificazione potrebbe essere un evento paranormale di un elemento o entità abitante il piano astrale che, per un motivo a noi incomprensibile, decide di ‘discendere’ nel piano materiale rendendosi visibile a noi limitati a livello materiale. La stessa cosa potrebbe avvenire casualmente o per errore.

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Il Grigio: essere extraterrestre o essere extradimensionale?
Fatima: un avvistamento extra-dimensionale, o un artificio
di una tecnologia extraterrestre?


Le REALTA' PARALLELE sono invece caratterizzate dalla possibilità di intersezioni tra di loro seppur più difficilmente comprensibili o realizzabili se non da entità con piena consapevolezza delle regole fisiche e metafisiche che governano il multi verso. Sono riconducibili a queste ‘intersezioni’ i dejavu e i viaggi temporali.

Per meglio esemplificare un avvistamento UFO di questo genere, classificabile appunto come “UFO di matrice metafisica/extradimensionale” pensiamo a un UFO "metafisico" come a un velivolo di ipotetici "noi" di una realtà parallela di un tempo diverso posteriore al nostro, ma che, per un motivo qualsiasi, interseca la nostra realtà locale. Così come un nostro jumbo jet potrebbe venire osservato come UFO da ipotetici "noi" di una realtà parallela di un tempo anteriore al nostro senza neppure che noi ce ne rendessimo conto. Il tutto dipende dal punto di vista dell’osservatore, esattamente come accade nel film “The Others” con Nicole Kidman i protagonisti non si rendevano conto di essere essi stessi fantasmi, spiriti defunti abitanti del piano astrale, in relazione con il piano materiale attraverso le capacità medianiche di un altro personaggio del film. Tutto dipende dal punto di osservazione e se questo coincide con la dimensione dell’osservato. Non è sempre detto che questo possa coincidere.

In tale insieme di dimensioni trovano spazio oltre agli UFO intesi come tali anche tutta una serie di eventi paranormali il più delle volte affrontati solo marginalmente se non esclusi dalla categorizzazione e dagli studi ufologici con evidente limitazione e parcellizzazione del campo di studio.
Tutto questo viene regolato da una sorta di database che già le civiltà antiche avevano individuato e cercato di definire. Faccio riferimento a quanto descritto nei testi sanscriti antichi di migliaia di anni.
Akasha, termine sanscrito per indicare l’etere, è allo stesso tempo il corpo e la mente di DIO. In esso esistiamo, di esso siamo fatti. Akasha è il vuoto prima del BIG BANG. Dall’akasha si è generato il suono primo e da esso tutto è scaturito. E’ quindi onnipresente e ci siamo dentro, come lo sono i pesci nell’acqua dell’oceano.

Akasha e’ l’essenza base di tutte le cose del mondo materiale, l’elemento più piccolo creato dal mondo astrale. I registri Akashici sono quindi di natura energetica-vibrazionale e contengono ogni evento, pensiero, sensazione, gesto, parola, credenza, intenzione che che ogni essere ha esperito nella sua storia multidimensionale. L’Archivio Akashico contiene l’intera storia di ogni anima fin dagli albori della creazione.

I registri Akashici contengono anche tutte le possibilità: una una forma fluida di possibile futuro, il potenziale sempre modificabile, il divenire che sarà determinato dalle nostre scelte. Questi record ci uniscono, ci interconnettono, ci legano. Ognuno di noi col Tutto, l’Unità, la Sorgente, Dio, l’Uno.
Essi contengono il significato di ogni simbolo archetipo, racconto mitico, modello del comportamento umano cosi’ come anche tute le esperienze per individuare questi archetipi. E a questo principio il già sopraccitato Jung si stava avvicinando nel suo approccio alla psicanalisi alternativo che lo portò a scontrarsi con Freud. Registri Akashici e’ il termine usato nella Teosofia (e nella Antroposofia) per descrivere il compendio della conoscienza mistica impresso nel piano non fisico dell’esistenza.
Questi registri sono descritti come contenenti tutta la conoscenza dell’umana esperienza e della storia del cosmo. Sono a volte, metaforicamente descritti come: “una libreria”, il “supercomputer universale”, “la mente di Dio”.

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Nella Bibbia sono chiamati “Il libro della Vita” o “Il Libro” (alcuni riferimenti: Esodo 32:32, Salmi 56:8-9, 40:7-8, 139:16, Rivelazioni 20:12, etc). Ma molte altre culture ne hanno parlato, e le Informazioni sui registri Akashici si possono trovare nel folklore, nel mito, e in tutti i testi sacri, dei popoli Germanici, Celti, Arabi, Sumeri, Assiri, Fenici, Babilonesi, gli Ebrei, i Maya, solo per citarne alcuni. In tutti questi popoli esisteva la conoscenza dell’esistenza di una’piano celeste’ contenente la storia di tutto il genere umano e di tutte le informazioni spirituali. Informazioni su questo Archivio Akashico – questo Libro della Vita – si possono trovare nel folklore, nei miti e in tutto l’Antico e Nuovo Testamento. Sono rintracciabili nelle popolazioni semitiche, negli Arabi, gli Assiri, i Fenici, i Babilonesi e gli Ebrei. In ognuna di queste popolazioni esisteva la credenza nell’esistenza di una sorta di tavole celesti contenenti la storia del genere umano e ogni tipo di nozione spirituale.

Nelle Scritture, il primo riferimento a un libro ultraterreno si trova in Esodo 32:33. Dopo che gli Israeliti avevano commesso un peccato gravissimo adorando il vitello d’oro, fu Mosè a intercedere per loro, giungendo a offrire la propria totale responsabilità e la cancellazione del proprio nome “dal tuo libro che hai scritto” a espiazione delle loro azioni. In seguito, nell’Antico Testamento, apprendiamo che non esiste nulla di un individuo che non sia riportato in questo stesso libro. Nel Salmo 139, Davide accenna al fatto che Dio ha scritto tutti i dettagli della sua vita, incluso ciò che è imperfetto e le azioni ancora da svolgere.

Recentemente anche la scienza se ne sta occupando, postulando l’esistenza di un campo energetico che connette ogni cosa nell’universo (rif. Ervin Laszlo, “Science and the Akashic Field”, 2004).
Tutto ciò porta a una conclusione incredibile e sconvolgente. Se da un lato l’essere umano sembra essere un infinitesimo piccolissimo tendente a zero nella grandiosità di un universo replicato n volte nel multi verso è altresì vero che l’uomo come ogni creatura vivente assume un ruolo e un significato enorme nella connessione del Tutto. L'intera realtà del multiverso sembra pertanto diventare un gioco, una sfida, in cui DIO stesso si autolimita incarnandosi nelle creature viventi, uomo compreso, per mettersi alla prova e vedere se queste (ovvero lui stesso) sono in grado di rendersi nuovamente conto di ESSERE DIO.

Se queste muoiono senza aver raggiunto questa consapevolezza si ricomincia da capo. Forse DIO si è fregato con le sue stesse mani, infilandosi in un piano materiale un cui quelle stesse regole che lui stesso ha imposto al 'gioco' impediscono alle forme viventi (DIO incarnato) di rendersi conto di ESSERE DIO...


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MessaggioInviato: 25/05/2014, 19:50 
Laura Magdalene Eisenhower: ET invasion has already occurred and governments do not want us to know

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=OdfIuTm2VuM[/BBvideo] si puo abilitare la traduzione dei sottotitoli Immagine


Published on Apr 13, 2014

Laura Magdalene Eisenhower (great-granddaughter of President Dwight David Eisenhower): ET invasion has already occurred and governments do not want us to know
READ LAURA EISENHOWER’S OFFICIAL ET DISCLOSURE STATEMENT
http://exopolitics.blogs.com/exopolit…

VANCOUVER, BC – In an ExopoliticsTV interview with Alfred Lambremont Webre, cosmologist Laura Magdalene Eisenhower, affirmed that an Extraterrestrial invasion has already occurred and governments do not want us to know. Reiterating her statement before the World Symposium in San Marino, Ms. Eisenhower stated, “There has been a massive cover up in regards to ET contact with our governments and there has been much secrecy in regards to those who have been either abducted or contacted – this is because an invasion has already taken place and they don’t want us to know this. This invasion has infiltrated every sector of our society, in disguise to most, but blatantly obvious to many. When we look at Whistleblower testimony – it is clear that some sort of deal was made with a group of ET’s and from what I have discovered, this began long before Ike [former U.S. President Dwight D. Eisenhower, Ms. Eisenhower's great-grandfather] ever stepped into office.”

Laura Magdalene Eisenhower’s official statement at San Marino is set out below.
Laura Magdalene Eisenhower: Disclosure
March 30, 2014
Official Statement by Laura Magdalene Eisenhower

Original source:

http://cosmicgaiasophia.com/LauraEisenhower033014Disclosure.pdf

[align=right]Source: Laura Magdalene Eisenhower: ET...emtrails - HAARP | AirCrap.org [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 25/05/2014, 20:08, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/12/2014, 15:23 
FISICO USA: GLI ALIENI HANNO DISTRUTTO LA CIVILTA' SU MARTE

L’affermazione sembra quella di un folle, un mitomane, oppure uno che magari abbia bevuto un bicchierino di vino in più, ma a giudicare dal suo curriculum o del suo studio in merito presentato per il Bulletin Of the American Physical Society sembrerebbe essere una cosa seria.

John Brandenburg, fisico del plasma presso l’Orbital Technologies di Madison (Wisconsin), la civiltà su Marte è stata spazzata via da esplosioni nucleari prodotte da una civiltà aliena ostile.

Il fisico, che ha scritto un suo libro sulla questione intitolato Death on Mars: The Discovery of a Planetary Nuclear Massacre e che uscirà sul mercato statunitense nel mese di febbraio del 2015, afferma che antichi marziani chiamati Cydoniani e Utopiani vennero massacrati in un attacco – e le evidenze di questo genocidio, afferma, sono presenti ancora oggi.

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Già nel 2011 lo scienziato fu il primo a postulare che il colore rosso di Marte fosse dovuto ad una esplosione termonucleare, ma di origine naturale. Dopo 3 anni ipotizza ancora che parte di Marte sia stato interessato da una esplosione di questo genere, ma prodotto da una razza aliena intelligente.

John Brandenburg dichiara che gli isotopi nucleari presenti in atmosfera simili a test di bombe all’idrogeno “possono presentare un esempio di una civiltà spazzata via da un attacco nucleare proveniente dallo Spazio“. Un ‘alta concentrazione‘ di Xenon-129 nell’atmosfera marziana, compresi uranio e torio in superficie, è stata vista dal Mars Odyssey della NASA. Nonostante la stragrande maggioranza degli scienziati abbia gà sottolineato che la comparsa di questi elementi non sia sorprendente, in quanto sono elementi naturali presenti ovunque, il dottor Brandenburg è fermamente convinto che siano i resti di due esplosioni nucleari presenti sulla superficie.

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Una sua relazione, dal titolo ‘Evidence of Massive Thermonuclear Explosions in Mars Past, The Cydonian Hypothesis, and Fermi’s Paradox‘, è stata presentata il giorno 22 novembre 2014 durante l’annuale meeting organizzato dalla American Physical Society in Illinois. E si può leggere anche su ‘Journal of Cosmology and Astroparticle Physics‘ ( http://journalofcosmology.com/JOC24/Brandenburg.pdf ).

Il dottor Brandenburg afferma che una volta Marte aveva un clima simile a quello della Terra, con vita animale e vegetale, compresa vita intelligente che sarebbe stata molto avanzata come quella degli antichi Egizi sulla Terra. Ciò si basa sull’analisi di due regioni marziane, una delle quali è Cydonia, dove fu scoperta la famigerata, e poi screditata, ‘faccia su Marte‘.

Secondo Brandenburg, ciò è un artefatto dell’antica razza aliena. Qui, una delle presunte esplosioni nucleari ha spazzato via la civiltà di Cydonia Mensae e un’altra, più piccola, ha distrutto una civiltà in una regione denominata Galaxias Chaos.

Il fisico scrive nel sommario della sua ricerca presentata alla American Physical Society che “analisi di nuove immagini provenienti da Odyssey, MRO e Mars Express mostrano una forte evidenza di oggetti archeologici erosi in questi siti. Nel loro insieme, i dati richiedono che l’ipotesi di Marte come luogo di un antico massacro nucleare planetario, debba ora essere presa in considerazione”.

Brandenburg afferma, inoltre, che la sua teoria potrebbe spiegare il Paradosso di Fermi – ossia perché, se l’Universo sia abbondante di vita, non abbiamo ancora ascoltato nulla. E mette in guardia affermando che “abbiamo bisogno di avere paura di un attacco al nostro pianeta, e dobbiamo supportare una missione umana su Marte per sapere con cosa siamo di fronte“.

Cita:
https://ufoedintorni.wordpress.com/2014/11/22/fisico-u-s-a-gli-alieni-hanno-distrutto-la-civilta-di-marte/


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UFO E ALIENI: COME I GOVERNI NE HANNO MANIPOLATO LA PERCEZIONE ATTRAVERSO FILM E TV

UFO ed esseri alieni vengono inseriti molto spesso nei mass media, che si tratti di film o show televisivi. La maggior parte di queste apparizioni sono state comunque molto curate e calcolate dal governo americano al fine di comunicare un atteggiamento particolare nei confronti di questo misterioso fenomeno. Qual è lo scopo di questi sforzi? Questo articolo prende in esame l’affascinante storia del coinvolgimento del governo nei film e negli show televisivi legati agli ufo.

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Il 22 gennaio 1958, il popolare show televisivo della CBS, Armstrong Circle Theatre, presentò un intero programma dedicato al tema degli oggetti volanti non identificati dal titolo: “UFO: Enigma dei Cieli” Tra gli ospiti di alto profilo invitati a parlare allo show: Il maggiore in pensione della US Navy Donald Keyhoe – direttore del Comitato Nazionale indagini dei fenomeni aerei (NICAP) – il suo intervento fù notevole per le opinioni da lui espresse riguardo il velo di oscurantismo gettato dal governo per nascondere il fenomeno UFO. Per argomentare contro la realtà degli UFO vennero invitati al programma l’astronomo e veemente scettico UFO Donald Menzel e un rappresentante della Air Force il colonnello Spencer Whedon dell’Air Techincal Intelligence Center (ATIC). Il loro compito avrebbe dovuto essere facile dato anche che i contenuti dello show erano stati scritti in anticipo a tavolino dalla CBS in collaborazione con la US Air Force, e a tutti gli ospiti – soprattutto con Keyhoe – che venne incaricato di leggere il loro materiale preapprovato, su un gobbo.

Quando arrivò il turno di parola di Keyhoe, deviò per frustrazione dalla sua sceneggiatura e dichiarò alla nazione: “Ora ho intenzione di rivelare qualcosa che non è mai stato rivelato prima …”. Il resto del suo annuncio non fù ascoltato dagli spettatori alla televisione: all’insaputa di Keyhoe, il suo microfono venne silenziato dall’emittente. Keyhoe continuò:

“Negli ultimi sei mesi abbiamo lavorato con una commissione del Congresso, indagando la tematica secretata degli UFO. Se tutte le prove che abbiamo fornito a questo comitato fossero divulgate in audizioni pubbliche, si dimostrerebbe con assoluta certezza che gli UFO sono macchine reali sotto un controllo intelligente. “

Dopo lo spettacolo, la CBS venne inondata di telefonate e lettere da spettatori che chiedevano di sapere perché l’audio di Keyhoe era stato occultato: “Chiamatela come vi piace”, scrisse uno spettatore, “ma sembrava essere una dimostrazione molto scioccante di censura, che è certamente offensiva per l’intelligenza del pubblico americano … “ Nove giorni dopo, la CBS ammise che il discorso era stato oggetto di censura ufficiale. In una lettera a uno spettatore scontento del 31 gennaio 1958, il direttore dell’editing della CBS, Herbert A. Carlborg, dichiarò:

“Questo programma è stato accuratamente eliminato per motivi di sicurezza. Pertanto, è responsabilità di questa rete l’assicurare prestazioni in conformità agli standard pre-determinati di sicurezza. Le indicazioni riguardanti il fatto che ci sarebbe stata una “deviazione” nell’argomento porterebbe a formulare affermazioni che né la rete né le persone del programma sono state autorizzate a rilasciare. “

Come sarà evidenziato in questo saggio, gli sforzi storici del governo statunitense per censurare i prodotti mediatici sugli Ufo si estendono ben oltre l’incidente di Keyhoe ed hanno notevolmente influenzato il contenuto di numerosi film e prodotti tv in queste ultime decadi. Prima di passare ad esaminare alcuni di questi casi, tuttavia, è necessario chiedersi: perché il governo americano vuole esercitare la sua influenza sulle rappresentazioni mediatiche di un tema così apparentemente fantasioso come gli UFO? La risposta a questa domanda diventa chiara anche con una rapida occhiata alla documentazione iniziale del governo sull’argomento, che riflette una preoccupazione costante sugli UFO (se non un consenso sulle loro origini) ai massimi livelli delle forze armate statunitensi.

BACKGROUND

L’interesse del governo degli Stati Uniti per quanto riguarda gli UFO risale all’estate del 1947 quando l’apparato di sicurezza nazionale americana venne sommerso da centinaia di segnalazioni da cittadini e peresonale militare preoccupati per quelli che sembravano essere oggetti metallici a forma di disco che stavano attraversando i cieli della nazione, a volte in formazione e spesso a velocità impossibili. Il 24 giugno l’aviatore privato #8203;#8203;e uomo d’affari Kenneth Arnold riferì di aver visto una formazione a catena di nove oggetti insoliti sulle Cascade Mountains, nello Stato di Washington. Arnold descrisse il movimento degli oggetti ‘come fosserro dei piattini scagliati contro l’acqua”, ispirando la stampa sulla decisione del nome di “dischi volanti.” per questi strani mezzi. Molte centinaia di avvistamenti vennero segnalate in tutto il mondo nei mesi a seguire.

Nel 1948 la US Air Force ha prodotto la Top Secret e molto controversa “Stima della situazione”, un rapporto ufficiale che concludeva che i dischi volanti avessero origini interplanetarie. Altre fazioni all’interno della Air Force, tuttavia, favorirono la più appetibile (anche se forse non meno allarmante) idea che i dischi fossero stati il #8203;#8203;prodotto delle innovazioni tecnologiche dell’Unione Sovietica. In entrambi i casi, il segreto per quanto riguarda la tematica qui esposta era di fondamentale importanza dopo che la questione sul fatto che fossero reali o meno aveva dato esito positivo convincendo i capi militari americani. In una lettera segreta, diretta alla sede della Air Force il 23 settembre 1947, il generale Nathan Twining, capo del Air Materiel Command (AMC), dichiarò che i dischi volanti erano “reali e non allucinazioni fittizie ,” che avevano “superficie metallica o che riflettevano la luce, erano “circolari o ellittici”, piatti sul fondo e con una cupola in alto, “sono stati avvistati talvolta volare ordinati in formazione in un numero che varia dai tre ai nove oggetti. “ In un precedente documento top secret del governo canadese risalente al 1950, Wilbert Smith – capo del progetto di ricerca UFO del governo canadese, il Magnet, notò riferendosi al fenomeno UFO che “La tematica è il soggetto più altamente classificato nel governo degli Stati Uniti, ha un punteggio più elevato anche rispetto alla bomba H”.

Oggi, numerosi governi in tutto il mondo mantengono costosi progetti di studio sugli UFO – raccogliendo e spesso investigando prove sulle migliana di avvistamenti UFO riportati annualmente alle autorità. Nel solo sud america, i governi di Argentina, Uruguay, Perù, Chile e Brasile operano sia indagini sugli UFO e raccolgono attivamente le segnalazioni degli avvistamenti UFO attraverso le loro forze armate. Altri governi, inclusi quelli di Francia, Nuova Zelanda, Danimarca, Canada e Russia negli ultimi anni hanno rilasciato al pubblico migliaia di pagine di file precedentemente classificati sugli UFO.

Anche il governo britannico ha aperto i suoi archivi Ufo al pubblico attraverso un processo continuo che ha visto il rilascio di migliaia di file precedentemente classificati su commissione del National Archives. Secondo il ministero britannico della Difesa, gli UFO (o UAPs – Unidentified Aerial Phenomenon – come li chiama il Ministero della Difesa) “certamente esistono”, ma sono “ancora poco compresi”. In un rapporto segreto di 400 pagine sulla valutazione del fenomeno UFO uscito nel 2006 in base al Freedom of Information Act, lo staff dell’UK Defence Intelligence ha riconosciuto che:

“I fenomeni si verificano su una base quotidiana e globale … Che gli UAP esistono è indiscutibile. Si accredita loro la capacità di librarsi in aria, atterrare, decollare, accelerare a velocità eccezionale e svanire, possono alterare la loro direzione di volo improvvisamente ed esibiscono chiaramente forme aerodinamiche che vanno ben oltre quelle di qualsiasi aeromobile conosciuto o missile – sia con equipaggio o senza equipaggio. “

Il rapporto rileva inoltre che “i tentativi di altre nazioni di intercettare gli oggetti non identificati, che possono chiaramente cambiare posizione più velocemente di un aereo, hanno già causato morti”, e avverte che, con la crescente densità di rapporti UAP nella regione britannica di difesa aerea , “esisterebbe una piccola possibilità … di uno scontro aereo con uno UAP”.

Appare, dunque, esservi un ampio consenso tra i governi citati: gli UFO sono oggettivamente reali – anche se non sono stati del tutto spiegati dalla scienza – degni, nella migliore delle ipotesi, ad uno studio mirato o, almeno, ad un monitoraggio sostenuto nell’interesse della sicurezza aerea e della sicurezza nazionale. Chi canta fuori dal coro sono gli Stati Uniti, che si distinguono per il loro silenzio, quasi totale, sulla questione UFO, silenzio mantenuto fino alla chiusura nel 1969 del progetto sugli UFO della Air Force chiamato: Il libro blu. Malgrado il tentativo di mantenere la bocca chiusa, l’interesse storico degli americani riguardo la questione degli UFO rappresenta chiaramente un passaggio significativo – se non un intero capitolo – nella storia delle macchinazioni della guerra fredda.

A loro volta, dettagli del coinvolgimento del governo americano nella questione ufo sono scarsi nelle pagine del cinema e della storia della televisione, l’unica opera sostanziale che riguarda questo tema è stata prodotta da Lorenzo Suid. Anche se il lavoro di Suid fu innegabilmente utile (se ne fanno moltissimi riferimenti in questo pezzo), si fa passare, come cosa secondaria, la preoccupazione dei militari per il fenomeno ufo – quando in realtà fu una importante questione che sollevò inizialmente seri interrogativi riguardo la sicurezza nazionale – infine non sottolinea alcuni casi di film e produzioni TV che le autorità hanno cercato attivamente di manipolare, ai fini politici, in linea con la politica del governo sugli UFO.

Questo saggio si basa sul lavoro di Suid, colmandone le lacune, chiarendo i diversi periodi e facendo luce, ulteriormente, sulle motivazioni storiche che hanno portato il governo a voler influenzare l’informazione mediatica sugli UFO grazie al cinema e alla televisione. L’impegno storico del governo si può trovare analizzando i rapporti intrecciati tra il Dipartimento della Difesa (DoD), che ha lavorato a lungo con Hollywood in cambio del diritto di modificare gli script per 60 anni con l’obiettivo principale di ingaggio e del mantenimento del personale, come indicato da Suid nel suo vasto tomo Guts and Glory (2002) e dal giornalista David Robb. Tuttavia, in pratica, il compito del Pentagono ha un raggio d’azione molto grande, in quanto favorisce sistematicamente la propria versione della storia degli Stati Uniti, sanificando l’immagine pubblica dei militari statunitensi: attraverso la rimozione di un personaggio chiave in Black Hawk Down (2002) che nella vita reale fu condannato per aver violentato un ragazzo di dodici anni; quando si rifiutò di collaborare al film Counter Measures (1998) sulla base del fatto che non voleva ricordare al pubblico della scandalo “Iran-Contra”, o quando rimosse una battuta riguardo il “perdere il Vietnam” nel film di James Bond Tomorrow Never Dies (1997).

IL PROBLEMA UFO: GESTIRNE LA PERCEZIONE

Per quanto riguarda gli UFO, gli sforzi del governo nel gestirne la percezione sono molto ben definiti, il primo esempio in materia, il cosiddetto “Incidente di Roswell” nel mese di luglio del 1947 quando la Roswell Army Air Force (RAAF) annunciò frettolosamente alla stampa la “cattura” di un disco volante abattuto nei pressi di un ranch isolato nel deserto del New Mexico. Poche ore dopo, la RAAF cambiò la sua versione dei fatti dicendo che ciò che era stato recuperato, infatti, era un comune pallone metereologico. La United States Air Force (USAF) cambiò questa storia di nuovo nel 1995 annunciando che il “pallone meteo” era in realtà un pallone – spia Top Secret ad alta quota. Questa storia venne poi ufficialmente ri-scritta nel 1997 per tenere conto di una serie di testimonianze oculari che affermano di aver visto corpi non umani nella zona del crash. I corpi, riferì l’USAF, erano cadaveri umani, manichini, o entrambi.
Non sorprende, quindi, che quando i registi lavorino a film che hanno come tema gli UFO cerchino la collaborazione da parte del Pentagono, la cui risposta è stata sprezzante: negare la cooperazione a tutti i livelli oppure richiedere modifiche allo script che delegittimerebbero lo studio del fenomeno. Questo processo di de-legittimazione ufficiale può essere fatto risalire alle raccomandazioni fatte nel 1953 da Robertson Panel sponsorizzato dalla CIA, un gruppo di eminenti scienziati riuniti dal fisico del governo degli Stati Uniti, Howard Percy Robertson coni il compito di rivedere i files dell’Air Force sugli UFO. I principali risultati del gruppo furono affermare che gli UFO non erano una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. Tuttavia, questo suggerisce che l’Air Force iniziò un’opera di “debunking”, impiegando i migliori talenti tra gli psichiatri, gli astronomi e le celebrità (lo fa anche adesso il CICAP, peccato che non vi sia la creme scientifica dei giorni nostri, ma un gruppo di corrotti), con l’obiettivo di demistificare gli avvistamenti UFO. La raccomandazione aveva come senso, la convinzione che i sovietici starebbero provando a “mascherare” un’invasione degli Stati Uniti, provocando un’ondata di falsi avvistamenti UFO per confondere il pentagono e le altre agenzie militari:

“Che le agenzie di sicurezza nazionale prendano provvedimenti immediati per strappare quel velo speciale e togliere quell’alone di mistero che copre e avvolge, purtroppo, l’argomento Oggetti Volanti Non Identificati.”

Il Robertson Panel dichiarò inoltre che questo dovrebbe “essere realizzato dai mass media come la televisione [e] i film …” facendo specifici riferimenti alla Walt Disney. Non è chiaro in che misura e con quale grado di successo queste raccomandazioni siano state messe in pratica. Tuttavia, anche dopo il 1966 il Robertson Panel esercitò un’influenza dimostrabile oltre che nelle rappresentazioni mediatiche degli UFO, anche nella trasmissione TV della CBS sugli UFO: Friend, Foe, or Fantasy?(1966), un documentario anti-UFO narrato da Walter Cronkite. In una lettera personale indirizzata all’ex Segretario del Robertson Panel, C. Durant, il membro del Robertson Panel, il Dott. Page Thornton confidò che “contribuì ad organizzare il documentario sulla base delle conclusioni del Robertson Panel,”…la stranezza è che la lettera è stata scritta tredici anni dopo che il Robertson Panel venne sciolto e, non meno importante, l’organizzazione era in perfetta sintonia con l’esistenza dei dischi volanti.

La mentalità del Robertson Panel (prodotto Cia) fu presente in altre produzioni nel corso del 1950. Notevole è anche il documentario del 1956, Unidentified Flying Objects: The True Story of Flying Saucers, che indusse l’USAF ad elaborare piani di emergenza per contrastare le fuge di informazioni anticipate dal film alla sua uscita. Il direttore del gruppo di investigazione ufficiale sugli Ufo dell’USAF, cioè il gruppo del Progetto Blue Book, il capitano George T. Gregory, fu incaricato di monitorare non solo i processi di produzione del film, ma la sua accoglienza da parte del pubblico e della critica. Credendo che il film avrebbe suscitato una “tempesta di polemiche pubbliche,” l’USAF preparò un file speciale che avrebbe falsificato ogni caso analizzato nel film spingendosi a tal punto da avere tre dei suoi ufficiali “Blue Book” a fornire assistenza tecnica ai registi, “nel tentativo di controllare il contenuto del documentario.”

Un altro caso in questo filone si riferisce ad un episodio della serie TV di Steve Canyon (1958-1959) che sollevò le ire della US Air Force. Sostenuta dalle sigarette Chesterfield, e prodotta agli Universal Studios con la piena collaborazione della USAF, lo show della NBC raccontava le cronache del celebre personaggio dei fumetti di Milton Caniff. L’episodio a cui l’USAF fa riferimento venne intitolato “Project UFO” e vide il colonnello Steve Canyon indagare su una ondata di avvistamenti di dischi volanti denunciati ad una base locale dell’Air Force. Secondo lo storico dell’aviazione, James H., “Questo era un episodio che l’Air Force non apprezzò molto andasse in onda,” perché l’argomento UFO era una “patata bollente.”

Dopo ch l’USAF finì di compilare lo script, esso appariva, secondo Farmer, “abbastanza smussato” … rispetto alle precedenti versioni.” Nell’episodio in onda infatti gli avvistamenti UFO vennero attribuiti ad una combinazione di bufala indotta dall’isteria e – a sostegno dell’originale storia di copertura del caso Roswell dell’USAF – gli oggetti volanti non erano che palloni meteo. Il produttore John Ellis della Tenuta Milton Caniff (che possiede lo Steve Canyon) spiegò: “Ogni singola pagina venne ri-scritta e riscritta e ri-scritta …”.
David Haft, produttore dello show, si concentrò particolarmente sul ricordo della sua reazione quando l’USAF presentò la prima bozza dello script per l’approvazione ufficiale: “Oh oh, oh, oh! No, no, no, no! “ Haft notò anche che l’USAF aveva difficoltà nel decidere ciò che era accettabile da essere trasmesso.
In una delle prime bozze di “Project UFO,” Steve Canyon parla al suo comandante, il colonnello Jamison, in difesa di un testimone civile UFO: “Perché lo chiamano ********?”, chiede Canyon, “Mi sembra, da come si è comportato, che sia un cittadino dalla mente forte e lucida… “ Questo dialogo è stato rimosso. In altre parti del progetto, Canyon sembra essere entusiasta dei dischi volanti. Ad un certo punto, quando un nuovo rapporto UFO arriva alla base, Canyon, “Si alza in piedi di scatto, si precipita verso la porta”, e grida “Questo devo vedere!” Prima di uscire frettolosamente. “ Nella scena finale, come originariamente scritto, Canyon viene inquadrato mentre sta leggendo un libro sui dischi volanti”… “ Questa scena, però non è riuscita ad arrivare alla stesura finale, e, nella versione in onda , l’eccitazione di Canyon, per quanto riguarda gli UFO viene sostituita con lo scetticismo e l’indifferenza. Un’intera trama riguardante il recupero e l’analisi scientifica di ciò che inizialmente si sospettavano essere i detriti di un disco volante (ma che risultano alla fine non essere nulla del genere) venne rimossa. Il progetto avrebbe incluso, dialoghi del genere: Quella cosa [il disco volante] rilascia una pallina di metallo che racchiude un apparecchio elettrico così intricato, così geniale, che nessuno ancora è stato in grado di capirne lo scopo e, il metallo, non risponde a nessuno dei test standard. “

Nonostante le rescritture, la USAF preferì che che l’episodio non andasse in onda. “E ‘rimasto fermo su un vecchio scaffale,” dice Ellis nel suo commento del DVD, “era finito … ma hanno aspettato la fine della serie per mandarlo in onda.” Infatti, fù solo l’ultimo atto di sfida da parte dei produttori della serie verso la fine del suo ciclo di messa in onda nel 1959 che permise la proiezione integrale dell’episodio.
Anche prima della formazione del Panel Robertson, l’atteggiamento del governo nei confronti delle produzioni televisive e cinematografiche con tema ufo, nel 1950 era ostile, come Lawrence Suid osserva:

“La decisione se l’esercito dovesse collaborare con un regista dipendeva non solo dal modo in cui il militare sarebbe stato raffigurato, ma anche se il film differisce dalle posizioni del Dipartimento della Difesa su temi come UFO e forme di vita aliene.”

Tuttavia, le preoccupazioni vennero perlomeno sollevate da un film che non cervaca la cooperazione militare. The Flying Saucer (1950) fu il primo film americano sul fenomeno UFO e il regista, Mikel Conrad, sostenne pubblicamente, mentre il film era in produzione, che sarebbe riuscito a portare negli schermi i filmati genuini di un disco volante vero e proprio. Nel settembre 1949, Conrad disse all’Ohio Journal Herald: “Ho scene che mostrano l’atterraggio del disco volante, il decollo, il volo e alcune acrobazie.” Poco dopo Conrad fu per due mesi oggetto di indagini ufficiali della Air Force. I documenti resi pubblici in base al Freedom of Information Act rivelano che un agente dell’Ufficio della Air Force per le indagini speciali è stato spedito, non solo ad interrogare Conrad riguardo le sue affermazioni, ma anche per assistere alla prima proiezione privata del suo film. Non sorprende che la storia di Conrad fu presto “smascherata” come una truffa di elaborato marketing volto a promuovere ciò che fu, in realtà, un film piatto e noioso. Tuttavia, il caso Conrad è significativo per dimostrare l’alto grado di serietà con cui l’USAF considerò la questione della rappresentazione mediatica del fenomeno UFO.

Sempre nel 1950, l’USAF ha rifiutato la collaborazione con RKO Picture sul film The Thing from another world (1951). In un incontro del Pentagono con il produttore del film, Edward Lasker, gli ufficiali USAF hanno spiegato che avevano appena speso mezzo milione di dollari a dimostrazione che i dischi volanti non esistevano e gli chiesesero: “Perché dovremmo aiutarla a fare un film sul genere?” Sottolinearono il fatto che “l’Air Force non parteciperà più a qualsiasi attività che potrebbe essere interpretata come una perpetuazione della bufala dei dischi volanti.”

Ultimatum alla Terra (1951), che raffigurava l’atterraggio di un disco volante a Washington DC, venne ugualmente respinto dall’USAF, anche se alla fine il Pentagono fornì assistenza limitata attraverso la Guardia Nazionale, perché, dissero, nel caso di un’invasione aliena, le forze armate avrebbero dovuto veramente difendere la nazione. In altre parole, anche se ci furono chiari tentativi atti a prevenire la diffusione della mitologia UFO durante gli anni 50, vi fu almeno una certa flessibilità nei criteri di costruzione degli script, da parte del Pentagono sulle tematiche ufologiche.

Nel 1969, gli Stati Uniti chiusero il Progetto Blue Book,questo studio sistematico sugli UFO, concluse che questi avvistamenti non rappresentavano una minaccia per la sicurezza nazionale non vi era stata nessuna scoperta tecnologica o du principi che andassero al di la della moderna conoscenza scientifica. Eppure il modello mediatico di cooperazione e manipolazione con le forze militari, per la modifica del “copione” è rimasto generalmente in vita fino al 1970 e anche oltre. Nel 1976, molti enti del governo hanno rifiutato di cooperare nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977), il classico kolossal in cui ci si immagina il contatto con gli alieni.

Il maggiore Sidney Shaw della Guardia Nazionale di Washington scrisse alla Columbia Pictures:

“Abbiamo esaminato lo script e credo che sarebbe inopportuno per l’Air Force o per la National Guard Bureau sostenerne la produzione. Nel 1969 l’USAF ha completato uno studio che concluse che non vi erano prove sull’esistenza degli UFO. Il film proposto lascia la netta impressione che gli UFO, esistano. Coinvolge anche il governo e i militari immischiati in una enorme operazione di cover up sull’esistenza degli UFO. Questi due punti sono contro l’Air Force e il Department of Defense policy il che rende la produzione abbastanza inadeguata. “

La NASA respinse anche la possibilità di collaborare con “Incontri ravvicinati”, anche se l’agenzia spaziale era nota per essere “più flessibile, a volte fino al punto di rottura” – rifacendosi alle parole di Suid – oltre la sua volontà a collaborare con film che la avrebbero fatta apparire in cattiva luce, tra produzioni come “Abbandonati nello spazio” (1969) e il film cospirativo della Nasa Capricorn One (1977) . Suid, tuttavia, nella sua analisi di questo caso, trascura di dire che non solo la NASA rifiutò la collaborazione con Spielberg, ma che l’agenzia spaziale cercò attivamente di convincere il regista a non fare il film. In un’intervista del 1978 per la rivista Cinema Papers Spielberg dichiarò:

“Ho davvero trovato la mia fede [riposta negli UFO] quando sentii che il governo si oppose al film. Se la NASA ebbe il tempo di scrivermi una lettera di 20 pagine, allora capii che doveva essere successo qualcosa. Avrei voluto cooperare con loro, ma quando lessero la sceneggiatura si arrabbiarono molto e fu lì che sentii che il film sarebbe stato pericoloso. Penso che scrissero la lettera soprattutto perché Jaws convinse così tante persone in tutto il mondo che ci fossero gli squali nelle toilette e nelle vasche da bagno, non solo negli oceani e nei fiumi. Avevano paura che lo stesso tipo di epidemia si sarebbe manifestata con il fenomeno Ufo. “

UN’ERA DI GRANDE FLESSIBILITA’

Tuttavia, dal 1980 fu possibile, citare gli ufo in un film senza per questo avere il fiato sul collo del DoD, a partire dal film di fantasia per bambini Invaders from Mars (1986), a cui fu concessa la piena cooperazione del Dipartimento della Difesa. Tale cooperazione, tuttavia, era basata sul fatto che il film non traeva affatto ispirazione dalla tradizionale mitologia ufo dei mainstream media, il tradizionale “disco volante” non fu il tema portante bensì fu relegato a poche apparizioni e anche perché il film presentava immagini positive dei militari. Il maggiore Fred Peck dell’LA Public Affairs Office e il suo vice, il maresciallo capo Chas Henry, aiutarono il regista Tobe Hooper a visualizzare come i marines avrebbero potuto effettivamente reagire in caso di invasione. Peck commento che i “Marines non esitarono a uccidere i Marziani”. aiutarono anche Hooper ad identificare i riservisti della marina che sarebbero andati a costituire l’unità cinematografica delle teste di cuoio reclutando anche un ex agente degli affari pubblici, il capitano Dale Dye, per preparare gli extras.
In un ritorno alle sue vecchie abitudini, a metà degli anni 1990, il Pentagono negò la cooperazione ad Independence Day (1996) anche se le raffigurazioni degli UFO non erano le uniche preoccupazione per questo film. Infatti, Tom McCollum del Army Public Affairs Office di Los Angeles ha apportato un lungo elenco di modifiche, per lo più abbastanza techniche. Ancora, è da notare che nel suo elenco delle modifiche si consigliava di eliminare qualsiasi connessione all’area 51 e a Roswell. Il Maggiore Nancy LaLuntas dell’US Marines’ Los Angeles Public Affairs Office ha dichiarato esplicitamente che il Pentagono non avrebbe sostenuto un film che perpetua il “mito” di Roswell e ha aggiunto che “il Dipartimento della Difesa non può nascondere informazioni [al] Presidente (leggi la custodia gli alieni e dei tanto acclamati dischi volanti). “

In contrasto con la disapprovazione avvenuta per Independence Day, il Dipartimento della Difesa non ebbe remore a collaborare con il remake di Steven Spielberg del film “La guerra dei mondi” (2005). Come avvenne con Invaders from Mars, però, il film di Spielberg non trasse in alcun modo riferimenti, facilmente identificabili, dalla moderna mitologia UFO , in quanto non vi era presente nessuna cospirazione governativa atta a nascondere l’esistenza degli Ufo, nessun riferimento alla terminologia UFO (come “Area 51#8243;) o riferimenti agli storici eventi correlati al fenomeno UFO (come Roswell), l’unica fonte di materiale erano i racconti di HG Wells. Così, mentre La guerra dei mondi proiettava al pubblico una vivida e veritiera immagine di ciò che potrebbe essere una invasione aliena post 11 settembre, fu cruciale per il Pentagono mostrare la professionalità delle sue forze in un caso del genere e la potenza di fuoco con cui i militari avrebbero tentato di respingere l’invasione.
Anche il DoD ha ritenuto opportuno dare ampio supporto a Spielberg per la sua produzione del 2007, Transformers, nonostante la trama del film tratti obliquamente dalla mitologia UFO. L’USAF rifornì il regista Michael Bay con miliardi-di-dollari di apparecchiature per essere utilizzate nel film, tra cui l’F-117 Nighthawk e il caccia F-22 Raptor. Il DoD ha visto Transformers come l’occasione ideale per rafforzare l’immagine delle forze armate statunitensi, ottenibile facendo pesare il notevole potere contrattuale durante la produzione del film. In questo modo, i militari sullo schermo vengono ritratti forzatamente come istituzione fermamente eroica e giusta, rendendo il film “un grande strumento di reclutamento”, secondo il dipendente del Pentagono Sgt.. Mike Gasparetto.
Come nella guerra dei mondi, tuttavia, nonostante parli di alieni, Transformers non avrebbe sicuramente creato una ondata di avvistamenti, di per sé, perchè i protagonisti sono solo robot giganti trasformabili. Il coinvolgimento del Dipartimento della Difesa nel film è stato anche in particolare un’operazione di ripulimento della propria immagine rispetto alla sua travagliata storia con il fenomeno UFO. In una scena, ad esempio, il Pentagono è assolto dalle complicità in ciò che scopriamo essere una cover up decennale del governo sugli avvistamenti ufo. La colpa del complotto viene data al “Sector 7#8243;, una “divisione di accesso speciale del governo”, che ha nascosto la sua ricerca aliena “Top Secret” dal 1934 all’interno di “Progetti Speciali d’Accesso.” Fondamentalmente, il cover-up venne condotto senza la conoscenza o il consenso del segretario della Difesa (interpretato da Jon Voigt), che si indignò quando la verità venne lui finalmente rivelata: “E non pensi che potrebbere essere necessario avvisare le forze militari degli Stati Uniti che tenete un robot alieno ostile congelato in cantina? “

UN’AGENDA SCONOSCIUTA

Anomali all’interno del modello finora stabilito dalle ostilità del governo verso la mitizazzione degli UFO nei film e negli show televisivi sono forse due casi importanti in cui agenzie statali diverse hanno scelto di collaborare su delle produzioni in cui vennero raffigurati gli UFO come non solo un fenomeno reale, ma nettamente extraterrestre.

Nel 1979, il premio Oscar, animatore dei cartoni della Disney, Ward Kimball affermò che nel 1950 l’USAF si avvicinò allo stesso Walt Disney per chiedere la sua cooperazione in un documentario che avrebbe aiutato ad acclimatare il pubblico alla realtà extraterrestre, venne abbandonato non apenna l’USAF rinnegò la sua offerta di fornire filmati “reali” di UFO. Un sostegno indiretto per rivendicare Kimball è stato offerto nel 1997 da Philip Corso, un tenente colonnello in pensione ed ex capo di tecnologia esotica del Pentagono. Corso affermò che la produzione del film sui dischi volanti fù segretamente incoraggiata dai gruppi di studio UFO guidati dal governo nel 1950 per far acclimatare il pubblico al fenomeno uso e contemporaneamente manipolandone la percezione del fenomeno, fece riferimento a questa presunta strategia come: “camouflage through limited disclosure”. Tuttavia, le testimonianze di Kimball e Corso sono proprio questo : testimonianze, e non sono supportate da prove documentate e fisiche. Tuttavia, altri casi in questo senso sono un po’ più consistenti. Per il campione d’incassi deò 1982, ET l’Extraterrestre, per esempio, è noto che i produttori Kathleen Kennedy e il regista Steven Spielberg fecero un brainstorm con gli scienziati della NASA sulla probabile data di arrivo ufficiale degli alieni. Questa collaborazione modellò intere sezioni del film, compresa la scena di quando il personale della NASA entra in una casa di periferia in cerca di ET. I produttori hanno anche chiesto alla NASA che tipo di pianeta ET potrebbe chiamare casa. Se ne sono usciti con un “piccolo pianeta verde” popolato da “piccoli funghi agricoltori”, dice Kennedy. La biologia di ET riflette questo scenario – il piccolo alieno “era più vicino ad una pianta che ad un essere umano biologico,” disse Kennedy. La cooperazione in questo caso è stata probabilmente offerta grazie al fatto che nel film la rappresentazione della NASA è stata generalmente favorevole – la professionalità e l’umanità del personale dell’agenzia spaziale brillava anche di fronte ad una minaccia extraterrestre – e perché la storia non era tanto incentrata sul fenomeno UFO quanto suòl’amicizia fantastica tra un ragazzo e un alieno.

Ci fu la più completa cooperazione da parte del Dipartimento della Difesa nella produzione di un film particolarmente insolito – il documentario UFO: Past, Present and Future (1974), che considerò il fenomeno sotto una luce molto più seria. Al regista del film, Robert Emenegger, venne dato un accesso senza precedenti alle strutture del Dipartimento della Difesa, compreso la Holloman Air Force Base e lo stesso Pentagono. “Il segretario dell’Air Force [Seamans Robert] diede l’ordine di cooperare”, spiegò il regista, a cui fu concessa la possibilità di trascorrere un periodo in mezzo agli alti ufficiali militari, apparentemente ben disposti verso le questioni connesse agli ufo, tra essi spiccava il colonnello William Coleman, un ex portavoce del Progetto Blue Book, e il colonnello George Weinbrenner, allora capo della sezione delle tecnologie esotiche alla Wright Patterson Air Force Base. Nel film venne inclusa una ricostruzione dettagliata di ciò che Emenegger rivendica essere un atterraggio extraterrestre vero e proprio avvenuto presso la Holloman Air Force Base in 1971, descritto a suo dire dalla USAF stessa, completa di rendering artistico dei presunti alieni. L’USAF fornì a Emenegger anche un filmato di pochi secondi che mostrava quello che sembrava essere un insolito oggetto luminoso che scendeva lentamente e verticalmente sopra la base. Questi fotogrammi, sostiene Emenegger, sono stati presi dal “vero” filmato dell’atterraggio alieno e vi è l’autorizzazione a mostrarli nel documentario, e, in linea con le raccomandazioni della USAF, presentò l’episodio come “un fatto che potrebbe accadere in futuro – o forse che è già accaduto.” Emenegger affermò di essere stato avvicinato dall’USAF per avviare questo progetto, che sarebbe stato in linea con il suo interesse per la propaganda, con la sua esperienza di vice presidente della Grey Advertising, e del suo coinvolgimento personale nella campagna per la rielezione di Nixon (CREEP) . Il film ricevette il sostegno dell’Esercito, della Marina e della NASA. Con la produzione di quest’ultimo film con fotografie inedite di quello che sembravano essere Ufo ripresi nello spazio dagli astronauti della Gemini, e’ difficile dare una spiegazione alle azioni del DoD in questo caso, non sono affatto un test di reazione per il pubblico o un tentativo da parte del Pentagono di essere più aperti riguardo il monitoraggio continuo del fenomeno.

Il governo ha inoltre apparentemente fornito assistenza a Disney nel film del 2009 Race To Witch Mountain, nonostante la trama del film tragga ampiamente dalla mitologia UFO (con riferimenti sia all’area 51 che a Roswell) e nonostante presenti un governo che cospira in un operazione di cover up sugli UFO. Lavorando entro i vincoli della precedente incarnazione narrativa del film, Escape to Witch Mountain (1975), il regista Andy Fickman – un reo confesso appassionato di UFO – ha l’orgoglio di infondere al suo rifacimento il maggior numero di elementi tratti direttamente dalla letteratura UFO.

Quando Fickman ricevette lo script da Disney lo considerò qualcosa “più di una commedia”, ma il regista sentì che il materiale doveva essere trattato seriamente e volle fare utilizzo di eventi, dibattiti e della terminologia derivanti dal campo della ricerca sugli UFO: “Sono disposto a fare questo film “, ha detto Fickman alla Disney, “ma voglio mettere più carne al fuoco possibile.”

Anche se la stragrande maggioranza dei contenuti ufologici del film sono venuti da Fickman, almeno una parte di esso fu il risultato del volere della CIA. In una produzione altamente insolita Fickman sostiene di essere stato a stretto contatto e assistito da un dipendente attivo della CIA i cui “consigli” si estesero addirittura nel progettare la scrittura aliena vista nell’UFO durante la scena culminante del film. Fickman non è dispostao a rivelare il nome di questo consigliere, ma sostiene che è un colonnello dell’aeronautica con un background nellTechnical Intelligence, che era stato “molto attivo ad Hollywood” e “aveva un sacco di connessioni nel mondo dei computer e aveva [esperienza] nei satelliti che scattano immagini nello spazio. “

Il consigliere raccomandò inoltre che alcuni contenuti correlati agli UFO fossero rimossi dallo script “c’erano cose di cui ci siamo sbarazzati nello script per mantenere la logica e il protocollo nel film”, ha detto Fickman, anche se non approfondì la natura dei cambiamenti fatti al copione.
Fickman sostenne inoltre che fu lui concessa una visita al NORAD impianto situato presso le Cheyenne Mountain (avete presente Stargate? Lì!), nel 2008, dove – accompagnato dal suo consulente della CIA – trascorse 12 ore a fotografare e a parlare con gli ufficiali militari in servizio, compresi i capi del NORAD. “Volevamo che il nostro Witch Mountain somigliasse a il più possibile alle Cheyenne Mountain e al NORAD il più possibile,” disse, aggiungendo: “Abbiamo scattato un migliaio di foto poi ci lasciarono nel deserto, da quel momento a 300 persone della produzione fu concesso il diritto di copiare le informazioni raccolte all’interno della base [per la progettazione della produzione]. “

La CIA, da parte sua, sostiene di non aver avuto alcun coinvolgimento nella produzione di Race to Witch Mountain. In una e-mail all’autore, Paula Weiss, portavoce per i Media presso l’Ufficio degli Affari Pubblici della CIA, dichiarò: “da quanto ne sappiamo dall’ufficio relazioni con i media, non abbiamo fornito alcun supporto tecnico o altro a questa produzione.”

Fickman rimase perplesso dalla negazione della CIA. Interrogato dal regista o meno, l’uomo della CIA avrebbe potuto essere un ufficiale ritirato che agì a titolo privato (come nel caso di un certo numero di ex-agenti della CIA a Hollywood, tra cui Robert Baer, #8203;#8203;Milton Reardon e Chase Brandon). La riposta del regista alla lettera fu: “non ci sarebbe stato modo di avere ciò che abbiamo avuto, se non fosse stato per un dipendente attivo della CIA …”, infatti, per tutta la visita al NORAD, Fickman afferma di aver fatto affidamento su l’influenza esercitata dal suo uomo della CIA : “Nulla accadeva al NORAD senza che lui tirasse fuori il suo distintivo e facesse i suoi giri di telefonate.”

Fickman crede che ciò sia dovuto in gran parte al fatto che i suoi consiglieri militari e di intelligence sono stati garantiti “attraverso canali non convenzionali” e che alla sua produzione venne concesso l’accesso straordinario al funzionamento interno degli apparati di sicurezza nazionale, insiste sul fatto che non vi sia alcuna agenda segreta dietro l’insolita generosità del governo degli Stati Uniti, a questo proposito:

“Tutto d’un tratto sono stato in posti a cui non credo sarei arrivato tramite i canali tradizionali. Non penso ci fosse qualcosa di anormale in quello che stavano facendo, si facevano telefonate e le porte prima chiuse, si aprivano. “

CONCLUSIONE

Il governo USA ha compiuto sforzi concertati nel corso degli anni per gestire la percezione del fenomeno Ufo attraverso l’ausilio dei media tentando simultaneamente di ripulire la propria immagine pubblica in relazione al fenomeno. Se, però, come il governo insiste, gli UFO sono sostanzialmente inesistenti, perché vi è tanta preoccupazione? Nel 1961, un rapporto della NASA, commissionato dal Brookings Institute, “Proposed Studies on the Implications of Peaceful Space Activities for Human Affairs”, avvertì che un annuncio ufficiale che confermi l’esistenza di esseri intelligenti extraterrestri potrebbe avere conseguenze disastrose per la civiltà umana:

“I File antropologici contengono molti esempi di società sicure del loro posto nell’universo, che si sono disintegrate quando dovettero associarsi con società precedentemente sconosciute sposando idee diverse e modi di vita diversi, coloro che sono sopravvissuti ad una esperienza del genere di solito lo hanno fatto pagando il prezzo del cambiamento nei valori, negli atteggiamenti e nei comportamenti. “

Il rapporto informa anche sul fatto che il governo chiede: “Come potrebbero tali informazioni, e in quali circostanze, essere presentate o nascoste al pubblico e a quale scopo”. Tuttavia, anche se il rapporto della Brookings punta sulle preoccupazioni espresse dalle organizzazioni potenti sulle implicazioni potenzialmente pericolose del fenomeno UFO e sulla necessità di controllare la percezione circa le possibilità di vita aliena, di certo non costituisce una prova di una cover up sugli UFO. Una cover up governativa degli Stati Uniti, è però, esattamente ciò che viene affermato nel 1999 in un rapporto di novanta pagine contenente i risultati di uno studio indipendente per l’Higher Studies for National Defence – un thin-thank militare francese. Il white paper, ora comunemente indicato come Il Rapporto COMETA, fu compilato da un gruppo di tredici generali in pensione, ammiragli e scienziati del governo (compreso il generale Bernard Norlain, l’ex capo della Forza aerea tattica francese, e Andre Lebeau, l’ex capo della CNES [l’equivalente francese della NASA]) in cui veniva documentata l’esistenza di oggetti volanti non identificati e le loro implicazioni per la sicurezza nazionale. Le copie del rapporto vennero ricevute dal presidente Jacques Chirac e dal primo ministro Lionel Jospin. La relazione conclude che per la piccola percentuale di avvistamenti UFO, che dopo un’indagine e un’analisi esaustiva non può essere attribuita ad alcuna tecnologia conosciuta, l’ipotesi extraterrestre era valida. La relazione afferma che alcuni UFO rappresentano “macchine completamente sconosciute in grado di volare con prestazioni eccezionali e che sono guidate da un’intelligenza naturale o artificiale” si rileva che, sebbene l’ipotesi extraterrestre “non è stata dimostrata categoricamente … esistono forti prove a suo sostegno.” Il rapporto passa poi a considerare in dettaglio le probabili conseguenze di un’apertura politica, scientifica e religiosa con gli extraterrestri.

Per quanto riguarda la ricerca storica del governo USA sugli UFO, il rapporto afferma:

“E ‘chiaro che il Pentagono ha avuto, e probabilmente ha ancora, l’interesse nel nascondere, nel miglior modo possibile, tutte queste ricerche, che possono, nel tempo, garantire agli Stati Uniti una posizione di grande supremazia su i suoi avversari terrestri e allo stesso tempo dando una notevole capacità di risposta contro una possibile minaccia proveniente dallo spazio. In questo contesto, è impossibile per loro divulgare le fonti di questa ricerca e gli obiettivi perseguiti, perché questo potrebbe immediatamente aprire comodamente la strada ad un avversario. La Cover-up e la disinformazione (sia attiva che passiva) rimangono ancora, sotto questa ipotesi, una necessità assoluta. E’ per questo che risulta così naturale alle menti dei capi militari statunitensi, il segreto deve essere mantenuto il più a lungo possibile. “

La segretezza del governo americano riguardo la tematica UFO derivante dalla Guerra Fredda è ormai una questione di dominio pubblico; tuttavia la segretezza sull’argomento non rappresenta propriamente un cover up – l’insabbiamento sarebbe difficile da provare se non impossibile, anche se numerose persone influenti hanno più volte indicato negli anni che una cover-up era in atto e lo potrebbe essere anche adesso. Tra questi individui vi sono: l’ex direttore della CIA Roscoe Hillenkoetter; l’ex assistente speciale al vice direttore della CIA Richard Helms, Victor Marchetti, il senatore Barry Goldwater, l’astronauta della gemini Gordon Cooper, il finanziere miliardario Lawrence Rockfeller, l’astronauta dell’Apollo Edgar Mitchell ; l’ex vice primo ministro del Canada, Paul Hellyer, e l’ex governatore dell’Arizona, Fife Symington. John Podestà – il capo della squadra di transizione della Casa Bianca del presidente Obama, ex capo di Stato Maggiore del presidente Clinton – ha anche fortemente accennato a una cover up UFO. Parlando al National Press Club di Washington DC nel 2002, Podestà ha dichiarato:

“Credo sia il momento di esaminare le questioni che sono state nascoste dal governo sugli UFO. E ‘ora di scoprire qual’è realmente la verità su cosa c’è la fuori. Dobbiamo farlo, davvero, perché è giusto, dobbiamo farlo perché il popolo americano è francamente in grado di gestire la verità.“

Da quando il fenomeno dei dischi volanti è entrato nella coscienza popolare, nel 1947, l’esercito statunitense ha sostenuto che gli UFO non sono né segni di alieni provenienti dallo spazio né alcun altro fenomeno che punta di provare l’esistenza di un progetto governativo segreto. Per questo, numerosi registi che utilizzano questi temi hanno tentato di assicurarsi la collaborazione del Dipartimento della Difesa o di un aiuto più ampio ma sono stati inesorabilmente respinte adducendo la motivazione che andassero contro l’idea ufficiale sugli UFO, inoltre, e per gli stessi motivi, il Pentagono ha attivamente scoraggiato – anche censurato – alcuni prodotti multimediali con tema gli UFO. Eppure, a volte, e specialmente dal 1980, il Pentagono si è mostrato disposto a collaborare su diverse produzioni: a quelle che minimizzavano i collegamenti ad un governo malvagio e che esaltavano le truppe militari. Allo stesso tempo, il governo è stato prudente nell’associandosi con qualsiasi film che promuove la realtà UFO nel contesto dell’ipotesi extraterrestre, con due eccezioni ufficialmente riconosciute – ET di Spielberg e il documentario sugli UFO: Passato, Presente e Futuro, oltre che con una eccezione non ufficiale, Race to Witch Mountain. Il coinvolgimento ufficiale in E.T. può essere spiegato con il fatto che ha fatto gli interessi dei potenti – dipingendo gli scienziati della NASA come uomini efficienti e compassionevoli – non era in contrasto con la politica governativa ufficiale sugli UFO, in quanto il film non ha attinto dalla mitologia ufo e non è quest’ultimo il tema portante. Tuttavia, per i motivi precedentemente delineati, il coinvolgimento da parte di varie agenzie governative in queste ultime due produzioni è difficile da razionalizzare da una prospettiva esterna.

Niente di tutto questo suggerisce che il personale governativo che lavora giorno per giorno con Hollywood abbia conoscenze particolari o ordini diretti su come rappresentare gli UFO, anzi, può essere semplicemente che il governo di Hollywood / Washington lavori per evitare di associare il Pentagono con il fenomeno UFO per la stessa ragione per cui molte persone in altre sfere di influenza evitano l’argomento: e cioè, il già citato “tabù UFO”. Eppure, il modello di gestione della percezione del governo americano in materia di UFO è poco conosciuto e ricercato. Nel complesso, questo modello indica che per oltre sei decenni le istituzioni della sicurezza nazionale, o per lo meno potenti fazioni all’interno di esse – a differenza del loro pubblico disinteresse sugli UFO – hanno attentamente osservato e alterato rappresentazioni televisive e cinematografiche del fenomeno, in linea con i più ampi obiettivi governativi nel tentativo di evitare che gli UFO ottengano una maggiore legittimità o valore politico.

Cita:
https://neovitruvian.wordpress.com/2011/07/19/ufo-manipolarne-la-percezione-attraverso-film-e-tv/


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MessaggioInviato: 03/01/2015, 12:01 
CASO AMICIZIA: DOPO UN COVER UP ALL'ITALIANA, ORA ANCHE IN UNA "ZONA D'OMBRA"?

La divulgazione delle informazioni sul fenomeno UFO è gestita dai servizi segreti dei Paesi coinvolti nel cover-up internazionale sugli UFO e sulla possibile presenza di entità aliene sulla Terra. Tali operazioni vengono condotte sistematicamente per tacitare le testimonianze, insabbiare le prove e determinare quali dati e informazioni siano da rilasciare, dopo averli epurati di tutti i contenuti importanti e aver disinnescato il loro potenziale di impatto sulla società civile e sulla crescita di consapevolezza dei singoli individui.
Perché la macchina funzioni a dovere è necessario tenere sotto controllo gli ambienti ufologici, servendosi di personaggi che nelle organizzazioni di studio abbiano l’ultima parola, e che stiano al gioco, facendo da “filtro”, valutando e consigliando le major editoriali su cosa, o meno, pubblicare, chi invitare ai convegni, persino nei programmi televisivi.
All’interno delle associazioni di settore l’insabbiamento si applica alle ricerche e ai dati ottenuti dai singoli iscritti. Così, per decenni casi importanti non vengono a galla, le documentazioni cine-video-fotografiche spariscono, le testimonianze finiscono in celle frigorifere.

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Stefano Breccia

Pubblicato anche negli USA

In questo scenario si colloca il “Caso Amicizia”, rimasto sepolto per quasi 40 anni e venuto alla luce nel 2006 grazie all’ingegner Stefano Breccia, che gli ha dato visibilità nel libro “Contattismi di Massa”, pubblicato in Italia dalla Nexus Edizioni e – caso più unico che raro – anche negli USA dalla Author House con il titolo “Mass Contacts”, su spinta della giornalista Paola Harris.
Una vicenda incredibile e della quale nessuno si sarebbe accorto, nonostante tutto fosse avvenuto in quella terra d’Abruzzo dove gli UFO sembrano essere stati sempre di casa e dove tante persone, nella massima segretezza e per lungo tempo avrebbero avuto contatti diretti con extraterrestri insediatisi nella regione.
Di “Amicizia” mi parlò per la prima volta il sociologo Roberto Pinotti, quando negli anni Novanta ero nel Consiglio Direttivo del CUN, il Centro Ufologico Nazionale. Pinotti mi descrisse per sommi capi la vicenda che in Italia si era sviluppata per una trentina d’anni, sempre al riparo da occhi indiscreti. Pinotti, inoltre, mi confidò di essere stato partecipe di un evento straordinario. Insieme all’ingegner Breccia aveva assistito a distanza ravvicinata all’atterraggio di un disco volante, programmato dagli “Amici” in una località montana abruzzese. Non so se di questo episodio e di altri collegati al caso Amicizia, Pinotti abbia fatto menzione nei suoi libri recenti, successivi a “Contattismi di Massa”.

L’Ondata in Adriatico e Il Contatto a Montesilvano

Il punto cruciale di “Amicizia” va collegato alla famosa ondata di avvistamenti dell’Adriatico nel 1978, una stagione sfolgorante di luci nel cielo e di oggetti metallici strutturati che apparivano e svanivano agli occhi di tutti, gente comune, personale marittimo, forze dell’ordine, persino alcuni ufologi. E gli USO (Unidentified Submerged Objetcs) affioravano dal mare. Forse, in quei fondali si celavano basi aliene. Forse, nelle viscere del Gran Sasso e della Maiella, esseri non terrestri avevano scelto di dimorare. Fantascienza? Oppure, cose reali delle quali non far parola neppure negli ambienti meglio informati dell’ufologia nostrana?Personalmente, propendo per la seconda, visto che il Contattismo non è mai andato a genio alle strutture che considerano valida solo l’ufologia “nuts and bolts” e non le esperienze di contatto.
Passano quasi venti anni prima che l’Abruzzo torni ad essere zona rovente dal punto di vista ufologico, non per il susseguirsi di avvistamenti o incontri ravvicinati che mai sono mancati, bensì per lo straordinario congresso “Il Contatto” tenutosi il 7, l’8 e il 9 Novembre 1997 a Montesilvano.
Organizzato dalla rivista “Dossier Alieni” e dall’associazione M.A.R.E. di Pescara, capitanata da Pino Morelli, il convegno ebbe luogo in un’immensa sala del Grand Hotel Montesilvano, sul lungomare a due passi da Pescara. La struttura alberghiera per tre giorni fu messa a disposizione dal proprietario, l’artista e architetto Antonio Zimei, grande appassionato di UFO e troppo innamorato della sua regione d’Abruzzo per non essere stato a conoscenza del “caso Amicizia”.
Fu Zimei a rendere possibile “Il Contatto”, ospitando in maniera squisita personaggi importanti chiave della scena ufologica mondiale: l’ex colonnello Philip Corso – era fresco di stampa negli USA il suo “Il Giorno Dopo Roswell” – l’ex colonnello USAF Wendelle Stevens, il ricercatore William Hamilton III, l’ex sergente maggiore NATO Robert Dean, il contattista messicano Carlos Diaz e il pilota RAF e scrittore Sir Desmond Leslie, amico e co-autore di George Adamski. L’ospite più atteso, al suo esordio in Italia (sarebbe tornato un anno dopo per il Simposio di San Marino) era Philip Corso. Il vecchio e duro soldato italoamericano mesmerizzò il pubblico, con due interventi che fecero gridare al miracolo: finalmente un militare raccontava la sua verità sull’incidente di Roswell e le relative ricadute tecnologiche che erano passate per le sue mani. Anche per Robert Dean e Carlos Diaz le standing ovation furono da brivido.
Fra gli italiani, si alternarono Roberto Pinotti, Corrado Malanga, Eufemio Del Buono e il pilota Giulio Perrone. In sala era presente Breccia, docente alla facoltà di Ingegneria di L’aquila, esperto di informatica e intelligenza artificiale, che nonostante i ripetuti inviti si era sempre mantenuto lontano dalle luci della “ribalta ufologica”. Accettò di salire sul palco, ma il suo intervento fu telegrafico, pochi minuti a monosillabi e deluse le aspettative di chi sperava in una sua qualche rivelazione su “Amicizia”. Qualcosa, o qualcuno lo aveva dissuaso dal parlare. Il segreto sul caso Amicizia tale doveva restare per altri 10 anni.
Bisogna attendere infatti il 2007, quando esce “Contattismi di Massa”, con prefazione di Pinotti. Breccia, avvalendosi di un manoscritto di Bruno Sammaciccia, nel libro riversa una mole impressionante di informazioni inerenti i CTR e i W56, razze aliene di fattezze umane, tra loro in antitesi ulle finalità dei rispettivi rapporti con i terrestri. Dai “contatti in positivo” con i W56 deriverebbe la definizione di “Amicizia”.
A quel che è dato sapere “Contattismi di Massa” ottiene un buon risultato di vendite e suscita notevole interesse, generando varie polemiche negli ambienti ufologici nostrani. Quasi innescando una reazione a catena, emergono notizie sulla diffusione di “Amicizia” in altri Paesi del mondo, fatti che peraltro in questa sede non possiamo approfondire al momento.
Poco prima di morire, il 3 Marzo 2012, Breccia aveva terminato la stesura del suo secondo libro, che al momento resta inedito. La storia di “Amicizia” manca dunque di fondamentali elementi di riscontro che potrebbero essere apportati da questo secondo volume. Quanti anni ancora dobbiamo attendere prima di vederlo pubblicato dagli aventi diritto o da chi ora possiede il manoscritto?

“AMICIZIA” Il CAPITOLO DUE

Il secondo libro sul caso Amicizia esce nel 2013 a doppia firma, quella di Breccia e quella del curatore, lo scrittore australiano Warren P. Aston, al quale era pervenuto il manoscritto prima della scomparsa dell’ingegnere Breccia. Si intitola “Fifty Years of Amicizia” e lo pubblica la Author House.
Che il libro, ancor prima di trovare un editore in Italia, finisse all’estero, potrebbe rientrare nella logica di una diffusione che avesse escluso il nostro Paese per non creare problemi a un Autore che già con “Contattismi di massa” aveva sollevato un bel polverone. Nel corso di nostre conversazioni telefoniche Breccia non aveva nascosto il proprio timore a mantenere per sempre un profilo basso in tutta la questione. Come compendiare dunque, tale prudenza, con la pubblicazione di un secondo libro? Affidandolo ad un agente esterno. Il che è puntualmente avvenuto. Sui contenuti, molto veniva anticipato dallo stesso Warren Aston in un articolo apparso sul sito beforeitsnews il 20 Luglio 2013. Non una grande novità la prefazione di Pinotti, nuovi i contributi di Connie Menger (moglie del contattista americano Howard Menger) e di alcuni esponenti del Cun, mentre il ricercatore e saggista Ivan Ceci proponeva un’articolata disamina del volume (244 pagine corredate da fotografico) descrivendolo come una riedizione, ampiamente rimaneggiata, ma che poco aggiungeva alla precedente.
Non avendolo letto, al momento posso solo rimandare al parere di Ceci.

E e fosse tutta una truffa?

A questo punto, su questo caso che molti ritengono autentico al cento per cento, ritengo necessario parlare di un aspetto che vi getta su un’ombra molto pesante. Il CISU (Centro Italiano Studi Ufologici) ritiene tutta la vicenda “Amicizia” una colossale truffa, perpetrata a fini di lucro e portata avanti per decadi da individui che hanno approfittato della buona fede di persone inconsapevoli. Lo hanno affermato ricercatori del calibro di Gian Paolo Grassino e Paolo Fiorino su spazi di discussione Facebook in cui sono stato invitato a intervenire. A fronte della mia sorpresa, i due esponenti CISU hanno specificato di essere giunti a tali conclusioni dopo molti anni di indagini su tutta la vicenda, da loro seguita passo per passo anche interpellando diverse persone che ne sarebbero rimaste vittime e di tutto questo siano in possesso di prove inoppugnabili. Rispetto all’alea di totale segretezza che ha caratterizzato la storia sin dalla seconda metà degli anni Cinquanta, che anche “Amicizia” vada collocata in una zona d’ombra non fa una grinza. Bisogna però provarlo.

Cita:
http://mauriziobaiata.net/2014/12/28/caso-amicizia-dopo-un-cover-up-allitaliana-ora-anche-in-una-zona-dombra/


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ROMANIA, L'ENIGMA DI UNA INCREDIBILE STRUTTURA DENTRO I MONTI BUCEGI: SI TRATTA DI ANTICA BASE ALIENA?

La curva dei monti Carpazi che prende il nome di Bucegi si porta sulle spalle da secoli le etichette esoteriche più disparate. Luogo di singolari attrazioni turistiche d’origine geologica come la sfinge e la babele, racchiude una moltitudine di fenomeni mistici riferiti quotidianamente dalle testimonianze degli abitanti del luogo.

Si tratta di avvistamenti di esseri eterei o mitologici, spesso confusi per elementi religiosi (molte croci cristiane si trovano nei luoghi delle “apparizioni”) e sopratutto misteriose scomparse tra le nebbie di quei monti.
I racconti narrano di persone ritrovate solo dopo giorni in qualche nascosta caverna o addirittura si racconta che ci si possa perdere in qualche grotta di quelle valli per ritrovarsi nel mezzo del deserto del Kansas...
Verità o finzione che sia gli occhi del mondo hanno iniziato a posarsi tra queste montagne con l’inizio di singolari terremoti che hanno portato ad una sensazionale scoperta.
Si dice che queste informazioni abbiano iniziato a filtrare lentamente proprio per espressa volontà del governo Romeno che vorrebbe informare il mondo di questa realtà ormai impossibile da mascherare. Va in ogni caso ringraziato il coraggio e la tenacia dimostrati dall’ex agente psicotronico del regime di Ceauşescu, Vasile Rudan, divenuto solo da poco noto al grande pubblico per le numerose interviste e soprattutto per la partecipazione alla trasmissione “Access Direct” dell’11 e 12 Maggio dell’emittente nazionale Antena 1, un uomo che porta avanti da anni una dura battaglia per diffondere questi segreti.

UN CIMITERO DI GIGANTI SOTTO UN MELETO

Tra le montagne dei Carpazi può capitare spesso che mentre si scava un pozzo o si stanno fissando le fondamenta di una casa ci si possa trovare ad aver a che fare con ossa dall’aspetto umanoide di dimensioni abnormi. Ossa che gli scienziati giunti sul posto definiranno sicuramente “non autentiche” e che quindi finiranno in qualche magazzino di reperti “non autentici”.
Il caso più macroscopico è accaduto qualche anno fa nel piccolo paese di Scăieni dove un agricoltore intenzionato a fare una piantagione di mele nei suoi campi si è trovato ad aver a che fare con un vero e proprio cimitero di giganti.
Come affondava la pala di qualche metro si trovava intralciato da resti di scheletri umanoidi che superavano i due metri e mezzo di altezza e che proprio non volevano saperne di lasciargli piantare le sue mele in pace.
Dopo aver dissotterrato un po’ di questi reperti chiaramente “non autentici” il meleto è stato infine piantato proprio sopra questa necropoli dei giganti.

UNA BASE ALIENA SOTTO LE MONTAGNE

Fenomeni sospetti tra i monti Bucegi presero a manifestarsi quasi un ventennio fa, un crescendo di eventi destinato ad attirare l’attenzione sia dei media che delle autorità.
Tra queste vette nel 1993 la terra iniziò a tremare ripetutamente terrorizzando le popolazioni del luogo. Presto ci si rese conto dell’inspiegabile singolarità di quei movimenti sismici che oltre a interessare soltanto una superficie troppo delimitata, si manifestavano solamente in una precisa fascia temporale intercorrente tra le 20 della sera e le 3 del mattino. Inoltre gli abitanti del luogo sostenevano che quando iniziavano queste scosse sismiche si poteva avvertire, l’eco di un rumore sordo risalire dal sottosuolo come se il pavimento stesse per crollare sotto i loro piedi. Ciò che rese il caso tristemente noto in tutta la Romania fu la ripetitività apparentemente inarrestabile del fenomeno: più di 100 scosse sismiche interessarono quella singola area prima di svanire per un decennio.

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I geologi sotto l’impulso delle autorità romene e soprattutto del Pentagono presero ad analizzare la specificità di quel territorio e attraverso delle misurazioni con dei progrediti satellite di tecnologia bionica si cercò di identificare la struttura tellurica del luogo.
Si trovarono dinanzi a dati inspiegabili: Sembrava che sotto quelle montagne la terra fosse cava, ma il nucleo più profondo di quel vuoto terrestre pareva insondabile a ogni verifica. Una sorta di barriera respingeva ogni tentativo di accesso.
Nel 2002 il fenomeno riprese. I Bucegi tremarono nuovamente seguendo le medesime modalità e fasce orarie. Le autorità Romene e Americane ritennero che fosse giunto il momento di agire.
Nel 2003 si diede inizio alle trivellazioni della montagna dalla struttura sotterranea tanto insolita e dopo numerosi tentativi fallimentari un equipe di nazionalità mista raggiunse una singolare galleria sotterranea.
Parve subito evidente a tutti che ci si trovava dinanzi a una galleria artificiale: le pareti erano perfettamente lisce senza traccia di irregolarità naturale, l’aspetto faceva venire in mente un tunnel della metropolitana. La squadra proseguì per il ramo del tunnel che scendeva.

Prestò gli esploratori raggiunsero un’imponente porta che all’aspettò appariva di tipo scorrevole.
La squadra dovette però arrestarsi qualche metro prima del battente perchè si vedeva distintamente una parete luminosa in cui scorreva una qualche forma di energia sbarrare ogni accesso.
Si misurò che ci si trovava dinanzi a una scudo energetico di elevata tensione. Alcuni fonti sostengono che coloro che hanno tentato, con adeguate protezioni, di oltrepassare la parete siano morti di collasso cardiaco, mentre i tentativi di far passare oltre la barriera dei materiali non organici produsse la semplice polverizzazione istantanea di questi. Simili tentativi inconcludenti erano stati fatti in una missione esplorativa in Iraq dove il terreno presentava le medesime “anomalie geologiche” e anche in quel caso l’equipe americana si trovo sconfitta della barriera energetica.
In Romania l’epilogo fu differente poiché alcuni componenti dell’equipe dotati di una “determinata tensione energetica” che funzionava in “simpatia” con quella che vibrava nella parete luminosa riuscirono ad oltrepassare il varco dischiudendo così la successiva porta metallica.
Oltre a questo doppio sbarramento il tunnel si modificava sviluppando una struttura più complessa, fino a portare i visitatori all’ennesima barriera energetica di un colore verde pallido che funzionava con modalità simili alla prima.
Oltrepassata anche questa le fonti ci riferiscono che ci si trova dinanzi a una grande sala artificiale dalle misure inaspettate: di una lunghezza che pare aggirarsi intorno ai 100 metri, mentre un’altezza di 30.

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Sulla stanza dominano alcuni tavoli dalla forma insolita e dall’altezza di due metri. Se mai un umano avesse potuto sedersi in una sedia adeguata avrebbe visto sopra delle iscrizioni che apparivano dei geroglifici in una lingua sconosciuta dalla forma cuneiforme. Gli unici simboli che gli esploratori riconobbero furono alcuni cerchi e quadrati. Poggiando le mani su questa simbologia aliena le pareti della stanza trasmettevano una serie inaspettata di immagini olografiche. Sembravano ai presenti immagini della terra e di altri luoghi non conosciuti. Attraverso tentativi ed errori i tavoli proiettarono una serie infinita di immagini ed iniziarono ad analizzare gli stessi presenti che poterono “vedere” le lastre accurate del loro corpo e la forma del loro DNA. Le testimonianze riferiscono che i computer alieni iniziarono a incrociare il DNA dei presenti con la specie aliena più adatta finché sullo schermo apparve l’Ibrido che sarebbe nato da questa unione.
Il luogo che assomigliava ad una stanza di analisi e raccolta dati fu battezzata dai visitatori “Sala delle Proiezioni”.
Coloro che proseguirono nell’esplorazione del luogo si trovarono alle prese con una galleria che apparentemente proseguiva ininterrottamente fino ad una stretta curva a 26°. Oltre la curva un’altra infinita galleria portava all’ennesima barriera. Oltrepassata anche questa l’equipe poté mirare quella che è poi stata battezzata la “Sala Grande”.

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La sala era di dimensioni colossali, tanto da far perdere i riferimenti spaziali ai presenti ed era ben illuminata anche se i presenti non riuscivano definire la fonte di quella luce.
In questo spazio si sono trovate quelle che sono apparse come apparecchiature tecnologiche dalla forma sconosciuta di cui non si è riusciti a capire la funzione. Ciascuna di esse era collegata alle altre con dei fili bianchi traslucidi su cui passavano ad intermittenza degli impulsi elettrici.

BASI UFO SOTTERRANEE

Sono numerose e sparse per tutto il mondo le testimonianze da parte di militari e civili che parlano di avvistamenti di flottiglie o astronavi (UFO e USO) che emergono dal mare o dal sottosuolo e che farebbero pensare a vere e proprie basi aliene ubicate sottoterra. Dall’Himalaya al Pacifico, le EBE avrebbero scelto montagne impervie (come la zona di Kongka La nella regione del Ladakn al confine tra India e Cina) o isole distanti dal mondo occidentale ma vicine a territori di origine vulcanica, per l’insediamento delle proprie basi. Nel caso delle isole del Pacifico, secondo alcuni studiosi, il terreno vulcanico sarebbe un elemento di preferenza per gli alieni nella scelta del luogo dove insediarsi, probabilmente perché l’attività geotermica del sottosuolo può essere convertita in energia necessaria per le apparecchiature tecnologiche di cui dispongono gli extraterrestri nel sottosuolo.
Le isole Hawai, sarebbero dagli anni ’40 teatro di un impressionante numero di avvistamenti, come ricostruito da Corrado Malanga. Il ricercatore pisano ha ipotizzato l’esistenza di una base UFO anche nella Polinesia Francese, grazie a ricostruzioni raccolte in ipnosi regressiva condotta su addotti che indicavano l’atollo di Mururoa come sede di una base UFO in cui verrebbero effettuati esperimenti sui rapiti da parte di alieni “Serpenti”, probabilmente Rettiloidi. Proprio l’inavvicinabile Mururoa, inaccessibile non per le radiazioni che nonostante i test nucleari dei francesi sarebbero bassissime (!), ma teatro di avvistamenti UFO fin troppo numerosi… tanto che scienziati e militari (v. Guy Andronik, prospettore geofisico francese), avrebbero testimoniato la presenza di UFO di stanza sull’atollo in veste di “osservatori” degli esperimenti atomici.
Di basi impenetrabili si parla anche alle Fiji, terra di leggende legate agli Dèi “venuti dalle stelle” (tra tutti il Dio Serpente che ricorda in modo inquietante l’alieno di tipo Rettiloide dei giorni nostri) dove recentemente sarebbero emersi dal sottosuolo scheletri di Giganti sui due metri circa di altezza (assolutamente fuori misura per la tipologia degli abitanti del luogo), risalenti a tremila anni fa e ora conservati nel Museo diretto da Matararaba.
Così nelle Isole Salomone, come testimoniato da un militare della RAAF in pensione, Marius Boirayon, stabilitosi nel Pacifico, le tribù locali si tramandano da generazioni leggende di una stirpe di Giganti che vive in una città sotterranea. Ecco tornare il mito della Terra Cava e dei Giganti in sperdute isole dei Tropici nell’oceano Pacifico meridionale. Isole lontane, spesso di origine vulcanica, con basi militari controllate da americani o francesi. Gli indigeni raccontano anche di abduction violente da parte di esseri chiamati “Dragon Snake”, Serpente Dragone (un Sauro o un Rettiloide?). Dagli schizzi degli abitanti del luogo e da informazioni raccolte dallo stesso Boirayon nel museo locale di Guadalcanal è emerso che gli esseri che turbano le notti dei nativi delle Isole non sarebbero altri che Grigi, forse al comando della schiatta di Giganti che popola il sottosuolo dei Tropici.

IL MITO DI AKAKOR

Segreti che emergono dai 4 continenti. Verità scomode messe a tacere a forza. Ritrovamenti di scheletri di giganti a pochi metri l’uno dall’altro dalla Bolivia all’Iraq, dalla Sardegna alla Romania, dal Perù alla Cina lasciano poco spazio alla possibilità di anomalie genetiche, per esempio disfunzione alla ghiandola pituitaria, ma suggeriscono l’ipotesi di una razza con le stesse anomalie. I giganti hanno lasciato molte tracce sul nostro pianeta, basta saper e voler cercare. Dai miti ai ritrovamenti più o meno casuali in ogni parte del mondo - basta scavare per vedere affiorare ossa decisamente fuori misura per l’uomo inteso in senso accademico - emerge una realtà nascosta sotto il racconto del mito, ma anche nascosta letteralmente, sotto terra. Così descritti nel mito: esseri primordiali, divinità legate alla terra, dispensatori di sapere o al contrario creature demoniache e distruttrici. Esseri divini o semidei, spesso provenienti dalle stelle, da costellazioni lontane, ma compatibili con l’uomo, che si accoppiano con le figlie degli uomini (come descritto in Gen. 6, 1-4) generando razze intermedie, portatori di sapere oppure distruttori, etc. Il pensiero corre ai Titani, ai Ciclopi, ai Nephilim, agli abitanti della mitica Akakor, rete vastissima di 13 città sotterranee situata tra Brasile e Perù, che avrebbe avuto il suo apogeo ben 12 mila anni fa. Narrano le leggende degli indios che navi dorate scesero dal cielo, provenienti dalla costellazione di Schwerta, guidate da imponenti stranieri dalla pelle bianca, la lunga barba e sei dita dei piedi e delle mani. I Signori del Cielo costruirono la fortezza di Akakor, dove una luce innaturale (come nelle gallerie scavate nei meandri dei Monti Bucegi in Romania!) risplende all’interno delle città sotterranee, dove man mano che ci si inoltra scema la forza di gravità facendo fluttuare i corpi negli immensi corridoi scavati nel sottosuolo, mentre un ingegnoso complesso di canalizzazioni porta acqua e aria in profondità. Una civiltà altamente evoluta che avrebbe preceduto Maya e Atzechi e che sarebbe stata spazzata via da un diluvio…

CRANI DOLICOCEFALI

Molti dei giganti descritti nelle leggende hanno una caratteristica comune, il cranio allungato e retroverso, oppure bilobato. La dolicocefalia è una caratteristica che distingue anche alcune schiatte sacerdotali (Antico Egitto, Malta e Gozo, Sud America etc). Se si non ritiene possibile inserire una o più razze di giganti all’interno dell’evoluzione dell’uomo, forse non è irrazionale ipotizzare l’Interferenza aliena, ipotesi avvalorata dal racconto degli addotti secondo cui i tipi di alieni si dividono in molto alti o molto bassi. Le testimonianze degli addotti e i racconti di unioni tra giganti e umani se interpretate come veritiere ci permetterebbero di avanzare l’ipotesi che qualche alieno umanoide abbia lasciato le sue vestigia sul nostro piano esistenziale e/o dato vita a ibridi di altezza superiore alla media grazie all’unione con umani.

NORDICI E ALTI BIANCHI

Tra gi alieni molto alti di tipo umanoide ricordiamo gli Orange, gli Agarthiani, il tipo Nordico e poi gli Alti Bianchi passati alla storia dell’ufologia grazie alla testimonianza lasciataci da Charles Hall nella trilogia “Millenial Hospitality”. Hall, che prestò servizio ad Indian Springs in Nevada presso la Base Aerea Nellis come osservatore meteorologico a partire dal 1965 raccontò dell’esistenza di una base aliena scavata nel fianco della montagna dei Poligoni di Indian Springs, e abitata da alieni alti circa due metri, dalla pelle bianca, quasi perlacea, i capelli albini, gli occhi che cambiano colore con la luce passando dal blu al rosa. All’interno della base vi sarebbero stati anche i loro velivoli e un’astronave madre. Oltre agli Alti Bianchi, Hall sarebbe venuto in contatto con un’altra razza di alieni di tipo Nordico ma con soli 24 denti e le dita dei piedi leggermente palmate.

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 Oggetto del messaggio: Re: Ricerche ufologiche per liberi pensatori
MessaggioInviato: 12/02/2015, 13:12 
L'MI5 E LE INDAGINI SUI CROP CIRCLE

Ebbene sì. Il Security Service di Sua Maestà- ovvero, la Military Intelligence, sezione 5, nota anche come MI5- durante la Seconda Guerra Mondiale ha indagato sui Crop Circle, i disegni impressi tra l’erba e le spighe. Emerge dai documenti conservati negli Archivi Nazionali ormai resi pubblici: tra quelle migliaia di pagine, ci sono anche foto e valutazioni sul fenomeno oggi da molti associato agli UFO. Ma all’epoca, l’interesse era motivato da ben altri problemi.

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I dossier svelano infatti quale fosse la preoccupazione degli agenti, chiamati ad indagare nelle campagne inglesi: quei segni potevano essere messaggi in codice per guidare i bombardieri tedeschi su obiettivi britannici. Si temeva dunque che a disegnare cerchi, spirali e scritte tra le coltivazioni fossero dei simpatizzanti nazisti, una sorta di “Quinta Colonna” infiltrata nella società del Regno Unito. Per questo, l’ MI5 dedicava tempo e uomini nella decifrazione di quei glifi.

Un caso riguarda, ad esempio, una grande G apparsa nella primavera del 1941 in un campo di mais. Il marchio, lungo 30 metri, sembrava puntare verso una fabbrica di munizioni di Glascoed, nel Monmouthshire. Il dettaglio, scoperto grazie ad alcune fotografie aeree, allarmò l’Intelligence che volle verificare direttamente. Nel documento dattiloscritto, si legge: “Il contadino, persona di buon carattere, venne ascoltato e ammise di aver seminato il campo lui stesso.

Spiegò di averlo poi venduto in aprile. Poco dopo, avendo ancora un po’ di orzo rimasto nella macchina per la semina, per svuotarla prima di riconsegnarla al contadino che gliela aveva prestata, fece girare il suoi cavalli nel campo e forò il terreno in profondità per liberarsene. Lo fece perché era molto difficile rimuovere a mano i chicchi dalla macchina, mentre seminarli era il modo più rapido per disfarsene. Accettò di arare quella parte del terreno. Essendo stata raggiunta una spiegazione soddisfacente, il caso non è stato ulteriormente indagato.” Mistero risolto, dunque.

Altri segni sospetti vennero scoperti e analizzati anche in un campo vicino a Newquay, in Cornovaglia, mentre nelle campagne di Staplehurt apparve un cerchio bianco con all’interno la scritta “Marden”. I timori dei servizi segreti britannici non erano infondati: sapevano che in Polonia, Olanda, Francia e Belgio i piloti della Luftwaffe avevano colpito obiettivi indicati proprio da indicazioni lasciate sul terreno da loro agenti in incognito.

“Iniziarono ad investigare sulla Quinta Colonna dopo l’invasione dei Paesi Bassi e della Francia, dove le spie tedesche avevano utilizzato le luci per l’atterraggio per guidare gli aerei sui luoghi da attaccare”, ha detto al Mailonline David Clarke, docente di Giornalismo alla Sheffield Hallam University che da anni studia i documenti messi a disposizione dal Ministero della Difesa. Molti sono contenuti nel suo libro “Britain’s X-traordinary Files” .

“Nel 1940, tutti in Gran Bretagna pensavano:’ora tocca a noi’ e che la Germania avrebbe reclutato delle spie anche in Inghilterra, per mandare messaggi ai Tedeschi ed indicare i punti ideali per uno sbarco. L’Operazione Leone Marino ( il nome in codice dell’ invasione della Gran Bretagna pianificata da Hitler) indusse la popolazione, la polizia, Winston Churchill e l’MI5 a sospettare che ci fosse una Quinta Colonna attiva e i file degli Archivi Nazionali mostrano le assurdità che vennero portate alla loro attenzione.”

Come appunto, quella grande lettera G avvistata da un pilota della RAF. Il contadino- prima di essere creduto- se la vide brutta: venne scambiato per una spia e circondato dagli agenti dei servizi segreti. Analogamente, anche gli altri strani segni trovarono una spiegazione: quello a Newquay era stato prodotto dall’uso di calcare per scopi agricoli, mentre la parola scritta nel cerchio a Staplehurt era ciò che rimaneva di una pista di atterraggio d’emergenza della compagnia aerea Imperial (oggi, la British Airways)

La quantità di energie destinate dal Security Service per indagare su questi fatti è sorprendente. C’erano tre funzionari, con base nelle contee più orientali, impegnati a tempo pieno nell’osservazione del cielo, per scrutare eventuali segnali luminosi interpretati come messaggi delle spie all’aviazione tedesca per indicare la strada verso Norwich. “In quei documenti ci sono molti episodi che oggi la gente interpreterebbe come attività aliena, come luci e crop circle. Ma negli anni ’40, nessuno si preoccupava degli Extraterrestri, tutti si preoccupavano dei Nazisti”, ha aggiunto Clarke.

Vero. L’attenzione era tutta concentrata su un nemico reale e tutti i fenomeni inspiegabili venivano studiati e monitorati in quest’ottica di difesa. Col passare degli anni, però, gli Inglesi hanno appurato che non si trattava di velivoli tedeschi; gli Americani che non erano aerei spia sovietici; i Russi che non erano aerei sperimentali alleati. La guerra, nel frattempo, è finita. I fenomeni inspiegabili invece continuano. Che sia il caso di approfondire l’argomento?



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