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Marziano
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MessaggioInviato: 23/10/2011, 17:49 
Molto interessante!
Tutto questo mi porta a 3 riflessioni:
1)I nostri "antenati non sembrerebbero essere del tutto "amichevoli", ma bensì orientati ad un "rientro" da "dominatori dato che sarebbero "mano nella mano" con gli attuali potentati.
2)Dato che le "visite" al nostro pianeta dovrebbero essere addebitate ad EX terrestri, mi chiedo se allora esistano civiltà che abbiano come origine pianeti diversi dal nostro.
3)Abbiamo fra le mani un puzzle con milioni di pezzi che, in qualche modo, dovranno prima o poi combaciare;
per iniziare a montarne insieme qualcuno mi piacerebbe avere un parere da TTE riguardo all' "incrocio dei dati" fra la tua teoria e ciò che viene allo scoperto tramite le canalizzazioni di Odearean (confesso che è diverso tempo che non seguo la vicenda [:I])

Grazie a tutti



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MessaggioInviato: 23/10/2011, 18:01 
Io scrivo pochissimo ma leggo molto, e mi sento di farti i complimenti Paolo, grazie.


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MessaggioInviato: 23/10/2011, 18:05 
La massa muscolare dei Nordici potrebbe spiegarsi in vari modi:
1) appartengono a un ceppo umano con una massa muscolare superiore alla nostra.
2) facendo una vita più sana della nostra, si mantengono meglio.
3) il pianeta in cui vivono ha una gravità superiore a quella del nostro, e perciò il loro corpo deve avere muscoli più potenti.
Il fatto poi che appunto siano depigmentati, mi fa domandare se magari derivino da un qualche ceppo Cro-Magnon, che appunto originariamente, vivendo nell'Europa glaciale, erano depigmentati e di corporatura alta e massiccia, fortissima. Ma anche se discendessero da altri ceppi, come quello Neanderthal, avrebbero potuto essere depigmentati e dalla muscolatura possente, anche se poi gli altri caratteri razziali non coincidono.
D'altra parte, in tanti millenni sia i Cro-Magnon che i Neanderthal potrebbero benissimo essersi evolti in un tipo razziale molto diverso....
Ma a dire il vero queste questioni sono abbastanza di lana caprina, dato che per il momento non siamo ancora riusciti a individuare l'oggetto di studio in proposito.
Sì, perché una volta introdotta la possibilità dell'esistenza di una specie umana pre-Sapiens che abbia raggiunto una ciiviltà superiore, resta da individuare quando e dove si sarebbe potuta trovare tale specie e tale civiltà. E che caratteri avrebbe dovuto avere.
Se guardiamo la cosa dal puro punto di vista mitologico, vediamo che le leggende in proposito nel mondo, si sprecano.
Dalle leggende sui Giganti antidiluviani e pre-umani, che si trovano praticamente in ogni paese, soprattutto comunque nelle Americhe e in Medio Oriente, e in certe zone d'Europa come l'Irlanda, alle leggende sui Geni degli Arabi, e sul loro mitico impero che si stendeva sulla Terra prima della nascita di Adamo, fino alle leggende su antichi esseri non-umani in India e in Tibet, compreso lo sconcertante mito tibetano secondo cui l'umanità attuale sarebbe nata dall'incrocio fra una "demonessa" e uno scimmione delle foreste.... fino alle leggende sul popolo delle Fate o del Piccolo Popolo nelle Isole Britanniche, che avrebbero vissuto sulla superficie terrestre fino alla comparsa dell'uomo, per poi ritirarsi nel loro regno segreto e incantato, posto in genere "sottoterra" o "aldilà del mare" (una metafora per qualcosa che semplicemente si trova "di là dal nostro mondo").
Ma la mitologia da sola non basta, anche se potrei stare qui per ore a narrare tutti i miti in proposito che potrebbero darci indicazioni.
Di fatto: dove avrebbero potuto trovarsi tali civiltà, e a che epoca risalirebbero? E perché finora non se ne è trovata traccia, se davvero non se ne è trovata?
Certamente è da escludere la possibilità che tali civiltà abbiano avuto un'estensione globale. Non potevano essere civiltà come la nostra, in quanto avrebbero lasciato indubbie tracce. E' vero che se la nostra civiltà scomparisse improvvisamente, lasciando però intatte le nostre città, magari per una epidemia dovuta ad armi batteriologiche, nel giro di qualche millennio sulla superficie non apparirebbe niente di visibile, ma il terreno ovunque sarebbe intriso di resti, non solo di edifici, ma anche di rifiuti in quantità, non biodegradabili, che finirebbero per fossilizzarsi dentro il terreno e poi la roccia, con il risultato che un'altra civiltà, fra decine di migliaia di anni, troverebbe enormi depositi di lampadine, confezioni di cibi e prodotti, rottami di veicoli, elettrodomestici e macchinari, oggetti di uso comune e resti di prodotti chimici, che testimonierebbero la presenza di una civiltà evoluta.
L'unica quindi è pensare che si sia trattata di civiltà così diverse dalla nostra da non essersi diffuse ovunque, ma solo in aree circoscritte, come ha suggerito Paolo Bolognesi.
Ma perché e dove?
A questo proposito voglio parlare di un romanzo, "Genesi", che ho letto questa estate, e che tratta appunto la questione di una possibile civiltà preistorica pre-Sapiens, scritta dall'inglese Andy Mc Dermott, di cui avevo già parlato in un altro post.
E' un pessimo libro, e non ve lo raccomando, ma mi ha colpito la teoria da cui si muove la sua trama.
Nel romanzo si immagina che venga scoperta una civiltà senza nome, a cui viene applicato il nome convenzionale di "Veteres", cioè "antichi" in latino. Tale civiltà sarebbe sorta in Africa molto prima dell'Homo Sapiens, in un'epoca imprecisata. Tali esseri, vivendo nell'area ora occupata dal Sahara orientale, e precisamente nel Sudan, dove ora appunto c'è solo deserto, vi erano rimasti per molto tempo senza espandersi in altri luoghi, fino a quando non avevano avuto l'infelice idea di addomesticare e asservire i primi Homo Sapiens. I Veteres erano stati giganti alti più di due metri e dal fisico snello (più o meno come i Watussi) ed i lineamenti allungati (assomigliavano a certe statue dell'arte africana, quelle che ispirarono poi Modigliani, tanto per fare capire il loro aspetto).
Quando i loro schiavi crebbero però in intelligenza e conoscenza, si ribellarono ai loro padroni e questi dovettero fuggire verso oriente, stabilendosi prima in Arabia, poi in India, poi in Indonesia, infine in Australia e in Antartide, dove trovarono la loro estinzione, incalzati dall'espansione dell'Homo Sapiens. I resti delle loro città si sarebbero trovati dunque poi tutti o sotto le sabbie dei deserti (Sahara, Arabia, Australia e Antartide), o sotto le onde in quanto le loro città erano sulle coste di allora, che erano molto più basse di quelle di adesso. Perciò della loro civiltà non era rimasto niente nei luoghi più accessibili o dove sarebbe più razionale per noi andare a cercare.
Nel romanzo, l'archeologa protagonista ipotizza che i Veteres non si siano espansi nel mondo e non abbiano saputo difendersi dall'espansione dei Sapiens a causa del fatto che non avevano il carattere aggressivo e conquistatore dei Sapiens.
In effetti, potrebbe essere là la differenza fra noi e loro: di fatto la loro civiltà si sarebbe sviluppata localmente e pacificamente perché i suoi rappresentanti non erano interessati a conquistare il mondo, ma solo a vivere bene e a lungo.
Una volta raggiunto un grado di civilizzazione tecnologica superlativo, e in grado di viaggiare tra le stelle, trovandosi di fronte all'avanzata dei Sapiens, anziché entrare in competizione, e mossi da un'etica superiore alla nostra, avrebbero pensato che fosse più razionale emigrare su di un altro pianeta che forse tra l'altro era più ospitale della Terra stessa, esposta a glaciazioni e cataclismi naturali. Non ritenendo giusto asservire i Sapiens alla loro civiltà superiore, e non essendo capaci di reagire con violenza alla loro espansione, avrebbero abbandonato progressivamente il pianeta, o con un improvviso esodo di massa.
Tutto questo, a livello di ipotesi. Che sarebbe valida solo nel caso che tali esseri siano scomparsi quando i Sapiens esistevano già.
Ma naturalmente, le cose cambiano se noi immaginiamo che tali esseri siano scomparsi già quando sulla Terra i Sapiens non erano ancora nati.
D'altra parte, i Sapiens sono solo una delle tante specie umane comparse sulla Terra. Quando sono andato a guardare quante sono le specie del genere umano conosciute, ne ho contate ben 16! Gli ipotetici ex-terrestri pre-sapiens potrebbero avere avuto problemi anche con specie precedenti alla nostra.
Questo come "assaggio" della tematica, mi riservo di sviluppare ancora tali riflessioni.
Ma io domando: non è che questo thread sarebbe stato meglio nella sezione "Paleoastronautica"?


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MessaggioInviato: 23/10/2011, 18:18 
Cita:
Biohazard ha scritto:

C'è una cosa seppur banale che mi colpisce dei Nordici, a livello muscolare vengono descritti con una massa di gran lunga superiore a quella dell'uomo. Questo mi fa pensare che provengono da un popolo sfruttato per millenni, la loro genetica si deve essere adattata a sforzi prolungati per tantissimi anni. Noi umani siamo limitati chi più chi meno verso lo sviluppo muscolare, ad esempio un bianco è meno dotato geneticamente di un uomo di colore, che ha un organismo che essendo stato sottoposto a sforzi sovra-umani per anni si è adattato, da qui nasce il fatto che i neri negli sport come ad esempio il bodybuilding (natural) sono più agevolati di noi bianchi.


Interessante questa tua osservazione, Biohazard.
Questo si sposa con i lavori di Sitchin, Biagio Russo e Mauro Biglino che ho citato in precedenza, i quali ipotizzano che il genere Homo sia stato creato da esseri superiori quali loro schiavi, i quali poi si sarebbero resi autonomi.



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MessaggioInviato: 23/10/2011, 18:25 
Cita:
superpippo ha scritto:

Molto interessante!


Grazie ! [;)]

Cita:
Tutto questo mi porta a 3 riflessioni:
1)I nostri "antenati non sembrerebbero essere del tutto "amichevoli", ma bensì orientati ad un "rientro" da "dominatori dato che sarebbero "mano nella mano" con gli attuali potentati.


Probabilmente. Però spero proprio che non sia così...

Cita:
2)Dato che le "visite" al nostro pianeta dovrebbero essere addebitate ad EX terrestri, mi chiedo se allora esistano civiltà che abbiano come origine pianeti diversi dal nostro.


Per forza di cose. Quando hanno abbandonato la Terra devono aver trovato nello spazio un pianeta abitabile e vi si sono stabiliti.

Cita:
3)Abbiamo fra le mani un puzzle con milioni di pezzi che, in qualche modo, dovranno prima o poi combaciare;
per iniziare a montarne insieme qualcuno mi piacerebbe avere un parere da TTE riguardo all' "incrocio dei dati" fra la tua teoria e ciò che viene allo scoperto tramite le canalizzazioni di Odearean (confesso che è diverso tempo che non seguo la vicenda [:I])


Sentiamo TTE in proposito...



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MessaggioInviato: 23/10/2011, 21:30 
Cita:
Paolo Bolognesi ha scritto:

Interessante questa tua osservazione, Biohazard.
Questo si sposa con i lavori di Sitchin, Biagio Russo e Mauro Biglino che ho citato in precedenza, i quali ipotizzano che il genere Homo sia stato creato da esseri superiori quali loro schiavi, i quali poi si sarebbero resi autonomi.

Diciamo che avendo a che fare con questo campo la cosa mi è saltata involontariamente all'occhio, i muscoli non si evolvono a tal punto solo perché il pianeta è più "ostile" della terra o perché mangiano più sano di noi. Per divenire ipertrofica la massa muscolare deve essere sottoposta a sforzi molto ma molto elevati...

In teoria, se prendiamo un gruppo di esseri viventi e per millenni sottoponiamo i loro muscoli a lavorare ininterrottamente e con carichi sempre maggiori, questi esseri viventi con il passare del tempo assumeranno una massa sempre maggiore, per adattarsi ad affrontare appunto quel tipo di "sforzi", alla fine è ciò che è accaduto appunto con i neri, con l'unica differenza che per quanto riguarda loro, la schiavitù ad un certo punto è terminata. Mentre i Nordici "magari" sono stati creati proprio per essere resi "servi".

Ovviamente le mie sono solo supposizioni che come ho detto sono state fatte anche involontariamente...

Potrebbe anche darsi che il loro pianeta scarseggia di "prede" (o non essere un popolo di predatori) e con il tempo il loro organismo (come succede con i gorilla) si è "arrangiato" convertendo gli alimenti in proteine ed i loro muscoli funzionano come riserve proteiche, un pò come noi facciamo con i grassi, che vengono depositati sotto forma di adipe per essere utilizzati a scopo energetico.

Così come potrebbero avere livelli di Gh e Testosterone molto elevati, ma questa ipotesi la escludo, in quanto avendo queste caratteristiche dovrebbero anche essere creature molto aggressive, cosa che non sembrano... [:(]


Ultima modifica di Biohazard il 23/10/2011, 21:36, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/10/2011, 21:36 
Cita:
numero_6 ha scritto:

Io scrivo pochissimo ma leggo molto, e mi sento di farti i complimenti Paolo, grazie.


Grazie a te numero_6 per l' apprezzamento del mio lavoro.



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MessaggioInviato: 23/10/2011, 22:02 
Cita:
Paolo Bolognesi ha scritto:

Cita:
superpippo ha scritto:

3)Abbiamo fra le mani un puzzle con milioni di pezzi che, in qualche modo, dovranno prima o poi combaciare;
per iniziare a montarne insieme qualcuno mi piacerebbe avere un parere da TTE riguardo all' "incrocio dei dati" fra la tua teoria e ciò che viene allo scoperto tramite le canalizzazioni di Odearean (confesso che è diverso tempo che non seguo la vicenda [:I])


Sentiamo TTE in proposito...


Non so quanto possa essere utile alla discussione ma.. visto che mi è stato chiesto, posto le parti salienti dei testi di Odearea'n, che citano "le origini" e le "interferenze" che avrebbero determinato l'evoluzione dell'uomo sulla terra. Particolarmante interessante, a mio modo di vedere, è l'ultima parte.... in cui si parla di "ominidi" e di "incroci tra razze diverse".



Gli Antichi

Odearea'n - attraverso Myriam

“Sono tra voi gli Antichi e i loro discendenti. Essi non vi hanno mai abbandonato anche se nel corso dei secoli hanno dovuto nascondersi o mutare forma. Sono tra voi come voi ma diversi da voi e solo ad alcuni tra gli umani è concesso di vederli nel loro vero aspetto.”

(...)

“Spesso tra voi terrestri e loro è sufficiente uno sguardo di intesa una sorta di complicità di cui è inutile cercare razionale spiegazione. Sono medici, spesso chiamati alla missione di preservare il futuro dei vostri figli ma possono essere anche persone senza dimora, ammalati apparentemente nella mente o nel corpo, persone diverse o con pensieri nuovi che rompono le infinite cristallizzazioni che avete da voi stesso costruito e consolidato nel tempo e che ora rischiano di soffocare ogni scintilla”

(...)

“Un tempo la terra era senza anime, poi vennero gli Antichi a portare le loro conoscenze e la loro stessa coscienza fece sì che lo spirito permeasse la materia presente. Coloro che vivono sulla terra sono quasi tutti discendenti degli Antichi ma nel tempo si sono mescolati ad altre razze provenienti dallo spazio e ad altre forme di vita meno coscienti e più incentrate sulla materia. Nel percorso della nostra e vostra evoluzione, essi non ci hanno mai abbandonato poiché si considerano i nostri e vostri generatori e quindi con noi e voi hanno costituito un legame indissolubile nel percorso evolutivo. Gli Antichi si sono assoggettati alle regole del vostro pianeta sposando la materia nella sua debolezza e spesso soffrendo il martirio e la persecuzione per le idee evolute che si sentivano chiamati a diffondere. Dal medioevo in poi essi si sono protetti per poter rimanere a svolgere il loro compito e molti dei libri e dei film che vedete e leggete con divertimento nascono da verità sinora nascoste dal potere che soffoca la terra. Alcuni tra voi, spesso sollecitati da sofferenze traumi o anche soltanto dal percorso di riflessione profonda che si è svolto nel loro intimo, sono attualmente in grado di riconoscere gli Antichi e coloro che appartengono alle prime discendenze. Un contatto fisico può scatenare immagini ancestrali, uno sguardo può riportare alla conoscenza del compito per il quale siamo venuti alla vita. Alcuni di voi hanno provato spavento poiché riescono per alcuni istanti a vedere le vere fattezze degli Antichi e pensano che sia frutto della loro follia. Non è così. Di solito la vera immagine appare solo per alcuni istanti in cui si percepisce la conoscenza e la serenità degli Antichi. In particolare questo riconoscimento o visione della realtà non illusoria avviene attraverso gli specchi, una vetrina di un negozio, uno specchio di acqua o anche attraverso la nebbie e contro luce”.

(...)

“Molte altre prove della presenza degli Antichi sono state distrutte o interpretate in modo scorretto, poiché la paura del diverso tiene la verità a grande distanza. Il Capo del Tibet conserva molte prove ma non può che utilizzarle per potenziare le capacità spirituali di un gruppo ristretto di monaci che opera per il bene del mondo intero. Se tali prove cadessero in mano di altri nessun umano non espressamente abilitato sarebbe in grado di formulare in sé un libero pensiero né di agire secondo sentimento”.

(...)

“Esiste un pianeta nascosto e invisibile il cui movimento è però a volte rintracciabile dai vostri strumenti. Tale pianeta rappresenta il vostro specchio e potrebbe determinare l’accelerazione dei processi distruttivi del pianeta, ma anche, paradossalmente, la vostra evoluzione spirituale. Gli Antichi che colonizzarono il pianeta lasciarono delle indicazioni sul calcolo dei periodi di avvicinamento del pianeta e sull’apertura dei relativi portali e i Maya chiusero quei segreti nella loro scrittura, ma nel tempo anche le iscrizioni, così come i cuori, si corruppero e la traccia rimasta non è comprensibile se non dagli iniziati”.

(...)

“Per amore decidemmo di trasformarci nella vostra stessa sostanza e materia e di percorrere il cammino insieme a voi. Anche gli Antichi sono tra voi. Esistono dei portali che si aprono a comando dall'interno della terra, dove ancora vive la progenie atlantidea. Vi sono cunicoli all'interno della terra e sotterranei nelle viscere delle montagne, percorsi noti solo a pochi. Laggiù nel Tibet si cela ancora l'astronave che li portò nella terra del sole, terra benedetta, dove l'acqua scorreva limpida e vivifica, terra dei fiori che in altri mondi non possiedono gli stessi colori e le stesse odorose fragranze. Fummo poeti e sognatori, fummo coloni e amanti della vita. Quando il grande disastro da noi stessi provocato distrusse il mondo di bellezza che avevamo creato, molti desiderarono perire con esso, morire con il proprio sogno irrealizzato. Altri dovettero difendersi in tempi di asperità e di orrore, mentre le radiazioni modificavano e distruggevano la bellezza dell'opera divina. Il maggior errore commesso all'epoca dai nostri progenitori non fu il causare quell'immane danno, ma il non credere nell'indistruttibilità dell'opera divina che infatti a suo tempo si rigenerò”.

(...)

“Voi, che credete di essere arrivati alle più alte vette della civiltà, siete più ottusi degli antichi popoli che vi hanno preceduto e dei quali studiate i costumi e i rituali perduti. La superiorità di cui vi ammantate è una logora veste di cui dovreste disfarvi. Solo l'umiltà permette la visione della verità e la sua interpretazione. Gli sciamani ancora esistenti tra voi inutilmente predicono le sciagure che poi vi affliggono, e altrettanto inutilmente vi invitano ad aver riguardo per il creato, considerandolo cosa viva e senziente, senza l'aiuto del quale ciascun essere è poca cosa. Un tempo la natura veniva osservata in modo attento, poiché durante nostra permanenza vi avevamo insegnato a riconoscere la sua voce, i suoi pensieri e le sue necessità e ad assecondarle, per rimanere in armonia con essa. Nel tempo avete dimenticato la saggezza delle nostre guide e siete passati dal terrore che l'ignoranza genera nei confronti degli eventi naturali ad una superbia così tracotante quanto incomprensibile, vista la superficialità e limitatezza della vostra attuale conoscenza”.

(...)

"Gli antichi insediamenti sono stati inghiottiti dalle falde terrestri, dagli oceani o dai ghiacciai, e quanti hanno effettuato ritrovamenti che avrebbero potuto stimolarvi a nuove riflessioni sono stati messi a tacere. Coloro che coraggiosamente continuano a divulgare le informazioni racchiuse nel passato vengono emarginati, persino nell'ambito della loro materia o professione, spesso derisi e calunniati. Questo accade perché la civiltà che seguirà alla vostra sia libera di commettere gli stessi errori o di evitarli, sempre attraverso l'evoluzione del proprio sentire. Ma questo accade anche perché chi detiene il potere sulla terra non desidera l'evoluzione, poiché essa comporta consapevolezza e libertà. Per prima cosa essi distrussero le tracce del loro arrivo e della loro specifica appartenenza planetaria, rimuovendo il codice mentale attraverso il quale avrebbero potuto essere rintracciati dal loro pianeta madre. Interrotto ogni contatto fisico e psichico con la realtà di appartenenza, la loro natura si plasmò rapidamente secondo i codici del nuovo pianeta. Accadde dunque che, dopo aver trascorso un periodo nell'osservazione di una vita che si era sviluppata in modo così diverso dal loro, essi decisero di intervenire su quello che ritenevano uno stadio di evoluzione troppo inferiore per essere accettato. Mentendo a se stessi, si persuasero di essere responsabili della felicità degli esseri che vivevano sul pianeta, mentre invece si adoperarono solo nel perseguire gli obiettivi dettati dalla loro superbia. Attraverso l'elaborazione del codice genetico di quegli esseri primitivi dall'intelligenza poco sviluppata, venne concepita una nuova razza. Genomi atlantidei vennero riprodotti, modificati e inseriti nei filamenti staminali, fino a raggiungere una stabilità minima predefinita, tale da consentire la rapida evoluzione della nuova specie artificiale. I laboratori utilizzati per quelle ricerche, dalle strumentazioni di potenza e precisione impensabili per il vostro sviluppo cognitivo persino adesso a distanza di migliaia di anni giacciono nelle viscere della terra, muti e silenti, intatti e pronti ad accogliere nuovi freddi sperimentatori. Il pensiero iniziale degli esploratori era stato quello di scoprire l'essenza della vita terrestre e di migliorarne la qualità, ma il progetto si sviluppò seguendo le direttive di individui troppo coinvolti nel proprio personale interesse, i quali utilizzarono come schiavi le creature generatesi dagli esperimenti, sottoponendole anche a torture inaudite quanto inutili. La presenza di queste nuove creature sconvolse l'equilibrio sociale e morale preesistente, generando, proprio tra coloro che si consideravano portatori di pace, prima discordia e poi vere e proprie guerre fratricide. Sembrava che la permanenza sulla terra avesse inesorabilmente privato gli atlantidei dell'armonia che li aveva sinora distinti tra le altre razze presenti nell'universo, trascinandoli ad un livello di sentire completamente diverso. Le nuove creature, frutto degli esperimenti genetici, svilupparono rapidamente notevoli caratteristiche intellettive e grande sensibilità, raggiungendo posizioni elevate all'interno della comunità. La razza primigenia e quella costruita in laboratorio finirono per fondersi, creando ceppi diversi sia per aspetto fisico che per potenzialità psico-intellettive. La telepatia e la chiaroveggenza divennero capacità sempre più rare, non tanto a causa delle inevitabili modificazioni genetiche, ma soprattutto perché si era perso l'equilibrio interiore che consentiva ai recettori chimici di influire a tale scopo sulla corteccia cerebrale. Intere zone del cervello, non più sottoposte a stimolo, si atrofizzarono. Quando arrivarono gli sconvolgimenti climatici e tellurici che la sensitività ormai compromessa non era più in grado di prevedere né di arginare, la civiltà atlantidea venne spazzata via, lasciando come traccia del suo passaggio una quantità di codici che nessuno ancora ha saputo decifrare o interpretare correttamente. Gli atlantidei avevano previsto, in caso si fossero verificati cataclismi, che si attuassero programmi di rigenerazione della flora e fauna preesistenti. In questo modo le varie forme di vita sulla terra vennero preservate dall'estinzione. I superstiti, per necessità di perpetuarsi, dovettero in parte fondersi con le forme di vita umanoide sopravvissute ai cataclismi, dando luogo ad altri ceppi di esseri umani. Molti incroci si estinsero con il passare del tempo, in quanto non in grado di adattarsi velocemente alle modificazioni dell'ambiente; altri si estinsero per selezione naturale, in quanto gli individui tendevano a riprodursi scegliendosi per similitudine di comportamenti e di sensibilità. L'uomo con le fattezze che conoscete non discende dai gruppi che si formarono dagli incroci, ma dal ramo atlantideo, ed è per questo che non riuscite a collegare tra loro tutti i tipi di ominidi di cui avete rintracciato i resti. Ogni tipologia è in realtà una specie a se stante, anche se alcune si sono poi fuse tra loro. Lo yeti e altre creature che si nascondono nei luoghi più impervi della terra, consapevoli della sorte che toccherebbe loro se venissero scoperti, non sono che i sopravvissuti degli antichi incroci".



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 24/10/2011, 11:29 
Confesso che anch'io davo credito alla tua ipotesi da ragazzo, Paolo, però con l'evidenza dei contattati (perché ce ne sono di seri) ho cambiato subito idea.
Non escludo che alcuni di essi magari, potrebbero essere davvero terrestri provenienti da un altro mondo; però, allora, non provenivano dalla Terra, inizialmente, perché un granché di sconvolgimenti non li vedo prima della nascita dell'Uomo. A meno ché ... provengano dal presunto Pianeta che avrebbe orbitato fra Marte e Giove! Tutto può essere.



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 24/10/2011, 16:34 
voglio parlarvi di un pregiudizio:

di solito la gente pensa che l'intelligenza sia prerogativa degli esseri viventi più evoluti mettendo correlazione lo sviluppo cerebrale con questa facoltà.

inoltre la materia in quanto tale,viene considerata o fine a sé stessa oppure guidata teleogicamente,e cosî via

Questi due pregiudizi confondono molte cose:

1)dal punto di vista evolutivo,la riproduzione e la preservazione di una specie sembrano essere le variabili base,quindi una specie ben coservata e che riproduce altrettanto bene dovrebbe essere considerata evoluta quanto tutte le altre

I batteri della flora intestinale(perché non si chiaa fauna?)sono un buon esempio di questo,dato che usano erfino la specie che dovrebeb essere,secondo il pregiudizio,più evoluta,come..casa:senza di loro saremmo morti in poco tempo.

Il problema del cervello si innesta su questo discorso: lo sviluppo cerebrale,la MASSA CEREBRALE,LA SUA SISTEMICA FUNZIONALE variano da specie a specie,ma,per quanto riguarda l'uomo bisogna considerare queste cose:

la massa cerebrale diminuisce ma mano che appaiono le specie più evolute;il cervello del Neanderthal era più grosso del nostro,il cervello del Sapiens,a detta dei suoi studiosi,sta diminuendo la sua massa da circa 30 000,perdendone,si calcolo un percentuale non indifferente.

Questa stranezza non é stata ancora capita.

Quindi la relazione intelligenza/massa e sviluppo cerebrale non é chiara.

2)la materia non sembra poi cosî ...materiale come sembra,anzi.

Si va dalle costruzioni naturali simili ai frattali alle luci di Hessdalen non ancora identificate,per le quali qualcuno parla di plasma intelligente,di naturalità intelligente...ecc...

La natura ,la materia-energia sembra conoscere molto bene la matematica e la geometria,e questo é un segno di molta intelligenza.

Qualche tempo fa io ho proposto l'ipotesi che la materia,l'esistente,funzionino in base a quella che in meccanica quantistica viene chiamata ONDACORPUCOLARITÂ,con un termine didattico semplificato.

In pratica,ogni particella si comporta sia come un CORPUSCOLO che come un ONDA e su questo esistono esperimenti comprovanti.

Da questo traevo l'idea che la materia-energia é capace di autogestione e creazione,organizzandosi,comunicando e sistematizzandosi in modo coerente e funzionale sia a livello universale che planetario.

Leggevo qualce tempo degli studi recenti compiuto da evoluzionisti che suggeriscono l'esistenza di MATRICI GENERALI e MODELLI DI RIFERIMENTO potenziali e..dormienti CHE POSSONO ESSERE UTILIZZATI DAI VIVENTI PER EVOLVERE NEL QUADRO DELLE MUTAZIONI GENETICHE,DEGLI ADATTAMENTI E DELLE ASSIMILAZIONI DI ADATTAMENTI.

Queste MATRICI O MODELLI sarebbero attivi soprattutto nella genesi degli organi essenziali alla vita come,ad esempio,gli occhi,gli organi di senso in generale,i sistemi di mantenimento vitale,ecc..

Io,relazionando la mia idea con questi studi,ragionando sulle contraddizioni e i pregiudizi dell'evoluzioniso e del creazionismo,penso che,in qualche modo,sulla terra,ASSISTIAMO A UNA DIVERSIFICAZIONE DI SPECIE CON RELATIVE EVOLUZIONI ORIENTATE SU QUESTE MATRICI DI RIFERIMENTO:

questo mi sembra evidente nel fatto che é possibile classsificare le specie sulla base di alcune caratteristiche peculiari e che queste caratteristiche appartengono soprattutto alle specie singole e ai raggruppamenti che le comprendono.

Come questo possa succedere per caso o per creazione non lo so,perô penso che che né l'uno né l'altra riescano a spiegare le cose.

Considerando la materiaenergia nel senso che ho proposto,si può supporre che essa sia ing grado di autogestirsi(organizzandosi,variando,mutando...),di comunicare(informazionidati,esperienze,matrici,...) e di evolvere in un modo tutto sommato coerente e logico.

Se i fotoni,come sembra dagli esperimenti fatti,sono in grado di TRASMETTERE LA LORO MATRICE L'UN L'ALTRO,di comunicare
istantaneamente ,di muoversi alla massima velocità possibile,per quello che si sa fino ad oggi,nello spazio,da una galassia all'altra,da una stella all'altra,ecc...essi potrebbero essere i portanti materiali ed energetici di questa o.c. insieme naturalmente alle altre particelle

Il fisico Paul Charon,nel suo libro,LO SPIRITO QUESTO SCONOSCIUTO,proponeva un discorso analogo per gli elettroni,senza parlare perô di onde e corpuscoli,alcuni hanno proposto qualcosa del genere in altri libri e articoli(IL TAO DELLA FISICA ad esempio)

****

Il senso di questo post non é andare ot ma rilevare che né l'evoluzionismo né il creazionismo riescono a darci delle rispsote sicure.

Questo perché il primo é ancora legato a un'idea di materia-energia obsoleta ,a una filosofia meccanicistica e materialistica,che confonde molto spesso il descrittivo con l'esplicativo

Il secondo,dal canto suo é legato alla stessa idea di materiaenergia ma la considera guidata e e padroneggiata da un qualcuno e qualcosa che non riesce poi a spiegare.

Proponendo questa idea,penso di aver collocato gli opposti e i concetti suindicati al loro posto in modo integrato dentro la natura stessa dei viventi,dell'esistente senza andare più in lâ.

ciao [^]



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MessaggioInviato: 24/10/2011, 20:42 
Molto interessante, complimenti a Paolo Bolognesi anche da parte mia.

Pensando ai supposti extraterrestri di forma umana, mi viene in mente che, sebbene il tipo cosiddetto "nordico" vada per la maggiore, non è l'unico tipo umano protagonista di contatti con terrestri.

Per esempio i clarioniti con cui Truman Bethurum ed altri avrebbero avuto più di un contatto, vengono descritti da Bethurum come di statura medio bassa rispetto all'americano medio, di colorito olivastro e capelli neri; dalla descrizione ricordano di più gli indiani dell'India settentrionale, ossatura minuta, capelli intensamente neri e colorito bruno ma dai tratti europei. Se ben ricordo anche Adamski, in uno dei suoi libri, cita almeno un personaggio di questo tipo.

Per non parlare dei "nanetti" del caso amicizia, uomini che sarebbero stati alti circa un metro e perfettamente proporzionati nel loro insieme e nelle loro parti.
Sempre dal caso amicizia emergono tipi umani molto differenti tra loro, non solo nelle altezze ma anche nel resto; quindi non solo giganti forti, uomini di altezza paragonabile a quella terrestre e nani, ma anche biondi "nordici", castani e mori, perfettamente mescolabili in un ambiente come quello italiano.

Insomma ce ne sarebbe per tutti i gusti; quindi, restando nell'ambito dell'ipotesi ex-terrestre, direi che la maggiore massa muscolare dei "nordici" forse potrebbe dipendere più dall'essere derivati da un antico ceppo terrestre fisicamente molto forte che da altro, per quanto ovviamente nel buio più totale nel quale ci si muove tutto è possibile.
Questo spiegherebbe i presunti alieni umani dalle apparenze non nordiche: deriverebbero da razze e ceppi terrestri diversi, non depigmentati, tuttora presenti (indiani d'India) oppure estinti (i "nanetti").
Mi viene in mente anche il caso "Villas Boas"; lì l'"aliena" umana, se ben ricordo, era sì bionda, ma con tratti lievemente mongolidi, quasi un incrocio tra il tipo europeo nordico e quello estremo orientale; e visto che si parla di Antartide mi ricordo di aver letto che, sempre nel caso "Villas Boas", alla domanda della provenienza la donna avrebbe risposto indicando in direzione sud. Non vorrei però ricordare male.
Cita:
Enkidu ha scritto:
Non ritenendo giusto asservire i Sapiens alla loro civiltà superiore, e non essendo capaci di reagire con violenza alla loro espansione, avrebbero abbandonato progressivamente il pianeta, o con un improvviso esodo di massa.
Tutto questo, a livello di ipotesi. Che sarebbe valida solo nel caso che tali esseri siano scomparsi quando i Sapiens esistevano già.
Ma naturalmente, le cose cambiano se noi immaginiamo che tali esseri siano scomparsi già quando sulla Terra i Sapiens non erano ancora nati.
D'altra parte, i Sapiens sono solo una delle tante specie umane comparse sulla Terra.


Infatti, se uno si pone in questa ipotesi, perché limitarsi all'idea che non avrebbero ritenuto opportuno asservire i sapiens alla loro civiltà superiore? Lo stesso discorso si potrebbe fare ipotizzando che non avrebbero ritenuto opportuno asservire tutte le altre specie umane dell'epoca, sapiens o meno, alla loro civiltà superiore; così pensando non si vincola il comportamento di questi ipotetici uomini all'esistenza dei sapiens, come giustamente rilevavi.

Poi, si può anche pensare ad una forma sublimata di egoismo, del tipo:
Ipotetico scenario: sulla Terra, in una dato momento del suo passato, abbiamo diverse specie umane coesistenti, di sviluppo non omogeneo; nelle foreste, soprattutto nei posti più remoti, resistono forme locali di Erectus insieme ad altre specie umane più vicine all'animale, per così dire.
Nei ghiacci, più estesi di oggi, forme più adattate all'ambiente freddo. I sapiens sparpagliati un po' ovunque, divisi in varie razze ed etnie; e piccoli nuclei di uomini molto evoluti, figli forse di precedenti civilizzazioni, dalla morale improntata su un radicale "dare a ciascuno il suo", intonata sulla non interferenza. Hanno una tecnologia superiore che permette loro di vivere bene e di difendersi bene su questa Terra, permettendo loro di curare i propri interessi, principalmente studio e buona vita. Ma non sono interessati a dominare sugli uomini meno evoluti di loro, hanno una morale basata sul suum cuique tribuere, e questa non belligeranza è il lato positivo della stessa. Ma ecco che arriva una catastrofe da essi prevista; prendono e partono, lasciando gli altri uomini al proprio destino, e questo è il lato negativo della stessa. Del resto non avrebbero nemmeno potuto portarseli dietro; uno "hobbit" dell'indonesia te lo porti nel sottosuolo di Marte? Un sapiens che fa una vita tribale te lo porti nel sottosuolo di Venere? Che vita gli si prospetterebbe? Lo si distruggerebbe; poi, oltre ai problemi morali e alle difficoltà logistiche, acuite dal piccolo numero verso un grande numero di specie umane meno evolute, che senso avrebbe? Per fare cosa? Non si può fare; avrebbe senso solo lo studio, ma per quello bastano i saltuari contatti e gli eventuali rapimenti (spesso solo momentanei). Per il monitoraggio basta sorvolare la Terra partendo da corpi celesti del nostro sistema solare, senza tirare in ballo velocità superiori alla luce. Il tutto restando in questa ipotesi.


Ultima modifica di quisquis il 24/10/2011, 20:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/10/2011, 07:34 
Cita:
quisquis ha scritto:

Molto interessante, complimenti a Paolo Bolognesi anche da parte mia.


Grazie ! [:264]

Cita:
Pensando ai supposti extraterrestri di forma umana, mi viene in mente che, sebbene il tipo cosiddetto "nordico" vada per la maggiore, non è l'unico tipo umano protagonista di contatti con terrestri.

Per esempio i clarioniti con cui Truman Bethurum ed altri avrebbero avuto più di un contatto, vengono descritti da Bethurum come di statura medio bassa rispetto all'americano medio, di colorito olivastro e capelli neri; dalla descrizione ricordano di più gli indiani dell'India settentrionale, ossatura minuta, capelli intensamente neri e colorito bruno ma dai tratti europei. Se ben ricordo anche Adamski, in uno dei suoi libri, cita almeno un personaggio di questo tipo.

Per non parlare dei "nanetti" del caso amicizia, uomini che sarebbero stati alti circa un metro e perfettamente proporzionati nel loro insieme e nelle loro parti.
Sempre dal caso amicizia emergono tipi umani molto differenti tra loro, non solo nelle altezze ma anche nel resto; quindi non solo giganti forti, uomini di altezza paragonabile a quella terrestre e nani, ma anche biondi "nordici", castani e mori, perfettamente mescolabili in un ambiente come quello italiano.

Insomma ce ne sarebbe per tutti i gusti; quindi, restando nell'ambito dell'ipotesi ex-terrestre, direi che la maggiore massa muscolare dei "nordici" forse potrebbe dipendere più dall'essere derivati da un antico ceppo terrestre fisicamente molto forte che da altro, per quanto ovviamente nel buio più totale nel quale ci si muove tutto è possibile.
Questo spiegherebbe i presunti alieni umani dalle apparenze non nordiche: deriverebbero da razze e ceppi terrestri diversi, non depigmentati, tuttora presenti (indiani d'India) oppure estinti (i "nanetti").
Mi viene in mente anche il caso "Villas Boas"; lì l'"aliena" umana, se ben ricordo, era sì bionda, ma con tratti lievemente mongolidi, quasi un incrocio tra il tipo europeo nordico e quello estremo orientale; e visto che si parla di Antartide mi ricordo di aver letto che, sempre nel caso "Villas Boas", alla domanda della provenienza la donna avrebbe risposto indicando in direzione sud. Non vorrei però ricordare male.
Cita:
Enkidu ha scritto:
Non ritenendo giusto asservire i Sapiens alla loro civiltà superiore, e non essendo capaci di reagire con violenza alla loro espansione, avrebbero abbandonato progressivamente il pianeta, o con un improvviso esodo di massa.
Tutto questo, a livello di ipotesi. Che sarebbe valida solo nel caso che tali esseri siano scomparsi quando i Sapiens esistevano già.
Ma naturalmente, le cose cambiano se noi immaginiamo che tali esseri siano scomparsi già quando sulla Terra i Sapiens non erano ancora nati.
D'altra parte, i Sapiens sono solo una delle tante specie umane comparse sulla Terra.


Infatti, se uno si pone in questa ipotesi, perché limitarsi all'idea che non avrebbero ritenuto opportuno asservire i sapiens alla loro civiltà superiore? Lo stesso discorso si potrebbe fare ipotizzando che non avrebbero ritenuto opportuno asservire tutte le altre specie umane dell'epoca, sapiens o meno, alla loro civiltà superiore; così pensando non si vincola il comportamento di questi ipotetici uomini all'esistenza dei sapiens, come giustamente rilevavi.

Poi, si può anche pensare ad una forma sublimata di egoismo, del tipo:
Ipotetico scenario: sulla Terra, in una dato momento del suo passato, abbiamo diverse specie umane coesistenti, di sviluppo non omogeneo; nelle foreste, soprattutto nei posti più remoti, resistono forme locali di Erectus insieme ad altre specie umane più vicine all'animale, per così dire.
Nei ghiacci, più estesi di oggi, forme più adattate all'ambiente freddo. I sapiens sparpagliati un po' ovunque, divisi in varie razze ed etnie; e piccoli nuclei di uomini molto evoluti, figli forse di precedenti civilizzazioni, dalla morale improntata su un radicale "dare a ciascuno il suo", intonata sulla non interferenza. Hanno una tecnologia superiore che permette loro di vivere bene e di difendersi bene su questa Terra, permettendo loro di curare i propri interessi, principalmente studio e buona vita. Ma non sono interessati a dominare sugli uomini meno evoluti di loro, hanno una morale basata sul suum cuique tribuere, e questa non belligeranza è il lato positivo della stessa. Ma ecco che arriva una catastrofe da essi prevista; prendono e partono, lasciando gli altri uomini al proprio destino, e questo è il lato negativo della stessa. Del resto non avrebbero nemmeno potuto portarseli dietro; uno "hobbit" dell'indonesia te lo porti nel sottosuolo di Marte? Un sapiens che fa una vita tribale te lo porti nel sottosuolo di Venere? Che vita gli si prospetterebbe? Lo si distruggerebbe; poi, oltre ai problemi morali e alle difficoltà logistiche, acuite dal piccolo numero verso un grande numero di specie umane meno evolute, che senso avrebbe? Per fare cosa? Non si può fare; avrebbe senso solo lo studio, ma per quello bastano i saltuari contatti e gli eventuali rapimenti (spesso solo momentanei). Per il monitoraggio basta sorvolare la Terra partendo da corpi celesti del nostro sistema solare, senza tirare in ballo velocità superiori alla luce. Il tutto restando in questa ipotesi.


Ottima disquisizione !
Vedo che la mia "ipotesi di lavoro" produce diversi spunti di riflessione; proprio quello che speravo !
Nuove strade servono anche per vedere con occhi diversi quello che finora si è osservato in una certa maniera perchè "preconfezionato" da preconcetti se non imposti, perlomeno suggeriti.
Mi auguro si continui di questo passo.



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"… mi raccomando: non lasciatene passare una a ciarlatani e incompetenti… la loro pochezza intellettuale e la loro inadeguatezza è palese, ma ancora peggiore è la loro bassezza sotto il profilo umano. Nessun rancore, invidia, gelosia – voglio essere chiaro!- deve dirigere le vostre azioni e iniziative. Solo l’ amore per la corretta informazione". (Carlo Sabadin).


Bye

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quisquis ha scritto:

Mi viene in mente anche il caso "Villas Boas"; lì l'"aliena" umana, se ben ricordo, era sì bionda, ma con tratti lievemente mongolidi, quasi un incrocio tra il tipo europeo nordico e quello estremo orientale; e visto che si parla di Antartide mi ricordo di aver letto che, sempre nel caso "Villas Boas", alla domanda della provenienza la donna avrebbe risposto indicando in direzione sud. Non vorrei però ricordare male.



Qui un approfondimento, per gli utenti eventualmente interessati....
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... Y_ID=98246



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Ancora, in genere si fatica a capire un tipo di morale che porti ad occuparsi unicamente di studio e di buona vita, lasciando perdere futili competizioni per il potere. Questo perché oggi si è abituati all'uso costante della forza, per di più spesso avente come unico movente interessi puramente economici.
Ma nel nostro passato non sempre è stato così; al di là del fatto che il movente nell'uso della forza poteva anche essere molto distante dai moventi tipici della mentalità moderna, ci sono stati sempre uomini che si sono dedicati unicamente al proprio sviluppo psicofisico perché avevano capito che lì si facevano davvero i propri interessi; una forma di egoismo nobile, se si vuole, di "amor sui" conosciuta anche da certo occidente antico.
Andando in Oriente, perché forse lì la cosa è più plateale, mi sembra significativa in merito la tradizione taoista ed i suoi racconti su quegli uomini che, partendo da una base molto "terrena" ed ordinaria, ritiratisi in un primo momento in isolamento sui monti, avrebbero avuto per scopo non una realizzazione di tipo puramente spirituale (altra strada), ma l'ottenimento di una lunga vita fisica. Nella tradizione taoista anche moderna circolano nomi di cinesi che sarebbero vissuti molto a lungo; al di là di Lao Tze, che si sarebbe ritirato sulle montagne all'età di almeno 160 anni, c'è tutta una serie di personaggi che con nome e "cognome", partendo dai tempi più antichi, sarebbero vissuti circa 150 anni e in qualche caso anche più, fino ad arrivare ad un erborista di nome Wan Hsien, che nel 1931 avrebbe avuto 135 anni, e a tale Lee ching yuen, che sarebbe nato nel 1677 o 1678 e morto nel 1933 alla presunta età di circa 256 anni, con molte testimonianze in merito. Morì con tutti i denti e tutti i capelli e coloro che lo conobbero dicevano che sembrava sulla cinquantina quando aveva 200 anni. Di questo personaggio c'è anche una foto.
Questo per dire che, indipendentemente dal fatto che tutto ciò sia vero o meno, per trovare scale di valori diverse da quelle dell'uomo odierno non è necessario ipotizzare sempre e comunque extraterrestri; basta guardare al nostro passato.

Poi va da sé che se fosse vero che un uomo, impegnandosi a fondo nel condurre particolari regimi di vita, possa vivere 200 anni o poco più, sposandosi addirittura molte volte e quindi senza nemmeno rinunciare ai piaceri della vita ordinaria, allora è chiaro che immischiarsi nella vita di altri uomini diventa solamente una controproducente ed indesiderabile perdita di tempo a fronte del grande guadagno rappresentato da una lunga e piacevole vita, in cui tra l'altro si possono imparare moltissime cose (e divertirsi molto a lungo) proprio perché si ha molto tempo; imparare a lungo e quindi avere tutti i mezzi per sviluppare una tecnologia sufficientemente evoluta e trasmetterla a chi ha altrettanto tempo per studiarla, recepirla e padroneggiarla in modo intelligente. Insomma questo potrebbe essere uno dei moventi della "non belligeranza" da parte di ipotetici uomini terrestri appartenenti ad un ciclo di civiltà più antico nei confronti di altri uomini, di oggi o di ieri, appartenenti ad un ciclo di civiltà più recente e primitivo.

Il fatto che non sia rimasto molto di questo ipotetico passato potrebbe dipendere non solo dalla localizzazione di questi ipotetici uomini; oltre al fatto nessuno sa cosa sia sepolto sotto l'antartide, nessuno ha mai scavato lì (idem per i fondali marini, nessuno ci ha mai scavato sotto se non in pochi casi, niente rispetto all'estensione degli oceani), c'è da dire che un'altra possibile causa potrebbe essere la scarsa numerosità di questa ipotetica popolazione se paragonata ai grandi numeri della nostra odierna civiltà; e del resto più torniamo indietro nel tempo, per lo meno nella storia conosciuta, più il pianeta appare da una parte diversificato dal punto di vista umano (ed animale), dall'altro poco popolato dal punto di vista umano. Inoltre la nostra è una civiltà che ha prodotto e produce molti oggetti a livello di masse; non è detto che un'ipotetica civiltà di altro tipo fosse orientata nella stessa direzione, pur avendo una tecnologia molto sviluppata, anzi, se si sposa l'idea della morale "altra" è più probabile che ne producesse ben pochi, solo lo stretto necessario per vivere bene e liberi dalla schiavità delle "cose" che assilla la vita dei moderni. Insomma potrebbero aver prodotto poche cose ma buone, molto più "buone" di quanto non si faccia noi oggi.
Insomma il vecchio detto "suum cuique tribuere, neminem laedere, bonum facere, abdita tacere" potrebbe valere anche in questo caso.


Ultima modifica di quisquis il 25/10/2011, 21:40, modificato 1 volta in totale.


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Thethirdeye ha scritto:
Esiste un pianeta nascosto e invisibile il cui movimento è però a volte rintracciabile dai vostri strumenti. Tale pianeta rappresenta il vostro specchio e potrebbe determinare l’accelerazione dei processi distruttivi del pianeta, ma anche, paradossalmente, la vostra evoluzione spirituale. Gli Antichi che colonizzarono il pianeta lasciarono delle indicazioni sul calcolo dei periodi di avvicinamento del pianeta e sull’apertura dei relativi portali e i Maya chiusero quei segreti nella loro scrittura, ma nel tempo anche le iscrizioni, così come i cuori, si corruppero e la traccia rimasta non è comprensibile se non dagli iniziati”.

Molto interessante, sta parlando di Nibiru.
La descrizione però non fà pensare ad un normale pianeta come l'abbiamo sempre immaginato ma come un alter ego del nostro, forse esistente in una dimensione parallela.
Stessa cosa potrebbe essere per gli ipotetici abitanti, questa cosa mi riporta alla memoria una strana affermazione fatta da una aliena ad un addotto che venne fuori da una seduta di ipnosi regressiva fatta da Malanga.
Questa entità aliena disse più o meno "Voi senza di noi non siete niente e così noi senza di voi"
Non prendetela alla lettera, è passato molto tempo da quando lessi questa ipnosi (l'ho ricercata in rete ma non mi riesce di ritrovarla,la mole della ricerca malanghiana è notevole!), comunque il senso era quello, noi siamo legati indissolubilmente a loro e viceversa, la spiegazione di tutto probabilmente sta nel comprendere quale sia questo legame.
Personalmente sospetto che c'entri una possibile "multidimensionalità" dell'Anima...



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