LA NOTTE IN CUI UN "OCCUPANTE" FU COLPITO

Il caso seguente, trascritto da un’intervista condotta da un agente del Tesoro statunitense che vuole rimanere anonimo, è avvenuto nel gennaio 1968. Contiene numerosi elementi che ci costringono a considerarlo in cima alla scala delle “stranezze”. Non è mai stato spiegato. D’altra parte, si basa su un numero sufficiente di dati tali da consentire che venga preso sul serio.
L’incidente è avvenuto in una fredda notte di novembre nelle pianure settentrionali degli Stati Uniti. Quattro uomini stavano tornando da una battuta di caccia, guidando in una zona coperta di neve. Nella loro auto c’era un fucile carico…
- Ora, vediamo, Mr. H., si era nell’ultima parte di novembre del 1961 quando la cosa avvenne, non è così?
Esatto
- Voi e Mr. D. vi trovavate sul sedile posteriore, addormentati; e il conducente dell’auto, Mr. T., era sul sedile anteriore, esatto?
Si.
- Continuate da questo punto, e raccontate la storia con le vostre parole.
Stavamo percorrendo la strada, tornando a casa dopo questa battuta di caccia. Pioveva, cadeva nevischio, e la pioggia gelava sul parabrezza e rendeva realmente minima la visibilità. In ogni modo, quell’uomo che stava guidando l’auto era l’unico sveglio, se ricordo bene. Il sistema di riscaldamento nell’auto non funzionava troppo bene e, perciò, un bel po’ di ghiaccio si stava raccogliendo sul parabrezza. Lui notò quell’oggetto nel cielo, che stava scendendo. Era come se fosse rovente, sapete, come se fosse stato sul fuoco. Così lo tenne d’occhio e sembrava continuare a scendere, probabilmente a mezzo miglio sulla destra dell’auto e più avanti sulla strada.
- Questo è quello che vi ha detto dopo avervi svegliato?
Esatto. A questo punto scuote l’altro che gli è seduto accanto sul sedile anteriore (Mr. R.) e lo risveglia. Anche lui si mette a osservare l’avvicinamento di quell’oggetto. Scomparve dalla vista e pensarono che fosse un aereo che fosse sceso e precipitato. Quando, continuando ad avanzare, ebbero percorso la distanza che li separava dal punto in cui l’avevano visto per la prima volta, videro quella cosa infilata nel terreno come la coda di un aereo ad un angolo di ottantacinque gradi.
- Era infilata nel terreno, inclinata ad un angolo impossibile, giusto?
Esatto. Così fermarono l’auto. Attraverso questo bagliore riuscimmo a vedere che si trattava di una capsula o di un qualcosa che assomigliava ad una capsula che era infilata nel terreno ed era circondata dal bagliore. Avevamo solo un piccolo punto di luce che usciva dall’accendino, e ce ne servimmo per dare un’occhiata più attenta alla cosa. Vedemmo quattro persone intorno alla capsula, o come volete chiamarle.
- A questo punto a che distanza stimate si trovasse la vostra auto da quell’oggetto e da quella gente?
Direi che erano circa 150 metri; c’è una scarpata, uno steccato, le tracce della ferrovia, ed era a circa 50 metri dall’altra parte delle rotaie. Quando ci puntarono la luce sopra… questo mi venne detto in seguito… quando puntarono la luce su quel veicolo e su quelle quattro persone, bé, fu come se ci fosse stata un’esplosione, una specie, e, tutto era scomparso. E questo è quello che abbiamo pensato, che un’esplosione avesse cancellato tutto.
- Fino a questo punto pensavate che si trattasse di un incidente aereo o qualcosa del genere?
Esatto! Adesso non ne sono troppo sicuro, ma mi sembra proprio di ricordare che questo terzo membro del gruppo che si trovava sul lato destro del sedile posteriore vide anche lui scendere quella cosa. Io so di non averla vista. Non ho visto niente di tutto questo. Ero ancora addormentato sul sedile posteriore. Avevo una coperta addosso e me l’ero tirata sulla testa ed ero tutto avvolto, perché faceva freddo e il riscaldamento non funzionava più.
Decisero di proseguire il viaggio. Non potevano attraversare il campo in quel punto, ma volevano andare ad aiutare quella gente come meglio potevano. Pensavano che fossero tutti bruciati con l’esplosione dell’aereo, naturalmente; in ogni modo proseguimmo la nostra strada. E circa mezzo miglio più avanti, voltammo di nuovo a destra, puntando nel campo dove quel velivolo era, o era stato, penso che si potrebbe dire. Questo è il punto in cui mi svegliarono ed io vidi che quel prato era tutto bianco per il ghiaccio provocato dalla pioggia gelida. Stavano cercando di guidare attraverso il campo. Ma penso che quella piccola auto in cui ci trovavamo non ce l’avrebbe fatta per cui non potevamo avere troppo successo. E così mi svegliarono e mi dissero che c’era stato un incidente aereo, e che poiché ero un medico forse potevo portare il mio aiuto. Così stavano cercando di trovare il punto in cui avevano visto quella cosa posata e non riuscivano a trovarlo. Io dissi: “Bé, torniamo sulla strada? Potete ritrovare il punto in cui l’avete visto per la prima volta? E Mr. T. disse di si, senza dubbio. C’era un cartello stradale ed un gatto morto sulla strada. Così voltammo di nuovo, e mentre stavamo tornando lungo la strada riconoscemmo il punto, così fermammo l’auto. Il conducente era adesso dall’altra parte, dalla stessa parte del velivolo, e vide di nuovo quelle forme e il velivolo, e disse: “Eccolo!”. A questo punto mi sporsi in avanti, gli tolsi di mano la mini torcia e dissi: “Che cosa vedi?”. E feci scorrere la luce su e giù su quell’oggetto che là, immobile. Era come il silos di un granaio, come ho detto, là immobile e…
- Aveva un colore argenteo, volete dire?
Un colore argenteo. Proprio mentre gli puntavo la luce contro e la muovevo su e giù, dissi: “E’ uno di loro”. E l’individuo, o qualunque cosa fosse, era alto circa un metro e sessanta o meno e portava quella che sembrava una tuta bianca. Per quanto riguarda il copricapo, non saprei dire. Ci ripensai solo un po’ di tempo dopo, e so che aveva qualcosa addosso, ma non so che cosa fosse. Però non gli copriva tutta la testa. E a questo punto eravamo tutti pronti a darci da fare, pensando che forse qualcuno era rimasto ferito. Cominciammo perfino ad uscire dall’auto per avvicinarci, e io tenni la luce puntata su quella persona. In quel momento fece il gesto di, bé, muovetevi, e andatevene da qui! Naturalmente, noi tutti ce ne siamo accorti e non riuscivamo a spiegarcelo. Se erano feriti, se ci fosse stato un disastro aereo, allora avrebbero voluto aiuto invece di mandarci via. A meno che non ci fosse qualcosa che non avremmo dovuto vedere. Come un veicolo dell’Aeronautica di nuova progettazione. Ma non sapevamo, così cominciammo a parlare di questa cosa a lungo e loro mi dissero che erano in quattro; non so dove fossero gli altri tre. Bé, naturalmente, uno del nostro gruppetto è un tipo grande e grosso, alto un metro e novanta, 115 chili, ed è anche un lottatore. Decide di andare una buona volta a vedere che cosa sta succedendo. Abbiamo discusso questo punto per alcuni minuti ed infine due di noi decidono di andare a dare un’occhiata. Il fucile salta fuori qui. Avevamo un Hornett 22, un Modello Winchester 43, insieme ad un Weaver K-4. A questo punto io dissi: “No, no! Non potete sparare su un agricoltore!”. Dissi che quello poteva anche essere un maledetto silos e che qualcuno poteva girarci intorno. Naturalmente allora le discussioni ripresero.
“Sto per impazzire!”
- Per quale motivo a questo punto è saltato fuori il fucile e perché avete cominciato tutti a parlare in questo senso? A questo punto avete avuto tutti la sensazione che c’era qualcosa di diverso da un disastro aereo?
No, penso proprio di no. Tranne forse per uno di noi che… bé, non lo so, perché erano esseri umani e ne vidi uno. Lo vidi camminare. Lo vidi che muoveva un braccio come per dire: andatevene da qui. Lo vidi allontanarsi.
- In altre parole, la gente nel campo sembrava umana sotto tutti gli aspetti, giusto?
Esatto. Indubbiamente, si. Adesso il tizio che stava guidando l’auto, cita il fatto di aver visto un poliziotto stradale seduto nella sua auto sulla strada principale della cittadina che avevamo appena attraversato, una città che ha un solo edificio in mattoni. E’ l’unica cosa che ricordo di quella città. Non sono mai tornato a cercare il punto, o l’edificio. Ci ho pensato un mucchio di volte ma non sono mai tornato lì. In ogni modo, abbiamo deciso di tornare indietro, e dal punto della strada dove c’erano l’insegna stradale ed il gatto morto, abbiamo dato un’occhiata al tachimetro in modo da sapere a che velocità avevamo guidato, così da poter ritrovare il posto. Così tornammo indietro. Spiegammo a quel poliziotto quello che avevamo visto. Lui voleva sapere dov’era successo. E dov’eravamo stati. Eravamo stati svegli tutto il week-end. La notte prima, avevamo guidato tutta la notte e poi avevamo cacciato tutto il giorno, ed eravamo tornati quella sera. Così lui volle sapere tutte queste cose e se avessimo bevuto, e così via.
- Ora questo accadde la domenica sera, vero?
Si. Il mattino seguente dovevamo tornare tutti al lavoro. In ogni modo, dicemmo all’ufficiale tutto questo, e lui guardò nella nostra auto e vide che eravamo cacciatori e che nell’auto non c’era una goccia di liquore. Sono sicuro che riuscì a capire che non avevamo bevuto. Ci disse, però che se questa era un burla od uno scherzo, ci avrebbe sbattuti tutti al fresco. Ed io ricordo che prese i nostri nomi e li trascrisse. In ogni modo, lo convincemmo a tornare con noi. Arrivammo in quel punto. Ci fermammo, lui era dietro di noi. Puntammo la luce verso quel punto dove l’ultima volta avevamo visto il velivolo, e non c’era nessuno. Non c’era niente. Naturalmente anche lui se ne accorse e ci sentimmo molto scossi. Anche lui. Così rimanemmo lì a parlare e notammo sulla sinistra qualcosa come luci posteriori. Mi diedero l’impressione di un’auto che si stesse muovendo da quella parte. Il poliziotto disse che conosceva bene la zona e che non c’erano strade, niente, tranne un campo là fuori. Così disse: “Andiamo, andiamo a vedere cosa diavolo sta succedendo”. Così tornammo di nuovo nel campo, e penso che uno di noi rimase sull’auto con lui.
- E’ stato Mr. D. a salire sull’auto della polizia, giusto?
Si, penso di si. Non riesco a ricordare troppo bene. Come ho detto, era una notte estremamente gelida. In ogni modo, puntammo verso quel “veicolo”, un’auto dietro l’altra. Tutto d’un tratto, fu come se lo avessero acceso, in quanto tornò visibile e luminoso! Quando ci avvicinammo, eravamo abbastanza eccitati, la cosa era di nuovo scomparsa! Scendemmo dall’auto, ci guardammo intorno senza vedere tracce. Era scomparsa, non c’era altro da dire, ma l’avevamo vista tutti, anche se non sappiamo cosa fosse.
- Quel poliziotto, e Mr. D. che era sull’auto con lui, hanno seguito questa “auto” nei campi o lungo la strada?
Eravamo fuori nei campi. C’era un’altra strada di campagna, una strada comunale, ma la zona in cui ci trovavamo si apriva in mezzo ai campi.
- Le luci sull’oggetto sembravano le luci posteriori di un’auto, e poi scomparvero tutt’a un tratto?
Esatto, scomparvero semplicemente, e non c’era più nulla
- Era rimata qualche traccia nei campi, qualche indicazione della presenza di qualcosa in quel punto?
No, niente tracce e niente altro. Come ho detto, stava piovendo, nevischiava, e il terreno era ancora abbastanza fangoso e penso che avrebbe dovuto lasciare tracce, il fango era untuoso, e abbastanza spesso.
- A questo punto, allora, il poliziotto ha deciso di tornare in città?
Esatto
- Ha parlato a qualcuno di quello che aveva sentito o pensato quando visse quella esperienza?
Pensava che fosse estremamente e dannatamente strano, e che non riusciva a capirci nulla. Non sapevamo cosa diavolo fosse stato, era un’esperienza abbastanza insolita. Lui non sapeva che cosa pensare in proposito e rimanemmo per un po’ a parlare; lui disse infine: “Bé, è una di quelle cose”, e ce ne andammo, tornammo nella strada. Questa fu l’ultima volta che vidi quell’uomo.
- D’accordo. Quando se ne fu andato, che cosa avete fatto voi ragazzi, siete tornati nella vostra auto e avete ripreso il cammino o che altro?
Abbiamo deciso di tornare, ed è stato a questo punto che… Ho fatto una telefonata poco prima di venire qui; ed ho parlato ad uno dei ragazzi che sono stati coinvolti; egli mi ha detto che ero maledettamente pazzo se ne parlavo con voi, e che avevamo fatto tutti un patto che non avremmo mai parlato di questa parte del fatto a nessuno, e che ero impazzito se adesso volevo farlo. Ma ho vissuto per sei anni tenendomi dentro questa cosa e sto per impazzire! Stavamo procedendo lungo la strada verso casa, e penso che avessimo già percorso un paio di miglia quando quell’oggetto ricomparve. Così fermammo l’auto e notammo che la cosa stava scendendo.
- Questa volta avete visto tutti quanti scendere l’oggetto, giusto?
Questa volta l’ho visto scendere. Aveva una luminosità propria ed era uno spettacolo che valeva realmente la pena di vedere.
- Quel “bagliore” sembrava attribuito a fiamme che ne scaturivano come una propulsione di qualche tipo?
No, era più simile ad un bagliore; se pensate ad un arco voltaico…
- Bagliore bianco?
Bé, no, era più sul rosso. Un rosso con, non lo so, all’estero un bagliore veramente intenso, come un bianco o blu, dall’aspetto realmente caldo; discese, come cala una ghigliottina, delicatamente e morbidamente, e uscirono di nuovo. Questa volta c’erano due individui, ed erano vestiti allo stesso modo.
- Li avete visti realmente uscire da quella cosa? Come li avete visti sulle prime?
Non li abbiamo visti uscire. Non so come siano usciti da quella macchina, era solo spendente sul fondo, e era sempre circondata dal bagliore. Accendemmo ancora una volta la mini torcia, e cominciammo a discutere… su quello che dovevamo fare. Due di noi a questo punto scesero dall’auto. Adesso c’erano sempre le stesse rotaie ferroviarie, e penso che questa volta il veicolo fosse un po’ più vicino, e c’era una collinetta sulla sinistra ed una collinetta sulla destra, e nel centro questa affossatura. Direi che era circa venti o trenta metri più bassa del terreno circostante, forse non di più; in ogni modo, uno di noi si spostò dall’auto verso sinistra e l’altro verso destra. A questo punto uscimmo fuori e non saprei dire a che cosa stavamo pensando, ma i due uomini che rimasero sull’auto tenevano i fari puntati sulle “due forme uscite dal veicolo”. Erano parecchio vicini tra di loro, direi ad una decina di metri di distanza, uno leggermente più avanti dell’altro.
- Si limitavano a restare immobili, a guardarvi?
Erano immobili e ci guardavano, così a questo punto il tipo sulla collinetta destra si inginocchio, per poi sdraiarsi puntando il fucile. Questo individuo guardò nel mirino telescopico ed esamino l’altro dalle ginocchia in su. Come ho detto, non so che tipo di copricapo portasse, e questo è un enigma che non sono mai riuscito a togliermi dalla testa.
“Avete mai sparato di notte con un mirino telescopico?”
- Ora, la luce che permetteva ai due sulle collinette di vedere le due forme proveniva dalla pila tenuta dagli altri due rimasti nell’auto?
Si, e se aveste mai sparato su un punto illuminato, non importa quanto la scena circostante sia in ombra, sapreste che basta guardare l’oggetto che si vuole colpire e si riesce a vederlo abbastanza bene. In ogni modo, a questo punto venne sparato un colpo, che colpì alla spalla destra una delle “forme”, nella parte alta della spalla destra. Quando l’individuo fu colpito girò su se stesso, si inginocchiò, e poi si rialzò con l’assistenza dell’altro tipo; si guardò intorno e disse, o gridò: “Cosa diavolo credete di aver fatto?”. Tutti a questo punto rimasero estremamente sconvolti e ci fu un ritorno affrettato all’auto. A questo punto si conclude la nostra storia.
- Ricordate a questo punto che cosa è successo a quegli individui che erano ancora là fuori? Li avete visti tornare nell’oggetto e l’oggetto si è risollevato in aria, andandosene, o che altro?
No. No. Nessun ricordo.
- Nessun ricordo da parte di nessuno?
No. Penso che l’unica cosa che ci interessava fosse andarcene di lì senza mai voltarci indietro.
- D’accordo. Adesso, per quanto riguarda il colpo che è stato sparato, avete detto che ha colpito alto e nella spalla destra. C’è stato un impatto udibile, voglio dire oltre al rumore dello sparo? Avete sentito il rumore dell’impatto?
Si, è stato un impatto, un colpo sordo, come quando si colpisce un animale. E’ sempre possibile capire il punto che si è colpito.
- Avete visto del sangue?
No. La persona che ha sparato il colpo non ricorda di aver visto del sangue. A questo punto tutti erano troppo sconvolti per poter notare altri particolari. Volevamo solo andarcene con la massima velocità possibile. Ma il colpo aveva raggiunto indiscutibilmente qualcosa di solido, non solo un ammasso di tessuti fluttuanti nell’aria.
- Adesso, dopo l’incidente della sparatoria ed il ritorno dei due uomini nell’auto dalla loro postazione sulle collinette, sull’auto che cosa venne detto?
Non ricordo che cosa venne detto.
- Non mi avevate già detto qualcosa sul fatto che uno di voi disse: “Togliamoci alla svelta di qui perché abbiamo colpito un uomo”, o qualcosa del genere?
I due uomini nell’auto hanno detto che il fucile non è mai stato tolto dall’auto. Si, ricordo, e qualcuno era indubbiamente sconvolto.
- Evidentemente i due ragazzi nell’auto, o forse dovrei dire, che voi sappiate, i due rimasti nell’auto furono anche solo consapevoli del fatto che gli altri due erano scesi dall’auto?
Bé, è una risposta realmente difficile. Questo è uno degli argomenti su cui da allora abbiamo discusso sempre, due di noi sanno senza possibilità di dubbio che un colpo è stato sparato e gli altri due dicono: “Siete completamente pazzi”. Questo è quello che sosterranno se parlerete con loro, non so perché. D’altra parte quello che ha sparato, ha una mira veramente buona, e non avrebbe mai sparto a nulla se non fosse stato sicuro o almeno se non avesse pensato di esserlo, perché il grilletto si mosse non lo so, e non so neanche perché il fucile è stato preso dall’auto.
- Quanto questi due individui tornarono nell’auto, e voi terminaste la vostra discussione sul fatto che il fucile non era mai uscito dall’auto, poi che cosa è successo, avete ripreso la strada del ritorno o che altro avete fatto?
Si, siamo tornati indietro. Siamo andati a casa ed era abbastanza tardi.
La perdita di tempo
- Una volta mi avete detto che tutti voi vi eravate più o meno messi d’accordo dopo il vostro ritorno che c’è stato un certo periodo di tempo che avete perso “da qualche parte”, per strada, e che non riuscite ad immaginare dove e perché?
Proprio così.
- Cosa vi ha permesso di accorgervi che mancava un periodo di tempo?
Dal momento in cui cominciammo questo viaggio pensavamo che fosse più presto, e quando tornammo a casa era già l’alba, le nostre mogli erano tutte sveglie e ci stavano aspettando, sapevamo benissimo che avevamo impiegato troppo tempo a tornare indietro, non avevamo passato tanto tempo ad inseguire quella cosa. Tutti noi lo sapevamo ed avevamo la sensazione che doveva esserci qualcosa di mancante, e ancor oggi non sappiamo che cosa fosse.
- Per quanto riguarda il colpo che è stato sparato: avete detto che un individuo ha aiutato l’altro a rialzarsi in piedi quando quest’ultimo fu colpito. Avete visto cosa hanno fatto dopo, se sono tornati nel loro veicolo?
No, penso di essere fuggito troppo velocemente per potermi accorgere di qualcosa del genere.
- In quel momento l’oggetto stava ancora splendendo, che voi abbiate notato?
A dire il vero non mi sono mai voltato a guardare quella cosa ancora dopo aver visto quella gente. Non mi sono mai nemmeno voltato per vedere se c’era proprio; voglio dire che questa è una cosa che non so proprio.
- Benissimo, adesso siete tornati tutti a casa, e naturalmente l’accordo è stato di non parlarne con nessuno; cosa vi è successo il giorno seguente a proposito di alcune persone che sono venute a vedere dove lavorate?
L’intimidazione
Sono stato chiamato dal mio superiore per scendere a vedere questi individui, e subito dopo si presentarono (solo con il nome) e mi chiesero se l’evento che avevo visto la notte precedente fosse stato vero; io dissi di si, e loro vollero sapere che tipo di abiti indossavo; mi fecero qualche altra domanda su questo oggetto che avevamo visto e la maggior parte delle loro domande erano come se avessero saputo quello che avevamo visto e volessero solo scoprire fino a che punto avevamo visto; in ogni modo chiesero quali abiti indossassi.
- Quando vi fecero questa domanda, hanno esordito dicendo: “Abbiamo sentito”, “Abbiamo ricevuto un rapporto”, o che altro?
Sapevano il mio nome, sapevano dove lavoravo, e io diedi semplicemente per scontato che avessero avuto il rapporto da quel poliziotto del paese, e che stessero solo facendo un controllo per vedere che cosa avevamo visto con precisione. Naturalmente, ero ancora abbastanza scosso per gli eventi che erano successi la notte prima, specialmente per quanto riguarda l’ultima parte, ma il poliziotto non ne poteva sapere nulla, in quel momento era già tornato in città, così pensai bene, questa è l’Aeronautica Statunitense, e siccome avevamo dato i nostri nomi al poliziotto, pensavo che sapessero anche chi era stato a sparare alla gente dell’Aeronautica. Così mi chiesero che tipo di abiti indossavo, e io dissi loro: “Vestiti da cacciatore”. Mi chiesero se ero sceso dall’auto per andare nel campo nel punto in cui venne effettuato il primo avvistamento, e stavano parlando esclusivamente del primo avvistamento. Dissi loro di si; e la conversazione continuò e mi chiesero delle scarpe. Dissi loro che avevo stivali da cacciatore.
- Questo non successe dopo che li accompagnaste fino a casa vostra?
Si. Mi portarono a casa per guardare i miei vestiti da caccia, e gli stivali. Non dissero mai perché volevano vedere quelle cose. La sola cosa che chiesero fu se ero uscito dall’auto nei campi fangosi ed io dissi di si, ed è in quel momento che ho mostrato loro gli stivali che portavo allora. Chiesero se avessi avuto qualche altro tipo di stivali, io dissi di si, che ne avevo avuto un altro paio. Naturalmente, dissi loro che quello che avevo avuto addosso il giorno precedente erano quelli da caccia, ma loro vollero vedere in ogni modo anche gli altri. Così li mostrai loro. Ci pensarono ancora un po’ e poi dissero: “Benissimo, per adesso può bastare”, e se ne andarono… davvero strato (scuote la testa).
- Quando dite che se ne andarono, volete dire che vi lasciarono a casa?
Si, salirono sulla loro auto e se ne andarono. Io ero venuto a casa sulla loro auto, così dovetti chiamare un taxi per tornare al lavoro. Mia moglie era al lavoro. E questa è la prima e unica volta che qualcuno mi ha fatto domande a proposito di quegli avvistamenti, fino a quando non siete arrivati voi.
- Quando vi si sono avvicinati per la prima volta in ufficio, vi hanno mai mostrato qualche credenziale come agenti governativi o cose del genere?
No.
- Hanno detto che l’informazione era pervenuta loro, è esatto?
Si, hanno detto di aver ricevuto quell’informazione in un rapporto, e adesso se potete fermatevi un momento e pensate alle mie reazioni. Questo successe il giorno seguente, appena dopo mezzogiorno. Erano uomini molto distinti, dall’aspetto ufficiale, proprio come se avessero un lavoro da svolgere, voglio dire che si comportavano come dei perfetti uomini d’affari.
- Erano vestiti con abiti civili?
Tutti in abiti civili. Non ricordo che cosa indossassero. Ricordo che avevano la cravatta, e che come ho detto erano molto distinti, tipi esattamente come noi, senza particolari differenze. In effetti pensavo che fossero agenti del servizio segreto di qualche tipo, e in quel momento l’arrivo di quella gente mi aveva abbastanza sconvolto, dopo quello che era successo la notte prima; perciò mi limitai a rispondere di si e di no a tutte le domande che mi posero e accettai di andare con loro. Dopotutto, pensai che cercassero me, e che sapessero benissimo che cosa volevano.
- Ricordate che tipo di auto stavano guidando?
Si, era… no, non lo so, penso che fosse un’auto bianca. Ricordo che era un modello di quell’anno, penso che fosse una Plymouth del ’61, anche se non ne sono sicuro. Non c’era nulla di superfluo in quell’auto. Era esattamente un’auto ufficiale ed austera, senza tocco personale. Quando entrai nell’auto mi misi davanti con uno di loro, e gli altri due si misero dietro.
- Avete notato un qualche documento particolare?
No, come ho detto ero abbastanza sconvolto, mi limitai ad entrare nell’auto con loro, era proprio di fronte al mio posto di lavoro, e sembravano sapere tutto di me, dove lavoravo, il mio nome, e tutto il resto.
- Dopo l’episodio a casa, ho ragione se ricordo che avete detto che hanno pronunciato qualcosa di simile ad un avvertimento di non parlare a nessuno di tutto questo?
Si, in effetti uno di loro, quello che faceva tutte le domande, disse chiamandomi per nome: “Vogliamo ringraziarvi per la vostra collaborazione” e “vogliamo che teniate tutto questo per voi” e “è meglio che a partire da questo momento non ne parliate con nessun altro”: io mi affrettai a rassicurarlo che non l’avrei fatto. Così entrarono nell’auto. Poi mi ritrovai abbastanza innervosito per il fatto che mi avevano lasciato lì, senza mezzi per tornare sul posto di lavoro.
- Da allora siete mai stato avvicinato da questi uomini o da altri simili?
Mai, mai.
- Mentre vi stavano interrogando, hanno mai fatto riferimento all’incidente della sparatoria?
Mai. E’ una cosa che non venne mai citata.
- Allora sembrava che fossero solo coscienti od interessati alla prima parte dell’avvistamento?
Come vi ho detto, non hanno mai fatto domande a proposito della sparatoria, e tutte le loro domande riguardavano completamente la prima parte dell’avvistamento. Penso che probabilmente ne sapessero molto più di quando dicevano, ma non lo so. Questa cosa mi è rimasta in mente per un bel po’, e, bé, non è poi così brutta adesso, ma il primo anno da allora, ogni volta che sentivo bussare alla porta pensavo che fossero quei tipi che volevano saperne di più, su quello che era successo!
- C’è qualcos’altro che vi è successo da allora, che sentite che potrebbe essere collegato in qualche modo a questo incidente?
Bé, questo è meglio non dirlo, sapete. No, non ho intenzione di rispondere a questa domanda.
Conseguenze delle apparizioni
L’impianto psicologico di un caso di questo tipo è enorme, come è possibile rilevare dalla discussione tra colui che poneva le domande e questo testimone per il quale l’incidente possedeva ancora una qualità onirica molti anni dopo l’avvistamento. La perdita di tempo ricorda un po’ il caso di Betty Hill, esaminato nel capitolo precedente. La discussione tra quegli uomini se il fucile fosse stato portato o meno fuori dall’auto è stupefacente. Questi testimoni avevano in effetti perso il loro senso della realtà. Avevano superato i confini, penetrando in un mondo alternativo. La visita da parte di uomini dall’aspetto ufficiale il giorno seguente peggiorò ulteriormente la situazione.
Questo non è assolutamente un caso isolato.
Che cosa avevano visto questi uomini? Qual è la natura di un’ “apparizione”? Queste domande hanno costituito la base per la seguente discussione tra gli autori con lo psicologo Dr. Arthur Hastings di nuovo riuniti. Discutendo questo caso, uno di noi ha posto la domanda sulla sua natura fisica.
(Dal volume: "UFO: relatà di un Fenomeno"; Amenia Ed. 1975)
(Un ringraziamento particolare all'utente Cagliari79, per la stesura del testo)