Un altro articolo interessante del 5 Novembre 1988... 'SU USTICA, ECCO LA MIA VERITA' Repubblica — 05 novembre 1988 pagina 11 sezione: 'GIALLO' DEL DC-9 ROMA Io non accuso nessuno. Dico soltanto che c' è qualcuno che da otto anni copre, mente spudoratamente. Qualcuno che sa e che tiene nascosto questo terribile segreto. Giuliano Amato, oggi ministro del Tesoro, torna a parlare di Ustica, del terribile segreto che avvolge il giallo del Dc 9 dell' Itavia. Ne parla volentieri, soppesando con grande cura ogni parola, ogni espressione. Perché le parole, precisa, in questa vicenda pesano come macigni. Ha letto i giornali di venerdì mattina e le dichiarazioni che gli vengono attribuite sul caso Ustica lo hanno seccato. Sono stato frainteso, aggiunge, io non ho mai detto che conoscendo i rapporti che legano le autorità militari a quelle politiche è possibile che le prime abbiano coperto qualcosa. Ho detto che se succede un fattaccio del genere e qualcuno decide di coprirlo è ben possibile che non ne sia informata l' autorità politica. Mi scusi ministro: è un modo di dire la stessa cosa. No. La mia era una risposta ipotetica ad una domanda ipotetica. Ammesso che la dinamica dell' incidente sia quella proposta dal servizio di Tg Sette, mi si chiede se è possibile che l' autorità politica non ne sappia niente. Ebbene io rispondo che questo può anche essere successo. Perché quando accade un evento del genere, quando si butta giù un aereo civile, anche per errore, indipendentemente dai responsabili, e se si decide su questo non c' è ombra di dubbio di coprire, di mentire, allora si cerca di tenere il segreto nel numero più ristretto di persone. E l' autorità politica non è affidabile ai fini del mantenimento del segreto. Perché? Perché è la più assoggettata alle pressioni, nel parlamento, nelle assemblee nazionali. Questa è la mia risposta e di questo sono convinto. Ma è una deduzione. Non un' accusa. Quindi, al di là di quale sia la nazionalità del missile o del caccia, la cosa più probabile è che l' autorità politica di quel paese sia stata tenuta all' oscuro. Proprio allo scopo di mantenere in una cerchia ristretta un segreto tremendo. Quindi, questo vuol dire che c' è qualcuno che copre. Ma chi? Questo vuol dire che esistono dei soggetti militari che sono a conoscenza di questo segreto. A quale livello? Questo non sono in grado di dirlo. Sicuramente qualcuno in alto, non certo dei bassi ranghi.... Ministro Amato, lei, nel governo Craxi, venne incaricato di seguire il caso del Dc 9 di Ustica. Ha letto gli atti, ha attinto informazioni, conosce a fondo la vicenda. Oggi parla di missile. Anche lei è convinto che quell' aereo sia stato abbattuto da un missile? Sì. Già allora, al 99 per cento, si sapeva che era stato un missile. Credo che il lavoro utile svolto dalla presidenza Craxi su questo argomento fu proprio quello di rilanciare la causa e di polarizzare l' attenzione sul missile. Il sostegno e l' avallo all' operazione di recupero del relitto aveva del resto questo scopo. Pensavamo: tiriamo su la carlinga con l' aspettativa che questo dia la certezza non più confutabile che si tratta di un missile. Sapevamo che il relitto non aveva l' indirizzo del mittente, ma eravamo convinti che in questo modo sarebbe stato più facile inchiodare chi non dice la verità. Continuare a insistere sulla tesi della bomba o addirittura sul cedimento strutturale, serviva solo a perdere tempo rispetto alla direzione giusta delle indagini. Proprio per questo era utile avere ulteriori reperti che dicessero, al di là di ogni ragionevole dubbio: è stato un missile. Perché questo poneva fine a tante forme di... depistaggio. Lei crede alla ricostruzione fatta da Tg Sette? Credo alla dinamica dell' incidente suggerita dalla trasmissione. Perché, per poter ricostruire la vicenda, è importante capire la dinamica dei fatti. Partiamo da un primo elemento: sui corpi sono stati trovati dei frammenti che appartenevano al carrello. Se il Dc 9 fosse stato raggiunto da un missile ad attrazione termica, questo avrebbe colpito la carlinga all' altezza delle turbine. Se invece il missile fosse stato lanciato per errore da un aereo, il velivolo lo avrebbe guidato con il suo muso. Ma se errore c' è stato, l' aereo avrebbe avuto il tempo di correggere la direzione e il missile sarebbe stato deviato. Ragionando attorno a queste due ipotesi, arrivammo ad escludere che la causa dell' abbattimento del Dc 9 fosse stata il missile. Adesso, la nuova ricostruzione fa quadrare il cerchio. Dai reperti raccolti, si ritiene che il missile sia stato lanciato per colpire qualcosa di diverso dal Dc 9. E questa è la parte più convincente del servizio di Tg Sette. Ma per colpire cosa? Un caccia o un radiobersaglio? Questo non sono in grado di stabilirlo. Così come non sono in condizione di dire la nazionalità dell' aereo, né il marchio di fabbrica del missile lanciato. Lo ripeto: l' unica parte accreditabile del servizio è la meccanica dell' incidente. Ma questo non risolve il giallo. Esatto. Questo ci riporta al dunque: chi stava lanciando un missile e a cosa in quel momento? Questa è la domanda alla quale dobbiamo trovare una risposta. Una domanda che, dopo 8 anni, ancora non trova una risposta. Non le pare un po' assurdo? Che qualcuno non dica la verità, che copra, a questo mondo c' è di sicuro. Ma chi, allora? Un ristretto numero di persone. E il pilota, per esempio? Possibile che il pilota del caccia, o gli stessi avieri del centro radar di Marsala, non abbiano visto niente? Mai nessuno, in tanti anni, che abbia parlato, accennato a qualcosa? Certo... il pilota di quell' aereo... ma probabilmente lo ha saputo solo successivamente. Ci sono aspetti tecnici da rendere difficilmente compatibili con questa ipotesi. Non è possibile, infatti, che un aereo decollato da un nave o da una base a terra, magari munito di quattro missili, se ne torni tranquillo con uno in meno. Ogni cosa è registrata, c' è il libro di carico e di scarico. Io non ho visto i registri dei paesi interessati alle manovre di quei giorni. Ma deve essere una lettura interessante, importante. E' difficile tenere nascosta una simile circostanza. In una trasmissione tv, il 5 gennaio del 1987, lei disse testualmente: La verità in qualche cassetto c' è. A quale cassetto si riferiva? Io ho cercato di capire. E in una situazione nella quale ogni ipotesi può essere opinabile, qualunque risposta si riceve uno se la tiene. Esistono risposte più lambiccate e ci sono coincidenze strane. E tali rimangono se non si ha la leva che può agire su di esse e consentire di incastrare chi dice frottole. Ministro, chi ha lanciato il missile. Lei si sarà pure fatto un' idea? Nessuno lo sa. Si può andare avanti per esclusione. Terroristi? Dubito. Restano i sei paesi che gravitano nel Mediterraneo. Per via diplomatica ci hanno dimostrato che non c' entrano. I servizi non hanno trovato piste attendibili. Non resta che mettere alle strette le autorità competenti degli Stati interessati, perché finisca questa lunghissima vicenda. Perché nessuno c' entra, ma il Dc 9 qualcuno lo ha buttato giù. E si torna al punto di partenza. Questo dimostra che esiste una menzogna, efficacemente coperta. Al momento non c' è altra spiegazione. Ma chi potrebbe coprire? Quale apparato istituzionale? ( ) Non c'è bisogno di trovare un apparato istituzionale. Bastano 5 persone. Cinque persone che riescono a tenere segreta una vicenda così grave? Se sono 5 sì, se sono venti è più difficile. Per tanto tempo? Sì, proprio perché quell' aereo è stato abbattuto da un missile. E chi può essere? Secondo lei, i missili chi li tira?. Le Forze Armate. E allora....
di DANIELE MASTROGIACOMO
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_________________ "…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)
"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo
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