Qui si affrontano discussioni su argomenti riguardanti l'Ufologia moderna, ricerche e misteri.
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24/07/2010, 22:33

UfoWatcher ha scritto:

Ufologo 555 ha scritto:

Se la cantano e se la ... suonano.[8)]


Sulle morte improvvise di Ustica ci sarebbe da discutere, ma è una cosa è sicura: si è posta troppa enfasi su questo elemento.

Questo non vuol dire che non vi siano morti sospette, significa semplicemente che MOLTE di quelle morti NON sono sospette.

Riguardo al Cosmic Top Secret, again chi scrive questi articoli non sa di cosa parla. Il Cosmic Top Secret è I N U T I L E senza il Need To Know.

Sareste molto sorpresi dal conoscere il numero d'italiani che sono Cosmic.


Non sono d'accordo, le morti sospette sono tante e non a caso le più sospette sono quelle che gravitano intorno a Grosseto a causa del coinvolgimento dei due F104 e del radar di Poggio Ballone, una postazione modernissima e molto potente...

Non è molto chiaro il tuo discorso sul cosmic.
Affermare che delle persone siano "cosmic" è assurdo, un documento o un file può essere "cosmic top secret" quale massima attestazione di riservatezza in ambito Nato, non certo degli individui.
Gli individui, per avere accesso a quel livello di segretezza, devono possedere il cosiddetto lasciapassare denominato "need to know".

24/07/2010, 22:34

UfoWatcher ha scritto:
Questo non vuol dire che non vi siano morti sospette, significa semplicemente che MOLTE di quelle morti NON sono sospette.


Ad esempio? A chi ti riferisci in particolare?

Riguardo al Cosmic Top Secret, again chi scrive questi articoli non sa di cosa parla.


E tu sì..... allora illuminaci (di nuovo), visto che ci stai dentro...

25/07/2010, 03:35

http://blog.oggi.it/news/2010/06/25/ust ... -sospette/


Nella sciagura di Ustica non ci sono solo le 81 vittime del DC 9. C’è una serie di morti sospette e di testimoni scomparsi che lo stesso giudice Rosario Priore definisce: «Una casistica inquietante. Troppe morti improvvise».

Vediamola questa lista che secondo il magistrato è di una decina di morti strane, ma forse sono di più.


3 agosto 1980 - In un incidente stradale perde la vita il colonnello Pierangelo Tedoldi che doveva assumere il comando dell’aeroporto di Grosseto.


9 maggio 1981 - Stroncato da un infarto muore il giovane capitano Maurizio Gari, capocontrollore della sala operativa della Difesa aerea a Poggio Ballone. Era di servizio la sera del disastro.


23 gennaio 1983 - In un incidente stradale perde la vita Giovanni Battista Finetti, sindaco di Grosseto. Aveva ripetutamente chiesto informazioni ai militari del centro radar di Poggio Ballone.


31 marzo 1987 - Viene trovato impiccato (la polizia scientifica dirà «In modo innaturale») il maresciallo Mario Alberto Dettori, in servizio a Poggio Ballone la sera del 27 giugno 1980. «Aveva commesso l’imprudenza di rivelare ai familiari di aver assistito a uno scenario di guerra», ha detto Priore.


12 agosto 1988 - Muore in un incidente stradale il maresciallo Ugo Zammarelli. Era in servizio presso il SIOS (Servizio segreto dell’aeronautica) di Cagliari.


28 agosto 1988 - Durante una esibizione delle Frecce Tricolori a Ramstein (Germania) entrano in collisione e precipitano sulla folla i colonnelli Mario Naldini e Ivo Nutarelli. Quest’ultimo due giorni dopo doveva essere interrogato da Priore. La sera del 27 giugno 1980 si erano alzati in volo da Grosseto e avevano lanciato l’allarme di emergenza generale. Perché? Cosa avevano visto? I comandi dell’aeronautica militare e la Nato non lo hanno mai rivelato.


1° febbraio 1991 - Viene assassinato il maresciallo Antonio Muzio. Era in servizio alla torre di controllo di Lamezia Terme quando sulla Sila precipitò il misterioso Mig libico.


13 novembre 1992 - In un incidente stradale muore il maresciallo Antonio Pagliara, in servizio alla base radar di Otranto.


12 gennaio 1993 - A Bruxelles viene assassinato il generale Roberto Boemio. La sua testimonianza sarebbe stata di grande utilità per la sciagura del DC 9 e per la caduta del Mig libico sulla Sila. La magistratura belga non ha mai fatto luce sull’omicidio.


21 dicembre 1995 - È trovato impiccato il maresciallo Franco Parisi. Era di turno la mattina del 18 luglio 1980 (data ufficiale della caduta del Mig libico sulla Sila) al centro radar di Otranto. Doveva essere ascoltato come testimone da Priore.





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Neanche Tuthankhamon ci sarebbe riuscito ...


Un dossier sulle morti sospette :

http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo4-morti.pdf



zio ot [V]
Ultima modifica di barionu il 25/07/2010, 04:28, modificato 1 volta in totale.

25/07/2010, 03:50

DA LEGGERE CON LA MASSIMA ATTENZIONE !









http://www.oggi.it/focus/06-2010/ustica ... 7207.shtml


Roma, 28 GIUGNO 2010



«Adesso i pezzi del mosaico cominciano ad andare a posto. Ci sono voluti 30 anni per capire la verità. Per capire che il Dc 9 dell’Itavia caduto a Ustica non è stato colpito da un missile e non è esploso in aria: si sarebbe sbriciolato.

E invece è stato ritrovato in fondo al mare nel raggio di poche centinaia di metri. Quell’aereo è caduto planando a causa di una grave avaria e il pilota, bravissimo, riuscì ad ammarare rimanendo a galla per tutta la notte. Le rivelazioni di Cossiga, confortate da quanto ha scritto il giudice Rosario Priore nel suo ultimo libro, lo confermano e confermano quello che io e l’equipaggio del mio aereo abbiamo visto all’alba del 28 giugno 1980».




1) L’AVVISTAMENTO -

Parla l’uomo che ha visto riaffiorare i corpi e ipotizza l’ammaraggio.




Sergio Bonifacio, oggi colonnello in congedo dell’Aeronautica della marina militare, nel 1980 era tenente di vascello. Comandava un Bréguet Atlantic, un aereo sofisticatissimo usato per la caccia ai sommergibili. La notte di Ustica si alzò in volo alle 3 del mattino dalla base di Elmas (Cagliari) con il suo vice Alessandro Bigazzi e altri 12 uomini di equipaggio. Fu il primo a giungere sul luogo del disastro: «Perché tutti i velivoli di soccorso erano stati mandati sulla rotta Ponza-Palermo.

L’unico a dover perlustrare l’area dell’ultimo punto di riporto, un terzo sopra il punto Condor e due terzi sotto, ero io», precisa. «Poco dopo le 9 ho visto affiorare il primo cadavere. Poi in successione ne sono riemersi una quarantina, tutti nella stessa posizione. Li ho marcati uno per uno con i candelotti al fosforo per consentirne il recupero alle navi che sopraggiungevano. Sa cosa significa questo? Che il Dc 9 in quel momento stava affondando, non era oltre i 50-70 metri di profondità, altrimenti quei corpi sarebbero finiti sul fondale marino, non sarebbero tornati a galla. Quindi l’aereo dell’Itavia affondava lentamente ancora 12 ore dopo la caduta.


Vuol dire che era rimasto a galla per tutta la notte. Al massimo poteva avere una falla. Se fosse stato colpito da un missile o fosse esploso a 7 mila metri di altezza tutto questo non sarebbe potuto succedere. Ed ecco che oggi Cossiga ci dice che il Dc 9 è stato abbattuto da un missile a risonanza, non a impatto. Un missile che non ha fatto esplodere l’aereo, ma che può aver provocato un’avaria grave, con danni irreparabili a tutti i circuiti elettrici, consentendo al pilota di governarlo e di farlo planare. Certo l’ammaraggio non è stato morbido.

Se si impatta sul mare a 270 km all’ora, l’acqua è una lastra di cemento. Ecco perché quasi tutti i corpi recuperati avevano una profonda ferita al ventre. È stata provocata dalla cintura di sicurezza. Ecco perché erano tutti senza scarpe: il comandante li aveva avvertiti che stavano ammarando. Molti, secondo me sono morti dissanguati dopo ore di agonia. Non dimentichiamo il corpo di quel carabiniere con un piede tranciato e la camicia stretta attorno alla caviglia per frenare l’emorragia. O quella mamma stretta in rigor mortis alla sua bambina. Se fosse morta all’istante avrebbe allentato la presa.

Invece è sopravvissuta, forse dentro una bolla d’aria nell’aereo. Molti, se il Dc 9 fosse stato individuato subito, potevano essere salvati». Non è la prima volta che Sergio Bonifacio racconta quel che ha visto quella mattina, anche se il suo rapporto di volo (numero 113/80, redatto e consegnato lo stesso 28 giugno al Comando del 30° stormo di base a Elmas), è stato ignorato per 9 anni. «Mi chiedevo: come mai colui che è giunto per primo sul luogo del disastro e che ha visto riaffiorare i cadaveri, non viene sentito? Forse del mio rapporto non sanno nulla, pensavo. Ne parlai con l’ammiraglio Pizzarelli, membro della commissione Pratis.

Mi fece capire che il mio rapporto non era fra i documenti in loro possesso. L’ammiraglio lo verificò parlandone con il mio copilota, che gli confermò tutto. Fui interrogato per la prima volta il 25 ottobre 1989 dal Procuratore militare di Cagliari. Due mesi dopo mi convocò il giudice Bucarelli che mi congedò dicendomi: “Tutto torna, Bonifacio”». Poi l’ufficiale è stato interrogato anche dal giudice Rosario Priore e dai membri di diverse commissioni d’inchiesta.

E lui e gli altri 13 membri dell’equipaggio hanno sempre ripetuto le stesse cose. Non c’è una sbavatura nelle 14 dichiarazioni. 28 occhi quella mattina hanno visto riaffiorare i primi cadaveri dell’aereo dell’Itavia dopo le 9 del mattino. «E prima dei corpi», aggiunge Bonifacio, «avevamo notato una chiazza di cherosene che ci aveva segnalato un elicottero, poi le parti leggere del Dc 9 come i cuscini dei sedili, i salvagente sgonfi, le valigie e altri oggetti».


E prima di tutto questo, colonnello, che cosa aveva notato in mare?


«Se mi vuole far dire che avevo visto l’aereo che galleggiava o un sommergibile, non ci sto. Non l’ho mai detto, non l’ha mai detto il mio equipaggio e non è scritto da nessuna parte. Fu una invenzione di un giornalista de L’Europeo, smentita da tutti.

Un’invenzione che ha finito per rendere inattendibile la mia testimonianza perché il giudice Priore quando mi convocò mi chiese subito: “È vero che lei ha visto l’aereo galleggiare?”. “No, non è vero”. E lui mi congedò frettolosamente.

Ma io sono stato chiamato a testimoniare al processo contro i generali.


Doveva vedere l’imbarazzo dei difensori nel pormi le domande. Io non ho testimoniato contro nessuno, solo contro la stupidità di chi non aveva capito».



Perché lei in realtà, prima del riaffiorare dei corpi, cosa vide o cosa capì?


«Il mare era blu scuro. Notai uno strano fenomeno di chiarore sull’acqua e al centro una riga scura. Pensai a un bordo alare. Tanto che dissi al mio copilota: “Guarda l’ala!”. Bigazzi mi rispose: “Ma il Dc 9 non ha lo sghiacciatore pneumatico”. Significa che lui vedeva una riga nera ma non capiva cosa fosse, perché il Dc 9 non ha lo sghiacciatore di gomma nera sui bordi delle ali. E nel rapporto mi sono limitato a scrivere: “Vedo qualcosa in trasparenza ma non la identifico”».


Perché lei parla di uno strano fenomeno di chiarore?
«Perché sull’acqua blu non avrei potuto notare una riga nera o comunque scura. Quel fenomeno di chiarore poteva essere, dico poteva essere perché io non l’ho individuata, la sagoma bianca dell’aereo che affondava. E la riga scura che abbiamo visto poteva essere in realtà la striscia rossa che gli aerei Itavia avevano lungo la fiancata. Sotto l’acqua il rosso diventa scuro».


Dopo 30 anni cosa pensa sia successo realmente?
«Che il Dc 9 sia affondato imbarcando acqua lentamente da una falla. Si è fermato a 50-70 metri perché, all’interno, la pressione dell’aria e dell’acqua si compensavano. Poi la pressione dell’acqua ha provocato il cosiddetto “colpo di ariete” che ha sfondato la coda. In quel momento i cadaveri hanno cominciato a risalire».




2) LA BATTAGLIA -

Parla l’uomo che raccolse le confidenze del pilota Nutarelli




«Fossimo stati a casa quella sera! Non avremmo visto quello che purtroppo abbiamo dovuto vedere». L’arrivo di un cameriere interrompe il discorso. Al tavolino di un bar, davanti all’istituto tecnico aeronautico Malignani di Udine, sono seduti un asso delle Frecce Tricolori, il tenente colonnello Ivo Nutarelli che nel 1988 perderà tragicamente la vita con il collega Mario Naldini, durante una esibizione a Ramstein in Germania, e l’insegnante dell’istituto aeronautico Andrea Agostinis, destinato qualche anno dopo a diventare «famoso» suo malgrado perché coinvolto e poi prosciolto nell’inchiesta sugli attentati di Unabomber.


I due si conoscono bene e si frequentano perché abitano nello stesso palazzo, perché dall’Istituto Malignani escono molti dei piloti destinati a finire nella pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori e perché il professor Agostinis porta spesso i suoi allievi alla base di Rivolto. «Era la fine di maggio del 1986», ricorda Andrea Agostinis, «Con Ivo si parlava di un incidente aereo e io commentai: “Assomiglia un po’ alla sciagura di Ustica”.


Mai l’avessi detto. Nutarelli si fece scuro in volto. Si incupì e si lasciò scappare quella frase: “Fossimo stati a casa quella sera”. «Non ne afferrai appieno il significato. Capii solo dopo il disastro di Ramstein. Credo che Nutarelli in quel momento stesse per farmi rivelazioni molto importanti che non riusciva più a tenersi dentro. Era stressato, preoccupato. Ustica evidentemente lo tormentava. Ma solo quando mi interrogò Rosario Priore afferrai fino in fondo il significato di quella frase.


La sera del 27 giugno 1980 Nutarelli e Naldini si alzarono in volo dalla base di Grosseto con i loro F 104. Intercettarono il Dc 9 Itavia, lo affiancarono e poi scoprirono qualcosa di molto grave perché lanciarono il segnale di allarme, ma non via radio. “Squoccarono” elettronicamente il codice di emergenza e per essere più sicuri che il loro segnale fosse stato recepito, come da manuale, fecero una manovra a triangolo che serve proprio per avvertire gli operatori radar a terra di una situazione di massima allerta.

Non usarono la radio evidentemente per non farsi intercettare da altri. È la prova che Nutarelli e Naldini avevano scoperto qualcosa di veramente grave. Forse aerei non della Nato che avevano violato il nostro spazio aereo. Pare che nei giorni successivi abbiano confidato a qualche collega che c’era stato un combattimento aereo». Ma Rosario Priore da lei cosa volle sapere?


«Nutarelli morì a Ramstein due giorni prima di essere interrogato dal magistrato. Priore fece a me delle domande che avrebbe voluto fare al pilota. Perché mi chiese con insistenza se conoscevo la procedura di scarico dei missili durante una missione e al rientro alla base. Domande tecniche, dalle quali capii che quella sera Naldini e Nutarelli erano rientrati senza un solo missile.

Mi sono sempre chiesto: “Li avevano lanciati tutti? Alcuni li avevano scaricati in mare per non farli ritrovare? O subito dopo l’atterraggio il comando aveva ordinato di farli sparire?”».
Professore, sta dicendo che anche Nutarelli e Naldini quella sera hanno lanciato dei missili? E contro chi?


«Non ho dubbi. L’ho capito dalle domande che mi ha fatto Priore. Anche loro hanno sparato. E sono tornati alla base con 450 chili in meno sul loro caccia. Contro chi non lo so ma è chiaro che il segnale di emergenza generale che hanno usato, lo si lancia solo quando c’è una situazione di combattimento».



Le due testimonianze che vi abbiamo proposto a trent’anni dai fatti sono importanti tasselli di una storia complicatissima. Ma che potrebbe finalmente portare a una svolta se la nuova inchiesta aperta nel 2008 dalla Procura di Roma troverà riscontri alle dichiarazioni del Presidente Francesco Cossiga. Cossiga sostiene di aver saputo dai nostri servizi segreti che fu un aereo della marina militare francese a lanciare il missile che abbattè il Dc 9.


http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Naldini

http://it.wikipedia.org/wiki/Ivo_Nutarelli




Gian Gavino Sulas
Ultima modifica di barionu il 25/07/2010, 04:10, modificato 1 volta in totale.

25/07/2010, 10:30

barionu ha scritto:


«Nutarelli morì a Ramstein due giorni prima di essere interrogato dal magistrato. Priore fece a me delle domande che avrebbe voluto fare al pilota. Perché mi chiese con insistenza se conoscevo la procedura di scarico dei missili durante una missione e al rientro alla base. Domande tecniche, dalle quali capii che quella sera Naldini e Nutarelli erano rientrati senza un solo missile.

Mi sono sempre chiesto: “Li avevano lanciati tutti? Alcuni li avevano scaricati in mare per non farli ritrovare? O subito dopo l’atterraggio il comando aveva ordinato di farli sparire?”».

Professore, sta dicendo che anche Nutarelli e Naldini quella sera hanno lanciato dei missili? E contro chi?

«Non ho dubbi. L’ho capito dalle domande che mi ha fatto Priore. Anche loro hanno sparato. E sono tornati alla base con 450 chili in meno sul loro caccia. Contro chi non lo so ma è chiaro che il segnale di emergenza generale che hanno usato, lo si lancia solo quando c’è una situazione di combattimento».

Le due testimonianze che vi abbiamo proposto a trent’anni dai fatti sono importanti tasselli di una storia complicatissima. Ma che potrebbe finalmente portare a una svolta se la nuova inchiesta aperta nel 2008 dalla Procura di Roma troverà riscontri alle dichiarazioni del Presidente Francesco Cossiga. Cossiga sostiene di aver saputo dai nostri servizi segreti che fu un aereo della marina militare francese a lanciare il missile che abbattè il Dc 9.


Molto interessante Barionu..... [:)]

A questo punto le domande da porsi sono:

1) In un'intervista al Giudice Priore, viene pronunciata una frase emblematica che lascia molto pensare: "quella sera c'è stata una guerra... una guerra in tempo di pace". Chi o cosa, quindi, ha determinato questa "guerra aerea" nell'area che è stata attraversata dal DC9?

2) C'erano 15 aerei militari in zona in piena attività. E secondo l'ex Presidente Cossiga sarebbe stato un missile francese a colpire il DC9. Ma quanti sarebbero stati, a questo punto, i missili sparati quella sera alla luce di quanto detto da Nutarelli, Naldini e Agostinis?

3) Quale situazione di emergenza può aver generato e/o alimentato questo evidentissimo coverup perpretato per anni dai vertici militari dei paesi coinvolti e dagli organi della NATO?

4) Perchè la NATO smentisce su tutti i fronti la presenza di una sua forza aerea e non dà modo in nessun caso e a nessun inquirente di verificare la documentazione relativa agli eventuali missili coivolti, che come sappiamo, non vengono "montati" sugli aerei (e quindi "registrati"), se non per motivi ben precisi?

25/07/2010, 12:34

Quindi sostanzialmente il DC-9 è caduto in mare in seguito alle avarie elettroniche causate da un missile che essenzialmente non provoca danni fisici, mentre tutt'intorno infuriava unabattaglia tra velicoli di varie nazionalità, incluso un UFO?

K.

25/07/2010, 12:49

kopesh ha scritto:

Quindi sostanzialmente il DC-9 è caduto in mare in seguito alle avarie elettroniche causate da un missile che essenzialmente non provoca danni fisici, mentre tutt'intorno infuriava unabattaglia tra velicoli di varie nazionalità, incluso un UFO?

K.


Il Prof. Corrado Malanga, dà la stessa identica interpretazione dei fatti che è stata descritta da Telarico nel suo approfondito studio e, in questo topic, dal nostro caro Barionu circa la "guerra in atto in tempo di pace" e la presenza di uno o più UFO nell'area..... e aggiunge, a mio avviso, ulteriori dettagli che meritano sicuramente attenzione......

25/07/2010, 13:14

Bèh, chi più ne "ha" ne metta ...
Addirittura manovre NATO/Alieni!
Se effettivamente vi era un'esercitazione i primi ad essere avvisati sono proprio i natanti e gli aerei civili!
manovre militari segrete? Per fare cosa? Un UFO si presenta all'improvviso e a meno che stazioni per un po di tempo, a volte non si riesce nemmeno ad interccetare con lo "scramble" ...
Ecco perchè, a mio avviso, la questione ha riguardato un UFO solitario (dal tracciato) che eseguendo un brusco avvicinamento (a 90°) verso l'aereo ha provocato l'involontario incidente.
Comunque sia, un missile, è armato di biglie d'acciacio per colpire sicuramente il "target"; quasi mai colpisce direttamente il bersaglio; e di biglie d'acciaio (cira 15 mila) non ve n'è traccia (almeno per quello che si sà).
Puo darsi che l'eventuale UFO "gironzolasse" da un po sul luogo, e allora, da diverse parti (Grosseto e Solenzara) siano partiti degli intercettori ... Ma è un'ipotesi che scarterei quasi subito.
Poi, che i Francesi abbiano l'autorità di accentrare gli avvistamenti europei, ne dubito; perché so che tutto va a Brusselles (Comando SHAPE), quindi in America ...
Insooma io vedo un aereo di linea che viene avvicinato da Qualcosa di velocissimo, proveniente o dall'alto o dal basso, che dopo una virata impossibile passa accanto all'aereo ... Qualcuno,sà, e decide di non avere testimoni del fatto (come del resto avviene, riguardo agli UFO, in tutto il mondo).
Poi, tutto è possibile.

25/07/2010, 13:26

Sulla questione "manovre NATO/Alieni" concordo assolutamente con te. Qui Malanga si è spinto oltre...... ma il resto, compresa la questione servizi segreti, legata al fatto di "non poterne parlare in riviste ufologiche"... cosa pensi?

In merito al discorso Francia, come detto altrove, forse andrebbe aperto un capitolo a parte..... [;)]

25/07/2010, 14:46

Questa trasmissione televisiva contiene vari spezzoni di interviste a Cossiga e al giudice Rosario Priore:



25/07/2010, 15:11

Angeldark ha scritto:



Al minuto 04:55......

"ben 20 minuti prima della tragedia, due aerei italiani, due F-104, hanno lanciato due 'allarmi generali' sui cieli intaliani... e poi sono stati richiamati alla base di Grosseto...."

Venti minuti prima del lancio di questi missili......




Tratto da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Naldini

Mario Naldini (Firenze, 1947[1] – Ramstein, 28 agosto 1988) è stato un ufficiale italiano dell'Aeronautica Militare con il grado di tenente colonnello. Pilota istruttore, balzò agli onori della cronaca in quanto risulta che fosse in in volo di addestramento la sera della strage di Ustica.

Passato poi alla pattuglia acrobatica (verso il 1985 o 1986) Frecce Tricolori, morì domenica 28 agosto 1988, durante un air show a Ramstein in Germania, assieme ai suoi colleghi Ivo Nutarelli e Giorgio Alessio.

La notte di Ustica
Il 27 giugno 1980 Naldini decollò tra le 19:30 e le 19:40 locali da Grosseto per una missione d'addestramento a bordo di un TF 104 G biposto assieme a Ivo Nutarelli. Insieme al loro aereo un altro o altri due F-104. Ufficialmente l'esercitazione prevedeva un circuito di volo che da Grosseto li doveva portare su Firenze poi Bologna, Villafranca e nuovamente Grosseto. In realtà prima dell'atterraggio a Grosseto l'aereo di Naldini e Nutarelli compie una serie di virate squoccando un messaggio radio di emergenza (codice 7700 emergenza generale confermata) tra le 20:30 e le 20:45 locali.

L'incidente di Ramstein
Nel 1988 Naldini morì a Ramstein nel corso della realizzazione della figura del cardioide durante un'esibizione della pattuglia acrobatica delle frecce tricolori. Naldini era il pony n.1 e volava alla testa della formazione 5 disposta a 'v', che si doveva incrociare con la formazione 4, poco prima del passaggio del solista, proprio il collega Nutarelli, il pony n.10. Nei filmati e foto dell'epoca si vede chiaramente che Nutarelli arrivò in anticipo all'incrocio e colpì in pieno la coda del MB-339 di Naldini, che totalmente impossibilitato a controllare l'aereo si sposta sulla sinistra collidendo col pony n.2. L'incidente coinvolse anche gli spettatori a terra causando la morte di 67 spettatori, oltre ovviamente ai 3 piloti.

Le inchieste successive e i sospetti di complotto
Il fatto che proprio i due piloti che a Ustica potrebbero aver visto qualcosa di anomalo siano morti nello stesso incidente, addirittura (secondo alcune fonti giornalistiche) pochi giorni prima di essere sentiti dai magistrati sui fatti di Ustica, ha contribuito ad alimentare il sospetto che Ramstein sia stato un incidente provocato per eliminare testimoni scomodi.

25/07/2010, 15:47

Al minuto 04:55......

"ben 20 minuti prima della tragedia, due aerei italiani, due F-104, hanno lanciato due 'allarmi generali' sui cieli intaliani... e poi sono stati richiamati alla base di Grosseto...."

Venti minuti prima del lancio di questi missili......



FONDAMENTALE !

Scusa U , ma se era solo uN UFO di passaggio che per malasorte fa lo sgambetto al DC9 ,

che senso ha questo " allarme generale " o frasi " stava per scoppiare una guerra " ,


.... 15 aerei da guerra che compaiono poi all' improvviso ...



.... come i 15 uomini sulla cassa del morto ...

da Stevenson , " l' Isola de tesoro "


.... c' è stata una battaglia infernale , e molto probabilmente anche i 2 f104 hanno sparato ,

con un UFO in panne in stato di possibile crash che faceva gola a tutti .


Per questo tutti si allertano, e hanno il tempo materiale per farlo !!!!


Di solito , lo sappiamo bene , l' UFO appare , fa marameo e ciao , mentre i caccia sono ancora a tirare madonne in fase di decollo .



Vi faccio notare anche l' importanza della testimonianza recente di Bonifacio , che conferma il dossier Telarico, mettendo meglio a fuoco gli avvenimenti .

Ragazzi c'è da lavorare sodo , diamoci dentro [;)] ,.

PROCLAMO UN ALL' ERTA STUDIO GENERALE ! [8D]



zio ot
Ultima modifica di barionu il 25/07/2010, 15:58, modificato 1 volta in totale.

25/07/2010, 15:59

Thethirdeye ha scritto:
...... ma il resto, compresa la questione servizi segreti, legata al fatto di "non poterne parlare in riviste ufologiche"... cosa pensi?




Se per riviste ufologiche intendi il CUN e Pinotti, bèh, lo sai già ... Quindi è "normale" che non ne parlasse; riguardo gruppi ufologici in generale, non saprei, ma visto che ufficialmente si è sempre insistito sull'abbattimenyto o del sabotaggio, può darsi che nessun'altro abbia preso in considerazione l'ipotesi ufologica. Io, da subito (e lo lessi ancheil giorno dopo ...)

25/07/2010, 16:06

barionu ha scritto:






Scusa U , ma se era solo uN UFO di passaggio che per malasorte fa lo sgambetto al DC9 ,

che senso ha questo " allarme generale " o frasi " stava per scoppiare una guerra " ,




zio ot


L'allarme generale può essere stato causato dall'incidente aereo /UFO; per l'altra frase, francamentenon so interpretarla, a meno chè sia stata detta per modo di dire, cioé che c'era un gran casino quella sera ... Non saprei.


Anche questi incidenti (postati da me ripetutamente) non sono mai comparsi sui quotidiani (oltre che a "rompere" la famosaa catena, chi avrebbe più avuto il coraggio di volare?):

Il Cap. Jorge Araujo ed il secondo pilota Edgard Soares, erano due esperti piloti civili.
I due piloti, alle ore 21.00 del 14 Agosto 1957, si trovavano a condurre un DC-3 "Dakota", da trasporto merci, della Compagnia Aerea brasiliana "Varig", lungo la rotta che va da Porto Alegre a Rio de Janeiro.

Jorge Araujo. " Ci trovavamo a 2500 m. di quota, ad una velocità di crociera di 280 Km/h. Era tutto "ok", allorché, uscendo da un banco di nubi, notammo uno STRANO OGGETTO..."
Edgard Soares : " Era molto lucente e si trovava sulla nostra sinistra, sotto di noi verso coda".
Jorge Araujo: " In pochi secondi l'Oggetto, con un'incredibile accelerazione, ci superò e ci distanziò con estrema facilità; quindi si fermò a qualche chilometro davanti a noi, come se volesse attenderci...Ma improvvisamente si lanciò "contro" il nostro aereo..."
Edgard Soares:" Era a forma di disco, munito di una bassa cupola sfolgorante, situata nella parte superiore... Potete interpellare anche gli altri tre uomini dell'equipaggio che erano con noi sul DC-3. Vi confermeranno questa descrizione!"
Jorge Araujo:"All'avvicinarsi del Disco Volante, dopo averci sfiorato, si tuffò tra le nuvole scomparendo dalla vista, ed allora tutti i meccanismi di bordo tornarono a funzionare normalmente e spontaneamente".


Ma non sempre le cose sono andate in modo così favorevole: a volte è stata sfiorata la tragedia, e a volte è accaduta...
Erano le ore 00.10 del 19 Ottobre 1953. Il DC-6 dell'"American Airlines" viaggiava a 4500 m. di quota, lungo la rotta Filadelfia-Washington. Lo pilotava il Cap. J. L. Kidd; il quadrimotore era gremito di passeggeri. D'un tratto un Oggetto scuro, privo di qualsiasi luce, sfrecciava tra una nube e l'altra e piomba dritto sul DC-6...
Kidd riuscì a scorgerlo per caso, soltanto all'ultimo momento. Così ebbe appena il tempo di spingere il volantino tutto in avanti e gettarsi in picchiataper un tratto di 1000 m., rischiando un "looping" mortale. Riuscì a raddrizzare il quadrimotore prima che avvenisse una catastrofe. L'Oggetto era ormai lontano...
Il 1° Apriledel 1959, ( lasciamo perdere i nostri giorni...), le ultime parole del pilota di un C119,trasporto militare,con quattro uomini d'equipaggio, decollato dall'Aeroporto Militare statunitense di Tacoma, furono:"...Abbiamo urtato contro un Oggetto Sconosciuto...Ci ha investiti...Precipitiamo...!"
La notte del 22 Luglio 1956, un bimotore militare degli Stati Uniti, un Convair, pilotato dall'asso americano Magg. Mervin Stevens, fu costretto ad un atterraggio di fortuna...
Queste furono le sue parole:" Ho preso terra all'Aeroporto di Bakerfields perché sono stato investito improvvisamente e con grande violenza da un Disco Volante. Mi ha urtato dopo essermi giunto addosso completamente inatteso... Il bimotore ha sbandato verso destra e si è avvitato in caduta libera...Soltanto dopo una discesa di 3000m.. sono riuscito a riprendere fortunatamente il controllo! Ma l'aereo non rispondeva più bene ai comandi. Ci accorgemmo che la sezione di coda era stata...tranciata dalla collisione, e mi ritengo fortunato di essermela scampata...!"


" Quì parla il Com/te Yosciaky Inada. Abbiamo lasciato da pochi minuti la località di Himeji... Un Oggetto Volante di origine sconosciuta ci ha affiancato...! Emana una luce vivissima...Ora passa al di sotto del nostro aereo! Riappare dall'altra parte! Ci tallona a fianco a non più di 100 m.. Tutti gli strumenti sembrano impazziti, la radiobussola e l'orizzonte artificiale continuano a girare...Non lo controllo...!"
Poi la radio tacque. Soltanto quando il bimotore si trovò a passare sull'Isola di Scikoku, la radio tornò a farsi sentire: " Qui parla il Com/te Yosciaky Inada, siamo prossimi a Matsuyama, il Disco Volante ci ha abbandonato proprio ora! La radio e le attrezzature di bordo hanno ripreso a funzionare regolarmente..."

Basta così; in altri casi di questo genere, nessuno si è salvato.
Poiché non possiamo credere, perché la logica stessa ce lo vieta, che Oggetti Volanti simili, straordinariamente progrediti, non abbiano a bordo congegni di guida automatica o di scoperta, dobbiamo evincere che episodi del genere siano realmente degli infortuni provocati da guasti improvvisi a taluni impianti vitali di bordo di queste Macchine.
Malgrado la perfezione tecnica, anche queste Astronavi sembra vadano soggette a banali avarie, purtroppo, con il pericolo di creare situazioni incresciose per tutti...

25/07/2010, 16:14

Interessante anche questo punto (eventualmente da approfondire...)

Al minuto 03:45, Malanga parla della sua ipotesi sulla "battaglia aerea" avvenuta a seguito dell'avvistamento ufo. Cita il Gen.Marcelletti (allora Presidente del Cun) e il Capo di Stato Maggiore di allora, il quale avrebbe rivelato al Generale il contenuto della REGISTRAZIONE AUDIO contenuta nella scatola nera del DC9.





Non è vero quindi, secondo il Gen.Marcelletti, che il pilota disse:

"....guar........." e che poi le comunicazioni si siano interrotte ma...

che la registrazione conteneva la frase:

"... guarda, che cos'è quel coso lì?....." [8)]


Al minuto 03:45.....
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