Cita:
Ufologo 555 ha scritto: Poi ci fu il Disco di Coniston eseguito con una polaroid (oltre ad altri avvistamenti simili):

Leslie riportò in seguito al caso Coniston:
"Nel Febbraio del 1954, due ragazzini, Stephen Darbishire, di tredici anni e suo cugino Adrian, di otto anni, fecero due fotografie di un ricognitore identico, librato a meno di un metro dal suolo, sul pendio del Coniston Old Man, nel Lancheshire.
Questa vicenda è stata narrata ampiamanete in altri libri perciò cercherò di essere breve. Feci loro visita qualche giorno dopo l'avvistamento. Il Dottor Darbishire, il padre di Stephen, era completamente convinto che il ragazzo dicesse la verità. I genitori di Adrian, che erano due psichiatri, erano profondamente turbati, ma interrogati ed "analisi" non riuscirono a modificare la testimonianza del loro figlioletto di otto anni.
I due ragazzini erano usciti per osservare gli uccelli in una giornata molto grigia quando, all'improvviso un oggetto traslucido era disceso, quasi sfiorando il suolo ad un centinaio di metri dal punto in cui essi si trovavano, poi era sfrecciato di nuovo rapidamente verso il cielo. Stephen tirò fuori fulmineamente la sua piccola Kodak a sofietto e ottenne due immagini piuttosto sfocate dell'Ufo. Mi feci prestare quella Kodak e scattai diverse fotografie in quello stesso posto: scoprii allora che, se non si stava molto attenti si finiva per credere facilmente che il soffietto fosse completamente esteso, quando invece non era ancora scattato al suo posto.
Credo che questo possa spiegare perchè le due fotografie erano così sfuocate.
Stephen fece anche uno schizzo dell'oggetto, mostrando sul fianco una fila di quattro oblò. Cercando di coglierlo in fallo, gli chiesi se aveva mai visto le fotografie di Adamski, nelle quali appaiono soltanto tre oblò per lato. Il ragazzo ammise prontamente di avere visto le fotografie pubblicate e concluse che il suo Ufo "doveva avere quattro oblò invece di tre".
Allora, ma soltanto allora, gli mostrai una quarta fotografia di Adamski, che non era inclusa in questo libro perchè non era riuscita perfettamente: ma in questa immagine l'Ufo s'era girato leggermente, mettendo in mostra un quarto oblò, che in tutte le altre fotografie pubblicate non si vedeva.
"Hai ragione tu Stephen" dissi, "sono veramente quattro". Ma questo lui non avrebbe potuto saperlo se non con l'osservazione diretta.
Armato di parecchie copie delle sue fotografie, ritornai a Londra, e le consegnai ad un ingegnere, Leonard Cramp, che in seguito scrisse
[i]Space Gravity and the Flying Saucer[/i]. Cramp si mise al lavoro, servendosi di qualcosa che noi non avevamo mai sentito nominare: la "proiezione ortografica", per mezzo della quale era possibile ricavare un "progetto" dell'Ufo di Adamski come sarebbe apparso sul tavolo da disegno d'un ingegnere, indipendentemente dall'angolo dal quale era stato ripreso il disco. Poi fece una seconda proiezione della foto di Stephen , nella quale l'Ufo era inclinato ad un angolo più piatto e scoprì che i due disegni potevano venire sovrapposti esattamente: erano dello stesso preciso, identico modello.
Altre misurazioni misero in luce un fatto molto interessante: le dimensioni principali dell'Ufo erano le une in rapporto alle altre secondo la "Sezione Aurea". E' inutile aggiungere che nessuno di noi e men che meno Stephen e Adrian, aveva mai sentito parlare di proiezioni ortografiche e del modo di ottenerle. E fino a qual momento io avevo una idea molto vaga delle proporzioni della classica "Sezione Aurea" usata da tutti i grandi architetti, dagli antichi greci fino a le Corbusier, per produrre quelle che sono considerate le proporzioni perfette per qualsiasi struttura.
Per i greci, gli egiziani e le civilta dell'antica America latina, l'architettura era una scienza sacra: i suoi segreti, in particolare le leggi delle proporzioni, venivano rivelati solo agli iniziati dei misteri, i quali affermavano che la loro conoscenza non era stata aquisita provando e riprovando, ma come una scienza rivelata direttamente dai loro antenati all'inizio delle civiltà umane: rivelata, affermavano, "dagli Dei" che erano scesi dal cielo con i loro "carri celesti", le loro "navi stellari" e le loro "navi solari".
"I dischi volanti sono atterrati" di Desmond Leslie & George Adamski, pag 331,332

