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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:43 
ABDUCTION E MONDI INVISIBILI

Fonte: http://www.automiribelli.org/blog/?p=128

Il presente articolo sul fenomeno conosciuto come “abductions”, o “rapimenti alieni”, non ha la pretesa di essere un sostitutivo o addirittura un’operazione di “dubunking” delle attuali teorie e ricerche esistenti, semmai l’intento reale ha uno scopo più che altro integrativo, poiché molte informazioni inerenti questo fenomeno sono state ovviate per una ragione o per un’altra; mentre invece, almeno per il sottoscritto, posseggono una base solida e concreta per capire meglio l’origine di questo fenomeno, il quale appare essere di tutt’altra origine. La motivazione che mi ha spinto a scriverne è determinata da alcuni eventi accaduti nel 2009 che potremmo definire “anomali”, i quali mi hanno portato per un certo periodo a condividere, anche se non in toto, la tesi sostenuta dal Prof. Corrado Malanga; tesi che al momento in cui vi scrivo non condivido nel modo più assoluto.

I TEST
Da svariati anni, tra le varia cose di cui mi occupo, eseguo dei test e degli esperimenti nel campo delle frequenze sonore, nel tentativo di osservare e, nei limiti del possibile, rilevare dei cambiamenti nell’umore di alcuni volontari dopo essere stati sottoposti ad una serie di toni sonori prestabiliti. Il metodo di per se è relativamente semplice e anche se si tratta di un’indagine a tutti gli effetti empirica, poiché esprime l’osservazione di un fenomeno durante una o più sessioni di sperimentazione seguendo un metodo specifico, per il momento non possiede ancora alcun valore scientifico; pertanto vi invito a raccoglierla come una pura e semplice esperienza di lavoro.
La modalità con la quale questi esperimenti vengono eseguiti si esplica come segue: dopo aver fatto accomodare un volontario su di un lettino e dopo averlo condotto ad uno stato di rilassamento più o meno profondo, per mezzo di una colonna sonora studiata appositamente, eseguo una semplice scala di 12 toni che vanno dai 11.5 Hz sino ai 128 Hz, per un periodo massimo di 8 secondi di riproduzione per ciascun tono. Successivamente, a caldo, domando al volontario quali siano le sue reali sensazioni ed emozioni in merito, invitandolo a descrivermi in dettaglio e con parole sue tutte quelle micro variazioni corporali che normalmente, ad uno stato maggiormente sveglio e cosciente, è più difficile di percepire. Le testimonianze che emergono tra tutti i casi sinora indagati, 32 in totale, suddivisi tra 15 uomini e 17 donne, riportano interessanti e dettagliate similitudini nelle descrizioni che lasciano ben sperare per una futura e più precisa indagine.
Il pomeriggio del 12 Marzo 2009, ospito nel nostro centro una donna sana di 35 anni, il cui nome per sua esplicita richiesta rimarrà anonimo in questo articolo ma che per comodità narrativa chiamerò il volontario A-12 con il nome di “Barbara”. Domando quindi a Barbara di sdraiarsi sul lettino e di mettersi a proprio agio. Dopo qualche breve suggerimento e scambio di idee circa la procedura metto appunto Barbara tra le mani di una colonna sonora la quale fa da sfondo ad una semplice visualizzazione il cui soggetto viene scelto dal volontario. Dopo aver monitorato sin dall’inizio della sessione le sue onde cerebrali e aver constatato un abbassamento graduale delle onde Beta al minuto 11 della colonna sonora, incomincio l’esecuzione di questi dodici toni. Specifico che la riproduzione di questi toni non possiede un ordine preciso prestabilito. Lascio che sia il computer, in base a una casualità calcolata per mezzo di un algoritmo a scegliere quale tono eseguire e quale saltare. In questo modo l’esecuzione dei dodici toni non è mai identica alla precedente sessione; è quindi sempre diversa e unica per ogni volontario. Questo metodo mi serve per verificare l’ipotesi che le frequenze sonore riprodotte con un ordine specifico abbiano una diversa influenza nel volontario rispetto a quelle riprodotte con un ordine causale. Dopo aver terminato la sessione, eseguo le solite domande di rito, ma con Barbara mi accorgo immediatamente che qualcosa che non torna.
-Descrivimi ora come ti senti.
-Che vuol dire? (mi risponde Barbara. Gli occhi sono ancora chiusi nonostante le abbia chiesto di riaprirli)
-Vuol dire che devi semplicemente dirmi come ti senti adesso.
-Non… Non capisco cosa vuol dire. (Barbara balbetta un po’. Sembra stranamente confusa.)
Mi parve subito chiaro che mi trovavo di fronte a ciò che il Prof. Malanga aveva già ampliamente riportato durante lo studio dei suoi casi, con una piccola ma significante differenza: lui usa l’ipnosi e la PNL (programmazione neurolinguistica), io nessuna delle due; e Barbara, come scoprirò in una conversazione avvenuta in un secondo momento, non aveva mai letto i libri di Malanga, nè mai visto una sua conferenza, nè aveva mai parlato o anche solo avuto coscienza di essere stata addotta da una “razza aliena”. Inoltre, nessuno dei miei volontari era mai andato così in profondità in precedenza, e lo scopo del mio studio era totalmente diverso da quello di cercare gli “alieni”. Con il sistema di proiezione del suono, chi funge da inquirente (e in questo caso io), non ha alcun modo di influenzare il soggetto a dare delle risposte programmate, e da parte mia non c’è stata alcuna induzione volta ad influenzare la volontà del soggetto, se non l’uso di una particolare frequenza sonora specifica che non è costante nel tempo, ma variabile in proporzione di qualche piccolo punto percentuale. Inoltre, secondo il padre della moderna ipnosi Milton Erickson, sarebbe comunque impossibile influenzare e forzare la volontà di un soggetto. Chiaramente, io non posso confutare questa tesi, poiché non ho mai eseguito esperimenti a riguardo, ma era chiaro che Barbara, nonostante tutti gli accorgimenti presi per evitarlo, era entrata comunque in uno stato d’ipnosi molto profonda e marcata. Così, dopo aver letto delle esperienze del Prof. Malanga decido di tentare con qualche domanda più azzardata; domande che il Professore nelle sue ricerche definisce appunto “di controllo”.

-Chi sei tu?, mentre le domando ciò attivo un dittafono per registrare quella conversazione così inusuale.
-Noi siamo.

-Guardati il corpo. Descrivimelo.
-Noi non abbiamo corpo.

-Quanti anni hai?
-Non capiamo cosa vuol dire.

-Conosci allora da quanto tempo sei?
-Da sempre! (Il viso di Barbara sorride e si distende)

A questo punto, verificato ulteriormente che si stava trattando di una situazione analoga come quelle riportate dal Prof. Malanga, decido di spingere l’acceleratore e di passare quindi immediatamente a porre delle domande meno spicciole e più complesse, così le chiedo:

-Sei quella cosa che noi sulla terra definiamo Anima?
-mmmmh… Noi siamo il collante tra lo Spirito e la Materia.

-Potremmo dire che sei la Coscienza? (Barbara sorride compiaciuta e scuote il capo in segno di approvazione)
-Anche!

A questo punto pongo una domanda circa una questione che mi frulla in testa da molto tempo…
-La Coscienza è quindi una cosa fisica?

…e la risposta, sebbene di norma cerchi di rimanere assolutamente impassibile a livello emotivo, mi ha raggelato il sangue per qualche secondo:

-Anche.

Perciò, secondo questa “fonte”, che gli scienziati tedeschi Grazyna Fosar e Franz Buldorf (gli autori del libro “L’intelligenza in rete nascosta nel DNA”) definirebbero più propriamente il frutto di una “ipercomunicazione”, la cui credibilità, specifico, non può affatto essere dimostrata, la Coscienza sarebbe ANCHE un oggetto fisico, e tutto ciò che è fisico, è in qualche modo influenzabile sotto molti aspetti. Il resto della conversazione lo tengo per uno studio più dettagliato poiché il mio scopo in questo momento non è sorprendere ma capire, oppure suggerire una via d’indagine che sia più mirata. E’ doveroso precisare che successivamente il Prof. Malanga ha avuto modo di incontrare la persona in questione e posso testimoniare la sua professionalità e competenza nella gestione della situazione.
Di solito è difficile (ma non impossibile) che una persona si lasci andare così in profondità con l’utilizzo delle frequenze, tanto da entrare in “ipercomunicazione” dopo soli 11 minuti di ascolto, poiché come specificavo prima, nessuna induzione ipnotica viene eseguita sul soggetto. Anzi, la visualizzazione che compie la persona accompagnata dalla colonna sonora, descrive più semplicemente un luogo della natura particolarmente attraente, un luogo che la persona sceglie di visualizzare in base ai suoi gusti ed esigenze, e mai viene suggerito dal sottoscritto. Come facevo dunque ad essermi trovato di fronte a un caso come quelli descritti dal Prof. Malanga, senza usare la tecnica del Prof. Malanga? Che questi fenomeni di “ipercomunicazione” si verifichino anche in assenza di un operatore che guidi il soggetto ad entrare a quel livello d’ipnosi? Sebbene questo mio piccolo esperimento sembri in qualche modo confermare in gran parte il lavoro di Corrado Malanga, visto che durante una sessione assai diversa da quanto esegue il Professore si è verificata comunque la medesima condizione, personalmente sono ancora restio a dare delle valutazioni che siano definitive. L’argomento è quanto mai vasto e controverso, e spesso non tutti i dati risultanti da altre ricerche condotte in merito vengono riportati nella loro interezza. Per esempio, mi verrebbe da domandare, come mai sulle persone che dichiarano di aver avuto esperienze di rapimenti alieni, non sono mai stati eseguiti degli esami specifici volti a rinvenire nel loro sangue la presenza di una determinata molecola chiamata DMT (N-N dimetiltriptamina), ossia: il più potente allucinogeno presente sulla faccia della terra? Ma prima che i diretti interessati possano ‘scaldarsi’ per questa domanda che potrebbe apparire loro come una ‘provocazione’, abbiano la forza di bypassare il giudizio e il rigetto per un istante e arrivare sino in fondo a questo articolo, e scopriranno che in realtà, qualcosa “di più”, esiste davvero e che ‘allucinati’ non lo sono poi così tanto.

LA RICERCA DI RICK STRASSMAN M.D
Nel suo controverso libro DMT: La Molecola dello Spirito, il Dr. Rick Strassman riporta con dovizia di dettagli un’affascinante ricerca durata cinque anni che ha coinvolto ben 60 soggetti volontari sani, avvenuta al Dipartimento di Medicina dell’Università del New Messico. Cosa avevano queste persone in comune a coloro che dichiarano di venire “addotti” dagli alieni? In apparenza, assolutamente nulla.

Immagine
Rick Strassman

Molti di loro vengono descritti nel libro di Strassman come persone assolutamente ignare di certi fenomeni, e chi è ignaro di qualcosa significa che non ne è a conoscenza, non ha coscienza di quella cosa, ma non significa che ad un livello più sottile e profondo non la sperimenti per davvero. Ma conosciamo meglio il background formativo del Dr. Strassman. Il Dr. Rick Strassman nasce a Los Angeles, California, nel 1952. Frequenta l’Albert Einstein College of Medicine alla Yeshiva University di New York, dove si laurea in medicina con tutti gli onori nel 1977. Nonostante questo il Dr. Strassmann non è esattamente quello che si direbbe un fedele sostenitore del pensiero classico ortodosso. In realtà coltiva in se una forte fede buddista e gran parte del suo lavoro è rivolto al sostegno della moderna psichiatria. Questa dicotomia professionale, dice Strassman, non lo disturba affatto, anzi, afferma che la colpa di questa sua scelta di vita la deve all’influenza di alcuni autori straordinari come Stanislav Grof, Peter Stafford e naturalemente Albert Hofmann (lo scienziato divenuto famoso nel mondo per la scoperta dell’LSD).
Come dicevo, il punto è bollente quanto controverso, e per molti potrebbe essere difficile da digerire, come riporta lo stesso Strassman nel suo libro in questo passaggio:

“Agli estimatori della cultura psichedelica la mia conclusione andrà certamente indigesta, e cioè che la DMT non possiede alcun effetto benefico intrinseco, piuttosto appare maggiormente importante il contesto nel quale le persone assumono questa sostanza; coloro che sono favorevoli al controllo o alla distruzione delle droghe in genere potrebbero considerare ciò che leggeranno come un incoraggiamento all’uso delle sostanze psichedeliche e ad una glorificazione delle relative esperienze; i portavoce e praticanti delle religioni tradizionali potrebbero non accettare l’idea che sia possibile raggiungere reami spirituali più elevati e ottenere informazioni mistiche proprio attraverso queste droghe; probabilmente chi è stato vittima di un “rapimento alieno” e coloro che li sostengono, potrebbero pensare al presente resoconto come una sfida alla “realtà” delle loro esperienze; sia i sostenitori che gli oppositori del diritto all’aborto potrebbero obiettare la mia idea secondo cui il rilascio di DMT dalla Ghiandola Pineale quarantanove giorni dopo il concepimento segni l’ingresso dello spirito nel feto; i neuro-scienziati potrebbero dissentire all’idea che la DMT influisca sulle abilità del cervello di ricevere informazioni, piuttosto che soltanto generare percezioni; potrebbero senz’altro respingere l’idea che questa molecola permetta al nostro cervello di percepire la materia oscura e gli universi paralleli: reami dell’esistenza abitati da entità senzienti.”

In un recente scambio di e-mail con l’amico Strassman abbiamo parlato proprio di questo, della “ansia da rigetto”: Io penso che gli scienziati possano essere di mentalità chiusa contro l’ignoto come chiunque altro; così gli rispondo: Dr. Strassman questi ‘esseri’, per quello che lei ha potuto sperimentare, sono FUORI o DENTRO di noi?” Io penso che questi ‘esseri’ siano fuori di noi, e allo stesso tempo potrebbero essere riflessi del nostro stato interno. E’ difficile distinguere tra queste due alternative, ma è anche imperativo riuscirci per risolvere molti enigmi che ancora ci circondano.

LA DMT
La DMT (N-N dimetiltriptamina) è una molecola illegale inserita nella tabella I del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, pertanto la sua assunzione è vietata per legge. Ma il fatto paradossale è che questa sostanza, nonostante il severo divieto internazionale di assimilazione, è già presente nel corpo di ognuno di noi! Infatti essa viene prodotta dalla nostra Ghiandola Pineale; in particolar modo i suoi effetti si scatenano maggiormente durante la fase REM del sonno o quando sperimentiamo i cosiddetti sogni “lucidi”: a questi stadi significa che nel sangue questa molecola è presente in quantità più elevate del normale. Rimane presente nel corpo umano per un periodo non più lungo di cinque minuti, e può esserne rilevato il passaggio attraverso l’analisi del fluido cerebrospinale. Per comprendere le ragioni per le quali tutti noi, chi più e chi meno, siamo “sotto l’effetto di questa sostanza durante le nostre notti “movimentate”, mediamente tra le 3 e le 4 del mattino, occorre spiegare che la sua sintesi avviene mediante l’assunzione quotidiana di un amminoacido essenziale, il Triptofano, il quale è presente in più o meno quantità in tutti i cibi di uso comune, come ad esempio la carne, il formaggio, il vino e le uova. Il Triptofano interagisce con la Serotonina (5-idrossitriptamina, 5-HT), e dall’unione di questa interazione vi è una sintesi maggiore di Melatonina, la quale a sua volta muta in una molecola dalla forma assai più caratteristica, la Pinolina, e dalla Pinolina alla DMT.
Secondo Strassman, la DMT sarebbe la molecola che permetterebbe allo Spirito di fare il suo ingresso nel corpo umano, anche se questo ovviamente è dimostrabile solo mostrando le sue personali deduzioni. Difatti, è difficile credere che la DMT possa essere considerata una sostanza così violentemente illegale quando, i bambini durante il periodo del parto, ne hanno il sangue completamente saturo. Come dice una mia vecchia conoscenza, “…la notte, quando sogniamo, dovremmo essere tutti imprigionati e dovremmo subire la completa amputazione della ghiandola pineale perché è un laboratorio di droghe illegali”. Così mi sembra ovvio che alla luce di queste nuove ricerche, ridisegnare nel complesso quella che possa essere l’esperienza chiamata “abduction”, diviene automaticamente necessario.

I MONDI INVISIBILI
Una delle testimonianze maggiormente ricorrenti in coloro che subiscono l’esperienza dell’abduction, è la visione di quello che appare essere il DNA, e nel libro di Strassman, Philip, dopo aver assunto una dose di 0.4 mg/kg riporta:

“Le visioni tornavano indietro attraverso dei tubi, come fanno i protozoi, proprio come fosse l’interno di una cellula, osservavo il DNA roteare a spirale. Avevano un aspetto gelatinoso come dei tubi al cui interno c’erano delle attività cellulari. Era come osservarli al microscopio”

così come Cleo:

“C’era una spirale tipo quella del DNA costituita da cubi incredibilmente brillanti. Ho “sentito” quei cubi nel momento stesso in cui la mia coscienza vi si trasferiva”

e Sara, che nel libro descriverà un’intensa esperienza di contatto con una ‘entità’, sul DNA descrive:

“Ho sentito la DMT liberare l’energia della mia anima e spingerla attraverso il DNA. Questo è quello che è accaduto quando ho perso il mio corpo. C’erano delle spirali che mi hanno ricordato cose che avevo visto nel Chaco Canyon. Forse era DNA. Forse gli Antichi lo sapevano. Il DNA si muove nell’universo come in un viaggio spaziale. Bisogna essere senza corpo per poter viaggiare. E’ ridicolo pensare ai viaggi spaziali in piccole navi.”

La cosa che non torna nelle testimonianze appena riportate è la ragione stessa per la quale queste persone condividano tra di loro la medesima visione: il DNA. Se quella appena descritta fosse semplicemente una banale ‘allucinazione’, per quale motivo questo soggetto ricorre così spesso in persone così diverse? Questo è un punto focale sul quale dovremmo concentrarci, poiché non esiste alcuna ragione al mondo per la quale quella che viene considerata da tutti come una banale ‘allucinazione’, sebbene diversificata in taluni aspetti, sia la medesima in molte persone. Non c’è ragione al mondo se non determinare, anche se nell’ambito del teorico, che l’esperienza sia a tutti gli effetti ‘reale’. Riguardo alle esperienze di contatti con altre entità le descrizioni presenti nel libro di Strassman sono le più disparate, ma casualmente riportano tutte le medesime condizioni che vengono riportate dai cosiddetti “addotti” di Malanga e di tanti altri, mentre ricordiamolo, l’intera esperienza si verificava sotto il rigido controllo di laboratorio in una facoltà di medicina. Ci tengo a precisare che questa nuova visione del “rapimento alieno” non rende affatto l’esperienza degli “addotti” meno veritiera e traumatica, anzi, occorrerebbe dare una più corretta definizione di quello che normalmente definiamo come “allucinazione”, poiché forse, non solo potrebbe essere male interpretato, ma che la realtà vissuta dalla persona durante questi stati di coscienza, possa essere reale tanto quanto questa “realtà”. Nessuno può dimostrare la veridicità di questa esperienza che definiamo “vita”. Nessuno.
Una teoria che non può essere falsa è sicuramente falsa, cioè è una falsa teoria scientifica. Esistono teorie che non possono essere false? Certamente si. Facciamo un esempio: “La sedia su cui state sedendo ogni volta che non è osservata (vista, fotografata, ripresa da un qualsiasi tipo di sensore…) diventa immediatamente un ‘gatto’. Appena osservata ridiventa immediatamente una sedia.” Vi invito a trovare un qualche tipo di esperimento che possa falsificare quanto sopra affermato. Lascio inoltre alla vostra fantasia trovare, anche nella vita comune, altri esempi. – Mario Bruschi (Dipartimento di Fisica Universita` “La Sapienza”)

Così Stephen Szàra in Ungheria, un paziente riferito come affetto da schizofrenia, dopo un’alta dose di DMT intramuscolare descrive quanto segue:

“Ho visto dei sogni così strani, ma solo all’inizio… successivamente ho visto delle strane creature, nani o qualcosa del genere, erano neri e si aggiravano tutto intorno”

La cosa interessante è che dalle testimonianze emerge che più alta è la quantità di DMT assunta dal soggetto, più traumatica risulta l’esperienza con questi “esseri”. Un team di ricerca americano diede la DMT a dei pazienti riferiti come affetti da schizofrenia. Dei nove soggetti l’unica che riuscì a dire qualcosa della sua esperienza, racconta Strassman, fu una donna che dopo aver assunto una dose robusta di DMT da 1.25 mg/kg disse:

“Ero in un posto molto grande e loro mi stavano facendo del male. Non erano umani… erano orribili! Stavo vivendo in un mondo di persone arancioni”

All’ottavo minuto dalla sua iniezione, Karl, descrisse questo incontro:

“Era davvero strano. C’erano molti folletti. Erano birichini, sfacciati, forse quattro di essi sono apparsi ai bordi di una strada interstatale su cui viaggio regolarmente. Avevano il pieno controllo della scena, era il loro terreno. Erano alti più o meno come me. Reggevano dei cartelloni, mostrandomi queste incredibilmente belle, complesse e svolazzanti scene geometriche contenute in essi. Uno di loro mi immobilizzò. Non era una questione di controllo; loro avevano il controllo assoluto. Volevano che guardassi! Ho sentito delle risatine soffocate; i folletti ridevano o parlavano velocemente, chiacchierando, cinguettando.”

Aaron, circa dieci minuti dopo la sua iniezione strinse le spalle e sorridendo disse:

“All’inizio c’è stata una serie di visioni tipo mandala, simili a ‘fiori di giglio’. Poi una cosa simile ad un insetto cavalletta mi è arrivata proprio in faccia, librandosi su di me man mano che la droga entrava. Questa cosa mi ha risucchiato fuori dalla mia testa nello spazio extraplanetario, un cielo molto nero con milioni di stelle. Mi trovavo in una enorme sala d’aspetto, o qualcosa di simile. Era molto lunga. Mi sentivo osservato da quell’insettoide e da altri come lui. Poi hanno perso interesse. Sono stato portato nello spazio e osservato.”

Dopo una successiva dose elevata, Aaron riassunse così i suoi incontri con questi esseri:

“C’è un risvolto sinistro, qualcosa di alieno, di insettoide, un aspetto non proprio piacevole. Non si tratta di una cosa del tipo ‘ti prenderemo figlio di passeggiatrice’. E’ molto di più. E’ come essere già in loro possesso. Durante l’esperienza si ha la sensazione di qualcuno o qualcosa che ha il controllo. E’ come se tu ti debba difendere da loro, chiunque essi siano, ma loro sono certamente lì. Io sono consapevole della loro presenza e loro altrettanto della mia. E’ come se avessero un’agenda. E’ come camminare in un differente quartiere, dove non sei proprio sicuro di quale sia la loro cultura.”

Dimitri invece, vive questo contatto in modo totalmente diverso:

“La prima cosa che ho notato è stato un forte bruciore nella parte posteriore del collo. Poi c’è stato questo mormorio forte ed intenso. All’inizio sembrava che venisse dal ventilatore, ma poi mi sono accorto che era spento. Così quel rumore ha cominciato ad inghiottirmi. Mi sono lasciato andare e poi … WHAM! Mi sono sentito come se fossi in un laboratorio alieno, in un letto d’ospedale come questo, però ero ‘là’. Una specie di piattaforma d’atterraggio o un’area di convalescenza. C’erano degli esseri. Io cercavo di farmi un’idea di cosa stava accadendo. […] Avevano uno spazio pronto tutto per me ed era incredibilmente non-psichedelico, così sono stato in grado di prestare attenzione a tutti i dettagli. C’era una creatura, sembrava una cavalletta. Era predominante e sembrava essere dietro a tutto quanto, supervisionando ogni cosa. Gli altri erano solo degli attendenti. […] Non è stata una di quelle adduzioni aliene di cui avevo sentito parlare. Questi esseri erano amichevoli. Io sentivo di avere un legame con loro. Lui stava per dire qualcosa a me e viceversa ma non riuscivamo a stabilire un contatto. Era come un vincolo sessuale, non un rapporto sessuale in se, ma una totale comunicazione corporea. Ero pieno di sentimenti d’amore per loro. Il loro lavoro era certamente collegato alla mia presenza. Di cosa si trattasse esattamente rimane un mistero.”

Le testimonianze appena riportate, sono solamente alcune di un resoconto molto più ampio e completo che appare nel libro di Rick Strassman, e andando maggiormente in fondo alla questione, per chi ne è a conoscenza, diviene facile il paragone a certe esperienze riportate da Teofilatto Simocatta, uno storico bizantino del VII secolo a.C, nella sua traduzione dall’arabo al greco del famigerato testo ‘maledetto’ Al azif, attribuito ad un poeta definito ‘pazzo’, tal Abdul al Azreq. Per paragone, riporto di seguito alcuni passaggi tratti da questa traduzione, nella quale potrete certamente scorgere alcune interessanti similitudini.

“Cercate di capire che tutte le scienze e la sapienza di questo mondo non potranno mai darvi una comprensione neanche lontana di quello che è in realtà il mondo: ed è un bene per le nostre piccole menti che sia così perché solo in questo modo riuscirete a cullarvi in un guscio di illusoria sicurezza. […] In realtà la vera natura del mondo non è la bella architettura ordinata di sfere rotanti che i vostri filosofi immaginano ma una distesa sterminata di spazio ‘caotico e fluttuante’ che si agita e si contorce come le onde e le correnti di un mare in tempesta. Ed in questi spazi, al di fuori della piccola logica umana, sono gli spazi stessi che hanno vita e danno forma a vortici e condensazioni e grumi di qualcosa che non è facile definire – e forse è bene che sia così – ma che si intuisce essere sempre al limite della manifestazione ai nostri miseri sensi umani. […] Sono questi quelli che i pochi che ne conoscono l’esistenza e non sono definitivamente impazziti chiamano gli Altri Dei che vivono negli spazi esterni e non amano essere disturbati da preghiere o richieste o anche soltanto pensieri troppo insistenti. Sono questi quelli a cui alludono alcuni antichi sapienti quando dicono, in modo altrimenti incomprensibile parlando di un demone, che «il suo nome è legione»: ora infatti è terribilmente chiaro perché. Sono questi ancora quelli che le nostre piccole menti si ostinano a considerare maligni e diabolici mentre in realtà sono soltanto totalmente al di fuori della mente umana tanto da rappresentare realmente per noi l’ultima perfezione del terrore senza nome. Sappiate però che il terrore che ci ispirano non deriva tanto da una loro reale natura maligna secondo le nostre valutazioni ma dalla nostra coscienza del caos cosmico più completo, profondo e senza speranza di cui sono la manifestazione ed in cui il nostro piccolo mondo ordinato viene sballottato senza fine.”

Il testo, procede con la descrizione delle sensazioni del protagonista, e successivamente con gli incontri con questi esseri.

“Già di fronte ai più vicini e più piccoli la mente umana che osa osservarli si ritrova in preda al terrore più folle perché si rende conto di essere a sua volta oggetto di mostruosa osservazione e attenzione da parte del Caos cosciente con sensi che vanno al di là della comprensione umana. Alcuni dei minori di questi vortici penetrano spesso anche all’interno del nostro cosmo ordinato ed allora noi li conosciamo, tra l’altro, sotto forma di quelli che i sapienti latini chiamano spiriti degli elementi e si illudono di conoscerne la natura e di sapere come evocare e dominare: se soltanto sapessero di quale sterminato e mostruoso esercito essi sono le pressoché inoffensive avanguardie non vorrebbero avere più nulla a che fare con loro e se ne terrebbero accuratamente alla larga. Ma anche in altri modi essi compaiono in mezzo a noi perché ricordatevi che la loro natura non è altro che spazio raggrumato e dotato di una qualche mente diffusa: possono quindi entrare in tutto e attraversare tutto senza trovare ostacoli e impedimenti. Ogni cosa può essere abitata e animata da queste avanguardie degli Altri Dei […] Ed anche questo era stato visto da qualche antico sapiente che aveva parlato dell’inferno e dei demoni che lo abitano ed aveva detto che, man mano che si sale nella gerarchia diabolica, si trovano esseri sempre più idioti e sempre più disprezzati dagli stessi demoni loro sottoposti: i valori del Male e del Caos sono l’inversione di quelli del Bene e del Cosmo. Anche qui però il sapiente aveva visto appena uno spiraglio della vera realtà ultima perché questi esseri non sono Limitati in un inferno qualunque ma abitano tutto lo spazio – sono anzi tutto Io spazio- dilatato oltretutto in misura inconcepibile rispetto al nostro piccolo e ridicolo cosmo di cui andiamo tanto orgogliosi e perché, ancora, questi esseri in realtà non sono cattivi secondo le grette regole che Arabi e Cristiani si sono inventate credendo di codificare il Bene ed il Male: sono invece il Male più completo in quanto capaci per loro stessa natura di dare l’angoscia più abissale e definitiva semplicemente perché sono il Caos cosmico sempre sul punto di irrompere in mezzo a noi per travolgere completamente e definitivamente ogni nostro fondamento e certezza e trascinarci in spazi che per nostra fortuna non riusciamo neanche lontanamente ad immaginare.”

La Cosmologia e la Cosmogonia presenti nell’Al azif, è senz’altro l’anticamera delle moderne esperienze di abduction aliena, le quali descrivono appunto la presenza tangibile di ‘esseri’, spesso definiti immondi, orribili e dall’odore nauseabondo che vivrebbero al di là di quello che sembra essere il ‘velo’ illusorio che descrive i confini della nostra ‘realtà’. Determinare che queste testimonianze siano fasulle o reali, non è compito di questo lavoro, ma procedere con curiosità diventa imperante in quanto la somiglianza nei dettagli descritti dalle moderne esperienze rispecchiano sotto molti aspetti molti racconti gnostici del passato. Nel prosieguo di un dialogo con il volontario “Barbara”, a proposito di quanto letto emerge un discorso interessante.

-Loro, dice Barbara in ipercomunicazione, i predatori, si comportano come in un gioco. Immagina una scacchiera, dove le pedine sono ferme perché è come se fossero “morte”. Chiunque tenti di muoversi, viene visto immediatamente … così, deve fare uno sforzo per spostarsi. Deve cambiare posizione.

-Cosa intendi per “cambiare posizione”? Deve spostarsi nell’asse della Coscienza? le domando, riferendomi a una delle asserzioni di Corrado Malanga in un suo studio teorico.
-Deve evolvere. La questione in ballo è solo la liberazione dell’Uomo.

-Queste entità quindi cercano di impedircelo?
-E’ così.

-Quindi, se non ho capito male, chi non interagisce con una forza o con quell’altra, perciò rimane neutrale, cosa succede?
-Succede che vive tranquillo, in pace, sereno… con l’unica differenza che lo fa in eterno. Per come siete abituati a calcolare voi il tempo, colui che non interagisce torna qui e vive per miliardi di vite le medesime condizioni. Non evolve. Tornando all’esempio del nostro gioco sulla scacchiera, significa che è una pedina “morta”. O come dicevano i vostri antichi, “dorme”.

-Mentre invece chi decide di interagire?
-Viene visto.

-Quindi? Chi ha deciso di non rimanere più in questo gioco, viene visto e perseguitato?
-Si, è così. Quindi deve spostarsi per non venire ‘preso’.

-Come può dunque una persona che ha deciso di evolvere, quindi di “muoversi” sulla scacchiera di questo gioco, sapere che sta affrontando la strada giusta per la sua liberazione?
-Deve fare.

-Deve fare? Puoi essere più specifica? Che significa che “deve fare”? Cosa deve fare?
-Deve semplicemente lasciarsi andare, andando oltre le apparenze, poiché queste “apparenze” sono solamente un costrutto di questi “predatori”. Vedi oltre. Vai oltre a tutto questo, e se ti riesce, vai oltre persino te stesso.

La conversazione che avete appena letto è il risultato di più di una sessione, durante le quali abbiamo sempre eseguito la medesima tecnica: l’applicazione di suoni specifici senza l’uso dell’ipnosi. Ora, lungi da me dal dare pieno credito a quanto riportato da questa fonte, sia chiaro questo, poiché è di fatto impossibile determinare la credibilità di questo tipo di ipercomunicazioni, così come troppo spesso viene fatto in certe sessioni durante le quali alcuni individui asseriscono di “canalizzare” entità, alieni e chi più ne ha più ne metta, pronti a dispensare messaggi salvifici a tutti gli astanti presenti; ciò che però sono più interessato sono i dettagli, e le domande che mi sono posto per dare ulteriore slancio a questo studio sono le seguenti:

Può un libro, un testo o una qualsiasi fonte del passato, venire odiernamente riproposta in queste ipercomunicazioni, confermando quindi al 99% l’esistenza di quella che Carl G. Jung definiva “inconscio collettivo”? Può l’esperienza chiamata “abduction”, così come molte altre, essere il frutto di una o più informazioni già presenti nell’inconscio collettivo, e che loro, gli “addotti”, attraverso una sintesi più abbondante di questa molecola, la DMT, diventano abili in qualche modo di ‘captarle’ e ‘condividerle’ con gli altri?

Se immaginassimo per un solo istante l’inconscio collettivo come l’estensione di una immensa rete di computer collegati tra di loro, i quali, sappiamo, sono in grado non solo di condividere l’intera informazione ma di modificarla, alterarla ed ampliarla, proprio come accade quotidianamente con i documenti condivisi sulla rete, mutandone quindi certi aspetti e parametri che prendono corpo in certe esperienze collettive, tra cui quelle definite “abduction”. E poi ancora:

Sono le persone che vivono queste esperienze, spesso traumatiche, delle “radio rice/trasmittenti”?, sensibili a l’emissione, più o meno volontaria, di certe onde elettromagnetiche presenti intorno a noi, per mezzo di una risonanza con questa molecola?

Sono tutte domande alle quali non è facile dare delle risposte, mi sembra ovvio, ma non sono nemmeno scartabili a priori. In proposito a quanto poc’anzi riferito, vorrei portare all’attenzione un Gioco di Ruolo edito nel 1991 chiamato Kult: Oltre il velo[*], degli autori svedesi Gunilla Jonsson e Michael Petersén, la cui trama prende ampliamente spunto dallo gnosticismo:

“La Realtà, così come la conosciamo, è una menzogna. Un’illusione creata per tenere l’umanità ignorante e prevenire il suo Risveglio. Oltre questa facciata, qualcosa di più vasto e oscuro attende la Vera Realtà, dove il Paradiso e l’Inferno lottano per rimpiazzare un dio oramai scomparso che potrebbe anche essere morto. Gli umani vengono tratti in questo scontro mentre l’illusione si infrange, indebolita dal Tempo e dalla fede perduta. Sempre più persone ottengono la capacità di vedere oltre l’illusione e cominciano a non credere più alle vecchie verità. Le leggi della natura si dimostrano più deboli di quel che credevamo una volta. La magia è una realtà. E nulla è davvero ciò che sembra. Kult è un universo contemporaneo fittizio, ambientato nel mondo di grandi, oscure città industriali. E’ un mondo dove la perversione degli uomini ha a che fare con gli orrori provenienti dall’altra parte di una vera, invisibile realtà. Sotto la superficie, passioni primitive ancora tenute a freno dalla moralità di civiltà passate, crescono e festeggiano fino ad erompere in malata perversione. Gli insegnamenti occulti possono essere utilizzati per creare varchi su mondi differenti, e trarre potere da ciò che è sconosciuto. Ma solo pochi (se ce ne sono) tra gli umani sanno davvero qualcosa sul potere che richiamano. Presto o tardi, verranno tutti consumati da demoni che non potranno controllare…”

In Svezia, Kult, è saltato agli onori della cronaca svariate volte, e nel 1997 il cuore delle regole principali del gioco fu motivo di una mozione al Parlamento svedese, la quale faceva riferimento ad un omicidio avvenuto i una piccola citta nel sud della Svezia chiamata Bjuv, dove un quindicenne fu ucciso da due bambini i quali, secondo la mozione legale, dichiararono di aver agito sotto l’influsso del gioco. Ma non fu l’unico caso. Un ragazzo di 16 anni si suicidò con un fucile nel novembre del 1996.

CONSIDERAZIONI FINALI
Al di là della trama che avete appena letto, molto suggestiva ed attuale a dire il vero, occorrerebbe davvero domandarsi se la divulgazione di certe informazioni, avvenute negli ultimi anni, non sia stata davvero il frutto di una propaganda iniziata una trentina d’anni fa, voluta da qualcuno, la quale abbia generato a sua volta una linea di pensiero volta a destabilizzare completamente quelle che consideriamo le nostre piccole certezze quotidiane. Certo nessuno può arrogarsi il diritto di affermare che queste entità o questi “alieni a noi” non esistano nella forma in cui vengono proposti nelle testimonianze, e tanto meno che quelli che noi abbiamo sempre definito come demoni non siano altro che questi ‘alieni’. Io stesso sono incline a pensare che vi sia davvero una sorta di “mente” atavica la quale da secoli, se non addirittura millenni, manovri le sue “armate” per i suoi propri scopi, ma per rimanere su reami della comprensione più umani, ho bisogno necessariamente di “RIFIUTARMI DI CREDERE”. Penso quindi che sia il caso di fermarsi un attimo a ragionare bene, con le nostre meningi razionali ben salde, sulle reali motivazioni per le quali avvengano questi fenomeni e per quale ragione proprio in questo periodo si manifestino con tale veemenza. Propongo quindi che vengano eseguiti degli studi più accurati del fenomeno ‘abduction’, evitando di prendere in considerazione solamente la via della “psichiatria”. Svegliatevi, queste persone sono tutt’altro che pazze! Ma occorrerebbe comprendere maggiormente quali caratteristiche possieda il loro sistema endocrino. Ritengo che la partita si giochi tutta entro quei reami. Infatti, nel 1980, alcuni studi misero in evidenza il fatto che il cervello dei cosiddetti “seguaci del misticismo”, aveva la capacità di secernere neurotrasmettitori come la Pinolina e la DMT ventiquattro ore al giorno, rispetto all’uomo comune. Cosa siano ‘realtà’ e ‘realtà parallele’ credo sia ancora presto per determinarlo, dobbiamo costruire una scala di valori con i quali confrontarci. Sappiamo solo una cosa in merito, che a mio avviso, non può venire scartata a priori: nel passato, certe informazioni sono state divulgate e condivise a un pubblico sempre più vasto, e con l’avvento della rete internet queste informazioni sono state maggiormente diffuse e col tempo alterate, modificate e per certi aspetti si sono ‘evolute’, così come di pari passo si sono evolute le descrizioni di certi ‘alieni’ e di certi ambienti ‘alieni’. Possiamo escludere dunque la possibilità che il mondo ‘parallelo’ che descriviamo in determinati stati di coscienza, non sia altro che una manifestazione delle nostre angosce e paure? Possiamo escludere la possibilità di essere noi stessi i creatori di queste creature, le quali a loro volta, una volta divenute auto-coscienti cercano di passare da questa parte usandoci come portali, invitando le persone con le quali entrano in contatto a credere totalmente in loro? E’ plausibile pensare che queste ‘entità’ incorporee vogliano sfruttarci per ‘passare’ da questa parte? Speculazioni a parte, credo vi sia un grave pericolo nell’aria e che si dovrebbe stare maggiormente attenti a dare credito a ciò che si sperimenta, poiché in questo modo si potrebbe concedere vita a qualcosa che una vita propria non ce l’ha, ma che vive e si nutre delle nostre angosce e delle nostre peggiori paure.
Spero non me ne voglia il caro amico Malanga, rispetto il suo lavoro, davvero. I risultati che ha ottenuto nelle sue sperimentazioni sono interessanti e varrebbe la pena di approfondirli, ma credo che vadano affrontate tutte le possibilità poiché in questi temi non possiamo permetterci il lusso di escludere niente a priori. Ogni mossa futura, abbandonata a se stessa e allo psichismo più gretto nel quale è evidente stiamo cadendo, potrebbe essere nient’altro che un altro tentativo di creare una nuova mentalità medioevale, la quale potrebbe richiedere nuovamente l’intervento di un’altra inquisizione.


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SIOANI: GLI ARCHIVI PERDUTI DELL'ESERCITO BRASILIANO

Articolo di Pablo Villarrubia Mauso

Decine di resoconti evidenziano l’insolita attività UFO nel Paese sudamericano. Esseri dalla strana morfologia che supplicano un po’ d’acqua agli attoniti testimoni; umanoidi che sparano e paralizzano un gruppo di contadini; dozzine di avvistamenti di oggetti volanti a forma di cappello, che provocano interruzioni della fornitura elettrica... Questi e molti altri furono i casi UFO investigati da un gruppo di militari dell’Aviazione brasiliana, tra la fine degli anni ’60 e il 1972.
Ora, questi X Files sono stati trovati da un ufologo... Alba del 26 Settembre del 1968, ore 4.30 circa, ospedale di Lins (stato di San Paolo, Brasile). L’infermiera Maria José Cintra si era appena alzata e stava preparando la colazione. All’improvviso udì un rumore molto strano proveniente dall’esterno, simile a una frenata di automobile. Alzando la persiana della sua abitazione, vide una donna in piedi, estatica. Maria le chiese: «Vuole entrare? Aspetti un momento, che le apro la porta...». L’infermiera si mise il camice bianco da lavoro e uscì per raggiungere la sconosciuta. Di nuovo cercò di appurare se desiderasse entrare in ospedale, ma costei si limitò a pronunciare alcune parole incomprensibili.
Allora, l’infermiera si convinse che quella donna di poco più di 1.60 m di altezza, non era normale: indossava un mantello azzurro chiaro, brillante, con le maniche larghe, come fosse una tunica. In vita aveva un cinturone color
piombo e in testa portava una specie di cuffia simile a quelle dei nuotatori.

Un extraterrestre in ospedale
In quel momento, davanti allo sguardo attonito di Maria Cintra, la donna stese un braccio e mostrò una sorta di recipiente molto bello, di circa 20 cm, brillante e battuto. L’infermiera interpretò la cosa come se le stesse chiedendo dell’acqua.
Allora, entrambe camminarono fino a un rubinetto situato nel corridoio dell’ospedale, a una distanza di 30 m. Lì si fermarono e la sconosciuta si fissò su certi veicoli che si trovavano lì parcheggiati, quello dell’amministratore e del medico di guardia. Nel mentre, l’infermiera riempì d’acqua il curioso recipiente e lo porse alla visitatrice, la cui risposta fu: «Embaura, embaura». Maria interpretò quelle parole come una dimostrazione di gratitudine e accompagnò la donna all’uscita dell’ospedale. Però, invece di passare per il marciapiede, attraversò il giardino.
Fu in quel momento che Maria Cintra vide una luce intensa, di grandi dimensioni e a forma di pera, che fluttuava a circa un metro dal suolo. Stupefatta, la donna vide che dalla parte inferiore dell’oggetto usciva una mano che afferrò la strana visitatrice, la quale salì fino all’interno del veicolo non identificato. Maria Cintra cominciò a gridare e corse per nascondersi nella sua abitazione. Più tardi raccontò l’accaduto all’amministratore e sua moglie.

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Maria Cintra

All’alba osservò, in compagnia di altri impiegati dell’ospedale, le orme dei suoi zoccoli impresse nel pavimento cerato del corridoio, insieme ad altre di diversa forma, con la punta fina, però senza tallone. In teoria, questo caso avrebbe potuto spiegarsi come frutto di una semplice allucinazione, se non fosse stato per l’investigazione portata avanti da quattro militari dell’Aviazione Militare brasiliana, i quali scoprirono alcune piste sconcertanti.
Giorni dopo l’accaduto, apparvero in ospedale il maggiore Gilberto Zani de Melo, il sottufficiale Aragão, il tenente Carvalho del IV COMAR (Comando Aereo Regionale di São Paulo) e il sergente Horst della base aerea della Forza Aerea Brasiliana (FAB), nella vicina città di Bauru.
Proprio come un vero X File, i militari interrogarono di persona i testimoni e ispezionarono in situ il luogo della strana apparizione. Accompagnati dall’amministratore dell’ospedale, Job Silva, interrogarono il medico di guardia e altri lavoratori che, nella notte prima dell’apparizione della strana donna, osservarono in cielo una bolla di luce che fece diversi movimenti nel corso di vari minuti. Un paziente, Leonzio Nunes Viana, di 44 anni, che occupava il letto n. 59, raccontò che per la notte si sedette sul bordo del letto e, pietrificato, vide una specie di fuoco giallo che illuminava la finestra e parte della sua abitazione. L’oggetto, situato a circa 150 m di distanza e a un metro e mezzo dal suolo, lanciava bagliori colorati. Avvicinandosi alla finestra, poté vedere perfettamente che l’UFO era rotondo e presentava, nella parte superiore, una cupola trasparente.
Al suo fianco tre esseri vestiti con una specie di tuta bianca si muovevano al suolo. Dopo alcuni minuti, la luce si “spense” definitivamente.

I militari investigano
I quattro militari si avvicinarono anche al luogo dove Maria Cintra aveva osservato la “pera volante”, accorgendosi che parte dell’erba era bruciata. A lato spiccava una depressione del suolo di circa due metri di diametro e una profondità di 15-20 cm. Gli ufficiali dell’Aviazione brasiliana (FAB) scattarono un buon numero di foto del luogo e prelevarono campioni di terra, che inviarono all’Istituto Tecnologico di Sao José dos Campos per l’analisi. Con il passare del tempo, fu chiaro che nessun vegetale fosse tornato a crescere in quell’orma impressa sul terreno. Nell’anno in cui l’uomo andava sulla Luna per la prima volta nella storia, nel 1969, alti comandi della FAB creavano nella città di San Paolo il primo organo ufficiale dedicato all’investigazione sul fenomeno UFO.
Nasceva così il Sistema de Investigação de Objetos Aéreos Não Identificados (SIOANI, Sistema di Investigazione di Oggetti Volanti Non Identificati), comandato dall’allora maggiore dell’Aeronautica José Vaz de Silva. Erano in realtà due uomini che di fatto comandavano e coordinavano le investigazioni di campo per tutto il territorio brasiliano: il maggiore Gilberto Zani de Melo e il tenente João Edney Carvalho Ribeiro, che mostravano un interesse personale per l’enigma degli oggetti non identificati, anche prima di formare parte del SIOANI. Il caso di Maria Cintra, che finiamo di esporre, fu uno di quelli che motivarono la creazione del gruppo di investigazione militare.

Il bollettino del SIOANI
Nel Marzo del 1969, il SIOANI pubblicò il suo primo bollettino informativo, di 22 pagine, contenente le linee principali dell’organizzazione. In sostanza, definiva il proprio lavoro come «un insieme di risorse personali e materiali, destinato all’inchiesta e all’investigazione scientifica del fenomeno degli oggetti volanti non identificati». Emergeva che la maggior parte dei casi – di un’ondata che vi fu nel 1968 – aveva luogo nello stato di San Paolo e nelle località desertiche e in generale i testimoni erano umili lavoratori.
L’autore del testo introduttivo accusava la stampa di “sensazionalismo” nell’affrontare gli avvistamenti UFO, gli ufologi civili che criticavano la FAB e le autorità statunitensi di occultare l’opinione pubblica le sue investigazioni nel campo degli oggetti non identificati. Ciò nonostante, i membri del SIOANI usufruivano anche delle notizie della stampa, per cominciare le indagini. I direttori del SIOANI mostravano di voler “reclutare” volontari, principalmente tra diversi enti di studio, affinché collaborassero con i militari nella compilazione dei casi. Il linguaggio impiegato nel bollettino era tipico dei comandanti della dittatura militare che governava il Brasile in quegli anni grigi e di estrema repressione. I militari pretendevano che la gioventù si entusiasmasse per l’astronomia e i viaggi nello spazio, sempre con il consueto “ordine e disciplina”. Curiosamente, il SIOANI lasciava aperta una porta per la divulgazione delle sue investigazioni, questo sì, nei mezzi di comunicazione selezionati dai militari: «È interesse del sistema che il pubblico sia costantemente ben informato». Nonostante «qualunque intromissione indebita nell’area di lavoro del SIOANI o nelle sue vicinanze o la deformazione delle notizie saranno energicamente represse e i suoi autori incolpati». In nessuna delle pagine di questo primo bollettino si menziona il nome dei membri del SIOANI e nessuno ha firmato il regolamento. Nel 1972, senza una ragione apparente, l’organizzazione cessò le sue attività e da allora niente più si seppe delle sue investigazioni, né delle notizie redatte sopra le stesse.

Il tesoro dell’ufologia brasiliana
L’ufologo brasiliano Edson Boaventura, del Grupo de Investigaçôes de Guarujá (GUG – http://www.gug.com.br), ha trascorso più di dieci anni seguendo la pista dei rapporti militari sugli UFO dell’Esercito Brasiliano. La sua continua ricerca ebbe i suoi frutti nel 1997, quando il maggiore Gilberto Zani de Melo gli fornì la pista chiave per localizzare gli espedienti del SIOANI. Questa informazione lo condusse fino a una città all’interno dello stato di San Paolo e a un militare dell’Aeronautica. «Finalmente, trovai le cassette con buona parte del materiale. Erano buttate in un angolo di una base militare. Non le avevano gettate nella spazzatura grazie allo zelo di un ufficiale che conosceva il valore dei documenti. Al manifestare il mio interesse nel riscattare dall’oblio quei rapporti, non ebbe remore a cedermeli» mi raccontò Boaventura nella sua casa, situata in un quartiere periferico di San Paolo. In questa dimora si trova il più grande tesoro dell’ufologia brasiliana. In scatole di cartone si ammucchiano documenti che testimoniano di un’epoca gloriosa dell’ufologia mondiale, quando gli UFO apparivano in massa nei cieli di mezzo mondo. In totale sono 1.310 pagine, 28 schizzi o bozzetti a colori, 64 fotografie e vari monografici. I documenti mostrano che molti dei casi furono investigati fino alle loro ultime conseguenze dai militari, che lasciarono per iscritto lo sconcerto che provocava qualcuno degli incidenti. «Il lavoro di localizzazione dei fascicoli occupò vari anni, più tardi altri ufologi avevano tentato di cercarli nel Ministero dell’Aeronautica, a Brasilia e in altri siti del Paese, purtroppo invano. Riuscii a recuperare il 66% del materiale originale, ma il resto si trova in qualche posto sconosciuto», mi raccontava Edson, mentre maneggiava alcuni fogli ingialliti. «Secondo quanto mi raccontò lo stesso Mayor Zani de Melo, ormai defunto – continuava l’ufologo – il nuovo comandante dell’Aeronautica che sostituì José Vaz da Silva non provava molta simpatia per la faccenda. Per fortuna, Da Silva sollecitò un amico militare affinché si portasse tutto il materiale a casa per conservarlo». Boaventura mantenne la sua promessa e realizzò copie di tutti i documenti, che cedette all’Archivio Nazionale di Brasilia e alla Commissione Brasiliana di Ufologia.

La Roswell brasiliana
Qualche anno fa ho potuto parlare con la vedova di Zani de Melo, che mi confessò che suo marito inviava tutti i documenti del SIOANI alla NASA, già tradotti in inglese. In apparenza, esisteva un accordo tra la Forza Aerea Brasiliana (FAB) e le autorità degli Stati Uniti, sicché non è strano che tutte le informazioni si trovino in qualche archivio segreto del Paese più potente della Terra.
Attualmente, Boaventura sta scrivendo un libro sul SIOANI e ha anche investigato di nuovo personalmente alcuni dei casi riportati nei files militari.
Quando Edson Boaventura cominciò a estrarre dalla scatola alcune delle cartelle del SIOANI, mi assalì un’emozione difficile da descrivere, perché ero uno dei primi investigatori a tenere tra le mie mani questi storici documenti.
In uno dei rapporti di Dicembre del 1968 si legge che numerosi testimoni della città di Varginha (Stato di Minas Gerais) videro un oggetto argentato di forma ovale, che sorvolava la località, giungendo a fermarsi sopra alcuni quartieri. A Villa Mendes, per esempio, fluttuò sopra la casa di un vecchio che perse il senno quando udì un rumore scrosciante.
Successivamente, l’oggetto si diresse fino alla città di Três Coraçôes e rimase fermo sopra la Scuola di Sergenti d’Armi, appartenente all’Esercito di Terra, da dove lo osservarono vari militari. La cosa strana è che fu proprio a Varginha che, nel Gennaio del 1996, furono avvistati vari UFO e strane creature, alcune delle quali sarebbero state catturate, finendo nelle mani dei militari brasiliani.
Questo incidente, conosciuto dai media ufologici come la Roswell brasiliana, ottenne nei mesi l’interesse dei più importanti mezzi di comunicazione del Paese carioca.
Curiosamente, la Scuola di Sergenti era stata il luogo in cui erano rimasti i corpi dei presunti extraterrestri, prima di essere trasportati a Campinas e da qui agli Stati Uniti.


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INTERVISTA AL FISICO AUGUSTE MESSEN SU UFO E ALIENI

Fonte: http://ufoedintorni.altervista.org/blog/intervista-al-fisico-auguste-meessen-su-ufo-ed-extraterrestri/

Il professor Auguste Meessen, dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) è nato nel 1932 nei pressi della frontiera belgo-tedesca. Ha studiato fisica alla UCL (Université Catholique de Louvain) e dopo il suo dottorato, ha trascorso due anni come “Socio di Ricerca” al MIT, USA.
Nel 1962, è stato assunto alla UCL, dove divenne professore ordinario. Ha insegnato la meccanica quantistica, la fisica teorica e matematica, la fisica dello stato solido e la didattica della fisica. Ha effettuato una serie di incarichi di insegnamento all’estero ed è diventato emerito nel 1996. Egli è particolarmente interessato alle questioni riguardanti i fondamenti della fisica (come la quantificazione dello spazio-tempo) e si preoccupa di problemi sociali che implicano la responsabilità degli scienziati (come la corsa agli armamenti). Dal 1972, è stato anche coinvolto nella ricerca di una soluzione razionale al problema degli UFO, partendo dai fatti osservati e dalle leggi fisiche conosciute.

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Il professor Auguste Meessen, dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) è nato nel 1932 nei pressi della frontiera belgo-tedesca. Ha studiato fisica alla UCL (Université Catholique de Louvain) e dopo il suo dottorato, ha trascorso due anni come “Socio di Ricerca” al MIT, USA.

Nel 1962, è stato assunto alla UCL, dove divenne professore ordinario. Ha insegnato la meccanica quantistica, la fisica teorica e matematica, la fisica dello stato solido e la didattica della fisica. Ha effettuato una serie di incarichi di insegnamento all’estero ed è diventato emerito nel 1996. Egli è particolarmente interessato alle questioni riguardanti i fondamenti della fisica (come la quantificazione dello spazio-tempo) e si preoccupa di problemi sociali che implicano la responsabilità degli scienziati (come la corsa agli armamenti). Dal 1972, è stato anche coinvolto nella ricerca di una soluzione razionale al problema degli UFO, partendo dai fatti osservati e dalle leggi fisiche conosciute.

Il professor Auguste Meessen è stato intervistato nel mese di novembre 2012 dal signor Joël Duquesnoy, Presidente del Gruppo di Studi e di Ricerche Ufologiche. Riportiamo qui alcuni stralci (intervista integrale qui). Va notato che il signor Auguste Meessen ha ugualmente pubblicato sul suo sito web (meessen.net) il mese scorso un interessante contributo allo studio del fenomeno UFO, dal titolo “Riflessioni sul fenomeno UFO” (link) in cui “…Noi presentiamo e discutiamo quattro possibili interpretazioni del fenomeno UFO. Si tratta di ipotesi di lavoro, ma ognuna di queste opzioni porta a risposte diverse. Ci opponiamo ai punti di vista di coloro che credono che il fenomeno UFO sia illusorio, scientificamente inaccessibile o addirittura assurdo. Noi difendiamo per contro la possibilità di una ricerca scientifica normale, cercando di spiegare la propulsione degli UFO a partire dalle osservazioni e dalle leggi fisiche conosciute“.

Credete che un giorno conosceremo la verità sugli UFO?

“Sì, almeno per la maggior parte, poiché il fenomeno UFO è un problema scientifico abbastanza normale. Molte osservazioni indipendenti hanno chiaramente dimostrato che tutti gli UFO funzionano diversamente da tutte le macchine volanti che conosciamo. Si tratta di oggetti volanti non convenzionali“.

“Non riusciamo a comprendere nulla dal meccanismo di propulsione di questi mezzi, ma ciò non nega per nulla la loro esistenza o per supposizione che questo sia solo il risultato di idee sbagliate o di falsi. L’ipotesi che si tratti di una sorta di magia paranormale non è più adeguata“.

“Piuttosto cerchiamo di capire cosa sta succedendo, utilizzando i normali metodi scientifici. L’unico ‘rischio’ è quello di imparare qualcosa di nuovo. Normalmente, questo non spaventa gli scienziati. Al contrario, la loro professione è quella di essere curiosi e di cercare di comprendere“.

“Questo è ciò che ho cercato di fare fin dai primi articoli che ho pubblicato su questo tema, proponendo i concetti di base di una teoria fisica. In seguito ho sviluppato ciò e questa estate ho presentato a Mosca la mia teoria di una Propulsione EM Pulsata degli UFO al Simposio sui Progressi della Ricerca nell’Elettromagnetismo. Ho dimostrato che siamo in grado di sviluppare una elaborazione teorica rigorosa che renda conto dei numerosi fatti osservati. I miei tre articoli, approvati da chi dà referenze, sono disponibili online. Per ora, sto lavorando alla risoluzione di uno dei problemi risultanti. Infatti, le osservazioni di UFO, la loro analisi e i miei sviluppi teorici implicano che la superficie degli UFO è fatta di un materiale che è superconduttore a temperatura ordinaria. Cerco di scoprire di quale tipo di materiale possa trattarsi, partendo dalle leggi fisiche conosciute. I risultati sembrano essere confermati da alcune osservazioni, ma ciò che è importante per ora è che si possa procedere in modo rigorosamente scientifico. Inoltre, vi è un problema molto interessante, sia dal punto di vista delle scienze fondamentali, sia dal punto di viste delle scienze applicate. Contrariamente alle conclusioni della Commissione Condon, istituita dalla US Air Force, si dimostra che gli studi scientifici approfonditi e oggettivi del fenomeno UFO sono giustificati con l’aspettativa che le scienze andranno ad avanzare. Tuttavia, ci dovrebbe essere uno che pone domande e uno che cerca di rispondere“.

“Non è neanche indispensabile chiedere dei finanziamenti. La mia fiducia è che alla fine non verrà squarciato il segreto sulla propulsione degli UFO solo in base ai risultati che ho ottenuto, ma anche, e soprattutto, sulla libertà della mente umana. Altri scienziati si porranno ugualmente, prima o poi, domande sulle modalità di propulsione degli UFO e degli effetti fisici che producono. In un modo o nell’altro, faranno uso dell’arsenale di mezzi teorici che sono a nostra disposizione, aggiungendo se possibile, dei mezzi più potenti di osservazione. Indipendentemente da dove e da chi sarà fatto, si cercherà di comprendere la propulsione degli UFO“.

“Un’impresa di questo genere inizia sempre con qualche piccolo seme, piantato da qualche parte. Dobbiamo dare loro il tempo di germogliare e quando il terreno sarà favorevole, essi cresceranno da soli. Questa è la dinamica del pensiero umano“.

Pensate che l’origine degli UFO rilevi una ipotesi extraterrestre o abbia una spiegazione umana?

“L’ipotesi ET non è stata ancora provata, ma è una buona ‘ipotesi di lavoro’. In effetti, essa è plausibile e fornisce degli sviluppi scientifici. Gli scettici occultano alcuni dati affinché ciò resti coerente con le proprie credenze o convinzioni personali. Altri personaggi selezionano osservazioni particolarmente strane e le associano a dei fatti allegati di tipo paranormale o ad altre idee incontrollabili. Per una discussione più dettagliata delle differenti ipotesi o opzioni possibili in ufologia, mi riferisco ad un testo che ho scritto nei primi mesi del 2012. L’ho redatto, perché attualmente c’è un rischio non trascurabile che il fenomeno UFO venga considerato ridicolo, vale a dire illogico o quanto meno inaccessibile alla ragione. Non sono d’accordo. Un approccio scientifico normale è a tutti gli effetti possibile. Tuttavia, si richiede di sottoporre ciò a dei vincoli che guidano il pensiero e permettano due tipi di controlli. Da un lato, è necessario che le argomentazioni siano corrette, e quale sia la migliore verificabile utilizzando degli strumenti matematici. Dall’altro lato, è necessario che ciò che viene proposto sia verificabile, almeno in linea di principio, poiché è unicamente il confronto con la realtà che permette di sapere se una teoria è vera oppure falsa“.

“Tuttavia, l’ipotesi di un origine ET degli UFO è verificabile in modo indiretto, risolvendo il problema della propulsione di questi mezzi. Questa sarà la coerenza logica della costruzione teorica proposta e la sua conferma proverrà da osservazioni esistenti e nuove che saranno decisive. Invece di essere scettico, rassegnato o avventurosamente speculativo, è importante spiegare come questi mezzi siano in grado di volare senza ali per il loro sostentamento e senza eliche o motori a reazione per la propulsione. Inoltre, si sono osservati tutta una serie di effetti fisici molto notevoli e sorprendenti. Possono essere spiegati abbandonando l’ipotesi che le nostre attuali tecnologie sono le uniche possibili? E’ quello che si suppone quando ci si rifiuta di accettare l’ipotesi extraterrestre“.

Esiste, secondo voi, una censura delle autorità?

“Sì, non ho dubbi su questo. Per giustificare questa presa di posizione, devo ricordare che è l’incidente di Roswell che ha costretto alcune autorità nel prendere decisioni immediate. La politica della US Air Force e dei Servizi segreti americani in materia di UFO fu quindi arrestata nel 1947. Tuttavia, essi vennero fuori dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale gli Americani riuscirono a costruire in segreto la ‘bomba atomica’. Ciò consentì di effettuare una dimostrazione sorprendente della loro superiorità tecnica e forzare la capitolazione del Giappone. La realtà è comunque più complessa ed è di utilità conoscerla . Un intervento congiunto degli Stati Uniti e dell’URSS in Giappone era stata considerata già nel novembre 1943, alla conferenza di Teheran. Questi progetti furono concretizzati nel corso dei mesi successivi, ma il Comitato dei capi di stato maggiore americano rivide i suoi piani nel novembre del 1944, perché volevano evitare che un intervento dei Russi nella guerra del Pacifico potesse dare loro troppi benefici per il dopoguerra. Il 25 maggio 1945, MacArthur ed i suoi colleghi decisero che l’invasione del Giappone venisse attuato il giorno 1 novembre 1945“.

“Nel mese di luglio, ci furono dei segnali che il Giappone era pronto ad arrendersi per evitare che l’invasione diventasse inevitabile. Inoltre, gli scienziati che avevano lavorato alla realizzazione dell’arma nucleare avevano paura sul fatto che i Tedeschi potevano costruirla e utilizzarla. Sapevano bene che la fissione nucleare era stata scoperta in Germania. Sapevano anche delle capacità scientifiche e tecniche dei Tedeschi. Inoltre, sapevano che i nazisti non si sarebbero fermati davanti a nulla“.

“Tuttavia, la Germania capitolò l’8 maggio 1945. Importanti scienziati, sapendo che avevano praticamente completato la produzione di tre bombe atomiche, si erano ora preoccupati per il loro uso da parte degli Stati Uniti contro il Giappone. Un gruppo di questi scienziati, premi Nobel, scrisse un rapporto dettagliato per avvertire il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, e quindi il nuovo presidente Harry Truman, dei pericoli che l’uso di questa arma potesse comportare. Questo scatenò inevitabilmente una ‘corsa agli armamenti’, come lo sviluppo della tecnologia militare che entrò in una nuova fase, modificando le relazioni internazionali in modo drammatico“.

“Essi proposero di effettuare una dimostrazione in un deserto davanti ai capi di Stato e militari di diversi paesi, tra cui il Giappone e l’Unione Sovietica, per dire loro: “Vedete che tipo di armi noi abbiamo, ma che non abbiamo mai utilizzato. Siamo disposti a rinunciare al loro utilizzo futuro se altre nazioni si unissero a noi in questa opera di rifiuto e accettassero l’organizzazione di un efficace controllo“. Questa relazione fu depositata l’11 giugno 1945, ma il generale Leslie Groves, che aveva curato lo sviluppo di quest’arma, impedì che fosse data al presidente Harry Truman, in carica dal 12 aprile 1945. Il giorno 16 luglio 1945, il primo test nucleare ebbe luogo a Alamogordo. Il 6 e il 9 agosto 1945, due bombe distrussero Hiroshima e Nagasaki, ma era già in progetto un’azione contro l’URSS. E’ ben noto che ciò scatenò una corsa sfrenata agli armamenti e a una proliferazione delle armi nucleari che, a tutt’oggi, non è ancora sotto controllo“.

“Si cercò di giustificare la corsa agli armamenti, affermando che il rischio di una distruzione di massa potesse ostacolare l’uso di quest’arma. Tuttavia, abbiamo accumulato molte e molte armi di questo genere e che furono perfezionate, nonché i mezzi per implementare il tutto in modo più efficiente, cioè il più letale possibile. Siamo arrivati a costruire armi nucleari così potenti che potrebbero distruggere l’umanità almeno una dozzina di volte! Fu un’assurdità pretendere che questa politica avrebbe garantito la sicurezza. Nè l’arrivo di un incidente , nè quello al potere di un fanatico irragionevole non poteva essere scartato in questo modo. La risposta (Mutual Assured Destruction) dovrebbe essere quasi automatica. Così nessuno può avere la possibilità di porre in uso l’opzione del primo utilizzo, potenzialmente più vantaggioso“.

Come si è arrivati a giocare alla roulette, mettendo in gioco le sorti dell’umanità intera?

“Non è molto difficile da capire ed è molto istruttivo. C’erano due campi opposti. Ciascuno aveva paura dell’altro. I Servizi segreti sovrastimarono i mezzi dell’altro e decisero di aumentare il loro potenziale in proporzione al potenziale presunto dell’altro, per non rischiare di essere in inferiorità“.

“Nel caso simmetrico, il potenziale distruttivo aumenta in entrambi i lati nel corso del tempo come una funzione X(t), tale che il suo aumento annuale dX/dt = a.X(t), dove ‘a’ è una costante positiva. La soluzione di questa equazione è X(t) = X(0)exp(a). La logica della corsa agli armamenti avrebbe potuto condurre ad un aumento esponenziale, e che i fatti hanno confermato. Si è parlato di un ‘equilibrio del terrore’, ma fu un equilibrio instabile, con dei disturbi di rottura, contrariamente a quanto succede ad un equilibrio stabile. In realtà, è aumentato il pericolo invece di ridurlo. Einstein aveva già scritto nel 1932, quando la comunità internazionale iniziò ad armarsi che “...armare non significa prepararsi per la pace, ma per la guerra“. Nel 1950, disse alla televisione americana: “La convinzione che si possa raggiungere la sicurezza attraverso un armamento nazionale è nello stato attuale delle tecniche militari una illusione molto pericolosa“. Avremmo fatto meglio a seguire il suo consiglio“.

“La logica di un confronto implica delle decisioni intraprese in maniera miope. Questo arrivò ugualmente nel 1947, quando i Servizi segreti, alcuni militari e probabilmente alcuni politici americani presero la decisione di accaparrarsi lo studio del fenomeno UFO. Fu facile per loro comprendere che si trattava di una tecnologia altamente performante. Dal momento che ebbero l’opportunità di esaminare la carcassa di un UFO precipitato, volevano goderne senza condividerlo. Di conseguenza, iniziarono anche a disinformare il pubblico e lo continuano a fare, anche se gli UFO sono ‘democraticamente’ osservabili da chiunque“.

“Ammettendo che non potendo impedire intrusioni nel proprio spazio aereo fosse spiacevole in alcuni ambienti, la causa principale fu quella, decisiva, del desiderio di garantire un avanzamento tecnologico. Nel campo dell’URSS, ovviamente, si è proceduto allo stesso modo. Queste decisioni sono state radicalmente opposte al principio della libertà di ricerca scientifica, soprattutto per una questione che riguarda tutta l’umanità. Quando ci si renderà conto che la ‘legge del più forte”‘non è coerente con i diritti umani?“.

Pensate che sia interessante mettere in relazione i casi di contatti con le apparizioni religiose?

“Questa è la tesi sostenuta da Jacques Vallée, ma io non la condivido. Ho studiato questo problema in dettaglio e proposto una spiegazione naturale, basata su dei processi di percezione che intervengono quando si guarda una fonte luminosa molto intensa. Ho giustificato questa spiegazione, ma sto attualmente preparando un altro studio, affinché questo dibattito prenda impulso“.

“Ho verificato la validità delle spiegazioni che ho portato, e le ho confrontate con i documenti di base, descriventi le visioni e le testimonianze percepite e riferite. La questione è importante in differenti modi, perché è necessario per evitare una mera speculazione, indipendentemente dalla loro origine“.

I casi di “contatti” corrispondono a degli scenari da parte dei nostri visitatori?

“Non lo so. Tuttavia, credo che dobbiamo essere estremamente prudenti in questo senso, in quanto la soggettività dei presunti testimoni gioca un ruolo importante. Alcuni autori amplificano questi effetti per delle selezioni orientate e la loro propria tendenza a speculare o fantasticare. Cerco di stare adeguatamente informato, ma io preferisco basare la mia ricerca su fattori oggettivi, legati agli aspetti fisici del fenomeno. Essi possono essere confermati da delle osservazioni indipendenti ed essere oggetto a delle analisi scientifiche. In questa fase, non sono più gli umanoidi e i loro comportamenti più o meno bizzarri e neanche più le eventuali statistiche al riguardo che contano. E’ lo studio razionale e obiettivo degli stessi oggetti volanti, le loro capacità tecniche e gli effetti fisici che essi producono. In effetti, se riuscissimo a comprendere questo, la nostra concezione del fenomeno UFO sarà profondamente modificata. Dopo di che, potremmo essere in grado di affrontare altri problemi, ma senza mettere il carro davanti ai buoi“.

Pensate ad una illusione da “parte loro”?

“Lo penso certamente, ma non nel senso che Jacques Vallée attribuisce in questi termini. Egli presume che si tratti di entità che non appartengono al nostro Universo e che la loro intenzione è almeno, a volte, quella dell’inganno. Io penso che, fino a prova contraria, gli UFO sono da considerarsi come dei veicoli provenienti da altri pianeti del nostro Universo“.

“Questa ipotesi di lavoro implica che si tratti di manifestazioni di civiltà ET che vengono a visitarci. Lo fanno da tanto tempo, per osservare l’evoluzione di una civiltà nascente. Dobbiamo quindi aspettarci che lo facciano anche come esperienze psicosociologiche. Questo concetto sembra abbastanza logico per spiegare gli atteggiamenti apparentemente esploratori, ma inutilmente ridondanti, dei comportamento bizzarri e persino assurdi, senza dover ricorrere a ipotesi stravaganti, non verificabili“.

Esistono delle testimonianze su un incidente UFO a Roswell nel 1947. Cosa ne pensa?

“E’ da prendere sul serio per differenti ragioni, dato il più importante risultato di numerose testimonianze sovrapposte. Mi riferisco ai libri di Gildas Bourdais e di François Parmentier che trattano il problema della disinformazione in modo più generale“.

Ci sono voci su dei contatti tra il governo degli Stati Uniti e gli extraterrestri. Ne sa qualcosa?

“Da quello che ho potuto leggere si tratta del vanto non fondato di certe persone o di una speculazione strampalata. Dimentichiamoci di queste pseudo-rivelazioni senza interesse, per promuovere lo studio di ciò che è stato osservato da molti testimoni, degni di fede“.

Crede in una congiura del silenzio sugli UFO da parte del governo degli Stati Uniti e in altri paesi?

“E’ evidente, visti alcuni dati e atteggiamenti che sono stati alla base della corsa agli armamenti. Vi sono anche prove che alcuni paesi sono stati direttamente o indirettamente sotto la tutela degli Stati Uniti. Il caso di Teheran nel 1976 è illuminante a questo proposito. I documenti finalmente rilasciati dal MoD (Ministero della Difesa) e dal Segretariato dell’Aria in Inghilterra, così come i documenti forniti da Nick Pope dimostrano che gli inglesi sono stati fortemente influenzati dalla politica di segretezza voluta dagli Americani. In Russia è stata anche la regola fino alla esplosione della politica di trasparenza (Glasnost), introdotta da Gorbaciov nel 1988“.

Nel caso in cui un contatto interplanetario cambiasse l’umanità, le condizioni potrebbero essere quelle in cui viviamo?

“Nessuno lo sa, perché dipende da molti fattori, ma mi sembra evidente che delle civiltà che dispongano di mezzi tecnici estremamente potenti, debbano comprendere che è meglio risolvere i conflitti in modo pacifico, anziché attraverso la violenza. Inoltre, se i visitatori avessero voluto attaccarci, lo avrebbero potuto fare molto tempo fa“.

Le mutilazioni animali e i rapimenti sono, in modo evidente, scioccanti, ma sono stati riportati soprattutto negli Stati Uniti e potrebbero essere delle esperienze psicosociologiche per vedere se ciò non provochi la stessa reazione da parte delle autorità. Il comportamento degli UFO, a volte discreti e provocatori, indica che i nostri visitatori sembrano volere attirare la nostra attenzione alla loro presenza, senza imposizioni. Perché?

“E’ evidente che un contatto franco e diretto implicherebbe un ‘salto quantico’ nelle nostre conoscenze, che può essere positivo, ma potrebbe anche portare a uno shock culturale. Per evitare questo, è logico che i visitatori ET procedano con grande pazienza e circospezione. In effetti, quando saranno pronti all’accettarlo, dovrebbe essere una percentuale significativa della popolazione della Terra nel venire a conoscenza della loro presenza e la possibilità di un contatto diretto. Si potrebbe anche aspettare che le intelligenze ET vigilino affinché la transizione sia molto graduale. Non sarà per domani, ma semplicemente negare i fatti, mettere paura o fantasticare non è costruttivo. Come Blaise Pascal ha detto una volta: “L’uomo non è che una canna, la cosa più debole in natura, ma è una canna pensante. Non è necessario che l’universo intero s’armi per schiacciarlo… Per lo spazio l’universo mi comprende e mi inghiotte come un punto: pensando che io comprenda… dunque, a ben pensare, lavoriamo“. In effetti, è il pensiero che è alla base della dignità umana“.

“Bisogna avere un pò di fiducia in questa capacità, anche quando si tratta di affrontare la più grande innovazione per la specie umana. Quella di incontrare altri esseri senzienti, aventi capacità simili o superiori, ma molto probabilmente disposti a condividere le loro conoscenze con noi“.


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QUANDO UN CASO DI ABDUCTION FINÌ ALL'ONU

Fonte: http://ufoedintorni.altervista.org/blog/quando-un-caso-di-abduction-fini-allonu/

Il caso è stato reso noto dalla UNIFA (Union Investigadores de Fenomenos Aeroespaciales) dell’Argentina. Thomas Reed, assieme alla sua famiglia, il fratello Matthew, la madre Nancy e sua nonna ebbero una esperienza di “abduction“. Il caso venne anche portato all’attenzione dell’ONU tramite l’avvocato di famiglia, Robert Blechman, che scrisse un documento sulla questione. Questo documento, che qui presentiamo, rappresenta il primo caso del genere alle Nazioni Unite dal 2 di ottobre 1992.

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I componenti della famiglia hanno lo stesso tipo di sangue di tipo O Rh negativo e un fattore A Rh negativo. Thomas e la sua famiglia furono in grado di ricordare completamente ciò che accadde durante il rapimento. Fu un periodo di indottrinamento per Thomas e che furono essenziali per far ricordare, piuttosto chiaramente, la maggior parte degli eventi.

Thomas fu in grado di segnalare la posizione del luogo in cui furono rapiti lui e suo fratello e di riconoscere vari simboli che apparivano sulla astronave e che furono utilizzati da una creatura sconosciuta. Sia il MUFON (Mutual UFO Network), alcuni investigatori di polizia e un gruppo di persone rapite dagli UFO furono intenti a studiare il caso.

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Sopra i documenti presentati all’ONU

Thomas venne sottoposto, per il recupero della memoria, alla macchina della verità e sedute di regressione ipnotica per aiutarlo a ricordare il sequestro che sarebbe avvenuto, la prima volta, nel 1966 del secolo scorso. Fu in grado di ricordarlo anche prima della terapia.

Il rapimento di Thomas e Matthew Reed iniziò con la comparsa di una forma sferica nella camera da letto. Era solida, ma non brillava, sino a che non si vide come un buco brillante nell’aria.

Thomas fu in grado di stabilire i movimenti effettuati dall’oggetto volante sferico all’interno della stanza. Rimase sotto shock. Chiuse gli occhi più volte per confermare se fosse davvero reale, e l’oggetto rimase lì.

Dopo questa scena, i due ragazzi uscirono sul bordo della casa. La luce grigia smise di lampeggiare e, poi, Thomas fu testimone della sua struttura. Secondo lui, sembrava una maschera o un cappello. Vide un’astronave e una creatura in piedi alla destra della stessa – identificarono la creatura come un “Grigio“.

Spinto dalla curiosità, Thomas si avvicinò all’astronave con suo fratello e il grigio. Thomas si voltò per vedere suo fratello, però il grigio lo aveva già afferrato. Fu ossessionato da ciò stava vedendo. Ebbe la sensazione che l’astronave “lo stesse chiamando“.

Dopo questa scena, Thomas si trovò in piedi accanto al fratello in un corridoio stretto e lucido. Poi, furono separati e Thomas fu collocato in una camera di circa 12 metri di diametro.

Una creatura grigia più alta posò la sua mano sopra la spalla sinistra di Thomas, mentre il fratello era assieme ad un’altra creatura. Secondo Thomas, il grigio più alto controllava le immagini a destra di uno schermo di fronte a lui.

Thomas fu capace di descrivere ciò che vide. I tabelloni avevano l’aspetto tipo Braille e un colore come il bronzo. Poi suo fratello fu portato in un’altra stanza, a circa 5 metri dalla stanza in cui si trovava Thomas.

C’erano cinque creature sull’astronave, con un varco bianco e liscio e senza alcuna sedia. Thomas considerò importante conformarsi con il grigio principale.

Essi furono collocati separatamente sull’astronave. Poi, entrambi, si incontrarono a casa il giorno seguente.

Nel 1969, furono di nuovo rapiti per la seconda volta. Una luce apparve, sentirono le cerniere scuotersi a causa di un’azione di rapimento da parte di creature grigie.

Le creature grigie cominciarono a ispezionare ogni stanza della casa, come affermò Matthew. Corsero verso la madre e videro i grigi a pochi metri dal letto, poi uscirono dalla stanza dopo l’esplorazione.

Matthew scomparve dopo aver avvertito la madre di trovare Thomas (anch’egli sparito), dopo di che la porta si chiuse dietro di lui.

Nancy e la nonna era preoccupati e cominciarono a cercare i due bambini. Dopo circa un ora, trovarono i due bambini nei pressi dell’ingresso di casa e li portarono immediatamente al tavolo della cucina.

Dopo l’incidente, Nancy diede ai due bambini un’aspirina e li vigilò durante la notte, dormendo assieme a loro su un divano.

Al ritornare a casa il giorno dopo con tutta la famiglia, videro la zona dove atterrò l’enorme astronave. Era simile ad un centro commerciale volante, con delle finestre che coprivano tutta la nave e con luci bianche e rosse splendenti.

Lungo il percorso, furono accompagnati da questa astronave. Thomas riuscì a malapena a sentire la madre che lo chiamava, quando fu portato in un’altra stanza.

Thomas si trovò in un’ampia e ben illuminata stanza. Corse per trovare una via d’uscita dall’astronave, però fu acciuffato e catturato da una creatura grigia. Egli fu scortato in una stanza d’esame. Vide dei cerotti inseriti nella parte sinistra del suo corpo e un dispositivo sulla parte superiore della sua testa. Fu allora che si ritrovò all’interno di un furgone di famiglia.

Matthew era incosciente sul sedile posteriore, mentre la nonna si trovava in piedi in mezzo la strada. Nancy era sul sedile anteriore, mentre Thomas svegliatosi si recò dopo sul sedile del guidatore. Thomas fu il secondo a guardare la nonna sveglia che passeggiava sulla strada.

Thomas scese dal furgone e si recò da sua nonna per portarla nuovamente alla macchina. Andarono verso casa in assoluto silenzio, non coscienti, mentre la madre Nancy si trovava alla guida del furgone.

Dopo l’incidente paranormale, vendettero i loro cavalli e la loro casa per andare in una città vicina. Però questa non era una scusa per le creature. Dopo diversi mesi, un oggetto volante sferico si mostrò a Thomas nella sua camera da letto per alcuni minuti. Thomas osservò ogni movimento e notò un funzionamento differente, ma non avvenne alcun rapimento.

Una settimana più tardi, Thomas e un suo amico stavano parlando, seduti su una panchina, quando improvvisamente un oggetto sferico dalle dimensioni di un insetto si presentò loro. Cominciarono a correre e si spaventarono, ma non ci fu rapimento.

Lo storico incidente paranormale fu un incubo per Thomas. Venne ricoverato in ospedale, mesi dopo, a causa di un incidente stradale.

Dopo dieci anni, Thomas e la sua futura sposa videro un’astronave atterrare a 100 metri di distanza dalla loro auto a Glastonbury.

Thomas riferì alla moglie Angie delle esperienze di rapimento nella sua famiglia. Angie è convinta che lui e la sua storia vivranno per generazioni. Può essere da sciocchi ascoltarla, priva di prove, però la storia di rapimento di Thomas è solo una delle storie di “abduction” che non erano mai state raccontate.

Questo caso è studiato tutt’ora dal MUFON, dagli investigatori di polizia e dai gruppi di persone rapite dagli UFO, ma rimane ancora un mistero.


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IL PROGETTO "ORION"

Articolo di Fabio Feminò

Come tutti gli appassionati di ufo ormai sanno, una hacker di nome Gary McKinnon sostiene di avere avuto accesso a files ultra segreti della NASA che dimostrerebbero l'esistenza di un'intera flotta di astronavi parcheggiate in prossimità del nostro pianeta.

"E vidi quella che presumibilmente era la terra, in toni di grigio. L'emisfero terrestre occupava circa due terzi dello schermo, e fra le sommità dell'emisfero e il fondo dell'immagine c'era un classico oggetto a forma di sigaro, ma con cupole geodetiche sopra, sotto, da ogni lato, e immagino anche dall'altra parte. Aveva l'estremità lievemente appiattite. Non c'erano riferimenti alle dimensioni dell'oggetto e l'immagine sembrava ripresa da un satellite. Proprio in quel momento di gloria qualcuno alla NASA scoprì cosa stessi facendo fui disconnesso."

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Immagini simili sarebbero state prese anche dall'astronomo dilettante di John Leonard Walson.
Di solito la comunità ufologica ha presunto che la NASA stesse cercando di nascondere l'esistenza di astronavi aliene nei nostri cieli. Eppure, le affermazioni di McKinnon e Walson sembrerebbero corroborate da recenti rivelazioni su un progetto risalente addirittura agli anni 50 per costruire proprio una flotta di veicoli del genere, munito di propulsione atomica. Questi veicoli erano totalmente differenti da quelli descritti da McKinnon e Walson. Tuttavia, come vedremo nella seconda parte dell'articolo, esiste un possibile collegamento fra le due cose. Non necessariamente la spiegazione sta negli ufo. Come scrisse una volta Sir Arthur C. Clarke, " se alzate gli occhi al cielo abbastanza a lungo, prima o poi vedrete un'astronave. Ma sarà delle nostre!".

Verso Marte, su un'atomica

Fin dagli anni 50, è noto negli ambienti scientifici che nessuno potrà mai andare su Marte o su altri pianeti senza razzi molto grossi e molto veloci, altrimenti sorgeranno problemi insolubili per quanto riguarda l'approvvigionamento di aria, acqua, cibo e la stessa salute fisica e mentale degli astronauti, che resterebbero esposti ai raggi cosmici fino ad avere il 40% di probabilità di ammalarsi di cancro. Altri dicono che raggi cosmici colpirebbero il 40% delle cellule cerebrali, riducendo gli astronauti alla demenza. L'unica soluzione finora escogitata e l'utilizzo di un'astronave a energia atomica.
" Più energia per unità di propellente" scrisse Robert Zubrin della Martin Marietta Aerospace, " e meno propellente necessiterà di essere trasportato. I propulsori atomici ingabbiano 1 milione di volte più energia per unità di massa dei migliori combustibili chimici".

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L'8 febbraio 2006 gli spettatori della BBC hanno potuto assistere al documentario To Mars by A-Bomb, dove veniva svelata che la prima astronave atomica era stata concepita mezzo secolo fa. Era denominata Orion. Gli studi in merito furono condotti anche dal noto professore Freeman Dyson. Fino a qualche tempo fa, c'erano pochissime fonti di informazioni non segrete, tra cui un volume del 1974, The curve of binding Energy: a journey into the awesome and alarming world of Theodore B. Taylor, di John McPhee, e un fascicolo del Journal of the British Interplanetary Society datato agosto 1979. Ma soprattutto, il figlio di Dyson, George, un tempo ambientalista convinto, ne ha narrato la storia completa nel libro Project Orion: the true story of the atomic spaceship, Henry Holt & Company, 2003.
" Sono cresciuto con una tremenda curiosità per questo progetto" dice George Dyson. " Immaginate essere un bambino e sentire che tuo padre sta lavorando a un'astronave, ma che non può parlartene perché è un segreto".

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Per dirla in breve, la versione base dell'astronave, alta solo 50 o 60 m e a forma di pallottola, avrebbe potuto portare in orbita la sua intera massa e un carico utile di centinaia o migliaia di tonnellate, cioè enormemente più dell'intera ISS, in una botta sola. E che botta: una serie di esplosioni atomiche come propulsione.

Quando tutto ebbe inizio

L'idea nacque nel 1957, ad opera del dottor Theodore B. Taylor, uno specialista in armi nucleari che allora lavorava per la General Atomics, una branca della General Dynamics. Le bombe atomiche sarebbero state sganciate il dietro l'astronave. L'esplosione sarebbe stata assorbita da un potentissimo ammortizzatore, una lastra rotonda del diametro di 40 m, quasi uguale all'altezza, e avrebbe spinto il veicolo per ogni dove. A bordo, centinaia di persone, che grazie alla lastra spessa interi metri di puro acciaio avrebbero sentito solo scossoni, senza avvertire neanche l'onda di calore. Inoltre, avrebbero goduto di cabine singole e docce calde. E cos'avrebbe fatto questo leviatano, una volta giunto presso altri pianeti? Avrebbe compiuto un atterraggio "morbido" sempre a colpi di bombe. Oppure, come l'Enterprise, avrebbero abitato senza atterrare, e in mancanza di teletrasporto, usato navette.

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Il primo ad aver pensato a un simile metodo di propulsione, a dire il vero, era stato Stanislaw Ulam fin dal 1946. Più tardi, nel 1955, Ulam e Cornelius Everett descrissero un veicolo a forma di disco, con circa 50 bombe a bordo. Ma aveva un difetto fatale: le esplosioni non erano ammortizzate, producendo un'accelerazione di 10.000 g che avrebbe spalmato sulle pareti qualsiasi essere vivente. Taylor cominciò a pensare di metterci ammortizzatori, e così, " nel novembre 1957" scrive George Dyson, " tutto ebbe inizio da un saggio intitolato Note on the possibility of nuclear propulsion of a very large vehicle at greater then escape velocities. Il nuovo progetto fu chiamato Orion senza motivo particolare. Per tenerlo segreto, fu suggerito di riferirsi con nome O'Ryan".
Freeman Dyson, che non aveva una specifica esperienza di bombe, entrò nel progetto solo qualche tempo dopo, restandone affascinato.
" A quel tempo, quando pensavo al volo spaziale, mi tornava sempre in mente l'enorme cannone di Jules Verne. I razzi non c'entravano niente. Nella guerra dei mondi di Wells, i marziani non arrivavano con razzi. Giungevano con proiettili d'artiglieria".

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Ma chi diavolo poteva finanziare un'idea simile? All'inizio, con qualche briciola, fu l'ARPA, l'agenzia di progetti segreti del Pentagono, oggi DARPA. Nel 1958 dopo aver stilato un Feasibility Study of a Nuclear Bomb Propelled Space Vehicle, la cosa fu passata all'Air Force, che versò qualche altro milione di dollari. Secondo lo storia ufficiale, il progetto fallì per l'impossibilità di cederlo alla NASA.
" Eravamo noi contro i razzi di Wernher von Braun" racconta Freeman Dyson. " Una volta presa la decisione di procedere con l'Apollo e il Saturn V, restammo tagliati fuori".

Il prezzo di una missione

Intervistato nel documentario della BBC, Sir Arthur C. Clarke afferma "Freeman Dyson è uno dei pochi autentici geni che abbia mai conosciuto. Orion non era una follia. Poteva funzionare. La questione non era se potessimo costruirlo, ma se dovessimo farlo". Clarke, co-autore della sceneggiatura di 2001 Odissea nello spazio, racconta che nelle prime versioni anche l'astronave Discovery avrebbe dovuto funzionare secondo il principio di Orion... Ma gli esperti di effetti speciali non sapevano come fare le esplosioni.
E il fallout radioattivo durante il decollo?

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" A quell'epoca USA e Russia stavano testando enormi bombe nell'atmosfera, qualcosa come un centinaio di megatoni all'anno. Noi calcolammo che avremmo aggiunto solo l'1% della radioattività già esistente. E a quei tempi si pensava anche di poter costruire testate atomiche "pulite"".
Inoltre, oggi non si possono nemmeno immaginare le strane cose che in passato faceva venire in mente la potenza dell'atomo. Negli anni 50 gli americani scavarono un pozzo, misero una bomba atomica in fondo, lo coprirono con un coperchio di acciaio massiccio pesante tonnellate. Pum! Nessuno lo rivide mai più. In seguito calcolarono che era stato scagliato nello spazio a sei volte la velocità di fuga. Pensate: il primo oggetto costruito dall'uomo a lasciare il pianeta Terra non fu lo Sputnik, ma un tombino.
In un rapporto di Dyson e del dr Brian Dunne, del 1959, Dimensional study of Orion typer spaceships, ipotizzava addirittura un veicolo con una massa di 8 milioni di tonnellate, in grado di trasportare, diciamo, un'intera città lunare prefabbricata. Dyson descrisse tre possibili configurazioni: una in grado di raggiungere solo l'orbita terrestre, con una massa di appena 300 kg, una da 4000 t e del diametro di 40 m e definita " la nave più piccola ad apparire economica per missioni interplanetari" e un vascello super Orion del diametro di ben 400 m, " la più grande nave interplanetaria che possa essere lanciato dalla superficie terrestre, propulsa da bombe H".

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" Una nave del carico di 1 milione di tonnellate" scrisse Freeman Dyson, " potrebbe sfuggire dalla terra al costo di circa un migliaio di bombe H. Il prezzo di una missione simile sarebbe circa il 5% delle somme attuali. Ogni bomba sarebbe circondata da tonnellate di materiale inerte, come il boro, in modo da evitare la fuga di neutroni nell'atmosfera. La contaminazione atmosferica verrebbe causata solo dal trizio e dai materiali fissili. Studi preliminari indicano che non raggiungerebbe livelli biologici significativi".

Esperimenti e modellini

Freeman Dyson presumeva che viaggi interplanetari regolari sarebbero diventate realtà in poco tempo.
" Stilammo un programma che si concludeva con grandi spedizioni verso Marte nel 1968 e i satelliti di Giove e Saturno nel 1970" scrisse. Oggi da una strana sensazione pensare che questi calcoli furono fatti con un computer a scheda perforata. Il 5 luglio 1958, Freeman Dyson redasse uno Space traveler's manifesto, terminando con: " per la prima volta abbiamo immaginato un modo di impiegare gli enormi arsenali delle nostre bombe ad uno scopo migliore che assassinare la gente. È a lungo termine necessario, per la crescita di ogni nuova ed elevata civiltà, che piccoli gruppi di uomini possono sfuggire ai propri governi, per andare a vivere a loro piacimento. Una piccola società creativa e veramente isolata non sarà mai più possibile su questo pianeta. Il nostro scopo, e la nostra fede, è che le bombe che uccisero e mutilarono a Hiroshima e Nagasaki possano un giorno dischiudere i cieli all'uomo".
Restava il problema di come passare dalle parole altisonanti alla pratica. A partire dal 1959, sotto la direzione pratica di Brian Dunne, vennero fatti esperimenti con modellini di Orion molto piccoli, come l'Hot Rod di un solo metro di diametro, pesante circa 150 - 250 kg, spinto da semplice esplosivo C4 e munito di un paracadute per l'atterraggio morbido.
" Sferette di C4 delle dimensioni di arance, fatte a mano" dice George Dyson, " venivano eiettate dalla piastra di spinta a intervalli di un quarto di secondo partendo da un tubo centrale". Il maggior risultato ottenuto, il 16 novembre 1959, fu un'altitudine di circa 100 m. Secondo la storia ufficiale, gli esperimenti pratici non andarono oltre questo punto. Tutte le prove vennero svolte nella località californiana di Point Loma, di fronte all'oceano Pacifico. Un esemplare dei modellini si trova oggi al National Air & space museum di Washington. Nello stesso anno si pensò di iniziare gli esperimenti di resistenza agli scoppi con una massiccia lastra di acciaio da 1000 t. Poi sarebbe seguito, disse Taylor, " un modello volante da 20 t, propulso nell'atmosfera da esplosioni nucleari molto piccole".

Pronti a decollo?

Nello spazio, comunque, in assenza di atmosfera, l'onda d'urto di un'esplosione non è molto potente. Quindi a cozzare contro la piastra, sarebbe dovuto essere un propellente da aggiungere alle bombe atomiche e che si sarebbe trasformato in plasma. " Il propellente migliore" dice Freeman Dyson, " consisterebbe in un miscuglio in parti uguali di idrogeno, carbonio, azoto e ossigeno. L'urea sarebbe la sostanza ideale, perché ha quasi le proporzioni giuste". Viene quindi suggerito di usare... l'urina dell'equipaggio. Ma poteva andar bene anche della comune plastica. A sua volta, per proteggere la piastra, vi si sarebbe spruzzato sopra qualche sostanza oleosa. Svariate ipotesi furono fatte sulla configurazione ideale del veicolo. Tuttavia fu raggiunto un generale consenso su un ordigno da 4000 t, alto circa 40 m, con un'accelerazione massima di 2 g, è in grado di spedire 1600 t in orbita e 1200 sulla luna. Agli studi iniziò a partecipare pure l'italiano Carlo Riparbelli, ex progettista degli aerei Caproni. Alla fine lo staff principale fu composto anche da un polacco, un austriaco, un danese, un olandese, un cecoslovacco, un cinese, un inglese e un tedesco.
" Avevo sempre sognato di avere negli ordini un equipaggio internazionale tipo Star Trek" racconta Taylor. La rampa di lancio sarebbe stata formata da otto torri disposte in circolo, probabilmente nel sito di test nucleari di Jakcass Flats, in Nevada, oppure in mare aperto. Il decollo sarebbe avvenuto con bombe da 0,1 kt, poi una volta nello spazio, si sarebbe passati a una bomba da 20 kt ogni 10 secondi.
Il problema principale era, ovviamente, costruire un ammortizzatore in grado di assorbire l'urto di centinaia di bombe. Si pensò di usare enormi palloni di gas, ma presto si comprese che occorreva un sistema meccanico. Dyson calcolò che come minimo la lastra sarebbe dovuta rientrare di 5 m a ogni scoppio. Il problema successivo fu quello di sparare le bombe attraverso un buco nella lastra stessa, usando una specie di cannone a tiro ultrarapido.
" La nave non era aerodinamica" dice Freeman Dyson. " Era così pesante che non importava. Il macchinario per lanciare le bombe non era diverso da quelli usati nei distributori della coca-cola, quando, ogni volta che esce una bottiglia, ne scatta un altro al suo posto".
In effetti, chiesero davvero consulenza alla coca-cola.
" Perché 4000 t invece di 5000?" spiegò Taylor. " Non lo so. Mi venne così". Il diametro era...be, quello della biblioteca della General Atomics. Quanto al sistema di guida, in realtà, spiega Freeman Dyson, " era per quello che ci volevano parecchi uomini a bordo. Avrebbe usato dei sestanti e tracciato la rotta su carta lucida". Esattamente come nei primi film di fantascienza. Fu esaminata anche la possibilità di trasformare Orion in uno stadio del Saturn V, riducendone drasticamente le dimensioni. E dato che la parte cruciale, l'ammortizzatore, doveva essere in un pezzo unico, l'astronave avrebbe potuto superare i 10 m di diametro (il massimo concesso dalle dimensioni del Saturn).
"L'Orion da 10 m fu oggetto di studi che prevedevano missione su Marte con un equipaggio da 8 a 20 persone".


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IL CASO CASH/LANDRUM

Fonte: http://ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10642283

Uno dei più importanti casi di UFO con conseguenti problemi di tipo fisiologico, avvenne il 29 Dicembre 1980, in una piccola zona del Texas. Protagonisti, Betty Cash, la sua amica Vicky Landrum, e il suo nipotino Colby, di sette anni.

PREMESSA

-Caso in cui sono presenti molteplici testimoni, tra cui due agenti di polizia 

-Effetti fisici di radiazioni ionizzate riscontrati sui tre testimoni principali che ebbero l'incontro ravvicinato con l'UFO 

-Ricorso legale dei due testimoni diretti del fatto al governo degli Stati Uniti, per risarcimento di danni fisici e psicologici. 

-Furono ovviamente chiamati in causa all'evento, oltre il governo, anche l'aeronautica militare 

-Indagini molto accurate, sia da parte della polizia, che del MUFON americano, la prestigiosa organizzazione di studio sugli UFO. Le indagini verranno ulteriormente riaperte nel 2008 

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Betty Cash

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Vicky Landrum

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Colby Landrum

IL CASO 

Quella sera, i testi stavano ritornando a casa in auto, quando alle 21, notano con stupore un oggetto luminoso che verrà da loro descritto come "un diamante luminoso o infuocato". All'inizio l'UFO si trovo' ad alta quota, ma poco dopo si abbasso' fino ad arrivare fino le cime di alcuni alberi, ad una distanza di circa 50 metri dai testimoni. I testi uscirono quindi dall'auto incuriositi, ma sia Colby che Vicky rientrarono quasi subito nell'auto, per la grande paura che gli mise il velivolo. Rimase fuori solo Betty ad osservare l'incredibile fenomeno. L'oggetto era indubbiamente affascinante, ad intervalli regolari l'UFO emetteva nella parte inferiore, delle grosse fiammate del tutto simili al fuoco. In oltre emetteva un calore molto intenso, ed era piuttosto luminescente, infatti i testi dovettero accendere il climatizzatore dell'auto, anche se fuori c'erano solamente 4°. L'UFO in oltre emetteva uno strano rumore, ed ogni volta che le fiamme dell'oggetto si spegnevano, questo scendeva verso terra, mentre quando si accendevano, l'UFO prendeva quota.

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Al contrario di questa sequenza, l'oggetto dopo qualche minuto prese quota, e si allontano' verso Sud-Ovest. Fu proprio in quel momento che i testi avvistarono anche una formazione di elicotteri neri, almeno 20, a doppia pala, senza segni di riconoscimento (verranno poi identificati come elicotteri di tipo CH 47-Chinook, un tipo di elicottero già avvistato svariate volte in avvistamenti di UFO). Gli elicotteri, come raccontato dai testimoni, sembravano intenti a circondare l'oggetto, anche se questi rimanevano sempre ad una certa distanza, forse perchè l'UFO era pericoloso.

E DOPO L'INCONTRO, I SINTOMI

Betty Cash, ripresasi dal tremendo shock, rientro' in auto, e disse ai due di non fare parola con nessuno, per paura di essere derisi, ripresero quindi il loro cammino, e si lasciarono presso la cittadina di Deyton. Ma neanche tornati a casa, che tutti e tre i testi iniziarono a risentire di problemi di salute. In particolare avevano, nausea, forti dolori di testa, una grossa sete, e soprattutto la crescita immediata di alcune pustole in diverse parti del corpo. Tra i tre testi, indubbiamente quella in condizioni peggiori era Betty Cash, visto che rimase vicino l'UFO per diversi minuti, senza allontanarsi. Lei al contrario di Vicky e Colby, stette male anche nei giorni successivi, ed in poco tempo perse anche i capelli (in seguito ricresciuti, ma mai come i suoi capelli originali prima dell'incontro con l'UFO). I sintomi continuarono, e si arrivo' dal vomito alla diarrea, fino ad uno stadio avanzato delle pustole sull'epidermide, che diventarono vesciche. Alla donna gli venne in oltre diagnosticato un tumore alla mammella, e venne quindi sottoposta ad un intervento di mastectomia. Alla fine tutti i testi decisero di ricoverarsi in ospedale, per capire cosa gli stava succedendo. Nei giorni successivi, le condizioni di salute non migliorarono, e fu proprio in quel momento che le due donne decisero di raccontare il tutto alla polizia.

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LE INDAGINI UFFICIALI

A quel punto la polizia venne informata dell'accaduto, ed iniziarono le indagini ufficiali. Oltre agli agenti, anche alcuni gruppi ufologici interessanti al fatto, decisero di fare alcune ricerche in merito. Un fatto interessante, venne poi al dottor. John Shuesler, della McDonnel-Douglas, che insieme ad un equipe di dottori e ricercatori seguivano il caso. Riscontrarono quindi su tutti e tre i testi, sintomi molto simili ad esposizioni a radiazioni ultraviolette, raggi x e gamma. Altro dato interessante, fu quello in cui vennero rintracciati alcuni altri testimoni indipendenti, e che confermarono le dichiarazioni dei tre testi. In particolare, due poliziotti (tra cui Lamar Walker, testimone insieme a sua moglie), dichiarando che quella notte videro un oggetto luminoso a forma di diamente, ed anche diversi elicotteri neri. Venne inseguito anche contatto il centro aereo di Huston, confermando che nessun tipo di aereo civile era in volo quella notte, su nessuna contea Texana. Stessa cosa la dichiararono i militari. 

Fatto curioso fu che 3 settimane dopo l'incidente, un gruppo di uomini con dei camion senza segni di riconoscimento particolari, quindi appartenenti a non si sa bene quale compagnia di lavori urbani, andarono sulla scena dove ci fu l'incontro ravvicinato con l'UFO. Questi avrebbero lavorato sulla strada, dove l'UFO rilascio un forte calore che l'avrebbe in parte rovinata. Infine questi sarebbero anche tornati qualche settimana dopo, ricoprendo la medesima strada con nuovo asfalto, per poi andare via. 

LE IPOTESI 

Le ipotesi in merito al caso, furono diverse, ma non si arrivo' mai alla verità. Si passava da un UFO nel senso di navetta aliena, ad un velivolo sperimentale del governo Americano. I testi erano propensi a credere più alla seconda ipotesi, ed infatti citarono in causa il governo USA, per essere stati la causa dei loro danni psicologici e fisiologici, e che per risarcire i danni dovettero pagare ai testi una somma di ben 20 milioni di dollari. Nel 1986, il caso venne archiviato, dopo un dibattito durato ben 6 anni, il tribunale a quel punto prese atto che nessun velivolo del genere era in mano al governo degli Stati Uniti, né che loro c'entravano qualcosa con il fatto in questione, sia direttamente che indirettamente agli eventi. In oltre il governo USA fu obbligato a rilevare ogni notizia in suo possesso al fine di stabilire la proprietà del misterioso velivolo. Altre ipotesi furono date per cercare di spiegare la natura dell'oggetto, fra cui quella relativa ad un certo tipo di prototipo di Space Shuttle a propulsione atomica, un mezzo in via sperimentale che ancora non era del tutto funzionante e affidabile. 

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La domanda di risarcimento danni inviata
dalle due testimoni al governo USA


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IL CASO KELLY/HOPKINSVILLE

Fonte: http://ufoonline.freeforumzone.leonardo ... d=10638445

Uno dei casi di incontri ravvicinati del terzo tipo più attendibile e documentato è quanto avvenuto il 21-22 agosto 1955 nei pressi di Kelly, Kentucky. Questo caso è distino dalla sua durata e dal numero dei testimoni coinvolti. Il caso fu discusso con diversi autori, incluso il dottor Joseph Allen Hynek, che nel suo libro edito nel 1972, The UFO Experience, dedica 6 pagine al caso. Una pubblicazione del 1979, dal Centro Studi sugli UFO (CUFOS - Center for UFO Studies), redatta da Isabel Devis e Ted Blocecher, mette il caso Kelly-Hopkinsville dentro il contesto di altri casi di IR3 avvenuti nel 1955, contenenti mappe, illustrazioni, fotografie dei luoghi, ricostruzioni delle creature, dell'UFO, e dei testimoni di uno dei più affascinanti IR3 d'America.

Il caso avvenne poco fuori la cittadina di Kelly, nel Kentucky. Testimoni della vicenda sono dei componenti di due famiglie di campagna, composti in tutto da otto adulti e tre bambini. La notte dell'evento era buia, chiara e calda. Intorno alle 19:00, Billy Ray Taylor, un amico dei Suttons e proprietario della fattoria, ne venne fuori con una strana storia, ovvero, riferì di aver avvistato un disco volante brillante, che emetteva una scia di tutti i colori dell'arcobaleno, volando attraverso il cielo, e "cadendo" dentro un burrone nei pressi della loro proprietà. Tuttavia, i Suttons non lo presero seriamente e si misero a ridere, affermando che in realtà il Taylor avrebbe visto solo una stella cadente. Un'ora e mezza dopo, il cane di famiglia iniziò a comportarsi in modo violento, iniziando ad abbaiare, fino a correre via impaurito, nascondendosi in casa. Due uomini, Billy Ray Taylor e Lucky Sutton, si diressero verso la porta sul retro per vedere cosa avesse infastidito il cane, e notarono a quel punto uno strano bagliore che si stava avvicinando verso la fattoria provenienti da dei campi poco in lontananza. Quando la luce arrivò più vicina, loro capirono cosa fosse: tre "brillanti" creature alte "mezzo piede" con una grossa testa. Gli occhi erano grandi e luminosi, con una luce gialla. Le braccia erano lunghe e si estendevano fino a toccare quasi il terreno, con grosse mani con artigli. Le creature sembravano fatte interamente di metallo argentato. Quando le creature si avvicinavano, alzavano le loro mani fino alla testa, come per tenersi in piedi. I due uomini, certamente impauriti, risposero impugnando le loro armi. Un fucile calibro .20 e un fucile calibro .22. I due rientrarono rapidamente in casa e aspettarono. Quando le creature si trovavano a circa sei metri dalla porta di casa, iniziarono a sparare. Le entità a quel punto risposero al fuoco, saltando all'indietro e scomparendo nella notte. Pochi minuti dopo, quando queste sembravano non riapparire, ritornarono in salotto solo per vedere altri, o le stesse, creature poste vicine alla finestra. Questi risposero ancora sparando con i loro fucili attraverso la finestra, e ancora una volta, le creature scapparono via, scomparendo in pochi secondi. Sicuri che avessero ferito le creature, i due uomini decisero di andare fuori e controllare i corpi. Appena si trovarono fuori, vicino la porta principale, Billy Ray, che si trovava davanti a Sutton, si fermò un attimo sotto una parte sporgente del tetto di casa. Appena stava per fare un passo nel cortile, quello dietro di lui, nel corridoio, vide una delle creature scendere dal tetto dove era posto, e toccare i suoi capelli. Le persone dentro casa iniziarono ad urlare, e lo spinsero dentro. Lucky Sutton si precipitò fuori dall'abitazione, fino a raggiungere il cortile, e sparò a distanza ravvicinata alla creatura, buttandolo dal tetto. C'era un'altra creatura vicino un albero d'acero. Sia Lucky che Billy Ray, spararono a questi; questi fluttuò sul terreno e poi corse via scomparendo nel buio. Immediatamente dopo, un'altra entità (o forse, quella sparata poco prima dal tetto), venne fuori da un lato della casa, procedendo quasi diretta incontro al gruppo. Lucky sparò con il suo fucile contro l'essere, ma l'esito fu lo stesso: nessun effetto. Fu sentito il suono dei proiettili che colpirono la creatura, che sapeva di proiettili sparati contro un secchio di metallo, ma la creatura corse via illesa.

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Ricostruzioni delle creature avvistate a Kelly, disegnate
da A. Ledwith, il giorno seguente. Il disegno a sinistra è
basato dalla testimonianza delle tre donne della fattoria,
quello al centro è basato su quanto ricordato da Billy Ray
Taylor, mentre l'ultimo a destra è basato sui restanti
testimoni, incluso Lucky Sutton.

Consapevoli che le loro armi fossero apparentemente inutili, gli uomini ritornarono in casa, riunendosi con le donne e i bambini spaventati. Le creature si muovevano generalmente in modo molto peculiare. Le gambe apparivano essere inflessibili, e quando correvano, i movimenti erano compiuti quasi totalmente da un movimento d'anca. Erano sempre eretti, quando correvano, muovendo le lunghe braccia che quasi toccavano il terreno. Le entità avevano la capacità evidente di fluttuare, quando uno di questi venne colpito dal tetto posto nella zona della cucina, fluttuando via ad una distanza di quaranta metri dal recinto, dove fu colpito nuovamente da un altro colpo di fucile. Mentre non sembravano avere quell'aurea di luminescenza, la loro pelle brillava quando erano al buio, o diventava ancor più luminosa quando venivano sparati.

La signora Lankford, la madre di famiglia, consigliò di far finire l'ostilità verso le creature. Nonostante il fatto che questi avessero sparato più volte contro le creature, queste non mostrarono mai azioni aggressive. Tuttavia, i bambini iniziarono a diventare isterici, e le creature continuavano a comparire dalle finestre di casa ad intervalli. Alle 23:00, la pazienza della famiglia, finì, e tutti se ne andarono dentro due auto, procedendo velocemente verso il dipartimento di polizia di Hopkinsville. Dopo mezz'ora di viaggio, la polizia arrivò alla fattoria con la famiglia, ancora piuttosto scossa dall'evento. La polizia di Hopkinsville, la polizia di stato, e i fotografi, arrivarono ad investigare. Si fece una ricerca in casa, nel giardino, e in tutta la zona dei pressi. Niente fu trovato, e la tensione salì ancora più in alto. Quando qualcuno accidentalmente calpestò la coda di un gatto, e questo miagolò, "non hai mai visto in vita tua così tante pistole sfoderate così velocemente!" I ricercatori controllarono i boschi ma non trovarono nulla. La cosa inusuale ritrovata fu una toppa luminosa dove una delle creature era stata precedentemente colpita. Tuttavia, quando niente di straordinario venne fuori, i ricercatori iniziarono ad andarsene verso le 02:15.
La famiglia venne rassicurata abbastanza per tornarsene a letto e spegnere le luci. La signora Lankford era a letto a guardare la finestra quando notò un bagliore strano; quel bagliore era in realtà una delle creature, con le sue mani appoggiate sopra il vetro della finestra. Chiamò tranquillamente il resto della famiglia, la signora rimase perfettamente calma. Lucky Sutton, tuttavia, prese nuovamente l'arma e ancora sparò contro la creature attraverso la finestra. Nessun effetto. Le creature continuarono ad apparire per il resto della notte, non mostrando mai nessun comportamento ostile, se non, semplice curiosità. Le ultime creature furono viste un'ora e mezza prima dell'alba, intorno alle 05:15.

Il mattino seguente, gli investigatori tornarono ad ispezionare la fattoria. Niente fu trovato, anche se uno degli investigatori salì anche sul tetto per cercare delle impronte. La stampa prese poco dopo la storia; insieme ai giornalisti, accompagnati dalla polizia, per tutta la notte, si interessarono dell'evento anche varie stazioni radio, ed altri giornalisti arrivarono da altre parti d'America, oltre lo stesso Kentucky, come dall'Indiana e dal Tennessee. Quando la notizia si propagò al massimo, nella fattoria si raggiunse un alto livello di persone interessate a quanto avvenuto, molti turisti fermavano le loro auto, che ormai avevano creato una lunga coda nella zona, camminando attraverso la proprietà, dentro e fuori la casa, infastidendo non poco la famiglia, con la richiesta di fotografie, creando un'atmosfera da carnevale e di scherno, portando a ridicolizzare la famiglia per aver visto degli "omini verdi dallo spazio".

Tuttavia, la stessa mattina, Andrew Ledwith, un ingegnere della locale stazione radio, decise di fermarsi nella stazione, per parlare con il capo ingegnere (era il giorno libero di Ledwith). Lui seppe cosa accadde alla famiglia Sutton la notte prima, e poiché era un appassionato di UFO, e che aveva anche un'esperienza passata come artista, decise di andare li e di intervistare la famiglia. Fu fortunato che lo ha fatto. La pubblicità diventò così mal vista alla famiglia Sutton, che successivamente si rifiutarono di raccontare la loro storia e non collaborarono (eccezione fu fatta per Isabel Davis, che scrisse un rapporto sul caso per il CUFOS). I disegni di Ledwith furono fatti il pomeriggio seguente l'avvistamento, come illustrati sopra.

Come si può accettare una storia come questa, senza avere dei dubbi? La famiglia fu considerata dai cittadini come di basso livello sociale. Due dei membri della famiglia lavoravano per delle feste di carnevale, si potrebbe quindi sostenere che questi avevano famigliarità con l'arte dei trucchi.

La critica principale mossa su questa storia è l'assoluta mancanza di prove fisiche. Il punto di vista degli scettici punta sulla mancanza di impronte nel terreno (il terreno era estremamente duro), nessuna traccia sul tetto (le creature tuttavia erano di modesta grandezza, quindi poco pesanti, ed è difficile che potessero lasciare tracce con il loro scarso peso corporeo). Non vi era in oltre sangue, i proiettili non hanno fatto alcun apparente danno, eccetera. Uno potrebbe anche concludere che la famiglia si sia inventata tutto.
Tuttavia, gli investigatori che intervistarono i Suttons, descrissero questi diversi dai soliti soggetti che si inventerebbero dei falsi elaborati. Questi erano piuttosto incolti, semplici persone di campagna, senza alcun apparente interesse per farsi pubblicità.
Hanno davvero delle creature visitato una fattoria del Kentucky la notte del 21 Agosto 1955? Oppure molti testimoni, per lo più adulti, si eccitarono tra loro al punto di esagerare? Il caso Kelly/Hopkinsville resta ancora uno dei più provocativi IR3 ad oggi.


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IL CASO NASH/FORTENBERRY

Fonte: http://ufoonline.freeforumzone.leonardo ... d=10641320

La sera del 14 luglio 1952, un aereo DC-4 della compagnia Pan American World Airways, in un volo di routine, decollato da New York in volo verso Miami, con dieci passeggeri a bordo e un equipaggio di tre persone, incluso il capitano F.V. Koepke, il primo ufficiale e pilota, William B. Nash e il secondo ufficiale, il co-pilota William H. Fortenberry. Il cielo era chiaro e pulito, con un'ottima visibilità. L'aereo su pilota automatico, era a 2000km di quota sopra il Chesapeak Bay, avvicinandosi verso Norfolk, Virginia. Fu in quel momento che una brillantezza in cielo di color rosso-arancio apparve al di sotto del loro velivolo, nella parte est di Newport News. La brillantezza sembrava essere apparsa improvvisamente, ed entrambi i piloti rimasero sorpresi. Nella foga qualcuno sbottò, "che diavolo è questo?". Dalle parole dello stesso capitano Nash, a proposito delle osservazioni iniziali

"Quasi subito dopo, abbiamo percepito che consisteva in sei oggetti brillanti che si dirigevano verso di noi a velocità incredibile, e ovviamente, ben al di sotto di noi. Avevano l'aspetto di fuoco di carboni ardenti, ma con un bagliore ben più grande, forse venti volte più brillante di qualsiasi delle luci sparse a terra. La loro forma era delineata ed evidentemente circolare, i bordi erano ben definiti, non fosforescenti, e il colore rosso-arancio era uniforme sulla superficie di ognuno degli oggetti".

Il capitano continua

"Nei pochi secondi che hanno impiegato i sei oggetti a provenire verso di noi, a circa metà della distanza dal punto in cui li avevamo visti prima, abbiamo potuto osservare che stavano tenendo una formazione stretta, in formazione indiana. A circa metà percorso, il leader della formazione è apparso tentare un improvviso rallentamento. Abbiamo percepito questa impressione perché il secondo ed il terzo oggetto sembravano stessero per sorpassare il leader della formazione. Sembrava molto come se fosse stato indotto da un errore umano o di controllo intelligente, in quanto i due seguenti oggetti non hanno reagito abbastanza presto quando il "capo" ha cominciato a rallentare e in quel momento stavano quasi per sorpassarlo".

Quello che accadde successivamente stupì i piloti. La "processione" di UFO svoltarono come un flusso di proiettili traccianti, procedendo sopra la baia di Chesepeake. Gli oggetti svoltarono verso il lato sinistro, salendo di quota. La superficie di fondo degli oggetti non parve essere illuminata. I margini degli oggetti, erano spessi 4 metri, e la superficie superiore sembrava essere piatta. In forma e proporzione, il capitano Nash affermò essere come delle monete. I piloti, prima che questi virarono formando un angolo acuto, per poi allontanarsi, avevano una luminescenza più sbiadita. La virata brusca che fecero gli oggetti nell'atto di virare in formazione fu molto curiosa, poiché Nash spiegò quel tipo di manovra come una palla che rimbalza dal muro. Quando gli oggetti virarono in fila indiana, e si allontanarono, vennero persi di vista poco dopo dai piloti. Tuttavia, appena un istante dopo, altri due oggetti identici ai sei precedenti, furono visti comparire al di sotto dell'aereo, provenienti da destra alla stessa quota degli altri. Questi due UFO, furono descritti come avere una luminescenza notevolmente superiore ai precedenti, come se fossero al massimo della propulsione. Le luci degli UFO si spensero poco dopo, per poi riapparire poco dopo, mantenendo una quota bassa sopra la baia, appena a 10 miglia fuori Newport News, quando poi iniziarono a salire come fossero un arco, che li portò al di sopra della quota dell'aereo. A quel punto, gli oggetti si allontanarono, sparendo in cielo. Descrivendo la scomparsa degli UFO, Nash racconta:

"Appena iniziarono a salire di quota, iniziarono ad oscillare su e giù, in modo irregolare, come se fossero estremamente sensibili al controllo. Nel fare questo, si sono messi in verticale. Sembrava fosse un errore, come se avevano perso la formazione, e scomparvero poco dopo in ordine sparso e non definito".

Nash ricorda che continuarono ad osservare il cielo ma non li videro più. "Erano dischi volanti, e li abbiamo visti", disse Nash.
I piloti contattarono via radio Norfolk e diedero la loro posizione secondo programma, e dopo aver ricevuto conferma, riportarono il loro avvistamento da trasmettere ai militari: "due piloti di questo volo hanno osservato otto oggetti non identificati nelle vicinanze di Langley Field, velocità stimata di oltre 1.000 miglia orarie; altitudine 2.000 piedi".

Mentre il capitano Koepke prese il controllo del DC-4, Nash e Fortenberry iniziarono a lavorare per ricostruire l'avvistamento. Con un Dalton Mark 7, un computer, i due calcolarono l'angolo d'approccio degli oggetti, compreso l'angolo di partenza. La differenza tra i due era di circa 30 gradi, pertanto, gli oggetti avevano fatto un cambiamento di ben 150 gradi in modo istantaneo. Gli oggetti apparvero oltre la zona est di Newport News, e procedettero incontro al DC-4, cambiando poi direzione e procedendo in linea stretta verso ovest. I piloti determinarono che Newport News dista 25 miglia. Dal tempo che impiegarono gli UFO per raggiungere quella posizione, i due arrivarono alla conclusione che dovevano volare ad una velocità di 200 miglia al minuto o 12,000 miglia all'ora. Si è stimato che gli oggetti fossero poco più sotto di un miglio e mezzo dall'aereo, circa 2.000 piedi sopra il livello del suolo, e confrontando mentalmente l'aspetto di questi con un DC-3 a quella distanza, gli UFO vennero calcolati essere grandi sui 30 metri di diametro e sui 4 metri di spessore.

I piloti atterrarono all'aeroporto internazionale di Miami poco dopo la mezzanotte. Entrando all'ufficio operazioni, questi trovarono una copia del messaggio che questi inviarono ai militari, con un'aggiunta: "avviso, un equipaggio di cinque jet era nella zona al momento". Questo non spiega il fatto che loro videro otto oggetti e non cinque, e non erano comunque dei normali jet militari. Alle sette del mattino l'USAF fissa un appuntamento per un interrogatorio per quella stessa mattina. Il maggiore John H. Sharpe e quattro ufficiali del settimo ufficio distrettuale per le indagini speciali incontra Nash e Fortenberry all'aeroporto. In stanze separate, i due furono interrogati per un'ora e 45 minuti, più un'altra mezz'ora insieme. I piloti furono colpiti profondamente dalla bravura e dalla completezza dei loro interrogatori. Furono dati a loro anche una mappa e un bollettino meteo completo della zona, che coincideva con il piano di volo della notte precedente. Nessuna inversione termica, con visibilità insolitamente buona. Dopo il colloquio, gli investigatori fecero sapere ai due piloti di aver ricevuto altri sette rapporti da parte di diversi testimoni che riportarono incidenti analoghi ai loro nel giro di 30 minuti l'uno dall'altro, provenienti tutti dalla stessa zona. Il più significativo tra questi, fu l'avvistamento riportato da un tenente comandante e sua moglie, che descrissero una formazione di dischi rossi che viaggiavano ad alta velocità e fare cambi di direzione immediati.

Nessuno di questi rapporti appare nel Blue Book, anche se tre relazioni volute dall'ATIC nel mese di agosto del 1952, descrivono più oggetti che sorvolarono Washington DC, alle 09:00, la mattina dell'avvistamento. Fortunatamente il NICAP riuscì a conservare alcune copie di alcuni dei rapporti di conferma riguardo la sera del 14 luglio, che furono poi pubblicati sui giornali di Norfolk, Virginia. Anche se nessuno di questi avvistamenti sembrano descrivere manovre identiche che i due piloti riportarono, un paio di questi erano sufficientemente simili da essere presi come ragionevoli e collegabili. Per esempio, un testimone affermò che mentre due testi erano seduti su una panchina nei giardini di Stockley, osservarono dei dischi volanti che giravano per dirigersi verso nord. Riferirono essere sette o otto, il primo dei tre di colore bianco, gli altri di un colore giallo-rosso. In una lettera al direttore del Virginian-Pilot, l'ufficiale della marina, lo stesso che fu accennato a Nash e Fortenberry durante l'inchiesta dell'OSI, riferì di aver avvistato otto luci rosse in direzione di Point Comfort, che procedeva in linea retta per poi scomparire. L'avvistamento avvenne soli 15 minuti prima di quello dei due piloti della Pan American. Particolarmente interessante è che, in seguito alla stampa a proposito dell'avvistamento dei due piloti, un tecnico presso l'impianto NASA di Langley, Virginia, tale Paul. R. Hill, decise di fare alcune osservazioni del cielo per avvistare degli UFO, questo, la sera del 16 luglio. Hill riuscì ad avvistare due oggetti ambrati procedere da Sud e svoltare a ovest. Questi furono descritti eseguire manovre incredibili. Cominciarono a ruotare attorno ad un centro comune, e dopo pochi giri, si formarono in una formazione verticale. Pochi secondi dopo, altri due oggetti simili si unirono ai primi due, e in formazione, i quattro volarono via verso sud. Hill riportando il suo avvistamento ebbe a dire

"Fino a quel momento ero solo uno spettatore affascinato. Ora mi hanno convinto. In quel momento, ho compreso che erano visitatori da un altro mondo. C'è molto di vero nel vecchio detto, "è molto diverso quando ti capita a te". Sapevo che nessuna imbarcazione sulla terra potrebbe mai lontanamente avvicinarsi a quelle manovre".
Al tempo di tutti quegli avvistamenti di dischi volanti, il personale del Blue Book fu sommerso da molti rapporti d'avvistamento, molto di più di quanti potrebbero mai affrontare. Fu il periodo quello, dove gli UFO sorvolarono Washington DC e furono captati anche dai radar. Il caso Nash/Fortenberry venne archiviato come non identificato, lo stesso Blue Book stabilì rapidamente che i cinque jet che volarono in volo fuori Langley, non potevano essere i responsabili dell'avvistamento.

Il caso non venne riesaminato per dieci anni, fin quando, nel 1962, il direttore dell'Osservatorio di Harvard, l'astrofisico Donald H. Menzel, pubblicò un suo libro, "The World of Flying Saucers: A Scientific Examination of a Major Myth of the Space Age. In quel tempo infatti, il professo Charles A. Maney, un fisico del Defiance College, fu occupato in una lunga corrispondenza con Menzel, e quando venne fuori il caso dei due piloti, Menzel cercò di spiegare un caso inspiegabile. Menzel spiegò che il tutto poteva essere spiegato come un riflesso nelle finestre della cabina di pilotaggio. Menzel mise in discussione sia l'indagine dell'Air Force sia la credibilità dei testimoni. In una lettera piuttosto graffiante, Nash protestò contro Menzel:

"Dottor Menzel, indipendentemente dal fatto che l'orizzonte occidentale non fosse abbastanza luminoso, per quanto riguarda la "teoria del riflesso", in primo luogo gli oggetti erano tra noi e l'occidente. In secondo luogo, essi avrebbero dovuto essere riflessi persistenti, coerenti, ed era impossibile che si fossero manifestati in tutte e tre le finestre della cabina di guida nello stesso esatto momento e allo stesso modo. Li abbiamo osservati in primo luogo attraverso il finestrino anteriore. Tenni gli occhi sugli oggetti e li vidi attraverso la finestra curva del parabrezza, ed entrambi abbiamo terminato le nostre osservazioni attraverso il finestrino laterale destro. Questo è il motivo per cui non vi è alcuna prova, che i piloti abbiano visto un riflesso, e voi dite che eravamo troppo eccitati per aver visto fare dei test scientifici piuttosto elementari. Ancora una volta, dottore, i piloti non si eccitano facilmente o non sarebbero piloti di linea, per favore, un po' di rispetto nei nostri confronti?"
Eppure, Menzel ha concluso che le osservazioni di Nash furono frutto di immagini immateriale, fatte di luce. Menzel apparve molto poco obiettivo, poiché lui sapeva benissimo che il bollettino meteo confermava assoluta visibilità e assenza di inversione termiche. Menzel riuscì a costruire uno scenario in cui le inversioni avrebbero comunque potuto essere presenti anche se non rilevabili al servizio meteo. Domanda: come poteva Menzel basarsi su un fenomeno non misurabile e confermabile, ma farlo passare per verità assoluta?

Un ancora sveglio Nash, affermerà nel 2002, in un'intervista dello staff del Project Sign, quanto segue:

"Guardando quella cosa, ci scosse. Ci guardammo l'un l'altro, e tutto ad un tratto, non c'era alcun motivo per dubitare che il nostro mondo non è solo nell'universo. Poiché, nulla avrebbe potuto avanzare a quel grado di progresso scientifico senza che qualcosa non fosse venuto a conoscenza. Bill era appena uscito dalla Marina, ed era completamente a conoscenza dei più recenti sviluppi. Sapevamo solo che non erano di questo pianeta. So oggi, che non era niente di questo pianeta".

Il dottor James McDonald, illustrando il caso all'House Science & Astronautics Committee, nel 1968, conclude:

Il movimento rapido, brusco e il cambiamento da negativo a positivo degli angoli di elevazione, sembrano precludere qualsiasi spiegazione meteorologica, e non vi è alcuna possibilità di spiegare questo in termini di fulmini, meteore, palloni o molti altri fenomeni frequentemente addotte. Nash ha dichiarato che gli oggetti fossero "velivoli guidati da intelligenza". Questo caso è ufficialmente "non identificato".


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L'INCIDENTE KINROSS

Fonte: http://ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10484433

Il 23 novembre 1953, un F-89C dell'USAF, fu inviato dalla base Kinross, a Sault Ste. Marie, Michigan, per identificare un oggetto non identificato apparso sul radar. Per trenta minuti, il jet percorse il Lago superiore, sotto la guida di operatori radio di una stazione remota sulla penisola di Keweenaw. Improvvisamente, durante la fase di intercettazione, il caccia, vicino al bip dell'oggetto non identificato, scompare dagli schermi radar, e poco dopo anche l'oggetto sconosciuto. Una vasta ricerca venne subito organizzata, presso il lago e tutto il litorale, e per i successivi cinque giorni. Nessuna traccia venne mai ritrovata, alcun frammento del F-89 o il suo equipaggio, il pilota tenente Felix Eugene Moncla Jr, e l'operatore radar, secondo tenente Robert L. Wilson.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/20137373941_1.jpg[/img]
Felix Eugene Moncla, Jr

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013737402_2.jpg[/img]
Robert L. Wilson

L'incidente fu documentato come un incontro con un UFO nel libro The Flying Saucer Conspiracy, del maggiore Donald Keyhoe, edito nel 1955. L'USAF dichiarò ufficialmente in seguito, che l'UFO fu identificato come un RCAF Dakota C-47, che volava verso est sul lago superiore. Domanda: si tratta della verità quanto appena detto, oppure si è trattata di una copertura?

Prime domande

Dalla mia indagine riguardo la scomparsa dell'F-89, sono venute fuori tre domande chiave che formano poi in nocciolo del mistero, che, se spiegate, potrebbero portare alla conclusione di questo enigma. Queste sono:

Che cosa ha causato l'allarme?

Questa è la domanda principale, che è ancora avvolta dal mistero. Vale a dire, cosa ha portato la base aerea dell'USAF, la Kinross, ha dare l'allarme e ad inviare un F-89 per l'intercettazione?
Cosa ha visto il radar?

Una seconda domanda senza risposta, è questa: l'F-89 si è fusa con il radar prima del contatto con il velivolo o si è fuso con l'oggetto? E cosa ha causato questo fenomeno?

Che cosa è successo all'F-89?

Una terza domanda senza risposta è cosa è successo all'aereo e al suo equipaggio, dopo che il radar ha perso contatto con loro?
Ricostruzione

Sulla base delle informazioni disponibili, si è cercato di ricostruire la linea temporale, cronachistica, degli eventi di Kinross. La ricostruzione degli eventi sono un tentativo di mettere tutti gli eventi su un quadro logico e coerente, che si possa adattare al meglio con le informazioni a disposizione. Ognuna di queste ricostruzioni, descrive cosa sarebbe successo quella notte, in base alle fonti note.
Ci sono poi altri dati che fanno dubitare della versione ufficiale. Ma, andiamo per gradi.

Cosa ha causato l'allarme

Come già detto, questa è chiaramente l'enigma principale su tutti. Ci sono tre possibilità principali, secondo i resoconti storici, che possono rispondere a questa domanda.
Secondo il rapporto d'indagine redatto dal consiglio incidenti aerei dell'USAF (USAF Official Accident Board's Investigation), l'allarme è causato da un RCAF C-47, che volava a 30 miglia fuori rotta dal suo piano di volo, in direzione est sul lago superiore. Una seconda spiegazione è indicata nel libro del maggiore Keyhoe, The Flying Saucer Conspiracy. Secondo Keyhoe, un PIO (Public Information Officer), che lavorava al Pentagono, gli ha riferito che la causa della segnalazione era un DC-3 canadese su un'area ad accesso limitato. La terza spiegazione si basa sulla trama del libro di Keyhoe, che, la spiegazione non era la segnalazione di un DC-3 che volava su un'area off limits nell'area di Sault Ste. Marie, ma che fosse un UFO che di fatto, non fu mai identificato.

Causa 1: RCAF C-47, fuori rotta

La causa "ufficiale", cosiddetta, dell'allerta di quella sera, si trova nella relazione della commissione dell'USAF, preparata nel dicembre 1953, dal secondo tenente Douglas A. Stuart. Al momento della segnalazione, Stuart stava monitorando dei "Pillow" GCI, presso una stazione USAF vicino la Penisola di Keweenaw. Il tenente Stuart, inizia la sua relazione con quanto segue:

When A-27-T was picked up by Pillow (P-16) it was believed to be VC-912, but because the aircraft was off the flight plan course by about 30 miles, it was classified as "Unknown". Word was received from Naples (P-66) that Horsefly wanted a correlation check on the track."
The unknown aircraft being intercepted was a Royal Canadian Air Force Dakota (C-47), Serial No. VC-912, flying from Winnipeg to Sudberry, Canada. At the time of the interception it was crossing Northern Lake Superior from west to east at 7,000 feet. This flight was approximately 30 miles south of the intended flight path.

Negli ultimi decenni, vi sono state alcune informazioni aggiuntive riguardo la presunta intercettazione "fuori rotta del RCAF C-47". Alcuni ricercatori UFO, hanno interpretato le dichiarazioni come indicazioni del fatto che non vi era alcun velivolo del genere nella notte in cui scomparse sul lago l'F-89.
Un esempio di corrispondenza scritta, riguardo il presunto incontro, è una lettera redatta da un tenente di volo, a nome del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, presso il Dipartimento della Difesa nazionale, a Ottawa, nel mese di aprile 1961, un Jon Mikulich, di Milwaukee, Wisconsin.

La lettera racconta quanto segue:

La ringrazio per la sua lettera del 4 Aprile, riguardo la richiesta di informazioni su un oggetto volante non identificato del 23 Novembre 1953. Un controllo presso i file della Royal Canadian Air Force, non ha fatto emergere alcun rapporto di un incidente che ha coinvolto un aereo RCAF, presso la zona del lago superiore, nella data qui sopra riportata. Possiamo notare che se un aereo non riesce a rispondere ad una richiesta di identificazione, si potrebbe presumere che la radio non fosse funzionante o che l'aereo ha subito un completo guasto elettrico.

La lettera non afferma che non vi era alcun aereo RCAF sul lago, quella notte. Essa si limita ad affermare che non vi era alcuna traccia di un incidente che ha coinvolto un aereo RCAF, quella notte. La lettera ha fatto anche generare alcuni dubbi riguardo la necessità di intercettazione in condizioni in cui un aereo non riesce a rispondere ad una richiesta di identificazione. In oltre, questo solleva il dubbio del perché non vi fosse alcuna menzione di eventuali tentativi di contatto con la fonte sconosciuta, soprattutto nel caso si fosse a conoscenza che quanto captato fosse un aereo RCAF semplicemente fuori rotta. L'ipotesi migliore, per spiegare la mancanza di qualsivoglia tentativo di comunicazione radio con l'ignoto, è che l'USAF volesse utilizzare il momento, ossia volesse far uso di un RCAF-C-47, presumibilmente in quel momento in transito, per simulare un addestramento più reale possibile, mettendo alla prova il personale militare della base Kinross.

Un membro del NICAP, inviò una lettera al RCAF, nel 1963, riguardo una richiesta di informazioni sulla presunta intercettazione. Il Direttore, per le relazioni pubbliche per la RCAF, afferma in una sua lettera datata 24 giugno 1961:

Siamo stati in grado di trovare tutte le informazioni riguardanti un'intercettazione di un RCAF C-47 da parte dell'aereo USAF, F-89, il 23 novembre 1953. Tutte le ulteriori informazioni riguardanti questo argomento dovrebbero provenire dall'USAF. Inoltre, come lei ha affermato, il C-47 stava viaggiando su un piano di volo canadese. Questo sembra rendere l'intercettazione improbabile.

Questa risposta nega quindi che ci fosse coinvolto un RCAF C-47, anche se suggerisce che un C-47 era in volo quella notte, quando l'F-89 scomparve. A seguito di tali indizi, decisi che era importante ottenere maggiori informazioni riguardanti il volo C-47 durante la notte del 23 novembre 1953. La relazione dell'USAF, afferma che, secondo chiaramente una loro indagine, il numero di serie del velivolo fosse VC-912. Avrei scoperto, in seguito, che questo non era il numero di serie del prodotto dell'aereo, ma piuttosto e più genericamente, il codice identificativo assegnato ai fini dell'identificazioni di aeromobili.

Dopo alcune ricerche, sono stato in grado di determinare che questo aereo è stato trasportato dal 412° Squadrone, che aveva base a Rockcliffe, Ontario, nel 1953. Attraverso una richiesta di informazioni al governo canadese, sono stato in grado di ottenere i record di volo per la squadriglia 412 di quell'anno. I record sono semplicemente una sintesi di ogni volo effettuato dall'aereo della squadriglia. Sono stato in grado di individuare la voce più vicina a C-47-912. La missione parti il 21 novembre 1953, dalla base Rockcliffe. Il suo scopo sembra essere quello di trasportare passeggeri. Il volo si fermò ad Uplands, prima di fare scalo presso gli altri aeroporti il 22 novembre. L'aereo ha raggiunto Winnipeg alle 12:20 EST. E' poi partito alle ore 15:55 EST da Winnipeg per raggiungere infine Rockcliffe alle 22:10 EST, vale a dire circa 3 ore dopo che l'F-89 fu perso sul lago. Attraverso la registrazione del volo, sono stato in grado di trovare che l'equipaggio di questo volo è stato composto da Fosberg, Penhold, Scharf e il sergente Lynch. Questo si è rivelato un colpo di fortuna, quando tramite ricerca sugli elenchi telefonici, trovai che il nome Fosberg era appartenente a pochi cittadini abitanti in Canada. Scrissi una mail con la seguente lettera, per ogni Fosberg che riuscivo a trovare:

...sto cercando di individuare i parenti di un certo signor Fosberg, che era un pilota del RCAF, che servì il 412 Squadrone a Rockcliffe, Ontario, nel 1953. Il motivo per cui sto cercando di individuare i conoscenti di questo uomo, è perché sto conducendo una ricerca storica sulla scomparsa di un velivolo USAF F-89 e del suo equipaggio, scomparso al centro del lago superiore, in una missione di difesa aerea da una base USAF vicino a Sault. Ste. Marie, il 23 novembre 1953. La scheda ufficiale sull'incidente, dichiara che l'F-89 è stato inviato ad identificare un velivolo non identificato che in seguito è stato identificato come un Dakota RCAF C-47, VC-912. L'RCAF, ha successivamente negato che questo aereo è stato nello spazio aereo e che non era affatto coinvolto nell'incidente. Ho recentemente appreso, dai documenti del'Archivio canadese, che il pilota del VC-912, quella notte stava volando da Winnipeg per tornare a Rockcliffe, era un ufficiale di volo, il signor Fosberg. Se conosce qualche informazione su quest'uomo, sarei molto grato se potesse contattarmi per telefono, posta o e-mail. Sebbene siano passati molti decenni dopo l'incidente, penso che sia possibile che il signor Fosberg possa essere in grado di fornire informazioni che potrebbero far luce su questa misteriosa scomparsa.

Qualche settimana dopo, ho ricevuto questa risposta da un Gerald Fosberg, che ora vive in Ontario.

Sono il suo uomo! Sono stato al tempo, effettivamente al servizio nello squadrone 412, a Rockcliffe, facendo quello che amavo di più - far volare aeroplani. A quel tempo ero un tenente di volo, sposato con tre figli. Ho servito per 28 anni, dopo mi sono ritirato nel maggio 1974 come maggiore. Ho continuato a volare sui jet aziendali per altri vent'anni. Ricordo il volo abbastanza bene, e ho appena controllato i miei giornali di bordo per confermare la data. E' stato un volo notturno. Probabilmente eravamo sui 7.000 o 9.000 piedi.

Da qualche parte vicino a Sault Ste. Marie, a nord della base Kinross, penso che una stazione di terra (non ricordo se fosse americana o canadese), ci ha chiesto se avevamo visto le luci di un altro velivolo nella nostra zona. Ricordo di aver detto in quel momento, che l'USAF aveva mandato un intercettore per un allarme scramble, ma che avevano perso contatto con questo. Abbiamo risposto che non avevamo visto niente. Qualche giorno dopo, ricevetti la telefonata da qualcuno che stava portando avanti le indagini su Kinross, riguardo un aereo scomparso. Potetti solo dire che non avevamo visto nulla. Quella fu l'ultima volta che sentì parlare dell'incidente. Mi dispiace! Tuttavia, se il mistero è stato risolto, mi faccia sapere la risposta.

La lettera di Fosberg, ha confermato che era stato il pilota del C-47 quella notte, e confermò anche la comunicazione radio dopo la scomparsa dell'F-89. Gli chiesero se avesse visto l'F-89, ma rispose negativamente. Questo in parte conferma alcuni dettagli riguardanti la denuncia dell'incidente, come si afferma al seguente punto 6 del modulo 14 N.53-11-23-5 sul C-47:

Il pilota ha dichiarato che si trovava a 5.000 piedi al tempo approssimativo dell'intercettazione, con visibilità illimitata. Egli ha anche affermato che non sapeva di essere intercettato e che non ha visto l'F-89

In un'ulteriore conversazione con il pilota, non era chiaro che fosse consapevole del fatto che l'F-89 stava cercando di intercettare il suo aereo e il ritorno del radar dell'F-89 fu osservato fondersi, probabilmente con il suo aereo, appena un secondo prima che si perse il contatto con l'aereo. Inoltre Fosberg, chiarì che non c'era alcuna possibilità che il suo aereo era fuori rotta di ben 30 miglia, in qualsiasi momento durante il volo. Mi riferì che a causa del sistema di navigazione radio utilizzato, sarebbe stato ben consapevole, se il suo aereo avesse virato fuori rotta di volo. Il pilota riuscì a ricordare il suo percorso di volo. Quella notte il C-47 volò sopra l'aeroporto di Fort William (ora Thunder Bay) e su Sault Ste. Marie. Il pilota ricordava che la traiettoria di volo sopra il lago, era un percorso rettilineo da Fort William a Sault Ste. Marie. Analizzando quindi quanto dichiarato da Fosberg, mi sembra chiaro che l'affermazione dell'USAF, a proposito di un C-47 fuori rotta di volo di 30 miglia, era una menzogna. L'esame di queste prove suggeriscono le seguenti possibilità per quanto riguarda la spiegazione ufficiale:
Una possibilità è che il C-47 non è mai stato fuori rotta, ma che l'ordine d'allarme fu comunque attivato dall'USAF, per simulare un'intercettazione dell'RCAF, in quanto forniva l'occasione per testare l'intercettazione di una potenziale minaccia. Una seconda possibilità è che il C-47 era fuori rotta, e che il pilota semplicemente non era a conoscenza di questo o lo aveva dimenticato.

La terza possibilità è che il C-47 non è stata la causa della segnalazione, ma è stato il capro espiatorio più conveniente per intercettare un tentativo non riuscito per un altro velivolo sconosciuto. La prima possibilità, suggerisce che parti del rapporto ufficiale, contengono informazioni errate, che devono essere messe in relazione per motivi forse politici. E' difficile capire le motivazioni di aver deliberatamente messo questo tipo di errate informazioni nel rapporto dell'incidente. L'USAF cercò forse di evitare la colpa riguardo la perdita dei suoi piloti durante una missione di addestramento non necessaria? Questo può essere possibile, ma altamente improbabile dato che molti aerei dell'USAF e i suoi equipaggi, sono stati più volte persi durante addestramenti di routine, in quel periodo di tempo. L'USAF vuole forse evitare un'ammissione imbarazzante, riguardo l'aver violato lo spazio aereo canadese senza il permesso delle autorità canadesi? Questo può essere possibile, ma anche altamente improbabile, poiché gli aerei dell'aeronautica militare di entrambi i paesi, volarono in ogni spazio aereo in tante altre occasioni, anche solo per divertimento o in missione per testare la reattività.

Cosa ha visto il radar?

Secondo il rapporto dell'incidente della commissione USAF, il ritorno radar dell'F-89 si sarebbe fuso con il ritorno con quello dell'RCAF C-47, poco prima che si perse definitivamente contatto con i piloti.
I rapporti di Keyhoe, indicano che il ritorno radar dell'F-89 non si fuse con qualcos'altro sul radar. La fonte di Keyhoe gli confidò, che l'F-89 era a miglia di distanza dal bip dell'altro oggetto, quando questi si schiantò nel lago superiore. Da allora, altri hanno fatto valere la possibilità che il ritorno radar dell'F-89 si fosse fuso con il ritorno di uno stormo d'uccelli o forse con un eco radar fantasma proveniente dall'aero stesso. Secondo Keyhoe, l'F-89 era a caccia di un UFO quando si osservò il bip dell'aereo fondersi con quello dell'UFO.

L'F-89 si è fuso con l'RCAF C-47

Il rapporto ufficiale della Commissione d'inchiesta dell'USAF, afferma quanto segue, a pagina due del modello 14, riferendosi all'F-89 e all'"aeromobile sconosciuto":

...è stato riferito al pilota che l'aero non identificato si trovava alle ore 11, a dieci miglia di distanza. Il ritorno radar da parte dell'altro velivolo continuava il suo percorso di volo originale, mentre il ritorno dell'F-89 era scomparso dal campo di applicazioni della stazione radar.

Un paio di paragrafi dopo, sotto la voce "Ricerca e Analisi", la relazione individua l'aeromobile sconosciuto:

Il velivolo sconosciuto era un Royal Canadian Air Force Dakota (C-47), Numero di serie VC-912, in volo da Winnipeg a Sudberry, Canada. Al momento delle intercettazioni, stava attraversando la parte nord del lago superiore da ovest a est a 7.000 piedi. La traiettoria di volo è stata di circa 30 miglia a sud della traiettoria di volo prevista.

Le uniche informazioni contenute nella relazione che possano supportare l'identità dello sconosciuto è contenuta nella dichiarazione scritta del secondo tenente Douglas A. Stuart, il controllore GCI. La sua dichiarazione si apre identificando l'ignoto:

Quando l'A-27-T è stato ripreso dal PIllow (P-16), è stato creduto di essere il VC-912, ma poiché l'aereo era fuori piano di volo di circa 30 miglia, è stato classificato come "sconosciuto".

Dalle informazioni che ho ottenuto nel corso della mia ricerca, ho concluso quanto segue riguardo la spiegazione ufficiale:
Il C-47 dell'RCAF, numero di serie VC-912, sta volando sopra il lago superiore da ovest a est quando venne intercettato, su un volo da Winnipeg, Manitoba alla sua base Rockcliffe, nei pressi di Ottawa, Ontario. Il pilota di questo aereo era Gerald Fosberg, il quale afferma che il suo aereo non è mai stato fuori rotta durante questo volo. Egli afferma che al massimo si poteva essere fuori di 5 miglia, grazie al sistema di navigazione. Tutto questo, è stata una probabile fabbricazione dell'USAF, e mette in discussione la dichiarazione del tenete Douglas A. Stuart.

Quanto riferito dall'USAF a proposito di una missione di intercettazione, è stata messa in discussione dal corrispondente dell'RCAF. Dalla dichiarazione di Stuart, questi suggerisce che l'identità dell'RCAF C-47, era conosciuta in tutta la fase di intercettazione. I controllori GCI dell'USAF stavano seguendo il suo corso. E' possibile che l'RCAF e il pilota dell'aereo non erano a conoscenza che il loro velivolo era di fatto fuori rotta e che quindi fu inseguito per motivi di sicurezza nazionale, da parte di un F-89? Nella relazione sull'incidente, non viene indicato che l'USAF abbia indicato all'RCAF o al pilota del C-47, che il suo aereo era un obiettivo per una missione di intercettazione. Se davvero l'aero era fuori rotta, come mai l'USAF non ha contattato l'RCAF e/o il pilota del C-47 per far presente che fossero di fatto fuori rotta? Niente di tutto questo è stati mai indicato nelle relazioni. Se invece l'RCAF è stato informato del fuori rotta di un loro aereo, allora sembrerebbe probabile che un qualche tipo di indagine sarebbe stata seguita al fine di determinarne le cause, e ricerche per risolvere l'imprevisto. La mia corrispondenza con il pilota dell'RCAF, Gerald Fosberg, indica al contrario, che nessuna indagine del genere è stata mai fatta dall'RCAF.

E' possibile quindi che l'USAF utilizzò il C-47 come pretesto per simulare un operazione di intercettazione. Ma allora, se così fosse, perché avrebbero dovuto mentire? Nel corso del 1950, tutti i tipi di aerei dell'aeronautica militare caddero in missioni di addestramento, e nessuno ne fece mai mistero.
Se la dichiarazione rilasciata dal tenente Stuart contiene di fatto un errore, circa lo scopo della missione di intercettazione, credo che questo probabilmente indichi un falso deliberato per coprire qualcosa di più sinistro, come ad esempio un inseguimento con un UFO che si concluse con la scomparsa di un F-89 e del suo equipaggio.

L'F-89 e la fusione con "Nulla"

Questo problema della scomparsa dell'F-89 è contenuta all'interno del libro dell'investigatore UFO, Donald Keyhoe, in The Flying Saucer Conspiracy. Durante la sua indagine in merito alla scomparsa dell'aero militare, Keyhoe fece svariate telefonate al primo tenente Robert C. White, un ufficiale delle informazioni pubbliche, e alla stampa dell'Air Force presso il Pentagono. Quando Keyhoe chiese al tenente White della dichiarazione ufficiale fatta da Truax Field, riguardo il fatto che l'F-89 si era fuso con un oggetto a 70 miglia al largo di Keweenaw Point, il tenente White rispose: Non è vero. Quando Keyhoe chiese se la storia dell'AP fosse sbagliata, White disse: Beh no. La parte sulla "fusione" è stato un errore. Il secondo bip proveniva da un oggetto a miglia di distanza dall'F-89. Quando allora Keyhoe chiese perché gli operatori del GCI dichiararono che i due bip si erano "fusi", il tenente White rispose: hanno solo letto il tracciato sbagliato.

E' importante notare che la fusione di due oggetti su radar non equivale necessariamente ad un reale contatto fisico. In primo luogo, l'F-89 poteva volare ad quota diversa, passando sopra o sotto il suo obiettivo. Tuttavia è strano che gli operatori GCI avrebbero affermato che gli oggetti si erano fusi, quando gli obiettivi dovevano secondo altri, essere a chilometri di distanza. Se l'apparecchiatura e gli operatori fossero inaffidabili, sarebbe per il sistema radar impossibile guidare il pilota verso l'obiettivo da identificare. Le dichiarazioni del tenente White, indicano che i funzionari dell'Air Force e del Pentagono, erano preoccupati per le implicazioni di un'intercettazione con un UFO che ha poi portato alla scomparsa di un loro aereo. Se la scomparsa è da attribuirsi ad una collisione, crash o cattura del velivolo militare, questo comporterebbe che esiste la minaccia che intrusi possono violare lo spazio aereo. Questo porterebbe a dimostrare un inefficienza del sistema americano riguardo la Difesa. Si potrebbe poi suggerire un intento ostile dell'UFO ai danni dell'aereo. L'USAF era già preoccupata a livello mediatico, sulla possibilità che gli UFO fossero di una civiltà tecnologicamente superiore alla nostra. Chiaramente l'USAF non voleva che il pubblico si allarmasse con la consapevolezza che l'USAF fosse vulnerabile e che non riuscisse a difendere ciò che dovrebbe.

L'F-89 e la fusione con la riflessione radar

Questa teoria è stata soprattutto avanzata come spiegazione alternativa dagli scettici, che usano questo come mezzo per smontare testimonianze e prove radariche. I radar "fantasmi" sono un anomalia reale che è causata dalla riflessione del ritorno radar da uno strato atmosferico. Questo può creare un ritorno secondario dal bersaglio radar che viene visualizzato in una posizione diversa dal rendimento reale sul radar. Alcune persone, che cercano di screditare la testimonianza di operatori radar, suggeriscono che incognite radar, che sono identificati come velivoli reali, in realtà corrispondo solo a riflessi fantasma di bersagli radar veri e propri, o al massimo di stormo di volatili o altre anomalie atmosferiche. Nel caso dell'incidente di Kinross, i "radar ghost" compare come spiegazione in un file del progetto Blue Book. E' importante notare che non c'è mai stato un accertamento effettivo dal BB sul caso di Kinross, apparentemente perché l'incidente non è mai stato segnalato all'ufficio del Blue Book come un caso UFO. Il file nel Blue Book è stato aperto solo a causa di una risposta da parte di alcune richieste da parte del pubblico all'Air Force, sul fatto che l'oggetto che l'F-89 fu chiamato ad identificare, fosse realmente un UFO. Chiaramente chi portò avanti la teoria per spiegare i bip radar fu il debunker, famosissimo, Donald Menzel. E' altamente improbabile che gli operatori GCI, guidarono un F-89 a oltre 150 miglia sopra il lago superiore verso uno stormo di uccelli o un riflesso. Tuttavia, se fosse così, perché l'Air Force non ha supportato questa spiegazione? Forse perché l'Air Force sapeva che era falso?

L'F-89 e la fusione con un UFO

E' stato nel libro di Donald Keyhoe, che questi ultimi suggerì che l'F-89 si sarebbe fuso con un UFO sul radar. Stranamente nel suo libro non si fa menzione del RCAF C-47. L'unico altro aeromobile di cui si nomino, era il canadese DC-3, che infatti la fonte di Keyhoe gli riferì, ovvero il tenente White. Il funzionario del Pentagono, riportò di persona il fatto e confermava, che era un DC-3 che si era perso per errore. Fu solo in un successivo momento, dopo che il libro è stato pubblicato da Keyhoe, che l'UFO era un non meglio identificato RCAF C-47. Il C-47 era una versione militare del DC-3. Nel libro di Keyhoe, i due piloti del DC-3 sono stati intervistati dal programma radiofonico di Frank Edwards. In questo programma, i piloti negarono di essere stati a Soo Locks. C'è una stranezza. Niente ha mai parlato di un DC-3, tutti gli articoli dell'epoca riportavano le voci di un C-47. Solo quest'ultimo venne definito come l'obiettivo per l'intercettazione.
E' possibile che Keyhoe si basasse sull'intervista fatta dal programma di Frank Edwards? Oppure è stato Edwards a intervistare semplicemente due piloti canadesi di un DC-3 per una voce mai poi rilasciata realmente dall'Air Force. La spiegazione di un DC-3 agli eventi, fu una disinformazione alimentata da Keyhoe e altri, probabilmente per screditare la loro storia, o era l'USAF confusa temporaneamente circa gli eventi accorsi quella notte? Secondo il NICAP (l'organizzazione di studi sugli UFO capitanata da Keyhoe), c'erano due spiegazioni riguardo le voci tirare in ballo dall'USAF. La prima era il DC-3, un aereo di linea commerciale canadese, che si era perso per Soo Locks per errore. Il secondo era il famoso C-47, volare a 30 miglia fuori rotta dal suo piano di volo originario, da ovest ad est sul lago superiore. La seconda spiegazione è chiaramente più credibile rispetto alla prima, in quanto non vi è alcun modo per spiegare perché 'F-89 si doveva lanciare fino a Soo Locks per un aereo commerciale semplicemente fuori rotta. D'altra parte, se l'USAF, era davvero confusa circa l'identità dell'UFO segnalato, allora avrebbe avuto perfettamente senso a trovare difficoltà riguardo una spiegazione per l'intercettazione. Nel libro, Keyhoe suggerisce che ci fosse un terzo UFO o un aereo non identificato, che aveva causato l'allerta quando apparse sui radar presso Soo Locks. Se un aereo identificato, fosse penetrato presso l'area ristretta di Soo Locks, la prima azione sarebbe probabilmente un avviso al pilota del velivolo, anche se avrebbe senso inviare comunque un jet in caso l'aereo avesse intenzioni ostili. Se un aereo non identificato fosse penetrato in uno spazio aereo in una zona come Soo Locks, allora avrebbe certamente senso inviare un jet intercettore per identificarlo e intraprendere azioni appropriate. Se l'F-89 avesse inseguito un aereo non identificato da Soo Locks fin fuori il centro del lago, e poi scomparso dal radar dopo la fusione sullo schermo con il velivolo sconosciuto, allora questo sarebbe un mistero. Se l'USAF non è riuscita ad identificare il velivolo intruso, è possibile che si sarebbe attuato un meccanismo di copertura, anche se il velivolo fosse semplicemente un aereo non identificato. In questo caso, avrebbe senso fabbricare una storia falsa riguardo all'intercettazione di un RCAF C-47, anche se coscienti non essere vero.

A questo punto, se l'oggetto non fosse stato identificato, ciò ci suggerisce due possibilità: L'USAF e l'RCAF non sono mai stati in grado di identificare l'oggetto, poiché hanno perso il contatto radar con questi prima di sbarcare. L'USAF e RCAF non sono stati in grado di identificare l'aereo che doveva atterrare in un aeroporto. Forse era un elicottero in grado di atterrare ovunque, anche se sembra molto improbabile che un elicottero possa andare più veloce di un F-89 per una distanza così lunga. Questo può invece anche suggerire, in mancanza d'altro, una possibile origine sconosciuta. Un effettivo UFO.

Cos'è successo all'F-89?

E ora il mistero su tutti.

Il documento dell'USAF, spiega che l'F-89 si sarebbe schiantato presso il Lake Superiore, il lago superiore, quando si perse il contatto radar o poco dopo. In un secondo momento poi, l'USAF suggerì che l'F-89 probabilmente si sarebbe schiantato presso il Lake Superior, o per la via presso Kinross, dopo che l'intercettazione fu completata.
Delle persone dell'Algoma Railway, a Limer, Ontario, sentirono uno schianto di un jet nella parte orientale del lago superiore, in un tempo non ben specificato, dopo che il contatto radar si perse con l'F-89. Questo suggeriva la possibilità che l'aereo si schiantò presso un cespuglio ad est. Un'altra possibilità, più estrema, è che l'aereo sarebbe stato catturato dall'UFO che stava inseguendo.

L'F-89 si è schiantato nel Lake Superior?

Il rapporto ch fu preparato dall'Official Accident Investigation Board, conclude riguardo al destino dell'F-89:

L'aereo si è schiantato, probabilmente nelle acque canadesi del Lake Superior, immediatamente prima o al momento dell'intercettazione.


Era probabile che nella scheda d'indagine non si potesse giungere ad altre conclusioni, dato dal semplice fatto che nessuna traccia dell'F-89 o dell'equipaggio furono trovati nel lago e nel litorale. Dato che il segnale IFF dell'F-89 si perse al momento in cui scomparve il bip sul radar, si pensò che si fosse schiantato proprio in quel preciso momento. Se l'F-89 si schiantò sulla superficie del lago, questi si sarebbe dovuto modestamente danneggiarsi, mantenendo il relitto abbastanza integro, in parte. Tuttavia, solo piccoli pezzi di detriti galleggianti sarebbero stati recuperati in superficie, con chiazze d'olio e altri fluidi idraulici. Le ricerche iniziarono con una visibilità piuttosto limitata, e fu probabile che per questa ragione, i soccorsi non riuscirono a veder bene i resti.
Teoricamente, potrebbe essere ancora possibile individuare i frammenti di metallo dell'F-89 nella parte inferiore del lago superiore, utilizzando un sommergibile equipaggiato con un sonar per sondare il fondo del lago. Fin quando ciò non sarà fatto, non è possibile affermare che l'F-89 si sia realmente schiantato in questa zona.
Senza una conferma affermativa della posizione dei relitti, ci saranno sempre delle domande su ciò che fu il reale destino dell'equipaggio e dell'aereo. L'F-89 si schiantò presso i cespugli ad est del lago superiore? Dato che l'ultimo punto di contatto fu nello spazio aereo canadese, la ricerca presso il lago superiore fu coordinata dal RCAF Eastern Area Rescue Cordination Centre, di base a Trenton, Ontario. Gli sforzi in territorio americano, furono invece seguiti dal 49° Air Rescue Squadron da Selfridge AFB, vicino Detroit, Michigan.
Ci furono testimonianze interessanti che potrebbero aiutare a capire il luogo di schianto dell'aereo. Una segnalazione, venne fatta da un equipaggio dell'Algoma Central Railway, che operava a Limer, a breve distanza ad est da Wawa, Ontario, la notte in cui l'F-89 scomparve. I lavoratori della ferrovia, riferirono di aver sentito un jet che volava basso, seguito da un suono di uno schianto. In origine, gli investigatori respinsero la relazione perché il tempo segnalato per l'incidente, dato dal tempo intercorso, in quel caso l'aereo avrebbe già dovuto finire il carburante, senza riuscire ad arrivare in loco. Più tardi infatti, un testimone indicò di aver sbagliato i tempi. Con lusinghe da parte del padre della vittima, Robert L. Wilson, l'USAF riaprì la ricerca. Quest'ultima venne condotta dall'USAF nella primavera del 1954, ma non portò a nulla di nuovo.

E' difficile valutare se le testimonianze che sentirono lo schianto di un jet a bassa quota, erano affidabili. Se il suono era proprio dell'F-89, è opportuno ora spiegare come avrebbe potuto volare a partire dalla metà del lago superiore fino a raggiungere la zona di Wawa, nell'Ontario, senza essere poi rilevato dai radar. Dai rapporti letti sull'incidente, sembra evidente che il crash fu osservato da almeno tre o quattro diversi siti radar USAF. Ho anche sentito dire che l'incidente fu probabilmente registrato da almeno un impianto radar canadese. Sicuramente, se l'F-89 era ancora in volo dopo il contatto radio e radar delle ore 18:55 EST, un qualche tipo di riflessione radar del velivolo doveva pur essere osservata in quel l'arco di tempo. Un interessante dettaglio viene dal tenente Stuart, che riportò di come alcuni segnali dell'aereo tornassero lievemente dopo la scomparsa iniziale. Il ritorno del bip dell'aereo, fu discusso in alcune indagini, ma era invece assente in altre. Fu riferito anche che le comunicazioni radio tra l'F-89 e il GCI, erano sporadiche e non molto funzionanti, durante il volo sul lago, date forse da interferenze elettromagnetiche dell'UFO, o trattasi di cause meteorologiche?
Interessante che tali malfunzionamenti non furono notati invece dal tenente Mingenbach, Nordeck e dal capitano Bridges, che quella notte volarono proprio nella zona già attraversata da Moncla e Wilson. E' anche interessante notare la testimonianza del tenente Mingenbach, riguardante la trasmissione radio che sentì 40 minuti dopo il contatto radio e radar con l'F-89. Egli riferì che la trasmissione sembrava non voluta, ma accidentale, come un'intrusione non calcolata. Il pilota riconobbe la voce del tenente Moncla dal suo caratteristico accento meridionale lento. La testimonianza di Mingebach, fa supporre che l'aereo non si schiantò subito dopo esser scomparso dai radar? In caso affermativo, cos'è successo all'equipaggio e all'aereo?
L'F-89 è stato catturato da un disco volante? La teoria è stata proposta da Keyhoe. La base di questa ipotesi è così riassunta: Keyhoe viene svegliato da una telefonata notturna, proprio la stessa notte che scomparve l'aereo. La telefonata fondamentalmente si basava da un rumor formatosi alla base Selfridge, che pare mormorassero di una collisione con un disco volante. L'USAF fornì spiegazioni contraddittorie per l'intercettazione, suggerendo quindi un insabbiamento. Keyhoe parlò dell'incidente con un amico, e conclusero che, in mancanza di detriti, corpi, ect, era logico supporre che fosse stato l'UFO a catturarli. Ad oggi non sappiamo chi telefonò a Keyhoe, ma fu ovvio che quella base sapeva tutto, dato che fu fondamentale per l'intercettazione del velivolo. L'allarme venne mandato proprio da li, quindi sapevano, come è evidente che svariati siti radar in USA dovevano aver visto sui radar l'evento, ma ebbero successivamente tutti un profilo basso e schivo sui media, successivamente alla tragedia. Tuttavia, ci sono altre ragioni che potevano portare ad un cover-up da parte dell'USAF? Ho cercato di formulare scenari alternativi. L'USAF è stata coinvolta in una missione di addestramento pre-pianificata che aveva come scopo quello di intercettare un vero e proprio bombardiere sovietico oltre il confine canadese. Usarono la storia dell'C-47 come scusa, inventando che fosse in volo fuori rotta a 30 miglia per evitare incursioni non autorizzate in territorio canadese. Il problema con questo scenario tuttavia, è che le incursioni non programmate di aerei americani nello spazio canadese erano, a quanto pare, non rare in quel periodo. Incursioni di aerei canadesi militari entravano in spazio usa, e viceversa, per mettersi la prova gli uni con gli altri. Una seconda possibilità è che le contraddizioni siano da scarsa comunicazione e confusione. Sarebbe importante capire se l'USAF abbiamo mai fatto realmente valere la possibilità che ci fosse un DC-3 canadese nello spazio aereo di Soo Locks. Come sappiamo, fu il tenente White a far uscire questa storia, raccontandola a Keyhoe. Come si spiega questo? Il tenente si era forse sbagliato o non era abbastanza informato sugli eventi? Keyhoe affermò che Frank Edwards aveva intervistato due piloti che si trovavano in zona quella notte, ma come già scritto, questi negarono. Ci sono delle registrazioni di quest'intervista? Chi erano questi piloti? Sappiamo bene che questi non erano gli stessi del C-47, ma altri. Nessun dato ha portato notizie di traffico aereo non identificato sull'area di Soo Locks quella notte. L'impossibilità di individuare il velivolo, mantiene tutto il mistero ancora molto fitto e non chiaro, ma non fornisce neanche prove convincenti che si trattasse di un disco volante.

Ricostruzione dell'incidente

Ricostruiamo gli eventi in modo cronachistico, per provare a capire meglio cosa avvenne quella notte.

Posizione iniziale e ora

Sappiamo per certo che la posizione d'origine era la base Kinross AFB, e l'orario indicato 18:22 EST.

Fine della posizione e ora

La posizione finale ufficialmente nota dell'F-89 è indicata quando il bip di questi scomparve dai radar durante la fase di intercettazione con l'altro oggetto volante. Coordinate 4800 N e 8649 W, con orario indicato 18:55 EST.

Indicazioni iniziali

Le fasi di comportamento iniziali eseguite dall'F-89 erano di posizionarsi a 300 gradi magnetici. Dato declinazione magnetica di 1 grado e 30 secondi ad ovest.

Indicazioni finali

Le indicazioni finali fornite dal GCI ai piloti, era di svoltare a 270 gradi (ore 18:47EST) e svoltare successivamente a destra di 20 gradi magnetici (18:30T), ore 18:51 EST

"Pigeons to Home Plate"

La richiesta del pilota, "piccioni a casa base", fu comunicata alle ore 18:50 EST. Questo è presumibilmente una richiesta d'azione per il ritorno alla base. Gli ultimi dati indicano manovre a 150 gradi magnetici e distanza a 125 miglia la distanza al punto di ritorno.

Mia analisi

La fonte primaria di queste informazioni, con l'eccezione delle effettive coordinate finali, viene dalle dichiarazioni fatte dal controllore GCI, Douglas Stuart. Le coordinate finali invece, provengono da un telex dell'USAF e da una relazione dell'RCAF SAR. Quando queste informazioni vengono proiettate in una mappa, per capire meglio, si scopre che alcune informazioni risultano mancanti o almeno imprecise o incomplete. Suggerisco che alcune delle informazioni inesatte possono essere semplici errori tipografici. Oppure, è possibile anche se fossero errori deliberatamente voluti dall'USAF per creare confusione circa il percorso di volo effettivo dell'F-89.
Prima omissione o errore La prima omissione o errore, riguarda il vettore iniziale. Se l'indicazione iniziale era di 300 gradi magnetici, allora il pilota ha dovuto fare un ulteriore girata a dritta nelle prime fasi del volo. Senza seguire questa indicazione, il pilota non poteva raggiungere il confine canadese dove si è poi verificato l'intercettazione. In alternativa, è possibile che il comando era una virata di 320 o 330 gradi. La manovra iniziale di 300 gradi è indicata nei rapporti solo una volta, quindi questo potrebbe essere un errore tipografico o un errore attentamente inserito.
Secondo errore

Penso che la fase finale, "piccioni a casa base" con le misure di distanza per il ritorno dei piloti, sia sbagliata. Se il pilota si trovava a soli 125 miglia dalla base, alle ore 18:50 EST, significa che l'F-89 doveva volare per un minimo di 38 miglia negli ultimi 5 minuti. Ciò equivale a dover procedere ad una velocità di 460 mph. Se l'F-89 ha percorso 125 miglia nei primi 28 minuti di volo, la velocità media del velivolo doveva essere di 268 mph. Avrebbe senso notare, che durante la fase di intercettazione, il pilota doveva rallentare nei minuti finali, appunto perché si trovava nella fase di intercettazione per un velivolo che, se ci basiamo su una velocità di un C-47 o di un DC-3, doveva essere sui 170 mph, supponendo sempre che l'F-89 stava realmente seguendo uno di questi due modelli di aerei. E' probabile che i dati di ritorno dovevano essere più vicini ai 130 o ai 140 gradi, anche se questo può essere una discrepanza minore, e non necessariamente un errore rilevante.
Ci sono due possibili scenari alternativi riguardo ai percorsi di volo che avrebbe seguito l'F-89. Il tutto ovviamente basato dai rapporti dell'USAF.

Scenario 1
Baso questo primo scenario nell'assumere l'angolo iniziale essere di 300 gradi magnetici. Ciò implica una svolta a destra nelle prime fasi di volo.

Di seguito i dati
Initial Bearing: 300 degrees at 18:22 EST
Starboard Turn to 330 degrees at 18:31 EST
Port Turn to 270 degrees at 18:47 EST
Starboard turn to 20 degrees at 18:50 EST
Contact at 18:55 EST

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/20137374053_3.jpg[/img]

Scenario 2

Il secondo scenario si basa sul presupposto che non ci fosse alcun omissione dalla deposizione dell'operatore Stuart. Ho ipotizzato un angolo magnetico iniziale di 320 gradi.
Initial Bearing: 320 degrees at 18:22 EST
Port Turn to 270 degrees at 18:47 EST
Starboard Turn to 20 degrees at 18:50 EST
Contact at 18:55 EST

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/20137374127_4.jpg[/img]

Questa ricostruzione propone che l'F-89 intercetta un C-47, che, in base a posizione e velocità al momento del velivolo militare, questi iniziasse l'inseguimento alle ore 18:15 EST.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013737420_5.jpg[/img]

Le indicazioni date all'F-89 sono coerenti per manovre di intercettamento di un velivolo che aveva come piano di volo un movimento a linea retta sul lago superiore da Fort William a Sault Ste.Marie, ma, per ragioni sconosciute, stava volando a tre miglia fuori piano di volo. Un possibile cambio di rotta è coerente nel caso ci si fosse resi conto di essere fuori rotta, e quindi cambiare direzione per tornare nella giusta direzione, con l'F-89 che ha continuato a seguire il velivolo fino nello spazio aereo canadese. I problemi notabili che vedo con questo scenario è che il C-47 volava proprio sopra Fort William nel suo percorso verso Sault Ste.Marie. Anche se l'aereo avesse commesso un grave errore, è difficile immaginarsi uno scenario probabile di intercettazione, sulla base di un volo in partenza da Fort William. Notare anche che in questo scenario, il percorso di volo del C-47 è di gran lunga al sud per un ritorno radar. Se il piano di volo dell'aereo canadese, era una linea retta da Fort William a Sault Ste. Marie, allora è altamente improbabile che l'aereo si trovasse in una zona con ritorno radar, a meno che il C-47 non fece più errori di navigazioni, in contrasto poi con le affermazioni di Gerald Fosberg.

Scenario 2 ipotesi

In una lettera in riferimento all'incidente di Kinross, l'RCAF ha riferito che il volo del C-47 sarebbe avvenuto interamente in territorio canadese. Ciò implica che il piano di volo non era in linea rotta da Fort William a Sault Ste. Marie, come fu detto dal tenente Fosberg. Si sono tirar giù due ipotesi. La prima, riguarda la possibilità che la prima tappa del C-47 fosse sul lago superiore, iniziando da Fort William e concludendosi a Wawa. La seconda tappa indicherebbe uno scalo verso sud, fino a Sault Ste. Marie. Fosberg, mi indicò che la navigazione fu effettuata utilizzando i radiofari direzionali o segnali. Ciò implica per me, che tutti i segnali fossero provenienti da installazioni da terra, canadesi, anche se forse ce n'era una posta sul lago superiore. Dal punto di vista del C-47, questo sembra presentare uno scenario più realistico dato da una fallita intercettazione da parte dell'F-89. Se l'aereo militare fosse stato inviato per identificare l'aereo canadese, per una semplice esercitazione militare, e se in realtà l'aereo canadese non fosse mai stato fuori percorso di volo, come dichiarato da Fosberg, il tutto diventerebbe molto più sensato.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/20137374230_6.jpg[/img]

Testimonianze importanti

E' stato grazi agli sforzi del ricercatore UFO del Michigan, John Tenney, che la maggior parte dei documenti mancanti sul rapporto d'inchiesta sull'incidente di Kinross furono rivenuti. Probabilmente le informazioni più interessanti, provengono dalla testimonianza del tenente Bill Mingenbach, precedentemente nominato. La notte in cui l'F-89 scomparve, il tenente Mingenbach, fu inviato in volo dopo che si persero i contatti con Moncla e Wilson. Il pilota tentò svariate volte di contattare i due piloti su ogni canale disponibile. Verso le 07:35 EST, Mingenbach ed il suo osservatore radar ascoltarono una breve trasmissione radiofonica sul canale 10. Entrambi i membri dell'equipaggio crederono che la voce sentita fosse quella di Moncla, dato dal suo accento meridionale. La trasmissione era solo una durata di pochi secondi e sembrava una trasmissione accidentale, a proposito di un qualcosa che stava dicendo al suo operatore radar. Nella sua testimonianza orale alla commissione d'inchiesta, Mingenbach dichiarò che nel messaggio sentì dire "penso che sia meglio" seguito da altre parole che non riusciva a ricordare. Cercarono di contattare, ma fu tutto inutile. Non ci fu risposta. Fu molto strano per i piloti ricevere una trasmissione non identificata su una frequenza militare, senza risposta. E' ancora più strano poi pensare che fosse Moncla e il suo operatore radar quelli ascoltati nella trasmissione, dato che questo evento avvenne almeno mezz'ora dopo l'effettiva scomparsa dell'equipaggio. La perdita del contatto radar con l'aereo implica forse una delle due possibilità:
La perdita simultanea del segnale IFF di ritorno del radar dell'F-89 indica che si era schiantato contro il lago. C'erano già stati altri problemi di comunicazione radio tra l'F-89 durante il volo. Se il messaggio radio proveniva da Moncla, chiaramente non poteva trasmettere dopo un crash in un lago, e se lo era, di certo si doveva trattare di un "MAYDAY - Avenger red is down". Una seconda possibilità è che il messaggio fosse stato registrato in precedenza e successivamente riprodotto.

La parte originale e fondamentale della testimonianza riportata dal tenente Mingenbach:

Q. Were you able to recognize any words or phrases that were spoken?
A. Sir, when the transmission came I believe I was saying something to my radar observer, therefore when I read this in the UHF I immediately stopped talking, but since my mind was on a different subject - I believe he said "I think we had better" and then several other words that I do not remember were stated. It was broke in after the sentence was started and cut out after it was finished. It sounded like an accidental transmission if it was transmitted by a weak transmitter it may have been on the air some time before I picked it up. When it came through, it was 3x3 or 4x4 full volume and clear.
Q. Are you sure it wasn't the control.
A. Sir, it was either Lt. Mancla or Lt. Nordeck. I questioned my radar observer later and he said it sounded like Lt. Mancla. It was a southern accent.
Q. The only reason why you think it could have been Mancla was due to the accent?
A. Yes sir, his voice was very recognizable on the radio. I had flown with him frequently in the past year. I believe I could recognize 85 or 90 percent of our squadron on the radio.
Q. You can't recall any of the words he said except "I think we better"?
A. Sir, that's all I could get out of it. If I thought hard enough, I might come up with an answer that might not be correct. I am not certain enough to make a positive and useful statement to anyone. I also want to emphasize that I am not positive it was his voice not so much as I thought it would be worthy of inclosure in my statement?
Q. You made this attempt to contact on UHF or VHF?
A. UHF
Q. Did it sound to you by the tone of his voice that it was a routine transmission to his radar observer or hurried or excited?
A. Gene was not liable to panic under any conditions. His voice did not seem excited. It was a normal transmission. It's hard to tell by just a short transmission. The words weren't hurried. He always speaks at the same rate of speed whether he is in a hurry or not, very close to his manner of speech.

Nei giorni successivi dopo la scomparsa del velivolo, le squadre di ricerca si basarono tra le altre cose, dai suggerimenti da parte del pubblico, in merito a testimonianze che riferirono di possibili luoghi del crash e frammenti avvistati. L'RCAF fece ricerche sul lago superiore, con il coordinamento della base Kinross dell'USAF, ma questi non scorprirono nulla. Sia come sia, dai loro rapporti si cita una missione denominata Operation SAR Scorpion, che si riferiva a due indizi ricevuti considerati attendibili. Uno proveniva da un corriere postale che pensava di aver visto i rottami di un aereo nelle acque della zona del Cut River Bridge, nel Michigan. La polizia del luogo perquisì la zona tre volte, e non c'era altro se non delle rocce. Fini così. Un secondo indizio proveniva dalla segnalazione di alcuni rottami avvistati sul fianco della montagna sulla sponda orientale del lago, a circa 80 km a nord di Kinross. Anche questa zona venne setacciata, ma con esiti negativi. Nessun'altra menzione fu fatta dalla relazione del SAR, ma due articoli di giornali riportarono della segnalazione di un equipaggio dell'Algoma Central Railway, che quella notte sentirono lo schiantò di un jet militare. L'articolo non citava l'esatta posiziona del crash, ma un articolo riportò la ricerca dell'USAF presso la sponda settentrionale del lago superiore, a seguito della segnalazione dei lavoratori della ferrovia a circa 100 km a nord di Sault Ste. Marie, a Ontario. Un articolo di giornale pubblicato anni dopo, del Sault Star il 31 ottobre 1968 riporta:

"November 28, the search by US and Canadian forces aircraft was called off, but reopened Nov. 30, following a statement by Algoma Central Railway workers that they heard a crash about 100 miles north of here shortly after Kinross lost contact."

Sia come sia, una seconda ricerca dell'equipaggio fu organizzata nel maggio del 1954, dopo le ulteriori informazioni ricevute da Renne O. Wilson, padre dell'operatore radar Wilson. Una relazione sulla seconda ricerca è stata preparata dal 49 Squadrone del soccorso aereo, con sede a Selfridge AFB, nel Michigan. Questo rapporto afferma che la ricerca venne riaperta sulla base delle relazioni pervenute riguardo un jet basso visto presso Limer, Ontario. Le tempistiche tuttavia, non tornavano. L'aereo era stato sentito da operatori dell'Algoma Central Railway, a circa 100 o 95 km da Sault Ste.Marie, Ontario. La testimonianza raccontava di un aereo che volava basso. Data la distanza ravvicinata, è logico supporre che era facile capire di che tipo di aereo si trattava; se un elicottero o un jet a reazione. Nel caso fosse la seconda ipotesi, era chiaro che bisognava realmente prendere in considerazione questa testimonianza. Difficile che delle persone del luogo si potessero sbagliare, in oltre si parlò chiaramente di un suono come di uno schianto aereo. Nelle fonti dell'epoca non furono riscontrati altri incidenti aerei o automobilistici in zona in quel periodo. Cosa sentirono queste persone quindi?
Quando ero nel Michigan nell'ottobre del 2003, andai dal ricercatore John Tenney, che mi mostrò una serie di ritagli di giornale che aveva ottenuto. Uno dei più interessanti era la copia di una corrispondenza datata 1963, tra Saburt Dixon Atkinson e Donald Keyhoe. L'11 agosto del 1963, il Muskegon Chronicle, pubblicò la storia di un giovane di 20 anni, Saburt Atkinson, un appassionato di dischi volanti, che era riuscito ad ottenere molte informazioni su molti casi storici. Uno di questi, riguardava proprio l'incidente di Kinross.

Un altro rapporto era relativa all'intercettazione di un jet che seguì un UFO sul lago superiore il 23 novembre 1953. L'inseguimento fu registrato dai radar e questi vide il jet unirsi con l'UFO prima di sparire dallo schermo. Nessuna ricerca via aria o via terra riuscì a ritrovare l'aereo, l'equipaggio o l'UFO.

Pochi giorni dopo, Saburt Atkinson, fu avvicinato da un barbiere, di Whitehall (la città natale di Atkinson), che lo informò di essere stato il capo dell'equipaggio responsabile della manutenzione dell'F-89 quando scomparve sul lago superiore quella notte. L'uomo disse che era fuori quella notte, per la caccia, quando avvenne il fatto. Quando tornò alla base, vide che l'Air Force aveva fatto sparire i records delle manutenzioni tecniche del velivolo. L'uomo pensò che il motivo era che l'USAF fosse a conoscenza che l'aereo ebbe dei problemi non certo per problemi meccanici. Disse in oltre che ai militari non piaceva parlare dell'incidente, ma che l'idea generale che si formò era che l'aereo fosse stato catturato. Atkinson scrisse successivamente a Keyhoe, rendendolo partecipe di questo incontro con l'uomo. Keyhoe rispose se l'uomo si poteva mostrare interessato a firmare la dichiarazioni dette al ragazzo. Il ragazzo andò a parlare di nuovo con il capo dell'equipaggio, ma si rifiutò di firmare qualsiasi dichiarazione, affermando che non aveva voglia di essere coinvolto contro il governo o l'USAF. Dato che l'uomo fu reticente, Keyhoe decise di lasciar perdere, e il NICAP non investigò. Evidentemente Keyhoe e Richard Hall avevano dubbi sull'effettiva attendibilità del soggetto. E' probabile quindi che quell'uomo era invischiato nella faccenda. Non sono sicuro che l'uomo capo dell'equipaggio delle indagini, menzionò il padre di Moncla, Felix Moncla Sr, come altro personaggio coinvolto nelle ricerche. Probabilmente non era presente, dato che fu affetto di malattia mentale (una grave depressione). Nessun parente di Moncla mi riferì che il padre si diresse a Kinross. Leggendo il rapporto sull'incidente, non vi è alcuna indicazione che un qualsiasi tipo di analisi o ipotesi furono fatte riguardo a ipotetici guasti tecnici o meccanici, che potrebbero aver contribuito alla perdita dell'F-89. L'unica possibilità indicata, fu che il pilota avesse avuto un attacco di vertigini, perdendo il controllo del velivolo. Non vi furono formulate altri possibili scenari che potevano spiegare la perdita dell'aereo. Tutto ciò porta alla conclusione, verosimilmente, che l'USAF sapeva più di quanto andasse a dimostrare.

Parti dell'aereo ritrovate nel 1968

Nella mia inchiesta sull'incidente di Kinross, mi trovai un giorno a scrivere al dottor Richard Haines, un ricercatore in pensione dell'Ames Research, che studiò per anni molti incidenti che coinvolsero avvistamenti UFO da parte di piloti e operatori radar. Chiesi quindi informazioni specifiche riguardanti questo incidente, e il signor Haines è stato così gentile da ricercare attraverso i suoi documenti, informazioni molto utili, e fotocopiandole, me le inviò:

Contenuto di questa collezione molto interessante, era una copia di un articolo di giornale stampato dalla Star Sault il giorno 30 ottobre 1968. L'articolo era intitolato "Do aircraft parts belong to missing F-89?" Questo articolo afferma che due cercatori avevano trovato parti di aeromobili nella boscaglia intorno alla baia di Cozens, area di Alona Bay. Questa è la sponda orientale del lago superiore, a circa 70 km a nord di Sault Ste. Marie. Le parti furono trovate il giorno prima e da quel momento, la polizia provinciale dell'Ontario avevano già visitato il sito e recuperato un frammento. Il controllo di questa parte, l'OPP riferì che queste credevano essere di composizione troppo pesante per essere usate dai normali aerei e conclusero che le parti erano dei rottami di un aereo a razione, di un jet. Sulla base di questa osservazione fu ipotizzato che questi frammenti erano appartenenti probabilmente all'F-89 scomparso nel 1953, "durante un'indagine di routine di un UFO". Questo articolo stimolò la mia curiosità e cosi contattai i trasporti canadesi, e chiesi a loro se avevano tutti i rapporti riguardanti l'identità del relitto aereo che era stato ritrovato il 29 ottobre 1968. Questi risposero che non avevano i rapporti riguardo i relitti ritrovati, e ciò mi fece pensare che fosse realmente parte di un caccia militare. Così, contattai il Dipartimento della Difesa nazionale, ma anche qui l'esito fu negativo. Trovai questo molto mistificatorio. E' possibile che parti di un relitto aereo trovate non fecero partire indagini da parte delle agenzie governative? Questi documenti sui relitti ritrovati furono classificate o perduti? Nel 2004 visitai Sault Ste.Marie, Ontario, durante le vacanze. Visitai la biblioteca pubblica per ricercare tramite i microfilm. Fui felice quando scoprì due articoli interessanti. Un articolo pubblicato il 31 ottobre 1968 dichiarò:

Il maggiore JH Parker della base Kincheloe AFB, ha identificato lo stabilizzatore trovato questa settimana come appartenente ad un sofisticao aviogetto militare. L'articolo poi conclude: All'inizio c'era la congettura riguardo al fatto che fosse parte del relitto di un F-89 Scorpion, intercettore abbattuto nel 1953, ma in seguito è apparso improbabile.

Misteriosamente, l'articolo non fornisce alcun indizio di come (e perché) fu scartata l'idea che fosse parte dell'F-89.

Il falso riguardo la scoperta dell'F-89

Nel settembre 2006, il ricercatore UFO, Francis Ridge, del NICAP, parlò di una società di recupero, la "Great Lake Dive Company", il quale un referente affermò che questi avrebbero scoperto quello che sembra essere il relitto dell'F-89 presso il fondo del lago superiore. La notizia del presunto ritrovamento fu subito diffuso su diversi siti web sugli UFO, e molto discusso in molti forum. Il contatto principale dove si formò questa storia, proveniva da un personaggio, tale Adam Jimenez. Questi affermò che era membro di questa società di recupero, specializzato in immersioni, e che stavano indagando proprio sul mistero della scomparsa dei due piloti, e che grazie ad un sonar, riuscirono a individuare il relitto. Così, la scoperta venne pubblicata sul sito web di questa società, che mostrava alcune scansioni sonar. Fui molto scettico fin da subito, ritenni improbabile anche la possibilità che fosse rimasto intatto una parte dell'aereo, quando la possibile caduta nel lago, sarebbe stata così violenta da disintegrarlo in più parti all'epoca. Lo scetticismo aumentò poi quando la società affermò addirittura di aver ritrovato un disco metallico a breve distanza dai rottami dell'aeromobile. Questi non riuscirono a fotografare e a postare questa scoperta, dato che lo scan tramite sonar era limitato da una fonte radioattiva emanata dall'oggetto che impediva l'azione. Dissero inoltre, che la zona stava per essere limitata all'accesso da parte del governo canadese. James Carrion, il capo del MUFON, iniziò ad investigare sulle denunce, e scoprì che:

- Nessuna società denominata Great Dive Company, fosse mai stata registrata in Michigan.

- Nessuno aveva mai sentito parlare di Adam Jimenez o della società, e il governo canadese smentì la storia riguardo ad accuse infondate su cui questi avrebbero negato l'accesso all'area. In più, questi non avevano informazioni di alcun genere riguardo a questa società di recupero marino.

- La mail originale di Francis Ridge, conteneva un falso articolo dell'Associated Press, che in realtà questi non rilasciarono mai.
In breve il sito web della società fu eliminato e Jimenez smise di rispondere a telefonate ed e-mail. Dopo sei anni, ancora non si è a conoscenza di chi ci fosse dietro a questa bufala e quali fossero le loro motivazioni.

Le domande che restano

Oltre alle domande principali già discusse precedentemente, ne rimangono altre, altrettanto importanti, e sono:

Che fine ha fatto il tenente Douglas A. Stuart?

Il tenente Stuart è stato il testimone chiave dell'incidente. Poiché sappiamo che era li, sarebbe interessante sapere cos'ha da dire in proposito, riguardo cioè quanto egli osservò sui radar quella notte. Allo stesso modo ci furono altri controllori GCI ad assistere alla fusione dell'F-89 con l'oggetto, e sappiamo che almeno una persona ritenne trattarsi di un UFO e non un C-47.

Quali parti d'aereo sono stati trovate vicino ad Alona Bay nell'ottobre 1968?

Sono affascinato dalla possibilità che alcune parti dell'F-89 siano state probabilmente ritrovate nei pressi di Alona Bay, nel 1968. Un ufficiale dell'USAF della Kincheloe AFB (l'ex Kinross) confermò le parti erano appartenenti ad un jet militare. Perché nessun fu in grado di identificare le parti dell'aereo? A chi appartenevano? Sicuramente l'USAF o l'RCAF dovevano essere in grado di identificare il velivolo. Perché non esistono rapporti di questo nei files della Difesa Nazionale canadese? L'USAF trattiene informazioni in proposito, riguardo ai pochi frammenti ritrovati?

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/20137374310_7.jpg[/img]

Cos'è successo ai relitti dell'F-89?

Anche se sono passati più di 50 anni dalla scomparsa dell'aereo sul lago superiore, è molto probabile che l'F-89 è ancora li fuori da qualche parte. Se l'aereo precipitò realmente sul lago superiore, è chiaro che attualmente esso si trova sul fondo del lago. Dovrebbe essere relativamente possibile individuare i relitti, a meno che non c'è una reale motivazione a non voler riaprire le indagini. La mia ipotesi è che alcuni parti dell'F-89 sono state forse ritrovate nel 1968, ma che la maggior parte dei relitti, è probabilmente collocato in un altro luogo. La mia ipotesi è che esso si trovi vicino a Limer, Ontario, ove fu sentito uno schianto di un jet, o da qualche altra parte nel nord dell'Ontario.

Che fine ha fatto l'appendice del rapporto dell'USAF?

Manca l'appendice nel rapporto dell'Air Force. Manca una mappa del percorso di volo dell'F-89 e dell'ipotetico C-47. Sospetto che questa appendice sia stata rimossa in quanto conteneva forse una falsità a proposito del C-47. Se così invece non è, come mai quest'appendice non venne mai rilasciata? E' semplicemente scomparsa?

Se Moncla e Wilson sono stati catturati da un disco volante, che ne è stato di loro?

E' possibile che il tenente Moncla e il secondo tenente Wilson sia stati degli addotti come i più moderni Travis Walton? Se così fosse, perché sono stati rapiti e mai apparentemente riportati indietro?


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 14:52 
PERCHÈ IL FENOMENO ABDUCTION NON PUÒ ESSERE SPIEGATO PSICHIATRICAMENTE

Articolo di John E. Mack
Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8661

La prima volta che sentono storie di esseri alieni che prendono uomini, donne e bambini a bordo di un UFO e li sottopongono a varie procedure intrusive, molte persone assumono di avere a che fare con una forma di sindrome psichiatrica contemporanea. Questa è stata la mia reazione iniziale. Quando un collega mi invitò alla fine del 1989 ad un incontro con Budd Hopkins (che al tempo non conoscevo), spiegandomi che prendeva seriamente i rapporti di addotti che stava visitando, io pensai che lui e i suoi soggetti dovessero essere mentalmente disturbati. Questo perchè il fenomeno sta al di fuori delle realtà ritenute possibili nel mondo Occidentale e cos'è malattia mentale se non il pensare e il comportarsi in modi che non combaciano con quanto siamo abituati a includere nella realtà accettabile?

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Esiste una naturale tendenza umana a forzare ogni nuovo fenomeno in schemi e strutture famigliari, persino quando un letto di Procuste dev'essere deformato fino a renderlo irriconoscibile, dato che tolleriamo poco il mistero e l'incertezza. Quelli di noi che lavorano nelle professioni per la salute mentale, sono particolarmente ben forniti di possibili diagnosi che pensiamo di applicare al fenomeno delle abductions, la prima volta che ne sentiamo parlare. Le testimonianze, per esempio, sicuramente suonano come illusioni o allucinazioni. Addirittura esse vìolano le leggi fisiche, suggerendo una sorta di psicosi. Gli addotti spesso sono ansiosi o soffrono di dolori corporei, indicando una forma di nevrosi.

Il loro ricordo di quanto gli è accaduto, è spesso confuso, quindi forse hanno una menomazione organica del cervello, per esempio una epilessia del lobo temporale. Le esperienze sono traumatiche e spesso contengono intrusioni riproduttive o sessuali, che sembrano puntare ad una storia di stupro o possibile abuso sessuale infantile. Le esperienze di abduction si verificano in uno stato di coscienza alterato, quindi dobbiamo avere a che fare con una condizione comunemente connessa ad una risposta dissociativa, come il disordine della personalità multipla o persino un abuso da culto satanico. Vivendo nell'era aerospaziale e data l'attenzione dei media sul fenomeno abduction, non è quindi facile che si spieghi con un processo collettivo, una isteria o illusione di massa? Le esperienze nella camera da letto suggeriscono sogni o fenomeni ipnagogici. Anche la motivazione dell'attrazione di attenzione è stata suggerita.

I vari aspetti del fenomeno abduction suggeriscono una di queste possibilità diagnostiche, specialmente se non si studia con cura il campo. La difficoltà è che ogni diagnosi fallisce nel considerare, tantomeno spiegare, diversi elementi fondamentali dell'esperienza di abduction. Ci sono cinque dimensioni che devono essere incluse in ogni possibile teoria.

1. I rapporti degli addotti da tutti gli Stati Uniti (scrivo solo degli Stati Uniti, differenze culturali possono modificare questa affermazione) sono molto coerenti tra loro e tra persone che non hanno avuto contatti diretti. Includono dettagli che anche ora non sono stati riportati nei media, tra persone che hanno parlato a malincuore, non hanno nulla da guadagnare e rischiano il ridicolo parlando delle loro esperienze.

2. Abbiamo importanti segni fisici che accompagnano l'esperienza di abduction. Includono testimonianze indipendenti della sparizione dell'addotto per un periodo; perdita di sangue dal naso e vari tagli, marchi, bruciature e altre lesioni della pelle, a volte apparsi sui corpi di numerosi addotti simultaneamente e impianti che si possono sentire sotto la pelle, a seguito dell'abduction, anche se nessuno di questi è dimostrato essere di origine non-biologica o "straniera".

3. Il rapporto di abduction arriva da bambini troppo giovani per aver sviluppato le sindromi psichiatriche suddette. Un bambino di due anni che ho intervistato, ha detto di essere stato portato in cielo da un uomo che ha morso il suo naso. Un bimbo di quasi tre anni ha detto che gufi con grossi occhi (è comune nei bambini ricordare gli esseri alieni in forma animale), lo hanno portato su una nave nel cielo e che aveva paura di non poter tornare a casa da sua madre.

4. Nonostante non tutti gli addotti vedano l'ufo in cui vengono portati, il fenomeno è consistentemente associato all'avvistamento di oggetti volanti insoliti da parte degli addotti stessi e altri testimoni. Una donna con cui ho lavorato, era sconvolta la mattina dopo una abduction, durante la quale non ha visto l'ufo, nell'apprendere dai media che molte persone ne hanno visto uno passare in vicinanza al sito della sua esperienza.

5. Le valutazioni psichiatriche e gli studi psicologici, inclusi diversi dei miei casi, non hanno potuto identificare psicopatologie. Gli addotti possono, chiaramente, soffrire di stress mentale ed emotivo, a causa delle loro esperienze spesso traumatiche e alcuni di loro hanno sviluppato condizioni psichiatriche. Molti vengono da famiglie problematiche. Tuttavia in nessun caso il disordine emozionale fornisce una spiegazione dell'esperienza di abduction.

Con questi aspetti di base del fenomeno abduction in mente, consideriamo ancora le possibilità diagnostiche suddette. Ogni forma di psicosi può essere esclusa semplicemente perchè gli addotti, con rare eccezioni, sono clinicamente normali e, nonostante lo stress relativo alla loro esperienza di abduction, funzionano generalmente bene socialmente. Tre dei miei casi che ho sottoposto ad approfonditi test psicologici, sono risultati mentalmente sani. La psiconevrosi può essere esclusa per il fatto che gli addotti non risultano sofferenti di questo tipo di conflitto personale intenso che caratterizza le nevrosi. Similmente, le esperienze non possono essere spiegate come fantasie, dato che non risultano collegate ad altri aspetti della personalità o della vita emotiva dei soggetti.

I sintomi fisici di cui soffrono gli addotti, sembrano il risultato di ricordi di procedure intrusive che sono intrinseche nel fenomeno abduction. Similmente, i tagli e altre lesioni seguenti alle abductions, sembrano non seguire schemi psicodinamici come nelle stigmate religiose. L'inabilità degli addotti di ricordare i dettagli delle loro esperienze, non sembra dovuta a disfunzioni cerebrali, ma alla repressione di memoria che spesso segue i traumi e possibilmente a forze intrinseche negli incontri alieni. Il trauma è certamente una caratteristica importante di molte esperienze di abduction, ma non esiste un singolo caso documentato in cui la fonte del trauma è dimostrata essere qualche evento della vita dell'addotto, se non l'abduction stessa. Infine, invocare la dissociazione come possibile spiegazione diagnostica, evita totalmente la domanda della causalità.

Perchè la dissociazione è una risposta, è un meccanismo dove le memorie delle esperienze dolorose o disturbanti vengono separate dalla coscienza, per permettere all'individuo di preservare le sue energie psicologiche per la vita giornaliera. Gli addotti si "dissociano" in relazione alle loro esperienze traumatiche, chiudono nel subconscio i ricordi dei loro incontri disturbanti. Questo però non ci dice nulla della fonte di tali esperienze. Persino se i casi di abductions manifestassero uno o l'altro aspetto di queste varie categorie diagnostiche, dovremmo ancora rispondere al manifestarsi del fenomeno nei bambini piccoli, alle varie manifestazioni fisiche, all'associazione con gli ufo e soprattutto, alla impressionante similitudine tra i racconti di individui assolutamente separati. A questo riguardo le storie di abduction hanno molte delle caratteristiche degli eventi reali che avvengono alle persone nel mondo reale. Questo non è reso meno vero dal fatto che non comprendiamo le cause e la fonte di questi avvenimenti.

La domanda della causa psicosociale è più complessa. Certamente la sindrome dell'abduction è un fenomeno collettivo nel senso che simili esperienze capitano a molte persone negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. Se non esaminato con cura, il fenomeno sembra una isteria di massa, una illusione o credenza, alimentata forse dalla grande quantità di materiale nei media (vedere il documento di Richard Hall). La sindrome dell'abduction non si comporta però come un disordine collettivo. Le esperienze sono altamente personali e individuali tra persone isolate tra loro e spesso queste hanno poca famigliarità con gli ufo o il soggetto delle abductions. Non manifestano una credenza prevalente o accettata come risulta comune negli esempi storici di isteria di massa. Piuttosto, gli addotti vanno contro le nozioni sociali prevalenti della realtà, rischiando ostracismo e ridicolizzazione quando rivelano a qualcuno ciò che hanno vissuto.

E' vero che è stata data molta attenzione alle abductions nei media elettronici e stampati, specialmente nei mesi recenti. La mia impressione è che questo sia più un risultato dei rapporti delle vere abductions fatti dagli addotti e dai ricercatori, piuttosto che la causa delle esperienze. Dato che le storie vere di abductions sono molto coerenti nella nostra società e ricche di dettagli che non sono stati disponibili nei media. Infine, come evidenziato sopra, ogni spiegazione psicosociale deve rispondere alle esperienze dei bambini piccoli, alle manifestazioni fisiche associate e agli ufo. Infine dobbiamo, come suggerito da Carl Jung in un articolo sui dischi volanti, scritto molto prima che si conoscessero le abductions, allargare la nostra nozione di inconscio collettivo e considerare il fenomeno ufo/abduction come un mito contemporaneo, una struttura di credenza che si manifesta in una cultura in un dato periodo.

Jung chiamò il fenomeno di questo tipo "psicoide", quando include una specie di risonanza tra la psiche o mondo interiore e i fenomeni fisici nel mondo esteriore (inclusi in questo caso gli ufo stessi e le manifestazioni fisiche che accompagnano le abductions). Però mi sembra che se dovessimo allargare la nozione di inconscio collettivo a questo livello, allora la distinzione tra interiore ed esteriore, psiche e realtà, si perderebbe. Il mondo e la psiche o coscienza, divengono una sola cosa, esistenti in una sorta di armonia o risonanza, che dobbiamo scoprire. Non escluderei questa possibilità, ma se potesse darci un quadro funzionale del cosmo, allora avremo abbandonato il paradigma dualistico della scienza Occidentale, dove le realtà interiore ed esteriore sono separate e il mondo fisico obbedisce a leggi che hanno poco a che fare con la coscienza in ogni forma. Con l'aiuto del fenomeno delle abductions avremo scoperto una nuova immagine dell'universo, in cui psiche e mondo si manifestano ed evolvono assieme secondo principi che non abbiamo ancora sondato.

Riassumendo, possiamo ricevere poco aiuto dalla psichiatria in sè per spiegare il fenomeno delle abductions. Nessuna diagnosi psichiatrica si applica in modo utile a questi casi. Persino le spiegazioni psicosociali e culturali, se dovessimo includere tutte le principali dimensioni della sindrome, ci forzerebbero ad allargare le nostre nozioni di inconscio collettivo ad un livello tale che le distinzioni tra psiche e mondo, realtà interna ed esterna, verrebbero eliminate. Non vi è alcuna prova che qualcosa di diverso da quanto ci dicano gli addotti, stia accadendo a loro. Le persone con cui ho lavorato, per quanto possa dire, stanno dicendo la verità e questa è l'impressione di altri ricercatori in questo ambito. Siamo lasciati quindi con un mistero profondo e importante e non sappiamo cosa preannunci.

Una sorta di intelligenza sembra essere entrata nel nostro mondo, come da un'altra dimensione della realtà. Essa ha grande potere (molti addotti parlano di un sentimento di "soggezione" in relazione a questo potere) e non abbiamo alcun modo per controllarne gli effetti. Non sappiamo quale possa essere il suo proposito finale. Tutto quello che possiamo fare è cercare di imparare di più sul fenomeno delle abductions e avere il coraggio di osservarlo onestamente, resistendo all'impulso naturale del cercare di forzarlo in categorie famigliari. Abbiamo qualche prova dal mio lavoro, indicante che quando gli addotti riescono a superare il terrore e ad accettare pienamente la realtà della loro esperienza, il fenomeno passi ad una forma meno traumatica. Una relazione con gli esseri alieni che è più reciproca e persino amorevole, evolve. Informazione sui pericoli ecologici e globali viene passata agli addotti, che possono sperimentare una crescita profonda, emozionale e spirituale. Ulteriori studi di queste dimensioni del fenomeno, intrapresi con mente aperta, sono molto necessari.


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LE ABDUCTIONS DI LINDA PORTER

Fonte: Capitolo quattro del libro "Glimpses of other realities" di Linda Moulton Howe

La prima settimana di marzo del 1991 ricevetti una busta marrone, formato legale, di Posta Certificata spedita il 28 febbraio da Porterville, California. La busta conteneva una cassetta audio, una lettera e dei disegni; il tutto mi era stato inviato da una donna di nome Linda Porter.
Appena guardai quei disegni e le loro note mi resi conto che si trattava di materiale importante. Ricordo che rimisi tutto nella busta e la piazzai sotto la finestra proprio di fronte alla mia macchina da scrivere, volevo evitare di perderla in mezzo all'enorme mole di materiale riguardante i fenomeni inspiegabili che mi si stava accumulando a velocità impressionante. Il giorno stesso inserii quella cassetta nell'impianto stereo della macchina. La sua voce chiara e ben articolata mi colpì. Linda era una persona istruita che combatteva per cercare di comprendere una vita piena di fenomeni che contrastavano con il normale concetto di realtà. Aveva deciso che era importante contattarmi dopo aver assistito ad una mia conferenza in California dove avevo portato alcune testimonianze su intelligenze non umane presenti sul nostro pianeta. Ella temeva di essere una persona con la sindrome da abduction ed era spaventata dalla continua negazione della presenza aliena da parte del governo degli Stati Uniti.
Nella lettera lei scriveva:
"Noi (addotti) veniamo a trovarci al centro di una serie di eventi che un giorno si riveleranno storicamente significativi per il futuro della Terra. Purtroppo, a causa della nostra continua e non voluta interazione con questi esseri, noi siamo diventati doppiamente vittime del fenomeno: da una parte, veniamo usati dagli alieni per i loro scopi, quali che siano, dall'altra veniamo esposti al ridicolo se decidiamo di parlare e diveniamo anche oggetto di intimidazioni e minacce da parte del governo e dei militari.
Se tu potessi guardare direttamente negli occhi di queste creature ti renderesti conto che esse conoscono ogni dettaglio della tua vita, anche il più insignificante e intimo. A volte mi chiedo se noi non siamo una specie di bambole tipo Barbie e Ken che vengono usate per gioco da parte di una razza di esseri emotivamente immaturi e privi di qualsiasi morale. Altre volte penso che siamo finiti nelle grinfie di una razza morente capace di fare qualunque cosa per assicurarsi la sopravvivenza e pronta a manipolare freddamente altre specie e a mutilare animali indifesi.
Chi non ha sperimentato il trauma di una abduction non può capire quanto queste creature siano in grado di spogliarci di mente ed anima con la stessa facilità con cui noi ci spogliamo dei nostri vestiti. In un batter d'occhi questi esseri devastano qualunque libertà personale, qualunque senso di privacy e qualunque speranza di poter vivere una esistenza normale. La vita di una persona viene cambiata per sempre e non sarà mai più la stessa."
La registrazione su cassetta iniziava con eventi che Linda ricordava consciamente dall'età di sei anni. Altri due eventi riguardanti una entità simile ad una "Mantide Religiosa" e una paralisi corporea sperimentata durante un viaggio in quelli che Linda chiamò "tunnel inter-dimensionali" vennero rivissuti durante una sessione ipnotica con l'ex ricercatore NASA Richard F. Haines. Haines aveva iniziato i suoi studi sugli UFO in seguito alle testimonianze di piloti militari e civili ed un importante caso da lui meticolosamente investigato è avvenuto a Melbourne, in Australia. Il 21 ottobre 1978 un pilota di nome Frederick Valentich decollò da Melbourne verso King Island. All'altezza dello Stretto di Bass, a sud del continente australiano, Valentich riportò al Servizio di Volo di Melbourne che aveva un grande oggetto aereo non identificato, con una luce verde e di aspetto metallico, che sorvolava il suo piccolo Cessna 182. Le ultime parole del pilota, registrate dal Servizio di Volo di Melbourne furono: "si sta librando e non è un aereo". I suoni successivi furono come di lattine che rotolassero in un barile di petrolio vuoto e Frederick Valentich scomparve dal radar di Melbourne. Non vennero mai ritrovati nè il suo corpo nè il suo aereo. Due anni dopo, in una successiva investigazione, il giornale "Sun" di Melbourne riportò, il 9 giugno del 1980, che quasi cinque minuti della registrazione originale del volo erano stati eliminati "nell'interesse della Sicurezza Nazionale". Il caso rimase irrisolto.
Una delle ipotesi sul caso Valentich è che egli sia stato fisicamente prelevato da quel misterioso velivolo aereo. In seguito Haines investigò anche i casi di sindrome da abduction e apprese ad usare l'ipnosi per sondare periodi di tempo mancante e recuperare frammenti di memoria.
Linda Porter nel 1988 ebbe con lui una sessione di un'ora che la aiutò a recuperare i dettagli delle sue immagini ricorrenti di una "cavalletta" e di se stessa che "entrava in un raggio di luce". In seguito Linda Porter non volle puù sottoporsi a regressioni ipnotiche perchè i ricordi recuperati la spaventavano troppo.
Ma nei giorni, settimane e mesi successivi ella iniziò a ricordare spontaneamente sempre più contatti con creature non umane e con le loro tecnologie. Quello che segue sono sezioni trascritte della prima cassetta audio che Linda Porter mi inviò. Ho incluso anche cinque disegni a matita che lei incluse nella corrispondenza del 28 febbraio 1991.
"Questo è uno dei primi ricordi che mi si sono riaffacciati alla mente dopo l'ipnosi del 1988 con Richard Haines. Tre o quattro settimane dopo mi trovavo a lavare i piatti quando mi si presentò questo ricordo, mi riferisco al Disegno numero 1. Avevo circa quindici anni quando accadde e mi ricordo che stavo in uno stretto corridoio a bordo di una piccola nave. I muri erano grigi e solidi. Il pavimento del corridoio sembrava una specie di griglia, ci si poteva guardare attraverso e vedere il piano inferiore. Alla mia sinistra c'era una stanza piena di una luce argentata molto, molto brillante che sembrava solida e in cui fluttuavano piccole particelle che riflettevano la luce. Era una luce molto densa, non ci si poteva vedere attraverso. Credo che fui portata in quella stanza ma non ricordo cosa mi accadde lì dentro tranne una sensazione di vero terrore: non voglio sapere, non voglio ricordare come se sapessi che mi accadrebbe qualcosa di terribile se ricordassi cosa accadde lì dentro.
Il corridoio di fronte a me curvava a sinistra e vidi ciò che sembrava una creatura a forma di Mantide Religiosa. Era alta, almeno otto piedi (due metri e quaranta circa) e faceva capolino dall'angolo, piegata, credo, all'altezza della vita. La sua vista mi terrorizzò perchè era vermente orribile. Questa è l'ultima cosa che ricordo, insieme alla sensazione che qualcosa di terribile avvenne in quella stanza. Io sono stata avvertita, credo, di non ricordare cosa accadde. La creatura aveva braccia molto lunghe che si articolavano molto dietro il torso, in maniera molto diversa dall'articolazione umana. Aveva un torso molto lungo.
Questi esseri mi dissero, ammesso che dicessero la verità, che possono manipolare il tempo. Possono prelevare una persona da un qualunque fotogramma temporale e tenerla per quanto tempo vogliono. Poi la reinseriscono nello stesso frammento temporale e la persona non saprà mai cosa le è accaduto, a meno che essi non lo vogliano, e nessuno si accorgerà che la persona è scomparsa perchè, dal punto di vista umano, essa non se ne è mai andata.
Venni presumibilmente portata in una base sotterranea presso la costa californiana. Per qualche motivo mi viene da pensare che sia nella zona di Santa Barbara. Se vi mettere sulla spiaggia di fronte all'oceano (dove si trova quel posto), vedrete una struttura che sembra la torre di comando di un sommergibile che esce dalla sabbia. Quella è probabilmente la parte finale di una costruzione che scende in profondità per almeno due o tre piani. Mi fu detto che quella specie di torre viene resa invisibile da una sorta di griglia elettronica di qualche tipo. Essi hanno intorno a quella struttura anche un qualcosa che repelle e allontana sia gli esseri umani che il pesce.
All'interno di quell'edificio i pavimenti, le mura e i soffitti erano di un colore grigio-argento ma le porte- e sembrava che ce ne fossero dovunque- avevano colori vivaci, rosso, azzurro e giallo. Su ogni porta c'erano dei simboli che sembravano dei geroglifici o una scrittura di tipo arabo, lo schizzo numero sotto il Disegno 1 raffigura l'unico simbolo che riesco a ricordare, non è proprio a copia esatta, ma lo ricorda abbastanza.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013711143524_1.jpg[/img]
Disegno di Linda Porter

"Il successivo episodio credo che sia avvenuto quando avevo 17 anni, te lo illustro in questo disegno. Vivevamo ancora nella stessa casa. Io ero a letto e dormivo quando qualcosa mi svegliò. La camera era piena di un bagliore arancione e al centro della stanza c'era un buco da cui stavano uscendo persone fatte di ombra solida, ben definite e tridimensionali. Se riesci ad immaginare una persona senza lineamenti, un'ombra a tre dimensioni che ti dà la sensazione che puoi toccarla, allora avrai un'idea di che aspetto avevano.
Il buco era pieno di una luce arancio che si rifletteva nella stanza. I bordi del buco erano frastagliati, color oro e sembravano sfarfalleggiare intorno ai limiti del buco. Il buco aveva forma ovale e si trovava a circa trenta centimetri dal pavimento. I due uomini-ombra uscirono dal buco scavalcandone i bordi, mi afferrarono e mi spinsero verso il buco. Questa è l'ultima cosa che ricordo. In seguito capii che il piccolo tizio grigio, quello che io chiamo "The Creep" (qualcosa tipo "Il Furtivo", uno che mette i brividi) era in piedi vicino a me, a destra, e osservava le mie reazioni a quella situazione. In effetti sembrava molto interessato alla mia reazione. Sembrava anche che quello fosse il suo compito. E' lo stesso piccolo tizio grigio furtivo che è sempre stato presente tutte le volte che mi hanno presa.
Tutto ciò avvenne in un istante anche se sembrava non dovesse finire mai."

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/201371114365_2.jpg[/img]
Disegno Linda Porter

"Questo disegno riguarda un altro ricordo che ho di essere stata a bordo di una navicella in una piccola stanza rotonda con al centro una larga apertura circolare. Quell'apertura sembrava avere tre chiusure ermetiche, come se dovesse essere a tenuta stagna. Comunque, attraverso quell'apertura io potevo vedere il paesaggio sottostante, le case e le strade.
Venni spedita giù attraerso questa apertura su di un raggio di pallida luce gialla e, ancora una volta, notai che la luce aveva al suo interno particelle riflettenti che scintillavano. Era una luce solida. Venni mandata giù a grande velocità, tanto velocemente che temetti di sfracellarmi al suolo. Ero terrorizzata. Poi, a poco più di un metro da terra, improvvisamente rallentai, come se uno passasse improvvisamete da cento a cinque chilometri all'ora...la differenza fu incredibile. E atterrai al suolo. Non ebbi alcun senso di caduta, non sentii movimento d'aria, nè alcun suono. Eppure, scendere a quella velocità da quell'altezza avrebbe dovuto darmi una sensazione analoga a quella delle montagne russe, ma non accadde nulla di simile. Era veramente strano."

Su richiesta di Linda Howe, Linda Porter fornì un ulteriore disegno sulla strana intrusione di due "uomini fatti d'ombra" nella sua camera da letto quando aveva 17 anni.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013711143643_3.jpg[/img]
Disegno di Linda Porter

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013711143715_5.jpg[/img]

A questo punto Linda Porter prosegue il suo racconto e commenta il suo disegno (qui sopra).

"L'episodio successivo è strano, penso che potrebbe essere vero. Loro (gli alieni) mi avevano parlato (prima del 1991) di un posto chiamato "Base di Sycamore" gestita dalla General Dynamics, almeno secondo loro.
Si trova all'interno nella California del sud verso San Diego nella regione di Poway. (Si ritiene) che sia una base missilistica ma è, in realtà, un luogo dove vengono tenuti gli esseri (gli alieni) che sono stati catturati dal governo. Sembra che ci sia un edificio particolare che scende sottoterra per cinque piani e al livello più profondo ci sarebbe una grande stanza dove i corpi degli alieni sono chiusi in dei contenitori. Ho disegnato questo nel Disegno numero 5. Questi contenitori hanno delle basi di cemento, non so se sono fatti di plexiglass o di qualche altro materiale, ma sono trasparenti e puoi vedere la persona all'interno.
Laggiù c'è un essere, in particolare, che gli alieni rivogliono indietro. Per qualche motivo-questo mi è stato ripetuto più e più volte- sembra che loro vogliano da me che io scopra chi è quella persona. Ho avuto anche la sensazione che le creature tenute lì siano ancora vive, ma vengono conservate in una specie animazione sospesa di tipo criogenico.
Mi è stato fatto capire che quegli esseri sono vivi benchè incoscienti. Come ho detto, non so se in ciò ci sia qualcosa di vero. Tutta la stanza è gestita da computers e ogni diverso contenitore, in mancanza di un metodo migliore, ha il proprio computer delegato che monitora ventiquattro ore su ventiquattro le condizioni vitali dell'essere al suo interno.
L'essere raffigurato nel disegno numero 5 ha un aspetto molto umano. Non somiglia quasi per nulla agli esseri grigi. Ha una specie di maglia argentata a rete sul petto e il resto del corpo è tutto vestito di nero. Ha i capelli color biondo-sabbia ed ha un aspetto molto adolescenziale, anche se, probabilmente, ha almeno trent'anni.
I sistemi di sicurezza per giungere a quella stanza sono semplicemente incredibili: il governo ha predisposto una serie chiusure comandate da pulsanti che bisogna premere secondo una certa sequenza e tale sequenza cambia ogni due ore. Queste congegni con i numeri da premere sono inseriti in scatole all'interno di zone trasparenti tipo plexiglass che si riempiono istantaneamente di gas se qualcuno non autorizzato tenta di penetrarvi. In quel caso basta che le guardie premano un bottone e l'intruso viene immediatamente avvolto da gas nervino che lo paralizzerà fino all'arrivo degli addetti. Naturalmente l'entrata è sorvegliata con un monitor ventiquattr'ore su ventiquattro. Si dice che l'intera area di Sycamore sia piena di binari sotterranei che collegano questa base con San Diego e con un altro posto. L'altro posto è l'ingresso. L'ingresso, che tu mi creda o no, è in un garage attaccato ad una abitazione di aspetto assolutamente normale, che si trova in una zona isolata su di una collina. Il garage è l'entrata ad una rete sotterranea che penetra nelle profondità della collina.
Se queste cose sono vere, allora lì ci sono moltissime cose di cui gli americani non sono consapevoli, cose costruite con i soldi delle loro tasse.
Si è anche detto che due giovani della Marina siano stati uccisi dal governo perchè avevano scoperto quel posto. Alle loro famiglie venne raccontato che erano morti alla base in un incidente con la jeep."

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013711143813_6.jpg[/img]
Foto fatta nel dicembre 1996 da Linda Howe
della Base di Sycamore Canyon

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Sheenky/2013711143838_7.jpg[/img]
Altra foto: particolare del cartello sulla strada per
Sycamore Canyon e telefoto di edifici e radar a
Beeler Canyon

Scrive Linda Howe:

Di esseri non umani tenuti in animazione sospesa ha parlato anche il ricercatore UFO Leonard Stringfield nella pubblicazione del luglio 1991 "UFO Crash/Retrievals: The Inner Sanctum, Status Report VI". Nel suo rapporto Stringfield trascrive una intervista fatta a Houston, nell'aprile 1990, dal ricercatore Ron Madeley ad un anziano personaggio chiamato "Dott.Epigoni". Questo Epigoni affermò di sapere che un disco con equipaggio era atterrato nelle vicinanze della Base Aerea di Edwards, in California. Queste le sue parole: "...si aprì una porta e ne uscirono quei tipi che avanzarono e si stesero per terra. Improvvisamente la scala dietro di loro si ritirò e si richiuse, le zampe d'atterraggio del velivolo rientrarono al suo interno ed esso si poggiò al suolo." Gli umanoidi rimasero stesi lì finchè il disco e i suoi occupanti non vennero caricati e portati in un edificio sorvegliato della base per essere sottoposti a studi scientifici."
Epigoni raccontò a Madeley che il disco volante venne portato in un grande hangar per essere studiato e aggiunse che la parte dove si era aperta quella porta "appariva assolutamente liscia ed integra, senza alcuna saldatura". Epigoni ipotizzò che gli umanoidi stesi al suolo fossero andati in uno stato di animazione sospesa "attivata a distanza da un altro velivolo" che si trovava chissà dove in quel momento.
Quando, in seguito, chiesi conferme di tale racconto ad una mia fonte, militare in congedo che affermava di aver avuto contatti con membri dell'MJ12, questi sembrò genuinamente sorpreso e sbottò, piuttosto irritato: "Dove diavolo hai saputo questa storia?" Poi mi raccontò che il giorno in cui quegli esseri erano scesi e si erano stesi a terra in animazione sospesa era lo stesso giorno in cui doveva avvenire un test atomico segreto. Secondo lui il test venne sospeso a causa dell'atterraggio di quel disco perchè l'MJ12 temeva che le creature scese a terra fossero un monito e che ci sarebbe stata una rappresaglia degli alieni se il test fosse stato eseguito.
Che tutto ciò sia vero o no, in ogni caso nè Linda Porter nè io avevamo la benchè minima informazione riguardo a questa storia nel febbraio 1991, quando lei mi parlò della sua abduction e dei suoi dubbi che il governo degli Stati Uniti fosse in possesso di esseri non umani in animazione sospesa. C'è da dire che la sua abitazione di allora, a Porterville in California, si trovava proprio ad Ovest del Centro Armi Navali del China Lake e a Nord-Ovest della Base di Edwards.

[img]http://img10.imageshack.us/img10/3447/lkut.jpg[/img]

[img]http://img22.imageshack.us/img22/1892/r1qv.jpg[/img]

Un'altra parte della audiocassetta di Linda includeva il racconto di un'altra esperienza di abduction, ma senza disegni.

LINDA PORTER: "Ad un certo momento mi venne mostrata una stanza con dei contenitori cilindrici trasparenti molto alti che sorgevano da una piattaforma che sembrava trovarsi al centro della stanza. All'interno di quei "tubi", in posizione eretta, nudi e apparentemente addormentati, c'erano degli esseri umani, o, almeno, a me sembrarono tali. Sembrava che fossero in stato di animazione sospesa. Non mi sembrò che fossero morti perchè avevano un colorito normale. Fluttuavano in quello che sembrava un qualche tipo di gas violaceo. Era molto denso ed era difficile vederci attraverso ma esso faceva delle volute e quel movimento rendeva possibile vedere i corpi al suo interno. Non mi venne detto niente, almeno niente che io ricordi. Fu come se mi avessero portato lì semplicemente per farmi vedere quei corpi e poi mi riportarono indietro, questo fu tutto: Non ricordo di aver posto domande e non ricordo che essi mi abbiano detto niente."
Linda concludeva la sua lettera dicendo "Vorrei veramente capire cosa sta accadendo. Voglio dire, anche se tutto ciò può sembrare ridicolo, questa cosa ha segnato tutta la mia esistenza e io non la trovo affatto divertente."
Io le scrissi immediatamente e le chiesi se poteva fare dei disegni a colori dei raggi di luce, degli esseri di ombra e di qualunque altro ricordo le fosse tornato alla mente, inclusi gli esseri umani nei tubi, perchè io avevo bisogno di visualizzare più chiaramente quanto tentava di descrivere. Dopo poche settimane ricevetti una lettera commossa di Linda con molti altri disegni, questa volta fatti con pastelli colorati. Riguardo al disegno numero 14 lei scrisse quanto segue: " Essere a forma di Mantide Religiosa e Stanza piena di luce. Questo ricordo diviene sempre più chiaro con il passare del tempo. Al momento dell'ipnosi con Richard Haines, nel 1988, quel ricordo era così spaventoso che non poteva tornare alla coscienza. Ora ricordo l'essere che svoltò lentamente dall'angolo e venne di fronte a me. Rimase assolutamete immobile ed era come se aspettasse di vedere quanto ne rimanessi terrorizzata. Poi iniziò a parlarmi anche se, al momento, non ricordo assolutamente cosa mi disse. Sembrava possedere una grande dignità e mi diede l'impressione di essere molto vecchio. Dopo avermi detto quello che doveva dirmi io mi girai e lui mi portò in questa stanza (piena di luce densa). Il ricordo termina con me che sto per entrare in quella stanza e il pensiero "Tradotto nella Luce"...qualunque cosa significasse, aveva a che fare con quanto stava accadendo."
Segue disegno di Linda Porter raffigurante una "mantide" e la stanza piena di luce che lei avrebbe visto durante una "abduction" avvenuta nel 1963, quando la testimone aveva 17 anni. L'esperienza sarebbe avvenuta a Covina, in California. La Porter, commentando il disegno, disse di percepire che quanto accadutole nella "stanza piena di luce" fosse connesso con un "trasferimento di anima" di cui ella stessa era stata protagonista.

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I corpi nei contenitori tubolari e la frase "traslazione nella luce" incuriosivano sia me che lei. A quei tempi, inizio del 1991, io non disponevo di altri resoconti di abduction come quello di Linda Porter ma sentivo che era importante incontrarla. Durante i successivi otto mesi ci sentimmo di tanto in tanto al telefono poi, il 24 ottobre 1991, lei mi scrisse che aveva tentato l'auto-ipnosi, avvalendosi di apposite cassette, allo scopo di rilassarsi e cercare di ricordare più particolari della propria esperienza. Disse di essersi resa conto che la creatura a forma di mantide e la stanza piena di luce erano in relazione con le persone in animazione sospesa nei contenitori e mi spedì due ulteriori disegni per "recuperare le ultime parti del ricordo." Questo è ciò che le tornò in mente.

PORTER: "Quando avevo dodici anni mi ammalai gravemente di una brutta infezione alla gola con febbre altissima. La febbre era talmente alta che ricordo di aver delirato almeno per un giorno. Ricordo di aver fluttuato sul soffitto e di aver guardato in basso verso la "me stessa" nel letto. I miei genitori non avevano fiducia nei medici e, così, aspettarono che guarissi da sola, cosa che, in effetti, avvenne o, almeno, io pensai che le cose fossero andate così.
Fui portata a bordo del velivolo dove accadde tutto. Anche se tutto iniziò con la creatura tipo mantide, l'alieno che fu sempre con me durante tutta la vicenda era biancastro, alto non più di un metro e cinquanta e con enormi occhi dalle pupille nere.
I disegni di cui ho parlato si riferiscono a ciò che accadde in seguito: venni portata dentro la "stanza di luce" e mi venne mostrato un uomo di quarantacinque o quarantasei anni che stava chiaramente morendo. Giaceva in un contenitore rettangolare.
Non ricordo la tecnica con cui questa cosa veniva fatta, ma LA SUA ANIMA venne TIRATA FUORI da quel corpo morente. Essa si staccò dal corpo all'altezza del plesso solare (dietro lo stomaco). Era lunga un settanta-ottanta centimetri e larga non più di dodici centimetri ma era di una bellezza che toglieva il fiato, di un delicatissimo giallo iridescente con un nucleo pulsante che emanava un debole calore. Il giallo aveva anche una leggera sfumatura arancio ai bordi.
L'anima fluttuò attraverso la stanza verso un altro corpo che somigliava molto all'uomo morente ma poteva essere lui a non più di venticinque anni di età. Quel nuovo corpo sembrava vuoto, non so perchè mi desse quella sensazione ma il miglior modo che mi viene in mente per descriverlo è "un contenitore vuoto". Ora il "corpo vecchio" aveva assunto una sfumatura bluastra ed era chiaramente morto.
L'anima fluttuò fino a posizionarsi sul corpo nuovo, che si trovava in posizione eretta ma inclinato in avanti come se fosse sul punto di cadere, senza supporti visibili, fuori dal proprio tubo. L'anima discese ed entrò nel nuovo corpo infilandosi in un punto in cima alla nuca ed espandendosi in basso tra le scapole. Poi essa si fuse con il corpo e si insediò davanti alla spina dorsale all'altezza del plesso solare. Quindi sembrò stirarsi elasticamente verso il basso e verso l'alto di alcuni centimetri. A quel punto il nuovo corpo sembrò "occupato" come se la persona stesse semplicemente dormendo.
Il contenitore con all'interno il "vecchio" corpo ormai vuoto si riempì di un liquido che doveva preservare i tessuti fino alla dissezione che sarebbe seguita. Loro volevano scoprire che tipo di sostanza avesse "avvelenato" (nel senso di contaminare) quella persona al punto di portarla alla morte.
Mi venne detto che dopo la dissezione il corpo sarebbe stato eliminato. Essi sembrarono molto sorpresi del fatto che io fossi triste all'idea che quel corpo sarebbe stato gettato via! Mi dissero che si trattava solo di un contenitore per l'anima e che non aveva alcuna altra utilità.
Essi credono che il nostro rito dei funerali sia una cosa barbara, per loro non c'è alcuna differenza tra un corpo vuoto e una lattina di birra vuota.
Mi dissero che il nuovo uomo clonato (o resuscitato) sarebbe stato liberato da qualche altra parte (forse in Australia) ed avrebbe continuato lì la propria vita. Uno dei motivi per cui essi prelevano i tessuti dagli addotti quando sono ancora abbastanza giovani è perchè vogliono preservarne dei campioni nel caso sia necessario un nuovo corpo in seguito.
I nuovi corpi possono essere conservati per sempre. I contenitori che ho rappresentato nel disegno con le tre persone nei tubi sono contenitori di conservazione (immagine 15). Invece i contenitori che ho raffigurato nei due nuovi disegni che ti ho spedito sono contenitori di "attivazione". Hanno una luce in cima che deve trovarsi sulla persona per molte ore ( non so quante) prima che il corpo possa essere attivato, se è stato prima conservato. Se, invece, è stato appena prodotto, non ha bisogno di quella luce. Nel disegno con le tre persone nei tubi il corpo all'estrema destra è quello più giovane dato a quell'uomo che stava morendo.
Io ebbi l'impressione che gli alieni non gradiscano sovrintendere spesso a questo trasferimento di anime. Anzi, mi sembrò che NON SI DEBBA SAPERE che essi fanno queste operazioni. Ma sembrava che essi fossero stati messi nell'angolo e non avessero altre possibilità. Sembra, inoltre, che essi stiano nascondendo tutto questo ad una qualche altra forma di vita superiore, forse tale forma di vita proibisce loro di trasferire le anime così come proibisce di interferire con il nostro pianeta? Di chiunque si tratti, è chiaro che si tratta di qualcuno molto più evoluto di loro, qualcuno che esercita un immenso potere anche su moltissimi altri piani di esistenza."
Immagine numero 15. Linda Porter raccontò di essere stata portata da uno "scienziato grigio" in una stanza dove tre persone erano dentro contenitori cilindrici. Disse di aver percepito che quelle persone erano vive, ma in stato di animazione sospesa. Disse anche che l'uomo all'estrema destra sarebbe stato un "clone" più giovane attivato mediante "trasferimento dell'anima" prelevata dal suo, più anziano, corpo precedente.

[img]http://img692.imageshack.us/img692/7626/a873.jpg[/img]
Disegno di Linda Porter

[img]http://img856.imageshack.us/img856/7586/whby.jpg[/img]
Disegno di Linda Porter raffigurante come l'anima di
un uomo moribondo fuoriesce all'altezza del suo plesso
solare e fluttua attraverso la stanza per entrare nel
clone più giovane dello stesso uomo

Linda Porter fu traumatizzata nel veder morire il proprio corpo diciassettenne e la sua anima trasferita in un clone identico per aspetto ed età.
"Venni stesa su di un tavolo e resa incosciente; allora la mia anima si sollevò fuori dal corpo ed entrò in un altro che era esattamente identico al mio!
Venni dunque svegliata nel "nuovo corpo". La creatura mi portò presso il mio "vecchio corpo" che giaceva sul tavolo con il torace aperto. Allora la creatura estrasse il cuore da quella cavità e me lo mostrò!
Mi disse che il mio cuore era stato gravemente danneggiato dalla malattia che avevo avuto (febbre reumatica?) e che si sarebbe fermato molto presto! Guardai quella cavità e mi accorsi che non c'era nemmeno una goccia di sangue! Niente sangue e l'area non sembrava neanche umida! Quando la creatura sollevò il cuore non scorse nemmeno una goccia di sangue e le sue mani restarono asciutte, anche il cuore sembrava completamente asciutto come la cavità toracica!
"Molto dopo questi fatti mi venne detto dallo stesso scienziato alieno, che era con me nella stanza e che era un chimico, che c'era un veleno chimico che si stava diffondendo nelle nostre terre e che noi non ne eravamo affatto consapevoli. Si trattava del risultato di un qualche esperimento segreto condotto dal nostro governo nello spazio. Quell'esperimento aveva creato un sottoprodotto molto pericoloso che ora stava ricadendo nella nostra atmosfera. Mi venne detto che esso si concentra soprattutto nelle nostre riserve d'acqua e che le persone che vivono vicino all'acqua sono in grande pericolo. Lo scienziato mi disse che i posti nell'entroterra, lontano dall'acqua, sono più sicuri e mi consigliò di usare solo acqua distillata per cucinare e per bere.
Mi venne anche detto che quella sostanza chimica tossica sarebbe stata uno dei fattori che avrebbero portato ad un possibile incendio del cielo. Le scorie nucleari nell'atmosfera, reagendo con altre sostanze, avrebbero potuto causare quel disastro. Le altre sostanze sarebbero particelle prodotte da un'arma a raggio che il nostro governo già possiede. Quindi, (secondo gli alieni) quel veleno chimico, insieme alle scorie nucleari nell'atmosfera, potrebbe innescare una mortale reazione a catena che incendierebbe, letteralmente, i nostri cieli.
Io non ho mai sentito parlare di esperimenti militari con il trasporto di scorie nucleari nello spazio esterno, tu ne sai qualcosa? Mi venne impresso nella mente molto chiaramente il concetto che questa reazione a catena, oltre ad essere mortale per noi, avrebbe portato incommensurabili distruzioni su altri mondi e su altre dimensioni. Ricordo che mi sentii completamente devastata al comprendere quali catastrofi potessero scaturire dall'ignoranza dei nostri militari e del nostro governo."

Ecco come Linda Porter ha disegnato lo "scienziato grigio" che avrebbe espiantato il suo cuore malato dal vecchio corpo mentre lei osservava il tutto dal proprio nuovo corpo clonato. Il fatto sarebbe accaduto nel 1963, quando Linda aveva 17 anni.

[img]http://img5.imageshack.us/img5/7126/2six.jpg[/img]
Disegno di Linda Porter

Continua Linda Porter
"Ora quel livello di comprensione si è affievolito e mi resta solo il ricordo di aver compreso appieno, al momento, la drammaticità della situazione.
Ricordo di aver realizzato quanto insignificante sia il nostro pianeta e il suo carico di esseri umani, paragonati all'immensità del tutto.
Chiesi loro PERCHE' non prendessero l'iniziativa e non fermassero gli avvenimenti prima che fosse troppo tardi. La creatura sembrò molto arrabbiata e mi disse che non avevo ancora capito nulla: loro NON AVEVANO IL PERMESSO di interferire.
Ma se loro possono interferire con noi al punto di prendere le nostre anime e trasferirle in altri corpi, perchè non possono fermare gli eventi? Non ha senso. Mi dissero che, naturalmente, loro volevano entrare in scena e bloccare tutto ma c'era qualcosa come una terza entità, una autorità esterna, che aveva vietato qualunque interferenza e loro potevano solo stare a guardare. Io avvertii un terribile senso di frustrazione che proveniva dalla creatura perchè, per quanto fosse terribile il nostro destino, il loro era ben peggiore.
Di qualunque cosa si tratti, tutta questa situazione sembra che stia procedendo sempre più velocemente verso un qualche tipo di evento."

Ancora dal Quarto Capitolo "Glimpses of Other Realities"
Io e Linda parlammo al telefono dei crop circles, io avevo la profonda sensazione che essi fossero una sorta di messaggio subliminale. Per chi? Per gli addotti? Per altri alieni che vivono qui sulla Terra? Non lo so. Ma so che chi produce i crop circles sa che saranno visti da milioni di persone grazie alla televisione e penso proprio che siano un segnale. Per chi, non lo so.
Il 13 marzo 1980, tredici anni prima, io e lo psicologo Leo Splinkle avevamo incontrato una addotta di nome Judy Doraty. Lei ed altri quattro membri della famiglia stavano tornando a casa in macchina poco fuori Houston, nel Texas, nel maggio del 1973, quando avvistarono una luce brillante che tallonava la loro auto. Judy scese dalla macchina per avere una visuale migliore. Tornati a casa i cinque rimasero stupiti quando i parenti, che avevano fatto da baby sitters nel frattempo, chiesero loro come mai erano arrivati con ben due ore di ritardo.
Da quel momento Judy venne perseguitata da quell'episodio di tempo mancante, da terribili mal di testa e da flash di ricordi che avevano a che fare con qualcosa di non umano.
Durante la sessione di ipnosi con noi Judy descrisse un bovino bianco e marrone che saliva in un raggio di luce. Poi disse di trovarsi in una stanza rotonda dove "due piccoli uomini" con la pelle grigia, quattro dita e "occhi gialli come quelli dei serpenti" maneggiavano strumenti chirurgici per prelevare tessuti dagli occhi, dalla lingua e dai testicoli dell'animale.
Le parole di Judy Doraty erano incredibilmente simili a quelle che avrebbe detto Linda Porter dieci anni dopo. La Doraty disse di trovarsi in un laboratorio dove degli esseri grigi conducevano esperimenti su tessuti animali prelevati dal bestiame in uno scenario che sarebbe diventato ben presto noto come "Mutilazioni Animali". Doraty disse che quelle creature analizzavano i tessuti animali perché erano preoccupate di quello che gli uomini potessero fare a se stessi. "Gli uomini si stanno suicidando con la contaminazione del proprio ambiente...loro devono essere qui da un bel po' e monitorano il suolo, l'acqua, la vita animale e vegetale. E continueranno a farlo. Esiste un veleno chimico che é stato immesso nell'ambiente, é passato attraverso la catena alimentare e ora é giunto agli esseri umani. Prima si trovava solo nel terreno ma ora é nella vegetazione e loro stanno testando la sua diffusione. Creerà un sacco di problemi e moltissima gente morirà a causa sua perché sta già contaminando l'acqua. E' nell'acqua e ha qualcosa a che vedere con il Plutonio...Loro mettono la massima enfasi nel dire che, anche se la cosa é nello spazio esterno, tuttavia essa ha gravi effetti sull'ambiente quaggiù...Io non avevo la minima idea che noi umani stessimo facendo degli esperimenti nello spazio esterno."
Judy Doraty aggiunse anche di aver saputo che gli uomini stanno conducendo esperimenti anche sott'acqua e che questo causerà un qualche tipo di reazione chimica pericolosa quando un qualche composto verrà a contatto con un altro.
"Non si tratta solo di un problema di inquinamento, c'é molto di più. Se continueremo con lo stesso ritmo di adesso finiremo per coinvolgere non più solo noi stessi ma anche altri esseri e loro stanno cercando di bloccare un processo che potrebbe portare ad una reazione a catena che coinvolgerebbe anche loro. Io chiedo loro perché non mi dicono di più e perché non fanno di più, visto che sembrano così arrabbiati...loro dicono che non capirei abbastanza, che sono immatura, che non ho raggiunto la maturità."
Chiamai Linda Porter per dirle che mi sarei trovata a Los Angeles per una conferenza a novembre e mi sarebbe piaciuto farle visita a nord di Bakersfield per incontrarla. Lei non volle che la andassi a trovare a casa perché suo marito disapprovava i suoi discorsi sugli alieni. Linda temeva che, a causa di ciò, il suo matrimonio (il secondo) non sarebbe durato a lungo. Preferiva incontrarmi in un ambiente neutro, lontano dallo stress che le avrebbe potuto causare la presenza del marito e così organizzammo di incontrarci in un motel scelto da lei, vicino a Bakersfield, il 1 novembre 1991.
Finalmente la conobbi di persona.
Linda all'epoca aveva 45 anni, era alta circa un metro e sessanta e aveva i capelli castani scuri, tagliati corti. I suoi occhi verde chiaro apparivano leggermente ingranditi da occhiali spessi. Indossava dei jeans e un cardigan rosa con delle perline. Parlava con voce bassa e gentile, calma in maniera quasi innaturale. Ho avvertito spesso anche con altri addotti questa tranquillità forzata; si tratta di persone che hanno passato la vita a sopprimere il ricordo di esperienze anomale, cercando di trovare un equilibrio nelle proprie menti che permettesse loro il più possibile di mettere da parte esperienze tanto traumatizzanti per continuare una vita più o meno normale.
Linda era nata il 2 giugno del 1946 a Portland, nell'Oregon, dove aveva vissuto in una fattoria con i genitori, due sorelle maggiori e un fratello minore in mezzo a galline, conigli e bacche. Mi raccontò:
"Credo che la mia nascita sia stata una sorpresa perché le mie sorelle hanno quindici e sedici anni più di me. Ho anche un fratello minore di un anno e nè io nè lui somigliamo agli altri membri della famiglia."
Linda sapeva poco riguardo ai nonni, sapeva solo che la nonna paterna era una Nativa Cherokee dell'Arkansas. I genitori di Linda erano una coppia pragmatica che non avrebbe mai parlato di cose inspiegabili.
Linda continuò: "quando ero adolescente non ero come gli altri coetanei, non ero una ribelle. Leggevo Kant, Nietzsche, Sartre e tutti i filosofi di cui mi riusciva di procurarmi i libri, quindi non ero certo una normale teen-ager. Sempre a quell'epoca sviluppai la mia passione per il disegno e la pittura. Ero molto introversa, come se mi chiedessi continuamente perché mi trovassi a vivere qui."
Estrassi i disegni che Linda mi aveva spedito e le chiesi se potevamo andare a fondo di ciascuno di essi, registrando la conversazione. Era mia intenzione approfondire la storia dei cilindri e dei corpi in sospensione ma cominciai chiedendo a Linda di chiarire la mia confusione riguardo ai trasferimenti che, secondo i suoi racconti, avvenivano sia con raggi di luce che attraverso tunnels.
Le chiesi: "Il tunnel é una struttura fisica?"
Risposta: "Non é una cosa che si trova sempre lì, viene creato solo quando deve avvenire un trasporto e poi sparisce. Il tunnel é diverso dal raggio di luce. La luce viene usata solo per trasferire le persone dalla Terra ai velivoli e viceversa. Invece il tunnel é una struttura fisica, un "buco" creato per l'occasione tra una dimensione e un'altra. Viaggiare attraverso il tunnel mi fece star male. Aveva a che fare con un cambiamento di densità fisica tra due differenti dimensioni."
Chiesi a Linda Porter della notte in cui le figure d'ombra uscirono dal "buco" di forma ovale nel bel mezzo della sua camera da letto e del piccolo essere grigio che si trovava accanto a lei: "E' stato come se un'altra dimensione fosse entrata nella tua camera da letto?"
Risposta: "Sì, é come se una dimensione si fosse sovrapposta ad un'altra. Mi dissero che tutto ciò che esiste é su una certa frequenza di suono. Ricordi quando ti ho mandato i primi disegni e ti ho detto che la creatura tipo Mantide mi aveva detto qualcosa? Penso che ormai ricordo quasi tutto ciò che mi disse." Linda mi passò un foglio di carta con le righe dove aveva scritto in corsivo:
"Nell'esistenza c'é molto, molto di più di quanto possiamo appena immaginare. La maggior parte di quanto ci é stato insegnato sull'universo fisico e sulle leggi che lo governano é falso.
La civiltà di queste creature ci comunica concetti difficili attraverso simboli che irradiano emozioni.
Loro usano questo metodo per diffondere le cognizioni lasciando intatto il loro vero significato. Con questo sistema qualunque interpretazione erronea diventa impossibile.
I simboli non sono di tipo matematico ma appaiono come immagini olografiche a tre dimensioni che ricordano sculture astratte. Il loro contenuto emotivo é veicolato da onde portanti che somigliano a onde sonore ma non fanno parte della gamma di suoni percepibili da noi umani (Nota: la maggior parte degli esseri umani non percepisce le frequenze sonore al di sotto dei 125 hertz e al di sopra dei 10000 hertz). Queste onde possono essere "sentite" ma non "ascoltate". Per esempio, se le creature vogliono mandar via gli esseri umani da un certo luogo, "trasmettono" sulla zona onde di una certa frequenza che causeranno un'intensa sensazione di paura negli umani, paura che li spingerà ad abbandonare quel posto. E' un sistema che non causa alcun danno alle persone.
I problemi sorgono quando si cerca di trasformare in parole questi messaggi visivo-emotivi: la semantica umana porta a spiegazioni che possono generare confusione. Ciò che é facilmente comprensibile ad un livello, usando una forma di espressione emotiva, può diventare estremamente difficile da comprendere con esattezza quando viene tradotto ad un altro livello usando una forma di espressione tanto limitata come il linguaggio umano. Si perdono un sacco di significati e i concetti principali divengono vaghi e spesso vengono completamente fraintesi.
L'Universo é costruito su modelli sonori che permettono a così tante dimensioni e mondi di co-esistere nel medesimo spazio... Se creiamo dei disturbi su di un mondo-dimensione oltre un certo limite, possiamo distruggere l'onda portante in cui esso esiste e creare un "buco" che altererà le frequenze superiori ed inferiori. Ogni frequenza, infatti, oltre a sostenere il proprio mondo-dimensione, supporta anche (si potrebbe dire "tiene al proprio posto") la frequenza immediatamente superiore e quella immediatamente inferiore. Tutto é interdipendente!
Gli altri mondi-dimensioni inizieranno a collassare nel "buco" e ciò non solo distruggerà innumerevoli civiltà ma la materia compressa che ne scaturirà raggiungerà una densità tale da proiettare tutt'intorno l'intero campo gravitazionale fuori controllo sulla distanza di vari parsecs causando danni inimmaginabili a molti altri mondi che verranno scagliati fuori dalle proprie orbite in un processo che alimenta se stesso.
Esistono innumerevoli mondi-dimensioni che occupano lo stesso spazio senza che i loro occupanti siano consapevoli gli uni degli altri perché ciascuno di essi vibra su ottave differenti. L'ottava di frequenza tiene al proprio posto il mondo-dimensione e gli permette di continuare ad esistere in sicurezza senza interferire con gli altri mondi tutt'intorno. La frequenza agisce come una zona cuscinetto che tiene le cose al proprio posto. Se si fa qualcosa che la logora inizia un collasso che può innescare una mortale reazione a catena. Se la densità di tale collasso supera un certo peso, inizia a collassare lo stesso spazio-tempo.
Qualunque sia la natura dell'esperimento nello spazio esterno in cui è coinvolto il nostro governo esso, se dovesse riuscire, cambierebbe la densità della materia al punto che nessuno, in nessuno dei mondi-dimensione coinvolti, riuscirebbe più a fermare la reazione a catena così innescata.
Al momento presente qui ci sono letteralmente altre centinaia di forme di vita aliene che cercano di fermare questi eventi che mettono a repentaglio anche l'esistenza dei loro mondi. Alcune di queste forme di vita non dovrebbero interferire, come ho scritto nelle lettere precedenti, ma si ostinano a farlo. Quello che cercano di fare é fermare l'"Effetto Increspatura" che emanerebbe dal nostro mondo qualora l'esperimento avesse successo.
Con tutta la loro tecnologia, Linda, perché gli alieni o i loro supervisori non intervengono direttamente e non bloccano tutto questo? Perché si servono di noi addotti e ci fanno parlare al loro posto? C'é qualcosa che non torna. Mi domando se non si stiano prendendo gioco di noi e non ci stiano imbottendo la mente di idee a cui vogliono farci credere ciecamente. Se é in corso un esperimento e se dovesse riuscire, esso ci porrà in competizione con gli alieni riguardo ad un qualcosa che essi non vogliono condividere. Forse stanno solo cercando di spaventarci a morte per cacciarci via dai loro dintorni."
Linda mi disse che, anche se alcune delle comunicazioni aliene le sembravano plausibili, lei non poteva dirsi sicura di quali fossero le reali intenzioni degli extraterrestri. Mi disse: " Sento che sta succedendo qualcosa di sospetto. Sento che c'é qualcosa che essi non ci vogliono far sapere."

Le chiesi se le dimensioni sovrapposte potessero essere paragonate a frequenze televisive e, se il paragone era corretto, chi era ad avere in mano il telecomando?

"Il tizio in cima, chiunque o qualunque cosa sia, ha il massimo potere ed il massimo controllo. Il telecomando é sicuramente in mano al capo supremo"

Le chiesi: "Ricordi se tutto questo ha qualcosa a che fare con gli esseri fatti di ombra che ti portarono da qualche parte attraverso quel buco nella tua camera?"

Risposta: "Ricordo un mondo oscuro, come se la fonte di luce fosse stata talmente distante da far vivere quelle persone in un eterno crepuscolo. Mi sembra quasi di vedere un piccolo sole grande come la punta di una matita."

"Cosa c'é intorno a te?"

"Palazzi rotondi, strani. Gli edifici non hanno angoli, sono tutti arrotondati, più o meno come gli igloo. Non c'é vegetazione."

"E' come un deserto?"

"Siii...solo che lì fa molto freddo"

"Hai visto qualcun altro lì?"

"Qualcuno mi guida, attraverso una porta gialla, all'interno di uno dei palazzi. Ci sono molte persone e la maggior parte di esse hanno aspetto umano. Ma sono vestite in maniera strana... Credo che c'é una lunga tavola e sono tutti seduti intorno ad essa. C'é una persona in piedi ed ha un vestito lungo e viola con un colletto molto alto. Lui é molto alto, circa due metri e dieci. Sembra quello che ha la responsabilità di quello che é successo, sembra che sia lui il motivo per cui io sono stata portata lì."

"Puoi descrivermelo meglio?"

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Linda Porter descrive lo strano essere
"Non credo che fosse umano. Sembrava avere la pelle grigia, la sua pelle non era di un colore umano, tendeva al bianco. E' molto alto e molto, molto sottile. Ha grandi occhi come quelli dei gatti. Niente capelli, la sommità della testa rotonda e ha il naso, cosa che i grigi non hanno."
"Il naso, che forma aveva?"
"Lungo, naso lungo e faccia lunga. Ha anche le orecchie, mentre i grigi non le hanno."
"Il naso, era prominente?"
"E' grande."
"Il tuo disegno somiglia a ciò che ricordi?"
"Il mio disegno ci si avvicina ma gli ha dato una espressione meschina che non aveva in realtà, non appariva assolutamente meschino o malvagio."
"E la bocca?"
"Niente labbra, ma parlava. Non si trattava di telepatia perché ricordo la sua bocca che si muoveva. Ricordo che sollevava le mani mentre diceva qualcosa, ricordo bene le sue mani bianche mentre le maniche scivolavano in basso."
"Come erano fatte le sue mani?"
"Lunghe e bianche, veramente sottili."
"Quante dita?"
"Non lo so, ricordo solo di aver visto delle dita molto lunghe."
"E gli umani intorno a te stavano parlando?"
"Stavano tutti ad ascoltare quello che lui diceva. Io avvertivo un gran senso di rispetto per lui. Qualunque cosa fosse quello che stava spiegando, si trattava di roba molto complicata, qualcosa di scientifico."
"Aveva una qualche relazione con l'essere-mantide?"
"Non lo so."
"Che altro puoi ricordare riguardo all'essere-mantide?"
"era molto alto, tra i sette e gli otto piedi (tra i due metri e dieci e i due metri e quaranta). Aveva un torso molto lungo, le braccia erano molto lunghe e articolate dietro al torso, in un modo molto differente dagli esseri umani. Aveva tre appendici simili a dita, non si muovevano come dita ma con un destrezza di gran lunga superiore. E i suoi piedi non avevano nulla a che vedere con i nostri, erano delle cose a punta strette, sottili e molto piccole. Gli occhi avevano un colore marrone-rossastro con evidenti bolle che sporgevano leggermente, non so se si trattasse di una forma di protezione o altro. Era come se quell'essere potesse percepire le mie sensazioni e desiderasse spaventarmi il meno possibile."
"Hai per caso percepito da parte sua emozioni tipo bontà o compassione?"
"Grande vecchiaia, saggezza e infinita pazienza. Non era bontà o compassione, era piuttosto come se quell'essere esistesse da migliaia di anni, da tempo lunghissimo. La cosa che percepii maggiormente fu la sua incredibile saggezza. Non mi ero mai trovata di fronte a qualcosa del genere, a qualcosa che possedesse una tale conoscenza. Mi parlò moltissimo ma non ho idea di cosa mi disse quella volta. Qualunque cosa fosse, penso che si trattasse di cose molto importanti-come se mi stesse dicendo cosa sarebbe accaduto nel futuro e cose riguardanti il "trasferimento nella luce", qualunque cosa questo significhi. Aveva a che vedere con quello che mi era accaduto in quella stanza piena di luce. I miei ricordi finiscono nel momento in cui stavo per entrare in quella stanza."
"E' possibile che l'essere con i grande naso sia il capo degli esseri-mantide?"
"No."
"Di qualche tipo umanoide?"
"Si, degli umanoidi dall'abbronzatura dorata, ma non si tratta proprio di un capo, è più come se fosse in sinergia con loro, come se lavorassero insieme da moltissimo tempo."
"Gli umanoidi dorati e le mantidi?"
"Si."
"C'è un'alleanza tra loro?"
"Non di tipo militare. Loro non amano quel genere di cose. Tra loro esiste un mutuo rispetto e si prendono cura gli uni degli altri sulla base di un sistema condiviso di valori e di etica. Sembra che entrambi lavorino insieme per il raggiungimento dello stesso scopo-qualunque esso sia."
"Grande attenzione e rispetto tra le due specie?"
"Si, entrambe le specie sono molto evolute e, sebbene sembri che le mantidi siano molto più antiche, le due razze si relazionano con la massima facilità e lavorano insieme in piena armonia e rispetto."
"Allora, come si inserisce in questo quadro l'essere pallido dal grande naso?"
"Non lo so perché quella fu l'unica occasione in cui lo vidi; lui, semplicemente, stava lì e parlava."
"Potrebbe essere lui l'intelligenza che sta dietro agli altri?"
"No, no. Al di sopra dovrebbe esserci quell'entità di cui ti parlai a Sedona, una forma di vita evolutissima che non ha più bisogno di un corpo fisico."
"Va bene, poniamo quest'entità non fisica in cima. E' un'entità di questo universo?"
"In questo universo. L'unico modo in cui posso esprimere la mia sensazione riguardo alla cosa unica che sta al di sopra di loro è un qualcosa tipo Dio. "
"Al di sopra delle potenti entità non fisiche?"
"Esatto. Metti quelle entità non fisiche al di sopra degli umanoidi e delle mantidi, esse sono enormi e possono spostarsi in tutto l'universo senza l'ausilio di alcun veicolo fisico."
"Chi c'è direttamente sotto di loro?"
"Gli umanoidi dal colorito dorato, poi vengono le mantidi, poi i grigi dalla pelle bianca, quelli più alti dei piccoli grigi. Quelli più alti hanno le pupille e io li chiamo Gumby per le loro uniformi e perché sono scesi all'improvviso sul pavimento e non ho mai visto i loro piedi."
"Gli occhi inclinati di questi grigi più alti hanno il bianco come i nostri?"
"Si, hanno la parte bianca visibile ed hanno le pupille come noi. La loro pelle è bianca e sembra che siano tutti scienziati."
"Nei tuoi disegni la loro testa..."
"E' sporgente nella parte posteriore. Le loro teste hanno una forma diversa da quelle dei grigi." (EBE Tipo 1?)
"E al di sotto di questi grigi alti chi c'è?"
"I grigi piccoli. Loro sono semplicemente operai, come le api o le formiche, si limitano ad eseguire il proprio lavoro." (EBE Tipo 2?)
"E i cilindri, sono tutti uguali?"
"No, i cilindri sono differenti. Quelli di stoccaggio hanno una sommità diversa, rotonda. Quelli di attivazione, invece, hanno gli angoli squadrati. C'è una luce nei cilindri di attivazione, una luce forte che brilla sulla persona all'interno e i corpi devono rimanere esposti a quella luce per parecchie ore prima che l'anima possa entrare dentro di essi, non so perché."
"I cilindri di stoccaggio sono per i corpi?"
"Si, per i corpi clonati. C'è un tipo di cilindro per i corpi immagazzinati e un altro per attivarli. L'anima è probabilmente la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia. Il mio disegno non le rende giustizia. Era di un bellissimo giallo iridescente con i bordi di un tenue arancione e un nucleo bianco che irradiava un dolce calore."

Linda Porter continuò manifestando un senso di soggezione per la luce dell'anima e un senso di repulsione per la morte dell'uomo più anziano.

"Gli alieni sezionarono il corpo dell'uomo più anziano. Era morto a causa di un qualche tipo di sostanza inquinante presente nell'acqua, qui sulla Terra. E' terribile che la gente non si renda conto del pericolo rappresentato dal vivere vicino all'acqua, per non parlare del bere!
Loro sezionarono il corpo per ricostruirne il livello di avvelenamento. Sembrava che, per qualche motivo, questa cosa fosse molto importante per gli alieni. E poi gettarono via il corpo, proprio come se fosse di nessuna importanza. Lo gettarono via come noi ci togliamo e buttiamo via le scarpe. Ricordo che mi sentii molto avvilita perché noi qui seppelliamo i nostri morti."
"Quindi, dal nostro punto di vista, quell'uomo sarebbe morto a quarantasei anni, giusto?"
"Sarebbe scomparso. Nessuno sulla Terra avrebbe mai ritrovato il suo corpo. Nei tuoi studi sulle mutilazioni, Linda, qualcuno ha mai ritrovato corpi umani sezionati?"
"Alcune volte, ma non so se si tratta dello stesso fenomeno. In ogni caso, ci sono moltissimi casi di adulti e bambini scomparsi."
"Io non credo che siano morti. Penso che molti di loro siano stati ri-collocati in altri posti."
"Ma perché ri-collocarli, e dove, qui sulla Terra o su altri pianeti?"
"Ri-collocati qui sulla Terra, come la versione più giovane dell'uomo morto, che venne messa in Australia. Esistono persone che gli alieni vogliono in certe aree ed essi rimangono in contatto con queste persone per tutta la loro vita."
"Alludi agli scienziati-custodi?"
"Si, sta per succedere qualcosa e quando accadrà, qualunque cosa sia, tutti dovranno trovarsi nei posti giusti."
"Hai ricordi dettagliati del tuo personale trasferimento di anima?"
"Dopo di avermi mostrato il trasferimento dell'anima dell'uomo nel cilindro ricordo di essere stata in piedi vicino allo scienziato e...mamma mia...aveva qualcosa in mano che sembrava il mio cuore. Il mio vecchio corpo giaceva sul tavolo lì, era aperto. Ricordo i bordi del taglio che erano dentellati. Non c'era assolutamente sangue, tutto era completamente asciutto."
"Era un taglio a zig-zig?"
"Era come fatto con le forbici a zig zag che usano i sarti per tagliare i vestiti."
"Hai visto che tipo di strumento gli alieni usavano per operare questi tagli?"
"Somigliava ad uno spazzolino da denti elettrico. Di colore argenteo, lungo sette pollici (circa 18 centimetri) e largo un pollice e mezzo (circa 4 centimetri). Aveva un punta illuminata di blu che non sembrava proiettare luce ma che usa onde sonore non udibili e quando è programmato su basse frequenze è in grado di operare chirurgicamente mediante vibrazioni che separano cellule e tessuti senza arrecare danni a livello cellulare. Non taglia le cellule. I bordi dei tagli sono puliti e senza bruciature. Quando è programmato su alte frequenze, la vibrazione causa una frizione che genera calore. Il calore è usato per tagliare."
"C'era anche uno strumento più grande, lungo dieci pollici (circa 25 centimetri) e largo tre pollici e mezzo (circa 9 centimetri). Ha una punta accesa che non proietta luce e usa le onde sonore per guarire psichicamente ed emozionalmente. Aiuta le persone ad uscire da shock terribili."
"L'alieno mi disse che avevo avuto una febbre reumatica quando avevo dodici anni ed immagino che fosse vero. Non venni portata da alcun medico ma i sintomi corrispondevano. Immagino che quell'episodio mi avesse danneggiato il cuore e mi venne detto che in quelle condizioni non sarei vissuta a lungo."
"Questo accadde quando avevi diciassette anni. Prima ti eri accorta che c'era qualcosa che non andava?"
"Oh si, ero sempre stata malata. I miei genitori non si fidavano dei medici e io avevo sempre la gola secca e la febbre alta. Dopo quella malattia non ero mai più stata bene, ero anche svenuta un paio di volte."
"Quindi, dai dodici anni (1958) ai diciassette (1963) tu eri stata indebolita dalla malattia?"
"Si, e peggiorava. Lo scienziato mi spiegò che la parete posteriore del cuore si stava assottigliando e che presto avrebbe ceduto. Ricordo che lo guardavo ma è come se fossi ancora confusa, non capivo bene quello che mi diceva."
"Quale parte di te stava li a guardarlo?"
"Penso che fosse il mio nuovo corpo con l'anima prelevata da quello vecchio che stava sul tavolo. Non ho alcun ricordo del momento del trasferimento vero e proprio, nè del come arrivai in quella stanza ne di cosa mi venne fatto. La cosa successiva che ricordo è che sto guardando l'alieno che estrae il mio cuore. Qualunque cosa sia accaduta è stata fatta tra questi due momenti senza alcun preavviso, oppure io non ne ho memoria." (Forse i ricordi mancanti riguardano l'immagine dell'essere-mantide nella stanza piena di luce dove Linda non voleva entrare.) "Posso solo dirti che è una cosa veramente strana guardare il tuo corpo aperto e un tizio grigio che tiene in mano il tuo cuore! Ho sempre associato quell'immagine alla morte e ho sempre pensato che, se ricordassi tutto, morirei. Ora vedo da dove arriva l'associazione con la morte."

Improvvisamente Linda Porter allungò le braccia, se le guardò e scoppiò in lacrime.

"Non so più chi sono veramente!"

Percepii profondamente la sua angoscia ed il suo disorientamento nell'aver visto morire il corpo con cui era nata mentre la sua coscienza sopravviveva in un nuovo corpo identico. Perché delle creature non umane erano così profondamente coinvolte con i cicli vitali di alcuni esseri umani?
Linda Porter non aveva la risposta per questa domanda ma continuò:

"Gli scienziati grigi non amano fare queste cose. C'è qualcosa di problematico riguardo a ciò. Loro fanno queste cose solo come ultima chance. Ho l'impressione che non si voglia che operino in questo modo. E' come se le entità superiori, quelle senza corpo, avessero detto 'No'. Ma gli scienziati alieni continuano a fare queste cose perché percepiscono che gli altri, i superiori, non hanno capito qualcosa. Non so di cosa si tratti."
"Gli alieni ti hanno spiegato perché volevano che tu vivessi?"
"Non in quell'occasione. Da qualche parte, durante il percorso, mi è stata data la sensazione che avevo un qualche compito. La mia vita era stata preservata affinchè facessi quello che dovevo fare."
"Ti sentivi diversa nel nuovo corpo rispetto al vecchio?"
""Era più facile respirare. Nel vecchio corpo c'era un continuo senso di pesantezza. In questo nuovo era tutto, come dire...più leggero. Mi muovevo con maggiore facilità e mi sentivo più forte."
"Quando, in seguito, ti guardasti in uno specchio, notasti qualche differenza?"
"Assolutamente no, non c'erano differenze di sorta e neanche la mia famiglia si accorse di nulla. In seguito, però, mi resi conto che il mio nuovo corpo non aveva la cicatrice da vaccinazione che avevo sempre avuto sul braccio sinistro."

La Porter mi disse di non avere foto in cui si vedesse il braccio prima e dopo.
Le chiesi cosa pensava che volessero gli umanoidi dalla pelle dorata.

"Non so se vogliono qualcosa, penso che siano qui solo per aiutare. E' tutto collegato con un qualcosa che sta per avvenire. Parte di loro sono qui per creare un'interferenza che impedisca a quell'evento di oltrepassare la Terra. Altri sono delle specie di sociologi che si limitano a studiare ciò che sta avvenendo."

Ero affascinata dall'ipotesi di Linda che le entità non fisiche, in altre frequenze dimensionali, fossero contrarie all'interferenza degli scienziati grigi con le vite umane e che, malgrado ciò, gli scienziati non seguissero i loro ordini per qualche ignoto motivo. Le chiesi:

"Se non si vuole che trasferiscano le anime, perché loro insistono e vanno contro forze a loro superiori?"
"Gli scienziati grigi sentono che devono farlo. Ci sono persone che non possono perdere a causa di ciò che avverrà in futuro. Sentono che devono assolutamente fare quello che stanno facendo, ormai sono andati troppo oltre, è come se non avessero più altre possibilità."
"Hanno forse commesso un qualche tipo di errore?"
"No, non loro, è come se loro stessero cercando di correggerne uno."
"Allora chi è che ha sbagliato?"
"Non sono stati loro. Non ne so di più perché non è possibile andare più in alto di loro."
"Ma tu non hai detto che gli umanoidi dorati sono al di sopra degli scienziati grigi? Potrebbe esistere una sorta di divisione tra gli scienziati grigi? Potrebbe essere che alcuni di loro siano andati in una direzione, prendendosi cura della Terra e che altri abbiano fatto un'altra scelta? Potrebbe esistere un conflitto tra di loro?"
"E' possibile. Forse è questa la situazione, qualcosa tipo buoni-contro-cattivi. Forse ci sono dei rinnegati."
"E i rinnegati, cosa starebbero cercando di fare?"
"Non lo so, ma, qualunque cosa sia, è già avvenuta. E' stata già fatta e gli scienziati grigi si sentono responsabili di essa."

Una volta mi era stato mostrato il testo di una presunta relazione fornita al Presidente degli Stati Uniti presso la Base Aerea di Kirtland il 9 Aprile 1983 in cui era scritto: "Questi Extraterrestri hanno manipolato il DNA di primati semi-evoluti per creare l'Homo Sapiens."
Chiesi a Linda Porter se conosceva le motivazioni dei custodi possibilmente responsabili della creazione e dell'evoluzione umana.
La Porter mi rispose "In un certo momento, lungo la linea, non molto tempo fa, è come se qualcuno avesse interferito. Qualcuno ha fatto qualcosa di sbagliato e gli scienziati stanno cercando di rimediare. "
Focalizzandomi più sul Ventesimo Secolo che sul Giardino dell'Eden, chiesi a Linda se l'errore a cui si stava cercando di rimediare potesse riguardare il fatto che qualcuno avesse permesso agli uomini di giocare con l'energia atomica. In quel momento, 1991, Linda non ne fu certa ma, in seguito, collegò il tutto con esperimenti militari condotti dagli Stati Uniti nell'alta atmosfera.
Le chiesi:
"Perché gli alieni sono così coinvolti con il pianeta Terra?"
"Sai perché ho usato la parola 'custodi' per gli scienziati grigi? Perché gli esseri scesero qui in origine erano delle specie di custodi della vita. Aiutano la vita a svilupparsi su diversi mondi e pianeti. E' la loro ragione di vita e, evidentemente, i custodi sono gli scienziati. Non sono i piccoli grigi che si limitano a lavorare per loro. Gli scienziati sono stati qui fin da quando tutto ebbe inizio. Erano quelli che iniziarono il programma di allevamento c


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LE ABDUCTIONS DI WANNA LAWSON

Fonte: Capitolo quattro del libro "Glimpses of other realities" di Linda Moulton Howe

Un anno dopo il mio primo contatto con Linda Porter, nel gennaio 1992 incontrai un'altra donna che parlava anch'essa di corpi conservati in cilindri.
Mi chiese di rimanere anonima a causa della sua carica direttiva nel governo municipale del New Jersey del sud e io trovai per lei lo pseudonimo Wanna Lawson.
Wanna era nata il 16 agosto del 1937, sua madre era di origini tanto tedesche quanto afro-americane e gli antenati di suo padre provenivano dalla Riserva indiana Seneca, vicino a Warren in Pennsylvania.
Nel 1983, al momento dei fatti che mi raccontò, Wanna aveva 46 anni, si era sposata e aveva divorziato già due volte. Il 27 novembre 1983 Wanna stava viaggiando con la famiglia da Louisville, in Kentucky, ad Atlantic City per la vacanza del Giorno del Ringraziamento. Wanna e sua figlia Netta, di venti anni, erano insieme in una macchina, i suoi altri due figli, Charles di tredici anni e Anna, di ventiquattro, si trovavano a bordo di un'altra macchina guidata da John Hyatt, marito di Netta.
Le due macchine si fermarono insieme ad una stazione di servizio parecchie miglia a ovest di Harrisburg, in Pennsylvania.
Wanna mi raccontò: "Dopo aver fatto rifornimento avevamo percorso circa un quarto di miglio quando Netta, che stava guidando, mi chiese 'Mamma, cos'è quella cosa in cielo?' Non so perché le risposi 'Sarà un "foxfire'"
(Di solito la parola "foxfire" viene usata per indicare qualunque tipo di aurora boreale o di bio-luminescenza).
"Successivamente ricordo delle luci, delle figure ed avevo la sensazione di avere un'allucinazione, tutt'intorno alla macchina c'erano molti uomini che facevano oscillare cose che sembravano lanterne o lampade. Era tutto molto strano. Allora guardai mia figlia e vidi che Netta stava con la faccia ed entrambe le mani poggiate sul volante. Le chiesi 'Netta, stai bene?' e immediatamente le sue mani scivolarono giù dal volante, raddrizzò la schiena e disse 'certo Mamma, sto bene' ma la macchina stava andando a 65 miglia all'ora."
"Poi ci fermammo tutti in un'area di sosta a Turnpike, nel New Jersey, mio genero saltò fuori dalla sua macchina e corse verso di noi dicendo 'Ehi voi, avete notato qualcosa di strano?' e io risposi 'Si, perché non controlli il serbatoio, John, come possiamo aver già fatto tutta questa strada?' e scoprimmo che ENTRAMBI i serbatoi delle vetture erano PIENI."
Il mistero di quell'improvviso ritrovarsi in New Jersey con i serbatoi ancora pieni preoccupò molto Wanna mentre il resto della famiglia preferiva non pensarci, ma Wanna e sua figlia Netta continuarono ad avere inspiegabili ricordi di esami fisici condotti su di loro da strani esseri umanoidi.
Alla fine Wanna si mise in contatto con l'ufologo Richard Butler e questi tentò la via dell'ipnosi. Uno dei ricordi che affiorarono riguardava una grande stanza piena di cilindri contenenti corpi umanoidi.
Non sarei mai venuta a conoscenza di questa storia se non avessi saputo dell'avvistamento di strane luci vicino a Scranton nel gennaio 1992. Molti di noi vennero invitati da un professore di liceo a visionare le sue riprese video, girate in quello stesso mese, di luci in movimento e fu in quell'occasione che Butler mi parlò del caso di Wanna Lawson e del suo ricordo di corpi in contenitori cilindrici. Gli raccontai di aver sentito descrizioni simili da una donna della California e Butler organizzò un incontro a casa di Wanna, nel New Jersey del sud, per il 22 gennaio 1992.
Al momento del nostro incontro Wanna era funzionario comunale della sua città da dodici anni e mi sembrò una donna piena di senso dell'umorismo e capace di ridere anche quando ricordava momenti spaventosi come quelli riguardanti il novembre 1987, quando sarebbe stata sottoposta ad esami medici da parte di entità non umane.

Immagine

Il disegno precedente e quelli successivi sono stati realizzati da Wanna Lawson, in collaborazione con un disegnatore professionista, il 16 febbraio 1992 e illustrano il suo presunto rapimento (insieme ad altri familiari) del 27 novembre 1983.

Wanna mi raccontò:" I piccoli grigi con i grandi occhi-loro stavano lì e mi sottoponevano ad esami- e io urlavo, ero terrorizzata. Arrivò uno di quelli alti, mi mise una mano sulla spalla e mi calmò. Rimase lì finché gli esami non furono finiti e poi mi prese per mano e mi accompagnò fuori dalla stanza."
"Wanna, hai ricordi coscienti di come ti sei spostata dalle macchine ad ovest di Harrisburg a quel velivolo?"
"C'è stata semplicemente una luce e noi eravamo dentro il velivolo."
"La luce sollevò la macchina?"
"Linda, la luce sollevò ENTRAMBE le macchine."
"Di che colore era quella luce?"
"Una specie di rosa rossastro con qualcosa di dorato? O, forse, il raggio era bianco-dorato e noi finimmo in una stanza che sembrava rosata."
"Quindi, tu ti trovi all'interno di quella stanza..."
"Uscimmo dalle macchine e venimmo separati e mandati in stanze diverse."
"In quella stanza rosata venisti accolta da qualcuno?"
"C'era quello alto con la calotta in testa, era alto almeno due metri e quaranta."
"Puoi descriverne la faccia?"
"Era una faccia abbastanza normale, con un grande naso ad uncino."
"Lo hai visto di fronte?"
"Si, di fronte, aveva gli occhi a mandorla e il mento aguzzo."
"I piccoli grigi prendevano ordini da lui o era lui a prenderli da loro?"
"Loro prendevano ordini da lui."
"Potevi sentire le loro comunicazioni?"
"Assolutamente no."
"Ti sentivi sveglia e vigile?"
"No, ero come in uno stato di sogno, leggermente stordita."
"Potevi muoverti e toccare Netta o John, Anna o Charles?"
"Non potevo raggiungerli perché loro (i presunti alieni) ci spostavano rapidamente in direzioni diverse. John urlava e faceva baccano opponendo resistenza, Charles piangeva e Anna era ancora addormentata-erano gli alieni a trasportarla- mentre venivamo fatti muovere velocemente."

Immagine

"Quelli che vi spostavano fisicamente erano i piccoli grigi?"
"Si."
"Quindi quei piccoli grigi erano in grado di portare una donna adulta come Anna?"
"Erano più d'uno, ce ne sono voluti diversi per trasportare Anna, non era uno solo a portarla, ce n'erano parecchi."
"E a te cosa è successo?"
"Mi hanno portato da quella stanza rosata ad un'altra bianchissima, pulita e dall'aspetto sterilizzato come una camera di ospedale. Mi mettono su di un tavolo e io non so cosa mi aspetta. Mi esaminarono...e un tizio dall'aspetto non esattamente piacevole entrò nella stanza. Alto, ricordava un Nativo Americano ma la pelle era pallida, grigiastra, incolore."
"Visto che i Nativi hanno la pelle piuttosto scura, perché associ quella figura a loro?"
""Più che altro per via dei suoi lineamenti, aveva gli zigomi alti, il naso aquilino, la faccia forte e i capelli neri e lunghi. Aveva gli occhi spalancati e, quando li osservai la prima volta, vidi che erano nerissimi ma, in seguito scoprii che quel nero era una specie di protezione perché si tolse quelle specie di lenti e vidi che aveva gli occhi dorati come quelli dei gatti."
"Come erano i suoi vestiti?"
"Forse metallici, di un grigio argentato."
"Aveva delle insegne di qualche tipo?"
"Sulla sua uniforme ricordo due triangoli sovrapposti. Mi disse che simboleggiavano il fondersi di due mondi ma non saprei dire di quali mondi si trattasse."
"Quando il "Pellerossa" entrò, come ti toccò?"
"Si limitò a mettermi una mano su una spalla."
"E tu come ti sentisti?"
"Mi sentii bene, immediatamente calma. Sentii che io e lui eravamo molto vicini, in pratica sentii che formavamo una coppia. Camminammo per la nave e giungemmo in un ambiente immenso pieno di cilindri. Le mura erano ricoperte di cilindri in fila; quei contenitori sembravano fatti di vetro ma non era vetro. Ognuno di essi era largo sessanta-settanta centimetri ed era alto due metri mezzo; erano tubi cilindrici arrotondati abbastanza grandi da contenere quei corpi alti e pallidi."
"Quanti ce n'erano? Quanto era grande quell'ambiente?"
"Era lungo come molti isolati cittadini, non riuscivo a vederne la fine."
"Quanti cilindri potevano esserci, centinaia?"
"Migliaia."
"Come appariva la superficie di ciascun cilindro? Chiara, trasparente, colorata?"
"Argentea, ma potevi vederci attraverso."
"E cosa vedevi all'interno?"
"Un corpo femminile con lunghi capelli ondulati e occhi a mandorla. Non è umano."
"Cosa ha di non umano?"
"Il colorito grigio-pallido e l'altezza, è alto circa due metri e quaranta."
"Il cilindro sembra contenere del gas, del liquido o qualcosa di gelatinoso?"
"Non lo so, si vede solo il corpo in piedi nel cilindro e niente altro."
"Wanna, com'è che ricordi così chiaramente proprio il corpo della ragazza dai lunghi capelli neri?"
"Perché lui mi portò direttamente proprio di fronte a quel cilindro e mi disse:'Questo è il tuo corpo.'"
"Lui ti parla direttamente o lo senti nella tua testa?"
"Lo sento nella testa, so che sta parlando con me con voce maschile ma non sento alcun suono."
"Ti tocca in qualche modo?"
"Mi tiene la mano."
"E ti conduce di fronte a quel cilindro?"
"Si, ne abbiamo superati molti e ci siamo fermati di fronte a quello."
"Che accade quando lui ti ferma di fronte al cilindro?"
"Ora io CAMBIO DI CORPO. Non so come ho fatto...l'unica cosa che ricordo è che quello era il mio 'altro corpo', che era di mia proprietà e che l'alieno lo desiderava...era strano! Era anche imbarazzante, incredibile, mi faceva sentire una specie di oggetto sessuale in un sogno ad occhi aperti."
"E l'essere alto cosa disse?"
"Disse che mi desiderava, mi voleva e che io dovevo entrare nel 'mio' corpo (quello della aliena alta) ma non so come ciò avvenne, non ricordo."

Immagine
Disegno di L. Hoffman eseguito per Linda Howe:
raffigura l'Alieno tipo "Nativo Americano" descritto da Wanna Lawson.
Sarebbe stato alto più di due metri e dal colorito perlaceo.
Wanna raccontò che sia quell'essere che gli altri da lei incontrati
mostravano un particolare simbolo costituito da due triangoli
contrapposti e intersecati ai vertici; ciò avrebbe rappresentato
"l'unione di due mondi" ma Wanna disse di non sapere quali
essi fossero

Immagine
Disegno raffigurante l'immensa sala piena di cilindri con
corpi in sospensione dove l'alieno "tipo pellerossa" avrebbe
condotto Wanna Lawson. La seconda figura femminile da sinistra,
snella e con lunghi capelli neri ondulati, è il corpo in cui Wanna
sarebbe stata "trasferita" per comunicare ed unirsi sessualmente
con l'alieno alto di tipo indio. Wanna sosteneva di non riuscire a
comprendere come fosse avvenuto tale "trasferimento"


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 14:57 
MAURIZIO CAVALLO: "LA SINTESI DEL MIO VIAGGIO VERSO ALTRE REGIONI DEL TEMPO E DELLO SPAZIO"

Articolo di Maurizio Cavallo
Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... l-mio.html

Il 12 settembre del 1981 fu un giorno come tanti altri, e come tanti - tranne che per un fastidioso e inconsueto stato d'ansia, che iniziai ad avvertire nel pomeriggio inoltrato - trascorse senza eccezionali accadimenti. Nulla avrebbe potuto far presagire che quel giorno conduceva in grembo l'avvenimento più terrificante e portentoso che a un uomo possa capitare e che si sarebbe fissato nel tempo per tutto il corso della mia esistenza. Niente, apparentemente, poteva far sospettare che da lì a poco sarei andato incontro al mio destino, a un'ineluttabilità fatale che avrebbe per molti anni trasformato la mia vita in un incubo senza fine. Nulla di ciò che accadde poi in seguito, nella notte, potevo presagire. Tutto appariva come sempre. In quella serata greve di fine estate tutto era normale. Niente di anomalo era accaduto durante il giorno, né aleggiavano presagi inquietanti nella pioggia che a crepuscolo inoltrato cominciò a cadere leggera: inumidendo appena l'asfalto e liberando molecole di polvere nell'atmosfera carica di elettricità statica, riempiva l'aria di quel peculiare odore che sulla lingua appare amaro.

Immagine

La serata si consumò lieta tra i soliti discorsi e l'ordinaria allegria di un gruppo di amici davanti a una pizza e un boccale di birra. Poi tutti quanti insieme su per le colline a concludere la serata in una radura sterrata tra la vegetazione le stelle e il miraggio di una leggera brezza, l'illusione di un po' d'aria fresca.

D'improvviso uno squarcio di luce nella notte, una folgore, una meteora che arresta la sua corsa e lenta, oscillante inizia a scendere nel bosco. Lo stupore, la vana ricerca fra l'oscurità e il terreno impervio, infido, tra rocce e rovi, anfratti e tronchi secchi.
Frattanto e dopo, i discorsi ancora più vani, le speculazioni, le riflessioni confuse sullo strano fenomeno e il silenzio dei pensieri che giunge quando si cercano risposte a domande mai formulate.

Poi il ritorno a casa, il malessere estenuante che s'impadroniva del mio corpo intorpidendolo in un crescendo di nausea e pensieri torbidi, confusi; la febbre e il delirio che divenivano voce possente nel cervello: perentoria decisa implacabile. L'ordine inflessibile e indiscutibile, i miei sforzi vani, l'inutilità di qualsiasi resistenza.. Il soggiacere all'ineluttabile che si approssima e che m'induce a uscire ancora nella notte, che mi obbliga a ritornare nella radura; il soccombere al richiamo invisibile e ambiguo verso un oscuro fato.

Una trasformazione estenuante, traumatica.

Quella notte, alle 3 del mattino circa, la mia vita mi fu sottratta. Fui crudelmente spogliato delle umane certezze, delle ordinarie consapevolezze, e scaraventato in immensi abissi di dubbi, d'angoscia e follia. Tutto ciò che mai avrei pensato sarebbe potuto accadere, quella notte accadde, e tutto ciò che la ragione reputava impossibile inconcepibile irrealizzabile, prodigiosamente prese forma e divenne tangibile e straordinariamente reale.

E il mio cervello fu invaso da memorie estranee, fu attraversato da conoscenze aliene, da pensieri avulsi e da ricordi altrui. La mia anima fu dilaniata da mille implacabili rostri, da tormenti inenarrabili, e il mio corpo e la mia mente orribilmente piagati da oscure potenze provarono la somma, miserabile umiliazione dell'abbandono, della sconfitta e della rassegnazione.
In balia di titanici carcerieri provenienti da un altrove inconcepibile, subivo la gogna d'essere spogliato da occhi che attraversano la carne, la materia e le forme. Scrutato e psichicamente anatomizzato, ero privato d'ogni dignità, violato nell'essenza più intima, frugato nei miei più reconditi pensieri.

Gli alieni, gli extraterrestri, i crononauti, i viaggiatori del tempo, coloro che provenivano da altri piani dimensionali, quella notte, per motivi ignoti, erano penetrati prepotentemente e improvvisamente nella mia esistenza.

Nel corso degli anni, nell'ambito d'innumerevoli incontri indotti, mi spogliarono delle mie umane certezze e distrussero gli archetipi mentali, gli schemi di cui siamo rivestiti e nei quali la società di questo mondo ci educa conformandoci. Crollarono le mie convinzioni e non ebbi più certezze: ero stato divelto dall'ordinaria realtà e precipitato a forza oltre i confini del delirio.
Fu allora che iniziò a morire l'uomo vecchio mentre dalle sue ceneri nasceva l'uomo nuovo.

Fu un'iniziazione?

Per anni li detestai. Avrei voluto odiarli e urlare insieme alla disperazione tutta la mia rabbia, il disprezzo più profondo. Ma seppur rassegnato e sconvolto, in quella prigionia fatta di silenzio e solitudine (non era semplice spiegare ad altri ciò che mi stava accadendo, tanto più che io stesso allora pensavo d'essere uscito di senno ) li combattevo, tentavo di combatterli cercando di mantenere una coerente lucidità e una razionalità diffusa, per non soccombere tra quelle oscure regioni che potrei definire con un eufemismo: singolarità spaziotemporali, oppure eventi aberranti prodotti dalle distorsioni interpretative che il nostro cervello elabora dai fenomeni giudicati anomali e bizzarri.

Un aiuto per non impazzire.

Solo dopo, col tempo, compresi che il conflitto vissuto con astio esasperato nei confronti di coloro che mi avevano rapito in una notte di fine estate, era invece la lotta che avevo intrapreso contro me stesso, contro ciò che pensavo d'essere, contro tutto ciò che credevo vero e reale nella dimensione illusoria di questo mondo. Solo dopo compresi che i viaggiatori del tempo non m'inflissero mai torture né mi cagionarono sofferenze. Capii che i vani tentativi per sfuggire ai miei carcerieri, il dolore da essi causato, erano solo i frutti dell'inutile disperato rifiuto nei confronti di un'incomprensibile metodologia capace d'espandere la coscienza oltre i limiti sostenibili dell'effimero sapere umano, alla quale per ignoti motivi ero stato sottoposto.
Il mio odio col tempo si stemperò nelle nuove acquisite certezze, l'angoscia si trasformò in quiete, l'ostilità e il rancore si convertirono in amore ammirazione e rispetto. Concepivo chiaramente i loro propositi, i disegni di un'opera che trascendeva il tempo.
Mi resero edotto nei segreti del cosmo, mi elargirono una conoscenza smisurata, un sapere ineffabile e una coscienza volumetricamente universale. Mi condussero per le vie dei mondi e mi aprirono alle meraviglie dell'infinito multiverso.
Mi resero consapevole e libero, refrattario all'imposizione alterata e fallace della mente, al condizionamento illusorio dei sensi e della ragione, sottoposti alle dinamiche spaziotemporali. Compresi che tutto è energia e non vi è alcuna contrapposizione o complementarietà se non nell'apparente, limitata percezione dell'osservatore, posto nella separazione fossilizzata della mente, la quale, creando incessantemente forme e paradigmi, lo assoggetta alla propria determinata interpretazione nell'assurda cristallizzazione dell'IO.

Gli insegnamenti.

M'insegnarono che la morte non esiste, che in una dimensione "anomica" è la paura della morte a creare la morte stessa: che le malattie scaturiscono da cause psicosomatiche, da nodi e conflitti interiori irrisolti, dalla distonica abitudine di voler considerare il corpo fisico quale realtà assoluta nella dimensione fenomenica e illusoria nella quale siamo prigionieri. che la sofferenza, l'angoscia e il dolore sono gli effetti della perduta atavica conoscenza e della libertà quale espressione purissima della nostra reale identità cosmica.

Seppi dei loro usi e costumi, appresi che non hanno necessità di alcun culto e di nessuna professione religiosa. Il matrimonio per essi non è un contratto, mai la stipula di effimeri, retorici diritti e doveri, ma la perfetta e cosciente comunione tra due poli creativi tesi a donarsi carismaticamente nella completezza delle dinamiche psicofisiche e spirituali. Ma di ciò, della loro prole e della società in cui esprimono la felice e sobria esistenza, parlo ampiamente nei miei libri: Oltre il Cielo; Alla Sorgente del Tempo; Fulgori dall'Abisso.

La loro tecnologia supera la più fervente fantasia fantascientifica.
I loro mondi: della Confederazione stellare fanno parte oltre 700 pianeti di diverse galassie e sistemi siderali.
Clarion (a 150 mila anni luce) orbita intorno a due astri. Mi fu detto che nell'universo la struttura planetaria con due tre e finanche sette astri è comune, naturale, mentre è anomala la struttura del nostro sistema solare, che originariamente era un sistema trinitario. Il nostro mondo, alle origini, possedeva una massa di dieci-dodici volte quella attuale, e mi fu aggiunto che per un lunghissimo periodo orbitò intorno ad un sistema binario simile a quello clariano.

Per percorrere la distanza tra Clarion e la Terra impiegano 72/73 dei nostri giorni.
Clarion vuol dire splendore, e sul pianeta - tranne che per un breve crepuscolo - non cala mai la notte.
Si trova nella terza galassia, nella Costellazione dell'Aquila.

Vidi le loro città in mezzo una natura incontaminata: città sospese nell'atmosfera venusiana. Su Venere, metropoli a tre livelli: sotterranee e marine; di superficie, incastonate tra foreste e folta vegetazione; aeree, sospese nell'atmosfera cristallina.

Seppi pure che mai si è verificato il Big-bang, che la velocità della luce é superabile all'infinito. Acqua e ossigeno sono presenti in abbondanza sulla Luna.

Marte, Venere, Saturno e alcuni satelliti di Giove sono abitati. Nel nostro sistema solare sono dodici i pianeti, e non nove come afferma la scienza astronomica.
Mi parlarono di matematica cosmica e di equazione dell'infinito.

I miei viaggi.

I viaggi compiuti con loro nello spazio e nel tempo, nelle loro basi sotterranee e marine, furono sempre da me compiuti nella completezza del mio corpo fisico, anche se - per evitare i rischi e gli spiacevoli inconvenienti che tali trasferimenti biologici comportano, compreso ovviamente un epilogo tragico - essi sempre attuarono minuziosamente e con attenzione certosina i necessari accorgimenti tecnologici (atti a proteggermi) che il loro stupefacente progresso scientifico permette. I miei viaggi in altre dimensioni non furono esperienze fuori dal corpo, i cosiddetti "viaggi astrali", come la corrente New-Age ha definito la bilocazione psichica attraverso la proiezione del doppio eterico o guscio sottile.
.furono sempre materialmente e indubitabilmente reali e a quanto mi risulta, in piena coscienza.
Fui trasportato nelle loro basi sotterranee e in altre poste nelle profondità oceaniche. Vidi i loro avamposti, le loro mastodontiche città, vidi svettanti torri di cristallo, le titaniche architetture degli edifici, i vertiginosi bastioni e gli avamposti immersi nella lussureggiante primordiale vegetazione, e altre forbite strutture dalle astruse geometrie inconcepibilmente sospese su inenarrabili oceani di fuso smalto violaceo . e cieli color mimosa.
A questo punto dovremmo chiederci chi sono gli Alieni, o meglio forse dovremmo domandarci cosa non sono.
Ebbene, non sono gli Angeli di biblica memoria, anche se nei miti religiosi ci vengono descritti come tali, o meglio, gli esegeti delle religioni danno questa errata interpretazione erigendoli a messaggeri della divinità. Non sono neppure demoni o spiriti della natura; non sono elementali, fate, ondine o folletti. Non sono le anime dei morti, gli spiriti dei trapassati, e quindi non sono fantasmi, larve o baruntiche sostanze plasmatiche. Non provengono dall'aldilà e neppure da metafisiche regioni infernali.

Non sono Dei, anche se della Divina Coscienza Cosmica incarnano l'essenza e ne rivestono le qualità, le prerogative e la potenza. Sono gli stessi esseri che in un remoto passato camminarono insieme agli uomini di questo mondo, e che i profeti, i vari Ezechiele, Elia, i Mosè e i tanti eletti descrissero come emissari di Dio, mentre erano e sono solo esploratori galattici, scienziati siderali e delegati del grande Consiglio astrale.
In un lontano passato furono definiti Elohim, Eloah, Jahvè, Anunachi, Arconti e Demiurghi. Ma non erano l'Eterno Onnipotente, e neppure era nelle loro intenzioni forgiare i culti misterici e le liturgie delle religioni nelle quali confida l'uomo, talvolta fino all'isterico parossistico fanatismo. Erano, e sono, figli delle stelle; popoli di altri mondi, viaggiatori temporali che in ere ataviche - molto più remote di quanto ipotizza la scienza terrestre - crearono sul pianeta Terra le condizioni ove acclimatare estranee forme di vita biologica e applicare nuove dinamiche all'autoctono processo evolutivo dal quale, da un sauro anfibio, sarebbe sorta, attraverso progressive e delicatissime manipolazioni genetiche, la creatura che oggi noi definiamo uomo (nel feto umano ancora oggi è riscontrabile una coda, quale emblema ereditario della genesi originale).

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Allora, chi sono?

Essi sono i guardiani stellari, i Signori dell'arcobaleno. Sono i giardinieri dell'Universo, i precursori ancestrali; gli Antichi creatori, gli immortali senza tempo, e provengono dai confini del Cosmo. Giungono dalla sorgente primeva, arrivano dall'altrove in cui si genera l'eternità, là dove per l'eternità regnerà il mistero.

Mai osai definirmi messaggero e neppure ambasciatore dei popoli stellari. Non ho mai creduto di essere un prescelto, un eletto o un predestinato. anzi talune volte ancora mi chiedo perché ciò che ho vissuto e che con onestà intellettuale e umiltà ho tentato di raccontare ancora una volta oggi, sia accaduto a me. Confesso che dopo tutto il tempo trascorso da quella notte di settembre, ancora lo ignoro.
Ho sempre aborrito il termine di contattista, che spesso mi veniva a torto conferito, poiché tale termine presume un qualche messaggio ed io non ho mai ricevuto né l'ordine né il consiglio di addurne alcuno. Ma se messaggio dovesse esserci, esso probabilmente è insito nell'esperienza stessa, e dunque credo sia compito di chi l'esperienza ha appreso, relazionarla alla propria coscienza e non alla mia figura. Poi se una designazione dovessi accettare per ciò che ho vissuto e ancora vivo, preferirei fosse quella di addotto, o semplicemente di uomo rapito dalle fulgide tenebre dell'oltre: di un dormiente risvegliato.
Mai mi sono reputato un maestro e mai ho voluto indicare la via ad alcuno, ma in chiunque io abbia incontrato, sempre ho veduto un altro me stesso, e ho sopportato il peso dell'ingiuria di chi non poteva credere in ciò che avevo vissuto. Quando molto tempo fa, per un senso d'irrefrenabile dovere nei confronti dei miei simili decisi di espormi al ludibrio per ciò che a molti ancora appare incredibile e assurdo, lo feci raccogliendo tutto il mio coraggio con l'unico intento d'onorare ciò che forse immeritatamente mi era stato concesso.

Potrei dire che in oltre trent'anni ho molto sofferto per la solitudine, per l'incapacità della razza umana, e per le scelte da essa compiute che sempre più allontanavano l'essere umano da un mondo migliore, da una comprensione più ampia e da un'esistenza più felice; ma sarebbe ingiusto nei confronti dei tanti che spesso, senza apparire e nel timore di disturbare, per un istante entravano in punta di piedi nella mia sfera con un breve timido messaggio: grazie! - dicevano; grazie per averci donato la tua storia terribile e meravigliosa.
Io oggi so che devo molto a costoro, ma forse loro non sanno quante volte nelle loro brevi frasi ho trovato conforto, gioia e coraggio, forza e determinazione. Forse non sapranno mai In quanti di loro ho riconosciuto un viandante per il quale un mondo diverso è possibile.

So che devo molto anche ai Creatori, a coloro che provenendo da un infinito altrove, sequestrandomi e spogliandomi di ogni umana presunzione e vanità mi resero libero e immortale.
Ed è per questo che per una volta nella vita sarò messaggero, sarò l'ambasciatore della Confederazione Interstellare.
Oggi siamo prossimi a un cambiamento epocale e stiamo assistendo all'ultima fase di un processo evolutivo iniziato milioni di anni fa.
Oggi tutti siamo chiamati ad assumere le nostre responsabilità e scegliere se tornare alle originarie leggi cosmiche e occupare il posto che ci spetta nella nostra stellare famiglia, oppure continuare a dilaniarci nel dolore e nell'indifferenza, nell'ignoranza e nelle fosche tenebre dell'illusione.

Uno scenario di proporzioni apocalittiche si va mostrando con sempre maggior chiarezza dinanzi allo sguardo smarrito e terrorizzato dell'uomo, e un cambiamento epocale, senza precedenti, è prossimo ad inaugurare l'inizio di una nuova Era con il conseguente azzeramento della nostra esile memoria e dell'intera storia umana fino a oggi considerata "civiltà".
La scelta del nostro futuro ci appartiene e solo noi, nel bene e nel male, creiamo giorno dopo giorno il nostro destino.
Solo noi possiamo creare il Mondo che abiteremo domani.


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 14:59 
I POLITICI, LA SCIENZA E LA PAURA DI UN ATTACCO ALIENO DALLO SPAZIO

Articolo di Maurizio Baiata
Fonte: http://mauriziobaiata.net/2013/07/13/al ... o-cattivo/

La minaccia aliena proveniente dall’esterno non è cosa nuova nella storia politica internazionale. Limitiamoci ai vertici del nostro Paese e degli Stati Uniti. Per l’Italia, scomodiamo Sua Eccellenza Benito Mussolini che il 23 Febbraio 1941 in un discorso al Teatro Adriano di Roma così si rivolse a un uditorio di sindacalisti del Fascio: “… In ogni caso, è più plausibile che gli Stati Uniti possano essere invasi, piuttosto che dalle truppe dell’Asse, dagli abitanti sembra piuttosto bellicosi del pianeta Marte, che arriveranno giù dallo spazio siderale su inimmaginabili fortezze volanti”.

Per gli USA, va ricordato in primis il Presidente Harry Truman, il quale durante una conferenza stampa alla Casa Bianca il 4 Aprile 1950 dichiarò: “Vi posso assicurare che i dischi volanti, dato che esistono, non sono costruiti da nessun potere su questa Terra”.

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L’ammiraglio James Forrestal (a sinistra)
e il presidente americano Harry Truman

Altro presidente americano: Ronald Reagan. Cosa aveva in mente e/o chi lo aveva consigliato o indotto a pronunciare il suo monito all’assemblea ONU a proposito dell’ipotesi di un attacco alieno? Reagan invitò le superpotenze mondiali a unirsi per fronteggiare un nemico esterno. Scherzava? I primi sintomi di una malattia mentale degenerativa facevano capolino, oppure era stato sin troppo bene informato e dalla sua coscienza, improvvisamente, aveva fatto breccia qualcosa sino ad allora soffocata? Non potrebbero essere simili a queste, le ragioni sottintese alle dichiarazioni del primo ministro russo Medvedev, Alzheimer escluso?

Per alcuni, tutto questo è fantapolitica. Perché, non costituendo il fenomeno UFO un problema di sicurezza nazionale, è impossibile che tali capi di governo si siano mai espressi nei modi appena riportati. Si tratterebbe dunque di fantasie, di distorsioni ed esagerazioni, o di erronee interpretazioni. Invece, siamo nell’assoluta fedeltà storica di dichiarazioni effettive. Eppure, esse riposano dimenticate nelle pieghe della Storia e a nulla servono per far capire che se certe cose sono state dette delle ragioni dovevano pur sussistere.

Le opinioni degli scienziati, invece, hanno la capacità di incidere sul pensiero della collettività. Ad esempio, dato il credito di cui gode l’astrofisico Stephen Hawking, il suo essersi assunto il ruolo di vate e l’aver messo in guardia tutti noi contro i pericoli che potrebbero insorgere nel caso di un contatto con forme di vita extraterrestri avanzate e dalle probabili intenzioni ostili, rivelano che un evento del genere è ormai accettato come qualcosa che supera la remota possibilità teorica. Questo, perché lo ha detto Hawking e tutti ci credono.

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Il fisico Stephen Hawking nel modulo NASA a gravità zero
(Foto Commons Wikimedia)

Che oggi la scienza possa accettare la fantascienza e superare i confini dei propri assunti, purtroppo è ancora una chimera. Hawking però rappresenta un’avanguardia, alla quale si è unito anche il celebre fisico teorico Michio Kaku. Entrambi non escludono che forme di vita simili, o superiori alla specie umana possano farci visita, anche se, date le distanze inaccessibili alle nostre missioni spaziali, il pensiero scientifico “mainstream” sostiene il contrario. Ed entrambi guardano con grande circospezione all’ipotesi di un contatto, i cui effetti potrebbero rivelarsi devastanti, per noi, razza inferiore.

Fra i militari americani di alto grado, a cosa si riferiva il generale Douglas MacArthur, quando all’Accademia Militare di West Point il 12 Maggio 1962 disse: “Adesso avete di fronte un nuovo mondo… Si parla in termini strani: di sfruttare l’energia cosmica … di un conflitto finale tra una razza umana unita e oscure forze di qualche altra galassia planetaria?”

Trentacinque anni dopo Il Colonnello Philip Corso rivelava che l’atteggiamento delle strutture di intelligence militari alle quali egli aveva fatto capo si poneva sulla stessa linea di tutela dello spazio aereo e del territorio nordamericano: era necessario essere pronti all’eventuale manifestarsi di un’aviazione extraterrestre e opporsi agli intrusi con ogni mezzo. Per questo, si ritiene da più parti, Reagan volle istituire il sistema difensivo SDI delle “Guerre Stellari”.

A meno di aggressioni improvvise e inaspettate, nel delinearsi di uno scenario di guerra, il ricorso a negoziati di norma dovrebbe precedere l’intervento militare. Nel nostro caso, però, mancano le premesse per avviare relazioni diplomatiche che consentano un dialogo con interlocutori “non riconosciuti”. Nessun governo, infatti, ha mai ammesso di aver accertato l’esistenza di esseri intelligenti provenienti da altri mondi. Se fossimo al cinema, saremmo al livello della sorpresa generale o di un terrificante “La Guerra dei Mondi” o di un esilarante “Mars Attacks”, con le conseguenze catastrofiche che Hollywood ci ha mostrato.

Se nulla si sa degli armamenti avanzati e segreti degli arsenali militari terrestri, l’anno scorso un super esperto di tale mondo oscuro, il britannico Nick Pope, ex consulente del governo di Sua Maestà per la questione UFO, dichiarava che gli USA dispongono di mezzi in grado di contrastare efficacemente una minaccia esterna sconosciuta. Affermazione sulla quale Pope non forniva elementi di verifica. Da prendere sulla parola. Un Nick Pope che sembra dimenticare Pearl Harbour e invocare la supremazia americana estesa almeno al nostro sistema solare, come forza militare rappresentativa di un’umanità bellicosa, perché non spinge oltre le sue elucubrazioni e consiglia gli USA di dichiarare guerra a tutti i pianeti abitabili della Via Lattea? Chi non si fa incantare dal suo eloquio “very British” potrebbe pensare che Pope tiri acqua al mulino di qualcun altro, dato che ormai poco gli manca per divenire cittadino americano.

Supponendo che uno o più governi dispongano di un’arma segreta con funzionalità tali da contrastare efficacemente un eventuale attacco alieno, gli aggressori la considererebbero un deterrente alle loro intenzioni? Esseri che abbiano la facoltà di percorrere distanze interstellari potrebbero temere reazioni armate dai terrestri?
Un interrogativo simile potrebbe accompagnare come l’olivetta l’aperitivo di un circolo ufficiali, non certo adatto a discussioni nelle cosiddette “stanze dei bottoni”.

La prudente logica di un Hawking fa riflettere. Di certo, una mente del suo calibro ha affrontato una questione intellettualmente scomoda quale quella ufologica. Il che potrebbe significare che ne visualizzato la realtà e, di conseguenza, di fronte all’ipotesi del Contatto, Hawking ammonisce l’umanità perché non conoscendo le intenzioni dagli Extraterrestri è meglio stare alla larga.

Hawking si è riferito ad alcune delle prove concrete che sul fenomeno UFO sono state raccolte per tanti anni e ha detto espressamente: “Immagino che loro (gli ET) potrebbero spostarsi su enormi navi spaziali e, avendo esaurito tutte le risorse del loro pianeta d’origine, tali alieni evoluti potrebbero essere divenuti nomadi e cerchino di conquistare e colonizzare qualunque pianeta per loro raggiungibile”.

L’universo di Hawking potrebbe essere solcato da giganteschi vascelli stellari che ricordano, fatte le debite proporzioni, i galeoni dei conquistadores spagnoli in rotta verso il nuovo mondo. Una politica predatoria verso popoli ai quali infliggere punizioni e costrizioni e non per elargire loro conoscenza e libertà.

Tuttavia, la sua dissertazione andrebbe presa come mero risultato di un’ipotesi speculativa che non ha contemplato un fattore non marginale. Non sono gli uomini a stabilire le regole di questo gioco interplanetario o interdimensionale. Il Contatto non dipende da noi. E soprattutto, non dipende dalla Politica.


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MessaggioInviato: 10/12/2013, 15:01 
PARLANO ALTRI TESTIMONI DEL CASO WALTON

Articolo di Maurizio Baiata
Fonte: http://mauriziobaiata.net/2013/07/21/pa ... -nel-buio/

Steve Pierce e John Goulette nel 1975 erano con Travis Walton a bordo del furgone guidato da Mike Rogers. A quasi 40 anni dall’incidente più famoso nella storia delle “abduction umane ad opera di esseri alieni”, i due compagni di lavoro di allora – componenti di una squadra di sette taglialegna – nel 2012 hanno iniziato a parlare di quella notte incredibile, sulla base dei loro ricordi lucidi. Qualcosa però non tornava. Se per tanti anni si erano comportati astraendosi dalla storia e senza mai esporsi pubblicamente, come bloccati dal tipico scoglio psicologico insuperabile per la maggioranza degli “experiencers”, ora volevano andare a fondo nella ricerca della verità, cercando di riportare alla luce il reale svolgimento dei fatti che vissero nel Novembre 1975. Un quid che potrebbe essere recuperato sotto ipnosi.

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Da sinistra, John Goulette, Travis Walton e Steve Pierce

Di qui, la decisione di rivolgersi all’ipnoterapeuta californiana Yvonne Smith e, grazie alla filmaker indipendente Lori Wagner, testimoniare tutto attraverso le immagini per la realizzazione di un documentario che dovrebbe includere una nuova ipnosi regressiva su Travis Walton. Quanto è sinora emerso, lascia intendere che Pierce e Goulette in concomitanza con l’avvistamento dell’UFO al cui interno sarebbe stato poi teletrasportato Travis, vissero un episodio di “missing time” (tempo mancante, o vuoto temporale). Potenzialmente quindi, la nuova pista da seguire sembrerebbe quella di un caso di abduction multipla. Ecco ciò che accadde quella sera e che rende il caso Travis Walton il più importante “Incidente UFO” di tutti i tempi, l’Incontro Ravvicinato del Quarto Tipo per eccellenza.

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Travis rientrava dal lavoro insieme ai sei compagni (nella foto sopra) con i quali aveva trascorso tutto il 5 Novembre 1975 a disboscare e accatastare tronchi di albero in una zona a 24 chilometri da Heber, nella Foresta Nazionale Apache, regione delle White Mountains, Arizona centro-orientale, a 217 Km a nord-est di Phoenix. Travis era un ragazzo di 22 anni, di carattere un po’ schivo, praticava arti marziali (Karate e Taekwondo) e lavorava sodo per mettere da parte i soldi e sposarsi presto con la sua ragazza, Dana. Erano da poco passate le 18.00 e iniziava a fare buio. Con lui, a bordo del furgone guidato dal caposquadra e suo migliore amico, Mike Rogers, c’erano Ken Peterson, John Goulette, Steve Pierce, Allen Dallis e Dwayne Smith. Bravi ragazzi, vivevano tutti e sette nella sonnacchiosa tranquillità rurale di Snowflake.

A un tratto uno di loro notò un bagliore rosso fuoco che illuminava la boscaglia. Era strano. Poteva trattarsi di un incendio, o di un incidente aereo, ma non si vedeva fumo. Decisero allora di raggiungere il punto da dove proveniva la luce, cambiarono strada e arrivarono in una radura dove ai loro occhi stupefatti apparve un grande oggetto discoidale che stazionava in aria, sospeso a una trentina di metri dal suolo sopra la linea degli alberi. Emetteva bagliori luminosi e una sorta di ronzio. Mike fermò il furgone (le cui luci e motore continuarono a funzionare) a meno di 30 metri dall’oggetto, che continuava a librarsi, dondolando sulla cima degli alberi, sotto gli occhi dei sette giovani esterrefatti.

Travis sedeva davanti, accanto a Mike e aveva la visuale migliore. Fu una questione di secondi. Decise di andare a vedere da vicino quella straordinaria macchina i cui contorni si stagliavano contro l’ambiente naturale, già coperto dalle ombre della sera. Il fondo della scafo emanava un chiarore che illuminava il suolo. Dal basso, il diametro di quella struttura non superava i cinque metri e aveva un’altezza di almeno tre metri. Era liscia, perfetta. Nulla, né antenne, né cavi, né oblò. Sembrava dentro non ci fosse vita. Uscì dal furgone, come sospinto da una forza che gli diceva che quella era l’occasione della sua vita. Fece pochi passi, avvicinandosi all’oggetto mentre gli amici lo imploravano di non farlo e tornare indietro, ma lui no, fece ancora qualche passo ed ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo. In quel momento un suono lacerante, come di decine di turbine azionate contemporaneamente, uscì dall’UFO e Travis cercò subito riparo, rincantucciandosi dietro un ceppo d’albero. Si rialzò e fu investito in pieno petto da un fascio di luce verde-bluastra (così gli avrebbero spiegato in seguito) e il suo corpo, come una marionetta appesa a un filo, venne sollevato da terra e proiettato braccia e gambe aperte all’indietro per alcuni metri. Walton non vide e percepì alcunché di quanto stava accadendo.

Steve urlò: “L’hanno preso!” Tramortito, fu lasciato così sul terreno dai suoi amici che lo credettero morto e non ebbero il coraggio di avvicinarsi al suo corpo esanime. Mike pigiò sul gas del furgone, mentre guardavano il disco che si alzava in volo. Dopo alcune miglia, Rogers fu il primo a riprendersi dallo shock e a rendersi conto di ciò che avevano fatto. Decise quindi di tornare indietro e lo fece da solo, lasciando i suoi compagni sulla strada. Con sé, quando giunse di nuovo alla radura dell’incontro ravvicinato, aveva solo una torcia elettrica e non vide traccia di Travis né dell’UFO. Tornarono in città e avvisarono lo sceriffo.

Da quel momento in poi, tutti gli abitanti di Snowflake credettero che Travis fosse morto e il sospetto ricadde sui sei giovani. Accettarono di sottoporsi al test della macchina della verità (il poligrafo) che superarono tutti. Nello Stato dell’Arizona non è necessario un cadavere per essere condannato per omicidio. Travis riapparve cinque giorni dopo. A quel punto, i suoi concittadini pensarono che si era trattato di una burla, una messinscena. Prima erano stati considerati assassini, poi, dei buontemponi. Questi i fatti, sui quali nessuno è mai riuscito a dimostrare il contrario. Walton, il più famoso addotto del mondo, non ha mai lasciato la sua cittadina, ma di recente si è separato dalla moglie Dana. Dopo quei giorni del Novembre 1975, Steve Pierce e John Goulette, similmente agli altri quattro compagni di lavoro, non hanno mai goduto dell’attenzione dei media. Forse, soprattutto per il primo, questa potrebbe essere la “molla” che lo ha spinto a uscire allo scoperto.

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Steve Pierce surante una regressione
ipnotica condotta da Yvonne Smith

Steve Pierce aveva 17 anni quando la sua famiglia si trasferì a Snowflake, Arizona. Fu suo zio a fargli ottenere l’ingaggio nel gruppo di taglialegna. Poco tempo dopo l’incidente, Steve lasciò l’Arizona, rifugiandosi in Texas e poi in un altro Stato perché era stanco di essere vessato da tutti. Rimase via per molti molti anni. Aveva terrore dei boschi, non riusciva a dormire la notte e la sua famiglia non credette a una sola parola di quanto aveva riferito. Ha sempre cercato di prendere le distanze da quell’evento terrificante. La gente rideva di lui, pensava che era tutto una bufala. E gli furono offerti 10 mila dollari da Philip Klass, giornalista ultrascettico dello CSICOP statunitense (omologo del nostrano CICAP) perché ammettesse che si erano inventati tutto. Pur avendo un disperato bisogno di soldi, Steve si è rifiutato di mentire. Di tutto il gruppo, ad oggi, quelli che hanno parlato pubblicamente sono solo Pierce, Travis e John Goulette.

È Steve Pierce a sospettare che quella notte accadde qualcosa che coinvolse anche lui. Le sue paure del buio e dei boschi lo hanno portato a credere che forse il destino gli aveva riservato qualcosa di strano. Anche perché, dopo il 1975ha vissuto un altro incontro ravvicinato con un UFO. Una notte era alla guida di un grosso camion e verso le 2 del mattino si accorse che un UFO lo stava seguendo. Vide le luci evoluire prima dietro, poi sopra il suo mezzo. Continuò a viaggiare sino a un distributore di benzina, dove decise di accostare e saltò fuori dall’abitacolo. In quel momento, le luci dell’UFO volarono via.

Per questo, ha voluto rivolgersi a una ipnoterapeuta di fama mondiale come Yvonne Smith, fondatrice e direttrice del CERO (Close Encounters Resource Organization. Un gruppo internazionale di sostegno di sostegno per gli experiencers. Molti membri del CERO hanno vissuto esperienze simili. Ricordano di essersi trovati a bordo di astronavi, di aver visto bambini ibridi umano/alieni con caratteristiche somatiche simili alle loro, di aver notato gli strumenti chirurgici utilizzati sui loro corpi mentre giacevano sui tavoli in acciaio con gli ET accanto a loro, di aver riscontrato strani oggetti sotto la loro pelle (impianti). Dal momento che Steve Pierce è andato sotto ipnosi con Yvonne Smith, ha cominciato a scoprire sorprendenti nuovi dettagli su ciò che accadde quella sera del Novembre 1975. Se il materiale si rivelerà di reale interesse, la sua intenzione è di raccoglierlo in un libro, alla cui stesura ora si sta dedicando.

LA MIA INTERVISTA A LORI WAGNER

Legato da vecchia amicizia a Lori Wagner, ho chiesto alla regista e documentarista californiana un aggiornamento in merito agli sviluppi del suo lavoro in collaborazione con Yvonne Smith.

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Lori Wagner e Travis Walton

Maurizio Baiata: Lori, cosa è venuto fuori sinora dalle regressioni?

Lori Wagner: Steve Pierce è l’unico che ha fatto una regressione. John Goulette ne ha molto timore e vuole aspettare e vedere come va con le regressioni di Steve. Le tre sedute di ipnosi regressiva sinora condotte da Yvonne Smith hanno rivelato molti nuovi dettagli sull’evento. L’unica cosa della quale pubblicamente si può parlare è che quella del 1975 non fu la prima e unica volta in cui Steve ha incontrato gli UFO. Ha avuto esperienze prima del 1975 e ne ha avute anche dopo.

M.B.: Sono emerse discrepanze rispetto alla versione principale, quella di Travis?

L.W. Sì, c’è una differenza sostanziale, ma al momento non può essere resa nota. Ci è stato ripetuto più volte: “NON È TEMPO” (la frase potrebbe essere attribuibile a un’entità non terrestre manifestatasi durante una seduta ipnotica, N.d.A.). Una rimarchevole differenza è che Travis ha sempre sostenuto che uscì dal furgone di sua volontà, perché era curioso di avvicinarsi al disco e vedere cosa fosse. Steve Pierce dice invece che sembrò che Travis fosse stato “tirato fuori” dall’automezzo, in una sorta di stato ipnotico verso l’astronave… sotto il controllo di un qualche potere non suo. E Travis ora crede che gli ET in realtà lo rianimarono, che forse gli salvarono la vita dopo essere essere stato colpito dal fascio di luce. Egli ritiene che lo portarono a bordo dello scafo per prendersi cura di lui, per salvarlo e poi fare in modo che tornasse in città.

M.B. Qual è la ragione, secondo te, che sta spingendo questi uomini a parlare apertamente?

L.W. La figlioletta di Steve Pierce, Stevie, ha convinto il papà a farsi avanti. Una sera di tre anni fa circa, Steve e la figlia videro insieme il film “Fire in the Sky” (In Italia uscito con il titolo di “Bagliori nel buio). Stevie chiese al papà perché il suo nome non appariva nel film. Steve decise lì per lì che era giunto il momento di uscire allo scoperto e di raccontare la sua versione dei fatti, in modo da dimostrare a sua figlia e alla sua famiglia che la storia era vera e che lui era lì.

John Goulette dovette andare via a causa del ridicolo. Non poteva entrare in un bar, senza doversi aspettare di essere aggredito verbalmente e che non sarebbe finita in una rissa. Era accaduto tante volte. Così se ne andò. Da qualche parte dove nessuno lo conosceva. Si è trasferito in una piccola città della California. Vi è rimasto per 21 anni e poi è tornato a Snowflake. Con il tempo le cose erano molto cambiate. La gente in giro parlava dell’incidente di Travis Walton come di un qualcosa della quale potersi vantare. Ha iniziato a vedere Mike Rogers e Travis di nuovo come amici e si sentiva più a suo agio in quella zona. A questo punto ha voluto parlare e dire la verità.

M.B.: Cosa li ha costretti a non farlo prima?

L.W. La paura del ridicolo. Avevano paura di farsi avanti, perché tutti pensavano che erano pazzi. Nessuno credeva alla loro storia e per questo hanno tenuto la bocca chiusa per più di 30 anni!

M.B. Qual è lo scopo finale del loro “outing”?

L.W.: Entrambi vogliono essere chiari e sinceri. Anche se la verità suona come una storia costruita, sono uomini di una certa à ormai e non vogliono più di tacere e vivere una vita segreta.

M.B.: Lori, qual è il tuo coinvolgimento personale in tutto questo?

L.W. Quando una persona vive la propria vita in clandestinità, in segreto, finisce sempre per non fidarsi di nessuno. Per qualche ragione invece Steve Pierce si fida di me e mi permette di documentare ciò che sta accadendo ora. Il mio coinvolgimento come produttore cinematografico consiste nell’assistere entrambi affinché possano testimoniare la loro verità al mondo. Attualmente sto editando i video che ho girato durante le sedute di ipnosi con Steve Pierce e Yvonne Smith, materiale che sarà disponibile fra alcuni mesi. Il pubblico conoscerà una versione totalmente nuova e sconvolgente della storia e sarà il resoconto fedele di quello che è veramente accaduto. Riguardando tutto il girato, Steve sta anche cercando di prendere appunti per completare il suo libro, che conta di presentare in Luglio a Roswell, New Mexico.

M.B.: Come terapeuta, Yvonne che opinione ha di loro?

L.W. Yvonne Smith li ritiene entrambi sani di mente. Sono stati sottoposti a un evento traumatico e hanno dovuto vivere una vita segreta per oltre 30 anni per nascondere le loro paure. Uscire in pubblico è stato per loro di grande sollievo e un passo importante nel percorso di guarigione. Stiamo anche cercando di comunicare con due degli altri testimoni e spingerli a parlare pubblicamente e possibilmente sottoporsi a ipnosi regressiva.

M.B.: Mettiamola ora in altri termini: cosa sarebbe successo se avessero parlato 38 anni fa?

L.W.: Se Pierce e Goulette avessero parlato apertamente di questo evento fin dall’inizio, penso che avrebbe cambiato la vita di Travis Walton in modo significativo. Perché per 38 anni il caso è divenuto noto come la “Travis Walton Experience” esclusivamente. Degli altri uomini del gruppo non si è mai parlato. Travis non sarebbe così famoso oggi. L’intero evento sarebbe divenuto “L’Incidente UFO di Snowflake”. E, molto probabilmente, gli altri quattro uomini sarebbero diventati celebri. Ma questo non è avvenuto.

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Travis Walton a Roma nel 2012

Nel corso del suo ultimo viaggio in Italia, invitato per la conferenza ufologica “Interazioni tra umani e alieni” organizzata a Roma dal sito Segni Dal Cielo e della quale è stato relatore e ospite d’onore, ho avuto modo di trascorrere con lui un paio di giorni. In questa occasione ha sottolineato più volte due aspetti della sua storia. Innanzitutto, che sul suo caso il meccanismo del debunking, affidato dal Federal Bureau of Investigation alle “sapienti” mani di Philip Klaas, famoso “demolitore d’ufficio” di casi ufologici, non ebbe ragione della qualità delle testimonianze. Non solo, per screditare Walton, Klaas era stato pagato ben 10.000 dollari dal FBI. Un fatto assai grave, che getta un’ombra pesante sulla reputazione di Klaas. Ne esiste documentazione.

Più importante, su un piano umano e dell’esperienza vissuta da Travis Walton è la nuova ipotesi che il protagonista ritiene oggi possibile: che la ragione primaria della sua abduction fu accidentale. Ovvero, che il fatto di essere stato investito da un raggio che lo tramortì, lasciandolo privo di conoscenza sino al suo risveglio a bordo dell’astronave, sia stato incidentale e non determinato dalla volontà dagli esseri con i quali ebbe a che fare.

Durante la sua permanenza a bordo dell’astronave, Walton si confrontò con due tipi di “alieni”. In una prima fase, entità umanoidi di piccole dimensioni, con teste macrocefale, prive di capelli e occhi enormi. In seguito, altri esseri, tanto simili all’Uomo da poter essere considerati “terrestri”. Queste due tipologie sembravano fra loro interagire. Walton non è mai stato in grado di stabilire chi fosse in comando ma, date le dimensioni limitate dell’astronave, secondo lui quegli “umani” lì sembravano decisamente fuori posto. Nel film “Bagliori nel buio” tali umani non compaiono neppure in un fotogramma. Una palese mistificazione dei fatti riferiti dal loro protagonista.

Secondo Travis, è possibile che il modus operandi di quelle entità aliene che lui – come migliaia di altri addotti nel mondo – ha da sempre interpretato come intrusivo e negativo, sia stato invece determinante a salvargli la vita.

Ecco, le sue parole: “Sulle prime e anche in seguito, non ho potuto fare altro che accettare il termine e l’accezione negativa di rapimento, ma in realtà non ho mai capito sino in fondo cosa veramente mi fosse successo. Certo, si era trattato di un “incontro ravvicinato” in condizioni “estreme” e le cui conseguenze avrebbero potuto essere fatali per me. L’unica possibilità per la mia sopravvivenza, forse, era rappresentata dagli occupanti stessi dell’astronave, perché i miei compagni mi avevano abbandonato e il medico più vicino era a un’ora di distanza. Col senno di poi, penso che probabilmente fu solo un tentativo di aiuto”.

Una diversa chiave di lettura e un passo in avanti, almeno nella comprensione da parte di Travis, di quanto gli accadde nel 1975. Un lungo cammino verso una verità ancora indecifrabile.


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