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 Oggetto del messaggio: UFO & Alieni: un fenomeno parafisico?
MessaggioInviato: 20/12/2011, 12:56 
Intervista al professor Guido Tonelli
del 19 Dicembre 2011, tratta da:

A caccia della "particella di Dio", Tonelli:
"Potremo anche scoprire di essere in un Multiverso"

http://notizie.tiscali.it/articoli/scie ... nelli.html


La vostra ricerca potrebbe portare a comprendere se il nostro mondo si trova in un Universo o in un Multiverso. Può spiegarci meglio questo aspetto?

“Una delle ricerche principali che stiamo conducendo è la ricerca del bosone di Higgs, e su questa c’è tutta l’attenzione dei media. Pochi però parlano di altre due ricerche che stiamo conducendo e che risultano essere altrettanto importanti. Una riguarda la supersimmetria, ossia la ricerca di una nuova forma di materia che potrebbe probabilmente spiegare l’origine della materia oscura, che circonda la nostra galassia e che riempie l’Universo. Un altro studio si concentra invece nella ricerca di particelle molto massicce (10, 20 o 50 volte più massicce del bosone di Higgs), la cui presenza potrebbe suggere, e validare, alcune delle teorie di extradimensioni. Queste ci porterebbero a supporre che il nostro non è un ‘universo unico’ ma una realtà facente parte di un sistema composto da un’infinità di universi, chiamata in gergo Multiverso. Il giorno in cui dovessimo individuare queste particelle molto massicce, e le potessimo associare alle teorie che prevedono i multiversi, ci sarebbe un cambiamento radicale della visione che abbiamo oggi delle cose che compongono la Natura”.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 20/12/2011, 15:10 
Be io credo più ad extraterrestri extradimensionali che altro,anche il colonello P.Corso credeva che erano esseri extradimensionali,anche vari file dell F.B.I. parlano di esseri extradimensionali e così via...
Poi ovviamente non so se sia più facile andare da una dimensione all'altra o da una galassia o stella all altra lo scopriremo prima o poi.


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MessaggioInviato: 19/05/2012, 17:34 
Un accostamento alle recenti interpretazioni scientifiche potrebbe far rivalutare il cosidetto "MOVIMENTO NEW AGE" sul tema U F O di qualche tempo fa, e che allo stato delle cose potrebbe essere ancora attuale

" Raffronto fra due teorie molto simili "

Vallée e Keel sono gli autori dei libri che hanno dato il via in tempi non lontanissimi all’esplosione e alla diffusione, prima negli Stati Uniti e poi in molte altre nazioni della “Nuova ufologia” (John Keel è l’autore di UFO operazione cavallo di Troia mentre Jacques Vallée è autore di Passaporto per Magonia fra le edizioni più popolari.

Per quanto riguarda la teoria del superspettro di John Keel, potremmo dire che per l’ufologo americano il superspettro è un’entità dotata di un’energia che gli permette di creare tutti i tipi di creature misteriose e tutti i fenomeni attinenti alla dimensione del mistero, fenomeni che Keel definisce “cavalli di Troia”.

Secondo Keel, , il superspettro crea il fenomeno UFO e tutti gli altri fenomeni misteriosi al solo scopo di dominare, condizionare e manipolare gli esseri umani.
Volendo utilizzare due metafore molto efficaci, potremmo dire che il superspettro è il burattinaio e gli esseri umani sono dei burattini nelle sue mani, oppure si potrebbe anche dire che il superspettro è il giocatore di una partita a scacchi, gli esseri umani sono i pezzi di una scacchiera e il pianeta Terra è nel suo insieme la scacchiera dove si svolge questa partita cosmica che è iniziata fin dagli albori del genere umano e continuerà fino a quando esisterà la razza umana.

Inoltre Keel insiste molto sul fatto che il superspettro non è situato in una dimensione parallela alla nostra, in un universo parallelo (come sostiene Vallée) ma nel nostro stesso universo in una frequenza elettromagnetica non percepibile dai nostri sensi.
Per l’ufologo americano UFO, gnomi, elfi, folletti, fate, fantasmi, vampiri, licantropi, “abominevoli uomini delle nevi”, demoni quali gli incubi e i succubi, i fenomeni di poltergeist, i documenti dell’esistenza di animali ancora sconosciuti come l’uomo falena, i fenomeni paranormali sono tutte creazioni del superspettro.
Keel arriva anche a sostenere che anche gli UFO dovrebbero essere studiati non solo dagli ufologi ma anche dai parapsicologi sia perché molto spesso i testimoni degli avvistamenti ufologici sono persone dotate fin dall’infanzia di poteri paranormali sia perché capita anche abbastanza spesso che i testimoni di avvistamenti ufologici, soprattutto se si tratta di incontri ravvicinati, acquistino poteri paranormali che in precedenza non avevano.

Partendo dalle innegabili somiglianze esistenti tra le teorie dei due ufologi, potremmo dire che quelle di entrambi gli autori in questione sono senza dubbio due teorie che si inseriscono nell’ambito delle teorie cospirazioniste, in quanto anche Vallée è convinto che gli abitanti della “dimensione di Magonia” vogliono condizionare e manipolare gli esseri umani come hanno sempre fatto sin dagli inizi della storia del genere umano.

Vallée cerca anche di spiegare in che modo avvenga questa manipolazione elaborando la teoria dell’“effetto termostato”
Con tale teoria l’ufologo franco-americano cerca di comprendere in che modo le entità parafisiche che si trovano nella dimensione di Magonia influenzano e manipolano le credenze ed i comportamenti degli esseri umani sin dagli inizi della storia dell’umanità.

In tale teoria Vallée si serve della metafora del termostato che come tutti sanno ha la funzione di mantenere la temperatura esistente in una casa su un valore gradito agli abitanti della casa stessa.
Di conseguenza il termostato evita che all’interno della casa si raggiunga una temperatura inferiore o superiore a quella voluta dagli abitanti della casa.
Secondo Vallée gli abitanti della dimensione di Magonia fanno in modo sin dagli inizi della storia del genere umano di mantenere nelle varie epoche storiche un clima sociale, culturale, politico e religioso che sia compatibile con il loro scopo e il loro obiettivo, che sostanzialmente è sempre lo stesso nelle varie epoche storiche, cioè esercitare la loro influenza ed il loro controllo sulle credenze e sul comportamento degli esseri umani.

Per dirla in altro modo, le entità parafisiche della dimensione di Magonia (universo parallelo al nostro o se si preferisce una dimensione parallela alla nostra dimensione) vogliono sempre e comunque mantenere in tutte le epoche storiche una “stimmung” che permetta loro di manipolare gli esseri umani, ragion per cui quando si rendono conto che il clima socio-culturale sta subendo delle variazioni che potrebbero creare problemi al loro obiettivo di controllare e manipolare gli esseri umani, immediatamente, così come fa il termostato in una casa, si danno da fare per ristabilire un clima socio-culturale, una "compatibilità" con i loro obiettivi.
Secondo Jacques Vallée gli abitanti della dimensione di Magonia per ristabilire il clima culturale a loro gradito sul nostro pianeta possono utilizzare sia travestimenti attraenti sia travestimenti terrorizzanti in quanto essi sono consapevoli che gli uomini sono molto sensibili ed influenzabili sia da tutte le cose che li spaventano molto sia da tutte le cose che li attraggono molto.
Le teorie di Vallée possono essere definite dualistiche perché partono dal presupposto che le entità parafisiche si trovano in una dimensione, in un universo diverso dal nostro cosicché esiste un radicale dualismo tra il nostro universo ed il loro universo, che Vallée definisce “dimensione di Magonia” (nel folklore medievale la mitica terra di Magonia era il mondo abitato da gnomi, elfi e fate. Secondo le credenze medievali esistevano dei varchi che mettevano in contatto il nostro mondo con la terra di Magonia, cosicché in determinate condizioni fate, elfi e gnomi potevano entrare nel nostro mondo e gli esseri umani potevano entrare nella terra di Magonia).
Anche la teoria di John Keel può essere considerata una teoria dualistica perché si basa su una radicale opposizione tra mondo fenomenico e “noumeno”,("io penso, pondero, considero") , anche se il dualismo è meno accentuato rispetto a quello riscontrabile nel pensiero di Vallée.

Il sistema di pensiero elaborato da Jacques Vallée può essere anche definito parafisico perché gli abitanti della dimensione di Magonia non sono divinità o demoni oppure semidei (entità metafisiche) ma sono abitanti di un universo parallelo al nostro.
Anche la teoria di John Keel deve essere considerata una teoria parafisica e non metafisica perché il superspettro non è una divinità ma è un’entità che si trova in una zona dello spettro elettromagnetico non percepibile dai nostri sensi ma comunque nel nostro universo.

La teoria di Jacques Vallée deve anche essere considerata una teoria di tipo cospirazionista in quanto sostiene che gli abitanti della dimensione di Magonia tramano e cospirano ai danni degli esseri umani sin dagli albori della storia dell’umanità al fine di esercitare e mantenere il loro controllo e il loro dominio sul genere umano per motivi che lo stesso Vallée ammette di non essere in grado di specificare, anche se l’ufologo franco-americano avanza l’ipotesi che possano esistere dei legami tra la nostra dimensione e la dimensione di Magonia, cosicché gli abitanti di tale dimensione potrebbero essere costretti a tenere sotto il loro controllo il comportamento degli esseri umani per evitare che tale comportamento eserciti degli effetti indiretti non graditi sulla loro dimensione.
Anche la teoria di John Keel deve essere considerata una teoria di tipo cospirazionista in quanto l’ufologo americano è convinto che il superspettro consideri gli esseri umani una sua proprietà come gli allevatori considerano i capi di bestiame una loro proprietà.
Per tale motivo il superspettro ritiene che sia un suo diritto manipolare il genere umano.

La teoria di Jacques Vallée può anche essere considerata una teoria tipicamente fortiana perché parte dal presupposto che esiste una dimensione misteriosa che avvolge e manipola gli esseri umani senza che essi se ne rendano conto.
Anche la Teoria di John Keel è senza dubbio una teoria di matrice fortiana perché parte da questo stesso presupposto.

Infine la teoria elaborata da Jacques Vallée deve anche essere considerata una teoria diacronica, in quanto parte dal presupposto che bisogna studiare tutte le epoche storiche per individuare in ognuna di esse l’azione manipolatrice degli abitanti della dimensione di Magonia.
Anche la teoria di John Keel deve essere considerata una teoria diacronica perché l’autore americano è convinto che il superspettro abbia esercitato la sua influenza sul genere umano in tutte le epoche storiche.

Per quanto riguarda le differenze significative esistenti tra la teoria di Jacques Vallée e quella di John Keel bisogna dire che esistono solo due differenze fondamentali tra il pensiero dei due ufologi americani.
In primo luogo mentre Jacques Vallée pone gli abitanti di Magonia in un universo parallelo al nostro John Keel pone il superspettro nel nostro stesso universo.
In secondo luogo Jacques Vallée è convinto che anche se il fenomeno UFO non è creato dagli esseri umani ma dalle entità parafisiche di Magonia esistono tuttavia dei gruppi di potere umani che vogliono strumentalizzare la credenza nell’esistenza del fenomeno UFO per rafforzare il loro potere nei confronti degli altri esseri umani.
Tale convinzione di Vallée non è presente nel pensiero di John Keel. (…)”



Riferimenti bibliografici:

G. Pellegrino, Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO, Progetto Immagine, Torino, 2007

G. Pellegrino, I miti della società contemporanea, New Grafic Service, Salerno, 2007

John Keel, Creature dall’ignoto, Fanucci, Roma, 1978

J. Vallée, Messaggeri di illusioni, Sperling & Kupfer, Milano, 1984

J. Vallée, The Invisible College, Dutton, New York, 1975



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MessaggioInviato: 19/05/2012, 19:40 
Io preferisco dare la caccia agli alieni nel nostro universo... poi quando si riuscirà a dimostrare l'esistenza degli altri universi paralleli e il modo per raggiungerli, allora cominceremo a dare al caccia anche a quelli.... sempre che non siano prima loro a rivelarsi a noi, ovvio...


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MessaggioInviato: 19/05/2012, 22:16 
Sicuramente è valida anche per me tale interpretazione ma con ciò non voglio dire che tali teorie siano univocamente giuste, ma che è difficile venire a capo di un fenomeno sfuggente che si esplica sotto molteplici forme da tempistiche immemorabili. Non credo neanche che le due ipotesi principali (extra e para) non possano coesistere, non si può escludere nulla a priori. In ogni caso, pur considerando che ricondurre tutte le manifestazioni ufologiche a fenomeni parafisici è sicuramente una forzatura interpretativa, altresì molti investigatori dovrebbero dimostrare il coraggio e la coerenza di dismettere qualche volta i panni dei solo" ufologi " per indossare anche secondo i casi "l'abito mentale degli esorcisti", visto che per certa fenomenologia...l'aspetto Demonologico prevale

...Malanga insegna
.. o parliamo di fuffa anche lì?..[:p]



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MessaggioInviato: 21/05/2012, 17:53 
Cita:
Numbers ha scritto:

Sicuramente è valida anche per me tale interpretazione ma con ciò non voglio dire che ...


a priori non si può sottovalutare nulla...
...soprattutto dalle tradizioni passate


da http://www.ivanceci.it/2008/04/30/rapimenti-alieni-nel-folklore-celtico/

Rapimenti alieni nel folklore celtico del XVII secolo ?

Nel 1815 il celebre romanziere scozzese Walter Scott fece pubblicare a sue spese un breve e misterioso trattato del XVII secolo dal titolo “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns & Fairies” , ovvero Il regno segreto degli Elfi, dei Fauni e delle Fate.

Il libro, scritto nel 1691 e rimasto inedito fino al XIX secolo, trattava una materia molto cara a Walter Scott e ad altri studiosi dell’età romantica, quella cioè della riscoperta delle leggende legate al folklore e alle tradizioni popolari.

Tuttavia a rendere celebre l’opera non fu la sua importanza storico-letteraria, né l’aver avuto un così celebre editore, bensì la strana vicenda biografica che aleggiava, e aleggia tuttora, intorno a colui che lo scrisse.

L’autore, il reverendo Robert Kirk di Aberfoyle, piccolo villaggio situato al centro della Scozia, era infatti convinto che le creature descritte nel suo trattato, elfi, fauni e soprattutto fate, non fossero affatto, come riteneva l’opinione comune, esseri immaginari e fantastici, bensì creature realmente esistenti, che convivono in forme organizzate insieme agli esseri umani sulla terra e che di tanto in tanto entrano in contatto con alcuni di loro trasportandoli nella terra delle fate, fairyland, appunto.

Kirk era così convinto della sua teoria che passò molti anni della sua vita raccogliendo le testimonianze di coloro che affermavano di essere entrati in contatto con questi strani esseri.

Il risultato delle sue indagini fu appunto il Regno Segreto opera che non solo Kirk non riuscì mai a pubblicare ma che forse, secondo alcuni, dovette procurargli non pochi problemi con le gerarchie ecclesiastiche se è vero che non appena essa fu completata e pronta per la pubblicazione, il reverendo scomparve misteriosamente senza lasciare alcuna traccia.

Ma cosa conteneva quel trattato di così sconvolgente rispetto ad altri testi coevi che narravano dello stesso argomento?

Innanzitutto, come ho già detto, il fatto che l’autore stesso trattasse la materia con un atteggiamento quasi scientifico e molto poco narrativo dando molta importanza alle informazioni ottenute di prima mano e catalogando il tutto con maniacale precisione.

Ma a rendere particolare questa opera sono soprattutto le storie raccolte da Kirk e le conclusioni a cui lui giunse dopo aver censito tutti i dati.

Questi esseri, spiega per esempio Kirk, possiedono una natura intermedia tra l’uomo e gli angeli, hanno un aspetto etereo e hanno la capacità di apparire e svanire a loro piacimento.

Intellettualmente sono estremamente intelligenti e curiosi e vivono organizzati nel sottosuolo all’interno delle cavità terrestri, cavità da cui possono entrare e uscire grazie alla natura aerea dei loro corpi.

La loro civiltà, continua il testo, era estremamente evoluta e fiorente già da molto prima che l’uomo abitasse la terra e le sue tracce sono ancora presenti sulle high mountains della Scozia.

Ciò che però sembra colpire di più l’interesse del reverendo sono gli strani racconti di coloro che affermarono di essere stati ‘trasportati’ via dalle fate.

Alcuni dei suoi intervistati, infatti, riferivano, di essere stati trasportati istantaneamente , durante l’incontro con le fate, in luoghi pieni di luce dove le lampade emanavano una luce perenne e senza fuoco e dove occasionalmente alcuni rapiti avevano osservato questi esseri mentre infliggevano atroci tormenti ad altri esseri umani.

Per lo più i rapiti, secondo Kirk, erano donne, alcune addirittura incinte, ma anche i bambini spesso erano vittime di queste misteriose sparizioni.

Tra l’altro questi esseri pare che utilizzassero una specie di ‘bacchetta magica’ che rivolta contro un uomo poteva immobilizzarlo senza creare, specifica il testo, danni fisici permanenti.

Su questo punto però il reverendo vuole essere più chiaro. Questi esseri, dice, non sembrano essere consapevoli del male che possono infliggere e tra l’altro non comunicano tra di loro se non emettendo uno strano sibilo che però si tramuta istantaneamente nella lingua locale nel momento in cui si trovano di fronte ad un essere umano.

Ma il reverendo Kirk ci tiene ad illustrare anche il loro sistema filosofico. Essi non credono in nessun Dio e non hanno una religione. La loro filosofia si basa sulle seguenti idee: niente può morire; tutte le cose si evolvono ciclicamente in modo che ogni volta si rinnovano e migliorano; il movimento è l’unica legge che regola l’universo.

In ogni caso l’opera di Kirk, sia che venga considerata solo un semplice affresco delle tradizioni popolari della Scozia del XVII secolo, sia che venga utilizzata, come già fece il celebre fisico e ufologo francese Jacques Valleé, per interpretare alcuni dei moderni casi di ‘incontro ravvicinato’ con esseri extraterrestri, resta una pietra miliare per lo studio del folklore nordico soprattutto perché a partire da essa iniziò il lavoro di tanti altri studiosi delle tradizioni e delle leggende scozzesi.

In Italia l’opera di Robert Kirk è stata tradotta e pubblicata solo nel 1980 ( Il regno segreto, a cura di Mario M. Rossi,Milano , Adelphi) mentre una edizione digitale è consultabile gratuitamente su internet all’indirizzo


http://www.sacred-texts.com/neu/celt/sce/%20.



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MessaggioInviato: 21/05/2012, 19:05 
La possibilità parafisica o meglio del multiverso mi sta convincendo sempre di più. Si potrebbero dare delle spiegazioni con questa chiave di lettura.

Si spiegherebbero le difficoltà e le fugacità degli incontri, visibili e invisibili nello stesso momento.
Si spiegherebbe l'interesse di questi esseri verso le basi missilistiche, forse le esplosioni nucleari interegiscono/danneggiano anche loro.
Si spiegherebbe anche la loro volontà di non entrare in contatto con noi per evitare una incontrollata interazione con gli esseri umani. Non possono rischiare che l'uomo sappia della loro esistenza e che capisca come raggiungerli.
Si spiegherebbe la varietà delle tipologie di esseri, compresi quelli indicati da Malanga.

Forse i rituali magici/esoterici degli illuminati servono per interagire con queste dimensioni.
Forse noi stessi interagiamo con le altre dimensioni con i sogni oppure quando passiamo a miglior vita.


Ultima modifica di gippo il 21/05/2012, 19:07, modificato 1 volta in totale.

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Bella discussione. Io per quel poc che so ho sentito utilizzare questa parola "multiversa" per la prima volta da alcuni psicologi costruttivisti. Mi sembra interessante la curiosità che essa suscita in vari ambiti


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MessaggioInviato: 21/05/2012, 21:40 
"....allora il semplice fatto dell'osservazione diretta, empirica, corrispondeva ad un pezzettino di verità, e quindi poteva essere presa in considerazione in quanto tale. In questo fluire multiplo di processi, l'osservatore introduce un ordine che prima non c'era, è agli occhi dell'osservatore che in questo fluire alcuni processi appaiono simili e altri dissimili, è al suo occhio che appariranno certe regolarità e certe discontinuità. Quello che sembra sempre più evidente è che in questa concezione di realtà (Maturana dice di non usare più la parola "universum" che esprime molto bene la concezione della realtà empirista, la realtà come unica per tutti e propone di usare al suo posto il nome "multiversa"; una realtà, dove ci sono molti universi possibili, tanti quanti sono gli osservatori che possono vederla) in questa realtà multiversa appunto non è possibile fare una distinzione dettagliata tra osservato ed osservatore, nel senso che tutto ciò che è osservato ci da in prima misura delle informazioni essenziali sulle caratteristiche strutturali dell'osservatore più che su questa realtà che egli intende vedere."

Posto questa citazione presa da internet per farvi capire cosa intendo
Ciao


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MessaggioInviato: 21/05/2012, 22:09 
EXTRATERRESTRI, COSCIENZA UMANA
E DIMENSIONI DELL’ANIMA.


L’INTIMA CONNESSIONE - DI MARY RODWELL

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La connessione umana con le intelligenze extraterrestri trascende lo spazio e il tempo? "Credo che stiamo cercando di esplorare un MULTIVERSO attraverso la cruna di un ago".

Fonte originale:
http://www.evolver.net/user/sailing_bey ... ul_intimat

Traduzione a cura di Noiegliextraterrestri
http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... ana-e.html

L'ampliamento del territorio del Contatto:
La maggior parte del pubblico e dei ricercatori ritengono che i Contatti o gli Incontri con gli extraterrestri siano definiti attraverso due finestre molto limitate di esperienza di Contatto. In primo luogo, lo scenario dei rapimenti/abduction, quando l'individuo può sentirsi paralizzato, e portato in trance, uno stato di sonno profondo a bordo della navicella. In secondo luogo, il contattati, che ricordano in piena coscienza il loro incontro. La mia ricerca suggerisce, tuttavia, una terza categoria molto più ampia, che è molto più comune e meno fisicamente invadente. Essa comprende alcuni dei tratti citati sopra, ma incarna dei modelli più sottili di esperienza. Se vogliamo allargare il territorio in modo da comprendere questa terza categoria, ci troviamo di fronte ad un quadro molto più affascinante di contatto e di come e perché queste intelligenze interagiscono con noi. In questo articolo vorrei esplorare tutte le forme di incontro e informare sul perché la ricerca con coloro che hanno esperienze - gli Experiencers - di contatto con queste intelligenze, offre dei dati diversi e conflittuali. Qual è il miglior approccio per gli Experiencers in cerca di risposte e di verifiche dei loro incontri? Esploro i benefici di un approccio olistico della raccolta dei dati. I giudizi erronei per quanto riguarda i dati rivelati dalle ipnosi, e discuto, se dei dati tanto straordinari, siano solamente confabulazione, fantasia, o invece potenzialmente dimostrano una nuova realtà: un Multi-verso. Le testimonianze degli Exsperiencers, sfidano non solo la realtà per come viene concepita, ma a caro prezzo sfidano anche le nostre convinzioni religiose e spirituali, e dimostrano un’associazione intima e complessa con gli extraterrestri, una connessione che si estende nello spazio e nel tempo, includendo i regni e le dimensioni di anima.

Un contesto più ampio di incontri e che cosa rende reale il contatto con gli extraterrestri?
E' mia convinzione che l’incontro extraterrestre, quando si verifica consapevolmente oppure in uno stato di trance alterato, e comporta una comunicazione con le intelligenze non umane, e successivamente modifica la percezione e la visione del mondo dell‘individuo, è il Contatto. Anche se il termine rapito e contattato sono sinonimi di incontri extraterrestri, a mio avviso la terza categoria è molto più diffusa. E' sottile, in parte fisica e può essere sperimentata in un viaggio fuori dal corpo o stato di sogno (OBE), dove l'interazione e l'incontro avvengono con lo spirito o con il corpo animico dell'individuo. Questo contatto OBE, non può essere confuso con i sogni normali, nonostante ne abbia delle caratteristiche analoghe, soprattutto perché viene facilmente ricordato, anche mesi o anni dopo. I normali sogni, sono presto dimenticati dopo pochi secondi o minuti dal risveglio. La comunicazione in questo stato di sogno, e anche quando l'individuo è cosciente, è telepatica, e talvolta sperimentata come uno scaricamento/downloads di dati. Queste persone in genere non cercano aiuto convenzionale, pur sentendosi isolate, sono pienamente coscienti delle loro esperienze, e se ne parlano, sanno di rischiare il ridicolo o nel peggiore dei casi una etichetta psichiatrica. Una grande differenza che c’è tra gli Incontri è che il rapito/addotto può sentirsi arrabbiato, traumatizzato e vittima, mentre la terza categoria di individui che sperimentano Incontri prova il contrario. Si sentono appartenenti ad una specie aliena e vedono gli extraterrestri come la loro famiglia. Provano un grande senso di isolamento e sono sconcertati per il comportamento primitivo e distruttivo della specie umana, alla quale non riescono a ricollegarsi. Uso i termini di “Homo Noeticus“, “Nuovi Umani“, o “Bambini Stellari“ per definire questa terza categoria. Quello che tutti gli Incontri hanno in comune è che la loro interazione diviene trasformazione. La sfida alla loro realtà di concezioni consolidate, che avviene attraverso questi Incontri funge da catalizzatore e scatena la consapevolezza di una realtà multidimensionale, che cambia la loro vita e la percezione della realtà per sempre.

Un territorio aperto, esplorando l'ignoto.
"Basta osservare, far cadere tutte le categorie preconcette nel miglior modo possibile, e si deve solo raccogliere informazioni. Non usare parole come è accaduto o non è accaduto, esiste o non esiste, interno esterno, reale o irreale, va tutto messo da parte, e bisogna lavorare sulla materia prima".
Thomas Kuhn, autore di “The Structure of Scientific Revolutions“, (1962)

Questa asserzione di Thomas Kuhn può essere controversa, ma credo che sia corretta per questo fenomeno, perché stiamo cercando di capire qualcosa di profondamente complesso, attraverso una finestra sull’esperienza umana, la lente soggettiva umana, limitata dalla programmazione umana. Non abbiamo informazioni disponibili per valutare alcuni di questi dati della nostra realtà così come la conosciamo. Se vogliamo capire noi stessi, queste esperienze, il complesso della psiche, la metodologia e i programmi di molte forme di vita differenti che visitano questo pianeta, dobbiamo riconoscere l’esistenza di intelligenze potenzialmente anni o secoli più avanti di noi nel settore delle tecnologia e della consapevolezza spirituale. Dobbiamo essere totalmente aperti a ciò che non conosciamo, e raccogliere i dati nudi e crudi. Con i dati nudi e crudi, voglio intendere quelle informazioni che possono non adattarsi alla realtà riconosciuta o ai modelli scientifici attuali. Sono dati inediti raccolti senza pregiudizi personali e semplicemente documentati da queste sessioni senza pregiudizio o basati sulle domande più importanti.
Se siamo aperti ad esplorare questi dati inediti ritenendoli potenzialmente validi, nonostante la loro natura controversa, da tutti i tipi di Incontri si può ottenere una comprensione più chiara di ciò che non conosciamo. Dati straordinari sono stati scoperti da molti ricercatori e terapeuti, ma spesso sono stati liquidati come chiacchiera o un prodotto dell‘immaginazione iperattiva, poiché in contrasto con la realtà attualmente concepita. La mia difficoltà con questo approccio è semplice: si suppone che sappiamo quello che non conosciamo. Nella nostra ignoranza, dobbiamo domandarci se siamo in grado di giudicare ciò che è valido! Una mentalità aperta consente l’esplorazione di dati inediti che hanno il potenziale di offrire una maggiore comprensione di questa esperienza umana, ma anche offrire nuove informazioni su chi siamo e sulla natura della realtà. La veridicità dei dati arriva sotto forma di modelli coerenti di esperienza quando provengono da centinaia di individui psicologicamente sani. Ritengo che non sarebbe scientifico non tenere in considerazione modelli simili, e dovremmo raccogliere e ricercare ciò che essi trasmettono.
Come ricercatrice e terapeuta, e lavorando con 1700 casi, ho scoperto che i racconti dei miei pazienti hanno messo in discussione e sfidato tutte le mie convinzioni consolidate, similmente a quelle che li contestano. Ho imparato che se il mio proposito era quello di avventurarmi in acque inesplorate, ho dovuto per prima cosa riconoscere la mia ignoranza. Altrimenti sarei stata propensa ad accettare solo i dati già conosciuti e noti, e nella mia ignoranza avrei proverbialmente gettato il 'bambino' con “l'acqua sporca”. Un approccio nuovo e aperto si è rivelato estremamente utile anche per il paziente, perché ha dato loro il permesso di esplorare qualunque cosa scaturisse dal loro conscio e subconscio, senza la paura dei essere giudicati. Questo approccio ha inoltre dato loro l'opportunità di acquisire nuove conoscenze e di comprensione, per la loro guarigione e l'integrazione. Questa libertà di esplorare è stata facilitata dal fatto che ero totalmente aperta a ciò che loro raccontavano, e che non avrei interferito o giudicato né loro e né le informazioni che mi rivelavano.

Ricordo conscio e subconscio. La validità dell’ipnosi: può il nostro subconscio, se gli è consentito, attingere alla vera natura della realtà?
Il ricordo cosciente delle esperienze è da sempre stato ritenuto come il sistema più valido. Mi domando e chiedo se questa via è davvero accurata in tutti i sensi. Credo che il ricordo cosciente possa essere più limitato del ricordo inconscio, perché è colorato, è elaborato dal cervello analitico di sinistra ed ha una programmazione nella terza dimensione. Il dottor John Mack, autore di “Rapiti” e “Passport to the Cosmos“, compianto e stimato professore di psichiatria di Harvard, ha studiato il fenomeno in profondità. Il Dr. Mack riteneva che i dati rivelati dal subconscio sotto l'ipnosi sono più accurati rispetto al ricordo cosciente. Era sua convinzione sostenere che il subconscio rivela dati non modificati dal conscio, che sarebbero quindi potenzialmente più accurati. Sono d'accordo.
Il ricordo cosciente è estremamente utile ma offre un quadro limitato, considerando che l'ipnosi permette ai dati inediti di emergere in superficie, che potrebbero aggiungere molte più informazioni al nostro data-base limitato. Anche se l'ipnosi, come ogni strumento, può essere oggetto di abuso poiché si basa sulla comprensione, sulla formazione, e sull'integrità del terapeuta. In mani esperte e professionali, è uno strumento eccellente ed offre una preziosa finestra sulla psiche umana. Se siamo in grado di sospendere il giudizio sui dati rivelati dall‘ipnosi, abbiamo la possibilità di conoscere nuovi modelli di esperienza umana. E se rimaniamo aperti a ciò che non conosciamo, possiamo evitare di gettare “il bambino con l'acqua sporca“.
Ma molti mettono tutto in discussione, come si possano verificare l'integrità di tali dati straordinari? Soprattutto se questi dati sfidano la maggior parte della realtà concepita? Ho scoperto che anche se l’Experiencers a livello cosciente a volte può trovarsi in conflitto con dei dati, sembra che ad un certo livello più profondo, entra in 'risonanza' e capisce che questi dati hanno un senso. Con “risonanza“, voglio dire che si crea una reazione emotiva o corporea con i dati, una sensazione viscerale che l‘Experiencers sente giusta per lui.
Come ricercatore seguo lo stesso criterio del dottor Mack, il quale ha dichiarato in numerose occasioni che possiamo cercare modelli di esperienza, e se un numero significativo di individui indipendentemente tra loro riporta gli stessi dati, allora questi sono ‘integri’ e hanno bisogno di essere approfonditi e ordinati.

Dati di ricerca diversi e in conflitto, perché questo?
Ci sono varie e contrastanti ipotesi per quanto riguarda la nostra comprensione del Contatto. Credo che questo deriva principalmente dalla messa a fuoco e dal livello delle ricerca. Come ad esempio, i ricercatori che accettano solo i ricordi coscienti come validi e danno poca considerazione ai dati rivelati dalle ipnosi.

Le altre variabili:

* Valutazione di ciò che costituisce i dati come 'accettabili'.
* Inesperienza del ricercatore o terapeuta.
* La profondità della ricerca o della messa a fuoco.
* Il tipo di domande.
* La disinformazione attraverso attività occulte di copertura.
* Rapimenti MILAB. (Vedi note in fondo di questo articolo).
* Ricercatori con personali pregiudizi/preconcetti o diversa finalità.

“Awakening” capitolo 6; Di chi mi posso fidare per avere aiuto?

Per l’Experiencer che cerca aiuto circa le sue esperienze di Incontri si dispone di una base di risorse molto limitata. Il campo della ricerca Ufologica a causa della sua incompetenza ha causato diversi danni al fenomeno poiché lo percepisce come non valido. Ciò significa che il supporto per l’Experiencers è confuso, spesso amatoriale e sovente inadeguato, a causa della carenza di risorse professionali. Collegato a questo vi è il diverso orientamento tra il ricercatore e il terapeuta / ricercatore.
Un ricercatore utilizza principalmente protocolli scientifici e modelli scientifici della realtà per decidere cosa è un dato tangibile e accettabile. Questo protocollo può permettere di accettare ed esplorare degli scenari, come il tipo di esseri, eccetera, o per dimostrare che l'incontro si è verificato. Tuttavia, questo protocollo limitato senza ulteriori approfondimenti molto spesso lascia il sentimento di “essere vittima“ nell‘Experiencer, o peggio, viene ri-traumatizzato, con scarsa e inadeguata comprensione delle sue esperienze. Ho incontrato numerosi individui che anche anni dopo ancora non riuscivano a parlare dei loro Incontri senza provare dolore e paura, a causa di questo approccio limitato. La focalizzazione del terapista deve essere in primo luogo rivolta alla comprensione, all'integrazione e la guarigione. Ci deve essere un’apertura per poter esplorare i dati meno quantificabili, per poter offrire comprensione e risposte, anche se questo è una sfida alle convinzioni conosciute e radicate, poiché portano ad un punto di vista alternativo sui loro Incontri e questo porta a facilitare la guarigione, l’accettazione e l’integrazione.

Esplorare il Multi-verso
Questo fenomeno ci chiede di essere coraggiosi e di sfidare la realtà conosciuta, e di essere 'saggi' abbastanza per accettare quello che non sappiamo. Consapevoli che la nostra attuale comprensione della realtà è incorniciata in una scienza in transizione. Concetti come la realtà quantistica, l'Universo Olografico, la Coscienza dell'Unità, sono teorie che suggeriscono che tutto è interconnesso attraverso la coscienza. Questo concetto è molto simile a ciò che gli Experiencers riportano attraverso i loro Incontri, ma dal punto di vista esperienziale. Le loro esperienze dimostrano questo paradigma alternativo poliedrico che potrebbe rivelarsi come la 'vera natura della realtà'. Sento che noi come specie siamo spronati dal Contatto ad abbandonare i nostri vecchi programmi della realtà. Gli Incontri, sono delle moderne "esperienze sciamaniche", progettate per abbattere i programmi antiquati della realtà, e consentirci di prendere piena coscienza e di operare in una realtà multidimensionale. In “Awakening” ho definito questo come “l’evento realizzazione“, che avviene solo quando la persona accetta alla fine, che il vecchio paradigma non funziona e abbraccia il nuovo. Può essere terrificante avere tutte le vostre convinzioni della realtà rimesse in discussione e dover accettare una realtà estesa. Ma proprio come l’apprendista sciamano, bisogna affrontare le proprie paure, esplorare e far fronte a una prospettiva multidimensionale della realtà. L'esperienza sciamanica risulta avere un risultato parallelo con gli Incontri, che ad ugual modo porta alla trasformazione e accresce le capacità psichiche e di guarigione per l'individuo.
“Shamanism and Alien Abdcutions - A comparative Study“, Harvey Simon Wilson (2000)

Le dimensioni dell’anima
Come esploriamo queste potenziali realtà troviamo che alcuni incontri suggeriscono che queste Intelligenze possono lavorare o interagire in dimensioni di realtà non-fisica, come le dimensioni dell'anima. Questo comprende il contatto o la comunicazione con loro, anche prima della nostra attuale incarnazione fisica, ed è ciò che il dottor Michael Newton ha esemplificato nel suo libro, "Journey of Souls“, ossia la vita attraverso le vite, lo stato dell'anima. Inoltre, la mia ricerca suggerisce che questa interazione può anche continuare dopo la nostra morte fisica. Testimonianze raccontano che dopo la nostra attuale incarnazione umana, possiamo rimanere coinvolti con queste Intelligenze. Sono interazioni che avvengono attraverso quei termini che definiamo come spazio e tempo. L’esplorazione di alcuni di questi racconti straordinari sono coerenti e emergono in superficie attraverso un livello più profondo di ipnosi. Illustrano interazioni che sembrano non avere limiti nel continuum spazio-tempo. Non ho modo di verificare personalmente questi dati. Ancora una volta, il mio lavoro consiste di registrare questi dati come suggerito dal dottor John Mack che ha raccolto questi modelli di esperienza e informazioni consistenti e corroboranti. E se veri, essi indicano che le interazioni / incontri non avvengono solo nella forma fisica, ma anche quando siamo separati dal nostro corpo fisico, come in un viaggio astrale o viaggio fuori dal corpo (OBE), nello stato animico. Ma oltre a questo va aggiunto che sembra che le interazioni avvengono attraverso molte vite, e fra una vita e l’altra, prima della nostra attuale incarnazione umana. Sono Incontri che continueranno anche dopo che la nostra vita fisica attuale cesserà. Quindi, a tutti gli effetti, le interazioni avvengono sia in termini fisici e sia non fisici attraverso molte linee temporali, mentre siamo istruiti e assistiti nel regno fisico, nei regni e nelle dimensioni dell'anima.
Questa informazione è profonda e risponde ad uno dei più pressanti quesiti dell‘Experiencer, soprattutto se si sono sentiti vittime dei loro incontri. Con loro stupore, quando si pone loro l‘interrogativo del consenso, possono rimanere scioccati nello scoprire che questa autorizzazione è stata data da loro stessi alle Intelligenze Extraterrestri prima della loro attuale incarnazione umana. Descrivono se stessi come una intelligenza, che appare sottoforma di un luminoso globo di luce, la loro essenza dell'anima. E dicono: "Ho accettato, ma è stato prima di venire qui". Alcuni aggiungono: "Ho un lavoro da fare. Per facilitare l'evoluzione della coscienza umana". Centinaia di persone hanno riportato tali dichiarazioni.

Ricordo di aver condiviso tali informazioni, con un noto autore e ricercatore. Ha completamente ignorato queste informazioni e ha sostenuto che questi dati sono una forma di delirio, un programma instillato da queste Intelligenze col fine di ingannare l'individuo ad accettare i loro Incontri. Trovo che sia una spiegazione molto difficile da credere, visto che i miei pazienti risuonano a un livello profondo. E i fatti che riportano hanno molto senso per loro. Mi chiedo chi è paranoico. Ci fidiamo o neghiamo quello che risuona per l’Experiencer, o crediamo a quello che noi come osservatori preferiamo credere? Io non ho le risposte, non pretendo di averle, ma ho problemi quando qualcuno si atteggia in questo modo, senza fornire alcun dato che dimostri una tale prospettiva negativa basata sulla paura, e che non aiuta questa ricerca.

"Chi si erige nel campo della verità e della conoscenza è naufragato dalla risata degli Dei".
Albert Einstein.

La mia ricerca finora ha dimostrato che le percentuali più alte di Incontri con le Intelligenze Extraterrestri sono favorevoli, benevoli e consensuali.

"Per quanto riguarda le mie esperienze di contatto sono diventato più compassionevole verso gli esseri ET, in quanto l’essere umano può imparare molto e trarre beneficio attraverso le interazioni con Loro. Ero spaventato dalle mie esperienze solo perchè che mi sembrava di essere l'unico ad avere queste esperienze. Non sapevo cosa stesse succedendo e perché. Ma vi è sempre stato uno scambio alla 'pari'. Li ho aiutati a raggiungere i loro obiettivi di genetica e in cambio ho ottenuto la mia guarigione e le capacità psichiche, e in più la mia vita sulla Terra è migliorata. Mi hanno anche protetto, quando glie’ho chiesto. Fondamentalmente all'inizio ho frainteso i Grigi. La parte "ET" cosciente di me, ha inizialmente preso la decisione di assisterli ma accettare e comprendere ciò può essere oscurato dalla paura che deriva dalle nostre percezioni limitate e dalle reazioni umane a queste esperienze ".
Tracey Taylor, experiencer (24), Australia occidentale.

Il dominio dell’anima
Se siamo di mente aperta a ciò che non conosciamo, questo ci porta ad ipotesi affascinanti. Nell'incontro OBE (viaggio fuori dal corpo/viaggio astrale), molte persone si percepiscono come 'sfere' o sfere di luce. Essi raccontano di lasciare il loro corpo sotto forma di una 'sfera di luce', in termini metafisici chiamato 'Merkabah'. Questo è accaduto ad un experiencer, che riporta:

"E’ uno spazio bellissimo, lo adoro, è la mia casa, noi siamo il tutto, io sono ogni forma, ero un’anima nata, proprio bella, con un’energia, l'energia dell'anima, io creo, tu crei, io sono liquido, sono fluido, posso andare qui o là, come una bolla, questa è la forma dell’anima".
Peter, experiencer (60) Sydney, Australia.

Il 'globo' di luce sta a indicare che si è in “stato animico” quando si viaggia fuori dal corpo. In alcuni incontri le persone riferiscono che non sono riuscite a svegliare il loro partner nonostante i loro richiami, grida o scossoni. In regressione ipnotica ho avuto una spiegazione. La persona 'sveglia' percepiva una sfera di luce che entrava nella camera da letto, un luminoso 'globo’ verde. Si muoveva per la stanza, ed era così strana e spaventava la persona. Molto presto dopo la sua comparsa, la persona addormentata si era svegliata. In questa regressione il globo di luce ha dimostrato di essere il corpo astrale o 'stato animico' nel viaggio fuori dal corpo (OBE) del dormiente, che poi ritornava nel corpo fisico.
In un altro esempio, è stato dimostrato che si può abitare anche in altre 'forme di vita' mentre si è in questo stato di OBE. Una experiencer, una di quelle persone che chiamo Starseed (Semi Stellari), sentiva la sua coscienza come 'coscienza duale' ovvero articolata in parte umana e in parte ET. In regressione, ha descritto di essere a bordo di una astronave, e ha visto se stessa nella forma di un essere grigio, che stava lavorando come scienziato. Le ho chiesto dove poteva individuare la sua forma umana. Lei rispose che era nell’astronave ma inanimata, mentre la sua coscienza abitava nel suo ‘essere ET‘. Ho chiesto come è ritornata poi nel suo corpo umano. Ha descritto una sfera di luce che ha lasciato la sua forma extraterrestre per poi entrare nel suo corpo umano rianimandolo. Ha detto che era come cambiare un cappotto biologico con un altro. Molte altre persone hanno sperimentato questo scambio di forma fisica a una forma extraterrestre quando sperimentavano uno stato di OBE.

Questa ricerca offre una panoramica che illustra una prospettiva straordinaria delle nostre intime connessioni con queste Intelligenze, e invita altre domande circa la vera natura della realtà. Abbiamo esaminato concetti come legami genetici inter-specie proprio perché degli individui hanno detto di possedere il DNA di uno o più forme di vita extraterrestre. Questa ricerca ha scoperto collegamenti che trascendono lo spazio-tempo e le interazioni tra le anime, prima e dopo l’incarnazione umana. Alcuni dati straordinari provengono da un ragazzo di 15 anni, con il quale ho lavorato in Gran Bretagna nel 2008, dove mi trovavo per un giro di conferenze. I dati sono stati intriganti, soprattutto in considerazione all'età del giovane. Ci sono stati molti aspetti affascinanti su questo caso, e ho fatto l'ipnosi regressiva su due membri di una famiglia di quattro persone. Hanno avuto un incontro congiunto con un’esperienza di 'missing time'. Ho regredito la nonna ed è stato un grande successo nel trattare con le sue paure ataviche che ha finalmente rilasciato dopo questo precesso. Il suo nipote di 15 anni lo chiamerò John (non è il suo vero nome). John era molto incerto sul fare o meno l'ipnosi per paura di quello che avrebbe scoperto. Tuttavia, il positivo esito di guarigione della nonna lo ha incoraggiato a procedere. Nella regressione ha parlato della natura profonda di ciò che egli definiva come “nuove anime“. Dobbiamo ricordare che questo era un ragazzo di 15 anni che parlava di concetti di cui non aveva una consapevolezza cosciente. In un incontro con i Grigi, ha persino riconosciuto i suoi parenti defunti, descrivendoli come “globi“ di luce. Ha detto che erano lì per sostenerlo e per aiutarlo a superare la paura.

Il seguente dialogo è un estratto della trascrizione di questa sessione straordinaria di ipnosi:

CONTINUA>>>
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_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 22/05/2012, 08:57 
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Thethirdeye ha scritto:


EXTRATERRESTRI, COSCIENZA UMANA
E DIMENSIONI DELL’ANIMA.


L’INTIMA CONNESSIONE - DI MARY RODWELL

Immagine

La connessione umana con le intelligenze extraterrestri trascende lo spazio e il tempo? "Credo che stiamo cercando di esplorare un MULTIVERSO attraverso la cruna di un ago".

Fonte originale:
http://www.evolver.net/user/sailing_bey ... ul_intimat

Traduzione a cura di Noiegliextraterrestri
http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... ana-e.html

L'ampliamento del territorio del Contatto:
La maggior parte del pubblico e dei ricercatori ritengono che i Contatti o gli Incontri con gli extraterrestri siano definiti attraverso due finestre molto limitate di esperienza di Contatto. In primo luogo, lo scenario dei rapimenti/abduction, quando l'individuo può sentirsi paralizzato, e portato in trance, uno stato di sonno profondo a bordo della navicella. In secondo luogo, il contattati, che ricordano in piena coscienza il loro incontro. La mia ricerca suggerisce, tuttavia, una terza categoria molto più ampia, che è molto più comune e meno fisicamente invadente. Essa comprende alcuni dei tratti citati sopra, ma incarna dei modelli più sottili di esperienza. Se vogliamo allargare il territorio in modo da comprendere questa terza categoria, ci troviamo di fronte ad un quadro molto più affascinante di contatto e di come e perché queste intelligenze interagiscono con noi. In questo articolo vorrei esplorare tutte le forme di incontro e informare sul perché la ricerca con coloro che hanno esperienze - gli Experiencers - di contatto con queste intelligenze, offre dei dati diversi e conflittuali. Qual è il miglior approccio per gli Experiencers in cerca di risposte e di verifiche dei loro incontri? Esploro i benefici di un approccio olistico della raccolta dei dati. I giudizi erronei per quanto riguarda i dati rivelati dalle ipnosi, e discuto, se dei dati tanto straordinari, siano solamente confabulazione, fantasia, o invece potenzialmente dimostrano una nuova realtà: un Multi-verso. Le testimonianze degli Exsperiencers, sfidano non solo la realtà per come viene concepita, ma a caro prezzo sfidano anche le nostre convinzioni religiose e spirituali, e dimostrano un’associazione intima e complessa con gli extraterrestri, una connessione che si estende nello spazio e nel tempo, includendo i regni e le dimensioni di anima.

Un contesto più ampio di incontri e che cosa rende reale il contatto con gli extraterrestri?
E' mia convinzione che l’incontro extraterrestre, quando si verifica consapevolmente oppure in uno stato di trance alterato, e comporta una comunicazione con le intelligenze non umane, e successivamente modifica la percezione e la visione del mondo dell‘individuo, è il Contatto. Anche se il termine rapito e contattato sono sinonimi di incontri extraterrestri, a mio avviso la terza categoria è molto più diffusa. E' sottile, in parte fisica e può essere sperimentata in un viaggio fuori dal corpo o stato di sogno (OBE), dove l'interazione e l'incontro avvengono con lo spirito o con il corpo animico dell'individuo. Questo contatto OBE, non può essere confuso con i sogni normali, nonostante ne abbia delle caratteristiche analoghe, soprattutto perché viene facilmente ricordato, anche mesi o anni dopo. I normali sogni, sono presto dimenticati dopo pochi secondi o minuti dal risveglio. La comunicazione in questo stato di sogno, e anche quando l'individuo è cosciente, è telepatica, e talvolta sperimentata come uno scaricamento/downloads di dati. Queste persone in genere non cercano aiuto convenzionale, pur sentendosi isolate, sono pienamente coscienti delle loro esperienze, e se ne parlano, sanno di rischiare il ridicolo o nel peggiore dei casi una etichetta psichiatrica. Una grande differenza che c’è tra gli Incontri è che il rapito/addotto può sentirsi arrabbiato, traumatizzato e vittima, mentre la terza categoria di individui che sperimentano Incontri prova il contrario. Si sentono appartenenti ad una specie aliena e vedono gli extraterrestri come la loro famiglia. Provano un grande senso di isolamento e sono sconcertati per il comportamento primitivo e distruttivo della specie umana, alla quale non riescono a ricollegarsi. Uso i termini di “Homo Noeticus“, “Nuovi Umani“, o “Bambini Stellari“ per definire questa terza categoria. Quello che tutti gli Incontri hanno in comune è che la loro interazione diviene trasformazione. La sfida alla loro realtà di concezioni consolidate, che avviene attraverso questi Incontri funge da catalizzatore e scatena la consapevolezza di una realtà multidimensionale, che cambia la loro vita e la percezione della realtà per sempre.




se penso alla mia esperienza di vita, dopo questi anni durante i quali ho acquisito informazioni che prima non immaginavo neanche, mi sento più appartenente a questa terza categoria, e mi fa piacere pensare che c'è chi studia questi accadimenti con mente più aperta e meno statica, infatti io non mi sento nei panni giusti quando mi viene detto che io ho solo ricordi positivi xchè "loro" mi inducono a pensare in un certo modo ed a ricordare in modo falsato, io ricordo molto, molto di più di quello che si possa scrivere in due righe e posso asserire che se proprio devo etichettarmi con parametri sino ad ora noti, dico che io mi sento più rappresentata in questa terza categoria .



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MessaggioInviato: 28/05/2012, 16:41 
Cisco Grove e Hopkinsville: due casi ufologici fortemente anomali del 1964-65

Cisco Grove è una località della California, non lontano da Truckee, ai piedi della Sierra Nevada, dagli splendidi paesaggi boscosi («grove» significa appunto boschetto, mentre «wood» indica un bosco più fitto).
Hopkinsville è una cittadina del Kentuky, quasi all'altro capo del vasto territorio degli Stati Unirti d'America.
Ciò che accomuna questi due luoghi così distanti fra loro, è il fatto che, ad un anno di distanza l'uno dall'altro, essi furono teatro di due «incontri ravvicinati del terzo tipo» oltremodo inquietanti e con alcune caratteristiche fortemente anomale rispetto alla casistica generale.
In entrambi i casi, si ha l'impressione di avere a che fare con due racconti di fantascienza o, meglio, con due film del terrore assai discutibili, per non dire inverosimili sia nell'impostazione generale che nella trama: quanto di più lontano, insomma, ci si potrebbe aspettare da due tipiche vicende relative ai «dischi volanti» e a degli «incontri» con creature extraterrestri.
Così descrive i due stranissimi avvenimenti il saggista Peter Nobile nel suo libro «Ufo, Triangolo delle Bermuda, Atlantide. Che cosa c'è di vero» (Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, pp. 66-69):

«Una delle testimonianze più clamorose di tutta la casistica ufologica riguarda un caso di (presunta) aggressività. Il fatto accadde il 21 agosto 1965 in una fattoria di Kelly, nel Kentuckuy, vicino alla città di Hopkinsville ed ebbe ben sette testimoni: tutti gli adulti della famiglia Sutton che abitava una fattoria. Ed ecco gli avvenimenti: verso sera un oggetto assai luminoso atterrò in un campo vicino alla casa che è molto isolata. Poco dopo una serie di figure avanzarono nell'aia.
La ricostruzione di questi esseri - data la notorietà del caso - è stata minuziosa. Tutti e sette i Sutton, interrogati separatamente, hanno contribuito al famoso disegno del "mostro di Hopkinsville", forse la più nota di tutte le immagini di extraterrestri. Com'erano questi "mostri"? Piuttosto piccoli, non più alti di un metro, con una testa a uovo, senza capelli e - particolare inedito nella casistica - avevano due grandi orecchie elefantine. Il fusto tozzo, le gambe esili. Gli occhi grandi e sporgenti e- altra caratteristica - le dita terminavano in "artigli curvi come il becco di un falco" secondo l'espressiva definizione di uno dei testimoni.
Quel che accadde - secondo la concorde dichiarazione dei Sutton - è davvero incredibile. Gli esseri avanzarono verso la casa con le mani sulla testa, in atteggiamento - saremmo tentati di dire - amichevole. Ma gli agricoltori americani non la pensarono così. Terrorizzati, si barricarono in casa. Gli uomini presero i fucili. Partì un vero e proprio fuoco di sbarramento da parte di gente molto pratica di armi.
Colpiti ripetutamente, gli esseri fluttuavano in aria! Poi si mettevano carponi e correvano al coperto. I pallini dei fucili, colpendoli, facevano un rumore "come se colpissero un secchio". Sembrava che le strane creature trovassero indifferente muoversi come noi o carponi. Saltavano, camminavano e correvano in perfetto silenzio, senza emettere un suono.
Circondarono la fattoria, salirono sugli alberi e sul tetto. L'assedio durò fino a mezzanotte, quando i Sutton riuscirono a salire su due auto e correre a cercare l'aiuto della polizia. L'episodio è così sbalorditivo che si stenta a esaminarlo con senso critico. Eppure le autorità furono concordi nel definire i testimoni del tutto attendibili: una famiglia di solidi agricoltori americani. I Sutton rimasero sconvolti dal fatto e dal clamore suscitato dalla divulgazione della notizia.
Se hanno tutti quanti mentito, c'è da porsi la solita domanda: che cosa speravano di ottenere? In realtà ebbero solo fastidi e pubblicità negativa, tanto che a un certo punto rifiutarono qualsiasi intervista e qualsiasi accenno all'episodio. Ma - se anche in questo caso accettiamo come ipotesi la verità del fatto - posiamo concludere che le misteriose creature volessero attaccare la fattoria? Che volessero davvero combattere gli umani? Il capofamiglia raccontò per esempio questo episodio. A un certo punto dell'assedio, non vedendo più gli esseri, aprì cautamente la porta per dare un'occhiata. Subito, una mano gli "carezzò" i capelli. L'uomo si girò di scatto e fece in tempo a vedere una mano unghiuta sulla sua testa. Senza esitazione, scaricò il fucile in quella direzione e un essere precipitò dal tetto, fuggendo poi carponi.
Questa "guerra" a fucilate nella notte è davvero allucinante; se è vera, c'è da pensare che le creature non volessero fare del male agli abitanti della fattoria, perché avevano dimostrato di avere i mezzi per fronte ai fucili dei Sutton. Ma, fra le moltissime segnalazioni, è una delle poche che ci racconta di una vera e propria azione che abbia causato un notevole disagio agli umani.
Un altro caso straordinario è accaduto in California nei boschi della zona di Sacramento, in una località vicina a Cisco Grove. Il testimone è riuscito a conservare l'anonimato [ma non fino ad oggi, come diremo in seguito] e in tutti i resoconti è indicato come il signor "S". Egli non fece nulla per divulgare la sua terrorizzante avventura, che divenne nota per un'indiscrezione solo molto tempo più tardi.
Ecco il fatto. Durante il week-end della Festa del Lavoro [corrispondente al 4 settembre, nota nostra] del 1964 il signor "S" andò con due amici a caccia con l'arco. "S" si separò dagli altri e, verso sera, si accorse di essere piuttosto lontano dall'accampamento; non si preoccupò e pensò di passare la notte su un albero (in quei boschi ci sono degli orsi) e di raggiungere gli amici alle prime luci dell'alba. Scelse con cura una pianta dal tronco molto grande e senza rami per i primi tre metri. Questo albero e la cura avuta per prepararsi il ricovero hanno una parte di rilievo nella storia.
"S" si sistemò su un ramo a circa tre metri dal suolo, legandosi con la cintura. Poco dopo vide una luce che volteggiava in cielo. Pensò fosse un elicottero inviato alla sua ricerca (è un servizio diffuso negli Stati Uniti, dove ogni anno centinaia di persone si perdono nei boschi) da una chiamata dei suoi amici.. "S" stava per scendere dall'albero per segnalare la sua presenza, quando si accorse che non si trattava di un elicottero. Ci fu un lampo e qualcosa cadde al suolo.
Poco dopo, il cacciatore udì qualcuno che si avvicinava. C'era la luna ed egli riuscì a vedere due figure vestite di una tuta argentea che si avvicinavano all'albero: erano alte circa un metro e settanta, secondo la stima di "S", e sembrava che esaminassero il terreno. Egli non riuscì mai a vederli in faccia. Quando furono sotto l'albero, cominciarono a parlare in un linguaggio tubante, che il testimone paragonò al verso di un gufo. Chiaramente lo avevano visto, perché guardavano nella sua direzione. Aiutandosi l'un l'altro cercarono di salire sull'albero, ma, come ricordò "S", "sembrava che non lo avessero mai fatto in vita loro".
A un certo punto la situazione, già abbastanza preoccupante, si complicò: una terza figura raggiunse le altre. "S" la descrive come fosse u robot: aveva due "occhi" rosso-arancio e una "bocca" che quando si apriva formava un buco rettangolare. Iniziò l'incubo: il robot, se lo vogliamo chiamare così, a più riprese mandava fuori dalla strana apertura fumo o gas bianco nella direzione dell'assediato; ogni volta questi perdeva la conoscenza per qualche secondo, provando una forte nausea.
Poi cominciò il più assurdo scontro che si possa immaginare. "S" scagliò tre frecce contro gli esseri: una colpì il robot che mandò scintille; poi diede fuoco a qualche suo indumento lasciandolo cadere sui "nemici". Ma sembrò ottenere più successo quando cominciò a bersagliare le misteriose entità con gli oggetti di cui poteva disporre: la borraccia, monete, e l'arco che scagliò loro addosso. I due "uomini" raccoglievano ogni cosa e la esaminavano con interesse.
a intervalli il robot mandava i suoi sbuffi di fumo. "S" notò che aveva il "buon senso" di portarsi sopravvento prima di lanciare il gas o cos'altro era. l'assedio durò tutta la notte: alle prime luci dell'alba, un secondo robot raggiunse il primo. "s", stremato, a un certo punto fu raggiunto da una quantità di gas più potente delle altre, e perse i sensi per un certo periodo:; quando si riprese non c'era più nessuno.
Si sarebbe tentati di mettere subito questa storia fra le menzogne palesi - soprattutto per la presenza del robot, così da fantascienza - se essa non fosse giudicata attendibile dai più seri ricercatori del fenomeno ufologico. Uno psichiatra fu invitato ad occuparsi del fenomeno: secondo gli esperti, il caso presenta analogie con il caso di Betty e Barney Hill. Può darsi che anche il signor "S" abbia seppellito nel subconscio la parte più importante dell'accaduto.»

Sia il caso di Cisco Grove che quello di Hopkinsville presentano delle caratteristiche anomale rispetto alla maggior parte degli «incontri ravvicinati» del terzo tipo e, fra loro, oltre alla vicinanza temporale e alla comune ambientazione negli Stati Uniti (ma a notevole distanza l’uno dall’altro) degli elementi simili.
Innanzitutto, l’aspetto ufologico passa decisamente in seconda linea. Nel caso di Cisco Grove, tutto quello che il testimone vede è una strana luce nel cielo notturno, che, in un primo tempo, scambia per quella di un elicottero, segno che i suoi movimenti non dovevano presentare nulla di particolarmente strano. L’uomo, anzi, scende dall’albero su cui si era rifugiato per trascorrere la notte al sicuro dagli animali feroci, e lancia alcuni razzi di segnalazione, per indicare ai presunti soccorritori la propria posizione. (In un'altra versione dell'episodio, le luci sono tre e il protagonista non lancia dei razzi, ma si accinge ad accendere dei falò.)
Solo quando l’oggetto arriva a circa quaranta metri dall’albero su cui si trova il testimone, che oggi sappiamo essere stato un ventottenne di nome Donald Shrum, questi si rende conto che non si tratta affatto di un elicottero, ma di un velivolo completamente diverso, tanto da impaurirlo e indurlo a rifugiarsi nuovamente sull’albero. Dopo di che, la sua attenzione viene interamente assorbita dalla comparsa delle due figure umanoidi, indossanti un enorme casco ed una sorta di strana tuta dai riflessi metallici, e soprattutto dalla entità simile ad un robot, che lo riempiono di terrore, per cui non sembra che egli abbia prestato più alcuna attenzione al loro velivolo, di cui non dà ulteriori particolari.
Uno degli amici del testimone, coi quali egli si ricongiunse solo all'alba, dopo la paurosa e inconsueta avventura notturna, riferì di aver visto anch'egli una luce nel cielo, ma nessun'altra evidenza oggettiva è stata addotta a supporto della veridicità del fatto, come bruciature sul terreno, impronte di piedi meccanici, danni alla vegetazione, e così via.
Anche nel caso di Hopkinsville l'aspetto ufologico vero e proprio è ridotto al minimo. La famiglia Sutton vide avvicinarsi un velivolo luminoso nella notte e scendere fino a terra; poi, tutta l'attenzione di quelle sette persone adulte fu interamente assorbita dalle grottesche figure umanoidi che avanzavano in direzione della fattoria.
In entrambi i casi, la vicenda ruota intorno alla presenza di alcune entità dall'aspetto semi-umano, le quali, per ragioni incomprensibili, pur essendo dotate di una tecnologia e, forse, di una struttura corporea che le mette al riparo da ogni offesa da parte degli esseri umani (frecce scagliate con l'arco nel caso di Cisco Grove, fucilate nel caso di Hopkinsville), si confrontano con questi ultimi in apparenti prove di forza, il cui esito non pare del tutto scontato in partenza.
Così, i testimoni delle loro imprese si sentono gravemente minacciati e reagiscono con ogni mezzo a loro disposizione, senza produrre alcun danno ai loro antagonisti e, tuttavia, riuscendo a tenerli a bada abbastanza a lungo da rinviare il momento di un confronto a distanza troppo ravvicinata, sicché nessuno potrebbe dire come sarebbero andate a finire le cose se tale momento fosse, infine, arrivato.
A rigore, non è neanche possibile affermare con certezza che il fine che si proponevano gli umanoidi fosse sicuramente ostile nei confronti delle persone coinvolte; tutto quello che si può dire con certezza è che essi hanno «giocato» con loro, come fa il gatto col topo.
L'aspetto ludico è più evidente nel caso di Hopkinsville, per quanto i Sutton non lo abbiano gradito affatto, anzi, ne abbiano riportato un forte spavento e, in seguito, il disagio dovuto alla bizzarra pubblicità che si erano procurati involontariamente, rivolgendosi alla polizia locale.
Nel caso di Cisco Grove, invece, esso emerge quasi involontariamente, ma appare decisamente sovrastato dall'aspetto minaccioso, specialmente per gli effetti soporiferi dovuti agli sbuffi di «fumo» dei due robot e alle conseguenze forse letali che avrebbe avuto una caduta di Shrum dall'albero ove si era rifugiato, se questi non si fosse legato con la cintura ad un ramo.
Infatti, mentre la famiglia Sutton non pare essere mai stata veramente in pericolo, nonostante la situazione angosciosa determinata dall'assedio notturno della fattoria, Donald Shrum sembra aver corso un reale pericolo, tanto più che la sua situazione era già precaria al momento della comparsa delle strane entità: il fatto di essersi smarrito, col buio, in luoghi deserti e inospitali, popolati dalle fiere, un po' come Dante Alighieri nella «selva oscura» descritta nel primo canto del suo immortale poema.
In entrambi i casi, comunque, una domanda sorge spontanea, apparentemente priva di risposta: che cosa volevano gli esseri emersi dal buio, quali obiettivi si prefiggevano tormentando a quel modo delle creature umani, per ore ed ore?
Non si è trattato, infatti, di rapide apparizioni, come quella del cosiddetto «mostro» di Flatwoods (apparso ad alcuni testimoni nel 1952, in una località del West Virginia). Qualsiasi cosa volessero e qualunque fosse il loro scopo, infatti, sia le creature di Hopkinsville, sia quelle di Cisco Grove, sottoposero degli esseri umani a una sorta di autentico assedio, durato buona parte delle ore notturne, nel corso del quale non poterono non rendersi conto degli effetti terrorizzanti provocati alle loro «vittime».
Sviluppando questa impressione, si potrebbe giungere all'idea che, forse, il loro obiettivo fosse proprio quello di generare spavento e confusione negli esseri umani, più che di nuocere loro sul piano fisico o di catturarli, magari per sottoporli ad esperimenti, come avviene nel caso delle «abductions».
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Ma, di nuovo: produrre spavento, a che scopo?
È questo che lascia sconcertati: non sembra esservi stata altra ragione del loro modo di agire, tranne quella di divertirsi a spese dei malcapitati terrestri. Perché, più ancora di una ostilità deliberata, quello che spaventa è una condotta gratuitamente minacciosa, dalla quale emerge una assoluta indifferenza verso i sentimenti degli esseri umani.
In questo senso, e anche tenendo conto della scarsezza di elementi propriamente alieni, non appare del tutto immotivata l'ipotesi avanzata da Umberto Visani (sulla rivista «X Times», numero 12 dell'ottobre 2009), che non di creature di altri mondi si sia trattato, ma di creature interdimensionali di questo nostro mondo, simili ai folletti, ai troll, agli gnomi di tante leggende del folklore europeo dei secoli passati, ben note per la loro attitudine a divertirsi in maniera incomprensibile a spese degli esseri umani.
In questo senso, appare più che plausibile l'accostamento al caso di Rosa Dainelli, la donna che nel 1954, percorrendo un bosco presso il paese toscano di Cennina, venne avvicinata da due omini indossanti strane tute aderenti, che si comportarono verso di lei in maniera non apertamente ostile, ma certo assai burlona, dato che le sottrassero un mazzo di fiori destinati al vicino cimitero e, particolare ancora più incongruo, una calza, che la donna si era tolta per non sporcarsi inutilmente di fango durante la camminata lungo il sentiero.
Se lo avessero voluto, sembra improbabile che le creature di Hopkinsville non sarebbero state in grado di reagire con reale violenza agli atti ostili dei Sutton; d'altra parte, sappiamo di casi analoghi, in cui la reazione degli alieni ebbe esiti letali per il testimone che aveva fatto ricorso alle armi da fuoco: per esempio, il tragico caso di Inacio de Silva, accaduto il 13 agosto del 1967 in una fattoria nello Stato brasiliano del Goiàs.
Eppure, proprio l'assurdità delle due situazioni verificatesi rispettivamente ad Hopkinsville ed a Cisco Grove (il primo dei due è stato definito dallo studioso Aimé Michel «un vero e proprio festival dell'assurdità»), paradossalmente, gioca a favore della loro autenticità.
Infatti, è difficile immaginare delle situazioni più improbabili e sconclusionate; e, di conseguenza, si stenta a credere che qualcuno abbia potuto inventarsele, con tutta la notorietà alla rovescia che il loro racconto ha inevitabilmente comportato.
Come se ciò non bastasse, pare che, in entrambi i casi, i testimoni fossero persone assolutamente degne di fede. Donald Shrum raccontò la propria esperienza, ancora terrorizzato, prima ai suoi due compagni di caccia, poi ad un professore di astronomia, il quale ne rimase talmente colpito, da rivolgersi senz'altro alla base aerea Mather, da cui ebbe accesso agli archivi del Project Blue Book, la famosa commissione d'inchiesta americana sui fenomeni ufologici.
Quanto ai Sutton, sette adulti e quattro bambini di una tipica famiglia rurale americana degli anni Sessanta, ecco come il comandante della polizia locale, Grenweel, si espresse in proposito: «Sono certo che qualcosa ha spaventato a morte quella gente… qualcosa che sfugge alla ragione, qualcosa di straordinario». Come dire che si poteva forse dubitare della natura del fenomeno, ma non della assoluta buona fede dei testimoni e della veridicità del loro racconto.
I Sutton non erano dediti all'alcool e non erano persone particolarmente fantasiose, tutt'altro. Intorno alla fattoria erano sparsi i pallini sparati dai loro fucili, e il loro spavento appariva assolutamente autentico.
Dei due casi, comunque, a noi sembra quello di Cisco Grove il più inquietante, proprio per la condizione oggettiva di vulnerabilità del protagonista e per l'impressione che egli sia sfuggito di misura, e unicamente per le sue risorse d'inventiva, il suo coraggio personale e una certa dose di fortuna, ad un destino funesto.
Ecco come lo studioso italiano Franco Ossola ha riportato la sua vicenda, con alcuni maggiori particolari (ad esempio, qui le luci in avvicinamento sono tre, e non una sola), e le riflessioni che essa gli ha ispirato (in: F. Ossola, «Dizionario enciclopedico di ufologia», Milano, Siad Edizioni, 1981, vol. 1, pp. 200-201):

Immagine«… Il protagonista del caso di Cisco Grove, dunque, si trovò ad un tratto della battuta di caccia, verso l'imbrunire, completamente isolato da compagni, accorgendosi con un po' di timore d essersi purtroppo smarrito. Prevedendo ormai di dover trascorrere la notte da solo, non riuscendo ad orientarsi in luoghi per lui sconosciuti a ritrovare il campo-base, salì su un albero per cercare rifugio e sicurezza dagli animali selvatici. Legatosi ad un forte ramo, per la paura di precipitare nel caso si fosse addormentato, ad un tratto si avvide di 3 forti luci (una delle quali emanava una specie di ronzio) che evoluivano nel cielo, ormai rabbuiato. Pensando a una squadriglia di elicotteri mobilitatisi alla sua ricerca e messi in allarme dalla segnalazione dei suoi compagni, discese allora dall'albero per accendere alcuni falò di richiamo. A quel tratto, però, le luci si rivelarono essere 3 oggetti argentati che ruotavano in cielo, in verticale sulla sua posizione. Un po' meravigliato, certo incuriosito, ma soprattutto spaventato, l'uomo vide discendere dalle strane apparizioni un paio di oggetti non identificabili. Quando, poi, dopo breve tempo avvertì strani e sospetti fruscii nel sottobosco, decise di riguadagnare nuovamente una posizione rialzata sull'albero per potersi meglio difendere contro qualsivoglia insidia. A dire il vero il timore dell'incauto cacciatore era mitigato da una vena di speranza, che gli suggeriva la possibilità di potersi imbattere in guardie forestali in perlustrazione nella foresta, tanto che quando infatti, vide avanzare lentamente 2 uomini in tute bianco-grigio chiaro pensò in tal senso. Prestissimo però si accorse che nei 2 c'era qualcosa di molto strano, a parte i movimenti meccanici, e che portavano una specie di grosso casco che ricopriva i loro capi da una spalla all'altra. I misteriosi personaggi parvero accorgersi di lui e si avvicinarono all'albero,. Come per indurlo a scendere. Per giunta si aggregò al gruppetto un terzo umanoide, decisamente meccanico che pareva scivolare sul suolo silenziosamente. A questo punto la vicenda del povero intimorito cacciatore si tinse quasi di giallo e di terrore. Infatti, il nuovo arrivato cercò anch'esso di dare la scalata all'albero - cosa già tentata dai due umanoidi che lo avevano preceduto -esalando durante la sua azione degli sbuffi di fumo pestilenziali e soporiferi che causavano perdita dei sensi da parte dei terrestri e violentissimi conati di vomito. Ogni qual volta il testimone si destava dal breve torpore in cui l'esalazione lo aveva fatto cadere poteva, con terrore, notare gli sforzi del robot per salire sul tronco, ultima sua salvezza. Iniziò allora ad incendiare tutto ciò che aveva a portata di mano: rametti, fazzoletto, brandelli di indumenti, persino banconote, gettando i piccoli fardelli in fiamme addosso agli assalitori. Mentre i 2 umanoidi retrocedevano davanti al fuoco, il robot manteneva imperterrito la sua posizione e, spenti i brevi falò, riprendeva i suoi tentativi minacciosi, rigettando boccate di fumo nauseabondo. Questo allucinante tira e molla proseguì in pratica fino all'alba. La notte fra il 4 e il 5 settembre fu per il malcapitato cacciatore d'arco un vero e proprio inferno. Cercò persino di abbattere il robot - l'assalitore più accanito e pericoloso - con le frecce che aveva con sé, ne lanciò 3 ma inutilmente. Le 2 che colpirono il bersaglio non provocarono all'apparenza grossi danni, fatta eccezione per un violento scintillio, come di fili elettrici in corto circuito, scaturito dal petto dello strano essere automatico. Fra uno svenimento e l'altro, fra momenti di lucidità e di terrore, il terrestre riuscì a scorgere in parte il volto del robot: era quadrato e quasi certamente metallico, il gas soporifero fuoriusciva da un'apertura che si spalancava quando abbassava il mento, gli occhi erano luminosi ed il volto piuttosto scuro. La tragedia, si concluse felicemente per il cacciatore, solo all'alba Ormai stremato vide l'ultimo atto della spaventevole avventura. Il primo robot fu raggiunto da un secondo del tutto simile il quale, postosi direttamente di fronte al compagno, fece scaturire una vera e propria scarica di scintille e lampi elettrici, da cui, inoltre, si alzò un altro vapore pestilente che rigettò nell'incoscienza il protagonista umano. Quando ormai agli albori luminosi egli si ridestò non si vide finalmente più circondato. Intirizzito, semi congelato, distrutto, ancora tremante per il freddo e soprattutto per la paura, discese dall'albero salvatore. Orientandosi con il sole nascente si avviò con le ultime forze rimastegli verso la direzione del campo-base nei cui pressi riuscì a richiamare l'attenzione dei suoi 2 compagni postisi con preoccupazione alla sua ricerca. A caldo narrò loro l'intera vicenda con toni allucinati. Venne chiaramente creduto sia per la stima di cui godeva presso gli amici sia per lo stato atroce e spaventosamente stravolto ijn cui si era ad essi presentato. La vicenda venne poi, come detto, a conoscenza dell'insegnante di astronomia che, controllata la buona fede del protagonista, non ebbe esitazioni a divulgarla.
L'assurdità della vicenda di Cisco Grove tocca forse vertici raramente raggiunti nella casistica ufologica. L'immagine di un malcapitato terrestre armato di un semplice arco, aggrappato ad un ramo di un alto albero seminudo ed intirizzito dal freddo, in preda al panico perché misteriosi assalitori umanoidi e metallici cercano di farlo discendere dal suo nascondiglio non è certo comune e frequente e si troverebbe certamente al suo giusto posto in un racconto di fantascienza; ma forse proprio in questa singolarità ed eccezionalità di accadimenti potrebbe nascondersi una delle probabili chiavi interpretative del misterioso fenomeno ufologico in generale e delle entità animate ed è, comunque, sintomatico osservare che la molteplicità dei fatti di tal natura pare corroborare l'ipotesi che tutti i testimoni in essa coinvolti siano in buona fede e non abbiano realmente fatto altro che raccontare ciò che veramente essi vissero e videro.»

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Infatti: perché qualcuno dovrebbe inventarsi di essere stato protagonista di una vicenda così stramba, per non dire assurda? E si tenga presente che Donald Shrum riuscì a conservare per anni l'anonimato: segno che egli non desiderava affatto la pubblicità, e sia pure una pubblicità di dubbio genere, in quanto testimone di un «incontro ravvicinato del terzo tipo», per giunta così anomalo, da costituire una autentica inverosimiglianza all'interno di un realtà già di per se stessa tale da suscitare curiosità, ma anche molta diffidenza nel pubblico.
Tornando all'ipotesi di Umberto Visani, ci sembra che essa possa costituire una utile ipotesi di lavoro, considerando le strane particolarità di questo caso, così come di quello verificatosi un anno dopo in West Virginia, ad Hopkinsville.
Se le creature di Cisco Grove, e anche quelle che assediarono la fattoria dei Sutton, non erano degli alieni provenienti da altri mondi, ma delle creature del genere degli elementali, è logico pensare che esse si presentino agli umani nella veste che la cultura del tempo rende più credibile ai testimoni: quella dei folletti o delle fate nei secoli passati, quella degli umanoidi o dei robot nell'era tecnologica che stiamo vivendo.
Altro non possiamo dire, se non che non esistono evidenze che possano realmente ricondurre le creature di Cisco Grove e di Hopkinsville ai viaggi spaziali e ai «dischi volanti»; mentre vi sono diversi indizi che suggeriscono la pista delle creature elementali: delle quali, come è noto, ne esistono sia di benevole ed amichevoli, sia di maligne e dispettose.
Senza dubbio gli esseri che assediarono sull'albero Donald Shrum e quelle che spaventarono a morte la famiglia Sutton ricordano la seconda categoria, anche se i loro corpi, capaci di sostenere colpi di fucile e lanci di frecce, farebbero pensare a una struttura solida e, anzi, particolarmente robusta, non a delle apparizioni più o meno labili ed evanescenti.
Chi può dire a quale mondo appartenevano, da quale dimensione provenivano e quali sentimenti o finalità o scopi muovevano il loro modo di agire?
Ne sappiamo veramente troppo poco, per azzardare delle risposte univoche.
Come se non bastasse, almeno per il caso di Cisco Grove, esiste pur sempre la possibilità che il testimone, svenuto nella fase culminante del suo tragico «assedio» sull'albero, abbia subito una rimozione ipnotica dei propri ricordi, e pertanto che a noi sfugga proprio la parte più importante dell'esperienza da lui vissuta nei boschi ai piedi della Sierra Nevada.
Se così fosse, tutto l'episodio dovrebbe essere riconsiderato, sotto un'altra luce ed in una prospettiva completamente diversa.
Bisognerebbe studiare casi del genere molto più a fondo; mentre, passato il «boom» ufologico degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, si direbbe che una cortina di disattenzione sia scesa intorno a questo genere di fenomeni; una cortina alla quale, forse, non è estranea una volontà deliberata di disinformazione da parte dei «poteri forti», a cominciare da quello della televisione e della carta stampata.


di Francesco Lamendola
Fonte: edicolaweb



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Si ha l'impressione che il paranormale sia parte della tecnologia degli alieni con una familiarità con cui noi utilizziamo quella dei semiconduttori [8] .E se questo è vero , vuol dire che non potremo mai capirli completamente [B)] .


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