Nel 1966 Aimé Michel, ufologo francese, scrive sulla rivista Pianeta: "Forse l'uomo non è in grado di individuare i movimenti di un attività che lo supera psichicamente quanto noi superiamo il mondo animale. Può darsi che i nostri quesiti sui propositi di una mente extraterrestre, il cui progresso ci precede forse di miliardi di anni, assomiglino all'interrogativo del cane che si domanda perché il suo padrone si dà tanto da fare inseguendo cose assurde, quando è così semplice mangiare nelle pattumiere e dormire al sole. C'è però un ipotesi che spiegherebbe molto. In qualche parte del nostro stesso Sistema Solare, o in più punti coordinati, qualche cosa...chiamiamola una macchina...vigila e agisce da migliaia o milioni di anni. Questa macchina, con dei mezzi di cui ci danno un' idea grossolana l'energia nucleare, la cibernetica e il calcolo elettronico (tecniche ancora all'inizio) riassumerebbe in sè la potenza e la scienza di una civiltà lontana che l'avrebbe mandata lì per osservare l'evoluzione della vita intorno al Sole e forse per agire su questa evoluzione. Ecco come si spiega la mancanza di contatto. Contatto con chi? Non c'è nessuno che provenga da altri mondi!"
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