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MessaggioInviato: 26/07/2012, 19:45 
Dovrebbe?

A me sembra una bella storiella infarcita da un sacco di informazioni generiche, superficiali e non dimostrabili da niente e nessuno, e di domande banali e scontate -_-



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MessaggioInviato: 27/07/2012, 01:06 
Attenzione però, Malanga riporta dialoghi che lui stesso fa con l'alieno ma sotto forma di linguaggio archetipo.
Questo significa che l'alieno non è ne un chiacchierone, ne fa mai dei discorsi articolati, è per di più Malanga che sviluppa questo botta e risposta interpretando gli archetipi in dialoghi, aggiungendoci ovviamente qualcosa che ritiene a lui giusto per completare il quadro.

In linea di massima il mio intuito mi dice che Malanga dica molte cose giuste e sono piuttosto d'accordo sulla fisica di Bohm.
Una volta accettata la fisica di Bohm tutto diventa possibile.

Gli alieni esistono, gli alieni vogliono cose e pensano a loro stessi.

Non credo che l'alieno sia buono o cattivo, concetto inventato dalla chiesa e probabilmente seguito solo sulla Terra.
L'alieno cerca di ottenere probabilmente l'anima, cioè vuole imbrigliare la vita, ma credo che non ne sia in grado, però è convinto che sia possibile la cosa se continua...

Poi un'altra cosa da non sottovalutare è il discorso del tempo.. dovremmo rivedere tutta la fisica per poter avere la presunzione di cercare di capire gli alieni e le loro intenzioni.



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MessaggioInviato: 27/07/2012, 11:23 
Cita:
sanje ha scritto:


Poi un'altra cosa da non sottovalutare è il discorso del tempo.. dovremmo rivedere tutta la fisica per poter avere la presunzione di cercare di capire gli alieni e le loro intenzioni.


Verissimo, basta pensare soltanto a come cambia l'approccio al viaggio spaziale al variare della lunghezza del ciclo vitale delle creature.

Per noi affrontare un viaggio di migliaia di anni è impensabile... ma se vivessimo decine di migliaia di anni o anche più diventerebbe ragionevole.



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MessaggioInviato: 27/07/2012, 22:57 
Non loso. Mille anni di viaggio sono sempre mille anni di viaggio.

Non credo che esistano queste grandi distanze sinceramente. E tutto è relativo significa che il tempo e le distanze sono solo apparenti.



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MessaggioInviato: 28/07/2012, 02:36 
anche volendo ipotizzare che questi esseri abbiano una vita media di 10mila anni (la butto lì così senza voler incastrare il tutto in una ipotetica società formata da esseri tanto longevi, non se ne uscirebbe), un viaggio che duri mille anni è comunque 1\10 della loro vita... Insomma il tempo può anche essere relativo per le particelle ma per un essere biologico si tratta sempre di tempo perso ed 1\10 ma anche 1\50 della propria vita passata in viaggio (di sola andata tra l'altro) mi sembrerebbe eccessivo, non sarebbe meglio usare delle macchine?



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MessaggioInviato: 28/07/2012, 12:00 
Vi invito a prendere visione di questo articolo

http://esomisteri.blogspot.it/2012/05/s ... -cane.html

SIRIO: la Stella del Cane
Magia Rituale, fenomeno UFO e strategie del controllo.
di Carlo Barbera



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MessaggioInviato: 09/09/2012, 01:29 
Un approfondimento sugli Anunnaki, un punto di vista leggermente diverso dai canoni tradizionali.

http://www.schiavideglidei.it/Approfond ... fault.aspx

Anunnaki: coloro che dal cielo sono venuti sulla Terra?
di Biagio Russo - © 2011 – Drakon edizioni

I Sumeri li definivano dingir, “Signori o Superiori” appartenenti ad una civiltà altamente progredita. Da essi ricevettero tutto il loro sapere, ma soprattutto la vita. Sebbene gli assiriologi ritenessero e ritengano tuttora corretto tradurre dingir con “dio” o “divinità”, tale termine aveva, come appena detto, un significato molto meno religioso. Le “teste nere” (sag-gi o sag-ge in lingua sumera), come i Sumeri amavano definirsi, probabilmente per sottolineare una loro differenza somatica rispetto ai dingir, affermavano di essere stati creati da queste entità per servirli e riverirli. Gli Anunnaki parrebbero dunque essere i creatori dell’uomo.

Nel percorso di studi e ricerche che ho portato avanti negli anni, con l’intento di dare risposta ai tanti interrogativi circa l’origine del genere umano, ho letto e raccolto così tanto materiale documentale da dover necessariamente individuare un obiettivo verso cui convogliare le mie energie e conoscenze, tenendo ben saldo il timone di una severa metodologia investigativa, altrimenti il perdersi in approfondimenti non immediatamente utili al tema centrale avrebbe potuto generare due ordini di problemi: la perdita del sentiero da seguire e l’appesantimento della trattazione.

Fortunatamente, gli indizi che man mano scaturivano dalle mie indagini indicavano con chiarezza la via da percorrere, scongiurando dunque il rischio di superflue digressioni.

Tuttavia, una volta chiusa l’”inchiesta” principale trattata nel mio libro, e riprese le mie ricerche, non ho potuto fare a meno di tornare sulle tante attività che avevo fino ad allora tralasciato, come raccogliere maggiori informazioni sulla casta dominante del Pantheon sumero, gli Anunnaki. Figure meno indagate degli Igi.gi/Igi.gu, quali sono le divinità di rango inferiore, gli Anunnaki stessi sono stati subito posti al centro del mio interesse, poiché desideravo comprendere a fondo chi fossero effettivamente costoro, coi quali gli Igi.gi/Igi.gu si relazionavano gerarchicamente, rendendo conto dei propri compiti, sia nelle funzioni di “controllori” del genere umano che in quelle di portatori di messaggi “divini” agli uomini.

Innanzitutto, prima di affrontare il tema del significato della parola “Anunnaki”, è bene fugare ogni dubbio sulla sua corretta scrittura.
In molti testi accademici, che riportavano traduzioni dalle tavolette sumere ed accadiche, ho trovato il logogramma in questione trascritto sempre allo stesso modo: Anunnaki.

Ma la testimonianza definitiva ed incontestabile ci è fornita da chi la lingua sumera la sapeva leggere, parlare e, quel che più importa al nostro scopo, scrivere, ovvero Hammurabi, re di Babilonia vissuto tra il XIX e XVIII secolo a.C.

Immagine

Sulla famosa Stele di Hammurabi conservata al Museo del Louvre di Parigi, all’altezza della seconda riga della prima colonna del Prologo del Codice troviamo ancora scritto Anunnaki. Nel dettaglio, il termine risulta così sillabato: A.nun.na.ki (v. figura sotto)...

Immagine

Proseguendo nell’analisi, il termine ‘Anunnaki’ significa letteralmente “coloro che dal cielo scesero sulla Terra”. Questa è l’affermazione che si trova nel web, nei media e nella moltitudine di testi che trattano l’argomento. Essendo tale definizione così diffusa, sì è portati a pensare che essa sia giusta. Ma è davvero così?

La suddetta traduzione è da attribuirsi allo studioso di fama mondiale, ad oggi scomparso, Zecharia Sitchin, al quale va sicuramente attribuito il merito di aver fatto conoscere con i suoi libri la storia dell’uomo raccontata dai Sumeri.

Molti ritengono il suo lavoro indiscutibile, molti lo criticano ritenendolo artefatto o erroneo, ma va detto doverosamente che Sitchin, grazie alle sue pluriennali ricerche e all’esposizione delle sue tesi, obiettivamente discutibili come tutte le teorie, ha dato risposta a diversi enigmi riguardanti la genesi dell’uomo. Come è anche noto, però, Sitchin ha lasciato alcune “zone d’ombra”, questioni anche molto importanti che invece sono state sorvolate, non approfondite, lasciate prive di quei riscontri oggettivi necessari sia alla loro comprensione che alla loro soluzione.

Proprio in queste zone d’ombra si sono focalizzate le mie ultime ricerche ed approfondimenti, avvalendomi di dizionari e traduzioni realizzate dagli autorevoli padri dell’assiriologia e sumerologia decenni prima che Sitchin trattasse di quegli stessi argomenti.

Non soddisfatto della traduzione di “Anunnaki” presentata da quest’ultimo, ho infatti condotto le mie personali indagini, i cui risultati sono esposti in quest’articolo, per scoprirne l’effettivo significato, facendo uso di testi accademici quali documenti di riferimento.

Nel sottolineare il mio aver utilizzato materiale “ufficiale” vorrei, in primo luogo, evidenziare agli accademici e agli accaniti sostenitori dell’ortodossia, qualora ce ne fosse bisogno, che molte delle “stranezze” contenute nella letteratura sumero-accadica (e non solo in quella) sono state tradotte dai loro contemporanei o dai loro esimi predecessori e che risulta pertanto poco coerente sminuirle quando vengono usate nella loro misura letterale, anziché mitologica; in secondo luogo, mostrare a chi avanza pregiudizi sul lavoro degli accademici che i saggisti ricercatori indipendenti non dovrebbero prescindere sempre dall’ortodossia per avvalorare le proprie tesi, poiché spesso ciò che è stato formulato in ambito accademico è già di per sé completo, e modifiche o integrazioni forzate alla documentazione “ufficiale” possono risultare inutili, o, ancora peggio, alterarne la bontà.

Consultando, dunque, tre diversi testi, che potremmo definire “dizionari” di sumero e accadico, redatti tra la fine del 1800 e il 1950, ho sempre riscontrato gli stessi significati letterali. Avendo tuttavia ancora qualche titubanza, ho ritenuto utile consultare un ulteriore testo universitario, stavolta di recente pubblicazione (2007), che ha confermato pienamente i precedenti risultati, riassumibili in queste quattro possibilità:

1) L’acqua più importante/principale/migliore della Terra;
2) La prole più importante/principale/migliore della Terra;
3) Il padre (in questo caso “i padri”) più importante/principale/migliore della Terra;
4) Il liquido seminale più importante/principale/migliore della Terra.

In tutta onestà, non so dire quale di queste definizioni sia quella più giusta o corretta, probabilmente, prese singolarmente, lo sono tutte se inserite in un contesto di riferimento coerente. Comunque risulta evidente che Anunnaki non significa “coloro che dal cielo scesero sulla Terra”.

Sebbene il logogramma esprima quattro diversi significati, essi presentano un denominatore comune: “della Terra”. Della Terra!

Un risultato che di certo farà discutere ed aprirà, altrettanto sicuramente, nuovi scenari dai contenuti forse anche inquietanti sulla figura degli A.nun.na.ki, un gruppo composto da esseri che i Sumeri non hanno mai indicato come “coloro che dal cielo sono scesi sulla terra”. Quella degli Anunnaki era senza dubbio una civiltà tecnologicamente avanzata, che aveva conoscenze e mezzi di navigazione marittima, aerea ed extra-planetaria, come ci descrivono magnificamente l’antica letteratura religiosa indiana e le successive citazioni bibliche; una civiltà che si spostava nei territori “controllati” per mezzo di “barche del cielo” (ma-an-na in lingua sumera) e che possiamo quindi coerentemente supporre come provenienti da un’ altra regione “della Terra”.

La traduzione letterale, come abbiamo visto, ci ha fornito una risposta che apre nuove domande. Ad esempio: perché, sebbene i testi da me utilizzati per giungere al significato letterale di A.nun.na.ki siano a disposizione di studiosi e ricercatori da oltre 100 anni, nessuno pare essersi preso il disturbo di consultarli? E qualora invece fossero stati consultati, perché nessuno, compreso lo stesso Sitchin, ne ha mai rivelato il significato originario? Per quale motivo non lo ha fatto? Non lo ha ritenuto necessario o non lo ha ritenuto opportuno? O forse gli è stato impedito?

E in conclusione: ma allora chi sono gli A.nun.na.ki?

Sono sicuro che, in futuro, giungeremo a trovare le risposte a questi interrogativi, ma al momento possiamo formulare solo delle ipotesi: possiamo immaginare i “dingir a.nun.na.ki” come appartenenti ad una civiltà estremamente più evoluta della nostra, superstiti di un cataclisma planetario (Mu, Atlantide, Lemuria?) o di un conflitto nucleare tra imperi contrapposti (Atlantide e Rama?); oppure membri di civiltà antichissime di cui si è persa irrimediabilmente ogni traccia. Ipotesi, quest’ultima, per nulla fantasiosa, se consideriamo che il genere umano ha impiegato “solamente” 2 milioni di anni per evolversi fino alla forma di Homo Sapiens Sapiens, mentre l’età del nostro pianeta è di ben 4,5 miliardi di anni. Nel lasso di tempo fra la “nascita” della Terra e la sua civilizzazione da parte dell’uomo è più che probabile che altre specie si siano succedute nell’abitarla.

Se anche una delle ipotesi appena esposte trovasse conferma, saremmo solo a metà del cammino. I Sumeri citavano gli A.nun.na.ki come fonte del loro sapere, quel sapere che ritroviamo in parte nella cosmogonica “Epica della creazione” (anche detta Enuma elish), contenente la descrizione della formazione del nostro Sistema Solare, inclusi Urano, Nettuno e Plutone, pianeti che noi abbiamo scoperto in tempi relativamente recenti. In tale testo figurano eventi accaduti centinaia di milioni di anni fa, quando i pianeti non avevano ancora raggiunto le loro orbite definitive, quando nel Sistema Solare regnava il caos e la vita sulla Terra, se c’era, era composta di soli microrganismi. Quindi, a quel tempo, di certo non potevano già esistere gli A.nun.na.ki quali antichi abitatori “della Terra”. Ma se costoro, come sappiamo, erano in possesso di tali conoscenze, dovevano necessariamente averle acquisite da spettatori esterni alla Terra cioè da “extra-terrestri” o... "ex-terrestri.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 09/09/2012, 01:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 09/09/2012, 16:26 
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Atlanticus81 ha scritto:

Ma la testimonianza definitiva ed incontestabile ci è fornita da chi la lingua sumera la sapeva leggere, parlare e, quel che più importa al nostro scopo, scrivere, ovvero Hammurabi, re di Babilonia vissuto tra il XIX e XVIII secolo a.C.

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Sulla famosa Stele di Hammurabi conservata al Museo del Louvre di Parigi, all’altezza della seconda riga della prima colonna del Prologo del Codice troviamo ancora scritto Anunnaki. Nel dettaglio, il termine risulta così sillabato: A.nun.na.ki (v. figura sotto)...

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Proseguendo nell’analisi, il termine ‘Anunnaki’ significa letteralmente “coloro che dal cielo scesero sulla Terra”. Questa è l’affermazione che si trova nel web, nei media e nella moltitudine di testi che trattano l’argomento. Essendo tale definizione così diffusa, sì è portati a pensare che essa sia giusta. Ma è davvero così?



Scusami Atlanticus... l'altro giorno mi sono imbattuto in questa immagine....

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Non ho la minima idea a cosa si riferisca e non so in quale luogo
sia possibile trovare questo "scritto". Ho provato a cercare in rete
ma nulla.... per caso ne sai qualcosa? Ti ringrazio [;)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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Atlanticus81 ha scritto:

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sanje ha scritto:


Poi un'altra cosa da non sottovalutare è il discorso del tempo.. dovremmo rivedere tutta la fisica per poter avere la presunzione di cercare di capire gli alieni e le loro intenzioni.


Verissimo, basta pensare soltanto a come cambia l'approccio al viaggio spaziale al variare della lunghezza del ciclo vitale delle creature.

Per noi affrontare un viaggio di migliaia di anni è impensabile... ma se vivessimo decine di migliaia di anni o anche più diventerebbe ragionevole.


Mah..ho come la sensazione che non è un fatto di longevità ma di un qualcosa che applicato a corpi e macchine permette la dissolvenza da un luogo al riapparire in un altro anche distante migliaia di anni luce.



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Thalita ha scritto:

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Atlanticus81 ha scritto:

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sanje ha scritto:


Poi un'altra cosa da non sottovalutare è il discorso del tempo.. dovremmo rivedere tutta la fisica per poter avere la presunzione di cercare di capire gli alieni e le loro intenzioni.


Verissimo, basta pensare soltanto a come cambia l'approccio al viaggio spaziale al variare della lunghezza del ciclo vitale delle creature.

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Provenienza rettiliana dell'umanità? Coincidenze fisiologiche ed evoluzione troppo rapida

Per quanto la scienza abbia fatto passi da gigante nella comprensione dei meccanismi che regolano l'evoluzione degli esseri viventi, l'origine dell'uomo rimane ancora avvolta nel mistero. Le indagini archeologiche e i ritrovamenti fossili, più che chiarire la storia dell'evoluzione umana, non fanno che complicare un puzzle, di per sé, già abbastanza complicato.

Eppure, tra alcuni ricercatori si registra un certo sconcerto quando si considera lo spazio di tempo estremamente ristretto nel quale si è evoluta la specie umana. Per fare un paragone indebito, possiamo pensare ai dinosauri, un gruppo di esseri viventi che ha dominato il pianeta Terra per ben 160 milioni di anni, un ciclo di vita biologica estremamente lungo o, quanto meno, in armonia con i tempi cosmici dell'Universo.

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Se invece consideriamo l'homo sapiens, si rimane sconcertati nel considerare che il genere homo è comparso sul pianeta solo 2 milioni di anni fa e, attraverso una rocambolesca serie salti evolutivi, è giunto a costruire - praticamente dal nulla - le prime città moderne in Mesopotamia circa 6 mila anni fa, per giungere, in poche migliaia di anni, a passare dal cuneiforme all'informatica e dall'esplorazione dei territori abitabili all'esplorazione spaziale. Perché l'Homo Sapiens è così veloce?

Come si spiega il tasso straordinariamente rapido dell'evoluzione umana negli ultimi due milioni di anni?

La domanda se le posta un importante ricercatore, il prof. Ian Tattersall, un antropologo statunitense, curatore della divisione di Antropologia dell'American Museum of Natural History di New York, e autore di molti libri e articoli. Secondo Tattersall, ci sono numerosi esempi che mostrano l'evoluzione accelerata della nostra specie. "Comunque la mettiamo, l'evoluzione della famiglia umana è stata molto rapida", spiega l'antropologo in una conferenza tenuta a Calpe, Gibilterra.

"Credo che sia corretto dire che la nostra specie Homo Sapiens e i suoi antecedenti, si sia evoluta molto più velocemente di qualsiasi altro gruppo di mammiferi preso in esame nello stesso lasso di tempo". Il fenomeno dell'evoluzione accelerata è conosciuto come "tachytely".

Nella conferenza, Tattersall illustra come la dimensione del cervello dei nostri antenati sia raddoppiata nel giro di due milioni di anni. Poi è raddoppiata nuovamente nell'ultimo milione di anni, fino ai giorni nostri. Insieme all'aumento delle dimensioni del cervello, è avvenuta una riduzione delle dimensioni dei denti e della faccia, insieme ad altri cambiamenti nella forma del cranio.

L'aumento delle dimensioni del cervello, sembra aver coinciso con la definitiva struttura fisica dell'uomo moderno, caratterizzata da una forma lineare, gambe lunghe e fianchi relativamente stretti. Queste caratteristiche sono già visibili nello scheletro del "ragazzo di Turkana" rinvenuto in Kenya, vissuto circa due milioni di anni fa, e sono in netto contrasto con le gambe corte e le braccia lunghe di "Lucy" (Australopithecus afarensis), vissuta in Etiopia circa un milione di anni prima.

Immagine

Cambiamento radicale

Un cambiamento così rapido non si è mai riscontrato tra le scimmie. Secondo l'antropologia classica, uno dei fattori che potrebbe aver influenzato la rapidità dell'evoluzione umana, è l'abbandono degli alberi da parte dei primi ominidi per conquistare il suolo, cosa che non hanno fatto le nostre cugine scimmie. Ma secondo il prof. Tattersall, questo evento non è sufficiente a giustificare cambiamenti così radicali: "E' evidente che l'abbandono definitivo della vita arboricola è da considerarsi come una svolta epocale nell'evoluzione degli ominidi. Ma in condizioni naturali, è molto difficile che la conquista di un nuovo ambiente vitale possa aver generato cambiamenti così rapidi".

"Forse è la cultura umana ad essere speciale, avendo in sé un qualche ingrediente sempre presente che ha garantito il ritmo serrato dell'evoluzione della nostra stirpe dopo che abbiamo lasciato le foreste", continua Tattersall. Ma la spiegazione di questo fenomeno non è nelle soluzioni proposte dagli altri ricercatori.

Alcuni psicologi evoluzionisti hanno elaborato un modello secondo il quale la cultura e la complessità del cervello si stimolino a vicenda. Ma Tattersall ha fatto notare che nel corso della storia evolutiva degli ominidi, la tecnologia ha modificato il modo di vivere degli ominidi a "singhiozzo" e molto spesso queste modifiche si sono presentate separate dall'evoluzione biologica, quindi questa idea non è in grado di spiegare in maniera soddisfacente ciò che si vede nei reperti archeologici e fossili.

Qual è l'ingrediente che rende così speciale l'homo sapiens?

Secondo il prof. Tattersall, la risposta potrebbe trovarsi nell'elevata aggressività dell'uomo. "Forse la soluzione si trova nella conflittualità tra gruppi di ominidi. L'aggressività potrebbe essere il discriminante capace di spiegare l'aumento dell'intelligenza all'interno dei gruppi. Un conflitto potrebbe essere visto come una forma di predazione, evento nel quale preda e predatore sono costretti a diventare più veloci, più furbi o più intelligenti per raggiungere il loro scopo".

Certo è un pò triste l'ipotesi del prof. Tattersall, secondo la quale l'uomo sarebbe un predatore intraspecie. Eppure ci si chiede come sia possibile che un essere come l'homo, sviluppatosi ed evolutosi in un contesto naturale, ad un certo punto sia precipitato in una spirale di aggressività, che benché ne abbia aumentato l'intelligenza tecnica, lo ha privato dell'intelligenza sociale, diventando predone di se stesso e mettendo a repentaglio la sua stessa esistenza.

Siamo sicuri che l'aggressività da sola basti a giustificare l'evoluzione così rapida dell'Homo Sapiens? E se l'aggressività fosse il sottoprodotto di questa evoluzione così rapida? Qual è l'ingrediente che rende così speciale, e così distruttiva, la nostra specie? E' possibile ipotizzare un qualche intervento esterno da parte di qualcosa o di qualcuno, che abbia influenzato indebitamente l'evoluzione umana, facendola deviare dal suo percorso naturale?

L'ipotesi rettiliana

Ci rendiamo conto di travalicare i confini della scienza, ma un'ipotesi del genere merita di essere esplorata, anche per l'enorme risonanza che da qualche anno si registra in internet. Il tema dei rettiliani è diventato popolare grazie a David Icke, un controverso personaggio ritenuto da alcuni il grande rivelatore del complotto rettiliano sul nostro pianeta, mentre da altri è considerato solo l'ennesimo strumento di controllo da parte dell'elite illuminata.

Secondo l'ipotesi di Icke, alcuni alieni rettiliani, sotto le mentite spoglie umane di uomini pubblici, hanno preso il controllo del nostro pianeta impedendo all'umanità la normale evoluzione spirituale, sociale e tecnologica. Il fine di costoro sarebbe quello di schiavizzare l'umanità e impossessarsi definitivamente delle risorse planetarie (umanità compresa),

Ovviamente, la tesi di Icke, benché molto affascinante e per certi aspetti plausibile (almeno nella parte del controllo delle masse), è totalmente indimostrabile. E' impossibile, al momento, avere a disposizione delle prove sulla sua ipotesi. Però, qualche indizio ci può aiutare a riflettere. Mettendo tra parentesi la presenza rettiliana sul nostro pianeta, è possibile ipotizzare che in un passato remoto, un gruppo di alieni rettiliani abbia modificato il DNA umano, per chissà quali scopi, intervenendo indebitamente sull'evoluzione degli ominidi? Se sì, abbiamo qualche indizio in proposito?

Strana somiglianza tra homo e rettili

Se si prende in esame la fisiologia umana, scopriamo con un pò di sconcerto, di essere molto più simili ai rettili che non alle altre specie di mammiferi presenti sul nostro pianeta. Ad esempio, la parte migliore dell'uomo: il cervello. Nella nostra scatola cranica abbiamo una piccola struttura cerebrale denominata R-complex (o anche cervello rettiliano) ed è una delle tre parti prevista dal modello Triune Brain (cervello trino) elaborata da Paul D. MacLean, medico statunitense specializzato nelle neuroscienze.

La R-complex si occupa dei bisogni e degli istinti innati nell'uomo (ma tu guarda, proprio il settore nel quale si esprime meglio l'aggressività umana!); alcune delle funzioni rettiliane di questa struttura cerebrale riguardano il comportamento sessuale, quello territoriale, gerarchico, temporale, sequenziale, spaziale.

Inoltre, nel nostro cervello esistono altre due strutture principali che sono presenti anche nel cervello dei rettili: il tronco encefalico, che controlla innumerevoli funzioni fondamentali, dalla respirazione alla circolazione sanguigna e il cervelletto, parte del sistema nervoso centrale coinvolta nell'apprendimento e nel controllo motorio, nel linguaggio, nell'attenzione e forse in alcune funzioni emotive come risposte alla paura o al piacere (strumenti fondamentali per controllare un essere umano).

Il mito ancestrale del serpente

Perché i miti dell'antichità insistono tanto sulla figura del serpente? Uomini rettile sono presenti in moltissimi testi di antiche religioni, compresa quella cristiana. Basta pensare al racconto del peccato originale, dove la responsabilità del male è attribuita ad un serpente!

Fin da quando l'umanità ha mosso i primi passi sul pianeta, le leggende legate ai rettili, draghi e serpenti sono sempre esistite. Molti miti raccontano di una misteriosa razza di esseri rettiliani discesa dal cielo per partecipare alla creazione dell'umanità e insegnare loro la conoscenza proibita, imponendo un ordine sociale e sedurre l'umanità verso uno sviluppo senza sosta.

Vi riproponiamo la seconda parte di un articolo scritto in precedenza (Perchè l'evoluzione umana è fuori dall'armonia del cosmo?), nel quale si analizza la presenza della figura del serpente nel corso della storia e dei miti. E ricordate, se dovessimo scoprire di essere ibridi rettiliani, c'è una parte umana in noi che reclama il suo pieno sviluppo. Siamo, e saremo sempre umani, coltivando la parte migliore della nostra specie.

Il "serpente antico" presente in tutte le culture umane

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Quasi tutte le culture umane comparse sul nostro pianeta hanno nella loro mitologia il simbolo ancestrale del rettile, non sempre descritto in maniera positiva. In quasi tutte le leggende, il simbolo del serpente fa riferimento ad antiche "divinità" metà uomo e metà rettile:

1) I Sumeri

Quella Sumera è la prima civiltà sedentarizzata comparsa sul nostro pianeta che possiamo definire civilizzata, infatti il significato della parola sumer dovrebbe essere "luogo dei signori civilizzati". La mitologia sumera registra la presenza di un personaggio particolare: il dio Enki. Enki, in alcune rappresentazioni, appare come un essere metà uomo e metà serpente.

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Il significato del suo nome dovrebbe essere "signore della terra". Egli era il custode dei poteri divini chiamati Me, i doni della civilizzazione dei quali avrebbe beneficiato l'umanità. La sua immagine è un serpente con una doppia ellisse, o Caduceus, molto simile al Bastone di Asclepio utilizzato come simbolo della medicina. Interessanto notare la presenza del serprente in tutti questi simboli:

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2) I racconti della Bibbia (Antico Testamento)

La Bibbia riprende alcuni temi della mitologia sumera e babilonese. È interessante il fatto che nel racconto biblico del peccato originale, il seduttore dell'umanità abbia le sembianze di un serpente.

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Secondo il racconto della Genesi, il serpente propone ad Adamo ed Eva una via alternativa a quella prevista dall'ordine cosmico per "diventare come Dio". Che significa? Secondo alcuni esegeti, Adamo ed Eva intravedono nella proposta del serpente la via dell'immortalità che li renderebbe simili a Dio.

Altri, invece, vedono nella proposta la possibilità per l'umanità di stabilire da sola cosa sia bene e cosa sia male, senza nessuna autorità esterna. Il serpente propone all'uomo di diventare dio di se stesso, infatti, all'obiezione di Eva il serprente risponde serafico: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Non è più il creatore a stabilire cosa è buono o male, ma la creatura.

Altri ancora, hanno interpretato il racconto del peccato originale come una scorciatoia evolutiva offerta all'umanità per agirare un processo che probabilmente sarebbe durato migliaia (se non milioni) di anni. Il serpente si sarebbe fatto portatore di capacità tecnologiche e culturali che gli uomini avrebbero sviluppato naturalmente e in perfetta armonia con le leggi cosmiche dell'universo. In questa interpretazione si incrociano i racconti della mitologia sumera su Enki (portatore della civiltà) e anche il mito di Prometeo, il quale ruba il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini.

Il breve arco di tempo nel quale l'umanità si è evoluta lascia sconcertati alcuni antropologi. Rispetto ai tempi della natura, l'uomo sembra una saetta comparsa sul pianeta. Ed è una evoluzione che effettivamente non è completamente in armonia con il cosmo: il costo di questa veloce evoluzione è stata la separazione dell'uomo dalla natura e la conseguente distruzione del pianeta (l'eden), la separazione tra gli uomini (torre di babele) e la conseguente perdita di unità d'intenti e l'alienazione degli individui. In questa prospettiva, il serpente ha incarnato il simbolo del diavolo (diabolos = ciò che separa).

3) Medio Oriente

Nel Medio Oriente sono conosciuti i Jinn, uomini serpente o dragoni di cui si parla fin dai tempi più antichi e viene descritta come una razza di uomini serpente. L'antico dio egiziano Sobek viene riprodotto come un uomo con la testa di coccodrillo.

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Nel Mali c'è una popolazione, i Dogon, che raccontano un mito di creazione il cui protagonista è un uomo rettile. I Dogon affermano di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B).

4) Grecia antica

Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca, avevano servitori serpenti i Titani e i Giganti, i quali sono talvolta rappresentata in forma "anguiforme", ossia con le gambe formate da terminazioni serpentiformi, come il gigante Klyteros. Anche la Bibbia fa riferimento a dei giganti che hanno popolato la terra in età pre-diluviana:

"C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi" (Gn 6,4);

"Vi abbiamo visto i giganti, discendenti di Anak (Anunaki), della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste, e così dovevamo sembrare a loro" (Nm 13,33).

"Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra" (Bar 3,26)

5) Americhe precolombiane

La mitologia Maya conosce una figura molto importante per il discorso che stiamo sviluppando: il dio Quetzalcoatl. Secondo le narrazioni, questa divinità avrebbe insegnato al popolo Maya i segreti dell'agricoltura, della metallurgia e dell'astronomia: il ruolo di questo personaggio si sovrappone a quello di Enki nella cultura Sumera, al serpente biblico, al mito di Prometeo. L'umanità deve il suo rapido sviluppo evolutivo ad una figura esterna rettiliforme.

Le rappresentazioni di Quetzalcoatl sono alquanto inquietanti, in quanto vedono il dio maya intento a divorare un uomo. Che poi questo dono fatto all'umanità non sia del tutto gratuito? Cosa chiede il serpente in cambio? Quale parte dell'umanità sta divorando?

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6) Asia Orientale

Nella cultura cinese, vietnamita, coreana e giapponese, si tramandano le leggende dei Long o dragoni, forme a metà tra il piano fisico e il piano astrale, ma raramente descritte in forma umanoide, e che possono assumere una forma tra l'umano e il rettiliano. Questa caratteristica viene spesso attribuita agli Imperatori Asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente la propia forma umana in una di drago e vicecersa.

7) Cristianesimo

La teologia cristiana, che fonda il proprio pensiero anche sull'Antico Testamento ebraico, ha assunto il racconto del peccato originale come momento fondamentale della cosiddetta caduta dell'uomo. La redenzione, ovvero la sconfitta del principe di questo mondo (Satana) è avvenuta con l'incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, nel quale l'ordine primordiale è ricostituito e verrà a compiersi con il ritorno di Gesù alla fine dei tempi e la venuta della Gerusalemme Celeste, la nuova creazione in armonia con l'ordine cosmico.

Un simbolo interessante della redenzione e della sconfitta del serpente è l'iconografia mariana: la Vergine Maria è rappresentata nell'atto di calpestare la testa del serpente, simbolo di vittoria sul male.

9) Epoca contemporanea

Il simbolo del rettile è ancora un simbolo presente nella cultura umana e spesso è associato agli stemmi di grandi famiglie nobiliari (dal sangue "rettile" blu!), a marchi di grandi aziende e ad opere d'arte che rappresentano spudoratamente il dominio del rettile sulla razza umana, come un nefasto parassita:

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Serpente che divore un neonato - Il famoso Biscione, simbolo della famiglia Visconti di Milano

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Simbolo dell'Alfa Romeo - Un serpente (coronato, quindi Re) divora un uomo

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Obbrobbriose statue esposte nel Vigeland Park di Oslo, dove molto chiaramente viene descritto il dominio rettile sull'umanità.

Insomma, questo articolo ci ha dato l'opportunità per una lunga escursione nel simbolismo rettile nella storia dell'umanità. Tante cose ci sarebbero ancora da dire, ma lo faremo in un prossimo posto dedicato al tema. Il cerchio vuole tenerci in guardia e a tenere alta la coscienza contro le forze occulte che voglion condurre l'umanità al baratro. Volendo tirare alcune conclusioni sul simbolo del serpente possiamo affermare che:

1) Il serpente è un simbolo presente in quasi tutte le culture umane;

2) Il serpente (o drago) fa dono all'umanità della tecnologia e della cultura accellerando il processo evolutivo naturale;

3) Il serpente (o drago) è sempre al comando: è Re, Imperatore (presidente?)

4) Il dono del serpente non è gratuito: egli divora l'uomo... cosa vuole in cambio?

5) Il potere del serpente è ancora in atto... basta saper avere occhi per vedere!

Fonte: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... .html#more


Alcune puntualizzazioni rispetto all'articolo sopra riportato secondo quanto teorizzato nell'opera del Progetto Atlanticus...

1) La simbologia del serpente

L'articolo sostanzialmente paragona il simbolismo del serpente legato al mondo enkilita con i rettili del mondo rettiliano. Sbagliato. Il serpente di Enki, che troviamo anche nel caduceo e nella simbologia usata nel paradiso terrestre rappresenta la "conoscenza"

Altra cosa è invece il simbolo del serpente legato al mondo rettiliano e al dominio degli stessi sull'uomo


2) Strumentalizzazioni rettiliane

Sono stati proprio i rettiliani a rendere ambigua l'immagine del "serpente" = "conoscenza" trasformandolo in "serpente" = "demonio" = "male", abbinando per transazione "conoscenza" (quella alchemico-esoterica) = "male"

Altrettanto, così come descritto anche nel libro "Genesi di un enigma", Progetto Atlanticus ipotizza un momento durante l'età dell'oro in cui Anunnaki Enkiliti e Rettiliani abbiano collaborato per trasformare l'homo sapiens in sapiens sapiens circa 30.000 anni fa.

E' quindi corretto ipotizzare che nel nostro sangue/DNA ci sia una componente rettiliana individuabile nel R-Complex o appunto 'cervello rettiliano'.



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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Le rappresentazioni di Quetzalcoatl sono alquanto inquietanti, in quanto vedono il dio maya intento a divorare un uomo. Che poi questo dono fatto all'umanità non sia del tutto gratuito? Cosa chiede il serpente in cambio? Quale parte dell'umanità sta divorando?

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Il simbolo del rettile è ancora un simbolo presente nella cultura umana e spesso è associato agli stemmi di grandi famiglie nobiliari (dal sangue "rettile" blu!), a marchi di grandi aziende e ad opere d'arte che rappresentano spudoratamente il dominio del rettile sulla razza umana, come un nefasto parassita:

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MessaggioInviato: 23/09/2012, 23:18 
Ho seguito con attenzione i vostri messaggi e le vostre considerazioni.L'umanita potrebbe essere di gran lunga piu vecchia e va bene.Alcuni indizi potrebbero far pensare a questo.I sumeri erano davvero all'avanguardia,almeno cosi si dice.Ho letto un sms dove si parlava di riscrivere la fisica e le sue leggi fondamentali.Ho capito bene?



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A proposito di serpenti,
nello Yoga l'energia kundalini è rappresentata come un serpente arrotolato in tre spire e mezzo e si trova alla base della spina dorsale all'altezza del primo chackra.
Il risveglio del serpente è lo scopo principale del praticante,
risveglio che dal basso verso l'alto (come una scossa elettrica) farà vibrare i 7 chackra per unirsi all'energia universale.



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MessaggioInviato: 24/09/2012, 15:24 
A giudicare dall'odio e dalla persecuzione ingustificata a cui rettili, anfibi ed altri animaletti sono soggetti da parte della gente comune, direi che i nostri "comandanti" sono tutto tranne che rettili [|)].
Piuttosto, se io credessi all'esistenza dei rettiliani, direi che una prova della loro esistenza, più che in antichi stemmi e roba simile, sta nella moderna "dinomania", nella diffusione di film come Jurassic Park o Super Mario Bros ( [:D]), nella passione per i dinosauri che colpisce un po'tutti e la cui immagine è molto sfruttata dai media [:)].


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