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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 03/09/2019, 11:40 
Double Asteroid Redirection Test (DART) Mission

Attivare i sottotitoli in italiano
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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 21/09/2019, 10:35 
Cita:
O voi ch’avete li ’ntelletti sani,

mirate la dottrina che s’asconde

sotto ’l velame de li versi strani.

Inf. IX, vv. 61-63



Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,

ché ’l velo ora è ben tanto sottile,

certo che ’l trapassar dentro è leggero.

Purg. VIII, vv. 19-21



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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 17/11/2019, 16:24 
Cita:
Possibly as Large as Jupiter;
Mystery Heavenly Body Discovered



By Thomas O’Toole, Washington Post Staff Writer
Friday, December 30, 1983



A heavenly body possibly as large as the giant planet Jupiter and possibly so close to Earth that it would be part of this solar system has been found in the direction of the constellation Orion by an orbiting telescope aboard the U.S. infrared astronomical satellite.

So mysterious is the object that astronomers do not know if it is a planet, a giant comet, a nearby “protostar” that never got hot enough to become a star, a distant galaxy so young that it is still in the process of forming its first stars or a galaxy so shrouded in dust that none of the light cast by its stars ever gets through.

“All I can tell you is that we don’t know what it is,” Dr. Gerry Neugebauer, IRAS chief scientist for California’s Jet Propulsion Laboratory and director of the Palomar Observatory for the California Institute of Technology, said in an interview.

The most fascinating explanation of this mystery body, which is so cold it casts no light and has never been seen by optical telescopes on Earth or in space, is that it is a giant gaseous planet as large as Jupiter and as close to Earth as 50 trillion miles. While that may seem like a great distance in earthbound terms, it is a stone’s throw in cosmological terms, so close in fact that it would be the nearest heavenly body to Earth beyond the outermost planet Pluto.

“If it is really that close, it would be a part of our solar system,” said Dr. James Houck of Cornell University’s Center for Radio Physics and Space Research and a member of the IRAS science team. “If it is that close, I don’t know how the world’s planetary scientists would even begin to classify it.”

The mystery body was seen twice by the infrared satellite as it scanned the northern sky from last January to November, when the satellite ran out of the supercold helium that allowed its telescope to see the coldest bodies in the heavens. The second observation took place six months after the first and suggested the mystery body had not moved from its spot in the sky near the western edge of the constellation Orion in that time.

“This suggests it’s not a comet because a comet would not be as large as the one we’ve observed and a comet would probably have moved,” Houck said. “A planet may have moved if it were as close as 50 trillion miles but it could still be a more distant planet and not have moved in six months time.”

Whatever it is, Houck said, the mystery body is so cold its temperature is no more than 40 degrees above “absolute” zero, which is 456 degrees Fahrenheit below zero. The telescope aboard IRAS is cooled so low and is so sensitive it can “see” objects in the heavens that are only 20 degrees above absolute zero.

Articolo del Washington Post del 1983




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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 07/12/2019, 21:46 
Putin richiama le truppe: arrivo di Nibiru nel 2021

Il Presidente Russo Vladimir Putin avrebbe comunicato la volontà di far rientrare in patria tutte le truppe dislocate all’estero. La motivazione? Prepararsi all’arrivo di Nibiru nel 2021.

Putin avrebbe fatto queste affermazioni giovedì scorso ad un meeting del ministero della difesa. Presenti il ministro e i massimi graduati dell’esercito russo, Putin ha chiesto il ritiro di tutte le truppe stanziate in varie missioni nel mondo per difendere la madrepatria dal pericolo incombente di Nibiru.

Secondo il racconto, un buon numero di ufficiali ed in particolare il capo di stato maggiore Valery Vasilyevich Gerasimov avrebbe negato l’esistenza di Nibiru e avrebbe consigliato Putin di porre l’attenzione sul necessario espansionismo russo soprattutto nella questione mediorientale e ucraina. Secondo Gerasimov Nibiru sarebbe una invenzione dei paesi occidentali, una trappola per sviare gli sforzi russi. Ritirarsi dall’Armenia, il Belarus, la Georgia, La Siria e da altri nazioni minerebbe la faticosa egemonia conquistata dal colosso russo.

Putin ha reagito con durezza definendo l’arrivo di Nibiru “certo come la morte”, egli ha rischiato la sua reputazione personale e la sua presidenza per prepararsi al suo arrivo.

apocalisse nibiru putin

Gli enormi bunker sotterranei sotto le montagne degli Urali potranno ospetare decine di milioni di persone per 5 anni che è la durata minima stimata per sopravvivere all’apocalisse del decimo pianeta. Tutte le armi hi-tech presentate nell’ultimo periodo sono state sviluppate e saranno usate per deviare e distruggere gli asteroidi, del “sistema” Nibiru, diretti verso la Russia.

Per Putin è assolutamente ridicolo lasciare truppe in giro per il mondo quando possono e devono proteggere la Russia contro questo imminente disastro. Ha esortato i presenti e le autorità a prendere una di queste tre decisioni se non fossero state d’accordo : ucciderlo, tacere o essere confinate in Siberia.

Il piano del leader del Cremlino prevede il primo ritiro dei 1.500 uomini della 201esima in Tajikistan nel Febbraio 2020, seguiti in aprile dagli 8.000 stazionati in Georgia. Farà tornare in patria successivamente 35.000 uomini dal Vietnam, Moldavia e Cuba.

“Tutti i russi hanno lo stesso diritto di essere sotto la protezione della madre patria quando Nibiru colpirà. Abbiamo piena fiducia nel programma spaziale russo per il 2021”.

Dmitry Medvedev ha discusso a lungo di Nibiru con Putin ed è stato convinto dal fatto che molti leader di paesi stranieri hanno già pagato miliardi di rubli per un posto sicuro nei bunker russi. Come esempio il re saudita Salman Bin Abdulaziz Al Saud che , non a caso, all’ultimo G-20 è stato complice di un fraterno siparietto con Putin con tanto di “cinque” e pacche sulle spalle.



https://www.nibiru2012.it/putin-richiam ... -nel-2021/


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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 07/12/2019, 23:44 
ci crederei se non fossero siti che portano nibiru al proprio mulino...
ad esempio un sito governativo o uno di news, russi...
potrebbe anche essere che Mr. Putin sia impazzito...

intanto si apprende che diversi asteroidi ci stanno sfrecciando vicino...
di stelle nemmeno l'ombra però, già si dovrebbe vedere stimando l'imminenza dell'arrivo
ci deve essere qualcosa, non potrebbe essere altro che un mini mini buco nero (forse Primordial Black Hole) che come i Sumeri testimonierebbero e non potevano sapere cosa fosse, si rende evidente col disco di accrescimento tra i pianeti vicini...
in grado di stimolare terremoti del 22^ grado richter [:297] scherzo riguardo al grado [:291] ma che comunque penso siano pochi ancora [:291]
immaginarsi la gravità dell'affare smuovere il centro di gravità terrestre a sè...

ci fosse un simulatore di terremoti, anche quelli provocati da affari come buchi neri... [:291] !



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Gli abortiti non sono figli della "libertà" di chi li ha uccisi.
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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 01/04/2020, 22:53 
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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 02/04/2020, 13:40 
Però ultimamente Putin è in contrasto con i sauditi per motivi petroliferi. Perciò non è dato sapere se il bunker russo del principe MBS sia ancora a sua disposizione.


Ultima modifica di Tempus1891 il 02/04/2020, 14:16, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 02/04/2020, 14:15 
Ragazzi se Nibiru fosse nei pressi sarebbe ben visibile da decenni anche con normali telescopi amatoriali le orbite di tutti i pianeti del sistema solare sarebbero già drammaticamente instabili e visibilmente alterate.



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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 13/12/2020, 18:22 
Spazio. Hubble scopre uno strano esopianeta che si comporta come il mitico "Pianeta X"

"È come se avessimo una macchina del tempo per il nostro Sistema Solare che va indietro di 4,6 miliardi di anni e ci mostra cosa può essere successo quando il nostro giovane Sistema era ancora dinamicamente attivo e tutto veniva spostato e riorganizzato".

L'esopianeta HD106906 b è stato identificato per la prima volta nel 2013 grazie ai telescopi Magellano presso l'Osservatorio di Las Campanas nel deserto cileno di Atacama. Tuttavia, all'epoca gli astronomi non sapevano nulla dell'orbita del nuovo pianeta. Si trattava di raccogliere misure molto specifiche e con precisione straordinaria del movimento del pianeta. Un compito che solo il telescopio spaziale Hubble poteva portare a termine.

L'esopianeta orbita estremamente lontano dalla coppia di giovani stelle al centro del suo sistema - oltre 730 volte la distanza della Terra dal Sole. Questa grande distanza ha reso enormemente arduo determinare l'orbita di 15.000 anni nel breve arco di tempo delle osservazioni di Hubble. Il pianeta si muove molto lentamente lungo la sua orbita, data la debole attrazione gravitazionale delle lontanissime stelle.

Il team Hubble dietro a questa scoperta è rimasto sorpreso nello scoprire che il pianeta ha un'orbita estrema, molto inclinata, allungata ed esterna ad un disco di detriti polverosi che circonda le stelle gemelle. Il disco detriti è di per sé straordinario, forse a causa della spianta gravitazionale dell'esopianeta. Lo studio è stato condotto da Meiji Nguyen dell'Università di Berkeley in California.

"Per notare la stranezza basta semplicemente guardare il nostro Sistema Solare e vedere che tutti i pianeti si trovano all'incirca sullo stesso piano", spiega Nguyen. "Sarebbe bizzarro se, per esempio, Giove fosse inclinato di 30 gradi rispetto al piano in cui orbita ogni altro pianeta. Questo solleva molti interrogativi su come l'HD 106906 b sia finito così lontano e su un'orbita così inclinata".

La teoria prevalente per spiegare questo fenomeno è che l'esopianeta si sia formato molto più vicino alle sue stelle, circa tre volte la distanza della Terra dal Sole. Tuttavia, il trascinamento all'interno del disco di gas del sistema ha causato il progressivo decadimento della sua orbita, spingendolo verso le due stelle al centro del sistema. Successivamente, le vorticose forze gravitazionali delle stelle gemelle lo hanno poi spinto su un'orbita eccentrica che lo ha quasi gettato fuori dal sistema, nel vuoto dello spazio interstellare. A quel punto una stella sarebbe passata molto vicino a questo sistema, stabilizzando l'orbita dell'esopianeta e impedendogli di lasciare il suo sistema di origine.

Questo scenario che può spiegare la bizzarra orbita di HD106906 b potrebbe essere per certi versi simile a quello che può aver fatto sì che l'ipotetico Pianeta X (o Nono Pianeta) finisse nella parte esterna del nostro Sistema Solare, oltre la Cintura di Kuiper. Il Pianeta X potrebbe essersi formato nel Sistema Solare interno per essere poi ricacciato indietro dalle interazioni gravitazionali con Giove. Tuttavia, Giove avrebbe probabilmente lanciato il Pianeta X ben oltre Plutone. Stelle di passaggio potrebbero aver stabilizzato l'orbita del pianeta spingendo il pianeta lontano da Giove e dagli altri pianeti del Sistema Solare interno.

"È come se avessimo una macchina del tempo per il nostro Sistema Solare che va indietro di 4,6 miliardi di anni e ci mostra cosa può essere successo quando il nostro giovane Sistema era ancora dinamicamente attivo e tutto veniva spostato e riorganizzato", spiega il membro del team Paul Kalas di Berkeley.

Ad oggi, gli astronomi hanno solo indizi dell'esistenza del Pianeta X. Hanno trovato un ammasso di piccoli corpi celesti oltre Nettuno che si muovono in orbite insolite rispetto al resto del Sistema Solare. Questa configurazione, pensano alcuni astronomi, suggerisce che questi oggetti siano influenzati dall'attrazione gravitazionale di un enorme pianeta invisibile. Un'ipotesi alternativa è che non vi sia un unico gigantesco pianeta perturbatore, ma che lo squilibrio sia dovuto all'influenza gravitazionale combinata di oggetti molto più piccoli.

"Nonostante a oggi il Pianeta X non sia stato rilevato, l'orbita del pianeta può essere dedotta in base al suo effetto sui vari oggetti del sistema solare esterno", puntualizza il membro del team Robert De Rosa dell'Osservatorio europeo del Sud di Santiago del Cile, che ha condotto l'analisi dello studio. "Questo suggerisce che se un pianeta fosse effettivamente responsabile di ciò che osserviamo nelle orbite degli oggetti trans-nettuniani, dovrebbe avere un'orbita eccentrica inclinata rispetto al piano del Sistema Solare. Questa previsione dell'orbita del Pianeta X è simile a quella che stiamo vedendo con HD 106906b".

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https://www.rainews.it/dl/rainews/media ... tml#foto-1


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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 24/06/2021, 01:26 
Un pianeta nano verso il Sistema Solare interno: 2014 UN271 si prepara al passaggio ravvicinato, ecco perché è “speciale”
Proveniente dall'estrema periferia del Sistema Solare, l'oggetto 2014 UN271 ha dimensioni comprese tra i 100 ed i 370km: si dirige verso il centro del Sistema Solare

Le dimensioni di 2014 UN271, oggetto proveniente dall’estrema periferia del Sistema Solare, sono comprese tra i 100 ed i 370km, un’estensione notevole per una cometa che potrebbe far avvicinare questo oggetto transnettuniano alle dimensioni di un pianeta nano. Questo corpo celeste ora si sta dirigendo verso la zona centrale del Sistema Solare. L’oggetto e’ stato identificato dai dati del Dark Energy Survey, catturati tra il 2014 e il 2018.

Il periodo orbitale stimato di questo corpo celeste e’ di quasi 604.000 anni e gli astronomi stanno per assistere al passaggio piu’ vicino di questo incredibile viaggio di andata e ritorno. Attualmente, 2014 UN271 dista circa 20 unita’ astronomiche (AU) dal Sole (per riferimento, la Terra e’ a 1 AU dal Sole). Cio’ significa che e’ gia’ piu’ vicino di Nettuno, che si trova a circa 30 UA; ha gia’ viaggiato per 7 AU negli ultimi sette anni e raggiungera’ il punto piu’ vicino alla Terra nel 2031, quando passera’ entro 10,9 AU dal Sole, raggiungendo quasi l’orbita di Saturno.

Quando 2014 UN271 sara’ abbastanza vicino al Sole sviluppera’ probabilmente la caratteristica chioma e coda delle comete, poiche’ il materiale ghiacciato sulla sua superficie sublimera’ a causa del calore del Sole. Non sara’, pero’, osservabile ad occhio nudo dalla Terra, data la sua ragionevole scarsa luminosita’ confrontabile con quella del pianeta nano Plutone, ma sara’ un’ottima occasione di studio nel 2031 tramite i grandi osservatori astronomici di prossima generazione. Dopo il suo passaggio ravvicinato, 2014 UN271 tornera’ indietro nell’oscura profondita’ del Sistema Solare, in un viaggio di ritorno di diversi secoli verso la Nube di Oort all’incredibile distanza di oltre 7.000 AU.

Questo passaggio ravvicinato permettera’ agli astronomi un’osservazione senza precedenti degli oggetti provenienti dalla Nube di Oort, la bolla sferica composta da miliardi di corpi celesti ghiacciati, come le comete, che costituisce una delle zone piu’ remote ed esterne del Sistema Solare. Si trova tra le 20.000 e le 100.000 AU dal Sole, si estende cioe’ fino a 1,5 anni luce di distanza dal centro del Sistema Solare.


https://www.meteoweb.eu/2021/06/un-pian ... o/1699663/


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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 10/09/2021, 16:43 
Il Pianeta X potrebbe essere più vicino e reale di quanto crediamo
Secondo la “mappa del tesoro” tracciata da uno studio, un pianeta con una massa molto superiore a quella della Terra potrebbe nascondersi nel nostro sistema solare coperto dalle scie luminose delle stelle che formano la Via Lattea.

Tra i misteri più affascinanti del sistema solare c’è quello che riguarda un grande pianeta ghiacciato che potrebbe trovarsi nella periferia del nostro spazio cosmico, molto al di là dell’orbita di Nettuno.

Questo ipotetico pianeta, soprannominato “Pianeta X” o “Nono pianeta” dagli scienziati che hanno iniziato a cercarlo, ha scatenato reazioni controverse fin da quando è stato presentato per la prima volta.

L’esistenza di questo pianeta “invisibile” si basa sulla sua apparente influenza gravitazionale su un gruppo di piccoli oggetti con orbite insolite e raggruppate. Ma, finora, le ricerche per trovarlo sono state vane e chi ne mette in dubbio l’esistenza sostiene che gli indizi della sua presenza non siano consistenti.

Ora un'analisi indica che quel pianeta nascosto, se davvero esiste, potrebbe essere più vicino, più luminoso e più facile da trovare di quanto non si pensasse in precedenza.

Invece di orbitare attorno alla nostra stella principale una volta ogni 18.500 anni, gli astronomi calcolano che per compiere un giro attorno al Sole gli siano sufficienti circa 7.400 anni. Questa orbita più piccola lo colloca molto più vicino al Sole di quanto si pensasse e ciò significa che il Pianeta X potrebbe apparire più luminoso ai telescopi terrestri.

“Credo che riusciremo a individuarlo tra uno o due anni”, afferma Mike Brown, astronomo del California Institute of Technology (Caltech) nonché uno degli autori dello studio, che è stato accettato per la pubblicazione sulla rivista scientifica Astronomical Journal. Ma, aggiunge, “Ho fatto questa stessa affermazione ogni anno, negli ultimi cinque anni. Sono un ottimista di natura”.

Secondo le più recenti analisi di Brown sui “capricci” gravitazionali di Pianeta X, calcolati con l’aiuto del suo collega del Caltech Konstantin Batygin, quel corpo celeste presenta una massa pari all’incirca a sei volte quella della Terra — il che lo renderebbe una sorta di super-Terra rocciosa oppure un mini-Nettuno gassoso. Se verrà scoperto, il pianeta sarà il primo grande corpo celeste a entrare a far parte della carrellata di protagonisti del sistema solare dal 1846, quando gli astronomi annunciarono la scoperta di Nettuno, un gigante di ghiaccio la cui presenza era stata ipotizzata per via della sua influenza gravitazionale su Urano.

Tuttavia, nel corso degli anni, gli scettici hanno suggerito che le tracce gravitazionali che tradiscono la presenza del Pianeta X non sono altro che artefatti osservazionali. L’apparente raggruppamento delle orbite di oggetti distanti non riflette l’influenza di un mondo nascosto, sostengono i critici ma, al contrario, è il risultato delle naturali alterazioni delle osservazioni celesti.

“La maggior parte di questi oggetti vengono scoperti con grandi telescopi che dispongono di un tempo limitato per l’osservazione del Sistema solare esterno e guardano solo dove possono farlo, cosa che dipende da dove si trovano”, spiega Renu Malhotra dell’Università dell’Arizona, scettica in merito all’esistenza del pianeta che sta lavorando a una propria stima della sua posizione. Finora gli astronomi hanno scoperto solo un numero ridotto di questi oggetti lontani e senza un censimento più completo del sistema solare esterno è difficile affermare se questi piccoli oggetti ghiacciati si stiano davvero comportando in modo insolito o siano distribuiti in modo casuale.

Nel frattempo, per aiutare i ricercatori, Brown e Batygin hanno usato i loro calcoli rivisti per realizzare una sorta di “mappa del tesoro” che punta a una porzione di cielo dove è più probabile che si possa trovare il Pianeta X. Quell’area attraversa la Via Lattea, luminosa distesa densamente popolata dove il pianeta avrebbe potuto più facilmente nascondersi durante le precedenti ricerche.

“Adesso sappiamo davvero dove guardare e dove non guardare”, prosegue Brown. “In questo modo potremmo farcela, se tutto va come deve andare”.
Pianeti fantasma ai limiti del sistema solare

Brown e Batygin avevano originariamente annunciato la loro previsione sul Pianeta X nel 2016, ma la coppia di studiosi non è certo la prima a suggerire che un mondo ancora ignoto si nasconda nelle retrovie del sistema solare. Da oltre un secolo gli astronomi contemplano l’esistenza di un simile pianeta, ritenendo erroneamente che un corpo pesante stesse interferendo con l’orbita di Nettuno. L’astronomo Percival Lowell aveva già denominato questo corpo Pianeta X ed era così determinato a trovarlo che ha lasciato milioni di dollari in eredità per continuare le ricerche dopo la sua morte avvenuta nel 1916 (nel 1930 l’astronomo Clyde Tombaugh del Lowell Observatory ha trovato invece il piccolo Plutone).

Il team del Caltech ha basato le sue previsioni sull’esistenza del Pianeta X sul modo in cui apparentemente disturba un gruppo di Kuiper Belt Objects, o KBO (in italiano, Oggetti della fascia di Kuiper, NdT). Questi piccoli mondi ghiacciati al di là di Nettuno includono una serie di oggetti con orbite estreme che li portano almeno 150 volte più lontano dal sole rispetto all’orbita terrestre.

Nel 2016 Batygin e Brown hanno studiato sei di questi oggetti, i cui percorsi orbitali oblunghi e inclinati hanno per anni creato confusione tra gli scienziati. Il team ha concluso che un pianeta nascosto con una massa dieci volte superiore a quella della Terra, probabilmente stava influenzando a livello gravitazionale gli oggetti lungo le loro insolite traiettorie. La massa stimata del pianeta si situa a metà strada tra quella della Terra e quella di Nettuno, e ciò lo rende un tipo di corpo celeste piuttosto comune nella galassia, in base alle osservazioni dei pianeti che orbitano attorno alle stelle, eppure risulta evidentemente assente nel nostro sistema solare.

Poco dopo l’annuncio, tuttavia, gli astronomi hanno iniziato a mostrare qualche dubbio sulle ipotesi relative al Pianeta X. Il loro timore principale riguardava la possibilità che l’insolito raggruppamento di orbite potesse non essere reale. Al contrario, nel corso degli ultimi cinque anni, diversi team che utilizzano un’ampia gamma di set di dati sono più volte giunti alla conclusione che le evidenze che riguardano il Pianeta X non sono altro che artefatti osservazionali.

Forse il Pianeta X è un’apparizione, la sua presunta interferenza gravitazionale è una falsa traccia creata da qualche dato fuorviante. Gli astronomi stanno ancora lavorando per risolvere questa controversia e quest’ultima analisi di Brown e Batygin è uno dei tentativi messi in atto.

“Buon per loro se hanno realizzato una previsione dettagliata e l’hanno pubblicata”, spiega Michele Bannister dell’Università di Canterbury, il cui lavoro ha messo in discussione l’ipotesi sul Pianeta X nel 2017. “Sarò contentissimo se ne verrà confermata l’esistenza – sarebbe un interessante componente del sistema solare”.
Raffinare la ricerca

Brown e Batygin hanno basato le loro più recenti previsioni sulle dimensioni e sull’orbita del Pianeta X su una serie leggermente diversa di oggetti. Nel loro set di dati rimangono alcuni dei KBO originali, ma il team ne ha aggiunti di nuovi e ne ha scartati altri la cui orbita sembrava essere influenzata dalla gravità di Nettuno. Alla fine, hanno lavorato con 11 KBO.

“Se si includono quelli di Nettuno, si finisce per confondere il segnale e non si capisce cosa sta succedendo”, spiega Brown.

Secondo lo studio c’è una percentuale del 99,6% che i caratteristici allineamenti orbitali di questi oggetti siano opera di un pianeta nascosto e non un evento casuale. Non male, secondo Malhotra, ma ciò significa che c’è una possibilità su 250 che gli allineamenti siano una coincidenza – una percentuale molto maggiore rispetto all’1 su 10.000 che Brown e Batygin avevano pubblicato nel 2016.

Eppure, Malhotra spiega che la nuova analisi rappresenta un miglioramento rispetto al precedente lavoro, anche se si basa su un numero limitato di oggetti. “È interessante abbastanza da farci indagare ulteriormente, ma non è convincente”, spiega la scienziata.

Batygin inoltre ha condotto una serie di simulazioni per ipotizzare le caratteristiche di qualunque cosa stia influenzando quelle 11 orbite, in particolare, posizione e massa. Il risultato finale è la “mappa del tesoro” che conduce all’orbita del Pianeta X nel cielo, anche se il team non ha ancora idea di dove potrebbe trovarsi il pianeta lungo quel percorso.

Sebbene adesso si stimi che sia più piccolo – all’incirca cinque o sei volte la massa della Terra, invece di dieci volte – il pianeta è anche apparentemente più vicino. Ciò significa che il Pianeta X dovrebbe apparire più luminoso nel cielo, anche se Brown puntualizza che la luminosità stimata del pianeta si basa sulle supposizioni relative alla sua composizione, che potrebbero rivelarsi errate.

Le nuove previsioni rendono questo ipotetico corpo celeste più in linea con un’affermazione simile fatta dagli astronomi Chad Trujillo e Scott Sheppard. Nel 2014, il team ha riportato la scoperta di un oggetto chiamato 2012 VP113, che è stato scherzosamente soprannominato dagli studiosi “Biden” in onore dell’allora vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden. La loro ipotesi era che un pianeta remoto con una massa cinque volte superiore a quella della Terra stesse spingendo Biden e diversi altri oggetti lontani in traiettorie raggruppate.

Tuttavia, nonostante le ipotesi convergenti, gli esperti del campo sono ben lungi dal raggiungere un accordo sull’esistenza del Pianeta X.

“Nel complesso, l’ipotesi ha retto piuttosto bene, considerando che si tratta di qualcosa che non è stato trovato”, conferma Greg Laughlin, astronomo presso l’Università di Yale. “Ritengo che si tratti di un caso interessante, tuttavia rimane un dubbio: perché non l’hanno trovato? E dov’è?”
Trovare il Pianeta X

Il fatto che gli scienziati non abbiano ancora messo gli occhi sul Pianeta X può suggerire che, se esiste, questo corpo celeste è posizionato vicino alle estremità più lontane della sua orbita, diventando così un debole obiettivo in lento movimento nascosto dalla luce delle stelle. Brown e Batygin, oltre a Sheppard e Trujillo, stanno usando il potente telescopio Subaru situato sopra il vulcano Mauna Kea nelle Hawaii, per cercare il fantomatico pianeta. Ma anche con gli strumenti più all’avanguardia a disposizione degli astronomi, la ricerca è tutt’altro che semplice.

Con la sua presunta luminosità e orbita, il Pianeta X si mescola purtroppo con le masse luccicanti delle stelle sullo sfondo, come un pianeta alla deriva nella scia lattiginosa della nostra galassia nel cielo notturno.

“È abbastanza luminoso, vicino e rilevante che sostanzialmente è l’unica posizione in cui potrebbe nascondersi senza farsi trovare”, aggiunge Laughlin. “Ritengo che, se esiste, verrà individuato in tempi relativamente brevi”.

Passare al setaccio la volta celeste utilizzando il telescopio Subaru non è l’unico modo in cui gli astronomi possono individuare il pianeta nell’universo. Anche il telescopio spaziale della NASA TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), che è impegnato a cercare i pianeti che orbitano attorno ad altre stelle, potrebbe avvistare il Pianeta X, mentre scruta aree che includono la presunta orbita del pianeta.

Nel 2019 gli astronomi hanno suggerito che un’analisi intelligente dei dati potrebbe portare alla luce oggetti del sistema solare lontani dalle osservazioni del telescopio TESS — una tecnica su cui Laughlin e Malena Rice dell’Università di Yale stanno attualmente lavorando.

“Non ci metto le mani sul fuoco, ma non è affatto impossibile che i fotogrammi del telescopio TESS possano rivelare un oggetto, se esiste”, aggiunge Laughlin. “Ogni tanto qualcosa che sembra impossibile, di fatto accade davvero”.

Molti astronomi concordano che la migliore opportunità per gli scienziati di trovare il Pianeta X è il Vera Rubin Observatory attualmente in fase di costruzione in cima a una montagna del Cile. Questo telescopio di 8,4 metri con un campo di osservazione enorme fotograferà l’intero cielo visibile a poche notti di distanza. A partire dal 2023, l’osservatorio permetterà agli astronomi di tracciare i movimenti di milioni di oggetti celesti compresi rottami spaziali, asteroidi, comete, telescopi spia, stelle e magari addirittura il Pianeta X.

“Il telescopio Vera Rubin coprirà circa i due terzi del cielo, ma lo farà in modo uniforme e ripetuto nel tempo”, spiega Malhotra. “Ci aiuterà tantissimo a fare notevoli progressi in casi di questo tipo”.

Brown ritiene che il pianeta possa fare la sua comparsa prima che gli impressionanti telescopi di nuova generazione entrino in gioco: forse, dice, questo mondo è già “nascosto” nei dati di cui gli astronomi dispongono già.

“Sarei pronto a scommettere – e spesso perdo le scommesse – che le immagini di questo pianeta sono già presenti nelle rilevazioni di cui disponiamo”, conclude Brown. “Non penso che sia mai stato scoperto qualcosa che poi non sia stato ritrovato nei dati già esistenti, a partire da Urano fino a Plutone ed Eris”. Brown ha scoperto il pianeta nano Eris presso il Palomar Observatory nel 2005, e successivamente ha scoperto che la primissima immagine di quel corpo si trovava su una lastra fotografica realizzata nel 1955 dallo stesso telescopio. “Ho la sensazione che accadrà di nuovo”.


https://www.nationalgeographic.it/spazi ... -veramente


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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 29/10/2021, 20:54 
Premetto che potrebbe essere una notizia non vera, ho trovato pochi articoli in inglese e non so il tedesco per controllare nei siti austriaci.... Ma se fosse vera... [xx(]

Ministro difesa austriaco_ rischio black out in tutta Europa

Nell'articolo é citato un link della tv spagnola telecinco
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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 29/10/2021, 21:48 
caro Angel,
avevo messo la stessa notizia qui
viewtopic.php?f=8&t=44&start=15

ma senza ulteriori commenti, poichè sono anni e anni che leggo di ciò in vari siti, e
non è mai successo, tuttavia c'è sempre il dubbio, che ricordo ,da Fontamara(romanzo)
dovevano togliere l'acqua..la toglieranno in marzo , si diceva, poi in aprile, poi in maggio
infine dicevano non la toglieranno più e..tac! tolta! [;)]

ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 30/10/2021, 11:24 
mauro ha scritto:
sono anni e anni che leggo di ciò


https://grafici.altervista.org/consumo- ... in-italia/

la spiega di alcuni perché...e quindi dove stiamo andando, forse... [8]

https://grafici.altervista.org/basta-gr ... articolo28

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 Oggetto del messaggio: Re: Perchè io credo all'esistenza di Nibiru!
MessaggioInviato: 09/02/2023, 20:39 
Scoperta spaziale
Il pianeta nano Quaoar sorprende gli astronomi: è un "piccolo Saturno" con anelli "impossibili"
La scoperta scientifica "ribalta le teorie finora conosciute" sulla formazione degli anelli attorno ai pianeti. Un contributo fondamentale alla ricerca proviene dall'Italia, grazie al satellite Cheops

Immagine

Rappresentazione artistica del pianeta nano Quaoar e del suo anello composto da piccoli detriti grigi. La luna di Quaoar, Weywot, è raffigurata a sinistra nell’immagine. L'anello di Quaoar è stato scoperto attraverso una serie di osservazioni avvenute tra il 2018 e il 2021 e si trova oltre il limite di Roche. La stella più luminosa in lontananza è il Sole

C'è un pianeta circondato da anelli finora ritenuti “impossibili” ai confini del sistema solare, un “piccolo Saturno”. E' un pianeta nano, si chiama Quaoar, ed è stato scoperto nel 2002.

Quello che non si immaginava è che ha un sistema ad anelli a una distanza anomala, finora ritenuta impossibile. Pubblicata sulla rivista Nature, la scoperta spinge a ripensare le attuali teorie sulla formazione degli anelli intorno ai pianeti. Una scoperta a cui ha dato un contributo fondamentale anche l'Italia.

Le immagini sono state catturate da diversi telescopi basati a terra e dal satellite Cheops dell'Agenzia spaziale europea (Esa), al quale l'Italia partecipa in maniera importante, tramite l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l'Agenzia spaziale italiana (Asi), accanto all'industria, con Leonardo.

L'analisi dei dati si deve al un gruppo di ricerca internazionale “dei due mondi”, guidato dall'Università federale di Rio de Janeiro, in Brasile, del quale fanno parte anche due italiani dell'Inaf.

Con una massa che è circa due terzi quelle di Plutone, Quaoar non è l'unico pianeta nano noto per avere gli anelli: altri due, infatti, Chariklo e Haumea, hanno caratteristiche simili. Ma ciò che rende unici gli anelli di Quaoar è la loro lontananza: si trovano ad una distanza che è sette volte il raggio del planetoide, ossia doppia rispetto a quella finora ritenuta possibile secondo il cosiddetto “Limite di Roche”, il limite massimo oltre il quale i sistemi ad anelli non sono in grado di sopravvivere. Per fare un confronto, gli anelli principali attorno a Saturno si trovano entro tre raggi planetari. "Secondo questi dati, la nozione classica che gli anelli densi sopravvivono solo all'interno del limite di Roche di un corpo planetario deve essere completamente rivista", commenta Giovanni Bruno dell'Inaf, uno degli autori dello studio.




Gli anelli del pianeta nano Quaoar sono troppo piccoli e deboli per essere osservati direttamente e infatti, i ricercatori guidati da Bruno Morgado li hanno individuati solo quando la luce di una stella sullo sfondo è stata momentaneamente bloccata dal planetoide in orbita intorno al sole. L'evento è durato meno di un minuto, ma è stato inaspettatamente preceduto e seguito da due occultamenti più deboli, rivelatori proprio della presenza di anelli.




Alle osservazioni, avvenute tra il 2018 e il 2021, ha partecipato anche il satellite Cheops, che ha seguito in particolare il passaggio del pianeta nano dell'11 giugno 2020, grazie ai sofisticati 'occhi' progettati e costruiti in Italia da Leonardo.

"Tutto il team Cheops era abbastanza scettico sulla possibilità di catturare questo fenomeno - dice Isabella Pagano dell'Inaf, responsabile nazionale per Cheops e co-autrice dello studio - ma, dopo averne valutato la fattibilità, abbiamo deciso di rischiare poiché il tempo speso dal satellite per osservare questo evento sarebbe stato abbastanza breve da non danneggiare i programmi primari della missione".

Il contributo di Cheops si è rivelato alla fine decisivo, perché ha permesso ai ricercatori di eliminare la possibilità che i cali di luce fossero causati da disturbi dell'atmosfera terrestre.

Lanciato nel dicembre 2019, il satellite dell’Esa scruta lo spazio anche grazie a sofisticati “occhi” progettati e costruiti da Leonardo nello stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze), dove ingegneri, fisici e tecnici specializzati hanno realizzato lo strumento secondo i requisiti definiti dai ricercatori Inaf di Padova e Catania, in collaborazione con l’Università di Berna. In particolare, Leonardo, con il contributo di piccole e medie imprese, ha curato la realizzazione del sistema ottico del telescopio, basato su specchi asferici, e dell’ottica di collimazione sul piano focale (specchio e lenti).


https://www.rainews.it/articoli/2023/02 ... 59a1c.html


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