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Grigio
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 Oggetto del messaggio: UFO e Velo di Maya
MessaggioInviato: 04/06/2012, 13:22 
Ho approfondito un po' il pensiero di Giuliana Conforto e devo dire che tra tutti i personaggi "strani" che si esprimono in rete e fuori dalla rete, mi pare personalmente quello più interessante, forse perché riporta temi dell'ermetismo a me cari.

Non ho letto i suoi libri (li cercherò in biblioteca, per diffidenza evito di acquistare libri di questo tipo), ma ho dato una letta ai documenti sul sito, e visionato alcuni filmati e conferenze che si trovano facilmente su youtube.

Cerco di riassumere velocemente quello che ho capito.

In pratica l'universo così come lo conosciamo sarebbe una illusione, una matrix, una sorta di film proiettato su di uno schermo che la Conforto identifica come il campo elettro-magnetico. Lei parla precisamente di due "schermi al plasma" che sarebbero la fascia di Van Allen, quella interna e quella esterna, sulla quale si proiettano delle "immagini", una sorta di mito della caverna e di ombre proiettate sul fondo della caverna. Quindi in realtà le stelle, le costellazioni, gli stessi pianeti e la Luna non sarebbero lì dove noi li vediamo, non a quelle distanze e non in quelle "dimensioni" necessariamente.
Sostiene che l'elettro-magnetismo sia la nostra "caverna", riprendendo il mito platonico, e che noi siamo in grado con gli occhi, e i sensi (lei la chiama la mente minore, quindi la materia grigia che opera su base elettro-chimica nel nostro cervello) solo ciò che su questa caverna viene "proiettato".
Sostiene che l'uomo possiede una mente superiore (il cervello gliale, la cd. materia bianca) che è in grado invece di sentire la vera realtà e la connessione con la "fonte" di tutto.
Si tratta di temi cari all'emetismo, che a loro volta pescavano da pre-socratici etc...

Lei tra l'altro è astrofisica, e anche ascoltandola si capisce che usa delle terminologie scientifiche e sa di che cosa parla (a differenza di tanti ciarlatani che in rete spopolano, soprattutto in ambito newage), anche se nelle sue deduzioni per forza di cose abbandona il sentiero tracciato dalla scienza classica.

Ora lei afferma che il "cuore" della Terra, dove si troverebbe il "proiettore" di questa nostra "realtà" illusoria, sta mutando la sua "musica" (che poi è la vita -> amore ... ciò che le religioni ingabbiano ingannando gli uomini nel termine di Dio, ciò che la scienza in parte riconosce definendola "forza nucleare debole") e anche a livello atomico sarebbe sul punto di effettuare un cambiamento, un'evoluzione (lei lo definisce un "parto").

All'interno di questa nostra realtà illusoria noi "vedremmo" solo ciò che ci è possibile vedere... è probabile che esistano "alieni" e nemmeno a miliardi di anni luce (un concetto di spazio-tempo che non avrebbe più alcun senso), ma qui presenti assieme a noi, solo che noi NON LI possiamo vedere e loro non possono manifestarsi a noi.
Secondo lei, esisterebbe nel gap tra una realtà e l'altra una sorta di forma di vita aliena che si nutrirebbe della forza vitale dell'uomo (i parassiti di Castaneda?), a noi per ora non visibile.

Lei afferma quindi che starebbe per cadere il velo di Maya, che il campo elettro-magnetico che circonda la terra (lo schermo al plasma sul quale si proietta la matrix dove viviamo immersi) starebbe per scomparire... se venisse meno questo, oltre a tante altre conseguenza (sulla dualità e altre cose) che non voglio qui riprendere, noi potremmo finalmente vedere che cosa c'è oltre il nostro pianeta, e vedere questi "alieni" che sono intorno a noi.
In un articolo sul suo sito afferma che il vero ruolo di HAARP consisterebbe non nel provocare terremoti (disinformazione) ma nel cercare di sostenere il campo elettromagnetico terrestre, perché qualcuno probabilmente sa che cosa sta per accadere.

Ora - non dico di credere a queste cose, anche se le ritengo interessanti, pur se vedo alcune contraddizioni e problemi - ammettiamo che ciò sia vero, e che alcuni "alieni" abbiano effettivamente influito nello sviluppo della civiltà umana o dell'evoluzione umana, anche loro saprebbero a questo punto che cosa sta per accadere.

Io mi chiedevo... ma se tutto il marasma newage non fosse altro che un modo per anticipare qualcosa che sta per accadere (e sul quale può darsi che loro non abbiano alcun controllo) per tentare, una volta che il tutto si manifestasse, di apparire come i salvatori che sono "sbarcati" sul pianeta, mentre magari sono sempre stati lì, dietro le quinte? Un modo per continuare a dettare le regole anche quando le regole sono saltate del tutto e da un giorno all'altro noi ci riveliamo al loro stesso livello, con la conoscenza che si "risveglia" e la coscienza che si forma.
Magari potrebbero in un breve lasso di tempo, con la storia della federazione galattica e altre cose che a me sono sempre sembrate ridicole (già per i nomi che usano e per il fatto di citare "costellazioni" che nella realtà non esistono se non dal nostro punto di vista), influire sulla nostra evoluzione prima che prendiamo coscienza di tutto.

I 3 giorni di buio e altre profezie, magari altro non sarebbero che questo shift, la fine della schiavitù elettro-magnetica (buio perché scomparirebbero le stelle e quant'altro) e una nuova realtà.
La Conforto parla anche di una riscrittura a livello molecolare e atomica.

Comunque invito a leggersi qualcosa, perché il linguaggio, ovviamente criticabile e non verità per partito preso, non è criptico come quello di certi ambienti, soprattutto newage dove si usano terminologie che non hanno alcun senso se non quello di oscurare il significato delle cose (vibrazioni che aumentano e sciocchezze simili).

Comunque ho voluto scrivere qui per l'implicazione "ufologica" della cosa... al limite sarà una teoria un po' strampalata che si aggiunge alle altre [;)]
Che ne pensate?

Ammettete per un attimo che sia così.
Se voi sapeste che questa cosa sta per accadere, e per millenni avete dominato milioni e ora miliardi di persone trattandole come schiavi e controllandoli in ogni modo imponendo morali distorte, religioni, ruoli sociali, economie etc... cosa fareste disperatamente?

Chi un po' conosce Giordano Bruno, ma anche altri pensatori (non parlo delle cialtronerie che girano in certi ambientini), riuscirà un po' meglio di altri a districarsi in queste teorie. La cosa che più mi piace è il non antropocentrismo di questa visione delle cose.


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MessaggioInviato: 04/06/2012, 14:00 
Davvero intrigante, soprattutto la visione universale alla Matrix (mi chiedevo proprio chi poteva concepire un tale film...probabilmente qualcuno che già sapeva).
L'appprofondimento è d'obbligo...

Grazie per la segnalazione



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http://www.youtube.com/watch?v=yQDM1AO5qjs
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MessaggioInviato: 04/06/2012, 15:40 
Ma chi sarebbe il proiezionista che sta proiettando dal centro della terra?
Considerando che stanno proiettando una realtà virtuale potrebbero essere gli alieni stessi con lo scopo di nutrirsi della forza vitale dell'uomo ?

Sarebbe una vera e propria Matrix ... raccapricciante !!!


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Grigio
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MessaggioInviato: 05/06/2012, 23:35 
Cita:
Numbers ha scritto:

Davvero intrigante, soprattutto la visione universale alla Matrix (mi chiedevo proprio chi poteva concepire un tale film...probabilmente qualcuno che già sapeva).
L'appprofondimento è d'obbligo...

Grazie per la segnalazione


guarda che è pieno di film alla Matrix, e molto prima di Matrix...

...

guardati Il tredicesimo piano, o Nirvana, tra i tanti... anche Essere john malkovich non è male (anche se c'entra di meno...)...



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EddyCage

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“Il miglior modo di predire il futuro è inventarlo” (A.Kay)

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MessaggioInviato: 05/06/2012, 23:55 
Cita:
EddyCage ha scritto:
guarda che è pieno di film alla Matrix, e molto prima di Matrix...

...

guardati Il tredicesimo piano, o Nirvana, tra i tanti... anche Essere john malkovich non è male (anche se c'entra di meno...)...

I film Matrix e Il tredicesimo piano (che preferisco...) sono ispirati ai romanzi di fantascienza di Philip K. Dick
http://it.wikipedia.org/wiki/Philip_K._Dick

Ecco cosa disse (seriamente...) ad una conferenza Sci-Fi nel 1977


Se ne è parlato qui:
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ ... hichpage=3



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Punto di unione o di assemblaggio
da esopedia http://www.esopedia.it/index.php?title=Punto_di_unione


Il punto di unione, un punto di intensa luminosità grande quanto una palla da tennis, percepibile quando gli stregoni vedono un essere umano come un conglomerato di campi di energia. Gli stregoni come don Juan vedono che miliardi di miliardi di campi di energia sotto forma di filamenti di luce dall'universo convergono sul punto d'unione e lo attraversano. Questa confluenza di filamenti fornisce al punto d'unione la sua luminosità.
Dal libro Tensegrità

"La quinta verità" prosegui, "è che la percezione è canalizzata perché in ognuno di noi c'è un fattore chiamato punto di unione che sceglie emanazioni interne ed esterne per allinearle. Il determinato allineamento che percepiamo come mondo è il prodotto di quella parte specifica del nostro bozzolo dov'è localizzato il punto di unione."
Dal libro Il Fuoco dal Profondo

La percezione si realizza quando i campi di energia del piccolo gruppo situato intorno al punto d'intenso splendore estendono la propria luce per illuminare identici campi di energia all'esterno dell'uovo. Poiché gli unici campi di energia percettibili sono quelli illuminati dal punto di intenso splendore, quel punto viene chiamato “il punto dove si mette insieme la percezione” o, semplicemente, “il punto di unione”
Dal libro Il Potere del Silenzio


Un movimento del punto di unione viene definito come una rotazione entro la sua posizione normale così da apportare una diversa sistemazione dei campi energetici. È alquanto simile al sintonizzare una radio per migliorare la qualità di ricezione del suono ricevuto da quella stazione.
Uno spostamento avviene quando il punto di unione viene risistemato per accedere a un gruppo di campi energetici totalmente diverso. Questo spostamento può avvenire sia sulla superficie del bozzolo che al suo interno.
Definizioni tratte dal libro Il Ritorno dei Guerrieri di Theun Mares

Evita di muovere il punto dal posto dove generalmente si trova, cioè alla metà della parte alta della schiena. Meglio amplificalo, espandilo. Non esiste tale cosa di muoverlo al centro. Il centro sta in ogni posto dell'uovo luminoso sul bordo del bozzolo.
Definizione tratta dal libro il Nagual di Cinque Punte di Domingo Delgado Solorzano



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« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

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(Margaret Mead)
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MessaggioInviato: 06/06/2012, 10:12 
In articolo un po' lungo, ho sottolineato i punti con maggiore attinenza all'argomento del topic.
[:)]

La fisica quantistica e l’essere vivente
http://www.enciclopediaolistica.com/enc ... /sci08.htm
DI EMILIO DEL GIUDICE

Un luogo comune della cultura degli ultimi secoli è stato la credenza che la materia sia inerte, cioè sia incapace di mettersi in moto da sola. Siccome l’esperienza reale mostra che la materia diviene, bisogna allora ammettere l’esistenza di cause esterne del movimento. Si introduce nella realtà fisica un dualismo: la materia e le cause esterne del movimento.
L’introduzione di questo dualismo ha in parte sovvertito e tradito i fondamenti dell’attitudine rinascimentale. La filosofia del rinascimento con Nicola Cusano, Pico della Mirandola, Paracelso, Giordano Bruno, ecc.. aveva introdotto una concezione gioiosa della materia, materia dotata d’automovimento, capace di esprimere dal suo seno la totalità delle cose. Disse in seguito Carlo Marx: la materia sorride agli uomini – non è la materia arcigna, severa, grigia. Però nel ‘600 purtroppo la concezione della materia si affermò come una concezione grigia, misantropa, per usare un’altra espressione di Carlo Marx, cioè una concezione in cui la materia era caratterizzata unicamente dal luogo dove stava e dall’istante in cui stava in quel luogo, in una concezione geometrica della materia. Questa materia aveva perso ogni possibilità di auto movimento. Ma allora, per spiegare il movimento della materia, bisogna introdurre da qualche parte un motore e questo motore diventa lo spirito. E dove lo andiamo a trovare lo spirito? Questo campo si sottraeva alla scienza e andava a costituire il patrimonio residuo del pensiero religioso.

In ogni modo su queste basi si sviluppa la fisica classica che ancora oggi è insegnata nelle scuole. Questa fisica raccoglie un certo numero di successi, per esempio è capace di spiegare in modo soddisfacente il sistema planetario. A metà dell’800 raggiunse addirittura un trionfo; sulla base di una piccola discrepanza tra l’orbita di URANO calcolata e quella osservata riuscì a dedurre che essa doveva essere prodotta da un altro pianeta responsabile con la sua attrazione del fenomeno e questo pianeta doveva esistere, anche se non era stato ancora osservato. Si calcolarono sulla base della differenza tra osservazione e teoria le caratteristiche di questo pianeta, si andò a guardare nel punto giusto e così fu scoperto NETTUNO. Fu il trionfo della ragione, perché per la prima volta nella storia umana un corpo celeste era stato visto prima con l’occhio della mente poi con gli occhi normali.

Secondo trionfo: nella seconda metà dell’800 le leggi dei gas furono capite sulla base del comportamento microscopico degli atomi. La legge macroscopica dei gas era nota, il prodotto della pressione per il volume è proporzionale alla temperatura assoluta. Ma come emerge questa legge? Io ho una manciata di atomi, voglio vedere come emerge la legge dei gas. Ebbene questa deduzione fu fatta secondo le leggi basilari della fisica classica; almeno limitatamente ai gas i primi due principi della termodinamica furono spiegati. Arriviamo alla fine del secolo, quando il chimico tedesco Walter Nernst scoprì il terzo principio della termodinamica: l’entropia di qualunque sistema fisico tende a zero al tendere a zero della temperatura assoluta. La temperatura assoluta è la temperatura centigrada più 273: la temperatura assoluta è proporzionale all’energia cinetica degli atomi; quando gli atomi stanno fermi la temperatura assoluta è zero; questo nella scala centigrada succede a 273 gradi sotto zero. Perciò si rinormalizza la temperatura e si fissa l’origine della scala assoluta a –273. L’entropia è una funzione del numero di possibilità che hanno gli atomi di aggregarsi insieme per formare un certo corpo macroscopico. Per esempio questo microfono è fatto di atomi: in quanti modi gli atomi componenti si possono disporre in modo da dare luogo a questo microfono? Tanti. Si prende una funzione matematica di questo numero che si chiama logaritmo e quella è l’entropia. Intuitivamente l’entropia è l’indice di quanto caotico sia il sistema.
Se il sistema è molto ben ordinato l’entropia è zero; infatti, siccome il logaritmo di uno è zero, se c’è un’unica possibilità di mettere insieme gli atomi per dare luogo a quel sistema l’entropia di quel sistema è zero. Questo accade nei sistemi ordinati di cui i sistemi viventi sono un esempio; l’entropia dei sistemi viventi è estremamente bassa.
Come si capisce il principio di Nernst nel quadro concettuale della fisica classica, cioè come si capisce il fatto che l’entropia di un oggetto fisico qualsiasi tenda a zero al tendere a zero della temperatura? Si fecero i calcoli in base alla fisica classica e si dedusse un valore infinito dell’entropia. Era stata trovata un’inconsistenza, ma se la teoria è in disaccordo con l’esperimento, siccome l’esperimento non può sbagliare, è la teoria che si sbaglia, quindi dov’è l’errore? Questa fu la crisi che fece emergere finalmente la sciocchezza iniziale di aver concepito la materia come inerte. Quale fu la soluzione?

Questa grande rivoluzione accadeva esattamente un secolo fa; nell’estate del 1900 Max Planck fornì la soluzione, cioè disse: immaginiamo che i componenti del sistema anziché essere rigorosamente definiti nella loro posizione e nella loro velocità, per qualche motivo fluttuino. Per chiarire questa affermazione usiamo una metafora: l’oggetto della fisica classica è come un alpino sobrio il quale è solido sulle sue gambe e quando si muove, si muove lungo una traiettoria ben definita. L’oggetto quantistico che fluttua, è l’alpino che ha bevuto due litri di grappa: costui barcolla, sbanda, oscilla, fluttua, se c’è una buca ci cade dentro. Ecco: questo è l’oggetto quantistico. Un oggetto intrinsecamente fluttuante. Allora se uno considera come configurazioni degli atomi che formano un sistema non solo le enumerazioni degli atomi componenti con le loro traiettorie, ma anche le fluttuazioni spontanee, ogni configurazione quantistica corrisponde a tantissime configurazioni classiche, una per ogni particolare fluttuazione. Quindi concepire la materia come inerte, trascurando i movimenti spontanei della materia, fa diventare infinita una grandezza che invece, nella realtà, è zero.
Ecco il punto dove la realtà ha punito l’errore teorico. I nodi dell’errore, diciamo del tradimento dello spirito rinascimentale, sono venuti al pettine all’inizio del ‘900 quando è stata calcolata l’entropia di un sistema fisico. Perché la crisi è emersa alla temperatura dello zero assoluto? Perché a temperatura diversa da zero vi sono altre fluttuazioni, quelle termiche: i movimenti non sono solo quelli spontanei, esistono pure quelli forzati e quando questi sono presenti è difficile distinguere tra i due.
Se io urto un’altra persona la sposto e la faccio sbandare, questo è un moto dall’esterno, non è un moto dall’interno. Vi sono i moti che vengono da fuori e quelli che vengono da dentro, e sono questi secondi che erano stati trascurati dalla fisica classica e che sono invece rimessi sul proscenio dalla fisica quantistica.

Questa è un’interpretazione del tutto eterodossa della fisica quantistica moderna. Infatti non la trovate sui libri. Perché? Questa interpretazione tendeva a farsi strada all’inizio, però poi è stata abbandonata nel corso del secolo. Permettetemi di fare alcune considerazioni storiche. Questa grande rivoluzione nella scienza avvenne all’inizio del secolo in un’epoca storica marcata da rivoluzioni di ogni genere. Con la prima guerra mondiale crollarono molti imperi, vi furono movimenti di masse, si sviluppò una lotta per la vita e la morte tra differenti classi sociali. Quando nella storia accadono queste grandi crisi gli occhi di tutti i partecipanti si aprono, sia quelli di uno schieramento sia quelli dell’altro, perché entrambi lottano per la loro vita, ed allora non c’è più spazio per le menzogne, bisogna vedere la realtà così com’è. Tutte le spiegazioni ideologiche vengono meno e si guarda la realtà, poi il momento di crisi passa e ritorna di nuovo l’ideologia.
La storia della fisica quantistica ha avuto due tappe. La prima, durata circa vent’anni, è stata rivoluzionaria; la principale scoperta fu il riconoscimento della presenza di automovimento nella materia, il riconoscimento dell’esistenza delle fluttuazioni spontanee di ogni componente della realtà fisica, le fluttuazioni quantistiche. Nel 1916 Walter Nernst propose che nella materia condensata (liquidi e solidi) le fluttuazioni degli atomi si correlino mutuamente; mentre nel gas (parola derivante dalla parola greca kaos) gli atomi fluttuano in modo indipendente.
Quando un gruppo di molecole riesce ad agganciare le proprie fluttuazioni spontanee, cioè quando si trasforma da folla caotica in un corpo di ballo e i vari alpini quantistici, anziché oscillare ognuno per conto proprio, fanno il ballo degli ubriachi, nasce la materia condensata, prima i liquidi, poi i solidi. Nei liquidi si mettono in fase gli elettroni mentre nei solidi si mettono in fase pure i nuclei. I due sistemi della materia condensata nascono quando le fluttuazioni termiche, a causa della bassa temperatura, non sono così violente da impedire ai partecipanti di mettere in fase le loro fluttuazioni spontanee.
Quando questo accade – questa era la premonizione di Nernst – la fluttuazione collettiva di quel dato aggregato di atomi diventa la sua identità, l’insieme di atomi che forma questo microfono può stare insieme, non dissolversi in un gas; tutti i partecipanti ballano insieme ma su un ritmo ben definito, con una certa frequenza. Per esempio nel caso dell’acqua questa frequenza è di 0,26 elettronvolt in unità atomiche, (l’elettronvolt è l’unità di energia nel mondo atomico, corrisponde a una oscillazione avente una frequenza di duecentoquarantamila miliardi di Hertz). Questo modo d’essere è il modo d’essere di quella materia, la quale non potrebbe esistere se l’oscillazione non fosse quella. Questa oscillazione ora ben definita, non più caotica, diventa – se mi permettete l’ardire – l’anima di quel pezzo di materia.
A questo livello si tratta di un’anima miserella, in effetti molto povera: una sola oscillazione, un’unica nota, una sinfonia formata da un’unica nota, quindi niente. Questo accade nella materia inorganica che è sempre uguale a se stessa.

Supponete invece di avere un insieme di molecole che varia nel tempo perché capaci di eseguire reazioni chimiche. Queste molecole in un certo momento sono A poi diventano B ecc.., queste molecole non solo ballano insieme, ma ballando hanno reazioni chimiche. Le loro frequenze variano nel tempo; non saranno più un’unica nota, è un insieme di note che si svolge nel tempo, è una sinfonia o se preferite un LOGOS, un discorso.
Un discorso è un insieme di frequenze. Non ogni insieme di frequenze è un discorso, può essere anche un rumore. E un rumore se non è alla base di niente, ma se qualcuno risponde, se un dato insieme di frequenze realizza un pezzo di materia, il pezzo di materia è la risposta a quell’insieme di frequenze, quell’insieme di frequenze diventa significativo. È qualcosa che trova risposta nella realtà, che la realtà comprende. Non appena accendo un campo elettromagnetico che ha le frequenze volute gli atomi si aggregano insieme, se invece alle frequenze del campo non risponde nessun atomo, dopo un po’ quel segnale si estingue senza che alcunché sia accaduto.
Il pensiero scientifico successivo al 1920 cambia radicalmente. Accade una controrivoluzione intellettuale, per cui questa che potenzialmente è una delle più grandi rivoluzioni avvenute nel pensiero umano è stata falsificata. La fluttuazione spontanea della materia è stata falsificata ed è presentata come l’incapacità nostra di comprendere la materia. Quella che è chiamata nei libri di testo l’interpretazione di Copenaghen della fisica quantistica afferma: noi non possiamo sapere con precisione la posizione e la velocità di un oggetto materiale, perché la realtà è inconoscibile, è connessa con la limitazione della capacità di conoscenza umana, non è connessa invece con il fatto oggettivo vero, perché io non posso dire dove sta e che velocità ha l’oggetto perché quello fluttua. Invece di cogliere il cambiamento ontologico della realtà percepita, diciamo che l’oggetto diventa parzialmente inconoscibile nei limiti di queste incertezze. Noi anziché godere, soffriamo, rassegnati al fatto che la nostra conoscenza della natura è limitata. Invece no, è l’opposto. Se noi chiamiamo determinismo la nostra capacità di prevedere i fatti del mondo, paradossalmente è la fisica quantistica a essere deterministica, invece è la fisica classica ad essere indeterministica.

Qual è il fondamento della fisica classica? È il seguente: se io do la posizione e la velocità iniziale di un oggetto ed in più dico da quale forza è sollecitato, allora tutta l’evoluzione successiva di quest’oggetto è perfettamente determinata. Ma, scusate, questa è una finzione, il problema è che la posizione e la velocità iniziale di quell’oggetto sono del tutto indeterminate. E’ tutto determinato purché all’inizio ci sia stato qualcuno che ha fissato posizione e velocità iniziale, può essere solo il Padreterno, ma noi non siamo il Padreterno e non lo possiamo sapere, quindi solo il Padreterno, se esiste, saprà qual è l’evoluzione successiva del sistema, noi certamente no, a parte il fatto che qualcuno ci deve dire anche qual è la forza, quindi in questo senso la fisica classica è formalmente deterministica, in realtà è profondamente indeterministica perché tutto risale allo stato iniziale che nessuno conosce.

Invece la fisica quantistica è una fisica di stato finale: supponete che io abbia un manipolo dei famosi alpini di cui ho parlato e supponiamo che siano alpini classici, ne metto uno sul davanzale della finestra del quarto piano, altri tre sul cornicione del secondo piano, uno lo metto appeso con le dita al terrazzo e così via, non dico a nessuno che ho fatto questa distribuzione, mi rivolgo con arroganza agli astanti e chiedo: dove stanno i miei alpini? La risposta è: che ne so? Dipende da dove li hai messi stamattina. Ora, supponete che nelle stesse posizioni io metta un manipolo di alpini quantistici, è evidente, dato che quelli sono ubriachi, che in un tempo brevissimo cadranno tutti sul marciapiede, per cui alla domanda: dove sono i miei alpini quantistici? La risposta è: tutti sul marciapiede, previsione assolutamente deterministica, e in effetti è così.

Tutti gli atomi di idrogeno che esistono nell’universo sono tutti uguali, tutti hanno un raggio di o,53 Angstrom (l’Angstrom è il centomilionesimo di centimetro ed è l’unità di misura del mondo atomico). Quindi alla faccia dell’indeterminismo, tutti gli atomi di idrogeno sono uguali. Se fossero oggetti classici, poiché in ogni sistema planetario ogni pianeta ha la sua orbita, non ve ne saranno due che hanno la stessa orbita, perché la loro orbita dipende dalla velocità iniziale con cui sono partiti. Invece che orbita ha l’elettrone che ruota nell’atomo di idrogeno? 0,53 Angstrom, tutti, quelli che stanno sulla Terra, quelli che stanno su Sirio. Questo ce lo assicura l’astrofisica perché siccome le frequenze dei vari atomi hanno un valore che dipende dalle loro orbite noi vediamo nella radiazione che ci arriva dalle stelle le stesse righe che abbiamo nella radiazione che ha origine sulla terra. Quindi il sodio per esempio, sulla Terra, ha la riga 5.890 Angstrom, però la stessa riga appare nella radiazione emessa qualche milione di anni fa su un’altra stella. Più deterministico di così!

Chiudo questa parentesi filosofica volta a rovesciare quello che è il pregiudizio corrente che è un pregiudizio antiscientifico, perché ha impedito per cento anni di capire la biologia.
La materia vivente è un capitolo della materia condensata, cioè la materia non gassosa, la materia in cui gli atomi perdono la loro libertà individuale. Possiamo affermare che il gas è l’archetipo della società liberale, ognuno per se, ognuno conosce l’altro soltanto quando gli sbatte contro, il fondamentale modo di interazione è la collisione, un atomo sta da solo – come un cane – fino a che non sbatte – con violenza possibilmente – contro un altro e quindi il mondo delle relazioni individuali è governato dalla violenza, maggiore è la violenza, più alta è la temperatura, maggiore è il numero degli urti che si hanno; la prospettiva dopo un urto è un altro urto, un altro ancora, non c’è possibilità di evoluzione in questo mondo governato dalla libertà individuale.
Notate che sotto le mentite spoglie di scienziato sto facendo propaganda politica.
Passiamo al liquido, dove gli atomi muovono una danza collettiva, perché si agganciano l’uno all’altro attraverso una mediazione che è il campo elettromagnetico. Da dove viene questo campo elettromagnetico? Anche lui dalle fluttuazioni spontanee della materia. Non solo gli atomi ma anche i campi di forza fluttuano nel mondo quantistico, quindi anche il campo elettromagnetico fluttua. Una notte nera, una notte senza luce, l’assenza totale di campo elettromagnetico è la notte nera. Ma quanto nera è la notte nera? Nel mondo classico è assolutamente nera, perché il campo elettromagnetico zero vuol dire proprio campo elettromagnetico assolutamente zero.
La notte nera quantistica invece è una notte punteggiata da lampi, da lucette, perché vi sono le fluttuazioni, è fisicamente impossibile nel mondo quantistico avere un oggetto non fluttuante, quindi anche quando una grandezza è zero, è zero in media ma ogni tanto c’è una fluttuazione. Immaginate quindi non una notte nera buia e orribile ma una notte magica, la notte in cui ogni tanto arriva un elfo, arriva una fata, accende la luce e poi la spegne….questa è la notte quantistica.
Il vuoto diventa un oggetto reale perché è l’insieme di tutte le fluttuazioni. Facendo una metafora teologica si può affermare che se il mondo fosse stato classico Dio non avrebbe avuto bisogno di creare il vuoto, il nulla c’era già, preesisteva, invece nel mondo quantistico Dio deve creare anche il nulla perché il nulla è qualcosa. C’era un teologo del ‘200, Efegizio da Tours, che già affermava che il nulla è qualcosa. Il vuoto quantistico è un oggetto, è l’insieme di tutte le possibilità, è il futuro nel presente, le cose che fluttuano sono potenzialità che sono però state create nel passato, il futuro è stato creato nel passato e ci si manifesta nel presente attraverso le fluttuazioni.
Vediamo ora come nasce l’acqua, facciamo una visita guidata in un bicchier d’acqua. All’inizio c’era il vapore (sto parafrasando la Genesi) il caos, mettiamo a 100 gradi ed un’atmosfera, quando sta per succedere la transizione di fase. Abbiamo queste molecole solitarie, ognuna delle quali sta nella sua configurazione di minima energia, non ha l’energia per accedere alle altre configurazioni, quindi questa molecola ignora fondamentali parti di se, tutte le altre configurazioni che avrebbe potuto assumere se avesse avuto l’energia necessaria che non ha. Quindi il suo io empirico (supponiamo di dare autoconsapevolezza alla molecola) è soltanto una parte delle sue potenzialità. Quest’insieme di molecole nel caso dell’acqua ha una velocità media di alcune centinaia di metri al secondo e ha una collisione ogni millesimo di miliardesimo di secondo che per le molecole è un tempo lunghissimo, perché le scale dei tempi dipendono dai vari oggetti, l’anno della molecola è il tempo impiegato dall’atomo a fare una completa rotazione. Questo tempo è brevissimo, è la decima parte di un milionesimo di miliardesimo di secondo, l’intervallo tra due collisioni corrisponde a diecimila anni atomici. Non possiamo paragonare i tempi degli atomi con i nostri tempi. Quindi l’intervallo tra due collisioni è estremamente lungo, perlopiù nel corso della sua vita l’atomo non vede niente e la distanza media tra due molecole è 36 Angstrom; tenete conto che la molecola d’acqua ha un diametro di un Angstrom e mezzo, quindi la folla delle molecole distanti fra di loro 36 Angstrom, è una folla rada. Questo è il vapore. A cento gradi all’improvviso senza motivo apparente queste molecole cadono una sull’altra, la loro densità si moltiplica per un valore 1600, la distanza media scende da 36 a 3 Angstrom. Dato che il raggio della molecola è un Angstrom e mezzo, tre Angstrom di distanza significano che le molecole stanno in intimo contatto, si toccano.
In una previsione fatta sulla base della ragionevolezza uno potrebbe dire: abbassando la temperatura queste molecole si urtano con sempre minor violenza fino a che succede che dopo un urto due di esse restano attaccate, si agganciano con le forze di tipo chimico, come se avessero dei ganci; ovviamente se si urtano con gran violenza non riescono ad agganciarsi, se la violenza diminuisce può essere che due restino agganciate, allora formano un dimero, cioè una coppia, dopo di che - diminuendo ancora la temperatura - si formerà il trimero, il tetramero, ecc.. fino ad arrivare, perdonatemi il neologismo, all’Avogadromero, le molecole sono tutte agganciate insieme.
È questa l’evoluzione dal vapore al liquido? No, non è così, a 100 gradi ed un’atmosfera come ci mostra l’analisi spettroscopica le molecole sono essenzialmente solitarie, il numero di dimeri è meno dell’1% del totale, quindi poco. All’improvviso le molecole senza gradi intermedi si abbracciano tutte, si passa dall’estrema solitudine all’estrema collettivizzazione senza tappe intermedie, e senza evoluzione, quindi vuol dire che qualcosa di nuovo è accaduto, è apparso un nuovo attore ed è il campo elettromagnetico. Il campo elettromagnetico oscillava per proprio conto; si era in un mondo di eccitazioni solitarie, gli atomi si facevano le loro fluttuazioni da soli, e il campo elettromagnetico si faceva le sue fluttuazioni da solo. Le condizioni che esistono a 100 gradi e un’atmosfera consentono l’accoppiamento di queste oscillazioni solitarie, cioè la fluttuazione elettromagnetica fa passare la molecola dalla sua configurazione fondamentale a un’altra sua configurazione. L’individuo scopre una parte di se, la rivoluzione collettiva da luogo ad un evento individuale, il partecipante alla rivoluzione scopre una parte di se che fino a quel momento aveva ignorato, egli scopre che può avere un’altra configurazione, dopo di che questa molecola fluttua tra queste due configurazioni spinta dalla fluttuazione del campo elettromagnetico. Ma, potreste obiettare, quella è una fluttuazione, poi verrà meno. In effetti una fluttuazione quantistica ha vita effimera, perché la sua esistenza viola il principio di conservazione dell’energia, che in fisica quantistica vale soltanto su intervalli di tempo abbastanza lunghi. Su piccoli intervalli di tempo l’oggetto fisico (particella o campo) può – mi si perdoni la metafora bancaria – prendere in prestito dal vuoto una quantità di energia “E” da restituire tassativamente entro un tempo h/E, dove h è la costante di PlancK. Se però, durante questo tempo, l’oggetto fisico è capace di produrre e cedere all’ambiente (in particolare al vuoto) un’energia almeno uguale a E, il prestito è estinto e il sistema fisico può mantenere, in via permanente, la configurazione assunta durante la fluttuazione. Nel caso di N molecole capaci di assumere due diverse configurazioni, separate da un’energia E, una fluttuazione del campo elettromagnetico avente una frequenza uguale a E/h ed una lunghezza d’onda uguale al valore della velocità della luce nel vuoto diviso per la frequenza, induce all’interno della regione avente la dimensione della lunghezza d’onda (dominio di coerenza) la transizione simultanea delle molecole dalla configurazione di minore energia a quelle di maggiore energia e così via, su e giù, al ritmo della fluttuazione del campo elettromagnetico, che perciò produce una corrispondente fluttuazione delle molecole i cui componenti carichi (nuclei ed elettroni), muovendosi producono una corrente elettrica. Questa corrente, interagendo con il campo elettromagnetico della fluttuazione, produce un’energia attrattiva che si sottrae all’energia data in prestito dal vuoto per generare la fluttuazione. Quest’ultima energia è proporzionale al numero N di molecole, mentre l’energia attrattiva prodotta è proporzionale al prodotto di N per la radice quadrata di N, cioè cresce più velocemente al crescere di N.. Esisterà perciò sempre un valore critico di N, per cui le due energie diventano uguali e la configurazione fluttuante del sistema complessivo molecole più campo si stabilizza. Si ha allora la transizione da una situazione di eccitazioni solitarie ad un’altra, ugualmente peccaminosa, di orgia collettiva, in cui tutte le molecole oscillano al ritmo del campo elettromagnetico.
Queste fluttuazioni hanno una certa taglia spaziale limitata che è la lunghezza d’onda della fluttuazione; nel caso dell’acqua questa taglia è un decimo di micron, cioè un centomillesimo di centimetro, e questa zona noi la chiamiamo dominio di coerenza – coerenza vuol dire che tutti si muovono al ritmo – Differenti domini di coerenza poi si aggregano insieme con lo stesso meccanismo e abbiamo l’oceano Pacifico.
Fin qui la materia condensata, adesso passiamo alla materia vivente dove il 99% delle molecole sono molecole d’acqua e l’1% residuo sono proteine, grassi, zuccheri, ecc…

Siccome oggi alcuni pensano che la storia è fatta dalle minoranze illuminate, la biologia ha studiato l’1% ed ha trascurato il 99% che è la massa d’acqua.
In realtà l’1% riesce a lavorare perché c’è il 99%. I biologi hanno fatto un eccellente lavoro riuscendo ad enumerare tutte le catene di reazioni chimiche che corrispondono a un dato accadimento biologico. Ad esempio io mi gratto la guancia sinistra e questo è un accadimento biologico; a partire dal momento in cui il mio cervello ha detto “sarebbe tanto bello se io mi grattassi la guancia sinistra” al momento in cui me la gratto, c’è una catena di reazioni chimiche perfettamente scoperta e numerata, la molecola A deve incontrare la molecola B ecc..una serie di reazioni chimiche che debbono avvenire in luoghi precisi e momenti precisi. Ma come è possibile questa precisione? Immaginate la scena, sembra una scena fantozziana: la molecola A riceve l’ordine da qualcuno, non stiamo a indagare chi: vai dalla molecola B perché quello si deve grattare la guancia. A si guarda intorno e dice: dov’è B? lo deve trovare in primo luogo, ci sono miliardi di molecole, figuriamoci se ha B a portata di mano. Le forze molecolari hanno la portata di qualche Angstrom, quindi questa molecola A comincia a dare di matto, urta a destra e a manca le altre molecole fino a che non trova B e fa la sua reazione.
Ci vuole l’età dell’universo prima che io mi gratti la guancia sinistra.
Inoltre le molecole non sono così monogame; se mentre cerca la molecola B arriva un’altra molecola la quale con aria seduttiva dice ad A: la faresti una reazione chimica con me? – e quella se la fa, la catena prende tutta un’altra direzione, così finirà che invece di grattarmi la guancia sinistra mi metto a leggere la Bibbia, faccio tutta un’altra cosa.

Invece no, quando decidiamo di fare una cosa la facciamo, gli errori biochimici sono rarissimi, allora significa che l’incontro delle molecole non avviene in modo gassoso, non avviene sulla base delle leggi del caso, ma sono guidate, nel nostro organismo abbiamo i semafori.
Qual è il meccanismo? È il meccanismo elettromagnetico, la radio, ogni molecola via radio riceve l’ordine di fare una cosa e riceve anche l’indicazione di dove deve andare e ci va, se abbiamo l’organizzazione del traffico tutto si velocizza e tutto rientra nella ragionevolezza. Quindi capite la strada che deve fare la biologia prima di arrivare a capire la vita.


I biologi finora hanno chiarito il livello chimico, cioè la composizione molecolare e le catene di reazioni necessarie perché i vari accadimenti biologici abbiano luogo, ma non la dinamica, come accadono. Per questo occorre un secondo livello, l’elettromagnetico, il quale è prodotto spontaneamente dalla materia, cioè i campi elettromagnetici che le molecole sfruttano sono i campi elettromagnetici che stanno nei domini di coerenza dell’acqua, ecco quindi il ruolo dell’acqua. Il ruolo dell’acqua è quello di fornire la struttura dei cavi, la struttura elettromagnetica di base che trasmette i vari ordini, i vari segnali. Quindi noi abbiamo un insieme di molecole, il soma, e un insieme di segnali elettromagnetici, chiamatela psiche se volete. Questo insieme cambia col tempo, perché anche le molecole cambiano col tempo, attraverso le reazioni chimiche; noi siamo un incastro di due strutture: una struttura chimica e una struttura elettromagnetica. C’è anche una struttura sonora la quale emerge dal fatto che le molecole sono tenute insieme dal campo elettromagnetico. Se io tento di deviare una molecola dal ballo, la distraggo, la molecola è mantenuta nella sua situazione di ballo dal legame con le vicine che ballano per cui da quest'’eccitazione esce un suono. Cerco di spostare una molecola dalla sua situazione d’equilibrio, questa si ribella allora si trasmette un’oscillazione, quindi il fatto che c’è un campo elettromagnetico che tiene insieme le molecole si traduce nel fatto che appare anche un livello sonoro. La coerenza delle molecole svolge un ruolo fondamentale, ruolo che è stato chiarito dai nostri medici e biologi alternativi, nel mantenimento dell’organismo, coerenza significa che l’organismo fatto di infinite parti si comporta come uno.
Concludo col fatto che moltissime cose che vengono considerate parte della stregoneria potrebbero trovare a questo punto una spiegazione scientifica e ve ne cito due.
Una è l’omeopatia e l’altra è l’astrologia (mi voglio rovinare, tanto mi mancano due anni alla pensione, mi possono pure licenziare, mi dispiace per i giovani ma la fase di rivoluzione intellettuale che avviene nella nostra epoca è alla portata soltanto delle persone che abbiano un posto di ruolo, mentre i giovani – se osano provarci - non troveranno lavoro).
Vi racconto un fenomeno fondamentale per il mantenimento delle funzioni del corpo umano. Voi sapete che il nostro corpo umano ha strutture pluricellulari, sono fatte da molte cellule e però c’è un sistema extracellulare di controllo su tutto. La quasi totalità delle molecole che noi abbiamo sono elettroliti, sono spezzabili in ioni. Il sale, cloruro di sodio, si scinde nell’atomo di sodio con un elettrone in meno e nell’atomo di cloro con un elettrone in più. Uno è lo ione positivo sodio - positivo perché c’è un elettrone in meno - l’altro è lo ione negativo cloro – negativo perché ha un elettrone in più -. Essendo particelle cariche possono essere messe in moto sia dai campi elettrici che dai campi magnetici. Nella pratica industriale si usano prevalentemente i campi elettrici che sono i più violenti. Ogni movimento degli oggetti reali può avvenire in due modi: o con le buone maniere o con la violenza. Dato che la nostra società premia la violenza, si sceglie perciò il metodo più violento di tutti, il campo elettrico, invece la materia vivente sceglie il metodo più dolce, il campo magnetico, cioè se noi vogliamo stuprare le molecole si usa il campo elettrico, se invece vogliamo sedurle si usa il campo magnetico. La materia vivente sceglie il campo magnetico. Tutti si chiedono come fanno gli IONI a entrare e uscire dalle cellule sormontando la barriera di potenziale sita nella membrana cellulare, che normalmente difende l’individualità della cellula, cioè blocca gli ingressi. Questo è possibile grazie ad un fenomeno scoperto 20 anni fa che recentemente abbiamo interpretato. Prima che lo interpretassimo veniva negato come una truffa. Mentre nella scienza antica, quando si scopriva un fenomeno nuovo si diceva: “come siamo ignoranti!”, adesso di fronte ad un fenomeno nuovo si dice: “questi truffatori!” perché sono accettate solo le scoperte che si capiscono. Allora qual è la scoperta? Una corrente di IONI è sottoposta ad una combinazione di due campi magnetici paralleli, uno statico e uno alternato, applicati perpendicolarmente alla corrente. L’intensità del campo alternato deve essere piccolissima, diciamo un millesimo di quella del campo statico. Quando la frequenza del campo alternato diventa uguale a una frequenza caratteristica di ogni IONE che si chiama frequenza di ciclotrone ed è uguale al numero di giri che quello IONE percorre in un secondo, sotto l’azione del campo magnetico applicato, gli IONI ricevono un extracalcio, cioè la corrente ha un picco che dura 10-15 secondi in cui la corrente si raddoppia. Perciò quando questa combinazione di campi magnetici è applicata presso la membrana cellulare, gli IONI fanno un agile salto sulla barriera di potenziale della membrana ed entrano dentro.
Quindi nelle cellule gli IONI non entrano con continuità; entrano solo quando c’è bisogno. Chi dice che c’è bisogno? L’accensione della combinazione dei campi magnetici, questo è il funzionamento fisiologico. Però ci può essere la patologia, cioè questo valore caratteristico per determinati motivi si può spostare, oppure l’organismo non ha più a disposizione la sorgente di campo magnetico alternato che fa produrre il salto. Quando questo succede nasce la patologia, cioè gli IONI non arrivano più al posto giusto ed al tempo giusto. Per esempio il morbo di Parkinson si sviluppa quando un certo aminoacido che si chiama dopamina non è presente nei neuroni per far scattare le sinapsi. Come è successa questa disgrazia? I superficiali pensano che per qualche motivo l’organismo non produca più dopamina e prescrivono dosi massicce di dopamina all’infelice il quale continua a tremare, perché la dopamina anche se fornita dall’esterno non riesce a sormontare la barriera. Il problema è fargli sormontare la barriera. Allora il mio amico padovano, che alcuni hanno conosciuto ieri, purtroppo non è qui, ha fatto una macchina in cui questi campi magnetici sono dati dall’esterno. Il problema – come fa l’omeopatia – è convincere l’organismo a tornare a produrre. Però se uno non sa come fare glieli da dall’esterno, si mette sotto la macchina il parkinsoniano e smette di tremare, poi spegnete la macchina e lui trema di nuovo. Se uno elabora una strategia accurata perché chiaramente quella patologia è la conseguenza di altre patologie, allora affronta le varie patologie in ordine logico, prima quella più fondamentale e poi le altre. Alla fine il poveretto guarisce.
La natura invece, come realizza questa macchina portentosa? La realizza così: vi ricordate che vi ho detto che nel dominio di coerenza dell’acqua noi abbiamo gli elettroni e le molecole che oscillano in su e in giù producendo il campo elettromagnetico al ritmo del quale esse ballano. L’oscillazione è tale che l’elettrone oscilla da una configurazione in cui è molto legato e in cui quindi l’acqua è isolante a un’altra configurazione in cui sta alle soglie della libertà, per cui è come se un dominio di coerenza diventasse un conduttore (solo al suo interno). Allora quando sta in questa posizione se il dominio di coerenza riceve una piccola energia – e pensate che gli omeopati astuti scuotono l’acqua quando preparano il farmaco – questo scuotimento fa si che questi elettroni una volta arrivati all’estremo dell’oscillazione fanno un saltino e siccome è un insieme coerente se lo fa uno lo fanno tutti. Ognuno salta nell’orbita della molecola a fianco, producendo spontaneamente una corrente elettrica e questa corrente elettrica produce un campo magnetico. Noi così creiamo una sorgente artificiale di campo magnetico. Se per avventura i campi magnetici sulla membrana cellulare sono sballati noi gli mandiamo un po’ di goccioline d’acqua opportunamente preparata, ovviamente la velocità di rotazione dipende dal particolare procedimento per cui quella che si chiama la potenza del farmaco risponde alla velocità di rotazione con cui gli elettroni girano dentro questo dominio di coerenza. Il poveraccio è malato, noi gli diamo le goccioline d’acqua, le goccioline d’acqua vanno vicino alla membrana (la sto facendo facile….) e variano il valore sbagliato della magnetizzazione e lo fanno tornare giusto. A questo punto la famosa dopamina entra di nuovo, ecco le guarigioni miracolose. Che succede se io lo stesso farmaco lo do a una persona sana, costui aveva i campi magnetici in ordine, dandogli questo in più lo sballo e allora lui mostra i sintomi della patologia. Siccome però era sano queste goccioline d’acqua non trovano il terreno su cui attaccarsi, dopo un po’ la circolazione extracellulare li porta via e sparisce. E questo è proprio il primo principio dell’omeopatia, cioè il farmaco omeopatico è quella cosa che data al sano produce in via transitoria gli stessi sintomi che cura nel malato.
Adesso se volete vi parlo dell’astrologia. Abbiamo capito – per così dire – l’omeopatia – e adesso l’astrologia. Parliamo del sole, il sole non ci manda soltanto la luce, ci manda anche particelle cariche che vengono emesse dalle macchie solari, quindi il flusso di queste particelle ha un ritmo, le macchie solari hanno un ritmo di oscillazione di 11 anni. Le particelle cariche arrivano sulla terra, la terra ha un campo magnetico, le particelle vengono deviate dal campo magnetico terrestre, vengono deviate di un angolo che dipende dalla velocità di queste particelle, inoltre l’angolo dipende dalla direzione del campo magnetico terrestre, che varia nel giorno con la rotazione della terra, perché l’asse magnetico non è allineato, formano un angolo, per cui il valore del campo magnetico oscilla durante la giornata, e quindi il campo magnetico prodotto dalle particelle varia nel corso del giorno, nel corso dell’anno e nel corso dell’attività delle macch2ie solari, quindi varia anche col sole.
Ciò è complicato, viene chiamato in gergo vento solare e viene mappato dagli osservatori astronomici perché danno il valore delle frequenze del vento solare nel corso della giornata, nel corso dell’anno, dei decenni, ecc..sono vari cicli che si incastrano tra di loro. Naturalmente questo vento solare può essere schermato in parte dalla luna quando la luna si mette in mezzo tra il sole e la terra, oppure ci sono anche i raggi cosmici, che vengono dalle stelle, quindi c’è una dipendenza dal cielo molto elevata.
Alla fin fine quello che ci arriva sulla terra sono campi magnetici debolissimi variabili di bassa frequenza, proprio quelli che servono per l’esperimento detto prima. Perciò in aggiunta alle nostre sorgenti interne di campi magnetici, che sono essenzialmente il sistema nervoso, abbassano sorgenti esterne. Prendiamo un bambino che sta nel corpo della mamma: i segnali magnetici li riceve dalla mamma e quindi lui non ha bisogno di una centrale sua, il problema nasce quando esce fuori. Nel momento in cui è stato tagliato il cordone ombelicale, chi gli da i campi magnetici per organizzare il traffico attraverso le cellule? Ovviamente lui si deve fare la sua rete, però occorrono alcune ore prima che la sua rete si attivi, nel frattempo chi lo cura? Lo curano le stelle, cioè egli userà, come campi magnetici che servono per dare ai vari IONI le spinte per passare attraverso le membrane, i campi magnetici ambientali che vengono dal sole e che variano di momento in momento e di giorno in giorno. Ogni campo magnetico attiva una particolare funzione. Per esempio, se alla nascita è attiva la frequenza del campo magnetico che fa passare l’adrenalina, passerà l’adrenalina e quindi la prima reazione biochimica che capiterà a quel poveretto saranno le reazioni chimiche attivate dall’adrenalina, quindi la prima funzione biologica attivata sarà quella dell’aggressività, se invece gli si attiva il gaba verrà un meditativo, perché il gaba tende a bloccare la risposta immediata allo stimolo e a mandare in memoria i sintomi, diciamo le stimolazioni che ha avuto, quindi anziché agire riflette su quello che è accaduto, e così via. Tutto dipende da quale ambiente il bambino trova al momento della nascita, dopo di che le varie funzioni gli si attivano.
Io ho promesso all’editrice di ASTRA di scrivere un articolo dove dirò che, se questa teoria è vera, anziché fare le clonazioni si possono far nascere i bambini con l’oroscopo controllato. Supponete che il bambino sta per nascere il 27 luglio e io invece voglio un figlio Capricorno; allora nella stanza dove nasce io gli simulo con mezzi artificiali i campi magnetici che esistono secondo il vento solare come compare dalla mappa di osservatori astronomici del 28 dicembre, quindi lui per gli effetti astrologici è nato il 28 dicembre e non il 27 luglio.
Se l’esperimento riesce vuol dire che l’astrologia non è una fesseria e se fallisce vuol dire che mi metterò il cappello con le orecchie d’asino.



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MessaggioInviato: 06/06/2012, 21:39 
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Secondo lei, esisterebbe nel gap tra una realtà e l'altra una sorta di forma di vita aliena che si nutrirebbe della forza vitale dell'uomo (i parassiti di Castaneda?), a noi per ora non visibile.


Icke nei suoi libri parla dei rettiliani che risiedono nella quarta dimensione inferiore e dice praticamente la stessa cosa.

Conosco la Conforto e le sue teorie e le trovo molto interessanti.



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MessaggioInviato: 07/06/2012, 18:51 
Cita:
EddyCage ha scritto:

Cita:
Numbers ha scritto:

Davvero intrigante, soprattutto la visione universale alla Matrix (mi chiedevo proprio chi poteva concepire un tale film...probabilmente qualcuno che già sapeva).
L'appprofondimento è d'obbligo...

Grazie per la segnalazione


guarda che è pieno di film alla Matrix, e molto prima di Matrix...

...

guardati Il tredicesimo piano, o Nirvana, tra i tanti... anche Essere john malkovich non è male (anche se c'entra di meno...)...


Sì, l'idea è vecchia... negli anni Settanta fu scritto un romanzo di fantascienza, tradotto come "Le Ombre dell'Eden" in italiano, che parlava di un'epoca futura in cui l'intera umanità viveva da secoli nella realtà virtuale, passando da un mondo virtuale all'altro in una vita senza fine, realizzando tutti i propri desideri e vivendo tutte le esistenze possibili.
Non era una condanna come in Matrix, ma una libera scelta dell'umanità, che era entrata nel mondo virtuale in massa, dopo aver ricevuto il segreto di tale vita virtuale dagli alieni, che gliel'avevano mandato via radio.
E poi, che il mondo sia illusione è un'idea vecchissima, che risale all'antica filosofia indiana....


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MessaggioInviato: 12/06/2012, 14:26 
Michael Persinger (Jacksonville, 26 giugno 1945) è un neuroscienziato statunitense naturalizzato canadese.

Nato in Florida, Persinger ha trascorso la gioventù in Virginia, Maryland e Wisconsin. Dal 1963 al 1964 ha frequentato il Carrol College a Waukesha, poi si è iscritto all'Università del Wisconsin-Madison, dove nel 1967 ha conseguito il Bachelor of Arts in psicologia. Ha proseguito gli studi all'Università del Tennessee, dove nel 1969 ha conseguito il Master in psicologia fisiologica (vecchia denominazione delle neuroscienze). Nel 1971 ha conseguito il Ph.D. all'Università di Manitoba.

Dopo il dottorato, Persinger è diventato professore assistente di psicologia in Canada all'Université Laurentienne a Sudbury (Ontario); nella stessa università, è diventato nel 1975 professore associato e nel 1980 professore ordinario. Persinger si è specializzato in neuropsicologia clinica e nel 1983 ha organizzato presso l'Université Laurentienne il Behavioral Neuroscience Program, un programma di ricerche sulle neuroscienze che ha integrato psicologia, chimica e biologia.

Nella sua attività scientifica, Persinger ha cercato di trovare i punti comuni tra le scienze che studiano il cervello umano, integrando i concetti fondamentali di psicologia, neurologia e neuropsicologia.

Persinger ha effettuato ricerche sulle interazioni sottili esistenti tra l'ambiente geofisico e meteorologico e il comportamento umano, soffermandosi in particolare sull'effetto dei campi magnetici. Si è interessato anche degli aspetti neuropsicologici connessi con le esperienze paranormali, gli avvistamenti di UFO e le esperienze religiose.

Persinger ha pubblicato 7 libri e più di 200 articoli scientifici su riviste specializzate.




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MessaggioInviato: 12/06/2012, 15:54 
E Persinger si merita una ola con i contro fiocchi. O almeno un degno approfondimento dei suoi studi.
Bella teoria, i miei sensi di ragno vibrano [:p]



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MessaggioInviato: 14/06/2012, 13:29 
Neuroteologia: dall'estasi agli UFO
Persinger e le basi neurofisiologiche delle esperienze mistiche e visionarie

di Franco Landriscina
[da ALTROVE n°9]
http://www.carmillaonline.com/archives/ ... print.html


I film di fantascienza degli anni ’50 e ’60 erano pieni di strani professori in camice bianco intenti ad armeggiare con provette ed elettrodi in laboratori di campus universitari e a sperimentare strani congegni elettronici sui loro malcapitati studenti. Spesso i loro esperimenti avevano come obiettivo quello di leggere il pensiero o di risvegliare misteriosi poteri della mente. Quasi sempre il risultato finale era tutt’altro da quello aspettato. Come si sa, la realtà talvolta supera la fantasia, ed infatti un professore di questo tipo esiste davvero, con tanto di laboratorio in una sperduta università nelle montagne del Canada. Il professore in questione si chiama Michael Persinger ed insegna neuroscienze del comportamento al Dipartimento di Psicologia della Laurentian University di Sudbury, nella regione canadese dell’Ontario. Non è però un illustre sconosciuto, ma un ricercatore membro di svariate organizzazioni scientifiche internazionali che ha pubblicato più di 200 articoli scientifici e numerosi libri sul rapporto fra cervello e comportamento, attirando anche, in Canada e negli Stati Uniti, l’attenzione di giornali e televisioni.

Leggendo la lunghissima lista delle sue pubblicazioni è difficile non rimanere stupiti dalla vastità e dalla particolarità degli argomenti di cui Persinger si occupa dal 1971, tutti uniti dal filo rosso dell’interazione fra sistema nervoso e campi elettromagnetici e degli effetti di tale interazione sul comportamento. Non solo i campi elettromagnetici generati dalle moderne apparecchiature elettriche ed elettroniche (come il cellulare che forse in questo momento tenete acceso vicino a voi) ma anche, e qui arrivano le conseguenze più inaspettate, quelli di origine geofisica, generati cioè da terremoti, spostamenti del terreno, fenomeni metereologici ed atmosferici. Con Persinger entriamo quindi nel difficile terreno della neurobiologia del comportamento e della biometeorologia.
Ma non finisce qui, i comportamenti sui quali lo scienziato americano ha focalizzato la sua attenzione nella ricerca della relazione fra cervello e onde elettromagnetiche non sono le solite prove di memoria e di percezione che costituiscono il normale (e un po’ noioso) oggetto di studio degli psicologi. Anomalie del comportamento, allucinazioni, visioni religiose e mistiche, apparizioni di UFO o di esseri fantastici, fenomeni paranormali: nessun fenomeno è troppo strano o fuori del comune per sfuggire alle rigide maglie scientifiche della rete tessuta in anni e anni di ricerca dal professor Persinger.
La metodologia di ricerca adottata comprende studi di laboratorio su animali, ricerche cliniche su pazienti umani ed estesi studi epidemiologici basati su metodi statistici. Ad esempio, Persinger e i suoi collaboratori hanno effettuato un esame molto approfondito del rapporto fra avvistamenti UFO e terremoti trovando un’elevata correlazione fra questi due fenomeni all’apparenza lontani fra loro. La vera “arma vincente” del professore è però il suo famoso “elmetto”, vale a dire un’apparecchiatura con la quale egli è in grado di stimolare il cervello umano con campi magnetici complessi a bassa intensità e in modo altamente selettivo per le diverse aree cerebrali. Con tale apparecchiatura egli è riuscito, in modo convincente e altamente riproducibile, a riprodurre in laboratorio sensazioni ed esperienze che vanno dalla paura all’estasi, dal piacere sessuale alle allucinazioni visive ed uditive, dal ricordo di esperienze dell’infanzia a esperienze di quasi morte e perfino il contatto con angeli, diavoli o addirittura con Dio.

Le strutture cerebrali maggiormente studiate da Persinger sono il sistema limbico e i lobi temporali.

Un po’ di anatomia
Il sistema limbico è una parte del cervello filogeneticamente intermedia fra le strutture più primitive del sistema nervoso e la corteccia cerebrale. Il sistema limbico è la sede delle emozioni e consente agli esseri umani di avere una complessa varietà di stati emotivi: disgusto, amore, paura, sorpresa, invidia, ecc. Le sue strutture principali sono l’ipotalamo, l’amigdala e l’ippocampo.
L’ipotalamo è la struttura più arcaica e può essere considerato la centralina di controllo del sistema nervoso autonomo e quindi delle risposte fisiologiche di base dell’organismo: fame, sete, piacere, rabbia, temperatura corporea, ecc. Attraverso i meccanismi di regolazione endocrina, l’ipotalamo riceve informazioni da ogni organo del corpo umano e può a sua volta influenzare l’intero organismo.
L’amigdala ha una funzione di mediazione delle emozioni superiori e di regolazione delle attività che coinvolgono tali emozioni, come ad esempio l’attaccamento emotivo e l’amore. Essa svolge inoltre un’importante funzione di “campanello d’allarme” analizzando ogni stimolo esterno o interno e assegnando ad esso il giusto significato emotivo. Ad esempio, se un rumore sospetto ci sveglia nella notte, è l’amigdala che mette in moto il sistema nervoso autonomo, attraverso l’ipotalamo, per allertare l’organismo e predisporlo all’azione. Alcuni neuroni dell’amigdala sono sensibili selettivamente alle emozioni facciali delle altre persone. Altri sono multimodali, cioè rispondono simultaneamente a stimoli visivi, uditivi, olfattivi e tattili.
L’ippocampo ha un ruolo fondamentale nell’elaborazione dell’informazione, inclusa la memoria, l’apprendimento di fatti nuovi, la creazione di mappe spaziali dell’ambiente e l’attenzione agli stimoli esterni. La distruzione dell’ippocampo rende una persona incapace di formarsi qualsiasi nuovo ricordo. L’ippocampo interagisce strettamente da un lato, con la corteccia cerebrale, dall’altro con l’amigdala. In altri termini, emozione e ragione non sono mai separabili fra loro, ma agiscono sempre insieme. L’intelligenza emotiva regola e dirige i processi di apprendimento.
Veniamo infine ai lobi temporali cui si è accennato in precedenza. Si tratta di una parte della corteccia cerebrale, quindi filogeneticamente più recente del sistema limbico, che si trova grosso modo fra gli occhi e le tempie. Nell’emisfero dominante (di solito il sinistro) il lobo temporale è coinvolto principalmente nella comprensione e nell’elaborazione del linguaggio (è qui che, da semplici suoni, le parole assumono un significato) e nella memoria a lungo termine. Nell’emisfero non dominante (di solito il destro) il lobo temporale è coinvolto nella comprensione delle espressioni facciali, nell’elaborazione delle informazioni non verbali del linguaggio come ad esempio l’intonazione, nell’ascolto dei ritmi, nell’apprendimento musicale e visivo.Neuroscienze e religione
Le ricerche di Michael Persinger si collocano all’interno di un rinnovato interesse delle neuroscienze per le basi neurofisiologiche delle esperienze mistiche e religiose. Un interesse che non è più confinato alla sola speculazione teorica, ma può oggi avvalersi di tutte le più moderne tecniche di indagine sperimentale.

In particolare, l’attenzione dello scienziato canadese per il sistema limbico e i lobi temporali non è un fatto isolato.
Il primo collegamento fra lobi temporali e esperienze religiose risale all’inizio del secolo e ha a che fare con un disordine neurologico: l’epilessia. L’epilessia, già considerata nell’antichità un “male sacro”, è il sintomo di un anormale funzionamento elettrico del tessuto cerebrale, in cui le cellule nervose entrano in azione tutte insieme invece di eseguire ciascuna il proprio compito. La causa è quasi sempre un danno che può essere conseguenza di traumi fisici, infarti, tumori cerebrali o altre lesioni di varia natura. Esistono diversi tipi di epilessia, fra cui, per l’appunto, alcune forme che colpiscono il sistema limbico e i lobi temporali (TLE, Temporal Lobe Epilepsy).

Arnold Mandell, professore di psicologia presso l’Università della California a San Diego, ha discusso il ruolo dei lobi temporali nelle esperienze religiose sulla base del meccanismo di azione delle sostanze psicoattive. Sostanze come l’LSD, in particolare, bloccano gli effetti inibitori della serotonina sui lobi temporali, e quindi hanno la capacità di indurre scariche neuronali sincronizzate nelle strutture limbiche (ippocampo e setto) dei lobi temporali.

Vilayanur Ramachandran, professore di neuroscienze, anch’egli dell’Università della California, ha studiato centinaia di persone affette da epilessia dei lobi temporali, sottoponendole ad un esperimento in cui veniva misurata la loro risposta emotiva a parole di significato neutro, sessuale (o violento) e religioso. Confrontando i risultati dei pazienti affetti da epilessia con quelli di soggetti normali, senza particolari inclinazioni religiose, e di soggetti praticanti diverse religioni, Ramachandran è giunto alla conclusione che i lobi temporali sono la sede delle esperienze religiose.

L’importanza dei lobi temporali e del sistema limbico nelle esperienze mistiche e religiose è stata anche efficacemente sottolineata dal professor Rhawn Joseph, uno dei maggiori esperti nel campo della neuropsicologia dello sviluppo e delle differenze sessuali (nonché personaggio a suo modo bizzarro, che sembrerebbe confermare lo stereotipo secondo cui chi si occupa di queste cose non è lui molto normale...). Secondo Joseph, l’amigdala è addirittura il “trasmettitore di Dio” (questo è il titolo del suo ultimo libro). Un punto ben evidenziato da Joseph è l’esistenza nei lobi temporali di neuroni specializzati nel riconoscimento di forme particolari, fra cui rientrerebbero alcune forme, come la croce e il triangolo, che hanno un significato religioso in molte culture.

Andrew Newberg, professore di Radiologia nel Dipartimento di Medicina Nucleare dell’Università della Pennsylvania, e lo psichiatra Eugene D’Aquili hanno eseguito un’interessante serie di esperimenti in cui sono riusciti a “fotografare” con la tomografia SPECT (single photon emission computed tomography) l’attività del cervello di meditatori buddisti e di suore francescane nel momento esatto delle loro esperienze mistiche. Nel loro recente libro dal titolo Why God Won’t Go Away (“Perché Dio non se ne andrà”), gli autori espongono un modello che vede coinvolti nella genesi dell’esperienza religiosa i lobi parietali e frontali, i lobi temporali, l’amigdala e l’ippocampo. La loro conclusione è che il cervello è predisposto naturalmente, proprio in virtù dei collegamenti fra tali strutture cerebrali, a questo tipo di esperienze, che non sono quindi né patologiche né unicamente il risultato di condizionamenti di tipo culturale. Il modello di Newberg e d’Aquili è in questo momento quello più completo e interessante, anche perché filosoficamente non riduzionista e, rispetto agli altri, maggiormente rispettoso del valore delle esperienze mistiche e religiose.

Scientificamente un po’ più azzardate, ma comunque degne di nota, sono le considerazioni di Melvin Morse, professore di Pediatria presso l’Università di Washington, che nella sua professione di medico si è occupato a lungo delle esperienze di quasi morte (NDE, Near Death Experiences) nei bambini. Secondo Morse, il lobo temporale destro consente agli esseri umani di entrare in contatto con una realtà non locale, al di fuori del tempo e dello spazio ordinari, e tale realtà costituirebbe la base delle esperienze mistiche e di quelle paranormali.
Come si può vedere, una volta iniziato a comprendere i meccanismi dello sviluppo del cervello e a svelare le basi neuronali della percezione, della memoria e dell’apprendimento, i neuroscienziati sembrano ben decisi ad affrontare anche gli aspetti più profondi ed esclusivi dell’esperienza umana, entrando in un terreno fino ad oggi di pertinenza esclusiva di teologi, filosofi e storici delle religioni.


Gli esperimenti di Persinger

L’originalità di Michael Persinger sta nel non essersi limitato allo studio di pazienti con epilessia del lobo temporale, ma nell’avere indagato l’esistenza di anomalie neuroelettriche nella popolazione “normale”. Persinger ha infatti teorizzato l’esistenza di scariche transienti del lobo temporale (TLT, Temporal Lobe Transients) che possono influenzare il linguaggio, il riconoscimento dei volti, le emozioni e più in generale i processi psichici, senza dare luogo, perché non sufficientemente intense, ad attacchi epilettici veri e propri.
Inoltre, secondo Persinger, se la natura “estatica” di certi attacchi epilettici è il risultato di un’influenza dei lobi temporali sui normali processi delle strutture limbiche, come l’amigdala e l’ippocampo, si può pensare che queste attività siano l’esagerazione di una normale attività del cervello. È questa la sua “Ipotesi del continuo”, formulata nel 1983, secondo cui un po’ tutti, io e voi compresi, abbiamo un grado variabile di potenziale labilità verso queste anomalie funzionali. Ammesso, a questo punto, che si tratti davvero di “anomalie” e non piuttosto, come appare sempre più probabile, di normali capacità del cervello umano. Capacità che renderebbero ragione degli aspetti universali delle esperienze mistiche-religiose e di quelle paranormali, al di là delle differenze di epoca storica e di cultura.
L’esistenza di anomalie elettriche transienti dei lobi temporali era già stata ipotizzata in psichiatria e variamente descritta come “epilessia di Dostojevski”, “attacchi parziali”, “attacchi estatici” e “attacchi psichici”. Le sensazioni soggettive associate con questi attacchi epilettici parziali possono includere illusioni somestesiche (come ad esempio le vertigini o il senso di volare), allucinazioni olfattive e gustative (piacevoli o spiacevoli), allucinazioni uditive (come voci, suoni, musiche), allucinazioni visive (in particolare macchie e strisce luminose, stelle, dischi, colori), macro e microscopia, autoscopia (la percezione della propria immagine). Quest’ultimo fenomeno, in particolare, è stato lungamente descritto dallo psicanalista Otto Rank nel suo celebre studio sul “doppio” nella mitologia e nell’arte. Possono inoltre esserci illusioni cognitive, come sensazioni di dejá vu (già visto), jamais vu (mai visto), deja vecu (già vissuto), idee e pensieri ossessivi, distorsioni del senso del tempo e dello spazio, idee trascendenti e metafisiche e sintomi affettivi come tristezza, paura, piacere, ansia. Insomma, non pochi punti in comune con l’esperienza sciamanica e quella psichedelica.
Nel 1990 Persinger e collaboratori realizzano un questionario (PPI, Personal Philosophy Inventory) che contiene affermazioni del tipo “a volte mi sento come se le cose non fossero reali”, “ho sognato di galleggiare o di volare nell’aria” e persino “sono stato a bordo di un’astronave”. L’obiettivo del questionario era di verificare nella popolazione la presenza di deboli fenomeni analoghi a quelli degli attacchi epilettici parziali. Un decennio di uso di questo strumento ne ha dimostrato l’affidabilità e la capacità di predire anomalie dei lobi temporali misurabili con l’elettroencefalogramma.
A questo punto, al nostro professore non rimaneva che un ultimo passo: riprodurre i sintomi e le esperienze sopra descritte in laboratorio, su soggetti perfettamente normali. In che modo? Semplice. Ricordiamo, come già detto in precedenza, che Persinger ha iniziato i suoi studi dedicandosi agli effetti neuropsicologici e comportamentali dei campi elettromagnetici. La via seguita è quindi stata quella di applicare su dei volontari dei deboli campi magnetici, cercando di localizzarne l’effetto sui lobi temporali e sul sistema limbico. Il metodo usato da Persinger è stato molto empirico. In pratica, egli ha provato numerose combinazioni di intensità e di frequenza di un campo magnetico, applicato sulla testa dei soggetti grazie ad un semplice casco da motociclista, modificato con gli opportuni elettrodi e avvolgimenti magnetici. Le persone che si sono infilate l’elmetto di Persinger hanno vissuto esperienze fuori del corpo, avuto allucinazioni di varia natura, rivissuto momenti della loro infanzia, provato terrore o piacere e avuto la sensazione che nella stanza dell’esperimento fossero presenti angeli, demoni o alieni. Sono stati anche eseguiti numerosi esperimenti sulla “emisfericità” di questi effetti. Persinger è giunto alla conclusione che per la maggior parte delle persone il “senso del Sé” (ma sarebbe più giusto dire “dell’Io”) risiede nel lobo temporale sinistro, mentre nell’emisfero omologo destro risiederebbe un altro senso del Sé, percepito in genere come una presenza estranea all’individuo: il proprio doppio, un alieno, un angelo, un demone o Dio. Insomma, si comincia a capire perché qualcuno già parla di “neuroteologia”.



Alcune possibili aree d’indagine

La sapienza delle antiche tradizioni viene facilmente liquidata dalla scienza attuale come un residuo del passato senza alcun valore oggettivo. Almeno su alcuni punti, potrebbe invece essere vero il contrario. Forse la scienza non è ancora arrivata, con i suoi metodi sperimentali di indagine, laddove altre culture sono giunte con un diverso cammino. Prendiamo, ad esempio, il tema dei “luoghi sacri”. In tutti i popoli e in tutte le epoche, sono stati sempre conosciuti dei luoghi ritenuti canali di comunicazione con il mondo degli spiriti e degli dei, luoghi carichi di “potere” e quindi da visitare con rispetto e seguendo determinati rituali. Tali luoghi sono stati frequentemente meta di pellegrinaggi e su di essi sono stati talvolta costruiti dei templi. Spesso, alcuni di questi luoghi formavano, attraverso una rete visibile o invisibile di collegamenti, una vera e propria “geografia sacra” del territorio. Tutto questo è stato troppo frettolosamente accantonato dalla scienza ufficiale nel cassetto delle “superstizioni”, oppure è diventato argomento di una pseudoscienza new age che ha lasciato briglia sciolta a fantasiose teorie prive di qualsiasi fondamento.
Le ricerche di Persinger coniugano in modo originale, per la prima volta su solide basi scientifiche, la geofisica, quindi lo studio dell’ambiente naturale e la neuropsicologia degli stati modificati di coscienza. Esse permettono quindi di gettare nuova luce su tanti aspetti della “geografia sacra”. Ad esempio, anche ad un’analisi superficiale, si nota che tanti luoghi magici, in cui i sacerdoti, i veggenti o le streghe si recavano per avere visioni e predire il futuro, si trovano in prossimità di siti con caratteristiche geofisiche tali da poter creare, o aver creato in passato, anomalie geomagnetiche del tipo di quelle riprodotte da Persinger in laboratorio con il suo elmetto. Lo stesso Persinger ha preso in considerazione, da questo punto di vista, i luoghi in cui sono avvenute alcune celebri apparizioni mariane.
Paul Devereux, un ricercatore indipendente, ha registrato delle anomalie locali del campo magnetico terrestre in coincidenza con l’apparizione di luci misteriose (le cosiddette “earth lights”) nel deserto del Texas e in quello della regione di Kimberley nell’Australia Occidentale. Queste luci erano già conosciute agli abitanti indigeni di quelle zone e sono state in tempi più recenti considerate come apparizioni UFO. I risultati di Devereux sono in accordo con la teoria di Persinger, anzi, lo stesso Devereux, autore di numerosi libri sulla “geografia cognitiva dei luoghi sacri”, è addirittura andato nel laboratorio di Persinger per provare di persona il famigerato elmetto. Ricordiamo, infine, che anche il celebre Oracolo di Delfi si trova su una faglia tellurica e la zona è stata frequentemente soggetta a terremoti; anche se in questo caso sembra che lo stato di trance della Pizia fosse provocato dall’etilene che fuoriusciva dalle fratture nel terreno, non si può escludere un ruolo del geomagnetismo terrestre o una combinazione dei due effetti.



Uno sguardo ai risvolti più inquietanti

C’è un altro aspetto delle ricerche di Persinger da prendere seriamente in considerazione. Le tecnologie elettromagnetiche di modificazione della coscienza possono essere impiegate come strumenti per il controllo mentale da parte di eserciti, servizi segreti o organizzazioni criminali. Dai tempi della guerra fredda, sia gli USA che l’ex Unione Sovietica hanno cercato di sviluppare sofisticati metodi di controllo mentale per creare agenti segreti e assassini dotati di personalità multiple e quindi in grado di vivere una vita tranquilla o di uccidere su comando, a seconda del prevalere dell’una o dell’altra personalità. Un altro obiettivo di queste ricerche, spesso basate sull’ipnosi e sull’uso di sostanze allucinogene e delirogene, era quello di ottenere da agenti nemici catturati, tutte le informazioni in loro possesso. Fra le varie tecniche impiegate a partire dagli anni ’60, grazie ai progressi dell’elettronica, c’è stato anche l’impianto chirurgico nel cervello di stimolatori elettrici comandati a distanza via radio. Il principale sostenitore di questo metodo di controllo mentale è stato il professor José Delgado, autore nel 1969 del libro Genesi e libertà della mente (il titolo originale era Physical control of the mind).
Più recentemente, il governo americano ha mostrato un grande interesse nello sviluppo di armi cosiddette “non-letali” ad onde elettromagnetiche. Ad esempio, armi in grado di focalizzare onde radio di determinate frequenze e intensità su un’area geografica molto limitata e di provocare così nausea, confusione e alterazioni mentali in un plotone nemico o in un gruppo di manifestanti. Alterazioni mentali che, nelle condizioni giuste, potrebbero anche assumere la forma di allucinazioni e fenomeni paranormali.

Secondo il dottor Helmut Lammer, molti dei cosiddetti “rapimenti alieni”, diventati sempre più frequenti negli ultimi anni, sarebbero per l’appunto esperimenti di questo tipo svolti su comuni cittadini. Probabilmente, queste armi sono ancora in fase di prototipo, però sono destinate a diventare entro breve una realtà, specialmente nel nuovo scenario internazionale sempre più caratterizzato da conflitti di tipo non convenzionale.
A questo punto, è facile immaginare quali non certo tranquilizzanti applicazioni potrebbe avere l’elmetto del professor Persinger in mani poco rispettose della dignità e della libertà umana. Organizzazioni con fonti di finanziamento molto più elevate della piccola università canadese in cui Persinger lavora potrebbero cercare di sviluppare lo stesso tipo di effetti utilizzando, invece dell’elmetto, sorgenti di campi elettromagnetici in grado di agire sulle persone a distanza.

Lo stesso Persinger, in un suo breve articolo dal titolo molto esplicativo (On the possibility of directly accessing every human brain by electromagnetic induction of fundamental algorithms), ipotizza persino che si possa creare un campo elettromagnetico esteso a tutto il pianeta, in grado di influenzare praticamente tutti i cervelli degli abitanti della Terra. Una prospettiva dal sapore fantascientifico, ma non più di quanto fosse fantascientifica la radio prima degli esperimenti di Marconi.


Riduzionismo e altre prospettive filosofiche

Qual è il significato dei risultati di Persinger? A prima vista, ci troviamo di fronte al trionfo del più classico riduzionismo, cioè la riduzione di qualsiasi fenomeno a un fatto puramente materiale. Sembra già di vedere la faccia rassicurante di Piero Angela annunciare sorridendo che religione e misticismo sono semplicemente l’effetto di anomalie elettriche del cervello e che presto troveremo la medicina adatta per fare per sempre a meno di questi fastidiosi effetti collaterali del nostro prezioso organo del pensiero. Come appare dalle sue interviste, Persinger è filosoficamente un riduzionista convinto, ai limiti dell’ingenuità. Al riguardo, bisogna dire che probabilmente un po’ di riduzionismo, nelle mani di bravi scienziati, non guasta, anzi è necessario per ottenere dei risultati sperimentali concreti e per osare andare laddove altri non si spingerebbero.
Nella forma mentis riduzionista ci sono però indubbiamente dei pericoli. Il riduzionismo diventa molto spesso un modo per diminuire l’importanza di fenomeni ed esperienze che non si comprendono. Nel nostro caso, ad esempio, l’esperienza del “sacro” viene separata dal proprio contesto culturale e privata dei suoi significati individuali e sociali, per non parlare di quelli metafisici e trascendenti. Inoltre, i risultati di laboratorio vengono spesso interpretati alla luce di una concezione scientifica rigidamente materialista, ignorando altre possibili chiavi di lettura.

Un punto di vista più intelligente è quello di Newberg e d’Aquili, che nel loro libro “Perché Dio non se ne andrà” fanno più o meno questo ragionamento: “Sì, è vero, probabilmente le esperienze mistiche e religiose sono delle configurazioni di attività di determinati neuroni del cervello. Ma, se ci pensiamo un momento, che cosa non lo è?”. Dietro l’apparente semplicità di questa domanda si cela una difficile questione epistemologica. Ad esempio, in questo momento non posso interagire con il computer su cui sto scrivendo questo articolo se non nella misura in cui il mio cervello ne contiene una rappresentazione sotto forma di una determinata configurazione neuronale. Questo rende il computer meno reale? Che senso ha dire che certi fenomeni sono “solo” il frutto di una particolare attività del cervello quando, a pensarci bene, si può dire la stessa cosa di tutto ciò di cui possiamo avere esperienza e conoscenza? Il cervello è un organo in costante interazione con la realtà esterna, una realtà della quale non possiamo sapere nulla se non attraverso il cervello stesso.
Anzi, si potrebbe fare anche un passo oltre. Il fatto che determinate aree del cervello percepiscano determinati fenomeni fuori dell’ordinario e che i processi cerebrali coinvolti non siano qualitativamente diversi da quelli della percezione ordinaria potrebbe essere un indizio che dietro tali fenomeni esistono delle realtà diverse da quella ordinaria. Così come “là fuori” c’è qualcosa che io interpreto come “il mio computer”, forse c’è anche qualcos’altro che in certe condizioni diventa possibile percepire e che le persone provano da millenni ad interpretare con il linguaggio della religione e del mito.

Pubblicato Settembre 10, 2005 12:18 AM



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MessaggioInviato: 14/06/2012, 15:34 
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Messaggio di iLGambero

Ho approfondito un po' il pensiero di Giuliana Conforto e devo dire che tra tutti i personaggi "strani" che si esprimono in rete e fuori dalla rete, mi pare personalmente quello più interessante, forse perché riporta temi dell'ermetismo a me cari.

Non ho letto i suoi libri (li cercherò in biblioteca, per diffidenza evito di acquistare libri di questo tipo), ma ho dato una letta ai documenti sul sito, e visionato alcuni filmati e conferenze che si trovano facilmente su youtube.

Cerco di riassumere velocemente quello che ho capito.

In pratica l'universo così come lo conosciamo sarebbe una illusione, una matrix, una sorta di film proiettato su di uno schermo che la Conforto identifica come il campo elettro-magnetico. Lei parla precisamente di due "schermi al plasma" che sarebbero la fascia di Van Allen, quella interna e quella esterna, sulla quale si proiettano delle "immagini", una sorta di mito della caverna e di ombre proiettate sul fondo della caverna. Quindi in realtà le stelle, le costellazioni, gli stessi pianeti e la Luna non sarebbero lì dove noi li vediamo, non a quelle distanze e non in quelle "dimensioni" necessariamente.
Sostiene che l'elettro-magnetismo sia la nostra "caverna", riprendendo il mito platonico, e che noi siamo in grado con gli occhi, e i sensi (lei la chiama la mente minore, quindi la materia grigia che opera su base elettro-chimica nel nostro cervello) solo ciò che su questa caverna viene "proiettato".
Sostiene che l'uomo possiede una mente superiore (il cervello gliale, la cd. materia bianca) che è in grado invece di sentire la vera realtà e la connessione con la "fonte" di tutto.
Si tratta di temi cari all'emetismo, che a loro volta pescavano da pre-socratici etc...

Lei tra l'altro è astrofisica, e anche ascoltandola si capisce che usa delle terminologie scientifiche e sa di che cosa parla (a differenza di tanti ciarlatani che in rete spopolano, soprattutto in ambito newage), anche se nelle sue deduzioni per forza di cose abbandona il sentiero tracciato dalla scienza classica.

Ora lei afferma che il "cuore" della Terra, dove si troverebbe il "proiettore" di questa nostra "realtà" illusoria, sta mutando la sua "musica" (che poi è la vita -> amore ... ciò che le religioni ingabbiano ingannando gli uomini nel termine di Dio, ciò che la scienza in parte riconosce definendola "forza nucleare debole") e anche a livello atomico sarebbe sul punto di effettuare un cambiamento, un'evoluzione (lei lo definisce un "parto").

All'interno di questa nostra realtà illusoria noi "vedremmo" solo ciò che ci è possibile vedere... è probabile che esistano "alieni" e nemmeno a miliardi di anni luce (un concetto di spazio-tempo che non avrebbe più alcun senso), ma qui presenti assieme a noi, solo che noi NON LI possiamo vedere e loro non possono manifestarsi a noi.
Secondo lei, esisterebbe nel gap tra una realtà e l'altra una sorta di forma di vita aliena che si nutrirebbe della forza vitale dell'uomo (i parassiti di Castaneda?), a noi per ora non visibile.

Lei afferma quindi che starebbe per cadere il velo di Maya, che il campo elettro-magnetico che circonda la terra (lo schermo al plasma sul quale si proietta la matrix dove viviamo immersi) starebbe per scomparire... se venisse meno questo, oltre a tante altre conseguenza (sulla dualità e altre cose) che non voglio qui riprendere, noi potremmo finalmente vedere che cosa c'è oltre il nostro pianeta, e vedere questi "alieni" che sono intorno a noi.
In un articolo sul suo sito afferma che il vero ruolo di HAARP consisterebbe non nel provocare terremoti (disinformazione) ma nel cercare di sostenere il campo elettromagnetico terrestre, perché qualcuno probabilmente sa che cosa sta per accadere.

Ora - non dico di credere a queste cose, anche se le ritengo interessanti, pur se vedo alcune contraddizioni e problemi - ammettiamo che ciò sia vero, e che alcuni "alieni" abbiano effettivamente influito nello sviluppo della civiltà umana o dell'evoluzione umana, anche loro saprebbero a questo punto che cosa sta per accadere.

Io mi chiedevo... ma se tutto il marasma newage non fosse altro che un modo per anticipare qualcosa che sta per accadere (e sul quale può darsi che loro non abbiano alcun controllo) per tentare, una volta che il tutto si manifestasse, di apparire come i salvatori che sono "sbarcati" sul pianeta, mentre magari sono sempre stati lì, dietro le quinte? Un modo per continuare a dettare le regole anche quando le regole sono saltate del tutto e da un giorno all'altro noi ci riveliamo al loro stesso livello, con la conoscenza che si "risveglia" e la coscienza che si forma.
Magari potrebbero in un breve lasso di tempo, con la storia della federazione galattica e altre cose che a me sono sempre sembrate ridicole (già per i nomi che usano e per il fatto di citare "costellazioni" che nella realtà non esistono se non dal nostro punto di vista), influire sulla nostra evoluzione prima che prendiamo coscienza di tutto.

I 3 giorni di buio e altre profezie, magari altro non sarebbero che questo shift, la fine della schiavitù elettro-magnetica (buio perché scomparirebbero le stelle e quant'altro) e una nuova realtà.
La Conforto parla anche di una riscrittura a livello molecolare e atomica.

Comunque invito a leggersi qualcosa, perché il linguaggio, ovviamente criticabile e non verità per partito preso, non è criptico come quello di certi ambienti, soprattutto newage dove si usano terminologie che non hanno alcun senso se non quello di oscurare il significato delle cose (vibrazioni che aumentano e sciocchezze simili).

Comunque ho voluto scrivere qui per l'implicazione "ufologica" della cosa... al limite sarà una teoria un po' strampalata che si aggiunge alle altre [;)]
Che ne pensate?

Ammettete per un attimo che sia così.
Se voi sapeste che questa cosa sta per accadere, e per millenni avete dominato milioni e ora miliardi di persone trattandole come schiavi e controllandoli in ogni modo imponendo morali distorte, religioni, ruoli sociali, economie etc... cosa fareste disperatamente?

Chi un po' conosce Giordano Bruno, ma anche altri pensatori (non parlo delle cialtronerie che girano in certi ambientini), riuscirà un po' meglio di altri a districarsi in queste teorie. La cosa che più mi piace è il non antropocentrismo di questa visione delle cose.


Si attende, si attende, ma non accade mai niente. E non accadrà mai niente.
Si tratta di millenarismo, puro e semplice.

Per citare una grande persona dello spettacolo passata a miglior vita, "che barba, che barba che noia". Non verso queste teorie, ma verso la vita che vediamo tutti i giorni. Che purtroppo non ha nulla di magico, esoterico, fantastico e incredibile.



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Numbers ha scritto:

Davvero intrigante, soprattutto la visione universale alla Matrix (mi chiedevo proprio chi poteva concepire un tale film...probabilmente qualcuno che già sapeva).
L'appprofondimento è d'obbligo...

Grazie per la segnalazione



Non è che adesso facciamo diventare i fratelli Wachowski degli illuminati eh... Matrix è praticamente un collage di opere precedenti: anime, letteratura e filosofia. L'idea che questo mondo non sia vero o reale è vecchia quanto il cucco.



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Ma infatti di queste cose si discute da almeno 5000 anni.


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