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Grigio
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 Oggetto del messaggio: METI Il nuovo protocollo per comunicare con gli ET
MessaggioInviato: 31/01/2011, 16:48 
https://sites.google.com/site/dresda99/ ... gli-alieni

Come far capire agli extraterrestri, se esistono, che da qualche parte, su un puntino colorato dell'universo ci siamo anche noi? A porsi il problema, di recente, è stato un gruppo di tre astrofisici, provenienti dagli Stati Uniti e dalla Francia, che sta tentando di mettere a punto un protocollo di comunicazione 'leggibile' da eventuali forme di vita presenti nel cosmo

Si chiama METI (messaging to extraterrestrial intelligence) e la sua particolarità risiede nel fatto che ogni comunicato inviato nello spazio viene in qualche modo 'tradotto' in una forma recepibile e comprensibile.

Tale protocollo considera diversi elementi significativi, tra cui la codifica del segnale, la lunghezza del messaggio e il suo contenuto. Per questo gli studiosi hanno ipotizzato l'utilizzo di due lunghezze d'onda specifiche per la trasmissione: 1,42 GHz o 4,46 GHz, comunemente osservabili in natura e relativamente facili da acquisire, nel caso in cui gli alieni non siano quelle 'forme di vita intelligente', di cui spesso si ipotizza l'esistenza.

Ma come in tutti gli altri casi in cui si è tentato di mettersi in contatto con gli alieni, la critica più comune riguarda il fatto che i nostri messaggi sono stati e forse continuano ad essere troppo antropocentrici. Come leggere le immagini se non si conoscono i referenti?

"Dato che sappiamo molto poco sulla natura della civiltà extraterrestri, se esistono, possiamo aumentare le probabilità di successo di comunicazione se usiamo un messaggio che il destinatario è in grado di capire", hanno spiegato gli autori del progetto.

L'idea è vincente, ma la cosa difficile sarà realizzarla. Cosa dire? E come? Cosa mostrare per lasciar capire a chi abita altri mondi chi è l'uomo e come vive?

Francesca Mancuso



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MessaggioInviato: 24/03/2013, 21:44 
Presentati i "Protocolli di Contatto" al Convegno mondiale sugli UFO

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Gli alieni ci osservano da vicino, sebbene stando ai risultati fin qui raccolti siano poco propensi a entrare in contatto diretto con gli umani. Ma nel caso cambiassero idea e volessero approfondire la conoscenza, siamo sicuri di mettere in campo la mossa giusta per dare il benvenuto al vicino venuto da lontano?

I convenuti al Simposio Mondiale sull'Esplorazione dello Spazio e la Vita nel Cosmo, che si chiude oggi a San Marino, si portano avanti con i lavori e mettono a punto dei protocolli internazionali in caso di contatti con gli alieni.

I protocolli di contatto vengono definiti documenti senza precedenti che rivestono un'importanza indiscutibile anche perchè finora nessuno, in ambito scientifico e in ambito istituzionale, si era posto concretamente il problema.

Lo hanno fatto il 23 e il 24 marzo al teatro Titano i rappresentanti di dieci Paesi. E, avverte Roberto Pinotti, coordinatore del Simposio che da anni ha scelto la Serenissima Repubblica come luogo dell'incontro, qualunque Istituzione ufficiale dovesse porsi in futuro la questione arriverà seconda. Dal 1947 ad oggi, spiega Pinotti, di avvistamenti in Italia se ne contano circa 15mila. A occhio e croce in Emilia Romagna si viaggia con una media di 20, forse 30 avvistamenti all'anno.

“Circa l’80 per cento delle segnalazioni - prosegue - riguardano fenomeni che poco dopo diventano spiegabili. Ma c’è sempre l’altro 20 per cento che resiste alle spiegazioni convenzionali e che rientra in modelli costanti”. Ovvero? “Si tratta di apparecchi tecnologici che si muovono sfidando le leggi dell’aerodinamica, oppure che si spostano a velocità folle e si fermano in un nanosecondo e viceversa”.

Stando alle segnalazioni gli incontri con i dischi volanti sono una costante, molto più rari sembrerebbero quelli con i loro occupanti. “In Italia - snocciola qualche numero Pinotti - si parla di 500 eventi nell’arco di sette decenni, nella vostra regione almeno una dozzina sono i casi segnalati. Gli alieni da quel che ci risulta non cercano contatti con gli umani e chi si è imbattuto in loro era sufficientemente spaventato da non andare oltre”. [Cosa accadrebbe se entrassimo in contatto con una civiltà aliena? Gli scenari possibili].

Da oggi però se qualcuno fosse così fortunato da imbattersi in uno strano corpicino e così temerario da avvicinarsi saprà come comportarsi. Detto in due parole questi protocolli “hanno la funzione di codificare i comportamenti - prosegue - per esempio vanno evitati gli atteggiamenti che potrebbero essere interpretati come ostili, inoltre se si vuole avere un contatto è necessario consentire uno sviluppo alla relazione e capire che fra umano e alieno non esiste un bravo e un cattivo, ma la relazione è alla pari”.

Nessuna chance lascia Pinotti agli scettici dei dischi volanti, “governi importanti come quelli di Francia, Spagna e Inghilterra hanno già detto che il fenomeno esiste, in Italia dal 1979 se ne occupa il Reparto generale sicurezza dell’Aeronautica e - conclude - sono stati aperti ben 400 dossier ufficiali”.

24 marzo 2013

Source: Presentati i "Protocolli di Co...otizie di Scienza e Attualità

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Per gli Admin:
eventualmente spostate pure in un 3d piu consono se questo non lo è [:)]
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Ultima modifica di Wolframio il 24/03/2013, 21:53, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 24/03/2013, 23:25 
io chiederei un'altra certezza però...
ovvero come essere sicuri che una volta che abbiano, eventualmente, capito il messaggio, alcune di queste razze di tizi alieni non vengano qui e ci gonfino tanto da non riconoscere più il pianeta o gli altri simili, qualora rimaniamo vivi...

sinceramente costoro mi sembrano più prudenti di noi, perchè sicuramente esistono civiltà più evolute, che sanno soppesare le incognite più di noi, e nonostante questo non sono ancora, evidentemente, manifesti a noi tutti

siamo ingenui oppure irresponsabili...


Ultima modifica di Zelman il 24/03/2013, 23:26, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/03/2013, 02:43 
a me sembrano solo sparate pubblicitarie senza alcun senso. Si usano i segnali radio per inviarli? Cosa si ci mette? Diamo per scontato che eventuali alieni usino le onde radio proprio nel momento in ci le usiamo noi? Insomma troppi presupposti "ANTROPOCENTIRCI" come sottolinea anche il primo articolo e speranze zero. Se poi consideriamo che probabilmente sono già qui da tempo bisognerebbe orientare "le antenne" un pò più vicino ^_^



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