NUVOLE, NEVE, UFO e le "mistiche interpretazioni"
Inviato: 05/08/2013, 20:35
Questo post lo dedicherei a Diego Cuoghi..... il famoso
inteprete degli UFO nei dipinti.....![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
NUVOLE, NEVE, UFO e le "mistiche interpretazioni"

Il celebre dipinto di Masolino da Panicale intitolato "Il miracolo della neve" (1429), conservato a Napoli, presso il Museo di Capodimonte. Raffigura la "miracolosa" nevicata avvenuta in agosto a Roma nella seconda metà del IV secolo d.C. Vi appare Papa Liberio che traccia - sulla "neve" caduta dalle strane "nuvole" in formazione... aerea - il perimetro dell'area sulla quale verrà edificata la [b]Basilica di S. Maria Maggiore.[/b]
http://www.edicolaweb.net/ufost16c.htm
Soffermiamoci ad analizzare il particolare che si trova sul lato destro del dipinto, vicino al cornicione dell'edificio. Come appare chiaro da un confronto con l'immagine originale, a causa degli effetti provocati dall'acquisizione dell'immagine stessa tramite scanner e per il successivo ingrandimento, si è persa, prima dell'elaborazione, la nitidezza dell'oggetto (la 'nuvola') - raffigurato. È per questo che, come prima soluzione, si è scelto di utilizzare filtri che consentono un miglior contrasto e che mettono in evidenza le differenze cromatiche tra le varie parti del dipinto. Tramite questa tecnica è stato possibile evidenziare con maggior efficacia la forma e i contorni della 'nuvola' presa in considerazione.

Analisi d'immagine di una delle strane "nuvole"
raffigurate nel dipinto di Masolino da Panicale.
Successivamente a questo primo e necessario step vengono proposte quattro elaborazioni del particolare: queste analisi di immagine, come è evidente, non sono assolutamente 'invasive' riguardo un eventuale cambiamento della morfologia degli oggetti rappresentati, ma tendono semplicemente, tramite filtri ed algoritmi matematici applicati alla matrice dell'immagine digitalizzata, ad evidenziare alcuni parametri piuttosto che altri.
La seconda e la terza elaborazione sono infatti il frutto di particolari procedure che, una volta rappresentata !'immagine nella sola scala dei grigi, tramite il calcolo del 'gradiente', forniscono un effetto 'tridimensionale' alle forme prese in considerazione.
In particolare, nella prima applicazione, si è calcolato il gradiente sulla scala dei grigi in un senso, cioè dal nero al bianco, mentre nella seconda si è proceduto in senso inverso, dal bianco al nero. Ciò ha permesso, tramite l'effetto di 'bassorilievo', di marcare molto nitidamente la 'nuvola' come se fosse investita da un fascio luminoso, prima in un senso e poi nell'altro. Una sorta di illuminazione in luce radente simulata.
La successiva elaborazione rappresenta invece un'immagine portata dapprima al negativo e successivamente elaborata con forti contrasti. Anche questo trattamento consente una diversa visione della stessa raffigurazione, dando modo di eliminare quell'effetto di uniformità dell'immagine originale, esaltando i particolari più significativi.
Come sarà certamente noto a gran parte dei lettori, le immagini digitalizzate a colori sono, dal punto di vista matematico, rappresentabili da tre 'matrici' denominate R, G e B, laddove, rispettivamente, R rappresenta la matrice che contiene le intensità relative al colore Rosso (R = Red), G quelle relative al Verde (G = Green) e B quelle riguardanti il Blu (B = Blue). La 'fusione' di queste tre matrici consente la visualizzazione dell'immagine con i suoi colori autentici: l'elaborazione da noi applicata ha in un primo tempo generato il negativo delle singole matrici e poi le ha - per così dire - 'rifuse'.
La successiva operazione di contrasto ha quindi consentito di migliorare l'osservazione della 'nuvola', esaltando maggiormente i particolari in essa raffigurati, mettendo dunque in risalto eventuali microscopici elementi dell'immagine, nel caso il buon Masolino avesse inteso riportare nel suo inquietante dipinto anche minimi particolari desunti - si può ritenere - dalle antiche cronache alle quali si era verosimilmente ispirato.
L'ultima immagine è il risultato di un algoritmo matematico da noi appositamente elaborato per queste ricerche ed applicato ad un particolare del dipinto: è utile per ricavare i reali contorni dell'immagine estrapolandola dal suo contesto .per poter quindi mettere in evidenza la forma vera e propria dell'oggetto stesso, non tenendo conto di eventuali sfumature cromatiche dovute alla componente prettamente... artistica del dipinto esaminato. Nel nostro caso tale applicazione ci ha permesso di mettere in evidenza la sola 'nuvola', eliminando lo sfondo ed eventuali altri oggetti rappresentati nelle sue immediate vicinanze.
L'algoritmo consente in pratica di esaltare in modo netto la cosiddetta 'regione di interesse' (RDI) di un'immagine. Una volta definiti i pixel relativi al particolare del dipinto che interessa mettere in evidenza, si costruisce una 'maschera filtro' in formato binario contenente le zone da evidenziare. Dopo aver effettuato il prodotto tra le due matrici, si ottiene un primo risultato che viene ulteriormente migliorato sostituendo con dei valori random i pixel che non appartengono alla 'regione di interesse'.
Tutte queste elaborazioni - teniamo a precisare - intendono essere di ausilio al ricercatore per rispondere ad alcune domande che noi stessi ci siamo posti e che - tramite il precedente lavoro (http://www.edicolaweb.net/ufost16b.htm), questo e gli altri che seguiranno - speriamo si pongano tutti coloro siano interessati ad una rilettura 'up-todate' di alcuni dipinti, con una 'chiave' nuova e diversa da quella classica. Il nostro intento non è certamente quello di andare contro le interpretazioni più tradizionali: il nostro fine è piuttosto quello di porci sempre e comunque delle domande, di crearci dei 'dubbi' e non delle 'certezze', restando così fedeli a quello spirito di scientificità che ci ha sempre accompagnato durante le nostre indagini.
Come concludere questo nostro ulteriore contributo all'analisi degli 'anacronismi', cioè di alcuni Oggetti Volanti Non Identificati presenti in svariate opere pittoriche cronologicamente collocate tra il XV e gli inizi del XVII secolo?
Il nostro intento, come abbiamo già avuto modo di ribadire, è quello di fornire materiale, spunti di riflessione, suggerimenti e inviti alla ricerca per superare quei limiti interpretativi delle opere dei grandi Maestri della pittura, vissuti in un certo periodo storico, imposti da una cultura, a volte, per certi versi, cieca agli aspetti più inconsueti della conoscenza. Aspetti che molto spesso sono evidenti, sotto gli occhi di tutti, ma che - per ottusi, aprioristici giudizi, per vera e propria 'cecità intellettuale' - vengono guardati come in un... 'binocolo rovesciato'.
Da lontano... come le 'nuvole' di Masolino![/i]
inteprete degli UFO nei dipinti.....
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
NUVOLE, NEVE, UFO e le "mistiche interpretazioni"

Il celebre dipinto di Masolino da Panicale intitolato "Il miracolo della neve" (1429), conservato a Napoli, presso il Museo di Capodimonte. Raffigura la "miracolosa" nevicata avvenuta in agosto a Roma nella seconda metà del IV secolo d.C. Vi appare Papa Liberio che traccia - sulla "neve" caduta dalle strane "nuvole" in formazione... aerea - il perimetro dell'area sulla quale verrà edificata la [b]Basilica di S. Maria Maggiore.[/b]
http://www.edicolaweb.net/ufost16c.htm
[i]"...Eodem millesimo (1487 A.D.), d'augusto.
Apparve una matina dui hore inance di una Stella granda,
la quale venìa de verso la montagna.
E andava verso Ravenna;
certo parea una pavagliotta che volasse per l'aria.
lo la vide... come l'altri.
Certo parea come una rota da carro,
e durò circa un buon miserere.
Alcuni dicono che più di meza hora prima
l'avevano veduta a la montagna..."
Leone Cobelli, storico forlivese. XV secolo.[/f]
Roma, notte tra il 4 e il 5 Agosto. IV secolo d.C.: ai pochi abitanti della Città Eterna che si aggirano sul colle Esquilino in una calda giornata estiva appare strano vedere cadere dal cielo, da curiose 'nuvole' - ben diverse certamente dalla compatta coltre nuvolosa tipica delle precipitazioni nevose (invernali, soprattutto!) - moltissimi, quasi impalpabili... 'fiocchi di neve'. Qualcuno fugge impaurito da questa manifestazione dell'ira divina, qualcuno li raccoglie in mano, vedendoli svanire dopo un po', evaporando, sublimando come neve al sole, qualcuno annota l'evento...
Roma, undici secoli più tardi: al maturo pittore Masolino, originario di Panicale in Valdelsa, ove era nato nel 1383, qualcuno narra di quell'evento, qualcuno fa leggere qualche antica cronaca, qualcuno suggerisce e commissiona parte di quel "Trittico della Madonna della Neve" di cui parleremo fra qualche riga...
Roma, pomeriggio del 5 Agosto. Alle soglie del Terzo Millennio: tre 'curiosi', un archeologo interessatosi 'da sempre' agli aspetti più inconsueti di ciò che ci circonda e 'da sempre' convinto che possano essere le moderne tecnologie - elettronica e informatica per prime - a far luce su alcuni 'angoli bui' della storia passata e della Conoscenza in genere, affiancato da due ingegneri, altrettanto attratti dagli eventi 'dannati' di fortiana memoria e dalle potenzialità dell'onnipresente Computer, decidono di intraprendere una sistematica ricerca su strane raffigurazioni, su 'anacronismi' (chiamiamoli così!) presenti in opere pittoriche realizzate in epoche... non sospette.
Continuiamo, appunto, con Masolino da Panicale.
Qui la vicenda si riallaccia, infatti, a quanto presentammo nel "Simposio Mondiale sugli Oggetti Volanti Non Identificati e i fenomeni connessi", tenutosi a S. Marino alla fine del Maggio scorso. In quella occasione avemmo la possibilità di illustrare una 'chiave i lettura' diversa, più tecnologica, di alcuni articolari raffigurati in opere del Salimbeni, del Ghirlandaio, di Paolo di Dono, di Masolino a Panicale e in particolare di Carlo Crivelli.
Ma proseguiamo ora il nostro viaggio tra le opere del XV secolo che, come abbiamo visto a S. Marino, suggeriscono una rilettura diversa da quella strettamente legata all'importanza dell'opera 'tout-court' o alla mera valutazione delle tecniche pittoriche: questo viaggio - che si mostra sempre più ricco di eccitanti 'imprevisti' - ci induce a ritenere i grandi pittori del passato non più e non solo come grandi artisti ma anche come cronisti di alcuni eventi 'fortiani' ai quali avevano personalmente assistito o dei quali avevano letto in antiche cronache.
Di Tommaso di Cristoforo Fini, detto Masolino, nato nel 1383, abbiamo le prime notizie certe solo intorno al 1423 quando, ormai in età matura, si iscrive alla Corporazione dei Medici e degli Speziali, di cui facevano parte anche i pittori dato che trattavano 'materie chimiche', ovvero i pigmenti con cui fabbricavano i colori. Fu definito dal Vasari uno dei più bravi 'rinettatori' - cioè pulitori e cesellatori delle formelle in bronzo usate nelle fusioni artistiche - al servizio del Ghiberti. Iniziò a dipingere nel 1402 a Firenze e, sempre a Firenze, ricompare, ormai quarantenne, dopo aver viaggiato a lungo e aver soggiornato, secondo il Vasari, anche a Roma. Dove, forse, ebbe notizia proprio di quel 'miracolo' che sei anni dopo dipinse per il "Trittico della Madonna della Neve", insieme a Tommaso di Ser Giovanni di Monte Cassai, più noto come Masaccio, e a Paolo Schiavo.
[wbf]"Come avrebbe potuto un Masolino da Panicale - si chiede Pinotti nel suo 'Angeli, Dei, Astronavi' (Oscar Mondadori, 1996 ) - descrivere l'avvistamento di UFO e la relativa caduta di 'bambagia silicea' (sì, proprio la 'neve'! N.d.A.) su Roma in un 'epoca in cui tutto ciò che si scostava dal 'conosciuto' era considerato stregoneria o miracolo?". Indubbiamente, il modo migliore, più scevro da 'pericoli'... e roghi era proprio quello adottato da vari artisti dell'epoca (intendiamo il XV secolo e poco oltre), inquadrando il tutto in una dimensione mistica, religiosa.[/f]
Cosa può aver letto o sentito narrare il nostro Masolino riguardo a quell'impossibile nevicata estiva avvenuta in una notte di agosto di molti secoli prima, come ci tramanda Bartolomeo da Trento nel suo "Liber epilogorum in gesta sanctorum" e che indusse Papa Liberio, nella seconda metà del IV secolo a tracciare il perimetro dell'area su cui poi fu edificata S. Maria Maggiore?
Ci ripromettiamo in un lavoro di ben maggiore impegno e di più ampia portata di cercare in manoscritti, in cronache del tempo, più precisi indizi sugli avvenimenti, sugli 'avvistamenti', che dettero spunto agli artisti già citati, e ad altri ancora sui quali stiamo indagando, per produrre opere pittoriche... in odor di UFO: limitiamoci per ora, ad analizzare l'opera di Masolino, sia con l'occhio dello studioso del passato, sia con la 'lente' informatica fornitaci dal computer e dai programmi d'analisi di immagine.
La neve - nel dipinto oggetto del nostro studio visibile presso il Museo di Capodimonte (Napoli) - cade da una 'nuvola' allungata, quasi sigariforme (non ne abbiamo il coraggio, ma se lo avessimo la definiremmo... 'astronave madre) sotto e dietro la quale sono visibili delle 'nuvole' più piccole, ben delineate nei loro contorni come - evidenzia ancora Roberto Pinotti... e noi con lui - la maggior parte dei 'dischi diurni' muniti di cupola (http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/miracolo.htm).
[wbf]
Particolare del dipinto di Masolino da Panicale: sono ben visibili i
"fiocchi di neve" che cadono dalle strane "nuvole".
È estremamente plausibile che Masolino si sia avvalso di antiche
cronache descriventi la caduta di "bambagia silicea" da... OVNI.[/f]
Sarebbe interessante comparare - soprattutto ricorrendo alle citate tecniche d'analisi di immagine - alcune di queste 'nuvole' del Masolino con alcune fotografie di 'dischi diurni', come per esempio quella scattata a Siena nel 1954, mentre altra 'neve', o meglio, 'bambagia silicea' cadeva sulla città. Ci siamo limitati, in questo articolo, ad eseguire un raffronto con una delle ben note foto di un altro 'disco diurno', scattate il 5 giugno 1955 nel cielo di Namur (Belgio).
[wbf]
Raffronto tra una delle strane "nuvole" del dipinto di Masolino
(in basso) e una delle foto scattate il 5 giugno 1955 a Namur
(Belgio) da François Gilbert Muyldermans. Si tratterebbe del
classico "disco diurno", illuminato dal Sole sulla cupola: appare
identico a ciò che ha dipinto Masolino oltre cinque secoli prima.[/f]
[wbf]
In alto: uno dei... fiocchi di "neve" caduti abbondantemente
dal cielo. In basso: ingrandimento (10 volte) della stessa sostanza.
Quest'ultima, analizzata chimicamente, ha mostrato di essere costituita
essenzialmente da silicio, calcio, alluminio, ferro, magnesio e boro.
Apparve una matina dui hore inance di una Stella granda,
la quale venìa de verso la montagna.
E andava verso Ravenna;
certo parea una pavagliotta che volasse per l'aria.
lo la vide... come l'altri.
Certo parea come una rota da carro,
e durò circa un buon miserere.
Alcuni dicono che più di meza hora prima
l'avevano veduta a la montagna..."
Leone Cobelli, storico forlivese. XV secolo.[/f]
Roma, notte tra il 4 e il 5 Agosto. IV secolo d.C.: ai pochi abitanti della Città Eterna che si aggirano sul colle Esquilino in una calda giornata estiva appare strano vedere cadere dal cielo, da curiose 'nuvole' - ben diverse certamente dalla compatta coltre nuvolosa tipica delle precipitazioni nevose (invernali, soprattutto!) - moltissimi, quasi impalpabili... 'fiocchi di neve'. Qualcuno fugge impaurito da questa manifestazione dell'ira divina, qualcuno li raccoglie in mano, vedendoli svanire dopo un po', evaporando, sublimando come neve al sole, qualcuno annota l'evento...
Roma, undici secoli più tardi: al maturo pittore Masolino, originario di Panicale in Valdelsa, ove era nato nel 1383, qualcuno narra di quell'evento, qualcuno fa leggere qualche antica cronaca, qualcuno suggerisce e commissiona parte di quel "Trittico della Madonna della Neve" di cui parleremo fra qualche riga...
Roma, pomeriggio del 5 Agosto. Alle soglie del Terzo Millennio: tre 'curiosi', un archeologo interessatosi 'da sempre' agli aspetti più inconsueti di ciò che ci circonda e 'da sempre' convinto che possano essere le moderne tecnologie - elettronica e informatica per prime - a far luce su alcuni 'angoli bui' della storia passata e della Conoscenza in genere, affiancato da due ingegneri, altrettanto attratti dagli eventi 'dannati' di fortiana memoria e dalle potenzialità dell'onnipresente Computer, decidono di intraprendere una sistematica ricerca su strane raffigurazioni, su 'anacronismi' (chiamiamoli così!) presenti in opere pittoriche realizzate in epoche... non sospette.
Continuiamo, appunto, con Masolino da Panicale.
Qui la vicenda si riallaccia, infatti, a quanto presentammo nel "Simposio Mondiale sugli Oggetti Volanti Non Identificati e i fenomeni connessi", tenutosi a S. Marino alla fine del Maggio scorso. In quella occasione avemmo la possibilità di illustrare una 'chiave i lettura' diversa, più tecnologica, di alcuni articolari raffigurati in opere del Salimbeni, del Ghirlandaio, di Paolo di Dono, di Masolino a Panicale e in particolare di Carlo Crivelli.
Ma proseguiamo ora il nostro viaggio tra le opere del XV secolo che, come abbiamo visto a S. Marino, suggeriscono una rilettura diversa da quella strettamente legata all'importanza dell'opera 'tout-court' o alla mera valutazione delle tecniche pittoriche: questo viaggio - che si mostra sempre più ricco di eccitanti 'imprevisti' - ci induce a ritenere i grandi pittori del passato non più e non solo come grandi artisti ma anche come cronisti di alcuni eventi 'fortiani' ai quali avevano personalmente assistito o dei quali avevano letto in antiche cronache.
Di Tommaso di Cristoforo Fini, detto Masolino, nato nel 1383, abbiamo le prime notizie certe solo intorno al 1423 quando, ormai in età matura, si iscrive alla Corporazione dei Medici e degli Speziali, di cui facevano parte anche i pittori dato che trattavano 'materie chimiche', ovvero i pigmenti con cui fabbricavano i colori. Fu definito dal Vasari uno dei più bravi 'rinettatori' - cioè pulitori e cesellatori delle formelle in bronzo usate nelle fusioni artistiche - al servizio del Ghiberti. Iniziò a dipingere nel 1402 a Firenze e, sempre a Firenze, ricompare, ormai quarantenne, dopo aver viaggiato a lungo e aver soggiornato, secondo il Vasari, anche a Roma. Dove, forse, ebbe notizia proprio di quel 'miracolo' che sei anni dopo dipinse per il "Trittico della Madonna della Neve", insieme a Tommaso di Ser Giovanni di Monte Cassai, più noto come Masaccio, e a Paolo Schiavo.
[wbf]"Come avrebbe potuto un Masolino da Panicale - si chiede Pinotti nel suo 'Angeli, Dei, Astronavi' (Oscar Mondadori, 1996 ) - descrivere l'avvistamento di UFO e la relativa caduta di 'bambagia silicea' (sì, proprio la 'neve'! N.d.A.) su Roma in un 'epoca in cui tutto ciò che si scostava dal 'conosciuto' era considerato stregoneria o miracolo?". Indubbiamente, il modo migliore, più scevro da 'pericoli'... e roghi era proprio quello adottato da vari artisti dell'epoca (intendiamo il XV secolo e poco oltre), inquadrando il tutto in una dimensione mistica, religiosa.[/f]
Cosa può aver letto o sentito narrare il nostro Masolino riguardo a quell'impossibile nevicata estiva avvenuta in una notte di agosto di molti secoli prima, come ci tramanda Bartolomeo da Trento nel suo "Liber epilogorum in gesta sanctorum" e che indusse Papa Liberio, nella seconda metà del IV secolo a tracciare il perimetro dell'area su cui poi fu edificata S. Maria Maggiore?
Ci ripromettiamo in un lavoro di ben maggiore impegno e di più ampia portata di cercare in manoscritti, in cronache del tempo, più precisi indizi sugli avvenimenti, sugli 'avvistamenti', che dettero spunto agli artisti già citati, e ad altri ancora sui quali stiamo indagando, per produrre opere pittoriche... in odor di UFO: limitiamoci per ora, ad analizzare l'opera di Masolino, sia con l'occhio dello studioso del passato, sia con la 'lente' informatica fornitaci dal computer e dai programmi d'analisi di immagine.
La neve - nel dipinto oggetto del nostro studio visibile presso il Museo di Capodimonte (Napoli) - cade da una 'nuvola' allungata, quasi sigariforme (non ne abbiamo il coraggio, ma se lo avessimo la definiremmo... 'astronave madre) sotto e dietro la quale sono visibili delle 'nuvole' più piccole, ben delineate nei loro contorni come - evidenzia ancora Roberto Pinotti... e noi con lui - la maggior parte dei 'dischi diurni' muniti di cupola (http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/miracolo.htm).
[wbf]

Particolare del dipinto di Masolino da Panicale: sono ben visibili i
"fiocchi di neve" che cadono dalle strane "nuvole".
È estremamente plausibile che Masolino si sia avvalso di antiche
cronache descriventi la caduta di "bambagia silicea" da... OVNI.[/f]
Sarebbe interessante comparare - soprattutto ricorrendo alle citate tecniche d'analisi di immagine - alcune di queste 'nuvole' del Masolino con alcune fotografie di 'dischi diurni', come per esempio quella scattata a Siena nel 1954, mentre altra 'neve', o meglio, 'bambagia silicea' cadeva sulla città. Ci siamo limitati, in questo articolo, ad eseguire un raffronto con una delle ben note foto di un altro 'disco diurno', scattate il 5 giugno 1955 nel cielo di Namur (Belgio).
[wbf]

Raffronto tra una delle strane "nuvole" del dipinto di Masolino
(in basso) e una delle foto scattate il 5 giugno 1955 a Namur
(Belgio) da François Gilbert Muyldermans. Si tratterebbe del
classico "disco diurno", illuminato dal Sole sulla cupola: appare
identico a ciò che ha dipinto Masolino oltre cinque secoli prima.[/f]
[wbf]

In alto: uno dei... fiocchi di "neve" caduti abbondantemente
dal cielo. In basso: ingrandimento (10 volte) della stessa sostanza.
Quest'ultima, analizzata chimicamente, ha mostrato di essere costituita
essenzialmente da silicio, calcio, alluminio, ferro, magnesio e boro.
Soffermiamoci ad analizzare il particolare che si trova sul lato destro del dipinto, vicino al cornicione dell'edificio. Come appare chiaro da un confronto con l'immagine originale, a causa degli effetti provocati dall'acquisizione dell'immagine stessa tramite scanner e per il successivo ingrandimento, si è persa, prima dell'elaborazione, la nitidezza dell'oggetto (la 'nuvola') - raffigurato. È per questo che, come prima soluzione, si è scelto di utilizzare filtri che consentono un miglior contrasto e che mettono in evidenza le differenze cromatiche tra le varie parti del dipinto. Tramite questa tecnica è stato possibile evidenziare con maggior efficacia la forma e i contorni della 'nuvola' presa in considerazione.

Analisi d'immagine di una delle strane "nuvole"
raffigurate nel dipinto di Masolino da Panicale.
Successivamente a questo primo e necessario step vengono proposte quattro elaborazioni del particolare: queste analisi di immagine, come è evidente, non sono assolutamente 'invasive' riguardo un eventuale cambiamento della morfologia degli oggetti rappresentati, ma tendono semplicemente, tramite filtri ed algoritmi matematici applicati alla matrice dell'immagine digitalizzata, ad evidenziare alcuni parametri piuttosto che altri.
La seconda e la terza elaborazione sono infatti il frutto di particolari procedure che, una volta rappresentata !'immagine nella sola scala dei grigi, tramite il calcolo del 'gradiente', forniscono un effetto 'tridimensionale' alle forme prese in considerazione.
In particolare, nella prima applicazione, si è calcolato il gradiente sulla scala dei grigi in un senso, cioè dal nero al bianco, mentre nella seconda si è proceduto in senso inverso, dal bianco al nero. Ciò ha permesso, tramite l'effetto di 'bassorilievo', di marcare molto nitidamente la 'nuvola' come se fosse investita da un fascio luminoso, prima in un senso e poi nell'altro. Una sorta di illuminazione in luce radente simulata.
La successiva elaborazione rappresenta invece un'immagine portata dapprima al negativo e successivamente elaborata con forti contrasti. Anche questo trattamento consente una diversa visione della stessa raffigurazione, dando modo di eliminare quell'effetto di uniformità dell'immagine originale, esaltando i particolari più significativi.
Come sarà certamente noto a gran parte dei lettori, le immagini digitalizzate a colori sono, dal punto di vista matematico, rappresentabili da tre 'matrici' denominate R, G e B, laddove, rispettivamente, R rappresenta la matrice che contiene le intensità relative al colore Rosso (R = Red), G quelle relative al Verde (G = Green) e B quelle riguardanti il Blu (B = Blue). La 'fusione' di queste tre matrici consente la visualizzazione dell'immagine con i suoi colori autentici: l'elaborazione da noi applicata ha in un primo tempo generato il negativo delle singole matrici e poi le ha - per così dire - 'rifuse'.
La successiva operazione di contrasto ha quindi consentito di migliorare l'osservazione della 'nuvola', esaltando maggiormente i particolari in essa raffigurati, mettendo dunque in risalto eventuali microscopici elementi dell'immagine, nel caso il buon Masolino avesse inteso riportare nel suo inquietante dipinto anche minimi particolari desunti - si può ritenere - dalle antiche cronache alle quali si era verosimilmente ispirato.
L'ultima immagine è il risultato di un algoritmo matematico da noi appositamente elaborato per queste ricerche ed applicato ad un particolare del dipinto: è utile per ricavare i reali contorni dell'immagine estrapolandola dal suo contesto .per poter quindi mettere in evidenza la forma vera e propria dell'oggetto stesso, non tenendo conto di eventuali sfumature cromatiche dovute alla componente prettamente... artistica del dipinto esaminato. Nel nostro caso tale applicazione ci ha permesso di mettere in evidenza la sola 'nuvola', eliminando lo sfondo ed eventuali altri oggetti rappresentati nelle sue immediate vicinanze.
L'algoritmo consente in pratica di esaltare in modo netto la cosiddetta 'regione di interesse' (RDI) di un'immagine. Una volta definiti i pixel relativi al particolare del dipinto che interessa mettere in evidenza, si costruisce una 'maschera filtro' in formato binario contenente le zone da evidenziare. Dopo aver effettuato il prodotto tra le due matrici, si ottiene un primo risultato che viene ulteriormente migliorato sostituendo con dei valori random i pixel che non appartengono alla 'regione di interesse'.
Tutte queste elaborazioni - teniamo a precisare - intendono essere di ausilio al ricercatore per rispondere ad alcune domande che noi stessi ci siamo posti e che - tramite il precedente lavoro (http://www.edicolaweb.net/ufost16b.htm), questo e gli altri che seguiranno - speriamo si pongano tutti coloro siano interessati ad una rilettura 'up-todate' di alcuni dipinti, con una 'chiave' nuova e diversa da quella classica. Il nostro intento non è certamente quello di andare contro le interpretazioni più tradizionali: il nostro fine è piuttosto quello di porci sempre e comunque delle domande, di crearci dei 'dubbi' e non delle 'certezze', restando così fedeli a quello spirito di scientificità che ci ha sempre accompagnato durante le nostre indagini.
Come concludere questo nostro ulteriore contributo all'analisi degli 'anacronismi', cioè di alcuni Oggetti Volanti Non Identificati presenti in svariate opere pittoriche cronologicamente collocate tra il XV e gli inizi del XVII secolo?
Il nostro intento, come abbiamo già avuto modo di ribadire, è quello di fornire materiale, spunti di riflessione, suggerimenti e inviti alla ricerca per superare quei limiti interpretativi delle opere dei grandi Maestri della pittura, vissuti in un certo periodo storico, imposti da una cultura, a volte, per certi versi, cieca agli aspetti più inconsueti della conoscenza. Aspetti che molto spesso sono evidenti, sotto gli occhi di tutti, ma che - per ottusi, aprioristici giudizi, per vera e propria 'cecità intellettuale' - vengono guardati come in un... 'binocolo rovesciato'.
Da lontano... come le 'nuvole' di Masolino![/i]