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MessaggioInviato: 14/10/2013, 18:13 
MILTON WILLIAM COOPER

Fonte: http://fratellidiluce.it/sottopagine/Ar ... &cr34=cr34>b78=xc7we54>o87=xw56&h78=vtr7&gvrt67=cw45&t78=cv56e>67=ce56>78=ce56

La “stagione” dei rivelatori in tema di UFO e alieni ha avuto inizio verso il principio degli anni ’80 del secolo scorso.
Uno degli esponenti più rappresentativi di tale fenomeno è stato senz’altro William Milton Cooper, un ex militare statunitense figlio di un ufficiale dell’aeronautica USA.
Cooper si diplomò in Giappone, dove visse per un breve periodo. Terminò la graduazione militare alla base dell’aeronautica militare di Lackland e fu quindi assegnato al comando strategico dell’aeronautica. Si arruolò nella marina militare nel dicembre del 1965 come volontario nei sottomarini e fu assegnato alla base di Tiru (SS-416) a Pearl Harbor, Hawaii.

Immagine

Fin da giovane Cooper fu al corrente di storie di avvistamenti di strani oggetti nel cielo. Una volta, mentre si trovava con la sua squadra in ricognizione nell’area Portland - Seattle, un UFO grande quanto un aereo ascese dal mare per sparire nelle nuvole. L’UFO discese di nuovo nel mare e risalì tra le nuvole parecchie volte; L’oggetto non identificato fu avvistato da Cooper, dalla vedetta di prua, dall’ufficiale di ponte, dal capitano e dal maresciallo d’alloggio, il quale scattò anche delle fotografie.

Immagine
Bill Cooper con la sua squadra (al centro della prima fila)

Bill Cooper si Congedò con onore nel Dicembre del 1975, Rango E-6. Dopo aver abbandonato la marina statunitense lavorò per innumerevoli società appaltatrici di lavori per il governo USA. Alcuni di questi incarichi consistevano nell’addestramento di personale militare straniero.
Le prime rivelazioni di Cooper circa i rapporti tra il governo statunitense e gli alieni risalgono al 1989, allorquando diramò in rete un documento ricchissimo di dettagli sull’argomento.
Tale documento, denominato “Operazione Majority”, sconcertò non poco la comunità ufologia, anche se parte delle informazioni in esso contenute erano già di dominio pubblico, essendo state precedentemente rese note da altri personaggi del sottobosco ufologico (Bennewitz, Lear ecc.).
Nel suddetto documento Cooper affermava di aver visionato nel 1972, quando era ancora in servizio presso la Marina Militare statunitense, due rapporti che provavano il contatto del governo USA con esseri alieni: il Progetto Grudge/Blue Book Rapporto n. 13 ed il Rapporto Majority.
Il rapporto Grudge conteneva 25 fotografie in bianco e nero di forme di vita aliena. Il rapporto Majority non conteneva foto ma le preoccupazioni del governo USA rispetto alle interferenze degli alieni nella vita del pianeta Terra.
In base ai suddetti rapporti, intorno alla fine degli anni 40 vi furono numerosi avvistamenti di UFO, principalmente nel Nuovo Messico, ove erano dislocate le più importanti basi militari statunitensi. Alcune di queste navette extraterrestri si erano schiantate al suolo. Molto famoso fu il recupero di uno di questi veicoli precipitato nei pressi di Roswell, sempre nel Nuovo Messico, il 2 Luglio 1947.
Durante le operazioni di recupero furono ritrovati dei corpi senza vita di alieni del tipo “Grigio”. All'inizio, la base di Roswell (RAAF) diffuse la notizia del ritrovamento dell’UFO, ma fu quasi subito smentita da un successivo comunicato a favore della tesi che i rottami rinvenuti appartenevano a un pallone sonda di tipo Rawin.
Il successivo importante evento - continua Cooper nel suo documento - risale al 1954 quando il governo americano stabilì un contatto con una razza di alieni che furono denominati "I GRIGI" (tali alieni avrebbero sempre svolto un ruolo importante nella vita del nostro pianeta). Gli alieni erano, a quanto pare, atterrati nella base aerea di Edwards e colà avevano incontrato il presidente Eisenhower con il quale avevano stipulato un trattato.
Secondo Cooper il trattato stabiliva che ”gli alieni non avrebbero interferito con i nostri affari e noi non avremmo interferito con i loro, mantenendo segreta la loro presenza sul pianeta Terra”. In cambio gli alieni avrebbero fornito agli Stati Uniti una tecnologia avanzata che ne avrebbe aiutato lo sviluppo scientifico e si sarebbero astenuti dallo stipulare accordi simili con altre nazioni terrestri. Inoltre, fu concesso agli alieni di rapire periodicamente alcuni umani, con lo scopo di eseguire esami medici e controlli sul nostro sviluppo evolutivo, a condizione che i soggetti non subissero danni e che fossero poi ricondotti dove erano stati rapiti. Le cavie umane non avrebbero ricordato l'accaduto e gli alieni avrebbero fornito una lista di tutte le persone prelevate all'ufficio governativo appositamente creato, denominato MJ-12.
Fu infine concordato che sarebbero state costruite basi sotterranee che gli alieni avrebbero potuto utilizzare per i loro fini e che in due di queste basi ci sarebbe stato lo scambio di informazioni scientifiche tra i Grigi e il governo degli Stati Uniti.
Senonchè ben presto emerse l’”orribile verità”: 1) I Grigi avevano contravvenuto al trattato prelevando un numero di umani ben superiore agli accordi. E, cosa più grave, avevano causato a queste persone (e ad un notevole numero di animali) delle terribili mutilazioni. I Grigi si giustificarono dicendo che erano stati costretti a violare agli accordi in quanto la loro specie si trovava sull’orlo dell’estinzione, a causa del patrimonio genetico gravemente deteriorato, e che gli esperimenti avevano lo scopo di prelevare il materiale genetico degli umani per cercare di riparare il DNA alieno. 2) Le nostre armi non potevano assolutamente competere con quelle degli alieni ed era quindi necessario rimanere in buoni rapporti con loro, almeno fino a quando gli USA non avessero sviluppato una tecnologia in grado di poterli contrastare. Tutta la vicenda fu classificata dal governo ad un livello di massima segretezza (top secret MJIC).

In realtà Cooper va ben oltre le suddette dichiarazioni riportando nel suo documento anche i seguenti dettagli:

“MAJESTY era indicato come una parola in codice per il Presidente degli Stati Uniti.
OPERATION MAJORITY è il nome dell'operazione responsabile di ogni aspetto, progetto e delle conseguenze della presenza degli alieni sulla terra.
GRUDGE Contiene 16 volumi di informazioni documentate, raccolte da quando gli Stati Uniti iniziarono ad investigare sugli "oggetti volanti non identificati" (UFO) e sui "veicoli extraterrestri identificati" (IAC). Il progetto veniva finanziato dalla CIA con fondi riservati e con soldi provenienti dal traffico illecito della droga. La partecipazione al traffico illecito di stupefacenti veniva giustificato come deterrente per identificare ed eliminare gli elementi deboli della nostra società. Il proposito del progetto GRUDGE era quello di catalogare tutte le informazioni scientifiche, tecnologiche, mediche e spionistiche riguardo avvistamenti UFO\IAC e contatti con forme di vita aliene. Tali informazioni sono state usate per finalizzare il Programma Spaziale degli Stati Uniti.
MJ-12 è il nome di un gruppo segreto di controllo. Il Presidente Eisenhower commissionò una società segreta conosciuta come THE JASON SOCIETY (JASON SCHOLARS) sotto la guida del direttore del servizio segreto (CIA) Allen Welsh Dulles, del dottor Z. Brzezinsky (presidente della TRILATERAL COMMISSION dal 1973 al 1976) e del dottor H. Kissinger (leader della promozione scientifica), per vagliare tutti i fatti, evidenze, tecnologia, menzogne e inganni, in ordine di trovare la verità sulla questione aliena. La società fu creata sui 32 uomini più importanti del paese, di cui i 12 membri più eminenti erano designati come MJ-12. MJ-12 ha il controllo totale di ogni cosa. Essi sono contraddistinti con i codici J-1, J-2, J-3 e così via fino a definire tutti i membri della Jason Society. Il direttore della CIA era indicato con J-1 ed è il direttore di MJ-12. MJ-12 è responsabile solo al presidente. MJ-12 gestisce la gran parte dei traffici illeciti di stupefacenti nel mondo. Ciò avveniva per nascondere i finanziamenti e in questo modo tenere all’oscuro il Congresso e i cittadini degli Stati Uniti. Era giustificato come deterrente per identificare ed eliminare gli elementi deboli della nostra società. Il costo del finanziamento connesso ai progetti sugli alieni è più alto di quanto ognuno di voi possa immaginare.
MJ-12 assassinò il presidente Kennedy quando egli disse che avrebbe reso pubblico tutti i fatti riguardanti la presenza degli alieni. Fu ucciso dall'agente del servizio segreto che guidava la sua automobile, ciò è manifestamente visibile nel filmato che è stato girato dalla parte del pubblico, il giorno dell'omicidio. Un rifugio segreto fu costruito per MJ-12 in MARYLAND ed era descritto come accessibile solo via cielo. Esso è un posto pienamente vivibile, ristorabile e con tutti gli altri comforts per MJ-12 e la Jason Society. Il suo nome in codice è "THE COUNTRY CLUB". Il terreno per "THE COUNTRY CLUB" fu donato dalla famiglia Rockefeller. Solo coloro che posseggono il pass TOP SECRET/MAJIC sono ammessi in questo luogo.
MAJI stà per MAJORITY AGENCY FOR JOINT INTELLIGENCE. Tutta l’informazione, la disinformazione e lo spionaggio è stato raccolto e promosso da questa agenzia. Questa agenzia è responsabile di tutta la disinformazione sugli alieni ed opera in congiunzione con la CIA, la NSA e l'ufficio di spionaggio della marina. Questa è una potentissima organizzazione e tutti i progetti riguardanti gli alieni sono sotto il suo controllo. MAJI è responsabile solo a MJ-12.
SIGMA è il progetto che per primo stabilì comunicazioni con gli alieni, ed è ancora responsabile per le comunicazioni.
PLATO è il progetto responsabile per le relazioni diplomatiche con gli alieni.
MAJIC è la classificazione di sicurezza e di chiarezza su tutti i materiali, le informazioni ed i progetti connessi con gli alieni. MAJIC significa MAJI controllato.
AQUARIUS è un progetto che ha stilato la storia della presenza aliena e delle loro interazioni con l'Homo Sapiens su questo pianeta negli ultimi 25.000 anni e culminati con il popolo basco che vive nella regione montagnosa sul confine tra Francia e Spagna e i siriani o assiri.
GARNET è il progetto responsabile per il controllo di tutte le informazioni e documentazioni concernenti questo soggetto e la credibilità di tali informazioni e documenti.
PLUTO è un progetto per valutare tutte le informazioni UFO/IAC(Identified Alien Craft – n.d.a.) riferendole alla tecnologia spaziale (astronautica).
POUNCE. Questo progetto fu istituito per il recupero di tutti gli alieni e i veicoli caduti\incidentati. provvedeva a fornire storie di copertura e, quando necessario, a operazioni per mascherare la verità. Coprire ciò che è stato usato, incidenti simulati di velivoli, costruzioni, scavi del terreno etc. Questo progetto ha dato esiti di successo ed è tuttora operativo.
LUNA è la base aliena sita sull'altra faccia della luna.
NRO sta per National Recon Organization, situato a Fort Carson, Colorado. E’ responsabile per la sicurezza di tutti gli alieni e/o connesso ai progetti riguardanti i velivoli alieni.
DELTA è la designazione per la specifica armata del NRO che è specialisticamente addestrata e finalizzata per la sicurezza di questi progetti.
BLUE TEAM è il primo progetto dell’aviazione responsabile per le relazioni/recupero di alieni o veivoli caduti o incidentati
REDLIGHT era il progetto destinato a condurre voli di prova con velivoli alieni; il progetto è tuttora operativo presso l’Area 51.
SNOWBIRD era progetto di COPERTURA per il progetto REDLIGHT. Un oggetto volante nominato "TYPE" fu costruito utilizzando tecnologia convenzionale. Esso non fu presentato alla stampa e volò in pubblico in diverse occasioni. Il proposito era quello di spiegare che avvistamenti o rivelazioni concernenti REDLIGHT erano da attribuirsi al velivolo SNOWBIRD. Ciò si è dimostrato molto congruo per il suo carattere disinformativo. Questo progetto è esecutivo solo quando diviene indispensabile. Non è stato usato per diversi anni. Questo progetto è attualmente congelato fino a quando non sarà necessario servirsene di nuovo.
BLUE BOOK------QUESTO ERA UN PROGETTO DI DISINFORMAZIONE E DI INFORMAZIONI RISERVATE DI UN REPARTO SPECIALE DELL'AVIAZIONE MILITARE SU UFO\ALIENI. QUESTO PROGETTO E’ TERMINATO E LE SUE INFORMAZIONI E COMPITI FURONO ASSORBITE DAL PROGETTO AQUARIUS. IL RAPPORTO CLASSIFICATO COL NOME "GRUDGE\BLUE BOOK REPORT N°13" E' L'UNICA SIGNIFICATIVA INFORMAZIONE DERIVATAMI DI QUESTO PROGETTO CHE E' INACCESSIBILE AL PUBBLICO. (DA CIO’ CHE LESSI DAL FILE DI BILL ENGLISH SEMBRA CHE LUI VIDE VERAMENTE QUESTO RAPPORTO, E DA COME LO DESCRIVE RISULTA ESSERE LA STESSA INFORMAZIONE CHE IO VIDI COME "GRUDGE\BLUE BOOK Nø13").
JOSHUA è un progetto atto a sviluppare un'arma che genera un impulso sonoro a bassa frequenza. Veniva riportato che tale arma sarebbe stata impiegata contro i velivoli alieni ed armi laser.
EXCALIBUR è un'arma impiegata per distruggere le basi aliene sotterranee. Si tratterebbe di un missile in grado di penetrare 1000 metri di terreno argilloso durissimo, tale come quello che si trova in New Mexico, senza causare alcun danno operativo. Il missile era predisposto a non andare oltre 30.000 piedi AGL di profondità e che non deviasse oltre i 50 metri all'impatto, dall'obiettivo predestinato. Il dispositivo in questione trasportava un megaton di testata nucleare.
ALIENI:, comparivano quattro tipi di alieni su quei documenti. Un GRIGIO DAL NASO GRANDE che è quello col quale abbiamo trattato, un GRIGIO definito come sottomesso e servitore del GRIGIO DAL NASO GRANDE, un tipo biondo dalle sembianze umane descritto come NORDICO, uno dai capelli rossi dai lineamenti umani riportato come ARANCIONE. I luoghi di provenienza degli alieni venivano descritti essere una stella della costellazione di Orione, la stella Barnards e Zeta Riticuli 1 e 2. Non ho potuto ricordare, nemmeno sotto ipnosi, quale alieno appartenesse a quale stella.
EBE è il nome o la designazione data all’ alieno catturato vivo nell'incidente di Roswell nel 1949. Egli morì in cattività.
KRLL O KRLLL O CRLL O CRLLL (pronuncia Crill o Krill) fu l'ostaggio lasciatoci al primo sbarco alieno, come pegno del fatto che gli alieni intendevano rispettare gli accordi. KRLL ci diede le fondamenta del Libro Giallo. più tardi. KRLL si ammalò e fu curato dal dottor G. Mendoza, il quale divenne l'esperto di medicina e biologia aliena. In seguito KRLL morì. L'informazione concernente l’alieno era inoltrata con lo pseudonimo O.H. Cril o Crill. KRLL divenne l'ambasciatore alieno presso gli Stati Uniti.
OSPITI: così erano chiamati gli alieni scambiati con umani, i quali ci diedero il completamento del Libro Giallo. Al tempo in cui vidi l'informazione erano rimasti in vita solamente 3 di essi. Erano chiamati (ALF's) Alien Life Form.
RELIGIONE: Gli alieni dichiararono di aver creato l'Homo Sapiens attraverso l’ibridazione. Il documento riferiva che il sangue RH-negativo era una prova di ciò. Dichiararono inoltre di aver creato tutte le religioni per accelerare il processo di formazione di una cultura civile e per controllare la razza umana.
ABDUCTIONS: I rapimenti avvenivano da molto prima del 1972. Il documento riportava che uomini ed animali erano stati rapiti e/o mutilati. Molti sparirono senza lasciare alcuna traccia. Gli alieni prelevavano campioni di ovaie e di sperma, tessuti, praticavano operazioni di chirurgia, impiantavano un dispositivo sferico da 40 ad 80 micron di larghezza nel cervello vicino al nervo ottico. Nel documento si calcolava che una persona su 40 è stata impiantata. Gli impianti servono agli alieni per avere il totale controllo di un essere umano.
PIANO DI CONTINGENZA IN CASO L'INFORMAZIONE DIVENISSE PUBBLICA O IN CASO GLI ALIENI TENTASSERO DI INSTAURARSI SULLA TERRA. Questo piano mirava a diffondere la notizia che un gruppo terroristico era entrato negli Stati Uniti con armi atomiche, e che i terroristi avevano un piano per far brillare una bomba atomica in una delle città principali. Sarebbe stata dichiarata la legge marziale e tutti gli individui impiantati dagli alieni assieme a tutti i dissidenti, sarebbero stati rinchiusi in campi di concentramento. La stampa, la radio e la TV sarebbero state nazionalizzate e controllate. Chiunque avesse tentato di resistere sarebbe stato arrestato o ucciso.
PIANO PARALLELO PER CONTENERE O RIMANDARE FUGHE DI NOTIZIE.
Questo piano, denominato in codice MAJESTYC TWELVE, agiva come strategia di disinformazione per depistare e confondere chiunque arrivasse vicino alla verità. Gli era stato affidato quel nome per via della sua similarità di pronuncia con MJ-12. Era stato strutturato per confondere il pubblico e per far risultare infruttuose le ricerche su materiale inesistente. ”.

William Cooper, nel corso degli anni 90 e fino alla sua morte, tenne diverse conferenze in tutto il mondo su tali argomenti arricchendoli di volta in volta di nuovi particolari dall’”Alternativa III” alle profezie di Fatima che, a suo dire,erano un altro piano degli alieni per ingannare e confondere la razza umana.
Nel suo libro, inedito in Italia, “Behind a Pale Horse” Cooper avanza l’ardita teoria che alcuni dei ricercatori UFO più famosi (Strieber, Hopkins, Friedman, Moore, Hainek) siano in realtà agenti della CIA in combutta con il governo USA per screditare il fenomeno UFO.
A questo proposito Bill Cooper, nel Marzo 1989, rilasciò una intervista all’astrofisico franco-americano Jacques Vallée il quale la riportò nel suo libro"Revelations". L’incontro tra Vallée e il rivelatore avvenne sul transatlantico Queen Mary. Si riportano di seguito alcuni brani dell’intervista:

Vallée : Le risulta, come mi hanno detto John Lear e Linda Howe che il nome di Allen Hynek veniva fatto nel Report-13 del progetto Grudge?

Cooper : menzionato? Era il co-autore di quel maledetto imbroglio!!! Hynek era completamente coinvolto, nello studio delle abductions e degli impianti. Ha anche affermato che una persona su 40 era stata addotta e aveva un impianto. Naturalmente molte più persone sono state rapite. Si immagini se i membri del governo fossero stati tutti già impiantati?Ecco cosa mi atterrisce.

Vallée : Guardi che io Hynek lo conoscevo molto bene e, rispetto al suo carattere, quello che lei afferma non ha senso.

Cooper : Posso solo dire che questo è quanto era riportato nel documento. Il nome di Hynek era sulla copertina e all’interno c’erano le foto dell’atterraggio di Holloman, foto di alieni, tavoli autoptici e dettagli del progetto Red-Light, nel cui contesto è stato tentato di far volare le loro astronavi, e il progetto Snowbird, una copertura per il Red-Light in cui veniva usata tecnologia convenzionale. A proposito, se subiscono un’avaria le loro navi non si schiantano, ma si adagiano nel cratere di impatto. “

Nel suo volume, scritto e pubblicato nel 1994, Cooper riassumeva le sue rivelazioni per poi ampliarle e trasferirsi dagli UFO al filone del cospirazionismo antigovernativo; poco prima di morire, aveva alquanto stranamente sconfessato tutte le sue precedenti rivelazioni ufologiche ritenendole il probabile frutto di una campagna di disinformazione del governo ai suoi danni.
La notte del 5 novembre 2001 il cospirazionista americano è stato ucciso in un conflitto a fuoco con le forze di polizia che tentavano di arrestarlo a Eager, in Arizona per un episodio di minaccia a mano armata.


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SEAN CASTEEL INTERVISTA DAVID JACOBS

Il dott. David Jacobs, Professore della Temple University e autore di due libri molto noti come "La controversia sugli UFO in America" e "Vita Segreta" ha speso più di 30 anni della sua vita nella ricerca sugli UFO e sui rapimenti alieni. Ma é stato solo recentemente che ha affermato di avere la sensazione di aver risolto in parte questo mistero. Le conclusioni a cui é arrivato costituiscono l'argomento del suo terzo libro "The Threat" Ma la scoperta di quelle che lui considera le risposte alle sue ricerche non rappresenta per Jacobs un lieto evento. Ci ha infatti recentemente raccontato che ora si avvicina a questo argomento con un atteggiamento di paura e di profonda preoccupazione per il futuro dell'umanità e del pianeta che noi chiamiamo casa.

Casteel: Che cosa vogliono veramente da noi gli alieni?

Jacobs: La domanda fondamentale da porsi riguardo al fenomeno UFO é questa: "Per quale dannato motivo pensi che loro siano qui?" Questa é la domanda a cui ho cercato di rispondere in questo libro. Cosa significa tutto questo? Che cosa sta succedendo? Perché sta succedendo? Perché la gente dice che queste cose stanno capitando? Così quello che ho fatto é stato di rispondere a queste domande come meglio potevo utilizzando tutte le informazioni possibili di cui disponevo frutto di 11 anni di piuttosto intense ricerche nel campo dei rapimenti alieni. E quello che ho scoperto é che si tratta di un vero e proprio programma. Loro non sono qui soltanto perché ci stanno esaminando o per studiare le persone o per fare esperimenti sulla gente. Non so Sean se ricordi che ho dato una lezione a tal proposito a Los Angeles il giorno in cui incontrammo. Loro non sono qui sulla Terra per effettuare in qualche modo una specie di esame su di noi. Loro sono qui per compiere una missione ben precisa. Loro sono qui avendo in mente un chiaro obiettivo. Hanno un programma. E si tratta di un programma con un inizio, una fase intermedia ed una fine. Si tratta di un programma che é finalizzato al raggiungimento di una meta e io penso che stiamo per entrare nella fase finale di questo programma. Credo che ci stiamo muovendo verso la fine di tutta questa faccenda. In definitiva il programma non é quello di rapire le persone. I rapimenti, bisogna ricordarlo, rappresentano soltanto il mezzo per raggiungere uno scopo. Loro rapiscono le persone per raggiungere uno scopo. Esiste certamente una ragione per cui lo fanno. L'atto fisico di rapire la gente, vale a dire il fenomeno dei rapimenti alieni, é soltanto una parte del programma. Quello che ho fatto nel mio libro é dividere il programma nelle sue diverse parti: un programma di rapimenti, un programma di incrocio, un programma di ibridazione che danno ragione di tutte le attività riproduttive che osserviamo e che spiega perché la gente vede ibridi neonati, bambini, adolescenti ed infine adulti. E al termine di tutto questo io penso che seguirà un programma di integrazione nel quale alla fine questi ibridi dall'aspetto molto umano saranno integrati nella nostra società e saranno quelli che alla fine presumo ne assumeranno il controllo in quanto sono dotati di una tecnologia superiore e posseggono superiori capacità fisiologiche che noi non abbiamo. Credo perciò che diventeremo una sorta di cittadini di seconda classe. Trovo che questo sia molto inquietante. E la cosa interessante é che veramente non vedo altri possibili scenari. So che molta gente sente che si tratta invece di un fatto positivo e meraviglioso, che loro sono qui per aiutarci, ma nei casi che io ho studiato molto attentamente, molto approfonditamente e per lungo tempo non ho trovato persone che parlavano di questo. Quando le persone addotte trattano del futuro, generalmente parlando, si riferiscono a questo programma di integrazione che loro stanno affrontando e che noi tutti stiamo affrontando. Io sono coinvolto nel campo della ricerca ufologica da circa 32 anni fin dal lontano 1965 e non sono mai stato così abbattuto o depresso da questo fenomeno come lo sono adesso. Non sono mai stato pessimista a riguardo. Sono sempre stato pieno di meraviglia, di soggezione e di stupore nei suoi riguardi. Sono stato entusiasta e ottimista. Ma devo dire che adesso che conosco quello che conosco, cioè molto, sono molto ma molto irrequieto e triste per quello che vedo. Non mi piace quello che vedo. Desidererei non averlo visto. Desidererei di non averlo scoperto. Questa cosa mi fa disperare. Questa cosa fa nascere in me una tremenda sensazione di preoccupazione per il nostro futuro. Veramente é una cosa che non mi piace per niente. Non si tratta di fare fare l'uccello del malaugurio ma non avrei mai immaginato di giungere ad una simile conclusione. Non avrei mai immaginato in passato di vedere quello che vedo adesso e quello che ho scoperto su questo fenomeno. Adesso però sono convinto dall'evidenza. Penso che noi ci troviamo di fronte ad una faccenda molto seria che sta avvenendo sotto il nostro naso. Come ben sai il fenomeno UFO-Abduction é molto diffuso e la gente ha visto decine di migliaia, centinaia di migliaia, forse milioni di UFO, in tutte le parti della terra oramai da molto tempo, almeno per tutto il XX secolo e certamente dal 1947 in poi. Questo significa che la quantità di tempo e di energia investita in questo programma é veramente enorme. Questo significa che questo programma riveste una tremenda importanza per queste creature. E c'é anche un altro aspetto sconcertante: si tratta di una fenomeno segreto. Loro non vogliono che noi ci accorgiamo di quello che ci stanno facendo. Non vogliono che noi interferiamo con l'esecuzione del loro programma. Si tratta di un atto cosciente di un programma di segretezza per prevenire la scoperta da parte nostra. E accidenti questo mi sconforta molto Sean.

Casteel: Così la ragione di tutto questo sentimento negativo e di depressione che tu hai nasce dalla tua sensazione che tu, io e le persone come noi, normali abitanti umani del pianeta Terra, saremo in qualche modo soggetti ad una forte forma di oppressione?

Jacobs: Di autorità, giusto. Penso veramente che qualche cosa di simile stia per succedere. Comunque io guardi la cosa c'é un solo scenario che mi piace, tutto il resto non mi piace affatto. L'unico scenario che mi piace é quello che un giorno loro diranno agli addotti: "Il nostro programma é oramai completato. Abbiamo raggiunto la nostra meta. Abbiamo preso quello di cui avevamo bisogno. Grazie tante per il vostro aiuto. Grazie per la vostra cooperazione. Stiamo per andarcene ora. Nessuno saprà mai se veramente ci siamo stati. La gente si domanderà per sempre se é stata rapita o no. Grazie e buona notte." Questo sarebbe il mio scenario preferito. Lo scenario che amo. Ma in realtà non abbiamo mai ascoltato una cosa simile. Ascoltiamo invece sempre di uno scenario che riguarda il futuro nel quale queste creature affermano che loro stanno per arrivare qui per stare con noi sulla Terra. E che tutto sarà meraviglioso. Che tutto sarà grande e molto piacevole. Che questo futuro piacerà a noi, piacerà a loro, piacerà a tutti. Questo é il futuro secondo loro. Ma quando guardo alla loro società e quando do uno sguardo al futuro nel quale loro avranno il controllo grazie alla loro superiorità tecnologica e fisiologica vedo una società molto differente da quella attuale. Vedo una società che é molto più limitata e di molto più controllata. L'intero concetto di libertà individuale in questo tipo di società sarà messa in discussione e questo non mi piace affatto. Non lo voglio. Vorrei piuttosto che gli uomini continuino a fare i loro errori e che risolvano i loro problemi da soli. Penso che noi uomini siamo perfettamente in grado di farlo. Penso che noi uomini possiamo vivere tutti insieme in un futuro di felicità. Credo che questo rientri nel novero delle cose possibili.

Casteel: Così loro descrivono una specie di Utopia per quello che sta per succedere?

Jacobs: Loro descrivono un quadro di quello che loro considerano essere buono per loro stessi e loro vivono in una società controllata. Vivono in una società dove ognuno sa e conosce esattamente quale é il suo lavoro, loro vivono in una società dove tutto é controllato. La capacità delle persone di agire in modo indipendente é molto limitata. E questo proprio non mi piace. Sono pieno di apprensione riguardo a questa faccenda. Ora la chiave di tutto é che loro sono qui per una ragione. Loro non stanno studiando o sperimentando qualcosa su di noi e tengono le loro attività segrete in modo tale che noi non possiamo scoprirle.

Casteel: questo é quello che tu stavi dicendo alla conferenza di Los Angeles, cioé che loro sono molto più avanti rispetto ad una fase sperimentale?

Jacobs: Esatto. Infatti questo era il titolo della lettura: "Si tratta di un esperimento o di un programma?" Non é necessario essere uno scienziato di astronautica per vedere quello che sta succedendo. E' accaduto in tutto il mondo a milioni di persone per cinquanta anni, giorno dopo giorno, ventiquattro ore al giorno: che tipo di esperimento é questo? E poi ci sono molte altre ragioni per cui non si tratta di un esperimento. E' sconcertante ma é così. Credo che nel libro fondamentalmente io presento avanzate ipotesi che potrebbero benissimo essere confacenti a quello che tutto il fenomeno UFO rappresenta. Questo lavoro non rappresenta certo la parola fine dello studio di questo fenomeno ma credo di aver illuminato con dei flash quelli che sono gli scopi e quali sono le mete. Noi non siamo sicuri di aver risposto a tutti i "perché" ed in primo luogo: per quale motivo stanno facendo questo? Che senso ha? Noi in realtà non lo sappiamo ma credo che questa é certamente una risposta ipotetica al puzzle UFO. Questo é quello che noi vediamo e perciò penso che ci aspetta un futuro molto difficile.

Casteel: Così la parte del libro:"Come loro hanno previsto di raggiungere lo scopo" tratta del programmi di incrocio e di ibridazione?

Jacobs: Si, ma come questo piano stia per essere sviluppato veramente non lo so. Ci sono molti possibili scenari diversi. C'é lo scenario del disastro di cui gli addotti parlano spesso. Abbiamo racconti di uno scenario simile oramai da diversi anni. Veramente non so come questo stia per avvenire. Se sta per avvenire un disastro o no. Esiste anche uno scenario dove loro si integrano pian piano nella nostra società e noi persino non ci accorgiamo che una cosa simile stia avvenendo. Io credo che la verità potrebbe trovarsi nel mezzo. Noi realmente non sappiamo come avverrà quello che gli alieni e gli addotti chiamano "Il Cambiamento." Noi veramente non ne sappiamo per adesso abbastanza.

Casteel: Ma agli addotti vengono presentate visioni del mondo in fiamme o di disastri naturali o cose di questo tipo?

Jacobs: Si. Si tratta di tutti i tipi di scenari di disastro immaginabili che comprendono la guerra atomica, asteroidi che colpiscono la Terra, inondazioni, pestilenze, fame e cose del genere. Si tratta di una sorta di disastro generalizzato provocato da una vasta gamma di possibili catastrofi sebbene la gente riporta più frequentemente guerre atomiche o spaccature in due della Terra o la Terra che viene distrutta da una cometa o cose del genere piuttosto che altre cose. Ma non credo che sia importante di quale catastrofe particolare si tratterà ma é l'idea stessa del disastro che rappresenta la cosa più importante. Io non so se questo é vero oppure no. Noi veramente non lo sappiamo perché ci potrebbe essere anche uno scenario molto diverso da questo. Io sono propenso a credere che si tratta di un programma di integrazione e questo programma sta già funzionando, loro saranno integrati in questa società e questo é quello che sta avvenendo. Come io dico in tutti i miei libri é possibile che abbia commesso degli errori. Potrei sbagliare in qualche modo e da qualche parte Dio solo sa in quanti modi ma credo che questa ipotesi che sto presentando qui é supportata dall'evidenza dei fatti. E ciò é quello che é più inquietante. Tutto quello che ho scritto in questo libro é basato sulle evidenze. E questo é il motivo per cui si tratta di un libro con cui é difficile andare d'accordo.

Casteel: Quindi é una specie di "Invasione degli Ultracorpi," dove si finisce con la frase:"E' meglio così. Noi adesso non abbiamo più dolore"

Jacobs: Hai proprio ragione anche io ho pensato alla similitudine con la trama di questo film di fantascienza. E una delle cose per le quali sono stato criticato é proprio perché questo libro ha una qualche caratteristica fantascientifica e la gente per questo dice: "Perciò é fantascienza". Ma Commettono l'errore di cercare somiglianze con la fantascienza asserendo che le somiglianze sono di fatto uguaglianze cosa che naturalmente non é. Esistono esempi di parallelismo tra la science-finction e quello che loro fanno e quello che sta avvenendo e certamente uno di questi é il film "L'invasione degli Ultracorpi". Ma ci sono anche molti altri parallelismi che si possono trovare nella science-finction e se guardi abbastanza approfonditamente comincerai a trovare dei pezzi di qua e di la ma io non credo che si tratta di una storia di fantascienza. Bisogna ricordare che la maggior parte degli addotti non é un cultore o un appassionato di questo genere fantascientifico. La maggior parte delle persone con le quali ho lavorato dicono che non seguono la fantascienza. Non hanno visto questi film. Non conoscono questo tipo di materiale come certe persone cercano di farmi credere. La fantascienza é diffusa ovunque ma non corrisponde esattamente a quello che dico io. Devi tener presente che il fenomeno abduction, seppur simile in qualche punto agli scenari di fantascienza, é veramente molto differente in quasi tutte le sue componenti. Si tratta veramente di un differente tipo di situazione. Ci sono situazioni in cui la gente vede altre persone che vengono addotte e persone che scompaiono fisicamente dal loro ambiente normale. Esiste una forte componente fisica che é molto difficile da spiegare con la semplice suggestione.

Casteel: Una cosa che penso sia interessante é il modo con cui tu hai spiegato i vari gradi che esistono tra gli ibridi, le varie percentuali di combinazione tra l'umano e l'alieno.

Jacobs: Si, ho cercato di portare avanti un nuovo concetto di ibridazione. Uno che é molto più sensato e un'altro che é più in accordo con l'evidenza e che é presentato dagli addotti.

Casteel: Come le sottili gradazioni tra i vari tipi di ibridi?

Jacobs: Giusto. E tu sai che tutto questo ha un senso. Questo risponde a un sacco di cose. Ha un senso in primo luogo perché gli addotti lo raccontano. Ho potuto fare una suddivisione in una sorta di ibridi del primo stadio, di uno intermedio e di uno stadio avanzato. Ma una delle cose interessanti di questo fenomeno, Sean, é che io parlo di bambini e di che tipo di giocattoli con cui loro giocavano, di ragazzi e dei giocattoli con cui loro giocavano. E parlo anche di una specie di giochino elettronico con cui armeggiava un ibrido adolescente, ricordi? Si tratta della scena di quando lui aveva una scatola con dei pulsanti che doveva premere e se premeva quelli giusti dalla scatola scattava un flash. Ti ricordi?

Casteel: Si certo, una specie di Nintendo Alieno o una cosa del genere.

Jacobs: Esatto. Conosciamo abbastanza sui giocattoli alieni, sui giocattoli dei bambini ibridi e su quello che loro fanno. Ho speso molto tempo per studiare i bambini ibridi. Se queste fossero entità psicologiche non saremmo stati in grado di descrivere certi giocattoli che loro usano e che sono stati descritti anche da molte altre persone. Stiamo imparando tanto su questo fenomeno e tutto quello che noi impariamo va nella direzione di un programma di integrazione. Ricordi che ho parlato di una donna addotta che era coinvolta in una sorta di lezione nella quale lei aveva di fronte una classe di ibridi e che a loro venne mostrata la figura di una cane?

Casteel: Giusto e lei pensava che le fosse richiesto di dover spiegare tutte le cose che avvengono sulla Terra.

Jacobs: E le veniva chiesto: "A che cosa serve un cane?" e lei rispose: "E' un compagno." Come vedi tutto questo conduce verso l'integrazione. Tutto porta a questo. E questa é la cosa che più mi preoccupa: questo interesse verso le cose della Terra. Non credo che si tratti di una sorte di interesse "astratto" ma credo che questo interesse abbia una sua precisa ragione. La cosa interessante é che loro non dicono:"Come eleggete un Presidente?" "Che cosa fate il sabato sera?" Loro non sono interessati alla politica all'economia, alla cultura, alla società degli uomini. Di questo loro non si preoccupano e quasi mai vengono fatte domande che riguardano questi argomenti. Ma se questo fenomeno fosse psicologico noi ci aspetteremmo di ricevere domande di questo tipo. Invece loro sono interessati alla fisiologia, sono interessati all'anatomia, sono interessati alla natura, all'ambiente, agli animali e a cose di questo genere. Cose non necessariamente fatte dall'uomo. Come se nel futuro non sarà importante quello che noi abbiamo costruito. L'unica cosa che sta per diventare importante é quello che Loro fanno. Tu vorresti che loro facessero domande su Clinton o qualcosa che ti faccia pensare che loro veramente stanno imparando cose che riguardano la nostra società. Ma di fatto se loro si integrano in questa società stanno per sovrapporre la loro società alla nostra. E la nostra società sta per avere nessuna importanza. Questa é la mia interpretazione. Potrebbe essere una interpretazione assolutamente errata ma questa é certamente la mia interpretazione.

Casteel: Supponendo che tutto ciò sia inevitabile ci si potrebbe aggrappare in qualche modo ad una piccola speranza dicendo che in fondo potrebbe anche essere una cosa buona.

Jacobs: L'unica speranza che ho adesso é veramente niente di più che una speranza. La speranza che io nutro ora é rappresentata dal fatto che tutta la questione é ancora segreta. Vale a dire che fino a quando tutta la faccenda rimarrà segreta loro ritengono di essere ancora vulnerabili e perciò esiste ancora il modo per noi di colpire il loro programma. Non é un grosso appiglio a cui aggrapparsi secondo me. Tu sai che io dispero oramai che la comunità scientifica stia per rendersi conto dell'importanza di quello che sta succedendo davanti a noi. Anche se credo che a questo punto anche se loro lo facessero é passata troppa acqua sotto i ponti e abbiamo da lungo tempo superato la linea di non ritorno e che in realtà oramai non fa più molta differenza. Può darsi che 30 o 40 anni fa questo avrebbe potuto cambiare le cose ma io vedo un futuro dove la comunità scientifica non si interessa di questa materia. Non é successo in passato e a meno che non avvenga qualche fatto eccezionale qualche sorta di rilevazione improvvisa, qualcosa di incredibile tipo "Clinton dichiara di essere un alieno" o cose di questo genere non vedo proprio come possano interessarsi alla cosa. Hanno avuto più della metà di un secolo per interessarsi di questo problema e non lo hanno fatto. Ho speso tutta la mia vita adulta a studiare intensamente questa materia anno dopo anno. Ho una laurea in Psicologia e sono l'unico che ha un corso di insegnamento universitario di questa materia. L'unico regolarmente riconosciuto in America e che ho tenuto per 19 anni. Ho scritto tre libri sull'argomento e molti articoli e non ho mai provato la disperazione che provo adesso che stiamo guardando ed esaminando nel profondo il problema. E quello che vedo non é esattamente quello che mi aspettavo. Non é quello che nessuno si aspettava. Non mi piace. Questa é una di quelle situazioni in cui tu puoi disperarti ma devi continuare a vivere la tua vita come se non stesse succedendo nulla. E' l'unico modo per andare avanti ed é il modo con cui io vado avanti. E inoltre tu sai che io ho due bambini. Così quando li guardo non so che tipo di futuro li aspetta. Questa é la verità. Veramente non lo so. E non si tratta solo di parole. Questo é per me motivo di grande preoccupazione. Veramente non so che tipo di futuro avranno i miei figli.

Casteel: Credo che un filo di speranza é riposto nella possibilità che vivere sotto di loro non necessariamente significherà vivere sotto una crudele forma di oppressione.

Jacobs: Certamente, questo é possibile. Non credo che si tratterà di una crudele forma di oppressione. Ma credo che sarà molto diverso e che non sarà di nostro gradimento. Non credo che noi umani verremo frustati come schiavi in una galera ma allo stesso tempo non vedo la stessa libertà di movimento e di azione che abbiamo adesso. La libertà individuale e la libertà di pensiero non saranno le stesse in futuro come sono adesso. Devi ricordare che queste sono creature telepatiche. Essi si collegano ai tuoi pensieri. Io non voglio che qualcuno abbia accesso ai miei pensieri. Quando sono stato in Brasile qualche tempo fa ho dato una intervista su cosa significa una società basata sulla telepatia spiegata sulla base delle testimonianze degli addotti. E Sean ti assicuro che tu non vorresti vivere in questo tipo di società. Tu desideri tenere i tuoi pensieri privati. Vuoi avere la tua espressione individuale. Tu desideri fare quello che vuoi senza che lo sappiano tutti. Si tratta di un tipo diverso di società.

Così L'integrazione aliena nella società terreste é un già un dato di fatto? Perderemo noi molte delle libertà di cui attualmente godiamo a causa delle superiori capacità degli alieni e dei discendenti degli ibridi che fanno già parte di noi? Il vecchio detto "Chi vivrà vedrà" sembra essere appropriato al mistero degli UFO e citando il cantante rock Tom Petty "L'attesa é la parte più dura".


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INTERVISTA A DAVID JACOBS

Fonte: Tratto dalla rivista elettronica "Tracce d'eternità" n. 13

Può dirci qualcosa circa il suo background e come è stato coinvolto nel fenomeno dei rapimenti alieni?

Mi dedicai per la prima volta al fenomeno UFO verso la metà degli anni ‘60, quando ero studente presso la University of California a Los Angeles (UCLA). Non sono sicuro del motivo che mi spinse ad interessarmi agli UFO. Mi incuriosivano per qualche ragione. Ho letto libri sull’argomento e continuai ad interessarmene anche quando andai alla scuola di specializzazione presso l'Università del Wisconsin - Madison, nel 1966. Feci abbonamenti a periodici che parlavano di UFO e mi iscrissi a organizzazioni sul tema. Ho studiato i casi e parlato con i testimoni. Ho pubblicato articoli e recensioni di libri sull'argomento. Ben presto mi resi conto che ero molto più interessato agli UFO che alla tesi di dottorato che stavo scrivendo: “ l'immagine della donna nella storia del cinema”. Ho cambiato la mia tesi sulla
storia della controversia UFO . La tesi è stata approvata e ho ricevuto il mio dottorato di ricerca in storia americana nel 1973. In quei giorni, gli avvistamenti erano tutto. In quel periodo si pensava che il fenomeno delle abductions fosse
sicuramente di origine psicologica. Mi interessava poco. Ho intervistato Betty Hill nel 1976 ed è stata una persona vera e sincera, ma che non mi bastava per passare alla ricerca sui rapimenti. Nel 1982 ho incontrato Budd Hopkins. In realtà lo avevo incontrato brevemente un anno prima a una conferenza. Mi diede un documento sui rapimenti, ma non mi interessava e non sono rimasto alla sua lettura. Quando un amico comune mi portò a casa sua nel 1982, ero ancora molto disinteressato. Ma, Hopkins era intelligente e stava facendo un ottimo lavoro, correttamente e con attenzione, e quando ha mi spiegato la sua ricerca, mi ha impressionato. Per coincidenza stavo passando le mie vacanze in una città dove stava lui, a Cape Cod nel Massachusetts. L'ho incontrato e sono rimasto ancora più colpito. Mi sono incuriosito su quello che stava facendo. Ho deciso che aveva scoperto qualcosa d’importante. Mi ci sono voluti altri quattro anni, ma nel 1986, dopo aver appreso tutto quello che avevo potuto sui rapimenti, ho iniziato la mia ricerca utilizzando l’ipnosi, consentendo ai rapiti di ricordare cosa era successo loro. Da quel momento, ho dedicato tutta la mia attenzione al fenomeno abduction e ho condotto oltre 1.000 sessioni con circa 150 rapiti.

Il suo lavoro sui rapimenti ha influenzato altri campi della sua vita?

Cominciare la ricerca sui rapimenti non è stata una bella mossa per la mia carriera. La comunità accademica ritiene che i rapimenti (e gli UFO) siano un’assurdità totale e tutti coloro che trascorrono la loro intera carriera studiando il soggetto devono avere dei problemi seri di giudizio. Così, studiare l'argomento non mi ha aiutato nella mia carriera alla Temple University. Certo, sapevo che sarebbe successo. Ma sapevo anche che non si ha spesso la possibilità di dare un contributo importante in un settore di così straordinaria importanza.

Parliamo del suo lavoro con i rapiti. Come si fa a capire chi davvero è stato rapito e chi non lo è?

Non è così difficile come si potrebbe immaginare di primo acchito. Gli addotti hanno una vita molto particolare piena di fantasmi e di visioni di figure religiose; parlano con gli animali come gufi e procioni e viaggiano sul piano astrale, vedendo parenti defunti e così via. Essi hanno spesso avuto "sogni" nei quali stavano al tavolo con gente strana che li guardava. Hanno avuto "sogni" nei quali tenevano bambini in braccio. Essi hanno visto gli UFO. Questi sono i segni (ma non sempre). Quando sono sotto l'ipnosi non si ricordano di aver parlato con un procione, ma con un alieno. Essi imparano di non aver viaggiato sul piano astrale. Si rendono conto che i loro sogni sono ricordi di esperienze concrete. Ho un questionario sul mio sito (http://ww.ufoabduction.com ) che mi permette di filtrare quelle persone che potrebbero essere degli addotti e quelli che potrebbero non esserlo. Naturalmente, ogni persona deve essere attentamente e seriamente interrogata prima di fare qualsiasi supposizione. Altre persone ricordano le loro esperienze di rapimento senza ipnosi e sanno di essere stati rapiti prima ancora di venire da me. Ciascuno di questi casi deve essere attentamente e seriamente esaminato.
Alcune persone pensano di essere rapiti e non lo sono.
Alcune persone hanno seri problemi mentali. Capire chi è o chi non è un addotto non la parte difficile. La parte difficile sta nell’indagare su quello che dicono e capire ciò che è vero e ciò che non lo è.

Quali tecniche usa per indagare?

Nella maggior parte dei casi, le persone vengono da me per scoprire cosa sta succedendo loro. Ricordano flash e pezzi di cose che coinvolgono un periodo a loro mancante e altri eventi straordinari. Vogliono ricordare. L’ipnosi, usata con competenza, li può aiutare a ricordare. Ho imparato che quando descrivono quello che è successo loro usando piena coscienza della memoria, quei ricordi possono essere estremamente imprecisi. Quindi, l'ipnosi, con tutti i suoi problemi, è ancora il modo migliore per scoprire cosa è effettivamente accaduto. Ci sono ancora un sacco di amatori che provano l'ipnosi, spesso con pochi risultati. Senza saperlo, la gente dirà cose che non sono ere. Essi confabulano. Essi descrivono eventi che hanno inconsapevolmente distorto. Essi saltano sezioni delle loro esperienze. E 'compito dell’ipnotizzatore competente capire quando la persona è precisa e quando non lo è.
Questo richiede un sacco di esperienza e formazione. E 'anche molto importante per l'ipnotista non indurre la persona, non mettere i pensieri nella mente della persona, non mettere le sue idee come la New Age, la religione, la trasformazione spirituale e così via. La precisione è l’obiettivo più importante per l'ipnotizzatore, quando avviene il recupero della memoria. Aiutare la persona a far fronte con le sue memorie è l'obiettivo più importante dell’ipnotizzatore dopo il recupero dei ricordi.

Derrel Sims sta iniziando una indagine genetica sugli addotti per vedere se c'è un profilo genetico comune a questo fenomeno. Quali criteri pensa che gli alieni usino per scegliere le persone?

Le prove indicano chiaramente che tutti gli addotti hanno una cosa in comune: sono tutti figli di rapiti. Purtroppo, uno o più dei loro figli sarà anch’egli rapito. Questo aspetto intergenerazionale del fenomeno è stato scoperto molti anni fa da Budd Hopkins. Resta vero anche oggi. Pertanto, penso che sarà molto difficile trovare comuni profili genetici in loro. Quando un addotto sposa un non-addotto, i figli saranno anch’essi dei rapiti. Quando sposano addotti, i loro figli saranno rapiti. Così, il fenomeno ha una casualità che gli permette di pervadere la società umana ovunque. E 'sempre possibile, tuttavia, che ci possa essere un marker genetico che facilita i loro rapimenti o indica chi sono i rapiti.

Quante persone stanno subendo questa intrusione?

Non abbiamo statistiche per nessuna parte tranne che per gli Stati Uniti e a causa del fatto che ogni caso deve essere studiato prima che sia fatta una determinazione, le nostre statistiche sono solo supposizioni sofisticate. Nel 1991 io e Budd Hopkins abbiamo condotto un sondaggio su 6.000 individui scelti a caso per scoprire in che modo molte persone negli Stati Uniti avevano avuto esperienze simili al rapimento. Non abbiamo chiesto se fossero mai stati rapiti, perché sappiamo che la maggioranza dei rapiti questo non lo sa. Il numero al quale siamo arrivati è stato di circa il 2%. Questo numero è estremamente limitato, il numero effettivo potrebbe essere molto più alto. Ho scritto del sondaggio ne “La minaccia”, se qualcuno fosse interessato.

Pensa che ci sia un modo per fermare un rapimento?
Ha mai cercato di liberare i rapiti dalla loro situazione?

Nessun incantesimo o recitare parole religiose o invocare la divinità; nessuna contrattazione o negoziazione o qualsiasi altra cosa che venga dalla bocca o dal cervello può fermare i rapimenti. C'è una persona, Michael Menkin, che ha inventato un cappello che assomiglia a un casco da aviatore della Seconda Guerra Mondiale, rivestito con materiali speciali che fanno da scudo per il rapito e può impedire un rapimento individuale. Purtroppo, la persona non può indossare il casco per tutto il giorno e tutta la notte. Questo, tuttavia, è l'unica cosa che io abbia mai visto che in realtà è efficace nel bloccare un rapimento. Ma, dovete capire che i rapimenti iniziano nell'infanzia e continuano per tutto il corso della vita fino alla vecchiaia. Pertanto, le persone vengono rapite sempre e per sempre. Inoltre, il fenomeno è mondiale. Si potrebbe essere in grado di impedire un rapimento di volta in volta, ma la scala del programma rapimento è massiccia e fermarne solo alcuni è ben poca cosa.
Quando si pensa di fermare i rapimenti dobbiamo pensare al problema su scala globale.

Qual è la sua opinione sugli impianti?
Ne ha mai trovati o provato a rimuoverli?

Sono molto ottimista circa l'individuazione degli impianti. Molti dei rapiti li hanno fatti uscire con lo starnuto prima di sapere di essere stati rapiti. Gli impianti sono stati gettati via o sono andati persi. Tuttavia, penso che prima o poi ne recupereremo uno e avremo la certezza che si tratta inequivocabilmente di un impianto alieno. Il Dr. Roger Leir è specializzato nella rimozione di impianti dai corpi delle persone (e non dalle loro teste, dove la maggior parte degli impianti sono stati trovati) e ha trovato alcuni aspetti che suggeriscono la teoria di una stimolazione del pensiero. Tuttavia, non si deve solo dimostrare che essi non sono stati fatti sulla terra, ma anche la loro funzione. Senza la comprensione della loro funzione, sarà molto difficile dimostrare che il materiale recuperato dal corpo di un addotto è extraterrestre.

Qual è il miglior modo per dimostrare la realtà di questo fenomeno?

Mi piacerebbe dire che basterebbe il duro lavoro e il costante accumulo di casi da parte dei ricercatori competenti. Tuttavia, so che l'improbabilità e l'implausibilità del fenomeno delle abductions è così alta che probabilmente non sarà mai provata fino a quando non sarà troppo tardi.

Come cambiano le persone dopo essere state rapite e dopo essersi rese conto di essere state rapite?

In generale, il fenomeno abduction inizia nella prima infanzia e prosegue per tutta la vita. Fa parte della propria esperienza, anche se potrebbe essere inconscio. Le persone vengono rapite più e più volte e alcuni con grande frequenza. E' la consapevolezza in età adulta di essere stati rapiti che può avere una profonda influenza su di loro; la paura e il trauma che subiscono quando cominciano a ricordare le loro esperienze. Possono diventare molto depressi per un breve periodo. A volte si sentono isolati dalle altre persone. Quando si rendono conto che i rapimenti sono successi a loro molte, molte e molte volte nel corso della loro vita, diventano meno paurosi e si comportano come
scienziati/osservatori e riferiscono ciò che sta loro accadendo con la massima precisione possibile. Le prime tre sessioni sono di solito le più difficili e gli addotti hanno bisogno di un aiuto psicologico enorme per affrontare il ricordo di queste esperienze.

Qual è il ruolo degli ibridi nella storia?

Questa è una domanda che richiede una risposta molto complessa. La farò breve. Gli ibridi, aiutano gli alieni in molti modi durante i rapimenti, si prendono cura degli ibridi più giovani a bordo di un UFO, conducono le procedure sul rapiti, sorvegliano il comportamento dell’addotto e, in generale, fanno un gran numero di altre attività utili al programma di rapimento. Ma, il motivo principale per cui gli ibridi sono stati creati e la ragione per cui molti di loro hanno un aspetto così “umano” è che gli ibridi sono il mezzo per raggiungere il loro fine. Le prove che ho scoperto
suggeriscono che gli ibridi con sembianze umane sono stati creati in gran numero per integrarsi nella società umana.

Qual è l'obiettivo principale di questo programma?

Gli addotti hanno dato un sacco di testimonianze su ciò che gli ibridi stanno facendo. Il mio prossimo libro sarà sulla burocrazia e i processi di integrazione ibrida nella società. Non conosciamo tutte le ragioni per le quali vogliono fare quello che stanno facendo. Non sappiamo l'impulso che sta alla base del programma di integrazione. Gli ibridi non si conoscono. Gli alieni sanno ma non vogliono dare questa conoscenza ai rapiti.

Quando ha avuto inizio tutto?

Utilizzando storie di famiglia e di altri metodi, possiamo datare il fenomeno con un relativo grado di precisione alla fine del XIX secolo. Forse un po' prima, ma le prove sono poche.

Ha avuto la possibilità di capire chi sono questi alieni?

Dopo quasi cinquanta anni di ricerca sui rapimenti da parte di molte persone, non sappiamo le loro motivazioni né i loro scopi. Non sappiamo da dove vengono. Non sappiamo come sono arrivati qui. Non sappiamo niente della loro tecnologia. Sappiamo poche cose sulla loro società.

Che tipo di connessione pensa che ci sia tra gli alieni e i governi umani?

Non ho sentito nessuna delle persone con cui lavoro dire nulla su qualsiasi governo. Per quanto ne so i governi non conoscono il fenomeno abduction e non se ne curano.

Ha percepito un'evoluzione nei loro programmi?
Stanno accelerando o si tratta di un lavoro costante?

Nel 2003 ho notato un cambiamento significativo nei racconti di alcune persone. Hanno parlato del programma di integrazione e dei loro ruoli personali per aiutare gli ibridi a vivere nella società. I loro rapimenti sono stati molto più frequenti rispetto a quelli di persone che non sono addetti all’integrazione degli ibridi.

Cosa ne pensa dell’Esopolitica e dell'idea di alieni “buoni”?

L’esopolitica non è mai venuta fuori nei racconti dei rapiti. Gli alieni sono qui per i loro scopi. Non sono qui per rendere la nostra società migliore secondo i nostri standard. Potrebbero pensare che la nostra società sarebbe meglio con i loro standard. Non mi piace e non voglio i loro standard.

Qual è lo scenario futuro per l'umanità?

Sono molto, molto, pessimista. Il problema è che ci possono controllare neurologicamente e noi non possiamo controllare loro. Questo fa di noi una specie inferiore soggetta alla volontà di una superiore.
Ovviamente, le implicazioni di tutto questo non sono buone.

Bene, ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso, buon lavoro e alla prossima.


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MessaggioInviato: 14/10/2013, 18:21 
UFO: IMBROGLIO QUANTICO?

Fonte: http://ufoedintorni.blogspot.it/2012/07 ... ntico.html

Proponiamo un interessante articolo del ricercatore Rich Reynold (responsabile, tra l'altro, del blog di “UFO Iconoclast”) che espone un nuovo punto di vista sul variegato e complesso mondo dei fenomeni e/o oggetti UFO. E se fosse tutto un imbroglio quantico?
Una lettura di “The Black Hole War” di Leonard Susskind (Little, Brown and Company, NY, 2008) consente un'estrapolazione dei nostri punti di vista.

Immagine
Leonard Susskind

Tutto il tenore della discussione di Susskind si basa sui buchi neri e la sua costernazione con la visione che una volta aveva Stephen Hawking sui buchi neri e le informazioni (la perdita di esse) che ruotano attorno all'idea che la teoria quantica si applica ai buchi neri...qualcosa di alquanto macroscopico e non microscopico, che generalmente è il campo d'azione della realtà quantica.
Grandi elementi di realtà sono stati sempre evitati dai fisici quantistici, ma Susskind e altri applicano la meccanica quantistica ai buchi neri, che sono uno straordinario elemento della realtà di grandi dimensioni:

Immagine
Jacob Bekenstein

“Jacob Bekenstein (noto fisico israeliano)...ebbe la sensazione che i buchi neri potessero avere un qualcosa di profondo da dire sulle leggi della natura. Era particolarmente interessato a come i buchi neri potessero combaciare con i principi della meccanica quantistica e della termodinamica che tanto aveva preoccupato Einstein”(pag. 147).

Così si può sostenere, ipoteticamente, che gli UFO possano essere degli artefatti quantistici, per così dire grandi particelle quantistiche.
Gli UFO simulano diversi aspetti della fisica quantistica: l'indeterminazione della posizione, le osservazioni (misurazioni) di UFO che interessano questo campo, e la loro realtà ipotetica - in pratica non reale - in termini classici.
Questi artefatti quantici si comportano stranamente, in modo eccentrico, come sapete. Gli UFO si comportano in modo similare.
Gli UFO, il più delle volte, scompaiono quando osservati, piuttosto improvvisamente che gradualmente, secondo la maggioranza dei rapporti di avvistamenti che riguardano questo fenomeno.
Il fisico ungherese Eugene Wigner (1902-1995) affermò:

“Quando prendiamo coscienza di qualcosa, causiamo il crollo cruciale della funzione d'onda, in modo che gli stati mescolati e imbarazzanti della realtà scompaiano” (pag. 148, Introducing Quantum Theory, Totem Books, NY, 1997).

Immagine
Eugene Wigner

Gli UFO si comportano piuttosto, di solito, come onde di particelle, ma hanno apparentemente una solidità, come tracce di elementi che sono stati adeguatamente segnalati. Tuttavia, si comportano più facilmente come onde (di luce), soprattutto nel periodo attuale.
Per quanto riguarda la quantistica, Niels Bohr disse ciò:

“Se un oggetto si comporta come una particella oppure un'onda dipende dalla vostra scelta di apparecchiature per guardalo” (pag. 160 ibid).

Immagine
Niels Bohr

L'intuizione di Bohr si applica per l'UFO evento preferito da Paul Kimball, quello del cosiddetto avvistamento UFO dell'RB-47 del 1957.
Erwin Schrodinger ipotizzò che le particelle - dobbiamo inserire qui gli UFO - non esistono affatto, ma sono solo una “sovrapposizione di onde” (pag. 140 ibid).
Mentre la teoria/meccanica quantistica è difficile da capire per molti, pensiamo che possa essere un veicolo, una metodologia, per lo studio del fenomeno UFO.
E c'è un modo per testare questa ipotesi.
Se gli UFO sono macro particelle quantiche, sarebbero soggetti all'imbroglio quantico: cioè, un UFO visto in un posto sarebbe in grado di imitare un UFO in un altro luogo, nello stesso lasso di tempo.
Le azioni di un UFO duplicherebbero le azioni di un altro UFO altrove. La distanza non è un fattore, come generalmente è nel caso di particelle quantiche.
I “Foo Fighters” durante la Seconda Guerra Mondiale (negli anni 40 del secolo scorso), gli avvistamenti di “Green Fireballs” (palle di fuoco verdi) dell'anno 1948, gli avvistamenti su Washington D.C. dell'anno 1952, gli avvistamenti di Exeter (New Hampshire) dell'anno 1965, l'avvistamento di Kaikoura dell'anno 1978, l'incidente di Valencia (Spagna) dell'anno 1979, gli avvistamenti nella valle di Hudson dell'anno 1981, gli avvistamenti di Sao Paulo/Rio de Janeiro dell'anno 1986, il famoso avvistamento della compagnia aerea “1086 Japan Airlines” nei pressi dell'Alaska (sempre dello stesso anno 1986), gli incidenti dello Space Shuttle dell'anno 1991, gli avvistamenti di Carteret, New York, dell'anno 2001, gli avvistamenti di Tinley Park, Illinois dell'anno 2004, gli avvistamenti di Alderney, Guernsey dell'anno 2007, gli avvistamenti di Stephenville, Texas dell'anno 2008 hanno visto sulla scena degli UFO che si comportavano come particelle quantiche.
Ma altri pochi avvistamenti, come gli avvistamenti di maggio e di settembre (videoregistrato) di Istanbul, Turchia, gli avvistamenti di Mosca nell'anno 2008, con in aggiunta gli avvistamenti avvenuti a San Pietroburgo e Novosibirsk e gli avvistamenti avvenuti a Yerevan/Armavir/Syunik (Armenia) dell'anno 2011 indicano un comportamento simile ad un imbroglio.
C'è da impegnarsi in una diligente ricerca di altri avvistamenti per vedere se ce sono altri concomitanti nello stesso periodo di tempo, in differenti posti, dove le manovre UFO si sovrappongono.
Per comprendere meglio il concetto, ricercate su Google la voce “macro-quantum artifacts”.
Che gli UFO sono o si comportano come particelle quantistiche potrebbe portare ad una metodologia di studio sugli UFO ma, come la meccanica quantistica, continueranno a rimanere elusivi come i vari aspetti della teoria quantistica, come l'imbroglio quantico, in modo che la ricerca della nostra congettura non si riveli inutile, ma interessante dal punto di vista teorico.


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IL GENERALE CHE COMUNICAVA CON GLI ALIENI

Articolo di Lavinia Pallotta
Fonte: http://impattoalieno.altervista.org/art ... gia_05.htm

Lo scorso anno (2005), prima del disclosure, per quanto parziale, da parte dell'Aeronautica Brasiliana, e l'ammissione, a livello ufficiale, dell'esistenza della Operazione Prato - operazione piatto, da flying saucer - il Brazilian UFO Magazine ricevette la lettera di un testimone che denunciava il cover up governativo riguardo tale Operazione, smentiva alcune dichiarazioni rilasciate dal Maggiore Antonio Lorenzo in un'intervista per un quotidiano e riportava le proprie, credo rilevanti, esperienze.
La lettera venne divulgata sulla nota lista ufologica UFOupdate dal direttore della testata, A.J.Gevaerd, ed è firmata con nome e cognome, ma dietro richiesta di anonimato. Ne riportiamo di seguito una traduzione in italiano, con il permesso del direttore.

Immagine
Alfred Uchoa

LETTERA AL BRAZILIAN UFO MAGAZIN
Il quotidiano Correio Braziliense ha dedicato un'intera pagina agli UFO sul numero del 30 gennaio 2005, intitolandola "Sicurezza" e con il sottotitolo "i cacciatori di ET". Il servizio era firmato da Ullisses Campbell. Tra gli altri argomenti, il testo descrive la campagna intrapresa dal Brazilian UFO Magazin UFO: Freedom of Information Now, e riferisce che gli ufologi brasiliani chiedono l'apertura degli archivi segreti governativi riguardo l'Operazione Prato, il Caso Varginha e quella che i ricercatori brasiliani chiamano "La notte ufficiale degli UFO in Brasile". Questa richiesta è inclusa nel "Manifesto dell'ufologia brasiliana" che è parte integrante della campagna ed è pubblicato sulla rivista e il sito web.
Nel summenzionato servizio, con il sottotitolo "Archivi a Brasilia", Campbell presenta la sua intervista al maggiore Antonio Lorenzo, del dipartimento per le Comunicazioni Sociali dell'Aeronautica brasiliana. Si legge: "Il Ministro dell'Aeronautica ammette l'esistenza di rapporti sugli oggetti volanti non identificati negli archivi del Comando di Difesa Aerea (Comdabra), un corpo militare che ha la base nell'area di South Lake". Segue un'affermazione del maggiore Lorenzo: "Ma nessuno di questi ha un approccio investigativo. Non ci siamo mai dedicati alla ricerca dei dischi volanti nei cieli del Brasile".

L'ufficiale continua dicendo che gli ufologi non hanno bisogno di raccogliere 30,000 firme, che è l'intento della suddetta campagna - per far rilasciare questi documenti. E conclude: "Un ordine del comandante dell'aeronautica, Luis Carlos da Silva Bueno o del Ministro della Difesa, Jose Alencar, è sufficiente per aprire gli archivi".

Per finire, il report informa il lettore che, secondo il maggiore Lorenzo, non ci sarebbero prove di avvistamenti UFO in nessuno dei resoconti dell'aeronautica. L'ufficiale afferma che "A quanto ne so, ci sono solo resoconti di persone che dicono: ho visto questo, ho visto quello nel cielo. Basandosi su tali resoconti, l'aeronautica non ha mai istituito nessuna operazione per aspettare le luci provenienti da Marte e Giove."

L'UFFICIALE MENTE
Vorrei informare il Brazilian UFO Magazin di aver ricevuto informazioni, verificate, secondo le quali le affermazioni del maggiore Antonio Lorenzo, del Dipartimento Brasiliano per le Politiche Sociali dell'Aeronautica Brasiliana, sono false. Non dice la verità nelle sue dichiarazioni al giornalista Ullisses Campbell, di conseguenza, nella posizione che occupa, commette un grave torto nei confronti della società brasiliana a cui si deve porre rimedio.
Nel 1997 ero membro del Centro Brasiliano di studi ufologici (CNEU), fondato e diretto dal Generale Alfredo Moacyr de Mendonca Uchoa, con sede nel college Uniao Pioniera de Intefracao Social (UPIS). Occupavo un'altra posizione all'interno dell'istituzione, , che non rivelerò per poter tenere segreto il mio nome. Una notte, alle 20:30, ero nell'ufficio del generale Uchoa, seduto alla sua scrivania, quando comparvero tre uomini vestiti di nero muniti di grandi valigette. Sulla porta, dissero: Generale, siamo qui. Arrivo fu la sua risposta.

Poi tre uomini uscirono e aspettarono nel corridoio. Il generale Uchoa mi disse a voce bassa "Sono agenti della sicurezza dell'Aeronautica e portano buone notizie da Colares, nello stato di Para". Poi mi chiese di seguire lui e gli uomini e ci dirigemmo agli archivi riservati dell'UPIS. Il primo degli ufficiali aveva una chiave, aprì la porta e si mise di lato in modo da far passare gli altri. Era l'ultimo, ma quando venne il mio turno, mi fermai quando mi si disse che si trattava di un argomento segreto e non mi era permesso andare oltre.

Il Generale Uchoa, già all'interno della stanza, si girò e disse: "E' un uomo in cui ho grande fiducia. Se lui non può entrare allora non posso neanche io." Così gli ufficiali non ebbero altra scelta se non lasciarmi entrare. Ci sedemmo attorno ad un grande tavolo e cominciarono a spiegare dettagliatamente tutto quanto doveva sapere il generale Uchoa - e tra le altre cose c'era il fatto che il lavoro che avevano portato avanti fosse a Colares, una città sulla costa dello stato di Para. Quello che ci mostrarono furono delle immagini e documenti concernenti l'Operazione Prato, ed erano impressionanti.
Ero sorpreso dalla quantità di filmati e più di 200 fotografie che presentarono. Era una fonte infinita di materiale di alta qualità. Quegli ufficiali avevano filmato e fotografato chiaramente dei dischi volanti - immagino ad una distanza tra i 100 e i 200 metri. Tra quella grande quantità di prove erano riprese luci lontane che si avvicinavano verso di loro fino a poca distanza.
Tutto era filmato e ben fotografato in alta qualità e immagini di contrasto. Tutti i fatti erano accaduti per molte notti. Tra gli uomini vi era un esperto di fotografie e filmati, che spiegò al Generale Uchoa dettagli tecnici delle immagini, le condizioni in cui le erano state realizzate, il tipo di pellicola e il tempo di esposizione.

C'era un altro esperto che spiegò gli aspetti fisici degli UFO al generale Uchoa, e passammo più di tre ore visionando il materiale. Ad ogni modo, per tutto il tempo non dissi una parola, perché ero visto come un intruso e non ero davvero stato invitato. Né gli uomini si rivolsero mai a me. Alla fine, la conclusione di Uchoa fu: "Senza dubbio sono navi interplanetarie sul nostro pianeta. Dovremmo riceverli in modo da capire le loro vere intenzioni.".

Questo è il mio resoconto, che spero sia utile al Brazilian UFO Magazin e alla comunità ufologica brasiliana nella campagna per la libertà d'informazione ufologica. La mia intenzione è di contribuire a far vedere quanto sia importante che il Governo chieda alle Forze Armate di aprire subito i propri archivi.

NOME E COGNOME NEGLI ARCHIVI DEL BRAZILIAN UFO MAGAZINE
Se vi è stata una persona che ha dato un grande contributo alla ricerca ufologica in Brasile, e all'apertura verso questo fenomeno, è stata sicuramente il generale Alfredo Moacyr de Mendonça Uchôa (1906 - 1996), il militare di alto grado a cui si fa riferimento nella lettera e a cui, membri del team dell'Operazione Prato, avrebbero mostrato il materiale straordinario da loro raccolto.

Alfred Uchôa, infatti, è considerato uno dei "patroni" dell'ufologia brasiliana ed è stato uno dei primi militari ad interessarsi, dichiaratamente, al fenomeno UFO, che considerava reale e, almeno in una percentuale di casi, di origine extraterrestre.

Famosa la sua frase: "Io non credo che gli UFO siano reali - Io so che lo sono!"

Approfittiamo dunque della lettera alla rivista brasiliana, per ricordare questa figura storica dell'ufologia latino-americana:

Uchôa godeva di grande stima nell'ambito militare del suo paese: uomo di scienza, laureato in ingegneria civile, insegnò meccanica razionale dell' Accademia Militare di Agulhas Negras (AMAN), accademia tra le più rinomate, paragonata a West Point, di cui diventò direttore, oltre ad essere direttore del dipartimenti di matematica, e direttore aggiunto dell'Accademia a Rio de Janeiro.

L'interesse per gli UFO nacque in lui all'età di 56 anni, in seguito alla proiezione da parte dell'aeronautica USA, presso l'ambasciata, di un filmato di oggetti volanti non identificati in volo sopra Washington, da ricondursi agli storici avvenimenti degli anni '50.

Uchôa si rese conto che se l'aeronautica mostrava a militari brasiliani, un filmato del genere, l'enigma doveva essere per forza reale e decise che voleva saperne di più.
L'occasione di studiare questo fenomeno da vicino gli si presentò nel 1968, una volta trasferitosi a Brasilia.

quel periodo, nei pressi di una fattoria nella comunità di Alexânia, si stavano verificando fatti insoliti, tanto che Uchôa e figlio costituirono un gruppo di studio composto da otto persone, di professioni diverse, tra cui alcuni militari di alto grado, e un professore di fisica, e si recarono sul posto.
Le loro aspettative non rimasero deluse, come spesso accade ai "cacciatori di UFO": il 22 giugno 1968, furono tutti testimoni di un misterioso oggetto volante che emanava una luce bianco bluastra molto intensa, che scomparve e riapparve velocemente in un punto più elevato della montagna vicina.

Fu quello il primo di una serie di stupefacenti avvistamenti che si susseguirono in quella zona, nell'arco 10 mesi, ogni notte che vi si recavano. Uchôa affermò di aver avuto avvistamenti almeno una sessantina, se non un centinaio di volte, in quel periodo, e a questi avvenimenti è dedicato uno dei suoi tre, coraggiosi libri: "A Parapsicologia e os Discos Voadores".

Gli altri: "Mergulho no Hiperespaço" e Muito Além do Espaço de Tempo".

In un' intervista con il noto ufologo e giornalista Bob Pratt, recentemente scomparso - che al contrario di Uchôa, nonostante le molte ricerche sul campo, di UFO non ne vide mai - confidò che, data la natura "incredibile" degli avvistamenti e, soprattutto, degli incontri ravvicinati vissuti da lui e i colleghi del gruppo, se fosse stato solo, quel libro non l'avrebbe mai scritto, nessuno gli avrebbe creduto!

E i suoi racconti sono davvero stupefacenti, per essere esperienze vissute e raccontate in prima persona da un eminente generale: non solo ebbero moltissimi avvistamenti, in quel periodo, ma riuscirono anche a sviluppare forme di comunicazione con gli abitanti degli UFO, attraverso segnali luminosi.

Uchôa rivelò di come si fosse avvicinato ad una quindicina di metri da un UFO atterrato, nella speranza di essere ammesso a bordo dell'astronave, cosa che gli "occupanti" non gli permisero.

Qualche anno dopo, nel 1973, il generale cominciò a vivere un altro tipo di esperienza: comunicazione telepatica con esseri che, lui era convinto, provenivano da altri pianeti: molti da altri sistemi stellari ma alcuni anche dal nostro sistema solare. Secondo Uchôa, solo una minoranza sarebbe ostile, e una alcuni non avrebbero grande interesse per noi: sarebbero più interessati a studiare il nostro pianeta, le condizioni di vita, la flora e la fauna, uomini esclusi. Non ci considererebbero neanche creature responsabili, ed è per questo che a volte possono sembrare aggressivi!

Il modo migliore per concludere il breve omaggio a questo ufologo coraggioso, è forse quello di riportare le sue stesse parole, contro il negazionismo dei debunker, ma anche di speranza che, in un futuro, la verità sulla vita extraterrestre, finalmente, diventerà patrimonio di tutti:

" Agli scienziati e gli ufficiali che dichiarano che gli UFO non esistono, rispondo: Io ho visto degli UFO e sono entrato in contatto con loro..
E' davvero vergognoso che ci siano milioni di persone che li vedono mentre i governi e gli scienziati del mondo dicono: 'No, non lì vedete!'
(…) Gli scienziati non si occupano di UFO perché comporterebbe una rivoluzione della loro scienza. Sarebbe una minaccia alla sua struttura. Ecco perché gli scienziati non vogliono studiarli, né, tanto meno, ammettere che esistano. Ma alla fine lo faranno".

Per fortuna, ci sentiamo di aggiungere, non tutti gli uomini - e le donne - di scienza, appartengono a questa tipologia, anche se, purtroppo, all' "ufficialità" sembrano potersi ricondurre, nell'immaginario collettivo, solo i negazionisti.


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I SISTEMI DELLA DISINFORMAZIONE UFO

Articolo di Maurizio Baiata
Articolo scritto per la rivista "X Times" n. 39
Fonte: http://mauriziobaiata.net/2012/08/15/i- ... le-x-times

Quanto esporrò in questa nota scaturisce da oltre 20 anni di osservazione del mondo ufologico in relazione ad attività di disinformazione delle quali sono stati fatti oggetto testimoni e ricercatori coinvolti in casi più o meno importanti, sia in Italia sia negli Stati Uniti. La prassi di tali “tattiche” è pressoché identica ovunque.
Alcune informazioni derivano da dichiarazioni da me raccolte da insider dell’intelligence militare prevalentemente statunitensi e da un certo numero di testimoni attendibili che ho conosciuto di persona. A volte, come nel caso dell’americano dottor Michael Wolf, sono stato avvicinato da agenti dei servizi operativi in Italia, ai quali premeva portare conferme a ciò che l’insider aveva rivelato e che, ovviamente, non sarebbe stato possibile vagliare ulteriormente a causa della morte del testimone stesso. Spesso, procedendo attraverso indizi, fughe di notizie, voci incontrollate, anonimato e carenza totale di prove fisiche sostanziali, è il buon senso a farci capire di essere sulla pista giusta, nonostante le apparenze inducano la maggioranza dei ricercatori a non voler dare ascolto ai rivelatori. è lo scotto che si paga avventurandosi in questo campo.

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Il vicolo cieco della segretezza
“Credo che i governi succedutisi in questi anni abbiano detto una tale massa di menzogne che oggi si trovano in una situazione senza via d’uscita e non possono più dire la verità”. Questa è un’affermazione di importanza fondamentale per cercare di orientarci all’inizio del nostro discorso. I governi, a proposito di UFO e Alieni, sono bloccati in un vicolo cieco. La frase è di quel John Lear, ex agente CIA e celebre pilota che portò all’attenzione mondiale il caso di Bob Lazar e l’esistenza dell’Area 51 più di una ventina di anni fa, scatenando un putiferio internazionale, non solo in campo ufologico.
Chiunque può accertare le credenziali di John Lear. Pur volendo discutere l’attendibilità delle sue teorie in merito al famoso “patto scellerato”, a mio avviso la figura professionale di Lear resta inattaccabile e lo rende un “insider” autentico.
Per coraggio, realismo e obiettività, l’opinione di Lear rispetto al segreto sugli UFO andrebbe rispettata, nonostante giunga a conclusioni tanto pessimistiche: per Lear, gli UFO rappresentano il più grande segreto nella storia dell’umanità e nessun governo mai lascerà trapelare qualcosa di reale in merito.

Gli archivi del nulla
Ebbene, ne abbiamo preso atto. Non si scappa. Non ne sapremo mai nulla ufficialmente, neppure ricorrendo al Freedom Information Act negli USA, o appellandosi ad altri decreti simili che invocano il diritto della gente a sapere, che esistono in molti Paesi, tranne che in Italia.
Per questo, suona assai strano che tanti ufologi italiani ossequino le strutture militari deputate all’osservazione del fenomeno, quando esse rendono consultabili i loro archivi informatici, quelli inutili a fini concreti.
Da quanto tempo la nostra Aeronautica Militare (Stato Maggiore Aeronautica – Secondo Reparto) classifica casi di avvistamento di oggetti volanti non identificati, ovviamente addomesticati “a mero uso statistico”?
Immaginiamo solerti ufficiali impegnati nella certosina opera di catalogazione dei casi che separano il grano dal loglio, affondando le mani in fascicoli polverosi risalenti alle grandi ondate italiane degli anni ’50, verrebbe logico rispondere. Oppure, ai primi ’60, quando gli avvistamenti aumentarono, o agli anni ’77-78 quando se ne registrarono a centinaia e l’opinione pubblica ne fu letteralmente allarmata. Se anche fosse, cosa troveremmo? Quasi nulla. A mia memoria, non risulta che dagli archivi dell’AMI siano emersi rapporti ufficiali relativi ai casi più importanti, gli Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (IR3).
Ad esempio quello che nel 1954 vide protagonista a Cennina (Arezzo) l’irreprensibile signora Rosa Lotti Dainelli che si trovò faccia a faccia con i due piccoli occupanti di un oggetto fusiforme poggiato al suolo. Devono passare 30 anni prima che qualcosa (tre incontri con umanoidi) trapeli da fascicoli riservati SIOS (servizi segreti) e mediante declassificazione raggiunga l’Aeronautica Militare e quindi il pubblico, intendendosi per pubblico esponenti seri della comunità ufologica italiana, non certo la massa.
Eppure, è evidente che tale situazione non corrisponde alla realtà. E chiedo agli ufologi nostri lettori: nei molti anni dedicati alla ricerca in questo campo, sinora quanti IR3 e IR4 vi sono stati segnalati e mai hanno visto la luce? Che fine hanno fatto? Chi li ha insabbiati?
Dato che questo governo, come qualunque altro lo abbia preceduto dal 1948 a oggi, è inerme nei confronti della questione UFO, è ovvio che debba gestirla nella massima segretezza. Rivelarne i reali contenuti alla popolazione è impossibile e quindi sparisce tutto.
Come? In primo luogo, va attuata una campagna di discredito nei confronti dei testimoni. In secondo luogo, i servizi di sicurezza devono procedere con l’intento di tenere all’oscuro sia la gente sia chi la rappresenta, ovvero i nostri beneamati politici. Questi ultimi, infatti, stando alle informazioni in nostro possesso, non hanno i requisiti di “clearance” che consentono di accedere a carteggi classificati oltre certi livelli di segretezza e quelli riguardanti gli UFO sono troppo elevati, andando oltre il Top Secret. In ogni caso, il lavoro interessa la base del problema, rappresentata dalle persone/testimoni e i ricercatori. Nei loro confronti, per garantirsi il risultato finale, si deve applicare costantemente la strategia della disinformazione.

Quattro passi nell’ombra
Da una parte c’è l’intelligence, dall’altra c’è il mondo dei media. Nel mezzo c’è la disinformazione, che è parte integrante del processo di comunicazione. Quello che notiamo, nel proliferare dei siti web, dei forum e dei blog è che chiunque disponga di una piattaforma informatica può disinformare creando notizie totalmente fasulle. La maggior parte non sono bufale tout court, piuttosto sulle prime appaiono informazioni interessanti proprio perché divulgate in seno alla stessa comunità ufologica. A guardare meglio però ci si accorge che si tratta di un misto di informazioni vere e false. Questa è la più alta e sofisticata forma di “disinformazione”, il cui obiettivo è dare credibilità al falso mostrando qualcosa di apparentemente vero e verificabile. Quasi sempre, cercando di verificare, ci si blocca di fronte al muro dell’anonimato o dell’assenza della fonte. Ma intanto un’informazione falsa è stata fatta passare per vera.
Gli scopi della disinformazione si applicano direttamente ai ricercatori e agli appassionati della questione ufologica che, sistematicamente fuorviati dalle informazioni più importanti (cosa, chi, dove, come e quando) e dalle loro conclusioni, perdono di vista le informazioni reali.
Vediamo cosa succede in caso di fuga di notizie. Va premesso che dovrebbe trattarsi di una fonte legittima che disponga davvero di dati ad accesso riservato. I veri segreti non si custodiscono solo nelle casseforti e non sono nascosti in parole in codice indecifrabili, da Top Secret in su. I veri segreti sono nella testa degli agenti dei Servizi. I livelli delle fughe di notizie sono diversi, i più gravi riguardano il segreto di Stato, il segreto militare, il segreto industriale e il segreto bancario. Le fonti sono generalmente coperte da anonimato, o provengono da rivelatori, gole profonde.
Tali fonti possono continuare a disinformare in tutta tranquillità perché lasciano filtrare le proprie false informazioni ai ricercatori e ai giornalisti che, a loro volta, deontologicamente dovrebbero passarle a fonti di loro fiducia per verificare. Sembra un meccanismo contorto ma è così che lavora l’intelligence informatica. Essa gioca a carte quasi scoperte e tu finisci comunque nel pantano della disinformazione.
Se la fonte si accorge che tu non sei caduto nel tranello, la disinformazione si fa più subdola e aggressiva. Si forniscono altri dati a quel ricercatore che, in seguito, verrà denunciato come autore del falso. In questo modo si ottiene il risultato di screditare un più consistente settore di ricerca, o di far naufragare un progetto destinato alla divulgazione attraverso i media.
Tutto questo infine si applica anche a fasce più ampie di pubblico per acclimatare la gente a certe idee in un tempo delimitato. Si testano così le reazioni della gente.
Solitamente, una volta impiantata una falsa notizia, non è neanche necessaria una negazione plausibile per smentirla. Le persone ci credono e annegheranno nella disinformazione.
Per gli ufologi, la maggioranza dei quali non è stupida, la disinformazione ha buon gioco solo se non si ha l’umiltà di vagliare, verificare e imparare dai propri errori. Più nella mente dell’ufologo si rafforza la convinzione di avere ragione su tutto, più ci si espone ad azioni di sorveglianza e alle attenzioni dei servizi segreti.


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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:18 
INTERVISTA A MASSIMO STACCIOLI

Fonte: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9551

Per cambiare, oggi vi proponiamo un'intervista con uno dei nostri utenti preferiti e più "saggi".
La persona in questione è il nostro Massimo Staccioli, alias "Ufologo 555".

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Prima di cominciare diciamo in due righe cosa ha svolto negli anni lavorativi:

Massimo Staccioli
Ex Sottuff/le Aeronautica Militare ( RADARISTA - Difesa Aerea, per 35 anni); Basi Intercettori Teleguidati della 1° Aerobrigata Missili (per la Difesa del Nord Italia), quindi Aeroporto Militare di Ghedi (in "Sala Navigazione con gli equipaggi) poi Sistema Missilistico Antiaereo "Spada", sempre su radar da "ricerca".

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Ricercatore e appassionato di UFO dal 1954. L'avvistamento più importante lo ebbi quando avevo 10 anni: il 6 Nov. 1954, su Roma. Due formazioni di UFO, convergenti, più o meno, sul Vaticano, formarono una sorta di "croce greca" sul cielo azzurro invernale, intorno alle 11.00. Avvistamento visto e confermato da uno dei primi Ufologi italiani ( e descritto in un suo volume ), il Console Alberto Perego. Da allora mi dedicai allo studio degli U.F.O. trovandone conferma anche tramite il mio lavoro. Le loro prestazioni non risultano essere nulla di convenzionale per cui potrebbero essere astronavi aliene provenienti dallo spazio esterno giunte qui per osservarci, studiarci ed attendere il momento più opportuno per contattarci ufficialmente; altrimenti non so di cosa possa trattarsi...

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L'INTERVISTA

- Per cominciare direi che puoi descriverci che lavoro facevi e quando è nata la tua passione per l'ufologia.

Più che lavoro, a 10 anni, studiavo, facevo la V Elementare.
Fu in quell'anno che vidi gli UFO; la famosa "croce su Roma". Da quel giorno e leggendo in strada, nelle edicole a titoli cubitali, dello "svolazzamento" ricorrente in quegli anni, dei "Dischi e "Sigari" volanti! E fu praticamente cosi in tutto il globo ...

- Nel corso degli anni in cui hai svolto la carriera militare, hai mai avuto modo di avere a che fare con casi ufologici? E se la risposta è affermativa, che ne dici di descrivercene qualcuno (se possibile)?

Ebbi tre allarmi aerei con esplicito riferimento agli UFO dall'Ente Superiore della Difesa Aerea. Come Batteria di missili antiaerei eravamo costantemente in allarme (anche se alternativamente); eravamo in piena "Guerra Fredda", quindi si era sempre pronti.
Una volta, mentre era di turno la nostra batteria, ricevemmo l'allarme alle 02.15 di notte per un aeromobile sconosciuto a forte velocità. Il controllore che mi passava i dati (per l'allarme ed una eventuale ulteriore triangolazione) mi dava velocità e quota variabilissime che, gli dissi, non avevo il tempo materiale per dare la possibilità all'antenna radar di alzarzi quel tanto che bastava per intercettarlo! Così, niente di fatto.
Un'altra volta, sempre dallo stesso Ente, una chiamata verso le 17.05 per un UFO che stazionava praticamente sul VOR (Radio-Faro) di Vicenza, proprio all'incrocio praticamente, di tre "Aerovie". Ricevettero le chiamate di molti cittadini. Quando lo centrai si stava spostando lentamente verso Ovest per poi aumentare la velocità. L'Ufficiale da cui dipendevo, e che mi era a contatto di gomito sull'apparato (che faceva da capo "batteria in quel giorno), essendo un Ufficiale di leva, non sapeva che cosa fare, allora parlai direttamente, in cuffia, con il centro Controllo per il da farsi; li consigliai di far fare uno "scramble" dal vicino Aeroporto d'Istrana (asllora attivo).
Essendo appena Sergente, in quel tempo, non seppi più nulla di ciò che fecero; se fossi stato Maresciallo avrei saputo cosa meglio cosa fare.
Questi furono i più importanti riguardo il mio lavoro direttamente.

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- Essendo l'ufologia una tua grande passione, presumo che negli anni passati avrai avuto modo di parlarne con qualche tuo collega... Com'è discutere di questa tematica cosi delicata in un ambiente come quello militare? C'è imbarazzo? Se ne parla a fatica? Se ne discute tranquillamente o non se ne parla proprio?

Purtroppo, come del resto nella vita civile, anche nell'ambiente militare vige lo stesso comportamento. Per alcuni c'è interesse, per altri non curanza, molti fanno "spalluccia", qualcuno riflette all'istante ma bene che vada ammette solo una possibile presenza nell'Universo; poi ci sono quelli che hanno avuto avvistamenti e ... tranquilli, non ne parleranno con nessuno. Solo dopo anni e se interpellati da qualcuno interessato all'argomento, accenneranno all'accaduto. Per i piloti il discorso è lo stesso ma quando capita loro d'inseguire o di essere inseguiti da un UFO la cosa cambia, specialmente se inviati (come molte volte accade) da terra, dal Controllo dello Spazio Aereo o dalla "torre" di controllo. La cosa cambia perchè sono praticamente "costretti" a riportare qualsiasi cosa voli, vuoi per la sicurezza aerea che per informazione... A terra lo diranno a qualche amico (a parte il rapporto all'Ufficio " I ") e quindi si va avanti, evitando di parlarne...

- Praticamente hai vissuto tutta la storia dell'ufologia. Come ti sembra oggi l'ambiente di ricerca ufologica italiano?

Veramente non noto grandi differenze; oggi si tende più ad inquisire il testimone che al racconto dello stesso. E' giusto, per carità, però penso ci sia più diffidenza e posso aggiungere un 'estrema ricerca dell'imbroglio!

- Ritieni che negli anni passati le ricerche ufologiche venivano svolte più seriamente, o anche allora c'era tanta confusione sull'argomento?

Bèh, chiarezza nel vero senso della parola non proprio, diciamo incertezza, stupore e perplessità. Si temevano sempre possibili armi segrete da parte dell'Unione Sovietica. Poi se ci mettiamo lo smacco di essere sorvolati da un'aviazione sconosciuta, bèh, le varie Aeronautiche non lo sopportavano! Così prevalse, specialmente negli USA (praticamente potenza leader da sempre) il "debunking" ed il ridicolo verso chi tentava di fornire spiegazioni.

- Se ti conosco bene, sei per l'ufologia "dadi e bulloni". Cosa pensi quindi delle teorie alternative, che al posto degli alieni vedono esseri dimensionali, gente proveniente dal futuro, gente proveniente dalla terra cava, alieni che sono più entità parassitarie, ecc...

Ecco, è un punto dolente: non riesco ad immaginare alternative ai "dadi e bulloni", nel senso che la tecnologia, certo, si sviluppa ma non su certi piani. Più o meno la natura universale penso che dovrebbe essere la stessa.
Esseri che sviluppano "macchine" come noi; non escludo certamente forme di vita , come dire, avanzate, ma da qui ad esseri di "luce"...
Riguardo la provenienza escludo ormai la famosa teoria della Terra cava, come anche quella della loro provenienza dal futuro. Vi sarebbero troppe, infinite complicazioni sia per loro che per noi; in più non sono mai venuto a conoscenza di cose o esseri giunti dal futuro o dal passato (a parte la teoria di Einstein, ma è un'altra cosa).
Insomma ritengo che se sono presenti abbiano una linea di sviluppo come la nostra ma molti anni più avanti della nostra civiltà, calcolando anche che siamo ai "limiti" della nostra Galassia, per forza di cose devono essere più sviluppati di noi in quanto dovrebbero avere più contatti con altri esseri simili a loro, con una tecnologia pressoché identica.
noi essendo in periferia...

- Sono sicuro che conosci la paleoastronautica. Cosa ne pensi delle teorie (che come ultimo ricercatore vedono Mauro Biglino) che spiegano come nella Bibbia, non si parla di angeli, Dio, miracoli, ecc... ma di alieni, UFO e tecnologie avanzate, scambiate appunto per eventi divini?

Partendo dal presupposto che sono cattolico praticante posso però ugualmente e tranquillamente escludere fatti del genere nella Bibbia perché non è mai successo che il Padreterno possa confondere un suo intervento (segno o miracolo) con un avvistamento, che Dio sarebbe?! La vedo molto dura offrire la propria vita per... un equivoco, per un alieno! I santi e migliaia di martiri cristiani lo dimostrano; quindi, per me almeno, il discorso non si apre nemmeno, non per ottusità mentale ma per coerenza di fatti. Di questo ne sono convinto.
Cosa che però non escludo per pseudo religioni, dove l'Altissimo non centra per niente (antichi Egizi, ad esempio; i loro "dei" erano inventati, erano gli Egizi che li cercavano, mentre noi abbiamo avuto la Rivelazione e non cercata da noi! E' molto diverso).

- Alcuni ricercatori della storia alternativa, hanno ipotizzato che noi umani, siamo il frutto di manipolazioni genetiche in tempi antichissimi da parte di extraterrestri.
Sei d'accordo con ciò, o ritieni che l'evoluzione umana sia spiegata perfettamente dalle teorie di Charles Darwin? O hai una tua teoria personale?

Per il motivo di cui sopra escludo la teoria di Darwin; stesse motivazioni: Dio non sarebbe stato in grado di far esistere immediatamente l'uomo così com'è oggi ? Poi, ad esempio, le scimmie esistono ancora! L'evoluzione estingue la forma di vita precedente altrimenti che evoluzione sarebbe?!
Manipolazioni da parte Aliena? Una volta non la escludevo, oggi non mi sento di appoggiarla. Potrei, seppur debolmente, non escludere che possiamo provenire da un altro Pianeta.

- Parlando di notizie recenti, da poco è sbarcata la sonda Curiosity su Marte.
Cosa ne pensi?

Molte "sonde" sono stranamente fallite, e sono alquanto perplesso. Perplesso perché non sappiamo fino a che punto possa essere vero...
Non si fa altro che inviare "sonde" e resta sempre tutto uguale! Allora le cose sono due, per me: o stanno sprecando soldi dei contribuenti o stanno portando avanti i loro studi in tutto segreto. Non è possibile che ancora si stia cercando il solito microbo su Marte!

- Ritieni che su Marte ci possano essere antiche costruzioni, come sostengono alcuni ricercatori (ad esempio Richard Hoagland)?
E se è cosi, per quale motivo non riusciamo a trovarle?

Antiche costruzioni sul suolo marziano...come faccenda la ritengo un po azzardata, forse, se vi è stato qualcuno, nel sottosuolo si potrebbe trovare qualcosa, e allora piccone per gli archeologi! Viste le tempeste di sabbia che si possono osservare anche qui, sulla terra con i telescopi.
Riguardo Richard Hoagland è senz'altro un dissidente della NASA, però penso che ci abbia "marciato" con tutte le sue strutture...

- E sulla Luna? Possono esserci costruzioni non umane, o addirittura esseri extraterrestri in qualche possibile base, a tuo parere?

Ho sempre pensato che il nostro Satellite possa costituire una "base avanzata" per studiarci comodamente, però tra il dire e il fare...
In verità sono state notate molte cose e brillamenti vari sul suolo lunare, da quando viene osservato con i telescopi; Qualcosa, seppur di passaggio, c'è stata o c'è ancora...

- Se ritieni possibile che su Marte, molti millenni fa ci fosse una civiltà, cosa pensi delle storie venute fuori grazie ad alcune canalizzazioni, visioni, ricordi di persone "speciali", nelle quali viene rivelato che il pianeta rosso venne sconvolto da qualche cataclisma non identificato, e la popolazione locale, per salvarsi, decise di venire sulla Terra e colonizzarla, dando vita ai mitici continenti perduti, quali Atlantide, Mu e Lemuria?

Naturalmente sono solo ipotesi e tali restano, come la mia: che potremmo provenire da un pianeta deflagrato per motivi artificiali o naturali, che orbitava tra Marte e Giove, dal quale, chi lo abitava, potrebbe essersi salvato andando chi su Marte (forse anticamente conteneva un'atmosfera più respirabile di adesso) e chi sulla Terra; tutto è possibile.
Una teoria vale l'altra; niente di più.

- Ritieni possibile un contatto con esseri alieni nei prossimo cento anni? O anche prima se lo credi.

Questa è la famosa domanda da un milione di dollari... Perché sicuramente, ne sono convinto, non dipende da noi.
Anche se siamo osservati e raramente contattati, non siamo, credo, ancora all'epoca del "contatto". Perché non siamo pronti, non siamo una civiltà pacifica, non meritiamo di far parte, per ora, di una civiltà galattica, tanto per dire. Quindi, ritengo che occorreranno ancora (purtroppo per me) molti anni prima di una collaborazione spaziale con altri esseri.

- Cover up. Esiste secondo te un insabbiamento portato avanti dai governi dal 1947, se non addirittura da prima?

Penso proprio di sì, per molti motivi: l'incertezza della reazione della gente; la perdita di potere da parte dell'autorità costituita; il potere economico; la cancellazione di tutti i confini; insomma, riconoscersi tutti noi come un unico popolo... Sembra poco ma vuol dire tanto (per chi ci specula sopra).
Ecco perché l'Uomo deve perdere questi grandi , tragici "vizi"!

- Stando alle teorie ufologiche, dopo tutto questo tempo i governi avranno delle risposte riguardo agli UFO. Ritieni possibile che sappiano molte cose o che ancora navighino in alto mare?

Qui sono francamente indeciso. Suppongo probabilmente che l'intero problema possa essere a conoscenza veramente di pochi; gli altri, così, tanto per..."sentito dire"... E preferiscono non essere "disturbati" da un'eventualità del genere; meglio pensare al potere e agli affari.

- Cosa pensi di tutti quei rivelatori che riferiscono di alieni tenuti in basi segrete militari? Bob Lazar, Michael Wolf, Phil Schneider, Dan Burish, Milton William Cooper, ecc...

Una bella domanda. Dico sempre a a chi mi rivolge domande simili, di non credere a tutto, come di non scartare tutto.
Se qualcuno svela, "ah, allora quello è un "debunker"..."!
Se non parla, "perché si è sempre così reticenti"! Non va mai bene nulla.

- Prima o poi, la verità sugli UFO (qualunque essa sia), verrà fuori secondo te? E in che modo potrebbe succedere?

La mia opinione è quella che ho espresso la mia idea precedentemente, riguardo al "contatto".

- Se vuoi aggiungere qualcos'altro, fa pure.

Penso di aver tediato già abbastanza...

- Ti ringrazio Massimo. Gentilissimo come sempre!


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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:29 
IL CASO CECCONI

Fonte: http://digilander.libero.it/Alien/Miste ... ECCONI.htm

Il caso Cecconi è importante per un certo numero di motivi, in primo luogo perché è un caso radar-visuale con parecchi testimoni: quello principale è addirittura un pilota militare di indubbia esperienza e dotato di un curriculum professionale di tutto rispetto.
Altro sicuro motivo di interesse è che, al momento dell'avvistamento, il Maresciallo Giancarlo Cecconi era in volo ai comandi di un cacciabombardiere/ricognitore G-91R fornito di fotocamere ottimizzate per la ricognizione tattica e fu quindi in grado di "immortalare" l'oggetto misterioso in un'ottantina di fotogrammi.
Su queste fotografie - in massima parte mai divulgate dalle Autorità militari - e sulla presunta identificazione ufficiale dell'oggetto come "un pallone di forma cilindrica, realizzato con sacchi di plastica nera" si scatenò a suo tempo una diatriba che, dopo essersi successivamente sopita per parecchi anni, è prepotentemente riesplosa la scorsa estate, riguadagnandosi imprevedibilmente un certo spazio sulla carta stampata.
Purtroppo la ripresa del caso è stata anche abbinata all'argomento del momento, la vicenda del filmato relativo al presunto UFO-crash di Roswell, in maniera furbesca - per non dire sospetta - e strumentale, dandole toni sensazionalistici e fornendone inoltre resoconti per lo più raffazzonati e zeppi di inesattezze.
Cercheremo quindi di ristabilire un minimo di verità storica e di rimettere un po' d'ordine in quanto di recente si è scritto, spesso a sproposito, su un caso che per le sue implicazioni rimane certamente uno tra gli avvistamenti italiani più importanti. A tal fine inizieremo riesaminando in dettaglio ciò che avvenne sul cielo di Treviso quel 18 giugno 1979.
Prima di tutto desideriamo però ringraziare il testimone per la disponibilità e l'aiuto prezioso e disinteressato con cui già dal settembre del 1994 - e quindi ben prima che venisse risollevato il polverone attorno alla sua vicenda - ci ha permesso di ricostruire con precisione i fatti. Purtroppo pochissimo tempo dopo il nostro incontro il Maresciallo Cecconi fu colpito da una seria malattia dalla quale solo in tempi recenti ha cominciato a rimettersi. Il presente articolo vuole quindi costituire un'occasione per rendere omaggio alla serietà e alla determinazione con cui, in questi anni, egli ha sempre sostenuto la sua interpretazione del fatto che lo vide protagonista.

Immagine

UN BERSAGLIO DA INTERCETTARE
18 giugno 1979, ore 11.30 (ora legale).
Il Maresciallo pilota Giancarlo Cecconi, in forza al 14' Gruppo del 2' Stormo Caccia Bombardieri Ricognitori dell'Aeronautica Militare, di stanza all'aeroporto di Treviso Sant'Angelo, sta rientrando alla base dopo aver espletato una missione di ricognizione fotografica sull'Appennino Ligure ai comandi di un velivolo G-91R [1].

Improvvisamente nel cielo dell'aeroporto Treviso S. Angelo viene notata la presenza di un bersaglio sconosciuto: ottenuta la conferma che il pilota ha sufficiente autonomia residua per intercettare l'oggetto, il centro radar di Istrana (TV), che registra sui suoi schermi la presenza dell'intruso, dà a Cecconi le indicazioni per compiere la manovra di avvicinamento. La pratica di dirottare un aereo dalla sua missione per compiere controlli su aeromobili sconosciuti penetrati in aree proibite alla navigazione civile è infatti usuale nell'Aeronautica.
Avendo ancora pellicola utilizzabile nelle fotocamere, il pilota le aziona tutte e quattro e inizia a compiere passaggi nelle vicinanze dell'oggetto, fino ad una distanza minima di 70-80 metri e ad una velocità quantificabile in circa 300 nodi (450-500 km/h).
Anche da terra il personale dell'aeroporto segue la scena col binocolo: ad un certo punto la torre di controllo di Treviso chiama Cecconi sulla frequenza radio con cui egli sta comunicando con Istrana, avvertendolo che dall'oggetto fuoriesce una strana "scia bluastra": egli però, pur essendosi avvicinato moltissimo all'oggetto, non nota tale scia.
Quando il pilota comincia i passaggi a ridosso dell'oggetto, quest'ultimo si trova ad una quota di 7.000 piedi [2], poi inizia a salire e a scendere con spostamenti di più o meno 1.000 piedi per volta, fino ad arrivare all'incirca a quota 13.000. Cecconi effettua sette/otto passaggi a ridosso dell'oggetto ed ogni volta è pronto a riprenderlo con le sue fotocamere, ottenendo in totale 82 fotogrammi ritraenti l'intruso.
L'UFO è apparentemente fermo rispetto al G-91, ma il centro radar conferma a Cecconi che esso si sta invece muovendo, con rotta e velocità definite. Il pilota cerca di passargli (e riprenderlo) esattamente di fianco, ma la cosa non gli riesce perchè l'oggetto "sembra manovrare" in modo da mettersi rispetto a lui in posizione frontale o comunque angolata, senza mai esporgli completamente la fiancata [3].
L'aspetto dell'oggetto ricorda al testimone una "cisterna di carburante" di colore nero opaco. Le sue dimensioni appaiono di 8 metri di lunghezza e due metri e mezzo, massimo tre, di diametro. Un particolare interessante notato da Cecconi è la presenza di una specie di "cupoletta" di colore bianco o comunque chiaro - ma non trasparente - posta sul lato superiore, leggermente schiacciato, dell'oggetto. Il termine "cupoletta" è comunque forzatamente vago, perchè più che un vero e proprio tettuccio essa ricorda al testimone una specie di sagomatura, di carenatura sul tipo di quelle presenti sulle auto sportive.
Mentre Cecconi sta compiendo l'ennesima virata per tornare a fare un'altra scarica di fotografie, Istrana lo chiama e gli comunica che proprio in quell'istante l'oggetto è improvvisamente svanito dagli schermi, tra una "battuta" e l'altra del radar.
Dopo pochi secondi, dalla torre di controllo di Treviso confermano che quelli che stavano seguendo l'oggetto col binocolo non riescono più a vederlo: l'oggetto è inspiegabilmente scomparso nello spazio di pochi attimi. In effetti, nemmeno il pilota riesce più a vederlo.
Pochi minuti dopo, l'aereo atterra all'aeroporto di Treviso e, come di consueto, gli specialisti rimuovono e prendono in consegna i contenitori delle pellicole e li portano al laboratorio del Reparto per lo sviluppo e la stampa. Il pilota è molto curioso di vedere come siano venute le foto scattate all'oggetto e si reca quindi ad esaminarle, procurandosene anche una in cui l'oggetto si vede piuttosto bene, compresa la "cupoletta" bianca. Sullo sfondo appaiono inoltre, in bella evidenza, le strutture e la pista dell'aeroporto, nonché l'area urbana di Treviso.

INDAGINI E COINVOLGIMENTI UFFICIALI
Verso la fine del 1979 l'ufologo Antonio Chiumiento stava indagando su un avvistamento presso l'aeroporto di Treviso quando casualmente apprese che nel precedente mese di giugno un pilota del 2' Stormo aveva fotografato un UFO da bordo del suo aereo. Chiumiento si attivò riuscendo a scoprire il nome del testimone, che andò ad intervistare in compagnia di Maurizio Caruso.
Cecconi fu in quell'occasione alquanto restio a parlare (era ancora in servizio attivo presso il 2' Stormo), comunque raccontò i fatti ai due inquirenti pregandoli di mantenere la cosa riservata. Egli inoltre mostrò ai due la fotografia, ritraente l'oggetto misterioso, che aveva trattenuto per sé.
Nel 1983 Cecconi lasciò il servizio nell'Aeronautica e Chiumiento ritenne opportuno di tornare ad intervistarlo per approfondire le informazioni a suo tempo ricevute. Il testimone poté essere maggiormente prodigo di notizie, pur continuando a chiedere una certa discrezione.
Nel 1984 il Ministero della Difesa, in risposta ad una interrogazione parlamentare del 10 luglio, dichiarò ufficialmente che tutti i dati inerenti al fenomeno UFO potevano essere consultati da Enti e studiosi civili per il tramite del Gabinetto dello stesso Ministero.
Così Chiumiento, il 24 agosto chiese ufficialmente al Ministero della Difesa il rilascio di foto appartenenti alla serie scattata dal Mareesciallo Cecconi, nonché il parere delle autorità militari su ciò che dette foto rappresentavano.
Il giorno successivo l'iniziativa ebbe notevole risalto sulla stampa: i giornalisti de La Tribuna di Treviso ebbero buon gioco nell'identificare il pilota cui si faceva riferimento, così il giorno 26 sullo stesso giornale appariva un articolo che riportava le generalità del testimone. A questo punto Chiumiento si sentì libero di agire pubblicamente divulgando la ricostruzione del fatto ricevuta direttamente da Cecconi.
Per i due mesi successivi, la notizia ebbe ampia eco sia sui quotidiani che sui settimanali: molti di essi pubblicarono anche la ricostruzione grafica effettuata dal pittore illustratore Ugo Furlan sulla base dei ricordi di Chiumiento e Caruso riferiti alla fotografia mostrata loro da Cecconi.
E qui occorre aprire una parentesi dedicata alla deontologia della ricerca. Nel corso del nostro incontro del settembre 1994 il M.llo Cecconi, ricostruendo la vicenda, si dichiarò molto seccato con chi aveva divulgato alla stampa le informazioni da lui ricevute con l'accordo della discrezione. Non staremo qui a disquisire su quale potesse essere in quell'occasione il comportamento migliore da tenere; ci pare comunque di non poter prescindere dall'affermare che la ricerca ufologica si basa in primo luogo sul rapporto che si riesce a instaurare tra inquirente e testimone, che deve essere della massima reciproca fiducia. Spesso il testimone è reticente a parlare perché ha paura del ridicolo o perché riveste una particolare posizione professionale: si confida con l'inquirente a patto che non vengano divulgate le sue generalità o le informazioni riservate eventualmente ricevute, utilizzandole unicamente a fini di studio e ricerca. La riservatezza richiesta, nel caso di Cecconi, avrebbe probabilmente dovuto essere meglio mantenuta.

LA RISPOSTA DEL MINISTERO
Il 2 novembre 1984, arrivò la risposta del Ministero. Oltre ad una breve descrizione del fatto (poche righe) la lettera indirizzata a Chiumiento affermava: "L'oggetto in questione, immediatamente individuato, fu fotografato con le macchine di bordo e inequivocabilmente identificato dal personale fotointerprete in un pallone di forma cilindrica, realizzato con sacchi di plastica nera".
I giornali si riappropriarono della notizia. Il 12 novembre sul Gazzettino (quotidiano veneto) apparve un articolo di Leopoldo Petto, intitolato: "L'UFO visto a Treviso era soltanto una mongolfiera". Nell'articolo si citavano le dichiarazioni di tale Luigi Milan, insegnante di educazione tecnica presso la scuola media di Azzano Decimo (PN), che affermava essere il costruttore, assieme alla sua scolaresca, della mongolfiera lanciata dal cortile della scuola ai primi di giugno e che avrebbe dato origine all'avvistamento.
L'articolo recava anche una foto del pallone, che in verità non sembra avere molto a che vedere con l'oggetto descritto dal pilota.
Ma una nuova svolta nella vicenda si ebbe con la pubblicazione sulla rivista Epoca, in data 19 aprile 1985, dell'articolo firmato da Remo Guerrini e intitolato "UFO rapporto segreto". L'articolo faceva sua la spiegazione data dal Ministero (pallone giocattolo) e pubblicava in esclusiva tre fotografie dell'oggetto ricevute dallo stesso Ministero.
In risposta, su Stampa Sera il 7 maggio Chiumiento sosteneva che la foto a lui mostrata da Cecconi era molto più interessante di quelle pubblicate da Epoca, domandandosi fra l'altro come mai non fossero state rilasciate le foto più importanti. In seguito, Chiumiento, sulla base di presunte incongruenze esistenti tra la foto vista da lui e Caruso e quelle pubblicate da Epoca, si spinse ad affermare che queste ultime potevano non appartenere alla serie scattata dal ricognitore.
Il 17 febbraio 1986, il caso Cecconi si ripresentò su diversi quotidiani a seguito della divulgazione, da parte dello Stato Maggiore Aeronautica, dell'"Estratto degli avvistamenti degli oggetti volanti non identificati per il periodo marzo 1979-aprile 1985": nel fascicolo, il caso in questione veniva catalogato come "non identificato". Il che è strano, tenendo presente la precedente "inequivocabile" identificazione.

LE NOSTRE INDAGINI
Uno dei primi episodi ad essere inchiestati dal neonato Progetto AIRCAT (4) in seno al CISU, nel settembre del 1994, è stato proprio il caso Cecconi. A seguito di alcuni colloqui telefonici e di interviste realizzate de visu col Maresciallo Cecconi direttamente a Treviso, dove ancora risiede, abbiamo potuto ricostruire la vicenda in dettaglio, come precedentemente illustrata.
Un elemento molto interessante emerso durante il nostro primo incontro è che il Maresciallo Cecconi ha riconosciuto come facenti parte della serie da lui scattata il 18 giugno 1979 le tre foto pubblicate da Epoca nel 1985 e da noi mostrategli. Questa affermazione è importante perché, come abbiamo già ricordato, al tempo della loro pubblicazione quelle foto erano state al centro di polemiche, essendo addirittura stata avanzata l'ipotesi che esse non facessero parte della serie scattata da Cecconi.
In occasione dello stesso incontro col testimone, non abbiamo purtroppo potuto esaminare la famosa fotografia dal lui stesso trattenuta al momento dello sviluppo e già mostrata a suo tempo agli inquirenti: Cecconi ci ha fatto capire che la fotografia era andata dispersa nel corso degli anni, magari sottratta da qualche visitatore che nel frattempo si era recato a trovarlo.
La nostra indagine nel caso specifico si è snodata anche in altre direzioni, con lo scopo di ottenere informazioni dettagliate sul rilascio, da parte del Ministero della Difesa, delle tre fotografie pubblicate dalla rivista Epoca. Fotografie che erano state a suo tempo richieste allo stesso Ministero anche da Antonio Chiumiento.
Nostri contatti con il giornalista Remo Guerrini, sino a poco tempo fa direttore della rivista Focus e nel 1985 autore dell'articolo "UFO Rapporto segreto", ci hanno permesso di appurare che egli stesso poté visionare direttamente presso il Ministero una trentina di fotografie appartenenti alla serie Cecconi, ricevendone poi alcune da pubblicare su Epoca.
Purtroppo Guerrini non ricorda la destinazione finale di quelle fotografie, pur ipotizzando che almeno alcune di esse siano poi finite nell'archivio della Mondadori. Pare di poter dire comunque che le fotografie furono consegnate a Guerrini unicamente in virtù dei suoi ottimi rapporti con l'Aeronautica Militare, che era stata argomento di una serie di suoi servizi molto impegnativi.
Da parte nostra si è anche proceduto all'invio, nel settembre 1994, di una richiesta al Ministero della Difesa volta a ottenere il rilascio di eventuali nuove informazioni declassificate in merito al caso in questione, nonché copia dei fotogrammi più significativi. Ma dal 2' Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica ci è stato comunicato in data 11 ottobre 1994 che agli atti non sono disponibili gli aerofotogrammi richiesti né ulteriore documentazione.
Nessuna risposta ha invece ottenuto la nostra richiesta di chiarimenti inviata il 4 febbraio 1995 al prof. Luigi Milan che, come si ricorderà, è l'insegnante di applicazioni tecniche che nel 1984 aveva affermato che l'oggetto fotografato da Cecconi altro non era se non una mongolfiera costruita da lui stesso e dai suoi alunni. Nel frattempo, purtroppo, è accaduto il fatto estremamente grave cui accennavamo all'inizio di questo articolo: pochissimi giorni dopo la nostra intervista a Treviso, il Maresciallo Cecconi è stato colpito da una seria malattia che lo ha lasciato per parecchi mesi in condizioni critiche e dalla quale ha iniziato a riprendersi gradualmente solo recentemente.

GLI SVILUPPI DELL'ULTIMA ORA
In occasione di un nostro colloquio telefonico col Maresciallo Cecconi (il primo direttamente con lui dopo molti mesi) in data 2 agosto 1995 abbiamo appreso due novità molto interessanti, casualmente legate tra loro da una curiosa concatenazione di avvenimenti.
La prima notizia, di assoluto rilievo, è che in maniera del tutto inaspettata era rispuntata fuori la famosa fotografia in possesso di Cecconi. La seconda notizia è che per colmo di coincidenza, proprio nello stesso periodo in cui la fotografia era riemersa dagli archivi di casa Cecconi, Antonio Chiumiento - dopo un periodo di assenza dalla scena ufologica - si era rimesso in contatto con il Maresciallo e si era fatto consegnare la fotografia per realizzarne delle copie.
Nei giorni successivi anche noi ci siamo recati a Treviso per una breve visita al testimone, che si è svolta in presenza dei suoi familiari. Intrattenendoci a colloquio con la signora Cecconi, questa ci ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla possibile utilizzazione della foto in maniera non riservata.
Lo scoop era nell'aria e si è concretizzato con l'uscita di articoli a tutta pagina, a livello sia locale che nazionale, il 19 agosto. In particolare ci pare significativo, vista l'importanza e la diffusione della testata, il paginone dedicato da Il Giornale all'argomento UFO in generale e al caso Cecconi in particolare, utilizzando quest'ultimo come cassa di risonanza per amplificare la notizia ufologica del momento, la telenovela del filmato relativo all'autopsia dei presunti alieni legata al caso Roswell.
L'articolo contiene alcune inesattezze ed ha un taglio alquanto sensazionalistico, subito evidenziato dalla pubblicazione dell'importante fotografia con sovrapposta, su un lato, la ricostruzione di un presunto alieno che ovviamente non ha nulla a che fare col caso in argomento. Riportiamo integralmente il periodo di apertura dell'articolo: "Una tra le più significative delle 84 foto scattate a un Ufo da bordo di un caccia militare nel cielo di Treviso nel 1979 sbuca dagli incartamenti del 2' Reparto dello Stato maggiore dell'Aeronautica militare quasi a confermare la presenza nello spazio terrestre di visitatori cosmici che il filmato della presunta autopsia dell'alieno di Roswell vorrebbe provare".
L'affermazione che la foto è stata divulgata dallo S.M.A. - mentre come sappiamo è invece uscita da casa Cecconi - oltre ad essere palesemente erronea, è anche filosoficamente fuorviante in quanto sembra sottintendere una conferma ufficiale alla presenza nei nostri cieli di extraterrestri, che altro non sarebbero se non gli stessi dell'autopsia di Roswell. Il che è scorretto due volte, in primis perché il Ministero non ha niente a che fare con la divulgazione della foto, e poi perché una cosa è etichettare un oggetto sconosciuto come "UFO", mentre ben altra cosa è attribuirgli di conseguenza la patente di astronave extraterrestre. Una corretta informazione ufologica dovrebbe sempre evidenziare che quella extraterrestre è solo una delle tante ipotesi avanzate per spiegare il mistero degli UFO, e non la spiegazione definitiva; ma purtroppo ciò non accade quasi mai.
Un'ulteriore inesattezza riguarda l'identificazione delle fotocamere da ricognizione contenute nel muso del G-91R con le cinefotomitragliatrici: si tratta di apparati diversi con differenti finalità e modi di utilizzo.
L'unica cosa veramente nuova contenuta nell'articolo è invece la fotografia dell'UFO, unitamente all'ammissione che le foto pubblicate nel 1985 da Epoca facevano parte della serie scattata da Cecconi. Tale importante informazione ci era già stata direttamente confermata dal testimone, come si ricorderà, nel settembre 1994.
Tanto per dare un'idea della cornice in cui è inserito lo scoop, ecco i titoli degli altri articoli che compaiono nella stessa pagina: "L'autopsia di due E.T. all'esame degli studiosi" e "A tu per tu con i dischi volanti assassini". Ogni commento appare superfluo.
Nei giorni immediatamente successivi sono stati parecchi i quotidiani che hanno ripreso la notizia, pubblicando articoli schierati su fronti opposti (i sostenitori dell'UFO extraterrestre e quelli del pallone).
Tra l'altro è emerso un testimone che avrebbe visto un oggetto analogo a quello fotografato da Cecconi e c'è stata una vera e propria proliferazione di presunti artefici del lancio del pallone giocattolo che avrebbe tratto in inganno il pilota: uno di essi afferma di aver lanciato il pallone una mattina di giugno assieme al figlio nei pressi di Treviso e di aver successivamente osservato un G-91 girargli attorno. Ma il testimone è anonimo e il giorno rimane imprecisato. Addirittura sul Messaggero Veneto del 19 agosto è rispuntato anche il prof. Milan (ora in pensione) a perorare la causa della sua mongolfiera come possibile evento scatenante l'avvistamento.
Apparentemente a favore dell'ipotesi UFO-Solar (pallone giocattolo) è anche il Tenente Colonnello (in congedo) Bruno Patelli, ex commilitone di Cecconi (era infatti anche lui all'epoca in forza al 2' Stormo di Treviso, pur se non al 14' Gruppo bensì al contiguo 103') e testimone del fatto da terra, una cui intervista è apparsa sulla Tribuna del 20 agosto, col cognome storpiato in Battelli. Anche noi abbiamo sentito - telefonicamente - il Colonnello Patelli: ne parleremo nel prossimo paragrafo.
Che dire di questa riapertura a sensazione del caso Cecconi? Di fatto non sembra, a distanza di qualche tempo, che essa abbia dato particolari frutti, dal punto di vista della ricerca ufologica.
L'unico argomento indubbiamente nuovo, la fotografia ottenuta da Cecconi, è stato mal gestito, dandolo in pasto ad una stampa avida di titoloni ad effetto in un'estate monopolizzata dall'ambigua vicenda del filmato Santilli. Non è stato condotto alcun nuovo approfondimento né sono state effettuate analisi sulla nuova foto: si è invece preferito privilegiare l'impatto sensazionalistico in cerca di improbabili avalli a livello ufficiale. Una conseguenza certa c'è stata, quella di esporre nuovamente il Maresciallo Cecconi e la sua famiglia contro la loro volontà - ed in un momento certo assai delicato - alla curiosità popolare.
Il nostro concetto di rapporto col testimone di un evento UFO è ben diverso. Se il testimone chiede riservatezza abbiamo il dovere di assicurargliela, per ripagarlo nel modo più corretto della fiducia di cui ci ha onorato confidandosi con noi. Alla causa dell'ufologia serve una ricerca matura e responsabile, non già i titoloni sui giornali.

IL DIFFICILE DILEMMA UFO-SOLAR
La regola, in ufologia, è che prima di catalogare come UFO un fenomeno od oggetto avvistato vengano esperiti tutti i riscontri possibili per escluderne ogni eventuale causa umana o naturale nota.
Sotto questo aspetto il caso Cecconi è sicuramente peculiare, perchè le caratteristiche stesse dell'avvistamento escludono d'acchito, per esempio, possibili spiegazioni di tipo naturale meteorologico o astronomico.
La peculiarità del caso sta nel fatto che ciò che Cecconi osservò e fotografò è sicuramente un manufatto di qualche tipo, come documentato incontrovertibilmente dall'evidenza fotografica e dalla conferma del radar di Istrana. Pertanto si dovrà indagare nella direzione di un oggetto solido e artificiale. Pare di poter senz'altro escludere dal novero dei possibili imputati qualsiasi tipo di aereo convenzionale, vista l'assoluta mancanza di ali e impennaggi caratterizzante l'oggetto e ben riscontrabile dalle fotografie pubblicate.
Per manifesta incompatibilità, anche parecchi tipi di palloni vanno eliminati dalla lista: in primo luogo quello lanciato in quel mese di giugno dal professor Milan della scuola media di Azzano Decimo, in quanto si trattava di una tradizionale mongolfiera del tutto inaccostabile, sia come forma che come dinamica di volo, all'oggetto fotografato da Cecconi. Altri tipi di palloni, come quelli meteorologici e quelli per ricerche scientifiche d'alta quota, possono essere esclusi per motivi similari; non così può invece dirsi per il pallone giocattolo costituito da sacchi di plastica nera indicato come spiegazione già nel 1984 dalle Autorità militari.
Alla fine degli anni '70 veniva comunemente venduto in edicole e tabaccherie un pallone giocattolo, chiamato significativamente "UFO-Solar", di colore nero o comunque molto scuro, delle dimensioni - una volta gonfiato - di circa mt. 3 di lunghezza per 70 cm. di diametro. Tale oggetto, costituito da una sottilissima parete di leggerissimo materiale plastico, recava ben visibili sul fianco le scritte cubitali UFO-Solar e aveva ambedue le estremità aperte. Per renderlo operativo bastava - dopo aver chiuso un'estremità - tenere contro vento l'estremità aperta e, una volta gonfiato il pallone, chiudere anche quell'ultima con un legaccio. A questo punto occorreva attendere che il calore del Sole scaldasse l'aria contenuta nel cilindro a sufficienza per vincere la resistenza fornita dal leggerissimo involucro di plastica e, quindi, far decollare l'arnese.
Come è facilmente intuibile, il volo di quei palloni era totalmente incontrollato, sottoposto in ogni momento ai capricci del vento e delle correnti convettive che si sviluppavano all'interno dello stesso pallone, a seguito del riscaldamento o raffreddamento dell'aria contenuta in conseguenza di una maggiore esposizione al Sole di una porzione del pallone rispetto ad un'altra. L'incontrollabilità del pallone provocava qualche rischio di troppo per la navigazione aerea, al punto che dopo alcune mancate collisioni tra aeromobili in volo e alcuni di questi palloni, la commercializzazione degli UFO-Solar venne definitivamente vietata per decreto nel 1985 (si veda il tassello della pagina seguente).
Inoltre, tutto l'insieme era caratterizzato da un'estrema fragilità e facilità a rompersi e lacerarsi, a causa della leggerezza e del ridottissimo spessore del materiale impiegato, necessari per rendere possibile l'involo del pallone. Queste considerazioni tecniche valgono chiaramente sia per l'UFO-Solar originale sia per eventuali palloni fatti in casa, magari di diverse dimensioni ma di analogo funzionamento concettuale. Premettiamo a questo punto che la spiegazione del caso Cecconi in termini di UFO-Solar o simili non ci convince, per i seguenti motivi.
Come abbiamo visto, l'UFO-Solar aveva dimensioni di circa 3 metri di lunghezza e 70 centimetri di diametro, mentre Cecconi descrive l'oggetto da lui osservato come una "cisterna di carburante" lunga otto metri e dal diametro di almeno tre.
Ora, tutto è possibile, ma dubitiamo fortemente che un pilota esperto e preparato, con la qualifica di "Combat ready" e migliaia di ore di volo al suo attivo possa passare a non più di 70-80 metri da un oggetto volante e prendere un tale colossale granchio riguardo alle sue dimensioni. D'altronde Cecconi ha affermato di non aver visto alcuna scritta sulle fiancate dell'oggetto, scritta che doveva invece essere ben presente, almeno nel caso di un UFO-Solar originale.
Ricordiamo che tali scritte non compaiono nelle poche foto divulgate e dobbiamo immaginare che non compaiano nemmeno nelle altre, perché ci pare probabile che se il Ministero della Difesa avesse avuto a disposizione foto in cui risultasse chiaramente la scritta "UFO-Solar" le avrebbe senz'altro diffuse, a maggiore conferma della identificazione con un siffatto pallone. Altro particolare che non si concilia con un tradizionale UFO-Solar è la presenza della cupoletta (o carenatura) bianca opaca notata da Cecconi sul lato superiore dell'oggetto.
Potremmo quindi affermare che sono almeno tre gli elementi di discordanza tra l'oggetto fotografato da Cecconi e la sua possibile identificazione con un UFO-Solar: le dimensioni, l'assenza delle scritte laterali e la presenza della misteriosa carenatura bianca.
Si potrebbe però obiettare che non esiste limite all'inventiva umana e che quindi è possibile che qualche estroso inventore abbia concepito e costruito un pallone concettualmente ispirato all'UFO-Solar, molto più grande, senza scritte e con qualcosa di bianco sulla sommità. In effetti, come ampiamente documentato dalla stampa dell'epoca, siffatti modelli autocostruiti esistevano davvero e avevano le forme più fantasiose.
Ma altre motivazioni che porterebbero ad escludere l'ipotesi del pallone giocattolo sono l'osservabilità radar dell'oggetto e la sua dinamica di volo. Difatti un UFO-Solar (o simili) non è radarabile: il materiale impiegato per costruirlo, obbligatoriamente sottilissimo per consentire il volo nelle sue particolari condizioni d'impiego, non rendeva in alcun modo possibile la riflettività radar.
Pertanto, dato per certo - secondo la testimonianza di Cecconi - che il centro radar di Istrana registrò la presenza dell'oggetto sulla verticale di Treviso Sant'Angelo, appare inevitabile concludere che un manufatto in grado di provocare una simile eco radar si situa in una classe ben diversa dai palloni tipo UFO-Solar.
Lo stesso Tenente Colonnello Patelli, pur essendo abbastanza incline ad accettare l'ipotesi esplicativa dell'UFO-Solar, ci ha confermato che se davvero un radar è stato in grado di captare l'oggetto allora la sua consistenza strutturale doveva essere, se non metallica, comunque ben diversa da quella fornita da una sottilissima pellicola di plastica.
Un ultimo elemento sembrerebbe non conformarsi all'ipotesi in questione, e precisamente il profilo di volo dell'oggetto. Come si è già anticipato, il volo di un pallone tipo UFO-Solar era decisamente erratico e imprevedibile, completamente in balia dei capricci del vento a causa della sua leggerezza d'insieme. Le stesse correnti convettive interne contribuivano poi a renderlo ancora più instabile e incoerente nei suoi spostamenti. Tutto ciò non combina assolutamente con quanto dichiarato da Cecconi, che rispetto ai propri passaggi aveva l'impressione che esso si mantenesse praticamente immobile. In più, lo stesso Cecconi ha affermato di aver ricevuto da terra comunicazione che l'oggetto in realtà si spostava nell'aria, con velocità relativamente moderata e rotta costante.
Non dimentichiamo, poi, che Cecconi ha sostenuto che la misteriosa cupoletta bianca si manteneva costantemente sul lato superiore dell'oggetto, lasciando così pensare ad un oggetto stabile e non ad un pallone leggerissimo che tende a cambiare assetto e roteare su se stesso alla minima bava di vento.
Va inoltre considerato che il G-91 passò ripetutamente a 70-80 metri dall'oggetto senza causare alcuna modifica nel suo assetto di volo. Ora, è vero che in un aereo piccolo e veloce come il G-91R l'effetto turbolenza era limitato all'ampiezza massima descritta dall'apertura alare, o poco superiore, e che tale effetto si concretizzava soprattutto in scia più che lateralmente, ma riesce difficile credere che un caccia che passi a 80 metri da un UFO-Solar alla velocità di circa 500 km/h non ne distrugga il sottilissimo involucro o, almeno, non lo proietti scompostamente lontano.
Ricordiamo infine che, sempre secondo il pilota, l'oggetto in pochi minuti si portò dagli iniziali 7.000 piedi fino a più o meno 13.000, alternando fasi di salita e di discesa.
Anche questo rateo di salita altalenante non pare conciliarsi troppo con quello che ci si potrebbe aspettare da un UFO-Solar, originale o meno che sia.
E che dire della strana scia azzurra che da terra, ma non da Cecconi, fu vista promanare dall'oggetto? E che giudizio dare sulla repentina sparizione dell'oggetto, sia dalla visuale che dallo schermo radar praticamente nello stesso momento?
Difficile dare delle risposte, in mancanza di dati oggettivi. Il verdetto sull'UFO di Treviso non può quindi che rimanere sospeso, perché troppe sono le domande che restano senza risposta ne' l'ipotesi UFO-Solar è in grado di spiegare il caso in maniera soddisfacente, almeno sulla base dei dati ora disponibili che tenderebbero viceversa a smentirla.
Ovviamente da parte nostra non consideriamo chiusa l'indagine, perché esiste sempre la speranza che qualche nuova informazione, magari di provenienza ufficiale, possa prima o poi contribuire a gettare nuova luce sulla vicenda.

NOTE
[1] Può essere utile ricordare che il G-91R, oltre che per missioni di appoggio alle forze di terra, veniva normalmente utilizzato proprio per missioni di ricognizione tattica, essendo all'uopo dotato di quattro fotocamere Vinten (una frontale, due laterali a destra e a sinistra nel muso, una ventrale) ottimizzate per tale scopo.
[2] Il piede è l'unità di misura lineare utilizzata in aeronautica e corrisponde a cm. 30,48. Pertanto la quota iniziale di 7.000 piedi corrisponde a circa 2.100 metri, mentre la quota finale di più o meno 13.000 piedi corrisponde a circa 3.900 metri.
[3] Ovviamente tale affermazione va presa cum grano salis, nel senso che non esistono prove che l'oggetto fosse in qualche modo controllato o pilotato, mentre è comunque curioso il fatto che esso venisse sempre a trovarsi in una particolare posizione rispetto ai passaggi dell'aereo.
[4] Si veda in proposito il nostro articolo "Avvistamenti UFO e aerei" sul n.14 (luglio 1994) di UFO.


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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:32 
QUANDO ZAMORA ANDO' NEL PALLONE

Articolo di Stefano Panizza
Fonte: http://falsimisteri.myblog.it/archive/2 ... llone.html

La vicenda che andiamo a raccontare è unanimemente considerata nel mondo ufologico una delle più probanti evidenze della straordinarietà di certi eventi.
In realtà, la maggioranza degli studiosi si spinge oltre, ritenendola la prova inconfutabile, oltre ogni ragionevole dubbio, che un’astronave extraterrestre abbia davvero fatto visita al nostro pianeta.
Un’esigua e bistrattata minoranza è, invece, convinta che l’intera storia possa avere una spiegazione ben più prosaica.
Chi avrò ragione?
Partiamo dall’inizio.

La vicenda
è il 24 aprile del 1964, h 17.45.
Dionicio E. Zamora, detto Lonnie, ufficiale di polizia presso la città di Socorro (New Mexico, Stati Uniti), è lanciato con la sua auto di servizio all’inseguimento di una Chevrolet nera, in transito lungo la statale a sud della città.

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La tensione è alta, così come la velocità delle vetture coinvolte.
Ad un certo punto, però, la sua attenzione è attratta da qualcosa d’altro.
Racconta, infatti: "heard a roar and saw a flame in the sky to southwest some distance away — possibly a 1/2 mile or a mile.". E cioè: “ho sentito un rombo ed ho visto delle fiamme nel cielo in direzione sud est ad una distanza di mezzo miglio o forse un miglio.”.
Lascia perdere la caccia al presunto delinquente (si vede che era la sua giornata fortunata …), lascia la statale ed imbocca una stradina secondaria, allo scopo di avvicinarsi al punto da dove sembra provenire il fuoco.
Sospetta, infatti, che qualcosa sia precipitato dal cielo, e non un fulmine, visto che la giornata è serena. Oppure teme che sia saltato in aria il deposito di dinamite che sa essere in quella direzione.

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Man mano che procede la visione gli si fa più chiara.
Ad una distanza di 150 – 200 iarde (una iarda corrisponde a poco meno di un metro) vede un oggetto biancastro, luminoso, di forma oblunga e appoggiato al suolo su due gambe. Vicino ad esso si muovono un paio di persone in tuta bianca.

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Riferendosi a loro dice: "I don't recall noting any particular shape or possibly any hats, or headgear. These persons appeared normal in shape, but possibly they were small adults or large kids" e cioè: “Non ricordo niente di particolare riguardo alla loro forma o possibili cappelli o copricapi. Queste persone apparivano normali, sembravano adulti piccoli o bambini grassi.”.
Mentre chiama via radio Nep Lopez della propria centrale operativa, si avvicina sempre di più all’oggetto.
Ma quest’ultimo, ad un certo punto, accompagnato da un rumore molto forte (“very loud roar”) e da fiamme blu ed arancione, si alza verso il cielo e si allontana velocemente. Il tutto senza rumore, né fumo.
Dalla base, nel frattempo, nessuno vede un oggetto volante simile a quello descritto dal collega.
Sul posto arriva, intanto, il sergente Chavez (Zamora nell’attesa prende carta e penna e disegna quanto visto, compreso uno strano simbolo notato sull’oggetto).

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Insieme ispezionano la zona.
Emerge immediatamente che alcuni cespugli appaiono bruciacchiati e che a terra sono presenti curiose tracce.

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Le testimonianze
Alcuni testimoni parlano di un oggetto volante a forma di uovo e con fiamme bluastre, approssimativamente nella stessa zona e alla stessa ora dell’avvistamento di Zamora.
Ad esempio, tali Paul Kies e Larry Kratzer, che osservano alla distanza presunta di un miglio (ricordo che corrisponde a 1609 metri).

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Tale notizia è leggibile nei giorni successivi sul Telegraph-Heral di Dubuque (Iowa). Sorgano, però, dubbi su quanto possano aver davvero visto, in quanto Kratzer parla testualmente di “black smoke”, cioè di “fumo nero”, particolare negato da Zamora. Così come è pure sospetto che citano informazioni che non possono conoscere in quanto mai stati sul luogo del presunto atterraggio. è dunque probabile che, avendo rilasciato l’intervista a caso ampiamente noto, raccontino cose sentite ma non vissute in prima persona. Diversi anni dopo vengono nuovamente intervistati dal ricercatore Ralph DeGraw, fornendo, però, un’altra versione dei fatti. Ciò non può che rendere inaffidabile le loro parole.
Proseguendo nelle testimonianze, vi sono cinque persone (la cui identità rimane sconosciuta) che raccontano al benzinaio Opal Grinder, della stazione di Socorro, di come uno strano velivolo tondeggiante avesse da poco sorvolato il tetto della loro auto.
Un altra persona (anche in questo caso non se ne conosce il nome) chiama allarmata la televisione di Albuquerque, giurando di aver visto un oggetto volante a bassa quota ed in lento avvicinamento alla città di Socorro.
El Defensor Chieftain scrive, invece, di un turista, anch’esso non identificato, che avrebbe osservato l’atterraggio di uno strano velivolo ed un’automobile della polizia andare in quella direzione.
Più in generale, centinaia di (sconosciuti) testimoni parlano di un fragore (“loud roar”) udito nella zona.
Nel 2009 il sergente Chavez (quello che accorre per primo alla chiamata del collega Zamora) confida al ricercatore Ray Stanford del NICAP, che si è ampiamente occupato del caso, che pure lui ha avvistato lo strano oggetto (affermazione mai fatta in precedenza).

Le indagini
Le analisi del caso vengono essenzialmente svolte dall’APRO (Aerial Phenomena Research Organization), dal NICAP (National Investigations Committee On Aerial Phenomena), dal U.S.Air Force e dai componenti del Project Blue Book (con il case number 8766 che, a dire il vero, si limita a raccogliere la cronistoria dell’evento). Ricordo che quest’ultimo, nato per investigare il fenomeno UFO, è stato creato dall’U.S.Air Force medesima nel 1952.
Il capitano T.Holder ed i suoi collaboratori si recano nel luogo del presunto atterraggio, recintano il sito, raccolgono campioni di sabbia e frammenti di cespugli bruciati.

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Non rilevano indizi, come impronte o materiale, che suggeriscano una qualche messa in scena (naturalmente quanto non significa nulla, perché l’assenza di prove non è di per se una prova).
Il materiale recuperato viene analizzato dall’Università dell’Arizona, nelle persone di Mary G. Mayes e due colleghi. Essi si premurano, comunque, di visitare anche la zona.
Non vengono ritrovate evidenze radioattive o tracce di propellenti chimici. Abbiamo, invece, "two organic substances she was unable to identify”, cioè “due sostanze organiche non identificate”, le piante risultano rinsecchite ma, soprattutto si rileva "fused sand”, cioè “sabbia fusa”. Ed essa appare circoscritta in una zona vagamente triangolare, con i lati misuranti dai 25 ai 30 pollici (un pollice corrisponde a 2,5 cm).
Dei campioni se ne perderanno, però, le tracce.
Alle indagini si affiancano successivamente l’astronomo Allen Hynek, che fornisce una consulenza scientifica nell’investigazione, ed il maggiore Hector Quintanilla, responsabile del Blue Book a partire dall’agosto del 1963.
Hynek è entusiasta del caso, tanto da fargli scrivere: "I think this case may be the Rosetta Stone ... There's never been a strong case with so unimpeachable a witness.". E cioè: “Penso che questo caso possa essere la Stele di Rosetta … Non c’è mai stato un caso con testimoni così attendibili.”.
Sembra che sia stato fatto anche qualche calcolo sulle caratteristiche dinamiche e strutturali dell’oggetto (naturalmente in base alle dichiarazioni testimoniali): velocità media 1.738 km/h, decollo verticale risultato impossibile a quella velocità, mancanza di ali, accelerazione pari a cinque volte la gravità terrestre.
L’Air Force, con un rapporto del 8 giugno 1964, non giunge, però, a nessuna conclusione definitiva recitando testualmente: "Air Force was continuing its investigation, and the case is still open." E cioè “l’Air Force sta continuando ad investigare, il caso rimane aperto.”.
Le dichiarazioni vengono ampiamente criticate, soprattutto perché in esse non si parla delle numerose prove testimoniali e delle (presunte) inquietanti evidenze fisiche.
Qualcuno, come Robert Barrow del Nicap, cerca di forzare la mano per avere maggiori informazioni. Alla fine del 1964 scrive all’Air Force, ricevendo risposta con lettera datata 8 gennaio 1965. In pratica essa recita che il caso è ancora insoluto e che comunque non ci sono prove che il veicolo provenga dallo spazio esterno.

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Da quanto, però, risulta evidente di come l’ente americano sia convinto che si tratti di un qualcosa di concreto, non cioè di una menzogna di Zamora o di una sua allucinazione.

Le spiegazioni
Visto che l’Air Force non si pronuncia, ci pensano vari ricercatori a farlo.
Naturalmente l’ipotesi che va per la maggiore è quella di una astronave extraterrestre con i suoi (almeno) due occupanti.
Ma ve ne sono molte altre.
L’astronomo Donald Menzel parla, piuttosto, di uno scherzo tirato al povero Zamora, per poi cambiare successivamente versione e parlare di un “dust devil” cioè una sorta di tromba d’aria in grado di provocare un gigantesco mulinello nella sabbia.
Lo “scettico” Philip J. Klass ipotizza, invece, un fulmine globulare.
Oppure, successivamente, suggerisce che si tratti di una menzogna per incrementare il turismo locale, “pagata” dal proprietario del terreno sul quale l’ufo sarebbe sceso, e cioè il sindaco Holm Bursum Jr. In pratica, il fatto avrebbe dovuto far nascere la necessità di costruire motel, punti di ristoro e negozi per assistere i turisti “ufologici”.
A dire il vero l’idea non deve averlo convinto troppo, tanto da non approfondire la faccenda. Perché, in realtà, il proprietario non è il citato nome, ma una certa Delia Harris. In ogni caso, vero o falso che sia, a Socorro di turisti e giornalisti ne sono passati effettivamente parecchi.
Il maggiore Hector Quintanilla, piuttosto, parla di un prototipo in fase di sviluppo nell’ambito del “Programma Apollo”.
Nel 1995 James Mc Andrei, ufficiale dell’Air Force, confessa, invece, a Bernard Gildenberg, del New Mexico Institute of Mining and Technllogy, che nella zona il 24 aprile 1964 erano in corso esperimenti con una sonda senza equipaggio, la “Surveyor Lunar”.

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A dire il vero, però, non è che richiami molto la descrizione dell’oggetto fatta da Zamora.
Tale Larry Robinson, dell’Università dell’Indiana, preferisce, invece, l’ipotesi della mongolfiera.

Il colpo di scena
Che uno dei più famosi casi ufologici sia, alla fine, un banale scherzo?
A giudicar da quanto casualmente scoperto nel 2009 da Anthony Bragalia, sembrerebbe ben più che un’ipotesi.
Vediamo di saperne di più.
L’anziano ex preside di un college americano ha confessato che si tratta di una burla organizzata da un gruppo di brillanti studenti. Almeno è quanto emerge analizzando il contenuto di una certa lettera.
Zamora, in pratica, sarebbe stato ingannato.
Questo scritto, conservato alla Oregon State University e datato 1968, è indirizzato dal dottor Linus Pauling al dottor Stirling Colgate, citato preside della New Mexico Tech e noto astrofisico presso il Los Alamos National Laboratory.
Quest’ultimo, con una nota a mano, scrive: “ I have a good indication of the student who engineered the hoax.” Che tradotto significa: “Ho buoni indizi dello studente che ha progettato la bufala.”

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Tutto nasce dal desiderio di Pauling (premio Nobel per la Chimica e per la Pace) di saperne di più del fenomeno ufo, ed in particolare del caso Zamora.
Da li l’idea di scrivere all’amico Stirling e chiedere chiarimenti.
Oltre a quanto, però, il preside non sembra essere mai andato, forse rendendosi conto che la divulgazione della notizia avrebbe squalificato la propria scuola.
A indiretta conferma di quanto scritto, le parole di Dave Collins.
Costui, matricola alla New Mexico Tech nel 1965 (sarebbe, poi, diventato esperto mondiale di tecniche esplosive), ha, infatti, rilasciato dichiarazioni significative.
Innanzi tutto, che l’istituto ha sempre avuto una lunga tradizioni in materia di scherzi (anche di tipo “paranormale). Ad esempio un tale di nome John W. Shipman, che negli anni Sessanta era li studente, racconta di colleghi che si divertivano a realizzare palloni meteorologici in grado di produrre falsi eco radar (per burlarsi delle storie dei “dischi volanti”). Il risultato è stato che, in più di un’occasione, aerei militari della base di White Sands si sono alzati in volo per intercettare quanto apparivano loro come strani velivoli. Una volta individuati, dopo la classica “lavata di capo”, gli studenti sono stati, in realtà, seguiti con molto interesse dal personale militare, avendo intuito le loro eccezionali capacità tecniche e scientifiche.
Ritornando a Collins, un insegnante (di cui non ricorda il nome o forse non lo vuole dire) gli conferma che la storia di Zamora era una bufala organizzata dagli studenti.
Ma, soprattutto, è importante la testimonianza di Frank T. Etscorn, professore di psicologia (famoso per aver inventato il cerotto alla nicotina) e per venti anni insegnante presso la NMT (anche se successivamente ai fatti di Zamora). Stando alle sue parole, negli anni Ottanta, volendo approfondire la storia, rintraccia gli autori della burla.
In pratica lo scherzo si sarebbe svolto in questo modo:

- uno degli studenti si fa inseguire da Zamora per attirarlo nel luogo della messa in scena
- un pallone bianco ad elio viene appoggiato al suolo e poi rilasciato al momento opportuno
- si fanno alcuni buchi per simulare l’atterraggio
- le fiamme sono il risultato di esplosivi pirotecnici
- viene disseminata la trinitite, un residuo vetroso, ampiamente disponibile nel laboratorio di geologia della scuola
- gli studenti più piccoli indossano tute bianche in modo da sembrare alieni

Pur non essendovi prove che sia andata così, nulla di quanto risulta tecnologicamente impossibile.
E poi, vuoi che studenti in grado di ingannare l’U.S.Air Force non riescano a confondere il povero Zamora, a maggiore ragione con l’uso di un pallone, che, come abbiamo visto, sembra essere un po’ la “specialità della casa”?
E deve far riflettere anche il fatto che l’università in oggetto sembra ignorare completamente la vicenda come a dire che nulla di straordinario sia mai accaduto.
Ma il motivo dello scherzo?
Farla “pagare” a Zamora, ritenuto colpevole, a dire degli studenti, di eccessivo zelo nei loro confronti. E quale modo migliore che farlo passare per un idiota visionario?
Tra l’altro, prima di diventare poliziotto, ha lavorato per sette anni, come meccanico, presso la New Mexico Tech.
E qualche screzio ci deve essere stato, se viene ricordato come persona “not especially educated”, cioè “non particolarmente educata”. Ciò confermato dalla testimonianza raccolta da Hynek presso uno studente saltuariamente alle dipendenze del già citato Grinder Opal, cioè il benzinaio.
Credo sia difficile andare oltre a quanto esposto perché i responsabili della probabile truffa se ne guarderanno bene dal parlare.
Perché hanno generato un “casino” veramente grosso.
Probabilmente sottovalutando la portata di quanto fatto e non immaginando che la cosa finisse in mano all’Air Force. Ricordo che è considerata uno dei più probanti casi ufologici e che ha segnato profondamente la vita del povero Zamora (pur essendo un burbero, non si meritava tanto).

Le conclusioni
è evidente come, per ogni ipotesi considerata, manchi la prova definitiva ed incontestabile.
La cosiddetta “pistola fumante”.
Ci troviamo, in ogni caso, di fronte essenzialmente a due teorie: quella del velivolo alieno (idea confessata più o meno apertamente) e quella dello scherzo sotto forma di pallone aerostatico.
Porle sullo stesso piano sarebbe, però, un errore.
La prima deve far fronte ad una serie quasi infinita di obiezioni scientifiche. E, lo ricordo, non si può dimostrare una cosa facendo leva su argomenti non dimostrati (sarebbe come avere una casa priva di fondamenta). Senza scomodare la Scienza, lo suggerisce il semplice buon senso stesso.
Lo stesso Blue Book si è limitato a considerarlo un caso insoluto (la storia dell’hoax sarebbe uscita molti anni più tardi).
E le testimonianze, Zamora escluso, rimangono anonime e raccolte da giornalisti locali, cioè di scarso valore.
La seconda ipotesi, invece, è molto più concreta.
Infatti:

- l’università possiede la tecnologia per fare quanto (essendo un istituto all’avanguardia)
- ha menti brillanti (molti studenti diventano famosi)
- è sua tradizione fare scherzi (ricordate i falsi ufo?)
- c’è il movente (farla “pagare” all’insopportabile Zamora)
- personaggi di altissimo livello scientifico confermano indirettamente la bufala (un conto è quanto afferma un bi-nobel, altro se a parlare è un cronista di un giornale locale in cerca di scoop)
- la mancata diffusione della notizia si spiega con la prudenza (era meglio non “tirar troppo la corda”)

Ed il “nostro” Zamora come va giudicato?
Credo che la sua testimonianza sia autentica.
Quindi?
è a questo punto che il “cerchio si chiude”.
Perché da una parte, come abbiamo visto, l’ipotesi “pallone” è quella che appare come la più realistica e al contempo esaustiva dei vari aspetti del caso.
Dall’altra, le parole di Zamora stesso che, in fondo, ce la suggeriscono in quanto, rispondendo a Nep Lopez della centrale operativa, recitano: “It looks like a balloon” e cioè “l’oggetto assomiglia ad un pallone".


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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:33 
GLI UFO, CROWLEY E LA CONNESSIONE OCCULTA

Articolo di Roberto La Paglia
Fonte: http://www.ufosigns.org/index.php?mod=r ... 1347310632

In un mio articolo, ripreso all’interno del volume “Ufologia Occulta” (Cerchio della Luna Editore), mi ripromettevo di indagare in merito alla connessione esistente tra il mondo dell’occulto e il fenomeno Ufo; questa breve indagine si basava sullo scenario che vide come protagonista Aleister Crowley e l’Operazione Amalantrah, un rituale svolto tra gennaio e marzo del 1918, basato sull’uso delle Chiavi Enochiane.
Il lavoro magico rituale, come alcuni ricorderanno, culminò nell’apertura di un varco dimensionale e il contatto con una entità chiamata LAM.
Si potrebbe a questo punto pensare di inserire la figura di Crowley in una tematica ufologica, ma si tratterebbe di una conclusione inesatta e del tutto affrettata; scopo di questo nuovo articolo sarà, quindi, non soltanto approfondire l’argomento in questione, ma anche riportare l’operazione Amalantrah e la figura del LAM a quelli che sono i loro precisi riferimenti storici.

Antefatto
Gennaio/marzo 1918; Aleister Crowley, si dedica a quella che sarà in seguito conosciuta come “Operazione Amalantrah”, ovvero dei lavori magico rituali che si svolgono in alcune camere arredate in Central Park West, a New York City.
Lo scopo principale di queste operazioni è quello di avviare dei contatti, tramite la Magia Cerimoniale e le pratiche di Magia Sessuale, con intelligenze esterne al nostro mondo; il contatto vero e proprio viene affidato alle visioni di una medium.
Attraverso il Rituale, viene creato un Portale Magico, ovvero uno spazio nel tessuto dello spazio tempo entro il quale avverranno le manifestazioni; i risultati non tardano ad arrivare e l’entità che si presenta viene chiamata Lam.
Questa figura, ancora oggi avvolta nel più fitto mistero, è stranamente molto simile a quella razza di extraterrestri meglio nota come Grigi, non abbiamo però alcun commento diretto da parte del grande occultista inglese riguardo ai fatti appena narrati; sappiamo soltanto che creature molto simili al Lam vennero segnalate ripetutamente per tutto il 1980 nella Hudson Valley; di questo avvenimento esiste la testimonianza riportata in “Contact of the 5th Kind” di Philip J. Imbrogno e Marianne Horrigan, ovvero un disegno realizzato da Ann Direnger che raffigura un essere del tutto simile al Lam di Crowley.
Il mago inglese trovò forse un metodo “alternativo” per contattare gli extraterrestri?
A questo domanda risponderemo alla fine, continuiamo intanto il nostro antefatto.
Dopo l’esperimento condotto da Crowley, la presenza del Lam non rimase un caso isolato; Michael Bertiaux riuscì ad evocarlo nel 1960 e dieci anni dopo, un gruppo O.T.O. (Ordo Templis Orientis), replicò con successo la stessa esperienza.
Dopo questi successi, gli interessi dei circoli occulti, in special modo di quelli appartenenti o direttamente ispirati dall’O.T.O., presero in grande considerazione questo metodo di ricerca; e Kenneth Grant, riconosciuto come il successore di Crowley, formalizzò definitivamente il Culto di Lam, riconoscendo a questa entità natura aliena.
Iniziamo subito con il ricordare che tale scenario, ovvero la presenza di energie senzienti che sovrastano il nostro pianeta e sono parte integrante dell’universo, era già stata esplorata da H. P. Lovecraft e ripresa da Charles Fort, ma si trattava di una visione altamente negativa e non necessariamente in stretta sinergia con l’ipotesi extraterrestre.
L’operazione Amalantrah non si prefiggeva di raggiungere lo status di primo esperimento di contatto con il mondo alieno, lo stesso Crowley non aveva questa intenzione, tanto che definì il Lam una “entità Enochiana”, accezione che lo accosta più al rituale magico che non ai moderni schemi di Contattismo e Channeling.
Nonostante ciò il portale aperto da Crowley, ma soprattutto il percorso storico che contribuì al buon fine dell’operazioni, riportano numerose coincidenze che trovano, a loro volta, ampio riscontro nella letteratura ufologica.
Il termine Entità Enochiana ci riporta indiscutibilmente al sistema Enochiano usato dal mago elisabettiano John Dee durante il 17° Secolo, personaggio per il quale Crowley nutriva un profondo interesse.
John Dee, insieme al suo collaboratore Edward Kelly, non erano certo nuovi a questo tipo di esperienza; anche loro avevano avuto “particolari” incontri, interazioni delle quali erano stati protagonisti quelli che chiamavano dei “piccoli uomini” che si muovevano “in una nuvoletta di fuoco”, un modello che non è certo sconosciuto alla letteratura ufologica.
In ogni caso l’interesse di Crowley era puramente di matrice magico spirituale, un modo per allargare e approfondire la conoscenza; il disegno del Lam non rivestì in seguito nessuna importanza per il mago inglese, tanto che lo tenne conservato per circa 36 anni facendone poi dono a Kenneth Grant. Dal 1919 al 1945 Crowley non si interessa al Lam; dobbiamo quindi dedurre che il Lam, inteso come contatto extraterrestre, sia una divulgazione di Grant? Forse parte dell'ideologia dell'O.T.O. di matrice Tifoniana?
Crowley si riferisce in realtà ad un portale di accesso ma non affronta nessuna tematica che, in qualche modo, possa essere legata all'Ufologia; Grant, al contrario, nel 1955 annuncia la scoperta di Iside, un pianeta trans-plutonico, e stabilisce allo stesso tempo l'Ordine Loggia Nu-Iside proprio allo scopo di favorire il contatto. A coronamento di questo fatto, sempre lo stesso Grant, dichiara pubblicamente (1980) che il ritratto del 1918 (il Lam di Crowley) può essere usato come punto focale per l'energia extraterrestre. Risulta a questo punto difficile, se non addirittura arbitrario, inserire Crowley in una tematica ufologica, mentre l’intera questione ci porta ad esplorare nuove ipotesi di ricerca.

Gli Ufo, Kenneth Grant e le Operazioni Babalon
A dispetto dell’idea originale di Crowley, Grant si mosse verso obiettivi radicalmente diversi, all’interno dei quali la ritualistica, il portale aperto nel 1918 e il Lam stesso assumevano molteplici accezioni, non ultima quella di una connotazione dichiaratamente aliena, laddove con questo termine ci si riferisce ad una origine extraterrestre.
Nel suo “Outside the Circles of Time” cos’ scrive riferendosi alla questione trattata in questo articolo: “…alcuni credono che i fenomeni Ufo facciano parte del “miracolo”, e una grande quantità di prove sembra suggerire che queste entità misteriose siano localizzate all’interno dell’atmosfera terrestre…la New Lodge Isis possiede gli strumenti per entrare in contatto con loro…”.
Il riferimento evidente si riallaccia all’esperienza di Crowley, all’uso delle Chiavi Enochiane e a nuovi rituali abbinati che permetterebbero il contatto interdimensionale.
L’esperienza di Crowley andò quindi avanti, nonostante il disinteresse dimostrato dal mago inglese, e passò nelle mani di Grant, ma il percorso di quella che potremmo definire, ma soltanto come agganzio storico e non certo ideologico, la “nuova Amalantrah” non si fermò certo a questo punto.
Nel 1946, Jack Parsons, un discepolo di Crowley, capo del ramo californiano dell’O.T.O. e noto scienziato missilistico, portò avanti l’idea del contatto con l’aiuto di Frater H, nome iniziatico scelto da L. Ron Hubbard, conosciuto ai più come il fondatore di Scientology ma anche apprezzato scrittore di romanzi di fantascienza.
La nuova operazione, anzi le nuove operazioni visto che si trattò di vari tentativi, presero il nome di Babalon e permisero ai due uomini di entrare in contatto con creature o entità non molto dissimili dal Lam; Parsons e Hubbard ripresero in pratica i ruoli originari che avevano visto come protagonisti nel 1918 Crowley e la Dama Scarlatta, ma anche John Dee e Edward Kelly, ovvero il mago e il veggente uniti nel tentativo di realizzare delle comunicazioni ultraterrene.
Le operazioni Babalon differivano nettamente da quelli che erano stati i presupposti e i rituali di Amalantrah; si trattava in realtà di uno scenario molto più vicino alla Magia Sessuale attraverso la quale si voleva arrivre alla creazione di un “figlio” nel piano spirituale; una volta creato questo “bambino spirituale” sarebbe stato “indirizzato” ritualmente nell’utero della Sacerdotessa, assumendo in tal modo la sua manifestazione umana.
Perché tutto ciò accadesse era necessario riaprire il portale sigillato da Crowley, cosa che avvenne ma che, allo stesso tempo, sfuggì in parte di mano agli officianti i quali non riuscirono a chiudere il varco che rimase fuori da ogni controllo. Probabilmente fu proprio questo “incidente” a dare il via a tutta una serie di particolari coincidenze, le stesse che da molti vengono messe in relazione con i successivi avvenimenti di natura ufologica.
Approfondendo quest’ultimo aspetto ci troviamo di fronte a questa singolare serie di coincidenze temporali: i lavori delle operazioni Babalon si conclusero nel 1947, sempre nel giugno dello stesso anno avvenne il famoso avvistamento di Kenneth Arnold e il mese successivo l’incidente di Roswell; sempre nell’estate del 1947 si registrano: la prima grande ondata di avvistamenti, l’Ufo crash di Chengdu (Cina) e il presunto recupero di parti di un disco volante operato dai militari russi presso quella che viene ricordata come l’Area 51 della Russia, Kapustin Yar.
Come se ciò non bastasse, il 12 agosto del 1989 il ricercatore John Judge rilascia una intervista alla KPFK radio di Los Angeles durante la quale, tra le altre cose, fa una ben precisa affermazione: Kenneth Arnold e Jack Parsons erano stati molto spesso partner di volo sullo stesso aereo; non abbiamo in merito ulteriori conferme ma si tratta certo di una ben strana coincidenza.
D’altra parte tutti i personaggi di questa vicenda, in un modo o nell’altro, erano legati tra loro e avevano avuto in precedenza esperienze similari, così come l’intero scenario ricalcava fedelmente quel particolare momento storico e ideologico.
Non a caso, quindi, Ron Hubbard inserì nella cosmologia relativa a quella che sarebbe poi stata la sua “religione” i “Thetan”, ovvero le anime di alieni spaziali morti che tentano in tutti i modi di impossessarsi del corpo degli esseri umani, e ancora una volta non a caso, probabilmente, Sia lo stesso Hubbard che Parsons ebbero una esperienza “visionaria” con queste entità proprio nel Deserto della California, ovvero nello stesso luogo che fu in seguito lo scenario principale di personaggi quali George Adamski e George Hunt Williamson.
Sono tutte coincidenze? Casualità?
Se quanto appena riportato attiene esclusivamente al mondo delle circostanze fortuite, su questo stesso piano deve essere letto “Communion”, il libro di Whitley Strieber da molti ritenuto il primo documento ufficiale nel quale viene descritto un caso di Abduction; nel romanzo di Strieber, infatti, i “grigi” appaiono stranamente somiglianti al Lam tranne che per gli occhi, anche se proprio nella seconda pagina del volume, una delle varianti fotografiche è esattamente uguale all’essere evocato da Crowley.
Ancora una volta siamo costretti a rivolgerci a Kenneth Grant, il quale, in uno dei suoi scritti, afferma quanto segue: “…il Lam è un Grande Antico, il cui archetipo è riconoscibile nelle fattezze degli occupanti degli Ufo…”. La dichiarazione di Grant, per quanto qualcuno insista nel darle una o più diverse interpretazioni, sembra abbastanza chiara: il Lam e gli alieni conosciuti come Grigi sono un’unica cosa.
Volendo cercare altre connessioni possibili, ci basterà rileggere parte della letteratura ufologica e metterla a confronto con quanto si afferma ancora oggi riguardo al Culto del Lam, ricordando allo stesso tempo che quest’ultima definizione e la sua connessione con la tematica Ufo sono entrambe conseguenze delle già citate operazioni Babalon, così come l’accostamento del Lam alla tematica Ufo deriva dalle dichiarazioni di Grant, due fatti che insieme convalidano l’assoluta estraneità di Crowley a questo tipo di ideologia, ma riprendiamo la disamina delle strane analogie.
Esaminando il rituale di evocazione proposto da Grant, un suo consiglio colpisce in maniera particolare, il suggerimento di iniziare a meditare concentrandosi sugli occhi del Lam. In tal senso Kenneth Grant scrive: “…guardando negli occhi di questa entità si avverte subito una immediata sensazione di leggerezza, di assenza di peso, quindi la sensazione di essere risucchiati in un vortice…”; si tratta certo di uno scenario che suona abbastanza familiare a chi si occupa di Ufologia, basta consultare le testimonianze di coloro che hanno avuto modo di fissare gli occhi dei Grigi, raccontando in seguito le stesse sensazioni descritte da Grant.
Analoga descrizione si può trovare nei lavori di John Keel, le cui teorie ben si sposano con quanto accadde durante e dopo le operazioni Babalon.
Inutile dire che l’intero contesto potrebbe anche essere riconducibile ad alcuni casi di Abduction e di annullamento della coscienza.

Il Lam: alcune ipotesi
A questo punto diventa del tutto inutile tentare di sfuggire al quesito che fin dall’inizio si è insinuato in ogni riga di questo scritto: chi o cosa è esattamente il Lam?
Prima di provare a rispondere, tentiamo di tracciarne un quadro, sia pure sommario, seguendo le dichiarazioni di Kenneth Grant, ricordando ancora una volta che tali affermazioni non riguardano Crowley, il quale, a differenza del suo discepolo e in seguito capo dell’O.T.O., non manifestò alcun interesse in merito:

Il Lam rappresenta un collegamento tra i sistemi stellari di Sirio e Andromeda.
Si tratta di una “porta” che si apre sul vuoto, di una apparizione il cui numero è 71, il numero del Nulla.
Il Lam è simile a un Grande Vecchio il cui archetipo è riscontrabile negli occupanti degli Ufo.
E’ stato invocato per compiere l’opera di Aiwass del quale è un riflesso.
E’ un trasmettitore di vibrazioni. E, allo stesso tempo, pura energia.

Possiamo a questo punto azzardare l’ipotesi che il Lam sia una entità singola appartenente ad una vera e propria classe di creature, non un singolo bensì una vera e propria condizione esistenziale
Il Lam quindi, riprendendo il discorso originale di Crowley, è pura conoscenza, il frutto di una evoluzione che si è affinata e completata su diversi piani, in svariati livelli e su diversi pianeti, compreso il nostro.
Il mago inglese aprì quindi un varco dimensionale, ponendosi non tanto come pioniere da un punto di vista ufologico bensì come precursore di quell’estremo bisogno di ampliare la coscienza globale del quale oggi così tanto si parla.
Crowley attraversò involontariamente il mondo degli Ufo ma, al contrario, non si può affermare con certezza che l’ipotesi extraterrestre non contempli da sempre al suo interno le regole e l’intima essenza di quella che da sempre , per nostro comune intendere, definiamo Magia.


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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:35 
I DUBBI DEL "FALSO" CASO CAPONI

Articolo di Stefano Panizza
Fonte: http://falsimisteri.myblog.it/archive/2 ... aponi.html

Nella comunità ufologica è parere quasi unanime che il cosiddetto Caso Caponi sia solo una grande montatura creata ad arte dal medesimo. è pur vero che ci sono eccezioni a questa tesi, ma costituiscono la netta minoranza. In sostanza, si sostiene che le fotografie scattate da Caponi, ad una misteriosa e presunta creatura, siano in realtà le immagini di un manichino artefatto dal medesimo e che la sua testimonianza non abbia nessuna prova a sostegno.
Come sempre, e senza partire da tesi preconcette, ho cercato di analizzare il caso, contattando una parte di coloro che vissero, più o meno direttamente, i fatti di allora. Purtroppo non tutti hanno dato la loro disponibilità, né chi mi ha risposto ha chiarito compiutamente i dubbi che mi erano sono sorti.
Analogamente la mancanza di immagini della presunta creatura, non pubblicate perché coperte da copyright e per il quale Caponi chiede il pagamento dei relativi diritti, impedisce di cogliere appieno il significato di quanto scritto.
Inoltre, non tutto il materiale di cui sono venuto in possesso trova spazio nel presente articolo, sia per motivi di privacy che per l’impossibilità di verificare determinate informazioni.
Ad ogni buon conto, ritengo che la vicenda si presti a diversi ragionamenti interessanti.
Vediamo, ora, a dove ci portano, partendo, naturalmente, dall’inizio.

La vicenda
Filiberto Caponi ha sempre dichiarato di essere stato testimone, nel lontano 1993, di svariati incontri con una strana creature umanoide nei pressi di Pretare. Il paese è una frazione del Comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Di poche centinaia di abitanti, sorge ad una quota di 900 metri ed ai piedi del Monte Vettore.
L’essere mostrava le seguenti caratteristiche: testa liscia e sferica, occhi fissi e neri, pelle rugosa e con cicatrici, con alcune macchie bianche sul petto, unitamente a due specie di tubi. Le braccia erano piccole e con tre dita. Le gambe snelle presentavano piedi con una biforcazione. La schiena mostrava un rigonfiamento. Emetteva, poi, una sorta di lamento e sembrava attratto dalla luce.
Di questa creatura esistono sei foto polaroid “ufficiali” consultabili in internet, più una settima mai riconosciuta da Caponi.
Il caso venne indagato dal CUN (Roberto Pinotti, Gianfranco Lollino, Massimo Angelucci), CROVNI (Fabio Della Balda) e da Massimo Fratini dell’allora C.S.UFO. Solo in un secondo momento anche da Timothy Good.
Il CISU, stando a quanto riportato da quest’ultimo nel libro citato in bibliografia, si limitò a chiedere “… appunti, disegni e copie delle fotografie, spiegando che sarebbero stati usati per scopi scientifici …”.
Le frasi virgolettate riferite a Lollino sono estratte dai numeri 25 (ottobre 2001) e 23 (agosto 2012) della rivista Ufo Notiziario.

Le fotografie
Le fotografie che circolano in rete e pubblicate su riviste, come detto, sono sei. La settima è consultabile unicamente (per quanto di mia conoscenza) nella rivista n.25 sopra citata.
Vediamo di analizzare schematicamente il problema.
Gli incontri nei quali Caponi ha dichiarato di aver visto la creatura sono sei.
Il primo avvenne il 9 maggio 1993 attorno alle ore 23,30 e non scattò nessuna foto.
Il secondo ci fu nella stessa notte alle ore 4 ed anche di questo caso non ci sono immagini.
Il terzo si verificò il 24 maggio. Scattò due fotografie, gettate a terra prima che si asciugassero e raccolte successivamente. Queste costituiscono le foto n.1 e n.2.
Sono poco chiare, nel senso che non si capisce cosa sia l’immagine fotografata. Oltre a quanto, Caponi scrisse che subirono un misterioso danneggiamento all’interno della scatola nella quale erano custodite. Furono pubblicate dal Messaggero nell’edizione del 1 luglio 1993 e da Stop il 17 luglio.
Il quarto incontro avvenne il 10 agosto. La foto riprende un essere accucciato nell’erba e con le gambe fasciate da una sorta di benda. Questa costituisce la foto n.3.
Il quinto incontro ci fu il 19 agosto. Due fotografie riprendono un essere seduto da due angolazioni leggermente diverse. Dal suo torace sembrano uscire due tubi biancastri. Costituiscono le foto n.4 e n.5. La seconda di queste venne scattata dopo aver posato a terra la prima, in attesa che si asciugasse. Una delle due venne pubblicata da Visto del 28 ottobre 1993. Copie delle immagini furono analizzate dal CUN e le risultanze, dal punto di vista della credibilità, intesa come riproduzioni di una creature vivente, furono sconfortanti. In pratica, queste avrebbe mostrato la tipica rigidità di un manichino e le lieve discrepanze negli oggetti di scena delle fotografie 4 e 5 che sono consecutive, indicherebbe “… che nell’intervallo tra uno scatto e l’altro, chi ha realizzato le foto avvicinandosi al soggetto per apportare lieve modifiche alla scena, abbia inavvertitamente trasportato (o asportato) tali oggetti”.
Questi due aspetti, e cioè la “rigidità” e le “discrepanze”, mi sembrano, però, più figli di un’interpretazione, che di fatti concreti. Nel senso che ciò che è stato immortalato potrebbe essere stato semplicemente fermo. Poi, quanto è facile cogliere il cinetismo in una fotografia?
Una possibile obiezione potrebbe venire dalle parole di Good, che scrive, a proposito delle caratteristiche tecniche della Polaroid, che “Ogni singola fotografia comincia il processo di sviluppo appena estratta dalla macchina. Di solito l’immagine comincia ad apparire dopo due o tre minuti, ma lo sviluppo completo può richiedere dai quindici minuti un su, a seconda della temperatura ambientale (Dati forniti dalla Polaroid UK)”. Cioè, visto i lunghi tempi di sviluppo, la creatura non avrebbe certamente aspettato in posa la seconda fotografia. In realtà Caponi, come visto, giustifica la consecutività fra le due foto dicendo che la prima polaroid venne posata a terra e subito dopo scattata la seconda.
Sulla modifica degli oggetti di scena, l’analisi fa riferimento, in particolare, ad una confusa “macchietta” sul lato del piede destro. Non potrebbe, in realtà, essersi trattato di un insetto o un pezzo di un qualcosa spostato dal vento nel tempo fra le due immagini?
Il sesto ed ultimo incontro avvenne il 9 ottobre. La foto (n.6) ritrae un essere in piedi. Caponi dichiarò che a vederlo fu anche la nonna.
Visto pubblicò l’immagine nell’edizione del 28 ottobre 1993. Osservando visivamente le foto 3-4-5, e confrontandole con la 6, balzano all’occhio alcune differenze: in quest’ultima la creatura appare più magra, più rossiccia e più lucente. Quindi siamo di fronte a due “cose” diverse? Quando venne scattata la foto 6, Caponi scrive che pioveva. Questo potrebbe aver alterato, alla luce del flash, la riflettenza e il colore della figura. Più difficile spiegare il dimagrimento, salvo ipotizzare, come suggerisce Caponi stesso, che essa si fosse privata di un qualche involucro. Il fatto è che l’obiezione “prima grassa e poi magra” mossa dagli “scettici” è troppo palese perché l’ipotetico falsario non possa non averla considerata. E, quindi, perché prestare il “fianco” così’ facilmente?
Esisterebbe, poi, una foto n.8. Infatti nel nell’”Ordinanza di restituzione di cose sequestrate” datata 27 ottobre 1998 e con la quale la Pretura Circondariale di Ascoli Piceno restituì a Caponi quanto trattenuto, si legge chiaramente di “n.7 foto”. Copia dell’atto è consultabile a pagina 236 del libro di Timothy Good. La foto n.8 sarebbe quella scattata dai carabinieri in uno dei luoghi in cui Caponi dichiarò di aver visto la creatura. Quindi, gli vennero restituite le sue sei foto più quella scattata dai militi? Stando a Good si, che ne era entrato in possesso (come è evidente manca una foto, la 7, di cui parleremo dettagliatamente poi).
Timothy Good scrive: “Ho incaricato il professor Roger J.Green, perito riconosciuto dalla facoltà di giurisprudenza e professore di sistemi di comunicazione elettronica presso la Warwick University, di condurre un’analisi sugli originali delle Polaroid in mio possesso”. Questi avrebbe dichiarato: “è impossibile accertare dalle immagini l’origine di una creatura simile, se sia “opera dell’uomo” o meno … L’istinto suggerisce che la complessità delle prove confermi l’idea che si tratta di una creatura autentica, che non presenta alcuna reale affinità con un modello di terracotta realizzato da Caponi”.

La foto numero sette
La storia è talmente contorta da meritare un capitolo a se stante.
La faccenda delle foto, infatti, si complica ancora di più perché gli inquirenti del CUN–CROVNI avrebbero visto, in realtà, una settima foto (non considerando quella dei carabinieri). Questa venne giudicata identica alla n.6, con l’unica differenza di un punto bianco al di sotto dell’inguine della creatura. è consultabile a pagina 46 della rivista n.25 sopra citata.
Secondo Lollino, Caponi l’avrebbe mostrata agli inquirenti del CUN, poco propensi a credere alla storia, in mancanza delle altre sei foto depositate presso un’agenzia giornalistica di Roma che ne curava i diritti. Scrive, infatti,: “Filiberto disse che quella Polaroid la scattò due giorni dopo la precedente nelle stesse condizioni. Il che era semplicemente impossibile!”. In effetti non è credibile che due giorni dopo la creatura si sia posizionata esattamente nell’identico posto, al millimetro, compreso il medesimo rapporto dei fili d’erba nei confronti dei piedi. Se si confrontano bene le due immagini si nota, però, che sono proprio identiche (salvo il segno citato). Cioè ogni particolare di una foto è esattamente sovrapponibile all’altra. In altre parole, il fotografo dopo aver sistemato quanto Lollino definisce “… molto probabilmente un supporto che serviva a mantenere eretto e un po’ staccato “l’alieno” dalla parete”, si sarebbe riposizionato millimetricamente nella posizione della prima foto per fare un secondo scatto. Fatto che ritengo ugualmente poco credibile, salvo ipotizzare che la macchina polaroid fosse stata posizionata su un appoggio fisso.
In realtà la versione scritta da Good è diversa. “Ho chiesto a Filiberto di dire la sua, e lui nega di avere mai posseduto più di sei fotografie della creatura, che furono mostrate tutte a Pinotti e ai suoi colleghi del CUN durante la prima visita. Dopo quella visita, Filiberto prestò cinque delle foto a Renato Bianchi dell’ANSA, trattenendo la sesta come misura di sicurezza. … i ricercatori del CUN tornarono a casa di Caponi per la seconda volta … Filiberto andò a prendere la sesta foto e la mostrò di nuovo a Pinotti”.
Ed è diversa anche dalla versione di Caponi perché scrive che Pinotti non fu presente alla prima visita ed i suoi collaboratori videro solo delle copie perché gli originali erano già in mano all’agenzia giornalistica già al tempo della prima visita. Infatti scrive “Spiegai (n.d.a. a quelli del CUN) che le foto erano al sicuro da un mio amico giornalista che aveva fatto l’articolo su Visto …”.
In riferimento alla seconda visita Caponi, scrive di essere rientrato in possesso delle fotografie e che “… Roberto P. … passò ad esaminare le polaroid e, dopo averle osservate attentamente per qualche minuto, con aria molto serena, mi spiegò la straordinaria importanza di quelle fotografie”. Quindi il CUN vide gli originali di tutte le fotografie e non la sola foto “incriminata”, cioè quella con il punto bianco sotto l’inguine della creatura.
Che si tratti, si chiede Lollino di “un supporto per mantenere in equilibrio un pupazzo?”. In pratica, secondo questa ipotesi, come già accennato, l’artefatto sarebbe stato appoggiato alla parete di terra retrostante, come dimostrerebbe lo studio di ombre fatto dal CUN.
In realtà, mi chiedo, se siano distinguibili quelle prodotte da un qualcosa di appoggiato ad altro di semplicemente molto vicino.
Lollino, ad ogni modo, sconfessa Caponi e sembra dar ragione a Good quando scrive: “Fu un momento decisivo allorquando Fliberto, non ancora rientrato in possesso delle polaroid che si trovavano nelle mani dell’agenzia giornalistica di Roma che ne curava i diritti e messo alle strette da Pinotti che gli disse di non credere che si fosse separato da tutte le foto eseguite, ci mostrò una settima foto”.
E prosegue, a proposito del momento in cui Caponi mostro la foto n.7 così simile alla n.6: “Anche Caponi si accorse della gaff commessa …”.
La domanda è però: il CUN in base a cosa fece il confronto? Ce lo spiega Lollino quando scrive che “… fu immediato il riscontro con la sesta foto della serie, cioè la terza pubblicata sulla rivista Visto, che avevamo sotto gli occhi in quel momento”.
Caponi non ha mai parlato di questa foto nascosta e, ad una mia precisa domanda, ha risposto che non esiste.
Ma Good scrive che in una lettera che gli indirizzò Lollino “Rendendosi conto di quell’errore grossolano, Filiberto ha trattenuto per sé la foto …”.
Va ricordato che la riproduzione delle fotografie da parte del CUN fu possibile solo durante l’ultimo sopralluogo a Pretare.
Appare certamente curioso che Caponi si fosse dimenticato del fatto che la foto n.7 l’avesse creata appositamente per rimediare alla svista del sostegno, tanto da mostrarla tranquillamente e, anzi, permettendone addirittura una riproduzione. Allora, se prestiamo fede alla sua versione e dunque non gliela mostrò, da dove salta fuori la riproduzione della foto con il punto bianco?

Il modellino
Il fatto che potrebbe essere stato ritrovato nel laboratorio un pupazzo somigliante alla creatura non proverebbe nulla. Potrebbe essere stata la conseguenza degli incontri e non l’oggetto delle fotografie. Poi, perché non disfarsi di una prova così pericolosa?
Caponi nega decisamente la presenza di questo artefatto. I carabinieri avrebbero, cioè, sequestrato solo pezzi di argilla informe.
In effetti, la mancanza di una semplice fotografia, sicuramente da scattarsi in questi frangenti, rende poco plausibile la notizia.

Le testimonianze
Gianfranco Lollino del Centro Ufologico Nazionale, scrive: “Nessun testimone ha mai confermato direttamente o indirettamente le dichiarazioni che tendevano a chiamarli in causa nei fatti raccontati da Filiberto, durante tutta la durata dell’inchiesta, anzi, abbiamo raccolto per lo più smentite o dei “non so” …”.
In riferimento alla testimonianza della nonna precisa: “ … se pensiamo all’anziana nonna di Filiberto, svegliata di soprassalto più volte, costretta ad uscire in strada con la mano del nipote sulla bocca per impedirgli di gridare e portata al cospetto di questa creatura che ogni volta spariva dietro l’angolo, beh … lascio ad ognuno di voi una valutazione oltre che psicologica del contesto testimoniale”. E più avanti: “ … ha ammesso di vedere, una volta, quell’omino seduto a terra davanti il portone di casa, solo per qualche attimo …”
Riguardo al padre scrive: “… ha ammesso in una circostanza di vedere “qualcosa di bianco” scappare sotto un arco a poche decine di metri dalla casa …”.
Quindi, nessuno ha visto o sentito niente, gli stessi famigliari si limitarono a confuse ed inattendibili affermazioni.
Filiberto Caponi racconta la storia nei suoi libri “sE Torni fatti vivo” e “Il caso Caponi”.
Ed è di tutt’altro tenore, da questo punto di vista.
Parlando della nonna afferma: “… alla vista del piccolo essere smise di agitarsi e dopo qualche attimo di silenzio, con una certa esitazione e lo sguardo incredulo, iniziò a sorridergli esclamando: - Com’è piccolo, che carino! Cosa guarda? - … la creatura indietreggiò leggermente guardando mia nonna che, a bassa voce, mi ripeteva di tornare indietro e di limitarmi a guardarlo”. E prosegue: “… sentii la nonna rispondermi che si era infilato sotto il vecchio arco…”.
Nel corso della trasmissione “I fatti vostri” del 5 novembre 1993 la nonna “… con semplicità e candore rispose che in un primo momento quella creatura le era sembrata un folletto o uno spirito …”.
Nella prefazione del suo primo libro la ringrazia scrivendo: “… per avermi creduto dopo aver visto …”.
Dunque, la versione è diametralmente opposta: la nonna vide molto bene, e per un tempo non certo breve, la misteriosa creatura.
Del padre, invece, scrive: “… anche lui era stato svegliato da quell’urlo (n.d.a. della creatura) …”. E poi: “… la creatura, come una saetta, attraversò la strada, sparendo sotto il passaggio buio. Mi voltai e vidi mio padre dietro di me, lo sguardo fisso nella direzione in cui l’essere era svanito: anche lui era riuscito a vederlo anche se per un attimo soltanto”. Prosegue scrivendo che “… notammo qualcosa muoversi fra gli alberi e i cespugli” e “… una scia luminosa cadde tra gli alberi in direzione del fruscio, producendo un bagliore accecante. D’istinto ci riparammo sotto il davanzale portandoci le braccia sopra la testa”.
In questo caso le due versioni sono sostanzialmente coincidenti: il padre vide, si, qualcosa, ma di poco definito. Udì invece chiaramente qualcosa di anomalo.
Caponi prosegue: “… due donne del paese … chiacchieravano di strane urla udite nella notte e attribuite da una di loro allo spirito di una vecchia, morta poco tempo prima … non erano le sole ad aver udito quegli urli”. Anche amici avrebbero sentito “... l’urlo assordante che ormai conoscevo bene”.
E la sera del 19 agosto 1993 “… mia sorella … mi disse di aver sentito rumori di tonfi e di salti fuori dalla finestra del bagno”.
Vennero organizzati dei gruppi di ricerca per trovare l’essere. In una di queste “il silenzio della notte fu squarciato da quell’ormai inconfondibile urlo e tra noi calò il gelo. Il cane saltò la recinzione … venne violentemente scaraventato giù ”.
Una persona del paese ammise di aver notato una strana creatura simile a “… scimmia pelata che zoppicava…”. Purtroppo “… si rifiutò di rendere pubblico il suo incontro”.
Vi sarebbero stati anche avvistamenti a carattere ufologico: “… un ragazzo ed una ragazza … mi raccontarono di aver notato in un angolo del campo sportivo delle strane evoluzioni di sfere rosse e verdi che solcavano il cielo, sollevandosi dal basso verso l’alto molto rapidamente e facendo delle brusche virate ad angolo retto, per poi sparire velocemente con un sibilo simile a quello di un palloncino che si sgonfia”. E poi “Anche altre coppie appartate in quella zona, come seppi dopo, avevano notato lo stressi fenomeno”.
Quindi abbiamo due versioni dei fatti in totale, o quasi, contrapposizione.
Da una parte il CUN che minimizza l’apporto testimoniale, dall’altra Caponi che sembra mostrare evidenze significative.
Infatti, a suo dire, famigliari, parenti e amici sperimentarono fenomeni misteriosi (luci e suoni). Ma è, soprattutto, la vicenda della nonna che potrebbe evidenziare qualcosa di concreto a favore di Caponi perché le testimonianze citate, vaghe o anonime, non possono avere, a mio avviso, troppa considerazione. Ella vide, e chiaramente, l’essere, e lo vide in movimento. Ciò escluderebbe, nella sostanza, l’ipotesi di un fantoccio messo ad arte da Caponi.
Il punto, però, non è solo cosa “vide”, ma anche cosa “dichiarò”.
Perché se disse effettivamente quanto riportato dal nipote, questi avrebbe un importante alleato dalla sua parte. Non ho avuto modo di recuperare la trasmissione della RAI, però, presumo che abbia detto effettivamente le cose riportate nel libro, in quanto potenzialmente verificabili e smentibili in qualunque momento.

Avvenimenti correlati?
La mattina del 15 giugno 1983 i cinque componenti di un elicottero Agusta dei Vigili del Fuoco, ad un’altezza dal suolo di circa 600 metri ed in prossimità dell’aeroporto di Pescara, avvistarono uno strano oggetto in apparente rotta di collisione con il velivolo. Sembrava di forma antropomorfa, con un’altezza di circa 1,30 metri, con una calotta a mo’ di testa di circa 50 cm di diametro e due specie di grandi occhi. Apparivano, poi, due piccoli arti inferiori di colore giallo ocra e due superiori dalla forma sferica. Dietro la schiena, invece, era in bella vista una sorta di antenna trapezoidale.

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Si muoveva contro vento e sembrava avesse interesse per l’elicottero. Dopo alcuni secondi si allontanò velocemente ad una velocità stimata in 300/400 km orari, non prima di essersi girato “… fissando l’equipaggio con i suoi grandi occhi …”, come riportato da Moreno Tambellini nel suo libro citato in bibliografia.

Immagine

La torre di controllo dell’aeroporto di Pescara non registrò nulla sugli schermi radar.
Intorno alle h 17,30 del 20 giugno 1983 a Pettorano sul Gizio (AQ), comune confinante con Sulmona, un gruppo di persone dichiarò di aver visto a circa 100 metri di distanza una forma sferica, simile ad un pallone, sorvolare un filare di pioppi. Scesa a terra ed avvicinata fino ad una distanza di 10 metri da uno dei componenti, saltellò più volte prima di rialzarsi e scomparire verso la montagna “Catena del Morrone”.
“Il suo colore era marroncino con striature chiare, alto tra gli 80 e i 60 centimetri, aveva una “testa” circolare un po’ ellittica più grande di quella umana, due occhi neri e lucidi coperti da una sorta di “mascherine di plastica”, sulla testa portava un’antennina bianca lunga circa 10-15 centimetri, in basso sotto la “testa” aveva due “gambe” senza piedi con un’altezza dei ginocchi due segni o tasche a forma di V o U”. Frase citata dal libro di Tambellini. Il caso venne indagato anche da Angello Ferlicca e Claudio Zacchia del CISU e pubblicato sulla rivista UFO n.13 del dicembre 1993. Nella medesima rivista un lungo articolo mostra come l’estate del 1993 abbia mostrato una vera e propria ondata di segnalazioni di “umanoidi volanti”.
Ritornando ai due casi citati, Capone scrive: “… il vicepresidente (n.d.a. del CUN) individuava molte similitudini tra la mia esperienza e quelle, analoghe, esaminate dal CUN poco tempo prima su segnalazione di avvistamenti avvenuti a Pescara e a Sulmona. Dapprima stentai a dargli ragione, ma quando sovrappose le mie foto a un disegno del precedente avvistatore, io stesso notai che le immagini collimavano perfettamente. Solo lo scafandro dell’alieno, che doveva servirgli per volare, era posizionato in modo differente nei due casi. Ma a giudicare dal resto poteva benissimo trattarsi del medesimo EBE ”.
Personalmente, confrontando i disegni, che vennero realizzati in base alle testimonianze, con le fotografie di Caponi, le similitudini mi sembrano piuttosto forzate. La “testa”, infatti, è sproporzionata rispetto al corpo, nel primo caso, poi, l’insieme dell’essere appare piuttosto tozzo. Nel secondo, invece, è completamente assente il tronco. Caratteristiche che non si trovano nelle fotografie. L’unico punto di raccordo potrebbe essere il colore marrone – giallo ocra. Piuttosto poco, però, per affermare che le immagini ritraggano la stessa figura. E, poi, i due luoghi sono distanti molte decine di chilometri da Pretare.
Nel luglio del 1993 due missili terra – aria sparati da due caccia dell’Aviazione Italiana avrebbero, addirittura, abbattuto un Ufo nei presi del Monte Vettore, vicino a Pretare.
Dopo tre giorni iniziarono gli avvistamenti di Caponi.
Di quanto esisterebbe un documento top secret, la cui attendibilità è tutta da verificare.
Poi c’è la storia delle galline. Nel mese di agosto una strana moria di galline colpì il paese. Sembravano dissanguate ed alcune mutilate. La fantasia della gente corse con il pensiero alla creatura misteriosa. In realtà, il collegamento, ammesso che esista, è solo ipotetico e si basa, a mio avviso, sul niente.
Ed, infine, la testimonianza del cognato di Caponi, del 13 ottobre 1993. Avrebbe visto, tornando in macchina dal lavoro e dirigendosi verso Pretare, una luce gialla molto intensa in ascesa sul Monte Vettore. La stessa notte un bagliore intenso avrebbe illuminato la sua stanza.

La confessione
Caponi sottoscrisse davanti ai carabinieri un documento di ammissione della truffa. In pratica dichiarò di aver creato personalmente il fantoccio di creta, poi fotografato. A suo dire, furono i carabinieri a convincerlo che quella era la soluzione migliore per tutti: la quiete pubblica sarebbe tornata e lui avrebbe potuto sempre sostenere la realtà della testimonianza.
A conferma della confessione il quotidiano “Il Messaggero" (Edizione Marche) del 9.11.1993 riportò: "Io la creatura l'ho vista davvero. La gente però non avrebbe mai creduto al mio racconto se non l'avessi accompagnato con foto convincenti. E così ho costruito una statuina di creta sul modello di E.T. e l'ho fotografata...".

Immagine

Tutto chiaro ed indiscutibile?
In realtà le cose non sono mai semplici, nel senso che una persona che confessa non necessariamente dice la verità.
Lo sa benissimo il nostro Codice Penale che all’art.369 Autocalunnia punisce chi “ … incolpa se stesso di un reato che egli sa non avvenuto …”.
E restando nel nostro ambito, cioè le tematiche “misteriose”, i casi non mancano.
Forse pochi conoscono la storia del campesino Basilio Uchuya che, dietro consiglio del dottor Javer Cabrera e messo alle strette dalla polizia peruviana, confessò di aver realizzato le Pietre di Ica (artefatti litici che dimostrerebbero la coesistenza fra uomini e dinosauri).
Lo avrebbe fatto per evitare di essere accusato di contrabbando di opere archeologiche.
Ritornando a Caponi, come si fa a capire quando ha mentito e quando no?
Le ammissioni di colpa sembrano caratterizzare solo i primi tempi, come a dire che andava confermata la versione dati ai carabinieri.
Poi, una volta scagionato dalle accuse, come sotto vedremo, tornò alle dichiarazioni originarie.

La denuncia
Caponi venne accusato dai Carabinieri di Arquata del Tronto per “diffusione di notizie false o esagerate tendenti a turbare l’ordine pubblico” ai sensi dell’articolo 656 del Codice Penale, con il conseguente ritiro del materiale fotografico.
Un provvedimento grave, non c’è dubbio.
E a quanto scrive Lollino più che giustificato, in quanto, con Fabio Della Balda ed una pattuglia di Carabinieri, raccolse la turbata testimonianza di due ragazzine del paese. Da queste si evinse “ … una serie di affermazioni e racconti sconclusionati e farneticanti …” addebitali al Caponi.
Nella memoria difensiva per l’archiviazione del caso si legge, invece, come “… la vicenda abbia esclusivamente creato divertimento e nessun turbamento dei singoli, tantomeno dell’ordine pubblico; neppure era potenzialmente idonea a realizzare questo risultato …”. Il testo è consultabile a pagina 15 della rivista Dossier Alieni n.4 dicembre 1996.
Quindi, ci fu o non ci fu il panico fra la gente? E quanta parte ha fatto la presenza di giornalisti fin troppo curiosi?
Ad ogni modo, nel maggio del 1994 Il GIP (Giudice per le indagini preliminari) archiviò il caso scagionando l’interessato dall’accusa e restituendogli le immagini.

Conclusioni
A mio avviso, questi sono i punti fermi della vicenda:

- la testimonianza di Caponi non è supportata da evidenze incontrovertibili

- le testimonianze correlate acquisiscono peso diverso a seconda della fonte che le riporta

- il comportamento di Caponi, nella ricostruzione dei fatti a lui sfavorevole, appare contraddittorio e, per certi versi, illogico

- i presunti avvenimenti correlati al caso sono incerti nell’esistenza o nei collegamenti con il medesimo

- le fotografie non dimostrano nulla, in particolare la settima suscita troppe domande per avere una valenza concreta

- risulta impossibile ricostruire la vicenda nel suo complesso al di là di ogni ragionevole dubbio in quanto molte affermazioni non sono verificabili

E quindi?

La verità di cosa sia successo in quel lontano 1993 la conosce solo Caponi.


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UFO DURANTE LA MISSIONE "ICE RECONNAISSANCE"

Articolo di Antonio De Comite
Fonte: http://ufoedintorni.altervista.org/blog ... -nel-1952/

La notizia fu pubblicata sul periodico statunitense “Naval History, ottobre 2004, volume 18, fascicolo 5, pag. 50” e porta la firma dell’allora comandante della U.S. Navy Edward P. Stafford, autore di opere letterarie militari come “The Big E” del 1962 e “Subchaser” del 1988, entrambi testi pubblicati dal Naval Institute.

L’articolo in questione si chiama “Cosmic Curiosity” e racconta una storia interessante, ufficialmente riconosciuta da una rivista di stampo militare. Di seguito il testo in questione del caso:

Sessant’anni fa, piloti della U.S. Navy videro qualcosa al di sopra della loro base in Groenlandia, che causò stupore.

Accadde nel mese di agosto 1952, quando ero responsabile di un gruppo di tre aerei di pattuglia della U.S. Navy, che operavano dalla nuova base statunitense a Thule, a nord ovest della Groenlandia, a più di 100 chilometri dal Polo Nord.

La missione principale assegnata ai nostri aerei quadrimotori Privateers della Seconda Guerra Mondiale si chiamava “Ice Reconnaissance“, il che significava che dovevano sorvolare il canale Kennedy, le Smith Sound, la baia di Baffin e lo stretto di Davis, al fine di localizzare gli iceberg e altri ghiacci galleggianti.

I dati furono trasmessi alle navi che, ogni estate, riapprovvigionavano la catena artica dei radar, conosciuta sotto il nome di linea DEW (Distant Early Warning).

Il nostro lavoro secondario, che non doveva interferire con il precedente, era quello di fornire assistenza a un gruppo di scienziati che effettuavano delle ricerche sui raggi cosmici. Circa una volta a settimana, se le condizioni meteorologiche lo permettevano, si lanciava un enorme pallone traslucido, chiamato “Skyhook“, al quale venivano sospese una serie di lastre fotografiche ultrasensibili.

I palloni venivano trasportati dal vento ad un’altezza di più di trenta chilometri, dove l’atmosfera, più leggera a causa della rotazione della Terra presso il Polo Nord, permette ai raggi cosmici di lasciare delle tracce sulle lastre fotografiche.

Dopo che le lastre venivano esposte per qualche ora, gli scienziati inviavano un segnale radio al pallone, facendo esplodere una piccola carica che permetteva di liberare le lastre che scendevano verso il suolo, appese ad un grande paracadute rosso.

Noi dovevano volare al di sopra dello strato di nubi, se ce n’era uno, al fine di avere un contatto visivo con il pallone ed essere in grado di comunicare il luogo dove si posavano le lastre. Un elicottero veniva poi inviato per il recupero.

Questi palloni di alta quota erano equipaggiati da trasmettitori radio a bassa frequenza, di debole potenza. Le nostre bussole radio erano regolate in modo che i loro aghi venivano giornalmente puntati nella direzione dei palloni.

Le missioni non presentavano nessuna difficoltà perché avvenivano quando le condizioni meteorologiche erano buone, e ad un’altitudine sufficiente per sorvolare gli iceberg e le masse rocciose costiere, spesso ricoperte di nebbia. Al contrario, questi ostacoli dovevano spesso essere schivati quando effettuavamo dei pattugliamenti di ricognizione relative agli iceberg o altre masse di ghiaccio.

Ognuno di noi doveva effettuare due o tre missioni del genere. Ci piacevano, soprattutto, perché questi voli apportavano dei piccoli cambiamenti rispetto alle abituali missioni di routine o di tattica. Inoltre, avevamo il sentimento di partecipare al progresso della Scienza.

Così fui sorpreso nello scoprire che uno dei piloti – al ritorno da un volo di sorveglianza di uno di questi palloni – era pallido e sembrava teso come se avesse partecipato ad una missione di combattimento o dopo aver rischiato di schiantarsi contro una montagna.

Il tenente John Callahan era un pilota professionale di totale fiducia, così quando lo vidi uscire dal suo apparecchio in quello stato, capii subito che si era verificato un incidente avvenuto durante il volo.

“Accidenti, che cosa è successo, John?“, gli domandai. “Sembra che sei appena sfuggito da una collisione in pieno volo!“

“Ed, non ci crederai, e non sono sicuro di poter credere in me stesso. Eppure io L’HO VISTO! E anche O’Flaherty e Merchant. Tuttavia, penso che non ci credano neanche loro“.

Seguii John nei rifugi al bordo della pista, più in una piccola stanza destinata ai briefing, dove scrissi qualche parola in rapporto al suo aereo. Poi ci siamo seduti e bevuto una tazza di caffè. Il comportamento di John sembrava davvero differente da quello suo abituale.

Anche se era un pilota della U.S. Navy altamente qualificato e competente, era sempre gentile, cordiale e giocoso. Non mancava quasi mai di scherzare e di ridere, anche dopo incursioni a sorpresa a bassa quota o dopo lunghi voli di pattugliamento agli strumenti.

Quel giorno non era così. Aveva un aspetto cadaverico e sembrava, in modo evidente, scosso. L’ultima volta che lo vidi, fu durante la guerra.

Ecco cosa raccontò John Callahan:

Volava a 3.000 metri di quota in una giornata limpida, con il pallone bene in vista sopra di lui. La sua bussola era chiusa sul trasmettitore fissato a bordo del pallone. Grazie al binocolo che si trova a bordo di ogni velivolo, il suo copilota Bill O’Flaherty e lui stesso osservavano periodicamente il pallone e il suo pacchetto di strumenti che pendevano sotto di esso, simile ad esempio alla coda di un aquilone. Durante gran parte del volo, tutto sembrava procedere normalmente.

Tuttavia, nel corso di una ispezione attraverso un binocolo, John scoprì che qualcosa di strano accadeva con il pallone e il suo carico. Egli, osservando a lungo il pallone, passò il binocolo a O’Flaherty e disse: “Guarda il pallone e dimmi che cosa vedi“. O’Flaherty guardò un momento, abbassò il binocolo, fissò intensamente John e poi, dopo aver ripreso la sua osservazione, esclamò: “Mio Dio, John! Ci sono tre dischi argentei, brillanti, attaccati al pacchetto degli strumenti! Non erano lì l’ultima volta che abbiamo ispezionato il pallone! Da dove diavolo vengono?“

Callahan riprese il binocolo per una nuova ispezione. I dischi erano ancora lì, come descritti dal suo copilota.: tre oggetti metallici brillanti, a forma di piatto, attaccati al cavo di sostegno, appena sopra il pacchetto di strumenti scientifici.

Per citofono, Callahan chiamò il comandante di bordo nella cabina di guida e gli porse il binocolo: “Date un’occhiata, Merchant, e datemi le vostre conclusioni“. La sua reazione fu del tutto simile a quella dei suoi due colleghi.

Callahan riprese il binocolo e osservò gli strani oggetti per lunghi minuti, mentre O’Flaherty che manovrava il Privateer teneva in vista il pallone. Improvvisamente, Callahan trattenne il respiro. Quello che stava accadendo era incredibile: i tre oggetti si staccarono dal pallone, componendo poi una formazione a “V”.

Mentre Callahan guardava il tutto incredulo, la formazione sembrò inclinarsi sulla sinistra e fuggire nel cielo in due o tre secondi ad una velocità sbalorditiva.

Callahan porse il binocolo a O’Flaherty. “Non c’è più“, disse piano. “E’ salito nel cielo a partire da quasi trenta chilometri d’altitudine. Non ho mai visto nessuna cosa virare in modo così secco, e muoversi così rapidamente“.

Dopo avermi raccontato la sua storia, Callahan si assicurò che il pacchetto di strumenti fosse correttamente arrivato a terra e che la sua posizione sia stata comunicata.

Poi continuò:

“Accidenti, Ed, vista l’angolazione presa da questi oggetti nel cielo per scomparire in tre secondi, hanno dovuto spostarsi a decine di migliaia di chilometri orari e infliggere centinaia di ‘G’ ai loro occupanti! E quel mezzo può accelerare quasi verticalmente da un’altezza di 30.000 metri?“

Mentre questi eventi erano molto chiari nella sua mente, Callahan si sedette e scrisse un rapporto completo dell’incidente. Questo rapporto fu trasmesso, tramite la catena di Comando, all’Ufficio delle Informazioni dell’Ammiragliato (Office of Naval Intelligence). Un rapporto fu ugualmente indirizzato all’attenzione delle autorità della U.S. Air Force a Thule.

Non c’è mai stata nessuna spiegazione o il riconoscimento a causa di questi rapporti. Il fenomeno restò registrato nella memoria di John C. Callahan, del suo copilota e del comandante di bordo, e nella mia stessa, dopo che tutto questo mi fu raccontato in modo così vivido al ritorno dalla missione.


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UFO E GRAVITA' ARTIFICIALE

Fonte: http://www.gotanotherway.com/IANNC/340/ ... rtificiale

Le informazioni su questa scoperta ci sono giunte da due fonti. Il numero di novembre 1996 del bollettino dell'Australian International UFO-Flying Saucer Research, Inc. con un articolo a pagina 15 che riprendeva direttamente quanto pubblicato da Skywatch dell'8 settembre 1996 ed era intitolato "Antigravità dalla Finlandia". L'altro è l'articolo apparso sul Sunday Telegraph britannico del 1 settembre 1996 (pag.3), ottenuto via Internet dal nostro tesoriere, Lee Earle. Sembra proprio che questo sia un autentico rapporto di una scoperta anomala con stupende applicazioni, come ora vedremo. Da quel che sappiamo dall'insabbiamento UFO e, in particolare, la segretezza sulle tecnologie avanzate, questo potrebbe benissimo essere tutto quello che sentiremo su questa scoperta se essa è veramente reale e genuina.

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Così cercheremo di descrivere meglio che possiamo quello che sappiamo adesso, piuttosto che aspettare altro. Sembra che l'articolo di Skywatch sia basato su quello del Sunday Telegraph, o che entrambi hanno condiviso una stessa fonte, perché le terminologie sono praticamente identiche. Riproduco qui di seguito tutta la terminologia per descrivere la scoperta, ma lascio da parte molti dei paragrafi o delle affermazioni che speculano sul possibile significato e l'applicazione di essa. Conosciamo abbastanza bene il suo significato.

IL RAPPORTO
"In Finlandia alcuni scienziati stanno per rivelare i dettagli del primo dispositivo antigravità del mondo. Misura circa 30 centimetri, e si dice che riduca in modo significativo il peso di qualsiasi cosa sospesa sopra di esso. "L'affermazione - che è stata rigorosamente esaminata da scienziati e che dovrebbe apparire su una rivista di fisica il prossimo mese - potrebbe innescare una rivoluzione tecnologica... "Il Sunday Telegraph ha saputo che la NASA, l'agenzia spaziale statunitense, sta prendendo le dichiarazioni molto seriamente e sta finanziando ricerche su come l'effetto antigravitazionale possa essere utilizzato per il volo. "I ricercatori della Tampere University of Technology in Finlandia, che hanno scoperto l'effetto, dicono che potrebbe formare il nucleo di una nuova sorgente di energia, nella quale viene usato per sospingere i fluidi attraverso le turbine generatrici di elettricità. "Secondo il Dr. Eugene Podklentov, che ha diretto le ricerche, la scoperta è stata accidentale. È emersa durante un lavoro di routine sulla cosiddetta 'superconduttività', la capacità di alcuni materiali di perdere la loro resistenza elettrica a temperature molto basse. "La squadra stava conducendo esperimenti con un disco di ceramica superconduttiva in rapida rotazione, sospeso nel campo magnetico di tre bobine elettriche, il tutto racchiuso in un contenitore a bassa temperatura chiamato criostato. "Uno dei miei amici venne lì fumando la pipa", disse il Dr. Podklentov. "Sbuffo sopra il criostato e vide che il fumo andava continuamente verso il soffitto. Era stupefacente: non riuscivamo a spiegarcelo." "Gli esperimenti mostrarono una piccola diminuzione nel peso degli oggetti posti sopra il dispositivo, come se stesse schermandoli dall'effetto della gravità [terrestre] - un effetto considerato impossibile dalla maggior parte degli scienziati. "Pensammo potesse trattarsi di un errore," continua il Dr. Podklentov, "ma avevamo preso tutte le precauzioni". Eppure il bizzarro effetto continuò.

Il gruppo scoprì che anche la pressione dell'aria verticalmente al di sopra del dispositivo calava leggermente, con l'effetto rilevabile direttamente al di sopra della stesso in tutti i piani del laboratorio. "In anni recenti, sono stati proposti molti dispositivi cosiddetti 'antigravità' sia da scienziati professionisti che da amatori, e tutti sono stati scherniti dagli ambienti ufficiali. Quello che rende differente quest'ultima scoperta è che ha resistito ad intensi esami da parte di esperti indipendenti, scettici, ed è stata accettata per la pubblicazione sul Journal of Physics D: Applied Physics, pubblicato dall'Istituto di Fisica britannico. "Anche così, molti scienziati non si sentono a loro agio con l'idea dell'antigravità fino a che altri gruppi non ripetano l'esperimento. Alcuni scienziati sospettano che l'antigravità sia un effetto collaterale, atteso da molto tempo, della teoria della relatività generale di Einstein, per la quale oggetti rotanti possono distorcere l'antigravità". Fino ad ora si pensava che l'effetto sarebbe stato di gran lunga troppo piccolo per poter essere misurato in laboratorio. Comunque, il Dr. Ming Li, uno scienziato capo ricercatore dell'Università dell'Alabama, ha affermato che gli atomi all'interno di un superconduttore potrebbero amplificare enormemente l'effetto.

Le sue ricerche sono finanziate dal Marshall Space Flight Center della NASA di Huntsville, Alabama, e Whitt Brantley, capo dell'ufficio Concetti Avanzati della struttura, ha detto, "Ci stiamo occupando della cosa, perché se non lo facciamo, non potremo mai sapere." "Il gruppo finlandese ha già allargato il suo programma, per vedere se può amplificare l'effetto antigravità. Negli ultimi esperimenti, il team ha misurato una diminuzione di peso del 2 per cento negli oggetti sospesi sopra il dispositivo e il doppio se un dispositivo viene messo sopra un altro. "Se si potesse aumentare sostanzialmente l'effetto, le implicazioni commerciali sarebbero enormi".

DESCRIZIONE DELL'APPARATO SPERIMENTALE
La versione su Internet include uno schema (presumibilmente pubblicato dal Sunday Telegraph) dell'apparato usato in questo esperimento. Lo schema mostra un superconduttore ceramico a forma di anello, ruotante a 5.000 giri al minuto sull'asse verticale di rotazione (Figura 1). Questo anello ha il diametro esterno di circa 200 millimetri, e uno spessore di circa 8 mm. Tre solenoidi sono posizionati sotto l'anello e producono una forza magnetica che sopporta il suo peso (fa levitare l'anello). Probabilmente gli stessi solenoidi venivano usati per far levitare e girare l'anello prima che diventasse superconduttore. Ne parleremo ancora. Altri due solenoidi sembrano avvolgersi attorno all'anello. Venivano "usati per creare un campo magnetico attorno all'anello". Dato che la scoperta fu accidentale, ne deduciamo che questo apparato venne progettato per scopi differenti. Dobbiamo speculare sullo scopo originale di questi esperimenti per poter meglio apprezzare esattamente quali effetti elettromagnetici venivano prodotti che potrebbero aver portato all'effetto gravitazionale.

ATTUALI RICERCHE SUI SUPERCONDUTTORI
I superconduttori sono un'innovazione tecnologica con enormi potenzialità commerciali; da qui l'enorme sforzo di ricerca di molti scienziati. Molto di questo lavoro è diretto a superare due problemi che si trovano sulla strada delle applicazioni commerciali. Uno è che Ie temperature devono essere molto basse. Fino a poco tempo fa, per creare la superconduttività erano necessari pochi gradi al di sopra dello zero assoluto. Negli ultimi anni, è stata scoperta una classe di materiali che diventa superconduttiva a decine di gradi assoluti - un notevolissimo miglioramento, ma non basta ancora. Il secondo problema riguarda la quantità di corrente che un superconduttore può portare. Quando un materiale diventa superconduttore, succede una strana cosa: tutti i campi magnetici esterni vengono espulsi dal corpo del materiale. Se creiamo un flusso di corrente in un filo superconduttore, soltanto la superficie esterna del filo trasporterà corrente; l'interno del filo non parteciperà per niente. Questo significa che la supercorrente è estremamente intensa, ed è facilmente raggiungibile il punto in cui l'intensità della corrente distruggerà le condizioni di superconduzione. Dalla natura dell'apparato di Figura 1, sembra che gli sperimentatori stessero provando il materiale ceramico per la sua capacità di sostenere una certa intensità di corrente. L'effetto gravitazionale potrebbe pertanto essere dovuto ai tre solenoidi per la levitazione, o ai due solenoidi 'avvolgenti' o ad una combinazione di nessuna o di tutte queste cose.

OSSERVAZIONI ANOMALE
Prima di esaminare più dettagliatamente questi processi, lasciateci considerare esattamente cosa venne osservato. L' esterno del criostato era probabilmente freddo a causa dell'isolamento non perfetto, e l'aria in contatto con esso sarà stata anch'essa raffreddata, e discendeva verso il pavimento. Quando il visitatore rese parte dell'aria visibile per mezzo del fumo, gIi scienziati furono sorpresi nel vederla salire verso il soffitto. Essendo un poco più caldo dell'aria circostante, il fumo si sollevò, ma vicino al criostato l'effetto di raffreddamento dell'apparato predominava. Gli sperimentatori furono senza dubbio sorpresi nel vedere l'aria discendente, rivelata dal fumo. Essi mi misurarono la pressione dell'atmosfera sopra il dispositivo e trovarono che era un po' più bassa. Non ci è stato detto quanto fosse la differenza, ma una riduzione di pressione venne anche ottenuta agli altri piani superiori del laboratorio, direttamente sopra al dispositivo.

Questo ci dice che l'effetto ha un ampio raggio. L'effetto di una barra magnetica cala col cubo della distanza, quindi molto rapidamente. Se collocassimo una barra magnetica di 30 centimetri al posto del dispositivo, i suoi effetti suI pavimento del piano superiore sarebbero stati un cinquecentesimo rispetto a quelli in vicinanza del magnete. I campi di gravitazione naturali calano con il quadrato della distanza, quindi non così rapidamente. Il campo attorno ad una singola carica elettrica si comporta nello stesso modo. Se una sfera di 30 centimetri venisse caricata, l'effetto del suo campo sul pavimento del piano superiore sarebbe stato un sessantesimo rispetto a quello vicino ad essa. Gli sperimentatori finlandesi hanno senza dubbio determinato di quanto cala l'influenza con la distanza, sia verticalmente che orizzontalmente, ma questo non l'hanno detto. Possiamo assumere che essa diminuisca con l'inverso del quadrato, come la gravità naturale, o con l'inverso della distanza come per le onde radio emesse da un'antenna. Se la caduta fosse stata più rapida, sarebbe stato alquanto difficoltoso misurarla su una distanza di diversi piani. Gli sperimentatori sospesero anche un oggetto da un dispositivo di pesaggio, e osservarono un 2% di riduzione del suo peso. Per eliminare gli effetti non-gravitazionali, questo oggetto avrebbe dovuto essere un metallo non magnetico come rame, piombo o alluminio. Essi avranno messo a terra il dispositivo e l'oggetto per eliminare le forze elettriche, e misurato il peso con un dispositivo simile ad una bilancia a molla, che non dipende dalla gravità per il suo funzionamento.

L'ultima parte dell'informazione dice che quando i due dispositivi vennero sovrapposti uno sull'altro, la riduzione di peso si raddoppiò. Questo ci dimostra che questa influenza è lineare, e ci consente di prevedere che sia intensificando l'azione, che sovrapponendo dispositivi, o entrambe Ie cose, ogni grado di effetto gravitazionale sarebbe alla fine ottenibile. Niente è stato detto circa l'effetto al di sotto dell'apparato. C'era un qualche effetto anche lì? Consisteva in una riduzione o in un aumento di peso? Il fatto che non sia stato detto nulla sembra implicare che anche sotto il dispositivo vi fosse una riduzione di peso, e che essa diminuiva con la distanza in un modo simile al di sopra. Ma non lo sappiamo veramente. Anche gli sperimentatori avranno voluto tenere qualcosa per loro.

LA VEROSIMILE PROCEDURA DI SPERIMENTAZIONE
Lasciateci ora considerare gli eventi elettromagnetici di questo esperimento. Prima l'anello viene raffreddato vicino alla sua temperatura di superconduzione. Non conosco molto delle proprietà elettriche del materiale dell'anello, ma possiamo ritenere che fosse in grado di condurre elettricità, come fanno i metalli, prima di diventare superconduttore. Se così non fosse, allora il materiale superconduttore sarebbe stato applicato in un sottile strato sopra un anello metallico come ferro, e il metallo sarebbe servito per far levitare e ruotare l'anello prima del raggiungimento delle condizioni di superconduttività. La normale conduttività è necessaria ai tre solenoidi di levitazione per sollevare e ruotare l'anello. Questa azione è simile a quella che avviene in un normale motore ad induzione a corrente alternata - il tipo inventato da Tesla. Per far ciò, potrebbe essere stata utilizzata corrente trifase a cento cicli. Quando eccitati da corrente trifase, i solenoidi producono lo stesso effetto di un paio di barre magnetiche verticali che ruotano sotto l'anello a 6.000 giri al minuto. Data la resistenza elettrica nell'anello, si produce una specie di frizione elettrica che lo trascina intorno. Allo stesso tempo, l'anello viene respinto verso l'alto e fatto levitare. Come l'anello viene portato a velocità, esso probabilmente si raffredda più rapidamente a causa della turbolenza gassosa. A 5.000 giri al minuto diventa superconduttore. Quando questa succede, l'effetto frizione sparisce ma l'effetto levitazione rimane.

La corrente alternata trifase può venire a questo punto interrotta e sostituita, nei tre solenoidi, da un'equivalente corrente continua per mantenere la levitazione. Con l'anello ad alta velocità e superconduttore, è il momento di eseguire le misure d'intensità di corrente. In questa fase il disco sta rallentando a causa della frizione del gas all'interno del criostato, che probabilmente è elio. Questo può durare minuti, e permettere così di osservare gli effetti gravitazionali per diverso tempo. Durante questa fase, le due bobine avvolgenti vengono energizzate con corrente alternata o continua, probabilmente quest'ultima. L'intero anello è circondato da questo effetto, e il campo tende a centrare l'anello superconduttore nel solenoide. Così può anche venir usato per far levitare l'anello, e la corrente ai tre solenoidi può venire del tutto interrotta. La Figura 2 mostra il flusso di corrente nell'anello che è associata con queste bobine.

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RIPRODURRE L'ESPERIMENTO
Lo scopo di quanto abbiamo esaminato di questo esperimento non è solo il capire cosa sia potuto succedere, ma aiutare ogni ricercatore interessato a ripetere l'esperimento. Anche se l'esperimento originale venne eseguito con un superconduttore, non è assolutamente ovvio che questo elemento sia essenziale. Certamente simili schemi di flussi di corrente possono essere prodotti in normali conduttori. Così, poiché un superconduttore può essere difficile da ottenere, almeno un certo lavoro significativo si può fare senza di esso. È del tutto possibile che la proprietà superconduttiva sia un ingrediente essenziale dell'effetto gravitazionale - e non qualsiasi superconduttore ma uno particolare, come quel materiale usato dal gruppo finlandese. Se fosse così, allora hanno la palla nel loro campo. Potrebbero non sapere esattamente nemmeno che cosa produce l'effetto gravitazionale - soltanto che i loro apparati lo stanno producendo. Quando appariranno gli articoli promessi, ne sapremo di più di che cosa serve per produrre effetti gravitazionali. Ho controllato i numeri di questa pubblicazione fino al novembre 1996 ma non ho trovato nessun riferimento a questo lavoro. Questo non è strano. Potrebbe servire oltre un anno ai finlandesi per soddisfare i revisori e gIi esaminatori della pubblicazione sul fatto che il loro lavoro è genuino, e stendere il loro rapporto in una forma accettabile agli editori. Sapendo quello che conosciamo sugli 'insabbiamenti', la nostra preoccupazione è che se la scoperta è genuina, la relazione del gruppo finlandese potrebbe non venire mai pubblicata.

NATURA DEL CAMPO GRAVITAZIONALE OTTENUTO
Vi sono abbastanza informazioni nell'articolo del Sunday Telegraph da consentirci di dire qualcosa sul tipo di campo d'influenza che hanno osservato gli scienziati finlandesi. La Figura 3 mostra un campo attrattivo naturale al quadrato inverso, e un campo repulsivo al quadrato inverso. Finora, quest'ultimo campo non è stato osservato. Se l'esperimento ha prodotto un campo repulsivo al quadrato inverso, avrebbe dovuto manifestarsi una perdita di peso sopra il dispositivo, un aumento di peso al di sotto di esso, ed una riduzione nella pressione dell'aria circostante. Comunque, non si sarebbe prodotto alcun movimento nell'aria, perché tutti i cambiamenti nel peso sarebbero stati bilanciati esattamente dal cambiamento di pressione. Un campo del genere sarebbe chiamato "conservativo". In un campo conservativo, un oggetto trascinato in qualunque traiettoria al suo interno, ma riportato al suo punto di partenza, non rilascerebbe energia al campo né potrebbe acquisirne da esso. Gli sperimentatori insistevano che l'aria sopra il dispositivo si sollevava continuamente. Questo significa che il campo non era conservativo. La Figura 4 mostra un campo che può produrre una riduzione di pressione come pure un movimento d'aria. È proprio il tipo di campo che vari ricercatori hanno postulato necessario a spiegare il comportamento degli UFO (vedere, ad esempio, The Truth About Flying Saucers di Aimé Michel, pag. 211). Per interpretare il campo, il lettore deve soltanto supporre che, ad ogni punta, la forza su ogni oggetto si esercita lungo le linee del campo locale nella direzione data dalle frecce; e che più sono accalcate le linee, maggiore è la forza. Nella figura 4 c'è una riduzione di peso sopra e sotto il dispositivo, e il dispositivo stesso dovrebbe mostrare la diminuzione più marcata.

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Intorno ad esso l'effetto è per lo più verticale e abbastanza uniforme: un ideale campo propulsivo. Nell'articolo si parla della generazione di energia sfruttando l'effetto di perdita di peso. Questo è del tutto possibile nel campo della figura 5, ma non ci sarebbe un guadagno energetico. Questa energia dovrebbe provenire dal volano rotante o dai solenoidi. Sino a che non avremo prove del contrario, è insensato assumere che solo perché il campo non è conservativo, l'energia non viene di conseguenza conservata nella azione complessiva del campo. Nemmeno i campi di induzione magnetica sono conservativi, ma l'energia viene sicuramente conservata nella loro azione. Abbiamo qui un esperimento basato quasi completamente sull'induzione magnetica. Trovare un campo gravitazionale non conservativo non è sorprendente, ma scoprire che l'energia non era conservata sarebbe realmente una novità.

POSSIBILE APPLICAZIONE ALLA GENERAZIONE DI ENERGIA
Una riduzione del 2% nel peso è sufficiente a produrre sostanziali quantità di energia. Nel laboratorio, l'aria veniva sollevata sopra l'apparato, spargendosi orizzontalmente sul soffitto, e scendendo a distanza dall'asse del disco rotante. Se si realizzasse un tubo che seguisse tale percorso, pieno d'acqua, questa si muoverebbe come l'aria, ed una turbina potrebbe estrarre energia dal flusso. Una soluzione anche più semplice è preparare un grande volano dal bordo pesante, e posizionarlo col suo asse orizzontale di modo che un lato del bordo si trovi sopra il dispositivo, mentre l'altro si trovi il più lontano possibile (vedere figura 5). II volano potrebbe essere collocato all'interno di un contenitore a vuoto, per ridurre l'attrito dell'aria. Se il bordo di questo volano pesasse 1.000 chilogrammi, e si muovesse ad una velocità di 500 metri al secondo (il tipo di velocità che si ha nelle turbine a gas), una riduzione del 2% nel peso del bordo del volano genererebbe 100.000 watts di potenza: all'incirca la resa del motore a tutto gas di un'auto di media cilindrata. Altrove in questo articolo si è notato che questa energia doveva venire da qualche parte, più probabilmente dal disco rotante superconduttivo o dai solenoidi, o entrambi. In questo caso, l'energia non sarebbe usata come sorgente principale.

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Comunque, perfino in questo caso ci sono applicazioni ingegneristiche degne di nota. Prima di tutto, se si inverte e si genera il movimento del volano, allora si sta pompando energia nel dispositivo. Questo potrebbe essere un modo per intensificare il campo, o di mantenerlo con sistemi che potrebbero risultare più convenienti o più efficienti delle varie immissioni elettriche. Il congegno potrebbe anche essere un trasformatore meccanico. Un volano potrebbe pompare energia all'interno, mentre un altro potrebbe tirarla fuori. I due volani potrebbero girare a differenti velocità, generando l'effetto di un cambio - magari uno vicino al 100% di efficienza. A questo stadio non sappiamo davvero quale potrebbe essere l'effetto di pomparvi dentro energia. Dato che un possibile effetto è quello di intensificazione del campo, ci si potrebbe aspettare che gli sperimentatori non perdessero tempo e conducessero alcuni esperimenti con volani girevoli, specialmente perché sono relativamente facili da fare.

FONTI EXTRATERRESTRI DI GRAVITÀ ARTIFICIALE
La propulsione gravitazionale è affrontata dalla letteratura sugli UFO, ma due fonti che penso tutti i ricercatori dovrebbero tenere a mente sono quelle di George Hunt Williamson e Daniel Fry. A pagina 83 di The Saucers Speak, Williamson comunica il seguente messaggio dato da extraterrestri il 19 settembre 1952: "Le quattro grandi forze principali sono: campo magnetico statico; campo elettrostatico; onda elettromagnetica; campo elettromagnetico risonante. I vostri scienziati non comprendono quest'ultimo." A pagina 51 di The White Sand Incident, Fry cita il suo contatto extraterrestre che il 4 luglio 1950 dice: "Avete sufficiente familiarità con l'elettrodinamica da sapere che un elettrone in movimento produce un campo magnetico. Il tremendo flusso di elettroni attraverso gli anelli di forza produce un campo magnetico molto potente. Dato che la direzione e l'ampiezza del flusso si possono controllare attraverso ogni anello, e in svariate direzioni attraverso un anello 'singolo', possiamo produrre un campo che oscilla con uno schema di modalità precisamente controllate. In tal modo possiamo creare risonanza magnetica tra i due anelli, o tra diversi segmenti di un singolo anello".

"Come anche sapete, ogni campo magnetico che sia in mutamento di intensità produrrà un campo elettrico che, ad ogni dato istante, è uguale in ampiezza [questo andrebbe forse interpretato come "fase". L'autore], opposto in polarità, e perpendicolare al campo magnetico. Se i due campi diventano reciprocamente risonanti, sarà generato un vettore di forza. L'effetto è simile, ed effettivamente identico, a un campo gravitazionale. Se il centro del campo coincide col centro di gravità del velivolo, il solo effetto sarà un aumento nell'inerzia, o massa, dello stesso. "Se il centro di gravità non coincide con il centro di forza, il velivolo inizierà ad accelerare verso il centro. Dato che il sistema che crea il campo è parte della nave, naturalmente si muoverà con essa, e senza interruzioni continuerà a generare un campo il cui centro di attrazione è proprio davanti al centro di gravità della nave, così che essa continuerà ad accelerare sintanto che sia generato il campo. "Da notare che questo sistema non implica 'free energy', ovvero ciò che la vostra gente chiama moto perpetuo..." "Per rallentare o fermare il velivolo, i controlli sono regolati in modo che il campo sia generato proprio dietro il centro di gravità, così da risultare in una accelerazione negativa." Al tempo in cui furono dati questi messaggi, le autorità governative avevano già in loro possesso UFO precipitati ed i mezzi per scoprire il loro metodo di propulsione. Questa informazione è stata negata al grande pubblico ed alla comunità scientifica. Gli extraterrestri, come spesso fanno, ci stavano spianando un po' la strada. Sfortunatamente, i ricercatori UFO e le comunità scientifiche e tecnologiche erano troppo ciechi e sordi per beneficiare di questo sforzo. Non è ancora troppo tardi: potrebbero ancora riscattarsi. La scoperta finlandese è solo l'ultima in una serie di 'colpetti' che potrebbero girar loro intorno.

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PERCHÉ LA SQUADRA FINLANDESE HA RILASCIATO UN COMUNICATO STAMPA?
I ricercatori della Tampere University avevano già parlato con colleghi britannici quando decisero di rilasciare questa notizia alla stampa. Potrebbero aver avuto svariate ragioni per far questo: L'esperimento è relativamente facile da riprodurre in vari altri laboratori sulla superconduttività in tutto il mondo, e volevano assicurarsene la priorità. Negoziati con altri scienziati stavano andando in frantumi e la pubblicazione in un giornale scientifico adatto stava diventando dubbia. I mercanti dell'insabbiamento si stavano muovendo e loro videro una conferenza stampa come il modo per tenere la scoperta di pubblico dominio. Potrebbero aver sospettato o saputo che ricerche segrete sulla gravità hanno già progredito oltre questo punto, ed il miglior utilizzo della loro scoperta era portarla all'attenzione del grande pubblico.

Vedi anche:
http://www.esa.int/SPECIALS/GSP/SEM0L6OVGJE_0.html
http://esamultimedia.esa.int/docs/gsp/E ... ection.pdf


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EXTRATERRESTRI: AMICI E OSTILI

Fonte: http://scienzamarcia.blogspot.it/2012/07/george-c.html

George C. Andrews nel suo voluminoso libro Extraterrestri amici e ostili (pubblicato in lingua inglese nel 1993, tradotto in italiano e pubblicato dalla Macro Edizioni nel 2001) riporta una mole impressionante di informazioni su testimonianze di avvistamenti di UFO, di incontri ravvicinati con umanoidi, di rapimenti da parte di alieni (quelli che spesso indicati col termine inglese di abduction), ma anche di dischi volanti costruiti dall’uomo e tenuti nascosti in alcune basi segrete degli USA e dell’Australia.
Difficile dare un giudizio su ogni singolo episodio dato che molte volte le fonti sono puramente aneddotiche, basate su testimonianze personali, o sulle letture degli studi di altri ricercatori. Il volume in questione è una raccolta di elementi eterogenei, le testimonianze e le analisi ivi riportate sono a volte in contraddizione tra di loro, ma tutto sommato ritengo che l’autore sia motivato da buone intenzioni nella sua ricerca di una verità difficile da definire con precisione.

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Una lettura disincantata delle testimonianze su simili questioni infatti mostra che le persone che vivono le esperienze di rapimento da parte di misteriose entità vengono ingannate rispetto a quanto subiscono ed ai reali scopi di quelle intrusioni: vengono sottoposti a cancellazione di memorie a breve termine, forse anche ad installazione di false memorie, e vengono fornite loro delle informazioni troppo belle per essere vere (“voi siete i prescelti”, “voi avete una missione speciale per l’umanità”) e che contrastano con il loro stato reale di persone sequestrate, di cavie umane utilizzate per esperimenti biologici e genetici.
Tali entità rapitrici raccontano storie dell’umanità e dei suoi rapporti con le razze aliene che si contraddicono l’una con l’altra e seminano continuamente menzogne mescolate ad alcune verità. Lo stesso Andrews mette in guardia da certi ufologi come Whitley Strieber autore del libro “Communion” (Morrow, New York, 1987) che parla in termini positivi di una comunanza tra uomini ed alieni. Strieber attribuisce a fantasie malate i ricordi di esperimenti condotti sui rapiti, al posto della parola “rapito” usa il termine “partecipante”, e parla dei rapitori come di “ospiti”: neolingua orwelliana.
Personalmente sono stato in contatto con persone che hanno avuto riportato esperienze di rapimenti e che mi sono sembrate assolutamente credibili (che dire poi dei resoconti di bambini che portano alla luce ricordi di quel tipo pur non avendo mai letto libri o visto film di fantascienza che parlano di rapimenti?), e dopo avere letto anche le numerose testimonianze raccolte in diversi libri non mi sento assolutamente di etichettare come semplici allucinazioni queste esperienze.
Si può tuttavia sospettare che esistano programmi segreti governativi che mirano al rapimento sotto copertura di persone qualunque, allo scopo di impiantare microchip o altri sensori, sperimentare sofisticare tecniche di manipolazione mentale, ma anche di ottenere informazioni di seconda mano sui rapimenti alieni; alcuni rapiti infatti asseriscono di essere stati prelevati sia da squadre di alieni che da squadre di esseri umani (le seconde potrebbero essere interessate ad ottenere informazioni su quello che fanno le prime eseguendo test sui rapiti).
Di sicuro si può obiettare che l'uso di tecnologia avanzata in dotazione all'esercito (tecniche psicologiche per impiantare false memorie, sviluppo dei programmi iniziati già negli anni 50 del secolo scorso) può far credere al rapito di essere in mano agli alieni mentre invece il rapimento è stato perpetrato da esseri umani, come suppone il Dr. Boylan (che pure crede nell'esistenza degli alieni).
La pecca di Andrews è, a mio giudizio, l’eccessiva ingenuità con cui riporta testimonianze alquanto dubbie e con cui da spazio a sedicenti “ufologi” collegati al movimento new age. Bisogna pur dire che 20 anni fa era difficile intuire gli scopi della filosofia new age, ad esempio quello di tenere lontano dalla comprensione del complotto contro l’umanità tutte le persone aperte a nuovi metodi di cura, all’esistenza di dell’anima e delle energie sottili, sospettose delle religioni istituzionali ma aperte alla dimensione spirituale; la new age è l’alter ego dallo scientismo propagandato da organizzazioni quali CICAP, Ciscop, Skeptic e intende portare le masse all’accettazione di una nuova religione sincretica mondiale quando il Nuovo Ordine Mondiale sarà instaurato.
Una cosa notevole, e per certi versi strabiliante, è che nel suo libro (lo ricordo, scritto circa 20 anni fa) Andrews descrive a grandi linee ciò che sta accadendo di questi tempi e cosa presumibilmente sta per accadere viste le premesse (crollo dell’economia e imminenti guerre in Medio Oriente). Nelle sue previsioni ci sono alcuni elementi errati (egli prevedeva, basandosi sugli studi di altri ricercatori, che l’innesco della crisi economica sarebbe venuto da manovre speculative in ambito petrolifero, che però hanno avuto un peso molto limitato rispetto alla speculazione in campo finanziario e monetario), ma egli intuisce il disegno a grandi linee, e denuncia l’intenzione (da parte di una cricca di famiglie potentissime e di organizzazioni occulte) un Nuovo Ordine Mondiale, un Governo Mondiale (con moneta unica mondiale) da realizzarsi alla fine di un periodo di grandi calamità per l’umanità intera, col pretesto di risolvere i problemi (conflitti e crisi economica) creati dalle stesse entità che astutamente li hanno generati.
Egli denuncia la creazione di ingenti complessi militari sotterranei, creati ai tempi della guerra fredda (contrapposizione tra USA e URSS) con la scusa della necessità di rifugi anti-atomici, dove si accatasterebbero enormi riserve di cibo e macchine dotate di tecnologia avanzatissima. Secondo lui alla fine di un periodo di grande tribolazione (guerre e crisi economica) le élite rifugiate nelle città sotterranee avrebbero “regalato” a quello che resta del mondo la soluzione ai precedenti problemi (in particolare un governo mondiale ed una nuova valuta) costruendo così i presupposti per una nuova esecrabile forma di tirannide planetaria. Andrews immagina anche il progetto di inserire microhip a tutti i sopravvissuti a questo periodo di tribolazione.
Ma chi mai potrebbe trarre giovamento da una simile macchinazione diabolica? Secondo Andrews entità non umane e/o non terrestri hanno da tempo preso occultamente il controllo manipolando la politica globale per mezzo delle attività di una ristretta classe di uomini a loro legati o da loro direttamente influenzati. Si tratterebbe di uno scambio in cui i demoni-alieni allettano alcune persone regalando loro potere e ricchezza e ricevendo in cambio una subordinazione totale, o in alternativa ci sarebbero diversi agenti dall’apparenza umana infiltrati nella nostra società che hanno raggiunto facilmente il vertice del potere grazie alle loro conoscenze più avanzate (forse il risultato di ibridazioni aliene).
Quale lo scopo di tutte queste orrende macchinazioni? Entità parassite su un piano animico o astrale potrebbero nutrirsi di una sorta di energia psichica che viene liberata dalla morte e dalla sofferenza, mentre abitanti di pianeti lontani avrebbero bisogno di utilizzare il nostro patrimonio genetico per creare ibridi con cui colonizzare il nostro stesso pianeta (la vita sul proprio pianeta starebbe diventando difficile) e/o avrebbero bisogno di nutrirsi con le secrezioni ghiandolari dei nostri animali da fattoria (da cui trarrebbe origine il fenomeno delle mutilazioni del bestiame descritte nel libro di Linda Moulton Howe “Un raccolto alieno”).
Eppure tutte queste storie di mutilazioni aliene del bestiame mi lasciano perplesso, soprattutto perché a portarle alla luce è stato la signora Linda Moulton, figlia di un aviatore direttore della pubblicazione aeronautics, sorella di un istruttore di volo della Lockheed Martins (azienda che produce armi da guerra), giornalista con un ottimo curriculum che viene invitata a parlare a simposi e conferenze internazionali (persino al Goddard Space Flight Center della NASA) e viene intervistata riguardo alle sue inchieste sugli UFO da reti televisive di tutto rispetto come la Fox e la NBC. Per quanto ne so non sembra essere mai stata minacciata per le sue clamorose rivelazioni. Il già citato Dr. Boylan dostiene che le mutilazioni animali siano opera dell'esercito (molti testimoni in realtà hanno visto degli elicotteri neri volteggiare nei cieli nel luogo e nel giorno in cui si verificavano le mutilazioni) e che lo scopo sia quello di creare il mito dell'alieno cattivo (per poi giustificare una finta guerra tra i mondi, come preciso in seguito).
Andrews nel suo libro descrive gli alieni (che egli identifica con i cosiddetti “Grigi” descritti da tantissime persone che affermano di essere state rapite da umanoidi extraterrestri) come esseri telepatici che hanno una mentalità da alveare; al pari degli imenotteri terrestri nella loro società ci sarebbe una struttura super centralizzata con una singola entità (corrispondente alle regine degli alveari) cui tutti obbediscono.
Per quanto tali interpretazioni possano risultare “assurde” o lasciare sgomenti, per quanto tali intuizioni possano cogliere nel segno rispetto ad alcuni particolari e non ad altri, per quanto certe conclusioni possano essere originate da testimonianze di persone che sono state ingannate dai propri rapitori (i quali a loro volta mescolano intenzionalmente menzogne e verità), quanto da noi denunciato ed osservato riguardo alle scie chimiche (vedi in particolare l’articolo transbiologia e gli articoli sul transumanesimo) sembra puntare nella medesima direzione.
Di sicuro non posso credere che la situazione che attualmente si sta creando sulla terra sia generata da una irrefrenabile voglia di dominio da parte della compagnia dei Gesuiti, del Vaticano, dei Cavalieri di Malta, dei sionisti, della Nobiltà Nera o della massoneria. Il processo di avvelenamento ormai quasi irreversibile degli ecosistemi ad opera delle scie chimiche va contro l’umanità intera, e tale progetto non avvantaggia né la popolazione di fede ebraica, né gli Statunitensi, né i popoli della Federazione Russa o della Cina, benché possa avvantaggiare una cricca di esseri (davvero disumani) che complottano contro di noi utilizzando come strumenti di dominio il sionismo, l’americanismo, il patriottismo, la massoneria, le istituzioni religiose e quelle statali.
Se a capo di tutto ci fossero solo esseri umani smaniosi di potere e di ricchezza non si vede per quale fine dovrebbero causare catastrofi artificiali, scatenare guerre, puntare alla manipolazione del DNA umano, distruggere lo stesso pianeta sul quale abiteranno i propri nipoti e poi mirare ad un governo unico mondiale. Ho cercato di spiegarlo in maniera più dettagliata nell'articolo cosa sta succedendo realmente nel mondo.
Se lo fanno evidentemente ciò vuol dire che sono costretti a farlo, forse perché hanno stretto un patto con entità potenti e pericolose, un patto che non si può tradire a meno di subire pesanti ritorsioni. O forse perché in realtà la cricca di uomini che governa occultamente questo pianeta non è mai stata realmente umana. Non occorre tirare in ballo i rettiloidi mutaforme di D. Icke per supporre che costoro, che organizzano con estrema leggerezza guerre, massacri ed avvelenamenti di massa, potrebbero anche essere portatori di una forma di DNA alquanto differente dalla nostra (e quindi legati geneticamente ad un’altra razza di cui costituirebbero gli infiltrati).
Questo non vuol dire che stia facendo pubblicità al progetto disclosure, tanto caro a Rockefeller; secondo i leader del disclosure project infatti bisognerebbe aprire le porte agli alieni visti come dei salvatori che ci toglierebbero dai guai che noi abbiamo creato (un’orrida bugia dal momento che invece Rockefeller è invischiato fino al collo nella creazione e gestione del Nuovo Ordine Mondiale, scie chimiche comprese). Né con quanto su detto si vuole dare giustificazione alcuna al progetto blue-beam che prevede anche una finta invasione aliena realizzata con tecnologia militare segreta.
Quanto su scritto mostrerebbe piuttosto che alla fine di un periodo di grande tribolazione i nostri dominatori potrebbero essere presentati come i buoni che ci salvano dal caos, mentre eventuali entità a noi benigne potrebbero essere presentate come gli alieni malvagi mutilatori di animali.
Ma parliamo sempre di forse, mettiamo i tempi al condizionale, e terminiamo le frasi col punto interrogativo, anche perché a complicare le cose si pone il fatto che l’esperienza della trance indotta da alcune piante allucinogene porta a sperimentare situazioni non dissimili da quelle riferite dai cosiddetti “rapiti dagli alieni”. Secondo Graham Hancock, che ha estesamente indagato questi resoconti nel suo libro “Sciamani” (lettura fortemente consigliata) non si può etichettare queste esperienze come pure e semplici allucinazioni, ma come intrusioni in altre dimensioni parallele alla nostra. Del resto molti ufologi da tempo sostengono che i termini generici di UFO e di alieni vanno intesi in senso lato, non solo o non necessariamente come entità provenienti da pianeti distanti ma anche come entità che provengono da altre dimensioni o che sappiano attraversare varchi nel continuum spazio temporale.
Come ho spiegato in un precedente articolo non si tratta di affermazioni fantascientifiche, ma di eventualità previste dagli sviluppi più recenti della fisica teorica. Per altro, se consideriamo valide le equazioni di quantizzazione dello spazio tempo dell’insigne fisico Fran De Aquino, è da tenere in considerazione la possibilità di utilizzare opportuni campi elettromagnetici di bassissima frequenza per aprire questi varchi (i riscaldatori ionosferici come HAARP inducono emissioni su tali frequenze).


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MessaggioInviato: 15/10/2013, 19:40 
ABDUCTION MILITARE E TECNOLOGIA VRS

Articolo di Cristoforo Barbato
Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... a-vrs.html

Spesso resoconti e studi inerenti i rapimenti alieni sono stati presentati da alcuni ricercatori in maniera incompleta, focalizzando l'attenzione solo su determinati aspetti. Comportamento ed omissioni, voluti o meno, che rappresentano un ostacolo per la vera ricerca, dato che resoconti censurati non forniscono un quadro completo ed attendibile del fenomeno. Un esempio lampante sono le cosiddette esperienze virtuali note con il termine VRS (Virtual Reality Scenario), ossia scenari di realtà virtuale, indotti dall'esterno, e per il soggetto praticamente indistinguibili dalla realtà oggettiva. L'individuo può sperimentare una determinata situazione attraverso un input sensoriale totale e reagire con spontanee risposte fisiche ed emotive, anche se nella realtà si trova sdraiato su di un lettino per esami clinici o sta dormendo nel suo letto senza ricevere alcun segnale esterno che lo disturbi. Sebbene alcune esperienze possano essere state scenario di realtà virtuale generate dagli alieni, come molti ufologi sostengono, altre attività "secondarie" indicano chiaramente un coinvolgimento dell'uomo. In tale contesto si inserisce il recente studio condotto dal professor Helmut Lammer, rappresentante austriaco del centro ufologico americano MUFON, sulle MILAB (Military Abductions) ovvero falsi rapimenti alieni eseguiti, in realtà, da militari.

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"Dobbiamo cercare di comprendere - afferma Lammer - qual è il programma che si cela dietro il fenomeno delle abductions aliene e qual è lo scopo delle MILAB. C'è un forte interesse da parte dei militari nello sviluppo di impianti cerebrali, bio-chip per la realtà virtuale, proiezione di immagini olografiche, dispositivi di occultamento ed armi che alterano la mente". L'esistenza di queste tecnologie, secondo lo studioso, induce alle seguenti ipotesi:

- Si stanno effettuando, da anni, esperimenti segreti sugli esseri umani,

- Tali esperimenti sono stati nascosti alle autorità di governo ed al pubblico, finanziando progetti segreti.

Pertanto, se esistono le prove, anche di un solo caso di personale militare coinvolto in scenari di rapimento, non è possibile liquidare facilmente quei resoconti che accennino allo stesso evento. Inoltre, se enti governativi e militari sono davvero coinvolti segretamente in tali operazioni, è d'obbligo effettuare ricerche molto più approfondite rispetto a quelle condotte fino ad oggi. Nonostante tutto, gran parte degli ufologi e studiosi "ufficiali" non si sono dimostrati molto entusiasti di affrontare eventuali violazioni dei diritti umani da parte di apparati dell'establishment politico-militare, probabilmente intimoriti da eventuali rappresaglie personali che, come già registrato in passato nella casistica ufologica, si verificano realmente.

Esperimenti di mind control contro civili
"Tutti quelli che si rifiutano - prosegue Lammer - di credere che siano stati compiuti degli esperimenti segreti sulla gente, inclusi i bambini, dovrebbero visionare i documenti comprovanti gli esperimenti effettuati dai servizi segreti militari prima, durante e dopo la guerra fredda e che sono ormai di dominio pubblico".

Gli Stati Uniti e il Canada, secondo lo studioso, non sono stati gli unici Paesi a perpetrare tali atrocità: di recente la stampa inglese ha riportato la notizia che anche il Regno Unito, durante gli ultimi 40 anni, ha condotto esperimenti segreti concernenti gli effetti delle radiazioni sugli esseri umani. Alla nona conferenza annuale di Orange County, California, lo psichiatra canadese Colin Ross, ha presentato un documento ottenuto attraverso il FOIA (Freedom of Information Act), contenente le prove che la CIA aveva segretamente condotto ricerche sulla creazione di "cavie manciù" fin dalla seconda Guerra Mondiale. Il dottor Ross ed altre organizzazioni di ricerca hanno incontrato i sopravvissuti di esperimenti che includevano l'impiego di elettroshock, droghe, impianti cerebrali e deprivazione sensoriale. Alcuni soggetti erano stati rinchiusi in gabbie, costretti al sonno forzato, ad abusi rituali e sessuali.
Una volta selezionate, le vittime sono state ripetutamente usate quali "animali umani da laboratorio" per tutta la vita, in una serie di esperimenti controllati e monitorati dall'esterno. Nel 1997 lo ACHES-MC (Advocacy Committee for Human Experiment Survivors-Mind Control), ovvero il Comitato legale per i sopravvissuti agli esperimenti di controllo mentale sugli umani, ha consegnato un video-documento al Presidente Clinton ed al Primo Ministro canadese, in cui richiede un'udienza presidenziale e la declassificazione dei dati governativi relativi a presunti esperimenti di controllo mentale. Tali esperimenti furono condotti su adulti e bambini inconsapevoli e furono finanziati dal governo degli Stati Uniti dal 1940 in poi. Il video contiene, inoltre, le testimonianze dei sopravvissuti (bambini e adulti) agli esperimenti, nonché le testimonianze di terapisti, psichiatri e psicologi. Stranamente, queste vittime non riferiscono casi di contatti alieni o UFO come quelli delle MILAB, ma alcune delle esperienze hanno molto in comune sul tipo di controllo mentale e di abusi descritti. Questo breve scorcio di esperimenti segreti condotti sull'uomo supporta l'ipotesi MILAB di operazioni segrete perpetrate contro civili.

Possibili scopi delle MILAB
Alla luce di queste nuove informazioni si può constatare come l'intero scenario delle abductions aliene/umane sia molto più complesso di quanto si credesse all'inizio. Esistono prove evidenti che più di un progetto umano sia inserito nell'intricato fenomeno delle abductions aliene. Ognuno di questi programmi ha probabilmente un suo punto focale che coinvolge presunti rapiti dagli alieni. Credo che il primo gruppo sia interessato ad esperimenti sul controllo mentale e comportamentale. Esistono prove di esperimenti di deprivazione sensoriale, respirazione di liquidi, stimolazione elettromagnetica dei lobi temporali, ricerca sul cervello e innesto di impianti. Il secondo gruppo sembra interessato alla ricerca genetica e biologica. Alcune vittime di MILAB ricordano di aver visto, nel corso dei loro rapimenti in basi militari sotterranee, degli esseri umani in contenitori pieni di liquido, e animali geneticamente mutati chiusi in gabbie. Bisognerebbe sottolineare che alcuni soggetti prelevati dagli alieni, senza contatti con militari, ricordano scene simili all'interno degli UFO. Il terzo gruppo invece sembra essere una specie di task force militare, operativa fin dagli anni '80, e interessata al fenomeno abductions umano/alieno al fine di raccogliere informazioni a riguardo.
è possibile che i capi di questa task force credano che alcune abductions aliene siano vere e che esse abbiano implicazioni riguardanti la sicurezza nazionale. è altresì possibile che il secondo e il terzo gruppo lavorino insieme per condividere i dati degli studi genetici sugli addotti dagli alieni. Si può focalizzare ora l'attenzione sulle esperienze degli addotti MILAB, quindi sulle persone rapite da personale militare, concernenti i contenitori ripieni di liquido menzionati poc'anzi. Molti degli addotti ricordano di esservi stati posti. Secondo alcuni erano vuoti, per altri avevano all'interno degli alieni, altri ricordano di averci visto degli esseri umani. Alcuni dicono di essere stati costretti a respirare il liquido e di averlo vissuto come un'esperienza estremamente traumatica. Altri ricordano di essere stati portati in strutture militari sotterranee e di aver visto persone tutte identiche, in lunghe file di tubi di plastica o di vetro e questo ha fatto pensare subito a esperimenti di clonazione. Tutto ciò potrebbe inserirsi in un programma come: il mantenimento di esseri umani privi di cervello quali "contenitori di organi", oppure la creazione di soldati immuni alle armi biologiche.

I Bio-chip cerebrali intelligenti dell'USAF
Molta gente è conscia del fatto che nel periodo successivo alla guerra, fino agli anni Settanta, furono effettuati esperimenti segreti sul controllo della mente e del comportamento e sulla resistenza alle radiazioni. Dovremmo domandarci se qualcuno ha interesse ad effettuare esperimenti segreti anche oggi. Chi afferma che i risultati di questo studio sono solo spazzatura dovrebbe visionare le ricerche declassificate dell'Aeronautica Militare e tutti gli studi condotti sulle armi non convenzionali.
Tutto ciò, in effetti, viene contemplato nel documento "Air Force 2025" pubblicato di recente dall'Aeronautica Militare statunitense (USAF), e più precisamente nella sezione intitolata "Information Operations: A New War-Fighting Capability" (una nuova capacità di combattimento in guerra), dove vengono presi in esame scenari tecnologico/bellici nel 2025. In questo rapporto gli autori, militari ed esperti dell'USAF, accennano alla possibilità di diffondere microscopici chip impiantati nel cervello, i quali svolgerebbero due funzioni:

- Il bio-chip impiantato connetterebbe l'individuo ad una rete di sistemi satellitari integrati o smart satellites (IIC) in orbita bassa attorno alla Terra, creando un'interfaccia tra la persona impiantata e incredibili risorse informatiche. L'impianto rilascerebbe le informazioni elaborate dal IIC direttamente al cervello dell'utente.

- Il bio-chip potrebbe creare una visualizzazione mentale dell'ambiente circostante generata dal computer e basata sulle richieste dell'utente. La visualizzazione , sarebbe di 360°, non più limitata dal campo visivo umano, e permetterebbe al pilota di un aereo da caccia di porsi in una "zona di guerra" a lui perfettamente visibile. Inoltre, una vasta gamma di armi letali verrebbe collegata al sistema satellitare, permettendo agli utenti impiantati, in possesso di autorizzazioni speciali (soldati cibernetici), di usare direttamente queste armi. Questo significa che un soldato potrebbe mantenere la vista nella maniera normale, con in più una sfumatura di informazioni che identifichino e descrivano oggetti specifici che non rientrano direttamente nel suo campo visivo. Potrebbe così valutare eventuali minacce e ordinare il fuoco da una varietà di sistemi d'arma, per affrontare e distruggere questi bersagli a distanza.

Si può osservare da tali studi militari che la ricerca segreta sulle human brain-machine (cervello umano/macchina) e impianti di realtà virtuale, è già stata intrapresa.

Armi per la manipolazione mentale
Gran parte di questi documenti fanno riferimento a istituti di ricerca militare e sono classificati. Visto che gli autori del testo scrivono che gli "apparecchi da impianto" negli umani suscitano problemi di etica e di relazioni pubbliche, dovremmo chiederci chi potrebbero essere le cavie per questi progetti di ricerca futuristica. Un altro documento interessante, riguardante la "Information Warfare", è classificato e solo i possessori di autorizzazioni appropriate possono ottenerne copia dal Centro di Informazioni Tecniche di Fort Belvoir, Virginia. Il fascicolo studia la proiezione di immagini olografiche, i dispositivi di occultamento e mimetica multispettrale che forniranno ai militari capacità strategiche incredibili. è questa la tecnologia più promettente, quella atta a creare ambienti fittizi che un avversario potrebbe credere reali. Nel files, inoltre si afferma che nella ricerca per le operazioni di PSYWAR (guerra psichica) si tenta di influenzare una persona bersaglio, proiettando immagini olografiche che trasmettono l'effetto desiderato. Dovremmo domandarci ancora: chi sono gli avversari e i bersagli dei test in questi progetti di ricerca?
Un recente articolo pubblicato dall'U.S. News and World Report, ha rivelato che i militari americani hanno sviluppato armi in grado di alterare la mente tramite manipolazioni acustiche, microonde e onde cerebrali che alterano i modelli del sonno. Fatto singolare, nell'articolo c'è la foto di un elicottero militare che punta un raggio di energia verso una casa. Secondo un rapporto del Pentagono, armi acustiche e soniche possono vibrare all'interno degli esseri umani fino a tramortirli, causare nausea o perfino liquefare i loro cervelli.
All'inizio degli anni Ottanta il dottor Eldon Byrd era a capo di uno strano progetto sulle armi elettromagnetiche. Gran parte delle sue ricerche venivano condotte nell'Istituto di Ricerca Radiobiologica di Bethesda, Maryland []. Il medico affermò che sia lui che i suoi colleghi cercavano di rilevare le attività elettriche del cervello e il modo di influenzarle.
Byrd usava onde a frequenze estremamente basse per stimolare il cervello, che rilasciava così alcune sostanze chimiche capaci di regolare il comportamento umano. Questo sistema applicato agli uomini soggetti ai test provocava immediatamente nausea e sintomi influenzali. Byrd non testò mai il suo macchinario sul campo ed il progetto, originariamente previsto per la durata di quattro anni, fu chiuso dopo solo due. La tecnica funzionava, quindi sospettò che gli studi venissero continuati segretamente. Altri scienziati raccontarono esperienze simili.

"Si può desumere - dichiara il professor Lammer - che tali progetti segreti di ricerca militare, siano stati condotti come studi sulla guerra biologica e genetica. Se ipotizziamo che il nucleo del fenomeno delle abductions aliene sia reale, il personale militare che si cela dietro questi progetti sarebbe interessato alla biologia aliena, alla loro genetica e alle loro procedure di controllo mentale. Visto che questa ricerca è celata nell'ambito di progetti altamente segreti, solo poche persone saprebbero esattamente quello che sta accadendo". Un altro pericolo potrebbe essere rappresentato dalle organizzazioni umanitarie che cercano di portare a livello di governo le denunce sulle atrocità commesse su esseri umani nell'ambito delle ricerche genetiche segrete, in cui sono coinvolti i militari. Tali progetti sono programmi non riconosciuti ufficialmente e molti rappresentanti del governo non ne sono neppure al corrente. "Occorre precisare - dice Lammer - che la maggior parte delle vittime delle MILAB dichiara di aver visto esseri alieni e personale militare lavorare fianco a fianco. Queste affermazioni andrebbero attentamente investigate. Abbiamo bisogno, ovviamente, di ulteriori ricerche prima di poter definitivamente concludere che esseri alieni e personale militare stiano collaborando".

Attività di elicotteri connessa alle MILAB
Gli studi indicano che gli addotti delle MILAB sono spesso assillati da elicotteri neri e senza insegne che volano attorno alle loro case. L'attività degli elicotteri associata alle abductions UFO è aumentata, dagli anni '80 ad oggi. In alcuni casi gli elicotteri sono stati visti nelle vicinanze delle case degli addotti solo poche ore dopo un episodio di abduction. Possiamo stendere un sommario in cinque punti delle informazioni in nostro possesso sui movimenti dei misteriosi elicotteri:

1- L'attività degli elicotteri iniziò tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 e sembrava essere connessa ai casi di mutilazione animale.
2- In quel periodo, gli elicotteri mostrarono solo un vago interesse verso le persone rapite dagli alieni, apparendo occasionalmente dopo alcuni avvistamenti di UFO.
3- L'attività degli elicotteri neri iniziò ad aumentare in relazione alle abductions aliene dagli anni '80 in poi. Comunque, al principio il fenomeno venne riportato in prossimità di luoghi in cui furono rinvenuti animali mutilati, nel nord America.
4- Al momento, nei files di molti ricercatori del fenomeno abductions del nord America, figurano alcuni casi di misteriosi elicotteri neri.
5- In Inghilterra durante gli anni '70 è stata riportata una forte attività di elicotteri fantasma, ma sembra che il loro interesse verso le mutilazioni animali e gli addotti sia limitato al nord America.

Presunti rapimenti effettuati dal personale militare dei servizi segreti
Molti addotti riportano delle interazioni con il personale dei servizi segreti dopo le apparizioni degli elicotteri neri. Le MILAB comprendono i seguenti elementi:

- Attività di elicotteri neri senza insegne.
- L'apparizione di strani furgoni o veicoli nelle vicinanze delle abitazioni degli addotti.
- Esposizione a campi magnetici che disorientano.
- Trasporto in strutture segrete sotterranee dopo essere stati drogati.

Di solito, in seguito ad abductions da parte dei militari, sono stati riscontrati effetti collaterali quali spossatezza e senso di nausea. Ci sono anche delle differenze nel modo di presentarsi dei rapitori: in molti casi di abductions aliene gli ET attraversano muri e finestre chiuse, oppure gli addotti percepiscono una strana presenza nella stanza. Molti dicono di venire paralizzati dal potere mentale degli esseri alieni. Durante le MILAB, invece, gli addotti asseriscono che i rapitori gli iniettano qualcosa e che, durante le analisi, non vengono paralizzati, ma piuttosto legati ad un tavolo.

Impianti terrestri
Fino ad oggi, più di tre milioni di animali in tutto il mondo sono stati impiantati con successo con dei transponder Destron-Fearing. Si tratta di un contrassegno di identificazione a frequenza radio passiva, progettato per lavorare con un sistema di lettura di identificazione ad una frequenza radio compatibile, attivato da un segnale a bassa frequenza che trasmette il codice di identificazione al sistema di lettura. Un bio-chip simile, per uso umano, fu ideato nel 1989 dal medico statunitense Daniel Man. Per impiantarlo c'è bisogno di una piccola incisione chirurgica e il luogo migliore per collocarlo sarebbe la zona dietro l'orecchio. L'apparecchio andrebbe periodicamente ricaricato con una batteria da tenere all'esterno, vicino all'impianto. Gli individui preposti per tenere sotto controllo le persone impiantate potrebbero sfruttare tre satelliti [] o speciali elicotteri. Se un'agenzia fosse interessata a monitorare lo status fisiologico di un addotto durante una abduction da parte di alieni, potrebbe usare la telemetria biomedica, che permette la trasmissione di informazioni fisiologiche da un luogo inaccessibile a un sito di monitoraggio molto distante. In questo modo i militari potrebbero ottenere in tempo reale i dati fisiologici degli addotti, quali la respirazione, la tensione muscolare e la presenza di adrenalina nel flusso sanguigno, durante il rapimento stesso.

Scenario di realtà virtuale
Sembra che alcune esperienze narrate da presunti addotti e dalle vittime degli esperimenti di controllo mentale possano essere spiegate come facenti parte di una tecnologia avanzata. Alcuni soggetti affermano che qualcuno ha immesso nel loro cervello delle immagini. Gli scienziati militari sostengono che l'idea di inserire nella mente altrui un'esperienza di realtà virtuale è solo un'ipotesi ma, allo stesso tempo, anche molto promettente. Se tale tecnologia fosse stata sviluppata in segreto e oggi esistesse, i ricordi insolitamente lucidi di alcune abductions potrebbero essere spiegati dall'inserimento di un'esperienza artificiale nel cervello dell'addotto. I dottori Joseph Sharp e Allen Frey hanno sperimentato la trasmissione di parole direttamente nella corteccia auditiva, attraverso microonde a impulso, già negli anni '60. Ancora, alcuni addotti riferiscono di sentire voci nella mente, questo nonostante le analisi abbiano escluso la schizofrenia. Di certo questi fatti non possono spiegare tutte le abductions aliene, ma potrebbero chiarirne una piccola parte e giocare un ruolo importante nelle MILAB.
Le MILAB potrebbero essere la prova che una task force militare dei servizi segreti opera nel Nord America fin dai primi anni '80 ed è coinvolta nel monitoraggio e nel sequestro di persone in precedenza rapite dagli alieni. Sembra che siano molto interessati ai casi di abductions ET: monitorano le case delle vittime, le rapiscono e forse impiantano in loro apparecchi militari poco tempo dopo una abduction aliena. Forse stanno cercando degli impianti alieni o, forse, presunti embrioni ibridi umano-alieni. L'unica cosa certa è che questa task force si avvale di una avanzatissima tecnologia di controllo mentale, che continua ad essere sperimentata illegalmente su individui e che costoro non hanno nulla a che vedere con le abductions da parte di alieni.


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