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Ufetto
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MessaggioInviato: 03/12/2013, 03:02 
Eh si hai ragione ma come si fa a mettere l'anteprima? [:D]
Io credo che queste entità extradimensionali siano arrivate ad un livello di consapevolezza e conoscenza tale da poter fondere,appunto, consapevolezza e tecnologia. Letteralmente creano cose. Credo che molto ma molto tempo fa, abbiano aperto "il vaso di pandora", che abbiano davvero scoperto se stessi, cioè hanno capito di far parte di un qualcosa di infinito, di una forza in perfetto equilibrio. Spiritualisticamente parlando, cioè attraverso la ricerca di sè,con la meditazione ad esempio.Quindi si,sicuramente interagiscono molto più di noi con diversi piani dimensionali intervenendo,se possibile, su diverse linee temporali. Da notare che, non a caso, ho detto "molto più di noi" in quanto anche noi,contrariamente a quello che pensiamo, siamo esseri multidimensionali. Non sono assurdità, se si ha qualche nozione di fisica quantistica e teoria delle stringhe,ad esempio.Credo che questi fratelli e sorelle delle stelle siano un po' come le persone. Ci sono quelle cattive che, spiritualisticamente parlando,come al solito, incentrano il loro essere sull'ego, quindi sulla divisone,sul dominio sul potere personale. Poi ci sono quelli che potremmo definire i "guardiani" cioè entità che , spiritualisticamente parlando, (ripeto) come al solito, incentrano il loro essere sull'altruismo cioè su unione, perdono,amore e condivisione per il bene di tutti. Letteralmente uno "scontro" tra luce e tenebre. Pensateci l'intero universo funziona come una bilancia,grazie ad un perfetto equilibrio tra forze contrastanti. Così come c'è la guerra, c'è la pace, così come c'è l'amore c'è l'odio, così come esiste la schiavitù esiste la libertà. Tutto fa parte di un equilibrio superiore ecco perchè è sbagliata la divisione. Senza guerra potrebbe esserci pace? E senza odio potrebbe esistere l'amore? Ciò che conta, quando alla fine tiri i conti, non sono le nostre capacità ma le scelte che facciamo. Perchè quando scegliamo esercitiamo il vero diritto che tutti abbiamo, scartiamo il regalo più grande che ci è stato fatto. Dovremmo scegliere tutti di ESSERE delle persone migliori. Vi lascio con una citazione ed un saluto.

''Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare alle cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù.
Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stesso, coraggio!.. è proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare.
Ecco, quando leggete, non considerate soltanto l'autore.. considerate quello che voi pensate!
Figlioli dovete combattere per trovare la vostra voce.. più tardi cominciate a farlo, più grosso è il rischio di non trovarla affatto!
Thoreau dice: 'molti uomini hanno vita di quieta disperazione, non vi rassegnate a questo. Ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno, osate cambiare, cercare nuove strade.' ''
L'attimo fuggente


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Essere Interdimensionale
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MessaggioInviato: 03/12/2013, 10:33 
Cita:
starseed ha scritto:

Eh si hai ragione ma come si fa a mettere l'anteprima? [:D]


Quando inserisci il link di youtube, come ad esempio questo:

http: //www .youtube.com /watch?v=YL1EoOwRxts

(PS: bisogna assicurarsi che sia nella forma semplice e cioe' che contenga solo la parte che ho evidenziato in rosso. Ovviamente senza gli spazi, che ho aggiunto per comodita' di visualizzazione).

basta che poi selezioni il link e premi il pulsante Immagine.



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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MessaggioInviato: 03/12/2013, 11:21 
Cita:
zakmck ha scritto:

Cita:
starseed ha scritto:

Eh si hai ragione ma come si fa a mettere l'anteprima? [:D]


Quando inserisci il link di youtube, come ad esempio questo:

http: //www .youtube.com /watch?v=YL1EoOwRxts

(PS: bisogna assicurarsi che sia nella forma semplice e cioe' che contenga solo la parte che ho evidenziato in rosso. Ovviamente senza gli spazi, che ho aggiunto per comodita' di visualizzazione).

basta che poi selezioni il link e premi il pulsante Immagine.




grazie zakmck, molto gentile!


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MessaggioInviato: 14/12/2013, 23:49 
Questi sono i migliori esempi di ciò che io considero come UFO di matrice terrestre (magari su base tecnologica retroingegnerizzata o prediluviana).

[b]LA SVASTICA SULL’ANTARTIDE - (una “Contaminatio” Aliena-Nazista-Americana)[/b]
[i]tratto da http://www.yumpu.com/[/i]

Da non molto tempo vi sono movimenti di reparti speciali USA e di scienziati NASA nel Continente ghiacciato: di essi non parlano i grandi mezzi di comunicazione nostrani; nella rete l’unico grande network a livello internazionale che ne tratta e’ History Channell (e solo in riferimento all’aspetto scientifico), eppure, esiste perfino un sito della NASA che si occupa dell’argomento. Ma tale storia ha un antefatto molto particolare ed importante che ci porta indietro sino al periodo nazista: e’ da lì che inizia la mia narrazione.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image007.jpg[/img]

[u]La Storia Nascosta dei Nazisti[/u]

Una cosa (tra le tante) che non ci insegnano quando siamo ai banchi di scuola e negli emicicli delle aule universitarie e’ che la nascita del nazismo è indissolubilmente legata ad un particolare tipo di occultismo: anzi è proprio quest’ultimo che ne forma la quinta essenza e non l’antisemitismo. Sono il Germanen Orden (nato nel 1912) e La Società di Thule (1918) le radici piu’ importanti, così come quella del Novo Ordo Templi, il cui fondatore, l’ex monaco cistercense Jorg Lanz von Liebenfels, issò sul bastione piu’ alto del suo castello la bandiera con la svastica nel giorno di Natale del 1907, non a caso e per la prima volta nell’Europa contemporanea. Hitler pose il vestiario mussoliniano (organizzazione partitica, motti, anticomunismo) su una struttura profonda che subito si celò alla massa degli aderenti, ma di cui rimasero partecipi solo gli –eletti-: tra cui i Cavalieri dell’Ordine Nero cioè la cosiddetta elite tra le SS di Himmler.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/newswabiamap.jpg[/img]

In questa sede non ho intenzione di dilungarmi su aspetti esoterici, qui è importante che focalizzi l’attenzione sul nodo piu’ importante del misticismo nazista, mi riferisco alla frequentazione, con modalità abbastanza misteriose, di sue determinate gerarchie con una super razza, quella dei Vril-Ya, così fu chiamata all’inizio (e per il momento basti chiamarla in questo modo). Tale contatto fa parte dell’ideologia nascosta del mondo anglosassone, sia in riferimento al ramo di lingua inglese che a quello di lingua germanica; infatti, fu lord Edward Bullwer-Lytton che, sul finire del XIX secolo, scrisse Vril, the Power of the Incoming Race, in cui si parla dell’avvento dei Vril-Ya, una razza nascosta di super-umani che emerge dal Tibet e da altri luoghi (tra questi l’Antartide) per rivendicare la definitiva sovranita’ su tutto il Pianeta, grazie alla conoscenza di un terribile potere.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image001.jpg[/img]

la forza Vril per l’appunto (detta anche Forza W). La descrizione che ne viene data riporta tanto alla memoria la forza cosmica (o, se preferite, interplanetaria) di cui si parla nel piu’ prosaico ciclo di Guerre Stellari. Lord Edward ebbe un seguito enorme: verso di lui fu riverente sir Arthur Conan Doyle (l’autore di Sherlock Holmes) e perfino Cecil Rodhes, il creatore dell’impero britannico in Africa australe e, cosa meno nota, della Round Table, una delle consorterie degli Illuminati di questa nostra epoca. Colui che sposta un poco le coltri del sipario sulla faccenda è niente di meno che il dottor Willy Ley, uno dei pionieri della moderna scienza missilistica: studioso tedesco fuggito negli USA nel 1933, scrive (1947) su una rivista americana della nascita nel 1925 della Loggia della Luce (detta anche Societa’ della Verita’) in contatto con i super uomini Vril, e, congiuntamente a questi ultimi, rivolta alla conquista globale. Ley venne sbeffeggiato dalla comunita’ dei suoi colleghi scienziati e la data della presunta costituzione si prestò a critiche feroci; e’ altresì vero che nel 1925 venne sciolta Thule, che confluì nel gruppo dirigente del partito nazista, così come e’ vero che in quel periodo Hitler si distaccò definitivamente dall’ insurrezionalismo dei Frei Korps per avvicinarsi alla classe colta degli industriali ed ai Junkers della vecchia germania: è così, l’ideologia dei picchiatori in camicia bruna non era quella dei cosiddetti eletti nel cuore del partito. Ricercatori successivi a Ley si divisero sull’identificazione dei Vril: per alcuni, essi erano una super razza originaria del nostro Pianeta nascostasi probabilmente alla fine dell’Eta’ dell’oro nel sottosuolo, ove aveva costruito enormi cunicoli entro cui si spostavano a velocita’ vertiginosi su dischi volanti; per altri essi erano degli extraterretri veri e propri provenienti dallo spazio.

Quest’ultima ottica prendeva le mosse proprio da un mito interno a Thule, cioe’ che i leggendari Iperborei (i misteriori popoli posti oltre Thule, l’ultima e fantasmagorica citta’ all’estremo nord europeo dell’alba dei tempi) fossero i discendenti dell’equipaggio di un’astronave schiantatasi sulla Terra, fuggita da un remoto pianeta in preda ad una guerra catastrofica. Dalle migrazioni degli Iperborei, sarebbero nate alcune etnie particolari (in cui si distingueva notevolmente il sangue di tipo Rh negativo, aggiungo io): Celti, Norreni, Bretoni, Baschi ed Ariani (ripetendo la terminologia usata da quegli autori). Uno dei membri piu’ importanti di Thule, e successivamente del neonato NSDP di Anton Drexler e di Adolf Hitler, fu senz’altro Dietrich Eckart: eroe di guerra come il fuhrer, presento’ quest’ultimo ai ricchi possidenti bavaresi, che iniziarono a rifornire quel mefitico partito con denaro a iosa. Eckart fu uno studioso di magia nera e del movimento teosofico creato dalla famosissima Madame Blavatskij, ma anche dell’ Ordine Ermetico dell’Alba d’Oro. Nata a Londra nel 1888, questa Fratellanza vide l’adesione di nomi illustri: Arthur Machen (il primo scrittore di Fantasy),

il gia’ nominato lord Edward, (l’assai famigerato in seguito) Aleister Crowley, Bram Stoker (l’autore di Dracula) il premio Nobel per la letteratura W. B. Yeats e l’unica donna della Consorteria, la manager dell’Abbey Theatre di Dublino, Florence Farr, la compagna dell’irriverente George Bernard Shaw. Eh già, alcune di queste adesioni sono davvero impensabili: all’apparenza. Ovviamente, se continuiamo a spostarci all’indietro, vediamo che il filo rosso passa per altre Fratellanze, fino ad arrivare al cavaliere Christian Rosenkreuz, che nel XV secolo fondò l’Ordine dei Rosa Croce. Ma qui e’ meglio che mi fermi, altrimenti arrivero’ sino alla Terra tra i Due Fiumi. Eckart, poco prima di morire, invio’ un memoriale alla Thule in cui scrisse: -Seguite Hitler, è lui che balla ma io ho scritto la musica! L’ho iniziato alla Dottrina Segreta, aprendo la sua mente e dandogli i Mezzi per comunicare con le Forze. Non piangetemi, perche’ io avro’ influito sulla Storia piu’ di qualsiasi altro Tedesco-. Ed il fuhrer, nel Mein Kampf di lui disse: -E tra loro voglio commemorare pure un uomo, uno dei migliori, che dedico’ tutta la sua vita alla rinascita del suo, del nostro popolo, con gli scritti, i pensieri e soprattutto le opere: David Eckart.-Ma Hitler fu anche autodidatta: per suo conto studiò sull’Ostara (il periodico del sunnominato von Liebenfels), dal nome dell’antica dea germanica della Luna, che poi i primi cristiani anglosassoni, ex pagani decimati dal cristianissimo Carlo Magno, mutarono in Easter associandola (furbescamente) alla Pasqua cristiana, quindi, continuando ad adorarla in modo nascosto.

Un altro uomo della Thule fu Karl Haushofer, che tra il 1903 ed il 1908 visitò più volte Gurdjieff in Tibet: professore ordinario di geopolitaca all’Università di Monaco di Baviera, ebbe tra i suoi allievi Rudolph Hess (il futuro delfino del fuhrer) che pure aderì alla Fratellanza, presentando piu’ tardi lo stesso Hitler. Tale afflato si spingeva sino al cuore dell’Asia, da dove ben si sapeva che tutto era incominciato, non dimentichiamo (per esempio) il cosiddetto battaglione tibetano in uniforme da SS, suicidatosi prima dell’entrata dei russi nella Cancelleria. E’ un mosaico apparentemente strano e contraddittorio quello che si presenta agli occhi dello studioso; in esso elementi avveniristici si mescolano ad elementi misterico­ermetici, ma la spiegazione è semplice: l’esoterismo è sia il vestigio del simbolismo degli antichi dei venuti dallo spazio che il tentativo di ricomporre una comprensione onirica di un contatto spaventevole e di una melliflua lusinga di potere…ciò in breve… ma questa e’ un’altra storia

[u]I Nazisti alla Ricerca di… Tutto[/u]

Ogni aspetto dello scibile umano fu degno di interesse per i vertici del partito nazista; quindi, dobbiamo visualizzare una schiera enorme di menti assai dotate in un quasi continuo Brainstorming. Ciò portò a metodologie diversissime di indagine: l’aspetto piu’ famigerato, criminoso, rivoltante, fu l’opera dei cosiddetti “medici” dei lager, i quali (per esempio) effettuavano endovenose iniettando di tutto nei malcapitati unicamente per vedere come ed in quanto tempo morivano le cavie umane, gli stessi pseudo-medici che tenevano nudi al gelo invernale gli aviatori prigionieri per vedere quanto resistevano al freddo –i rappresentanti migliori delle altre razze-prima di morire assiderati, quest’ultimo scempio allo scopo di testare le condizioni per migliorare l’habitat del pilota della Luftwaffe. Ma tale perverso tale modo di speculare pure portò alle piu’ grandi conquiste tecnologiche dell’epoca, anche se, e’ mia convinzione, che esse non furono solo farina del sacco rappresentato dall’umano intelletto. E’ su tali basi che si sviluppa un tipo di ricerca non convenzionale che viene denominata fisica ariana, in contrapposizione a quella rappresentata da scienziati ortodossi e frequentemente di religione ebraica (il piu’ famoso tra questi e’ senz’altro Albert Einstein, fuggito negli USA gia’ all’inizio delle persecuzioni anti-giudee). Certo, gli scienziati di questa nenonata fisica pure si erano formati secondo i dettami di Planck ma ad un certo punto avevano deciso di seguire anche altre strade che non venivano insegnate nelle università. Insomma, i tecnici che dovevano creare la struttura meccanica (in primo luogo di carattere bellico) su cui si sarebbe dovuto basare il Reich dei Mille Anni avevano l’obbligo di studiare ogni cosa potesse tornare utile a quello scopo; quindi, ad esempio, il grande Heisenberg (lo scopritore del Quantum-Onda, l’autore del famoso -Principio di Indeterminazione di Heisenberg-) aveva il compito di costruire la bomba atomica mentre altri (non diventati così famosi per motivi che spieghero’ piu avanti) avevano il compito di costruire altro.

Una brevissima parentesi: i tedeschi non avevano soltanto intrapreso la giusta strategia per costruire una centrale atomica ma erano anche molto vicini alla costruzione della bomba basata sulla fissione nucleare. Se e’ vero che la Germania perse tanti scienziati sopraffini, pure ne trovo’ moltissimi, anche se meno famosi, nei territori sterminati dell’Europa occupata. Altri offrirono i propri servigi spontaneamente. Tra questi ultimi compare colui che viene chiamato a ragione il padre del XX Secolo: l’unico, eccelso, irripetibile, misconosciuto Nikola Tezla. In questo mio scritto, che non puo’ essere una sua biografia, voglio solo dire che, in campo civile, elaborò un metodo per la trasmissione dell’energia elettrica senza fili, grazie al quale nel 1899 riuscì a far accendere piu’ di 200 lampadine da 50 Watt cadauna poste alla distanza di 42 kilometri dal generatore a Colorado Springs (trasmissione libera attraverso l’aria). Egli aveva capito che che la Terra è circondata, perennemente, da un campo di energia magnetica che vibra (o, se preferite, oscilla) ad una data frequenza (successivamente, si e’ scoperto che tale frequenza e’ pari a 7,8 cicli al secondo); parimenti, aveva verificato che la Terra era (ed è) innervata da naturali linee di trasporto geomagnetico (trasmissione libera attraverso gli strati tellurici), quelle che oggigiorno vengono definite ley-line.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image002.jpg[/img]
[i]Nikola Tesla (1856 œ 1943)[/i]

Egli, nel luglio del 1934, all’eta’ di 78 anni, annuncio’ la creazione di un’arma che avrebbe scongiurato qualsiasi guerra, …almeno così sperava (un caro ingenuo), basata su un sistema di trasmissione di particelle caricate elettricamente attraverso l’aria in raggi concentrati di energia (plasmica?), di piu’ non si sa. Fu il New York Times l’11 luglio 1934 a dirlo al mondo con il seguente titolo "TESLA, AT 78, BARES NEW 'DEATH BEAM.'" Tale raggio avrebbe avuto una gitatta di 200 miglia, oltre non poteva andare a causa della curvatura della Terra. Tezla offrì a molti la sua scoperta, ma senza successo: pure il giovanissimo Terzo Reich rifiutò, dato che era ancora fresco delle sanzioni dovute al trattato imposto con la caduta degli Hohenzollern. Non venne creduto? Nel 1937 fu avvicinato da alcuni emissari di una azienda sovietica operante in USA, la -Amtorg Trading Corporation-in Nuova York, che fecero una proposta accettata dal vecchio scienziato: due anni piu’ tardi fu testato in Urss un prototipo dell’arma e Tesla ricevette un assegno di 25.000 dollari. Nel 1936 il governo di Belgrado fondo’ in citta’ –l’Istituto Tezla-, per festeggiare il compimento dell’80° anno del suo prodigioso figliuolo, assegnandogli anche una pensione annua di 7.200 dollari.

Nell’istituto vennero racchiusi tutti i manoscritti dello scienziato, compresi quelli del -Raggio della Morte-, allo scopo di fornire la base per la pubblicazione di un integrale Corpus. Nel 1941, la rinata bellicosa Germania occupo’ Belgrado e l’archivio Tezla cadde nelle mani dei Nuclei di Ricerca delle SS di Himmler. Ma anche senza l’archivio Tezla, la Germania aveva intrapreso la sua caccia a quell’arma letale grazie al suo fisico Schiebolt: mi riferisco al Progetto Hadubrand che si prefiggeva la realizzazione di un’arma in grado di abbattere aeromobili tramite la proiezione di fasci di raggi-X. Comunque, vi erano i manoscritti riguardanti la piattaforma volante, detta ad antigravita’, che sarebbe stata in grado di ottenere energia propulsiva direttamente dall’atmosfera. Su questo argomento il governo USA e’ riuscito a mantenere una pressoche’ totale omertà. Ultimamente, l’ing. aerospaziale William R. Lyne afferma di aver trovato una importante documentazione a riguardo. Quando Tesla morì, il suo appartamento venne setacciato dai G-Men che secretarono tutto il materiale presente. Poi, quando Tito si avvicino’ all’Occidente, una parte di esso fu donata alla Jugoslavia.

[u]Il Tronco si Biforca[/u]

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image003.jpg[/img]
[i]Riccardo L. Bartini ( 14.05.1897 œ06.12.1974)[/i]

Sì, la ricerca nazista, da un lato, prende una strada che portera’a Telemark, alle V1 e V2 ed al Messershmitt 262 (solo per fare qualche esempio, massimi risultati della ricerca, per così dire convenzionale), dall’altro si incammina verso quegli esiti così portentosi da essere secretati dagli Alleati una volta caduto il III Reich, ed in tal caso siamo ad un livello molto Sui Generis. A riprova di come fosse quello un periodo particolarissimo, voglio citare il nostro Roberto Bartini, ingegnere aeronautico e membro dell’appena nato Partito Comunista Italiano, che subito dopo la Marcia su Roma abbandono’ il nostro paese per trasferirsi in URSS.

Questo pioniere aeronautico è tutt’ora ignorato qui da noi ma nella sua seconda patria ebbe successi travolgenti: voci persistenti parlano di un suo aereo rivestito di materiale trasparente (o pseudo tale, cioe’ da renderlo non facilmente avvistabile sia a vista che col radar) nella seconda meta’ degli anni 30, materiale probabilmente simile a quello usato dai due geniali fratelli Horten in Germania, il Mylar. Eh sì amici, la tecnologia Stealth non è nata in USA, come vi mostrero’ in seguito. Il piu’ grande successo noto del Bartini e’ l’Ecranoplano (dal verbo greco antico #949;#954;#961;#945;#953;#957;#969; che significa Io schizzo,oppure, Io faccio schizzare), forse il piu’ grande aeromobile atmosferico mai costruito al mondo. Questo portentoso aereo assolutamente inusuale e’ in grado di decollare, sulla propria pancia e senza pattini, sulla superficie dell’acqua per volare quasi rasentandone il pelo grazie alla turbolenza di sostegno creata dalle sue larghe e corte ali e dalle potentissime turbine; cio’ comporta enormi vantaggi, risparmio di carburante, facilita’ nel sottrarsi alla maggior parte dei radar, l’azzeramento quasi totale dei rischi.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image004.jpg[/img]
[i]Ecranoplano —Caspian Sea Monster“ il misterioso aereo fotografato (verso la fine degli anni settanta) sulle acque del Mar Caspio durante la Guerra Fredda, sul suo dorso vi sono 6 tubi lanciamissili di schianto[/i]

Tale aeromobile, nella fattispecie del Mostro del Mar Caspio (500 tonnellate e solo 10 piedi di quota, velocita’ massima ignota; il nome gli e’ stato dato dalle spie USA imbambolate dalle sue dimensioni) e’ stato uno spettro durante la Guerra Fredda per le spie occidentali ed oggi, nonostante il disgelo post­gorbacioviano, lo e’ diventato ancora di piu’. Gli ultimi modelli di ecranoplano, piu’piccoli dei precedenti, sono in grado di volare con le stesse modalita’ poco fa descritte anche su ghiaccio, neve e terra ferma pianeggiante.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image005.jpg[/img]
[i]TGKB TKV-34 KM“ la versione piu‘ moderna del mastodontico Mostro Caspiano, del quale vi sono ancora sei esemplari operativi su otto.[/i]

Piu’di una voce assicura che esso fu usato dai Russi gia’ durante la Grande Guerra Patriottica.

Ma l’altra figura realmente rivoluzionaria, seconda solo a Tezla, e’ Viktor Schauberger, colui che nel nostro mondo di ricercatori maledetti e’ conosciuto come il Mago dell’acqua. Costui fu un uomo che pur privo di conseguimenti accademici arrivò a delle concezioni che ancora oggi debbono essere eguagliate dalla scienza ufficiale. In due parole, egli era convinto che l’acqua fosse realmente viva, quindi utilizzabile all’infinito come fonte di Energia. Fu il creatore della teoria del Dia-Magnetismo, che rappresenta nel campo tecnico cio’ che egli riteneva avesse visto osservando la natura: esso poggia su un principio doppio universale, che significa che la Vita si basa, per un verso, su un movimento teso all’unione di carattere implosivo (che attira verso il proprio centro come un Maelstrom marino) e, per un altro, su un movimento dispersivo, esplosivo. Il moto implosivo crea il freddo, la crescita e la salute mentre il movimento esplosivo crea il calore, pressione, frammentazione, malattia ed alla fine la morte. Sicche’ il suo scopo fu quello di controllare questo secondo potere distruttivo per armonizzarlo col primo potere creativo. Il risultato del raggiungimento dell’armonia tra i due principi e’ rappresentato da un vortice introverso (cioe’ con forza centripeta) che pero’ si espande verso l’esterno all’infinito. Tale vortice e’ composto da n vortici piu’ piccoli che si comportano allo stesso modo ma indipendentemente l’uno dall’altro e così all’infinito.

Piu’ e’ alto il il numero dei vortici maggiore e’ la complessita’ di quello che li racchiude tutti. Questa super forza primordiale e perenne e’ capace di costruire (o condernsare )sistemi biologici: cio’ e’ il Dia-magnetismo che da Scahuberger e’ visto ovunque i natura. Pertanto, egli si prefisse di ri-costruire artificialmente quell’eterno movimento centripeto ma elicoidale con le sue macchine. Non solo, i suoi stessi motori erano simili al vortice: macchine coniche sui quali erano avvolti tubi con un disegno complessivamente spiraliforme. A questi tubi veniva imposta una rotazione folle e la sua Acqua Vivente entrava in essi, per poi finire nel componente centrale (“camera da scoppio” per elettrolisi?) e da qui definitivamente venivano azionate le pale delle turbine di un generatore di campo magnetico, talmente potente da sollevare oggetti di enormi dimensioni. Dotato di quel carattere onesto, ostinato, irascibile e privo di compromessi che viene definito –pessimo-, ebbe un burrascoso incontro fallimentare col fuhrer nel 1934.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image006.jpg[/img]
[i]Lo scienziato NON accademico austriaco Viktor Schauberger (1885-1953)[/i]

Ma nel 1938, dopo l’annessione della sua patria alla grande Germania nazista, ebbe l’offerta da parte del neo-governatore Julius Streicher di dieci milioni di Reichsmark (cioe’ denaro non inflazionato) con il libero accesso nell’importantissimo laboratorio Kotschau a Norimberga. E qui, con l’aiuto del suo figliolo studente di ingegneria presso la grande universita’ di Dresda, si diede alla progettazione di quanto appena esposto, credendo di lavorare per scopi civili. Ma nel 1943, a 58 anni d’eta’, venne richiamato alle armi in qualita’ di ufficiale per comandare una compagnia di soldati sulla Linea Gotica, in Italia: una trappola, in realta’, subito dopo il macellaio Himmler gli ordino’ di recarsi all’Istituto di Ricerca di Rosenhügel a Vienna, da dove, impacchettato sotto buona scorta, venne trasferito nell’infernale campo di sterminio di Mathausen. In questo funestissimo luogo della storia dell’umanita’ lo aspettava un ufficiale delle SS di nome Zeireis che gli punto’ una Luger alla tempia imponedogli un aut aut: o accettava di usare il suo sapere per costuire, una volta per tutte, armi di distruzione per la vittoria finale oppure gli avrebbe fatto saltare all’istante le cervella, assicurandolo che poi nella morte lo avrebbe seguito suo figlio Walter (gia’ preso in ostaggio all’insaputa del padre) e quindi tutta la sua famiglia. Schauberger chino’ il capo e l’ordine successivo che ebbe fu di esaminare una folla di poveri reclusi del campo per portarsi via il personale migliore da adibire al lavoro nel nuovo centro di ricerca. Sicche’, nei giorni successivi egli fu regista suo malgrado di un patetico spettacolo in cui i prigionieri si sbattevano per farsi reclutare, allo scopo di sfuggire alle torure ed ai patimenti. L’istituto di Rosenhugel venne raso a al suolo dai bombardamenti alleati e quindi fu trasferito a Leonstein, nei pressi della sua citta’ natale, Linz. A Leonstein (sempre sotto stretto controllo delle SS) Schauberger.

[img]http://www.astronavepegasus.it/pegasus/images/ANTARTIDE/image007.jpg[/img]
[i]Fotografia effettuata verso la fine della Seconda Guerra Mondiale che, secondo molti ricercatori, raffigura una realizzazione di Schauberger.[/i]

Quando gli americani irruppero nell’istituto trovarono che Schauberger aveva avuto il tempo di farne una tabula rasa, ma non aveva eliminato contravvenendo agli ordini i suoi operai-schiavi (ai quali si era sinceramente affezionato): sicche’ i nuovi arrivati, interrogandoli, capirono che avevano messo le mani su qualcosa di grosso. Ma vi sono dei ricercatori che affermano che Shauberger non ebbe la possibilità di far saltare l’impianto e che invece gli americani fecero il lavoro, dopo aver portato via ogni cosa e prima di lasciare il settore che era entrato nella zona di influenza russa. Infatti, i sovietici, allo scopo di trovare qualcosa di fortuitamente dimenticato indietro, frugarono pure nelle tane dei topi dell’edificio in cui aveva vissuto Schauberger, per poi farlo saltare in segno di patetica rappresaglia. Per sei mesi Viktor venne tenuto recluso senza imputazione e torchiato durante interrogatori continui. Alla fine, i suoi aguzzini ritennero che potesse continuare a vivere libero se non si fosse piu’ interessato alla creazione di velivoli non convenzionali. Fino al 1958, si dedico’ con suo figlio Walter alla fondazione ed all’approfondimento di una materia che oggigiorno e’ nota con la definizione di -Scienze biotecnologiche-, ma ancora una volta il suo idillio doveva finire.

L’industriale Karl Gerchsheimer (un ex dirigente del Central Intelligence Corp americano di origine tedesca, che non era d’accordo con l’attenzione che veniva tributata alla metodologia usata da Werner von Braun) usò il magnate Robert Donner per attirare in una nuova trappola il Mago dell’Acqua. Due loro emissari convinsero il vecchio Viktor che avrebbe avuto a disposizione negli states risorse inimmaginabili in Europa, così il 9 maggio 1958 fu firmato il contratto tra i due scienziati ed il consorzio di ricerca Donner-Gerchsheimer. Il 25 giugno padre e figlio atterrarono a Nuova York per essere poi dirottati, con loro grandissima frustrazione, nella base militare di Red River (località sperduta nel Texas). Per fortuna, Viktor aveva ottenuto che nel contratto si inserisse una clausola che vincolasse la loro permanenza negli USA a soli tre mesi, clausola di cui aveva reso partecipe alcuni suoi amici avvocati in Austria, sicchè riuscì a ritornare in patria giusto in tempo per evitare di ritrovarsi un’altra volta a costruire armi terribili. Ma i suoi carcerieri erano restii a rinunciare alla preda e prima di lasciarli andare essi imposero la firma di un contratto nel quale qualsiasi eventuale realizzazione di carattere pur lontanamente militare da parte dei due era riconosciuta effettuata per conto del famigerato consorzio e quindi di esclusiva proprietà di quest’ultimo. Di fronte alla minaccia di vedere bruciati sotto i loro occhi i propri passaporti, gli Schaubeger firmarono e riuscirono a tornare in patria il 19 settembre. Ma a Linz, il 25 dello stesso mese, Viktor spirò per lo stress subito dicendo sul letto di morte:-Mi hanno tolto tutto, tutto. Non sono neanche piu’ padrone di me stesso-. Dopo la morte del padre, Walter ha fondato un centro di ricerche in biotecnologie a Bad Ischl, Austria, portando avanti gli studi di Viktor sulle energie naturali e stando bene attento a non attirare ancora una volta le attenzioni delle famigarate spie d’oltre oceano.

[u]Preambolo al capitolo sugli Horten[/u]

Tempi duri per i ricercatori quelli rappresentati dalla fine degli anni settanta, in special modo se si era troppo giovani e se si era anche comunisti (e marxisti-leninisti). Non c’era alcuna speranza (ma nemmeno a piangere in cinese) di vedere pubblicati i propri lavori sui giornali del partito: l’archeologia misteriosa, lo studio comparato delle religioni e gli extraterrestri non erano compatibili con la lotta di classe, con il materialismo storico; soprattutto visto che la Pravda bollava tali argomenti come deliri della mentalita’ decadente del capitalismo occidentale. E l’eurocomunismo non cambio’ poi tanto le cose in questo campo. Se si accennava a certi fatti si veniva rimbrottati duramente e ti dicevano che c’erano altre cose piu’ importanti da fare per cambiare la nostra società e ti davano una bandiera rossa con la quale scendere in piazza… e noi si andava credendoci con tutto il nostro cuore di ragazzi, a volte anche a prendere le mazzate e a restituirle, per esempio (uno tra i tanti) quando si andava a dimostrare per il diritto di voto ai diciottenni. Tempi duri, nel 1977 ci fu l’insurrezione di Bologna, nel 1978 ci fu la strage di via Fani ed il rapimento di Moro. Anni in cui studenti delle superiori ed universitari erano in strada insieme agli operai, anche se ormai tutto cio’ al grande partito non faceva piu’ tanto piacere, soprattutto quando fece l’inciucio della maggioranza programmatica con la Balena bianca. Ed anche tempi duri perche’ qualcosa dalla “lontana” America sugli UFO pure nella nostra Italietta di confine riusciva ad arrivare.

Sono gli anni dell’allentamento (solo apparente) della morsa sulle notizie riguardanti gli OVNI da parte del governo USA. Infatti e’ del 19 febbraio 1975 il varo della legge detta FOIA, acronimo di Freedom of Information Act che si puo’ tradurre in “Legge per la Liberta’ d’Informazione”, in base alla quale qualsiasi ente governativo degli USA e’ tenuto a rispondere ad una dettagliata richiesta in rifermento a fatti e persone noti ad esso inoltrata da qualsivoglia cittadino o ente privato (ed altresì pubblico). Prima di esultare per il primo episodio di trasparenza nella pubblica amministrazione avvenuto nell’Occidente contemporaneo bisogna fare una precisazione: su quali argomenti puo’ rispondere un’ente pubblico statunitense? La risposta ci e’ data dal sito del Dipartimento della giustizia:

[quote]Like all federal agencies, the Department of Justice (DOJ) generally is required under the Freedom of Information Act (FOIA) to disclose records requested in writing by any person. However, agencies may withhold information pursuant to nine exemptions and three exclusions contained in the statute. The FOIA applies only to federal agencies and does not create a right of access to records held by Congress, the courts, or by state or local government agencies. Each state has its own public access laws that should be consulted for access to state and local records.[/quote]

In parole povere, tutto cio’ che e’ ritenuto dalla vigente Amministrazione (leggasi dal presidente in carica nel momento specifico) come argomento rilevante per la sicurezza nazionale deve essere taciuto; inoltre, al FOIA sono sottratti gli archivi del Congresso, dei tribunali e delle agenzie appartenenti ai singoli stati che compongono la federazione! Quindi, per far capire come venne recepito da certi organi tale provvedimento, ritengo opportuno citare un episodio giudiziario (uno dei molti) che vede protagonista la Corte Distrettuale della Columbia (Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto della Columbia, Sezione Civile 485 E, Suppl. 222, 1980 Distr. USA LEXIS 9159, 6 Media L. Rep. 103310 gennaio 1980) a “stigmatizzare” il comportamento tenuto niente di meno che dagli agenti del Federal Bureau of Investigation (lo strafamoso FBI) che, allo scopo di sottrarsi ai loro obblighi nei confonti della suddetta legge si danno, dopo una richiesta inoltrata agli scherani della Presidenza (l’interlocutore che assentì fu il consigliere per la Sicurezza Nazionale, sia quello sotto Ford prima che sotto Carter poi), alla distruzione degli archivi delle loro sedi decentrate! Non bruciano quelli della centrale, troppo in vista, troppo conosciuta, troppo sotto gli occhi dei giornalisti! Ma come e’ possibile? Gli Untouchable per antonomasia si mettono ad infrangere la legge sulla liberta’ di informazione distruggendo i propri documenti (o meglio, cio’ che faceva piu’ comodo far sparire)?! Ebbene sì e’ andata in tal modo: mi chiedo cosa e’ avvenuto, per esempio, nella sede di Santa Fe (quella piu’ prossima a Roswell) e a Dallas (dove tolsero di mezzo Kennedy).

E cosa fa la “povera” Corte Distrettuale? Rimbrotta severamente i G-men …esortandoli al rispetto della legge ed a una buona cura dei loro archivi…eh sì li vedo proprio tremare di paura dopo che per quasi 5 anni hanno bruciato o strappato quintali di documenti bollenti…(come si dice a Napoli) se nne fottono assaje! Quindi, anche nel nostro paese verso la fine di quel decennio arrivarono notiziole su quanto avevano scoperto le truppe USA entrando in una Germania devastata dai bombardamenti. Il problema e’ che il ricettore e poi il trasmettitore delle notizie in quella lontana epoca pre-Internet era il CUN, di piu’ non si poteva pretendere: solo qualche settimanale, di tanto in tanto, pubblicava qualcosina (ad esempio Oggi)e pochi articoli apparivano sui quotidiani, cioe’ le analisi, le comparazioni erano quasi del tutto assenti.

Comunque, sino a quella data, i ricercatori che in vario modo erano riusciti a mettere le mani su testimonianze, diagrammi e foto a volte anche in ottimo stato di conservazione erano stati linciati moralmente come falsari, denigrati dalle comunità dello status quo. Ma poi, in effetti, cambiarono molto le cose dopo il FOIA? Insomma, non inFOIAmoci troppo: cio’ che fanno filtrare grazie (si fa per dire) a questo dispositivo di legge e’ la solita comunicazione manipolata in pillole, rivolta alla preparazione pilotata o per testare reazioni, stati d’animo collettivi. Nel 1979, durante la campagna elettorale per la rielezione, il presidente Jimmy Carter rivelò che gli USA erano in possesso di un cacciabombardiere di nuovissima concezione: un velivolo invisibile a qualsiasi radar! Ronald Reagan lo rimbrotto’ duramente; ma bisogna capire Carter: aveva gonfiato i muscoli perche’ quell’altro gaglioffo di Breznev stava guardando in cagnesco verso Varsavia, erano i mesi di preparazione dell’insurrezione non violenta della citta’ operaia di Danzica sotto la direzione del sindacato Solidarnosc. Comunque, tutti gli analisti militari sobbalzarono sulle sedie alla rivelazione di quel segreto fino ad allora così ben custodito: era la prima comunicazione in assoluto dell’esistenza di aeromobili costruiti con la tecnologia Stealth. Sicche’ tutti si pensò che fosse una realizzazione della fine degli anni ’70. Ma non e’ così: la tecnologia Stealth non e’ nata nella Base 51 ne’ in qualsivoglia altra base in territorio USA. Un argomento molto scottante e trapelato in quegli anni e poi smentito a raffica riguardava le clamorose realizzazioni effettuate dai fratelli Horten durante il periodo bellico.

[u]Una Famiglia di Geni: i Fratelli Horten[/u]

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[u]Da sinistra, i giovani Reimar e Walter Horten in uniforme di ufficiali della Luftwaffe; sullo sfondo due loro Delta-Alianti. In quel momento la Germania era ancora sicura della vittoria finale.[/u]

Alla fine degli anni ’20, tre fratelli giovanissimi, dall’intelletto sopraffino, si divertivano a costruire nella loro tenuta nobiliare dei modellini che ricalcavano di sana pianta i disegni del loro ispiratore: quelli di Leonardo da Vinci. Successivamente, i fratelli crebbero e crebbero altrettanto le loro realizzazioni, fino a diventare una punta di diamante per la realizzazione del Reich dei Mille Anni.I fratelli Horten erano arrivati alla conclusione che la fusoliera fosse un elemento da eliminare nella costruzione di velivoli davvero moderni: il loro scopo era la realizzazione di un aeromobile da battaglia aerodinamico al massimo basato sulla nuova teconologia da loro iniziata, quella passata poi alla Storia sotto il nome di Ala Volante (detta anche Ala-Ala, Tutta-Ala, Ala-Portante). Il principio su cui si basavano era l‘Equazione di Resistenza Aerodinamica (Drag Equation) qui di seguito riassunta:

In physics, the drag equation gives the drag experienced by an object moving
through a fluid.
Where: D is the force of drag,

Cd is the drag coefficient (a dimensionless constant),

*is the density of the fluid*,
V is the velocity of the object relative to the fluid, and
A is the reference area.

* Note that for the earths atmosphere, the density can be found using the Barometric formula. Ancora minorenni, pieni di ammirazione per l’ing. Alexander Lippitsch che costruiva i primi motori a turbina per aggirare le limitazioni imposte del trattato di Versailles, fecero volare nel 1930 i primi alianti con disegno a delta. Nel 1939 tutti e tre i fratelli entrarono nella Luftwaffe in qualita’ ufficiali piloti ed il maggiore, Wolfram, fu abbattuto nei cieli di Dunkerk mentre mitragliava le navi alleate che riportavano a Dover l’armata anglo-francese sconfitta dal Blitzkrieg.

I due ragazzi superstiti giurarono di realizzare un aereo da battaglia grazie al quale Wolfram, se lo avesse avuto a disposizione, non sarebbe mai potuto morire. Ma la Luftwaffe diede poca importanza alle loro idee (erano privilegiate le ricerche per la realizzazione del primo caccia a reazione Messershmitt 262, comunque convenzionale e ritenuto piu’ affidabile) ed i due si diedero alla costruzione di prototipi in compensato fino al 1942, quando le loro eccezionali realizzazioni furono viste dal maresciallo del Reich e capo della Luftwaffe (oltre che criminale in pace ed in guerra) Hermann Göring. Quest’ultimo rimase letteralmente stranito di fronte alle potenzialita’ di quel nuovissimo mostro e ne ordino’ la progettazione a livello industriale per la fine di quello stesso anno. Troppo tardi, per la fortuna delle armate alleate!

La realizzazione compiuta delle idee degli Horten e’ rappresentata dal cacciabombardiere Horten IX -V2 (Gotha Go 229) creato nella fabbrica di Gothaer. Il primo volo fu eseguito nei cieli di Orianemburg il 2 febbraio 1945 ed il pilota alla cloche fu il tenente Erwin Ziller (che morì due settimane dopo, durante il terzo volo di collaudo ed il prototipo ando’ completamente distrutto).

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Horten IX V2 being prepared for the first flight

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[i]Si notino le due turbine di risucchio poste sotto il muso del velivolo[/i]

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Scheda dell’ Horten IX -Gotha Go 229 V2

Gotha Go 229 V2

Description

Role Fighter Crew One, pilot First Flight 02.02.1945 Manufacturer Gothaer Waggonfabrik

Dimensions

Length 7.47 m 24 ft 6 in Wingspan 16.65 m 54 ft 8 in Height 2.77 m 9 ft 1 in Wing area 52.5 m2 565 ft2

Weights

Empty 4,800 kg 10,582 lb Loaded 6.912 kg 15,238 lb Maximum takeoff 9,000 kg 19,841 lb

Powerplant

Engines 2x Junkers Jumo 004B turbojets Power 900 kg 1,900 lb

Performance

Maximum speed 977 km/h 607 mph Combat range 1000 km 623 miles Ferry range 1,900 km 1,184 miles Service ceiling 16,000 m 52,000 ft Rate of climb 1,320 m/min 4,330 ft/min Wing loading kg/m² lb/ft² Thrust/Weight

Avionics

Avionics

Armament

Guns 4x 30 mm MK 108 cannon Rockets R4M rockets Bombs 2x 1000kg bombs

Faccio notare che una velocita’ di 977 K/h vuol dire quasi il raggiungimento di Mach 1 (cioe’ la barriera del suono) in picchiata. Ma l’opera dei due non fini’ lì. Verso la fine dei marzo del ’45, con l’acqua alla gola, furono assemblate le versioni V3; le V4 e V5 allo scopo di produrre il 229 B (aereo versatilissimo) nella fabbrica di Friedrichsroda. L’inutile gioiello finale dei due fratelli fu l’ Horten–X-V7 (la -V sta per Vittoria) con disegno definitivamente a delta, un cacciabombardiere biposto con velocità massima di Mach 1,4…ma ormai c’era Hannibal ad Portam.

Verso la fine di Aprile del 1945 i fratelli Horten tentarono di distruggere le loro creazioni ma non ci riuscirono del tutto: gli americani che irruppero nell’ultima fabbrica, quella di Friedrichsroda, riuscirono a trovare intatto addirittura un esemplare di V3 ancora da montare (ed assai probabilmente anche qualche altra cosina).

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Cio’ che non si dice, se non a denti stretti e’ che gli ultimi Horten erano coperti da una versione particolare del materiale noto come Mylar che lo rendevano in pratica invisibile ai radar di quei tempi; inoltre, le avveniristiche forme li facevano difficilmente distinguibili anche ad occhio nudo. Un altro punto di forza del V7 era il fatto di essere un aeromobile ibrido, mosso da due turboreattori laterali e da un motore a razzo centrale che doveva essere azionato per infrangere il muro del suono!

In questa immagine (fantasiosa) digitalizzata si vede un B2 –Spirit-inseguito da due V7. Possiamo chiaramente vedere il grado di “parentela” esistente tra le due tipologie. Ambedue sono in pura tecnologia “Stealth”. Ebbene sì, gli aerei invisibili sono nati in Germania! Aerei decisamente troppo avanzati per il loro tempo!

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Finita la guerra, a Raimar ed a Walter venne consentito di andare in Argentina (così come si fece per tanti alti esponenti del partito nazista) dove, pur continuando a progettare aerei, vissero al di fuori del mondo, anche su espresso invito di agenti dello spionaggio americano. Ma prima dell’esilio dorato i due lavorarono negli USA sotto nuovi padroni all’ideazione di quelli che poi sono diventati gli strafamosi Stealth. Furono lasciati abbastanza in pace perche’ si ritenne che potessero tornare utili in futuro, e assai probabilmente tali si mostrarono. In quella nuova patria morirono l’uno a pochi anni dall’altro, verso la meta’ degli anni ’90. Poco dopo la cattura, Hermann Göring disse che la Germania nel 1945 aveva puntato tutto sull’arma aerea per vincere la guerra, aggiunse che sarebbero bastati altri cinque o sei mesi per ribaltare il conflitto, forse fu l’unica volta, in tutta la sua funesta vita, in cui ebbe ragione.

Dopo la seconda guerra mondiale, gli USA hanno combattuto tante altre guerre, uno stato di guerra insomma continuo. Eppure gli Sthealth B1 furono usati (almeno ufficialmente) solo durante la 1a guerra del Golfo, mentre i B2 in occasione della guerra del Kossovo? Ma come mai? Nel 1979 (all’epoca della dichiarazione di Carter sul B1), ebbi una discussione col mio docente di Storia al Liceo, mi azzardai a dire che avevo letto dell’eventualita’ che gli USA avessero progettato un cacciabombardiere di tipo Ala Volante e di disegno anti-radar gia’ verso la fine degli anni ’40, al che il mio professore (comunque ottima persona) insorse dicendomi:-Uhe’, amico caro, puoi essere estremista di sinistra quanto vuoi, ma non pensare che gli americani siano dei ********! Se avessero posseduto gia’ in quell’epoca un tale mostro lo avrebbero senz’altro usato per spazzare via tutti i comunisti da tutta la Corea e poi dal Vietnam!-Al momento mi intimidii e non seppi rispondere: la risposta che mi viene adesso e’ che gli Stealth negli anni ’50 e negli anni ’60 erano troppo fuori dal tempo, possedevano una tecnologia troppo in avanti rispetto al contesto che li circondava e, quindi, erano tenuti in serbo come vere e proprie armi segrete. Ma gia’ da tempo, nell’era di Internet, dato che un’altra foglia di fico e’ caduta dall’albero dei segreti militari, si puo’ trovare in Rete senza problema alcuno il Trait de Union tra gli Horten e gli attuali B1 e B2: mi riferisco al prototipo Northop YB-49, che fece il suo primo volo verso la fine di ottobre del 1947 sui cieli di Hawthorne, in California ed il pilota fu Max Stanley.

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E tramite questo link (per il quale ancora una volta debbo ringraziare Iwanttobelieve) si puo’ accedere ad un brevissimo filmato di quell’evento: http://www.airspacemag.com/asm/Web/Site/QT/flyingwing.html

[u]I Primi Dischi Volanti Non Furono Quelli di Arnold[/u]

Si parla molto e giustamente del probabile UFO-Crash in Germania nel 1933, così come di quello nei dintorni di Milano negli anni ’20. Ma il sottoscritto appartiene a quella schiera di studiosi che ritiene che gli extraterrestri non abbiano avuto solo sporadici contatti con noi umani, cioe’ qualche colloquio e dei casuali schianti di astronavi con conseguenti affannosi tentativi di retroingegeria da parte nostra, bensì che vi sia stata e vi e’ una frequentazione costante tra essi e determinate gerarchie terrestri. In questo sono molto davidickiano. In riferimento poi ai cosiddetti UFO-Files Fascisti, dico semplicemente una cosa: purtroppo non e’ stato dato modo a ricercatori del livello del prof. Corrado Malanga e di Umberto Telarico di esaminare i fogli originali, in quanto tali fogli sono andati letteralmente a finire nella tasca interna sinistra della giacca di Pinotti, quindi, non mi pronuncio. In questo mio scritto, mi baso su quanto ho trovato in riferimento ai progetti segreti nazisti, tutt’ora sbertucciati e derisi dalle solite comunità para-mafiose dei professoroni ufficiali…ma non importa. Sottolineo che non voglio togliere nulla all’ingegno di persone quali gli Horten, Schauberger e degli altri che citero’ di seguito: anzi, a mio avviso ci vuole ancora di piu’ una cristallina intelligenza per adattare una tecnologia aliena ad esigenze umane, anche se tale tecnologia viene fornita in base ad un accordo particolare e non tramite fortuiti UFO-Crash (che pure sono avvenuti, eh sì, ogni tanto sono sfortunati anche essi).

In Germania, nel 1944, vi fu una strana coincidenza di lavori per la realizzazione di un velivolo a decollo verticale. Per la prima volta ci si sentiva vicini alla realizzazione del sogno di qualsiasi comandante di armata aerea: cioe’ la produzione di velivoli in grado di decollare verticalmente, senza bisogno di piste facilmente avvistabili ed attaccabili, magari sfruttando radure o altri luoghi da cui si potesse partire nascostamente per attacchi subitanei ed inaspettati. Attenzione, si sta parlando di aeromobili destinati, alcuni, ad essere caccia-intercettori e, altri, bombardieri non di elicotteri. Tra il ’43 ed il ’44, un progettista di nome Arthur Sack costruì un velivolo (finanziato dalle SS) propulso da un’Ala rotante che, nonostante vari tentativi, si rivelò inabile al volo nell’aeroporto di Brandis. Tale macchina venne battezzata “AS (iniziali dell’inventore)-V1” e su questa V c’e’ da fare qualche precisazione: in primo luogo, non bisogna fare confusione con gli ordigni di Werner von Braun, dove la V sta per Vergeltungswaffe, cioe’ Arma di Rappresaglia (rappresaglia in seguito ai bombardamente a tappeto alleati sulle grandi citta’ tedesche) né con i caccia degli Horten, in questo caso essa e’ l’iniziale della parola tedesca che significa modello sperimentale, Versuch, oppure e’ l’iniziale del nome Vril (e su tale nome ritornero’ doverosamente), che gia’ avete trovato nella prima pagina di questo lavoro

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[i]Il capitano Rudolf Schriever nel 1950 con uno dei suoi pochi diagrammi sopravvissuti alle distruzioni ordinate dalle SS.[/i]

Ma se Sack concepiva l’ala rotante come come un’elica sui generis, tocco’ ad un altro progettista e pilota-collaudatore della Luftwaffe (nella fabbrica Heinkel di Eger), il capitano Rudolf Schriever, arrivare al giusto ragionamento che vi illustrero’ con un brevissimo esempio: se noi osserviamo girare un vecchio disco di vinile, vediamo che la parte meno veloce e’ ovviamente al centro mentre e’ il bordo che ruota vorticosamente, quindi Schriever si risolse di pervenire ad una definitiva stabilita’ inserendo al centro dell’ala rotante sia motore, serbatoio ed infine l’ abitacolo, formanti quindi un blocco unico, che grazie ad un effetto giroscopico contrario non partecipava della rotazione circostante. Il primo prototipo fu un disco di medie dimensioni che volo’ privo di equipaggio, quindi era telecomandato, verso la fine del ’43 in un hangar della citta’ di Eger: il successo fu tale che il Ministero dell’Aviazione (RLM) ne ordino’ la produzione in dimensioni reali, cioe’ atte ad ospitare un equipaggio. E’ l’ordine che permetterà la nascita dello straordinario Flugelrad (Ruota Volante). Mentre egli progettava il suo capolavoro, la famosa casa BMW stava realizzando un nuovo motore per usi bellici: il turboreattore 109-003. Quindi, Schriever cerca l’appoggio per trasferirsi con tutta la sua squadra in uno stabilimento della BMW nei sobborghi di Praga ed e’ in questo momento che, per un ordine naturale delle cose, il progetto passa nelle mani delle SS che incentivano, sostengono e finanziano il prosieguo. Qui crea un disco volante (Flugelrad Mark2) con un diametro di 6 metri ed un’altezza massima centrale di due (l’abitacolo per un unico pilota), che nel volo di collaudo non supera i 1.000 metri pur dimostrando strabilianti velocità.

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Per tutelare il massimo segreto su tale progetto, i tecnici e gli operai conducevano un’esistenza blindata (cosi come il gruppo di Schauberger) ed i piloti erano dei giovani super addestrati ed altrettanto fanatizzati della compagnia denominata KG200 (duecento era il numero iniziale dei volontari addestrati dai migliori istruttori della Luftwaffe), comandata dal colonnello Werner Baumbach. Mentre i collaudi si susseguivano gli uni agli altri tra successi e schianti a terra, tra cui alcuni mortali per i pur eccellenti collaudatori, altrettanto ricorrenti diventavano i bombardamenti degli alleati da occidente, sicche’ l’intero gruppo migro’ ancora una volta verso Est (magari dalla padella alla brace), stabilendosi a Breslavia (Prussia orientale, odierna Wroclaw, Polonia). A questo punto il ricercatore di oggi e‘ costretto a stare alquanto attento nell’analisi di quegli eventi, dato che avvengono sia una fusione con un altro progetto che il proseguimento autonomo sulla strada gia’ da tempo iniziata. Andiamo con ordine: a Breslavia viene trasferita, verso la fine del 1943, anche l’intera squadra diretta dall’ing. Richard Miethe, uno dei collaboratori (oltre che amico) dello strafamoso Werner von Braun; ma Miethe non si interessa piu’ di collaborare alla costruzione delle V2 bensì, per conto di uno dei Nuclei di Ricerca delle SS, dirige un progetto volto alla costruzione di una Wunder Waffen (super-arma) anomala. Come mai approda a Breslavia? L’opera di Miethe inizia a Peenemunde (Penisola di Usedom sul Mar Baltico, Germania ai confini con la Polonia) e non si conosce la modalita’ della cooptazione effettuata dalle SS che lo staccano dal gruppo di von Braun per rivolgerlo ad un’altra opera. E’ certo che, in seguito alla Hydra Operation, la serie di catastrofici bombardamenti britannici che distrusse pero’ solo i siti dove alloggiava il personale ma che lese assai marginalmente i laboratori e le fabbriche della base di Peenemunde, nella fine di agosto del ’43 le SS pensarono bene di disseminare nel vasto entroterra disponibile la produzione onde evitarne l’eventuale distruzione. Miethe cosa ha iniziato di importante, di strano, di straordinario in quella base?

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La costruzione di un disco volante, il progetto Haunebu. La Stele di Ahmose a Karnak ci mostra che Haunebu è un sostantivo dell’antico Egitto, risalente alla fondazione della 18a dinastia (sedicesimo sec. A.C.), che indica – I Popoli Oltre le Isole del Nord-. Tali popoli, grazie alle migliori armi, aiutarono la loro principessa Ah-Hotep ad intronizzare il suo giovane figlio Ahmose, avuto dal faraone Seqenerne Taa II sconfitto ed ucciso dagli Hyksos. I soliti parrucconi sono propensi per la soluzione che mette d’accordo tutti identificando questi popoli negli Achei omerici dei primordi, dato che tale sostantivo ritorna anche in iscrizioni piu’ tarde e nella tolemaica stele di Rosetta. Il grosso problema e’ che nel 1500 a.C. dei cosiddetti Achei dei primordi non ve ne era nemmeno l’ombra in Grecia, dato che progenitori di Achille vagolavano ancora per le steppe sarmatiche. Allora e’ probabile che abbiano ragione quegli studiosi che li correlano a popolazioni ancora piu’ remote verso nord, proprio i discendenti di coloro che vengono chiamati dai nazisti Iperborei. Quindi ancora una volta volta un nome e’ usato non a caso. A Peenemunde Miethe costruisce il primo prototipo che e’ assolutamente diverso da quello di Schriever: mentre il modello di quest’ultimo e’ formato da pale che ruotano intorno al complesso centrale che rimane fermo (abitacolo+motore+serbatoi+ arma), quello del primo e’ un disco dalla superficie pressocche’ piana e compatta, dal diametro di 9 metri: su due lati dell’abitacolo del pilota, ma in basso, vi sono i propulsori binati, che in questa fase di progettazione sono alimentati da motori a pistoni convenzionali.

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Ma gia’ questo modello sperimentale usa le notevoli potenzialita’ offerte dall’Effetto Coanda. Tale principio che, verso la fine degli anni ’30, enuncia un nuovo concetto della fisica dei fluidi, viene compreso per la prima volta dallo scienziato rumeno Henri Coanda, figlio del grande matematico Costantin Coanda (generale e docente di fisica all’universita’ di Bucarest): in occasione dei voli del suo aereo a reazione addirittura costruito nel 1910 (il primo Jet della storia contemporanea) egli nota che le fiamme ed i fumi eiettati dall’ugello del motore rimangono a coibendare la fusoliera del velivolo, anziche’ disperdersi immediatamente come invece si attende.

Per comprendere e risolvere questo problema Coanda impiega piu’ di 20 anni di lavoro che culminera’ nella realizzazione di uno stupefacente prototipo. E’ del 15 febbraio 1938 il brevetto n. 2.108.652 concernente il moto di flussi gassosi da accelerazione sulla superficie periferica di un disco concavo. L’aeromobile (realizzato nella forma di un piccolo modello) è battezzato Aerodina Lenticulara. Per sfuggire ad Hitler, del quale era fedele alleato il governo insurrezionale del suo paese, Coanda riparo’ a Parigi che, il 14 giugno del 1940, cadde come una pera matura nelle mani della Wermacht: una delle prime cose che si premurarono di fare le SS fu proprio agguantare Coanda e metterlo, con la minaccia della solita pistola puntata alla tempia, a costruire la sua Wunder Waffen per la gloria imperitura del III Reich (non ho scoperto ancora in che luogo venne detenuto). La sua meta divenne la costuzione di un enorme disco di 20 metri di diametro e mosso da ben 12 motori Jumo 004 turbojet di ultima generazione, ma tale realizzazione non venne mai alla luce dato che la guerra finì prima; ma una volta libero, al grido di Pecunia non Olet accetto’ le proposte degli states di costruire dischi volanti per loro.

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Nel 1967, Henri Coanda, durante un simposio presso l’Accademia Rumena di Scienze fece una breve dichiarazione: -Questi aerei di cui siamo in possesso oggi non sono altro che giocattoli di carta piu’ perfezionati del solito per bambini. La mia opinione e’ che noi dovremmo progettare velivoli completamente differenti, basati su altri principi di volo. Io sono convinto che l’aeromobile del futuro sara’ un ordigno che decollera’ ed atterrera’ in verticale. Esso non dovra’ avere alcuna parte esterna in movimento. L’idea mi e’ venuta dall’immenso potere dei cicloni. -E proprio questa peculiarita’ di non creare un cerchio di pale ruotanti intorno al complesso centrale che sara’ la chiave del successo per la realizzazione del pure inutile gioiello finale. In parole poverissime (scusatemi ma sono un umanista non un ingegnere) Miethe, seguendo il ragionamento di Coanda, capì l’importanza di realizzare un meccanismo di aspirazione che utilizzasse l’ulteriore energia cinetica realizzata dalla turbolenza dei gas di scarico; quindi, ogni energia di spinta, anziche’ evaporare nell’ambiente circostante creava un flusso compatto e coeso (quindi incanalato) lungo il perimetro esterno del disco, in modo che alla fine ne risultasse un sola, anche se combinata, potentissima spinta vettoriale.

Nell’estate del 1944, le SS decisero un cambiamento di strategia che se fosse stato preso per tempo avrebbe sconvolto gli esiti della guerra: ordinarono che i gruppi Schrievel e Miethe lavorassero insieme a Praga per costruire un unico modello di disco volante caccia-bombardiere. La collaborazione porto’ ad un ossessivo ciclo lavorativo che vide alcune realizzazioni fatte col classico metodo delle prove e degli errori, per culminare con la realizzazione dell’ Haunebu V (detto anche Mark V). Il cambiamento di strategia e’ forse da collegare alla nomina dell’ing. e Gruppenführer Heinz Kammler alla direzione della SS-Wirtschaftsverwaltungshauptamt (Ufficio Centrale SS per l’Amministrazione Economica)? Questo famigerato individuo oltre della logistica e dello sfruttamento dei campi di sterminio si e’ anche interessato della pianificazione dei dischi? Da piu’ parti sembra che egli abbia avuto giurisdizione anche sulle armi segrete. Se fu lui a decidere, quali lotte segrete ha dovuto dirimere per arrivare, ormai inutilmente per le sorti del conflitto, all’Haunebu V?



Per arrivare ad una simile realizzazione si dovette pero’ risolvere prima un altro problema aerodinamico, il punto di transizione: piu’ viene aumentata la velocita’ di un qualsiasi aeromobile, maggiormente (in modo direttamente proporzionale) progrediscono l’ispessimento e la compressione del volume d’aria a diretto contatto con la superficie del suddetto per poi scorrere fin verso la parte terminale a mescolarsi, quindi, con l’aria turbolenta della scia, determinando in ultimo un effetto vortice di grave pregiudizio aerodinamico. La gara alla risoluzione del problema vide il solito testa a testa tra americani, inglesi e tedeschi per tutti gli anni ’30 ma furono i ancora i crucchi ad avere la meglio, giusto in tempo per le Wunder Waffen (e con il contributo primario dell’ing. Waldemar Schierhon del gruppo Miethe). La risoluzione del problema venne dato dalla realizzazione di una lega metallica tra magnesio ed alluminio, il luftschwamm (aerospugna). Il nuovo disco è formato da due valve che racchiude il sistema propulsivo di Schriever, che pertanto non è piu’ all’esterno del velivolo, dal quale fuoriusce solo la meta’ superiore dell’abitacolo. Il 14 febbraio del 1945, dall’aeroporto Khbely di Praga, l’ Haunebu V si libra in volo con un rumore assordante (tale da ledere qualsiasi timpano non protetto): di fronte ad un pubblico formato in linea di massima da alti ufficiali delle SS in pochi minuti il disco volante arriva ad un’altezza superiore ai 12.000 metri ed infrange con estrema facilita’ il muro del suono (Mach 1,5), alla fine rientra assolutamente intatto alla base, e’ il definitivo canto del cigno, e’ la fine con l’onore delle armi.

In riferimento a Schriever, ho trovato anche altri progetti e diagrammi che indicano almeno la volonta’ di superare il Flugerlad Mark 2 continuando ad usare le sofisticatissime turbine della BMW (BMW 003-004 jet), ma, onestamente, non credo che egli abbia avuto anche il tempo e la freschezza mentale per costruire dei prototipi indipendentemente dal progetto Haunebu. E’ mia convinzione che pure il contributo di Schauberger sia entrato nella realizzazione dell’ Haunebu V, anche se egli assai probabilmente non avra’ mai lavorato fianco a fianco dei capi del progetto. Nella corsa alla realizzazione della Wunder Waffen definitiva vi sono anche altri nomi di rilievo: Klaus Habermohl (catturato nel 1945 dai sovietici), il nostro Giuseppe Belluzzo già docente al Politecnico di Milano, (ambedue furono nel gruppo Miethe); Henrich Fleissner fu capo di un proprio progetto autonomo gia’ nell’enorme complesso di Peenemunde così come Andreas Epps autore del progetto Omega Diskus (solo per citarne alcuni). Io mi sono soffermato su quei progetti dei quali ho trovato maggiori e concordi riscontri e che piu’ sono arrivati alla soglia del successo, cioe’ la produzione industriale in serie poiche’ dimostravano una palese e devastante superiorità bellica in confronto a qualsiasi altra arma.

Dalle varie fonti emerge che l’insuccesso, o meglio, la tardiva realizzazione del disco volante germanico e’ dovuta essenzialmente alla mentalità dello stato nello Stato rappresentato dalle SS. Questo gruppo elitario di pretoriani si e’ comportato come sempre si sono comportate le guardie del corpo del Princeps, fomentando gelosie, tessendo intrighi, dividendosi al proprio interno nella corsa ad essere i primi nel cuore del Princeps e questo atteggiamento ha sempre comportato la rovina dello Stato, ineluttabilmente. Le SS (Schutz Staffel) nascono nel 1925 con l’obbligo di proteggere il fuhrer con i loro stessi corpi, infatti, il primo plotone (appena una ventina di ragazzi sommamente fanatizzati) viene detto Liebestandarte, che poi sara’ anche il nome di una divisione corazzata delle Waffen SS sul terribile fronte orientale. Il 6 gennaio 1929, Hienrich Himmler (l’anima nera) viene nominato capo delle SS che ammontano solo a 280 ragazzi. Nel 1932, Himmler riesce a raggiungere gli effettivi di sei divisioni: 52.000 uomini. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale essi sono 250.000; successivamente il numero crescera’ a dismisura anche per l’arruolamento di uomini provenienti dai paesi occupati.


Ma nel 1931 avviene una svolta storica che da un lato aumentera’ il potenziale negativo nei confronti di tutta l’umanita’ ma dall’altro minera’ definitivamente la coesione interna del super-gruppo: Himmler ordina a Reynard Heydrich (reale genio del male in carne ed ossa) di costituire e dirigere il Sicherheitsdienst (SD), il servizio di spionaggio verso tutto e verso tutti. A parziale discolpa delle SS, si fa per dire, bisogna sottolineare che l’intera macchina della progettazione bellica nazista, rappresentata dagli scienziati e dirigenti delle varie armi (per esempio la sola Luftwaffe aveva ben nove centri di ricerca), lavorava per compartimenti stagni (o se preferite con i paraocchi) ciascuna gelosa del proprio lavoro ed insofferente all’idea di condividerne l’evoluzione con altri. Un tale errore non fu fatto negli USA, dove venne appositamente costituito l’Office of Scientific Research and Development (OSRD), che aveva proprio il compito di accertare che tutti gli scienziati ed i tecnici di qualsivoglia progetto si scambiassero idee reciprocamente e costruttivamente: lo scopo era il raggiungimento di risultati immediatamente sfruttabili a livello industriale e tutto doveva essere subordinato a cio’ (il piu’ elevato pragmatismo capitalistico adattato alle necessita’ belliche).

Le SS fino alla meta’ del 1944 erano letteralmente padrone dell’Europa dai Pirenei alla Vistola, dalla linea Gotica in Italia sino al mar Baltico. Esse avevano il controllo delle banche, dei musei, dei tesori sacri e profani; ad un solo cenno di Hitler (ma spesso anche ad insaputa di quest’ultimo) ogni cosa poteva essere convertita in valuta di qualsiasi tipo (anche a quell’epoca abbondavano gli squali). Un’occasione tremendamente persa a fronte delle immense risorse che avevano, eccezion fatta per le materie prime. Possono essere fatti rientrare fra gli OVNI nazisti quegli stranissimi oggetti avvistati da numerosi aviatori alleati dopo il D-Day e battezzati foo-fighter (caccia di fuoco)? La risposta è affermativa. Fu tale la presenza di questi ordigni che l’Associated Press, il 13 dicembre 1944, scrisse un articolo su fantasmagoriche –[…] palle d’argento che volavano in aria. E’ possibile che si tratti di un nuovo strumento di difesa anti-aerea­ aggiungendo che i rapporti dei piloti erano stati censurati presso tutti gli stati maggiori. Si sa pochissimo su quest’ordigno di piccole dimensioni ed ovviamente senza equipaggio: probabilmente fu un mezzo antiaereo rivolto sia a disturbare le comunicazione che, in una fase successiva, ad esplodere contro i caccia ed i bombardieri grazie a sensori all’infrarosso. I nuclei di ricerca delle SS studiavano qualsiasi cosa che andasse dall’esoterismo alla scienza avveniristica (quindi dalla lancia di Longino all’Haunebu). La realizzazione dei dischi volanti fu competenza solo delle SS e quando queste decisero di unificare gli sforzi nel super progetto Haunebu era ormai troppo tardi.

http://www.astronavepegasus.it/pegasus/index.php/ufologia-esobiologia-abduction/419-la-svastica-sull-antartide-una-contaminatio-aliena-nazista-americana#.UqzcP9LuKSp



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PARLA UN IGIGI, IL MONITO DEI CREATORI AL GENERE UMANO - UN ARTICOLO DEL COLONNELLO PHILIP CORSO

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Rappresentazione artistica dell'incontro tra Corso e la EBE

Il Colonnello Philip J. Corso ci ha lasciato nel 1998, con questo messaggio che un Igigi-EBE (Entità Biologica Extraterrestre) gli trasmise telepaticamente.

La prima volta che sentii il termine Igigi fu in occasione della seconda visita in Italia di Corso, poco prima della sua morte, avvenuta il 16 Luglio 1998. A Roma, durante una nostra conversazione, Corso mi consegnò diversi documenti e due manoscritti, che avrebbe avuto desiderio di vedere pubblicati in Italia. Fra i documenti scritti di suo pugno ce n’erano alcuni sulla tipica carta giallina dei block notes americani. Uno era intitolato “Igigi Speaks”.

Si trattava di un testo contenente un messaggio affidato telepaticamente al Colonnello Corso e da lui immediatamente trascritto in seguito a un suo personale Incontro Ravvicinato con un essere di tipo EBE. L’essere agiva per conto di creature superiori, da Corso identificate con i termini di “Creatori” o “Igigi” (secondo la mitologia sumera, in quella assiro-babilonese il termine accadico era Anunnaki, ovvero “coloro che dal cielo scesero sulla Terra”, N.d.R.).

Immagine
Il Colonnello Corso e M. Baiata

In questo documento si rintracciano chiaramente i fondamenti di quanto Corso intendeva con “Nuova Scienza”, un argomento che tratterò prossimamente riportando qui interviste integrali al Colonnello Corso. Ciò che colpisce maggiormente del contenuto è il linguaggio, apparentemente confabulatorio di Corso. Nel messaggio dell’Igigi sembrano confluire dichiarazioni connotabili storicamente, connesse alla personale visione di Corso in merito al nucleare e alle risorse naturali del nostro pianeta. È lecito quindi ipotizzare che Corso abbia operato un transfert affidando all’essere alieno alcuni tratti del proprio pensiero. D’altro canto, concetti assai simili vengono significati da molta messaggistica derivata da comunicazioni di razze aliene positive in contatto con loro “ambasciatori” terrestri. Ad esempio, dai Siriani.

Mentre ritengo possibile che Corso abbia tratto da Sitchin alcuni elementi della sua “cosmogonia”, sono portato ad escludere che all’atto della stesura di questo scritto Corso soffrisse di perdite di focalizzazione della memoria, o di manie di grandezza tali da portarlo a esprimersi come un profeta sgrammaticato e privo di senso logico. Chiunque lo abbia incontrato può testimoniarne la lucidità mentale sino alla fine dei suoi giorni. Il Lettore è comunque perfettamente in grado di giudicare da sé.

Va detto comunque dell’attualità di quanto Corso afferma e riporta in relazione ai Creatori/Igigi, anche in considerazione delle informazioni che giungono sempre più consistentemente da parte di eccellenti ricercatori italiani, come Mauro Biglino e da specialisti internazionali di Storia Alternativa, genesi dell’uomo e civiltà pre e post diluviane, mesopotamiche soprattutto.

Infine, degli Igigi parlano oggi diversi experiencers che si dicono in contatto con questi esseri superiori.

Ma le rivelazioni di Corso risalgono ormai ad oltre una dozzina di anni fa e questo rende il monito degli Igigi ancora più interessante.

Maurizio Baiata, 25 Gennaio 2012

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Parla un IGIGI

Messaggio trasmesso da una EBE per conto dei suoi maestri

di Philip J. Corso †

Che voi siate stati creati da Dio onnipotente, o che siate stati creati da noi, non ha importanza. Ciò che importa è quello che siete diventati. Vi è stato fatto un gran dono, una mente che crea ordine. Con questo intendo la capacità di distinguere tra un’esperienza e una mera immagine mentale. La conoscenza scaturisce dalle esperienze ottenute dal confronto tra le invenzioni dell’intelletto e fatti osservati e fa uso solo di concetti collegati alle esperienze delle quali non si nutre alcun dubbio. Vi è stato dato accesso a solide basi scientifiche che vi hanno fatto avanzare rapidamente di duecento anni nel futuro. Adesso è arrivato il momento di proiettarsi nei fenomeni tempo-dimensionali e gli effetti che gli sconvolgimenti nel tempo possono avere sugli eventi futuri. La formula vi è stata data, comunque al momento noi ci poniamo l’interrogativo se voi possiate andare avanti o meno, a fronte della stoltezza e della mancanza di realismo dei vostri pensieri e delle vostre azioni. C’è un perdurante dubbio se voi siate o no in grado di farla vostra per creare un nuovo mondo.

Immagine
La EBE nel disegno di Amy O’Brien su indicazioni di Philip Corso.

“Voi mortali potete essere così stupidi”

I mezzi per progredire sono dentro di voi, eppure fate confusione con la realtà. Sembra quasi che nella vostra mente la realtà non esista. Alla luce di questi fatti, cosa dovremo fare con voi? Ricominciare daccapo con una nuova razza, eliminare gli indesiderabili tra di voi, o fondere le nostre culture e civiltà? Noi abbiamo preso la nostra decisione, qual è la vostra? Vi abbiamo dato uno dei più grandi avanzamenti mai dati alla razza umana, e voi cosa ne avete fatto?

L’energia atomica potrebbe essere un grande aiuto per la razza umana al di là di quello che voi avete fatto. Avete creato un’arma di distruzione di massa. Questo ha permesso a coloro che controllano l’economia mondiale, che trascendono i confini nazionali, di far leva sulla paura delle masse. Noi abbiamo scelto gli Stati Uniti d’America come nazione che si avvicinava maggiormente alla società da noi auspicata. Ma cosa avete fatto con i doni che vi abbiamo concesso? Siete sulla via giusta per diventare una potenza di seconda classe. Avete trasformato il grande dono dell’atomica (l’Universo si basa su una struttura atomica) in una fogna di avida economia. Questo fattore, insieme alla follia, alla stupidità e alla mancanza di conoscenza, sta contribuendo al vostro degrado. Poiché voi basate tutto su fattori economici e non sull’esigenza di sopravvivenza e progresso e non potete isolarvi dal resto del mondo, molte altre nazioni stanno progredendo nell’uso pacifico dell’atomica. Accusate noi di sterminio mentre i colpevoli siete voi, visto che vi abbiamo dato i mezzi per fermare lo sterminio della razza umana. Io parlerò di questi lati oscuri che conducono al disastro in ordine di importanza.

1: L’acqua

Einstein disse che lo sviluppo storico aveva portato all’accentramento di tutti i poteri economici, politici e militari nelle mani degli Stati nazionali.

A tutt’oggi l’acqua si presenta come uno dei punti più critici per la pace tra le nazioni. L’acqua ha rimpiazzato il petrolio come il punto caldo per i conflitti tra le nazioni. Il mondo, il vostro mondo, deve prepararsi allo shock dell’acqua. La mancanza di acqua potabile ha condannato milioni di persone alla malattia, morte e degrado. Per sopravvivere, le nazioni povere devono insorgere contro quelle ricche. Miliardi di abitanti del mondo saranno a corto di acqua potabile e periranno, rivoltandosi prima della distruzione. Quarant’anni fa (1960) l’esercito americano mise a punto un impianto atomico portatile in grado di produrre 28.800 galloni di acqua fresca al giorno e 10.000.000 di galloni in sei anni ottenuti dall’acqua salata. Richiedeva pochissima manutenzione ed era sicuro, ma fu scartato dagli artisti dell’allarmismo nucleare e dagli economisti antinucleari che si dicevano ambientalisti. Città come New York, Parigi, Londra, Tokio, Los Angeles, Roma e altre metropoli, all’attuale ritmo di mancanza di acqua e numero di abitanti, periranno nel prossimo millennio. Lo spreco, l’incompetenza, e i fattori di costo annienteranno città grandi e piccole. Nell’ultimo quarto di secolo il fabbisogno di acqua è giunto ai minimi livelli.

2: Misure igieniche e rifiuti.

Durante i primi anni Sessanta l’esercito americano sviluppò un sistema atomico che avrebbe usato il cobalto per purificare le acque di scarico e i rifiuti umani. L’esercito americano aveva capito il potenziale di malattia e morte di un esercito stanziato in poco spazio (per esempio, 100.000 soldati nel raggio di una o due miglia). Il potenziale danno derivato dalla mancanza di strutture sanitarie sarebbe più mortale che affrontare un esercito nemico. Il sistema fu scartato a causa del termine “nucleare”. Miliardi di persone in tutto il mondo non hanno misure igieniche e sono condannati. Le malattie si diffonderebbero facilmente in tutto il mondo, come la morte nera (la peste, N.d.R.), metropoli potrebbero essere annientate, istantaneamente. I sistemi odierni per l’acqua e le fognature saranno distrutti in breve e il mondo civilizzato scomparirà. La spazzatura e i rifiuti potrebbero essere decomposti con mezzi nucleari, ma la stupidità impera.

3: Cibo

Il mondo odierno soffre la mancanza di cibo e la fame. Questa situazione potrebbe mutare in breve tempo, ma la stupidità e l’ignoranza impediscono la soluzione. A metà degli anni Quaranta l’esercito americano cominciò a studiare gli effetti delle irradiazioni alimentari. Gli sforzi furono premiati da grande successo. La refrigerazione non era più necessaria, furono eliminate malattie come la trichina dal maiale e la salmonella dal pollo. I polli possono crescere virtualmente in 90 giorni e i polli irradiati potrebbero essere esportati in grandi quantità. Miliardi di vite potrebbero essere salvate, ma ancora una volta la stupidità si fa nuovamente sentire e, a causa dell’infondata paura del nucleare, gli Americani non permetterebbero mai che nei loro supermarket si possa trovare cibo irradiato. Questa situazione sarebbe applicabile a molti altri cibi, vegetali, erbe, ma sebbene il processo sia affidabile e non nocivo, il boicottaggio continua, a causa della mancanza di conoscenza.

4: Energia.

Opinione comune è che nessuno in America vuole sviluppare una nuova linea di generatori di energia nucleare; la motivazione è che non ne è stata stabilita la praticabilità commerciale. Mentre il mondo va avanti, noi ristagniamo. Dicono che l’idea di sviluppare una nuova linea di generatori di energia nucleare chiamata Advanced Light Water Reactor sia uno spreco di denaro. Questo è tipico dell’anti-pensiero. È dal 1973 che negli Stati Uniti non vengono costruiti nuovi impianti nucleari e non ne saranno costruiti altri nella prossima decade a causa del pensiero negativo dei politici. Nuove tecnologie computerizzate rendono possibili dispositivi di sicurezza più semplici, ma non negli Stati Uniti. Sono stati intrapresi nuovi progetti geotermici e di energia eolica, ma questa è una cattiva idea, un diversivo. Nei primi anni Sessanta l’esercito americano disponeva di un impianto nucleare portatile sicuro a basso mantenimento, in grado di produrre vapore per guidare i generatori a produrre centinaia di Kw e sciogliere il ghiaccio per produrre acqua. Una piccola città nell’Artico fu dotata di acqua, calore ed elettricità: fu scartato. Era in via di sviluppo un piccolo impianto nucleare che poteva prendere l’idrogeno dall’acqua e l’azoto dall’aria e produrre ammoniaca come propellente per i veicoli. Fu interrotto. I ricercatori usarono un reattore nucleare per scaldare il gas per farlo espandere e pressurizzarlo. Poteva essere passato attraverso un ugello e creare una reazione opposta per condurre un veicolo. Progettarono di spingere un velivolo spaziale con un raggio ionico. Abbiamo pianificato di proiettarvi nel futuro dandovi un sistema per accelerare particelle molecolari cariche in campi magnetici quindi irraggiarle attraverso un ugello per guidare un motore. Comunque, invece di proiettarvi 500 anni in avanti e viaggiare nello Spazio, voi, attraverso la stupidità, l’avarizia e la mancanza di conoscenza, siete arretrati di 50 anni.

5: Medicina nucleare.

In questo campo avete fatto grandi progressi, a dispetto degli ostacoli prodotti dalla ottusità umana e nei molti casi in cui gli uomini di scienza hanno dovuto elidere la parola “nucleare” per andare avanti, specialmente nella MRI (Magnetic Resonance Imaging) e nell’impiego di apparecchi per il rilevamento di immagini. Persino gli zar dell’economia dell’avidità hanno guardato ad altre soluzioni, visto che in molti casi si trattava di sopravvivenza e della loro salute, non dei dollari. Eccovi 100 anni nel futuro e andrete avanti a un ritmo rapido, ammesso che altri fattori non vi schiaccino e distruggano il vostro modo di vivere.

E adesso vi lascio con questo:

I. Visto che possedete armi di distruzione totale, dovremo lasciarvi autodistruggere?

oppure

II. Dovremo distruggervi noi come abbiamo già fatto una volta?

oppure

III. Dovremo fare come fece il vostro Gesù Cristo, portare i creditori e quelli che usano il potere del denaro fuori dal tempio e lasciarvi progredire?

oppure

IV. Creare una razza ibrida e la società che noi abbiamo previsto?

La scelta sta a voi.

Tratto da un documento di Philip Corso, pubblicato nell’Ottobre 1999 su “Dossier Alieni”

http://noiegliextraterrestri.blogspot.i ... atore.html



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MessaggioInviato: 10/02/2014, 12:14 
Una aereo ipersonico a forma di stella che non emette il bang sonico

Una sensazionale notizia di ingegneria aeronautica arriva dalla NASA. Nel 2012 una nuova generazione di velivoli a forma di stella a quattro punte è stato ideato e testato a livello di mini modello, all’Università di Miami al costo relativo di 100000 dollari finanziati dal governo; lo scopo di questo velivolo era di creare un aerodinamica capace di modificare la velocità dell’aereo da supersonica ad ipersonica.

La propulsione del modello sperimentale ovviamente non aveva capacità ipersoniche, ma ha raggiunto nei test: prima la velocità di mach 1,6 poi quella di mach 2.0, ciò che ha lasciato a bocca aperta gli sperimentatori è stato un risultato inaspettato, non solo l’UFO terrestre ha raggiunto gli obiettivi prefissati, ovvero cambia in volo assetto girando di 90° su se stesso (per facilitare aerodinamicamente la velocità diminuendo decisamente l’attrito), ma il velivolo in entrambi i test non ha effettuato il bang sonico. Non si conosce la motivazione di tale fatto, ovviamente gli ingegneri studieranno approfonditamente questa anomalia, ma questo evento apre nuovi scenari, non solo ad aerei di nuova concezione ed ipersonici, ma anche più silenziosi e che non emettono i normali bang sonici quando superano la barriera: dalla velocità subsonica a quella supersonica.

http://gabrielelombardo.altervista.org/ ... rvista.org

Fatto 100 gli avvistamenti UFO quanti sono classificabili nella casistica sopraccitata?


Ultima modifica di Atlanticus81 il 10/02/2014, 12:16, modificato 1 volta in totale.


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Anche se apparentemente sembra non essere correlato al mondo dell'ufologia ritengo il seguente caso idoneo agli argomenti di questo thread...

(anche perché, pur riprendendo quanto riportato da altri siti [i][vedasi fonti in fondo][/i], l'ho costruito io...) [:I]

[b]LUOGHI MALEDETTI - IL CASO DEL PASSO DYATLOV[/b]

Esistono davvero luoghi maledetti? Sembrerebbe che nel mondo ne esistano di diversa fattura e non pochi: foreste e montagne dalle quali alcune persone spariscono inspiegabilmente, ma anche luoghi dove sono stati ritrovate persone e ricercatori, uccise in circostanze misteriose da qualcosa di sconosciuto.

Il Triangolo delle Bermuda, il Triangolo del Diavolo nel Pacifico, la Valle della Morte in Siberia, la Foresta dei Suicidi in Giappone, Miasnoy Bor in Russia, la Montagna dei Morti e tanti tanti altri luoghi “maledetti” in ogni parte del mondo. Diversi anche in Italia.

Da migliaia di anni ci sono luoghi sulla Terra creduti sinistri o maledetti e si racconta che chi si e' avventurato in quei luoghi, ignorando gli avvertimenti, sia scomparso per sempre o sia morto in maniera orribile. Ma cosa rende questi posti tanto pericolosi da essere poche le persone che si sono avventurate in quei luoghi, e ancor meno quelli che sono sopravvissuti per poter raccontare quello che hanno visto?

Difficile stabilirlo. D'altronde chi avrebbe il coraggio di indagare in quei luoghi? L'avvertimento, molte volte tramandato attraverso il mito o i racconti della tradizione popolare delle popolazioni autoctone è quasi sempre quello di non entrare in quelle zone, foreste, montagne spesso identificate con appellativi quali “della morte” o “del diavolo”, perché non ne uscirete mai vivi. Le leggende sono molte, addirittura qualcuno azzarda l’ipotesi che popoli alieni abbiano abbandonato lì le loro potenti armi.

E’ il caso della Tunguska, dei suoi misteriosi calderoni e del presunto macchinario alieno o antidiluviano ivi nascosto in grado di distruggere i corpi celesti quali meteoriti o comete in rotta di collisione con la Terra così come ipotizzato dal Dr. Costantino Paglialunga e dal Dr. Valery Mikhailovich Uvarov, Capo del Dipartimento di Ricerche Ufologiche, Paleoscienza e paleotecnologia al National Security Academy di San Pietroburgo Russia.

La distruzione o la deviazione dei corpi celesti afferma Uvarov, si ottiene utilizzando enormi globi di plasma, prodotti dal “macchinario alieno”. Quello che nel 1908 migliaia di persone videro in gran parte della Siberia era il loro volo, con il risultato che i testimoni dell’evento di Tunguska attribuirono l’intero fenomeno alla comparsa di una serie di fulmini globulari.

Apparentemente le sfere di “Plasma” sono prodotte da un generatore di energia situato nelle profondità della Terra”. Troviamo importanti conferme dell’esistenza di questa installazione nei racconti tradizionali della popolazione locale situata vicino alla zona dell’esplosione di Tunguska. Le leggende narrano di “fulmini ardenti”, “sfere fiammeggianti” e di tremende esplosioni col risultato che per centinaia di chilometri la superficie circostante si trasforma in un deserto disseminato di rocce.

[img]http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines_articoli/HL_PRD_10113/immagini/cover.jpg[/img]

Nella Yakutia o Repubblica Saha, esiste un poema epico d'origine antica, l'Olonkho, che ebbe inizio molto probabilmente quando gli antenati vivevano nell'originaria "Terra Madre", situata nella regione compresa tra il Lago Baikal e il fiume Angara. In tale luogo s'intrapresero relazioni con gli antenati dei popoli provenienti dalla Turchia e dalla Mongolia che vivevano nell'Altai e nel Saiany, tanto che i Kurykans, gli antenati della Yakutia, avevano molto in comune con gli antenati del popolo turco durante il periodo compreso tra il VI° e VIII° secolo.

Una curiosità: i monti Altai sono diventati famosi nell’ambito della ricerca scientifica antropologica grazie alla scoperta dei misteriosi crani appartenenti all’Homo Denisova che hanno creato molto scalpore a causa della difficoltà di integrazione degli stessi nella consolidata e tradizionale teoria dell’Out of Africa I e II relativamente alla remota storia del genere Homo.

Ad ogni modo, si ritiene che la comparsa dell'Olonkho si debba collocare tra il VI° ed il XV° secolo e una delle principali caratteristiche di tale poema è di essere una storia originale. Composto di oltre 200 canti, che sino ad alcuni decenni fa sono stati tramandati solo per via orale o meglio per mezzo di canzoni, presenta differenti eroi e cospiratori: Niurgun Bootor, l'Impetuoso, è il più importante e rappresentativo giacché molto espressivo e sagace.

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Il 25 Novembre 2005 l'Olonkho è stato proclamato, dal direttore generale dell'Unesco, uno dei tanti capolavori facenti parte del Patrimonio Orale e Intangibile dell'Umanità con lo scopo di valorizzarlo e preservarlo. Nella saga del Niurgun Bootor, l'Impetuoso, si trovano notizie sugli oggetti strani ed anche su esplosioni veramente forti che ogni tanto accadono sin dai tempi più remoti, gli antichi nomi geografici della zona occupata dagli yakuti e dai tungusi, corrispondono totalmente al contenuto della leggenda, ma danno un'indicazione approssimativa sugli oggetti coperti dal terreno ghiacciato.

Nello specifico, il poema ci narra che gli oggetti sconosciuti apparvero nel tempo più remoto, alcuni di essi sono delle grandi "case di ferro" che posano su appoggi multipli laterali, non hanno né porte né finestre, ma solo un ingresso spazioso che permette di scendere con una specie di scala a chiocciola e che rassomiglia alla "gola" di un enorme buco, sistemato alla sommità di un'altissima cupola.

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Altri oggetti sono dei "coperchi" semisferici che si trovano in diversi posti e un "rampone trilaterale di ferro" che si vede emergere dalla terra solo in parte, ma con l’andar del tempo tutti questi manufatti si sono quasi completamente nascosti nel gelo perpetuo. Le esplosioni, che ogni tanto succedono nella zona, sono strettamente legate a questi oggetti misteriosi, la leggenda parla anche della causa reale di tutti i vari disastri avvenuti.

Si tratterebbe di un "cratere misterioso" eruttante fumo e fuoco, con un coperchio d’acciaio dentro il quale si trova un intero paese sotterraneo, in esso vivrebbe l’enorme gigante Uot Usumu Tong Duuray, il cui nome significa "alieno malvagio", che buca la terra e si nasconde sotto di essa: egli, con un turbine di fuoco, distrugge tutto quello che trova nel suo intorno, seminando infezione e lanciando un "pallone" di fuoco, la leggenda aggiunge inoltre, che con quattro tuoni successivi, questo pallone si dirige ad un’altezza sempre più alta fino a scomparire dietro l’orizzonte dei cieli gialli occidentali, lasciando una "traccia di fuoco e fumo". Visto così, l’eroe era considerato un personaggio positivo, dato che andava a distruggere delle altre tribù, ma sembra proprio che l’immagine data dalla leggenda sia incredibilmente simile a quella che si è verificata nella Tunguska nel 1908.

Al momento dell’uscita dell’eroe malvagio Tong Duuray dal cratere, nel cielo appariva il messaggero del "Dyesegey Celeste", il gigante Kun Erbye, il quale, come una stella cadente più veloce del fulmine, attraversava il cielo per avvertire Nurgun Bootor della battaglia che stava per cominciare.

[quote]Disseminando una bufera di pietre,
facendo balenare lampi e rimbombare
un quadruplice tuono dietro di sé,
Niurgun Bootor volava senza deviare...[/quote]

La sua descrizione nelle leggende è simile alla situazione di volo e dell’esplosione del bolide di Chulym che è penetrato nell’atmosfera fino all’altezza di circa 100 Km, ripetendo esattamente la traiettoria del meteorite della Tunguska ed è esploso con un fascio di scintille sopra il fiume Chulym il 26 febbraio 1984, i pescatori della zona, hanno inoltreosservato che da dietro le colline, situate verso il nord, sono saliti verso il cielo due grandi palloni illuminati e che sono spariti dietro le nuvole; in ambedue i casi si parla della direzione nord, dove si trova l’epica "Valle della Morte".

Per ritornare alle leggende, il più grande evento descritto riguarda proprio l’uscita di Tong Duuray dalle profondità terrestri e la sua battaglia con Nurgun Bootor: prima dal “cratere” usciva un turbine di fuoco rassomigliante ad un serpente, sul cui apice si formava un “pallone di fuoco” che, dopo una serie di colpi di tuono, si lanciava verso il cielo.

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Insieme con lui, dalla terra, usciva la sua scorta “uno sciame di turbini sanguinari e perniciosi”, che creavano distruzione nei dintorni; a volte succedeva che Tong Duuray incontrasse Nurgun Bootor proprio sopra il luogo della sua uscita, dopo di ché la zona rimaneva senza vita per moltissimo tempo.

In genere, la situazione di questi eventi è ben variegata: dal cratere potevano uscire più "giganti di fuoco" alla volta, volare per un certo tempo e poi esplodere tutti insieme, lo stesso succedeva anche nel momento dell’uscita di Tong Duuray e gli strati di terreno lasciano capire, in particolare, che tra le successive esplosioni potevano passare dai 600 ai 700 anni.

La leggenda ne parla con colori vivaci, ma l’analfabetismo ha impedito di documentarle in una maniera più accessibile e più vicina alla nostra civiltà.

[quote]...Imprendibile in volo, privo di ombra,
il fulmineo araldo, messaggero del Celeste Dyesegey, sfolgorante nella sua cotta metallica, più repentino del lampo, Kun Erbye, il campione.

Sfrecciava, come stella cadente, solo l'aria sibilava
dietro di lui... Sfrecciava come un dardo oltre i limiti
dei gialli cieli occidentali, sino alla rapida
china inferiore dei cieli sospesi sopra l'abisso.

Sfrecciava alto; solo il tuono rumoreggiava...
Un fuoco blu ardeva dietro di lui, un fuoco bianco
imperversava nella sua scia, scintille rosse volteggiavano.[/quote]

Guarda caso il nome antico di questi luoghi in lingua Yakuta è Ulyuyu Cherkechekh, che significa “Valle della Morte”.

Una ipotesi quella di Uvarov e Paglialunga peraltro non del tutto assurda considerato quanto accaduto proprio a sud degli Urali nel Febbraio del 2013 quando la cosiddetta Meteora di Celjabinsk un meteoroide di circa 15 metri di diametro ha colpito l'atmosfera alla velocità di 54.000 km/h, circa 44 volte la velocità del suono, e si è frantumato sopra la città di Celjabinsk. Potrebbe essere stato distrutto dal macchinario alieno/antidiluviano siberiano?

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Il folklore europeo ha tramandato una quantità di luoghi maledetti o caratterizzati da una presenza diabolica. Come orientarsi in mezzo a tutte queste suggestioni, come vagliare ciò che può esservi di autentico in questi racconti e in queste leggende?

Talvolta, in concomitanza con tali racconti della tradizione popolare si registrano testimonianze che lasciano perplessi; segnalazioni di creature mostruose, di esseri pelosi sbucati fuori dai boschi, oppure di creature rettiliane emerse dai fiumi; oppure ancora, avvistamenti di strane luci e bagliori nel cielo notturno, perfino di dischi volanti che evoluiscono in maniera inspiegabile e che, posandosi a terra e poi ripartendo, lasciano dietro a sé delle tracce caratteristiche e indubitabili, quali l'erba appiattita o bruciata in mezzo ai prati.

Tutti questi elementi, tratti dalle cronache e dalle statistiche, sembrano indicare che, su talune località - incroci o tratti stradali, rive di laghi e di fiumi, lande, brughiere, vecchie case in rovina o tuttora abitate - è come se incombesse un sortilegio; come se delle forze negative, di origine non umana, facessero sentire la loro maligna presenza; come se tali forze fossero vive e operanti, suscettibili non solo di incutere un senso di disagio e perfino di spavento, ma anche dei veri e propri malesseri fisici e, in alcuni casi, di provocare incidenti o malanni.

A volte la malignità dei luoghi si direbbe materialmente percepibile: vi sono delle località che sembrano possedere un'aura malefica; dei luoghi, sovente, legati al ricordo di foschi drammi di sangue, di apparizioni spettrali o diaboliche, di cupe vicende di violenza e di morte. Il tema del luogo malvagio è un "topos" della letteratura gotica, quasi una inversione che il Romanticismo nordico ha deliberatamente compiuto nei confronti del classico "locus amoenus" della poesia greca e latina; una sorta di vendetta contro la solarità, l'armonia, la bellezza della natura.

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Ma la domanda che ci poniamo è se si tratta solamente di un "topos" letterario romantico, oppure esso, a sua volta, è il riflesso, il ricordo, l'archetipo di un qualcosa di reale, di un qualcosa che gli uomini hanno sempre sperimentato, sin dalla notte dei tempi?

Per gli antichi, è cosa nota, esistevano i luoghi sacri, abitati dalle divinità (maggiori o minori); mentre, per il cristianesimo, esistevano ed esistono dei luoghi benedetti, che conservano un'eco, e talvolta più di un'eco, della presenza di Dio e della Madonna: tali sono la grotta di Lourdes, ai piedi dei Pirenei; il villaggio di Fatima, in Portogallo; il monte di Medjugorje, fra le valli dell'Erzegovina; e numerosi altri.

Le chiese cristiane, poi, come pure i templi pagani, non venivano costruiti a caso: tanto la posizione che l'orientamento astronomico erano frutto di una scelta accurata, in base a studi matematici e a pratiche sacre e divinatorie da parte di sacerdoti che possedevano, un po' come i rabdomanti, l'arte perduta di percepire le energie positive e negative della Terra.

Un arte che nel corso del secolo scorso ha assunto connotati di scienza, seppur di un ramo di scienza ritenuta 'eretica': la radionica. Essa è quella pseudoscienza che studia le proprietà radioattive ed energetiche delle onde di forma, che vengono realizzate ed utilizzate mediante circuiti grafici su tavole disegnate.

Partendo dal concetto ormai consolidato nei millenni che, i numeri non sono altro che una delle tante espressioni astratte, profonde e filosofiche che l’uomo adotta ed ha adottato per cercare di comprendere la sua vera natura originale e tutto ciò che lo circonda, e che di conseguenza la geometria non è altro che la rappresentazione fisica di dette espressioni matematiche o numeriche, possiamo dire che tramite la radionica, che studia le onde di forma realizzate su circuiti grafici mediante le suddette espressioni o formule elaborate dall’esperienza di tutte queste scienze, è possibile attingere a forme di azione-pensiero e di espressione tramite le radiazioni da loro sprigionate legate ad un dato problema di cui noi necessitiamo una risposta in modo più diretto, profondo e astratto, quindi di conseguenza a noi sconosciuto a livello razionale.

Queste forme di pensiero create e materializzate tramite gli ideogrammi realizzati su circuiti grafici radionici ad onde di forma, possono essere utilizzate ed incanalate mediante diversi metodi per i più disparati utilizzi.

Ultimamente si è riscoperto che nell’azione-pensiero materializzato nei circuiti radionici, è possibile realizzare un serbatoio energetico inesauribile di informazioni legate alla forma-pensiero stessa dove possiamo attingerne le sue radiazioni anche come azione compensatoria relativa ad ogni problematica in questione, apportandovi così equilibrio.

Parlando sempre di forma-azione-pensiero, principio base della radionica, giunge subito spontaneo che la sua azione risulterebbe più mirata per quanto riguarda le problematiche di compensazione e astratte che appartengono alla sfera mentale dell’individuo e che qui potrebbero trovare le risposte più profonde e adeguate ad essa.

Una disciplina che possiede molte analogie con l'orgone di Wilhelm Reich il quale ha trascorso l'ultima parte della sua vita allo studio del fenomeno - all'onnipresente e onnipervadente Energia Vitale.

Wilhelm Reich iniziò la sua carriera in Austria e Germania come dottore psichiatra , in stretta associazione con Sigmund Freud e ha contribuito in maniera notevole alla comprensione del collegamento tra la sessualità umana e la psicologia e non smise mai di aprire nuove frontiere di ricerca, che venivano man mano ad aprirsi durante la sua vita.

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Tuttavia Reich non fu ne il primo ne l'ultimo ad osservare il funzionamento di quella che sembrava un "energia vivente" o una "forza anti-entropica".

Prima che la visione meccanicistica della vita si imponesse , poco più di un secolo fa (Newton e altri) , tutte le tradizioni conoscevano un qualche concetto di "mare energetico" dal quale tutte le forme materiali si manifestano.

Questo termine è conosciuto nelle tradizioni dell'Induismo (prana), buddismo e taoismo (Chi, Ki come nel Rei-Ki) tradizioni dell'estremo oriente ma che conoscevano anche i greci (etere), lo stesso concetto è intuitivamente o esplicitamente noto a tutte le tradizioni di guaritori sciamanici intorno al mondo.

Nell'Europa post-Newtoniana, oggi, personalità (volutamente) dimenticate come il magnate bohemiano dell'acciaio , il Barone Karl V. Reichenbach o il famoso dottore Austriaco Anton Mesmer (dal quale deriva il detto "personalità mesmerizzante") contribuirono con valide ricerche ed esperienze e furono ben noti al loro tempo.

Negli anni recenti si assiste non solo al riemergere di tecniche di guarigione e cura basate sull'energia vitale come il reiki (Rei-Ki = Sacra Energia Vitale) ma anche a una convergenza delle più avanzate ricerche nel campo della fisica quantistica con queste antiche tecniche mistiche.

La fisica quantistica è oggi arrivata al punto in cui anche la più elementare particella è stata meccanicisticamente dissezionata e ispezionata e questo l'ha portata a interrogarsi sul suo stesso paradigma. I fisici quantistici si interrogano ora sulla stabilità della materia stessa e sono arrivati a concettualizzare che le particelle elementari stesse non sono altro che perturbazioni "sulla superficie di un oceano d'energia senza fine" che alcuni scienziati sono d'accordo nel definire "Energia di punto Zero".

Concetti questi molto simili al mito dell'energia vitale che prese il nome di Vril nelle opere e delle società teosofiche a cavallo tra il 1800 e il 1900 e che ci avvicina agli studi di Tesla sulla free energy scomparsi dopo la sua morte.

Oggi la fisica moderna ammette che la materia è composta da energia che, muovendosi, si manifesta sotto forma di onde e quando è stazionaria produce campi di forza. Le onde elettromagnetiche tra cui le onde cosmiche, le onde sonore, fino alle energie più sottili, comprese quelle emesse dall'attività cerebrale, sono "onde di forma". Emettono radiazioni gli animali, i minerali, i cristalli e persino alcune forme geometriche.

Costituiscono il corpo della Radionica: la Radioestesia Parafisica e la Fisica Radioestesica, insieme allo studio delle onde di forma relative alle forme geometriche.

Il termine Radioestesia è composto da due radici: una dal latino Radius, che vuol dire "Raggio" e l'altra dal greco "Aisthesis" che vuol dire: "sensibilità, percezione". In altri termini: sensibilità alle radiazioni, agli impulsi, alle vibrazioni, alle emanazioni.

La Radioestesia comprende anche lo studio della Geobiologia e della Geopatia e conduce nel misterioso mondo delle vibrazioni, impercettibili e non, di tutto il vivente.

E' la scienza che, mediante il "sentire", le radiazioni che ogni corpo e ogni sostanza emette, ci consente di scoprire cosa è nascosto al loro interno, di conoscerne l'ubicazione, l'entità, la natura, la specie, la qualità e l'influenza che esercitano le une sulle altre; per arrivare a individuare e sentire ciò che per i più è inesistente. Tuttavia quasi tutte le persone possono afferrarle, comprenderle ed interpretarle più o meno potentemente, ed anche servirsene. E' stata definita come "l'ottava grande forza della natura", "il settimo senso", "un medium tra la materia e lo spirito".

Se in Occidente questi approcci sono sostanzialmente bistrattati e tenuti in pochissima considerazione dagli ambienti scientifici in Unione Sovietica queste stesse discipline scientifiche venivano elevate a facoltà universitaria e nell'ex-esercito sovietico (e probabilmente nell'attuale russo) vi erano corpi dedicati allo studio e alla sperimentazione delle teorie previste dalla radionica e dalla geotecnica.

Esisteva infatti una facoltà di radionica presso l'Università di Ekaterinburg in Unione Sovietica ed è forse proprio in quella università del regime sovietico a nascere i presupposti per quello che diventerà uno dei casi più misteriosi e inquietanti di incidenti in montagna: il caso del Passo Dyatlov.

Un caso che vede coinvolti nove escursionisti, deceduti nella notte del 2 febbraio 1959 in una località di montagna nota come;, Kholat Siakhl, (nella lingua Mansi, una popolazione semi nomade di ceppo ugro finnico che abita la zona da millenni, “Montagna dei Morti”), in circostanze tuttora misteriose e che hanno generato una grande quantità di ipotesi. Da allora, la località è stata ribattezzata Passo Diatlov , dal nome del capo escursionista, Igor Diatlov.

Tutto ebbe inizio quando un gruppo di studenti dell’Istituto Politecnico degli Urali si riunì per partecipare a un’escursione attraverso gli Urali settentrionali a Sverdlovsk, oggi Iekaterinburg, guidati da un esperto conoscitore della zona, studente pure lui, Igor Diatlov.

Del gruppo, oltre a lui, facevano parte Sinaida Kolmogorova, Liudmila Dubinina Aleksandr Kolevatov Rustem Slobodin Iuri Krivoniscenko, Iuri Doroscenko Aleksandr Solotarev , Nikolaj Tibo-Brignol Iuri Iudin

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[i]Igor Diatlov a sinistra nella foto, il capo della spedizione[/i]

Otto uomini e due donne, appartengono praticamente tutti al Politecnico degli Urali di Ekaterinburg. Un istituto che oggi si chiama Università Tecnica Statale degli Urali, ed è intitolata a Boris “Corvo Bianco” Yeltsin. Amanti dello sci di fondo, coltivano un’altra passione comune, quella delle escursioni invernali. Viaggi molto diffusi tra giovani scienziati ed ingegneri come loro, che ne approfittano per compiere veloci ricerche sul territorio che, al ritorno, frutteranno ai loro profili accademici un buon balzo avanti rispetto ai colleghi più pantofolai.

Dei 10 membri della spedizione due, tra cui lo stesso Dyatlov, studiavano appunto la misteriosa radionica di cui abbiamo parlato prima mentre un altro, Alexander Kolevatov, si occupa di geotecnica.

Riassumento quindi abbiamo: Igor Dyatlov, studente della facoltà di Radionica; Yuri Yudin, studente di Economia; Alexander Kolevatov, studente di Geotecnica; Rustem Slobodin,Georgyi Krivonischenko e Nikolay Tibo-Brignoles, ingegneri; Yury Doroshenko, studente di Scienze Politiche. Le uniche due donne del gruppo, Ludmila Dubinina, studente di Economia, e Zinaida (Zina) Kolmogorova, anch’essa studente della facoltà di Radionica.

Alexander Zolotarev, il decimo, è una guida professionale ed un istruttore di sci. Si è accodato al gruppo di Dyatlov per aggiungere al suo status quei punti in più che gli avrebbero garantito il titolo di Istruttore esperto, tanto ambito tra le guide russe.

E’ l’unico estraneo al team, caldamente raccomandato ai ragazzi da un amico dell’Associazione Sportiva; un dettaglio, quest’ultimo, da non trascurare per lo svolgimento successivo delle nostre indagini.

Gli escursionisti volevano raggiungere l’Otorten una montagna dieci chilometri a nord del Kholat Siakhl, seguendo un percorso non facile, ma tuttavia alla portata dei componenti la spedizione, tutti piuttosto esperti.

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Ed è così che all’alba del 27 gennaio indossano gli sci e si incamminano verso la Gora Otorten, lo sperone roccioso di un monte, il Kholat Syakhl, il quale, nel dialetto delle tribù Mansi che abitano la regione, ha il terrificante significato di “Montagna dell’Uomo Morto”.

I dieci membri della squadra rimarranno presto in nove poiché uno di loro Yuri Yudin non si sente bene, è debole e di malumore e rallenta la marcia. Non riesce proprio a stare al passo degli altri e quindi, il 28 gennaio, decide suo malgrado di rinunciare e tornare alla cittadina di Vizhay per rimettersi in forze ripromettendosi di raggiungere i compagni se e quando starà meglio. Una scelta che gli salvò la vita.

La spedizione rimane quindi in un numero di nove persone.

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[i]Yuri Yudin[/i]

Visto e considerato il curriculum dei membri della spedizione nasce spontanea la prima domanda a cui bisognerebbe dare una risposta per potere comprendere al meglio ciò che accadde dopo ovvero quale fossero le motivazioni di quella spedizione. Si trattò davvero solo di una semplice gita? O forse vi erano scopi didattici ulteriori e segreti legati alle ricerche di radionica in una area della regione nota per essere una zona 'maledetta' secondo le antiche tradizioni popolari delle tribù indigene dei Mansi?

Il Kholat-Syakhyl e l’Otorten giocano un ruolo considerevole nel folklore Mansi l’etimologia del secondo è “Non andare là”, mentre il primo significa “Montagna dell’Uomo Morto” in ricordo di alcuni membri della tribù periti in questo luogo in tempi immemori. Nove, per la precisione. Esattamente come i membri della spedizione Dyatlov dopo l’abbandono di Yudin.

Le leggende Mansi narrano di nove cacciatori che hanno trovato la loro morte sul Monte Kholat-Syakhyl al tempo del Diluvio: "morti di fame", "cotti a morte in acqua bollente", "periti in qualche sinistro bagliore". Da qui il suo nome, tradotto come il Monte dei Morti. I Mansi non hanno mai considerato né Kholat-Syakhyl o il vicino Monte Otorten come sacro, ovvero le montagne non sono mai state utilizzate per i sacrifici. Semplicemente la gente del luogo cerca di evitarle.

Nove, come anche le persone a bordo di un aereo che si sarebbe schiantato sul Passo con un pugno di passeggeri a bordo, anch'essi tutti deceduti, naturalmente. Inoltre da decenni la gente del luogo ha riportato resoconti incentrati su di un’insolita attività di oggetti volanti non identificati proprio tra questi monti.

Un luogo misterioso quindi... l'ideale per studenti di radionica alla ricerca di possibili conferme delle loro teorie alternative.

Tre giorni dopo l'abbandono da parte di Yudin, il gruppo dei nove si stacca dal rivo che traccia il percorso e dalla zona dei laghi ghiacciati non appena giunge in vista dei rilievi. Termina la marcia ed inizia la salita che lo condurrà sull’Otorten e, di qui, verso il Passo Ojkachahl, 100 miglia ad est di Vizhay, lambendo il corso del fiume Toshemka.

Per la fine degli anni Cinquanta, si tratta di una impresa agonistica impegnativa, di quelle che gli esperti di trekking etichettano come “Categoria III”. Pare che Dyatlov stesso l’abbia pianificata per allenarsi in vista della futura escursione che popola i suoi sogni: quella nelle regioni artiche.

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Dopo poco meno di 4 chilometri di salita, i nove allestiscono un campo base ai margini del bosco, sul fianco del Kholat Syakhl. Sono le 4 del pomeriggio del 1 febbraio 1959. Non sanno, non possono sapere, che sarà il loro ultimo rifugio. Scattano fotografie, sorridono. Ammirando il paesaggio degli Urali imbiancati consumano la cena e le ultime energie, prima di ritirarsi in tenda. Alcuni crollano subito. Altri scrivono per riempire le pagine dei loro diari. Saranno le loro ultime note e si riveleranno utili per il successivo decorso delle indagini.

Infatti tutto ciò che possiamo sapere di quella triste, drammatica e misteriosa notte oltre ai testi scriti dei loro diari è frutto delle testimonianze dei soccorritori che ritrovarono i nove ragazzi ormai cadaveri e grazie agli uomini di una fondazione che ha scelto di chiamarsi proprio come lo sfortunato capo spedizione Igor Dyatlov. Un gruppo di testardi, quello creato dalla fondazione: 37 persone in tutto, la maggioranza delle quali è costituita da esperti indipendenti, non legati in nessun modo al governo un tempo in carica o a quello che, ad oggi, tiene le fila del paese. Gli altri sei membri del gruppo, invece, si riconoscono per l’età più avanzata.

E per un’ombra scura che portano sul volto. L’indizio di qualcosa di più gravoso di un cattivo pensiero. E di più insistente di un brutto sogno. Qualcosa che, soprattutto, assai difficilmente sembra coniugarsi con l’ipotesi di massima che conclude i lavori della conferenza. Conseguenza – nefasta – di un’esercitazione militare top secret. Quei sei uomini, nervosi ed invecchiati senza troppa grazia, sono i testimoni diretti.

Mikhail Sharavin ex soccorritore come altri cinque che sono là con lui, l’orrore l’ha toccato con mano.

E’ il 26 febbraio quando le squadre di soccorso di cui fa parte arrivano sul fianco orientale della Montagna dell’Uomo Morto. Sotto i loro piedi, giace in stato di abbandono quello che fino a qualche tempo prima era stato un accampamento. C’è una tenda semisepolta dalla neve. E’ quella dei ragazzi. L’equipaggiamento è quasi tutto al suo posto. Strano, abiti caldi, coperte, zaini, giacche a vento, pantaloni. Tutto. Anche la tenda sembrerebbe a posto. Peccato che su di un lato, quello sottovento, è lacerata.

Più tardi si scoprirà che è stata tagliata, ma dall’interno. Dai brandelli di tenda che si agitano rigidi in balìa del vento gelido, parte una traccia netta che per mezzo chilometro attraversa la neve. Arriva fin quasi al bosco, dove inizia la valle del fiume Lozvy. Poi più nulla. Impronte per un totale di otto, forse nove persone. Alcune orme sono meno profonde ma più definite. Sono impronte di valenki (stivali soffici) o di calzini, forse addirittura di piedi nudi. Non può essere. A meno che non si sia trattato di un fuga. Sì, è possibile. Una fuga frettolosa.

Non è normale. A nord-est, 1500 metri dopo e dall’altro lato del passo, c’è un albero immenso. E’ un pino secolare, e nei pressi della sua base i ricercatori ritrovano tracce di legna carbonizzata, come se qualcuno avesse acceso un falò proprio in questo punto. Forse sono stati i due che giacciono nella neve qualche passo più in là. Georgyi Krivonischenko e Yury Doroshenko. Scalzi e con indosso soltanto la biancheria, sembrano adagiati su un immenso lenzuolo di neve. Una coltre sulla quale spiccano i rami che hanno addosso, spezzati dall’albero ad un’altezza di circa 5 metri da terra.

Sulla corteccia, i primi esami rilevano tracce di pelle ed altri tessuti biologici. Uno dei ragazzi ha spezzato i rami. L’altro si è arrampicato sul pino a mani nude, forse per fuggire a una minaccia o forse per cercare di ottenere una visione migliore.. ma verso cosa?

Dall’albero si scorge quel che resta della tenda. I soccorritori iniziano a convincersi che c’è ben poco da soccorrere, e percorsi trecento metri trovano un altro cadavere. E’ Igor Dyatlov, il ventitreenne capo spedizione. Riverso sulla schiena con il capo rivolto in direzione del campo. In una mano stringe un ramo, mentre l’altro braccio è riverso sulla testa come ultimo, disperato tentativo di protezione durante una aggressione.

Per quanto si sforzino, i membri della squadra non riescono a darsi una spiegazione. Poi trovano Rustem Slobodin. A 180 metri appena, in direzione della tenda. Il viso sprofondato nella neve, sembra morto di ipotermia. Anche se una singolare frattura gli segna il cranio per un lunghezza totale di 17 centimetri. Una lesione che, secondo i patologi, non è di per sé sufficiente ad uccidere. Dalla posizione di Slobodin, che sembra essersi trascinato con le ultime forze in direzione della tenda, si scorge un altro corpo. E’ Zina Kolmogorova. Intorno al suo cadavere, parecchie tracce di quello che a buon diritto potrebbe essere sangue. Successivi esami confermano la natura del liquido, ma al contempo stabiliscono che non è quello della ragazza.

A prima vista sembrerebbero morti assiderati, le mani bruciate con tutta probabilità dal clima rigido della notte uralica. Ma nessuno di loro è morto in pace. Tutti in pose dinamiche, come se avessero lottato con qualcosa, con un’ombra, con il vento.

Siamo a cinque, ne mancano altri quattro. Non verranno scoperti fino al 4 maggio successivo, quando un incendio sviluppatosi nella valle di un affluente del Lozvy fa in modo che le autorità raggiungano una fenditura stracolma di neve che si apre nel terreno. Qui, in un crepaccio sotto 4 metri abbondanti di neve, c’è quel che resta degli escursionisti che ancora mancano all’appello.

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[i]Foto di repertorio – I soccorsi[/i]

Nonostante anche loro siano mezzi nudi, a confronto dell’altro gruppo hanno qualche vestito in più addosso. Potrebbe forse sembrare che abbiano prelevato qualche indumento dai compagni, magari hanno tentato di trasportarli quando erano feriti. Alexander Kolevatov e Nikolay Tibo-Brignoles, che ha il cranio fracassato ed indossa due orologi (uno fermo alle 8:14 del mattino, l’altro alle 8:39). Alexander Zolotarev presenta fratture all’emicostato destro. Ludmila Dubinina ha un piede rozzamente fasciato dai pantaloni di lana di Georgyi Krivonishenko, e presenta anche lei fratture simmetriche al costato. In questo caso, una delle costole si è conficcata in un secondo tempo nel cuore, causando una massiccia emorragia cardiovascolare dopo l’impatto. In più, a Ludmila è stata asportata la lingua. Il cappotto di pelliccia di Ludmila, insieme al suo cappello, è però indosso a Zolotarev. Eppure, nessuno presenta segni esterni di colpi. Le ultime quattro salme vengono esaminate in fretta, ed in fretta deposte nei feretri per restituirli alla terra.

Sono tutti abbronzati, bruciati. La loro epidermide è talmente infiammata da tendere all’arancione. E’ lo stesso colorito che ha visto negli altri, ritrovati relativamente subito rispetto alla tragedia e seppelliti qualche tempo prima. Ancora, i capelli di tutti sono improvvisamente diventati brizzolati. E non si è mai vista una cosa del genere in un gruppo di ventenni. Quando trapela la diceria secondo la quale gli esami forensi hanno rilevato su alcuni degli – scarsi – indumenti consistenti tracce di radioattività, come se i ragazzi avessero maneggiato materiale di questo tipo o si fossero attardati in un’area contaminata, quelle strane morti sembrano in un certo macabro modo aver più senso.

Mentre le salme vengono interrate, le autorità chiudono il caso in modo tanto rapido quanto laconico. “Decesso provocato da forza sconosciuta ed irresistibile” è la dicitura riportata su tutti i certificati di decesso, che chiama in causa una forza maggiore a tuttora sconosciuta ma che di certo non può soddisfare i tanti dubbi rimasti collegati a questo caso. Dopo tale incidente le autorità russe circoscrissero l'area inibendone l'accesso per diversi anni.

Quindi, a questo punto, abbiamo nove escursionisti accampati ai piedi di una montagna. Ma durante la notte, verso le 3 del mattino, accade qualcosa di strano, qualcosa che li ha spaventati al punto da spingerli dall'uscire dalla tenda, squarciandola con un coltello, e fuggire verso i boschi. Alcuni di loro erano seminudi, nel mezzo di una tormenta in una regione che di notte segna una temperatura media di -30°. La scena come si è presentata ai soccorsi è un festival di stranezze. Badate bene che le uniche impronte trovate in tutta la zona furono le loro. Nessuna impronta di elementi estranei alla spedizione nè di animali.

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[i]La tenda come è stata trovata dai soccorsi[/i]

Tutti e nove arrivarono al bosco correndo come pazzi per 1,5 km. Due di loro si arrampicarono sugli alberi fino ad un'altezza di 5 metri, con talmente tanta foga da lacerarsi le carni. Tentarono anche di accendere un fuoco.

Si stabilì che da quegli alberi, a quell'altezza, si scorgeva la tenda che avevano abbandonato in fretta e furia. Tre di loro, giunti al bosco, decisero di tornare alla tenda. Morirono a metà strada.

Uno di loro (Igor Dyatlov, il capospedizione) fu trovato riverso sulla schiena, con un ramo nella mano destra, mentre la mano sisnistra la teneva sul capo, come per proteggersi. Poco lontano venne trovato il corpo di Rustem Slobodin, morto apparentemente di ipotermia ma con una frattura nel cranio. Pare abbia cercato di trascinarsi verso la tenda con le ultime forze che gli restavano. La terza persona era Zina Kolmogorova; trovata cadavere e circondata da tracce di sangue che non era il suo.

Una dinamica che non collima per nulla con l'ipotesi del semplice incidente di montagna o della slavina (di cui peraltro non vi è traccia alcuna nei referti delle indagini)

L’unica descrizione possibile degli eventi è la seguente: a notte fonda, qualcosa terrorizza i nove alpinisti che fuggono tagliando la tenda; alcuni di loro si riparano vicino all’albero, cercando di arrampicarvici (per scappare? per controllare il campo che hanno appena abbandonato?). Il fatto che alcuni di loro fossero seminudi nonostante le temperature bassissime potrebbe essere ricollegato al fenomeno dell’undressing paradossale; comunque sia, essendo parzialmente svestiti, comprendono che stanno per morire assiderati. Così alcuni cercano di ritornare al campo, ma muoiono nel tentativo. Il secondo gruppetto, sceso più a valle, riesce a resistere un po’ di più; ma ad un certo punto succede qualcos’altro che causa le gravi ferite che risulteranno fatali.

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[i]Dove sono stati trovati i corpi rispetto al campo e all’albero[/i]

Cosa hanno incontrato gli alpinisti? Cosa li ha terrorizzati così tanto?

Le ipotesi sono innumerevoli: in un primo tempo si sospettò che una tribù mansi li avesse attaccati per aver invaso il loro territorio – ma come abbiamo detto nessun’orma fu rinvenuta a parte quelle delle vittime. Inoltre nessuna lacerazione esterna sui corpi faceva propendere per un attacco armato, e come già detto l’entità delle ferite escluderebbe un intervento umano.

C'è chi ha ipotizzato addirittura un “abominevole uomo delle nevi” tipico degli Urali chiamato almas. l’Almasti. Una sorta di Sasquatch locale. Altri hanno addirittura scomodato gli gnomi del sottosuolo russo…

Altri hanno ipotizzato che una paranoia da valanga avesse colpito il gruppo il quale, intimorito da qualche rumore simile a quello di una imminente slavina, si sarebbe precipitato a cercare riparo; ma questo non spiega le strane ferite né il perché attardarsi all’esterno non appena resosi conto che non vi era nessun pericolo.

C’è anche chi giura di aver avvistato quella notte strane luci sorvolare la montagna. Pare che un altro gruppo di studenti, accampato 50 km più a sud del Gruppo Dyatlov, ricordò di aver assistito all’insolito spettacolo di palle di fuoco sospese nel cielo notturno. Cosa confermata in quei mesi anche da avvistamenti analoghi fatti dal servizio meteorologico e membri dell’esercito. Si scoprì più tardi che le «palle arancioni» erano con tutta probabilità dei lanci di missili balistici R-7 da un vicino poligono missilistico sovietico anche se lo stesso procuratore capo del tempo Lev Ivanov non riuscì mai ad essere del tutto convinto di questa versione.

E nemmeno noi…

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Oltre 30 anni dopo, lo stesso Lev Ivanov rivelò di aver ricevuto forti pressioni da parte dei suoi superiori per interrompere le indagini chiedendogli di mantenere il più stretto riserbo in particolare su quelle luci arancioni comparse nel che Ivanov attribuisce senza dubbio a un fenomeno UFO.

Le convinzioni di Lev Ivanov sono peraltro confermate dalla testimonianza giurata di Vladimir Karelin, uno dei membri della spedizione di soccorso il quale nella sua deposizione afferma quanto segue

[quote]"... Mi guardai intorno con molta attenzione. La prima cosa che ho notato è che la neve lungo il pendio era più basso, come se sciolto da una temperatura elevata "[/quote]

O come testimoniato da Anatoli Shumkov, leader di un altro gruppo di escursionisti durante quelle terribili notti.

[quote]"Questa cosa” riferendosi alle luci arancioni “stava volando silenziosamente e lentamente da sud a nord, oltre il crinale degli Urali. Era incandescente e con colori abbastanza vivaci. Il modo in cui illuminava le nuvole fa pensare a un'altezza di 2,5 fino a 3 km, è stato molto strano"[/quote]

Anche perché i missili, di qualsiasi natura siano, fanno un rumore forte, assordante e ben riconoscibile, io credo che se lo fossero stati, l'altra comitiva che si trovava in zona lo avrebbe fatto notare. Il comportamento della fuga lacerando la parte posteriore della tenda mi fa pensare ad un attacco "intelligente" che si è presentato dall' entrata, e se non ci sono impronte anomale al di fuori dei ragazzi ciò che è stato visto per forza doveva necessariamente lievitare in aria. Ma come è possibile tutto ciò?!

Quando poi negli anni Novanta i fascicoli dell’inchiesta furono desecretati, alcuni particolari furono pubblicati dalla stampa e ne venne fuori anche una teoria secondo cui le morti erano legate alla sperimentazione di un’arma segreta sovietica che potrebbe essere collegata agli studi di Tesla sull'etere o proprio alla tecnologia del macchinario alieno della Tunguska con cui abbiamo aperto l'articolo.

Sta di fatto che, fino a tutto il 1962, tutta l’area circostante è rimasta off-limits per escursionisti, curiosi e visitatori. Una semplice precauzione da analizzare nel contesto storico politico di quegli anni? Non dimentichiamoci che i sovietici pochi anni dopo fecero esplodere la bomba più potente della storia: la bomba Tzar e sempre in quegli anni si giocava la corsa allo spazio contro gli Stati Uniti. Normale volessero proteggere i propri segreti da curiosi e investigatori.

E qui la fantasia comincia a correre libera e vengono chiamati in causa gli alieni, oppure il KGB, servizi segreti sovietici o chissà quali altre agenzie governative di cui la guida Zolotarev sarebbe stato un agente doppiogiochista incaricato di effettuare uno scambio di documenti e altro materiale top-secret con gli Stati Uniti; il che potrebbe almeno in parte spiegare la radioattività riscontrata sui suoi abiti.

Tanta speculazione letteraria è stata fatta in merito a questo caso senza che si riuscisse a fornire plausibili risposte e motivazioni coerenti con i pochi elementi a disposizione relativamente alle cause della morte dei poveri ragazzi. Molti siti internet di carattere ufologico hanno voluto dire la loro e alcuni forum, citati alla fine dell#146;articolo, hanno dedicato pagine e pagine di ‘indagini’ sul caso in oggetto contribuendo a sollevare una serie di dovute considerazioni e dubbi sulle lacunose conclusioni fornite dalla versione ufficiale.

Quegli stessi interrogativi e dubbi che ci siamo posti anche noi di Atlanticus nelle nostre personali “indagini”.

Ed è anche per questo motivo, ovvero per la scarsità di elementi e per le incongruenze nella ricostruzione dei fatti che la Fondazione Dyatlov richiede a gran voce che l'inchiesta venga riaperta e che vengano messi a disposizione della fondazione tutti quei molti documenti che risultano mancanti.

Per questo chiede da anni senza esito al Ministero della Difesa, all’Agenzia Spaziale ed ai Servizi di Sicurezza Nazionale russi di mettere la fondazione nella condizione di consultarli con lo scopo precipuo di ottenere un quadro completo della vicenda”.

Cosa nasconde il governo russo (ex-sovietico) in merito a questo caso? Che ruolo hanno avuto le autorità sovietiche in tutto questo? Cosa sanno che non vogliono fare sapere su ciò che accade tra quelle montagne?

Forse questa reticenza è da collegarsi ai numerosi avvistamenti presentati a suo tempo circa presunte sfere volanti luminose, avvistate sull’area tra febbraio e marzo 1959 (con un picco registrato il 17 febbraio). Abbiamo già detto di come un altro gruppo di studenti, accampato 50 km più a sud del Gruppo Dyatlov, ricordò di aver assistito all’insolito spettacolo di palle di fuoco sospese nel cielo notturno proprio la notte in cui i ragazzi perirono in quelle drammatiche circostanze e che quindi non sarebbero stati missili balistici.

Forse si trattava di un abbaglio. Magari erano soltanto illusioni ottiche, sommate alla stanchezza di una giornata pesante fra i monti. Ma quelle sfere che somigliano tanto alle descrizioni del mito dell’Olonkho volavano proprio sul Kholat-Syakhl, e quella era proprio la maledetta notte in cui i nove andarono incontro alla morte. Coincidenze?

Seguendo questa pista, si può ipotizzare che uno dei ragazzi forse uscì dalla tenda durante la notte, avvistò l’inquietante fenomeno ed allertò gli altri affinché si affrettassero nella foresta.

Forse, ma qui andiamo ben oltre la semplice logica ipotetica, la misteriosa sfera esplose in aria mentre gli escursionisti correvano. Lasciando quattro di loro inerti al suolo e ferendo al contempo gli altri. Una versione forse azzardata, questo è vero, ma che è stata fatta propria anche da Yudin. I suoi amici sarebbero dunque inavvertitamente entrati in un luogo che doveva restare inaccessibile.

Probabilmente, nel perimetro utilizzato per un esperimento militare supersegreto.

Una ipotesi che non può essere validata del tutto ricorrendo unicamente ai documenti declassificati nel 1990. Semplicemente perché gli indizi fondamentali mancano, e non si dispone, ad esempio, di informazioni precise circa le condizioni degli organi interni dei ragazzi. Questi, secondo Yudin, sono stati subito prelevati ed inseriti in contenitori speciali per esami approfonditi, per poi sparire nel nulla. Lo stesso Yudin è arrivato a sostenere che le autorità militari avrebbero aperto un‘indagine sulla sparizione dei ragazzi ben due settimane prima di quella ufficiale, in data 6 febbraio 1959.

Ciascuna delle teorie proposte e suggerite presenta delle lacune e dei punti inspiegabili che fanno crollare il costrutto logico sul quale si basano. Dalla più semplice slavina che ha travolto il campo alla più recente ipotesi di “tempesta perfetta” avanzata da Donnie Eichar ed elaborata in collaborazione con ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration. A provocare la tragedia, sostiene Eichar, sarebbero stati gli infrasuoni, prodotti dai venti che spesso spirano furiosi tra queste montagne dalla particolare conformazione. E studi scientifici dimostrano che gli infrasuoni, non percepibili dall’orecchio umano, hanno un effetto sconvolgente sulla mente: provocano confusione, senso di ansia ed improvvisi attacchi di panico.

Nonostante queste molteplici teorie l’enigma, nonostante le decadi intercorse, resiste ad ogni tentativo di spiegazione. Diversi forum di carattere ufologico si sono interessati di questo caso e, seppur ovviamente senza alcuna pretesa scientifica, sembra interessante riportare alcune considerazioni di persone che comunque possono vantare alcune competenze specifiche in merito.

Come quella di un alpino che vuole rimanere anonimo e che, dopo aver partecipato a diverse spedizioni in Norvegia, confuta la teoria della slavina o del banale incidente in montagna considerandolo alquanto improbabile e ritiene fermamente che quei ragazzi siano stati spaventati da qualcosa che è entrata all'interno della tenda, inoltre segnala di come la storia della tempesta perfetta di Eichar e degli ultrasuoni sia una semplice supposizione, certamente plausibile, ma che non tiene conto del fatto che su un gruppo numeroso di individui questi non possono impazzire tutti nello stesso momento e poi che quelle ferite non possono essere spiegate con un semplice "fratture" o "deterioramento da freddo".

Altra cosa tra le tante che non torna: perché allontanarsi così tanto dalla tenda?

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[i]L’albero dove alcuni trovarono momentaneamente rifugio[/i]

Abbiamo detto che i corpi non presentavano ferite esteriori, né ematomi o segni di alcun genere; impossibile comprendere che cosa avesse sfondato le costole verso l’interno. Una delle ragazze morte aveva la testa rovesciata all’indietro: esaminandola, i medici si accorsero che la sua lingua era stata strappata alla radice anche se non riuscirono a comprendere se la ferita fosse stata causata post-mortem oppure mentre la povera donna era ancora in vita.

Si è detto che la mancanza della lingua così come la scomparsa dei bulbi oculari potrebbero essere stati causati dall'azione di predatori nei giorni successivi alla morte... nell'inverno degli Urali? Su corpi assiderati e nascosti nella neve? E poi quali animali praticherebbero una operazione così mirata e selettiva (occhi, lingua) lasciando invece intatto il resto del corpo per nutrirsi?

E non può essere neppure l'effetto della decomposizione che sostanzialmente avrebbe dovuto bloccarsi per le gelide temperature e il conseguente congelamento di tutti i liquidi interni con relativo blocco o comunque forte rallentamento dell'azione batterica.

[img]http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines_articoli_immagini_th/HL_PRD_10113/eva/morto.jpg[/img]

I soccoritori notarono anche che alcuni degli alpinisti avevano addosso vestiti scambiati o rubati ai loro compagni: come se per coprirsi dal freddo avessero spogliato i morti.

Se fossero stati i militari sovietici sia direttamente (aggressione al campo) sia indirettamente (detonazione di arma) avrebbero presumibilmente ripulito la zona e i corpi non sarebbero stati mai più ritrovati. Inoltre rimane sempre il grande problema di come spiegare l'assenza totale di altre orme all'infuori di quella dei nove esploratori. E come spiegare l'assenza di ferite/traumi se non le terribili lesioni interne di solo alcuni dei malcapitati? Cosa voleva vedere o controllare colui che si arrampicò sull'albero da cui si scorgeva il campo a -20° sottozero?

No... anche io sono fermamente convinto che essi siano scappati da qualcosa... ma cosa può incutere tale timore senza che lasci impronta alcuna nella neve ne sui corpi se non all'interno degli stessi sottoforma di ferite mortali?

Come diceva Artur Conan Doyle dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.

Una ulteriore possibile spiegazione allora, potrebbe essere offerta proprio se torniamo a pensare agli studi e agli interessi dei membri della spedizione citati all'inizio dell'articolo e all’esistenza di luoghi maledetti descritti nella storia nei quali certe ‘energie’ sembrano manifestarsi con maggiore evidenza.

Proviamo a ipotizzare che quella montagna nasconda davvero un segreto energetico/esoterico importante e che i militari sovietici ne siano a conoscenza e siano interessati della cosa. E' possibile che il gruppo fosse stato incaricato di studiare quei fenomeni di luminescenza, ma che quella notte furono vittima degli stessi fenomeni. Il gruppo dei dieci, tra i quali, come abbiamo detto, avrebbero potuto tranquillamente essere presenti in incognito anche elementi del KGB, cosa non così strana negli ambienti universitari dell'URSS del 1959, va apposta sul Kholat Siakhl per effettuare delle approfondite ricerche sulle energie latenti nel luogo basandosi sui teoremi della radionica e della geotecnica. Il tutto magari in incognito e senza le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità russe (siamo sempre nell'URSS del 1959).

Yuri Yudin lo scopre e per non rimanere coinvolto in qualcosa che lo preoccupa o a cui è contrario simula una situazione di malessere tale per cui può giustificare la sua rinuncia alla spedizione.

Il resto della troupe raggiunge il passo ma i loro esperimenti effettuati in un luogo così energeticamente potente provoca qualcosa del tutto inaspettato, una intersezione tra il mondo fisico e il metafisico con conseguente comparsa di energie e forze spaventose in loco che generano un panico irrazionale, la fuga dei membri della spedizione e il successivo attacco da parte di queste entità paranormali comparse sulla scena del delitto.

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[img]http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines_articoli_immagini_th/HL_PRD_10113/eva/lastalive2.jpg[/img]

Le ultime immagini del gruppo ancora vivo...

Sotto questa chiave di lettura le seguenti parole della Kolmogorova:

[quote]"Mi chiedo cosa ci aspetta in questa escursione. Quali nuove cose vedremo?”[/quote]

annotate sul suo diario in data 23 Gennaio 1959, una settimana prima della tragedia, assumono pertanto tutto un altro significato molto più chiaro.

Nelle leggende arabe si parla di posti proibiti come il deserto del Rub' al-Khali, già noto al Progetto Atlanticus per i nostri studi sul mito di Ubar e dell’Atlantide del Deserto narrata dal popolo degli Aditi. Il deserto del Rub’al-Khali evitato dai beduini e in gran parte inesplorato, abitato da strani esseri sovrannaturali noti come i Djinn. Una figura tipica di queste leggende é “La cosa che ti segue furtiva”, un mostro invisibile che attacca gli sfortunati che si attardano nel deserto.

E fenomeni paranormali molto simili non sono nemmeno una novità nella misteriosa Russia. Abbiamo il cosiddetto “Triangolo di Molebka”, nei pressi di Kišertskij, nella Regione di Perm. Una delle prime zone geopatogene scoperte sul territorio russo. I primi accenni su questo luogo maledetto, che attrae letteralmente tutte i fenomeni paranormali immaginabili, risalgono agli anni trenta del XIX secolo.

Già allora, i contadini del posto raccontavano di strani oggetti volanti ed oggetti brillanti che vedevano intorno al villaggio di Molebka, ma il vero grande evento del Triangolo di Molebka è arrivato a metà degli anni ottanta durante il periodo di caccia invernale, quando il geologo di Perm, Emil Ba#269;urin, notò tra la neve un cerchio di 62 metri di diametro, che poi descrisse in una dettagliata relazione. Timur Ivanzov racconta che, in seguito, vennero organizzate molte esplorazioni scientifiche nel Triangolo di Molebka, per cercare di svelarne il mistero:

[quote]“Le persone vedevano con i propri occhi piatti volare, come aerei su una pista e, per di più, con invidiabile regolarità. Sul bosco e sui campi periodicamente comparivano brillanti palle che gli abitanti del luogo denominarono 'arance di fuoco'".[/quote]

Vorrei anche ricordare la sensazione di malessere che incontrano le persone arrivando nel Triangolo di Molebka: di fatto, tutti soffrono di una lunga e costante emicrania, hanno sbalzi di temperatura corporea e di pressione e il corpo si gonfia”.

La “Catena dell’Orsa”, nei pressi di Žirnovskij, nella Regione di Volgograd. Questo luogo è proprio un magnete per i fulmini: violenti sfere che sorvolano i campi o potentissimi fulmini che semplicemente spezzano in due i villaggi e lasciano cicatrici sulle pietre sono eventi normali per la “Catena dell’Orsa”.

Inoltre, considerato che il suolo è contaminato e possiede una radiazione di fondo più elevata del solito e che, di tanto in tanto, animali muoiono misteriosamente, capiamo perché proprio questo luogo rientra nel nostro “tour degli orrori”. Timur Ivanzov, però, conosce ancor un altro segreto su questo posto:

[quote]“C’è un tunnel di provenienza sconosciuta, situato a una profondità di circa venti metri e dal diametro di 10-12 metri. Gli abitanti del luogo sono certi che qui si trovi una base per gli UFO o una città sotterranea di banditi, dove nascondono i tesori rubati. Oltre a ciò, da sotto terra sgorga una strana sorgente: se da un lato proviene acqua pura, dall’altra fonte esce acqua completamente avvelenata”.[/quote]

Si ricorda anche il caso del radar del monte Chistop, poco lontano dal passo Dyatlov, installato nel 79 e abbandonato dopo qualche anno perché ricettacolo di mille fenomeni magnetici, incendi, cavi fusi, palle di fuoco, e altri fenomeni inspiegabili.

Se ci allontaniamo un po’ dalla Siberia e dalla Russia scopriamo che queste descrizioni hanno una certa somiglianza con il fenomeno delle luci di Hessdalen. località della Norvegia di soli 150 abitanti, in cui si ripetono fenomeni misteriosi che sfuggono a una esauriente spiegazione scientifica, nonostante approfonditi studi che vengono da anni compiuti.

Dal 1998 una telecamera registra continuamente i fenomeni dell’area, così come un radar e un magnetometro. Sulla reale esistenza di tali luci non ci sono quindi dubbi, ma ce ne sono molti sulla loro natura. Si manifestano come luci sferiche di diversi colori e diverse forme, sia nel cielo che presso il suolo, pulsanti irregolarmente e dotate di movimento a scatti. In concomitanza di queste luci si notano perturbazioni del campo elettromagnetico.

[img]http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines_articoli_immagini_th/HL_PRD_10113/eva/hess1.jpg[/img]

[img]http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines_articoli_immagini_th/HL_PRD_10113/eva/hessdalen2.jpg[/img]
[i]Luci di Hessdalen – Quali analogie con il Passo Dyatlov?[/i]

La loro dimensione va da 0,5 a 30 metri e il fenomeno ha un picco di frequenza in inverno e nelle ore dalle 22 all’1. La luminosità emessa è fino a 100 kW. Per spiegare il fenomeno è stata ipotizzata l’espulsione di particelle che genererebbero le onde radio a frequenza molto bassa rilevate. Vengono anche rilasciate sfere microscopiche leggermente radioattive rilevate poi sul terreno. Il luogo è famoso anche per le testimonianze che risalgono fin dal 1800, ma sembra che ci siano una quarantina di luoghi nel mondo ove avvengono fenomeni del tutto sovrapponibili. Che il Kholat Siakhl sia uno di questi?

Gli scienziati non sanno ancora perché sul pianeta esistono zone geopatogene e perché intorno ad esse si concentrano così tanti eventi paranormali. Queste zone geopatogene sono state oggetto di studi da parte di Michael Persinger le quali coniugano in modo originale, per la prima volta su solide basi scientifiche, la geofisica, quindi lo studio dell’ambiente naturale e la neuropsicologia degli stati modificati di coscienza. Esse permettono quindi di gettare nuova luce su tanti aspetti della “geografia sacra”.

Ad esempio, anche ad un’analisi superficiale, si nota che tanti luoghi magici, in cui i sacerdoti, i veggenti o le streghe si recavano per avere visioni e predire il futuro, si trovano in prossimità di siti con caratteristiche geofisiche tali da poter creare, o aver creato in passato, anomalie geomagnetiche del tipo di quelle riprodotte da Persinger in laboratorio con il suo elmetto. Lo stesso Persinger ha preso in considerazione, da questo punto di vista, i luoghi in cui sono avvenute alcune celebri apparizioni mariane.

Paul Devereux, un ricercatore indipendente, ha registrato delle anomalie locali del campo magnetico terrestre in coincidenza con l’apparizione di luci misteriose (le cosiddette “earth lights”) nel deserto del Texas e in quello della regione di Kimberley nell’Australia Occidentale. Queste luci erano già conosciute agli abitanti indigeni di quelle zone e sono state in tempi più recenti considerate come apparizioni UFO.

I risultati di Devereux sono in accordo con la teoria di Persinger, anzi, lo stesso Devereux, autore di numerosi libri sulla “geografia cognitiva dei luoghi sacri”, è addirittura andato nel laboratorio di Persinger per provare di persona il famigerato elmetto. Ricordiamo, infine, che anche il celebre Oracolo di Delfi si trova su una faglia tellurica e la zona è stata frequentemente soggetta a terremoti; anche se in questo caso sembra che lo stato di trance della Pizia fosse provocato dall’etilene che fuoriusciva dalle fratture nel terreno, non si può escludere un ruolo del geomagnetismo terrestre o una combinazione dei due effetti.

C’è un altro aspetto delle ricerche di Persinger da prendere seriamente in considerazione. Le tecnologie elettromagnetiche di modificazione della coscienza possono essere impiegate come strumenti per il controllo mentale da parte di eserciti, servizi segreti o organizzazioni criminali. Dai tempi della guerra fredda, sia gli USA che l’ex Unione Sovietica hanno cercato di sviluppare sofisticati metodi di controllo mentale per creare agenti segreti e assassini dotati di personalità multiple e quindi in grado di vivere una vita tranquilla o di uccidere su comando, a seconda del prevalere dell’una o dell’altra personalità. Un altro obiettivo di queste ricerche, spesso basate sull’ipnosi e sull’uso di sostanze allucinogene e delirogene, era quello di ottenere da agenti nemici catturati, tutte le informazioni in loro possesso.

Fra le varie tecniche impiegate a partire dagli anni ’60, grazie ai progressi dell’elettronica, c’è stato anche l’impianto chirurgico nel cervello di stimolatori elettrici comandati a distanza via radio. Il principale sostenitore di questo metodo di controllo mentale è stato il professor José


Ultima modifica di Atlanticus81 il 13/03/2014, 23:02, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/03/2014, 09:47 
Visto che si parlava di "luci strane" nel cielo del Kholat Siakl quando i 9 escursionisti del passo Dyatlov trovarono la morte...

Le misteriose luci di Marfa

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Le Luci Marfa di sono chiamate cosi' per la loro posizione vicino alla città di Marfa,Texas. Marfa è una piccola comunità di allevatori di bestiame che si trova sull' altopiano desertico di Chihuahua nel Trans-Pecos nella zona del Texas occidentale.

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L'economia locale e' supportata per lo più dall'allevamento di bestiame e più recentemente dal turismo; la cittadina è circondata da vaste montagne ed è la più alta città incorporata del Texas '.

Marfa è conosciuta soprattutto per le sue famose e misteriose luci e per le riprese del classico film "Giant", con Rock Hudson, Elizabeth Taylor, Dennis Hopper e James Dean. Le misteriose luci di Marfa appaiono tutt'ora e sono ancora di origine origine sconosciuta come lo erano quando sono state viste dai primi coloni che guidavano le loro greggi nella zona di Marfa nel 1883.

Qual'e' la loro origine?

Tutt'ora il mistero non è stato ancora risolto.

Robert Ellison era giunto a Marfa nel 1883 ed era diretto verso ovest alla guida della sua mandria.

La seconda notte, mentre era accampato appena fuori Passo Paisan, aveva visto delle strane luci in lontananza e in un primo momento, aveva temuto che fossero fuochi di segnalazione Apache.Il signor Ellison dopo aver visto quelle luci perlustro' la campagna a cavallo convincendosi che le luci non erano provocate dall'uomo. Anche altri coloni affermarono di aver visto quelle luci affermando di non essere stati in grado di identificarne l'origine. Le luci di Marfa segnalate risultavano avere le dimensioni da 1a10 metri di diametro,dalla forma sferica e di colore rosso-arancio.
Esse sono state osservate mentre variavano la loro dimensione e volavano a velocità elevate e quali sono state catturate da numerose fotografie e riprese video. Le luci di Marfa sono generalmente considerate innocue,sospettate persino di aver aiutato un uomo che si era perso durante una bufera di neve, fornendo calore e guidandolo verso casa. Le luci fantasma apparivano in molti modi diversi ed alcune personegiurano di averle viste mentre si dividono per formare sfere separate di luce.
Altri sostengono di averle viste spostarsi verso l'alto e verso il basso, in modo ondulatorio. Tutti concordano sul fatto che a volte si manifestavano gradualmente come una stella, per poi aumentare notevolmente d'intensità.
Gli scienziati hanno fatto numerosi tentativi per risolvere il mistero. Nel 1947, Fritz Kahl, un locale veterano di guerra e pilota, aveva tentato invano di inseguire le luci con un aereo, ma senza ottenere alcun risultato.

Nel 1975, Fritz Kahl aveva fatto un altro tentativo, questa volta con una squadra che comprendeva degli osservatori a bordo di una jeep e alcuni aerei.

Il gruppo di cacciatori delle "luci fantasma di Marfa", come veniva chiamato, era costituito da un centinaio di osservatori suddiviso tra i due punti di osservazione, uno a Passo Paisan e l'altro all'ingresso del vecchio presidio del County Airport. I ricercatori, utilizzarono degli aerei, strumenti di rilevazione,apparecchiature radio multi-banda e circa una mezza dozzina di squadre di ricerca.Alcuni credono che le luci non sono altro che delle luci ad alta potenza provenienti dagli allevamenti della zona o dei fari delle automobili che si riflettono nei dintorni, ma questo non spiega perché le luci sono stati riportate in un periodo prima ancora che l'elettricità o veicoli avrebbe raggiunto e collegata la zona di Big Bend.

Per vedere le luci di Marfa basta recarsi sulla Highway 90, la strada principale del dipartimento del Texas che sii trova a nove km a est di Marfa.

Gli osservatori delle luci fantasma possono sostare nella zona e scrutare l'orizzonte verso sud-ovest,guardando verso Chinati Peak e utilizzando una lontana luce rossa come marcatore proveniente da una torre; si può essere certi che qualsiasi luce a destra del marcatore, che appare e scompare, è una luce fantasma Marfa.

http://misteroufo.blogspot.it/2013/01/l ... marfa.html

Ma sono molti i casi di luci dall'origine inspiegabile...

Le misteriose Luci / UFO di Mansarovar Lake, Himalaya!
http://misteroufo.blogspot.it/2012/08/l ... rovar.html

Le Misteriose luci rosse nel cielo di Cassino e San Vittore del Lazio
http://misteroufo.blogspot.it/2012/07/l ... lo-di.html



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MessaggioInviato: 23/03/2014, 18:28 
Jacques Vallèe: la sua teoria su esseri intradimensionali

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"Le osservazioni di UFO non sono necessariamente provocate da viaggiatori spaziali. Il fenomeno può essere la manifestazione di una tecnologia molto più complessa. Se il Tempo e lo Spazio non hanno una struttura molto semplice come quella ipotizzata dagli scienziati, la questione è allora 'Da dove vengono'? Ciò può sembrare senza senso, ma potrebbero venire da un luogo nel Tempo. Se la Coscienza si può manifestare al di fuori del corpo, allora l'eventualità delle ipotesi può essere ancora più larga." Messaggeri di Illusioni di Jacques Vallèe


Per via delle sue idee Vallèe venne allontanato dal mondo degli ufologi, infatti lui si era convinto che gli alieni non fossero degli extraterrestri, ma esseri intradimensionali, e questo non fece felici i suoi colleghi. Alcuni investigatori, specialmente Ray Palmer, John Keel e Salvatore Freíxedo, hanno suggerito, sia in dichiarazioni pubbliche sia in conversazioni private con il sottoscritto, che potrebbe esistere un legame fra i fenomeni UFO e quelli occulti. A prima volta uno scienziato troverà assurda la sola idea di un simile collegamento, eppure i casi descritti in questo libro hanno già rivelato i legami fra i gruppi e le sette consacrate all'occulto da un lato e le organizzazioni coinvolte nelle ricerche UFO dall'altro. Molti dei fenomeni segnalati dai testimoni includono effetti di Poltergeist, levitazione, controllo psichico, guarigioni ed esperienze extracorporee: tutte cose familiari a chi si occupa di letteratura dell'occulto, descritte in modo particolareggiato in opere del dicíannovesimo secolo firmate dal dottor Encausse, dal barone Reichenbach, da Eliphas Levi, da Camille Flammarion e da molti altri scrittori europei.

Comunque, adesso ti farò un elenco dei principali fenomeni raccontati dalle persone che giurano di avere avuto contatti con gli alieni:

- Vedere ombre che si muovono nella stanza.
- Vedere creature in carne e ossa nei pressi del proprio letto.
- Vedere esseri lunimosi nei pressi del proprio letto.
- Vedere lampi di luce.
- Sentire passi umani che si avvicinano oppure si allontanano (a volte anche di corsa).
- Sentire una sorta di sparo come se un oggetto pesante fosse appena caduto.
- Sentire fruscii.
- Sentire i sospiri di qualcuno nella stanza.
- Sentire voci di persone che sussurrano (spesso all’orecchio).
- Sentire chiamare il proprio nome.
- Sentire musica.
- Sensazione di essere toccati.
- Sensazione di essere schiacciati sul letto.
- Sensazione di essere sollevati (totalmente o anche sono una parte del corpo come le gambe).
- Immobilità e paralisi.

Questi sono solo quelli che mi vengono in mente in questo momento, ma ce ne sono molti altri che ovviamente ricordano da vicino le classiche allucinazioni ipnagogiche. Inoltre, se hai mai letto qualche testo sull’argomento saprai benissimo che esistono alieni appartenenti a varie razze e provenienti da diverse galassie/dimensioni. Ci sono i rettiliani, i grigi, i nordici, le cavallette, gli esseri di luce e tanti altri ancora. Tra di loro sembra ce ne siano anche alcuni che non vogliono il nostro male ma aiutarci ad evolvere, sarebbero buoni insomma, come i ribelli della serie Visitors.

Comunque sia, anche questo gruppo può passare attraverso i muri e le finestre, rapire le persone dai loro letti e non per portarli all’interno delle loro astronavi o in basi sotterraneee segretissime, salvo poi restituirle alla terra da dove le hanno portate via con qualche ricordino fisico come piccole ferite e segni vari.

Uno dei primo fenomeni di abduction di cui si è a conoscenza viene descritto da Eliphas Levi rifacendosi a testi scritti nell'VIII° secolo su fatti avvenuti in Francia:
"Sotto il regno di Pipino il Breve si manifestarono in Francia fenomeni assai singolari. L’aria era piena di figure umane, il cielo rifletteva immagini di palazzi, di giardini, di flutti agitati, di vascelli con le vele al vento e di eserciti in ordine d battaglia. L’atmosfera rassomigliava ad un grande sogno: tutti potevano distinguere i dettagli di questi quadri fantastici. Si trattava di un’epidemia che colpiva gli organi visivi o di una perturbazione atmosferica proiettante miraggi nell’aria condensata? L’immaginazione era trascinata da queste meravigliose fantasie quando apparivano i miraggi celesti, le figure umane fra le nubi. Si confondevano i sogni con lo stato di veglia, e parecchie persone si credettero levate in alto da creature aeree. Non si parlò che di viaggi nei paesi dei silfi… la follia s’impadronì delle menti più sagge, ed alfine la Chiesa dovette intervenire."

I silfi o sifilidi sono gli spiriti elementali dell’aria che nelle leggende popolari venivano raffigurati come esseri superiori, di statura molto piccola, usi ad infastidire i dormienti. Secondo le cronache dell'epoca un cabalista del Regno di Carlo Magno cercò di convincere il popolo della loro esistenza chiedendo ai Silfi di mostrarsi a loro. Essi lo fecero comparendo nel cielo, la gente però si rifiutò di credere che fossero reali. I silfi, allora, per cercare di convincere il popolo, presero a rapire uomini e donne per condurli nella loro patria, Magonia, luogo meraviglioso ed incredibile, e mostrare loro inauditi prodigi.

Nel 1979 Vallée pubblica un nuovo libro, più controverso ancora del precedente, intitolato Messengers of Deception - UFO Contacts and Cults (anche questo tradotto in Italia, col titolo Messaggeri di illusioni: il culto degli UFO, Sperling & Kupfer 1984). La preoccupazione dell'autore è rivolta alle implicazioni sociali dell'ufologia. Accanto alla componente fisica (gli oggetti osservati e la loro causa) e a quella psicologica (relativa ai singoli testimoni), Vallée vede infatti un effetto sociologico (a livello di massa) del problema UFO, che sarebbe manipolato o comunque sfruttato da qualcuno - i servizi segreti delle varie nazioni o qualche tipo di società segreta - per secondi fini. Per sostenere tale tesi, punta soprattutto su un'analisi di aspetti apparentemente marginali: le sette cultiste create attorno alle figure carismatiche dei contattisti (che rappresenterebbero una forma di "nuova religione", non spontanea ma manipolata) ed i misteriosi casi di mutilazione del bestiame che negli anni '70 hanno invaso l'America (e che sarebbero un aspetto della tecnologia psicotronica rappresentata dal fenomeno UFO: eventi fisici usati per influenzare la coscienza delle persone).
Il libro riceve una fredda accoglienza da parte dell'intera comunità ufologica. Jacques Vallée si tira quindi in disparte e scompare dalla scena per diversi anni.

http://sonoconte.over-blog.it/article-j ... 61219.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 23/03/2014, 18:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/03/2014, 13:52 
Ecco perche' gli UFO sono invisibili all'occhio umano
UFO nascosti sotto un flusso elettromagnetico invisibile all'occhio umano, ma a migliaia sono intorno a noi

Scienziati indiani hanno finalmente capito come gli UFO ci osservino in volo fermo e siano intorno a noi dappertutto senza che noi ce ne accorgiamo. A Pune, India, ingegneri dell'Organizzazione di Ricerca e Sviluppo della Difesa Indiana stanno sperimentando un'apparecchiatura che permette di vedere gli effetti segreti di un intenso flusso elettromagnetico. Secondo qs super intelligenti cervelli indiani gli effetti finali di occultamento si ottengono creando un intenso flusso elettromagnetico intorno a qualsiasi oggetto. Anche i Russi hanno sperimentato simili meccanismi di occultamento.

Il flusso elettromagnetico puo' essere creato attraverso applicazioni molto avanzate di super conduttori. Questi sono mezzi paranormali per creare il flusso che rende ogni cosa veramente invisibile. Il flusso elettromagnetico puo' essere creato da qualsiasi persona attraverso la meditazione. Quando questo ha luogo, appaiono strani fenomeni che la maggior parte delle persone chiama miracoli, eventi divini ecc.

Gli scienziati stanno ricevendo sempre piu' indicazioni sul fatto che il flusso elettromagnetico e' usato per rendere gli UFO invisibili all'occhio umano. Alcuni animali hanno sensori che permettono loro di percepire l'energia al di la' del flusso elettromagnetico. Probabilmente cani e gatti vedono gli UFO sempre ma non lo sanno dire !

Secondo questi scienziati una macchina che vede attraverso il flusso elettromagnetico potrebbe vedere gli UFO in qualsiasi occasione. Il motivo per cui gli UFO sono a volte visibili per brevi periodi e' dovuto al fatto che quando un UFO entra nell'atmosfera terrestre e si avvicina ad un oggetto o ad una destinazione sulla terra, l'UFO deve mutare la velocita' ultrasonica o le sue tecniche di manovra verso la velocita' del suono e adeguarsi all'elettromagnetismo e alla gravita' terrestre.

Proprio in quel momento per evitare interferenze elettromagnetiche il flusso artificiale viene ritirato per brevi tratti di tempo. Quando l'UFO raggiunge la velocita sua tipica che puo' anche usare sulla terra, il flusso elettromagnetico viene riattivato. Questo spiega perche' molti piloti vedono gli UFO e li inseguono senza successo perche' spariscono improvvisamente. Se ci basiamo su questa scoperta, vediamo che ci possono essere miriadi di UFO intorno a noi. Ci sono anche indicazioni che il teletrasporto possa dipendere da questo flusso elettromagnetico.

http://www.spaziosacro.it/interagisci/b ... i-ufo-sono



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Si ma è una scoperta scientifica reale o solo illazioni? Perché l'articolo non è che esponga nulla di concreto :| Sarebbe interessante saperne di più



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Hai ragione Max... ma purtroppo dinanzi a queste tecnologie (reali o presunte) è come se avessimo appena aperto uno spiraglio di una porta.

Una porta che facciamo fatica a varcare... vuoi per una certa forma di dogmatismo scientista, vuoi per la nostra inesperienza e poca conoscenza del campo.

Conoscenze che, sono convinto, erano paradossalmente più alla portata dei nostri antichi progenitori, meno viziati dal profondo dogmatismo che la "Accademia" oggi sfrutta come 'barriera all'entrata' rispetto a dottrine ortodosse.

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