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Grigio
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 Oggetto del messaggio: Come pensano gli extraterrestri
MessaggioInviato: 15/02/2014, 10:30 
Nella mente dell’alieno: la scienza tenta di capire come pensano gli extraterrestri


Nell'attesa che un giorno l'umanità entri finalmente in contatto con una eventuale civiltà extraterrestre, alcuni scienziati credono che l'intelligenza aliena sia un argomento da studiare più in profondità. Il primo contatto, potrebbe essere molto più problematico del previsto, dato che i fratelli galattici potrebbero avere comportamenti e percezioni a noi totalmente estranei... e viceversa!
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Secondo il parere di alcuni scienziati, il primo contatto con una civiltà extraterrestre potrebbe avvenire entro i prossimi cinquant’anni.

Tuttavia, l’incontro con intelligenze aliene, fiorite ed evolutesi su pianeti molto diversi dalla Terra, potrebbe essere molto più traumatica di quanto si creda.

Potremmo imbatterci in esseri con un intelligenza completamente diversa dalla nostra, con sistemi etici per noi inaccettabili e con modalità di comunicazione totalmente incompatibili con i nostri. Insomma, la vita extraterrestre potrebbe essere al di là della comprensione umana.

Aumentando la consapevolezza che il primo contatto sia una possibilità tutt’altro che remota, un gruppo di scienziati ha cominciato a riflettere in maniera più approfondita su come affrontare questa esperienza potenzialmente inconcepibile.

“Potremmo trovarveli davanti a noi, senza essere in grado di riconoscerli”, spiega Lord Martin Rees, presidente della Royal Society ed astronomo di Sua Maestà Britannica. “Il problema è che stiamo cercando qualcuno di molto simile a noi, ammesso che abbiano qualcosa come la nostra stessa matematica e tecnologia.

Il sospetto è che ci potrebbe essere vita e intelligenza nel cosmo, in forme che non siamo in grado di concepire. Proprio come uno scimpanzé che non può capire la teoria quantistica, potrebbero esserci aspetti della realtà che vanno oltre la capacità del nostro cervello”.

Anche la fisiologia di un alieno potrebbe essere molto diversa. Non si può escludere che un extraterrestre potrebbe avere quattro arti, invece che due. Ma è anche possibile che possano avere decine di tentacoli, a seconda dell’ambiente evolutivo.

Ma la domanda fondamentale è: come possiamo veramente misurare il funzionamento di una mente aliena? Sembra un compito complicato, sopratutto considerando il fatto che non riusciamo ancora ad afferrare completamente la mente umana. Forse, per addentrarci all’interno di una mente aliena, dobbiamo semplicemente smettere di pensare come gli esseri umani.

Un nuovo documento, pubblicato su Acta Astronautica del mese di febbraio, propone un esercizio preliminare allo scopo di costringerci a pensare al di fuori degli schemi umani. L’esercizio si chiama COMPLEX (Complexity of Markers for Profiling Life in Exobiology).

Il progetto mette in comparazione diverse intelligenze non umane, come quelle degli animali, dei microbi e delle macchine, e diverse categorie di comportamento e capacità mentali. “L’obiettivo del COMPLEX sarebbe quello di prepararci alla valutazione di altre specie che potremmo trovare nello spazio”, spiega Denise Herzing, autrice dello studio e biologa presso la Florida Atlantic University.

La ricerca potrebbe rivelarsi fondamentale per l’astrobiologia, la quale si basa prevalentemente sulla comprensione dei terrestri per valutare ciò che c’è sugli altri pianeti.

“Abbiamo utilizzato principalmente due metodi per valutare le intelligenze”, spiega la Herzing. “Il primo si basa sulla valutazione fisica dell’infrastruttura biologica del cervello. La seconda è una valutazione cognitiva che solitamente richiede esperimenti e prove sviluppate da esseri umani, sulla base della convinzione di avere competenze superiori”.

“Naturalmente, ogni specie è intelligente nella misura in cui riesce a sopravvivere nel suo ambiente”, continua la biologa. “Ma altre specie potrebbero avere tipi di intelligenza, determinati della struttura cerebrale e dagli ambienti fisici, complesse come la nostra, ma diverse dalla nostra. Ad esempio, creature complesse senza mani probabilmente non creerebbero cose allo stesso modo degli esseri umani”.

Certamente, la nostra capacità di utilizzare ciò che è presente nel mondo fisico, dalla pietra per le piramidi, al silicio per i nostri computer, è un’opportunità incredibile non posseduta da nessun altro organismo terrestre. Ma la meraviglia ingegneristica di un termitaio, con tanto di regolazione termica, ventilazione, coltivazioni e giardini, ci dice che intelligenze aliene come quelle degli insetti, sono capaci di altrettante straordinarie opere.

“Penso che un giorno potremmo essere in grado di vedere noi stessi come una delle tante specie che si è evoluta con alcune specialità, come il linguaggio vocale e la manipolazione delle cose, piuttosto di considerarci come l’unica specie intelligente del pianeta Terra”, dice la Herzing.

“In realtà, non abbiamo fatto un buon lavoro nel riconoscere altre forme di vita terrestri intelligenti, così come altre culture umane e non umane. Se ci sfidiamo con domande e riflessioni fuori dalla nostra logica umana, tralasciando i nostri pregiudizi, penso che un giorno potremo almeno dare una sbirciatina dietro l’angolo”, conclude la ricercatrice.

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MessaggioInviato: 17/02/2014, 11:35 
Come pensano gli extraterrestri? Una buona domanda e penso che sia ora iniziare a indagare in tal senso per scoprire quella parte di noi stessi che non conosciamo e che sta in un idea di noi stessi più evoluta di quella che abbiamo. Finche ci considereremo umani e semplicemente umani, fatti di un corpo umano che interagisce da massa a massa, osservatore con i cinque sensi, sviluppatore di una mente ancorata al suo corpo e niente più, etc., avremo difficoltà a comprendere l'universale, perché cerchiamo di comprendere l'universale da un punto di vista fisico, soggettivo, mentale, legato alla nostra storia umana, al tempo umano che viviamo, alla nostra esperienza umana che viviamo, etc.. In quest'ottica sarà dura comprendere l'universo, la sua dinamica, la sua evoluzione; e in oltre, sarà dura comprendere la vita come fenomeno universale che si realizza oltre i parametri umani. Ci saranno sempre detrattori, scettici, che preferiranno "negare" queste possibilità oppure ridurle a possibilità non verificabili e quindi rimanere sempre in interpretazioni materialistiche, legate all'esperienza che si ha di se stessi, dell'umano e della propria coscienza umana e del proprio tempo umano.
Per cogliere l'universale dobbiamo "ESTENDERCI ALL'UNIVERSO", in un certo senso dobbiamo accettare in qualche modo di esserlo; faccio questa affermazione con umiltà senza nessun senso di superiorità o inferiorità; questi sensi fanno parte proprio di quel genere di percezioni che ci separano dal saper cogliere l'universale. Nel post da te trasmesso nemesis-gt, una biologa afferma che una specie è intelligente nella misura in cui riesce a sopravvivere nel suo ambiente. Questo fa riferimento all'intelligenza come capacità di sopravvivere. Senz'altro la capacità di sopravvivere ha a che fare con l'intelligenza, ne è una caratteristica, un aspetto, ma non riguarda la totalità del fenomeno "intelligenza". L'intelligenza ha più a che fare con il semplice desiderio di conoscere e di creare oltre i parametri della sopravvivenza e del potere e degli istinti che sono aspetti prettamente umani. Nella nostra umanità siamo fatti soprattutto di istinti sessuali e riproduttivi, di dolore e sopravvivenza, di potere nei suoi vari aspetti; l'intelligenza è per me quella qualità che ci spinge a vivere, non a sopravvivere, oltre la nostra umanità e che ci spinge nel desiderio di conoscere, a consumare sconosciuto, a creare la nuova via, a manifestare nuova realtà oltre a quella fino ad ora conosciuta.......... Questa intelligenza è soprattutto nel NOSTRO SE' SPIRITUALE, parte di noi stessi che il nostro materialismo imperante nega. Per me spirituale è semplicemente "NATURA DELLA REALTA", la sua natura in termini di consapevolezza, energia, informazione, pensiero, etc. Noi osserviamo la realtà, compreso quello quantistica, attraverso la nostra mente, cercando di riportare tutto a valori "visivi"; il punto fondamentale è, secondo me, che la natura della realtà nella sua essenzialità, non può essere vista, può essere osservata, percepita, esistita e non è dimostrabile se non con l'esperienza diretta di essa e un vissuto esistenziale che trascende la nostra umanità stessa.
Estendere se stessi all'universo, vuol dire per me, entrare consapevolmente in quell'esperienza esistenziale di noi stessi spirituali, del nostro sé spirituale, che può essere vissuto consapevolmente; li cominciamo a percepire che distanza, spazio, tempo, sono valori dei cinque sensi e che l'universo può essere "tutto qui ed ora". Vuol dire in sostanza iniziare a percepire che possiamo imparare attraverso noi stessi, un noi stessi che trascende l'umano, che possiamo essere infinitamente collegati a tutto l'universo e che possiamo sperimentare l'ovunque qui ed ora. E poi si tratta di imparare a farlo; io sto imparando a farlo, ma prima di intraprendere una via di apprendimento per arrivare a farlo (e non ci sono ancora riuscito), ho imparato a riconoscere che questa è una possibilità autentica attraverso il mio pensiero, i miei sentimenti, la mia esperienza di me stesso oltre l'umano che sono....... Ed è una possibilità per tutti, sta li, in quel grande sconosciuto di noi stessi che non conosciamo e che spesso neghiamo.
Finche saremo solo "razionali" nel concepire l'universo, comprenderemo poco. Il nostro cervello è fatto da una parte "irrazionale" ( cervello destro) e da una parte razionale (cervello sinistro), e in oltre è fatto da una profondità che riguarda il cervello all'interno fino alla sede del subconscio. Dobbiamo imparare a viverlo tutto consapevolmente e a comprendere come possiamo vivere con un cervello totalmente attivato nella pienezza della consapevolezza, e essere questo; a quel punto potremo veramente avere una "visione universale" nell'ambito delle nostre esperienze e probabilmente a quel punto interagire con una quantità di intelligenze galattiche e extragalattiche che per ora non osiamo immaginare. E del resto pensateci un attimo: come è possibile interagire con intelligenze completamente diverse dalla nostra dal punto di vista fisico, mentale, emozionale? completamente diverse da punto di vista strutturale energetico? magari alcuni non sono nemmeno fatti di materia. Oppure sono fatti di una materia atomistica completamente diversa dalla nostra come struttura energetica e vibrazionale. La materia che conosciamo vibra in certe frequenze, non potrebbe esserci un altro pianeta con un tempo diverso e che è fatto di una materia che esiste su vibrazioni diverse?
Come è possibile interagire con intelligenze tanto diverse? Finche siamo semplicemente umani, con la nostra umanità legata al tempo, alla Terra, legata ai nostri concetti di spazio e di tempo, legata alla sopravvivenza, agli istinti, al potere, è abbastanza dura..... Ma se cominciamo a trasmutare noi stessi da esseri umani a esseri spirituali centrati nella natura essenziale della realtà ovunque e a trattare il corpo umano come un "abitacolo" che ci permette di esprimerci nel nostro ambiente, a percepirci nel sé spirituale come universali, a vivere esperienze di connessione con l'ovunque, centrati nella natura della nostra realtà (non nella realtà), allora inizieremo a interagire con esseri universali diversi in fisicità da noi. Dobbiamo in sostanza DIVENIRE UNIVERSALI PER POTER INTERAGIRE CON L'UNIVERSO SUPERANDO SPAZIO, TEMPO E DISTANZA, TRASMUTANDO L'UMANO CHE SIAMO IN UN UMANO UNIVERSALE CHE VIVE CONSAPEVOLMENTE IL SUO ESSERE ESSENZIALE SPIRITUALE UNIVERSALE, CENTRATO IN ESSO. Sarà a quel punto che inizieremo ad interagire con altri esseri dell'universo anche loro divenuti nella loro evoluzione di consapevolezza "universali" e non più legati strettamente al loro pianeta come siamo noi umani ancora oggi.
La razza umana deve evolversi in consapevolezza e energia, in capacità di osservare l'universo, in capacità di sperimentare l'universo, oltre la sua natura umana materialistica e mentale (un mentale legato ai cinque sensi e al corpo), per arrivare ad essere "universale" e interagire con altre razze che sono divenute "universali". Ma non è semplicemente un evoluzione tecnologica, ma un evoluzione di noi stessi che avviene sul piano spirituale, mentale, emozionale, fisico; un evoluzione che dobbiamo vivere nella totalità della nostra esistenza fisica, emozionale, mentale, spirituale dove spirituale è la natura della nostra realtà fisica, emozionale, mentale non la nostra realtà fisica, mentale, emozionale.
All'evoluzione di noi tutti.
PierNulla


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 13:06 
Nell'universo chissà quante forme di vita esistono e anche dovessimo incontrarli questi potrebbero essere solo una specie delle tante.
Non avremo mai risposte e se ce ne fossero chissà quanto tempo passerà.
Forse le risposte sono semplicemente legate alla nostra evoluzione nel senso che prima saremo in grado di comunicare prima avremo risposte , almeno alcune.


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 14:07 
Come si fa ad indagare su come pensano gli extraterrestri se non sappiamo nemmeno come pensano cani e gatti o mosche o cefalopodi o le piante. Prima bisogna trovarli poi cercare di capire con i mezzi a nostra disposizione se sono intelligenti e se la loro intelligenza è compatibile con la nostra. E già qui la vedo difficile, figuriamoci il resto. Si possono fare solo illazioni ma fondamentalmente è un discorso senza senso si può dire tutto ed il contrario di tutto, ogni ipotesi, anche la più fantasiosa è plausibile.



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MessaggioInviato: 17/02/2014, 14:52 
Io penso a una risposta estremamente più banale.

Facendo riferimento a extraterrestri comunementi intesi (grigi piuttosto che anunnaki) essendo essi sostanzialmente fatti di carne ed ossa e soggetti quindi ai medesimi meccanismi fisici di noi 'comuni' terrestri, la loro forma mentis è del tutto equivalente alla nostra.

Ovvero prevalentemente utilitaristica e votata al nesso logico causa-effetto in un ottica di periodo pari al range temporale di una/due, massimo tre generazioni.

Prevalentemente non significa l'universalità del pensiero. Anche tra gli esseri umani abbiamo avuto casi di filantropi o di persone particolarmente votate alla spiritualità.

Insomma... essendo fatti a immagine e somiglianza io resto convinto che il loro modus operandi sia molto simile al nostro.

Se invece parliamo di esseri metafisici allora il discorso cambia. Ma non credo sia il tema del thread.



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MessaggioInviato: 17/02/2014, 15:17 
Ancora una volta le opinioni si polarizzano sue due versanti opposti:

- alieni diversissimi che ragionano con logiche di pensiero troppo diverse dalle nostre
- alieni umanoidi che ripetono in forme diverse tratti tipici della razza umana e con un modo di pensare e di comunicare fondamentalmente simile al nostro

Chi ritiene di averli visti e conosciuti tende a descriverli piuttosto simili a noi, almeno per alcune caratteristiche di base. Molto rari i casi di presunti incontri ravvicinati con esseri con fattezze animalesche o, peggio, mostruose e fuori da schemi piuttosto noti.[8)]

Anche il linguaggio usato si avvicina più a schemi tipicamente umani che animaleschi. Raramente vengono descritti come esseri che emettono versi animaleschi o secrezioni ormonali...[;)]

La mia ipotesi di fondo è che esiste una parentela abbastanza stretta tra noi e loro. Anche perché se si riesce a dimostrare che da molto tempo avvengono i viaggi interstellari è chiaro che non esistono più specie autoctone, sia nel mondo animale che in quello vegetale. E quindi anche la psiche aliena potrebbe essere allineata, per certi versi, a quella umana-terrestre.[^]


Ultima modifica di BOBBY il 17/02/2014, 15:23, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 16:37 
Stupendo post, Pierluigi, complimenti! [:)]


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 17:28 
Cita:
MaxpoweR ha scritto: Si possono fare solo illazioni
Visto che sono gratis, [:D] faccio la mia: e se gli extraterrestri fossero viaggiatori astrali? Esseri intelligenti capaci di far "fuoriuscire" il corpo sottile da quello fisico e di farlo giungere fin qui da galassie infinitamente lontane dalla nostra? In questo senso, noi stessi potremmo diventare "alieni" e visitare altri mondi. Non sarebbe meraviglioso?


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 18:07 
Un saluto a tutti e un grazie a blualien.
Ritengo che quello che tu proponi sia uno dei punti di discussioni che dovrebbe essere compreso.
E se imparassimo a riconoscere i nostri corpi sottili e viaggiare in essi senza tempo? Visto e considerato
che esistono ormai tante testimonianze di viaggi astrali. E se quella fosse una dinamica della consapevolezza
da approfondire per esplorare l'universo? E se queste dimensioni astrali riguardassero proprio quella parte
di cervello che non utilizziamo ancora come razza umana. Tutto quel cervello non usato consapevolmente
riguarderà qualcosa no? E' abbastanza sensato pensare che attraverso un evoluzione consapevole di noi stessi
potremmo attivarlo consapevolmente in una nuova concezione di noi stessi e dell'universo. E' che per rivoluzionare
la nostra esperienza dell'universo dobbiamo prima avere una rivoluzione di pensiero su noi stessi e il concetto
di universo.......
Quelle dimensioni astrali, pensare di imparare a viverle pienamente e consapevolmente, forse sono uno mezzo
per superare le distanze. Forse la nostra percezione di spazio è descritta su più livelli esistenziali e con i 5 sensi ne percepiamo
solo uno. Il punto è iniziare a chiedersi come posso avere una vita significativa che mi permetta di evolvermi e che mi permetta
un osservazione più ampia, un esperienza più ampia, una vita più ampia di quella che percepisco come uomo ancorato alla Terra?
E cosi via.......


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 22:43 
Pierluigi,se ho capito bene,noi dovremmo "completare" la nostra unicità ed essenza con quella di eventuali universi complementari.Quindi assumere consapevolezza di se dal punto di vista spirituale,potrebbe aiutare questa "comprensione" cosmica.La nostra percezione dell'universo dipenderebbe dall'abbattimento di questa parete "pretestuosa e presuntuosa",tipica di noi terrestri.Giusto?



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MessaggioInviato: 18/02/2014, 01:03 
Certo...il tutto va preso in senso "fantascientifico", almeno finché le fantasie di qualcuno non diventino, per la milionesima volta, scienza acclarata. [;)]

Per argomentare sul come la penso io...rimando chiunque fosse interessato, a questo Topic:

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=15600&whichpage=1

E' un romanzo che sto scrivendo qui sul forum.
In sintesi ci sto mettendo dentro ogni "varia ed eventuale" mi venga in mente sul "Come funzionano il Cosmo e i suoi abitanti".
Oddio...più che "IL" Cosmo...direi "L'Ogniverso"

(Giuro, è lo spam più sfacciato che io abbia mai fatto...ma mettetevi nei miei panni. Potevo forse non cogliere l'occasione/assoluta attinenza?! [:p] )



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MessaggioInviato: 18/02/2014, 01:43 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Io penso a una risposta estremamente più banale.

Facendo riferimento a extraterrestri comunementi intesi (grigi piuttosto che anunnaki) essendo essi sostanzialmente fatti di carne ed ossa e soggetti quindi ai medesimi meccanismi fisici di noi 'comuni' terrestri, la loro forma mentis è del tutto equivalente alla nostra.

Ovvero prevalentemente utilitaristica e votata al nesso logico causa-effetto in un ottica di periodo pari al range temporale di una/due, massimo tre generazioni.

Prevalentemente non significa l'universalità del pensiero. Anche tra gli esseri umani abbiamo avuto casi di filantropi o di persone particolarmente votate alla spiritualità.

Insomma... essendo fatti a immagine e somiglianza io resto convinto che il loro modus operandi sia molto simile al nostro.

Se invece parliamo di esseri metafisici allora il discorso cambia. Ma non credo sia il tema del thread.


Volendo farne un discorso particolare e cioè concentrandosi sulle "specie" aliene "note" sono perfettamente d'accordo con te non ci sono dubbi che sono simili se non uguali a noi (anzi come ben sai siamo noi UGUALI A LORO). Ampliando il discorso, penso che inquadrare l'intelligenza o comunque una capacità di pensiero "superiore" utilizzando i principi morali ed etici per classificarla sarebbe un errore.

La chiave potrebbe essere cercare di individuare schemi comuni nel comportamento intelligente (non solo umano ma di tutte le specie viventi animali e piante che siano).

Per quanto riguarda gli animali direi che i fondamenti sono imposti dagli istinti di base.

Sono questi che regolano tutte le attività viventi, dal microbo al sapiens: Istinto di sopravvivenza e di riproduzione. Attuazione di questi 2 modelli genera le infinite varianti comportamentali che vediamo sul nostro pianeta, influenzate quindi dalla nicchia ecologica in cui tali "istinti" agiscono.

quindi una specie aliena, qualunque essa sia, dovrà perseverare la propria specie e cercare di vivere abbastanza a lungo per poterlo fare. Tutto il resto è imprevedibile così come sono imprevedibili i processi mentali che portano una specie ad ottimizzare la propria esistenza in un dato ecosistema.

Non è detto che la tecnologia sia un mezzo indispensabile; lo è per noi perchè non abbiamo altro per sopravvivere, nonostante ciò siamo estremamente adattabili. Ma probabilmente lo sviluppo tecnologico sta facendo venir meno questa nostra adattabilità e ciò potrebbe portarci all'estinzione, forse noi abbiamo scelto un vicolo cieco a lungo termine.

Molte altre specie meno propense alla manipolazione dell'ambiente esterno hanno avuto una longevità (come specie) estremamente superiore.

Il punto non è: come pensano gli extraterresti, ma quali problemi devono risolvere, è questo che forgia i processi mentali.

Quindi senza un riferimento preciso è impossibile a mio avviso generare modelli plausibili, anzi è impossibile generare modelli CHE NON SIANO PLAUSIBILI :)

Per quanto riguarda specie "astrali" non ho idea di come possano funzionare è una "RAZZA" che non non riesco a concepire come tale, la vedo pià come una forma alternativa di energia. Noi siamo un condensato di energia, loro magari sono meno "densi" ma oltre questo non ho le conoscenze per poter anche solo ipotizzare qualcosa.


Ultima modifica di MaxpoweR il 18/02/2014, 01:48, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 19/02/2014, 01:04 
E' gia da tanto tempo (e ancor prima che uscisse questo articolo) che faccio questi ragionamenti quando l'argomento è proprio quello in cui bisogna raffrontare diversi tipi di razze e della loro psicologia o intelligenza.
Ne avevo parlato anche in qualche post su questo forum, ma tantè..

Ad ogni modo la questione è ancora più delicata quando si parla di esseri viventi composti da altro materiale rispetto al carbonio.
E questo vale solo nel caso questi esseri viventi "vivano" una situazione temporale simile alla nostra.
Che significa questo? è un bel pò complicato da spiegare ma ci provo.

Se un essere vivente composto di ferro come base biologica, vive su un pianeta (con determinate condizioni) che gli permette di compiere azioni o pensare dentro la frazione temporale di un essere umano (e cioè la nostra percezione biologica del tempo), per noi sarebbe un essere con cui poter comunicare, lavorare, etc etc..
Ma se questo essere vivente vive in una frazione temporale differente (e perciò con una percezione biologica di tempo diversa), noi non potremmpo comunicare con questi e molto probabilmente non ci accorgeremmo nemmeno che questi esista o sia perfino "vivo".
E' all'incirca lo stesso concetto che abbiamo noi in natura dove esseri viventi diversi hanno percezioni di tempo diverse (e in grado di vedere cose o fare cose o udire cose che noi non possiamo vedere o fare o udire) e di conseguenza per noi diventa quasi impossibile comunicare intelligentemente con loro o che loro abbiano le capacità necessarie per comprendere.

Ora, se invece prendo ad esempio le formiche, che per noi sono insetti dotati di una certa intelligenza ma non pari alla nostra (che teoricamente potremmo dire che cè un abisso), noi potremmo dire che loro non fanno altro che raccogliere cibo e scavare tunnel tutto il giorno.
Il problema è che non vivendo la loro frazione temporale, noi non possiamo sapere se queste parlano tra loro e se in quello che si dicono non ci siano le stesse parole, concetti, significati, opinioni proprio come quello che facciamo noi quando comunichiamo.

Ma addirittura il concetto può andare anche ben oltre a tutto ciò.
Fin qui ho parlato solo di Micro-vita senza parlare di Macro-vita o perfino di vita oltre-dimensionale.
Se parliamo di macro-vita dobbiamo immaginare esseri ben più grandi di noi con percezioni temporali tali che a noi non ci vedono nemmeno o nel momento che sbattono una palpebra per noi sono già passati 100 anni.
O quelle oltre-dimensionali che sono le più complicate.
In pratica il nostro cervello ci permette di elaborare quello che percepiamo nell'universo e dell'universo.
Al di là dei 5 sensi, noi non possiamo nè toccare, nè percepire alcunchè.
Se esistono esseri che possono essere visti o uditi o perfino "toccati" solo con ulteriori percezioni dell'universo noi non li incontreremo mai, come probabilmente possa avvenire anche l'opposto.

E questa effettivamente la definirei una base per poter cominciare a parlare di vita.
Dopotutto noi non siamo altro che un mucchio di atomi, e per quanto possa essere uno strano punto di vista, noi non siamo esseri viventi che abitano l'universo ma siamo noi stessi un "pezzo" dell'universo. Non è così strano e singolare che l'universo è composto da pezzi che si domandano cosa è la vita e se è tanto diffusa?

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MessaggioInviato: 19/02/2014, 01:33 
basti pensare alla concezione che abbiamo noi delle piante. Sono poco più che pietre ed invece sono esseri viventi a tutti gli effetti con un sistema di elaborazione dati vero e proprio con consapevolezza dell'ambiente circostante. Per questo quando si affronta questo argomento io sono sempre molto cauto. Non sappiamo riconoscere l'intelligenza nemmeno tra specie che condividono il nostro ecosistema, la nostra biologia e la nostra chimica, figuriamoci il rsto -.-



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MessaggioInviato: 21/02/2014, 01:55 
Il sospetto è che ci potrebbe essere vita e intelligenza nel cosmo, in forme che non siamo in grado di concepire. Proprio come uno scimpanzé che non può capire la teoria quantistica, potrebbero esserci aspetti della realtà che vanno oltre la capacità del nostro cervello”.



Questa è la riflessione fondamentale da fare che però, temo, non avrà mai soluzione almeno finché l'ingegneria genetica o la cibernetica applicata non saprà "produrci" cervelli più performanti.



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