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 Oggetto del messaggio: Jill Tarter, la vita aliena e gli UFO
MessaggioInviato: 04/08/2019, 11:56 
JILL TARTER, LA VITA ALIENA E GLI UFO

Quando troveremo la vita aliena? Come comunicare con le altre intelligenze del cosmo? La matematica è davvero un linguaggio universale? Dobbiamo difenderci da una potenziale minaccia extraterrestre? A queste e ad altre domande, arrivate via twitter, ha risposto l’astronoma Jill Tarter, ex direttore del centro di ricerca SETI di Mountain View. Un personaggio molto noto, in America: la sua figura ha ispirato il personaggio interpretato da Jodie Foster nel film Contact, tratto da un romanzo di Carl Sagan. L’intervista online è stata organizzata dalla rivista WIRED, che ha ripreso le risposte e ha postato il video.

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Molte le curiosità relative al lavoro svolto dalla Tarter: vari utenti le hanno chiesto conto del fatto che, dopo decenni di ascolto, i radiotelescopi ancora non hanno captato alcun segnale di vita intelligente. D’altra parte, le ha chiesto uno di loro, perchè mai dovremmo ipotizzare che ET usi le onde radio per comunicare? Il SETI è una perdita di tempo e di milioni di dollari? “Io penso ovviamente di no, perché ho trascorso la mia intera carriera tentando di rispondere a questo antico interrogativo, se siamo soli nel cosmo. Perchè usiamo le onde radio? Bè, perché viaggiano attraverso distanze davvero vaste tra le stelle nella nostra galassia senza essere disperse o assorbite dalla polvere spaziale”, ha risposto lei.
Ma ha condiviso l’idea di un altro tweet: e se stessero già comunicando con noi, ma noi non lo abbiamo capito? “Certo, assolutamente, se stessero usando una tecnologia o una fisica che non abbiamo ancora inventato, potremmo aver perso dei segnali. L’unica strategia è rimanere in giro il più lungo possibile, in modo da diventare intelligenti abbastanza da inventare quella tecnologia. E allora potremo scoprire il messaggio”, il suo commento. L’universo attorno, ha anche detto, è life friendly, predisposto alla vita.

Allora come spiegare il Paradosso di Fermi? Se la vita pullula attorno a noi, perchè non ne abbiamo traccia? “La verità è che noi abbiamo appena iniziato a cercare. Lasciatemi fare un esempio. Se il volume dell’universo fosse pari al volume di tutti gli oceani della terra, in più di 50 anni abbiamo osservato circa l’equivalente di una vasca d’acqua: non è così sorprendente che non abbiamo ancora scoperto niente. Dobbiamo pensare in termini di tempi cosmici e non nella prospettiva della durata di una vita umana, prima di stabilire che siamo soli perché non abbiamo trovato nulla.”
Impossibile anche per lei- d’altra parte, fa l’astronoma, non l’indovina…- indicare quando troveremo le prime forme di vita intelligente. Quando le è stato domandato in che anno pensa che scopriremo gli Alieni, se mai lo faremo, ha replicato con tutta sincerità: “Non so rispondere, posso solo dire che se non cerchiamo non ci riusciremo mai. È una questione aperta, forse il XXI secolo ci darà delle risposte. Non so se ET sia qua fuori, l’unica speranza che abbiamo è di continuare la ricerca. Quando accadrà, però, non lo so dire. Parlate con la mia pro-pronipote. Lei potrebbe avere la risposta”, facendo intuire che magari tra 100 anni tutto sarà più chiaro.
Ma se mai li trovassimo, questi Alieni, come comunicheremmo con loro? Potrebbe essere la matematica un linguaggio comune a livello cosmico? “Probabilmente se si vuole costruire un trasmettitore o un ricevitore, serve la matematica. In questo senso è universale. Ma ora stiamo pensando al modo di esprimersi. La matematica potrebbe essere stata prodotta da una particolare conformazione del cervello umano, universale è la sua funzione. Potrebbe essere complicato, però, comprendere chi usa una diversa espressione di questa stessa matematica”. Ma siamo all’altezza, come civiltà, di entrare in contatto con loro? “Io sospetto di sì, stiamo facendo un sacco di cose che forse non sono le più sagge , ma noi siamo noi, noi siamo diversi”, la sua risposta.

Eppure, se ci trovassimo faccia a faccia con intelligenze aliene, qualche problema a relazionarci con loro- ammette la Tarter- ce lo avremmo. Come comportarci, quale regole di galateo cosmico seguire? “Nonostante siamo molto orgogliosi di noi stessi e pensiamo di essere il vertice dell’evoluzione, i dominatori i questo pianeta, se qualcun altro arrivasse fin qui dalla sua stella sarebbe effettivamente molto più avanzato tecnologicamente. Direi che il protocollo da seguire sarebbe giocare secondo le regole.” Ma pensare ad un sistema di difesa planetario per proteggerci da loro, questo no. Molto meglio, per l’astronoma, svilupparne uno contro gli asteroidi, i cosiddetti NEOs, capaci in caso di collisione di porre fine alla nostra civiltà. “Pensate ai dinosauri, loro non avevano un programma spaziale, se l’avessero avuto forse non si sarebbero estinti.”
Inevitabile qualche domanda anche sulle recenti ammissioni arrivate da parte della US Navy, con relativi video sconcertanti di velivoli sconosciuti incrociati in volo dai piloti. In questo caso, Jill Tarter ha risposto come tutti gli altri scienziati finora, con uno spiccato scetticismo, cercando una spiegazione tecnica ad avvistamenti effettivamente inspiegabili. ”Anch’io ho visto questi filmati, non so cosa sono e non so se l’equipaggiamento che era piuttosto nuovo stesse lavorando in modo adeguato. Tutto quello che posso dire è che nessuna prova indica che quella è un’astronave di un’altra specie intelligente. Più che probabile che abbiamo avuto dei problemi con le nostre strumentazioni. Ci vuole molto di più per dimostrare che gli Alieni sono qui.”

Discorso archiviato. Secondo Jill Tarter, poi, va esclusa anche un’apertura in corso da parte dei vertici militari sulla presenza di creature aliene in mezzo a noi- una lettura suggerita da un utente che chiedeva appunto se per caso queste notizie non siano state fatte trapelare per preparare il pubblico alla grande rivelazione. “Credo che , come molte altre cose, anche su questa materia il nostro interesse è ciclico. Ci eccitiamo quando qualcuno fa delle affermazioni, la gente discute e poi dopo un po’ le Kardashan fanno qualcos’altro e perdiamo interesse.” Parecchi anni fa, un suo illustre collega, aveva fatto una previsione del genere, definendo quella degli UFO una moda passeggera che sarebbe passata in fretta. Era Josef Allen Hynek, negli anni ’50 del secolo scorso. Previsione davvero poco azzeccata…

http://www.extremamente.it/2019/07/27/j ... e-gli-ufo/


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