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MessaggioInviato: 10/01/2010, 21:37 
Ufologo vorrei farti una domanda anche se non so se tu possa avere, davvero, una risposta.
Perchè secondo te non lo dicono "neppure alle loro mogli"?
E' paura di essere considerati pazzi/visionari? Questa paura ci può stare ma... quando un soggetto arriva a rendersi conto che tali cose sono accadute anche a tutti i suoi colleghi... dovrebbe smettere di avere tali paure e dovrebbe iniziare a parlare, sperando che lo facciano tutti a ruota.
C'è qualche ordine o peggio, minaccia, che arriva dall'alto riguardo a questi argomenti? Mi pare ad esempio di ricordare che il Col. Doz parla apertamente di certe cose, ma non cita mai esempi che gli sono capitati, perchè ancora legato al segreto militare che lui deve alla sua divisa.

Insomma... quale è la vera ragione che spinge tutti a non fare niente? A tacere questa realtà a voi del campo così evidente'??



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MessaggioInviato: 11/01/2010, 00:11 
...credo sia per il segreto militare....


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MessaggioInviato: 11/01/2010, 09:45 
Cita:
Arctic ha scritto:

...credo sia per il segreto militare....


Il segreto militare... deve essere qualcosa di più altrimenti non si spiega perchè non ci sia una certa quantità di "fughe di notizie".



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MessaggioInviato: 11/01/2010, 12:33 
Be insomma.... guarda che mi sembra che per chi non rispetta il segreto militare, si becca vari anni di carcere.


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MessaggioInviato: 11/01/2010, 15:25 
Cita:
Semeru ha scritto:

Ufologo vorrei farti una domanda anche se non so se tu possa avere, davvero, una risposta.
Perchè secondo te non lo dicono "neppure alle loro mogli"?
E' paura di essere considerati pazzi/visionari? Questa paura ci può stare ma... quando un soggetto arriva a rendersi conto che tali cose sono accadute anche a tutti i suoi colleghi... dovrebbe smettere di avere tali paure e dovrebbe iniziare a parlare, sperando che lo facciano tutti a ruota.
C'è qualche ordine o peggio, minaccia, che arriva dall'alto riguardo a questi argomenti? Mi pare ad esempio di ricordare che il Col. Doz parla apertamente di certe cose, ma non cita mai esempi che gli sono capitati, perchè ancora legato al segreto militare che lui deve alla sua divisa.

Insomma... quale è la vera ragione che spinge tutti a non fare niente? A tacere questa realtà a voi del campo così evidente'??


Qual'è la vera ragione? [:D] E' molto ... semplice! Non vogliono essere presi per matti o visionari ... Smembra strano, èh? Ma putroppo è così; altrimenti perché appena sucede loro qualcosda non me lo riferiscono immediatamente? Hanno "paura" di essere presi per visionari anche da ... ME!
E' il colmo (o forse perchè sanno con quale cautela prendo certe cose), non so, ma è così: si VERGOGNANO che sia capitato anche a lORO!
Questa è la VERA SITUAZIONE UFOLOGICA che vige tra la gente: paura di essere derisa ed in percentuale più bassa (ma non troppo) AVERE LA CONFERMA DI CIO' CHE HANNO VISTO!
Ragazzi, puroppo è così; noi siamo qui, tranquillamente a disquisire, ma chi inaspettatamente si trova davanti a FATTI INCONTOVERTIBILI non sa più che "pesci pigliare"; deve "resettare" tutto quello di cui era sicuro, in cui credeva o si basava ....
Questo accade anche tra piloti, anche se in maniera minore.
Non c'è nulla da fare, quando capita Qualcosa di cui si è sempre riso, o fatto "spalluccia", avviene il maggior shock per il testimone, e nel doverlo poi ... raccontare!
E' come un "rimangiarsi" tutto (in quello che si era pensato precedentemente); un po come "cambiare modo di pensare ..."


Ultima modifica di Ufologo 555 il 11/01/2010, 15:48, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/01/2010, 16:59 
Non ho mai parlato dei "rapimenti Alieni", perchè è veramente un campo minato ... e per quello che mi riguarda preferisco stare con i piedi ben fermi sulla terra. vediamo cosa dice la scienza.



L'OPINIONE DELLA SCIENZA SUI "RAPIMENTI ALIENI".


Immagine



La scienza ha studiato i casi di rapimenti alieni, cercando di scoprire se essi sono invenzioni, eventualmente originate da disturbi mentali, oppure cercando di capire se sono realmente dei rapimenti alieni. Il parere della scienza non è così scettico come si potrebbe pensare, nonostante essa sia all'oscuro sui casi celebri di rapimento alieni, o su problematiche come testimonianze multiple e ipnosi fatti da specialisti del settore scientifico.

Essenzialmente, i rapimenti alieni sono stati studiati seriamente dalla scienza in due casi:



- Il manuale statistico e diagnostico per le malattie mentali (DSM-IV) è il più noto ed usato manuale ad uso psichiatrico e psicologico per le malattie mentali, e dalla quarta versione è stata infatti inserita il fenomeno dei rapimenti alieni (abduction) caratterizzandolo e presentandolo nelle sue diverse manifestazioni ovvero attraverso quelle patologie e quei disturbi che potrebbero spiegare una certa percentuale della casistica, e si afferma che:
«la psicopatologia non è riuscita a spiegare tutti i fenomeni ed i fattori associati con queste esperienze, come anche queste vicende straordinarie, che per molti potrebbero sembrare pura fantasia, stanno assumendo un valore sempre maggiore e non possono essere ignorate dalla pratica clinica».
«studi psichiatrici e psicologici su soggetti rapiti da alieni, includendo alcuni casi personalmente studiati, hanno fallito nell’identificare psicopatologie consistenti alla base di queste esperienze. I rapiti possono, ovviamente, soffrire di disturbi emozionali o mentali a seguito di questi, spesso, traumatici eventi ed in alcuni casi sono state anche evidenziate successivamente serie condizioni psichiatriche correlate. Diversi soggetti provengono da situazioni familiari problematiche, ma in nessun caso i disordini emozionali o mentali hanno condotto ad una risoluzione delle esperienze di rapimento alieno».


- Il Varieties of Anomalous Experience dell’American Psychological Association ha esaminato le evidenze scientifiche di differenti “esperienze anomale” tra cui i presunti rapimenti alieni, ed i risultati sono che:
«Le teorie accessibili sulle esperienze di rapimento alieno devono essere considerate come provvisorie e necessariamente incomplete. Allo stesso tempo non tutte le ipotesi rimangono tanto valide quanto altre, oppure fortemente supportate dall’evidenza empirica. Per esempio la nostra trattazione trova solo minimo supporto per certe spiegazioni come per esempio il disturbo borderline della personalità e il collegamento tra le esperienze di rapimento alieno e le psicopatologie. Se le ipotesi per collocare il fenomeno all’interno di classificazioni e situazioni psichiatriche, non possono completamente spiegare le esperienze di rapimento alieno in termini prosaici, dovranno essere necessariamente approcciate spiegazioni più esoteriche. La più prominente tra queste vede come vera l’ipotesi del rapimento alieno. Ma ci troviamo nuovamente davanti all’assenza di solide prove per supportare questa spiegazione».



In realtà, l'atteggiamento generale nei confronti dei rapimenti alieni, non solo del mondo scientifico, è generalmente di scetticismo, a causa dei tre seguenti elementi:

- i casi in qualche modo un pò più concreti sono davvero molto pochi, una cinquantina su decine di migliaia di casi dove la gente afferma di essere rapita.

- decine di migliaia di persone affermano da decenni di essere rapite dagli alieni, ma non hanno mai portato uno straccio di fotografia o di reperto alieno veritiero.

- tantissime storie sono palesemente inventate o provengono da personaggi controversi, inoltre le persone che dicono di essere rapite non vengono seguite da specialisti di settore ma da persone che non hanno competenza in materia e/o hanno interesse a far credere la gente nei rapimenti alieni.



http://alieniemisteri.altervista.org/index2.htm



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MessaggioInviato: 11/01/2010, 17:40 
A volte ci sono riscontri e descrizioni fin nei minimi dettagli di ciò che hanno visto! Persone alle parti opposte del mondo; e transeat; ma vi sono alcune desrizioni francamente ridicole ... o veramente allucinatorie. Ecco perché in questi casi soprattutto ci si basa sulla casistica internazionale ...[8D]



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MessaggioInviato: 12/01/2010, 17:30 
LE RIVELAZIONI DI PHILIP CORSO


[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Ufologo%20555/2010112171736_Col-Philip-Corso.jpg[/img]


(a cura di Francesco Di Blasi)

Una interessante serie di articoli, pubblicati da "Ufo Notiziario", offre un quadro completo sulle affermazioni del più controverso, seppur credibile per il suo indiscutibile stato di servizio, dei "rivelatori": il Colonnello dell'Intelligence Usa Philip Corso, deceduto nel 1998.

Corso ha fatto però in tempo a vedere pubblicato il libro "Il giorno dopo Roswell", in posizione molto diversa da quella del governo USA sull'argomento.
Venuto in Italia e a San Marino, stabilì una importante serie di contatti con i massimi esponenti dell'ufologia italiana.
Negli articoli che riportiamo viene offerta al lettore una sintesi postuma dei suoi scritti originali e, come tali inediti, relativi al complesso problema della propulsione degli UFO. Si spazia da un raffronto tra la tecnologia aliena e terrestre, fino ad uno sconcertante episodio del 1968 in Italia, a conferma delle dichiarazioni di Philip Corso circa le Entità Biologiche Extraterrestri (EBE).

DIAMO CORSO ALLE RICHIESTE DI CHI VUOLE SAPERNE DI PIÙ
Gli scenari del "Dopo Roswell": le rivelazioni del "Philip Corso file".

di Roberto Pinotti
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 38 del Novembre 2002

PREMESSA
A distanza di cinque anni - da quando cioè il suo nome si è imposto all'attenzione della comunità ufologica internazionale - la controversa figura di Philip Corso non è stata ancora adeguatamente analizzata. Dopo la pubblicazione del suo libro "Il giorno dopo Roswell" in Italia, ci si attendeva dal Colonnello ulteriori elementi che però non sono venuti fuori. A ciò ha certamente concorso la sua morte nel 1998, poco dopo la sua accusa al Governo USA di avere dichiarato il falso sulla questione Roswell. Ma è anche una realtà che chi avrebbe potuto e dovuto pubblicare di più non lo ha fatto. Noi, che per primi abbiamo storicamente verificato le credenziali e le attività di Corso in Italia e in USA, che lo abbiamo ospitato al Simposio Mondiale di San Marino e che abbiamo (come altri) ricevuto da lui precise documentazioni, con l'impegno a renderle pubbliche se "in un ragionevole lasso di tempo" quanto da lui fornito per essere pubblicato nella forma di un secondo volume non fosse stato reso noto, ci troviamo oggi di fronte all'impegno morale di adempiere alle sue ultime volontà, comunicateci telefonicamente pochi giorni prima di morire. Un obbligo morale conferitoci in extremis, dunque, cui ormai a quattro anni di distanza non possiamo più sottrarci. Tanto più che - per l'interesse dell'ufologia - abbiamo da dire anche la nostra sul materiale di Corso, che ha avuto nel Console italiano Alberto Perego - come vedremo meglio nel prossimo numero - un vero e proprio precursore, e non certo a caso. Sui "Corso Files" in nostro possesso torneremo più volte perché non li consideriamo un semplice "prodotto editoriale" per fare soldi, a differenza di altri. Viceversa, chi come noi ha il "know how" (che non si improvvisa) per farlo, ha tanto da dire, commentare, comparare e spiegare. Di seguito, quindi, offriamo ai lettori una nostra sintesi di quanto prodotto da Corso in merito ad un problema di capitale importanza: il sistema propulsivo degli UFO.

LE RIVELAZIONI DI CORSO
Cosa direste se i nostri astronauti fossero nelle condizioni fisiche di viaggiare nello spazio per migliaia di anni luce attraversando distanze comprendenti intere galassie? Se avessero la capacità di vivere nello spazio senza perdita di peso o di massa corporea, senza effetti fisici dannosi e, una volta giunti in un altro mondo, di operare tranquillamente come se il programma di un computer funzionasse nelle loro menti? Se i nostri astronauti e le loro astronavi fossero in grado di convertire l'illimitata energia elettromagnetica presente nello spazio in carburante e se le superfici delle loro tute e navi spaziali utilizzassero quest'ultima per muoversi e navigare in funzione delle necessità? Immaginate inoltre che i nostri astronauti possiedano un'intelligenza del tipo di un computer, atta a governare le loro funzioni biologiche.
Se riuscite a concepire tutto questo, allora avrete un'idea di quale sia la natura di una Entità Biologica Extraterrestre (EBE, da "Extraterrestrial Biological Entity") e di quanto l'Esercito USA scoprì quando si procedette alle autopsie sui corpi degli "Alieni di Roswell" al "Walter Reed Hospital" dell'U.S. Army. Immaginate anche l'allora Ten. Col. Philip Corso mentre nel 1961 legge i relativi rapporti autoptici, sepolti fra i tanti dossiers del "caso Roswell" al Pentagono, a chiarimento di quanto aveva già visto a Fort Riley nel 1947, solo un mese dopo esservi stato assegnato al rientro dal suo incarico a Roma.
Quando l'allora giovane Capitano Corso vide i corpi degli alieni a Fort Riley la notte in cui era di Ufficiale di Picchetto alla base, egli non aveva idea di cosa si trovava di fronte. Nel suo libro "Il giorno dopo Roswell" egli ci dice che tutto ciò che sapeva era che si trattava di materiale super-segreto, tradotto su un camion militare dell'Esercito attraverso il Kansas fino a Dayton (Ohio), dove per via erano stati prontamente inviati i rottami dell'oggetto volante precipitato. Il viaggio per via di superficie era giustificato dall'esigenza di evitare il pur improbabile rischio di un incidente aereo, che avrebbe distrutto i preziosi cadaveri. La verità, egli spiega, l'avrebbe scoperta solo quasi 15 anni dopo, quando il Generale Arthur Trudeau cooptò l'allora Ten. Col. Corso al Pentagono per supervisionare uno dei progetti più segreti mai intrapresi dall'Esercito: gli studi di retro-ingegneria su artefatti alieni tratti dai rottami di Roswell dopo la caduta dell'UFO nella proprietà dell'allevatore Mac Brazel, e la successiva infiltrazione di quanto da essi ricavato nell'Industria americana. Portando avanti tutto ciò, Corso venne a contatto con un gruppo di scienziati ed industriali che lo ispirarono e lo incitarono a credere che si poteva avere "un nuovo mondo" se fossimo riusciti a conquistarlo, come predettogli durante il casuale incontro con una EBE che avrebbe avuto luogo a Red Canyon in New Mexico. Queste ed altre informazioni Corso intendeva approfondirle in un nuovo libro, ma com'è noto - poco tempo dopo avere accusato il Governo USA di affermare il falso su tutta la questione di Roswell - egli morì nel giugno del 1998, lasciando la maggior parte dei suoi scritti inediti in forma di note manoscritte, peraltro fornite in fotocopia a diverse persone, da una Linda Howe ed una Paola Harris in USA ad un Franco Mari, un Roberto Pinotti ed un Alberto Forgione in Italia. Persone che non hanno mai tradito le sue aspettative e i suoi desideri. Corso fu uno dei pochi militari ad avere avuto accesso ai dossiers su Roswell negli archivi governativi. E fu il solo di questo gruppo selezionato che ne avrebbe scritto, per quanto aveva visto e letto. Parte degli archivi governativi parlavano delle EBE (i piloti "progettisti" dell'UFO) i cui corpi furono estratti dai rottami e successivamente sottoposti ad autopsia al Walter Reed Hospital nel 1947. Le note di Corso entravano anche nei dettagli circa lo sforzo di ricerca dell'U.S. Army per sviluppare la tecnologia del "disco" precipitato, e circa il fatto che scienziati consulenti della Divisione Tecnologia Straniera al Comando R&D (Research & Development, ricerca e sviluppo) dell'Esercito, l'unità cui apparteneva Corso - tutti membri del circolo interno dei consulenti del Gen, Trudeau - avevano avuto le loro difficoltà a credere quanto avevano visto e letto circa il velivolo alieno ed i suoi occupanti, tanto l'impatto di tutto ciò era "fuori di questo mondo". Tutta la questione era considerata l'argomento più segreto in possesso del Governo USA, ben di più degli schemi progettuali per la costruzione della bomba atomica.
Uno dei più stretti amici di Corso nel circolo interno del Generale Trudeau fu il tedesco Hermann Oberth, uno degli scienziati progettisti a capo del poligono nazista di Peenemunde in Germania e superiore di Wernher Von Braun durante la Seconda Guerra Mondiale.
Oberth aveva detto a Corso che il "disco" di Roswell non disponeva di un propulsore nel senso proprio del termine. Non era caratterizzato né da una tradizionale propulsione a razzo né da motori atomici o di altro genere. Peraltro, spiegava Oberth, il mezzo sembrava in grado di utilizzare l'energia elettromagnetica, ricavandola dallo spazio stesso. L'Esercito, scrisse il Col. Corso nelle sue note, "riteneva che un campo elettromagnetico venisse creato attorno al 'disco'. Cambiamenti di intensità e di colorazione venivano causati nella lunghezza d'onda del campo elettromagnetico costruito attorno allo scafo dell'UFO, che traeva consistenza e forza dalla struttura atomica dello spazio stesso". Il propulsore, credeva l'Esercito, era qualcosa sul tipo di un "riciclatore", ovvero un mezzo atto a canalizzare e ridirigere l'energia elettromagnetica di fondo che permea lo spazio in un'onda strutturale ammantante il "disco" e in grado di muoverlo e di farlo navigare in assenza di carburanti come in tutti i motori convenzionali. Lo scafo del mezzo volante, al pari delle combinazioni di volo indossate dai piloti, erano di un materiale allineato dal punto di vista atomico e di struttura ad alta densità atomica, sul tipo dei filamenti di una ragnatela, in grado di fornire al velivolo una grande resistenza strutturale. Esso inviluppava il mezzo volante in modo tale da renderlo in grado di reagire all'elettromagnetismo intorno ad esso in termini impossibili ai tradizionali elementi terrestri.
Mentre il "disco" si spostava nello spazio prima e nella nostra atmosfera poi, il moto - per via dell'allineamento degli atomi costituenti lo scafo come pure dell'alta densità della sua struttura - conferiva all'apparecchio una sorta di trasparenza che talvolta lo faceva luccicare.
Corso ha scritto: "La superficie atomicamente allineata dell'UFO era caricata elettromagneticamente tanto da creare una forza elettrodinamica. Questa forza, muovendosi esso nello spazio, lo avrebbe rinforzato e riempito, propagandosi fino a che il mezzo avesse raggiunto velocità elevatissime e apparentemente vicine a quella della luce. Le onde gravitazionali nello spazio avrebbero attraversato questo scudo... Non c'erano linee di giunzione nell'UFO - continuano le note di Corso - né rivetti o punti di saldatura. Lo stesso era per gli indumenti delle EBE. I fili argentati delle loro fibre possedevano una grande resistenza, al pari delle strutture componenti l'involucro esterno del 'disco'...". Era come se le saldature che tenevano insieme le varie parti dell'UFO fossero costituite da una forma di energia elettromagnetica. Sembrava "fondere insieme i campi atomici e molecolari, e così non vi erano giunture di sorta, nessuna separazione, come un'entità unica...".
Lo scafo dell'UFO e gli indumenti delle EBE erano talmente diversi ed avanzati rispetto a quanto gli scienziati dell'Esercito avevano visto fino ad allora che - quando il Col. Corso cercò di trovare qualche ricerca in fase di sviluppo che potesse trarre vantaggio da quanto contenuto negli Archivi sul Caso Roswell dell'Esercito - egli si concentrò soltanto su industrie che stessero sperimentando le tecnologie più esotiche.
Nel corso di una particolare visita nel 1962, Corso assistette ad una dimostrazione, da parte di una di tali industrie, effettuata con "un equipaggiamento di pollici 10x10x8 con su uno dei lati un pannello di controllo, e al cui interno erano inseriti due pezzi di metallo. Poi gli ingegneri accesero quello che chiamavano un 'generatore elettromagnetico'. Parti un leggero ronzio e il tutto si attivò lentamente. Fu premuto un bottone, e udii una forte esplosione, che sembrava originata da una forza possente. Non era diversa dal suono di un grosso cannone o di un tuono, ma più concentrato e localizzato. Quando l'implosione si ebbe una seconda volta, due pezzi di metallo, che avevo inserito nella macchina dopo averli contrassegnati, ne vennero fuori senza linee di giunzione, punti di saldatura o giunti di connessione. Non percepii vibrazioni, tremori o urti di ritorno derivati dalla forza possente e dalla risultante implosione. Redassi un rapporto in merito per il Governo, ma poco dopo andai in pensione e quindi ignoro che cosa poi il Governo ne abbia fatto".
Corso scrisse che lo studio preliminare dell'Esercito suddivise la questione della propulsione dell'UFO di Roswell in quattro componenti così denominate:
1. Magnetronica - quando gli atomi sono alternativamente accelerati e decelerati
2. Magnetostrizione - quando si ha un cambiamento di dimensioni in un corpo ferromagnetico posto all'interno di un campo magnetico
3. Dinamica magneto-plasmatica - quando un gas ionizzato viene introdotto in un campo magnetico per produrre corrente elettrica
4. Magnetobottiglia - quando si ha un campo magnetico atto a confinare il plasma in una reazione termonucleare.
La magnetostrizione si verifica quando un corpo metallico è posto all'interno di un campo magnetico. Ciò, di contro, può causare in esso un cambiamento di dimensioni. Inoltre, l'energia generata dalle parti del mezzo in movimento orientate in direzioni opposte dalle EBE conferivano ad esso l'energia per decollare in qualsiasi direzione.
"I 'Foo-Fighters' tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale - ha scritto Corso - usavano una gravità zero attorno ai loro serbatoi, e i loro motori, in virtù dell'uso dello spin opposto dei propulsori, generavano campi elettromagnetici". Poi, quel tale "(Viktor) Shauberger fece uso della contro-rotazione. Attivato, il suo apparecchio sfondò il tetto di un capannone e i tedeschi concepirono un sistema per individuare dall'alto i carri armati muovendosi lungo il sistema magnetico a griglia terrestre".
Secondo Corso, gli ingegneri dell'Esercito ipotizzavano che circa gli UFO "il segreto delle alte velocità e della propulsione spaziale si basasse sul 'plasma' creato in prossimità del veicolo per produrre spinta, elevazione e cambiamenti di direzione. Una fascia costituita da un campo magnetico o 'plasma' intorno al veicolo dava origine ad uno splendore luminoso e a cambiamenti di colore di questo via via che la velocità aumentava. Ciò non poteva non suggerire ai testimoni un intervento intelligente, di natura probabilmente extraterrestre, utilizzante un sistema propulsivo elettromagnetico". Egli rilevò che nei film a colori il plasma magneticamente allineato produceva spesso una specie di alone o splendore multicolore tutt'intorno al veicolo.
Il plasma è un gas ionizzato prodotto a temperature elevate e che contiene quasi in uguale numero cariche positive e negative. È un buon conduttore di elettricità e risulta influenzato da un campo magnetico. Un motore al plasma è un motore a razzo utilizzante spinte prodotte da gas ionizzati accelerati magneticamente. Un campo magnetico esercita una forza su una particella caricata solo se essa è in moto, e le stesse particelle caricate, una volta in movimento, producono ulteriori forze magnetiche tanto da amplificare la somma dell'intera forza risultante.
In riferimento al tipo di materiale utilizzato per lo scafo come pure per i loro indumenti dalle EBE, è interessante notare quanto Corso riferisce di avere trovato negli Archivi su Roswell al Pentagono, ovvero un pezzo di "materiale metallico" proveniente dal "disco" schiantato al suolo. Esso era caratterizzato da una superficie incisa che sembrava un misto di plastica e ceramica. Inoltre, dalle informazioni acquisite quando sull'artefatto metallico furono condotti studi di retro-ingegneria dagli esperti missilistici dell'Esercito, "sviluppammo il cono anteriore per i nostri missili (civili) 'Explorer', derivazioni di quelli balistici intercontinentali (ICBM) 'Jupiter' basati sull'originale razzo 'Redstone'. Tale cono anteriore aveva una superficie esterna di plastica o ceramica atta ad assorbire il tremendo calore della penetrazione atmosferica, fondere lentamente e proteggere comunque gli elementi vitali della stessa struttura anteriore del missile".
Considerata la "caccia al tesoro" innescata dai reperti tecnologici prelevati dal luogo dello schianto, questo sarebbe stato solo uno dei vari apporti forniti dagli Archivi su Roswell del Pentagono al programma missilistico USA negli anni Sessanta. Per inciso, si consideri che nel 1957 il Col. Corso comandò il Battaglione Difensivo Missilistico dell'Esercito presso il Poligono Missilistico di Red Canyon, a White Sands (New Mexico), che fu la prima unità dell'Esercito USA che intercettò e abbatté con successo un aereo-bersaglio (drone) teleguidato.

Dal 1947, scrive Corso, gli USA hanno ripetutamente tentato, attraverso studi di retro-ingegneria, di "copiare" il "disco" di Roswell con tutte le sue componenti propulsive. Gli ingegneri hanno cercato di creare propulsori a ioni come pure atomici, sul tipo del reattore da 60 libbre sviluppato nei tardi anni Sessanta. Tali reattori relativamente piccoli sono anche stati usati in esperimenti sulla propulsione ionica e in vari prototipi di sonde spaziali. La NASA è ancora orientata allo sviluppo di piccole centrali nucleari applicabili al volo spaziale, ma non riesce a risolvere il problema della protezione dell'equipaggio dal pericolo delle radiazioni atomiche e dall'effetto dei raggi cosmici nel corso di voli spaziali di lunga durata.

L'UFO E LE EBE

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Ufologo%20555/2010112171939_abelloqb9.jpg[/img]

Il Col. Corso riteneva che vi fosse una interazione fra le EBE pilotanti l'UFO ed il mezzo spaziale tanto incredibile quanto fantastica, e cioè una interfaccia simbiotica di tipo bio-meccanico ed elettronico fra chi pilota ed il velivolo da lui controllato. Egli vide ciò come una forma di ergonomia digitale comprendente un flusso di elettromagnetismo che legava dal punto di vista neurologico l'EBE alla propria navicella. Era come se il pilota e il mezzo diventassero una sola entità, in cui il cervello della EBE si integrava con l'onda elettromagnetica propagantesi attorno all'UFO. Utilizzando una banda frontale atta a trasmettere i propri impulsi psichici, l'EBE appariva in grado di manipolare diversi campi elettromagnetici mediante le proprie onde telepatiche come pure mediante le punte delle dita attraverso dei cambiamenti sequenziali (come se suonasse un pianoforte) atti ad aumentare o diminuire la velocità della navetta, nonché di controllarne le varie manovre nell'atmosfera.
Le onde elettromagnetiche si manifesterebbero talvolta come collettori distribuiti tutt'intorno al veicolo, e ciò spiegherebbe i numerosi avvistamenti di UFO accompagnati da luci colorate mentre procedono nell'atmosfera. Il Col. Corso riteneva che le EBE fossero il prodotto di una ingegneria genetica aliena specificamente rivolta alla creazione di piloti atti ad affrontare il volo spaziale. Gli esseri umani, come i programmi USA e dell'URSS prima e russo poi hanno provato, non possono viaggiare su lunghe distanze senza registrare una serie di controindicazioni avverse. Anche in missioni spaziali di corta durata astronauti e cosmonauti hanno sperimentato perdita di massa corporea e di stabilità, danni al sistema immunitario, criticità digestive e spossatezza generale I nostri stessi esperimenti di clonazione hanno dimostrato che sarebbe teoricamente possibile costruire geneticamente un "perfetto" viaggiatore spaziale. È forse questo ciò che hanno davvero fatto gli Extraterrestri centinaia di migliaia se non milioni di anni fa? Di che genere di tecnologia disponevano per creare entità (le EBE) geneticamente progettate e computerizzate in grado di esplorare la galassia?
Le creature che viaggiano da un mondo all'altro su mandato dei loro creatori alieni sono allora state progettate a livello genetico specificamente per affrontare i viaggi spaziali? Cosa accadrebbe allora, si chiede Corso, se potessimo raggiungere il pianeta delle EBE di Roswell? Vi troveremmo forse una razza ben diversa dalle creature schiantatesi nel New Mexico nel 1947? Si trattava di entità bio-geneticamente prodotte in serie (clonate) per affrontare i rischi dei viaggi spaziali e non per operare nel mondo dei lori creatori?
Non certo a torto, Corso conclude che per viaggiare nello spazio su lunghe distanze dovremmo essere "più" che umani. Seguendo i criteri della presunta progettazione genetica delle EBE, i viaggi spaziali sarebbero grandemente agevolati da un corpo atto a proteggere l'organismo dalle radiazioni: Dovremmo dipendere da un elettromagnetismo autoprodotto piuttosto che da ossigeno e cibo. E un incredibile accorciamento nei tempi di viaggio sarebbe prodotto dall'uso di una propulsione elettromagnetica, una energia attivata in funzione delle nostre necessità, come l'elettricità. Sulla base delle relazione autoptiche del Walter Reed Hospital dell'Esercito, il Col. Corso riteneva che le EBE fossero esseri o clonati o comunque realizzati specificamente per il volo spaziale, dal momento che i loro sistemi bio-organici sembravano non solo adattarsi perfettamente ai rigori della esposizione per lunghi periodi alla gravità zero e alle radiazioni cosmiche, ma anche interfacciarsi perfettamente con il mezzo pilotato. Secondo Corso, il cervello delle EBE aveva quattro parti, due per così dire "computerizzate" e due normali. Era quest'organo che presiedeva alla loro "missione"?
Per esempio, il cervello era elettromagneticamente interconnesso con il sistema della navicella mediante impianti in silicio nei lobi cerebrali. Questi ultimi erano caratterizzati da quello che gli analisti medici dell'Esercito descrivevano come un insieme di "avvolgimenti esterni", sul tipo di quelli posti interfacciati ad una massa magnetica utilizzata per aumentare le emissioni elettromagnetiche. I patologi dell'Esercito non furono mai in grado di misurare alcuna di tali emissioni, in quanto le EBE erano morte e la loro attività cerebrale era cessata. Ma, ritenendo che ciò che i patologi avevano riscontrato indicasse quanto il cervello si supponeva fosse effettivamente in grado di fare, nulla esclude che tali "avvolgimenti esterni" attorno alle teste delle EBE fossero deputati a quanto sopra detto.
Il cervello delle EBE aveva quattro lobi dei quali il Lobo 1 era il più grande. Corso riteneva dalle sue dimensioni che esso non solo funzionasse quale "cervello principale", ma fosse altresì quello dello stesso velivolo, quale parte integrante dello stesso schema progettuale dell'UFO.
Il Lobo 2 sembrava agire come in funzione ausiliaria rispetto al Lobo 1, forse in quanto contenente varie istruzioni di programmazione, dati di navigazione, nonché istruzioni in caso di guasti o danni al mezzo o di decisioni critiche. Era come se tale lobo fosse simile ad un cervello umano primitivo caratterizzato da "reazioni di fuga", e cioè dalla capacità di reagire propriamente per salvare il mezzo e i suoi occupanti.
Il Lobo 3 era simile al cervello umano, controllante funzioni di supporto vitale come il cuore, il polmone e i muscoli. Esso era altresì in grado di ridurre i requisiti energetici di tali funzioni vitali nel caso di lunghi viaggi nello spazio.
Il Lobo 4 controllava la maggior parte del sistema dei muscoli volontari e consentiva alle EBE azioni indipendenti, forse nel caso di missioni ricognitive su pianeti lontani, in modo abbastanza simile alla programmazione che verrà usata dalle nostre sonde robotizzate lunari o marziane per consentire di condurre una esplorazione sulla base della situazione locale del momento.
Le EBE indossavano delle fasce frontali che intensificavano le onde celebrali per la comunicazione telepatica, di grande aiuto nel funzionamento "biologico" dell'UFO. Questa fascia frontale fu uno degli oggetti che Corso rinvenne fra i reperti allegati agli Archivi del Pentagono su Roswell, e che consegnò per le possibili applicazioni tecnologiche conseguenti alle industrie aerospaziali legate da contratto al Ministero della Difesa USA. Oggi, tale fascia frontale è utilizzata per aiutare individui fisicamente disabili a muovere un cursore sullo schermo di un computer e piloti collaudatori a tenere sotto controllo certune funzioni di volo del velivolo in volo.
Le EBE potevano altresì controllare l'UFO attraverso relays amplificatori di corrente a forma di coppa collegati alle estremità delle dita delle mani? Il Col. Corso notò che in tutte le punte delle dita delle EBE si riscontravano circa 80.000 punti di emissione. È dunque estremamente probabile che attraverso questi relays le EBE trasmettessero istruzioni di guida al sistema di navigazione del velivolo direttamente dalle loro menti mediante le dita delle mani.

CUORE E POLMONE
L'unico polmone e il cuore surdimensionato (rispetto al nostro) delle EBE funzionavano quasi come un unico organo. Gli scienziati credevano che il polmone immagazzinasse altresì grandi quantità dell'energia elettromagnetica (EM) dell'UFO per lunghi viaggi, che veniva periodicamente rinnovata dalla genesi e dalla trasmissione di energia EM. Il cuore, che non si dilatava nello spazio come un cuore umano, potrebbe non solo avere pompato energia EM alle strutture cellulari del corpo delle EBE, ma essere anche servito come un mezzo teso ad immagazzinare energia per lunghi viaggi, un po' come una batteria.

ORECCHIE
Le EBE avevano delle orecchie piccole, quasi indistinguibili. Probabilmente non avevano bisogno di percepire onde sonore in quanto non parlavano e comunicavano telepaticamente.

NASO
Analogamente, il naso era estremamente piccolo in quanto evidentemente l'atmosfera all'interno dell'UFO doveva essere molto concentrata. Inoltre, gli analisti medici del Walter Reed Hospital non riuscirono a determinare come funzionava il sistema olfattivo delle EBE. Pare che l'olfatto non fosse però un senso importante e fosse utilizzato solo per estreme necessità di allarme. Le atmosfere planetarie contenenti i necessari elementi non richiedevano alcuna protuberanza nasale alle EBE, per cui le narici erano alquanto piatte e molto piccole.

BOCCA
Le EBE presentavano un orefizio boccale appena pronunciato, privo di condotti per ingurgitare acqua o cibo.
Le EBE non avevano sistema digerente, e ciò spiega l'assenza di denti e di ogni apparato di elaborazione di nutrimenti solidi o liquidi. Così pure va rilevata l'assenza di lingua e corde vocali in quanto le EBE non parlavano ma comunicavano telepaticamente, forse mediante trasmissioni da cervello a cervello e senza bisogno di mezzi ausiliari.

OCCHI
Gli occhi delle EBE sembravano di tipo telescopico e avevano un cristallino mediano, che fungeva da collettore luminoso. Tale cristallino, o "terza palpebra", costituiva la base per quello che fu denominata "visione notturna". Ecco perché le grandi cornee esterne delle EBE apparivano nere. Secondo Corso, il Gen. Trudeau gli dette istruzioni di incoraggiare gli scienziati del Laboratorio per la Visione Notturna di Fort Belvoir perché utilizzassero la bio-tecnologia della "terza palpebra" come modello per gli occhiali da visione notturna. Nel relativo capitolo (intitolato "La Conquista della Notte") relativo alla storia pubblicata delle ricerche condotte a Fort Belvoir, i ricercatori citano il sostegno ricevuto dal Gen. Trudeau nei primi anni Sessanta per lo sviluppo di un sistema di "visione notturna" atto ad essere utilizzato dai soldati USA in Vietnam.

PELLE
Come descritto in "Il giorno dopo Roswell", il Col. Corso sosteneva che la pelle delle EBE, al pari della struttura esterna dell'UFO, sembrava come "costruita" attorno alle entità e al mezzo quasi come una ragnatela stratificata. E come una ragnatela, la struttura molecolare era atomicamente allineata in senso longitudinale ed estremamente denso in modo da essere caratterizzata da una estrema resistenza alla tensione per quando fosse leggera come una rete di filamenti. Tale resistenza strutturale proteggeva le EBE dalle radiazioni cosmiche, elettromagnetiche e dalle escursioni termiche proprie dello spazio.
Prima di morire, Corso disse in varie interviste che uno dei suoi maggiori crucci consisteva nel fatto che nessun laboratorio era stato in grado di duplicare la super-resistenza della struttura molecolare di fabbricazione aliena. Oggi, comunque, sono in attuazione esperimenti genetici facenti uso dei geni di ragni per duplicare la resistenza alla tensione delle tele di ragno.
Con la eccezione della colonna vertebrale, che appariva particolarmente atta a resistere alle sollecitazioni dovute ai rigori di un viaggio spaziale, e di uno scheletro che era più tensile che rigido, le altre funzioni biologiche delle EBE sembravano del tutto secondarie, come se dovessero essere utilizzate solo per missioni di ricognizione della superficie terrestre. Le EBE erano creature principalmente legate al loro mezzo e quasi tutt'uno con la sua programmazione di pilotaggio.
Corso credeva che gli aspetti più complessi e sofisticati delle creature fossero da ricercare nella loro interfaccia con l'UFO e con la capacità di comunicare telepaticamente. Al di là di ciò, esse mal si adattavano ad altri ambienti e contesti. Il che convinse Corso che ci si trovava davanti a degli esseri clonati per il fine di pilotare, navigare ed effettuare esperimenti nel corso di missioni specifiche. Le EBE, quindi altro non sarebbero state che versioni biologiche dei nostre sonde spaziali robotizzate, programmate per eseguire esperimenti sulla superficie dei pianeti visitati.
La vera potenza della tecnologia aliena, credeva il colonnello, consisteva nella capacità degli extraterrestri di manipolare telepaticamente lo spazio e il tempo. Tale forma di "proiezione astrale" ET affascinava ed atterriva ad un tempo l'Esercito USA, e così pure quanti ne vennero a conoscenza in altre branche del Governo, e fu una delle principali ragioni che innescarono il "cover up" conseguente all'UFO-crash di Roswell.
La comunicazione telepatica, la psicocinesi, l'ingegneria biologica, la capacità per un organismo di interfacciarsi con un computer: queste sono solo alcune delle esplorazioni di frontiera condotte oggi dalla specie umana. Che tutte queste discipline possano un giorno fondersi in una sola, come gli alieni di Roswell dimostrerebbero, è certo un concetto difficile da immaginare. La speranza sarebbe che lo studio delle implicazioni relative al loro uso e abuso non vada seriamente al di là degli sviluppi scientifici più prossimi a realizzarsi. Questo punto, in particolare, interessava Philip Corso e questo avrebbe voluto che si continuasse a seguire per il bene dell'umanità.

UN INEDITO POSTUMO DI ESTREMA ATTUALITÀ
La figura del compianto Col. Philip J. Corso.

di Roberto Pinotti
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 44 del Maggio 2003

Chi scrive lo ha personalmente conosciuto, lo ha fatto venire in Italia prima e al Simposio Mondiale di San Marino poi, poco prima della sua morte, verificando altresì le sue credenziali di militare e uomo dell'intelligence USA unitamente a tutta l'evidenza storica del ruolo-chiave da lui rivestito con la sua attiva presenza presso il Comando Generale Alleato a Roma nell'immediato dopoguerra. Decorato da Umberto Il, è a quest'uomo che si deve la riorganizzazione delle Autorità dell'Italia post-liberazione. Profondamente corretto e coerente (a cominciare dal proprio dichiarato approccio legalitario e antisovietico che ispirò la struttura strategica-ombra "Stay Behind" solo successivamente destinata a trasformarsi in "Gladio", per il quale fu violentemente attaccato da l'Unità pare su diretta indicazione di Stalin), questo professionista in divisa non ha dunque millantato credito più di tanto, in quanto il suo profilo ed il suo background sono e restano reali e incontrovertibilmente incontestabili. Certo, si potrà anche non credere alle dichiarazioni dell'uomo Corso, si potrà dire magari che è impazzito oppure che, da esponente dell'intelligence che non è in pratica mai andato in pensione, ci ha propinato, al pari di certi altri "Rivelatori", tutta una serie di informazioni false seppur ai limiti della verità tese a disinformare e quindi, confondendo le acque, ad impedire una corretta comprensione della effettiva realtà storica e tecnica del fenomeno ufologico, da Roswell in poi, nella migliore tradizione del cover-up delle Autorità di Washington in tema di UFO. Solo che invece potrebbe anche aver detto la verità, reagendo alla consegna del silenzio impostagli dai suoi superiori e giungendo infine a scontrarsi, come ha fatto nelle sue ultime settimane di vita, con il Governo USA, da lui accusato senza mezzi termini di avere scientemente dichiarato il falso su tutta la vicenda degli UFO e di Roswell in particolare per ragioni di stato. Sia come sia, verso i suoi scritti inediti si è poi sviluppata in USA come in Italia una vera e propria "corsa", purtroppo dominata quasi esclusivamente dalla vergognosa tendenza altrui ad usare la sua figura oltre la sua morte per ricavare facili utili editoriali. Sia come sia, la recente tragedia dello "Shuttle" che ha colpito la NASA e gli USA sembra più che mai in linea con il contenuto di questo testo inedito e postumo che abbiamo l'onore di pubblicare in esclusiva.
Un testo che parla di clonazione, tecnologia aerospaziale aliena, retroingegneria e insabbiamenti accusando altresì Washington di scelte storicamente ed eticamente errate e riprovevoli. Da lui consegnato a suo tempo a più di un esponente del CUN (da Franco Mari a chi scrive, da Paola Harris ad Adriano Forgione) durante la ultima sua visita in Italia e a San Marino con preghiera di farne buon uso "al momento giusto" e solo col suo consenso, abbiamo avuto quest'ultimo pochi giorni prima della sua scomparsa e per cinque anni abbiamo atteso di rendere noto questo suo piccolo "testamento spirituale" redatto in forma di note manoscritte, che abbiamo fatto precedere da una prima parte introduttiva.
Ora, all'indomani della tragedia del Columbia, quel momento è infine venuto.

TECNOLOGIA ALIENA E TERRESTRE A CONFRONTO
Il testamento spirituale dell'autore de "Il giorno dopo Roswell".


[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Ufologo%20555/201011217255_post-5-1158027885.jpg[/img]

di Philip Corso
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 44 del Maggio 2003

Nonostante la recente controversia inerente le procedure di clonazione, e il fatto che queste non possano essere controllate appieno e che fin dall'inizio siano state bandite temporaneamente per cinque anni, la pratica della clonazione non pare doversi applicare ad un'Entità Biologica Extraterrestre (EBE), realizzata specificamente per i viaggi nello spazio e che non dovrebbe porsi dunque nella categoria della ricerca finalizzata alla creazione di un essere perfetto.
L'EBE non è un essere potenzialmente umano nel senso della creazione, ma piuttosto un clone umanoide ottenuto con lo scopo specifico non di un qualche dubbio beneficio futuro, bensì del miglioramento della specie umana e di un'apertura ulteriore ai segreti nell'universo e, se ci riusciremo, di un mondo nuovo.
La creazione di una EBE può cambiare o aprire nuovi orizzonti della conoscenza in termini che non possiamo neanche immaginare.
La caduta di un UFO nel 1947 ci ha schiuso un nuovo mondo lasciandoci solo intravedere ciò che esso può celare. Il tipo di clonazione da noi affrontato non costituisce uno sforzo verso la perfezione umana, in quanto virtualmente privo di implicazioni morali, emotive o spirituali. Il suo scopo è di spingere avanti la conoscenza dei nostri scienziati nella ricerca per migliorare e servire l'individuo e l'umanità e si preoccupa di legittimare i successi medici. Ciò costituisce però un rischio potenziale per l'umanità che si trova alle soglie della creazione, come suggerito da alcuni gruppi religiosi.
Lo studio delle EBE e il modello di ricerca che esso sembra dischiudere aiuterà a guidare le ricerche genetiche sul DNA per il progresso dell'uomo. Con la creazione da parte nostra di una EBE la perfezione di un clone umanoide sarà ben lungi dall'essere stata realizzata, anche se avremo comunque fatto un gigantesco passo avanti. Ma soprattutto sarà stato realizzato un obiettivo che si presenterà sulla scena mondiale per il meglio come per il peggio, comunque caratterizzato da rischi limitati o assenti circa il miglioramento effettivo della razza umana. Avremo guadagnato molto con perdite limitate o assenti. Ci sono state molte speculazioni e chiacchiere inutili circa la longevità e le possibilità di prolungare la vita in seguito alla creazione di un clone umano. lo dubito che una sola di queste elucubrazioni, sia da applicarsi ad un clone umanoide, un EBE creato per uno scopo specifico di un viaggio spazio-dimensionale.
Durante il mio servizio nell'Esercito e alla Casa Bianca io ho avuto accesso a tutti i livelli di segretezza inerenti queste informazioni, ma ho visto solo un rapporto sulla possibile età delle EBE. Tale rapporto recitava che l'EBE su cui le autorità avevano basato le loro ricerche avrebbe avuto circa 200 anni. Non ho mai scoperto nessun'altra evidenza o correlazione al riguardo. Questa informazione mi è stata data a voce e non posso dunque corroborarla. In molti casi come in quello sopra citato si riteneva comunque che le EBE fossero del tutto sacrificabili.
Wilbert Smith, il geniale scienziato canadese, mi avvisò: "Fai attenzione, perché potresti innescare un buon migliaio di domande e problemi a cui non potresti né sapresti rispondere". E questo è stato il mio destino, da quando ho scritto "Il giorno dopo Roswell".
La risposta, oggi più che mai, è quella dataci dal Dr. Thomas Rowe, che mi salvò la vita: "Qualcuno l'ha fatto!" (la creazione delle EBE, cioè). E il mio diretto superiore, il Generale Arthur G. Trudeau, commentò: "Se può essere fatto, facciamolo!".
Il Senatore John Glenn, l'astronauta, avrebbe gettato sul tappeto questo problema, anche col suo viaggio del 1998 nello spazio all'età di 76 anni. Glenn scoprì infatti come il ritmo circadiano preposto alla regolazione del sonno potesse essere alterato durante la permanenza nello spazio. Noi ci stiamo muovendo nella giusta direzione ma con calma e qualche volta senza realizzare quanto siamo in realtà vicini alla clonazione o alla realizzazione di una EBE o di un'entità simile.
Quella che noi chiamiamo "natura" ha una risposta per uno dei più grandi e ovvi problemi che sono stati compresi dai terrestri e superati dai creatori delle EBE. Le creature marine, gli animali, gli insetti e pure gli esseri umani si adattano all'ambiente per sopravvivere. Le creature del mare profondo si adattano alla grande pressione, diventando parte del loro ambiente, e la pressione all'interno di tali esseri è uguale a quella presente all'esterno di essi. Gli animali sopravvivono alle grandi altitudini o in ambiente polare attraverso una serie di adattamenti fisici, gli insetti si adattano alloro ambiente nonostante le piogge, gli incendi o la carenza di cibo e acqua. Anche gli esseri umani, alle grandi altitudini nel Sud America, sviluppano grandi capacità polmonari per respirare un'aria più sottile, sebbene al livello del mare o nel nostro normale ambiente essi possano manifestare sofferenza o addirittura, in certi casi, condizioni critiche che possono portare alla morte. I suoi creatori hanno inserito la EBE in una zona chiusa dell'UFO in cui essa stessa diventa un campo magnetico di atomi, lo stesso in cui si trovano le cellule umane. L'EBE è un umanoide che sopravvive nei campi elettromagnetici e pertanto l'UFO e la EBE diventano come un tutt'uno. La struttura cellulare umanoide si propaga con i cambiamenti nelle frequenze all'interno del campo magnetico ammantante il tutto (per dirla con Tesla). E non è avvertito il bisogno di cibo, aria, acqua o ossigeno. Una volta che l'ambiente di estrazione sia scomparso tali stimoli svaniranno velocemente.
Tutto questo in una situazione in cui i nostri corpi umani senza nutrimento o ossigeno collasserebbero.
Nel caso delle EBE anche le loro strutture scheletriche vengono meno al di fuori del loro ambiente e io non ho mai visto alcun rapporto in cui si citassero ferite con sangue o sanguinamenti copiosi da parte delle EBE, supponendosi che eventuali umori e liquidi si dissolvessero uscendo dall'inviluppo del campo elettromagnetico. Ciò è fuori questione, e come risultò dalle autopsie successive e dagli studi condotti sulle EBE di Roswell, nessuno di noi capì appieno la loro composizione strutturale o la ragione per cui fossero state create.
Noi (e io in particolare) abbiamo perso una grossa occasione, a meno che non ci sia data un'altra possibilità attraverso un intervento superiore o un altro incidente del genere.
Dopo aver visto il corpo dell'EBE a Fort Riley, per varie ragioni cominciai a lavorare alla propagazione dei raggi luminosi e istintivamente presi a pensare sempre di più alla luce come ad una fonte energetica. Dimostrai ciò con mia soddisfazione e alla fine degli anni Quaranta presentai il tutto ai miei superiori come base per il brevetto di nuovi sistemi, il che mi fu accordato. Tuttavia la Guerra di Corea iniziò e così dovetti andare per la mia strada restando impegnato altrove per i successivi tre anni. Poi, nel 1961, mi si presentò davanti la possibilità di nuove ricerche per capire qualcosa sui mezzi alieni e soprattutto sul loro sconosciuto sistema di propulsione.
All'epoca furono coniati quattro termini nel corso delle nostre discussioni scientifiche:

1 - Magnetron: atomi alternativamente accelerati e decelerati.
2 - Strozzatura Magnetica: il cambiamento dimensionale di un corpo ferromagnetico quando è posto in un campo magnetico.
3 - Dinamica Magneto-plasmatica: un gas ionizzato in un campo magnetico atto a produrre corrente elettrica.
4 - Bottiglia Magnetica: un campo magnetico che contiene il plasma durante una reazione termo-nucleare.

L'UFO recuperato a Roswell non sembrava possedere motori, propulsori o sistemi atomici o comunque un qualsiasi sistema di propulsione conosciuto.
Hermann Oberth, lo scienziato tedesco a capo di Peenemunde durante la Seconda Guerra Mondiale, nonché maestro e superiore di Von Braun, disse che gli UFO "spingevano" l'aria o gli atomi di fronte a loro e propagavano la loro energia nello spazio (dal canto suo Einstein affermò che lo spazio è una struttura di natura atomica). Noi sentimmo, quando poi venne creato, il campo magnetico intorno al disco volante.
Cambiamenti di intensità e di colore furono causati dal cambiamento nella lunghezza d'onda nel campo elettromagnetico, che si autopotenziava attraverso gli atomi presenti nell'atmosfera e la stessa struttura atomica dello spazio. (Con i tecnici tedeschi portati in USA) perfezionammo il nostro lavoro sul motore atomico per creare un campo intorno all'UFO. Osservammo anche che la superficie dell'oggetto, quando sottoposta a campo magnetico, era allineata atomicamente. Questo conferiva allo scafo una forte luminosità.
Muovendosi nella direzione dell'allineamento (orizzontale e verticale) esso diventava poi trasparente. La forza generatrice doveva ruotare in direzioni opposte e i tedeschi usarono a questo proposito dei motori Wankel. Nei "Foo-Fighters" la gravità "0" che si veniva a creare intorno ai serbatoi di combustibile e ai motori era dovuta ai propulsori e al campo magnetico che ruotavano in direzioni opposte.
Schunberger utilizzò la controrotazione. Questa controrotazione, in altri esperimenti, avveniva sia sul soffitto che nel pavimento del mezzo e permetteva di raggiungere i 12.000 piedi (circa 4.000 metri) di quota. La perdita di controllo nella guida portava però l'oggetto a schiantarsi.
I tedeschi escogitarono anche un sistema in grado di raggiungere un bersaglio utilizzando il sistema costituito dalla "griglia magneticà" che avvolge la Terra.
A quel tempo ottenni nel mio team due scienziati che avevano lavorato con Von Braun e che studiarono l'allineamento degli atomi nei metalli. Discutemmo ampiamente anche su quella che venne, definita la "strozzatura magnetica", ovvero il cambiamento di dimensioni in un corpo metallico quando posto in un campo magnetico (con le possibili applicazioni ai viaggi nel tempo o dimensionali).
Tuttavia, pur se le EBE sembravano non soffrire o dimostrare emozioni come noi umani, esse parevano mostrare quello che noi conosciamo come "stress", o una sorta di perdita di efficienza. Sapevamo che potevano aver luogo certi tipi di "strozzature magnetiche", e quando queste condizioni sembravano manifestarsi ipotizzammo che i creatori delle EBE avessero potuto applicare quello che definimmo un stress opportuno, a tali esseri. Le applicazioni di questa forza sarebbero state dovute ai "venti mentali" che avrebbero direzionato, e successivamente applicato la forza allo scafo del veicolo grazie alle EBE. Questo incremento nel campo magnetico avrebbe condotto ad un cambiamento nella dimensione dell'oggetto. Gli UFO possono così apparire e sparire dalla nostra vista, ed effettuare viaggi dimensionali o entro superfici come l'acqua (molti testimoni affermano di aver osservato gli UFO uscire dall'acqua).
Le EBE possono facilmente trasferire questa "forza aggiunta" attraverso le loro otto dita, quattro per ogni mano (la statua d'oro del dio pre-incaico di Tiahuananco possiede quattro dita). Il Centro di Ricerca della IBM di Almaden sta attualmente compiendo delle ricerche per utilizzare il corpo umano al fine di trasmettere dati elettronici, in modo molto simile a quanto fatto dalle EBE.
Incontrammo molte difficoltà tecniche quando ci occupammo di questi dati, non solo con lo scafo del veicolo recuperato ma anche con gli esseri a bordo.
Nessuno dei voli Gemini fu esente da problemi o inconvenienti, ma grazie alla politica del Governo degli Stati Uniti nessuna di queste cose, come l'esistenza degli UFO o il "regalo" datoci a Roswell, venne presa in attenta considerazione o venne considerata degna di studio alla luce del sole.
Noi cercammo di porci all'interno dell'Esercito in un'ottica differente ma venimmo subito quietati dal clima di opinione dominante.
Le navicelle spaziali terrestri ebbero molte disavventure da quando si tentò di progettare dal niente i primi modelli di mezzi spaziali senza prendere in considerazione i "ritrovamenti" effettuati a Roswell. Tra i più importanti disastri ricordiamo:

GEMINI 3) il sistema del computer di guida non funzionò
GEMINI 4) la porta delle capsula risultò difettosa
GEMINI 5) malfunzionamenti nell'apparecchiatura per l'erogazione dell'ossigeno e nei razzi della navicella
GEMINI 6) il lancio venne fermato per problemi ai propulsori
GEMINI 8) due navicelle collegate iniziarono a ruotare
GEMINI 9) il sistema di chiusura non funzionò bene
GEMINI 10) il computer di bordo non funzionò correttamente
GEMINI 12) instabilità di alcuni componenti della navicella
APOLLO 11) lampi infuocati avvolsero lo scafo causando la morte di tre astronauti
APOLLO 12) problemi elettrici
APOLLO 13) il serbatoio di ossigeno esplose. A bordo erano installate anche apparecchiature nucleari

Qualsiasi cosa succedesse NOI POSSEDEVAMO UNA NAVE SPAZIALE che nessuno si prese la briga di studiare, neanche virtualmente.
Anziché partire da un punto sicuro per la costruzione di navi spaziali, si decise di iniziare dal principio, da zero.
Facemmo poco o niente con il corpo delle EBE, e mentre gli uomini venivano mandati nello spazio, rischiando le loro vite, la NASA si rifiutava di credere che gli uomini potessero viaggiare nello cosmo mentre non sapevano che le EBE erano state create proprio con questo scopo.
Naturalmente gli astronauti incontrarono molti problemi durante i loro viaggi:

GEMINI 9) diversi problemi di orientamento
GEMINI 11) Gordon ebbe problemi con la respirazione: respirava velocemente e gli mancò più volte l'aria, oltre che il respiro

Tutti gli astronauti, comunque, sperimentarono visioni e "strane sensazioni". "Forze esterne" cercarono di catturare le loro menti. Problemi psicologici e cambiamenti della personalità generarono diversi problemi mentali.

Il Generale Trudeau una volta mi disse che certe volte gli uomini sviluppano come una relazione con le macchine, una affinità che si sviluppa come con l'attaccamento ad oggetti materiali. Un guidatore professionista di macchine da gara sviluppa nel tempo sensazioni che lo portano, in determinate condizioni, a sentirsi un tutt'uno con la propria macchina. Questi soggetti sono i campioni. Le EBE realizzarono proprio questa particolarità che porta ad una "fusione" tra essere e veicolo in una singola unità, diventano un "unicum" interagente.
Continuiamo ancora a costruire le nostre relativamente grezze navicelle spaziali e ad usare combustibili del nostro passato.
L'uomo è ancora l'uomo e le EBE rimangono a tutt'oggi nel mistero. Anziché trattare i programmi spaziali come una nuova scienza andiamo avanti sempre in prima fila, procedendo a tutta velocità con faraonici programmi-lampo tesi a battere ogni avversario, come la vecchia Unione Sovietica nel caso della Luna. Non è uno sforzo scientifico, ma sono semplicemente esercizi di politica.

Il Progetto Apollo richiese uno sforzo da 24 miliardi di dollari e la velocità con cui venne realizzato non permise di effettuare test adeguati alla complessità dei componenti utilizzati. Anche Von Braun, ad un certo punto, avanzò l'ipotesi che molte procedure fossero allora ancora avventate. Il primo modulo di comando, per esempio, ebbe una impressionante quantità di problemi sul fronte del controllo della qualità. Vennero riscontrati oltre 20.000 difetti, errori e omissioni.
A quel tempo l'U.S. Army possedeva i migliori standard per il controllo della qualità rispetto anche alle industrie.
In un manuale che aiutai a compilare, tuttavia, ogni progetto spaziale era attinto dai nostri studi.
Nel 1958, quando venne creata la NASA, questa crebbe grazie ad assunzioni massicce in tutto il paese, coinvolgendo 400.000 individui e 20.000 aziende.

L'astronauta Grissom una volta appese un limone (sinonimo di "fregaturà" in USA) sul portellone del simulatore Apollo, e vi rimase ucciso in un una esplosione nel 1967 con due colleghi.
I decenni successivi furono caratterizzati da una compenetrazione estensiva del controllo civile in ambito militare. Il Governo Ombra affermò che i militari erano una minaccia alloro controllo, così fummo relegati nelle retrovie di ogni sforzo compiuto per la conquista dello spazio. Il nostro "Progetto Horizon" venne eliminato e venimmo a conoscenza che in comparazione con il progetto Apollo il nostro UFO vinceva in semplicità. La scafo ed il suo pilota era un tutt'uno, operavano e funzionavano attraverso un campo magnetico. Il pilota e lo scafo cambiavano di dimensione quando posti in un campo magnetico. Questa venne chiamata "strozzatura magnetica". Wilbert Smith ci disse che campi magnetici estremamente intensi, del tipo di quelli ottenuti nella colonna atomica a Bikini (attraverso i test nucleari, n.d.r.) , potevano causare a livello energetico delle "vampe selvagge" in grado anche di rompere i legami atomici. Il pilota e lo scafo erano inoltre isolati contro le grandi variazioni di temperatura presenti nello spazio. Le espansioni e le contrazioni erano compensate istantaneamente, e a bordo delle navicelle aliene recuperate non vennero rinvenuti apparati o strumenti per il controllo della temperatura.
La conclusione logica fu che tutto ciò era forse reso possibile dal campo o "guscio" elettromagnetico che avvolgeva la nave e gli occupanti. La struttura dello scafo, quanto il clone umanoide (l'EBE), erano "all'interno" del sistema di controllo elettronico della nave, che poi comprendeva anche il sistema di propulsione. Il pericoloso sistema dell'ossigeno presente sulle nostre navicelle lì dentro non esisteva, e non era necessario neanche per il pilota.
"Riteniamo che la morte del tre astronauti Apollo non fu vana, quando riuscimmo a raggiungere la Luna", dichiarò la NASA. lo non la penso in questo modo, se non fossimo partiti da zero invece di acquisire una nuova scienza e avessimo voluto lasciare da parte le beghe politiche, quella tragedia non sarebbe mai accaduta.
Un punto da dover considerare; non vidi mai un rapporto o delle considerazioni riguardo i cloni EBE che affermasse che fossero soggetti ai cambiamenti di temperatura o ambientali, mentre invece lo scafo alieno sembrava subire tali modificazioni. lo penso che nella sua struttura base i creatori delle EBE presero in considerazioni queste eventualità che sono le più importanti durante il volo spaziale.
Le Entità Biologiche Extraterrestri propagano una energia elettromagnetica dalle loro cellule, e lo stesso procedimento viene effettuato dallo scafo del veicolo, e la somma di queste due forze porta ad un allineamento nella superficie, nella luce nonché ad una grande resistenza e durezza. Un piccolo cambiamento nella frequenza nell'allineamento rende inoltre la superficie della nave aliena trasparente.
Nei miei precedenti scritti ho descritto come, durante la mia permanenza come capo delle Divisione Tecnologia Straniera del R&D (settore Ricerche e Sviluppo) (1) dell'esercito USA, riuscii ad ottenere uno strumento alieno che sembrava permettere di misurare le emissioni elettromagnetiche che provengono dal corpo. All'inizio non riuscii ad accenderlo, a causa della mia conoscenza limitata tipica della ragione umana, ma alla fine ne dedussi che la relativa batteria era esaurita. Successivamente portai questo strumento al nostro Laboratorio Atomico a Fott Belvoir, ove lo sottoposero a radiazioni che lo riportarono in funzione.
Questo metodo era tipico del nostro approccio; anziché trattare il fenomeno UFO come una "scienza nuova" in cui partire da zero, cercavamo nuove applicazioni della "nostre" conoscenze per acquisire il "know how" di quanto studiavamo. Questo approccio ci ha condotto sempre verso nuovi scenari e qualche volta in direzioni sbagliate. Lavorammo duramente ad alcune delle nostre idee e per fortuna o per nostro ingegno sviluppammo i transistor, i circuiti integrati ed altro ancora.
Iniziammo a sviluppare alcune delle meraviglie del tempo e apportammo alcuni miglioramenti al benessere collettivo dell'umanità. Ma avevamo appena scalfito la superficie.
In aggiunta alla nostra lentezza, dovuta alla non conoscenza di questa nuova scienza e alla mancanza di esperienza e di "background" in merito, le piccole scoperte che ottenemmo furono non comprese e ci fu un atteggiamento quasi criminale da parte di "debunkers" e scettici. Ci strillarono "Fateceli vedere!". Se noi avessimo mostrato loro quello che avevamo sotto mano non avrebbero riconosciuto la propria ingenuità ed inesperienza e non avrebbero saputo cosa fare di quanto avevamo ottenuto. Non permettemmo mai a costoro di trasferirci la loro stupidità.
Dopo tutti questi anni ho cercato di mettere per iscritto il fatto che le EBE e gli UFO sono un'unica entità operante. Quest'unica grande affermazione sta suscitando notevole interesse e ho in corso diversi contatti con scienziati molto noti per discutere eventuali sviluppi futuri. Loro hanno visto la fondatezza delle nostre idee tra cui il fatto che gli UFO sono da considerarsi come una naturale evoluzione dei nostri moderni aeroplani e dei velivoli spaziali costruiti dalla NASA.
Fino ad oggi tutti hanno fallito perché non esistono precedenti per gli UFO in cui si debba considerare il pilota parte integrante di una nave aliena.
In aggiunta non esistono assolutamente precedenti per sistemi di propulsione simili a quelli che studiammo. I motori con propulsioni esotiche, lo Shuttle, le missioni Gemini ed Apollo, fanno parte di un'altra era e di un'altra scienza, non di un altro mondo di un altro futuro.
Gli Americani, i Russi, i Tedeschi, gli Inglesi tutti concorrevano al miglioramento delle proprie tecnologie e dei propri prodotti, anziché imbarcarsi nello studio di una nuova scienza fin dall'inizio.
Gli scienziati tedeschi realizzarono in parte ciò e iniziarono a creare una nuova scienza dall'inizio. I "Foo-Fighters" e la scoperta di poter utilizzare la griglia magnetica terrestre per trovare obiettivi erano ancora agli inizi. Fortunatamente il Generale Patton riuscì a travolgere le loro installazioni. I tedeschi costruirono i dischi volanti e ci montarono anche cannoni da 20 mm.
Dopo ciò tornammo alla nostra vecchia strada, il miglioramento delle tecnologie, non nuove ricerche e lo sviluppo di nuove tecnologie basate sul "regalo" che ci era stato fatto a Roswell.
Noi del settore R&D dell'Esercito americano sviluppammo un propulsore atomico in grado di venire applicato ai normali veicoli per il volo spaziale, e cercammo di utilizzarlo per il nostro futuro. Ma questo fu con nostra ingenuità l'approccio sbagliato.

Le EBE erano la chiave, e questo è stato provato al contrario dalla NASA con i suoi errori e le sue morti. Hanno speso migliaia di miliardi di dollari, ma l'uomo non può ancora viaggiare nello spazio e le loro navicelle sono, in comparazione a quelle aliene, ancora grezze. Un grande sforzo per migliorare le nostre tecnologie, ma grossolanamente inadeguato alla luce degli UFO e dei loro piloti "elettronici": i cloni umanoidi o EBE.
Cominciando dall'inizio sulla base della "nuova scienza" aliena, possiamo migliorare e apportare grandi benefici all'umanità del nostro pianeta, oggi e nel futuro.
Nella nostra analisi degli artefatti di Roswell riuscimmo a perfezionare le prime pompe cardiache e i primi respiratori. Riuscimmo ad aprire le prime ricerche sugli equipaggiamenti criogeni. Oggi ci troviamo davanti ad una grande sfida.
Infatti gli astronauti russi provenienti dalla MIR (2) hanno permesso di far luce sul fatto che la prolungata permanenza nello spazio produce gravi danni al sistema immunitario umano. Negli ultimi venti anni, trenta nuove malattie sono state identificate. La malaria e la tubercolosi sono state debellate, la polmonite e la meningite sono in risalita (ho fantasticato più volte che questo potrebbe essere il sistema con cui una intelligenza superiore potrebbe combatterci su di un piano diverso, non con armi ma con la minaccia di morte attraverso virus o malattie), e bisogna ricordare anche come l'HIV stesso sia una entità vivente.
Posso configurare uno scenario di morte in cui un astronauta mandato nello spazio potrebbe ritornare su questo pianeta ammalato, con il sistema immunitario danneggiato o attaccato da virus per le quali non possederemmo cure. I viaggi spaziali potrebbero essere l'equivalente di una sentenza di morte.
C'è stata data però una risposta, una soluzione che ci viene dalle EBE.
Ci è stata mostrata la strada in cui trovare le nostre risposte, e come compensare e bypassare la minaccia di una morte violenta.

NOTE:
1. R&D: "Research and Development" - Divisione di Ricerca e Sviluppo presente nell'United States Force (N.d.R.)
2. 2 MIR: La Stazione Spaziale russa fatta rientrare nell'atmosfera (N.d.R)

LE E.B.E. DI PHILIP CORSO
La chiave in un episodio del 1968?

di Roberto Pinotti
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 45 del Giugno/Luglio 2003

La recente pubblicazione del volume di Philip Corso "L'alba di una nuova Era" ripropone il problema delle sconcertanti rivelazioni del colonnello statunitense. Uscito postumo e in seguito ad una lunga polemica che in ogni caso tradisce tutto il fin troppo evidente tentativo di strumentalizzazione della figura dell'ex militare americano in USA come altrove, questo suo secondo libro sviluppa alcuni degli aspetti e dei concetti contenuti nel precedente "Il giorno dopo Roswell", occupandosi fra l'altro del problema delle Entità Biologiche Extraterrestri (EBE).
Com'è noto, Corso afferma (e non è il solo) che gli esseri alieni che pilotano gli UFO sono in realtà solo degli organismi biologici artificiali "prodotti in serie" per clonazione in laboratorio da ignoti creatori che preferiscono utilizzare tali EBE invece di esporsi direttamente in operazioni di controllo e monitoraggio del nostro mondo.
Si tratta insomma di "vuoti a perdere" che, in caso di incidente, nessuno piangerà perché non saranno in effetti mai morti in quanto mai nati; esseri in tutto e per tutto programmati biologicamente per le funzioni per cui sono stati creati, ivi inclusa quella di comunicare.
Se non fosse stato verificato il suo curriculum militare e di intelligence, indubbiamente, si farebbe fatica a questo punto ad accettare non tanto l'idea che Corso abbia avuto accesso a tutta la documentazione segreta sul "crash" di Roswell, reperti e corpi degli occupanti compresi, quanto l'affermazione secondo cui egli si sarebbe perfino trovato di fronte e "dialogato" con una di queste EBE durante un vero e proprio "incontro ravvicinato del terzo tipo" sui generis.
Fatto è che un Corso lo si può accettare "in toto", sostenendone la totale buona fede, ovvero in parte, ritenendo che, da uomo di intelligence, egli abbia detto solo cose che poteva e/o doveva dire in base a direttive comunque atte a rilasciare informazioni parzialmente vere con altre parzialmente false allo scopo di confondere le acque e depistare la ricerca della verità.
Evidentemente ognuno può credere cosa vuole e ulteriori polemiche al riguardo sarebbero sterili.
Chi, come noi, ha conosciuto Corso sarebbe tentato di optare per la prima ipotesi sul piano personale, ma va da sé che le sensazioni individuali non sono e non possono valere come prove. Pertanto la questione è e resta aperta.
Quello che però vale la pena di approfondire è un'altra cosa. Corso - lo si ricordi - non ha mai parlato prima della morte del Generale Trudeau, il suo diretto superiore alla cui richiesta di silenzio si riteneva vincolato, e il suo nome è stato ignoto a tutti fino alla prima metà degli anno Novanta. Né - impegnato come effettivamente era ed è stato professionalmente in altre incombenze - risulta che si sia mai particolarmente interessato di ricercare o raccogliere rapporti di eventi ufologici, disponendo in effetti già di risposte definitive alla fonte. Meno che mai poi, dagli USA, di cercare "col lanternino" casistica ufologica estera.
Orbene, cosa direste se vi dicessimo che le sue descrizioni delle EBE potrebbero essere totalmente confermate da un insospettabile e poco noto IR3 avvenuto in un altro paese e di cui in USA nessuno sapeva assolutamente nulla?
Facciamo un passo indietro.
Come abbiamo già scritto in un articolo del Settembre-Ottobre 2000, nella notte del primo sabato di luglio del 1968 il rappresentante industriale Walter Marino Rizzi, di Bolzano, percorreva a bordo della propria auto il Passo Gardena, sulle Dolomiti, verso le 24.00.
A causa dei banchi di nebbia che non consentivano una adeguata visibilità, il guidatore fermò l'autovettura in un piazzale deciso a sostarvi per il resto della notte. Addormentatosi, fu destato da un odore come di bruciato. Allarmatosi, e pensando che la propria "FIAT 600" stesse prendendo fuoco per un corto circuito, il Rizzi usci dall'auto per ispezionare il motore. Ma tutto era a posto. Fu a questo punto che sul lato opposto della strada, ad una distanza forse di 500 metri, scorse uno squarcio luminoso, simile alla terrazza illuminata di un albergo. Ma nella zona, a lui perfettamente nota, non ce n'erano. Decise allora di avvicinarsi, e fu così che scorse infine un enorme oggetto discoidale poggiato al suolo su tre sostegni, immersa in una specie di luce lattiginosa. Lo strano apparecchio era sormontato da una cupola e aveva un diametro non inferiore ai settanta metri. Ma cediamo la parola al testimone.
"Arrivato a cinquanta metri, notai che sul lato destro del disco c'era un robot cilindrico alto due metri e mezzo, con tre gambe e quattro braccia, che teneva la parte esterna dell'oggetto, e la faceva girare come se stesse riparando un guasto... Ora vedevo perfettamente: era di un alluminio chiaro, che a volte pareva quasi trasparente... la luce bianca terminava a circa cinquanta metri dal disco, come se fosse un muro... Arrivato ove iniziava il muro di quella strana luce, mi sentii di colpo bloccato, come se il mio corpo pesasse una tonnellata; ero incapace di muovermi e facevo molta fatica a respirare. Vi era dintorno un gran calore e un fortissimo odore di bruciato... La cupola vitrea sulla sommità del disco era particolarmente rilucente e vidi due esseri che guardavano giù...".
A quel punto una sorta di botola si apri nella parte inferiore del "disco", sprigionando una densa luce viola ed arancione, da cui emerse una strana figura vestita di un casco trasparente e di una tuta aderente e argentea provvista di una cintura in corrispondenza della vita, che si fece incontro al testimone sfiorando il terreno. E cosi il Rizzi se lo trovò proprio di fronte. Ecco la sua descrizione:
"Sembrava alto poco più di un metro e sessanta... e quando fu a poco più di un metro da me alzò la mano destra e mi guardò fisso negli occhi... aveva i capelli cortissimi, castano chiaro. I suoi occhi erano bellissimi, più grandi dei nostri, leggermente obliqui, come quelli di un gatto, con la parte bianca color nocciola, l'iride azzurro-verde e le pupille ovali, che si contraevano continuamente. Anche il naso, molto piccolo, ricordava quello dei felini. Le sue labbra erano sottilissime e quando sorrise vidi che aveva dei denti bianchi e regolari... La



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MessaggioInviato: 12/01/2010, 17:57 
Bell'articolo! [:264]


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... Ai posteri! [:D]



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MessaggioInviato: 13/01/2010, 17:51 
Ho già parlato dei presunti "suicidi" di studiosi e ricercatori nell'ambito degli UFO; ma leggiamo anche questo articolo.



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da fratellidiluce.it

Già negli anni Sessanta, negli USA, molti ufologi, ricercatori, scrittori e giornalisti scomparvero in circostanze poco chiare. Forse, perché avevano compiuto con onore il loro dovere
di Otto O. Binder

Da un articolo pubblicato nel 1971 sul periodico statunitense “SAGA”.

Negli ultimi dieci anni, non meno di 137 ricercatori sui dischi volanti, scrittori, scienziati, e testimoni, sono morti - molti nelle più misteriose circostanze. Sono stati messi a tacere, per sempre, perché si erano troppo avvicinati alla verità? Mancavano pochi giorni all’apertura del Congresso degli Ufologi Scientifici, del 1967, quando Gray Barker, organizzatore della manifestazione, ricevette due lettere e una chiamata telefonica che lo informavano che il giornalista e ufologo Frank Edwards sarebbe morto durante il congresso. All’indomani dell’inizio della manifestazione, ci fu un annuncio: Frank Edwards era stato stroncato da un “apparente” attacco cardiaco. Come è possibile che qualcuno sapesse dell’imminente morte di Edwards, a meno che questa non fosse stata pianificata? Era il 24 Giugno 1967 e a New York City faceva un caldo torrido. Ma un brivido gelido percorse il pubblico assiepato nella sala del Commodore Hotel quando Jim Moseley, Presidente della First World UFO Convention, poi divenuta nota come “Congresso degli Ufologi Scientifici”, richiamò l’attenzione dell’uditorio con la seguente allarmante dichiarazione: “Vi prego. Un po’ di attenzione”, esordì. L’assemblea piombò nel silenzio. “Abbiamo appena ricevuto una notizia tremenda. Frank Edwards, il noto speaker radiofonico e strenuo difensore della causa dei dischi volanti, è morto oggi, a causa di un attacco di cuore. Aveva 59 anni”.

Un nodo alla gola prese i 2000 presenti. Frank Edwards era stato uno dei principali sostenitori dell’esistenza degli UFO e si era prodigato affinché il pubblico e il governo prestassero attenzione a questo sconcertante fenomeno. Aveva gettato le basi per il rispetto dovuto all’argomento, grazie alla sua ottima reputazione di giornalista.

“Non c’è bisogno di ricordarvi la coincidenza davvero strana di questa notizia”, continuò Moseley, “che la morte di Frank Edwards sia avvenuta lo stesso giorno in cui 20 anni fa apparvero in America i primi grandi titoli sugli UFO. Era infatti il 24 Giugno 1947, quando Kenneth Arnold ebbe il suo famoso avvistamento di nove dischi volanti”.

Frank Edwards se n’era andato nella serata del 23 Giugno, poco prima della mezzanotte. Ma la coincidenza rimane - come se la sua morte fosse stata pianificata per quella data significativa. Pianificata? E da chi? Oppure, fu solo un caso?

E fu ancora per caso che altri due importanti esponenti dell’ufologia americana morirono il 24 Giugno del 1967, e altri due, ancora, lo stesso giorno, ma in anni diversi? Il primo è Arthur Bryant, un contattista che dichiarava di aver incontrato tre Venusiani, fra loro la presunta reincarnazione di George Adasmki, il più famoso contattista della comunità ufologica mondiale.

Il secondo è Richard Church, brillante e giovane presidente del gruppo CIGIUFO, esperto della materia.

Il terzo è Frank Scully, morto il 24 Giugno 1964. Scully scrisse il primo libro significativo sugli UFO, Behind the Flying Saucers, in cui menzionava i “piccoli uomini” o umanoidi alieni, la propulsione elettromagnetica dei dischi, gli effetti EM, e la campagna dell’Air Force per nascondere la verità sugli UFO al pubblico, tutte idee “ridicole” che in seguito avrebbero ottenuto credito.

Willie Ley, 24 Giugno 1969. Famoso scrittore di missilistica e di astronautica, Ley non fu direttamente coinvolto in campo ufologico, ma la sua opera riguarda anche i viaggi spaziali. I dischi volanti sono mezzi per viaggiare nello spazio. Abbiamo quindi personaggi direttamente connessi all’Ufologia, oltre Ley, tutti deceduti il 24 Giugno. Perché proprio in quella data? Una coincidenza? Oppure una data emblematica scelta come avvertimento?

Una decimazione

In ogni caso, è un fatto che negli ultimi 10 anni, non meno di 137 fra ricercatori UFO e contattisti sono deceduti. Molte delle morti sono avvenute in circostanze singolari. La lista di questi nomi è troppo lunga per essere riportata nella sua interezza; saranno menzionati solo i più importanti.

George Adamski, 23 Aprile 1965. Vittima di un attacco di cuore (secondo il certificato di morte) a Silver Springs, Md. Adamski morì nel giro di poche ore, nonostante il ricovero d’urgenza. Il suo corpo fu cremato e sepolto nel Cimitero Nazionale di Arlington. Adamski affermava di aver visto un disco volante atterrare nel sud della California e di aver parlato con il suo pilota, un Venusiano, di fronte a testimoni, fra i quali George Hunt Williamson (che scomparve misteriosamente nel 1965). Adamski dichiarava anche di aver viaggiato su Venere e di essere stato in comunicazione telepatica con gli occupanti del disco. Adamski girò il mondo fino alla sua morte, diffondendo messaggi e inviti provenienti dai nostri “fratelli dello spazio”, a vivere in fratellanza e in pace.

Truman Bethurum, 21 Maggio 1969. Anche lui dichiarava di aver viaggiato in altri mondi a bordo dei dischi volanti. Era un uomo tranquillo, incapace di inventare le fantastiche avventure che raccontava di aver vissuto. In proposito scrisse due libri, prima di spirare serenamente, nel proprio letto.

Barney Hill, 25 Febbraio 1969. Uno dei più noti “contattati”, con la moglie Betty raccontò la loro storia alla TV e durante diverse conferenze. Nessun dubbio sulla loro sincerità.

Mark Probert, 22 Febbraio 1969. Il più eminente chiaroveggente della BSRA (Bordeland Science Research Associates), un’organizzazione fondata da Meade Layne. Probert fungeva da “telefono cosmico” mettendo in comunicazione la Terra con un “cerchio interno” di spiriti defunti, che resero possibile per lui entrare in contatto con gli occupanti dei dischi volanti. Rapporti dei contatti furono poi pubblicati nel bollettino della BSRA. Probert non dichiarò mai di aver visto occupanti, o di aver viaggiato a bordo di dischi volanti.

Meade Layne, 1968. Ci ha lasciato numerosi libri sul suo credo nei dischi volanti.

George Hunt Williamson. Il primo di due grandi misteri. Williamson scomparve durante una spedizione antropologica in Perù, nel 1965. Restano famose le sue esplorazioni di antichi siti Indiani nelle Ande, che egli sospettava ospitassero dischi volanti, campi di atterraggio e basi sotterranee, dove era convinto si fossero insediati. In seguito, effettuò esperimenti mediante contatti radio a onde corte, dichiarando nel 1952 di aver stabilito comunicazioni con gli UFO. Durante tali trasmissioni, diversi dischi volanti furono visti librarsi sulla sua cabina ricetrasmittente. Williamson scrisse molti libri sugli UFO, il più importante fu The Road in the Sky.

Raymond Bernard, 10 Settembre 1966? Il punto di domanda è necessario, in quanto alcuni credono che il dottor Bernard sia ancora vivo. Autore fecondo sulla tematica della Terra Cava (The Hollow Earth, The Inner World, etc.) Bernard riteneva che nelle viscere del pianeta risiedessero esseri provenienti dallo spazio, ovvero “Terrestri interni” e non extraterrestri. I loro dischi volanti uscivano dalla Terra al Polo Nord e Sud, ove, secondo il dottor Bernard, si aprono voragini abissali.

Morris K. Jessup, 20 Aprile 1959. Autorevole astrofisico, credeva fermamente negli UFO e dedicò la sua vita a provarne l’esistenza. Jessup fornì la supervisione dell’installazione del primo importante telescopio nell’emisfero Sud. Scrisse diversi libri, il più famoso resta The Case for the UFO, del 1955. Jessup fu trovato morto nella sua station wagon in un parco di Coral Gables (Fla.) Causa apparente del decesso: suicidio. Lo scarico della vettura venne rinvenuto collegato all’abitacolo. Il certificato di morte dichiarava: “Intossicazione acuta da monossido di carbonio”. La teoria del dottor Jessup riguardo gli UFO è che sono veicoli con cui una razza pigmea proveniente dallo spazio esterno visitò la Terra milioni di anni fa. Questi esseri costruirono una civiltà successivamente distrutta da una calamità naturale. Vestigia di tale civiltà permangono nelle tribù pigmee viventi sulla Terra oggi. Le sue ipotesi furono respinte dall’establishment scientifico. Edward Ruppelt, 1960. Il Capitano Ruppelt guidò il Progetto Blue Book dell’Air Force statunitense per due anni e mezzo. Fu molto più vicino alla causa ufologica, di quanto i suoi critici ammettessero. Nel 1956, scrisse il Rapporto sugli Oggetti Volanti non Identificati nel quale provava che l’Air Force non aveva le basi per negare l’esistenza degli UFO, richiedendo il rilascio delle statistiche sugli UFO da parte dell’USAF. Fu Ruppelt a servire la patata bollente degli UFO alla pubblica opinione, contrattaccando con veemenza alle teorie anti- UFO del dottor Donald Menzel.

Wilbert B. Smith, 27 Dicembre 1962. Eminente scienziato, fu nominato capo del Progetto Magnet dal governo canadese nel 1950; il progetto era designato alle indagini sui dischi volanti, soggetto preso seriamente in considerazione dal governo canadese di quel tempo. Ma l’idea fu ridicolizzata dalla stampa, e ufficiali non favorevoli accantonarono il progetto quattro anni dopo.

Smith dichiarò di aver ricevuto messaggi telepatici dagli UFO e aiutò i gruppi UFO nelle loro ricerche; inoltre analizzò il famoso “frammento di Ottawa” nel quale riscontrò tracce di elementi anomali, forse associabili a un UFO.



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MessaggioInviato: 14/01/2010, 12:15 
GLI UOMINI PESCE DI PHOEBE (IL MISTERO DI SIRIO)

Per l’autore de "Il Mistero di Sirio", la stella avrebbe dato origine agli dei stellari attesi dai Dogon, forse una razza di ET acquatici ora viventi in una luna di Saturno di origine artificiale.

a cura della CNI News

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Nel 1976 Robert Temple pubblicò la prima edizione del suo controverso libro "The Sirius Mystery". Allora, come adesso, le teorie sulla Paleoastronautica erano considerate estremistiche da molti ricercatori, persino in una disciplina di frontiera come l’ufologia. Ma l’enorme competenza di Temple ed il puro e semplice peso dei dettagli delle sue argomentazioni gli valsero il rispetto di una platea letteraria molto vasta. Il suo messaggio fu certamente coraggioso, se non folle. Temple sosteneva che una tribù dell’Africa occidentale, denominata Dogon, nella propria tradizione orale possedeva prove certe di remote visite alla Terra da parte di esseri anfibi molto evoluti provenienti dal sistema stellare noto come Sirio. Nel libro Temple asserì inoltre che i Dogon sapevano che Sirio era un sistema formato da tre stelle. Nel 1976 non era stata ancora provata dagli astronomi occidentali l’esistenza di Sirio C, che oggi invece, essi riconoscono come probabile. Temple ha scritto otto libri, tra cui "The Genius of China", "Conversations with Eternity" e "The Complete Fables of Aesop", quest’ultimo in collaborazione con la moglie Olivia. È membro di numerose società professionali che studiano le antiche culture e la storia, tra cui anche la Royal Astronomical Society. Si può pensare che la sua cultura fosse talmente straordinaria da poter bloccare sul nascere qualsiasi critica, ma i critici invece non mancarono. L’astronomo Carl Sagan screditò le argomentazioni di Temple, suggerendo che la tribù aveva saputo di Sirio B nel 1920 dai missionari francesi (certo, non avevano meglio da fare che parlare a una tribù africana di stelle binarie e triple... ndr.). Per altri critici non esistevano prove di una tradizione orale dei Dogon. Ma Temple non si fece intimidire, anzi: nella ristampa revisionata del suo libro, egli propone dichiarazioni ancora più audaci di prima, tra cui alcune ipotesi su dove potrebbero trovarsi attualmente gli antichi visitatori provenienti da Sirio. Temple è stato intervistato dal presentatore radiofonico statunitense Zoh Hieronimus nel programma "The Zoh Show", trasmesso dalla WCBM sui 680 AM da Baltimore, Maryland, il 9 Ottobre 1998. Seguono i dettagli di questa intervista, di cui è stata autorizzata la riproduzione.

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Nell’introduzione alla nuova edizione del libro, lei menziona una serie di eventi avvenuti in seguito alla prima pubblicazione del 1976. Un episodio, in particolare riguarda una visita di agenti di intelligence che fecero del loro meglio per distruggerla…


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Non sei mai certo chi è a farti certe cose, ma loro, chiunque siano - e so per certo che la CIA è coinvolta, perché mi fu detto chiaramente - cercarono di azzerare tutte le mie opportunità di lavoro e di guadagno. Ero vittima di una campagna molto coerente e coordinata, avente lo scopo di annichilire la mia immagine, svilendo il mio lavoro, danneggiando la mia reputazione e derubandomi di importanti materiali di ricerca. Di recente, inoltre, qualcuno ha sabotato i files del mio computer. È piuttosto seccante.

- Perché crede di rappresentare una simile minaccia?

Le persone che sanno dell’esistenza della vita aliena vogliono avere il controllo delle informazioni. Probabilmente lo considerano il principale elemento di sicurezza nel mondo, ora che l’Unione Sovietica è caduta e non c’è alcuna guerra fredda. Posso capire perché si stiano dando tanto da fare, ma sono convinto che è il loro atteggiamento ad essere sbagliato. A mio avviso sono arroganti, credono di avere il diritto esclusivo di conoscere queste cose. Non simpatizzano per gente come me, un cane sciolto che si muove liberamente nella sua ricerca, fuori dal loro controllo. E mi fanno passare le pene dell’inferno.

- Ventidue anni dopo la prima divulgazione di questo libro, cos’è cambiato dal punto di vista astronomico da permetterle di comprovare quello che allora era basato solamente sulla tradizione della tribù dei Dogon?

Ho fatto una preoccupante predizione vent’anni fa, basata su un’informazione tribale da me analizzata. Suggerii che gli astronomi avrebbero eventualmente confermato l’esistenza nel sistema stellare Sirio, di una terza stella… e che la terza stella sarebbe stata una nana rossa. Sono lieto di sottolineare che, nel 1995, due astronomi francesi, Benest e Duvent, pubblicarono un articolo nella rivista "Astronomy and Astrophysics", dichiarando che, dopo aver completato otto anni di analisi delle perturbazioni nel sistema di Sirio, potevano confermare l’esistenza di una terza stella, una nana rossa… Suggerirei di leggere "The Sirius Mystery" e di soffermarsi a pensare al reale significato della vicenda. Infatti io l’esame scientifico l’ho superato: la mia predizione è stata verificata.

- Lei ha dichiarato che la Sfinge potrebbe non essere affatto un leone, ma una statua a forma di cane che rappresenta il dio Anubi. Perché?


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Ho sostenuto in questa nuova edizione che la Sfinge non è il corpo di un leone. Non presenta caratteristiche leonine evidenti. La schiena è completamente dritta, simile alle statue di "Anubi" che conosciamo. E non c’è criniera, né un grosso torace muscoloso, nessun ciuffo sulla punta della coda. Dov’è allora il leone? Guardo alla Sfinge e vedo il corpo di un cane, non di un leone. E molti sembrano concordi sul fatto che la testa "umana" della Sfinge fu ottenuta intagliandone una preesistente, in un periodo più tardo della costruzione originale, in quanto questa è troppo piccola rispetto al corpo… In origine la testa doveva essere diversa. Intendo quindi dire che la statua originalmente era quella di Anubi, accoccolata, rivolta al Sole, quale guardiano della necropoli di Giza. Ed ha perfettamente senso, considerato che Anubi era il guardiano egizio dei morti.

- Che relazione c’è con il sistema stellare di Sirio?


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Sirio è anche nota come la stella del Cane Maggiore e nel libro ci sono molte pagine che spiegano la connessione di Anubi con Sirio.

- I Dogon, che da secoli onorano i loro antenati provenienti della Stella del Cane, hanno in comune con le antiche tradizioni sumere, babilonesi, ebree, egiziane e dei Caldei di indicare l’attuale periodo storico come decisivo per entrare in una nuova era per l’umanità. Può parlare di "The Sirius Mystery" da un punto di vista complessivo?

Sono dell’opinione, avendo analizzato maggiormente le informazioni ottenute dai Dogon, che i visitatori provenivano davvero da Sirio e che non tornarono mai a casa. Questo è importante, perché credo di sapere dove siano. Probabilmente si sono posti in uno stato di animazione sospesa, che devono aver usato per la prima volta durante il lungo viaggio interstellare che li ha portati qui. Credo che i viaggi interstellari possano essere solo a senso unico, non c’è un biglietto di ritorno. Quindi per loro sarebbe stato adeguato ritornare in animazione sospesa, uno stato che probabilmente gli antichi Egizi cercarono di replicare invano tramite la mummificazione. Credo che attualmente i visitatori siano ancora presenti nel nostro sistema solare e che stiano orbitando intorno al pianeta Saturno.
A questo proposito ho scoperto qualcosa di molto strano, ossia che la NASA sta cercando di occultare parte del programma della sonda Cassini diretta verso Saturno, che è destinata a studiare una delle sue lune chiamata Phoebe. Questa luna stranamente è l’unica nel sistema solare perfettamente levigata, rotonda e priva di crateri, e potrebbe essere in realtà un veicolo interstellare, pieno di esseri acquatici addormentati. Anzi, credo che ora non dormano più, perlomeno dal 1981, perché in quella data il Voyager One entrò nel sistema di Saturno, e sicuramente questo li avrà svegliati (tramite un meccanismo automatico di sicurezza, ndr.). I Dogon sono convinti che questi esseri ritorneranno sulla Terra e, quando lo faranno, governeranno il mondo dalle acque. Quel giorno sarà ricordato come "Il Giorno del Pesce".


Immagine

http://www.edicolaweb.net/un030602.htm


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nel video sopra, non capisco, vedo una specie di luce a forma di chicco d'avena fermarsi su un punto, poi una specie di lume che si alza, il cameraman poteva inquadrare il primo, interessava di più.



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Penso sia lo stesso UFO che si alza in volo (così spiegarono a "Studio Aperto").



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