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Qui si affrontano discussioni su argomenti riguardanti l'Ufologia moderna, ricerche e misteri.
Rispondi al messaggio

28/08/2009, 13:16

Una "Lumaca" marziana... Bèh, insomma, ha due cornetti, un codino (in alto), un occhio...
(Se siete in possesso di occhialini 3d, rosso e blue, la vedrete meglio)
Questo pianeta ne deve avere di cose nascoste (e le altre ce le nascondono!).


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Possible Indigenous Lifeform? - Sol 1967 (High-Def-3D and Natural Colors; credits: Dr M. Faccin)


http://www.lunexit.it/gallery/displayim ... at=0&pos=0
Ultima modifica di Ufologo 555 il 28/08/2009, 13:20, modificato 1 volta in totale.

28/08/2009, 13:21

Ho scaricato dal sito NASA le immagini raw di questa "lumaca".... se a qualcuno interessano le posto.

28/08/2009, 13:31

Certo! Quando è "roba" seria...

28/08/2009, 13:59

Queste prime due sono della "lumaca":

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Questa invece è un'altra strana "pietra":

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Questa invece come la chiamiamo? Tartarughina? [:D]:

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E mettiamoci pure queste giusto per fare un confronto:

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Ho notato anche un'altra "anomalia", farò però un post a parte per questa.

28/08/2009, 14:07

Come dicevo nell'altro post, ho notato una anomalia....come posso dire.... "ottica". Premessa: quelle che vediamo sono immagini del microscopio dello Spirit che in questo momento è a passeggio su Marte. Quindi le immagini sono in scala molto molto ridotta. Guardate queste due immagini:

Immagine A:
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Immagine B:
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Lo vedete il triangolino di luce in alto a destra? Bene.... non riesco a dare una interpretazione al secondo frame. Sembra come se la striscia di terra sia "sovrapposta" alla luce. Ma com'è possibile? Come mai la luce che passa da quello spiraglio triangoliforme non riflette pure sulla striscia di terra? C'è qualcosa che mi sfugge?

28/08/2009, 15:09

mmmh.....come cosa è strana....in effetti non trovo una possibile spiegazione....

28/08/2009, 19:20

Chiederemo aiuto a 2 di 7, che se la cava meglio di me; forse mi è sfuggita su "lunar Explorer"...

28/08/2009, 19:21

28/08/2009, 19:26

Ciao kaone, mi diresti il sol?

28/08/2009, 20:29

GLI USO E GLI AVVISTAMENTI NELL'ADRIATICO




Messaggio di cagliari79

da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 54 del Dicembre 2004/Gennaio 2005


Gli UFO, gli USO e il loro comportamento fisico

Un excursus sui tipi più ricorrenti di ordigni anomali finora riscontrati. Parametri, caratteristiche tecnico-strutturali ed effetti ricorrenti degli Oggetti Volanti Non Identificati.


INTRODUZIONE

Il fenomeno UFO si è manifestato nel tempo e continua a manifestarsi a tutt'oggi in forme e situazioni molteplici e diversificate che hanno prodotto nei tantissimi anni di avvistamenti in tutto il mondo una mole di dati registrati nei migliaia e migliaia di casi avvenuti, ognuno con sue caratteristiche particolari.
Nonostante però la grande varietà dei fenomeni osservati, è possibile individuare nelle innumerevoli descrizioni dei testimoni delle caratteristiche comuni e ricorrenti, che si riscontrano nei moltissimi casi documentati.
Quelli presi in considerazione per questa analisi vanno dagli anni '50 fino agli anni '80, non solo in Italia ma anche in altre parti del mondo. Esaminando queste varie caratteristiche solo dal punto di vista fisico del fenomeno, si possono elencare tutta una serie di manifestazioni e di indicazioni che se analizzate nell'insieme consentono di poter fare delle analogie ed in linea di massima, anche, per esclusione, delle prime e sommarie ipotesi sul comportamento di questi fantomatici e misteriosi oggetti.


LUOGHI DI AVVISTAMENTO

Sembra non vi siano veri e propri luoghi privilegiati, tant'è che i migliaia di casi documentati sono avvenuti nei luoghi più vari, sia ad alta che a bassa quota, sia a terra, ed in generale prevalentemente vicino a insediamenti umani, paesi, città, anche molto vicino alle case, e anche nei pressi di centrali elettriche e nucleari, aeroporti, e basi militari. Comunque sembra che la loro attenzione sia rivolta anche verso vicino ad insediamenti umani ma in luoghi piuttosto isolati.
Appare in generale che l'orientamento di questi oggetti sia quello di non far notare oltre un certo limite la loro presenza. Ci sono inoltre moltissimi casi di avvistamenti sia in mare aperto sia vicino alla costa e sia sott'acqua come pure in superficie, e questi disseminati nei mari di tutto il mondo. Il loro scopo apparirebbe in generale orientato a eseguire ricognizioni e controlli sia sull'ambiente che sull'uomo, praticamente su tutto il pianeta.


FORME E DIMENSIONI

Le forme di tipo cilindrico allungato (sigariforme) o similari sono molto ricorrenti ed in genere di grosse dimensioni, ma si riscontrano anche forme più piccole.
Le estremità appaiono tronco-coniche a volte più da una parte e meno dall'altra o completamente tronche, arrotondate agli spigoli e con inclinazioni più o meno accentuate, mentre la parte centrale del corpo sembra a volte più spessa, e appare liscia e priva di qualunque sovrastruttura. Si rileva che gli avvistamenti sono spesso ad alta quota e con una luminosità degli oggetti molto particolare che spesso rende la forma e i contorni poco definiti con a volte intere parti invisibili.
Queste stesse forme sono state segnalate anche da avvistamenti avvenuti in mare.
Le forme di tipo discoidale o ovoidale sono molto varie per le proporzioni fra diametro e altezza e così pure i dettagli delle varie parti, ma in generale quelle più ricorrenti sono di tipo discoidale a piatto rovesciato o a piatti contrapposti con parte centrale conica e alcuni con cupola di tipo sferoidale pronunciata, mentre altri presentano una parte terminale poco sporgente o di forma non sferoidale.
Negli ultimi anni sono state osservate anche forme più angolate, triangolari e rettangolari anche di grosse dimensioni, apparentemente consistenti e strutturate.
Le grandezze degli oggetti sigariformi sembrano essere comprese da un minimo di 30-40 metri a oltre i 500 metri di lunghezza, e meno di un quarto di larghezza. Molto ricorrenti sono stati quelli intorno ai 100 metri di lunghezza o poco più.
In mare (USO) si sono visti oggetti di lunghezza compresa fra i 10-20 e i 100-200 metri.
Le grandezze di quelli discoidali sono variabili ma si possono considerare comprese da un minimo di 3-4 metri di diametro fino anche a 200 metri. L'altezza sembra essere intorno ad un terzo o meno rispetto al diametro. Ricorrenti sono quelli di dimensioni fra i 10 e i 20 metri circa.
Per effetto della forte luce emessa nei vari colori e degli strani fenomeni che essa provoca nelle vicinanze dell'oggetto, le forme, i contorni e quindi le dimensioni sono spesso poco definibili.
In moltissimi casi si osservano infatti solo globi ovoidali o sfere luminose di luminosità e dimensioni apparenti varie.


CARATTERISTICHE DEGLI SPOSTAMENTI DEGLI OGGETTI

Si è notato in generale che tutti gli oggetti di tipo discoidale, ovoidale o simili si possono spostare sia a bassa velocità che ad altissima velocità (sembra fino a oltre 40.000 Km/h) e questo sia a bassa che ad alta quota e in tutte le direzioni, sia orizzontalmente che verticalmente. Quando si devono spostare per raggiungere un obbiettivo partendo dall'alto la traiettoria appare sovente inclinata.
Nei casi di atterraggio spesso si sono visti prima alzare in verticale poi partire a grande velocità sempre con traiettoria inclinata.
Possono inoltre stazionare anche a lungo a qualsiasi altezza e gli spostamenti sia da fermi che a bassa velocità possono essere improvvisi e con fortissime accelerazioni. Per evitare degli ostacoli si sono viste effettuare virate e alzate improvvise anche di 90° e pure gli arresti risultano spesso improvvisi.
Manovre molto ricorrenti sono quelle a zig-zag, con ondeggiamento orizzontale e alzate e discese.
La posizione di volo di questi oggetti non è solo con la parte piatta rivolta verso la terra come avviene quando sono a bassa quota o in fase di atterraggio, e spesso sono stati visti volare inclinati o anche proprio in posizione di taglio rispetto al terreno.
Quando si spostano con traiettoria inclinata in avvicinamento o in allontanamento, sembra che la posizione di volo sia con il disco inclinato rispetto al terreno.
A volte questi oggetti luminosi sono stati visti come "spegnersi" all'improvviso in un posto e "riaccendersi" in un altro di colpo o in brevissimo tempo.
Anche quando si osservano soltanto globi sferoidali o ovoidali luminosi, questi si spostano in tutte le direzioni o stazionano a mezz'aria.
Nei casi in cui gli oggetti sono atterrati anche in terreno scosceso essi hanno mantenuto la posizione orizzontale e nelle tracce al suolo sono risultate più marcate quelle a monte rispetto a quelle a valle, come se il peso maggiore si scaricasse sul terreno più vicino all'oggetto.
Un movimento caratteristico, notato in molti avvistamenti, è quello proprio della fase di. avvicinamento a terra o in fase di partenza, quando la velocità è bassa, in cui il disco ha degli ondeggiamenti o oscillazioni come "a foglia morta".
Questa oscillazione è stata notata anche quando gli oggetti a disco erano appena usciti da un ordigno-madre di maggiori dimensioni a forma di sigaro in posizione verticale, alcuni istanti prima della loro parte veloce verso un qualche obbiettivo.
Gli spostamenti possono avvenire anche in acqua a varie profondità e con virate sia lente che veloci.
Sono stati visti stazionare sott'acqua a varie profondità, o procedere sia a bassa che a forte velocità e poco sotto la superficie dell'acqua, lasciandosi dietro una scia luminosa.
Quando sono stati visti uscire dall'acqua, a volte si sono alzati in verticale e poi sono partiti con traiettoria inclinata, altre sono stati visti immergersi e uscire inclinati di circa 45° a forte velocità e senza alzare ondate consistenti durante la manovra, e così pure inabissarsi di colpo provenendo dall'alto.
In tutti gli innumerevoli casi documentati, gli spostamenti degli oggetti avvistati sembrano essere non casuali ma rispondenti a comandi precisi e non sempre prevedibili.
Gli oggetti sono stati avvistati spesso ad alta quota anche in formazioni di 20 unità o più disposti in varie posizioni a forma di V o di V contrapposti, o a semicerchio.
Anche gli oggetti di tipo sigariforme sono stati visti spostarsi sia a bassa che a grande velocità (anche oltre i 5000 Km/h), e con rapide deviazioni in modo simile a quelli discoidali quando si trovano in posizione orizzontale o inclinata.
Quando si sono visti ripartire, prima della partenza si sono messi in posizione inclinata verso l'alto se quella era la direzione, e lo stesso quando si sono diretti verso il basso.
Sembra poi che quando vengono effettuati da una posizione verticale gli spostamenti risultino più lenti.
Sono stati visti stazionare ad alta e a bassa quota sia in posizione verticale che orizzontale.
Spesso si sono visti transitare a bassa quota e a bassa velocità con volo orizzontale.
Anche questi oggetti sono stati visti in formazione a V e aureolati di una luminescenza azzurrina.
Questi ordigni sono stati avvistati anche in mare sia in immersione che in superficie, con spostamenti sott'acqua che sembrano essere non troppo veloci, e sono stati visti anche emergere per un certo tratto in posizione inclinata per poi immergersi di nuovo completamente.


MANIFESTAZIONI FISICHE APPARENTI

Oggetti sigariformi - Gli avvistamenti dei grandi oggetti sigariformi sono sempre stati molto indefiniti per l'effetto della loro apparente luminosità ad alta quota (che spesso si confonde con il cielo, a volte tremolante, di colore grigio bluastro o anche blu elettrico intenso) che li caratterizza, e per gli strani effetti luminosi intorno all'oggetto che spesso ne fanno vedere soltanto una parte mentre l'altra rimane praticamente invisibile.
Sono stati visti a bassa quota anche di colore arancione, argenteo o argenteo-bronzato.
In molti avvistamenti si sono notati come degli oblò o finestre ovvero zone molto luminose di colore giallastro o bianco spettrale disposte a gruppi di tre o quattro anche su due file, specie quando l'oggetto si trovava in posizione orizzontale.
Questi grandi oggetti si sono visti prevalentemente ad alta quota sia in posizione orizzontale che in verticale, ma in certi casi si sono abbassati molto vicino alla superficie terrestre. Quando sono stati avvistati in posizione verticale è stata notata come una apertura scura nell'estremità inferiore (al centro ovvero alle estremità della struttura) da cui sono usciti in successione diverse unità di oggetti più piccoli discoidali e luminosi che si sono spostati con moto elicoidale intorno all'ordigno-madre e poi si sono diretti a grande velocità in direzioni diverse. In alcuni casi con l'aiuto di un cannocchiale si è potuto vedere il rientro degli oggetti a disco, come puntini luminosi che sparivano nella parte inferiore dell'ordigno, nel centro o all'estremità.
La presenza di piccoli oggetti a disco in concomitanza di oggetti a sigaro, ed il loro apparente riassorbimento in questi ultimi costituiscono avvistamenti abbastanza frequenti.
Quando questi oggetti si trovano in posizione verticale non si notano le luci quadrate sulla fiancata, e sono quasi sempre avvolti come in una foschia bianco-azzurrina o bluastra.
Questi oggetti sono stati visti, quando erano a bassa quota in posizione orizzontale, emettere talvolta un fascio di luce conica molto forte proveniente dalla parte inferiore che sembrava come ispezionava la una sottostante.
Al momento dell'allontanamento veloce da una certa posizione si è notata come una grande fiammata lunga 15-20 metri partire dall'estremità posteriore dell'oggetto.
Quando questi mezzi sono stati avvistati in mare, sia in superficie che ad una certa profondità, sono apparsi di colore grigio scuro come metallico, con superficie liscia e priva di qualsiasi sovrastruttura visibile.
Quando sono state viste ferme a pelo d'acqua, queste apparivano come bloccate al fondale, non dando assolutamente l'impressione di seguire il moto ondoso, ossia con le onde che sbattevano contro di loro come su un corpo fermo e fisso.
Anche in questi oggetti in immersione sono stati visti uscire da una estremità oggetti più piccoli ed altri rientrare come risucchiati dall'altra estremità.
Oggetti di dimensioni di 20-30 metri di lunghezza avvistati sott'acqua emettevano una luminosità verdastra che nello spostarsi produceva una scia luminosa.

Oggetti discoidali - La luminosità degli oggetti è apparsa molto variabile in intensità su tutti i vari colori dello spettro e in molteplici sfumature, e rappresenta una loro caratteristica dominante.
In generale appaiono sempre molto luminosi quando sono in movimento ed emanano una luce bianca abbagliante, ma a volte anche di colore rosso fuoco molto forte.
Ai bordi dell'oggetto la luminosità appare spesso più debole e può assumere varie colorazioni emettendo talvolta un alone di luce verdastra, e a volte di colore giallo-arancio, che forse si può mettere in relazione alle varie situazioni in cui l'oggetto si trova ad operare.
Molti oggetti sono stati descritti di aspetto metallico e di colore grigio alluminio o grigio piombo non riflettente, e a quanto sembra non emananti luce propria.
Sulla parte centrale degli oggetti a forma discoidale, sovente sotto la eventuale cupola soprastante, spesso sono state viste come una o una serie di luci ruotanti rosse, bianche e verdi, che possono assumere la forma di una fascia continua aumentando la rotazione dell'ordigno. Questa velocità di rotazione delle luci, che risulta in genere in senso antiorario, sembra legata all'energia che l'oggetto sviluppa in quel momento, poiché pare aumentare quando l'oggetto si allontana.
Si sono osservati oggetti in stazionamento o quasi che sembravano ruotare su se stessi in modo vorticoso e in senso antiorario e poi sono allontanati. Non sembra molto chiaro se siano le luci a ruotare sullo scafo o tutto l'oggetto su sé stesso.
Riguardo alla rotazione è stato notato che su alcuni oggetti, la parte esterna intorno al disco sarebbe formata da una grosso anello piuttosto spesso e diviso in due anelli combacianti uniti tra loro da una zona scura, i quali ruoterebbero ognuno in senso inverso, mentre con l'aumentare della rotazione si sprigionerebbe una forte luce dal punto di contatto fra i due anelli.
Queste luci multicolori rotanti sono state osservate anche provenire dalla parte superiore della cupola.
La parte superiore a cupola sferoidale spesso è stata descritta come traslucida, più o meno luminosa con luce dal giallo al bianco, o altre volte dalla luce rossa molto forte e circoscritta.
In fase di atterraggio, in almeno un caso, è stata notata una luminosità verdastra pulsante, che poi è scomparsa quando l'oggetto era a terra, e che è ricomparsa prima di sollevarsi.
Nella fase di atterraggio la luminosità generale appare più fioca e opaca, e a volte pulsante.
In condizioni di stazionamento sollevato dal suolo la luce della cupola può apparire anche di un rosso accecante, mentre alla partenza tutto l'oggetto si illumina in genere di luce bianchissima brillante.
Le variazioni di luminosità apparente nei vari punti dell'oggetto sembrano legate all'energia (di tipo sconosciuto) che in quel momento esso deve evidentemente spendere per quella determinata circostanza.
A volte si notano variazioni continue di luminosità e con esse anche variazioni apparenti di forma.
Spesso vengono osservati soltanto globi sferoidali o ovoidali molto luminosi di luce rossa o bianca e di varie grandezze, che a volta stazionano a bassa quota e in alcuni casi sembra non illuminino la zona sottostante.
Un'altra particolarità molto interessante riguarda i getti di luce disposti a triangolo che apparentemente sembrano servire a tenere sospeso l'oggetto rispetto al suolo e che potrebbero anche provocare le tracce che spesso si riscontrano.
Si sono visti anche getti di luce bianca partire dal centro della parte inferiore degli oggetti a disco e che sembrerebbero servire a farlo partire, ed avrebbero anch'essi provocato tracce di bruciature al suolo.
Sono stati altresì osservati fasci di luce bianca fortissima che illuminava a giorno i dintorni, emessi da fori sulla fascia mediana degli oggetti a disco.
In altri casi questi getti circoscritti sembrano essere originati dalla parte centrale e sono avanzati gradualmente fino ad un certo punto, illuminando tutta la zona circostante per poi venire come "riassorbiti" in un certo tempo fino a scomparire. Questi getti di luce controllata, risulterebbero come interrotti nella parte terminale, e con la possibilità di farli avanzare o retrocedere a piacimento.
Sembra comunque che getti di luce di potenza controllata, da relativamente bassa a estremamente forte, in grado anche di distruggere oggetti solidi a distanza, possano essere emessi da parti dell'UFO in tutte le direzioni.
Da alcune testimonianze si nota che i bordi di questi "tubi di luce" sono molto netti e attraverserebbero altresì anche pareti in muratura.
Inoltre in vari casi forti luci rosse sferiche hanno dato l'impressione di essere nettamente circoscritte senza illuminare la zona circostante.
Un altro aspetto particolare di questi getti di luce controllabili sarebbe quello di poter sollevare o trasportare materialmente un corpo da un punto ad un altro, tanto che in certi avvistamenti questi fasci diretti verso il basso avrebbero perfino permesso di sollevare da terra degli esseri animati (testimoni, animali, gli occupanti stessi del mezzo discesi al suolo) portandoli o riportandoli all'interno del disco.


RUMORE

Salvo infrequenti eccezioni, tutti gli oggetti considerati in genere hanno la caratteristica di non emettere nessun rumore sia quando sono fermi che in moto anche veloce.
Riferendosi a quelli discoidali, moltissime volte però è stato udito un rumore descritto da tutti come un sibilo, sia in fase di avvicinamento che in allontanamento.
Inoltre sono stati uditi ronzii, anche molto penetranti, simili a quelli emessi da grossi trasformatori, quando l'oggetto era vicino e rumori ritmici continui e meccanici simili ad una specie di martellamento, quando l'oggetto era fermo a bassissima quota.


EFFETTI FISICI RILEVATI SULL'AMBIENTE

Impronte e tracce
Nei casi di atterraggio di oggetti a disco si sono più volte trovate impronte sul terreno, in genere di forma circolare concava da 10 a 40 cm. di diametro disposte più o meno a triangolo equilatero o a quadrato o rettangolo, con lati anche di diversi metri, di profondità variabile in relazione al peso e alle dimensioni dell'oggetto, e provocate apparentemente da un corpo solido di forma emisferica sostenuto da piedi di appoggio.
Sono stati rilevati anche dei semplici fori di varie profondità, e pure impronte di forma triangolare.
Sul fondo delle impronte il terreno in genere è risultato pressato, ma in certi casi anche scomposto come se la zona di appoggio fosse stata sottoposta ad una sorta di rotazione.
Peraltro, in un caso di atterraggio implicante un oggetto a disco, a circa un metro da terra, questo non ha provocato nessun effetto di scompiglio nel terreno sottostante.
Si sono trovate impronte di terreno schiacciato, di forma anche rettangolare, con all'interno il terreno smosso e mancanza di tutto quello che vi si trovava. In un campo coltivato a patate nell'interno della traccia tutte le piante erano ad esempio scomparse.
Esistono casi in cui, in campi coltivati, una zona circolare di terreno è stata come aspirata fortemente dall'alto asportando tutto quello che si trovava all'interno.
In certi casi è stata visto aprirsi come una botola sul fondo di un disco e aspirare tutto quello che si trovava sotto di esso per alcuni secondi.
Molte sono le tracce circolari di diverse dimensioni, trovate su vari tipi di terreno, in certi casi con il suolo schiacciato e annerito come fosse bruciato e con profonde anomalie fisiche e chimiche prodotte da un surriscaldamento (fino a 900°) di breve durata come in conseguenza di un irraggiamento a microonde ad alta intensità (terreno calcinato).
Si riscontrano inoltre tracce nell'erba avvallata e bruciacchiata, piegata in senso antiorario.
Le tracce di terreno come bruciato sono state quasi sempre trovate in seguito ad avvistamenti di oggetti a disco in prossimità al suolo o atterrati, o prodotte da forti fasci di luce emessi da tali oggetti a breve distanza.
I terreni investiti da questi fasci di luce, che apparentemente sembravano bruciati, in realtà non avevano segni di combustione vera e propria ma erano anneriti ed emanavano odori fortemente acri.


EFFETTI ELETTROMAGNETICI ED ELETTRICI

Si è constatato in moltissimi casi che in vicinanza di UFO (anche a più di 100 metri) le auto si sono fermate di colpo per spegnimento del motore, e si sono poi rimesse in moto da sole, anche con marcia inserita, solo quando l'oggetto si è allontanato. Anche i fari si sono spenti nello stesso momento.
Si è verificato pure il fatto che il motore, pur rimanendo acceso, ha però perso potenza anche con l'acceleratore al massimo provocando alla macchina bassa velocità.
Questo fenomeno di arresto del motore non si è verificato su mezzi, sia auto che trattori, con motore diesel.
Si è così pure verificato che i fari di un motorino sono aumentati molto di intensità in vicinanza di un UFO. Quando il motorino si è allontanato tutto è poi tornato normale.
Si è altresì potuto verificare che su delle auto in vicinanza di UFO le batterie si sono scaricate e stavano bollendo.
Autoradio e mangianastri si sono spenti da soli per poi riprendere normalmente a funzionare passato l'effetto UFO.
Apparecchiature elettriche ed elettroniche sia di navi che di aerei hanno subito delle momentanee interruzioni o malfunzionamenti nei sistemi di controllo del volo e nelle trasmissioni radio, facendo perdere rotta e quota ai mezzi, e mettendo completamente fuori uso le bussole.
È anche successo che dei testimoni hanno puntato il fascio di una grossa pila verso un oggetto molto vicino e che da questo sia uscito con un secco rumore, un raggio di luce molto potente diretto verso di loro.
Una illuminazione al neon di un albergo ha così pure subito delle anomalie quando un UFO ha stazionato nelle vicinanze ad una certa altezza. Alcuni tubi si sono spenti da soli, altri hanno cambiato colore, altri si sono affievoliti quasi a spegnersi, mentre altri ancora funzionavano regolarmente.
In un altro caso, su di un televisore in funzione è apparso come un occhio rosso centrale, le immagini erano disturbate e il suono era quasi inudibile.
In molte parti del mondo e in vari periodi si sono poi avute delle interruzioni di energia elettrica (black-out) di grande estensione e di lunga durata, in interi paesi e città, in concomitanza di avvistamenti di oggetti volanti luminosi nella zona, e nelle vicinanze di centrali elettriche o di sottostazioni.
In particolare in una centrale elettrica (Napoli) in presenza di un UFO, i generatori hanno cominciato ad oscillare come se ci fosse un sovraccarico variabile nella linea ed anche la strumentazione di controllo, sia quella relativa al generatore in funzione sia quella del generatore escluso, hanno fatto altrettanto.
Al termine dell'effetto (60 secondi) gli strumenti sono rimasti completamente starati.
Nel caso di interruzione o abbassamento della luce elettrica provocata dalla vicinanza di un UFO è stato constatato che la tensione di rete non è andata completamente a zero.
In moltissimi casi in cui gli UFO si sono avvicinati o sono atterrati o hanno emesso fasci di luce, è stato notato che le bussole erano completamente sfasate o giravano su se stesse, sembra in senso antiorario.
Questo effetto in certi casi è continuato anche dopo la scomparsa dell'oggetto.
In qualche caso si è potuto notare nel cielo tutt'intorno ad un oggetto che stazionava, come una serie di cerchi concentrici ad una cena distanza l'uno dall'altro che apparivano come dei piccoli arcobaleni.
Esistono dei casi in cui gli oggetti, anche di varie forme, sono stati rilevati dai radar di terra fin dove era possibile, ma al contrario abbiamo altrettanti casi in cui non si è potuto rilevare la loro presenza.
Esistono episodi in cui formazioni di dischi sono state rilevate da radar militari ad una certa quota ed ad un tratto sono sparite completamente dagli schermi come se si fossero volatilizzate.
Risulta altresì che in vicinanza di un oggetto i fari di un'auto, di notte, siano stati come deviati verso una luce presente su un lato di una strada, provocando l'uscita di strada della vettura.


EFFETTI VARI

In molti casi si sono notate al momento della partenza o in vicinanza di un UFO, delle forti ventate calde.
Sono anche stati notati sotto un UFO in fase di stazionamento come dei forti vortici di aria calda ruotanti in senso antiorario con un rumore simile a quello prodotto dall'elica di aereo.
Quando un oggetto al momento della partenza o in altre occasioni è passato sopra a degli alberi, si è notato che i rami si sono piegati e contorti.
Nel momento dell'uscita dall'acqua di un oggetto a forma di disco, si è notato che l'acqua tutt'intorno era come respinta da una sorta di cuscinetto d'aria.
Sono state notate in mare delle grosse bolle d'aria provenire dall'acqua in corrispondenza di una luce che si muoveva sott'acqua. Le bolle seguivano lo spostamento della luce nei flutti.
- Ci sono stati casi in cui dei testimoni al passaggio di un UFO sopra di loro hanno sentito degli strani rumori, come di "tegole spostate alla rinfusa, o di lattine piene di bulloni smosse con forza".
Al momento della partenza o all'arrivo di un UFO moltissime volte è stato udito un forte sibilo penetrante.
Si sono avuti casi in cui una vampata di calore tremendo ha investito la cabina di pilotaggio e gli aviatori che si sono trovati a breve distanza da un UFO si sono sentiti come storditi. L'effetto sembra essere scomparso con l'allontanarsi dell'oggetto rispetto all'aeromobile.
Molte sono state le testimonianze su effetti di forte calore avvertito durante la vicinanza di oggetti di forma discoidale in movimento.
Ci sono pure testimonianze che descrivono un effetto sul tipo di un di blocco invisibile non meglio identificato, che si verificherebbe in prossimità di un UFO in fase di stazionamento a terra.


ALCUNI EFFETTI RILEVATI SULL'UOMO E SUGLI ANIMALI

Un effetto molte volte riscontrato sugli uomini trovatisi nelle vicinanze di un UFO è quello della paralisi temporanea delle gambe e delle braccia, descritta come un blocco totale nei movimenti ma rimanendo coscienti della propria situazione.
Ci sono stati effetti di forte rimbombo dei timpani che sembrano scoppiare, e così pure effetti di pressione sulla testa e sul collo, al passaggio di un UFO sopra i testimoni.
In questa condizione un uomo è stato tenuta a terra da una fotte pressione ed ha avuto l'impressione di congelamento sul collo. All'inizio la stessa persona aveva sentito un effetto di calore e come se degli spilli gli bucassero la pelle.
Si è poi riscontrato il particolare effetto di un rumore intenso che provoca fitte al cervello, al collo e alle spalle e quello di una forza paralizzante che tiene ferma la persona, quasi fosse come bloccata da mani invisibili.
È stato segnalato un effetto di forte bruciore agli occhi provocato per avere osservato a breve distanza UFO in fase di stazionamento fortemente illuminati.
A dei testimoni in auto, che si sono trovati un oggetto discoidale ad alcuni metri sopra di loro, è successo che la peluria delle gambe si è drizzata casi fortemente da trapassare la stoffa dei pantaloni e a provocare loro un forte dolore. Il giorno dopo hanno accusato un forte senso di spossatezza.
Gli animali in generale, di qualsiasi specie siano, quando un UFO si è trovato nelle vicinanze, hanno reagito manifestando, ognuno nel proprio modo, segni di forte inquietudine e agitazione che sono poi cessati quando il fenomeno è passato. Sono gli effetti evidenti di un fenomeno fisico e reale.



Tratto da: http://www.gaus.it/ricerche/gli_uso.htm


GLI UFO SOTTOMARINI
Di Patrizio Caini

La sigla inglese U.S.O. (Unidentified Submarine o Submerged Objects: Oggetti Sottomarini o Sommersi Non Identificati, O.S.N.I. in Italia) si riferisce alle peculiari manifestazioni di natura ufologica associate all'idrosfera. L 'usologia è dunque quella branca dell'ufologia che studia gli oggetti sottomarini non identificati, fenomeno strettamente connesso ai più tradizionali oggetti volanti non identificati che interessano lo spazio atmosferico ed extra-atmosferico terrestre.
II 24 novembre 1972 i periodici di tutto il mondo riportarono la singolare notizia secondo la quale unità navali della flotta norvegese avevano individuato, e circoscritto, nel fiordo di Sogne un inusitato oggetto subacqueo non identificato che i giornalisti designarono con l'acronimo U.S.O.Due giorni dopo l'anomala formazione sottomarina eluse inesplicabilmente la vigile sorveglianza della Marina Militare norvegese e, oltrepassando il cordone che le unità navali avevano stretto intorno ad essa, si dileguò senza lasciare la minima traccia. Un evento analogo si verificò nel giugno 1967 quando, nel Golfo Nuevo, la Marina Militare argentina intercettò e cinse d'assedio un presunto sottomarino fantasma di notevoli dimensioni oggetto che ben presto svanì in circostanze altrettanto misteriose.
Nel corso degli anni gli U.S.O. assunsero connotati strutturali, funzionali e prestazionali sempre più definiti, tanto da indurre i ricercatori del settore ad includere ufficialmente il neologismo nella terminologia ufologica, decisione dettata dalla necessità di utilizzare un vocabolo facilmente memorizzabile cui riferire sinteticamente le manifestazioni ufologiche associate all'idrosfera:, ovvero un termine in cui fosse esplicitamente ravvisabile una forte analogia letterale e concettuale con la popolare sigla inglese U.F.O. (Unidentified Flying Objects: Oggetti Volanti Non Identificati, O.V. N.I. in Italia, Spagna, Francia e nei paesi latino-americani), e che conferisse una veste ufficiale a tali manifestazioni inquadrandole entro una categoria fenomenica determinata e facilmente distinguibile da altri fenomeni di natura ufologica o paranormale. La ricca casistica ufologica annovera numerose segnalazioni di avvistamenti di natura "urologica" occorsi nelle acque dei mari, laghi e fiumi, sebbene i primi siano maggiormente interessati da tale fenomenologia. E interessante notare che già prima del 1947, fatidico anno della nascita ufficiale dell'ufologia, tra gli eventi inesplicabili dell'epoca furono riportati numerosi avvistamenti di enigmatici oggetti sottomarini non identificati, sovente sorpresi nell'atto di emergere dalle acque (evento noto come splash-up) o di immergersi in esse (splashdown). Una delle prime segnalazioni di un possibile U.S.O fu quella del celebre navigatore ed esploratore genovese Cristoforo Colombo che, durante la traversata dell'Oceano Atlantico, annotò sul libro di bordo un avvistamento del genere, di cui fu testimone prima di toccare la terra delle Americhe.

Nel 1978 la linea costiera dell'Adriatico fu interessata da un massivo flap (ondata) ufologico durante il quale numerosi testimoni oculari assistettero a più riprese a fenomeni inesplicabili a cui la stampa italiana non dette sufficiente risalto, nonostante l'imprevedibile verificarsi di tali eventi esotici avesse generato una paralisi del traffico marittimo e delle attività peschiere di alcuni litorali. La tipologia morfo-strutturale degli U.S.O. è diversificata quasi quanto quella ufologica e comprende egualmente oggetti di apparente natura metallica, di forma discoidale multitipologizzata, cilindrico-sigariforme e di dimensioni estremamente variabili.
Le inverosimili peculiarità prestazionali degli U.S.O., quali movimenti a zigzag detti jerky, repentine variazioni di traiettoria ad angolo retto e acuto, fulminee accelerazioni e decelerazioni, sostanziale assenza di emissione sonora e limitate spostamento dell'acqua, risultane essere analoghe a quelle degli oggetti volanti non identificati, con l'unica variante differenziale che il fluido all'interno del quale si muovono è rappresentato dall'acqua anziché dalla miscela gassosa dell'atmosfera terrestre.
L'ondata di avvistamenti urologici del 1978, occorsa sulle coste italiane dell'Adriatico, fu caratterizzata da tre tipologie di manifestazioni qui di seguito riportate: · formazione diurna di colonne d'acqua d altezza variabile da 30 a 150-300 metri emerse improvvisamente dalla superficie de mare in prossimità dei natanti, nonostante la totale assenza di vento e di moto ondoso.

· T.L.P. (Transient Luminescent Phenomena Fenomeni Luminosi Transeunti), descritto dai testimoni oculari come anomale formazioni globulari e sigariformi di colorazione rosso-bianco, comparse in prossimità delle imbarcazioni ed avvistate soprattutto di notte in immersione ed emersione.

· malfunzionamento dell'apparato radarico della strumentazione elettronica di bordo determinato da interferenze disturbatorie di natura elettromagnetica e origine ignota.
Non esiste a tutt'oggi una teoria scientificamente plausibile che esplichi le modalità e la causa della formazione delle colonne d'acqua, caratteristica esclusiva degli U.S.O. anche se comune a numerosi avvistamenti di questo tipo in tutto il mondo. Uno dei casi più famosi risale al 5 agosto 1958, quando enormi colonne d'acqua si innalzarono incomprensibilmente dalle acque istriane di Brioni di fronte a due attoniti capi di stato: il Generale jugoslavo Tito ed il Presidente egiziano Nasser.

Non si può escludere a priori che tali manifestazioni siano riconducibili ad un singolare effetto che il sistema propulsivo degli U.S.O. eserciterebbe sull'acqua, ammesso che questi siano effettivamente velivoli di natura esogena al pianeta. L'ipotesi di bolle o masse gassose proiettate verso la superficie del mare dagli abissi marini si è dimostrata fin troppo spesso solo una spiegazione di comodo.
Gran parte dei ricercatori ufologici ipotizza che i disturbi radiofonici ed il malfunzionamento del radar e della strumentazione elettronica di navigazione siano ascrivibili a EMF (Electromagraetic Fields: campi elettromagnetici) di elevata intensità, generati probabilmente dal sistema propulsivo non convenzionale ad energia elettromagnetica antigravitazionale, altrimenti detto elettrogravitazionale, di cui gli U.S.O., come del resto anche gli U.F.O., usufruirebbero per muoversi nello spazio atmosferico, extra-atmosferico terrestre ed interstellare.
L'assoluta assenza di variazioni nell'assetto posizionale della massa d'acqua circostante gli oggetti sottomarini non identificati in movimento suggerirebbe la possibilità che questi si avvalgano di un sofisticato sistema di propulsione non convenzionale fondato sui principi fisici della QED, la magnetoidrodinamica o elettrodinamica quantistica, lo sfruttamento tecnologico dei quali consentirebbe ad un corpo materiale di penetrare e di procedere, mediante una sorta di moto quantizzato, in un mezzo senza introdurre in esso perturbazioni di alcun tipo. 1 mass-media e le autorità civili e militari attribuirono inizialmente le rapide e fantomatiche incursioni degli U.S.O. ad avveniristici ed avanzati sottomarini sovietici o libici illegalmente penetrati nelle acque territoriali dell'Italia e di altri paesi, tuttavia la succitata fenomenologia di fortiana memoria', sovente associata agli avvistamenti usologici, ha reso estremamente difficile spiegare tali manifestazioni in termini convenzionali. Gli ufologi ritengono che la capacità che gli U.S.O.
hanno di immergersi ed emergere dalle acque marine, lacustri e fluviali, non sia limitata e limitabile ad un ristretto entourage di tipologie modo-strutturali di U.S.O., bensì debba essere considerata una prerogativa tecnologico-prestazionale comune a tutti gli OMNT, identificabili di fatto con gli U.S.O.
La cospicua casistica usologica indicherebbe un forte interesse da parte degli oggetti sottomarini non identificati per l'idrosfera terrestre, fatto che potrebbe essere imputato alla volontà di studiare il mondo sommerso con la sua incredibile varietà di flora e fauna oppure, come alcuni ufologi arditamente postulano, all'edificazione e/o alla presenza di presunte installazioni logistiche e di appoggio segrete subacquee occupate da una colonia aliena in missione scientifica e/o militare. La segretezza di tali avamposti alieni sarebbe efficacemente garantita dalle grandi profondità dei fondali oceanici marini e di taluni specchi lacustri e dall'ottima copertura offerta dalle imponenti masse d'acqua del globo terracqueo. Le aree geografiche in cui le presunte basi sottomarine aliene sorgerebbero ed in cui il numero di avvistamenti di natura usologica è elevato sono dette zone-finestra; tuttavia al momento non esiste uno studio statistico che conferisca credibilità a tale ipotesi, nonostante numerosi ricercatori sottolineino che una significativa percentuale della casistica specifica interessi determinate regioni marine quale ad esempio il tristemente celebre Triangolo delle Bermude z. In questo tratto oceanico innumerevoli testimoni oculari, tra cui piloti di aerei, marinai e pescatori, hanno dichiarato di avere assistito a T.L.P. notturni e di aver rilevato il malfunzionamento e talvolta persino l'arresto di. diverse strumentazioni elettroniche di bordo. Anomalie geografiche simili si riscontrerebbero anche nel Mare del Giappone, ove alcuni studiosi ritengono di avere individuato un triangolo virtuale dalle caratteristiche analoghe a quello delle Bermude, il Triangolo del Diavolo, in cui vi sono state numerose segnalazioni di avvistamenti di natura usologica e "strane luci misteriose" apparirebbero una volta l'anno, sull'isola di Kyushu, nella notte tra il 31 luglio ed il 1 agosto. Uno dei casi più eclatanti verificatisi in loco fu quello del capitano W. Rutheford il quale, al comando di una nave cisterna, fu testimone della comparsa di alcune misteriose cupole che apparentemente comunicavano, mediante segnalazioni luminose, con una sorta di "tubi infuocati" i quali a loro volta evoluivano ad elevata velocità sulla superficie del mare.

Gli scettici hanno ipotizzato che tali manifestazioni luminose, sovente avvistate anche a sud della città di Tokio, nelle acque di Oshima, siano riconducibili a banali fenomeni di triboluminescenza a seguito di terremoti e maremoti di magnitudo variabile, tuttavia il complesso comportamento mostrato da queste luci e le modalità con cui esse si manifestano ed agiscono denotano l'esistenza di una volontà intelligente che le guida, caratteristica assolutamente non riscontrabile in un mero fenomeno naturale.


Thethirdeye ha scritto:

Intervista con Josè M. Alegre

http://www.scienzaemistero.com/altro/no ... no2b-h.jpg



Thethirdeye ha scritto:


Fonte della notizia:
"Il Resto del Carlino" di Novembre 1978
http://digilander.libero.it/cuf.fe/luci.htm

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1978: luci in Adriatico

"Madonne dei lumi", così le definivano nel Medioevo quelle misteriose luci, intense e brillantissime, che apparivano all'improvviso al di sopra della superficie del mare Adriatico accendendosi, moltiplicandosi, rincorrendosi e scomparendo altrettanto velocemente.

Ma la loro fama era nota già al tempo dei Romani, grazie a Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.) il quale ne parla nella sua monumentale opera, in 142 libri, intitolata "Storia di Roma dalla sua fondazione". Indagando così nel passato, si apprende che quelle strane luci apparivano praticamente in tutto l'alto Adriatico e si spalmavano dalla Croazia sino alle Marche, andando dalla costa al mare aperto. In estrema sintesi, queste luci sono così caratterizzate dai seguenti comportamenti:

1- una direzione preferenziale N/NE, non superiore a 30° sia sull'orizzonte marino che sull'entroterra;

2- rimangono visibili per tutto l'anno ma presentano picchi di visibilità in gennaio, agosto e settembre;

3- gli orari invernali di apparizione sono concentrati fra le 19,00 e le 23,00;

4- gli orari estivi di apparizione vanno dalle 21,00 alle 23,00;

5- vi sono apparizioni regolari, con luci distanziate in tempi multipli fra loro e apparizioni irregolari, con luci senza alcuna relazione temporale.


Cronache dell'incredibile

Ed ecco tutta la cronaca riscritta di ciò che realmente accadde nel corso dei mesi di novembre e dicembre di quel lontano 1978, tratti dagli articoli del quotidiano "Il Resto del Carlino", così come vennero riferite principalmente dal giornalista Claudio Santini. A quel tempo io avevo 25 anni e lessi con passione tutti i resoconti del grande giornalista su di un argomento decisamente "di frontiera" per un quotidiano così diffuso.


Cronaca del 12 novembre 1978: "A pesca con gli Ufo"

Pescara, 11 novembre - Nel tratto di costa che se ne va da Pescara a Pesaro ci fu qualcuno che giurò di aver visto gli ufo: globi color rosso chiaro che uscivano dal mare per puntare verso il cielo con una scia gelida. Altri a San Benedetto del Tronto sostennero di essersi trovati in mare in mezzo a colonne di acqua alte anche 10 metri mentre la bussola e il radar sembravano impazziti. Alla Capitaneria di Porto dissero: «Nulla di anormale è stato notato nel tratto di mare che terrorizza i pescatori. D'altra parte segnalazioni diretta del fenomeno non ce ne sono giunte». Però in tanti videro le motovedette militari uscire di notte e perlustrare fino all'alba. Così, alla Capitaneria suddetta, di nuovo risposero: «Si tratta di controlli normali». Il marinaio Carlo Palestrini disse: «Io ho notato una grande macchia bianca, alta 40/50 metri e larga quasi 1 chilometro. Il mare era in bonaccia. Io là non ci torno più". (Bonaccia: calma di vento e di mare).


Lo strano colloquio

La notte dell'11 novembre alcuni marinai, che tentarono un'uscita in mare per catturare pesce, udirono via radio, sul canale 16 Uhf, una conversazione fra la motovedetta militare Cp 2018 e la Capitaneria di Porto di Pescara: «Qui Cp 2018, ufficiale Bellomo in navigazione a 4 miglia al largo di Pescara. Abbiamo notato una specie di razzo color giallo chiaro che si è alzato dal mare verso il cielo. È salito per 200-300 metri».

Dalla Capitaneria dissero: «Recatevi subito sul posto».

Momenti di silenzio poi di nuovo dalla motovedetta: «Siamo giunti sul posto e non abbiamo notato niente: nessun natante, nessun naufrago. Eppure siamo sicuri di aver visto quel segnale».

Dalla Capitaneria: «Parlate più forte. Vi sentiamo malissimo. Ci sono molti disturbi».

Dalla motovedetta risposero: «Anche noi vi sentiamo male e poi c'è una cosa singolare: il radar non funziona più come prima».


Le prime teorie

Intervistati a tal proposito altri marinai abruzzesi dissero: «Dunque, non siamo solo noi ad avere le visioni». Il tratto di mare interessato va dal Conero a Pescara. Un marinaio disse: «Qui, tra i 20 ed i 30 km dalla costa, vi è una profondità di 100 metri ma vi è anche una specie di fossa che conduce ad una profondità di 500 metri. Di norma, il fondale è piatto ma diventa scosceso nei punti dove emergono le isole. Da queste parte il mare è di solito calmo ma all'inizio di giugno sono iniziati i problemi: sono stati notati degli strani andirivieni di flutti che hanno fatto pensare ad una specie di maremoto. Gli specialisti hanno però chiarito che quel fatto si doveva imputare ad un terremoto avvenuto nei Balcani». Altri marinai replicarono che quando vi fu il terremoto in Grecia non si vide nulla di simile. Le segnalazioni ebbero inizio da tre località: da Pesaro giungevano segnalazioni di strane maree, da San Benedetto del Tronto furono segnalate colonne di acqua che si alzavano all'improvviso e da Pescara vennero segnalati strani globi rosso-chiari che saettavano verso il cielo.


Altre teorie

Ad un certo momento si sparse anche la voce fantasiosa di un sommergibile straniero che stava esplorando tutta l'aerea, dai fondali alla superficie, aiutato in ciò da piccole imbarcazioni fatta uscire dallo scafo e rientranti in esso solo dopo averlo segnalato attraverso il lancio di segnali luminosi. Ragionando un po' più scientificamente, si tentò di formulare una teoria semplice e credibile, più nota come "Teoria del metano": poiché sotto i fondali dell'area presentano vi sono consistenti giacimenti metaniferi, che sono sondati di continuo dalle trivelle delle navi, è probabile che ne venga turbato l'equilibrio delle pressioni sottomarine; tutto ciò provocherebbe improvvise fuoriuscite di gas, tali da far ribollire l'acqua o da provocare fuoriuscita violente, sotto forma di colonna.

Cronaca del 13 novembre 1978: "La Marina indaga"

Alla data del 12 novembre si seppe che la marina stava indagando da quasi una settimana su ciò che era accaduto e continuava ad accadere nel Mar Adriatico, fra Pescara e Pesaro: globi luminosi che fuoriuscivano dal mare, puntavano verso il cielo e subito dopo si rituffavano fra le onde, acqua che ribolliva o che si alzava in colonne di 15-20 metri e radar che impazzivano per la durata delle misteriose manifestazioni.


La marina militare ammette gli avvistamenti

Vi fu subito una prima ammissione ufficiale da parte delle autorità: «Signori, non chiedetemi la spiegazione di quello che sto per dirvi perché non la so nemmeno io e se la sapessi non potrei dirvela. Qui accanto a me c'è il comandante Vitale Bellomo, responsabile della motovedetta CP 2018 (Pronuncia: venti, diciotto), che è stato inviato in perlustrazione con il sottufficiale Nello di Valentini, il sergente Corvaglia, i marinai Papoli e Margheritini», disse ai numerosi giornalisti l'allora comandante della Capitaneria di Porto di Pescara, Piero Gallerano. Il sergente Corvaglia disse: «Cosa volete che vi dica? Posso solo riferirvi i fatti, oggetto di una relazione inoltrata a Roma. Navigavamo a circa quattro miglia dalla costa quando abbiamo notato un globo luminoso salire dal mare e alzarsi, a circa 45 gradi verso il cielo. Ci siamo portati sul posto ma non abbiamo incontrato nulla di normale, cioè navi in avaria, naufraghi, battelli che chiedevano soccorso». Ad una domanda precisa di un giornalista, egli escluse che si fosse trattato di un messaggio previsto dal codice italiano di navigazione. Ad una successiva domanda riguardante il radar di bordo, egli rispose con queste parole: «Il radar non ha segnalato nulla: anzi, le apparecchiature strumentali sono "impazzite" per alcuni minuti mentre le comunicazioni radar sono diventate estremamente difficoltose». Il sergente, rispondendo ad una domanda precisa, concluse le sue dichiarazioni con la seguente affermazione:«No, non credo agli Ufo».


Tutti a Silvi Marina: il mare bolle!

Allora i giornalisti chiesero al comandante se egli sapesse di altre manifestazioni simili accadute in altri luoghi ed egli li indirizzò a Silvi Marina. I giornalisti si recarono immediatamente colà ed iniziarono ad intervistare la gente del porto. Disse Pasquale Orsini, del motopeschereccio IGEA:«Erano le 8 di venerdì mattina quando sono stato svegliato dal motorista Guido Ciaccio che mi ha detto:"Il mare bolle"; e io gli ho risposto: "Ma smettila"; e lui, di rimando:"Ma no, è proprio così". Allora sono salito in coperta e ho visto una cosa che non dimenticherò mai più: l'Adriatico era come una pentola pronta a buttar giù la pasta. Il fenomeno è durato cinque minuti. Poi, dopo un quarto d'ora, tutto si è ripetuto. Una cosa da pazzi. Mi sono sentito il sangue freddo come una "minerale" in frigorifero. Poi ho detto: "Ragazzi, testa a posto e torniamo in porto!».

Lampi rossi e radar impazziti

A queste parole, seguirono quelle di Roberto Cinchella, il quale era l'uomo di punta del peschereccio PADRE PIO:«Erano le quattro e mezzo di martedì scorso ed ero al largo. C'era foschia. Ad un tratto, nel cielo ho visto un lampo rosso, poi una macchia bianca come se il mare stesse per unirsi col cielo. C'era bonaccia. Ho gettato un occhio al radar e mi sono accorto che era impazzito. Cosa dovevo fare? Sono tornato in porto e non ho detto nulla per non sentirmi dire che ero diventato matto. Così ho chiamato via radio un altro pescatore». E l'amico, Giorgio Mazzoni, comandante del peschereccio AQUILA, dichiarò:«Avevo già sentito parlare di strani fenomeni da quelle parti. Così, appena avuta la segnalazione, ho drizzato le orecchie. Ho guardato il radar e sono rimasto di stucco. Le linee di fede (la banda che indica la prua della nave, seguendo la quale, se non ci sono ostacoli, si continua la navigazione) oscillava da tutte le parti. Ho chiamato i carabinieri che sono arrivati con una motovedetta. Per questo non ho fatto segnalazioni alla Capitaneria di Porto».

Morti misteriose

Ancora un'altra intervista ed ancora altri misteri. I giornalisti seppero che i fratelli Vincenzo e Giacomo De Fulgentiis, di 32 e 34 anni erano andati a pesca, per hobby, al largo di Montescuro, una località situata fra Giulianova e San Benedetto del Tronto. Il mare era tranquillo come l'olio eppure furono trovati cadaveri, a circa venti metri di profondità, morti nel naufragio della loro imbarcazione. I soccorritori dissero che la barca era in rotta di navigazione come se qualcuno vi avesse versato acqua dall'alto. Sulla vicenda, a quel tempo indagò il pretore di San Benedetto del Tronto.



Ufologo 555 ha scritto:

Solo qualcosa da vecchie riviste che sono riuscito a recuperare tra le mie cose (giusto perché me lo chiese a suo tempo TTE!); sono fogli fuori dello scanner... Poi ho tutta la casistica, ma scannerizzare tutto... Questo tanto per dare un'idea; ma i quotidiani erano pieni di notizie ed anche i TG...
Ma sotto, c'è quello strano Oggetto, all'orizzonte rimasto per qualche ora laggiù e boia di una miseria se qualcuno è andato a vedere cosa fosse! Roba da matti...[:142]



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E questo è il più clamoroso, avvenuto sul sul mare. Eccone la sequenza (da "Panorama").

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Poi, si spense...



Thethirdeye ha scritto:

A proposito di USO, volevo segnalare un articolo
trovato qui: http://digilander.libero.it/cuf.fe/notizie.htm

Fonte della notizia: Centro Ufologico Ferrarese

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Sul quotidiano del Corriere della Sera di martedì 30 ottobre 2007, nelle pagine dedicate alla scienza, è apparso un interessante articolo di Paola Caruso relativo al monitoraggio televisivo di una vasta zona degli abissi marini statunitensi, grazie ad una rete ottica dotata di un gran numero di web cam, di sensori e di robot con macchine fotografiche ad alta definizione: un autentico sogno da 235 milioni di euro che sarà realizzato entro il 2010.


Il progetto

Dopo Google Earth e Google Sky ecco arrivare un servizio del tutto simile nella sostanza, che potremmo chiamare "AbyssNet", consistente nel posizionare 1.200 chilometri di fibra ottica sul fondo marino di fronte allo stato americano dell'Oregon. Questo enorme progetto di cablatura di quasi tutta la dorsale tettonica di Juan de Fuca, presentato a Seattle alla fine di ottobre, ha potuto realizzarsi grazie alle idee dello scienziato John R. Delaney, un oceanografo della Washington University, che è anche a capo del progetto suddetto. Egli ha sempre sostenuto la possibilità di trasformare questa vasta zona sottomarina del nostro pianeta in un autentico laboratorio scientifico per lo studio delle correnti marine, della flora e della fauna degli abissi, delle mutazioni climatiche del pianeta, della formazione degli uragani e degli tsunami e dei terremoti, delle migrazioni dei pesci e, ovviamente, delle numerose e misteriose attività vulcaniche delle placche terrestri.

Egli sta preparando questo incredibile progetto fin dal 1995 allorquando attivò il "Progetto Nettuno", consistente nel monitorare tutta la "Primavera subacque" nella zona sottomarina della placca, attorno al vulcano della dorsale suddetta. A quel tempo si trattò di un progetto che anticipò decisamente i tempi in quanto ebbe l'obiettivo di comprendere come facessero le condizioni climatiche degli abissi a permettere lo sviluppo di vita animale in totale assenza di luce.


Gli aspetti tecnici

I cavi in fibra ottica saranno posizionati attorno all'enorme vulcano della dorsale di Juan de Fuca ed avranno uno sviluppo iniziale di ben 1.200 km che, ovviamente, saranno ampliati nel caso i primi risultati si rivelino incoraggianti. Questa vasta rete ottica avrò due livelli di punti nodali: i cinque nodi primari saranno deputati sia ai collegamenti elettrici di base, necessari ad alimentare il sistema, sia a gestire i collegamenti con le web cam ad alta definizione collegate direttamente ad Internet, in modo tale che tutti possano usufruire, in tempo reale, delle meravigliose immagini provenienti dai fondali a 500 metri di profondità; i nodi secondari serviranno, invece, alla gestione completa del sistema, in quanto dovranno ricevere gli input provenienti dai computer degli scienziati deputati al controllo dei dati, dovranno distribuire le informazioni ricevute e scaricare quelle elaborate ed incamerate, e dovranno, infine, occuparsi della trasmissione di tutte le informazioni sul sito della società che gestirà il progetto. Al momento, le basi deputate ad ospitare i laboratori per la gestione del tutto sono: Warrenton, Pacific City e Nedonna Beach. Il complesso sistema gestionale di questo laboratorio sommerso prevede due tipi di unità: una nave oceanografica, per la gestione di superficie della rete ottica sottomarina, in modo che gli utenti internet possano godere della visione degli abissi, e tanti mini sommergibili, denominati "AUVs" e deputati ad intervenire direttamente in caso di guasti alle fibre o alle apparecchiature.


"Progetto abissi" ed USO

Ovviamente, per noi ufologi che crediamo agli Ufo sottomarini o USO, un progetto del genere non può che essere sentito come autentica manna dal cielo: poter osservare in tempo reale ciò che accade sotto la superficie degli oceani, ad una profondità di almeno mezzo chilometro, è certamente qualcosa di grandioso che può aiutare ad affrontare con maggior determinazione l'argomento di mezzi alieni che viaggiano sotto le acque.

Gli USO (USOs in inglese, al plurale) rappresentano una spettacolare manifestazione della fenomenologia ufologica che, però, assai di rado viene riportata. Anche se non ce ne rendiamo conto, poiché viviamo sulla terraferma, il nostro pianeta è ricoperto per circa il 75% di acqua; infatti, a fronte di 509.950.715 kmq di superficie complessiva solamente 148.822.000 kmq sono occupati dalle terre emerse. Essendo dunque questa la situazione reale, non è difficile immaginare che le manifestazioni ufologiche nelle acque degli oceani, dei mari, dei laghi e dei grandi fiumi siano assai comuni e, comunque, molto più comuni di quanto non si creda.


I ricercatori

Il biologo marino Ivan T. Sanderson, fondatore della S.I.T.U. ( Society for Investigation of The Unexplainednel ), un'associazione impegnata nell'esame di tutto quanto connesso agli Ufo e agli Uso, nel 1970 formulò una teoria sugli alieni. Egli considerò possibile che sotto le acque, in modo particolare quelle profonde degli oceani, potesse vivere almeno una razza intelligente, che discenderebbe direttamente da quelle prime forme di vita che non passarono mai sulla terraferma e che, perciò, sarebbe assai più antica della nostra civiltà umana.

Anche John Keel ha sempre sostenuto l'idea che possano veramente esistere delle basi sottomarine sulla Terra, in modo particolare nelle vicinanze del Circolo Polare Artico e in diverse zone del Sud America ma non attribuisce alcuna paternità agli alieni: egli pensa semplicemente che una grande potenza mondiale, come potrebbe esserlo gli Stati Uniti, stia sviluppando un'aviazione ed una marina clandestine.

Il ricercatore Bill Birnes, nel documentario "Deep Sea UFOs" trasmesso negli Stati Uniti il 16 luglio 2006 sui circuiti del programma televisivo "The History Channel", dopo aver raccolto diverse testimonianze hanno dichiarato che un comportamento tipico degli USOs è quello di aprirsi in tante parti e lasciare partire un grande numero di velivoli più piccoli.

Nello stesso documentario Philip Mantle ha dichiarato che questi USO emergono semplicemente dall'acqua e se ne spariscono. Ha poi ricordato come lo stesso leader sovietico Nikita Khrushchev fosse rimasto assai impressionato dal rapporto che aveva ordinato di redigere alla sua rappresentativa diplomatica a Buenos Aires, la quale aveva ricevuto il delicatissimo incarico di scoprire il più possibile sull'argomento. Poiché gli scettici gli suggerirono che, in clima di guerra fredda, avrebbe potuto benissimo trattarsi di sottomarini lanciasiluri, egli rispose assai argutamente ricordando come, nel 1966 non fosse possibile gestire un fuoco simultaneo di sei o più siluri.

Il ricercatore Bruce Maccabee, ricordando l'USO di Porto Rico del marzo 1963 che viaggiava a 150 nodi, cioè circa 280 km/h e ad una profondità di 20.000 piedi, ha dichiarato che il punto critico per un sommergibile si aggira attorno ai 7.000 piedi.

Il ricercatore Stanton Friedman ha fatto notare che quando viene localizzato un UFO in cielo la gente ne fa un racconto o un rapporto alle forze dell'ordine ma quando viene localizzato un USO o nelle profondità marine o sulla superficie delle acque, soprattutto grazie al monitoraggio delle imbarcazioni e dei loro occupanti, se ne fa un rapporto di cui non impara niente nessuno oppure, se qualcosa trapela, arriva puntuale il servizio televisivo che mostra la solita mongolfiera sperimentale della Marina Militare che, ovviamente, è la causa possibile dell'avvistamento di un Ufo o di un Uso.

Un altro importante ricercatore, Carl Feindt, nello steso documentario ha ricordato il "Diario di Cristoforo Colombo" nel quale il nostro navigatore sarebbe stato testimone dell'avvistamento di un oggetto che, sulla linea dell'orizzonte, eseguiva movimenti ondeggianti o tremolanti, paragonati dal Nostro al tremolio di una candele che, però, sorge e tramonta. A tal proposito, qualcuno ha sostenuto che avrebbe potuto trattarsi dei fuochi di un accampamento ma la spiegazione è risultata risibile in quanto la costa era ancora assai lontana. Lo stesso ricercatore ha poi aggiunto che allorquando gli USO devono penetrare una barriera di ghiaccio, per entrare nelle profondità polari, fondono letteralmente la lastra al loro passaggio, lasciando un semplice buco e non si comportano, quindi, come farebbe un meteorite che lancerebbe i frammenti gelati in tutte le direzioni.


La forma degli USO

Questi oggetti volanti sono assimilabili in tutto e per tutto ai ben più noti UFO. La loro superficie esterna appare per lo più costituita di materiale simile al metallo, con tonalità che comprendono tutte le gradazioni del colore grigio. La loro forma è per lo più a sfera o ad ovoide ma sono moltissime le segnalazioni della forma a sigaro o a cilindro. Presentano dimensioni di ogni tipo in quanto si va dalle segnalazioni di piccoli sferoidi, assai simili a sonde esplorative del diametro di circa un metro, a gigantesche astronavi anche superiori ai 500 metri di diametro o di lunghezza. Questi mezzi volanti non identificati manifestano la loro presenza in diversi modi: immobili sull'acqua, in navigazione o di poco sopra la superficie, come gli aliscafi, o sulla superficie o appena sotto di essa o a notevoli profondità, fermi sui fondali, in immersione o in emersione sia a velocità modeste che sostenute. Inoltre, è stato anche osservato che dopo la fase di emersione, alcuni si sono fermati ad una bassa quota, hanno acceso luci ulteriori, hanno iniziato o a girare gradualmente attorno al proprio asse o ad orbitare su circonferenze concentriche che li hanno condotti a quote superiori e da lì sono poi sfrecciati via seguendo o una direzione parallela al terreno o lievemente inclinata verso l'alto o verticale.



Thethirdeye ha scritto:


Uso, storie di Ufo che nuotano

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Fonte: http://misterobufo.corriere.it/

Riporta Roberto Pinotti nel suo libro del 2003 “Oggetti Sommersi non identificati” (editoriale Olimpia) una dichiarazione di un comandante di una nave da crociera, la Eugenio C della “Costa”, che fa molto pensare in merito a quel tipo di avvistamenti che si riconducono alla fenomenologia ufologica ma che si caratterizzano per il luogo dell’avvistamento, cioè le distese marine: “In navigazione agli uomini di mare è in effetti possibile osservare nelle migliori condizioni di visibilità, nelle tenebre notturne fra cielo e acqua, davvero di tutto: navi ed imbarcazioni di ogni tipo, velivoli e mezzi aerei in volo, fenomeni ottici ed elettrici dell’atmosfera, satelliti in transito, fenomeni astronomici… Ma anche manifestazioni estremamente insolite e comunque destinate a restare inspiegabili. Solo che tutto ciò resta al massimo agli atti nel libro di bordo; ben difícilmente filtra all’esterno, diventando di dominio pubblico”. Gli Uso (Unidentified Submerged Object o Unidentified Submarine Object, in italiano Oggetto sottomarino non identificato o Osni) sono forse assai più interessanti del fenomeno ufologico di carattere aereo. Il testo è stato scritto dal fondatore del Cun (il Centro Ufologico Nazionale parla di diversi casi, internazionali e nazionali avvenuti nell’arco di quasi sessanta anni). Un particolare rilievo viene dato all’ondata degli avvistamenti nell’Adriatico nel 1978, un anno in cui si registrò una significativa ondata di eventi marini. Ecco uno stralcio del paragrafo che tratta l’argomento:

Nel 1978 alcuni membri del Centro Ufologico Nazionale si recarono a San Benedetto del Tronto per un’inchiesta di prima mano sui vari fenomeni riferiti dalla stampa locale. Qui la prima meta dei ricercatori fu la capitaneria di porto, dove per circa un'ora fu loro possibile intrattenersi a colloquio con il comandante, il colonello Franco De Martino. Questi confermò di avere a disposizione numerose dichiarazioni di vari testimoni oculari, ma, in quanto “materiale riservato”, evitò di mostrarle agli interlocutori. I quali ricostruirono tuttavia le varie vicende in un quadro abbastanza preciso e organico. A lavoro concluso, essi si trovarono di fronte a tre tipologie di fenomeni:


1) osservazioni diurne di colonne d’acqua che si alzavano improvvisamente dalla superficie marina in prossimità (150-300 metri) di alcuni natanti;

2) vari fenomeni luminosi notturni, in genere globi di colore rossastro o bianco che comparivano e scomparivano di colpo nelle vicinanze delle imbarcazioni (la casistica ufologica sucessiva registrerà tuttavia anche casi di luci che seguono i natanti, così come nelle segnalazioni di “corpi scuri” in immersione e in emersione poi evoluenti sui flutti, equivalente ai diurni del caso precedente);

3) fenomeni diurni e notturni, probabilmente di natura elettromagnetica, causanti disturbi di vario genere ai radar e alle strumentazioni elettromagnetica, causanti disturbi di vario genere ai radar e alle strumentazioni elettriche, rilevati da un notevole seppur imprecisato numero di natanti.


Il colonnello De Martino escluse categoricamente che i vari fenomeni potessero attribuirsi alla presenza di sottomarini o di altri mezzi navali, poiché i fondali delle zone indicate non raggiungono i 20 metri ( la profondità varia da un minimo di 14 a un massimo di 20 metri).

"I fenomeni del tipo 1,2,3 - affermò l’ufficiale - sono stravaganti e non conosco precedente simili. E’ certo, però, che non possiamo parlare di suggestione collettiva".

Ma ecco le segnalazioni:

A) Data imprecisata compresa tra il 14 e il 23 ottobre, ore 2.30 circa. Luogo: a 5 miglia dalla costa, tra San Benedetto del Tronto e Grottammare (fondale di 13 metri). Testimone: Dino Vesperini. Il fenomeno dura alcuni minuti, si manifesta con una "luce rossa" intensa in avvicinamento, più grande delle luci delle imbarcazioni e aparentemente maggiore del disco lunare. La forma dell'apparizione era circolare, con un tenue alone. Vesperini, osservando la luce dirigersi verso la sua imbarcazione e temendo una possibile collisione, devia la rotta. La luce passa così a meno di mezzo miglio da lui e nel frattempo osserva che non si riflette sulla superficie marina. Su di essa si intravede una "zona scura" indefinita che procede di concerto con la luce. Nessun rumore di genere viene distinto. Solo dopo il transito, il testimone avverte un evidente moto ondoso, come dovuto al passaggio di un normale natante. Le condizoni atmosferiche sono buone, il mare è calmo, il cielo sereno e la visibilità è ottima. Il maríttimo dà importanza al fatto solo dopo diversi giorni, in seguito alle numerose altre segnalazioni dei colleghi. Ovvero, gli altri casi:

B) Data: 18 ottobre 1978, ore 9.00. Luogo: a circa 4 miglia nautiche al largo di Pedaso, a Sud in direzione di Cupra, una improvisa colonna di acqua di circa 5 metri di diametro si solleva a non più di di 150 metri dal motopeschereccio Gabriela Padre, ricadendo poi sulla superficie marina. L’altezza della colonna è valutata sui 30 metri.

C) Data: 23 ottobre 1978, ore 11.00. Luogo: a meno di due miglia e mezzo al largo del fiume Tesino, presso Grottammare. Identiche condizioni di mare. Sono al largo lo stesso motopeschereccio Gabriela Padre e l’imbarcazione Patrizia. Nuovamente, e senza alcun preavviso, una colonna d’acqua in tutto e per tutto simile a quella del 18 ottobre si solleva dal mare. Sempre nella stessa mattinata, a 12 miglia dalla costa, Luigi Paci dal Breghisse avvista per 4-5 secondi un’altra colonna d’acqua alta almeno una dozzina di metri.

D) Data: 24 ottobre, ore 9.00. I testimoni coinvolti sono Fausto Ricci (presidente della cooperativa Marinesca) e Florindo Soncini (a bordo del motopesca Rapepi). Nella stessa zona di mare e come il 23 ottobre (a 4 miglia dalla costa) a circa 200 metri dalla poppa qualcosa affiora in superficie. Ma non è una colonna d’acqua. Si tratta invece di un grande corpo scuro lungo più di 20 metri che, osservato per circa mezzo minuto, si immerge poi senza alcun rumore. Viene inizialmente avanzata l’ipotesi di una balena, ma per la vicinanza alla costa ed il basso fondale di 10-12 metri, l’idea è prontamente abbandonata. Ma il mistero rimane.

E) Data: 26 ottobre nella mattina. Sole e mare calmo. I marinai del motopeschereccio Nello avvistano sulla superficie del mare aperto una sorta di solco vorticoso, come prodotto dal passaggio di un motoscafo. Ma non c’era invece alcun natante di quel genere. "Qualcosa", comunque, correva velocissimo e sotto il pelo dell’acqua, tanto da produrre una scia visibile in superficie.

F) Data: 27 ottobre, ore 13.00. Testimoni ancora Fausto Ricci e Nicola Paolini a bordo del motopeschereccio Triglia. I due intravedono, nella stessa zona di mare teatro dei casi del 23 e 24 ottobre, una grossa "sagoma" immergersi rapidamente. Tale fenomeno provoca una grande ondata che fa vacillare l’imbarcazione. Non viene avvertito alcun rumore. Il giorno precedente gli stessi testimoni avevano anche osservato nel medesimo tratto marino un'altra colonna d'acqua alzarsi di colpo dai flutti. Ricci aveva osservato sulla metà della colonna una specie di macchia scura non meglio definibile. Comunque faceva pensare a qualche corpo solido, rigido e compatto.

Ma sicuramente il caso più interessante e a suo modo eclatante è quello del 21 dicembre 1978, quando una di queste "presenze" fu osservata da centinia di persone per parecche ore e fotografata all’altezza di Bellaria. Le sensanzionali istantanee scattate dal fotografo professionista Elia Faccin, su segnalazione e per ordine dei Carabinieri, poi pubblicate dal settimanale “Panorama” (n.664 del 9 gennaio 1979), erano e sono tutora fin troppo significative. Quel giorno Faccin venne svegliato dai militari, precedentemente allertati dai passanti sul lungomare, verso la mezzanotte del 20 dicembre 1978: "Corri Elia, c’è un Ufo in mare!". 45 anni, fotografo specializzato in ritratti da spiaggia, Faccin pensò sul momento a uno scherzo. Poi, riconosciute le voci a lui familiari del brigadiere Nazareno Fiori e dell'appuntato Petronio Pacelli in servizio a Bellaria, afferrò la sua Olympus e un teleobiettivo da 400 millimetri e raggiunse rapidamente la spiaggia. Lì’ la gente sostava già da un paio di ore, da quando cioè una specie di bastimento in fiamme, un grande oggetto luminoso e quasi accecante era comparso dal nulla sull’orizzonte, fra cielo e mare. Tremante per l’emozione, al momento di scattare la prima foto Faccin si rese conto che l'otturatore automatico della sua sofisticata fotocamera si era inspiegabilmente bloccato: "Qualcosa aveva influito magnéticamente sul meccanismo", ipotizza ancora oggi Faccin. Il professionista, tuttavia, non perde tempo e ricorre a un altro apparecchio fotografico, manuale questa volta, inquadra e scatta una serie di istantanee che poi risultarono di ottima qualità.

Ultima modifica di Bastion il 22/01/2010, 09:44, modificato 1 volta in totale.

29/08/2009, 08:36

kaone ha scritto:

Come dicevo nell'altro post, ho notato una anomalia....come posso dire.... "ottica". Premessa: quelle che vediamo sono immagini del microscopio dello Spirit che in questo momento è a passeggio su Marte. Quindi le immagini sono in scala molto molto ridotta. Guardate queste due immagini:

Immagine A:
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147,4 KB

Immagine B:
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162,41 KB

Lo vedete il triangolino di luce in alto a destra? Bene.... non riesco a dare una interpretazione al secondo frame. Sembra come se la striscia di terra sia "sovrapposta" alla luce. Ma com'è possibile? Come mai la luce che passa da quello spiraglio triangoliforme non riflette pure sulla striscia di terra? C'è qualcosa che mi sfugge?


Sinceramente non vedo particolari anomalie.L'ombra della foto in questione è causata dalla sonda che con la sua forma impedisce alla luce di raggiungere il suolo,così come nel caso del triangolo di luce le permette di passare...ma solo in qule punto però.La striscia circolare è chiaramente l' impronta lasciata al suolo da qualche appendice del robot...

29/08/2009, 08:43

Infatti non vediamo strane anomalie li. Solo non capiamo come faccia esserci nel triangolo di luce un'ombra che non può chiaramente essere l'ombra della sonda perchè si vece chiaramente che l'ombra non ha una forma uniforme, ma anzi, sembra quasi sabbia. Ma che la sabbia stia sopra la luce, questo non so proprio come spiegarmelo.

29/08/2009, 08:55

* Ares * ha scritto:

Infatti non vediamo strane anomalie li. Solo non capiamo come faccia esserci nel triangolo di luce un'ombra che non può chiaramente essere l'ombra della sonda perchè si vece chiaramente che l'ombra non ha una forma uniforme, ma anzi, sembra quasi sabbia. Ma che la sabbia stia sopra la luce, questo non so proprio come spiegarmelo.


Attendo di sapere il sol per verificare la sequenza, però secondo me la sabbia "tirata" in circolo, nel punto del triangolo di luce, è comunque illuminata: dipende con che filtro stiamo guardando l'immagine e che tipo di materiale stiamo guardando.
Se osservate le foto dei rover, la stessa ripresa con filtri diversi, noterete che in alcune dei particolari scompaiono ed in altre appaiono e che le ombre sembrano modificarsi... penso sia questo il caso.

29/08/2009, 09:39

ok, grazie 2di7!

29/08/2009, 12:15

MANUALE OPERATIVO PER GLI UFO DELL'A.M.

Ho molta roba archiviata,anche tramite UFO Notiziario: un sacco di avvistamenti catalogati ed articoli vari sui quotidiani. Purtroppo vi furono pure due morti; due pescatori. Ma le circostanze erano un po strane.
Centrali elettriche con strumentazione inattiva che si metteva a funzionare mentre quella attiva, si bloccava! (Ci fu un'inchiesta anche dei carabinieri, a Pietramelata; fuori , gli addetti di turno alla centrale, videro un globo arancione che stazionava su di loro). Per ben due mesi, nessuno andò più a pescare; e sì, che la gente di mare ne ha di fegato. Si osservavano globi rossi e arancioni sbucare fuori dal mare senza emettere alcun suono;mentre altri si vedevano immergere, senza spruzzi o colonne d'acqua. Mentre delle vere colonne d'acqua si formavano improvvisamente davant i o intorno ad imbarcazioni o pescherecci, così dal nulla e con il mare tranquillo! I radars delle imbarcazioni della Capitaneria di Porto, che uscivano per pattugliare e cercare di capirci qualcosa, vedevano sbiancarsi lo schermo all'improvviso, senza alcuna apparente ragione; quindi rientravano in Porto... Perché anche l'altra strumentazione andava in "tilt"...
Durò per mesi. Quasi ogni sera, alla radio davano notizie di avvistamenti! Indimenticabile.


Queste sono le disposizioni in caso di avvistamento di U.F.O. (e vi posso assicurare che non si trattadi aerei sconosciuti, c'ero io quando è arrivato!);appena viene compilato diventa RISERVATISSIMO ed entro 24 ore deve giungere a Roma...
Riguarda un eventuale avvistamento "ottico" e "radar" ; altro non posso far vedere...

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Questo è uno dei fogli da riempire (simile a quelli precedenti) dove si può notare la dicitura "riservatissimo quando compilato",con precedenza "O" (seconda solo in caso di dichiarazione di guerra...).

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Ultima modifica di shantaram il 29/08/2009, 22:31, modificato 1 volta in totale.
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