Ciao a tutti,
ho appena pubblicato nella sezione TTSA del mio sito la traduzione di un articolo tratto dal sito web della rivista statunitense Popular Mechanics intitolato “Nel cuore del programma segreto del Pentagono di ricerca sugli UFO”.
Si tratta di un corposo articolo di una trentina di pagine a firma di Tim MacMillan. L’autore, che non è un giornalista ma un ex poliziotto e analista di Intelligence divenuto giornalista investigativo, afferma che l’articolo è il risultato di uno sforzo investigativo che si è protratto per un paio di anni. Sicuramente l’impegno dell’autore in questa inchiesta è stato notevole e gli ha consentito di avere accesso a vari documenti che non sono di pubblico dominio e a diverse persone “con le mani in pasta” per così dire.
Raccontando la storia dei due progetti di ricerca sugli UFO che sono, malgrado tutto, divenuti di pubblico dominio cioè l’AAWSAP e l’AATIP, l’autore evidenzia il difficile rapporto fra lo svolgimento in segreto delle attività di ricerca sugli UFO da parte degli organi governativi USA e la relativa informazione dell’opinione pubblica. Così facendo, McMillan illustra nel contempo le modalità con le quali gli organi governativi creano e mantengono il segreto, e anche le modalità con le quali si intorbidano le acque se proprio non si può più mantenere il segreto.
Leggendo l’articolo, apprendiamo che certi organi governativi USA hanno uno specifico e ben concreto interesse per gli UFO ma non vuole che lo si sappia; “fin qui nulla di nuovo” già immagino il mormorìo proveniente dalla platea di appassionati. Quello che però occorre ricordare è che Popular Mechanics non è un organo specialistico di informazione ufologica, ma una rivista di vasta diffusione negli Stati Uniti. Ed è importante che queste problematiche vengano affrontate in organi come questo se si vuole che la consapevolezza del fenomeno si estenda efficacemente in modo orizzontale nell’opinione pubblica.
Il secondo è che l’interesse di quegli organi governativi USA di cui dicevo sopra ha uno specifico orientamento sull’aspetto tecnologico del fenomeno UFO, nel senso che desidera arrivare a comprenderne il funzionamento (la cosiddetta retroingegnerizzazione, per poter realizzare dispositivi militari che gli consentano la supremazia geopolitica). E anche qui nulla di veramente nuovo, almeno per chi è a conoscenza del settore.
Entrando più nello specifico, l’autore descrive la genesi e lo sviluppo di quelli che sono i progetti di ricerca sugli UFO, cioè l’AATIP e l’AAWSAP [attenzione, questi sono i due programmi di cui si è saputo, verosimilmente ne esistono molti altri di cui nulla però è dato sapere se non qualche vaga voce]. Ribadisce che l’AATIP, dato per spacciato da vari portavoce governativi dopo la fine dei finanziamenti voluti dal Sen. Reid & Co., in realtà continua a funzionare in modo “casalingo”, cioè portato avanti facendo affidamento alle risorse interne del Pentagono (che peraltro corrisponde con quanto affermato dallo stesso Elizondo nel suo intervento al 7° Convegno Ufologico del CUN “Città di Roma” il 27 ottobre 2018). Ribadisce anche che fu effettivamente Elizondo a gestire il programma AATIP.
Procedendo, l’autore chiarisce che il guazzabuglio di negazioni, negazioni parziali, conferme, conferme parziali, rettifiche, rettifiche parziali, smentite e smentite parziali che si sono intrecciate, ingolfando tutto ciò che ha a che fare con AAWSAP e AATIP non è casuale ma origina da una prassi specifica, conforme al modo in cui vengono normalmente gestite le informazioni di cui gli organi governativi USA non vogliono che si parli pubblicamente (o anche le informazioni che, come nel caso specifico dei progetti AAWSAP e AATIP, sono “sfuggite” al segreto sotto il quale erano destinate a rimanere nelle intenzioni dei loro ideatori). Volendo fare un paragone colorito si potrebbe dire che ormai il recinto è stato aperto e i buoi sono scappati, ma almeno occorre fare in modo che i buoi non siano facilmente rintracciabili.
Chiarisce anche che appaltare porzioni dei programmi di ricerca ad aziende private ha origine nella prassi, che sembrerebbe ormai molto ben consolidata, di utilizzare aziende private in modo da instaurare una sinergia fra segreto istituzionale (tipicamente segreto di stato e uso di status ad Accesso Speciale per i programmi, il c.d. SAP) e segreto industriale, finalizzata alla creazione di una efficace blindatura dei progetti che devono rimanere segreti. È da notare a questo proposito che questo è proprio quanto il Dr. Steven Greer faceva notare
quasi venti anni fa ormai, quando descriveva la sinergia fra segreto istituzionale e segreto industriale come efficace metodo per consolidare e mantenere il segreto sulle ricerche UFO da parte degli organi governativi USA (si veda
https://paolog.webs.com/VAR/DP/DPDB3.4-Ita.pdf).
Ma oltre all'effetto di blindare efficacemente il segreto sui progetti gestiti in questo modo, l’assetto descritto offre anche l’ulteriore beneficio di fornire agli enti governativi una efficace maniera per sottrarsi alle richieste di informazioni ai sensi della legge statunitense sulla libertà di informazione, nota come FOIA, dato che se è vero che il segreto di stato
potrebbe essere corroso dalla FOIA, è pur vero che nulla essa può contro il segreto industriale.
Dall’articolo emerge anche un aspetto che a mio avviso non è stato ancora sufficientemente evidenziato e compreso: la “commercializzazione della ricerca sugli UFO”, che corre parallelamente a quello, di origine molto meno recente e ben più noto, della militarizzazione della ricerca UFO. Secondo McMillan, il “Rapporto del Mese 10” della Bigelow Advanced AeroSpace Studies (BAASS) contiene
ben visibile in ogni pagina un avviso il cui scopo è informare chi legge che le informazioni contenute sono di proprietà della BAASS; della grande mole di informazioni di elevata rilevanza ufologica che, stando all’autore, vi sarebbero contenute a quanto pare nessuna, dal 2009 a oggi, ha visto la luce del sole. Quindi, oltre al segreto di stato e/o militare di ormai lunga data sulle ricerche UFO motivato dal desiderio di acquisire supremazia militare, ora si è aggiunto anche il segreto industriale, motivato dal desiderio di acquisire supremazia industriale e/o commerciale. Insomma, la ricerca sugli UFO è perseguita sia dai militari che bramano potere geopolitico che dagli industriali che bramano profitti economici; il tutto, da una parte come dall’altra, operando in segreto.
Una piccola nota a questo punto è necessaria per chiarire il concetto: il ricorso all’industria privata è praticato normalmente dagli organismi governativi USA nell’ambito delle dinamiche sopra evidenziate, ma in questo caso si tratta di industrie ben specifiche, tipicamente del settore aerospaziale della difesa che agiscono in sinergia con enti governativi, tipicamente militari e/o dell’Intelligence. Quanto sopra menzionato a proposito di Bigelow e le sue aziende è significativo in quanto è in questo caso l’industria civile “in prima persona” ad entrare in campo di sua iniziativa come giocatore nell’arena della ricerca scientifico-tecnologica orientata alla retroingegnerizzazione degli UFO, o UAP che dir si voglia.
Un articolo complesso ma davvero molto interessante, frutto di un notevole sforzo investigativo, che consente di essere informati a proposito di certe dinamiche ombrose e non pubblicizzate mentre nel contempo si apprende la storia di un paio di importanti progetti governativi di ricerca sugli UFO. Per di più, occorre segnalare anche che la posizione di Popular Mechanics nei confronti delle tematiche UFO è stata fino a poco fa improntata a uno scontato discredito cosa questa che rende, dati i precedenti, questo articolo ancora più significativo.
Per finire una nota: ho volutamente usato il termine “organi governativi USA” e non “governo USA” perché negli Stati Uniti il Governo in quanto tale è notoriamente lasciato fuori dalla gestione, e anche dalla conoscenza, di tutto quanto attiene alle ricerche sugli UFO (si veda anche per questo
https://paolog.webs.com/VAR/DP/DPDB3.4-Ita.pdf).
Bene, con questo è veramente tutto. Grazie per l’attenzione e
ciao a tutti.
__________________________
PaoloG - paolog.webs.com