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 Oggetto del messaggio: Piccola proposta su una "gara di fantasia"
MessaggioInviato: 16/12/2008, 14:46 
Mi è venuta un'idea per una piccola proposta che sinceramente non sapevo dove era meglio postare.... ho pensato che forse era meglio farlo qui.
Forse a suo tempo ci aveva già pensato qualcun altro... in fin dei conti non è una proposta particolarmente originale, lo ammetto.
Che ne direste di provare a sbizzarrire, ognuno per conto suo, la fantasia, un po' come ognuno ritiene meglio fare, e provare a immaginare una o più civiltà aliene, provare a immaginarne gli eventuali contatti con la Terra passati, presenti o anche futuri, e provare magari a ricostruire una "storia segreta della Terra" servendosi di tutti i fenomeni misteriosi, non solo ufologici, riportati finora da qualsiasi tipo di casistica, e servendosi di teorie annesse e connesse?
Naturalmente, l'universo immaginato da ciascuno dovrà avere una sua coerenza e cercare di lasciare meno adito a interrogativi possibile. Se poi qualcuno non è riuscito a definirlo a sufficienza, gli altri possono spingerlo ad approfondire le sue speculazioni.
Non sarebbe, oltre che divertente, anche interessante per fare un confronto non solo con le idee e le speculazioni altrui, anche a capire meglio il proprio stesso pensiero, che forse a volte esprimiamo in modo confuso e impreciso?
Sarebbe bello fare una piccola "gara di fantasia", per vedere chi dimostra più inventiva....
Fatemi sapere cosa ne pensate...


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MessaggioInviato: 16/12/2008, 15:36 
Non ho ben capito se vuoi che immaginiamo la storia della Terra ed i suoi possibili contatti con civiltà aliene, oppure vuoi che immaginiamo l'esistenza di un'altra civiltà aliena, oppure se vuoi che immaginiamo la reale struttura dell'universo. Insomma, mi son perso tra le righe! Bella iniziativa comunque, dopo che avrai chiarito questo mio dubbio inizierò a trascrivere ciò che penso possa essere o possa essere accaduto a seconda della tua risposta, infondo ognuno di noi ha in mente una marginale idea su come potrebbe essersi svolto tutto, sarà difficile trascriverla [:)]



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MessaggioInviato: 16/12/2008, 16:07 
ce stargate atlantis o sg1 che gia lo fanno:D


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MessaggioInviato: 16/12/2008, 17:19 
Senza saperlo ho espresso quello che forse richiedevi nel mio ultimo 3d su http://www.ufoforum.it/topic.asp?rand=7 ... ID=97#1847



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Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 16/12/2008, 19:28 
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Lawliet ha scritto:

Non ho ben capito se vuoi che immaginiamo la storia della Terra ed i suoi possibili contatti con civiltà aliene, oppure vuoi che immaginiamo l'esistenza di un'altra civiltà aliena, oppure se vuoi che immaginiamo la reale struttura dell'universo. Insomma, mi son perso tra le righe! Bella iniziativa comunque, dopo che avrai chiarito questo mio dubbio inizierò a trascrivere ciò che penso possa essere o possa essere accaduto a seconda della tua risposta, infondo ognuno di noi ha in mente una marginale idea su come potrebbe essersi svolto tutto, sarà difficile trascriverla [:)]


Tutte e tre le risposte! A seconda dei gusti, degli interessi delle persone, liberamente lasciando andare la fantasia e la speculazione scientifica, filosofica e quant'altro mai....


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MessaggioInviato: 16/12/2008, 19:30 
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Governombra ha scritto:

ce stargate atlantis o sg1 che gia lo fanno:D


E lo fanno molto male, a mio giudizio.... è anche per questo che magari penso che sarebbe bello se ci provasse anche qualcun altro...


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MessaggioInviato: 17/12/2008, 18:59 
Premesso che avrei preferito che fosse lo stesso Enkidu a scrivere qualcosa a riguardo, così tanto per farci un esempio [:)], trascrivo come immagino che sia il nostro universo.

A grandi linee immagino un universo (per universo si intende tutto ciò che esiste, può anche essere differente da quello che intendiamo noi oggi perchè abbiamo mezzi molto limitati per osservarlo) infinito ed eterno, senza limiti.
Certo un universo infinito non può avere forma perchè è appunto infinito, ma per rendere l'idea di come me lo immagino, faccio l'esempio di una bolla piena d'acqua. Non c'è nulla, all'interno, separato dal resto, tutto è in qualche modo collegato a tutto, è fluido ed in costante rimescolamento, nulla si crea, nulla si distrugge.
Immagino che non esistano modi per spostarsi da una parte all'altra istantaneamente, se il tempo si rivelasse essere una dimensione confermando quindi le ultime teorie scientifiche, immagino che non esistano modi per muoversi in esso o conoscere il futuro. E se esistono più dimensioni, non è possibile muoversi nel tempo della propria dimensione ma solo spostarsi in altre dimensioni e altri tempi quindi. Perchè? Perchè credo sia come Il Gioco per eccellenza. Non puoi imbrogliare, non puoi muoverti nella tua dimensione dove vuoi o quando vuoi (nel tempo), altrimenti Il Gioco perde tutto il suo senso.
Perchè esiste l'universo?
Non è certo possibile rispondere ad una domanda del genere se si crede che l'universo sia eterno e quindi da sempre esistito. Però mi piace pensare che in un universo monotono e senza ragione, la vita sia parte fondamentale del Gioco. La vita ha il compito di riuscire a capire come funziona Il Gioco e a capire tutte le sue meccaniche.

Mi piace pensare, nonostante questo difetta tutta la mia idea di fondo, che Il Gioco sia in realtà una entità a sè stante la quale si serve della vita per conoscere se stessa, in quanto essa è cosciente, ma non conoscente. Ogni essere vivente ha quindi coscienza e conoscenza. Meno si è conoscenti, più si è coscienti e viceversa. La coscienza è conscia appunto di tutto, ma non sa esprimerlo, quello è compito della conoscenza. Così mi spiego anche i fenomeni durante i quali i migliori scienziati del mondo arrivano a sviluppare nuove teorie e tecnologie dopo essere entrati in stato di trans oppure semplicemente dopo aver sognato. Incredibilmente ciò che prima era coscienza si è trasformato in conoscenza, una minima parte ovviamente, solo in un sogno, l'apice della coscienza, con la quale chiunque individuo può modificare ciò che lo circonda, perchè Il Gioco è regolato solo ed esclusivamente dalla sua coscienza che lo rende reale, nel momento in cui la coscienza è fermamente convinta di essere qualcos'altro, immediatamente lo diventa.
Esistono molte razze aliene, nella mia immaginazione, e tutte hanno il medesimo scopo, tutte vogliono finire Il Gioco per prime, tutte vogliono raggiungere la totale conoscenza, anche se non sono consapevoli del fatto che stanno semplicemente Giocando e contribuendo al Gioco.

La Terra è solo un altro pianeta come tanti altri che ospita vita. Probabilmente è stata visitata precedentemente da altre specie. Ma queste altre sicuramente non sono molto differenti da noi, almeno nello scopo.

[:p]


Ultima modifica di Lawliet il 17/12/2008, 19:02, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/12/2008, 10:04 
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Enkidu ha scritto:

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Governombra ha scritto:

ce stargate atlantis o sg1 che gia lo fanno:D


E lo fanno molto male, a mio giudizio.... è anche per questo che magari penso che sarebbe bello se ci provasse anche qualcun altro...


ma io non credo forse per quanto riguarda queste micro o grandi guerre che si inventono nel telefilm ma se vedi le razze differenti come i grigi o questa società segreta che è oscura alla visione del popolo della terra di questo stargate che nessuno sa che esiste...puo essere anche per la nostra realtà un esempio un disco volante che noi vediamo ma non sappiamo se esiste se e nostro o di altri


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MessaggioInviato: 18/12/2008, 11:04 
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Governombra ha scritto:

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Enkidu ha scritto:

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Governombra ha scritto:

ce stargate atlantis o sg1 che gia lo fanno:D


E lo fanno molto male, a mio giudizio.... è anche per questo che magari penso che sarebbe bello se ci provasse anche qualcun altro...


ma io non credo forse per quanto riguarda queste micro o grandi guerre che si inventono nel telefilm ma se vedi le razze differenti come i grigi o questa società segreta che è oscura alla visione del popolo della terra di questo stargate che nessuno sa che esiste...puo essere anche per la nostra realtà un esempio un disco volante che noi vediamo ma non sappiamo se esiste se e nostro o di altri


Non c'ho capito niente... o quasi. Comunque per me Stargate è una serie molto banale nelle sue fantasie, poco inventiva, e penso che si potrebbe fare di meglio nell'immaginare una "storia universale".

PER LAWLIET: tenterò di fare un abbozzo iniziale, un antefatto di quello che intendevo, così si potrà capire cosa intendevo dire.
Quello che tu hai descritto nel tuo ultimo post può essere un punto di partenza, ma direi che più che un'esercizio di fantasia è una mera speculazione filosofica, dato che poi di fatto non hai descritto nulla di ciò che effettivamente avviene nell'universo ma solo ciò che ipoteticamente potrebbe accadere, e quindi si rimane nell'indefinito.
Datemi un po' di tempo, e comincerò a strutturare la narrazione, che naturalmente non potrà esaurirsi in qualche pagina....
D'altra parte, se certe discussioni sono state portate avanti per più di cento pagine, si potrà farlo anche con questa!


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MessaggioInviato: 18/12/2008, 11:27 
Allora potremmo cominciare col dire che l'uomo non è originario di questo pianeta,in quanto i 5 miliardi di anni di vita della nostra terra non sono sufficenti a permettere l'evoluzione da una forma di vita unicellulare all'essere umano con tutte le sue peculiari e formidabili caratteristiche biologiche.
Quindi in un remoto passato "qualcuno" ben più evoluto di noi ci ha prelevato da un altro mondo appartenete ad un altro sistema stellare e ci ha portato qui.Non ci è dato sapere il livello di sviluppo psico-socio-tecnologico della umanità originaria.
Probabilmente si trattava ancora di una cviltà pre-industriale o post industriale ma cmq non in grado di attraversare gli abissi cosmici che separano le stelle le une dalle altre.Parliamo di migliaia,centinaia di migliaia o forse milioni di anni addietro.
L'uomo qui sulla terra ha poi continuato il suo naturale sviluppo sia biologico che socio culturale ma ha dovuto fare i conti di tanto in tanto con catastrofi naturali che lo hanno ogni volta costretto a ricominciare da capo perdendo le conquiste scientifiche di volta in volta ottenute.
Le differenti condizioni ambientali hanno plasmato e reso possibili le diverse etnie presenti sul pianeta(bianchi gialli neri etc.).
Gli alieni ci son sempre stati e probabilmente siamo un grande esperimenteo "sociologico" ideato da loro.
Ma ciò non ci ha impedito di sviluppare una nostra identità e di intraprendere un cammino che ,seppur lentissimamente e con intensità diverse,ci ha permesso di migliorare.
Gli e.t. appartengono alle razze più svariate,alcune umanoidi altre totalmente differenti da noi.La terra è "disseminata" di navi alieni cadute al suolo per malfunction,alcune di esse sono custodite nelle viscere della terra poichè cadute milioni o miliardi di anni or sono.
Il destino dell'uomo è tra le stelle,presto inizieremo a viaggiare nel cosmo e a fare scoperte straordinarie ed anche se qualcuno tiene nascoste tecnloogie formidabili non potrà farlo ancora a lungo quindi sono convinto che siamo veramente all'alba di una nuova era che tuttavia richiederà ancora qualche secolo prima di espletarsi appieno(cmq poco se pensiamo a quanto può essere antica la nostra razza).
L'universo è pieno di vita,inteligente e non.Il nostro sistema solare ha sviluppato diverse espressioni o forme biologiche basate su elementi chimici profondamente diversi tra loro.
Su titano ci sono creature che basano la loro biologia sul metano e sull'ammoniaca,su encelado prevalgono altri elementi,su europa c'è un oceano liquido di acqua che ospiterà chissà quali forme di vita,e così via via su pressochè tutti i corpi del nostri sistema solare ed oltre.
Quindi la realtà credo che non si discosti troppo da questo scenario ed anzi superi la più fervida fantasia...[;)]


Ultima modifica di tommaso il 18/12/2008, 11:38, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/12/2008, 14:34 
Come promesso, ho immaginato un antefatto alla mia affabulazione riguardo la “Storia Segreta del Multiverso e della Terra”… un punto di partenza per capire le successive affabulazioni, che certamente non potrò esaurire in 4 e 4-8. Ho immaginato un personaggio, una situazione in cui viene scoperta la struttura del Multiverso e parti della sua storia infinita (ovviamente solo quella che in qualche modo possa essere ricollegata alla nostra).
Così permetterò anche agli altri utenti di capire di cosa stavo parlando quando parlavo di “gara di fantasia” nell’immaginare una “storia cosmica” dei popoli alieni e di epoche sconosciute della Terra.
Non si tratta di un racconto comunemente inteso, ma qualcosa come una narrazione storica (tanto per fare un esempio, per chi conosce bene Tolkien, pensate al “Silmarillion”:).

LA STORIA SEGRETA

ANTEFATTO:
Fu Luca Zeni il primo uomo del XXI secolo a conoscere alcuni aspetti della Storia Segreta, che prima erano stati in possesso solo di alcuni iniziati, o dimenticati fra le pagine di antichi testi custoditi in oscure biblioteche di ancora più oscuri monasteri, o nelle profondità di sotterranei di cui nessuno conosceva l’ubicazione.
Quando Luca aveva ricevuto la notizia della morte di suo zio Alfredo, improvvisamente si era ricordato di tanti particolari che aveva visto nella sua infanzia.
Lo zio aveva sempre vissuto da solo, dopo la morte di sua moglie, avvenuta in circostanze misteriose, nella sua casa di campagna a ridosso dei Colli Berici, dove si trovava l’entrata di uno strano cunicolo ai piedi del colle, in fondo al vasto giardino.
Aveva avuto strane frequentazioni: pochi amici, e l’affiliazione a una strana confraternita i cui membri portavano strane tuniche azzurre, e che si riuniva in diverse occasioni in una chiesa vicina, dentro una vasta cripta sotterranea, svolgendo riti a cui nessuno che non fosse della confraternita poteva partecipare.
Luca ricordava anche il parroco di quella chiesa, un uomo strano, alto, dagli occhi sporgenti e folli, che veniva a trovarlo molto spesso.
Diverse volte, da bambino, Luca aveva cercato di entrare dalla porticina di ferro arrugginito che chiudeva il misterioso cunicolo nel giardino, ma non c’era mai riuscito, perché era sempre chiusa a chiave. Eppure aveva spesso avuto la sensazione che dietro la porta ci fosse “qualcuno” o “qualcosa”, dato che più di una volta aveva sentito come dei passi strascicati, e da sotto la fessura della porta gli era sembrato che filtrasse una luce stranissima, bianca e spettrale, non certo come la luce di una lampadina, o di una torcia.
Ora lo zio Alfredo non c’era più e Luca era rimasto il suo solo erede, dato che era figlio unico del fratello di Alfredo, il quale non aveva mai avuto figli.
Quando si recò in casa dello zio per farne stimare il valore e rilevarne eventuali documenti, si accorse subito di molte cose che aveva dimenticato da tempo.
Nello studio dello zio trovò uno strano oggetto: una strana chiave d’argento, dalla fattura sconosciuta. Vi era effigiata una sorta di piovra dai sottilissimi tentacoli a raggiera, come se fossero stati i raggi di un sole, anziché gli arti di un animale, e al centro della piovra si trovava un unico occhio mostruoso, sporgente, costituito da una pietra rossa, su cui era incisa una fessura, per dare l’idea dell’occhio di un serpente, o di un gatto.
Improvvisamente gli venne un’intuizione: non seppe dire nemmeno lui perché, ma si trattava della chiave della vecchia porta di ferro del cunicolo scavato nella roccia dentro il colle.
La volta successiva che si recò in casa dello zio, lo fece da solo: non voleva che nessuno sapesse di ciò che poteva contenere il cunicolo.
Con sua sorpresa, trovò ad aspettarlo di fronte al cancello del giardino un giovane parroco: era il parroco della chiesa dove si riuniva la misteriosa confraternita a cui apparteneva suo zio.
Come faceva a sapere che sarebbe arrivato quel giorno, dato che non lo aveva detto a nessuno?
E quel che era strano, era che il giovane prete sapeva già cosa voleva fare.
«La pregherei di aprire la porta del sotterraneo solo in mia presenza». Disse in tono minaccioso.
Il prete aveva gli stessi occhi sporgenti, grandi, di un sinistro colore grigioazzurro-ghiaccio, che aveva avuto il vecchio prete che aveva conosciuto nella sua infanzia. Avrebbe potuto essere suo figlio, o forse lui stesso tornato giovane…
Inizialmente Luca avrebbe voluto mandarlo via, ma c’era qualcosa nello sguardo del prete di stranamente convincente, quasi di ipnotico….
«Guardi la chiave e si domandi cosa può rappresentare… non le fa pensare a qualcosa di minaccioso, qualcosa che bisogna maneggiare con cautela, come dell’esplosivo, o qualcosa che forse sarebbe meglio lasciar stare? Ci sono molti cunicoli sotterranei in questa regione, e non è sempre bene andarci a curiosare…. Lei sa quante leggende strane vi corrono….ha mai visto una raffigurazione più sinistra di quella incisa sulla chiave?».
Improvvisamente Luca sembrò ricordare qualcosa legato alla figura mostruosa della chiave, qualcosa che gli aveva detto suo zio quando era bambino.
Gli aveva già mostrato quella figura, e gli aveva detto che rappresentava un mistero, un segreto custodito gelosamente, qualcosa di mostruoso e minaccioso che solo pochi potevano conoscere, perché l’umanità non era pronta a conoscerlo, a sapersene difendere, e gli disse anche che molti uomini e donne erano stati uccisi nel corso dei secoli per quel segreto, che poteva dare un potere immenso, ma nello stesso tempo portare alla follia, alla disperazione e alla distruzione.
Gli venne in mente la leggenda della Gorgone, la cui testa con mille serpenti al posto dei capelli era così mostruosa che, se la si guardava, si finiva trasformati in pietra. Lo zio gli aveva detto che era un simbolo di quanto era spaventoso quel segreto, così terrificante da non poter essere visto direttamente in un colpo solo, ma solo poco a poco.
Diceva anche che, se avesse voluto, gli avrebbe mostrato la verità una volta adulto, ma la vita li aveva divisi e ora suo zio non aveva più la possibilità di rivelargli niente.
«Voglio sapere» disse Luca «Soltanto sapere. Voglio vedere cosa c’è in quel cunicolo, poi se vuole le venderò la casa».
«Come vuole. Io, se permette, l’aspetterò fuori».
Un vago ghigno sortì sul volto del prete, Luca ebbe l’impressione di essere caduto in una trappola.
Lei resterà qua, di fronte al cancello, e non si azzardi a tentare di entrare nel giardino o chiamo il 113!».
«Come vuole, per me è lo stesso!».
Luca richiuse il cancello alle sue spalle, e si diresse senza indugio alla porticina che ormai l’edera aveva quasi nascosto del tutto, ma esitò mille volte, prima di entrare.
Pose persino l’orecchio addosso alla porta per sentire se venivano rumori dall’interno. Era una cosa assurda, ma la paura più irrazionale l’aveva preso.
Niente. Nessun suono, né gli strani passi che aveva creduto di sentire, né gli strani sospiri ansimanti, né lo strano colpo che aveva sentito una volta, né tanto meno la bianca luce spettrale. Niente di niente.
Pensò che in fin dei conti si trattava del ricordo di sue fantasie infantili, e trovò il coraggio di mettere la chiave nella serratura.
Sia la serratura che la porta si aprirono con gran fracasso, grandi cigolii che non fecero che rendere Luca sempre più nervoso.
Dietro, il buio più completo. Luca accese la torcia che si era portato dietro, non sapendo se nel cunicolo c’era un qualche sistema di illuminazione.
Dietro trovò un cunicolo dalle pareti che apparivano lisce, nude, con il soffitto a volta, abbastanza alto per proseguire eretti anche a un uomo molto alto di statura.
Il corridoio proseguiva uniforme per parecchi metri, forse più di cinquanta, con nicchie laterali, altrettanto nude, fino a una gigantesca cripta sotterranea, incredibile per la sua altezza e vastità.
Era circolare, con la volta a cupola, e sulle pareti lisce c’era un immenso bassorilievo, o meglio una grande incisione dipinta.
Rappresentava una sorta di foresta, dipinta con toni di azzurro e blu oltremare, di viola e porpora con tocchi di rosso cremisi, secondo uno stile artistico sconosciuto.
Gli alberi che vi erano rappresentati, non avevano nulla di normale e conosciuto. Sui rami innumerevoli che si diramavano ovunque sulle pareti, apparivano come dei frutti, dei globi blu punteggiati di stelle, alcuni piccoli, altri grandi, e non vi erano foglie. Se erano alberi, non appartenevano a questo pianeta. I rami azzurri a volte sembravano contorcersi come tentacoli, e in loro sembravano fluire delle fiamme purpuree. I tronchi degli alberi partivano dalla base della parete circolare, e sembravano scaturire, con le loro radici, da altri globi mostruosi, enormi, infuocati, azzurri, cremisi e porpora, come se i globi appesi ai rami dovessero poi diventare i semi di altri rami di quella selva mostruosa, che si stendeva fino alla volta, dove appariva, in cima, una raffigurazione mostruosa simile al simbolo cristiano della Trinità: un triangolo con dentro un occhio, ma un occhio spaventoso, rosso cremisi, con la nera pupilla a fessura, come se fosse il simbolo non del Dio cristiano, ma una sconosciuta divinità demoniaca.
Sul lato opposto alla porta, però, c’era la raffigurazione più inquietante: si vedeva un’immagine di quello che pareva essere il Grande Dio Pan, dal corpo mezzo umano e mezzo caprino, con ben sette corna: due di capro, due di ariete, due di toro, e un corno dritto, simile a quello degli unicorni in mezzo alla fronte, sopra il volto dai tratti barbuti e caprini, che danzava nella selva e suonava il suo zufolo, ai piedi dell’albero più grande.
E alla base del tronco di quell’albero, anzi dentro di esso, compariva un altro mostro come quello rappresentato nella chiave d’argento, una grande piovra i cui tentacoli si diramavano come i rami degli alberi, ma erano più sottili, come capelli che si spargevano per tutto il bosco inciso. Piccoli occhi mostruosi, sempre rossi e con la pupilla a fessura, si aprivano lungo tutti i suoi tentacoli.
Alla luce della torcia, Luca si accorse che ogni tentacolo raggiungeva ogni singolo “frutto” degli alberi, come a collegarli tutti assieme.
E al centro della piovra stava anche lì un occhio mostruoso, più grande di tutti gli altri.
Luca, anche se non aveva mai visto niente del genere, capì alcune cose di ciò che vedeva.
«L’occhio significa conoscenza, e l’occhio di serpente, o di gatto, con la pupilla a fessura, significa che simboleggia la conoscenza che può guardare anche nel buio più fitto, la conoscenza dei misteri più fitti».
Un brivido immenso lo colse, stava cominciando a capire….
«E la Selva, il Bosco, il Grande Dio Pan… Pan in greco significa “Tutto”….. i frutti che sembrano globi stellati… mio Dio, non è possibile… so cosa vogliono dire… i tentacoli che vanno ovunque, che raggiungono ogni globo…..».
Distolse lo sguardo dal gigantesco affresco inciso, e fu allora che si accorse di ciò che si trovava al centro della sala: un piccolo e semplice altare di pietra, un prisma pentagonale basso e largo, con sopra un tetraedro anch’esso di pietra, due oggetti perfetti e semplici, senza incisioni né iscrizioni.
Era quello che era sopra il tetraedro, che appariva sconcertante.
Un globo di vetro nero, o almeno così pareva, sospeso a mezz’aria, sopra la punta del tetraedro, sostenuto dal niente, in virtù di quale sistema magnetico, come certi mappamondi magnetici. Era evidentemente il risultato di conoscenze scientifiche sconosciute, perse in un remoto passato.
Tremando, Luca si avvicinò al globo e lo osservò da vicino. Improvvisamente qualcosa si mosse al suo interno e comparve un’immagine: il cielo stellato, ma come lo si sarebbe potuto vedere in un telescopio, con nebulose e galassie colorate, enormi e mostruose, che davano l’idea di esseri mucillaginosi e dagli arti spaventosi.
«Questa è la Porta dell’Altrove!» si disse Luca.
Dentro di sé, una sorta di memoria razziale gli parlava, e gli mostrava l’accesso alla Soglia dell’Altrove, dove avrebbe forse incontrato il Guardiano. Ma lo avrebbe lasciato passare come forse aveva lasciato passare suo zio?
Intanto nella sfera le immagini di mondi e tempi lontani comparivano, e il viaggio di Luca nello spazio-tempo interdimensionale cominciava….
La prima storia di cui sarebbe venuto a conoscenza, sarebbe stata quella del cosmo di Emethra, e di come la sua storia si sarebbe intrecciata con la storia della Terra…..


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MessaggioInviato: 18/12/2008, 15:53 
Ah ho capito ora cosa intendevi Enkidu.
Bellissimo il racconto, degno di un romanzo. Perchè non ne scrivi uno [:p]?

Sinceramente non mi ritengo all'altezza, e sia per questo sia per mancanza di ispirazione mi limiterò a leggervi [:)].



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LA STORIA SEGRETA: L’INIZIO DEL VIAGGIO
Mentre guardava la sfera trasparente, Luca rimase come ipnotizzato dalla giostra di astri e nebulose che comparivano sempre più dettagliatamente. Era come uno schermo che trasmettesse immagini da una sonda che corresse a una velocità infinita negli abissi interstellari.
Mentre guardava, ebbe un attimo di vertigine, che passò quasi istantaneamente. Dopo, cominciò ad avere una strana sensazione. Era come se non si sentisse più la stessa persona.
Ebbe la consapevolezza di avere attraverso un limite, una barriera, e che ora si trovava dall’altra parte, nell’Altrove.
Il gelo della cripta era scomparso, sostituito da una sensazione di calore, ma non un calore che venisse dall’esterno, bensì dall’interno del suo corpo, che ora percepiva come alleggerito. L’angoscia, la tensione sembravano essersi enormemente attenuate.
Si guardò attorno, la cripta era apparentemente scomparsa, eppure aveva ancora la sensazione del pavimento di pietra sotto i piedi, ma tutto attorno a lui c’era lo spazio aperto, costellato di ammassi e nebulose stellari, in perenne movimento.
Vedeva astri e nebulose come mai non li aveva visti nessun essere umano, o almeno nessun essere umano normale, poiché li vedeva tridimensionalmente, come se fosse su di un’astronave che viaggiando, gli permetteva di vedere gli oggetti stellari da diverse angolazioni, o come se fosse un gigante cosmico che camminasse lungo la Via Lattea.
Improvvisamente, seppe di non essere solo. Sentì prima una presenza silenziosa dietro di sé, come se qualcuno lo stesse osservando, poi gli parve di sentire uno strano passo strascicato, un suono che non poteva corrispondere a un passo umano. Gli parve che fosse lo stesso suono che aveva avvertito dietro la porta del cunicolo quando era bambino, ma forse era solo la suggestione del momento, o forse in realtà lui non si ricordava bene cosa era successo quando era bambino.
Cominciò a chiedersi se non fosse vittima di qualche sostanza allucinogena presente nella cripta. Forse un fungo microscopico che cresceva là sulla volta? Che cosa poteva saperne lui di cosa aveva combinato suo zio, in tutti quegli anni? E quello strano prete che lo aspettava fuori…
Non volle voltarsi, qualcosa lo spingeva a non farlo.
La calma temporanea fu nuovamente sostituita dall’angoscia, che stava diventando terror panico.
«Non voltarti, possiamo parlare anche così!».
La voce che gli arrivò non aveva nulla di umano, profonda, vibrante, metallica e sibilante, ma non sapeva se davvero l’aveva sentita con le orecchie o con la mente.
E quel che era più incredibile, era che aveva parlato in una lingua sconosciuta, eppure Luca l’aveva compresa come se avesse parlato italiano.
«Perché non posso guardarti?».
Luca rispose nella stessa lingua sconosciuta.
«Non è il caso che tu mi veda subito. Forse, più in avanti. Un’altra volta. Ti sarebbe molto difficile sopportare la mia vista».
«Che lingua stiamo parlando? Come è possibile questo? So che non può essere un sogno o un’allucinazione. E’ tutto troppo chiaro e limpido? Cosa mi sta succedendo?»
«La lingua chiamata u-ennur. E’ la tua memoria ereditaria, che io ho risvegliato nella tua mente, che ti permette di parlarla. Col tempo ti ricorderai altre cose, cose sepolte nelle camere del tuo inconscio, memorie ancestrali trasmesse dai tuoi antenati, e che sono il tuo retaggio. Il retaggio a cui apparteneva anche tuo zio e molti altri antenati prima di voi.
Lo u-ennur è la lingua che uso per parlare con quelli della vostra stirpe. Veniva parlata su tutto il vostro pianeta diecimila anni fa, a quel tempo era ciò che oggi sono l’inglese e lo spagnolo. Il popolo di marinai che, provenendo dall’Europa Occidentale aveva conquistato tutti i mari e le coste della Terra, diffondendo la civiltà, aveva imposto questa lingua e noi abbiamo imparato a usarla per comunicare con voi. Poi, nei millenni seguenti, ha continuato per parecchio tempo a venire usata come lingua classica, dei sacerdoti e delle persone colte, come adesso il greco e il latino nella vostra epoca».
«Perché sono qui? Voglio dire, immagino che adesso non siamo veramente qui, nello spazio interstellare, vero?».
«In senso puramente fisico, secondo i concetti così semplicistici della vostra cultura… no. Il tuo corpo fisico è nella cripta, ma la tua mente sta realmente viaggiando molto lontano dalla Terra. Per usare un paragone grossolano, possiamo dire che la tua mente è come un’onda radio che sta viaggiando nello spazio esterno. Esistono molti modi per muoversi nello spazio, questo è uno di quelli».
«Cosa vuoi fare di me?».
«Questo sta a te deciderlo. Tu puoi uscire di qui rinunciando a ciò che tuo zio ha accettato, e allora i tuoi ricordi verranno rimossi, e ogni traccia di ciò che hai vissuto e di ciò che sai verranno cancellate, oppure scegliere la stessa strada di tuo zio, e allora potrai partecipare alla sua stessa conoscenza, e forse acquisirne anche di più, ma non potrai rivelare a nessuno ciò che sai, a meno che non te ne diamo noi il permesso. In cambio, tu potrai continuare ad avere una vita normale, uguale a quella di qualunque altro terrestre».
«Vuoi farmi credere che siete riusciti a tenere segreto tutto questo per secoli, se non per millenni? Volete farmi credere che nessun estraneo è mai entrato qua dentro, che nessuno ha mai tradito il vostro segreto e nessuno ha mai sospettato niente?».
«Oh no, molti hanno sospettato qualcosa nel corso dei secoli, e non pochi sono riusciti a entrare qua dentro… ma non hanno trovato niente. C’è un dispositivo…. automatico potremmo dire, che si attiva non appena entra una persona che non è previsto che debba entrare. Se tu non fossi stato atteso, se tu fossi stato considerato un intruso, tu non avresti visto niente nella cripta… solo pareti nude e magari anche una statua della Madonna con il bambino in braccio, per far credere che si trattasse di una cappella sotterranea. Oppure addirittura la galleria sarebbe scomparsa, sostituita da un muro di roccia impenetrabile. Chi avrebbe potuto sospettare di un’illusione così perfetta?
Tanti hanno sospettato, ma nessuno ha trovato niente. Credi che chi è in grado di controllare la mente, lo spazio e il tempo, abbia difficoltà ha nascondere una cripta sotterranea? E’ così facile ingannare gli ignoranti….».
«Perché fate questo? Cosa volete da noi?».
«Questo potrai scoprirlo solo se intraprenderai la strada di tuo zio. Sappi comunque che le nostre intenzioni non sono ostili. Vi conosciamo da tempo immemorabile, ma come puoi vedere, non abbiamo invaso la Terra o sterminato o nuociuto all’umanità. Avremmo potuto farlo già tanto tempo fa, ma non è nel nostro interesse farlo».
«Dovrei fidarmi di voi ciecamente, allora?».
«No, non devi fidarti: devi scegliere. Devi farlo ora. Se scegli di sapere, saprai. Comincerai subito ad imparare. Se scegli di non sapere, dimenticherai. E non potrai più tornare indietro. La tua vita sarà quella di tutti gli altri Ignari».
Luca cominciò a meditare. Certo, era un rischio buttarsi nell’abisso cosmico, ma almeno così forse avrebbe saputo qualcosa, e se c’era un pericolo per lui e l’umanità, forse avrebbe potuto saperlo e comunicarlo a qualcuno…. Valeva la pena di tentare.
«Va bene. Accetto. Ora posso sapere qualcosa di più?».
Per tutta risposta, la visione attorno a lui cambiò. Fu proiettato a una velocità inimmaginabile attraverso la Via Lattea, mentre gli ammassi stellari si rimpicciolivano, fino ad arrivare all’esterno della galassia. Poi anche la galassia cominciò a rimpicciolirsi, e gli apparve una panoramica dell’universo intero.
Poi poté vedere l’universo dall’esterno, come un ammasso globulare e luminescente di galassie.
Poi vide gli altri universi. I “frutti” sui rami di un Multiverso. Ogni universo nasceva a sua volta da un altro universo, come una gemma su di un ramo.
Interi grappoli di universi piccoli e grandi pendevano da “rami” che provenivano da un unico immenso universo alla base dell’Albero Cosmico.
Perché il Multiverso era quello che le antiche leggende nordiche chiamavano Yggdrasil, l’Albero Cosmico che costituiva i vari mondi che si stendevano nel Ginnungap, il Grande Vuoto.
Gli universi giovani erano più o meno globulari, come il nostro, i più antichi, gli universi-madre tendevano ad avere una forma oblunga, quasi serpentina.
Alla base dell’albero c’era l’universo-seme, quello che aveva dato origine a tutti gli altri. Immenso, come un ovale schiacciato, dal cui centro scaturivano universi-ramo.
Luca seppe quale era il nome dell’universo-seme: Emethra, detto gli Abissi Splendenti.
A sua volta, in un passato immemorabile di decine di miliardi di anni prima, era stato anche lui parte di un grappolo di un altro Multiverso, di un altro Albero Cosmico. Perché ogni Multiverso faceva parte di un altro Multiverso più ampio, detto la Selva, il Bosco Oltre il Mondo.
«Cosa c’è oltre quella che chiamate la Selva? Altri Multiversi?».
«Nessuno lo sa. Nessuno si è spinto ancora così lontano. Almeno, nessuno conosciuto da noi, e Coloro che sono più in alto di noi, se lo sanno, non hanno voluto rivelarcelo. Certamente, oltre la Selva esistono complessi più grandi, di cui fa parte, ma che ci sono completamente sconosciuti, e a loro volta ci sono complessi più grandi ancora, e così all’infinito. L’Essere-Tutto è infinito per definizione, non potendo essere circoscritto né limitato da nulla, poiché non può, per definizione, esistere niente di diverso dall’Essere-Tutto. Un concetto che la vostra cultura sta solo cominciando a capire.
Noi non riusciamo neanche a capire esattamente cosa è la Selva, poiché il Macrocosmo non è uguale ai Cosmi conosciuti. La Selva è solo un simbolo, un’immagine metaforica per far capire alle menti umane una realtà che la trascende infinitamente e che non siete ancora pronti a comprendere nella sua pienezza. Per certi aspetti, probabilmente non lo siamo neanche noi».
Improvvisamente, le immagini cambiarono, Emethra si avvicinò a velocità rapidissima, e Luca poté notare che il Cosmo Originario, il Seme degli Universi aveva una struttura solo apparentemente ovale, ma invece simile a un gigantesco cristallo, irto di punte simili a quelle dei fiocchi di neve.
La visuale si avvicinò sempre di più, fino a quando Luca non ebbe la sensazione di trovarsi all’interno di Emethra, gli Abissi Splendenti.
«Ogni Cosmo ha le sue specifiche leggi fisiche, che non sono quelle degli altri. Ogni Cosmo ha una sua struttura, ogni Universo segue le sue leggi, eppure essi fanno tutti parte di un unico organismo, l’Albero Cosmico» gli spiegava la voce aliena dietro di lui.
Infatti, il Cosmo che apparve agli occhi attoniti di Luca aveva una struttura molto diversa da quella del cosmo galattico a cui apparteneva. Niente galassie, niente pianeti o stelle comunemente intesi.
Solo immense correnti di plasma, simili a fiumi stellari, che lo percorrevano tutto, in una sorta di immenso sistema circolatorio.
I fiumi di plasma si separavano, di contorcevano, fluivano seguendo incomprensibili geometrie curve, e nella loro corrente trascinavano strani corpi celesti ovali, resi tali forse proprio dalle correnti, che li seguivano presso le superfici dei fiumi.
Là, dentro vaste correnti di gas freddo che avvolgevano le correnti calde di plasma, si erano sviluppate, in un passato remoto di decine di miliardi di anni, le forme di vita di Emethra.
Dentro mari di fango rossastro, illuminati da volte ardenti vermiglie e purpuree, erano nati, su alcuni di quei mondi ovali, masse protoplasmiche e mucillaginose, proteiformi e immortali.
La vita si era sviluppata seguendo un processo evolutivo completamente diverso da quello della Terra e dei mondi del suo universo.
In Emethra la vita non era costituita da individui che nascevano e morivano, evolvendosi in milioni di anni, ma da individui immortali, che si riproducevano solo se fatti a pezzi, dando origine ad altri individui identici altrettanto immortali, e dove l’evoluzione avveniva perciò sempre negli stessi individui, che attraverso i milioni di anni, da masse informi, si erano evoluti in animali e piante, fino a che alcuni di loro erano diventati creature intelligenti.
Emethra era il Cosmo degli Immortali.

2- continua.


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