CAPITOLO 3 GLI UFO NELLA REALTA’
Naturalmente la rapida panoramica sulla Meccanica Quantistica e sulla Relatività, mi induce ad invitare tutti coloro che vogliono conoscere maggiormente tali scoperte di leggere i trattati specialistici in materia, anche perché in senso più approfondito è possibile maggiormente conoscerne le tante implicazioni. Per lo scopo di questo breve trattato, ho voluto concentrare maggiormente l’attenzione dei lettori sugli aspetti focali dell’argomento, i quali ci saranno di grande aiuto per comprendere il fenomeno degli Ufo. Ora cercheremo di riflettere su un argomento di primaria importanza, che ci inviterà a comprendere il motivo per il quale dovremmo abbandonare il concetto di viaggio lineare ed adottare invece quello di “viaggio nello spazio tempo”. Il concetto di viaggio lineare è quello con cui abbiamo a che fare tutti i giorni, quando semplicemente ci spostiamo a piedi, oppure in auto, in aereo, in treno, su una nave e con qualunque mezzo di trasporto possibile, persino per il Saturn con sopra alloggiato il LEM per compiere il famoso viaggio sulla Luna, anche quello era un viaggio lineare. Il viaggio lineare è quella traslazione di un qualsiasi corpo in uno spazio in cui la velocità è data dal rapporto tra spazio e tempo dove V=s/t, si può applicare la formula inversa anche per conoscere il tempo “t” o lo spazio “s” in uno spostamento lineare. Nel viaggio lineare non abbiamo modo di aggirare questa costante, dove velocità, spazio e tempo sono intimamente interconnessi. Qualsiasi tecnologia applicata per il trasporto e sviluppata a questa finalità ha come fondamento il viaggio lineare e per esso è progettata, il senso più rudimentale e semplice con cui si fonda ogni veicolo di costruzione umana, è appunto sorretto dal principio che il veicolo è il contenitore del “passeggero” il quale è trasportato velocemente da un punto all’altro dello spazio in un certo lasso di tempo dipendente sia dallo spazio che dalla velocità. Il problema fondamentale è enorme se consideriamo questo concetto di viaggio lineare per spostarci non qui sulla Terra che implica viaggi relativamente brevi, ma nell’universo. Le sonde impiegano anni per raggiungere i pianeti più lontani, pur viaggiando a velocità molto più elevate di qualsiasi veicolo da trasporto terrestre. Da ciò ne consegue che lo stesso fenomeno Ufo ci pone di fronte ad un ragionamento 24 fondamentale: queste intelligenze provengono da spazi reconditi e molto lontani da noi, il problema è quanto distanti? Ebbene il nostro Sistema Solare non sembra contenere alcuna civiltà relativamente vicina a noi, Proxima Centauri è la stella più vicina al Sole e dista dalla Terra ben quattro anni luce, pochissimi per una scala universale che implica distanze di migliaia di anni luce, ma un abisso enorme per un viaggio lineare. In un viaggio in cui la velocità è data dal rapporto tra spazio e tempo, occorrono migliaia di anni, possiamo quindi ipotizzare che lo spostamento degli oggetti volanti non identificati sia prossimo a quello della luce, ma anche in questo caso tolta Proxima Centauri anche ad una velocità così elevata come quella della luce, la nostra stessa galassia è un sistema enorme dove le stelle distano da pochi anni luce a circa 300.000 anni luce. Questo implica comunque che uno spostamento con un oggetto in grado di raggiungere velocità prossime a quelle della luce è comunque un impegno colossale per una civiltà extraterrestre, in pratica il loro viaggio potrebbe durare da pochi anni a parecchie migliaia di anni. Potremmo ipotizzare persino questa impresa titanica, di viaggiare a velocità della luce nell’universo, ma ci sono due aspetti che dovrebbero essere valutati: il primo risiede nel fatto che tale intelligenza non umana ci ha trovato, sa quindi dove siamo collocati con la nostra piccola Terra nella Galassia, inoltre un essere vivente in grado di compiere un viaggio di parecchi anni a velocità della luce non è una forma analoga alla vita sul nostro pianeta. Entrambi questi aspetti sono fondamentali per capire due cose essenziali: è legittimo pensare agli ufo, come ad una civiltà più evoluta della nostra che abita un altro pianeta vicino ad un'altra stella della nostra galassia? Questa domanda pone in esame una delle convinzioni più radicate e ordinarie. Istintivamente, pensando ad un intelligenza extraterrestre, viene subito in mente una civiltà ordinaria come la nostra sebbene tecnologicamente più evoluta che di fatto vive su un altro pianeta, seppur molto lontano da noi. Per molti versi, sebbene questa interpretazione può apparire quasi ovvia, non è pianamente logica, il fatto stesso che tali intelligenze hanno trovato la Terra e seguano le vicende che accadono qui, implica essenzialmente aver trovato un microscopico granello di sabbia attorno ad una stella “anonima” come il Sole dispersa in 400 miliardi di altri soli nella gigantesca spirale galattica. E’ un gioco di probabilità davvero sconcertante, anche viaggiando a velocità della luce, è una partita con la probabilità davvero straordinaria. Dovremmo porci noi nella stessa prospettiva, disponiamo di un mezzo velocissimo, in grado di raggiungere la velocità della luce, non sappiamo affatto dove c’è vita, dobbiamo metterci in viaggio da una stella all’altra, sebbene alcune sono vicine, le più lontane distano 300.000 anni luce, 25 un viaggio di ben 300.000 anni, non solo, dovremmo vagliare circa 400 miliardi di possibilità, non è certo uno scherzo, inoltre per compiere questa impresa titanica dovremmo essere dei viventi quasi immortali. Sotto queste prospettive, sebbene non escludibili a priori, dovremmo abbandonare alcuni concetti essenziali: il viaggio lineare, il termine “tecnologia” e quello di civiltà così come lo intendiamo comunemente. E’ altamente probabile se non quasi evidente che gli ufo sono oggetti in grado di viaggiare non linearmente ma nello spazio tempo. Se questo aspetto è realistico allora l’intera interpretazione del fenomeno subisce una profonda modificazione da quella attuale. Viaggiare nello spazio tempo, implica l’abbattimento sostanziale del viaggio lineare, ossia è una traslazione nello spazio a velocità istantanea a tempo zero. E’ la rottura fondamentale di ciò che consideriamo realistico sotto molti punti di vista, ma tuttavia tornando ai concetti fondamentali di com’è fatta la realtà, scopriamo che non è in linea di principio impossibile, anche se sull’interpretazione del fenomeno ufo ci sono serie e radicali ripercussioni. Gli ufo nello spazio tempo. Abbandonando il concetto di “viaggio” lineare, sia per i dati che emergono dagli avvistamenti, sia le evoluzioni che tali oggetti compiono con estrema facilità, fino alla loro scomparsa istantanea in un punto per ricomparire in un altro, è legittimo includere la valutazione che gli ufo possono di fatto viaggiare nello spazio e nel tempo. Assodato il fatto che siano sotto il controllo di intelligenze, implica che la forma di vita che esprime tale fenomenologia sia profondamente diversa da quella umana, parlare di vita biologica in senso stretto può portarci fuori strada. Viaggiare nel tempo, o il “teletrasporto”, sono le tante implicazioni fantascientifiche che per anni sono state ampiamente discusse anche in senso scientifico, oltre che aver solleticato la fantasia di scrittori e registi. Nel capitolo precedente sono stati esaminati degli aspetti della Meccanica Quantistica, proprio per comprendere essenzialmente che a livello di quanti di materia, quindi delle unità fondamentali che compongono noi stessi e tutto ciò che vediamo in cielo e in terra, di fatto in una infinità di esperimenti compiono esattamente ciò che gli oggetti volanti compiono nelle loro evoluzioni. I quanti viaggiano nello spazio tempo e il teletrasporto almeno a livello quantistico della materia è una realtà. 26 In questo senso ho più volte definito che gli oggetti volanti non identificati si comportano effettivamente come dei “macro oggetti quantistici”. Tutto ciò che dapprima ci sembrava impossibile, la Meccanica Quantistica ha dimostrato possibile, il mondo atomico della materia, è una realtà mutevole, dove persino i concetti di tempo e spazio non corrispondono a quelli che invece osserviamo su larga scala. Se idealmente tutti gli effetti della Meccanica Quantistica fossero possibili su scala più grande, quella quotidiana in cui viviamo, ci troveremo a vivere l’esperienza di Alice nel Paese delle Meraviglie, ciò che un ufo compie in volo e persino la sua traslazione nello spazio tempo sarebbero un gioco da ragazzi. Nel mondo nucleare si osservano fenomeni che vanno al di là di ciò che potremmo aspettarci, particelle di materia comunicano istantaneamente sebbene disposte a distanze nucleari abissali, esse sono in grado di scomparire in un punto dello spazio e ricomparire esattamente in un altro a tempi istantanei, molti processi chimici e molecolari sono spiegabili proprio per ciò che è denominato come “effetto tunnel”. In breve, la Meccanica Quantistica ha dimostrato che la realtà ha una struttura profondamente diversa da tutto ciò che appare su scala quotidiana. Molti effetti quantistici ancor oggi non sono stati ben compresi, ma in senso ampio nella terminologia scientifica sono entrati nuovi elementi come: realtà parallele, tunnel spazio temporali, universi paralleli sono subentrati almeno nella logica teorica in una possibile ma remota fisica teorica. La questione di fondo di grande interesse, risiede nel fatto che tali oggetti volanti compiono delle traslazioni nello spazio tempo, è questo a mutare radicalmente l’interpretazione, poiché rimane coinvolto un ulteriore concetto: quello relativo all’esistenza di ulteriori dimensioni, il quale ha fatto capolino anche nella fisica sebbene tutto ad oggi ha una valenza puramente teorica. Quando si parla di dimensione, occorre appurarne il significato in senso stretto, una dimensione diversa riferita alla realtà, non riguarda il concetto di grandezza, in senso di dimensioni di un corpo, quanto piuttosto ad un esistenza diversa della realtà. Dalla natura atomica della materia, alla sterminata grandezza dell’universo possono essere compresi molti aspetti che ci invitano a riflettere su un concetto essenziale: la dimensione dell’esistenza. La realtà in cui viviamo è tridimensionale, ogni corpo possiede un altezza, una profondità ed una larghezza, tutte le forme che osserviamo in natura ordinariamente per quanto varie, sono implicitamente tridimensionali. Questa idea di tre dimensioni ci porta al nocciolo della valutazione di una dimensione legata alla geometria. 27 Noi demarchiamo il possibile dall’impossibile, proprio in funzione intuitiva e conoscitiva di ciò che avviene tridimensionalmente. Le tre dimensioni impongono dei vincoli essenziali tra cui appunto il viaggio lineare. In questo senso a livello della Relatività di Einstein le tre dimensioni sono state estese a quattro con il tempo che viene considerato come un'unica entità con lo spazio, giungendo dunque al concetto di spazio tempo. La domanda che si pone è la seguente: esiste la realtà tridimensionale o piuttosto questa in cui viviamo è una di altre realtà possibili? La stessa fisica, negli ultimi decenni, ha postulato come ciò che chiamiamo realtà, si estende fino ad un numero di dimensioni maggiori di quattro. Un semplice esempio è costituito dall’ultima frontiera della fisica teorica, per quanto concerne la Teoria delle Stringhe o delle Superstringhe, detta anche M Teoria. Un grande problema fondamentale della fisica del 900’, che apre la sfida a questo Terzo Millennio, è quello di postulare una Teoria del Tutto, che va dal più piccolo quanto di energia sino ai confini dell’Universo, una grande teoria unificata in grado di spiegare la realtà nel suo insieme. E’ una sfida grande e tremendamente difficile, giacché la Meccanica Quantistica e la Relatività non coincidono su un aspetto fondamentale: la gravità. A questo scopo in un’ipotesi dei primi anni 70’ ripresa poi negli anni 80’ del secolo implica che i quark e gli elettroni, come ogni altra particella e quindi tutta la materia dell’Universo, fossero costituiti da filamenti di energia in vibrazione: le stringhe appunto. Tutto ciò che esiste, quindi le stesse particelle sarebbero costituite da stringhe vibranti a diverse frequenze, se una stringa vibra ad una determinata frequenza, allora da luogo ad una particella specifica e così via. Nonostante la teoria sulla carta risulta coerente a livello sperimentale le difficoltà sono enormi. Per rigor di scienza una stringa esiste solo qualora venga rilevata direttamente o indirettamente, il problema è che occorrerebbero degli acceleratori di particelle in grado di sprigionare un energia enorme, impossibile da ottenere per mezzo dell’attuale tecnologia. A livello sperimentale ci si è concentrati in questi ultimi 20 anni alla ricerca di due particelle che avrebbero aperto un nuovo quadro dell’universo: il bosone di Higgs e il gravitone. Essi non sono mai stati rilevati e negli ultimi anni ci sono stati sconvolgimenti in ambito della fisica teorica che hanno profondamente messo in dubbio la possibilità dell’esistenza effettiva di tali particelle. Il gravitone è una particella teorizzata che sarebbe la mediatrice della forza di gravità, essa completerebbe il quadro unificante della fisica, pur tuttavia si dice sia talmente debole da essere impossibile rilevarla. Il bosone di Higgs, soprannominato anche “Particella di Dio” sarebbe la particella mediatrice del Campo di Higgs, l’importanza di questa particella è fondamentale, i fisici teorici hanno postulato l’esistenza di un 28 campo di forza persistente in tutto l’universo, il quale sarebbe il campo da cui la materia stessa si genera. Secondo i principi della Meccanica Quantistica, per il ben noto dualismo onda particella, solo la rilevazione del Bosone di Higgs sarebbe la risposta definitiva dell’esistenza dell’omonimo campo e porterebbe alla fisica l’anello finale di una lunga catena per avere una visione generale della realtà. In questo senso stiamo parlando di ricerche di frontiera, quelle di ultima generazione. La Meccanica Quantistica ha portato delle risposte essenziali per stravolgere il quadro della realtà. La materia non è come pensavamo, la realtà stessa non è come immaginiamo. Partendo dalla struttura atomica, noi possiamo comprendere il concetto di dimensione in senso di realtà. La nostra realtà è determinata essenzialmente dagli atomi e dal loro rapporto per formare strutture e dinamiche di ciò che osserviamo attorno a noi. In pratica tutto è così perché gli atomi sono in un determinato modo e le particelle si comportano così come rilevato da enormi apparati di ricerca sperimentale. Su questo non c’è ombra di dubbio, ma proprio in questo possiamo rintracciare numerosi significati. La dinamica dei fenomeni è comprensibile in virtù del rapporto chimico e fisico degli elementi esistenti, quindi dall’interazione di atomi e quindi particelle. La realtà che conosciamo può essere contraddistinta da due fattori: il movimento e la persistenza nel tempo (quest’ultima frase è presa in prestito dal fisico italiano Massimo Corbucci). Appare chiaro sia per la teoria della Relatività, ed anche per la Meccanica Quantistica, che nell’universo tutto ciò che chiamiamo esistenza, quindi la dimensione stessa in cui viviamo, è determinata da due costanti fondamentali: il moto e il persistere nel tempo, ciò significa che dalla più piccola particella sino ai confini conosciuti dell’universo, nulla è statico. Ai profani questo concetto potrebbe sembrare qualcosa di poco conto, ma è straordinario nel contenuto sia scientifico che filosofico. Tutto è in moto relativo, dall’origine ad oggi, se idealmente fermassimo tutti gli atomi dell’universo, la realtà in cui viviamo scomparirebbe all’istante, compresi noi stessi. E’ sorprendente notare come il movimento che garantisce la struttura atomica (le particelle si debbono muovere) nondimeno la struttura del Sole, dei pianeti, delle stelle e delle intere galassie, nell’universo sia una costante sempre in atto, nondimeno è sorprendente che per esistere ed essere da noi considerato come reale, un qualcosa deve persistere nel tempo. Sebbene questi concetti meritano un ampia discussione specialistica che affronterò in separata sede, occorre comprendere che la realtà in cui viviamo è una dimensione 29 contrassegnata da queste caratteristiche essenziali e fondamentali. Tutto è così come lo percepiamo perché gli atomi possiedono una dinamica, perché la stessa energia manifesta nell’universo appare differenziarsi e interagire nuovamente, formando schemi, strutture e fenomeni. In breve la dimensione materiale che percepiamo corrisponde ad un livello di energia. Per ritornare alla comprensione del fenomeno Ufo, occorre quindi interrogarsi: esiste solo il nostro livello di energia? O vi sono altre dimensioni? Teoricamente anche a livello di fisica possono esistere altre dimensioni, ma non è questo il punto in cui dibattere, quanto piuttosto l’esistenza di una dimensione fondamentale da cui dipende l’esistenza stessa della realtà che noi siamo e in cui viviamo. Un'altra frontiera della fisica, dell’astrofisica, della cosmologia moderna, è la comprensione di un evento fondamentale scatenante l’origine dell’universo attuale: il Big Bang. Oggi le galassie si allontanano l’una dalle altre, in un espansione a velocità prossima a quella della luce, esse si allontanano più velocemente quanto più sono lontane da quella in cui ci troviamo, questo fenomeno scoperto negli anni 20’ dall’astronomo E.Hubble, generò serie ripercussioni in cosmologia. Se tutto si sta allontanando allora era legittimo pensare che in un tempo primordiale tutta la materia fosse concentrata in un unico punto: la singolarità, dalla quale una gigantesca quanto impensabile esplosione primigenia: il Big Bang, fece scaturire tutto ciò che oggi osserviamo attorno a noi. Riportando il “film” dell’universo indietro nel tempo, la fisica arriva fino ad un certo punto, poi oltre quel momento passato c’è il buio totale per la comprensione della realtà, ciò è dovuto alla condizione che la singolarità è un punto adimensionale nel quale tutta la materia e le forze fondamentali della natura erano una sola cosa, o meglio una sola energia primigenia. Semplicemente questo fatto impone due condizioni importanti: la prima è che la realtà in cui viviamo ha avuto origine e che tale evento ha dato luogo al movimento e alla persistenza nel tempo, il secondo è che vi è un tempo primordiale quando la stessa realtà era di una natura completamente diversa da ciò che osserviamo oggi, l’unificazione delle forze fondamentali e della stessa materia è uno stato di energia unificato che implica una condizione del concetto di dimensione e dell’esistenza radicalmente diverso da quello in cui viviamo ora. C’è quindi una domanda essenziale: da cosa è scaturita quell’ energia? Da cosa è dovuta la differenziazione di se stessa, evento che ha portato all’origine di tempo, 30 spazio e materia? Com’è possibile che la struttura atomica sfidi qualsiasi macro legge fisica rimanendo in perfetta stabilità in tempi così lunghi? Da dove traggono energia le particelle atomiche del nucleo e gli elettroni per mantenere la loro perfetta stabilità? Cos’è quell’80% di energia oscura che non sembra esistere ma che in realtà dovrebbe esserci? Già! perché tutto ciò che definiamo esistente, materia e quindi anche radiazioni e forze fondamentali, compongono solo l’esiguo 20% di tutto l’universo, questi argomenti ci portano al cuore dell’esistenza di una dimensione fondamentale completamente diversa da cui è scaturito lo stesso universo in cui viviamo. Valutare l’esistenza di una dimensione infinita all’origine della realtà tridimensionale da noi conosciuta, è di valenza fondamentale per comprendere il fenomeno degli ufo. Il Big Bang e la stessa logica legata all’origine di un energia primigenia che poi si è differenziata generando tempo spazio e materia, ha implicazioni enormi, ma spiega anche uno dei motivi fondamentali della struttura della realtà. Oltre al movimento e al persistere nel tempo, la nostra realtà è così come la percepiamo, ed è descritta parzialmente per mezzo dei principi fisici a noi noti per un motivo essenziale: l’universo sebbene conservi una natura olistica, le energie e conseguentemente la materia stessa hanno una natura “quantizzata”. Il concetto di “pacchetti minimi di energia” che costituiscono i quanti e conseguentemente le particelle e le forze interagenti, è un concetto enorme poiché è la chiave secondo cui il tempo e lo spazio sono così come li percepiamo e la stessa materia ha una propria struttura atomica. Di fatto in natura non si osserva né si rileva mai un energia continua, ma la realtà tridimensionale è appunto il risultato di una quantizzazione dell’energia in pacchetti minimi, questo è di grande importanza. Se energia infinita e continua esistesse attorno a noi fisicamente, essa non potrebbe mai essere rilevata con la fisica che conosciamo, ciò è dovuto ad una condizione necessaria per la fisica, misurare un energia o un campo di energia implica di fatto misurare una differenza di potenziale tra un punto e l’altro dello spazio. Un energia continua senza alcuna differenza di potenziale, sarebbe invisibile e mai rilevabile, sebbene esistente. La materia stessa è una differenza di potenziale energetico tra un punto e l’altro dello spazio, le particelle sono una concentrazione quantizzata di energia anche se al tempo stesso, per principio quantistico, sono un campo indeterminato di energia ma che su larga scala rappresentano una differenza di potenziale tra un punto e l’altro dello spazio. Persino i corpi celesti nell’universo indicano una differenza di potenziale, ed è da tale differenza che dipende la natura stessa dello spazio. 31 Parlare di un'altra dimensione implica quindi un concetto di energia senza spazio e senza tempo, di un energia continua e non quantizzata, ma dalla cui quantizzazione dipende la natura stessa della materia che osserviamo. In questo senso la Dimensione di Origine e la Dimensione Tridimensionale in cui viviamo sarebbero due facce diverse di una medesima essenza. “Viaggiare” nello spazio tempo, colloca quindi il fenomeno ufo, non nella natura tridimensionale in cui viviamo, ma piuttosto nella Dimensione da cui si è originato l’universo. Il “viaggio” compiuto da tali oggetti non è quindi lineare bensì dimensionale, fatto che consente a tali oggetti uno spostamento nello spazio e nel tempo pressoché istantaneo. Guardare al fenomeno ufo significa essenzialmente osservare un’energia che non è propria di questo mondo ma che appartiene alla Dimensione stessa da cui tutto ha avuto origine. Gli altri motivi di questa definizione verranno subito esaminati. L’idea di cunicoli spazio temporali, o “tunnel”, è molto eloquente ma toglie il significato a ciò che si intende esplicare con il senso di una dimensione diversa dell’esistenza. Viaggiare nello spazio tempo, per mezzo di tunnel spazio temporali, dà un po’ l’idea grezza dell’esistenza di qualche luogo nel quale entrando o generandolo per mezzo di un buco gravitazionale sia possibile entrare ed uscire istantaneamente in un altro punto dell’universo. Più volte sotto una veste pseudoscientifica, teorica ed anche fantascientifica sono state discusse queste possibilità. Ossia l’esistenza di porte in questa dimensione in cui la materia e la gravità si trovano in uno stato talmente eccezionale da costituire dei veri e propri “ponti”, o meglio “tunnel” gravitazionali in grado di far comunicare realtà di natura diversa. Questa idea sebbene ci suggerisce in maniera molto eloquente l’immagine di un tunnel che “sbocca” in un'altra dimensione o ci fa attraversare da un punto all’altro del nostro spazio tempo, sia molto più suggestiva e per certi versi realistica per la nostra immaginazione, non offre chiaramente l’idea e l’importanza dell’esistenza di un'altra dimensione senza spazio e senza tempo che effettivamente sia correlata a quella materiale in cui viviamo. Il problema è il nostro punto di osservazione del fenomeno e della realtà stessa. Noi guardiamo e postuliamo idee sulla realtà dal punto di vista tridimensionale, ossia dalla finestra della nostra realtà dimensionale che si affaccia su un'altra dimensione. La questione è che dovremmo in linea di principio abbandonare il nostro scenario abituale, per concederci ad un osservazione molto più intensa e fondamentale. 32 Se una particella scompare in un punto dello spazio e la vediamo ricomparire istantaneamente in un altro, noi abbiamo di fronte un immagine di ciò che avviene dal nostro punto di vista della realtà, quella dettata dallo spazio tempo. Se invece immaginiamo una gigantesca energia continua che non è né spazio e né tempo, dove ogni punto di energia è il medesimo di ogni altra e dove le particelle non sono altro che quanti che fuoriescono come isolotti da un oceano continuo scopriamo che c’è un continuum di energia di cui noi vediamo e ne rileviamo solo la vetta. Possiamo comprendere questo concetto con un gruppo di isole che emergono da un oceano, esse alla nostra visione ci appaiono galleggiare e in realtà poste a diversa distanza le une dalle altre, quindi ci appaiono inesorabilmente divise dalle acque, ma non è così, togliamo l’acqua e scopriamo che esse sono le cime di una stessa identica e gigantesca catena montuosa, c’è il fondale che in realtà ci da la visione completa dell’insieme proprio come le cose ci appaiono in superficie. In realtà le isole erano solo i vertici di un continuum di crosta terrestre. Una nuova visione dei quanti della materia può essere considerata un analogo, le particelle sono i vertici quantizzati di un fondo di energia che rappresenta la totalità e l’unicità, formando dei globi di energia, gli atomi. Essi ci appaiono sempre più separati quanti più si uniscono a formare delle masse gigantesche che appaiono separate da distanze abissali in tutto l’universo. Questo è il profondo senso olistico, ed in fondo è una descrizione più accurata, sebbene metafisica, di cosa può essere veramente la realtà che definiamo come tale. Tutta la materia è interconnessa da un medesimo fondo di energia, da una stessa dimensione di origine di cui vediamo solo le punte dell’iceberg emergenti in superficie, le particelle, quindi gli atomi, le molecole, le grandi masse, compresi noi stessi. In questo senso si può comprendere bene come il concetto di dimensione sia strettamente legato al livello di energia, fino a quella totalitaria senza spazio e senza tempo che segna l’unità del tutto. Viaggiare nello spazio tempo, non implica quindi possedere una tecnologia analoga a quella umana, sebbene più evoluta in grado di poter aprire cunicoli spazio temporali da un punto all’altro della realtà, ma piuttosto è essere l’energia stessa dell’origine ed essere quindi parte di quel tutto primordiale da cui l’universo materiale si è originato. E’ in questo senso che va mutata la nostra posizione di osservazione, sapere che mentre ci troviamo su una barca in mezzo ad un lago ci troviamo nel mezzo di un grande buco ricoperto d’acqua, dove in realtà una costa è unita e forma un tutt’uno con la sponda opposta, è una situazione ben diversa che considerare le coste separate l’una dall’altra. Da un senso di unità che in fondo è la via che ha aperto la Meccanica Quantistica, la stessa Relatività e contiguamente gran parte dei fenomeni misteriosi che non riusciamo ad oggi ancora a spiegare. 33 Cosa sono gli ufo? In questo senso la valutazione arriva ad aggiungere molti significati al fenomeno ufo, considerando che per spostarci da un punto all’altro dello spazio in tempo zero, per apparire letteralmente e poi tornare a scomparire senza lasciare alcuna traccia, (così come accade in migliaia di avvistamenti) ci costringe ad abbandonare il concetto lineare per includere quello di spostamento dimensionale. Gli ufo quindi sono entità di energia della stessa natura dell’energia continua della Dimensione di Origine, dalla quale, parte di essa si manifesta secondo la struttura materiale che riusciamo a percepire. Quello che forse interessa in modo prevaricante, è il fatto che stiamo parlando di intelligenze, quindi di una forma vivente che non solo non è di questo mondo, ma non è propriamente di questa realtà, appartenendo ad una dimensione diversa. Questo dato è importante ed in fondo è molto più logico di quanto siamo portati a pensare. E’ vero che per molti versi la versione proposta fino a questo punto, sembra contrastare con molti valori culturali fondati in noi stessi, eppure comprendere gli ufo implica essenzialmente rivalutare profondamente in che termini consideriamo la vita e la qualità di essere dei viventi. Facendo un passo indietro, la realtà è esplicabile e comprensibile non solo considerandola in termini tridimensionali, bensì chiarendo la concezione che tutto quanto definiamo reale compresi noi stessi, è un livello di energia, uno stato ben preciso ma non l’unico possibile! La stessa “storia” dell’Universo dai suoi albori ci indica che il “principio primo” della realtà in cui viviamo è essenzialmente uno stato di energia completamente diverso da quello attuale, l’origine della realtà in cui viviamo è scaturita da una condizione totalmente diversa, più precisamente da un’esistenza diversa. Ora, la logica in un certo senso ci inviterebbe a riflettere che l’esistenza da cui tutto ha avuto luogo e origine, non esiste più ora e in questo momento, ma dire ora, in questo luogo, in tale preciso istante, è un concetto relativo legato alla nostra parte speculare, o meglio al nostro stato relativo di energia. Come si è discusso l’energia che costituisce l’universo, anche se ci appare differenziata in forze, materia, onde o particelle, è una configurazione diversa della medesima entità energetica di fondo di cui noi percepiamo “la vetta” di un'unica energia fondamentale. Questo aspetto può distorcere notevolmente i significati a cui siamo abituati, ma è una considerazione più che legittima ora, il punto è stabilire il ragionamento secondo il quale: l’essere dei viventi e parlare di vita, intelligenza, mente, pensiero, l’essere vita in quanto tale, sono tutte qualità che appartengono allo stato di energia in cui ci troviamo oppure hanno un’estensione che va oltre e che 34 proviene da una dimensione diversa? La confusione e spesso l’ostinatezza filosofica e scientifica con cui spesso si valuta la nostra condizione come l’unica esistenza possibile di vita, almeno fino a prova contraria è carente, e deriva da un fondamento idealistico che non sempre è pienamente giustificato. Cercherò di spiegare meglio con quanto segue. Per una valutazione sotto una piena razionalità umana, l’essere vivo, in alcuni casi intelligente, cosciente, appartiene specificamente alle condizioni rilevabili qui sulla terra, ciò perché il razionalismo derivante dal lungo percorso scientifico ha apportato una netta demarcazione tra ciò che è vivo con tutto quanto non lo è. L’idea moderna prevaricante è quella di definire l’universo inanimato e non vivo, quale contenitore “morto” di una nicchia microscopica come la terra che invece ospita la vita. Questa considerazione da decenni ha coinvolto molti altri argomenti a carattere non solo scientifico ma anche etici e filosofici estremamente importanti per costituire la nostra idea generale di “vita”. La qualità di essere vivi, menti pensanti e quant’altro costituisca l’essere, secondo un preciso punto di vista razionalistico determinato da una radice essenzialmente scientifica, dovrebbero appartenere unicamente allo status di un organismo biologico così come lo conosciamo. Nonostante questa convinzione sia radicata e molto forte in senso generale, siamo portati a pensare che anche degli esseri viventi di altri mondi, o meglio di altre dimensioni, siano in perfetta analogia con gli standard di vita che rileviamo sul nostro pianeta. Affrontare questo argomento, induce indubbiamente nel territorio impantanato delle teorie sulla vita, considerando che ancora oggi (nonostante biologia e scienza in senso lato hanno compiuto salti in avanti notevoli), non vi è stata alcuna spiegazione sufficientemente valida e priva di contraddizioni riguardo l’origine della vita sul nostro pianeta e l’evoluzione successiva in grado di portare alla formazione di specie attuali. Ci sono argomenti numerosi e ampi, ma nessuno di essi ci offre delle considerazioni esaurienti in merito. La vita è un mistero, ieri come oggi, questo è un dato altrettanto indubbio. Per collegare il fenomeno ufo in un suo contesto, considerando le premesse stabilite in tutta la valutazione sulla realtà, l’energia, l’origine e la vita, bisogna quindi entrare in una nuova ottica che apre una finestra si un modo totalmente nuovo di vedere la vita. Un principio di partenza importante è la semplice valutazione che la vita è un fenomeno sostanziale dell’universo in cui viviamo. Quest’affermazione può sembrare ovvia, ma diventa consistente su come si vuole considerare la vita in termini di contesto universale. Per anni, ed ancora oggi uno dei centri della discordia tra 35 spiritualisti e materialisti, è stato appunto definire la vita una predestinazione universale o piuttosto un fenomeno casuale che poteva esistere o meno e che deve alla pura casualità o ad uno “scherzo chimico” la sua esistenza. La valutazione che intendo sottoporre in esame prescinde da queste valutazioni, giacché qualunque cosa esiste nell’universo è perché lo stessa realtà in cui viviamo è fatta in un determinato modo che per noi può essere più o meno conosciuto. Le stelle esistono, come le galassie e tutti gli stati materiali che ci sono noti, ogni cosa esiste perché l’universo ha le sue dinamiche perché gli atomi e le energie in gioco consentono questo fattore di esistenza, la vita egualmente per quanto può apparire diversa sia nella propria struttura e funzionalità organica, sia per il proprio contenuto di mente, intelligenza e tutte quegli aspetti che la diversificano maggiormente dal resto delle cose che possiamo osservare in cielo e in terra, implica comunque che tale fenomeno è parte di un contenuto essenziale dell’universo. Qualcuno può chiedersi: allora perché questi dubbi e questi contrasti idealistici in merito all’esistenza della vita? La risposta è che semplicemente ad oggi nessuno ha saputo spiegare in misura scientifica e rigorosa il fenomeno della vita, la sua nascita ed evoluzione, ed anche perché fino ad oggi non vi è stata alcuna prova scientifica determinante tale da rilevare risposte in merito ad altri mondi come la terra abitati da esseri viventi. Queste considerazioni dovrebbero essere considerate nella giusta misura. Che possa formarsi un organismo biologico vivente, ed anche pensante e cosciente almeno come appare ovunque intorno a noi, è indubbiamente una potenzialità in atto nell’universo, a prescindere da ogni collisione culturale noi siamo qui. In correlazione a questo argomento rapportandoci al fenomeno degli Ufo, la prima associazione ideale è quella di pensare ad esseri biologici in modo analogo a come siamo portati ad associare alla vita in questo mondo. E’questa considerazione che sebbene non escludibile, va indubbiamente ampliata. Pensare a delle forme viventi organiche analoghe seppur diverse da quella umana, quindi ad abitanti di altri mondi o civiltà evolute e tecnologicamente avanzate, seguendo ad una stretta analogia in senso futuristico di quanto conosciamo nel nostro mondo umano, può portare indubbiamente ad un ipotesi ma allo stesso tempo anche fuori strada. E’ uno degli errori più rilevanti procedere esclusivamente per analogia con il modus operandi della nostra civiltà. Cos’è che può cambiare profondamente questa considerazione? Il punto centrale della nuova valutazione del fenomeno ufologico, il viaggio oltre la dimensione e l’abbattimento della barriera spazio temporale, è in questi nodi essenziali che è necessario discostarsi dalla visione più semplicista e rudimentale della fenomenologia. 36 L’intelligenza e la qualità di essere dei viventi che si cela dietro il fenomeno degli oggetti volanti non identificati, implica una vita con un altro stato di esistenza, di un'altra dimensione, oltre lo spazio e oltre il tempo. E’ su questi presupposti, sebbene può sembrare un approccio troppo prematuro per i nostri tempi e conoscenze attuali, che il fenomeno ufo ci apre una nuova finestra sull’universo, sulla vita e sulla realtà. Spostarsi nello spazio e nel tempo, implica delle qualità di esseri viventi del tutto diverse da quelle a noi note, in questo aspetto si evidenzia come la nostra correlazione con lo stato di civiltà tecnologicamente avanzata può essere del tutto inappropriato. Considerare una forma vivente, che mostra delle peculiarità manifeste nella quasi totalità delle fenomenologie correlate agli ufo, in modo analogo ad una forma vivente biologica con una tecnologia avanzata può essere totalmente fuorviante e può portare nondimeno a tutte quelle speculazioni legate a cospirazioni presunte perpetrate a detta di molti nei confronti del genere umano. Un piccolo salto indietro può farci comprendere alcuni aspetti basilari. La materia secondo una visione nuova e in pieno corso d’opera, non è ciò a cui siamo abituati a pensare, la materia in senso di sostanza, peso, consistenza ed altro, è uno stato di energia, la base atomica di ogni sostanza materiale che possiamo vedere in alto come in basso qui sulla terra corrisponde ad uno stato atomico preciso, dettato nondimeno da una precisa dinamica della medesima e univoca energia fondamentale che possiede un proprio stato mutevole atto a far si che vi siano diverse condizioni tali da rendere forme, strutture, fenomeni etc… In tal senso per rendere un esempio molto semplice che avvicina anche lontanamente questo concetto, si può pensare al classico gioco delle costruzioni, abbiamo molteplici pezzi praticamente identici, eppure accozzandoli insieme possiamo dar luogo a diverse forme, eppure è sempre una diversa distribuzione degli stessi identici pezzi. Allo stesso modo l’energia fondamentale da luogo a tutto ciò che vediamo compresi noi stessi. La domanda è conosciamo tutte le potenzialità di questa energia? Assolutamente no e la certezza per questa risposta la concede il fatto che noi possediamo delle qualità intrinseche che non sono enunciabili in senso fisico rigoroso. La fisica ci aiuta a determinare delle dinamiche e delle qualità intrinseche della materia, unitamente alla fisica e nella fattispecie alla biologia che appunto si occupa della materia biologica. Noi siamo atomi, molecole, ed il nostro corpo fisico è quindi materia soggetta a dinamiche chimiche e fisiche, ma ciononostante ci differenziamo su altre forme materiali che definiamo “non viventi”. Abbiamo un cervello, che implica delle qualità mentali, le quali coinvolgono tantissimi altri aspetti, queste 37 fenomenologie che sono insite nel nostro essere dei viventi, non sono aspetti ancora oggi del tutto chiari, ma è altresì evidente come la medesima energia costituisce noi stessi come qualunque altra cosa nell’universo, come ad esempio stelle e pianeti, gli elementi stessi che costituiscono il nostro corpo sono i medesimi che abbondano in tutto l’universo, quindi ci poniamo in un preciso contesto materiale. E’ proprio tutto l’universo mentale e del nostro stesso pensiero che costituisce un anello mancante fondamentale atto a comprendere l’energia dell’universo, o meglio l’energia fondamentale del tutto che ha una precisa manifestazione nell’universo in cui viviamo. Ciò implica considerando l’universo nella sua totalità, che persino le nostre stesse qualità mentali comuni a noi come agli altri viventi, siano in fondo un contenuto essenziale della medesima energia fondamentale. E’ questo aspetto che sconvolge interamente il quadro della valutazione. Parlare quindi di vita con tutte le qualità ad essa associate, implica essenzialmente definire un qualcosa di contenuto in termini di qualità al pari di qualsiasi altra cosa osservabile nella realtà, nella stessa energia di origine, quindi tutto ciò che vediamo è una differenziazione di una stessa identica natura energetica fondamentale, vita compresa. Il punto fondamentale da chiarire è indubbiamente l’associazione che intercorre tra, vita in termini di qualità e il corpo biologico in senso di sostanza. L’unico parametro razionale riguarda ciò che possiamo sperimentare dal nostro punto di vista, che il corpo biologico sia una qualità essenziale per essere appunto dei viventi. Ogni forma di vita è tale perché si differenzia sul proprio status biologico rispetto ad altre, in un certo senso quindi “essere vivi” implica necessariamente la qualità di “essere dei corpi biologici”, ma questo pone un limite importante in termini di spazio e tempo, giacché gran parte del segreto ultimo della materia è insito proprio nel rapporto che intercorre tra la struttura biologica e la propria qualità di essere “viva”. Bisogna essere coscienti del fatto che le nostre conoscenze attuali sono ancora molto lontane dalla comprensione di tale rapporto, racchiuso in tutto ciò che è insito in qualità di vita, intelligenza, mente, pensiero, coscienza. Tutte queste qualità, almeno sotto il nostro stato di energia, possiedono una forte correlazione, questo vuol dire che tutte le qualità dell’essere vivi sotto la prospettiva a noi nota permangono fin quando il nostro corpo biologico possiede un certo stato, specifiche dinamiche, che contraddistinguono l’essere vivi da non esserlo. Tanto per semplificare, un danno irreparabile al corpo biologico produce la morte e quindi la perdita del corpo biologico di essere vivo, ma è proprio in questa fase che si chiude tutto il mistero 38 della vita. Ciò perché esiste un certo principio di relatività che intercorre tra la nostra osservazione e l’osservato. Questo principio somiglia molto a quello enunciato da Einstein per altri scopi di indagine fisica, ma in un certo senso esso è profondamente importante ad ogni latitudine della conoscenza. L’osservatore e l’osservato sono due enti che concorrono sempre e comunque alla nostra idea (in qualità di osservatori) sull’osservato. Per essere più preciso la nostra opinione, idea o persino teoria riguardo un determinato aspetto della realtà è sempre e comunque condizionata da questo fattore determinante, ossia che noi siamo sempre degli osservatori e in certa misura la nostra idea si formula su aspetti osservabili e rilevabili, ma tuttavia nostro malgrado abbiamo informazioni solo esclusivamente da ciò che possiamo osservare e da null’altro. Il problema principale sulla nostra osservazione di vita e morte risiede proprio in questo dualismo di fondo, l’osservato in tal caso è il corpo biologico e dal nostro punto di vista osservativo noi rileviamo che esso perde la sua qualità di essere vivo, in tal senso siamo di fronte ad un dilemma di enorme importanza cultuale, non solo scientifico: le qualità di essere vivo, o comunque la vita stessa che era nello status biologico continua a persistere dopo la morte oppure cessa di essere tale con la fine stessa della propria struttura materiale? E’ questa domanda la chiave di volta e allo stesso tempo l’enigma fondamentale della vita, giacché implica l’accettazione o meno di uno stato di vita diverso, ossia una vita cosciente che va al di là della propria struttura biologica, la quale continua a persistere ad un livello di vita diverso. In questa fase si può ben comprendere quanto il fenomeno ufo sia vasto nella sua portata, dato che si va ad oltrepassare un confine della conoscenza che non deve rimanere ghettizzato oppure manipolato ancora per offrire versioni contrastanti, ma piuttosto va affrontato nella sua complessità e interezza. Se affrontiamo la discussione di molti elementi con la nostra conoscenza standard, noi dobbiamo bloccarci a questo punto, gran parte del mondo accademico più razionalista si blocca su due estremi a mio avviso sostanziali, l’origine del tutto e la morte, questi due punti portano gran parte dei razionalisti ad essere convinti, fin troppo in fretta a liquidare due aspetti con delle risposte precise: non c’è vita oltre la morte e la materia e quindi l’universo sono nati dal nulla. In tal caso per nulla si intende per un vuoto assoluto privo dell’esistenza di qualsiasi cosa, mentre per “morte” si intende fine assoluta dell’esistenza con la morte del corpo biologico. E’ chiaro che almeno criticando filosoficamente questo atteggiamento, nonostante oggi dobbiamo scoprire razionalmente molti aspetti della natura fisica del mondo, è verosimile che la conoscenza permarrà per lungo tempo in uno stato stagnante. 39 Spostandoci su altri orizzonti invece si possono valutare tantissimi aspetti correlati, in primo luogo non comprendere: vita e morte, origine dell’universo, diverse dimensioni dell’esistenza, pone un limite essenziale anche alla comprensione del fenomeno ufo, ed è questo uno dei motivi maggiori per i quali esiste un’enorme confusione in merito all’accettazione di tale fenomenologia. Spesso oscilla nell’incredulità per l’assenza totale di una spiegazione e ugualmente per la mancanza basilare di una conoscenza in merito ad altre possibilità della natura. La domanda secondo cui: la vita è un fenomeno fuso nelle stesse leggi naturali oppure è una condizione che esige l’esistenza di un corpo biologico? Ci proietta direttamente nel cuore del problema. E’ sorprendente considerare le molteplici potenzialità in atto nella natura di tutto l’universo in un semplice e singolo istante, la realtà in cui viviamo è una formulazione di possibilità diverse in miliardi e miliardi di varianti di un'unica dinamica fondamentale: gli atomi e l’energia fondamentale che compone tutte le particelle. Nessuno sa il perché tale struttura, più precisamente la domanda non dovrebbe porsi, in quanto non è contemplata nell’intero quadro della scienza per la spiegazione della natura, eppure il fondamentale, l’energia primigenia in molteplici variazioni ha prodotto tutto questo, compresi noi stessi, c’è quindi da chiedersi dov’è lo schema originario? Già perché esiste uno schema, ed è insito proprio nel fatto che cariche uguali si attraggono, cariche opposte si respingono, i quanti sono unità fondamentali di energia e proprio per il fatto che l’energia fondamentale è quantizzata dà luogo a strutture atomiche, tempo, spazio, quindi a molecole, alla chimica e alla dinamica fisica del mondo. Tutto è implicato in quel punto fondamentale di origine del Big Bang, così come tutto compresa la vita è insito nell’energia fondamentale dell’universo. Occorre chiedersi ancora se la vita è una qualità insita nell’universo oppure accidentalmente è venuta fuori per caso in uno scherzo chimico molecolare? Bisogna attendersi maggiormente che noi possediamo uno stato di vita, che non è l’unico, che è transitorio nel tempo espresso nei mutamenti dell’universo in cui viviamo, almeno come la realtà stessa in cui esistiamo non è l’unico potenziale stato di energia esistente. In questi termini la vita potrebbe esistere anche oltre il proprio schema biologico, ed è proprio questo aspetto che implica la possibilità di forme viventi come le stesse manifestazioni del fenomeno ufo esprimono possano agevolmente spostarsi nello spazio tempo, non è una questione tecnologica di apparati in atto a potersi spostare nello spazio tempo, ma è piuttosto uno stato di esistenza che va oltre la struttura materiale che permette una tale evoluzione. 40 Si potrebbe pensare che con questa analisi si è proceduto fin troppo oltre, ma è anch’esso un giudizio piuttosto relativo. Un'altra risposta al fatto che la stessa struttura materiale implica un vincolo allo spostamento nello spazio tempo è contraddistinta persino in teorie sviluppate nel settore della fisica atomica. Spostare una particella o sperimentare la comunicazione di due particelle in tempi istantanei, è in linea di principio possibile, nonché si è dimostrato anche sperimentalmente. Diversamente tanto più la struttura materiale diventa più complessa quanto più impossibile è trasportare un corpo materiale da un punto all’altro. Il teletrasporto così è chiamata questa nuova fenomenologia nonché possibile (almeno in linea teorica) tecnologia, implica dei vincoli fondamentali, teletrasportare un qualsiasi corpo materiale complesso da un punto all’altro dello spazio, implicherebbe in linea di principio una distruzione stessa della propria struttura ed una presunta ricostruzione nel punto diverso dello spazio al quale è destinata. Per tale motivo ci sono seri dubbi sulla possibilità che una forma vivente biologica allo stato attuale delle conoscenze possa essere trasportata agevolmente da un punto all’altro, non solo un altro problema determinante è insito nell’informazione contenuta nella struttura. Una particella elementare ha un contenuto di informazione minimo, una struttura qualsiasi di un oggetto su scala di grandezza quotidiana possiede un contenuto di informazione enorme e impensabile, un organismo umano ha un contenuto di informazione sconvolgente e incalcolabile per qualunque computer mai costruito. Con ciò non si vuole negare una possibile quanto mai futura applicazione tecnologica umana, ma pone in seria considerazione che il concetto di “vivente”debba essere spostato su scale diverse, in particolar modo riguardo il fenomeno ufo. La conclusione implica che gli ufo sono la manifestazione di un intelligenza vivente che si colloca in uno stato di energia diverso rispetto a quella umana, quindi di una realtà diversa da quella in cui viviamo. Per far comprendere il più possibile questa considerazione, utilizzo spesso un concetto espresso dal più celebre astronomo del secolo scorso, Sir Fred Hoyle. Immaginiamo un evoluzione continua e infinita di qualsiasi forma vivente, essa acquisirebbe sempre maggiori proprietà non solo sul punto di vista organico del proprio corpo fisico, ma anche mentali, fino al punto che essa arriverebbe a fondersi con la stessa energia universale, essa finirebbe per diventare la realtà stessa e le leggi che ne dominano le strutture. Questa celebre disquisizione di Hoyle, è stata dai più considerata sempre a livello fantascientifico, nonostante la sua fama di astronomo e cosmologo, spesso Hoyle è stato criticato dai suoi contemporanei per le sue idee contro corrente, eppure c’è da dire che riguardando le sue disquisizioni teoriche, lontane di decenni, esse erano 41 molto in avanti coi tempi, stanno trovando maggior supporto oggi con le nuove scoperte in campo cosmologico che in passato. Naturalmente citare Hoyle è stato al solo scopo di chiarire l’aspetto di un livello di vita diverso, ma la stessa evoluzione che la vita ha espresso nella sua lunga fase evolutiva sulla Terra ci induce a pensare che essa possiede qualità molto diverse. Un occhiata a tutte le specie ci fa capire oltre alla diversità e varietà con cui la vita si può esprimere in uno stesso contesto (figuriamoci nell’ambito di molteplici realtà) come quello che abbiamo qui sulla Terra, ma anche come sia potente il suo potenziale evolutivo, che impone comunque e sempre i suoi dettami di sopravvivenza ed equilibrio. Immaginare un futuro lontano non è poi tanto dissimile dal vederlo considerando la nostra condizione attuale. Abbiamo la necessità di sopravvivere in equilibrio con le leggi della natura, a tutti è noto il disequilibrio cosa produce, quindi sopravvivere, acquisendo sempre maggiori proprietà mentali, in una freccia evolutiva continua e senza limiti di tempo pone lo stesso nostro stato di esistenza al superamento di limiti inimmaginabili. La vita arriverebbe a fondersi con la stessa realtà o molteplici potenziali realtà. E’ in questi termini che si esprime il fenomeno ufo, considerando anche che essere parte integrante di un energia, spostarsi nello spazio tempo, implica essenzialmente governare lo stato stesso della materia, è su questi termini che si esprime tutta la potenzialità del fenomeno.
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