| CAPITOLO 3GLI UFO NELLA REALTA’
 
 Naturalmente la rapida panoramica sulla Meccanica Quantistica e sulla Relatività, mi
 induce ad invitare tutti coloro che vogliono conoscere maggiormente tali scoperte di
 leggere i trattati specialistici in materia, anche perché in senso più approfondito è
 possibile maggiormente conoscerne le tante implicazioni.
 Per lo scopo di questo breve trattato, ho voluto concentrare maggiormente
 l’attenzione dei lettori sugli aspetti focali dell’argomento, i quali ci saranno di grande
 aiuto per comprendere il fenomeno degli Ufo.
 Ora cercheremo di riflettere su un argomento di primaria importanza, che ci inviterà
 a comprendere il motivo per il quale dovremmo abbandonare il concetto di viaggio
 lineare ed adottare invece quello di “viaggio nello spazio tempo”.
 Il concetto di viaggio lineare è quello con cui abbiamo a che fare tutti i giorni,
 quando semplicemente ci spostiamo a piedi, oppure in auto, in aereo, in treno, su una
 nave e con qualunque mezzo di trasporto possibile, persino per il Saturn con sopra
 alloggiato il LEM per compiere il famoso viaggio sulla Luna, anche quello era un
 viaggio lineare.
 Il viaggio lineare è quella traslazione di un qualsiasi corpo in uno spazio in cui la
 velocità è data dal rapporto tra spazio e tempo dove V=s/t, si può applicare la formula
 inversa anche per conoscere il tempo “t” o lo spazio “s” in uno spostamento lineare.
 Nel viaggio lineare non abbiamo modo di aggirare questa costante, dove velocità,
 spazio e tempo sono intimamente interconnessi. Qualsiasi tecnologia applicata per il
 trasporto e sviluppata a questa finalità ha come fondamento il viaggio lineare e per
 esso è progettata, il senso più rudimentale e semplice con cui si fonda ogni veicolo di
 costruzione umana, è appunto sorretto dal principio che il veicolo è il contenitore del
 “passeggero” il quale è trasportato velocemente da un punto all’altro dello spazio in
 un certo lasso di tempo dipendente sia dallo spazio che dalla velocità.
 Il problema fondamentale è enorme se consideriamo questo concetto di viaggio
 lineare per spostarci non qui sulla Terra che implica viaggi relativamente brevi, ma
 nell’universo. Le sonde impiegano anni per raggiungere i pianeti più lontani, pur
 viaggiando a velocità molto più elevate di qualsiasi veicolo da trasporto terrestre. Da
 ciò ne consegue che lo stesso fenomeno Ufo ci pone di fronte ad un ragionamento
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 fondamentale: queste intelligenze provengono da spazi reconditi e molto lontani da
 noi, il problema è quanto distanti? Ebbene il nostro Sistema Solare non sembra
 contenere alcuna civiltà relativamente vicina a noi, Proxima Centauri è la stella più
 vicina al Sole e dista dalla Terra ben quattro anni luce, pochissimi per una scala
 universale che implica distanze di migliaia di anni luce, ma un abisso enorme per un
 viaggio lineare.
 In un viaggio in cui la velocità è data dal rapporto tra spazio e tempo, occorrono
 migliaia di anni, possiamo quindi ipotizzare che lo spostamento degli oggetti volanti
 non identificati sia prossimo a quello della luce, ma anche in questo caso tolta
 Proxima Centauri anche ad una velocità così elevata come quella della luce, la nostra
 stessa galassia è un sistema enorme dove le stelle distano da pochi anni luce a circa
 300.000 anni luce. Questo implica comunque che uno spostamento con un oggetto in
 grado di raggiungere velocità prossime a quelle della luce è comunque un impegno
 colossale per una civiltà extraterrestre, in pratica il loro viaggio potrebbe durare da
 pochi anni a parecchie migliaia di anni.
 Potremmo ipotizzare persino questa impresa titanica, di viaggiare a velocità della
 luce nell’universo, ma ci sono due aspetti che dovrebbero essere valutati: il primo
 risiede nel fatto che tale intelligenza non umana ci ha trovato, sa quindi dove siamo
 collocati con la nostra piccola Terra nella Galassia, inoltre un essere vivente in grado
 di compiere un viaggio di parecchi anni a velocità della luce non è una forma analoga
 alla vita sul nostro pianeta.
 Entrambi questi aspetti sono fondamentali per capire due cose essenziali: è legittimo
 pensare agli ufo, come ad una civiltà più evoluta della nostra che abita un altro
 pianeta vicino ad un'altra stella della nostra galassia? Questa domanda pone in esame
 una delle convinzioni più radicate e ordinarie. Istintivamente, pensando ad un
 intelligenza extraterrestre, viene subito in mente una civiltà ordinaria come la nostra
 sebbene tecnologicamente più evoluta che di fatto vive su un altro pianeta, seppur
 molto lontano da noi. Per molti versi, sebbene questa interpretazione può apparire
 quasi ovvia, non è pianamente logica, il fatto stesso che tali intelligenze hanno
 trovato la Terra e seguano le vicende che accadono qui, implica essenzialmente aver
 trovato un microscopico granello di sabbia attorno ad una stella “anonima” come il
 Sole dispersa in 400 miliardi di altri soli nella gigantesca spirale galattica. E’ un
 gioco di probabilità davvero sconcertante, anche viaggiando a velocità della luce, è
 una partita con la probabilità davvero straordinaria. Dovremmo porci noi nella stessa
 prospettiva, disponiamo di un mezzo velocissimo, in grado di raggiungere la velocità
 della luce, non sappiamo affatto dove c’è vita, dobbiamo metterci in viaggio da una
 stella all’altra, sebbene alcune sono vicine, le più lontane distano 300.000 anni luce,
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 un viaggio di ben 300.000 anni, non solo, dovremmo vagliare circa 400 miliardi di
 possibilità, non è certo uno scherzo, inoltre per compiere questa impresa titanica
 dovremmo essere dei viventi quasi immortali.
 Sotto queste prospettive, sebbene non escludibili a priori, dovremmo abbandonare
 alcuni concetti essenziali: il viaggio lineare, il termine “tecnologia” e quello di civiltà
 così come lo intendiamo comunemente.
 E’ altamente probabile se non quasi evidente che gli ufo sono oggetti in grado di
 viaggiare non linearmente ma nello spazio tempo. Se questo aspetto è realistico allora
 l’intera interpretazione del fenomeno subisce una profonda modificazione da quella
 attuale.
 Viaggiare nello spazio tempo, implica l’abbattimento sostanziale del viaggio lineare,
 ossia è una traslazione nello spazio a velocità istantanea a tempo zero. E’ la rottura
 fondamentale di ciò che consideriamo realistico sotto molti punti di vista, ma tuttavia
 tornando ai concetti fondamentali di com’è fatta la realtà, scopriamo che non è in
 linea di principio impossibile, anche se sull’interpretazione del fenomeno ufo ci sono
 serie e radicali ripercussioni.
 Gli ufo nello spazio tempo.
 Abbandonando il concetto di “viaggio” lineare, sia per i dati che emergono dagli
 avvistamenti, sia le evoluzioni che tali oggetti compiono con estrema facilità, fino
 alla loro scomparsa istantanea in un punto per ricomparire in un altro, è legittimo
 includere la valutazione che gli ufo possono di fatto viaggiare nello spazio e nel
 tempo. Assodato il fatto che siano sotto il controllo di intelligenze, implica che la
 forma di vita che esprime tale fenomenologia sia profondamente diversa da quella
 umana, parlare di vita biologica in senso stretto può portarci fuori strada.
 Viaggiare nel tempo, o il “teletrasporto”, sono le tante implicazioni fantascientifiche
 che per anni sono state ampiamente discusse anche in senso scientifico, oltre che aver
 solleticato la fantasia di scrittori e registi. Nel capitolo precedente sono stati esaminati
 degli aspetti della Meccanica Quantistica, proprio per comprendere essenzialmente
 che a livello di quanti di materia, quindi delle unità fondamentali che compongono
 noi stessi e tutto ciò che vediamo in cielo e in terra, di fatto in una infinità di
 esperimenti compiono esattamente ciò che gli oggetti volanti compiono nelle loro
 evoluzioni. I quanti viaggiano nello spazio tempo e il teletrasporto almeno a livello
 quantistico della materia è una realtà.
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 In questo senso ho più volte definito che gli oggetti volanti non identificati si
 comportano effettivamente come dei “macro oggetti quantistici”. Tutto ciò che
 dapprima ci sembrava impossibile, la Meccanica Quantistica ha dimostrato possibile,
 il mondo atomico della materia, è una realtà mutevole, dove persino i concetti di
 tempo e spazio non corrispondono a quelli che invece osserviamo su larga scala. Se
 idealmente tutti gli effetti della Meccanica Quantistica fossero possibili su scala più
 grande, quella quotidiana in cui viviamo, ci troveremo a vivere l’esperienza di Alice
 nel Paese delle Meraviglie, ciò che un ufo compie in volo e persino la sua traslazione
 nello spazio tempo sarebbero un gioco da ragazzi.
 Nel mondo nucleare si osservano fenomeni che vanno al di là di ciò che potremmo
 aspettarci, particelle di materia comunicano istantaneamente sebbene disposte a
 distanze nucleari abissali, esse sono in grado di scomparire in un punto dello spazio e
 ricomparire esattamente in un altro a tempi istantanei, molti processi chimici e
 molecolari sono spiegabili proprio per ciò che è denominato come “effetto tunnel”. In
 breve, la Meccanica Quantistica ha dimostrato che la realtà ha una struttura
 profondamente diversa da tutto ciò che appare su scala quotidiana. Molti effetti
 quantistici ancor oggi non sono stati ben compresi, ma in senso ampio nella
 terminologia scientifica sono entrati nuovi elementi come: realtà parallele, tunnel
 spazio temporali, universi paralleli sono subentrati almeno nella logica teorica in una
 possibile ma remota fisica teorica.
 La questione di fondo di grande interesse, risiede nel fatto che tali oggetti volanti
 compiono delle traslazioni nello spazio tempo, è questo a mutare radicalmente
 l’interpretazione, poiché rimane coinvolto un ulteriore concetto: quello relativo
 all’esistenza di ulteriori dimensioni, il quale ha fatto capolino anche nella fisica
 sebbene tutto ad oggi ha una valenza puramente teorica.
 Quando si parla di dimensione, occorre appurarne il significato in senso stretto, una
 dimensione diversa riferita alla realtà, non riguarda il concetto di grandezza, in senso
 di dimensioni di un corpo, quanto piuttosto ad un esistenza diversa della realtà.
 Dalla natura atomica della materia, alla sterminata grandezza dell’universo possono
 essere compresi molti aspetti che ci invitano a riflettere su un concetto essenziale: la
 dimensione dell’esistenza.
 La realtà in cui viviamo è tridimensionale, ogni corpo possiede un altezza, una
 profondità ed una larghezza, tutte le forme che osserviamo in natura ordinariamente
 per quanto varie, sono implicitamente tridimensionali. Questa idea di tre dimensioni
 ci porta al nocciolo della valutazione di una dimensione legata alla geometria.
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 Noi demarchiamo il possibile dall’impossibile, proprio in funzione intuitiva e
 conoscitiva di ciò che avviene tridimensionalmente. Le tre dimensioni impongono dei
 vincoli essenziali tra cui appunto il viaggio lineare. In questo senso a livello della
 Relatività di Einstein le tre dimensioni sono state estese a quattro con il tempo che
 viene considerato come un'unica entità con lo spazio, giungendo dunque al concetto
 di spazio tempo. La domanda che si pone è la seguente: esiste la realtà
 tridimensionale o piuttosto questa in cui viviamo è una di altre realtà possibili? La
 stessa fisica, negli ultimi decenni, ha postulato come ciò che chiamiamo realtà, si
 estende fino ad un numero di dimensioni maggiori di quattro. Un semplice esempio è
 costituito dall’ultima frontiera della fisica teorica, per quanto concerne la Teoria delle
 Stringhe o delle Superstringhe, detta anche M Teoria.
 Un grande problema fondamentale della fisica del 900’, che apre la sfida a questo
 Terzo Millennio, è quello di postulare una Teoria del Tutto, che va dal più piccolo
 quanto di energia sino ai confini dell’Universo, una grande teoria unificata in grado
 di spiegare la realtà nel suo insieme. E’ una sfida grande e tremendamente difficile,
 giacché la Meccanica Quantistica e la Relatività non coincidono su un aspetto
 fondamentale: la gravità. A questo scopo in un’ipotesi dei primi anni 70’ ripresa poi
 negli anni 80’ del secolo implica che i quark e gli elettroni, come ogni altra particella
 e quindi tutta la materia dell’Universo, fossero costituiti da filamenti di energia in
 vibrazione: le stringhe appunto. Tutto ciò che esiste, quindi le stesse particelle
 sarebbero costituite da stringhe vibranti a diverse frequenze, se una stringa vibra ad
 una determinata frequenza, allora da luogo ad una particella specifica e così via.
 Nonostante la teoria sulla carta risulta coerente a livello sperimentale le difficoltà
 sono enormi. Per rigor di scienza una stringa esiste solo qualora venga rilevata
 direttamente o indirettamente, il problema è che occorrerebbero degli acceleratori di
 particelle in grado di sprigionare un energia enorme, impossibile da ottenere per
 mezzo dell’attuale tecnologia.
 A livello sperimentale ci si è concentrati in questi ultimi 20 anni alla ricerca di due
 particelle che avrebbero aperto un nuovo quadro dell’universo: il bosone di Higgs e
 il gravitone. Essi non sono mai stati rilevati e negli ultimi anni ci sono stati
 sconvolgimenti in ambito della fisica teorica che hanno profondamente messo in
 dubbio la possibilità dell’esistenza effettiva di tali particelle. Il gravitone è una
 particella teorizzata che sarebbe la mediatrice della forza di gravità, essa
 completerebbe il quadro unificante della fisica, pur tuttavia si dice sia talmente
 debole da essere impossibile rilevarla. Il bosone di Higgs, soprannominato anche
 “Particella di Dio” sarebbe la particella mediatrice del Campo di Higgs, l’importanza
 di questa particella è fondamentale, i fisici teorici hanno postulato l’esistenza di un
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 campo di forza persistente in tutto l’universo, il quale sarebbe il campo da cui la
 materia stessa si genera. Secondo i principi della Meccanica Quantistica, per il ben
 noto dualismo onda particella, solo la rilevazione del Bosone di Higgs sarebbe la
 risposta definitiva dell’esistenza dell’omonimo campo e porterebbe alla fisica l’anello
 finale di una lunga catena per avere una visione generale della realtà. In questo senso
 stiamo parlando di ricerche di frontiera, quelle di ultima generazione.
 La Meccanica Quantistica ha portato delle risposte essenziali per stravolgere il
 quadro della realtà. La materia non è come pensavamo, la realtà stessa non è come
 immaginiamo.
 Partendo dalla struttura atomica, noi possiamo comprendere il concetto di
 dimensione in senso di realtà. La nostra realtà è determinata essenzialmente dagli
 atomi e dal loro rapporto per formare strutture e dinamiche di ciò che osserviamo
 attorno a noi. In pratica tutto è così perché gli atomi sono in un determinato modo e le
 particelle si comportano così come rilevato da enormi apparati di ricerca
 sperimentale. Su questo non c’è ombra di dubbio, ma proprio in questo possiamo
 rintracciare numerosi significati.
 La dinamica dei fenomeni è comprensibile in virtù del rapporto chimico e fisico
 degli elementi esistenti, quindi dall’interazione di atomi e quindi particelle. La realtà
 che conosciamo può essere contraddistinta da due fattori: il movimento e la
 persistenza nel tempo (quest’ultima frase è presa in prestito dal fisico italiano
 Massimo Corbucci).
 Appare chiaro sia per la teoria della Relatività, ed anche per la Meccanica
 Quantistica, che nell’universo tutto ciò che chiamiamo esistenza, quindi la
 dimensione stessa in cui viviamo, è determinata da due costanti fondamentali: il moto
 e il persistere nel tempo, ciò significa che dalla più piccola particella sino ai confini
 conosciuti dell’universo, nulla è statico. Ai profani questo concetto potrebbe
 sembrare qualcosa di poco conto, ma è straordinario nel contenuto sia scientifico che
 filosofico. Tutto è in moto relativo, dall’origine ad oggi, se idealmente fermassimo
 tutti gli atomi dell’universo, la realtà in cui viviamo scomparirebbe all’istante,
 compresi noi stessi. E’ sorprendente notare come il movimento che garantisce la
 struttura atomica (le particelle si debbono muovere) nondimeno la struttura del Sole,
 dei pianeti, delle stelle e delle intere galassie, nell’universo sia una costante sempre in
 atto, nondimeno è sorprendente che per esistere ed essere da noi considerato come
 reale, un qualcosa deve persistere nel tempo.
 Sebbene questi concetti meritano un ampia discussione specialistica che affronterò in
 separata sede, occorre comprendere che la realtà in cui viviamo è una dimensione
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 contrassegnata da queste caratteristiche essenziali e fondamentali. Tutto è così come
 lo percepiamo perché gli atomi possiedono una dinamica, perché la stessa energia
 manifesta nell’universo appare differenziarsi e interagire nuovamente, formando
 schemi, strutture e fenomeni. In breve la dimensione materiale che percepiamo
 corrisponde ad un livello di energia.
 Per ritornare alla comprensione del fenomeno Ufo, occorre quindi interrogarsi: esiste
 solo il nostro livello di energia? O vi sono altre dimensioni? Teoricamente anche a
 livello di fisica possono esistere altre dimensioni, ma non è questo il punto in cui
 dibattere, quanto piuttosto l’esistenza di una dimensione fondamentale da cui dipende
 l’esistenza stessa della realtà che noi siamo e in cui viviamo.
 Un'altra frontiera della fisica, dell’astrofisica, della cosmologia moderna, è la
 comprensione di un evento fondamentale scatenante l’origine dell’universo attuale: il
 Big Bang.
 Oggi le galassie si allontanano l’una dalle altre, in un espansione a velocità prossima
 a quella della luce, esse si allontanano più velocemente quanto più sono lontane da
 quella in cui ci troviamo, questo fenomeno scoperto negli anni 20’ dall’astronomo
 E.Hubble, generò serie ripercussioni in cosmologia. Se tutto si sta allontanando allora
 era legittimo pensare che in un tempo primordiale tutta la materia fosse concentrata in
 un unico punto: la singolarità, dalla quale una gigantesca quanto impensabile
 esplosione primigenia: il Big Bang, fece scaturire tutto ciò che oggi osserviamo
 attorno a noi.
 Riportando il “film” dell’universo indietro nel tempo, la fisica arriva fino ad un certo
 punto, poi oltre quel momento passato c’è il buio totale per la comprensione della
 realtà, ciò è dovuto alla condizione che la singolarità è un punto adimensionale nel
 quale tutta la materia e le forze fondamentali della natura erano una sola cosa, o
 meglio una sola energia primigenia.
 Semplicemente questo fatto impone due condizioni importanti: la prima è che la
 realtà in cui viviamo ha avuto origine e che tale evento ha dato luogo al movimento e
 alla persistenza nel tempo, il secondo è che vi è un tempo primordiale quando la
 stessa realtà era di una natura completamente diversa da ciò che osserviamo oggi,
 l’unificazione delle forze fondamentali e della stessa materia è uno stato di energia
 unificato che implica una condizione del concetto di dimensione e dell’esistenza
 radicalmente diverso da quello in cui viviamo ora.
 C’è quindi una domanda essenziale: da cosa è scaturita quell’ energia? Da cosa è
 dovuta la differenziazione di se stessa, evento che ha portato all’origine di tempo,
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 spazio e materia? Com’è possibile che la struttura atomica sfidi qualsiasi macro legge
 fisica rimanendo in perfetta stabilità in tempi così lunghi? Da dove traggono energia
 le particelle atomiche del nucleo e gli elettroni per mantenere la loro perfetta
 stabilità? Cos’è quell’80% di energia oscura che non sembra esistere ma che in realtà
 dovrebbe esserci? Già! perché tutto ciò che definiamo esistente, materia e quindi
 anche radiazioni e forze fondamentali, compongono solo l’esiguo 20% di tutto
 l’universo, questi argomenti ci portano al cuore dell’esistenza di una dimensione
 fondamentale completamente diversa da cui è scaturito lo stesso universo in cui
 viviamo.
 Valutare l’esistenza di una dimensione infinita all’origine della realtà
 tridimensionale da noi conosciuta, è di valenza fondamentale per comprendere il
 fenomeno degli ufo.
 Il Big Bang e la stessa logica legata all’origine di un energia primigenia che poi si è
 differenziata generando tempo spazio e materia, ha implicazioni enormi, ma spiega
 anche uno dei motivi fondamentali della struttura della realtà. Oltre al movimento e al
 persistere nel tempo, la nostra realtà è così come la percepiamo, ed è descritta
 parzialmente per mezzo dei principi fisici a noi noti per un motivo essenziale:
 l’universo sebbene conservi una natura olistica, le energie e conseguentemente la
 materia stessa hanno una natura “quantizzata”. Il concetto di “pacchetti minimi di
 energia” che costituiscono i quanti e conseguentemente le particelle e le forze
 interagenti, è un concetto enorme poiché è la chiave secondo cui il tempo e lo spazio
 sono così come li percepiamo e la stessa materia ha una propria struttura atomica. Di
 fatto in natura non si osserva né si rileva mai un energia continua, ma la realtà
 tridimensionale è appunto il risultato di una quantizzazione dell’energia in pacchetti
 minimi, questo è di grande importanza. Se energia infinita e continua esistesse
 attorno a noi fisicamente, essa non potrebbe mai essere rilevata con la fisica che
 conosciamo, ciò è dovuto ad una condizione necessaria per la fisica, misurare un
 energia o un campo di energia implica di fatto misurare una differenza di potenziale
 tra un punto e l’altro dello spazio. Un energia continua senza alcuna differenza di
 potenziale, sarebbe invisibile e mai rilevabile, sebbene esistente. La materia stessa è
 una differenza di potenziale energetico tra un punto e l’altro dello spazio, le particelle
 sono una concentrazione quantizzata di energia anche se al tempo stesso, per
 principio quantistico, sono un campo indeterminato di energia ma che su larga scala
 rappresentano una differenza di potenziale tra un punto e l’altro dello spazio. Persino
 i corpi celesti nell’universo indicano una differenza di potenziale, ed è da tale
 differenza che dipende la natura stessa dello spazio.
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 Parlare di un'altra dimensione implica quindi un concetto di energia senza spazio e
 senza tempo, di un energia continua e non quantizzata, ma dalla cui quantizzazione
 dipende la natura stessa della materia che osserviamo. In questo senso la Dimensione
 di Origine e la Dimensione Tridimensionale in cui viviamo sarebbero due facce
 diverse di una medesima essenza.
 “Viaggiare” nello spazio tempo, colloca quindi il fenomeno ufo, non nella natura
 tridimensionale in cui viviamo, ma piuttosto nella Dimensione da cui si è originato
 l’universo. Il “viaggio” compiuto da tali oggetti non è quindi lineare bensì
 dimensionale, fatto che consente a tali oggetti uno spostamento nello spazio e nel
 tempo pressoché istantaneo. Guardare al fenomeno ufo significa essenzialmente
 osservare un’energia che non è propria di questo mondo ma che appartiene alla
 Dimensione stessa da cui tutto ha avuto origine.
 Gli altri motivi di questa definizione verranno subito esaminati.
 L’idea di cunicoli spazio temporali, o “tunnel”, è molto eloquente ma toglie il
 significato a ciò che si intende esplicare con il senso di una dimensione diversa
 dell’esistenza.
 Viaggiare nello spazio tempo, per mezzo di tunnel spazio temporali, dà un po’ l’idea
 grezza dell’esistenza di qualche luogo nel quale entrando o generandolo per mezzo di
 un buco gravitazionale sia possibile entrare ed uscire istantaneamente in un altro
 punto dell’universo. Più volte sotto una veste pseudoscientifica, teorica ed anche
 fantascientifica sono state discusse queste possibilità. Ossia l’esistenza di porte in
 questa dimensione in cui la materia e la gravità si trovano in uno stato talmente
 eccezionale da costituire dei veri e propri “ponti”, o meglio “tunnel” gravitazionali in
 grado di far comunicare realtà di natura diversa. Questa idea sebbene ci suggerisce in
 maniera molto eloquente l’immagine di un tunnel che “sbocca” in un'altra dimensione
 o ci fa attraversare da un punto all’altro del nostro spazio tempo, sia molto più
 suggestiva e per certi versi realistica per la nostra immaginazione, non offre
 chiaramente l’idea e l’importanza dell’esistenza di un'altra dimensione senza spazio e
 senza tempo che effettivamente sia correlata a quella materiale in cui viviamo.
 Il problema è il nostro punto di osservazione del fenomeno e della realtà stessa. Noi
 guardiamo e postuliamo idee sulla realtà dal punto di vista tridimensionale, ossia
 dalla finestra della nostra realtà dimensionale che si affaccia su un'altra dimensione.
 La questione è che dovremmo in linea di principio abbandonare il nostro scenario
 abituale, per concederci ad un osservazione molto più intensa e fondamentale.
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 Se una particella scompare in un punto dello spazio e la vediamo ricomparire
 istantaneamente in un altro, noi abbiamo di fronte un immagine di ciò che avviene dal
 nostro punto di vista della realtà, quella dettata dallo spazio tempo. Se invece
 immaginiamo una gigantesca energia continua che non è né spazio e né tempo, dove
 ogni punto di energia è il medesimo di ogni altra e dove le particelle non sono altro
 che quanti che fuoriescono come isolotti da un oceano continuo scopriamo che c’è un
 continuum di energia di cui noi vediamo e ne rileviamo solo la vetta.
 Possiamo comprendere questo concetto con un gruppo di isole che emergono da un
 oceano, esse alla nostra visione ci appaiono galleggiare e in realtà poste a diversa
 distanza le une dalle altre, quindi ci appaiono inesorabilmente divise dalle acque, ma
 non è così, togliamo l’acqua e scopriamo che esse sono le cime di una stessa identica
 e gigantesca catena montuosa, c’è il fondale che in realtà ci da la visione completa
 dell’insieme proprio come le cose ci appaiono in superficie. In realtà le isole erano
 solo i vertici di un continuum di crosta terrestre. Una nuova visione dei quanti della
 materia può essere considerata un analogo, le particelle sono i vertici quantizzati di
 un fondo di energia che rappresenta la totalità e l’unicità, formando dei globi di
 energia, gli atomi. Essi ci appaiono sempre più separati quanti più si uniscono a
 formare delle masse gigantesche che appaiono separate da distanze abissali in tutto
 l’universo. Questo è il profondo senso olistico, ed in fondo è una descrizione più
 accurata, sebbene metafisica, di cosa può essere veramente la realtà che definiamo
 come tale. Tutta la materia è interconnessa da un medesimo fondo di energia, da una
 stessa dimensione di origine di cui vediamo solo le punte dell’iceberg emergenti in
 superficie, le particelle, quindi gli atomi, le molecole, le grandi masse, compresi noi
 stessi. In questo senso si può comprendere bene come il concetto di dimensione sia
 strettamente legato al livello di energia, fino a quella totalitaria senza spazio e senza
 tempo che segna l’unità del tutto.
 Viaggiare nello spazio tempo, non implica quindi possedere una tecnologia analoga a
 quella umana, sebbene più evoluta in grado di poter aprire cunicoli spazio temporali
 da un punto all’altro della realtà, ma piuttosto è essere l’energia stessa dell’origine ed
 essere quindi parte di quel tutto primordiale da cui l’universo materiale si è originato.
 E’ in questo senso che va mutata la nostra posizione di osservazione, sapere che
 mentre ci troviamo su una barca in mezzo ad un lago ci troviamo nel mezzo di un
 grande buco ricoperto d’acqua, dove in realtà una costa è unita e forma un tutt’uno
 con la sponda opposta, è una situazione ben diversa che considerare le coste separate
 l’una dall’altra. Da un senso di unità che in fondo è la via che ha aperto la Meccanica
 Quantistica, la stessa Relatività e contiguamente gran parte dei fenomeni misteriosi
 che non riusciamo ad oggi ancora a spiegare.
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 Cosa sono gli ufo?
 In questo senso la valutazione arriva ad aggiungere molti significati al fenomeno ufo,
 considerando che per spostarci da un punto all’altro dello spazio in tempo zero, per
 apparire letteralmente e poi tornare a scomparire senza lasciare alcuna traccia, (così
 come accade in migliaia di avvistamenti) ci costringe ad abbandonare il concetto
 lineare per includere quello di spostamento dimensionale. Gli ufo quindi sono entità
 di energia della stessa natura dell’energia continua della Dimensione di Origine, dalla
 quale, parte di essa si manifesta secondo la struttura materiale che riusciamo a
 percepire. Quello che forse interessa in modo prevaricante, è il fatto che stiamo
 parlando di intelligenze, quindi di una forma vivente che non solo non è di questo
 mondo, ma non è propriamente di questa realtà, appartenendo ad una dimensione
 diversa.
 Questo dato è importante ed in fondo è molto più logico di quanto siamo portati a
 pensare. E’ vero che per molti versi la versione proposta fino a questo punto, sembra
 contrastare con molti valori culturali fondati in noi stessi, eppure comprendere gli ufo
 implica essenzialmente rivalutare profondamente in che termini consideriamo la vita
 e la qualità di essere dei viventi.
 Facendo un passo indietro, la realtà è esplicabile e comprensibile non solo
 considerandola in termini tridimensionali, bensì chiarendo la concezione che tutto
 quanto definiamo reale compresi noi stessi, è un livello di energia, uno stato ben
 preciso ma non l’unico possibile! La stessa “storia” dell’Universo dai suoi albori ci
 indica che il “principio primo” della realtà in cui viviamo è essenzialmente uno stato
 di energia completamente diverso da quello attuale, l’origine della realtà in cui
 viviamo è scaturita da una condizione totalmente diversa, più precisamente da
 un’esistenza diversa. Ora, la logica in un certo senso ci inviterebbe a riflettere che
 l’esistenza da cui tutto ha avuto luogo e origine, non esiste più ora e in questo
 momento, ma dire ora, in questo luogo, in tale preciso istante, è un concetto relativo
 legato alla nostra parte speculare, o meglio al nostro stato relativo di energia. Come si
 è discusso l’energia che costituisce l’universo, anche se ci appare differenziata in
 forze, materia, onde o particelle, è una configurazione diversa della medesima entità
 energetica di fondo di cui noi percepiamo “la vetta” di un'unica energia
 fondamentale. Questo aspetto può distorcere notevolmente i significati a cui siamo
 abituati, ma è una considerazione più che legittima ora, il punto è stabilire il
 ragionamento secondo il quale: l’essere dei viventi e parlare di vita, intelligenza,
 mente, pensiero, l’essere vita in quanto tale, sono tutte qualità che appartengono allo
 stato di energia in cui ci troviamo oppure hanno un’estensione che va oltre e che
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 proviene da una dimensione diversa? La confusione e spesso l’ostinatezza filosofica e
 scientifica con cui spesso si valuta la nostra condizione come l’unica esistenza
 possibile di vita, almeno fino a prova contraria è carente, e deriva da un fondamento
 idealistico che non sempre è pienamente giustificato. Cercherò di spiegare meglio
 con quanto segue.
 Per una valutazione sotto una piena razionalità umana, l’essere vivo, in alcuni casi
 intelligente, cosciente, appartiene specificamente alle condizioni rilevabili qui sulla
 terra, ciò perché il razionalismo derivante dal lungo percorso scientifico ha apportato
 una netta demarcazione tra ciò che è vivo con tutto quanto non lo è. L’idea moderna
 prevaricante è quella di definire l’universo inanimato e non vivo, quale contenitore
 “morto” di una nicchia microscopica come la terra che invece ospita la vita. Questa
 considerazione da decenni ha coinvolto molti altri argomenti a carattere non solo
 scientifico ma anche etici e filosofici estremamente importanti per costituire la nostra
 idea generale di “vita”.
 La qualità di essere vivi, menti pensanti e quant’altro costituisca l’essere, secondo un
 preciso punto di vista razionalistico determinato da una radice essenzialmente
 scientifica, dovrebbero appartenere unicamente allo status di un organismo biologico
 così come lo conosciamo. Nonostante questa convinzione sia radicata e molto forte in
 senso generale, siamo portati a pensare che anche degli esseri viventi di altri mondi, o
 meglio di altre dimensioni, siano in perfetta analogia con gli standard di vita che
 rileviamo sul nostro pianeta. Affrontare questo argomento, induce indubbiamente nel
 territorio impantanato delle teorie sulla vita, considerando che ancora oggi
 (nonostante biologia e scienza in senso lato hanno compiuto salti in avanti notevoli),
 non vi è stata alcuna spiegazione sufficientemente valida e priva di contraddizioni
 riguardo l’origine della vita sul nostro pianeta e l’evoluzione successiva in grado di
 portare alla formazione di specie attuali. Ci sono argomenti numerosi e ampi, ma
 nessuno di essi ci offre delle considerazioni esaurienti in merito.
 La vita è un mistero, ieri come oggi, questo è un dato altrettanto indubbio.
 Per collegare il fenomeno ufo in un suo contesto, considerando le premesse stabilite
 in tutta la valutazione sulla realtà, l’energia, l’origine e la vita, bisogna quindi entrare
 in una nuova ottica che apre una finestra si un modo totalmente nuovo di vedere la
 vita.
 Un principio di partenza importante è la semplice valutazione che la vita è un
 fenomeno sostanziale dell’universo in cui viviamo. Quest’affermazione può sembrare
 ovvia, ma diventa consistente su come si vuole considerare la vita in termini di
 contesto universale. Per anni, ed ancora oggi uno dei centri della discordia tra
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 spiritualisti e materialisti, è stato appunto definire la vita una predestinazione
 universale o piuttosto un fenomeno casuale che poteva esistere o meno e che deve
 alla pura casualità o ad uno “scherzo chimico” la sua esistenza.
 La valutazione che intendo sottoporre in esame prescinde da queste valutazioni,
 giacché qualunque cosa esiste nell’universo è perché lo stessa realtà in cui viviamo è
 fatta in un determinato modo che per noi può essere più o meno conosciuto. Le stelle
 esistono, come le galassie e tutti gli stati materiali che ci sono noti, ogni cosa esiste
 perché l’universo ha le sue dinamiche perché gli atomi e le energie in gioco
 consentono questo fattore di esistenza, la vita egualmente per quanto può apparire
 diversa sia nella propria struttura e funzionalità organica, sia per il proprio contenuto
 di mente, intelligenza e tutte quegli aspetti che la diversificano maggiormente dal
 resto delle cose che possiamo osservare in cielo e in terra, implica comunque che tale
 fenomeno è parte di un contenuto essenziale dell’universo. Qualcuno può chiedersi:
 allora perché questi dubbi e questi contrasti idealistici in merito all’esistenza della
 vita? La risposta è che semplicemente ad oggi nessuno ha saputo spiegare in misura
 scientifica e rigorosa il fenomeno della vita, la sua nascita ed evoluzione, ed anche
 perché fino ad oggi non vi è stata alcuna prova scientifica determinante tale da
 rilevare risposte in merito ad altri mondi come la terra abitati da esseri viventi. Queste
 considerazioni dovrebbero essere considerate nella giusta misura.
 Che possa formarsi un organismo biologico vivente, ed anche pensante e cosciente
 almeno come appare ovunque intorno a noi, è indubbiamente una potenzialità in atto
 nell’universo, a prescindere da ogni collisione culturale noi siamo qui. In correlazione
 a questo argomento rapportandoci al fenomeno degli Ufo, la prima associazione
 ideale è quella di pensare ad esseri biologici in modo analogo a come siamo portati ad
 associare alla vita in questo mondo. E’questa considerazione che sebbene non
 escludibile, va indubbiamente ampliata.
 Pensare a delle forme viventi organiche analoghe seppur diverse da quella umana,
 quindi ad abitanti di altri mondi o civiltà evolute e tecnologicamente avanzate,
 seguendo ad una stretta analogia in senso futuristico di quanto conosciamo nel nostro
 mondo umano, può portare indubbiamente ad un ipotesi ma allo stesso tempo anche
 fuori strada. E’ uno degli errori più rilevanti procedere esclusivamente per analogia
 con il modus operandi della nostra civiltà. Cos’è che può cambiare profondamente
 questa considerazione? Il punto centrale della nuova valutazione del fenomeno
 ufologico, il viaggio oltre la dimensione e l’abbattimento della barriera spazio
 temporale, è in questi nodi essenziali che è necessario discostarsi dalla visione più
 semplicista e rudimentale della fenomenologia.
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 L’intelligenza e la qualità di essere dei viventi che si cela dietro il fenomeno degli
 oggetti volanti non identificati, implica una vita con un altro stato di esistenza, di
 un'altra dimensione, oltre lo spazio e oltre il tempo.
 E’ su questi presupposti, sebbene può sembrare un approccio troppo prematuro per i
 nostri tempi e conoscenze attuali, che il fenomeno ufo ci apre una nuova finestra
 sull’universo, sulla vita e sulla realtà.
 Spostarsi nello spazio e nel tempo, implica delle qualità di esseri viventi del tutto
 diverse da quelle a noi note, in questo aspetto si evidenzia come la nostra
 correlazione con lo stato di civiltà tecnologicamente avanzata può essere del tutto
 inappropriato. Considerare una forma vivente, che mostra delle peculiarità manifeste
 nella quasi totalità delle fenomenologie correlate agli ufo, in modo analogo ad una
 forma vivente biologica con una tecnologia avanzata può essere totalmente fuorviante
 e può portare nondimeno a tutte quelle speculazioni legate a cospirazioni presunte
 perpetrate a detta di molti nei confronti del genere umano.
 Un piccolo salto indietro può farci comprendere alcuni aspetti basilari. La materia
 secondo una visione nuova e in pieno corso d’opera, non è ciò a cui siamo abituati a
 pensare, la materia in senso di sostanza, peso, consistenza ed altro, è uno stato di
 energia, la base atomica di ogni sostanza materiale che possiamo vedere in alto come
 in basso qui sulla terra corrisponde ad uno stato atomico preciso, dettato nondimeno
 da una precisa dinamica della medesima e univoca energia fondamentale che
 possiede un proprio stato mutevole atto a far si che vi siano diverse condizioni tali da
 rendere forme, strutture, fenomeni etc… In tal senso per rendere un esempio molto
 semplice che avvicina anche lontanamente questo concetto, si può pensare al classico
 gioco delle costruzioni, abbiamo molteplici pezzi praticamente identici, eppure
 accozzandoli insieme possiamo dar luogo a diverse forme, eppure è sempre una
 diversa distribuzione degli stessi identici pezzi. Allo stesso modo l’energia
 fondamentale da luogo a tutto ciò che vediamo compresi noi stessi. La domanda è
 conosciamo tutte le potenzialità di questa energia? Assolutamente no e la certezza per
 questa risposta la concede il fatto che noi possediamo delle qualità intrinseche che
 non sono enunciabili in senso fisico rigoroso.
 La fisica ci aiuta a determinare delle dinamiche e delle qualità intrinseche della
 materia, unitamente alla fisica e nella fattispecie alla biologia che appunto si occupa
 della materia biologica. Noi siamo atomi, molecole, ed il nostro corpo fisico è quindi
 materia soggetta a dinamiche chimiche e fisiche, ma ciononostante ci differenziamo
 su altre forme materiali che definiamo “non viventi”. Abbiamo un cervello, che
 implica delle qualità mentali, le quali coinvolgono tantissimi altri aspetti, queste
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 fenomenologie che sono insite nel nostro essere dei viventi, non sono aspetti ancora
 oggi del tutto chiari, ma è altresì evidente come la medesima energia costituisce noi
 stessi come qualunque altra cosa nell’universo, come ad esempio stelle e pianeti, gli
 elementi stessi che costituiscono il nostro corpo sono i medesimi che abbondano in
 tutto l’universo, quindi ci poniamo in un preciso contesto materiale. E’ proprio tutto
 l’universo mentale e del nostro stesso pensiero che costituisce un anello mancante
 fondamentale atto a comprendere l’energia dell’universo, o meglio l’energia
 fondamentale del tutto che ha una precisa manifestazione nell’universo in cui
 viviamo.
 Ciò implica considerando l’universo nella sua totalità, che persino le nostre stesse
 qualità mentali comuni a noi come agli altri viventi, siano in fondo un contenuto
 essenziale della medesima energia fondamentale. E’ questo aspetto che sconvolge
 interamente il quadro della valutazione.
 Parlare quindi di vita con tutte le qualità ad essa associate, implica essenzialmente
 definire un qualcosa di contenuto in termini di qualità al pari di qualsiasi altra cosa
 osservabile nella realtà, nella stessa energia di origine, quindi tutto ciò che vediamo è
 una differenziazione di una stessa identica natura energetica fondamentale, vita
 compresa.
 Il punto fondamentale da chiarire è indubbiamente l’associazione che intercorre tra,
 vita in termini di qualità e il corpo biologico in senso di sostanza. L’unico parametro
 razionale riguarda ciò che possiamo sperimentare dal nostro punto di vista, che il
 corpo biologico sia una qualità essenziale per essere appunto dei viventi. Ogni forma
 di vita è tale perché si differenzia sul proprio status biologico rispetto ad altre, in un
 certo senso quindi “essere vivi” implica necessariamente la qualità di “essere dei
 corpi biologici”, ma questo pone un limite importante in termini di spazio e tempo,
 giacché gran parte del segreto ultimo della materia è insito proprio nel rapporto che
 intercorre tra la struttura biologica e la propria qualità di essere “viva”.
 Bisogna essere coscienti del fatto che le nostre conoscenze attuali sono ancora molto
 lontane dalla comprensione di tale rapporto, racchiuso in tutto ciò che è insito in
 qualità di vita, intelligenza, mente, pensiero, coscienza. Tutte queste qualità, almeno
 sotto il nostro stato di energia, possiedono una forte correlazione, questo vuol dire
 che tutte le qualità dell’essere vivi sotto la prospettiva a noi nota permangono fin
 quando il nostro corpo biologico possiede un certo stato, specifiche dinamiche, che
 contraddistinguono l’essere vivi da non esserlo. Tanto per semplificare, un danno
 irreparabile al corpo biologico produce la morte e quindi la perdita del corpo
 biologico di essere vivo, ma è proprio in questa fase che si chiude tutto il mistero
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 della vita. Ciò perché esiste un certo principio di relatività che intercorre tra la nostra
 osservazione e l’osservato.
 Questo principio somiglia molto a quello enunciato da Einstein per altri scopi di
 indagine fisica, ma in un certo senso esso è profondamente importante ad ogni
 latitudine della conoscenza. L’osservatore e l’osservato sono due enti che concorrono
 sempre e comunque alla nostra idea (in qualità di osservatori) sull’osservato.
 Per essere più preciso la nostra opinione, idea o persino teoria riguardo un
 determinato aspetto della realtà è sempre e comunque condizionata da questo fattore
 determinante, ossia che noi siamo sempre degli osservatori e in certa misura la nostra
 idea si formula su aspetti osservabili e rilevabili, ma tuttavia nostro malgrado
 abbiamo informazioni solo esclusivamente da ciò che possiamo osservare e da
 null’altro. Il problema principale sulla nostra osservazione di vita e morte risiede
 proprio in questo dualismo di fondo, l’osservato in tal caso è il corpo biologico e dal
 nostro punto di vista osservativo noi rileviamo che esso perde la sua qualità di essere
 vivo, in tal senso siamo di fronte ad un dilemma di enorme importanza cultuale, non
 solo scientifico: le qualità di essere vivo, o comunque la vita stessa che era nello
 status biologico continua a persistere dopo la morte oppure cessa di essere tale con la
 fine stessa della propria struttura materiale? E’ questa domanda la chiave di volta e
 allo stesso tempo l’enigma fondamentale della vita, giacché implica l’accettazione o
 meno di uno stato di vita diverso, ossia una vita cosciente che va al di là della propria
 struttura biologica, la quale continua a persistere ad un livello di vita diverso.
 In questa fase si può ben comprendere quanto il fenomeno ufo sia vasto nella sua
 portata, dato che si va ad oltrepassare un confine della conoscenza che non deve
 rimanere ghettizzato oppure manipolato ancora per offrire versioni contrastanti, ma
 piuttosto va affrontato nella sua complessità e interezza.
 Se affrontiamo la discussione di molti elementi con la nostra conoscenza standard,
 noi dobbiamo bloccarci a questo punto, gran parte del mondo accademico più
 razionalista si blocca su due estremi a mio avviso sostanziali, l’origine del tutto e la
 morte, questi due punti portano gran parte dei razionalisti ad essere convinti, fin
 troppo in fretta a liquidare due aspetti con delle risposte precise: non c’è vita oltre la
 morte e la materia e quindi l’universo sono nati dal nulla. In tal caso per nulla si
 intende per un vuoto assoluto privo dell’esistenza di qualsiasi cosa, mentre per
 “morte” si intende fine assoluta dell’esistenza con la morte del corpo biologico. E’
 chiaro che almeno criticando filosoficamente questo atteggiamento, nonostante oggi
 dobbiamo scoprire razionalmente molti aspetti della natura fisica del mondo, è
 verosimile che la conoscenza permarrà per lungo tempo in uno stato stagnante.
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 Spostandoci su altri orizzonti invece si possono valutare tantissimi aspetti correlati,
 in primo luogo non comprendere: vita e morte, origine dell’universo, diverse
 dimensioni dell’esistenza, pone un limite essenziale anche alla comprensione del
 fenomeno ufo, ed è questo uno dei motivi maggiori per i quali esiste un’enorme
 confusione in merito all’accettazione di tale fenomenologia. Spesso oscilla
 nell’incredulità per l’assenza totale di una spiegazione e ugualmente per la mancanza
 basilare di una conoscenza in merito ad altre possibilità della natura.
 La domanda secondo cui: la vita è un fenomeno fuso nelle stesse leggi naturali
 oppure è una condizione che esige l’esistenza di un corpo biologico? Ci proietta
 direttamente nel cuore del problema.
 E’ sorprendente considerare le molteplici potenzialità in atto nella natura di tutto
 l’universo in un semplice e singolo istante, la realtà in cui viviamo è una
 formulazione di possibilità diverse in miliardi e miliardi di varianti di un'unica
 dinamica fondamentale: gli atomi e l’energia fondamentale che compone tutte le
 particelle. Nessuno sa il perché tale struttura, più precisamente la domanda non
 dovrebbe porsi, in quanto non è contemplata nell’intero quadro della scienza per la
 spiegazione della natura, eppure il fondamentale, l’energia primigenia in molteplici
 variazioni ha prodotto tutto questo, compresi noi stessi, c’è quindi da chiedersi dov’è
 lo schema originario? Già perché esiste uno schema, ed è insito proprio nel fatto che
 cariche uguali si attraggono, cariche opposte si respingono, i quanti sono unità
 fondamentali di energia e proprio per il fatto che l’energia fondamentale è
 quantizzata dà luogo a strutture atomiche, tempo, spazio, quindi a molecole, alla
 chimica e alla dinamica fisica del mondo. Tutto è implicato in quel punto
 fondamentale di origine del Big Bang, così come tutto compresa la vita è insito
 nell’energia fondamentale dell’universo. Occorre chiedersi ancora se la vita è una
 qualità insita nell’universo oppure accidentalmente è venuta fuori per caso in uno
 scherzo chimico molecolare? Bisogna attendersi maggiormente che noi possediamo
 uno stato di vita, che non è l’unico, che è transitorio nel tempo espresso nei
 mutamenti dell’universo in cui viviamo, almeno come la realtà stessa in cui esistiamo
 non è l’unico potenziale stato di energia esistente.
 In questi termini la vita potrebbe esistere anche oltre il proprio schema biologico, ed
 è proprio questo aspetto che implica la possibilità di forme viventi come le stesse
 manifestazioni del fenomeno ufo esprimono possano agevolmente spostarsi nello
 spazio tempo, non è una questione tecnologica di apparati in atto a potersi spostare
 nello spazio tempo, ma è piuttosto uno stato di esistenza che va oltre la struttura
 materiale che permette una tale evoluzione.
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 Si potrebbe pensare che con questa analisi si è proceduto fin troppo oltre, ma è
 anch’esso un giudizio piuttosto relativo. Un'altra risposta al fatto che la stessa
 struttura materiale implica un vincolo allo spostamento nello spazio tempo è
 contraddistinta persino in teorie sviluppate nel settore della fisica atomica. Spostare
 una particella o sperimentare la comunicazione di due particelle in tempi istantanei, è
 in linea di principio possibile, nonché si è dimostrato anche sperimentalmente.
 Diversamente tanto più la struttura materiale diventa più complessa quanto più
 impossibile è trasportare un corpo materiale da un punto all’altro. Il teletrasporto così
 è chiamata questa nuova fenomenologia nonché possibile (almeno in linea teorica)
 tecnologia, implica dei vincoli fondamentali, teletrasportare un qualsiasi corpo
 materiale complesso da un punto all’altro dello spazio, implicherebbe in linea di
 principio una distruzione stessa della propria struttura ed una presunta ricostruzione
 nel punto diverso dello spazio al quale è destinata. Per tale motivo ci sono seri dubbi
 sulla possibilità che una forma vivente biologica allo stato attuale delle conoscenze
 possa essere trasportata agevolmente da un punto all’altro, non solo un altro problema
 determinante è insito nell’informazione contenuta nella struttura. Una particella
 elementare ha un contenuto di informazione minimo, una struttura qualsiasi di un
 oggetto su scala di grandezza quotidiana possiede un contenuto di informazione
 enorme e impensabile, un organismo umano ha un contenuto di informazione
 sconvolgente e incalcolabile per qualunque computer mai costruito.
 Con ciò non si vuole negare una possibile quanto mai futura applicazione
 tecnologica umana, ma pone in seria considerazione che il concetto di
 “vivente”debba essere spostato su scale diverse, in particolar modo riguardo il
 fenomeno ufo.
 La conclusione implica che gli ufo sono la manifestazione di un intelligenza vivente
 che si colloca in uno stato di energia diverso rispetto a quella umana, quindi di una
 realtà diversa da quella in cui viviamo. Per far comprendere il più possibile questa
 considerazione, utilizzo spesso un concetto espresso dal più celebre astronomo del
 secolo scorso, Sir Fred Hoyle. Immaginiamo un evoluzione continua e infinita di
 qualsiasi forma vivente, essa acquisirebbe sempre maggiori proprietà non solo sul
 punto di vista organico del proprio corpo fisico, ma anche mentali, fino al punto che
 essa arriverebbe a fondersi con la stessa energia universale, essa finirebbe per
 diventare la realtà stessa e le leggi che ne dominano le strutture.
 Questa celebre disquisizione di Hoyle, è stata dai più considerata sempre a livello
 fantascientifico, nonostante la sua fama di astronomo e cosmologo, spesso Hoyle è
 stato criticato dai suoi contemporanei per le sue idee contro corrente, eppure c’è da
 dire che riguardando le sue disquisizioni teoriche, lontane di decenni, esse erano
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 molto in avanti coi tempi, stanno trovando maggior supporto oggi con le nuove
 scoperte in campo cosmologico che in passato.
 Naturalmente citare Hoyle è stato al solo scopo di chiarire l’aspetto di un livello di
 vita diverso, ma la stessa evoluzione che la vita ha espresso nella sua lunga fase
 evolutiva sulla Terra ci induce a pensare che essa possiede qualità molto diverse. Un
 occhiata a tutte le specie ci fa capire oltre alla diversità e varietà con cui la vita si può
 esprimere in uno stesso contesto (figuriamoci nell’ambito di molteplici realtà) come
 quello che abbiamo qui sulla Terra, ma anche come sia potente il suo potenziale
 evolutivo, che impone comunque e sempre i suoi dettami di sopravvivenza ed
 equilibrio. Immaginare un futuro lontano non è poi tanto dissimile dal vederlo
 considerando la nostra condizione attuale. Abbiamo la necessità di sopravvivere in
 equilibrio con le leggi della natura, a tutti è noto il disequilibrio cosa produce, quindi
 sopravvivere, acquisendo sempre maggiori proprietà mentali, in una freccia evolutiva
 continua e senza limiti di tempo pone lo stesso nostro stato di esistenza al
 superamento di limiti inimmaginabili. La vita arriverebbe a fondersi con la stessa
 realtà o molteplici potenziali realtà.
 E’ in questi termini che si esprime il fenomeno ufo, considerando anche che essere
 parte integrante di un energia, spostarsi nello spazio tempo, implica essenzialmente
 governare lo stato stesso della materia, è su questi termini che si esprime tutta la
 potenzialità del fenomeno.
 
 
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