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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 07/03/2015, 21:23 
stanno facendo proprio una bella propaganda, vogliono instillare nella gente una idea. Dopo qualche giorno di tam tam caronia divneterà: ahhh si quei 2 tizi che appiccavano gli incendi...

Che ci sono state fior fior di indagini di alto profilo scientifico cadute nel nulla non lo si dice però... Bigottismo allo stato puro.



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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 08/03/2015, 08:47 
shighella ha scritto:
nokkiero ha scritto:
Tutto questo ha un nome ben preciso, si chiama VERITA' DISTORTA e va in onda ogni giorno all'ora di pranzo e di cena nei telegiornali di stato o a pagamento, non importa quale sia la notizia, essa viene scientificamente distorta a uso e consumo di chi comanda in questo paese e nel mondo.La gente ascolta i notiziari ed è come narcotizzata: "hai visto che a Caronia erano quei due imbecilli mafiosi? Dai cambia canale che ora inizia la Carrà".


Stasera a "Che Tempo Che Fa" hanno parlato del figlio del presidente del comitato incendi ..e bravo Fazio ormai completamente chino ad angolo retto al servizio della verità distorta. [:294]

Che schifo......



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 08/03/2015, 08:50 
Riportiamo in vista questo post va.... così pareggiamo i conti con questa DISINFORMAZIONE DILAGANTE.

Angel_ ha scritto:
Cita:
tommaso ha scritto:

Straordinaria la testimonianza di clarbruno vedruccio che forse pochi conoscono ma che è una personalità nel campo della fisica e dell'ingegneria elettronica di livello mondiale.
Praticamente quando parla di "bestialità" nell'affermare che potenze straniere utilizzino lo scacchiere del basso tirreno per testare le proprie armi(esponendone anche i motivi) conferma che la matrice tecnologica dei fenomeni di caronia sia esogena.Come dire...se non è zuppa è panbagnato...

«Chi ha colpito ha smesso di farlo appena abbiamo posizionato le apparecchiature di controllo», conferma Vedruccio. «Ma grazie ai rilievi sulle bruciature di cavi e suppellettili abbiamo tracciato con un geometra le linee di convergenza. Le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta come la luce ed è quindi possibile fare una specie di perizia balistica». Il rapporto del Gruppo interistituzionale parla infatti di un “punto di origine” dei fenomeni che dovrebbe trovarsi in una direttrice che da nord-nordovest va in direzione sud-sudest. Alle Eolie?



«Qui entriamo in discorsi molto riservati. Posso dire che si trattava di radiazioni ben focalizzate», spiega Vedruccio. «Noi sappiamo che genere di radiazioni erano e sappiamo che erano direzionate».
Cioè mirate?
«Sì, mirate. Ma non credo che chi operava questo sistema volesse fare del male alla gente. Piuttosto, le case sembrano essere state colpite in maniera selettiva, quando la gente era in altre stanze. L’indagine ha evidenziato che il punto di origine era in mare a qualche metro dalla superficie, ma quando siamo andati là, non c’era niente». Un sommergibile?
«Ne dubito. Per irradiare quell’energia a quella distanza ci vorrebbero gigawatt di energia, non kilowatt».
Si possono fare altre ipotesi.
«Ma invece di fare ipotesi, perché non vi basate sui fatti? Le foto a quegli oggetti volanti sono i fatti. Fare altre congetture in base a fatti così può essere scomodo. Io non lo posso fare, ho famiglia... Le dico solo che nessuno stato autorizzerebbe esperimenti sui civili e fuori dai poligoni, perché farlo significherebbe rivelare che si è in possesso di una tecnologia più avanzata di qualche centinaio d’anni rispetto a oggi».
Si tratta allora di un messaggio?
«Era un messaggio sì, un mostrare i muscoli, forse più che una cosa incidentale».
Ma un messaggio di chi?
«Allora le dico questo: se lei potesse sapere di che cosa si tratta, non sarebbe autorizzato a parlarne. Qualsiasi ipotesi lei faccia non potrà mai combaciare con la realtà. Chiaro?».
Non del tutto, ma comincio a capire che sarei tenuto, ufficialmente, a non capire, giusto?
«Ecco. Insomma, lei ha visto le immagini dei fenomeni di Canneto sui giornali e in televisione, no?... Quell’elicottero della Protezione civile che ha avuto danni ai rotori, ricorda?...

In alcune foto appare un oggetto simile a un posacenere rovesciato che segue quell’elicottero. Non le so dire di che cosa si trattasse, di sicuro seguiva l’elicottero che poi ha avuto dei problemi. Secondo me, l’intento era puramente dimostrativo». Non è collegabile al progetto Aurora di Haarp ( lo High-frequency Active Auroral Research Program, gestito dal Dipartimento della Difesa americano e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari”, ndr), capace di modificare il perimetro della ionosfera, come si dice, per creare un potente raggio laser di onde elettromagnetiche?
«Haarp non ha niente a che vedere con quello che abbiamo osservato. C’è un’abissale ignoranza in questo campo. È piuttosto diffuso un certo atteggiamento new age di complottisti che vedono di tutto, dagli gnomi agli omini verdi al diavolo».
Lei però mi parla di tecnologie avanti di centinaia di anni...
«Le dirò così, allora: se si trattasse di omini verdi lei crede che uno che è nelle istituzioni potrebbe confermarlo? Potrebbe solo riderci sopra, giusto?».
Giusto.
«Allora io ci rido sopra: ah ah ah. Magari è stata Campanellino. Abbia pazienza, la realtà è ciò che è stato visto e fotografato e anche altre foto e immagini e materiale che voi non vedrete mai. Molto è uscito perché le autorità hanno cercato di attenuare la paura che si trattasse di militari che facevano esperimenti sulle popolazioni. Quei fenomeni straordinari meritavano di insegnarci delle cose importanti. Invece abbiamo preso solo le briciole. Ci si sarebbe dovuti attivare seriamente e non in modo scientifico-universitario, ma scientifico, industriale e militare, chiaro?».
Insomma, potevamo ricevere un messaggio dagli alieni...
«Era una bella occasione per imparare molte cose sull’elettromagnetismo. Qualcosa abbiamo capito, qualcosa no. Peccato».
Fonte:http://mag.wired.it/rivista/storie/caronia-experiment.html?page=4#content

Per la miseria...questa intervista a Vedruccio me l'ero persa...più chiaro di così non poteva essere...[8D]



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 08/03/2015, 09:06 
Thethirdeye ha scritto:
Riportiamo in vista questo post va.... così pareggiamo i conti con questa DISINFORMAZIONE DILAGANTE.


I pezzi più interessanti sono a pagina 5 e 6...



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 08/03/2015, 09:15 
Angel_ ha scritto:
Thethirdeye ha scritto:
Riportiamo in vista questo post va.... così pareggiamo i conti con questa DISINFORMAZIONE DILAGANTE.


I pezzi più interessanti sono a pagina 5 e 6...

Riportiamoli a galla, caro Angel..... male non fa...
soprattutto ai nuovi utenti....... [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 08/03/2015, 09:35 
Ok, per fortuna c'è un sito che fece il copia incolla per intero dell'articolo di Pizzati...basta leggere questo e si capisce tutto...

Cita:
Caronia: un reportage rivela che...
È sabato. Mi ha chiesto lui di venire sabato, perché durante la settimana lavora nella sua società d’assicurazioni. Così potrà parlarmi con calma degli strani fenomeni che continuano a colpire casa sua e quelle dei suoi familiari a Canneto.


Chiamo di nuovo il cellulare, ma squilla a vuoto. Mi avvio in auto verso Canneto, frazione di Caronia, provincia di Messina. Sulla costiera in fiore, chiazze viola e gialle sfumano a destra, mentre sulla spiaggia a sinistra vedo pescherecci bianchi e azzurri incorniciati da un trenino che passa a pochi metri dal mare. Così brillante e vivace, è uno strano luogo per un incantesimo extraterrestre.

Salgo lungo la statale 113 verso Caronia. La strada si stringe. Proseguo a piedi nei vicoli stretti che portano al castello. Chiamo di nuovo: squilli nel vuoto. Dalla collina, alta sul Tirreno, guardo laggiù verso Canneto e immagino che Nino Pezzino, come ogni fine settimana, sia al lavoro nei campi attorno al “paesino degli incendi”, ultimo nella lunga serie di Misteri d’Italia senza risposta: tra il 2004 e il 2005 sono scoppiati 180 roghi spontanei dentro e fuori le abitazioni anche con la rete elettrica staccata. E poi: navigatori satellitari fusi, pen drive e memorie dei computer smagnetizzate, cellulari impazziti, migliaia di cozze spiaggiate, una bacinella di benzina di cui brucia la plastica ma non il carburante, melanzane che crescono con ignote striature tigrate e cespugli anneriti fino alle radici per combustione interna...

Giro lo sguardo verso i boschi dove mille anni fa si rifugiarono i pochi scampati al massacro dei saraceni che rasero al suolo Calacte, la “bella spiaggia” fondata dal condottiero greco Ducezio nel 447 avanti Cristo “per volontà di un oracolo divino”. Dopo il massacro, i saraceni sul colle detto “del Fulmine” rifondarono Qaruniah, dove inizia l’antica Val Demone.

Il cellulare di Pezzino rimane spento fino a lunedì mattina. Strano, quest’uomo a suo tempo ha bloccato i binari, ha fermato la statale 113 e ha occupato per quattro notti il consiglio comunale di Caronia per attirare l’attenzione sui fenomeni da poltergeist e ora sembra scomparso, come risucchiato da un disco volante.

La sera mi siedo sulla spiaggia di ciottoli e guardo le nuvole alla ricerca di quegli anomali punti luminosi fotografati decine di volte su questi cieli e scruto la notte tirrenica per vedere se scorgo anch’io i globi di luce che molti testimoni hanno visto volare via dal profondo del mare. Ancora non so in quale labirinto di fenomeni e di ipotesi mi sto per addentrare: un noto fisico che tira in ballo gli alieni, un sensitivo che intuisce “entità” di antichi guerrieri, un chimico che ipotizza esperimenti su velivoli a propulsione elettromagnetica e un rappresentante delle istituzioni che pensa invece a potentissime armi strategiche che da decine di chilometri possono incendiare un piccolissimo filo elettrico.

Torno sulla terrazza della mia stanza d’albergo che, secondo la brochure, Danielle Mitterrand ha tappezzato di rame, e penso che forse questo metallo mi proteggerà dalle emissioni di picchi elettromagnetici che nel 2004 e 2005 a Canneto hanno causato lo stato d’emergenza e l’evacuazione a due riprese di decine di abitanti per più di otto mesi. Guardo ancora il grande cielo scuro e ripeto: «Ufo nostro che sei nei cieli, dacci oggi la nostra emozione quotidiana...». Il cielo non risponde, resta buio. E anche il mare. Meglio dormirci sopra. La mattina dopo Nino Pezzino risponde e fissiamo un appuntamento.


«L’impianto elettrico brucia»

Sulla spiaggia un vaccaro con un lungo tubo di gomma nera frusta sei mucche mentre un ragazzo fa capriole in mezzo a una partita di pallone. Prima di arrivare a casa Pezzino, vicino alla piscina dell’Hotel “Za’ Maria” osservo i resti del sistema di monitoraggio “acchiappa fenomeni” costato 250mila euro, ma bloccato da un problema politico-burocratico tra lo stato italiano e la regione Sicilia. Vedo la telecamera spenta che, come un fucile scarico, punta verso il “punto sorgente” in mare, da dove partivano i picchi elettromagnetici. A terra c’è un’antenna radar arrugginita, reperto storico d’un capitolo che sembra chiuso.

Di fronte alla casa di Nino Pezzino si sente solo il rumore di un grande televisore che arriva da una porta aperta. Finalmente si materializza l’uomo che sto aspettando da due giorni. Ci sediamo, e lui, semidisteso su un divano come un antico greco o un guerriero saraceno a riposo, comincia un monologo dalla cantilena siciliana che narra una storia imparata a memoria, ma che si capisce gli fa sempre male. «Inizia tutto a casa mia. Alla vigilia di Natale del 2003 sento un cattivo odore provenire dalle cassette dell’impianto elettrico. Il quadro è annerito e i fili bruciacchiati. Riparo io, ma l’episodio si ripete dopo poche ore. Sotto casa vive papà, che queste case le ha costruite nel ’60. Dico: “Papà, qui non va più l’impianto elettrico”. L’elettricista, visto che altri cavi si bruciano nei giorni successivi, rimpiazza tutti i fili della casa.

Siamo ormai ai primi di gennaio del 2004. I fili appena cambiati dall’elettricista prendono fuoco. Vengono sostituiti due boiler con i fili danneggiati, ma nel pomeriggio s’incendia la cassetta dell’impianto. I tecnici Enel misurano la tensione che è a 230. Gli incendi si propagano. Le guaine esterne si anneriscono e s’increspano finché prendono fuoco. È come se un’onda viaggiasse sulla guaina ma non sul rame, che si scalda, ma mai fino a bruciare, tanto che lo si può toccare. È come un virus: i più vicini a noi cominciano a vedere gli stessi fenomeni in casa loro, poi vengono colpite le case più lontane. L’Enel disalimenta l’area e lascia un mezzo gruppo elettrogeno. Sei giorni senza fenomeni, poi delle urla: “Aiuto! Aiuto!”. Sta andando a fuoco l’apparato dei contatori e citofoni, si scioglie un intero sgabuzzino. Viene sospeso anche il mezzo gruppo elettrogeno, ma prende fuoco tutto anche da spento: le prese elettriche, gli abatjour, i lampadari».

A passi lenti si avvicina papà Giuseppe reggendosi a un lungo bastone. Arriva anche la madre, che in quel 2004 vomitò «mezzo secchio di sangue», e ci offre una granita di caffè. «Eliminato il sistema elettrico, comincia a prendere fuoco tutto ciò che è metallico. Il materasso con le molle, le poltrone: il metallo non diventa né incandescente né troppo caldo mentre la parte di stoffa o di plastica brucia. All’Enel escludono ogni responsabilità e ipotizzano test effettuati dalle Ferrovie. Gli episodi continuano a verificarsi fino al 9 febbraio 2004, quando, nonostante i Vigili del fuoco siano qui ventiquattr’ore al giorno, brucia una casa utilizzata da mia cugina come deposito di mobili e vestiti. Ci fanno evacuare e chiamano il Cnr. Arrivano studiosi e scienziati da tutta Italia.

Ora, invece di verificarsi dentro le case, i fenomeni cominciano all’aperto. Le automobili si aprono e si chiudono da sole. I meccanismi in metallo e plastica si fondono dentro le portiere. Nella mia auto si fora anche il blocco in plastica del Gps, fenomeno – mi spiegano i Ris di Messina – che accade solo a 1000 gradi. Per tre volte si rompe il vetro laterale al posto di guida della mia Lancia Dedra 2000. Sento solo l’implosione, perché tutti i frammenti di vetro cadono dentro l’auto e non fuori.

Tra giugno e ottobre gli esperti lavorano sulle case, ma non ci sono più fenomeni. A ottobre 2004, al rientro dopo la lunga evacuazione, troviamo le abitazioni allagate e nei flessibili dell’acqua scoviamo dei piccolissimi fori. I tubi si bucano e noi li sostituiamo, ma continuano a bucarsi anche dopo che viene sospesa l’erogazione dell’acqua. Si parla allora di campo magnetico.

Meno male che la prima sera del nostro rientro non andiamo a dormire in casa, perché accade un altro episodio alle tre di notte mentre siamo seduti qui fuori in veranda. Sentiamo un forte rumore di vetri rotti seguito da un botto. Il maresciallo che veglia con noi si alza di scatto e in casa vediamo una nube tossica. Nel bagno una specchiera con il rivestimento in plastica ha preso fuoco facendo cadere nel lavandino tutte le boccette di profumo appoggiate alla mensola. Intanto si verificano altri incendi, così veniamo di nuovo fatti evacuare dall’ottobre 2004 al giugno 2005».

Il governo nomina un Gruppo interistituzionale che studi i fenomeni: ne fanno parte molte università, il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e addirittura, udite udite, il ministero delle Comunicazioni, la Marina e l’Aeronautica militare. Coordinatore è un sismologo siciliano, il professor Francesco Venerando.

Nino Pezzino riprende a raccontare: «I fenomeni continuano, ma a giugno la Protezione civile, passata alla regione, ci dice: “Non siamo più nelle condizioni di pagarvi l’albergo”. Sono trascorsi quattro anni, ma grazie a qualche imbecille che ha tirato in ballo gli Ufo, ancora non sappiamo perché è accaduto tutto questo. Ora le case sono tutte munite di sensori reattivi al fumo e a forti picchi magnetici, che suonano dalle quattro alle cinque volte a settimana, spesso nel cuore della notte. Tu ti alzi, controlli che non ci siano incendi e torni a dormire. Prima segnalavamo tutto alla questura, ma ora non lo facciamo più perché non vale il costo della telefonata. La sa la verità? Non c’è la voglia che emerga la verità su queste cose. C’è il segreto di stato».

Ne è sicuro? Come può dirlo? Pezzino mi guarda fisso, abbassa la voce e quasi giura: «Stia sicuro, glielo dico io: c’è il segreto di stato. Non uscirà nulla di diverso da quanto è già uscito. Me l’ha detto uno scienziato militare che mi ha anche mostrato il tesserino dei servizi segreti della Marina italiana. Io ero in Marina, so riconoscere i documenti di questo tipo».

Ufo nostro che sei nei cieli

Lo scienziato di cui parla Pezzino è Clarbruno Vedruccio, fisico della Galileo Avionica, capitano di fregata (tenente colonnello della Marina militare) in virtù della “legge Marconi”, ricercatore sui campi elettromagnetici per la Protezione civile e per il Gruppo interistituzionale. Qualche giorno dopo l’incontro con Pezzino, ho parlato con Vedruccio mentre era a Bologna. Vedruccio ha acquisito notorietà anche grazie all’invenzione del Trimprob, apparecchio di diagnosi medica che utilizza i segnali elettromagnetici. La sua spiegazione è questa: «Canneto è stata colpita da un fascio elettromagnetico a impulsi con un alto potenziale che viaggiava sul mare per effetto condotto a un’altezza compresa tra la superficie e i dieci o dodici metri».

Nino Pezzino nel lungo pomeriggio sulla veranda in riva al mare aveva parlato della proposta di costruire una rete alta tre metri per fermare questo fascio elettromagnetico. «Sì, era una mia idea, ma non è stata più applicata perché, appena installati gli apparecchi, si sono interrotti gli incendi. Questo fa sospettare fortemente la natura artificiale del fenomeno». L’ipotesi trova conferma in un documento del Gruppo interistituzionale, che spiega come siano sorti «interrogativi spontanei sulla possibilità che alla base di questi fenomeni possano esserci applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo i sistemi d’arma cosiddetti a energia diretta». Da un fascicolo riservato consegnato a Palazzo Chigi trapelano queste parole: «Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo». «Qui è come se ci vedono e ci sentono», aveva detto infatti Pezzino osservando che, dopo essere entrato con altre persone in una stanza e aver notato che era stata risparmiata, questa aveva preso fuoco poco dopo.

«Chi ha colpito ha smesso di farlo appena abbiamo posizionato le apparecchiature di controllo», conferma Vedruccio. «Ma grazie ai rilievi sulle bruciature di cavi e suppellettili abbiamo tracciato con un geometra le linee di convergenza. Le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta come la luce ed è quindi possibile fare una specie di perizia balistica». Il rapporto del Gruppo interistituzionale parla infatti di un “punto di origine” dei fenomeni che dovrebbe trovarsi in una direttrice che da nord-nordovest va in direzione sud-sudest. Alle Eolie?

«Qui entriamo in discorsi molto riservati. Posso dire che si trattava di radiazioni ben focalizzate», spiega Vedruccio. «Noi sappiamo che genere di radiazioni erano e sappiamo che erano direzionate».
Cioè mirate?
«Sì, mirate. Ma non credo che chi operava questo sistema volesse fare del male alla gente. Piuttosto, le case sembrano essere state colpite in maniera selettiva, quando la gente era in altre stanze. L’indagine ha evidenziato che il punto di origine era in mare a qualche metro dalla superficie, ma quando siamo andati là, non c’era niente». Un sommergibile?
«Ne dubito. Per irradiare quell’energia a quella distanza ci vorrebbero gigawatt di energia, non kilowatt».
Si possono fare altre ipotesi.
«Ma invece di fare ipotesi, perché non vi basate sui fatti? Le foto a quegli oggetti volanti sono i fatti. Fare altre congetture in base a fatti così può essere scomodo. Io non lo posso fare, ho famiglia... Le dico solo che nessuno stato autorizzerebbe esperimenti sui civili e fuori dai poligoni, perché farlo significherebbe rivelare che si è in possesso di una tecnologia più avanzata di qualche centinaio d’anni rispetto a oggi».
Si tratta allora di un messaggio?
«Era un messaggio sì, un mostrare i muscoli, forse più che una cosa incidentale».
Ma un messaggio di chi?
«Allora le dico questo: se lei potesse sapere di che cosa si tratta, non sarebbe autorizzato a parlarne. Qualsiasi ipotesi lei faccia non potrà mai combaciare con la realtà. Chiaro?».
Non del tutto, ma comincio a capire che sarei tenuto, ufficialmente, a non capire, giusto?
«Ecco. Insomma, lei ha visto le immagini dei fenomeni di Canneto sui giornali e in televisione, no?... Quell’elicottero della Protezione civile che ha avuto danni ai rotori, ricorda?... In alcune foto appare un oggetto simile a un posacenere rovesciato che segue quell’elicottero. Non le so dire di che cosa si trattasse, di sicuro seguiva l’elicottero che poi ha avuto dei problemi. Secondo me, l’intento era puramente dimostrativo». Non è collegabile al progetto Aurora di Haarp (lo High-frequency Active Auroral Research Program, gestito dal Dipartimento della Difesa americano e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari”, ndr.), capace di modificare il perimetro della ionosfera, come si dice, per creare un potente raggio laser di onde elettromagnetiche?
«Haarp non ha niente a che vedere con quello che abbiamo osservato. C’è un’abissale ignoranza in questo campo. È piuttosto diffuso un certo atteggiamento new age di complottisti che vedono di tutto, dagli gnomi agli omini verdi al diavolo».
Lei però mi parla di tecnologie avanti di centinaia di anni...
«Le dirò così, allora: se si trattasse di omini verdi lei crede che uno che è nelle istituzioni potrebbe confermarlo? Potrebbe solo riderci sopra, giusto?».
Giusto.
«Allora io ci rido sopra: ah ah ah. Magari è stata Campanellino. Abbia pazienza, la realtà è ciò che è stato visto e fotografato e anche altre foto e immagini e materiale che voi non vedrete mai. Molto è uscito perché le autorità hanno cercato di attenuare la paura che si trattasse di militari che facevano esperimenti sulle popolazioni. Quei fenomeni straordinari meritavano di insegnarci delle cose importanti. Invece abbiamo preso solo le briciole. Ci si sarebbe dovuti attivare seriamente e non in modo scientifico-universitario, ma scientifico, industriale e militare, chiaro?».
Insomma, potevamo ricevere un messaggio dagli alieni...
«Era una bella occasione per imparare molte cose sull’elettromagnetismo. Qualcosa abbiamo capito, qualcosa no. Peccato».
Torniamo in quella veranda con Nino Pezzino, i suoi genitori, la sorella e i parenti . Tra Ufo e incendi, spesso ci si è dimenticati della salute di queste persone.

Un piccolo diavolo elettrico

«In quei mesi c’è stata una grande moria di animali», racconta Pezzino. «Cani, conigli e gatti a decine. Sempre nello stesso periodo, mio zio è morto e mia madre è stata ricoverata in ospedale perché rimetteva una quantità enorme di sangue. Una bimba che faticava a stare in piedi venne ricoverata e molti di noi accusarono calore a una mano, a una gamba e a diverse parti del corpo. Un carabiniere che stava sempre qui sentì una scossa elettrica nella sedia e andò a finire in ospedale. Ma i due bambini nati in quel periodo sono sani. C’era anche chi non ci dava la mano per paura di pigliare la scossa. Fino a poco fa, se andavo in un ufficio con problemi al computer, c’era sempre la battuta scherzosa sul diavoletto elettrico di cui parlò padre Amorth. Però non mi sentirei di escludere niente... Qualcuno ha detto che si tratta dello spirito maligno di una signora che è stata dilaniata da un treno». Padre Gabriele Amorth, presidente onorario dell’Associazione internazionale esorcisti, ha detto che qualcuno a Canneto può aver praticato magia bianca o nera, sedute spiritiche o riti satanici. «Se sta succedendo tutto questo, un motivo ci sarà. Potrebbe anche saltar fuori che qualcuno là si diverte con la magia, nera o bianca che sia, che è la porta d’ingresso preferita da Satana. Da qui all’arrivo del “nemico” il passo è brevissimo: un piccolo diavolo elettrico è stato chiamato a Canneto».

Quando ricordo queste frasi, interviene la madre di Pezzino, riferendosi all’esorcista del Vaticano che aveva offerto di intervenire: «E che ci veniva a fare quello, qua?». E Pezzino commenta: «Anche il Mago Otelma voleva 3000 euro per fare una danza». Ma poiché la scienza parla di Ufo e la procura di Mistretta ha prima indicato la responsabilità in una “mano umana” per poi archiviare il caso, invece di indagare sul “piromane ignoto” che sarebbe riuscito a far incendiare un materasso dal suo interno, ogni pista ormai è lecita. Consulto quindi un noto sensitivo, consulente di star della tv e a volte anche di investigatori per casi come quello di una bimba scomparsa, sempre in Sicilia. La mia è una scelta irrazionale, lo ammetto, ma come scriveva Arthur C. Clarke: «L’unico modo di scoprire i limiti del possibile è avventurarsi un poco oltre, nell’impossibile», no?

Jaspal è un cinquantenne dall’aspetto mite, lo sguardo dolce e la voce calma. «Macché Ufo! Purtroppo la spiegazione degli scienziati non è vicina alla verità», dice. «Qui si tratta di un collegamento con il campo magnetico terrestre. La verità è che questo è un luogo antichissimo. Il greco che l’ha fondato voleva conquistare l’intera Sicilia. Poi arrivarono i saraceni. E massacrarono tutti. Quindi è accaduto qualcosa di orribile. In un punto magnetico, un grande massacro. Quelle entità... le date non sono importanti per loro, perché non le conoscono. È uno spazio-tempo indefinito quello in cui si trovano, dove non c’è l’orologio. Le entità possono fare tutte le cose che abbiamo visto a Canneto... È una questione karmica: si è creata una disarmonia tra le persone e il luogo. Bisognava stare attenti al campo magnetico, nel 1960, quando furono costruite quelle case. Si tratta di un gruppo di entità che vogliono far scappare queste persone. E vogliono che se ne parli».

Jaspal guarda in alto, come rapito. «Sì, sì, è così. Sento... Sento... Sono morti di morte violenta, ora si sentono abbandonati da tutti, ma in realtà è la loro responsabilità... Quella famiglia, quelle persone vittime degli incendi, il loro inconscio si smuoverà e capiranno. Degli esorcisti hanno rischiato di avere un collasso a Canneto. Le entità sono connesse con i familiari che vivono lì. Ma la vittoria è sempre nel perdono e Nino Pezzino ha una conoscenza molto forte di quei posti, è una persona speciale, anche se forse non lo sa. È lui il punto. È Nino. Ha fatto i suoi esorcismi. C’è un’interessante situazione urbanistica. Loro hanno usurpato qualcosa o qualcuno. Gli attuali abitanti hanno causato una disarmonia creando un sortilegio, uno stato alterato di coscienza. Devono sensibilizzarsi al problema che è la casa. Con molta dignità devono ricostruire le loro case. Devono onorare il santo patrono e mettere una bellissima icona della Madre. Non a scopo di esorcismo, ma a scopo di verità. Ed essere profondamente credenti e orgogliosi della loro terra e della loro origine. Le entità vogliono che il comune si occupi della storia. Molti sono rimasti in un tunnel, sì, li vedo. Il corpo pranico è il primo che ci serve quando noi lasciamo il corpo fisico. Non sono fantasmi, sono entità che hanno avuto una morte molto violenta. Quando muoiono in gruppo, nelle battaglie, continuano a fare la guerra e restano in uno spazio-tempo alterato. Ecco i fuochi e le distruzioni. Militari. Sì, sono entità di militari. Alcuni si sono incarnati... Loro hanno bisogno... Dacci giustizia, non sappiamo cosa fare, ecco cosa mi dicono».

Dico la verità: più mi addentro nell’indagine e meno ci capisco. Su questi fuochi siciliani, più so, e più so di non sapere. A chi giova tutta questa confusione, mi chiedo? Eppure qualcosa in più so. Torno al rapporto pubblicato dal Gruppo interistituzionale del professor Venerando, che ho incontrato per un caffè al Bar Spinnato di piazza Politeama a Palermo.

«Il fenomeno meno spiegabile di tutti», dice, «è il silenzio della regione Sicilia. Lei mi chiede se c’è il segreto di stato, un insabbiamento, e me lo chiedo anch’io, ma nella mia posizione è difficile cedere a questa sensazione, anche se capisco che la domanda diventa legittima. La sensazione vera è che c’è stata e c’è una grande sottovalutazione di questi fenomeni da parte della regione. E non si tratta di nessun mistero. Esiste sempre una spiegazione su base scientifica. È solo che mancano i dati. E per raccoglierli basterebbero poche centinaia di migliaia di euro per ripristinare il sistema di monitoraggio. Perché, guardi, non le posso dire di più, ma le guerre del futuro non si faranno certo con i proiettili... La società del futuro dovrà prepararsi a questo genere di fenomeni, alle guerre informatiche, certo, ma anche alle guerre elettromagnetiche, e non so se mi capisce...».

La capisco, professor Venerando, e come sempre, più ne capisco e più capisco che non dovrei capire. Allora a Padova trovo il professor Giuseppe Maschio, direttore del dipartimento di chimica all’università e membro del Gruppo che qualcuno ha soprannominato il “ministero dei Misteri”. «Ha presente i treni giapponesi che levitano per repulsione elettromagnetica? Con lo stesso principio si potrebbe, in teoria, far volare anche degli oggetti in aria. Qui è come se fossimo di fronte a effetti residuali di un sistema magnetico idrodinamico non contenuto». Mi è sempre piaciuto Jules Verne, quindi l’ipotesi di una base sottomarina che fa volare oggetti con le onde elettromagnetiche è automatica. «Io questo non posso dirlo e non me lo faccia dire, ma diciamo che si potrebbe trattare di onde trasversali di un sistema magnetico idrodinamico». Chiarissimo, professore.

Per il sostituto procuratore Enza Napoli della procura di Mistretta, che raggiungo al telefono, il caso è archiviato. Nonostante l’inchiesta abbia determinato che c’era una “mano umana” e una “fiamma libera” a fondere i contatori elettrici, il caso è stato archiviato. Ma perché? «Non me ne faccia parlare», dice la dottoressa Napoli. Un suo collega della procura invece parla: «Nel merito non posso entrare troppo ma quell’indagine è stata condotta in maniera così grossolana che, oltre a dire questo, cosa si può dire?». Invece, al sostituto procuratore io qualche cosa vorrei fargliela dire, e le chiedo di confermarmi, come mi ha detto il coordinatore del Gruppo, che esiste una domanda della procura di Mistretta presso lo stato maggiore per sapere quali e che genere di navi abbiano transitato al largo di Canneto nei mesi “caldi”. «No, no, non posso rispondere a questa domanda». Insisto perché si tratta di un caso archiviato. Ottengo un disco rotto: «No, no, non posso rispondere a questa domanda».

Eppure sarebbe così semplice, magari saremmo a poche parole di distanza dal sapere chi o cosa c’era, in quel periodo, al “punto di origine” di tutta questa vicenda. Magari non era un’entità bloccata nello spazio-tempo in un tunnel pranico, e nemmeno un extraterrestre che condivideva la sua tecnologia lanciando messaggi di fuoco agli abitanti di Canneto. Ancora oggi, loro si svegliano la notte per un allarme anti-incendio innescato da picchi elettromagnetici che continuano a colpire la costa, come un inascoltato messaggio di un curioso alfabeto morse.

Carlo Pizzati

Fonte: http://www.wired.it

Fonte: http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php ... 1266434782



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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 08/03/2015, 13:39 
CANNETO DI CARONIA: FUOCHI APPICCATI DA PADRE E FIGLIO… E TU CI CREDI?

07 mar

Immagine

E così hanno trovato i colpevoli incendiari di Canneto di Caronia! Padre e figlio che fomentavano questi incendi da una casa all’altra del paese.

Si, si… come no… Io non me la bevo! Non credo a questa notizia degli incendiari padre e figlio.

Ho rivisto il video che postai mesi fa sul caso appunto dei misteriosi incendi verificatesi a Caronia:

Guarda su youtube.com

MISTERY HUNTERS – REPORTS – I misteriosi incendi di Canneto di Caronia

Il video riporta una intervista fatta al sindaco del paese in questione… interessante ciò che dice… ascoltatelo.

Il sindaco di Caronia, Calogero Beringheli in un’altra intervista radiofonica aveva affermato di essere in possesso di una relazione riservata, preparata da una commissione scientifica incaricata di studiare il fenomeno.

“Lo studio – spiega il primo cittadino – rivela che fra le ipotesi più probabili delle combustioni bisogna annoverare proprio la sperimentazione di armi che diversi stati starebbero usando. Noi vogliamo sapere quali sono questi paesi. Tutto è fermo dal 2007, i monitoraggi sono stati interrotti, la commissione ha proposto alla Protezione civile di potenziare la rete dei sensori. Noi vogliamo sapere che cosa sta accadendo”.

Gli incendi, cominciati nel 2004, sono ripresi qualche mese addietro dopo una pausa. Il sindaco di recente è stato costretto ad ordinare lo sgombero delle case dei 148 abitanti della frazione. “Finché non saranno state individuate le cause – afferma Beringheli – la popolazione sgomberata non tornerà nelle abitazioni”.

Oltre ai roghi altri strani fenomeni hanno interessato la zona: dallo moria di alcune specie ittiche ai danni subiti da un elicottero della Protezione civile che sorvolava la frazione.

“A mio parere, lo Stato sa se ci sono esperimenti in corso – chiosa il sindaco – Lo Stato o qualche istituzione sa ed è assurdo che non sia stato comunicato nulla”. Fonte dell’intervista: lasicilia.it

Dal 2003-4 a Canneto di Caronia, in provincia di Messina, si sono susseguiti fatti misteriosi come incendi di prese elettriche, frigoriferi, cortocircuiti… contatori che prendono fuoco, lampade dell’illuminazione pubblica che si accendono e si spengono, antifurti che suonano e autovetture che si aprono autonomamente.


Sull’argomento vi sono molte testimonianze di cittadini che hanno visto nei cieli della zona, strani oggetti luminosi. Anche dal mare si sono verificati strani fenomeni luminosi, tali da far pensare che
vi siano cariche elettromagnetiche di origine artificiale e fasci di microonde ad altissima frequenza. Ma pensate ancora che fossero quel padre e figlio a creare questi fenomeni? Dai cieli? Dal mare? E con quali mezzi? Magari prestati dall’esercito militare? Ma per favore!!!


Immagine

No signori: io questa notizia degli incendiari padre e figlio non me la bevo.

Sul caso Caronia, stanno attribuendo la colpa a due uomini i soli colpevoli di questi fenomeni incendiari dal 2003????????

E’ vero che alcuni prendono la palla al balzo e ci guadagnano, ci speculano con le emergenze come in questo caso il padre “presidente del comitato vittime”… può darsi in questo periodo i casi di incendio erano diminuiti o si stavano facendo rari e allora i due per continuare a incassare denaro, si sono dati da fare perché gli incendi continuassero… Ma di certo questo è un dettaglio che non è bene che l’opinione pubblica pensi… meglio dire che sono stati loro da sempre.

Concludendo questa riflessione, ripeto che non credo alla storia dei due incendiari, ma credo nella fisica e sugli effetti dell’elettromagnetismo, unica possibile ipotesi di questi strani fenomeni citati sopra.

Mariella

Source: CANNETO DI CARONIA: FUOCHI APP...emporanea Residente Forestiera



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MessaggioInviato: 09/03/2015, 11:56 
bastardi alieni o americani chi sono non ce ne frega, bisogna bombardarli con le nostre portaarei e fregate a più non posso, è ora che la finiscano


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 09/03/2015, 11:59 
.. e chi chiami, gli americani ...? [:246]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 09/03/2015, 12:13 
da soli anche se non abbiamo chissà che qualche pillola si tira lo stesso


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 09/03/2015, 12:49 
nemesis-gt ha scritto:
Incendi di Caronia: questa volta non e’ colpa degli Ufo ma di un imbecille
Ci sono voluti 11 anni per scoprire che l’elettromagnetismo e altri fenomeni paranormali non c’entravano niente visto che secondo gli esperti a provocare i misteriosi incendi e’ stato un piromane che odiava il fumo delle sigarette.Questa notizia e’ stata pubblicata su numerose testate giornalistiche italiane tra cui ©gazzettinonline a cui fa riferimento il post e che ritengo opportuno condividerlo integralmente con gli appassionati di fenomeni anomali d’oltreoceano con la premessa che l’articolo pubblicato su © gazzettinonline non e’ opera mia ma di giornalisti pagati per disinformare. Non sapendo se piangere o ridere vi invito a leggere le stronzate sottostanti emerse dopo anni di scrupolose indagini condotte dai nostri fedelissimi Carabinieri:

Immagine

(secondo voi come poteva appiccare tutti quegli incendi uno con una faccia del genere?)
” Finalmente risolto il mistero degli incendi di Caronia che, negli anni, avevano guadagnato le prime pagine dei giornali e dei Tg nazionali oltre che a terrorizzare gli abitanti del luogo.Sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina i particolari che hanno portato all’arresto di Giuseppe Pezzino (nella foto a sinistra), 26enne, abitante della frazione Canneto del Comune di Caronia, ed alla contestuale notifica dell’avviso di garanzia al padre Antonino Pezzino, 55enne.La vicenda viene ad interessare un’area che già dal gennaio 2004 era stata al centro di vari eventi incendiari. Dopo il loro verificarsi era stato formato un “gruppo interistituzionale di osservazione“ dei cosiddetti fenomeni di Canneto di Caronia, coordinata da Francesco Venerando Mantegna.

L’ultimo rapporto redatto dal gruppo di esperti, risalente al 2008, formulava come ipotesi plausibile della causa degli incendi delle “emissioni elettromagnetiche impulsive la cui origine poteva essere ipotizzata come situata in un punto imprecisato al largo del tratto di mare antistante”.
Il coordinatore del gruppo, però, precisava che la loro attività di monitoraggio era stata intrapresa successivamente al verificarsi dei fenomeni segnalati e che durante la loro permanenza sui luoghi i fenomeni stessi non si erano verificati. Per i danni provocati dagli incendi alcuni abitanti avevano chiesto ed ottenuto dagli enti preposti cospicue somme di denaro a titolo di risarcimento.

Gli incendi subivano una sostanziale interruzione nel 2008, ma nel luglio 2014 tornavano a verificarsi riportando la frazione al centro di un rilevante interesse mediatico. La vicenda, sin dalle prime battute, generava sgomento fra la popolazione residente, ed una meticolosa indagine veniva avviata pertanto da parte dei Carabinieri. Dopo aver analizzato i primi episodi, caso per caso, i militari dell’Arma hanno deciso di perimetrare l’area con una serie di telecamere occultate in grado di fornire spunti per individuare come si sviluppassero i fenomeni. I servizi di osservazione – integrati da altre indagini tecniche e tradizionali – sono stati pianificati in modo da garantire l’osservazione sulle cinque abitazioni attinte dagli eventi incendiari che, dal 14 luglio del 2014 fino al 8 ottobre, si sono sviluppati in abitazioni a schiera in via del Mare.

La privilegiata prospettiva ha permesso di cogliere piccoli e grandi incendi avvenuti ogni giorno, a tutte le ore. Un drammatico appuntamento che ha visto danneggiati beni, sia mobili che immobili, di proprietà di alcune famiglie, piombate nella disperazione. Si tratta di circa quaranta episodi censiti dai Carabinieri per i quali l’arrestato, in via esclusiva per alcuni, e insieme con il padre per altri, dovrà rispondere dei reati di incendio, danneggiamento seguito da incendio, concorso in procurato allarme e concorso in tentata truffa aggravata. Fra i casi elencati assumono valore rilevante gli episodi del:

– 20.07.2014, nella cui data si registra un incendio aggravato alla mansarda dell’abitazione dei Pezzino, in cui Giuseppe Pezzino cagionava l’incendio appiccando il fuoco a cartoni, stracci ed abbigliamento vario posti su due scrivanie in legno. Le fiamme si propagavano all’autoclave, al serbatoio in pvc ed alle travi in legno e l’incendio creava pericolo per la pubblica incolumità (per la vicinanza della ferrovia e la presenza di altre abitazioni attigue). Nella circostanza i Carabinieri verificano che pochi attimi prima del fatto il giovane era stata l’unica persona che si era affacciata dalla finestra, guardandosi intorno con fare sospetto;

– 22.09.2014, allorquando prendeva fuoco un ombrellone da spiaggia in un garage. Nella circostanza i Carabinieri verificano che anche qui, pochi attimi prima del fatto, il giovane era l’unica persona presente;

– 24.09.2014, per il quale sia il padre che il figlio dovranno rispondere di danneggiamento seguito da incendio, avendo danneggiato un pick-up dell’Unione dei Nebrodi. In questa vicenda emerge con chiarezza che il padre ha dichiarato di aver per primo constatato l’evento insieme al cognato che, invece, non era presente; quest’ultimo, nonostante ciò, successivamente ha reso ai Carabinieri dichiarazioni che servivano verosimilmente a depistare le indagini e non far loro percepire la presenza nei luoghi dell’arrestato;

– 25.09.2014, con l’incendio ad alcuni vestiti accatastati nel sottoscala dell’abitazione di Pezzino, del quale si sarebbe reso autore solo il figlio;

– 30.09.2014, con il primo degli incendi alla Fiat Bravo dello zio di Pezzino, cui segue un ulteriore episodio il giorno 01.10.2014, di cui si sarebbe reso partecipe solo Giuseppe Pezzino;

– 30.09.2014, in cui prende fuoco un sacco in plastica contenente abiti, posto sotto il capanno adiacente al gazebo di fronte all’abitazione della famiglia Pezzino, e di cui si sarebbe reso partecipe ancora il Giuseppe Pezzino;

– 30.09.2014, con l’incendio all’Alfa Romeo 147 dei cugini di Pezzino, sempre ad opera di Giuseppe Pezzino;

– 07.10.2014, con le fiamme che interessavano alcuni oggetti posti nella cantina della famiglia Pezzino, in un locale sotto il livello della strada, raggiungibile attraverso una piccola stradina, episodio di cui si sarebbe reso responsabile nuovamente Giuseppe Pezzino.

Tutti gli episodi hanno avuto verosimilmente lo scopo di far crescere il livello d’attenzione mediatica ed istituzionale sui fatti. Su ciò si è innestata – come è stato dimostrato dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali – un’azione congiunta del padre e del figlio. Le azioni non erano fini a se stesse ma orientate a far credere – su loro esplicito suggerimento – che quelli fossero inspiegabili fenomeni di autocombustione, prospettando una ripresa degli anomali fenomeni incendiari e di presunto elettromagnetismo verificatisi nel 2004 nella frazione.
In ciò coinvolgevano i mass media e inducevano il sindaco di Caronia ad emettere, a tutela della pubblica incolumità, delle ordinanze di sgombero di abitazioni; il tutto consentiva di lamentare disagi derivanti dalla situazione, con vibranti manifestazioni di protesta per esercitare una forte pressione mediatica verso le autorità con lo scopo di far dichiarare lo stato di emergenza (ufficialmente chiesto dal sindaco di Caronia con nota di prot. 6243 del 20/07/2014), o comunque affinché si riconoscesse la necessità di fronteggiare la situazione con idonee misure finanziarie.
In tale ottica, l’intento accertato dai Carabinieri consisteva in atti diretti ad indurre in errore la Presidenza della Regione Siciliana – Dipartimento della Protezione Civile, al fine di procurare ingiusti profitti derivanti dall’ottenimento di somme di denaro a titolo di indennizzo o contributi di assistenza economica o risarcimenti danni, nonché ad ottenere nuove abitazioni a seguito della possibile delocalizzazione, eventi che non si verificavano per cause indipendenti dalla loro volontà. Dopo gli incendi del 20.07.2014 veniva attivato nella località Canneto di Caronia un dispositivo di vigilanza fissa h24 garantito dai volontari della Protezione Civile regionale, con funzione di prevenzione e soccorso.

Appena revocato il presidio, il 15.09.2014, riprendevano in via del Mare, a ritmi incessanti, gli episodi di appiccamento di fuochi che si caratterizzano tutti per l’avere un fattore comune: pochi attimi prima del divampare delle fiamme, nelle immagini registrate, si vedeva il giovane fare la spola fra i luoghi ed un gruppo di persone che, da lì a poco, percepivano l’evento.

Il giovane, sfruttando la reciproca attenzione degli uni verso gli altri, si defilava dal gruppo, cominciando – in modo appartato ed approfittando di copertura offertagli dalla zona prescelta rispetto alla prospettiva degli altri – uno strano andirivieni dall’abitazione o dai luoghi dove, di lì a poco dopo, sarebbe scoppiato un incendio o si sarebbe percepito del fumo.

Compiuta la sua azione, si allontanava dai luoghi, prima che si avvertisse il fumo o una sirena antincendio avvisasse i presenti all’evento. Così, mimetizzato fra le vittime, Giuseppe Pezzino aveva una copertura agevolata agli occhi degli abitanti della frazione.
Una mimetizzazione che solo con l’attenta attività intrapresa ha potuto smascherare un cliché che vedeva ogni persona nuova che entrava su quel proscenio accolta quasi sempre dall’altro indagato, Antonio Pezzino e poi invitata a fare un giro guidato dei luoghi interessati dagli episodi.
Il tutto spesso mentre il figlio si rendeva abile esecutore di eventuali azioni che, così, agli occhi degli inconsapevoli visitatori apparivano come eventi di autocombustione.
Un caso sintomatico fra tanti è quello che è accaduto ad una giornalista televisiva che il 07.10.2014, attirata dal clamore mediatico, si recò sui luoghi venendo intrattenuta dal Antonino Pezzino e da altri astanti, mentre Giuseppe Pezzino scivolava indisturbato all’interno di una cantina; di là ne usciva poco dopo scavalcando una ringhiera, in modo da ricollocarsi nel campo visivo di tutti e dare la sensazione che non si fosse allontanato.

Ciò serviva per far credere alla giornalista che l’evento incendiario, che da lì a poco sarebbe stata lei per prima a notare, era un fenomeno inspiegabile di autocombustione. Molti poi erano pronti a riferire di fatti che poi, sentiti dagli inquirenti, non confermavano.

Spicca ancora l’episodio dell’incendio del pick-up dell’Unione dei Nebrodi avvenuto il 24.09.2014, in cui padre e figlio vengono immortalati, pochi attimi prima, mentre confabulano, si avvicinano al mezzo ed infine si allontanano attendendo che la loro azione produca gli effetti desiderati. In questo frangente in cui si ritengono inosservati, si affaccia sulla scena un’anziana parente, cacciata con un evidente gesto di stizza.

Sono del pari evidenti segni di inequivocabile colpa di Giuseppe Pezzino nei due episodi incendiari della Fiat Bravo di un abitante del luogo – avvenuti nella frazione il 30 settembre e giorno 1 ottobre 2014 – che vengono immortalati e che evidenziano come il proprietario lasciava un finestrino leggermente abbassato che diventa lo spunto per l’azione incendiaria condotta da Giuseppe Pezzino, incurante della presenza a pochi metri di un presidio dei Vigili del Fuoco. Oppure è parimenti esplicativo della capacità del giovane l’episodio del 30.09.2014, quando ad incendiarsi fu il sedile posteriore dell’Alfa Romeo 147 di un altro abitante del luogo.

Giuseppe Pezzino accoglieva l’uomo dopo che questi aveva parcheggiato l’auto; ma il piromane aveva in serbo una sorpresa: sfruttando un attimo di distrazione del proprietario, faceva leva in modo da lasciare la portiera posteriore destra semiaperta, così guadagnandosi la facoltà di accedere al veicolo anche dopo che il compaesano attivava la chiusura centralizzata a distanza. Di lì a poco, infatti, tornava sul veicolo dal quale, dopo la sua azione, si sprigionava del fumo.

Questi ed altri episodi sono stati accertati dai Carabinieri nei mesi di indagini ed hanno portato alla misura cautelare emessa dal Gip. dott. Ugo Domenico Molina. Alcuni parlavano di fenomeni di elettromagnetismo, altri riferivano di avvistamenti di Ufo, altri ancora di armi segrete e di sottomarini, e infine si era ipotizzato di un insetto geneticamente modificato: oggi finalmente gli abitanti di Canneto hanno trovato una risposta ai loro interrogativi".
Guarda su youtube.com


http://misteroufo.blogspot.it



e poi fanno le barzellette
sui carabinieri...............

lo hanno accusato di qualche incendio
fatto a sè medesimo
o a parenti.............



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 09/03/2015, 17:22 
Thethirdeye ha scritto:
Riportiamo in vista questo post va.... così pareggiamo i conti con questa DISINFORMAZIONE DILAGANTE.

Angel_ ha scritto:
Cita:
tommaso ha scritto:

Straordinaria la testimonianza di clarbruno vedruccio che forse pochi conoscono ma che è una personalità nel campo della fisica e dell'ingegneria elettronica di livello mondiale.
Praticamente quando parla di "bestialità" nell'affermare che potenze straniere utilizzino lo scacchiere del basso tirreno per testare le proprie armi(esponendone anche i motivi) conferma che la matrice tecnologica dei fenomeni di caronia sia esogena.Come dire...se non è zuppa è panbagnato...

«Chi ha colpito ha smesso di farlo appena abbiamo posizionato le apparecchiature di controllo», conferma Vedruccio. «Ma grazie ai rilievi sulle bruciature di cavi e suppellettili abbiamo tracciato con un geometra le linee di convergenza. Le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta come la luce ed è quindi possibile fare una specie di perizia balistica». Il rapporto del Gruppo interistituzionale parla infatti di un “punto di origine” dei fenomeni che dovrebbe trovarsi in una direttrice che da nord-nordovest va in direzione sud-sudest. Alle Eolie?



«Qui entriamo in discorsi molto riservati. Posso dire che si trattava di radiazioni ben focalizzate», spiega Vedruccio. «Noi sappiamo che genere di radiazioni erano e sappiamo che erano direzionate».
Cioè mirate?
«Sì, mirate. Ma non credo che chi operava questo sistema volesse fare del male alla gente. Piuttosto, le case sembrano essere state colpite in maniera selettiva, quando la gente era in altre stanze. L’indagine ha evidenziato che il punto di origine era in mare a qualche metro dalla superficie, ma quando siamo andati là, non c’era niente». Un sommergibile?
«Ne dubito. Per irradiare quell’energia a quella distanza ci vorrebbero gigawatt di energia, non kilowatt».
Si possono fare altre ipotesi.
«Ma invece di fare ipotesi, perché non vi basate sui fatti? Le foto a quegli oggetti volanti sono i fatti. Fare altre congetture in base a fatti così può essere scomodo. Io non lo posso fare, ho famiglia... Le dico solo che nessuno stato autorizzerebbe esperimenti sui civili e fuori dai poligoni, perché farlo significherebbe rivelare che si è in possesso di una tecnologia più avanzata di qualche centinaio d’anni rispetto a oggi».
Si tratta allora di un messaggio?
«Era un messaggio sì, un mostrare i muscoli, forse più che una cosa incidentale».
Ma un messaggio di chi?
«Allora le dico questo: se lei potesse sapere di che cosa si tratta, non sarebbe autorizzato a parlarne. Qualsiasi ipotesi lei faccia non potrà mai combaciare con la realtà. Chiaro?».
Non del tutto, ma comincio a capire che sarei tenuto, ufficialmente, a non capire, giusto?
«Ecco. Insomma, lei ha visto le immagini dei fenomeni di Canneto sui giornali e in televisione, no?... Quell’elicottero della Protezione civile che ha avuto danni ai rotori, ricorda?...

In alcune foto appare un oggetto simile a un posacenere rovesciato che segue quell’elicottero. Non le so dire di che cosa si trattasse, di sicuro seguiva l’elicottero che poi ha avuto dei problemi. Secondo me, l’intento era puramente dimostrativo». Non è collegabile al progetto Aurora di Haarp ( lo High-frequency Active Auroral Research Program, gestito dal Dipartimento della Difesa americano e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari”, ndr), capace di modificare il perimetro della ionosfera, come si dice, per creare un potente raggio laser di onde elettromagnetiche?
«Haarp non ha niente a che vedere con quello che abbiamo osservato. C’è un’abissale ignoranza in questo campo. È piuttosto diffuso un certo atteggiamento new age di complottisti che vedono di tutto, dagli gnomi agli omini verdi al diavolo».
Lei però mi parla di tecnologie avanti di centinaia di anni...
«Le dirò così, allora: se si trattasse di omini verdi lei crede che uno che è nelle istituzioni potrebbe confermarlo? Potrebbe solo riderci sopra, giusto?».
Giusto.
«Allora io ci rido sopra: ah ah ah. Magari è stata Campanellino. Abbia pazienza, la realtà è ciò che è stato visto e fotografato e anche altre foto e immagini e materiale che voi non vedrete mai. Molto è uscito perché le autorità hanno cercato di attenuare la paura che si trattasse di militari che facevano esperimenti sulle popolazioni. Quei fenomeni straordinari meritavano di insegnarci delle cose importanti. Invece abbiamo preso solo le briciole. Ci si sarebbe dovuti attivare seriamente e non in modo scientifico-universitario, ma scientifico, industriale e militare, chiaro?».
Insomma, potevamo ricevere un messaggio dagli alieni...
«Era una bella occasione per imparare molte cose sull’elettromagnetismo. Qualcosa abbiamo capito, qualcosa no. Peccato».
Fonte:http://mag.wired.it/rivista/storie/caronia-experiment.html?page=4#content

Per la miseria...questa intervista a Vedruccio me l'ero persa...più chiaro di così non poteva essere...[8D]


Vedruccio in questa intervista disse più di quello che doveva dire esponendosi parecchio, mi meraviglio goda ancora buona salute [;)]



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MessaggioInviato: 09/03/2015, 18:40 
beach_boys ha scritto:
http://www.lavocedinewyork.com/Misteri-di-Sicilia-tra-emissioni-elettromagnetiche-e-incidenti-d-elicottero-parla-lo-scienziato-Francesco-Venerando-Mantegna/d/8530/
Cita:
[color=black]LA VOCE DI NEWYORK

Misteri di Sicilia, tra emissioni elettromagnetiche e incidenti d'elicottero: parla lo scienziato Francesco Venerando Mantegna
[/color]

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Cita:
Francesco Venerando Mantegna, che tra il 2003 e il 2008 ha coordinato il Gruppo interistituzionale ha studiato i fenomeni di Canneto.
Canneto di Caronia - lo ricordiamo ancora una volta ai nostri lettori americani - è una frazione di Caronia, in provincia di Messina. E’ un piccolo centro abitato che si affaccia sul Mar Tirreno. Gli abitanti si contano sulla punta delle dita: sì e no una quarantina di famiglie. Sui fatti strani di Canneto di Caronia è stato detto di tutto, persino che dietro ci potessero essere gli Ufo.


La verità - naturalmente per quello che è stato possibile accertare - la conosce il professore Francesco Venerando, che oggi è direttore generale di MARIS-Ricerca e membro del Consiglio Scientifico dell’ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare.
Venerando, come già ricordato, ha coordinato il Gruppo di studio sui fatti di Canneto tra il 2003 e il 2008. Abbiamo provato a farci raccontare la sua esperienza. Partendo da quello che sta succedendo in questi giorni.

“Tanto per cominciare - ci dice - non sono sorpreso dalla recrudescenza dei fenomeni, dal momento che abbiamo potuto accertare la loro origine non naturale. Ricordo che il Gruppo Interistituzionale ha condotto in quegli anni una straordinaria quantità di accertamenti e di indagini scientifiche, con la diretta partecipazione di numerosi organismi pubblici. C’erano, tra gli altri, anche i rappresentati della Marina Militare e dell’Aeronautica. Le indagini, come ho già ricordato, hanno escluso l’origine naturale dei fenomeni. Anche la presenza, nella zona, di reti tecnologiche quali la ferrovia, gli elettrodotti e gli apparati di radio telecomunicazione non hanno nulla a che vedere con gli incendi”.

“Come ho già detto - prosegue - non potevamo certo escludere la recrudescenza di tali fenomeni. Anzi abbiamo richiesto allo Stato e alla Regione siciliana di potenziare il sistema di controllo che avevamo avviato, specie in direzione del monitoraggio h24 dei campi elettrici ed elettromagnetici, in un’area vasta che comprende l’arco insulare delle Eolie e l’entroterra di Caronia”.

Già, i controlli. Che, a un certo punto, nel 2008, sono stati definitivamente interrotti. “E sono stati interrotti - ricorda sempre Venerando - contro la volontà del Gruppo Interistituzionale”.
Qualcuno, allora, adombrava il dubbio di insabbiamento. Venerando allarga le braccia: “I giornalisti fanno il loro mestiere, a volte esagerano a volte ci azzeccano”.
Oggi l’uomo che per quasi cinque anni ha coordinato il Gruppo Interistituzionale parla di scelte “incomprensibili”.

Con l’occasione, sulla base delle valutazioni fatte, progettiamo un potenziamento del sistema di monitoraggio elettromagnetico. Ma incredibilmente, dopo la rimozione delle apparecchiature, tutto piomba nel più totale silenzio”. “Questo perché allora - dice sempre Venerando - ci siamo trovati davanti a una situazione di emergenza. Ricordo l’evacuazione completa del piccolo centro abitato. Poi succede un fatto strano. Accade che il proprietario dell’appartamento ubicato a Canneto, all’interno del quale avevamo installato la stazione di acquisizione dei dati rilevati dalle strumentazioni e dalla telesorveglianza, ci notifica che avrebbe dovuto vendere l’immobile per sue necessità personali. A quel punto il Gruppo Interistituzionale mette a punto immediatamente un progetto di rimozione e ricomposizione della stazione in un container o prefabbricato da collocare nella piazzetta di proprietà comunale, a qualche decina di metri più ad Ovest.

Osserviamo: ma non avevate a disposizioni attrezzature allora all’avanguardia? “E’ vero - ci risponde -. Sono state sistemate in alcuni locali di proprietà del Comune di Caronia, a monte di Canneto. A distanza di anni quelle apparecchiature sono da considerare obsolete e rovinate, cioè inservibili”.

Chiediamo: ma di questa storia non avete detto o scritto nulla? “Abbiamo fatto alcuni rapporti in corso d’opera, con i quali abbiamo informato progressivamente il Dipartimento nazionale della Protezione civile sull’andamento dell’indagine scientifica - ci dice ancora Venerando -. I rapporti non sono secretati. Sono rapporti riservati, in quanto io stesso nella qualità di coordinatore operativo del Gruppo Interistituzionale di Osservazione, ho ritenuto doverosa tale forma per evitare facili strumentalizzazioni ed allarmismi, specie sui mass media. Oggi quei rapporti non sono più tanto riservati, perché il Dipartimento della Protezione civile ha ritenuto di consegnarli a vari soggetti istituzionali”.

Inutile chiedere i rapporti al nostro interlocutore. “Non ve li posso fornire - ci dice - per un semplice fatto di coerenza con le scelte iniziali. Potete girare la domanda al Dipartimento se credete, non so dirvi con quale possibile esito”.

A questo punto chiediamo a Venerando di sintetizzarci i rapporti stilati in quegli anni dal Gruppo di lavoro che coordinava. “Di questo possiamo anche parlare - precisa -. I fenomeni in questione, l’ho già detto, sono di origine non naturale. Conclusione a cui siamo pervenuti dopo numerose campagne di misure e di accertamento effettuate in volo, sulla terraferma, presso il caseggiato di Canneto, sulla ferrovia, su tutto ciò che trasmette e riceve in un raggio di 5 km centrato su Canneto, nel territorio di Caronia ed in mare. Abbiamo ritenuto plausibile l’ipotesi che la zona sia stata coinvolta da emissioni impulsive elettromagnetiche di grande potenza concentrata, sul cui punto sorgente ci è stato materialmente impedito di proseguire l’indagine scientifica.

Una quantità di anomalie riportate in un apposito registro che abbiamo aggiornato costantemente (oltre 400 anomalie e testimonianze registrate), non soltanto nel caseggiato di Canneto, bensì in una vasta area territoriale, ci hanno indotto a puntare l’attenzione sulla plausibile ipotesi dell’origine elettromagnetica, non escludendo la possibilità di sperimentazioni in quella zona”.

La domanda, a questo punto, è d’obbligo: si tratta di sperimentazioni militari? Venerando non si tira indietro. Spiega: “Non rientrava nella competenza del Gruppo Interistituzionale appurare anche gli eventuali autori di una siffatta ipotesi, ripeto ipotesi rimasta tale a seguito della interruzione forzata del monitoraggio. Questo è un compito al quale sono chiamate altre componenti istituzionali. Noi dovevamo svolgere l’indagine per appurare la possibile origine sotto il profilo esclusivamente tecnico-scientifico”.

Siccome il nostro interlocutore è un uomo di scienza, la domanda successiva è quasi automatica: esistono armamenti di tipo militare in grado di utilizzare l’elettromagnetismo?

“Sì - ci risponde - si tratta di armamenti cosiddetti ad energia diretta, sistemi d’arma elettromagnetici, laser ed altri. In particolare, le armi elettromagnetiche sono non letali, ma destinate a neutralizzare i sistemi di attacco o difesa della forza avversaria. In buona sostanza, mandano in tilt ogni apparato elettronico e senza l’elettronica, oggi, è inconcepibile l’impiego di una forza armata. Ho preso parte, ad agosto scorso, ad una puntata di Voyager (Il video alla fine dell'articolo).

Ricordo che è stato intervistato anche il Generale Fabio Mini, che ha confermato in pieno le mie ipotesi in materia di armi ad energia diretta. Inoltre, ho appreso in quella circostanza un fatto che non conoscevo: il comandante della nave ‘Galatea’ dell’Idrografico della Marina Militare, che ha condotto nel mare antistante Canneto una campagna di rilevamenti a supporto del Gruppo Interistituzionale, successivamente è stato inviato in missione ed è morto in un incidente all’elicottero”.

Roba da non credere. Ma com’è possibile, in uno scenario del genere - chiediamo - una sommaria e repentina interruzione del monitoraggio? Telegrafica la risposta di Venerando: “Mi faccia un’altra domanda”. Torniamo all’attacco: vi hanno tolto di mano gli strumenti improvvisamente perché avevate imboccato la pista giusta? “Mi faccia un’altra domanda”.

Insomma che è successo con ‘sti rilevamenti sui fatti di Canneto di Caronia? “Ci hanno semplicemente fermati. Questo è un dato di fatto oggettivo”, ci dice Venerando.

Il bello è che lo scorso mese di Ottobre il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha istituito un nuovo Gruppo di lavoro. Sa nulla di questo, professore? “Sì, ne sono al corrente. Mi hanno persino invitato alla riunione del nuovo Gruppo assieme ai coordinatori scientifici del Gruppo Interistituzionale. Abbiamo declinato l’invito, esprimendo formalmente e senza mezzi termini la nostra sorpresa. Non ha alcun senso ripartire da zero dopo un lavoro condotto senza risparmio di energie e di tempo, per ben quattro anni e tra l’altro - è bene sottolinearlo - senza alcun compenso. In definitiva, ci hanno riservato parole di grande apprezzamento e noi abbiamo augurato al nuovo Gruppo un buon lavoro, non potevamo fare altro”.

Per la cronaca, dopo la recrudescenza dei fenomeni, qualche settimana fa è stata aperta un’indagine dalla Procura di Patti ed uno dei residenti di Canneto è stato raggiunto da un avviso di garanzia. Chiediamo a Venerando cosa pensa di questa storia.

“Nessuna opinione - ci risponde - nel senso che non intendo fare alcun commento al riguardo, sicuro che la magistratura farà il proprio percorso con l’accuratezza che le compete. I colleghi del Gruppo Interistituzionale ed io stesso ci applichiamo alle osservazioni scientifiche, i percorsi giudiziari sono altra cosa”.

Ma è credibile la storia degli incendi appiccati da un ragazzo? “Nel 2007, se ricordo bene - ci risponde Venerando - siamo stati interessati da episodi incendiari apparentemente analoghi a quelli di Canneto, nel vicino borgo di San Fratello. Personalmente mi sono più volte recato nell’abitazione interessata, ove diverse suppellettili presentavano vistose bruciature. Ma ho avuto sin da principio forti perplessità. Così abbiamo escluso le analogie. Nel giro di qualche giorno, infatti, grazie al prezioso supporto dei Carabinieri è stato possibile accertare che una ragazzina si era improvvisata piromane. Non aggiungo i dettagli. Ma la differenza con quanto è accaduto a Canneto e direi, in particolare, nel territorio di Caronia, è sostanziale. Qui ci troviamo dinanzi ad una serie di anomalie che non si limitano alle combustioni all’interno delle abitazioni, ma vanno ben oltre. Sono anomalie che investono il funzionamento di apparecchiature elettriche e di parti elettroniche, come diversi suoi colleghi giornalisti hanno potuto osservare a proprie spese, rimettendoci persino le telecamere durante le riprese. Basti citare l’esempio dell’elicottero con il quale stavamo conducendo una delle campagne di rilevamento geomagnetico, costretto ad un atterraggio di fortuna. Tre delle quattro pale del velivolo sono risultate colpite da qualcosa, con vistose effrazioni del rivestimento strutturale. Ed è stata accertata l’interruzione della conducibilità elettrica al proprio interno, al punto che sono state sostituite integralmente dal costruttore. Ci hanno mandato delle foto il giorno dopo, da quali è stato rilevato che un oggetto scuro era in coda all’elicottero, a qualche centinaio di metri”.

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“Altro esempio, tanto per citarne qualcuno - prosegue Venerando - quello dell’appezzamento di terreno distante quasi 3 km da Canneto, sulle alture, all’interno del quale abbiamo accertato che centinaia di piante di Ampelodesmos avevano le radici interamente carbonizzate e le lunghe foglie presentavano tutte (quindi migliaia di foglie) tracce evidenti di combustione con gli stessi intervalli dei cavi elettrici coinvolti dagli incendi nelle abitazioni di Canneto. Pensare che questo sia opera della mano umana sarebbe davvero un’iperbole, una forzatura insostenibile, in quanto produrre effetti del genere con migliaia di operazioni manuali avrebbe comportato un dispiego di mezzi, di uomini, di tempi e di denaro fuori dalla razionalità. A parte il fatto che si tratta di una zona impervia, dotata di un unico viottolo di campagna e, stranezza delle stranezze, nessun’altra essenza arborea ed arbustiva all’interno del medesimo appezzamento è stata coinvolta da combustioni. E altrettanto singolare il fatto che in tutta la contrada, tutte le piante di Ampelodesmos, cioè decine di migliaia, non presentavano alcuna traccia analoga di combustione.

Inoltre, numerose osservazioni di oggetti non identificati, alcuni dei quali fatti direttamente da militari, oltre che dal Gruppo Interistituzionale. In definitiva, occorre vedere i fenomeni di Canneto in maniera contestuale, collegando alle evidenze la causa-effetto. Ed è stato questo il grande lavoro del Gruppo Interistituzionale”.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 09/03/2015, 18:58 
. nel frattempo, quegli sprovveduti de "La vita in diretta", su RAI UNO, hanno parlato, con un finanziere, dell'"imbroglio" avvenuto ...


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli studiosi ritornano a Caronia
MessaggioInviato: 10/03/2015, 12:43 
Ufologo 555 ha scritto:
. nel frattempo, quegli sprovveduti de "La vita in diretta", su RAI UNO, hanno parlato, con un finanziere, dell'"imbroglio" avvenuto ...


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si ufologo sto preparando il video da qst mattina. ancora non e' pronto perche ' ho avuto dei problemi con esso.appena e' pronto l ho metto


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