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 Oggetto del messaggio: Astronauti ed interferenze
MessaggioInviato: 01/01/2009, 11:23 
Tratto da edicolaweb.

Buona lettura!

LA VOCE DI UNA INTELLIGENZA ALIENA
di Sergej Demkin (Trad. di Cinzia Caiani)

L'astronauta Sergej Kricevskij svela clamorosi enigmi dei voli spaziali.

Oggi molti terrestri riconoscono l'esistenza di un Creatore o di una Mente Superiore e quindi anche la presenza nell'Universo degli esseri intelligenti da essa creati che siamo soliti definire extraterrestri.
Essendo dotati di intelligenza, nel corso del loro processo evolutivo devono aver trovato il modo di scambiare informazioni non solo con i propri simili, ma anche con i rappresentanti delle altre forme di vita che si incontrano nel cosmo.
Per ora l'umanità, a causa delle proprie limitate possibilità tecniche, non è ancora riuscita a fare lo stesso. Ma l'intelligenza extraterrestre è già entrata in contatto con noi tramite messaggi mentali.
Nei primi anni '90 la redazione del giornale "Cudesa i prikljucenja" (1) mi commissionò un'intervista con un astronauta. Non vi dirò il suo nome e poi capirete perché. Chiamiamolo semplicemente Vladimir. Ciò che a me interessava sapere era soprattutto se durante i voli lui e i suoi colleghi avevano avvistato degli UFO e in generale se nello spazio aperto si fosse verificato qualche fatto insolito. Vladimir mi disse che conosceva persone degne di fede che avevano visto gli UFO, ma a lui non era mai successo di imbattersi nei "dischi volanti".
Per quanto riguarda certi fatti strani che si verificano nello spazio mi confidò un episodio inspiegabile che gli era capitato. "Questo però non deve pubblicarlo", - mi avverti. In tutti questi anni ho mantenuto la promessa e non ho pubblicato nulla di ciò che Vladimir mi ha detto. Ma ora che gli eventi enigmatici capitati agli astronauti non sono più un segreto, posso parlarne.
Ecco il racconto dell'astronauta:

«Durante il volo di avvicinamento alla stazione orbitante il comandante che pilotava la navicella non riusciva in alcun modo ad immettersi nella traiettoria prevista per effettuare l'aggancio. La riserva di carburante per le manovre della navicella era limitata. Gli restava, come si suoI dire, meno che niente. Se la correzione successiva non fosse andata a buon fine, avremmo oltrepassato la stazione e saremmo tornati sulla Terra senza aver portato a termine i nostri compiti. lo ero impossibilitato a prestare qualsivoglia aiuto poiché il comando della navicella è prerogativa esclusiva del comandante. Come ingegnere di bordo potevo soltanto stare seduto nella poltrona accanto e preoccuparmi in silenzio. Ad un certo momento all'improvviso ho sentito un ordine nella mente: "Prendi il comando!". Più tardi analizzando ciò che era successo non sono riuscito a capire se si fosse trattato della voce di qualcuno o no. So soltanto che ho ricevuto un ordine mentale altrui e che non potevo evitare di eseguirlo.
Quello che sorprende ancor più è che il comandante non obiettò nulla e mi passò il comando della navicella. In seguito mi ha detto di non aver ricevuto alcun ordine, semplicemente all'improvviso aveva saputo che doveva fare proprio così, anche se ciò andava contro tutte le nostre "ferree" disposizioni.
Non ho perso conoscenza, ma mi trovavo come in trance ed ho eseguito docilmente i comandi che mi venivano in mente. Solo grazie ad essi è stato possibile eseguire l'aggancio con successo.
Una volta sulla Terra durante il rapporto di volo il comandante si beccò "una strigliata", e me la beccai anch'io, anche se in misura minore. Ma entrambi evitammo di menzionare i comandi "soprannaturali".»

Riconosco che il racconto dell'astronauta mi ha colpito, ma lo presi come un semplice esempio di zombizzazione (2) mentale. Nel mio archivio ho raccolto casi analoghi. Però, per la verità, non si erano verificati nello spazio, ma sulla Terra. Certe persone - inaspettatamente e all'improvviso - compivano qualche azione o al contrario, evitavano di fare qualcosa. In questi casi a volte parlavano di una "voce interna" che sembrava guidarle. Allora non avevo dato peso al fatto che se esiste un induttore, ciò significa che esiste un soggetto estraneo che influenza l'esecutore con la sua volontà.
Tra l'altro; per come la vedo adesso, questo è un fatto importante perché c'è una grande differenza tra la manifestazioni terrestri del fenomeno della "voce da dentro" e quelle spaziali. In seguito si venne a sapere che VIadimir non era stato l'unico astronauta a sentirla.

FSS - Stati di sogno fantastici
Il primo episodio inspiegabile verificatosi nello spazio fu riferito dall'astronauta Sergej Kricevskij nell'ottobre del 1995.
Sergej Kricevskij è assistente scientifico superiore del Centro di preparazione degli astronauti Jurij Gagarin e dell'Istituto di Storia delle scienze naturali e della tecnica RAN, nonché dottore in Scienze tecniche e membro effettivo dell'Accademia di astronautica K.E. Ziolkovskij.
Ciò che riferì il candidato astronauta presso l'Istituto Internazionale di antropologia spaziale di Novosibirsk ha un importanza enorme per la comprensione dei misteri nascosti nello spazio. Ecco alcuni estratti del suo rapporto:

«Nel 1989 ho iniziato a prepararmi al volo nello spazio e ho avuto contatti sia informali che di lavoro con i miei colleghi. Fra questi c'erano anche gli astronauti che erano stati nello spazio. Tuttavia le informazioni sulle visioni - denominate stati di sogni fantastici (FSS) - le ho ricevute soltanto nella seconda metà del 1994, cosa legata più che altro all'approssimarsi della scadenza del volo imminente... Tutte le testimonianze delle visioni nello spazio sono nelle mani di una cerchia di persone estremamente ristretta...
Le testimonianze di queste visioni sono state e sono trasmesse esclusivamente dall'uno all'altro, condividendo le informazioni con coloro che si apprestano a compiere il volo...
Le visioni fantastiche che si manifestano in volo costituiscono un fenomeno nuovo, prima sconosciuto, riconducibile alla nota tipologia degli stati alterati di coscienza... Pensate un po': improvvisamente l'astronauta oltrepassa in un attimo i limiti della propria normale autopercezione di partenza di essere dall'aspetto umano per trasformarsi in un animale e muoversi nell'ambiente in questa nuova forma. E può continuare a percepirsi nell'aspetto trasformato o sentire di immedesimarsi in un'altra entità soprannaturale.
Diciamo che un collega mi ha confidato la sua permanenza nella "pelle" di un dinosauro. Pensate che sentiva di essere un animale che si muoveva sulla superficie di un pianeta sconosciuto, mentre camminava oltrepassando burroni e precipizi, e ostacoli fisici di un qualche tipo.
L'astronauta ha descritto in modo abbastanza preciso il "suo" aspetto: le zampe, le scaglie, le membrane fra le dita, il colore della pelle, gli artigli enormi e altri particolari. La fusione del suo "io" con l'essenza biologica dell'antico sauro era talmente completa da consentirgli di percepire come proprie tutte le sensazioni di questo organismo estraneo. Sentiva di avere delle placche cornee che si rizzavano sulla pelle della schiena in corrispondenza della colonna vertebrale. Del grido penetrante che si sprigionava dalle fauci disse addirittura: "Era il mio grido...".
Di più: la catena di eventi relativa ad ogni trasformazione e le trasformazioni dell'ambiente stesso si avvicendavano contemporaneamente. Inoltre non solo succedeva che l'astronauta avesse la sensazione di trovarsi nella "pelle" di questo o quell'altro organismo vissuto in epoche remote, ma accadeva anche che la persona sentisse di assumere un'altra personalità che poteva anche rivelarsi appartenente ad un'entità umanoide extraterrestre.
L'aspetto interessante è che le immagini delle visioni osservate appaiono insolitamente vivide e colorate.
Sono stati uditi diversi suoni, qualcuno ha persino percepito il linguaggio di altre entità che si è rivelato comprensibile come se fosse stato assimilato senza bisogno di alcun insegnamento. Era come se l'astronauta fosse stato catapultato in un altro continuum spazio-temporale e su altri corpi celesti sconosciuti, e pur trovandosi in un mondo per lui assolutamente nuovo lo percepisse tuttavia come qualcosa di normale e familiare.
Un tratto caratteristico delle visioni fantastiche è costituito dalla variazione istantanea della percezione del tempo e del relativo flusso di informazioni... L'astronauta comincia ad avere la sensazione di percepire un flusso di informazioni proveniente da un qualche luogo esterno. Vale a dire che l'individuo ha la sensazione che una sorta di entità grande e potente gli trasmetta dall'esterno delle informazioni per lui assolutamente nuove ed insolite.
Si sono anche verificati episodi - e con pronostici estremamente precisi - di anticipazioni di eventi futuri con "dimostrazioni" dettagliate di situazioni o momenti critici incombenti come se fossero stati individuati e commentati da una voce interna. E in questi casi "si sentiva": tutto si sistemerà, andrà tutto bene... In tal modo sarebbero stati previsti in anticipo i momenti più complessi e pericolosi del programma di volo. E si è addirittura verificato un caso in cui se non fosse stato per questo "sogno premonitore" gli astronauti avrebbero anche potuto morire.
È sorprendente anche notare quanto la descrizione dei momenti critici fosse precisa e circostanziata. Evidentemente la "voce" aveva previsto un pericolo mortale che attendeva gli astronauti al momento dell'uscita nello spazio aperto. Questo pericolo era già stato segnalato qualche volta nei sogni premonitori con il commento della "voce". E al momento della reale escursione nello spazio aperto durante il lavoro all'esterno della stazione la previsione si avverò in tutto e per tutto: l'astronauta si dimostrò preparato e si salvò la vita (in caso contrario, si sarebbe irrimediabilmente allontanato dalla stazione).
Agli astronauti non era mai successo niente di simile prima (al di fuori del volo)... Il problema delle visioni degli astronauti viene occultato tenacemente dalla comunità scientifica. Non se ne parla, è come se non esistessero. Nessuno degli astronauti ha mai menzionato ufficialmente le visioni fantastiche e gli equipaggi non hanno mai incluso informazioni di questa natura nei loro rapporti ufficiali. Perché? La risposta è evidente: gli astronauti temono conseguenze negative, come la squalifica medica e la diffusione di queste informazioni interpretate come sintomi di malattia psichica e così via.
Uno degli astronauti ha tenuto degli appunti giornalieri nei quali ha descritto le sue visioni. Un documento unico! Tuttavia in risposta alle mie proposte e alle preghiere di pubblicarlo, o almeno di farmi parlare con gli scienziati che studiano il problema dal vivo, l'astronauta ha opposto un rifiuto categorico spiegando che sarebbe stato prematuro e perciò pericoloso per la sua carriera. È per questo che non posso, non ho il diritto morale, di fare né il suo nome né quello della navicella.»

Come spiegare le sorprese del cosmo?
L'astronauta Kricevskij ha elaborato alcune ipotesi, senza preferirne alcuna.
Forse nei voli spaziali durante la lunga permanenza in condizioni di assenza di gravità si manifestano degli stati in cui le informazioni emergono dalle profondità dell'inconscio sotto forma di frammenti della vita di organismi diversi, antichi antenati dell'uomo nel processo di evoluzione.
Ma allora come spiegare l'acquisizione di informazioni che anticipano eventi futuri?
La seconda ipotesi riguarda la "trasmissione della conoscenza", vale a dire l'acquisizione di un flusso di informazioni nel cervello direttamente dall'esterno.
Spiega Kricevskij:

«Possiamo ipotizzare che questi sogni siano indotti da un flusso non stazionario di radiazione galattica. Se la navicella capita in questo "raggio" l'astronauta entra in uno stato di sonno rilassato e il fenomeno si manifesta. Una volta uscito dal campo di azione del raggio la visione scompare.
Ma l'astronauta Vladimir, con il quale ho parlato qualche volta, non stava affatto sognando quando ha udito "la voce" durante il momento critico dell'aggancio. E poi in questo caso non si spiegherebbe chi avrebbe inviato queste informazioni e come potesse conoscere eventi futuri.
"In fondo è assolutamente possibile che una causa si avviti su un'altra (3), potrebbe così emergere il loro legame". Certo è che per trarre delle conclusioni univoche da un fenomeno così complesso ed enigmatico bisognerebbe disporre di una quantità di dati di partenza di gran lunga maggiore. E tuttavia, se si considera che si è cominciato a parlare pubblicamente delle "voci", del "sussurro" e delle visioni nello spazio, si possono fare due deduzioni fondamentali.
Prima di tutto è chiaro che gli astronauti sono influenzati da un soggetto intelligente o da un induttore. E non si può escludere che ce ne sia più d'uno.
Se durante un volo "qualcuno" cerca di convincere un terrestre ad allontanarsi dal cosmo, in altri casi "un estraneo" ha fatto qualcosa di nettamente contrario prestando l'aiuto necessario ad evitare un pericolo. Ed è stata proprio la "voce" altrui a guidare l'aggancio dell'equipaggio e a salvare l'astronauta dalla morte durante l'escursione nello spazio aperto. Nella stessa circostanza lo stesso soggetto intelligente si è comportato come un insegnante paziente e ha descritto con precisione le situazioni critiche incombenti infondendo al tempo stesso fiducia nell'esito positivo della vicenda.
In secondo luogo bisogna considerare che gli astronauti hanno ricevuto le informazioni direttamente nel sonno. Il fondamento fisico di tutti i processi di pensiero del nostro cervello è costituito dalle correnti biologiche. Ciò significa che anche il flusso di informazioni proveniente dall'esterno doveva essere di natura elettromagnetica.
Ne consegue che l'intelligenza aliena che si manifesta nello spazio si incontra con quella umana e che in linea di principio i suoi messaggi - sia la "voce" che il "sussurro", che le immagini delle visioni - potrebbero essere ricevuti con mezzi tecnici.
Bisogna sottolineare che lo sviluppo degli eventi durante i voli ha confermato la veridicità delle informazioni ricevute in anticipo dagli astronauti. Ciò significa che quanto essi hanno visto trasformandosi in mostri o viaggiando su altri corpi celesti può essere considerato degno di fede e non mero frutto di fantasie personali.
In altre parole, i terrestri hanno viaggiato col pensiero nello spazio e nel tempo senza alcuna limitazione. E questo è stato possibile solo nel caso che qualcuno abbia creato un "collegamento" tra la loro coscienza e altre parti del campo informativo che contiene tutto il passato, il presente e il futuro. E non si tratta affatto di un campo globale, come si suole dire oggi, ma di un campo Universale!
Per finire, vorrei dire che non ha senso cercare di capire chi è il soggetto pensante che entra in contatto con gli astronauti. Non disponiamo di una quantità di dati sufficiente per dirlo. Possiamo solo riportare le parole di un astronauta che ha udito la "voce" aliena: "Lo Spazio ci ha dimostrato di essere senza dubbio intelligente e in qualche modo più complesso delle nostre rappresentazioni di esso. E ci ha dimostrato anche che le nostre conoscenze attuali non ci consentono comprendere l'essenza della maggior parte dei processi che avvengono nell'Universo."»

RUSSIA: ALIENI O MISTICISMO IN ORBITA?
di Svetlana Kuzina (Trad. di Cinzia Caiani)

Gli astronauti odono strane voci, hanno "visioni" e vengono addirittura catapultati in altri mondi. Le rivelazioni della "Komsomolskaia Pravda".

Il lapsus di Gagarin
In poco più di quarant'anni il cosmo è stato visitato da oltre 400 individui di varie nazionalità. Queste persone hanno vissuto molte esperienze. Persino esperienze mistiche. Di solito però preferiscono non parlare di fatti inspiegabili. Gli astronauti non vengono certo incoraggiati a raccontare apertamente questo genere di cose.
Tuttavia corre voce che persino Jurij Gagarin una volta si sarebbe lasciato sfuggire che avrebbe potuto raccontare "qualcosa di molto interessante sul suo volo" se gliela avessero permesso. E il Professor Kiril Butusov è riuscito a sapere qualcosa di "top-secret" dai frammenti che compongono le testimonianze degli astronauti.

La città di Soci si vede persino dallo spazio
Il primo a notare "l'effetto dell'ingrandimento degli oggetti terrestri" fu l'astronauta americano Gordon Cooper che ha raccontato che sorvolando il Tibet riusciva a vedere ad occhio nudo le case e altre costruzioni. Eppure sembrerebbe assolutamente impossibile distinguere oggetti del genere da una distanza di 300 km!
Ma ecco la testimonianza dell'astronauta Vitalij Sevast'janov: "Alla fine oggi ho visto Soci. Ho visto distintamente il porto e la nostra casetta a due piani."
Anche Jurij Glazkov ha confermato questo effetto: "Stavamo sorvolando il Brasile e all'improvviso vedo lo stretto nastrino di un'autostrada! E ci passava anche un autobus, che sembrava sull'azzurro."
E Georgij Gretchko vide e fotografò sotto le nuvole "un banco di ghiaccio" che galleggiava nel cielo.
"A volte dal cosmo lo sguardo diventa incredibile - ha raccontato Georgij Mikhajlovic - per esempio, stavamo sorvolando la Mongolia e all'improvviso abbiamo visto l'immagine di una persona! La grandezza era pari a cento o duecento chilometri. In lontananza si potevano osservare distintamente la testa, il cappotto, le gambe. lo e Jurij Romanenko, col quale volavo allora, lo abbiamo chiamato 'l'uomo di neve', perché era proprio la neve ad aver creato questo gigante."

Latrati nei cieli
Degli enigmatici suoni nel cosmo ha parlato molto poeticamente l'astronauta Vladislav Volkov (1): "Sotto di noi volava la notte terrestre. E all'improvviso da questa notte è giunto il latrato di un cane. Mi sembrava la voce della nostra Lajka (morta in orbita). E poi ho cominciato a udire distintamente il pianto di un bambino! E certe voci. Non so spiegarmelo. Ma le ho sentite!"
Vjaceslav Meshcherin, leader di una band elettronica, ricorda che, mentre ascoltava un concerto del suo gruppo, Jurij Gagarin avrebbe raccontato che trovandosi in orbita gli risuonava nelle orecchie una musica molto simile. In seguito questa impressione fu confermata anche dal pilota e astronauta Aleksej Leonov.
Una volta mentre ero in orbita mi è successo un fatto strano - ha raccontato Georgij Gretchko - mentre sorvolavamo il terribile Capo Horn, dove in passato si schiantava la maggior parte delle navi, improvvisamente ho avvertito un senso di pericolo. Era come se una tigre stesse per aggredirmi alle spalle. È stata una sensazione davvero spaventosa e ho faticato moltissimo a liberarmene."

Un essere invisibile alle spalle
A volte in orbita si ha "l'impressione di una presenza". A un certo momento, improvvisamente, l'astronauta sente che un essere invisibile lo fissa alle spalle con uno sguardo estremamente opprimente. Poi l'essere invisibile si fa riconoscere, si ode un sussurro.
Il "testo", proveniente da un qualche luogo immerso nelle profondità della coscienza, suona più o meno così: "Sei giunto qui troppo presto e ingiustamente. Credimi, sono un tuo antenato. Figliolo, voi non dovreste essere qui, torna sulla Terra, non infrangere le leggi del Creato."
E spesso per dimostrare la propria "attendibilità" la Voce racconta ancora un piccolo episodio riferito a questo antenato noto soltanto alla famiglia dell'astronauta.
Chi sussurra a centinaia di chilometri dalla Terra?
Queste informazioni le ha fornite un astronauta russo che ha chiesto di non citare il suo cognome - chiarisce Kiril Butuzov. - Ma ha assicurato che questo fenomeno gli è accaduto personalmente. E sa che anche altri hanno udito questo "sussurro". E che hanno persino elaborato un'ipotesi fantastica secondo la quale il "sussurro" proverrebbe da una Mente per noi straordinaria, prodotto di una civiltà di altri pianeti, che si servirebbe dell'ipnosi per scacciare di proposito gli uomini dal cosmo da essa acquisito nella notte dei tempi, "leggendo" dalla loro coscienza e dal loro subconscio fatti noti soltanto a loro allo scopo di rendersi credibile.
E, a questo proposito, avrebbero ulteriormente dedotto che essa conosce i terrestri molto bene e da molto tempo, e che pertanto studia la nostra civiltà restando in qualche modo nascosta. Forse da migliaia di anni.

Trasformati in dinosauri
Il primo ad investigare apertamente questo fenomeno nel 1995 presso l'Istituto Internazionale di antropoecologia cosmica fu l'astronauta - collaudatore Sergej Krichevskij. Risultò che durante il volo più di un astronauta aveva sperimentato sensazioni assolutamente sorprendenti. Come, per esempio, uscire improvvisamente dalla propria normale forma umana e trasformarsi letteralmente in un animale!
E per giunta, entrare in qualche modo in "contatto" con una qualche fonte di informazioni e ricevere da essa avvertimenti relativi a pericolose avarie.
Come se non bastasse gli astronauti in questione avevano continuato a percepirsi nella nuova forma o si trasformavano in una entità ancora più terribile. Per esempio, un collega aveva raccontato a Krichevskij della sua "permanenza" nella forma di un dinosauro!
Sentiva anche di camminare su un qualche pianeta superando burroni e precipizi. L'astronauta aveva descritto le "sue" zampe, le scaglie, le membrane tra le dita, gli artigli enormi. Gli sembrava che sulla pelle della schiena in corrispondenza della colonna vertebrale si sollevassero placche cornee.
Accadeva anche che una persona si trasformasse in un'altra personalità che poteva anche rivelarsi extraterrestre.
Durante il volo molti astronauti tengono giornalmente degli appunti personali, compresi quelli riguardanti visioni enigmatiche, ma rifiutano categoricamente di rendere pubblici questi documenti unici. Temono di essere presi per pazzi.
Il collaudatore-astronauta Sergej Krichevskij la pensa diversamente e crede che sia necessario studiare attentamente gli "stati di sogno fantastici", come propone di chiamare questi fenomeni sottili. Tali studi non solo contribuirebbero ad aumentare la sicurezza dei voli nello spazio, ma potrebbero anche sollevare un velo sui più misteriosi segreti dell'Universo.

Una citazione
L'astronauta Georgij Gretchko: "Sono convinto che nell'Universo esista un'altra intelligenza, e che sia più sviluppata della nostra. Studio seriamente la storia dell'umanità e ne deduco che anche sulla nostra Terra sono sempre esistite civiltà parallele - quella dei celti e dei druidi, degli egizi coi loro sacerdoti. Penso che Qualcuno ci abbia dato !'impulso all'evoluzione, un aiuto artificiale a superare !'intelligenza dello scimpanzé. E in rapporto a noi sarebbe veramente come un Dio, un Dio che ci ha creato davvero a sua immagine e somiglianza."

Curriculum
Kiril Pavlovich Butusov è dottore in fisica e matematica e professore. Ha lavorato al Dipartimento di radioastronomia dell'Osservatorio astronomico centrale di Pulkovo e presso l'Istituto di Ricerca Scientifica di calcolo matematico e processi di automazione dell'Università Statale di San Pietroburgo. Oggi insegna presso la cattedra di fisica dell'Accademia di fisica dell'aviazione civile. È membro dell'Associazione Russa di Fisica e membro dell'Accademia Internazionale delle scienze ecologiche per la sicurezza delle persone e dell'ambiente.
Il commento dello specialista, il Dr. in Scienze Mediche Aleksandr Volkovitch:

«Bisogna studiare a fondo questi fenomeni!
Probabilmente gli astronauti sono soggetti ad allucinazioni. Queste sopraggiungono a causa della permanenza in un ambiente esterno insolito per l'uomo: assenza di gravità, alto livello di radiazioni, presenza di un campo magnetico.
Comunque la fonte delle visioni si trova all'interno dell'uomo. In caso di permanenza prolungata in stato di assenza di gravità improvvisamente dalle profondità del subconscio possono emergere informazioni sotto forma di frammenti delle vite di organismi diversi o di lontani antenati del soggetto. Da qui le visioni di tigri e dinosauri. Questi fenomeni possono essere provocati dalla situazione: il silenzio prolungato è nocivo per l'uomo.
Le prove a cui si sono sottoposti i candidati astronauti nella camera insonorizzata lo hanno dimostrato. Dopo 30 ore di isolamento uno degli esaminandi "vide" un televisore che fluttuava nell'aria e alcuni volti fra gli strumenti del pulpito di comando. Ad un altro sembrò che il cruscotto "si sciogliesse e cadesse gocciolando sul pavimento". Situazioni per gente dai nervi d'acciaio.
Si può anche supporre che questi "sogni" siano innescati da un flusso di radiazioni proveniente dalle profondità della Galassia. Se una navicella capita all'interno del campo di azione di questo "raggio" l'astronauta entra in uno stato di torpore rilassato e il fenomeno si manifesta.»

UNA "SINDROME DI SOLARIS"?
Questo articolo dell'importante organo di stampa russo "Komsomolskaia Pravda" pone Il problema dei fenomeni anomali che hanno avuto per protagonisti in passato i cosmonauti russi in orbita.
Il manifestarsi di apparenti "locuzioni interiori" ovvero di "voci" apparentemente espresse da intelligenze estranee costituisce un dato inquietante che, associato a quello degli avvistamenti di UFO nello spazio (confermati da Belayev, Leonov, Strekalov, Popovich, Kubasov, KovaIionok, Gretchko e altri), suggerisce indubbiamente la possibilità di inquietanti "interferenze aliene".
Naturalmente per gli scettici è facile collegare il tutto a possibili sindromi allucinatorie ovvero a tensioni e stress effetto delle condizioni di confinamento nello spazio per periodi di tempo prolungati. Ma è davvero questa, banalmente collocata al limiti della psichiatria, la giusta chiave di lettura di tali accadimenti? Viene da dubitarne.
Si ricorderà che, nel suo "Solaris", il film di Andrei Tarkovsky che oltre 30 anni fa fu indicato come "la risposta russa a '2001: Odissea nello Spazio' di Kubrick", nell'atmosfera raccolta (caratterizzata da una dimensione quanto mai individuale ed intima) di un veicolo spaziale orbitale l'astronauta protagonista registra fenomeni per così dire simili indotti da una Intelligenza allena del sottostante pianeta Solaris che interagisce variamente con la sua psiche. Tale situazione descritta dagli astronauti russi, questa "Sindrome di Solaris", ha dunque cause endogene o non piuttosto esogene?

MIRACOLI IN ORBITA
Tratto da "Ural'skij rabocij" (Ekaterinburg), n. 67 dell'11 Aprile 2002 (Trad. di Cinzia Caiani)

Altri interrogativi dalla Russia su sconcertanti eventi spaziali.

Non molto tempo fa uno dei più noti ed obiettivi enti per il sondaggio dell'opinione pubblica ha chiesto ad alcune migliaia di corrispondenti di nominare il personaggio contemporaneo più famoso. La stragrande maggioranza delle persone interpellate sulla faccia del pianeta - gente che non si conosceva - ha scelto Jurij Gagarin. E questo sia per l'impresa da lui compiuta che per il suo inimitabile carisma.
Quel giorno - il 12 Aprile 1961 - è stato un momento cruciale per la maggior parte degli abitanti della Terra. Tutti ci siamo resi conto dell'incertezza e dell'estrema precarietà dei confini e degli ambiti che ci circondano, siano essi di schieramento, di clan, nazionali, o statali, e abbiamo avuto la sensazione di far parte di un'unica comunità, di essere rappresentanti della Terra di fronte all'Eternità, di fonte all'Universo.
In quei giorni il giornalista Boris Agapov pubblicò un articolo su uno degli organi centrali in cui diceva che in futuro noi tutti avremmo dovuto ricordare quel giorno cosi come si era svolto... Avremmo dovuto ricordare gli immensi cortei, le canzoni, le esclamazioni gioiose, il film, i testi delle interviste, le discussioni degli scienziati, le deduzioni degli esperti. Grazie al cielo, nulla è andato perduto.
La vastità dell'influenza di Gagarin su di noi si è dimostrata tanto sorprendente e multiforme da destare stupore e meraviglia. E non è tutto. Di fatto ha apportato nuova linfa alla filosofia cosmica, elevando la vita spirituale dell'umanità ad un nuovo livello. Sia pur indirettamente, ha dato un impulso inaudito al pensiero scientifico e progettuale. Per quasi cinquant'anni la gente ha vissuto sotto l'influsso delle impressioni di quel giorno.
Naturalmente l'attività scientifica procede sia per soddisfare le esigenze della comunità terrestre che per la ricerca su quanto esula dalla sfera dell'ordinario.
Il cosmo ci avrebbe posto una quantità enorme di quesiti non solo dal punto di vista della fisica e dello studio della realtà, ma anche sul piano psicologico e spirituale. Anticipando il discorso sui filosofi-cosmisti dell'antichità (che troverete nella rubrica "Il Fenomeno" di questo numero di "UR") voglio ricordare una loro dichiarazione: "Nell'uomo c'è tutto l'Universo, la sua coscienza contiene tutti i misteri della vita (anche quelli del cosmo)".

La visione soprannaturale
Sotto le armi ero artigliere e mi ricordo che ci insegnavano a calcolare la distanza dagli oggetti in base alla loro comparsa nel campo visivo. Per esempio, la figura di una persona si riesce a distinguere chiaramente fino ad un chilometro di distanza. Ad una distanza maggiore la sagoma inizia a perdere definizione, a confondersi con lo sfondo. Chi aveva una vista veramente buona riusciva al massimo a distinguere una singola persona ad un chilometro e mezzo o due, non oltre.
Potete quindi immaginare la mia sorpresa quando ho letto che la vista degli uomini nello spazio aveva subito delle trasformazioni veramente magiche. Dall'altitudine di centinaia di chilometri riuscivano a distinguere singoli edifici, navi, automobili. E questa era una cosa talmente incredibile anche per tutti i terrestri che quando dallo spazio risuonò per la prima volta l'affermazione "Vedo due navi sul mare" il personale di turno del CUP (1) disse all'astronauta di smetterla di scherzare.
Solo quando altri episodi del genere cominciarono ad accumularsi iniziò lo studio di questo fenomeno straordinario. Da allora gli scienziati elaborano ipotesi per capire quale sia il misterioso meccanismo che consente agli astronauti la visione a distanze lontanissime. Potrebbe dipendere dall'influenza delle radiazioni cosmiche sull'organismo umano, oppure dalle proprietà dell'atmosfera che, per così dire, formerebbe una sorta di lente di ingrandimento con l'evaporazione dell'umidità terrestre.
Sta di fatto che l'occhio umano è in grado di sfiorare le prestazioni dell'ottica più progredita senza l'ausilio di alcuno strumento.
Per esempio Vitalij Sevast'janov è riuscito a distinguere chiaramente la sua casetta a due piani (nella città di Soci) e ha addirittura agitato la mano per salutare i terrestri. E volando sulle montagne del Tibet l'astronauta americano Gordon Cooper è riuscito a distinguere non solo le case, ma anche una locomotiva che scorreva sui binari.
E c'è di più. Negli annali della nostra Accademia delle Scienze (presso l'Istituto di Astronautica) esistono delle carte geografiche del fondo dell'Oceano Pacifico, dell'Oceano Atlantico e di altri oceani e mari. L'acqua - quella stessa acqua attraverso la quale di norma riusciamo a guardare con difficoltà ad una distanza non superiore a 2-3 metri - dallo spazio orbitale sembra diventare a volte (!) completamente trasparente. Per la verità, è come se scomparisse del tutto lasciando vedere il fondo marino con tutti i suoi particolari.
Si possono vedere le montagne, i picchi, le fosse, le depressioni, le dorsali e le valli, proprio come si distinguerebbero in una giornata limpida da un aereo in volo a bassa quota in un normale panorama terrestre.
Quando questo fenomeno gli capitò per la prima volta mentre sorvolava l'isola di Giava, l'astronauta Jurij Glazkov esclamò: "L'oceano si è letteralmente spalancato! Sono visibili tutti i contorni del fondale e persino le grandi masse di vegetazione sottomarina...".
In seguito quella stessa sconvolgente emozione fu sperimentata anche da Vladimir Kovalenok, Petr Klimuk, Aleksandr Ivancenkov e da altri che compilarono quelle stesse inimitabili carte geografiche che sorprendono tanto gli scienziati: gli astronauti avevano saputo sfruttare al massimo il dono divino che la natura aveva loro dispensato.

La voce dell'Universo
La raffinata conoscenza della psicologia umana dimostrata della scrittore di fantascienza S. Lem e dal regista A. Tarkovskij nel suo "Solaris" non può non sorprendere. Pur non essendo mai stati nello spazio sono riusciti a rappresentare l'incontro con un'intelligenza strana e sconosciuta, aliena all'uomo, come se fossero stati testimoni diretti di quegli eventi. Testimoni della realtà.
Quella era un'invenzione, un gioco dell'intelletto, ma anche i pionieri dello spazio sembrano essersi imbattuti negli stessi eventi soprannaturali, negli stessi enigmatici fenomeni. Mentre volavano da soli nello spazio improvvisamente hanno udito una voce (sia di persone note che sconosciute), strana musica, frammenti di dialoghi per loro incomprensibili. Altri (anche in gruppo) hanno visto comparire a bordo oggetti luminosi. E tutti ricorderanno lo stupore di uno degli astronauti americani che aveva notato tracce dell'attività di esseri extraterrestri sulla Luna.
In particolare, durante l'avvicinamento della navicella "Apollo" alla Luna, sugli schermi comparve quattro volte una specie di "pupazzo di neve" (che fu filmato). E lo starez che salvò gli astronauti nei guai vicino alla Luna fu in seguito riconosciuto da uno di loro come il noto taumaturgo russo Porfirij Ivanov.
Vladislav Volkov, morto tragicamente durante il suo secondo volo, fu il primo a udire improvvisamente il latrato della cagnetta Lajka a lui ben nota, inviata nello spazio in un volo senza ritorno. E nel casco sentì anche il pianto di un bambino e la dolce voce di una donna.
"Non so spiegarmelo, ma li ho sentiti!" fu l'appunto di Volkov sul suo taccuino. Jurij Gagarin invece udì una musica celeste.
E durante l'atterraggio si mise a cantare, solo che la canzone non era "Rodina sly****..." come dichiarato ufficialmente, ma una canzone completamente diversa.
Per non parlare degli UFO che, specie i primi anni, hanno letteralmente seguito ogni passo dell'uomo mentre penetrava lo spazio oltrepassando i confini della Terra.
È un vero peccato che una totale, massiccia secretazione, abbia fatto scomparire queste testimonianze negli archivi e nelle cassette di sicurezza speciali. Dapprima ogni volta che si menzionavano gli UFO i portavoce ufficiali sgranavano tanto d'occhi come a dire "ma di che state parlando?"
Soltanto dopo che V. Ivanov - Generale del corpo d'armata capo delle forze spaziali russe - riferì di aver avvistato tre ordigni non identificati in volo su Baikonour, si aprì uno spiraglio e le informazioni sugli UFO cominciarono a filtrare.
Evgenij Chrunov, Jurij Mal'cev e altri hanno parlato degli UFO come di un fenomeno reale da studiare seriamente.

Scherzetti mistici
I mistici sostengono che chiunque sia stato nello spazio - specie nel caso di voli prolungati - al ritorno sulla Terra è una creatura completamente diversa. Dicono che l'involucro fisico esterno è lo stesso, ma il mondo spirituale è cambiato. "Chi si accosta ai misteri dell'universo non può non esserne trasformato", asseriscono.
Nonostante l'apparente assurdità, in queste parole c'è del vero.
Gli psicologi che studiano gli astronauti valutano il fenomeno nelle sue vere, reali dimensioni.
L'essere umano si trova in una situazione anormale, vede la madre Terra dall'esterno, dallo spazio. È una situazione completamente diversa, anomala. Trascorre ore, giorni o settimane in un ambiente estraneo, a tu per tu con l'ignoto.
Ed ecco che l'impressione di quelle sensazioni straordinarie lo cambia un po'.
Ma questa è solo una parte della verità.
Il fatto è che gli astronauti - oltre ad affrontare situazioni prevedibili - spesso si imbattono anche nell'inatteso, nell'inspiegabile. A volte vivono addirittura momenti terrore.
Queste esperienze mettono a dura prova l'equilibrio psichico di un essere umano e sono simili a quelle "sentite" o "viste" dalle persone affascinate dai vari metodi per viaggiare nel mondo ultraterreno: l'autoipnosi, la meditazione, lo yoga, e le altre discipline spirituali orientali.
Per chiunque sia dotato di un minimo di ironia e di sano scetticismo questi racconti di viaggi in altri mondi e in altre epoche non sono altro che "frottole".
Magari qualche zitella superesaltata ha letto troppi romanzi di fantascienza e si è convinta di aver compiuto un viaggio astrale calandosi nel corpo di una sacerdotessa preistorica o in quello della divinità femminile di qualche tribù.
Forse è così.
Ma sta di fatto che da allora gli scienziati si arrovellano sul motivo della comparsa di questi fenomeni e degli omini verdi nella coscienza umana, per non parlare dei racconti di incontri con creature extraterrestri sconosciute.
Donnette isteriche e omuncoli troppo introversi si autoinducono consapevolmente in uno stato di trance, una sorta di semi deliquio simile all'alterazione da stupefacenti in cui il mondo circostante si popola di mostri e chimere.
Questi esploratori del mondo interiore mettono in pericolo solo sé stessi.
Ma nel caso degli astronauti la cosa cambia: qualsiasi passo falso può causare una strage, una catastrofe.
Gli astronauti preferiscono non raccontare i fatti inspiegabili vissuti nello spazio perché temono l'espulsione per un inizio di schizofrenia. Solo molto tempo dopo, spesso per caso, qualcuno si lascia sfuggire un accenno all'episodio straordinario che gli è successo.
In particolare fu un collega dell'astronauta Sergej Krievskij che una volta fece un accenno del genere.
Il narratore aveva trascorso circa sei mesi sulla stazione orbitante Mir. E un giorno, analizzando il proprio stato, si meravigliò, anzi, addirittura si spaventò. Il fatto è che aveva scoperto di essere in grado di prevedere, di conoscere in anticipo, molti degli eventi che si sarebbero verificati sulla Terra, comprese le catastrofi naturali e i mutamenti politici. Vale a dire che riceveva un potente flusso di informazioni di varia natura dall'esterno ("dallo spazio?").
La sua intuizione si era incredibilmente acuita. Era come se si fosse immedesimato nell'organismo della stazione e sentisse in anticipo quale blocco, settore, impianto "si sarebbe ammalato" nell'immediato futuro e che cosa era necessario riparare immediatamente, "ripulire".
Anche se queste operazioni non rientravano nelle procedute previste, si sentiva obbligato ad eseguirle. E ogni volta doveva constatare la fondatezza della sua premonizione.
E questo è niente. Il bello venne quando cominciò a "uscire dal corpo e a visitare mondi sconosciuti".
Durante uno di questi viaggi sentì di avere assunto l'aspetto di una specie di dinosauro. Poteva sentire e vedere in modo assolutamente reale il suo corpo, le zampe, le membrane fra le dita, le scaglie, gli artigli...
In seguito anche altri astronauti hanno parlato di queste trasformazioni. A un cerro punto durante i voli prolungati hanno iniziato a sentirsi come esotici animali preistorici. Avevano acquisito un'intuizione acuta e una perspicacia veramente animalesche...
Perché la letteratura seria e i resoconti pubblici non recano traccia di queste testimonianze?
I motivi sono molti. Non ultimo, credo, un famigerato servilismo gerarchico.
Si, perché gli astronauti, che guardano in faccia la morte senza tremare, hanno paura di infrangere le regole consolidate. Parlare apertamente di queste visioni può costare loro la carriera.
Quando un giornalista chiese al Vice Direttore dell'Istituto per lo studio dei problemi medico-biologici Valerij Poljakov (astronauta e ricercatore, nonché Eroe dell'Unione Sovietica e della Russia) se nello spazio avesse sofferto di incubi, avesse avuto strane visioni, o fosse stato catapultato in un altro spazio-tempo - riferendosi proprio a Sergej Krievskij - questi rispose con un curiosissimo, garbato, ma univoco rimprovero, che suona come il triste, famigerato "niente sesso". Sviò il discorso spiegando che, nonostante tutte le più severe precauzioni, alcuni individui nel settore potevano avere un equilibrio psichico instabile. E se ne assunse la responsabilità, dicendo che forse i medici non avevano intuito che alcuni dei giovani non erano stati completamente sinceri con loro.
Ma chi avrebbe iniziato a parlare apertamente col rischio di pregiudicarsi la possibilità di altri voli spaziali, o addirittura di perdere il lavoro, e con esso lo scopo di una vita intera?
È chiaro che gli astronauti cominciano ad aprirsi solo quando si sono lasciati tutto alle spalle. Ed è un vero peccato se qualcuno di loro non ha fatto in tempo a parlare in vita mantenendo il silenzio fino in fondo.
L'inattendibilità e l'incompletezza delle conoscenze sono sempre foriere di conseguenze imprevedibili.
La Terra è la culla dell'umanità. Ma - come disse all'inizio del secolo scorso il veggente cosmista russo E.S. Tsiolkovskij - non si può vivere sempre in una culla. Egli aveva predetto che, col tempo, l'umanità avrebbe popolato tutto lo spazio sconfinato. E che forse proprio allora gli uomini avrebbero subito una metamorfosi inaudita. In uno dei suoi studi aveva previsto che gli uomini si sarebbero trasformati in creature di pura energia irradiante.
Chissà che nell'Universo non esista già una civiltà superiore che ha raggiunto questo stato, che ha già subito una metamorfosi fisica e spirituale.
Se così fosse, l'umanità dovrebbe almeno prevedere la possibilità di un incontro con forme di vita diverse e superiori, dotate di facoltà di conoscenza dell'ambiente circostante e di mezzi di comunicazione differenti dai nostri.
In questo caso i numerosi episodi enigmatici che abbiamo descritto potrebbero trovare una spiegazione assolutamente concreta. E l'uomo non sarebbe impreparato.


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