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Qui si affrontano discussioni su argomenti riguardanti l'Ufologia moderna, ricerche e misteri.
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12/10/2010, 18:48

Gli Extraterrestri? Vengono da Alpha Centauri



Il Coordinamento CUT (Centro Ufologico Taranto), gestito da Antonio De Comite, è riuscito a recuperare un documento sensazionale verosimilmente stilato dal CNI (Centro Nazionale di Intelligence) spagnolo. Si tratta di quattro pagine sconvolgenti e incredibili in cui si afferma che gli extraterrestri esistono, sono giù tra noi, provengono da Alpha Centauri e sono di due tipi. I documenti, secondo le dichiarazioni di un agente “talpa”, sono stati fotografati in tutta fretta ed è stata volontariamente omessa l’ultima pagina con la firma dell’ufficiale che ha stilato il documento.
Di seguito quanto si legge nel documento:


Giustificazioni

Da quando si è concluso il XIX secolo si è visto che fenomeni sconosciuti avvengono segretamente sul nostro Pianeta e si sono ancora manifestati durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Differenti e vari studi sono stati effettuati in queste ultime decadi e confermano che siamo visitati da popoli extraterrestri. Dalla metà degli anni settanta del secolo XX sono stati effettuati moti studi per capire la provenienza di questi visitatori. La presente Direttiva Interna completa i casi passati con quelli attuali. Sarà distribuita agli agenti che lavorano nello spazio aereo extraterrestre ed agli agenti dell’Aeronautica classificati di I° e II° livello.
La documentazione in relazione si propone di assumere tale ruolo dalla lettura di questo documento. L’autorità informerà il Ministro della Difesa ed in caso di intervento della relativa parte, quello dei rapporti con il Governo.

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Precedenti generici del fenomeno

La storia del fenomeno è descritta nei seguenti punti. Queste informazioni provengono dai dati in possesso da vari governi e stati del nostro pianeta.


Fine del XIX secolo (1866)

Le osservazioni riportate in questo periodo hanno indicato la presenza di una vita extraterrestre avanzata, la cui missione era soprattutto l’osservazione e lo studio del nostro pianeta. Si trattava di 10 vascelli dalla forma cilindrica di 17 metri di lunghezza e 3,5 di diametro, e un vascello madre o cargo le cui dimensioni erano approssimativamente 600 metri di lunghezza e di 35 metri di diametro. I vascelli esploratori posseggono un equipaggio di 3 individui, i quali sono stati incaricati di effettuare una rilevazione planetaria. I primi decenni di tale attività sono passati impercettibilmente. L’equipaggio di esploratori extraterresti era costituito da 72 membri di 2 specie geneticamente distinte.


1a guerra mondiale

Le osservazioni di questa epoca sono state effettuate da 37 sonde autonome di esplorazione. Durante questo periodo pochi vascelli di osservazione si sono mossi verso il nostro pianeta.


Dalla 2a guerra mondiale

Gli eventi antecedenti dovuti alla guerra ed al clima politico hanno generato un aumento considerevole delle visite extraterresti.


Informazioni attuali disponibili

Le informazioni che possediamo si possono raggruppare come segue


Provenienza e caratteristiche

Le due razze extraterrestri hanno origine nel Sistema Planetario di Alpha del Centauro A, situato a quasi 4,3 anni luce dalla Terra, una stella molto simile al nostro Sole. Di loro conosciamo una colonia su Tau Ceti a 11,5 anni luce. La prima razza è una specie quasi identica all’essere umano e vive in tre dei sei pianeti del relativo Sistema. Il loro livello tecnologico ha permesso di disporre i pianeti del loro Sistema quasi sulla stessa orbita, il che permette così loro una colonizzazione in circostanze ottimali. Parlano una lingua che assomiglia nella pronuncia al Turco. In determinate occasioni non hanno esitato ad attaccare gli intercettori. E’ una forma evoluta degli animali, sono sessuati (maschio e femmina) e si comportano come i mammiferi. La loro aspettativa di vita deve ammontare a vari secoli e può essere anche di migliaia di anni, il che è probabilmente dovuto alla loro tecnologia avanzata. Questa civiltà è una democrazia che assomiglia a quelle della Terra. Tuttavia i governi non sono specifici ma si rifanno ad un processo elettivo. Manifestano una Federazione composta da 3 clan che controllano i 3 pianeti in cui vivono.

La seconda razza è una forma di vita vegetale estremamente intelligente, generata dalla prima attraverso l’Ingegneria genetica, ma nonostante la sua natura ha un’apparenza antropomorfica. La statura è più bassa (1,5m) e la pelle ha una pigmentazione scura sul grigio-verde. La morfologia è esattamente quella di cui parlano gli addotti, i quali hanno dato loro la denominazione di “Grigi” nello slang ufologico. Si comportano in maniera completamente gregaria rispetto alla prima razza. Sono utilizzati per lavori logistici e controllano i vascelli dello spazio.


Materiali extraterrestri standard e logistica

Attualmente, si stima che più di 800 di questi esseri studino il nostro pianeta. Disposti in 7 grandi trasportatori con una popolazione totale valutata a più di 1900 entità extraterrestri. Dal 1927 avrebbero una base logistica fra la Cintura di Kuiper e la nube di Oort. In base a un calcolo attualmente accettato, effettuato dagli esperti dello Swiss, che prendono come riferimento le ondate successive e l’aumento logistico dei Visitatori, siamo arrivati alla conclusione che sarebbero situati ad una distanza fra 200 e 210 unità astronomiche dal nostro Sole. Usano una fonte di energia basata sull’antimateria ed effettuano lunghi voli spaziali, almeno in un raggio di 60 anni luce dal loro Sole. In relazione alle loro armi, ne hanno usato soltanto una, che causa una temperatura vicino ai 7000 gradi Celsius sul metallo degli intercettori attaccanti. Tuttavia sappiamo che dispongono di un tipo di bomba ad antimateria.


Obiettivi

Le motivazioni dei visitatori extraterrestri sembrano mosse dallo studio esclusivo del nostro pianeta. Tuttavia, in determinate occasioni hanno interferito direttamente nello sviluppo degli eventi. In Russia ed in India sono arrivati a disattivare testate nucleari, destinate a test, il ché è stato interpretato come un messaggio di avvertimento. In altre occasioni hanno fatto deviare degli intercettori dopo aver volato sopra spazi aerei chiusi a causa di decisioni militari, motivate da eventi vari.
Questi atti sono stati valutati come provocazioni dirette. Tuttavia, il fatto che abbiano un così potente armamento come bombe ad antimateria ma non le abbiano usate, comporta l’impressione generale che la loro missione sia esclusivamente scientifica.


Leaders e informazioni rivelate

Come interlocutori con la Terra i visitatori hanno utilizzato, dal primo contatto nel 1967, in Ohio, un uomo e due donne. Costoro, anche se si comportano come degli ambasciatori, sembrerebbero avere la capacità di prendere determinate decisioni. Uno studio corrente ha proposto che il trio potrebbe rappresentare i tre clan governativi. A paragone agli esseri umano essi danno l’impressione di avere 35 anni. Usano rispettivamente i nomi di Adjuk, Mield e Solj. Nel compresso ci sono stati 7 incontri in un periodo di 36 anni, il che sembra dimostrare la mancanza d’interesse della loro civiltà ad effettuare un contatto di massa con la nostra. Anche se si sviluppasse una discussione circa l’analisi sui motivi e le cause di questi contatti, come le esplosioni atomiche o l’inizio delle guerre mondiali sulla Terra, non siamo riusciti a trovare un motivo soddisfacente in grado di spiegarli. Nel corso della riunione del 1972 con gli Stati Uniti, sono stati rivelati dati sulla loro civiltà e sulla loro storia, ma essi sono stati molto reticenti a chiarire qualche cosa sulla loro tecnologia. Confermano soltanto il possesso delle bombe già citate ad antimateria e l’esistenza di una base logistica fra la cintura di Kuiper e la nube di Oort. Riguardo alla tecnologia che permette loro di viaggiare, nel 1990 gli Stati Uniti hanno rivelato che si spostano a velocità incredibili e che in lungo tempo sono riusciti ad annullare gli effetti della relatività e della gravità nelle accelerazioni. Un viaggio dalla loro stella alla nostra dura attualmente più o meno l’equivalente di un giorno terrestre.
Riguardo alla base logistica che hanno nel nostro Sistema, potrebbe essere spiegata dall’esistenza di minerali abbondanti in orbita, che userebbero per la costruzione dei loro vascelli. Il fatto che il loro raggio di attività e ricerca si mantenga nell’ambito di circa 60 anni luce, è contradditorio con la loro tecnologia avanza e questo lascia supporre l’esistenza di altre civiltà extraterresti, oltre questa frontiera, che potrebbero essere di natura ostile.



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07/01/2011, 09:46

Il Caso Marcelletti
"Ho inseguito un UFO"


Bene,non so se conoscete l'avvistamento dell'ex Gen. Marcelletti, comandante fra l'altro della scuola di Volo di Galatina, Lecce.

Questa brevissima descrizione del Gen.è ormai di pubblico dominio visto che l'ha raccontata anche in televisione.

Il suo primo avvistamento fu mentre era in volo con il suo allievo pilota nello spazio aereo di Lecce;
durante un volo notturno di routine furono raggiunti da un OGGETTO emanante una luce arancione ché sovrastò letteralmente il loro MB 326 impedendo loro di vedere le stelle nella volta di cielo sovrastante...
Dopo qualche secondo di volo...in formazione, l'OGGETTO schizzò via ad una tale velocità che ad essi parve, per un istante, che il loro aereo volasse all'indietro... Ma preferisco fare esempi con situazioni accadute all'estero (per ovvi motivi...). Tanto quello che succede, specialmente ai piloti, è pressoché identico seppur in varie forme. Così un pilota di reattori descrisse una missione d'intercettamento di un UFO, guidato sull'obiettivo dai radars del Centro Difesa Aerea durante la Guerra di Corea (1959).
Il pilota, Jim Riordan, veterano di quella guerra ed esperto "cacciatore". Nel suo racconto trapela tutta la sua angoscia che può provare un uomo di fronte l'ignoto...
"Voi state volando su di un intercettore F 94 "Starfire" con un addetto al radar di bordo dietro di voi.
State compiendo il solito pattugliamento nel cielo della Corea, di notte, per prevenire attacchi da parte di MIG nord-coreani, quando il Centro Intercettazioni guida-caccia vi chiama per radio da terra.
Il suo radar, di portata maggiore del vostro di bordo, ha avvistato alcunché di sconosciuto.
Seguono i parametri per portarci al "contatto".
Il segnale, sul loro radar, dice che QUESTA COSA SCONOSCIUTA sta compiendo strette virate ed evoluzioni incredibili ad una velocità superiore a qualsiasi altro aereo.
Così vi si comunica la formula: è un U.F.O...

Da quel momento sapete che non si tratta più di una comune intercettazione, come avveniva spesso; inseguire un MIG era tutt'altra cosa!
Voi sapete chi avete contro...! E non appena eravate in portata potevate lanciare i razzi o sparare contro!
Coi Dischi voi siete "immobilizzato": infatti l'ordine è di intercettare senza sparare... A meno che le LORO intenzioni appaiano palesemente ostili. Ma come potete saperlo?
E quale efficacia avrebbero in tal caso le vostre armi..?
D'un tratto vedete UNA LUCE che volteggia velocissima. Anche il vostro radar ve lo conferma...
Si stabilisce così il "contatto", e voi ora seguite automaticamente la COSA...
Nel frattempo l'Ufficio Operazioni vi chiama da terra e vi comunica di avervi entrambi sul loro schermo radar, e che l'UFO vola ora esattamente alla vostra destra, poco più avanti, proprio come il vostro radar di bordo vi segnala... Il che basta...
Voi ora sapete che avete a che fare con qualcosa di reale, non con un riflesso o con qualcosa d'illusorio, che i vostri strumenti, per un qualche disturbo, vi hanno fatto apparire.
Il vostro compito ora è di avvicinarvi; potreste apprendere qualcosa che il Servizio Segreto ancora ignora e la vostra curiosità reclama...
Così, con il cuore in gola, provate a dare "tutta manetta" accostando...
L'UFO continua imperturbabile a fare le sue evoluzioni, oppure a volte si...ferma !
Solo in questo caso potete avvicinarlo un pò; altrimenti non vi riuscireste mai... Ma ecco che ESSO fa una brusca virata nella vostra direzione!
In quel momento, e solo allora, vi rendete conto di essere stato individuato! E comincia a venirvi male allo stomaco...
Ad una persona a terra sembrerebbe buffo : un pilota da caccia, seduto dietro "ad un pezzo da cinquanta" e ad un lancia razzi, che si spaventa ad una luce che brilla nel buio!

Ma voi siete soli lassù, contro non si sa chi...
E sapete che quella luce nasconde qualcosa di REALE dietro di essa, che appena si riesce ad intravvedere...
Poi vedete che comincia a tracciare una stretta orbita intorno al vostro aereo!
Nessun aereo sarebbe in grado di fare altrettanto, e nessuno sopporterebbe l'accelerazione di una così stretta virata...
La velocità dell' OGGETTO infatti è tale che dovete quasi torcervi il collo per seguirlo con lo sguardo...!
Certe volte, dietro la luce, potete vedere come una SAGOMA ARROTONDATA, altre volte no.
E anche se la vedete non potete giudicare le sue proporzioni, poiché non sapete quasi mai le vere distanze durante quelle evoluzioni.
Una cosa invece è certa : QUALCUNO CHE HA UN'INTELLIGENZA GUIDA QUELLA COSA, a giudicare dal modo con cui manovra...
E così voi siete certo di essere SORVEGLIATO!
Pensando ad una cosa simile a 25,000 piedi di quota, di notte, si prova una strana sensazione....
Dareste qualsiasi cosa perché ad un tratto venisse la luce del giorno ! Così, tutto ciò che sapete, è che può spararvi addosso solo che lo voglia !
Ma poi, ecco che ad un tratto, il DISCO se ne va ad una velocità che vi sembra di essere immobili...!
Quando atterrate, il Servizio Segreto vi investe di domande per ore.
E nessuno del vostro Gruppo avrà un'idea dello spavento che avete provato, e così ci bevete su..."
Ecco, dal passato ad oggi niente è cambiato!
I piloti, più o meno, danno gli stessi resoconti all'Ufficio Operazioni (in Italia ) e tutto va allo SHAPE, Brusselles, e poi negli USA...
Spero di non avervi annoiato, ma vi sono moltissimi altri casi interessanti, sia NASA che piloti ( io sto sempre sul sicuro ...).
Un saluto interstellare a tutti! E rendetevi conto cosa prova un "povero" pilota quando ha di queste avventure...
A volte non fanno neppure rapporto, come molti piloti di linea... ( uno è mio compagno di elementari, ex Com. dell'Alitalia : al terzo rapporto gli dissero "se vuoi volare ancora stattene zitto...." ).


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Domenica 8 Ottobre 1995 - RAI 1 - Trasmissione "SPECIALE TG1"

Bruno Mobrici: Il suo episodio.

MARCELLETTI: Ecco, il mio episodio. Il mio episodio, molto brevemente è... le dico che risale al 21 settembre, la notte fra il 21 e 22 settembre, del 1971. Quando io allora ero ancora un giovane ufficiale, pur essendo responsabile del reparto 1 della scuola di Lecce, mi trovavo a volare di notte con i miei allievi che volavano sotto di me. Improvvisamente sono stato investito da una luce bianca, molto intensa, che veniva dall’alto e da dietro. E fin lì tutto normale. Poi questa luce si è trasformata immediatamente in luce rossa... e ho cominciato a... essere molto perplesso. Poi questa luce, lentamente, lentamente, si è sfumata ed è diventata arancione, giallo, poi una combinazione di colori fino a che è diventata una luce verde molto intensa e io in quel momento ho alzato gli occhi e sono rimasto... paralizzato... dalla paura. Mi concedano... dalla paura. E ho visto sopra di me un oggetto enormemente grande. Non saprei dire le dimensioni perché non so valutare ancora oggi, a mente fredda, a che distanza fosse dal mio velivolo. E... vedevo solamente una parte circolare, cioè la parte anteriore circolare, al di là della quale vedevo le stelle. Dopo un certo periodo di tempo, che potrebbero essere stati secondi o anche giornate intere, questo velivolo ha accelerato nei confronti del mio... questo oggetto ha accelerato nei confronti del mio velivolo, mi ha sorpassato, ho potuto vedere la parte posteriore ancora rotonda, quindi poteva essere o circolare o ellissoidale, dopo di che (e schiocca le dita) così, in un batter d’occhio, è scomparso verso nord-ovest.

Bruno Mobrici: Senta, e come hanno affrontato il problema le autorità?

MARCELLETTI: Dunque, guardi, questo mio problema le autorità militari non lo hanno affrontato perché io non ne ho parlato con nessuno, perché se io ne avessi parlato, amo sempre dire che a quest’ora non sarei qui ma sarei probabilmente ancora al manicomio criminale di Aversa, probabilmente.

08/01/2011, 16:39

[color=black]1976 – L’UFO di Teheran[/color]


Il caso che vi presentiamo è una pietra miliare nello studio classico dell’Ufologia. Un caso documentato, che attesta il comportamento “intelligente” degli UFO, i quali disattivarono i sistemi elettrici di alcuni caccia militari iraniani. Un caso incontrovertibile attestato da documenti della DIA (Defense Intelligence Agency) americana.

Tutto ebbe inizio il 19 Settembre 1976, qualche minuto dopo la mezzanotte.
Al di sopra di Teheran, capitale iraniana, ebbero luogo due tentativi di intercettare degli UFO, rilevati dai radar di terra e dagli occhi di molti civili. Quando la torre di controllo presso l'aeroporto di Mehrabad ricevette delle chiamate che riferivano di un oggetto sconosciuto in volo a 1.000 piedi nella parte settentrionale di Teheran. Segnalarono l'accaduto all'Air Force Iraniana. A duecento miglia di distanza, presso l'Air Force Base di Shahrokhi, il Generale Nader Yousefi ordinò ad un F-4 Phantom di indagare.

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Phantom F-4


Decollò alle ore 1.30 di mattina del 19 Settembre. Secondo il pilota, l'oggetto era intensamente brillante e ben visibile a distanza di 70 miglia. Quando si portò ad una distanza di 25 miglia nautiche (29 miglia terrestri) e tutte le strumentazioni di bordo comprese le comunicazioni si disattivarono. A quel punto il pilota decise di interrompere l'intercettamento cambiando rotta e gli strumenti ripresero a funzionare.

Il supervisore della torre di controllo osservò l'oggetto con un binocolo, descrivendolo come di forma rettangolare o cilindrico. Secondo la testimonianza le due estremità dell'oggetto erano pulsanti di colore biancastro blu. In mezzo si poteva vedere una luce rossa rotonda. "Ero stupito".
Ad ogni tentativo, con contatto visuale, i piloti tentarono di far partire i loro missili, ma ogni volta che si stava per fare ciò, i sistemi d’arma venivano sistematicamente disattivati. L’incidente fu messo per la prima volta in evidenza da un rapporto riservato. Questo rapporto (targato DIA) fu mandato all’associazione ufologica statunitense NICAP (National Investigations Committee on Aerial Phenomena), allora molto influente ed importante negli “States”. Una rapporto di tre pagine del Dipartimento della Difesa (DoD), sotto forma di telescrivente, sul caso fu ottenuto da Charles Huffer nel 1977, tramite il FOIA (Freedon of Informaction Act) americano.

Un rapporto di valutazione della DIA era allegato al messaggio. Le caratteristiche principali del rapporto furono le seguenti. Alle ore 12: 30 antimeridiane, l’Air Force Command ricevette molte chiamate di civili, che allarmate dichiaravano di aver visto un oggetto incandescente nel cielo. L’osservazione effettiva di questo luminoso oggetto incandescente, portò a far decollare, in azione di “scramble” (intercettazione), un caccia a reazione “Phantom F-4#8243;, dalla base Shahrokhi AFB. L’F-4 decollò alle ore 01:30 della notte e si diresse verso il punto sospetto, a 40 miglia nautiche, al Nord di Teheran. Quando il “Phantom F-4#8243; arrivò nei pressi dell’oggetto volante, tutti gli strumenti e i mezzi di comunicazione (UHF e Intercom) si disattivarono. Il pilota interruppe quindi l’intercettazione e ritornò di nuovo alla base. Quando il caccia F-4 si allontanò dall’UFO, tutti gli strumenti di comunicazione e di bordo ricominciarono a funzionare. Un secondo caccia “Phantom F-4#8243; fu inviato alle ore 01:40 notturne.

Improvvisamente l’ufficiale di bordo, esperto in elettronica, notò sul radar una “strana presenza”, a circa 27 miglia nautiche, a ore 12 e con una velocità d’approccio di circa 150 nodi. Quando la distanza si ridusse a 25 miglia nautiche, l’UFO partì ad una velocità incredibile evidente sul radar. Il messaggio da parte del Ministero della Difesa indicò che la grandezza misurata dal radar era come quella di un aereo da trasporto Boeing 707, anche se era difficile discernere le dimensioni, dal punto visivo, a causa della forte luminosità dell’UFO.
A questo punto l'UFO cominciò ad allontanarsi dall’F-4 alla stessa velocità. Era estremamente brillante e si potevano notare luci stroboscopie disposte a schema rettangolare. I colori delle luci variavano dal blu al verde, rosso e arancione, formavano una specie di rettangolo, anche se la sequenza era così veloce che a malapena si potevano distinguere.
La sequenza delle luci fu così veloce, che tutti i colori furono visti allo stesso istante.

L'UFO rilasciò poi un oggetto luminoso, stimato grande quanto un terzo della grandezza della luna visibile. Si diresse dritto verso l'F-4 molto velocemente. Il pilota cercò di fare fuoco lanciando un missile AIM-9, ma in quel momento il pannello delle sue armi smise di funzionare e perse tutte le comunicazioni comprese UHF e Intercom. Il pilota cercò di evitarlo cambiando rotta, fece una manovra di rotazione improvvisa e una discesa in G negativo per fuggire, ma l'oggetto lo seguì. In seguito l'UFO si ricongiunse di nuovo con l'altro UFO da dove era partito. Il pilota riprese le comunicazioni e il controllo degli armamenti.
A questo punto un altro UFO, fuori dall'oggetto principale, discese verso terra rapidamente. Il pilota credette che l'oggetto si schiantasse al suolo facendo una manovra per anticipare una esplosione. Ma l'UFO si posò dolcemente a terra lanciando una luce molto brillante su di una superficie di 2 miglia. L'equipaggio dell'F-4 notò che l'oggetto poco dopo tornò indietro.

Il pilota del “Phantom F-4#8243; scese di circa 15.000 piedi, continuando ad osservare la posizione dell’oggetto atterrato, prima di ritornare alla base. Il ritorno alla base fu difficoltoso, per via di un qualche problema ai visori notturni, che rese difficile l’atterraggio.

Prima di atterrare fecero parecchi giri sull'aeroporto di di Mehrabad, registrando interferenze e perdite delle comunicazioni e durante il loro approccio finale l'F-4 videro un oggetto di forma cilindrica con luci molto brillanti sulle estremità e un flash nel centro. I militari chiesero alla torre di controllo se si rivelava qualcosa, ma la risposta fu che non c'era traffico anomalo nella zona.

Al sorgere del Sole, l’equipaggio dell’F-4 salì all’interno di un elicottero, destinazione sito dell’atterraggio dell’UFO. Era un letto di un lago asciutto. Non videro nulla, ma rilevarono un segnale (come un beef) ad ovest della zona. Di ritorno il segnale si fece molto più inteso proprio sopra una piccola casa. L'elicottero atterrò e chiesero agli abitanti se avessero notato qualcosa di strano la notte precedente. Le persone riferirono di aver udito un forte rumore e visto una luce molto brillante, come un "fulmine".

La valutazione finale della DIA fu importantissima, ossia che si trattava “di un rapporto eccezionale. Questo è un classico che soddisfa tutti i criteri necessari, per uno studio valido del fenomeno UFO”.
L’analisi della DIA precisa che le prestazioni dell’UFO furono sensazionali, rilevando che l’oggetto mostrò una “straordinaria capacità di manovra”. Nel 1977 Richard Hall, ricercatore UFO statunitense, riuscì a trovare l’autore del rapporto DIA ed ebbe con lui una conversazione telefonica. A quel tempo, l’autore del rapporto disse che era disponibile a testimoniare in pubblicò quello che lui sapeva. Quindi per concludere che dire di questo caso? Che è semplicemente importantissimo, riconosciuto da una agenzia di “intelligence” USA, dove un UFO ebbe un incontro con dei caccia militari, il quale reagì in maniera intelligente e superiore, ai tentavi di intercettamento dei jets intercettori, mandando in “black-out” temporaneo i sistemi di bordo e d’arma del velivoli. Come spiegheranno questo caso gli scettici di turno?

Benchè la nota fa riferimento ad ulteriori informazioni, nessun documento militare è mai venuto alla luce. I ricercatori Barry Greenwood e Lawrence Fawcett dichiararono che il caso Iraniano era di notevole spessore, tuttavia nessuna ammissione è mai avvenuta dall'ente governativo. Le testimonianze durante gli anni in avanti fatte da parte dei Generali iraniani Nader Yousefi e Mahmoud Sabahat dell'aeronautica hanno rivelato che il Generale John Secord, capo della missione USAF Orion, fece un brifing di alto livello con le autorità iraniane e con i piloti.

Inoltre il Lt. Generale Abdulah Azarbarzin dell'Imperial Air Force Iraniana ammise ai giornalisti degli Stati Uniti che l'incontro con l'UFO accuratamente documentato fu trasmesso all'USAF. "Questa fu la richiesta degli Stati Uniti. Hanno delle procedure, e se avessimo delle informazioni sugli UFO ce le saremmo scambiate. Nel 2005, uno dei piloti iraniani, il Generale Parviz Jafari, confermò i fatti avvenuti in una intervista rilasciata a Witley Strieber e al Dr. Roger Leir.

Gli analisti dell'intelligente statunitense hanno rilevato un caso spettacolare. Una valutazione nei files della DIA ha stabilito:
"Una relazione eccellente. Questo caso è un classico che soddisfa tutti i criteri necessari per lo studio di convalida per un avvistamento UFO:
a) l'oggetto è stato visto da più testimoni da diverse posizioni e punti di vista…..
b) la credibilità di molti testimoni è elevata (un Generale dell'Air Force, equipaggi di aerei qualificati, esperti operatori radar).
c) rilevamenti visivi sono stati confermati dal radar.
d) simili effetti elettromagnetici (EME) sono stati riportati da tre velivoli separati.
e) sono stati registrati fenomeni fisiologici su alcuni membri dell'equipaggio (vale a dire perdita della visione notturna a causa della luminosità dell'oggetto).
f) grande manovrabilità è stata registrata dagli UFO".

Durante il 1990, Lee Graham e Roger Regehr dell'Aero-Jet in California confermarono che l'avvistamento avvenuto a Teheran fu registrato anche dai sistemi DSP (Defence Program) via satellite. E' una piattaforma sita nello spazio usata principalmente per il rilevamento del lancio di missili balistici. E' in grado di distinguere diversi tipi di aeromobili, confrontando la traccia tramite l'infrarossi con un database completo di tutti i velivoli conosciuti. Graham e Regehr ottennero i tabulati dal DSP e dai dati emersi risultò che un oggetto sconosciuto era presente nello spazio aereo iraniano in quel momento.

La domanda ovvia è, quale tipo di oggetto volò nei cieli di Teheran? Sulla base di tutto ciò che è noto, non ha senso affermare che si tratta di tecnologia americana. Perché gli americani dovevano confrontarsi con l'Air Force nel loro spazio aereo? Non vi è mai stata alcuna indicazione negli anni successivi che poté accertare che tecnologia Sovietica fu responsabile di questo evento - senza dimenticare il fatto che nel 1976 un interferenza da parte sovietica sarebbe stata molto più provocatoria di quella americana. In seguito l'Iran chiese agli opposti schieramenti se era una qualche prova dei propri equipaggiamenti. Nessuna rivendicazione fu mai fatta.

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Il vero problema è che questo oggetto superava chiaramente ogni tipo di velivolo-caccia terrestre.

13/01/2011, 16:16

<font color="pink">L'abduction di Linda Cortile</font id="pink">

Come un angelo nel vuoto

Un rapimento in diretta: il caso di Linda Cortile, investigato a lungo da Budd Hopkins, ricostruito passo passo.


a cura di Pier Luigi Sani

Immagine Linda Cortile risiede a Manhattan, New York, ed è sposata con due figli.Nell'aprile del 1989 si era messa in contatto con Bud Hopkins perché sospettava di aver subito esperienze di abduction; ciò che risultò confermato in una serie di sedute di ipnosi regressiva: le esperienze si erano verificate quando lei era adolescente e durante i suoi venti anni, poi non più. Ma la sera del 30 novembre 1989 - racconta Hopkins - Linda lo chiamò. Era sconvolta: poche ore prima, durante la notte, aveva subito un'altra esperienza. La sera precedente si era messa a lavare e stirare, mentre il marito e i bambini erano andati a dormire. Il lavoro domestico si era protratto a lungo, e quando lei era andata a letto erano passate da poco le tre antimeridiane (del 30 novembre).

Dopo pochi minuti cominciò a percepire un senso di intorpidimento che dai piedi si stava estendendo al resto del corpo, e avvertì nel contempo una presenza estranea nella camera. Impaurita, cercò di svegliare il marito, che però rimase stranamente insensibile. Allora scorse tre piccoli esseri macrocefali, con enormi occhi neri, che si avvicinavano al letto. Linda, le cui braccia erano intorpidite ma non immobilizzate, afferrò un grosso cuscino ornamentale e lo scagliò contro gli intrusi.

Di colpo si ritrovò completamente paralizzata. "Li ho fatti arrabbiare - pensò atterrita - ed ora prenderanno i miei bambini!" Cosa fosse successo dopo non era più in grado di precisarlo: la sua memoria risultava confusa, frammentaria. Ricordava vagamente di essere seduta su un tavolo mentre qualcosa, piccole mani o strumenti, le percuotevano delicatamente la spina dorsale; e rammentava anche una sorta di "tessuto bianco" che saliva verso i suoi occhi e poi ricadeva. Hopkins cercò di calmarla per quanto fosse possibile al telefono, e le fissò un incontro da lì a tre giorni per sottoporla a ipnosi regressiva. Nella seduta, Linda ricordò tre o quattro piccole figure umanoidi che si avvicinavano al letto, la portavano nel soggiorno e da lì all'esterno, attraverso una finestra "chiusa" entro un raggio di luce bianco-bluastra.

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La donna si rivedeva in posizione verticale sospesa nel vuoto all'altezza del 12° piano (dove si trovava il suo appartamento). Fluttuò verso l'alto ed entrò, passando per un’apertura circolare, in un grande oggetto librato sopra l'edificio. Il resto dell'esperienza risultava quella tipica degli "abductions": distesa su una tavola, era stata esaminata da piccoli esseri alieni che tra l'altro le avevano esplorato la spina dorsale percuotendola lievemente su e giù. Il ritorno era stato scioccante. Si sentì calata nel suo letto da un'altezza di circa mezzo metro. Subito dopo cercò di svegliare il marito ma egli era come morto. Temendo il peggio, corse verso la camera dei bambini, che trovò anch'essi totalmente insensibili. "Hanno ucciso la mia famiglia! "pensò angosciata. Cercando di ragionare, prese uno specchietto e lo mise sotto il naso di uno dei ragazzi. Lo specchio si appannò, grazie a Dio, il figlio viveva. All'improvviso, l'altro bambino si mosse e cominciò a respirare in maniera avvertibile, e subito dopo dalla camera matrimoniale giunse il rumore, gradito nell'occasione, del marito che russava. Tutti i membri della famiglia dormivano normalmente nello stesso istante.

Linda confessò a Hopkins di provare un senso di vergogna, in quanto riteneva di essersi trovata nuda nel momento in cui fluttuava, entro il raggio di luce bianco-bluastra, fuori di casa a 40 metri di altezza. Suppose che il "tessuto bianco", visto sollevarsi e poi ricadere davanti agli occhi, potesse essere stata la sua lunga camicia da notte svolazzante nell'aria.


La testimonianza di due poliziotti.

Ai primi di febbraio del 1991, cioè 15 mesi dopo il rapimento di Linda, Hopkins ricevette semplicemente una lettera battuta a macchina e firmata "Robert e Dan", senza cognomi né indirizzi. Gli scriventi erano due agenti di polizia che, dopo lunghe esitazioni, si erano decisi a riferire un fatto straordinario cui avevano assistito alla fine di novembre 1989, fra le 3 e le 3.30 antimeridiane. Quella notte erano in servizio e si trovavano nella loro auto, fermi sotto la FDR Drive (una strada sopraelevata) a Manhattan, vicino al ponte di Brooklin. All'improvviso scorsero attraverso il parabrezza uno strano oggetto ovale, luminoso, librato sopra un edificio a due o tre isolati di distanza da loro. Le sue luci variavano dall'arancio rossastro al blu-biancastro, e scaturivano dalla parte inferiore. L'oggetto si abbassò fino alla finestra di un appartamento del 12° piano. I due agenti afferrarono i binocoli: quello che videro di lì a poco fu uno spettacolo impressionante: dalla finestra del palazzo uscì una figura femminile indossante una lunga camicia da notte bianca; la donna fluttuava come un angelo nel vuoto, entro un brillante raggio di luce blu-biancastro, scortata da tre piccole creature umanoidi, una sopra e due sotto di lei, verso il grande oggetto ovale. Vi entrarono. Subito dopo l'oggetto si mosse nella direzione in cui stazionavano i due poliziotti, sorvolò rapidamente la FDR Drive e si immerse nel fiume (East River), dietro il ponte di Brooklin. Non riemerse più, almeno durante i 45 minuti in cui i due agenti rimasero sul posto. Essi avrebbero voluto aspettare ancora, ma dovettero ripartire per ragioni di servizio. Rimase loro, oltre ad una comprensibile paura, un forte senso di colpa per non essere stati in grado di soccorrere quella povera donna. Ora dopo tanti mesi, avevano deciso di ricercarla (ricordavano bene il palazzo e la finestra da cui era uscita), nella speranza di trovarla viva e in buona salute. Se e quando ciò fosse avvenuto, avrebbero scritto nuovamente a Hopkins. Per il momento preferivano restare assolutamente anonimi, data la loro delicata professione.

Lo stupore di Hopkins alla lettura della lettera fu enorme. Comprese subito che Robert e Dan avevano assistito all'abduction di Linda Cortile. Tutto coincideva: data, ora, ubicazione dell'edificio, colore della camicia da notte, raggio di luce, oggetto volante. Lo studioso telefonò a Linda e la fece venire nel suo studio. La reazione della donna davanti alla lettera fu di grande angoscia. So per esperienza, dice Hopkins, che nessun "rapito" desidera nel suo intimo acquisire la certezza che l'esperienza vissuta è proprio vera.

Alcune settimane dopo Linda telefonò di nuovo a Hopkins per riferirgli che Richard e Dan, come preannunciato nella loro lettera, erano andati a trovarla. L'incontro era stato commovente. Dan si era buttato a sedere su un divano prendendosi la testa fra le mani e dicendo: "Mio Dio, è proprio lei!". Richard, con gli occhi umidi di pianto, l'aveva abbracciata, felice e sollevato nel vederla viva e in buona salute. Entrambi erano rimasti sorpresi nell'apprendere che lei li aspettava e che collaborava con Hopkins. Vollero affacciarsi alla "finestra del rapimento" per localizzare, da lì, il punto in cui stava la loro auto quella fatidica notte. Chiesero a Linda di raccontare tutto quanto ricordava del rapimento, ma lei si rifiutò, obbedendo al consiglio di Hopkins, il quale desiderava interrogare tutti gli eventuali testimoni senza che questi avessero parlato in precedenza con la protagonista. Richard e Dan dissero tuttavia che non si sarebbero lasciati intervistare, dato che la loro reputazione professionale sarebbe rimasta danneggiata se i loro nomi fossero stati pubblicamente coinvolti in una storia di UFO.

Successivamente scrissero ancora a Hopkins: tre volte Dan e sette Richard.

Quest'ultimo inviò anche un'audiocassetta. Nella sua prima lettera, Dan spiegò quale era il motivo principale del loro desiderio di anonimato: la notte dell'avvistamento non erano soli nell'auto: con loro c'era anche un importante uomo politico che stavano scortando verso l'eliporto della città. Al momento dell'osservazione i motori e i fari dell'auto si spensero inspiegabilmente, e la radio e il telefono di bordo avevano smesso di funzionare. L'auto era stata allora spinta verso la sopraelevata FDR Drive, in posizione più riparata e sicura. Da lì essi e l'uomo politico avevano assistito all'abduction.

Nell'audiocassetta inviata a Hopkins, Richard ripeteva il racconto dei fatti del 30 novembre 1989 fornendo nuovi particolari. Affermava tra l'altro che Linda e i tre "alieni", mentre uscivano dalla finestra nel raggio di luce, erano in "posizione fetale". Linda non era nuda, come lei aveva temuto, ma la sua camicia da notte svolazzava.

Il particolare della "posizione fetale" non è stato confermato dalla "rapita". Secondo Hopkins questa contraddizione si spiega ammettendo che Linda fosse effettivamente rannicchiata (come sarà ribadito, vedremo, da un'altra testimonianza) e ne abbia perduto il ricordo a causa dello stato alterato di coscienza in cui si trovava al momento. Del resto, aggiunge lo studioso, il "tessuto bianco" che la donna vide sollevarsi (e poi abbassarsi) davanti agli occhi doveva essere la sua stessa camicia da notte: le ginocchia piegate all'insù (in posizione fetale, appunto) e coperti dalla camicia bianca dovettero dare l'impressione di uno "schermo bianco" sollevato davanti alla faccia.


Altre testimonianze

Nell'autunno 1991 si fece avanti un altro testimone indipendente: una donna che aveva assistito alla scena del rapimento dal ponte di Brooklin.

Negli incontri con Hopkins, essa raccontò che mentre percorreva il ponte in auto, il motore e i fari si erano spenti. Anche le luci di illuminazione del ponte si spensero. Il racconto dell'abduction ricalcava quello dei due agenti di polizia, compreso il particolare della "posizione fetale", peraltro descritto in maniera diversa. "Erano tutti arrotolati quando uscirono dalla finestra". Sebbene la scena del rapimento non durasse più di un minuto, è certo che altri testimoni, oltre quelli citati, vi abbiano assistito. Sia i due agenti che la donna del ponte lo hanno confermato. Hopkins dichiara di aver intervistato finora sette persone. Una di queste, una donna, non vide l'abduction, ma ha raccontato di aver osservato, quella sera, a quell'ora e in quella zona, un oggetto arancio-rossastro nel cielo. Io mi aspetto, dice Hopkins, che altri si facciano avanti; ed è proprio per questo, aggiunge, che tengo ancora segreti certi dettagli del caso: devo essere infatti in grado di controllare l'affidabilità di chiunque, in futuro, dovesse decidersi a testimoniare.

Il caso Cortile, conclude Hopkins, è eccezionale soprattutto per la qualità e la quantità dei testimoni indipendenti. L'evidenza a favore della realtà dei fatti, egli afferma, è straordinariamente ricca e svariata: comprende lettere, dichiarazioni registrate, disegni, relazioni verbali, videocassette. E' stato compiuto un lavoro enorme di indagine e di controllo, con l'aiuto di un ufficiale di polizia e con la consulenza di due psichiatri e psicologi, i quali hanno potuto seguire e studiare le reazioni emotive dei vari soggetti implicati nella vicenda (si è constatato che l'agente Dan ha subito un vero e proprio tracollo psicologico).

E' fondamentale, sottolinea Hopkins, la presenza (nell'auto dei due poliziotti) dell'importante personaggio politico. Pur non rivelandone il nome, Hopkins ci fa capire di averci parlato. Arriva anzi a dire che forse la scena del rapimento sia stata rappresentata proprio per lui, per dimostrare cioè a "uno che conta" quali sono le intenzioni e le potenzialità degli "alieni". Non posso per ora fornire la prova di tale supposizione, dice Hopkins, ma affermo che la prova esiste e che essa porta inevitabilmente ad una conclusione del genere. Non sappiamo - è sempre Hopkins che parla - quanti altri testimoni abbiano assistito allo "spettacolo". E’ possibile che ad alcuni, come a Dan, a Richard e alla donna del ponte di Brooklin, sia stato "concesso" di ricordare (a sostegno della testimonianza dell'uomo politico), e che invece ad altri non lo sia stato. Solo col tempo sarà possibile aggiungere altri elementi a questa spinosa questione.


Fonte






PER APPROFONDIMENTI

http://www.ufoforum.it/topic.asp?rand=7055475&whichpage=0,6&TOPIC_ID=5285#85940
Ultima modifica di Bastion il 13/01/2011, 20:26, modificato 1 volta in totale.

28/01/2011, 19:45

Il sogno di arrivare sulla Luna
Cosa hanno detto gli Extraterrestri


Per coloro che nutrono ancora dubbi sull’esistenza degli extraterrestri, sarebbe oltremodo produttivo consultare le dichiarazioni fatte in un simposio della NASA in cui hanno partecipato sia Neil Armstrong sia Edwin "Buzz" Aldrin, in qualità di ex astronauti dell’Apollo 11.
Dopo che ebbero risentito le comunicazioni radio pervenute sul nostro pianeta attraverso un canale preferenziale, ma ugualmente captate da un radioamatore statunitense, Armstrong disse a chiare note che non poteva entrare nei dettagli su quanto successe in quello storico giorno del 21 Luglio 1969. Egli chiamò gli enormi dischi volanti con il nome in codice di "babies", e confermò che le due navi extraterrestri erano enormemente superiori sia per dimensioni sia per tecnologia.
Egli ha detto esattamente: "Ragazzo, erano grandi e minaccianti!".
Armstrong aggiunse poi che la NASA, nonostante l’ammonimento, continuò con il suo programma per non creare panico sulla Terra.
L’interlocutore, un professore che non ha voluto rivelare il suo nome, gli fece altre domande piccanti.
Armstrong confermò che la storia era vera e disse di nuovo che non poteva assolutamente rivelare altri particolari, poiché la CIA aveva già messo tutto nel più assoluto silenzio.
Il dialogo, del resto, è anche qui.

Fatta questa precisazione, affrontiamo il discorso della conquista lunare dall’altra parte.

Ci sono stati dei messaggi chiari ed evidenti, i quali sono finiti pure nelle mani dei dirigenti NASA dell’epoca e non solo, fatti recapitare dal contattista Eugenio Siragusa ai vari responsabili proprio nel periodo cruciale delle missioni lunari.
Egli, già il 20 Ottobre 1966, scrisse:

"Da 175.000 anni gli extraterrestri hanno le loro basi sul satellite della Terra, sulla Luna. Non è necessario sapere come, ma è vero, che qualcuno ha visto e visitato le meraviglie di una tecnica e di una scienza superiore ad ogni immaginazione fantascientifica umana. Ritengo che non sia facile, nemmeno per le menti più evolute della terrena scienza, immaginare le strutture su cui poggia la fantastica opera che solo una mente divina può edificare. Le opere più moderne e tecnicamente più progredite della scienza terrestre, sono, nei loro confronti, insignificanti espressioni di una mente preistorica. Se è vero che gli astronauti terrestri sarebbero destinati a visitare, dico visitare, il satellite del pianeta che abitano, credo fermamente che rimarrebbero incapaci di superare, psicologicamente, il trauma di quanto sarebbero costretti a costatare. Se tale ambita meta sarà concessa agli uomini di questo mondo, e se potranno raccontare quello che i loro occhi potranno vedere, l’umanità dovrà ricredersi in tantissime cose: dovrà disimparare tantissime concezioni sino ad oggi operanti alla base della loro esistenza, dovrà riconoscere quella che realmente è stata e sarà. Dovrà, infine, imparare ad essere una microscopica parte operante di una infinita, grande famiglia abitante il Cosmo. Ma è ancora vero che l’umanità dovrà necessariamente conquistare una verità se vuole rientrare nel consesso di questa grande e pacifica famiglia cosmica: una verità che è stata illuminata, divulgata, ma purtroppo erroneamente interpretata e resa malamente operante. Ancora la maggior parte degli uomini ignora la realtà che li sovrasta e crede a quello che ha toccato con le proprie mani e ha visto con i propri occhi. Ma sono certo che il giorno si approssima e gli eventi, che vi forniranno tangibile prova di quello che non avete voluto mai credere, sono pronti a mostrarsi con tutta la loro titanica potenza celeste. Sul satellite della Terra, vi è ancora la stessa forza che edificò gli eventi del grande passato: vi è la Milizia di Dio, pronta a manifestare il suo volere ed i suoi disegni. Non sono spiriti folletti o quant’altro si possa di simile credere: sono creature viventi, animate da un solo e grande amore, di una sola e grande giustizia, da una sola e grande pace, da un solo e grande fraterno bene universale. Sono, nei confronti del Creatore, quello che gli uomini avrebbero dovuto essere e non sono: 'I Figli della sua Fiamma', l’espressione vivente della sua eterna saggezza, la potenza immortale della sua divina Intelligenza Cosmica. Sulla Luna, da 175.000 anni queste creature ci sono e ci rimarranno sino a quando gli uomini della Terra non si saranno per sempre risvegliati nei valori immortali della loro vera origine.
E. S."

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È un linguaggio semplice e chiaro, come chiara è la logica espressa, basata su solide basi spirituali verso le quali l’uomo del pianeta Terra non ha saputo rispondere alla stessa maniera.
La storia sinora raccontata sulle missioni lunari, e non solo, non ha mostrato che una logica egoistica, materiale e molto spesso violenta. L’uomo terrestre non ha voluto intendere il messaggio, l’invito a migliorarsi e perciò, per l’ineluttabile legge di causa ed effetto, egli si è messo in una situazione completamente differente da quella in cui uno sviluppo corretto l’avrebbe condotto.
Ecco perché egli è giunto al punto d’essere capace di distruggere il proprio mondo e non solo.
Per capire meglio tale concetto, immaginate di abitare in un palazzo di 20 piani e al primo ci sono persone che accumulano man mano una certa quantità d’esplosivo. Quando la faccenda viene a conoscenza degli abitanti del condominio, come pensate che reagiranno di fronte a questa seria minaccia? Non pensate che sia la stessa cosa se allarghiamo l’ipotesi al nostro sistema solare e, addirittura, alla nostra galassia?
Proprio per dare una risposta a questa situazione, la civiltà extraterrestre volle fare un forte appello agli uomini della Terra ed in particolare agli scienziati e ai piloti delle navicelle spaziali:

"Accettate con puro senso di religiosità le conquiste della vostra intelligenza ed abbiate scrupolosa e cosciente cura di metterle al servizio del bene e della prosperità di tutta l’umanità del vostro pianeta. Siate umili, e guardate con sincera devozione la luce dell’eterna verità che benignamente si rivela e vi tende le sue invisibili e generose braccia. Non innalzatevi come usano fare gli stolti, ma siate semplici e puri di cuore per essere maggiormente graditi alle cose più grandi di voi che, misteriosamente, vi spingono verso un destino migliore. Abbiate piena coscienza di quanto vi viene concesso per superare la miseria morale e spirituale in cui vi siete cacciati per aver poco creduto a Colui che è in voi e tramite vostro vive ed opera in questa vivente cellula del suo Macrocosmico Essere. Le vostre conquiste siano poste sul piano della verità che è in voi. E mai esse abbiano a divenire strumenti negativi e fatali all’anelato desiderio della sospirata evoluzione verso il felice progresso e verso il superiore bene universale. Per camminare sicuri verso le celesti praterie del Creato occorre infiammare le proprie anime di fede pura e spogliare i propri spiriti d’ogni egoistico vestimento materiale. Negli spazi puri, a differenza di quanto un astronauta ha detto, è più facile entrare in contatto con Dio, essere con Dio e sentire la soavissima armonia della sua eterna giustizia, della sua celeste pace e del suo divino e penetrante amore. In queste conquiste il nostro fraterno aiuto non verrà meno, ma verrà meno, e sarete duramente contrastati, se ad esse non darete il loro spirituale e giusto valore, nonché se da esse scaturisse il funesto desiderio della conquista del potere con conseguente innesto del male. Quali che siano i vostri pensieri su questo nostro messaggio che abbiamo affidato al nostro operatore per essere divulgato, giova comunque sapere che noi abbiamo solide basi sul vostro satellite Luna e possiamo, se ciò si rendesse necessario, procurarvi serie tribolazioni onde privarvi di ulteriori passi in queste imprese. Siate accorti e ravveduti ed il nostro aiuto non vi mancherà. Con fraterna benevolenza universale vi salutiamo.
E. Siragusa 16-07-1969"

Potete ben capire adesso come le autorità terrestri e gli scienziati siano sempre stati perfettamente a conoscenza delle loro intenzioni e della loro logica. Logica che avevano già avuto modo di toccare con mano con tutte le missioni spaziali antecedenti le missioni Apollo.
Sembra inverosimile, ma la nostra azione verso la "conquista" della Luna non ha tenuto conto di queste conoscenze e dei relativi inviti. La storia dimostra ancora una volta che simili consigli sono stati dati nella maniera più disinteressata e con tutti i mezzi necessari.
Dopo che avvenne il primo sbarco dell’uomo sulla Luna, la civiltà extraterrestre volle fornire ancora alcuni chiarimenti sulle caratteristiche del satellite, in un modo così chiaro ed inequivocabile che sembrò essere fantascientifico:

"Per la naturale funzionalità delle strutture biofisiche dell’uomo, è possibile rintracciare sotto la superficie lunare quegli elementi (ossigeno, acqua, pressione) i quali sono disponibili in quantità sufficiente per operare ivi una lunga permanenza e senza bisogno di fare uso di scafandri, scorte d’ossigeno e complicate tute spaziali. Ancora la scienza terrestre non è in grado di poter conoscere le particolari condizioni in cui si vengono a trovare i corpi celesti quando questi hanno perduto una considerevole massa del nucleo igneo-cosmico. È ancora vero che la scienza terrestre sconosce il radicale mutamento che si produce nell’anello magneto-sferico, quando questo subisce il progressivo assorbimento verso il centro di tutta la massa del corpo celeste. L’assorbimento dell’anello magneto-sferico verso il centro, è dovuto alla perdita progressiva della massa del nucleo igneo-cosmico. Tale assorbimento, oltre a provocare la compenetrazione degli elementi atmosferici sul piano fisico, produce pure una modificazione sostanziale delle forze coesili della materia e una conseguente contrazione di tutta la massa verso il centro. Quelle perfette figure geometriche che sono visibili sulla superficie lunare e sulla Terra chiamate 'crateri', altro non sono che coni provocati da sprofondamenti causati dal deterioramento delle numerose caverne esistenti nel substrato della crosta lunare. Spesso succede che la concentrazione della massa igneo-cosmica subisce delle fortissime oscillazioni dovute alle linee magnetiche di notevolissima intensità che si sviluppano fra l’emisfero visibile del vostro satellite e le vaste superfici degli Oceani che periodicamente offre il geoide del vostro pianeta. Tali oscillazioni producono movimenti sismici di vaste proporzioni, con conseguente uscita di gas in superficie e sprofondamenti. Sono questi gas a provocare alcuni crateri a forma cupolare e a produrre estese lingue di fuoco, alcune delle quali ben visibili dalla Terra. Le nostre basi spaziali installate da millenni sul vostro satellite, si trovano nell’emisfero visibile che sulla Terra chiamate 'Mari'. In queste zone vi sono scarse possibilità di sprofondamenti per la particolare natura degli elementi che ne compongono la superficie e le strutture interne del substrato della crosta, particolarmente pressata dalle citate linee magnetiche.
E. Siragusa 25-07-1969"

È chiaro pure che, nonostante i consigli, le avvertenze e le informazioni che la civiltà extraterrestre ha trasmesso ai responsabili americani e russi, in particolare agli scienziati, la logica dei terrestri non è cambiata.
Sulla Luna furono programmati esperimenti pericolosissimi, come ad esempio quello di far esplodere una bomba nucleare. Verifichiamo i fatti.
Con l’Apollo 12 si programmò, tra le altre cose, di far cadere sulla superficie del nostro satellite il Modulo Lunare che si disintegrò nell’Oceano delle Tempeste. Produsse un terremoto artificiale che fu perfettamente registrato dai sismografi ivi lasciati. La Luna vibrò come un gong per circa 55 minuti, lasciando assai meravigliati gli scienziati terrestri. Da parte loro, gli extraterrestri non mancarono di dare spiegazioni all’insolito caso:

"Gli scienziati terrestri sono rimasti disorientati nel constatare che il terremoto provocato artificialmente sulla Luna si è ripercosso per ben 55 minuti. Un fenomeno di questo genere, infatti, non ha riscontro sulla Terra e la ragione è semplice. Allorquando sul vostro pianeta si verifica un terremoto, le vibrazioni del geoide vengono, tra l’altro, attutite dalla massa magneto-sferica che lo circonda. In altri termini, la fascia d’atmosfera che pressa tutto intorno al globo esercita un’azione frenante. La Luna, invece, non è circondata d’atmosfera e risulta, quindi, sospesa liberamente nel vuoto cosmico. Al verificarsi di un terremoto la sua massa vibra senza alcun freno esterno, fintantoché le oscillazioni non si esauriscono da sole. Il terremoto provocato dagli astronauti dell’Apollo 12 è stato di modesta entità. Però, un terremoto d’intensità maggiore potrebbe far vibrare la massa selenica in misura tale da causare addirittura uno spostamento dell’orbita lunare, con conseguenze assolutamente incalcolabili.
Recentemente, tramite un nostro operatore vivente sulla Terra, vi abbiamo esortato dal non condurre esperimenti che potrebbero provocare disfunzioni sulle strutture energetiche della Luna. Oggi ritorniamo per diffidarvi nuovamente dal proseguire su questa via e per proporre alla vostra intelligenza una concreta testimonianza che ancora vi appare velata da mistero, ma che racchiude in sé memori immagini di un tragico evento carico di possibili significative analogie. In un passato oramai remoto, orbitava attorno al vostro pianeta una seconda luna. Questa, a causa di un violentissimo urto con un meteorite, spostò la sua orbita tanto da avvicinarsi sensibilmente al vostro globo. Attratto così progressivamente dalla Terra, il planetoide finì col precipitare su questa, provocando la distruzione di Atlantide e un vasto mutamento della configurazione dei continenti. Quando accadde allora, potrebbe ancora ripetersi!
Siate, dunque, saggi e ben consigliati affinché non si rinnovino simili cataclismi.
E. Siragusa 25 Novembre 1969"

Quest’altro ammonimento arrivò di nuovo agli scienziati della NASA e per conoscenza a tutta la stampa mondiale. Gli effetti non furono quelli sperati.
Ecco allora che la civiltà extraterrestre dette un monito definitivo e assai chiaro:


"Agli scienziati della NASA:
Attenti a quello che vi prefiggete di attuare nel prossimo vostro viaggio sul satellite della Terra, sulla Luna. Vi raccomandiamo di tener presente, e responsabilmente, quanto vi abbiamo a suo tempo comunicato, se non volete incorrere in seri guai. Tenete presente, altresì, che le particolari condizioni cosmofisiche del vostro satellite non si prestano a quegli esperimenti che vi siete prefissi di edificare. Un intervento coercitivo di forze energetiche, provocate da esplosioni sulla superficie o nel sottosuolo lunare, potrebbe sprigionare un disquilibrio tale da proporre al corpo celeste un divario sostanziale del suo normale esito di repulsione rispetto al vostro pianeta. La vostra disgrazia diverrebbe irreparabile se il satellite dovesse raggiungere il punto ipercritico della sua attuale orbita. La vostra storia non conosce nulla di un remoto passato, assai doloroso per gli abitanti di allora. Ricordate la caduta sulla Terra di una delle sue lune provocando immani disastri e lo spostamento dell’asse terrestre di 45° ad oriente? Questo vostro satellite potrebbe segnare la fine del vostro pianeta se vi trastullerete a sconvolgere il suo cosmologico equilibrio.
STATE MOLTO ATTENTI A QUELLO CHE FATE!
Potremmo anche non intervenire e permettere la vostra completa distruzione togliendo, così, dalla nostra Galassia la forza negativa che la vostra specie edifica, a danno della grande famiglia universale. Ma poiché il nostro amore è Luce di Dio, i nostri mezzi sono già in allarme e pronti ad attuare, qualora si rendesse necessario, gli interventi di impedimento o di annullamento della vostra missione nello spazio.
State attenti, signori scienziati della Terra!"



Il seguito dell’azione è stato già, in gran parte, scritto con riferimento all’Apollo 13.
Gli scienziati terrestri non poterono, né potranno mai affermare che non sapevano nulla di tutto ciò. Sta di fatto che gli esperimenti di sismologia attiva sono continuati con l’Apollo 14, 15, 16 e 17.
Con l’Apollo 14 furono eseguiti esperimenti con l’esplosione di 13 cartucce, delle 21 previste, fatte detonare sulla superficie e con il lancio dell’S-4B e del LEM contro la Luna.
Un esperimento con un lanciagranate telecomandato da Terra, fu abbandonato per timore di danni all’ALSEP (Apollo Lunar Surface Experiment Package), una serie di strumenti scientifici molto complicati e sensibili.

Con l’Apollo 15 furono compiuti esperimenti di sismologia attiva utilizzando lo stadio S-4B e la sezione d’ascesa del LEM. Con l’Apollo 16 furono utilizzate piccole cartucce esplosive e lanciagranate, innescate con radiocomando dalla Terra. Infine, con l’Apollo 17 fu eseguito un esperimento di profilatura sismica lunare, realizzato con quattro cariche esplosive, da far brillare dopo il rientro degli astronauti mediante radiocomandi da Huston, che servirono per lo studio del sottosuolo.
La storia c’informa che le missioni Apollo finirono drasticamente.
Pure i sovietici, nello stesso periodo, dovettero abbandonare ogni progetto lunare. Furono avanzate delle scusanti di tipo economico e tecnico ma onestamente bisogna affermare che la ragione deve essere ricercata nella logica espressa nei messaggi prima proposti.
Visto l’affanno in cui, al giorno d’oggi, versano le maggiori agenzie spaziali, considerando poi che, oltre all’Europa, anche il Giappone e la Cina stanno ricalcando la stessa logica, vorrei riproporre un lavoro unificato che in un breve lasso di tempo potrebbe portare all’unione di tutti gli sforzi per realizzare un progetto notevole e pieno di grandi prospettive e prosperità per l’umanità intera.

Si tratta della costruzione di un satellite-laboratorio da porre intorno al nostro pianeta per risolvere definitivamente la questione energetica. Qualche decennio fa la civiltà extraterrestre c’invitò a realizzare tale progetto, attraverso il seguente messaggio:

"È il momento propizio perché vi sforziate seriamente di mettere in pratica il progetto per la costruzione di un satellite-laboratorio tipo Phobos (satellite artificiale di Marte) capace di trasformare l’energia solare in energia motrice e di convogliare questa sul vostro pianeta. Presto o tardi sarete costretti a ricorrere a questa fonte inesauribile d’energia pulita, capace anche di farvi definitivamente uscire dall’era della combustione con benefici immensi sul piano ecologico e vitale. Anche lo sfruttamento temporaneo dei flussi termici dei vulcani attivi potrebbe notevolmente agevolare una momentanea difficoltà, ma occorre sollecitare il progetto di massima che è quello della costruzione nello spazio di uno o più laboratori orbitanti con il compito specifico di trasformare energia solare. L’impegno richiede uno sforzo collettivo non indifferente, ma se la cosciente responsabilità prevarrà, l’edificazione di questo benefico progetto sarà possibilissima. Noi vi aiuteremo, programmando mentalmente coloro che si renderanno disponibili allo studio e alla realizzazione di questo progetto che noi chiamiamo nella nostra lingua 'Dal Cielo alla Terra'.
E. Siragusa 26-11-1973"


Fonte

29/01/2011, 09:54

J.F.Kennedy e gli Ufo


E’ il 22 Novembre del 1963 e l’allora presidente degli Stati Uniti JF Kennedy avrebbe dovuto tenere un discorso al Trade Mart di Dallas. Quel giorno Kennedy fu ucciso mentre sfilava fra la folla con la sua auto e con a fianco la moglie Jacqueline. Fu solo l’atto di un folle o esistono altre terribili verità dietro quell’inatteso omicidio?

L’anno prima, precisamente l’1 Agosto del 1962, veniva trovata uccisa nella sua villa a Los Angeles, l’attrice Marylin Monroe che proprio con JF Kennedy (ed in seguito anche con Robert, il fratello del presidente) cominciò una “scomoda” relazione sentimentale. La frequentazione cominciò nel 1954 e si svolgeva con incontri clandestini al Carlyle Hotel di New York. Le difficoltà di tale relazione erano,ovviamente, legate alla politica e all’immagine del presidente. Nel corso della sua relazione con l’attrice, Kennedy le rivelò inopportunamente moltissime informazioni top secret riguardanti il panorama politico mondiale e, soprattutto, la questione UFO.


Le rivelazioni di Dorothy Kilgallen e la morte di Marilyn Monroe


Nel 1994 un investigatore privato di Los Angeles, Milo Spiriglio ottenne una copia di ciò che appare un documento della CIA che sarebbe stato redatto il 3 Agosto del 1962, ovvero a due giorni dalla morte dell’attrice. In tale documento si parlava di una intercettazione telefonica tra la giornalista Dorothy Kilgallen e un suo amico intimo di Hollywood . In tale conversazione si parlò della imminente rottura fra la Monroe e i Kennedy e del fatto che l’attrice stava minacciando di raccontare tutti i segreti che il presidente le aveva confidato: in primis la questione UFO ed i viaggi del Presidente in una base segreta americana per visionare “oggetti venuti dallo spazio”.

La Kilgallen non fu troppo sorpresa di fronte a tali rivelazioni e rispose di conoscere il motivo di una visita di questo tipo da parte del presidente, e cioè in una base segreta che nascondeva i resti dello schianto di un veivolo extraterrestre nel New Mexico nel 47’. Già nel 1955 la Kilgallen aveva pubblicato un articolo che fece scalpore “Flying Saucer” (Dischi Volanti) in cui divulgava un operazione dei servizi segreti Britannici che riguardava il recupero di un disco volante e del suo equipaggio. La fonte, disse, era un ufficiale britannico che aveva preferito rimanere in incognito. Inoltre asseriva che il governo britannico occultava un rapporto ufficiale sulla verifica degli avvistamenti di UFO “fino ai giorni nostri”, forse per evitare uno stato di panico nella popolazione.

L’1 Agosto del 1962 Marylin Monroe fu trovata in stato di semicoma nella sua villa a Los Angeles, per aver assunto una massiccia dose di barbiturici (senza ingerire un goccio d’acqua) .Ufficialmente l’attrice morì alla mezzanotte, ma l’arrivo dell’ambulanza ci fu solo 3 ore e mezza dopo, cioè alle 3.30 del 2 Agosto. I paramedici le somministrarono l’ossigeno e sembrava che si stesse riprendendo da quel terribile semicoma in cui era caduta, ma quando si apprestarono a trasportarla in barella all’ospedale si presentò il prof. Greeson, psichiatra della donna, che fra lo stupore dei paramedici somministrò all’attrice una iniezione intracardiaca con tale violenza da spezzarle perfino una costola.

Nel certificato di morte firmato dal dott.Thomas Noguchi si attesterà che la morte fu causata dall’effetto letale dei barbiturici. Nelle camere della Monroe fu trovato un diario ,dove l’attrice appuntava tutto, e che conteneva ,con molta probabilità, numerosi segreti : anche quelli relativi alle rivelazioni del presidente sugli UFO. Il diario fu preso in custodia dal dott.Noguchi e riposto in una cassaforte, ma il giorno dopo era misteriosamente sparito.


Kennedy e gli UFO…


Che Kennedy fosse al corrente della questione UFO è comprovato da numerosi documenti non più TOP SECRET e da alcune interessanti testimonianze.

Una di queste è quella di Bill Holden e risale alla primavera del 1963. Allora, Holden, era capo-carico dell’Air Force One e viaggiava con Kennedy; discorrendo con lui in merito ad una conferenza sugli Ufo tenutasi a Bonn (Germania) gli chiese :<Presidente, cosa ne pensa ,lei, degli UFO?> , il Presidente facendosi scuro in volto rispose :<Io vorrei parlare al pubblico della questione UFO, ma ho le mani legate.>

E’ ovvio che tale affermazione implicava un’approfondita conoscenza dell’argomento.

In un rapporto firmato Allen W.Dulles (allora direttore della CIA) e datato 5 Novembre 1961 si parla esplicitamente delle intercettazioni di Ufo da parte dell’aviazione statunitense, del famoso Project Blue Book e di come il Majestic-12 intraprendesse alcune attività di sviluppo tecnologico per lo sfruttamento dell’Energia atomica sin dal 1954.

Proprio in quel periodo sembrava ci fosse un vero e proprio braccio di ferro tra Kennedy e la CIA, che iniziò proprio con la destituzione di Dulles da direttore della CIA. Era noto, infatti,che il presidente non era sulla stessa linea d’intenti dei dirigenti dei servizi segreti tant’è che un giorno dichiarò:<<…Lo stesso ufficio del Presidente viene usato per sovvertire i diritti dei cittadini, ed è mio diritto renderlo noto…>>.

Da un memorandum scritto da Kennedy il 12 Novembre del 1963, dieci giorni prima del suo assassinio, indirizzato al direttore della CIA (allora James Angleton), avente per oggetto il “Riesame delle classificazioni di tutti i files del reparto spionaggio UFO riguardante la sicurezza nazionale”, si evince la volontà di Kennedy di divulgare ad una più ampia cerchia di funzionari del governo, e quindi in seguito al popolo, la verità sugli oggetti volanti non identificati. Inoltre, il riesame dei dati (cita il documento), avrebbe coinvolto anche la NASA.

In un altro documento datato sempre 12 Novembre 1963 ed indirizzato a James Webb (allora amministratore della Nasa), il presidente spiegava come gli Stati Uniti si dovessero impegnare a portare avanti un programma di esplorazione spaziale congiuntamente con le autorità sovietiche.

Nonostante non ci fossero riferimenti espliciti ad oggetti volanti o alieni, poteva sembrare quantomeno strana una collaborazione di questo tipo fra le due superpotenze mondiali.

Invece sappiamo con certezza da una intercettazione di una “Linea calda” dell’11/12/63, appena venti giorni dopo la morte di Kennedy, tra il nuovo presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson e il premier russo Nikita Kruscev, che tra gli Stati Uniti e la Russia si era già stabilito un certo contatto per poter eventualmente affrontare insieme il problema UFO: Johnson diceva:<> e più avanti, il premier russo diceva:<Anche noi pensiamo che gli UFO siano un argomento di massima importanza per la sicurezza della nostra collettività...> (Intercettazione telefonica TOP SECRET UMBRA)


Le rivelazioni di Cooper


A riprova di quanto detto, John Lear, pilota aeronautico ed ex agente CIA, noto in ambiente ufologico per le sue rivelazioni sul Majestic-12 (MJ-12), fu contattato da un ufficiale della Marina USA, Milton William Cooper, che raccontò di aver visionato personalmente documenti militari sugli UFO. Nel 1988 Cooper fu allontanato dall’ambiente militare per aver divulgato informazioni coperte da segreto militare. Ma nei mesi a venire, divulgò tutte le altre informazioni che aveva appreso da documenti TOP SECRET.

Ma le rivelazioni di Cooper andavano oltre: disse che l’MJ-12 era stato il vero responsabile della morte di Kennedy e la motivazione fu la sua volontà di rendere pubbliche le informazioni riguardanti la presenza aliena sulla Terra. Più precisamente ,disse che ad uccidere Kennedy non fu solo l’uomo che sparò (Lee Harvey Oswald) ma anche un agente segreto che guidava la propria automobile e questo, secondo Cooper, sarebbe palese da un filmato girato dalla parte del pubblico il giorno dell’omicidio.

due anni dall’assassinio Kennedy, la Killgallen intervistò nella sua cella Jack Ruby, l’uomo che eliminò Lee Harvey Oswald, il “presunto” omicida di Kennedy. Dopo l’intervista, la Kilgallen si mise in contatto con il suo fidanzato Johnny Ray per dirgli che aveva fra le mani uno scoop incredibile, ma che non poteva parlarne al telefono: venne trovata morta nel suo appartamento di Los Angeles la mattina dopo, il 5 Novembre del 1965, uccisa da una miscela letale di alcool e barbiturici

Jack Ruby morì di cancro,in prigione, ancor prima che iniziasse il processo.

Numerosi ricercatori ed ufologi, oggi, pensano che l’omicidio Kennedy sia strettamente legato alle informazioni che avrebbe dovuto divulgare al popolo sugli accordi e sui piani stipulati da un governo ombra (MJ-12) con una delegazione di alieni “Grigi” che nel 1954 atterrò nella base aerea di Edwards alla presenza dell’allora presidente Eisenhower. A conferma di questa tesi vi sono ulteriori dichiarazioni di Cooper che, parlando dell’incontro con la delegazione aliena, descrive un cosiddetto “Patto scellerato” fra alieni e governo ombra in cui si stabiliva che “gli alieni non avrebbero interferito con i nostri affari e noi non avremmo interferito con i loro, mantenendo segreta la loro azione e presenza sulla Terra”. In cambio, i Grigi, avrebbero fornito nuove tecnologie per lo sviluppo scientifico. D’altra parte, gli alieni, avrebbero potuto prelevare periodicamente umani per alcune ricerche sul DNA, in quanto la loro razza si trovava in uno stato di decadenza.

Una citazione del presidente Roosvelt (1933-1945) dice:”Se devo scegliere fra ciò che è giusto e ciò che andava fatto, scelgo ciò che andava fatto…” e forse accadde proprio questo fra governo americano e alieni.

29/01/2011, 15:37

Eugenio Siragusa
La Luna Nera


Nel nostro sistema solare esiste tuttora un piccolo satellite artificiale che è chiamato "Luna Nera", del quale la scienza ufficiale conosce molto bene la traiettoria ma ancora rimane nel top secret. Fa abitualmente il percorso dalla Luna a Venere e ritorno.
Questa Luna Nera non è da confondere con l’altra, chiamata pure "Lilith", che non è un corpo celeste, ma il punto in cui la Luna si trova alla massima distanza dalla Terra. Tale punto è considerato importante da molti astrologi ed è associato alla Lilith biblica, la prima compagna di Adamo dopo essere stato cacciato dall’Eden per aver trasgredito al volere divino. Secondo un’altra tradizione, Lilith evoca gli elementi di diabolicità e perversione. Oggi rappresenta il modo in cui questa esprime la passionalità e l’erotismo.
Tornando perciò alla Luna Nera fisica, essa ha un compito preciso che è quello di mantenere la Luna nella sua orbita per evitare che si avvicini alla Terra con conseguente probabile urto. La traiettoria del satellite è a forma di otto tra la Luna e Venere, mentre la sua superficie normalmente non riflette la luce, se non in particolari situazioni.
Si conosce qualche cosa di essa solo perché il contattista Eugenio Siragusa ha raccontato il suo viaggio in questa misteriosa astronave, avvenuto quando gli Stati Uniti stavano preparando il lancio dell’Apollo 11 per portare i primi astronauti sulla Luna.
In un certo qual modo il viaggio iniziatico di Eugenio Siragusa sulla Luna Nera aveva un significato parallelo.
Mentre gli scienziati della terza dimensione preparavano il loro viaggio spaziale guidato che avrebbe iniziato la conquista degli spazi esterni al pianeta, le guide della quarta dimensione avvicinavano i loro mezzi, la loro scienza e il loro sentimento generoso della conoscenza, attraverso uno dei loro operatori, in un viaggio di tipo iniziatico che marcava un nuovo tempo nel "Programma Generale" ed anche nel programma specifico del Siragusa.

Come le altre volte, il contattista ricevette una chiara indicazione telepatica di partire il giorno seguente per un incontro fisico nella Valle delle Aquile, sul vulcano Etna. Era una valle non lontana dai punti dove aveva avuto i precedenti incontri fisici con i piloti di dischi volanti. Nella comunicazione telepatica gli era stato detto anche che questa volta non sarebbe salito su un disco solito di 12 metri di diametro, bensì su una cosmonave di oltre 500 metri di lunghezza. Nell’ora esatta del giorno indicato, Eugenio si trovò nella Valle delle Aquile. Si era fatta sera e regnava un assoluto silenzio.

Quando egli vide l’astronave rimase tranquillo, più tranquillo delle altre volte. La cosmonave si fermò ad una distanza di un tiro di pietra, in una zona deserta, ed Eugenio si diresse in quella direzione. Gli sembrò enorme tanto che non riuscì ad individuare l’apertura d’entrata immediatamente. Ad un certo punto, in una zona laterale si formò un buco da cui scaturì una scala che si distese fino a terra.
In quel momento apparve uno degli extraterrestri con cui si era incontrato in altre occasioni e gli fece segno di salire. L’astronave, vista da vicino, aveva un’altra colorazione. Eugenio penetrò in una specie d’alone che era variato dal giallo azzurrognolo al verde smeraldo. Si sentiva una sottile vibrazione nell’interno dell’astronave mentre il comandante, di nome Woodok, gli diede il benvenuto. Immediatamente ci fu la partenza. Egli non sentì che una lieve pressione.
Per seguire il viaggio fu fatto sedere in una sedia anatomica, apparentemente di cuoio o plastica. Il sedile era disegnato per mettere in riposo la colonna vertebrale, lasciando completamente libera la cassa toracica, terminando con un poggiatesta.

Nell’interno della nave vi erano spaziosi corridoi che davano a dei compartimenti. Alcuni di questi compartimenti erano enormi laboratori spaziali, altri erano comodi dormitori con letti anatomici.
Il Siragusa poté conoscere due dei compartimenti fondamentali della cosmonave: il compartimento d’analisi e controllo del volo e il compartimento dove si trovavano i controllori di volo. Nel primo vi erano grandi quadri luminosi che mostravano immagini della zona che si trovava sotto e che si stava sorvolando. Molti di questi pannelli avevano enormi zoom che permettevano di avvicinare o allontanare le immagini a volontà, per avere una visione di lontananza o vicinanza desiderata. Il compartimento dei controlli possedeva un apparato che richiamò imperiosamente l’attenzione del Siragusa: si trattava di una specie di televisore quadridimensionale o globulare che riceveva o proiettava immagini, incluse quelle della stessa nave e lo stesso interno durante il volo. Così si vide proiettato sullo schermo televisivo come se il filmato fosse stato fatto da un’altra astronave.

Dal suo sedile anatomico poteva seguire il volo con tutte le immagini proiettate sul televisore globulare.
In un secondo, vide la Terra della grandezza di un pallone da calcio. Il viaggio era cominciato alla 20,30 ora solare. Sette minuti più tardi la cosmonave arrivò sulla Luna Nera.
La Luna Nera nel suo interno era un’autentica città fluttuante, una città meravigliosa, una città da sogno. Un gruppo di donne salutò il nuovo viaggiatore: fra loro c’era un terrestre, anche lui arrivato dalla Terra. Si trattava di un meccanico di Bologna, di nome Luciano Galli, che incontrerà nuovamente in Italia.


Una cosa curiosa che Siragusa mi ha raccontato è che queste donne, assai belle ed affascinanti, portavano dei campanellini appesi al collo che facevano suonare ogni qual volta i "terrestri" si facevano venire "speciali" pensieri e tutto finiva in fragorose risate.


Fu quindi fu condotto in un grande salone a forma di ferro di cavallo, brillante, come se fosse tappezzato con placche d’argento. Attorno alla parete c’erano una serie di nicchie di cristallo... In queste, seduti in stato di sdoppiamento controllato, vi erano i corpi di numerosi extraterrestri.
Telepaticamente Eugenio domandò quale significato ebbe quella situazione e gli fu data immediata risposta:

"Si tratta di fratelli in missione sul pianeta Terra. Per noi lo sdoppiamento controllato è come per voi il sogno. Possiamo spostarci sulla Terra e ritornare. Sulla Terra stanno realizzando questo lavoro astrale ben sei milioni di esseri dello spazio. Ciò è permesso fino ad 80 anni. Dopo devono tornare. La vita media di uno di noi è circa 1200 anni terrestri."

In seguito Eugenio domandò, sempre telepaticamente, l’origine della Luna. L’extraterrestre rispose:

"La Luna è, al contrario di quello che credono gli scienziati terrestri, giovane come la Terra. La Terra, la Luna e le altre due lune scomparse, nacquero con il Sistema Solare dall’esplosione di una stella Supernova. Gli altri due satelliti s’infransero in epoche diverse sopra il pianeta Terra, distruggendo i continenti Mu ed Atlantide. La Luna è abitata da 175.000 anni, giusto il tempo in cui la Confederazione Interstellare mise lì le sue prime basi. Non è consigliabile abitare sopra la superficie lunare, perché il nucleo centrale igneo-cosmico del satellite è in continua contrazione, con perdita di massa. I crateri lunari non sono dovuti alla caduta di meteoriti o impatti, ma al vuoto che la perdita di massa della superficie provoca, causando cedimenti imprevisti. In più, la superficie della Luna è sottoposta a tremende attrazioni dovute all’influenza degli oceani terrestri. Gli scienziati russi vollero scoprire questi segreti e degli astronauti persero la vita per questo."

Mentre si stava svolgendo il colloquio, Eugenio si ritrovò in una vasta sala dal soffitto illuminato da una luce arancione, ma senza lampadari o lampadine. La sala poteva essere grande venti volte Piazza del Popolo a Roma, ed in essa vi erano fermi altri dischi volanti. Mentre camminava con i piloti che lo accompagnavano, ne contò almeno venti di tutte le dimensioni: intorno ad essi vi erano uomini che lavoravano in un andirivieni e vestivano tute di vari colori.

Eugenio ha così raccontato il proseguo della sua visita:

"Nel frattempo arrivammo vicino ad una delle pareti della sala e, senza che si delineassero porte, Regga (un marziano) passò la sua mano su di un punto verde a forma di bottone, e nella parete si aprì una porta. Passammo oltre e la parete ridiventò liscia, uniforme. Ci avviammo in un corridoio illuminato anch’esso dal soffitto e giungemmo in una sala quadrata di circa 15 metri di lato. Al centro vi era un tavolo rotondo con dodici sedie attorno, otto delle quali erano occupate da altrettanti uomini vestiti con tute diverse e simboli diversi. Si alzarono e mi furono presentati come rappresentanti di otto dei dodici pianeti di Patras, facenti parte perciò del nostro sistema solare. I loro nomi non mi furono detti, ma tutti ed otto mi strinsero la mano nelle loro che erano tridimensionali, fisiche in carne ed ossa come le mie. Dopo il saluto, Regga mi condusse in uno dei dodici stanzini che si aprivano nella parete e mi disse di spogliarmi. Rimase meravigliato dal fatto che io mi vergognavo di lui; allora mi disse tutto quello che avrei dovuto fare ed uscì. Rimasi solo; mi spogliai e subito dopo dal soffitto scaturì come un fascio di luce investendomi dalla testa ai piedi, e man mano che scendeva verso le estremità sentivo che un calore come se la pelle mi fosse tolta; ma era una cosa piacevole, affatto dolorosa. Poi la luce cessò e passando una mano su di un punto rosso della parete si aprì un pannello: nell’interno vi era una tuta di un azzurro intenso. Mi trovai così inguainato in un indumento fatto di materiale sconosciuto. Ai piedi mi misi dei sandali che si univano alla tuta nelle caviglie. Rientrò Regga e, passandomi la mano sui fianchi, fece sì che i due pezzi della tuta diventassero uno solo e in quell’istante sentii il mio corpo leggerissimo: suppongo che dei miei 75 chili ne avrò pesato si e no 40. Uscendo dallo stanzino, tutti i presenti si alzarono in piedi esprimendo un complimento su come mi ero comportato, giacché avevo superato la doccia magnetica depurante ed il potere magnetico della tuta. Poi ci sedemmo, ed il mio posto fu fissato vicino a Regga di Marte. Intanto, essi parlavano nella loro solita lingua a me sconosciuta, mentre colui che si chiamava Ron sembrava che interrogasse ognuno dei presenti. Alla fine ci alzammo in piedi: a questo punto entrò in sala un altro sconosciuto il quale posò davanti a Regga un aggeggio come una valigetta, anch’essa di materia sconosciuta. Regga la aprì e ne trasse un triangolo rosso con alla sommità la rosa rossa con lo stelo spinoso: era il simbolo del mio pianeta. Era come se il simbolo e la tuta si attirassero l’un con l’altro. Consegnatami la rosa, ci sedemmo di nuovo e quegli uomini iniziarono a parlare uno alla volta di tutti gli affari politici, civili, militari e scientifici della nostra Terra. Mentre parlavano, il tavolo s’illuminò come uno schermo e vi apparve il globo terracqueo in tutti i minimi particolari. Montagne, fiumi, città e paesi di tutte le nazioni, basi militari, missili, bombe atomiche in superficie e sotterranee. Si parlò molto e mi furono dette molte cose che non potrò mai rivelare perché mi fu proibito. Ed io mi attengo agli ordini. In ogni modo questo lo posso dire: essi tengono sotto controllo tutte le basi atomiche e missilistiche esistenti sulla terra, e guai alla nazione che sconsideratamente tentasse di farne uso. Essa scomparirebbe dalla superficie del pianeta. Dopo la riunione, tutti mi salutarono e mi complimentarono di nuovo, promettendomi di rivederci ad ogni riunione. Poi se ne andarono. Rimanemmo soli io e Regga..."

Dopo quest’incontro, Eugenio Siragusa risalì sulla cosmonave e riprese nuovamente il viaggio di ritorno. In totale egli aveva percorso 470.000 Km e il viaggio era durato appena due ore e venti minuti. Il tragitto era stato appunto Terra - Luna Nera - Terra.


http://www.ustream.tv/recorded/10650522


Fonte

30/01/2011, 09:16

Intervista a Timothy Good
Alieni di aspetto umano sono tra di noi



Di Paola Harris

11 Agosto, 2007

PH: Cosa hai imparato sulla presenza extraterrestre sulla Terra?

TG: Nell’ultimo capitolo “ Unearthly Disclosure “ parlo delle rivelazioni che mi sono state fatte da personale militare e dei servizi segreti riguardo allo “status quo”. Sono informazioni che risalgono agli anni ’80 fino all’’89, quindi sono un po’ datate ma molto significative. Mi è stato rivelato che gli Alieni hanno stabilito basi qui da molto tempo e che sono qui da tantissimo.

PH: Quindi alla fine di questo libro tu giungi a queste conclusioni.

TG: Sì, ho ricevuto moltissime informazioni riguardo a basi aliene su questo pianeta, collocate soprattutto negli Stati Uniti..

PH: Le nomini?

TG: Si, una si trova in Australia, due nel Pacifico che sono molto grandi, alcune nell’area delle Bermuda e una nei Caraibi.

PH: Esistono anche città, è vero? Intere città?

TG: Non saprei dirlo, io non le ho viste.

PH: Ma cosa dicono le tue informazioni?

TG: Basta che pensi alle informazioni fornite da quel contattato venezuelano, non ricordo come si chiama -Enrique Castillo Rincon- che è stato preso alla fine degli anni ’70 ed è stato portato in due basi aliene, una delle quali nelle Ande. L’altra era nella Fossa delle Marianne, la parte più profonda dell’Oceano Pacifico. Scende fino a 11000 metri di profondità e da qualche parte, lungo i bordi della fossa, esiste una grande base aliena descritta come un insieme di grandi globi sottomarini completamente autosufficienti, con vegetazione ed abitanti di aspetto umano.

PH: Timothy, quando io dico “base” penso ad una base militare, la gente pensa che gli Alieni abbiano basi militari.

TG: Beh, non è detto che una base sia per forza militare, per esempio “base” può significare anche “campo base”.

PH: Sì, ma quando le persone pensano ad una base, pensano ad una base militare.

TG: Beh, non dovrebbero.

PH: Quindi dobbiamo chiarire che quando tu ed io parliamo di “basi” intendiamo semplicemente “posti dove loro vivono”.

TG: Voglio anche aggiungere che molti di questi esseri si trovano su questo pianeta da molto prima di noi. Quindi non ci stanno semplicemente facendo visita, sono esseri che hanno vissuto su questo pianeta ben prima dell’Homo Sapiens e, infatti, sono loro gli artefici della nostra evoluzione. Noi siamo una razza ibrida.

PH: E non sono tutti Grigi.

TG: Assolutamente no.

PH: Questo è proprio ciò che voglio far sapere alla gente.

TG: Esistono specie differenti.

PH: Esistono specie differenti e gran parte di esse sono umanoidi.

TG: Esattamente.

PH: E alcuni di loro possono essere tranquillamente scambiati per umani.

TG: Assolutamente.

PH: Ed è questo che la gente non vuole capire. Si sono impressi in mente un’immagine stereotipata di alieni piccoli, grigi e con grandi occhi e questi sarebbero gli unici extraterrestri presenti sul nostro pianeta. Ma non è così.

TG: Ne esistono molti tipi differenti e alcuni di essi sono certamente umanoidi, collegati a noi geneticamente..

PH: Cosa dice quel contattista? Che aspetto avevano?

TG: Emotivamente erano molto freddi con lui. In quelle basi c’erano uomini e donne e lui li incontrò per diversi anni. Era diventato amico di uno di loro che in quel periodo viveva tra noi dissimulato come uomo d’affari svizzero. Lo incontrò in Sud America. Lui era qualcosa tipo un rappresentante di lozioni dopobarba. Enrique rimase amico di questo personaggio per molto tempo. Pensava che fosse un individuo molto interessante anche se dal comportamento a tratti bizzarro. Ma tempo dopo Enrique venne prelevato con un raggio di luce a bordo di un’astronave che era uscita da un lago in Sud America, non ne conosco l’esatta posizione geografica. E lì si trovò davanti il tizio che lui aveva pensato essere un uomo d’affari svizzero.

PH: Questa storia suona familiare, dobbiamo seguirla. E’ molto interessante il fatto che una persona che sembrava un uomo d’affari svizzero fosse uno di loro.

TG: Anche io ho avuto il mio contatto con loro, quindi posso parlare con cognizione di causa.--

PH: Puoi darmi maggiori dettagli?

TG: Bene, ho già parlato di quest’ episodio in qualcuno dei miei libri. Per esempio, nel 1967 mi trovavo a New York con la London Symphony Orchestra. A quell’epoca avevo già incontrato alcuni amici di George Adamski che mi avevano parlato di alieni presenti in territorio statunitense ed avevo già avuto un’esperienza, nel 1963 e sempre in America, con una donna che mi aveva confermato telepaticamente di non essere terrestre quando, col pensiero, glielo avevo domandato. Dunque, la stessa cosa accadde a New York nel febbraio del 1967. Mi misi a chiedere mentalmente, con molta intensità, una prova che esseri di altri mondi vivessero lì e lavorassero lì. Dopo circa mezz’ora di questa forte emissione mentale entrò nella hall dell’albergo in cui mi trovavo un tizio alto circa un metro e ottanta, vestito con un impeccabile completo grigio, camicia bianca, cravatta scura, capelli un po’ ondulati, colorito leggermente abbronzato ed uno sguardo molto intelligente. Prima che questo accadesse avevo seguito questa procedura: mi ero seduto nell’atrio e avevo cominciato a ripetere mentalmente: “Se qualcuno di voi si trova nell’area di New York, per favore venga a sedersi vicino a me e mi dia una prova.” E dopo circa mezz’ora arrivò questo tizio e si sedette vicino a me, Aveva con sé una valigetta diplomatica, la aprì con un gesto deliberato e ne tirò fuori il New York Times, iniziò a girare le pagine, ripiegò il giornale e lo rimise dentro rimanendo seduto. Allora io pensai “forse è quest’uomo vicino a me” ed iniziai a chiedergli mentalmente: “Se sei di un altro mondo per favore porta l’indice della mano destra all’altezza della narice destra e tienila ferma.” Non appena pensai questa frase lui fece esattamente quel gesto, poi si alzò e se ne andò.

PH: In quale libro parli di quest’episodio?

TG: Alien Base (Base Terra n.d.T). Comunque ci sono stati anche altri incontri; quello con la donna fu nel 1963. La gente mi ha chiesto spesso “perchè non parli con loro?” Non so dire il perchè. Comunque l’anno scorso, senza entrare in dettagli, forse ho avuto l’opportunità di parlare con qualcuno che credo non fosse di questo mondo.

PH: Mi puoi dire in che paese ti trovavi quando accadde quest’altro episodio?

TG: In Europa. Mi convinsi che quell’uomo non era di questo mondo. Non vi fu alcuna conferma telepatica ma io ero certo che lui venisse da qualche altra parte, protesi la mano verso di lui e lui la toccò appena guardandomi intensamente. Io lo guardai a mia volta e dissi:” Penso che tu possieda una grande conoscenza”. Lui non disse nulla e questo fu tutto. Certo è una prova ben misera paragonata alla storia precedente ma bisogna comprendere i piccoli particolari che denotano il modo di agire di questa gente.

PH: Noi non disponiamo di una base metodologica di studio per gli alieni di tipo umano. Se cerchiamo le prove abbiamo ben poca gente disposta a parlarne. Per questo non abbiamo alcun tipo di protocollo da seguire. A un certo punto nel mio libro (Esopolitica, come parlare con una sfera di luce?) parlo del documento congiunto Einstein-Oppenheimer, la lettera del Majestic-12 in cui loro due parlano del futuro, della necessità di essere tutti uniti per creare un protocollo di azione riguardo a questi esseri che vengono a farci visita. Il problema è:”chi dovrebbe rappresentare la Terra?” e fu a questo problema che Eistein e Oppenheimer tentarono di dare risposta quando inviarono la loro lettera al presidente Truman.

TG: E’ vero?

PH: Devi leggere cosa c’è in quel documento, è molto interessante. Fa parte dei Documenti Majestic.

TG: Li ho letti, Tim Cooper me li ha mandati alcuni anni fa.

PH: Dice che dovrebbe esistere una specie di “Super ONU” in grado di rappresentare la Terra nel suo complesso perchè nessuna singola nazione può arrogarsi il diritto di rappresentare l’intera specie umana. Dice anche che questi altri esseri potrebbero possedere delle proprie culture. La data del documento è giugno 1947, quindi prima di Roswell.

TG: Certo, comunque anche prima erano stati recuperati velivoli alieni. Sembra che ne sia stato recuperato uno nel 1945 in Nuovo Messico, un altro nel 1941 in Missouri, un altro nelle Hawaii nel 1944 recuperato dalla Marina degli Stati Uniti e, naturalmente, c’è quello recuperato in Italia nel 1933. Esiste la riproduzione del documento originale.

PH: Gli X Files di Mussolini?

TG: Sì, abbiamo proprio la copia del telegramma del 1933.

PH: Il tuo lavoro è talmente enorme ed hai svolto tali e tante ricerche che qui mi focalizzerò solo sulla questione che riguarda gli Alieni di aspetto umano, questione che è sorta prepotentemente in Italia negli ultimi tempi, grazie all’uscita di due libri. Questi libri parlano di basi sotterranee e sottomarine e di alieni in tutto e per tutto simili a noi nell’aspetto.

Allora perchè pensi che la nostra società abbia dato tanta importanza ed abbia commercializzato solo un tipo di Alieno, il cosiddetto EBE-Entità Biologica Extraterrestre?

TG: Probabilmente perchè gli alieni di aspetto umano non sono abbastanza impressionanti.

PH: Ma ciò ha portato moltissima gente a screditare Adamski.

TG: Adamski aveva ragione su molte cose. Lui lavorò anche per il Governo degli Stati Uniti, lo sapevi?

PH: No, non lo sapevo.

TG: Aveva un passaporto speciale, è in Alien Base (Base Terra n.d.T.), puoi leggerlo.

PH: E’ per questo che fu sepolto ad Arlington?

TG: Fu sepolto ad Arlington perchè aveva prestato servizio nell’esercito circa nel 1913. Chiunque abbia fatto parte dell’esercito può essere sepolto ad Arlington, non c’è nulla di misterioso in questo.

PH: Il messaggio fondamentale di Adamski fu che loro erano qui, che erano umanoidi, che erano come noi e che volevano contattare i principali rappresentanti del potere, incluso il Vaticano.

TG: E lo hanno fatto. Adamski visitò il Papa nel maggio del 1963, questo è sicuro.

PH: Con un messaggio chiaro.

TG: Sì, da parte della gente di altri mondi con cui lui era in contatto. Lui fu anche il primo a dire che gli alieni avevano stretto dei rapporti con il nostro apparato militare. Lo disse negli anni ’50.

PH: Okay, le affermazioni di Adamski concordavano con quelle di Eugenio Siragusa in Sicilia.

TG: Un altro contattista molto interessante, in seguito diventò piuttosto strano ma è chiaro che per la gente diventa difficile vivere con simili personaggi.

PH: Il contattista di cui mi sto occupando attualmente si chiama Maurizio Cavallo e ha fatto parte del gruppo di Siragusa. Si trovava in Sicilia quando aveva 13 anni e insieme a lui c’era Giorgio Buongiovanni. Cavallo afferma di aver visto alieni alti e biondi con tute blu che si aggiravano intorno a casa di Siragusa sotto l’Etna.

TG: Anch’io ho scritto molto su questi primi casi italiani degli anni ’50. Sono assolutamente affascinanti e, credo, molto, molto importanti.

PH: Ma, Timothy, lui possiede ben quattro lettere del presidente Eisenhower, io ne ho pubblicata una nel mio nuovo libro.

TG: Esatto,sono casi molto interessanti e c’è un nuovo libro, tra l’altro, in inglese, proprio sui contattasti italiani di quel periodo. Spero di comprarlo qui.

PH: Poiché sia Siragusa che Adamski ebbero questi contatti, perchè decise di scrivere a Siragusa?

TG: Non lo so, non ho visto la lettera.

PH: Ce l’ho io, è genuina e ne esistono ben quattro.

TG: E’ ancora vivo?

PH: No, ma ci sono sua moglie e suo figlio che ci stanno fornendo questo materiale. Io ho una copia xerox di una delle quattro lettere. E’ molto cordiale. C’è il nome di Eisenhower in cima e c’è scritto qualcosa di generico tipo” Sì, faremo tutto quello che è in nostro potere , vi facciamo i migliori auguri” etc. La firma è quella del Presidente. Tu fai parte di quei ricercatori che pensano che Eisenhower entrò in contatto con gli alieni?

TG: Sì, ma non posso pronunciarmi sulla lettera perchè non l’ho vista.

PH: Comunque tutto questo avrebbe un senso. Ti posso mandare una copia della lettera così la puoi studiare. Perchè mai Eisenhower avrebbe dovuto scrivere ad un contattista italiano?

TG: Sono sicuro che esiste una base nel Mediterraneo.

PH: Quindi negli anni ’50 e ’60 ci fu un tentativo (lasciamo da parte Billy Meier per il momento) da parte di alieni di aspetto umano di entrare in contatto con noi e questo viene generalmente rifiutato perchè questi esseri avrebbero avuto aspetto umano.

TG: Sì, questi sono i fatti perchè loro sono connessi con noi, sono i nostri fratelli maggiori, se preferisci. Sono qui da molto più tempo di noi.

PH: Concordo con te. E questo come cambia la situazione, visto che il contatto è già avvenuto?

TG: Non so dirtelo. Penso che dovremo aspettare nuove prove, forse prove scientifiche dell’esistenza di civiltà precedenti alla nostra. Si parla tanto di Atlantide e Lemuria, forse in futuro emergeranno prove concrete di tutto questo.

PH: Ritieni che i nostri governi sappiano che alcuni di questi esseri sono uguali a noi?

TG: Beh, quando parliamo di governi dobbiamo renderci conto del fatto che in quegli ambiti sono solo pochissime persone a sapere come stanno veramente le cose. E’ un argomento talmente spinoso che è tenuto segretissimo. Ma quei pochi che nei governi hanno accesso alle informazioni sono ben consapevoli che esistono comunicazioni e contatti con militari, sicuramente con alcuni scienziati e forse anche con persone normali, e che questo va avanti da moltissimo tempo, forse da migliaia di anni.

PH: Pensi possibile che alcuni di questi individui o gruppi che sono come noi abbiano collaborato nella realizzazione di tecnologie avanzate?

TG: Penso che sia possibile, ma non so fino a quale livello. E’ possibile che noi si abbia degli alleati, degli amici che ci stiano aiutando a sviluppare, per esempio, tipi di trasporto più efficienti degli attuali. Comunque non posso darlo per certo. Ho raccolto anche voci che dicono che ci avrebbero fornito nuovi tipi di armi. Credo che l’ex ministro della Difesa canadese Paul Hellyer abbia inteso dire che ci stiamo preparando per le Guerre Stellari, la guerra nello spazio, ed è molto preoccupato per questo. Se fosse vero sarebbe veramente agghiacciante, ma ci sono anche dati che parlano di una minaccia rappresentata da altre specie di alieni, ne sono certo.

PH: Ciò implicherebbe che non sono tutti positivi nei nostri confronti. E’ importante sottolinearlo. Un’ultima domanda: esiste un messaggio spirituale in tutto questo e se c’è, qual è?

TG: Che siamo esseri forniti di spirito, che esiste un legame con questi esseri antico di millenni e che ci sono segnali positivi all’orizzonte che ci fanno sperare in un enorme passo avanti per l’umanità che le farà finalmente comprendere qual è il suo vero posto nell’universo.

PH: Quindi c’è ancora speranza.

TG: Indubbiamente ci sono grandi possibilità là fuori. Bisogna pensare in maniera positiva.

PH: E’ per questo che continui a lavorare tanto e continui a fare divulgazione?

TG: E’ possibile, non posso affermarlo con sicurezza, ma mi sento guidato. E’ per questo che sono qui e faccio quello che faccio. Penso che il vero motivo sia questo.


Fonte

30/01/2011, 10:34

Il caso dell'Ufo di Coyne



Ohio (USA), 18 Ottobre 1973

Si tratta di un evento accaduto nell'ottobre 1973 ad un elicottero Bell UH-1H dell'Aviazione della Riserva dell'Esercito degli U.S.A. che, mentre si trovava in volo con 4 membri di equipaggio da Columbus a Cleveland, entrambe nell'Ohio, fu oggetto delle attenzioni di un UFO che prima si diresse ad alta velocità verso l'elicottero facendo temere per le proprie vite l'equipaggio quindi, giunto al limite della collisione, si fermò per "scannerizzare" l'elicottero con una forte luce verde; l'oggetto poi ripartì prima lentamente poi accelerando molto rapidamente.
Quando si trovò nelle vicinanze dell'oggetto, l'elicottero sperimentò l'interruzione delle comunicazioni radio, e quando l'oggetto si stava ormai allontanando, il comandante osservò che il quadrante della bussola ruotava a circa quattro rotazioni al minuto e l'elicottero era salito di quota di oltre 1000 piedi e che, pur con il collettivo (il comando che regola lo spostamento in senso verticale) totalmente abbassato, stava continuando a salire alla velocità verticale di 1.000 piedi al minuto.
Quest'ultimo fatto, unitamente al leggero scossone avvertito dall'equipaggio nel momento in cui l'oggetto cominciò ad allontanarsi, indurrebbe a credere che l'oggetto avesse come "agganciato" l'elicottero a distanza per il tempo necessario all'esame per poi quindi rilasciarlo al momento di allontanarsene.

L'evento ebbe anche diversi testimoni a terra, le cui dichiarazioni sono contenute nei documenti di ufologie.net e nicap.org .

Il rapporto ufficiale sull'incidente (Disposition Form) è contenuto nel sito del NICAP.

L'analisi della ricercatrice Jennie Zeidmand del CUFOS, contenuto nel sito del NICAP, ed il resoconto del sito ufologie.net contengono interessanti dettagli integrativi rispetto al rapporto ufficiale.




Il "Disposition Form" (rapporto ufficiale sull'incidente)

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1. Il 18 ottobre 1973 alle ore 2305 nelle vicinanze di Mansfield, Ohio, l’Elicottero dell’Esercito 68-15444 assegnato al Comando Avanzato della Riserva Aerea (USARFFAC) di Cleveland è stato protagonista di una mancata collisione in volo con un oggetto volante non identificato. I quattro membri dell’equipaggio, assegnato all’USARFFAC di Cleveland per addestramento di volo, si trovavano in periodo di Addestramento Addizionale (AFTP) quando si è verificato l’incidente. L’equipaggio era composto dal Cap. Lawrence J. Coyne, Comandante, Primo Sten. Arrigo Jezzi, Copilota, Serg. Robert Yanacsek, Capo Equipaggio, Serg. John Healey, Medico. Tutto il citato personale è membro del 316mo Distaccamento Medico (Eliambulanze), unità di supporto dell’USARFFAC di Cleveland.

2. L’incidente in oggetto si è svolto nel modo seguente: l’Elicottero dello Esercito 68-15444 stava ritornando da Columbus, Ohio, a Cleveland, Ohio, quando alle 2305 (ora della costa est) trovandosi a sud-est dell’aeroporto di Mansfield, nei pressi della città omonima, alla quota di 2500 piedi con rotta per 030 gradi, il Sergente Yanacsek
osservava una luce di colore rosso sull’orizzonte ad est, a 90 gradi rispetto alla rotta dell’elicottero. Dopo circa 30 secondi, il Serg. Yanacsek avvisava che l’oggetto stava dirigendo verso l’elicottero ad una velocità di oltre 600 miglia orarie alla sua stessa quota ed in rotta di collisione. Osservato l’oggetto in arrivo, il Capitano Coyne prese i comandi dell’aeromobile ed iniziò una discesa controllata da 2500 a 1700 piedi per evitare la collisione con l’oggetto. Il Cap. Coyne chiamò via radio la Torre di Mansfield e, dopo che la Torre ebbe accusato ricevuta della chiamata, chiese se vi fossero aeromobili ad alte prestazioni in volo nelle vicinanze, ma dalla Torre non venne ricevuta alcuna risposta. Quando l’equipaggio stimava l’impatto ormai inevitabile, l’oggetto fu visto esitare un momento sopra l’elicottero quindi procedere lentamente in direzione ovest per poi, venutosi a trovare nella zona ad ovest dello Aeroporto di Mansfield, accelerare rapidamente virando poi di 45 gradi verso Nord-Ovest. Il Cap. Coyne fece notare che l’altimetro indicava la quota di 3500 piedi, e che l’elicottero si trovava in salita a 1000 piedi al minuto con il collettivo in posizione completamente abbassata. L’aeromobile fu riportato a 2500 piedi dal Cap. Coyne e condotto a Cleveland, Ohio. Il piano di volo venne chiuso e l’incidente notificato al locale Ufficio del Servizio di Volo dell’Autorità Federale dell’Aeronautica (FAA), che raccomandò al Cap. Coyne di riferire l’incidente al Distretto dell’Aviazione Generale della FAA presso l’Aeroporto Hopkins di Cleveland. L’incidente fu notificato al Sig. Porter, 83mo Comando della Riserva Aerea (USARCOM), alle ore 1530 del 19 ottobre 1973.

3. Il presente rapporto è stato letto, verificato e sottoscritto per accettazione dai membri dell'equipaggio.

L'analisi dell'incidente di Jennie Zeidman dal sito http://www.nicap.org tradotto in italiano da PaoloG


Jennie Zeidman, del CUFOS:
Il Caso dell’UFO di Coyne (o “Incidente dell’Elicottero dell’Esercito”) spicca come probabilmente il più credibile (nella categoria “elevata stranezza”) dell’ondata del 1973.
Nel corso di un volo fra Columbus e Cleveland, nell’Ohio (U.S.A.) l’equipaggio di un elicottero della Riserva dell’Esercito composto di quattro uomini incontrò un oggetto a forma di sigaro, di colore grigio ed aspetto metallico, che presentava luci inconsuete ed effettuava manovre altrettanto inconsuete. L’equipaggio vinse il Premio Blu Ribbon di 5.000 dollari messo in palio dal quotidiano NATIONAL ENQUIRER per il “rapporto di più elevato valore scientifico del 1973”.
La notte del 18 ottobre 1973 a circa le 22:30 un elicottero UH-1H della Riserva dell’Esercito degli Stati Uniti d’America lasciò Port Columbus nell’Ohio per fare ritorno alla propria base presso l’aeroporto Hopkins di Cleveland, a 96 miglia nautiche di distanza in direzione nord-nordest. Al comando, sul sedile anteriore destro, si trovava il Capitano Lawrence J. Coyne, di trentasei anni, con diciannove anni di esperienza di volo al suo attivo. Ai comandi, sul sedile anteriore sinistro, era il Primo Sottotenente Arrigo Jezzi, di ventisei anni, ingegnere chimico. Dietro Jezzi vi era il Sergente John Healey, di trentacinque anni, un poliziotto di Cleveland che era il medico di bordo, e dietro a Coyne vi era il capo equipaggio, Sergente Robert Yanacsek, di ventitre anni, tecnico di computer. L’elicottero stava volando alla quota di 2.500 piedi sul livello del mare ad una velocità indicata di novanta nodi, al di sopra di un’area ondulate mista con colline, boschi e zone coltivate la cui altezza media era intorno ai 1.200 piedi. La notte era chiarissima, calma e stellata. La luna all’ultimo quarto stava sorgendo all’orizzonte.
A circa dieci miglia a sud di Mansfield, Healey notò una singola luce rossa verso ovest, che volava in direzione sud. Sembrava più intensa della normale luce all’estremità alare sinistra di un aereo, ma non sembrandogli un traffico degno di attenzione, non ricorda di averne fatta menzione. Circa un paio di minuti dopo, quando erano circa le 23:02, Yanacsek notò una luce rossa sull’orizzonte di sud-est. Ritenne che poteva trattarsi del faro di una torre per telecomunicazioni oppure la luce dell’estremità alare sinistra di un aereo – molto probabilmente di un aereo, dato che non lampeggiava – e continuò ad osservarla “per un lungo periodo, da un minuto a novanta secondi” prima di avvisare Coyne. Coyne, che in quel momento stava fumando rilassato, si sporse per dare un’occhiata, notò la luce e stimò trattarsi di un traffico distante e disse casualmente a Yanacsek di “tenerla d’occhio”.
Dopo all’incirca una trentina di secondi, Yanacsek annunciò che la luce aveva cambiato direzione e si stava muovendo verso l’elicottero su quella che sembrava essere una rotta convergente. Verificata l’affermazione di Yanacsek, Coyne prese i comandi da Jezzi e mise l’UH-1H in discesa controllata a circa 500 piedi al minuto. Quasi simultaneamente Coyne stabilì contatto radio con la torre di controllo di Mansfield, dieci miglia a nordovest. Coyne infatti pensava che il velivolo potesse essere un F-100 della Guardia Nazionale Aerea da Mansfield. Dopo che la torre ebbe inizialmente risposto accusando ricevuta della chiamata (“Qui torre di Mansfield, Army 1-5-triplo-4 avanti”) il contatto radio si interruppe. Jezzi quindi tentò di ristabilire il contatto sia sulla banda VHF che sulla UHF ma senza alcun successo. Furono uditi i consueti rumori di fondo tipicamente prodotti dall’apparato radio, ma da Mansfield non venne alcuna risposta. Un successivo controllo effettuato da Coyne rivelò che sul nastro di Mansfield non venne registrata nemmeno la prima chiamata, e che l’ultimo F-100 era atterrato alla 22:47.
La luce rossa continuò nella sua rotta, aumentando notevolmente d’intensità. Coyne aumentò il rateo di discesa a 2.000 piedi al minuto e la velocità rispetto all’aria a 100 noti. L’ultima quota che notò fu di 1.700 piedi. Proprio nel momento in cui la collisione appariva imminente, la luce sconosciuta arrestò il suo movimento in direzione ovest ed assunse un assetto di volo a punto fisso (hovering) situandosi al di sopra e di fronte all’elicottero. “Non si spostava più, si era fermato. Per un periodo di dieci, forse venti secondi, si era semplicemente fermato”, riferì Yanacsek. Coyne, Healey, e Yanacsek concordarono sul fatto che un oggetto a forma di sigaro, con una piccola cupola, sottendeva un angolo quasi pari alla larghezza del parabrezza. Una struttura grigia di aspetto metallico, senza particolari caratteristiche, era nettamente delineata sullo sfondo del cielo stellato. Yanacsek riferì che ebbe come la “impressione di finestre” lungo la sezione superiore a forma di cupola. La luce rossa emanava dalla prua, ed una luce bianca divenne visibile in un lieve rientro della struttura, quindi dalla parte poppiera inferiore, divenne visibile un raggio verde “a forma di piramide” comparabile a quello di un faro di ricerca. Con un movimento verso l’alto il raggio verde passò ad illuminare il muso dell’elicottero, poi il parabrezza e continuò verso l’alto attraversando i pannelli trasparenti colorati del tetto. Fu a quel punto (e non prima) che la cabina fu immersa nella luce verde. Jezzi riferì solo di una luce bianca brillante, comparabile alla luce frontale di un piccolo aereo, visibile attraverso i pannelli superiori del parabrezza. Dopo all’incirca una decina di secondi di volo a punto fermo, l’oggetto cominciò ad accelerare in direzione ovest, ora con la sola luce bianca “di coda” visibile. La luce mantenne costante la sua intensità anche quando la distanza dell’oggetto sembrava aumentare.
L’oggetto quindi (secondo Coyne ed Healey) sembrò eseguire una decisa virata di 45 gradi a destra, dirigendosi verso il Lago Erie, quindi “schizzare via” sull’orizzonte.
Healey riferì di aver osservato l’oggetto muoversi in direzione ovest per “un paio di minuti”. Jezzi disse che si muoveva ad una velocità maggiore dei 250 nodi che sono il limite per gli aerei sotto ai 10.000 piedi, ma non alla velocità di 600 nodi con la quale si era avvicinato, come era stato riferito dagli altri. Durante l’incontro non vi furono suoni o turbolenza provenienti dall’oggetto, con l’eccezione di un leggero “scossone” quando l’oggetto cominciò ad allontanarsi verso ovest. Dopo che l’oggetto ebbe interrotto la sua relazione di volo a punto fisso con l’elicottero, Jezzi e Coyne notarono che il disco della bussola magnetica stava ruotando a circa quattro rivoluzioni al minuto e che il velivolo stava salendo alla velocità di 1.000 piedi al minuto. Coyne insistette che il collettivo si trovava ancora nella posizione completamente abbassata nella quale lo aveva regolato per effettuare la discesa evasiva. Non potendolo abbassare di più, non gli rimase altra alternativa che alzarlo, qualsiasi potessero esserne le conseguenze, e dopo qualche secondo di affannoso azionamento del comando (durante le quali l’elicottero raggiunse quasi i 3.800 piedi), riottenne il controllo del velivolo. A quel punto la luce bianca aveva già raggiunto l’area di Mansfield. Coyne aveva avuto una subliminale consapevolezza della salita, ma non gli altri, che invece furono ben consapevoli degli effetti della discesa. L’elicottero fu riportato all’altezza di 2.500 piedi come previsto dal piano di volo, venne stabilito contatto radio con Canton/Akron ed il volo procedette senza altri
eventi fino a Cleveland.
Testimoni a terra di questo evento sono stati individuati da William E. Jones e Warren Nicholson, ricercatori UFO indipendenti di Columbus, nell’Ohio.
Alle ore 23:00 circa del 18 ottobre 1973 la Signora E.C. assieme a quattro adolescenti si trovava a bordo della loro vettura diretti da Mansfield alla loro casa di campagna, quando la loro attenzione fu attratta da una singola e brillante luce rossa fissa, che volava “ad una media altezza”. La osservarono per circa un minuto fino a quando sparì sopra gli alberi in direzione sud.
Circa cinque minuti dopo, sulla Route 430 in direzione est nei pressi del Charles Mill Reservoir, la famiglia notò due luci brillanti – rossa e verde – che discendevano rapidamente verso di loro provenendo da sudest. Al primo momento, la distanza angolare fra le due luci era di circa 2 gradi, con la rossa che sembrava precedere l’altra.
La Signora C. si fermò sul bordo della strada deserta mantenendo acceso il motore e le luci della vettura. Le luci – più intense di una sorgente puntiforme – rallentarono e si mossero come un corpo unico sul lato destro dell’auto, e la famiglia notò un altro gruppo di luci – alcune di essi lampeggianti – ed “un suono battente, molta confusione” che si avvicinavano dal sudovest. Due dei ragazzi (cugini, entrambi di tredici anni) saltarono fuori dall’auto ed osservarono l’elicottero e l’oggetto, che descrissero “come un dirigibile”, “grande come uno scuolabus”, “con una forma a tipo di pera”. L’oggetto a quel punto sottendeva un angolo pari a quello di una scatola di sigarette da 100 mm tenuta alla lunghezza di un braccio. L’oggetto assunse l’assetto di volo a punto fisso (hovering) al di sopra dell’elicottero, circa 500 piedi dalla strada e 500 piedi sopra gli alberi. (L’altezza del terreno in quel punto è quasi esattamente di 1.000 piedi sul livello del mare; quindi, considerando l’ultima altezza letta sull’altimetro di 1.700 piedi, l’elicottero si trovava a circa 650 piedi al di sopra degli alberi). La luce verde dell’oggetto quindi si accese come una fiammata. “Era come se dei raggi venissero giù” dissero i testimoni. “L’elicottero, gli alberi, la strada, l’auto – tutto diventò verde”.
Impauriti, i ragazzi rientrano precipitosamente nella vettura e la Sig.ra C. ripartì velocemente. Stimarono il tempo in cui rimasero fuori dalla vettura pari a “circa un minuto”. Né i testimoni a terra ne’ l’equipaggio dell’elicottero poterono determinare con sicurezza il momento in cui i due aeromobili si disimpegnarono; i testimoni a terra riferirono che l’oggetto non identificato incrociò la strada quando si trovava oltre la vettura verso nord, muovendosi verso est per qualche secondo, poi invertì la direzione e salì verso nordovest in direzione di Mansfield, una traiettoria che coincide perfettamente con il movimento dell’oggetto ricostruito sulla base delle testimonianze dell’equipaggio.

Qualsiasi teoria sostenente trattarsi di una meteora (lo scettico Philip Klass sostiene che si sia trattato di un “bolide del gruppo delle Orionidi”) può facilmente essere confutata sulla base di:
1) la durata degli eventi (circa 300 secondi);
2) la netta decelerazione e le manovre dell’oggetto nella fase di maggiore avvicinamento;
3) la forma precisamente definita dell’oggetto;
4) la traiettoria da orizzonte ad orizzonte.

La possibilità che possa essersi trattato di un aereo ad alte prestazione è allo stesso modo non tenibile se si esaminano le posizioni ed i colori delle luci in relazione alla traiettoria dell’oggetto. Per mostrare le luci nel modo che è stato riferito rispettando le prescrizioni della FAA, un aereo dovrebbe volare di lato, rimanendo in verticale con la coda in basso e rivolta verso l’elicottero, oppure sottosopra con la prua verso l’elicottero.

Altri argomenti contro l’ipotesi dell’aereo sono:
1) un aereo ad ala fissa che si muova trasversalmente rispetto all’osservatore sembrerebbe muoversi più velocemente nel momento in cui gli transita di fronte;
2) un aereo ad ala fissa non avrebbe la capacità di decelerare passando da un’elevata velocità al volo a punto fisso in pochi secondi;
3) un elicottero potrebbe rimanere in volo a punto fisso, ma non potrebbe raggiungere l’elevata velocità che i testimoni hanno riferito;
4) un aereo convenzionale, trovandosi alla quota compresa fra 500 e 1.000 piedi, avrebbe prodotto un rumore udibile all’interno dell’elicottero;
5) la FAA prescrive che ogni aeromobile rechi una luce lampeggiante oppure rotante nella parte superiore od inferiore della fusoliera;
6) la FAA prescrive che nessun aereo che voli al di sotto di 10.000 piedi sul livello medio del mare superi la velocità di 250 nodi;
7) avrebbero dovuto essere visibili almeno alcune delle caratteristiche di un aereo convenzionale, quali ali, gondole dei motori, finestrini, impennaggi, marche.

Coyne riferì che quando il giorno seguente ai rotori dell’elicottero venne applicato il
metodo non distruttivo di controllo Magnaflux/Zygio per verificare se questi fossero stati sottoposti a sovraccarico meccanico il test diede risultato negativo. L’analisi della tempistica, unitamente a quella delle distanze e delle direzioni, supporta la possibilità che la luce rossa inizialmente avvistata dalla famiglia C., la luce rossa avvistata da Healey e l’oggetto protagonista dell’incontro fossero tutti la stessa cosa. La luce rossa che Yanacsek avvistò sull’orizzonte ad est rimase sotto il suo costante controllo fu inequivocabilmente l’oggetto dell’incontro.

Il caso ha mantenuto la sua qualifica di elevata “stranezza-credibilità” anche dopo estese analisi ed indagini.

Jennie Zeidman
CUFOS

(Prodotto per il sito ufologico del NICAP da Francis Ridge e Robert Fairfax)





La pagina sull'incidente dal sito http://www.ufologie.net tradotta in ITA

BREVE SOMMARIO DEGLI EVENTI:

L’equipaggio di quattro uomini di un elicottero UH-1H della Riserva, con base a Cleveland, Ohio, stava tornando da Columbus, Ohio, a circa le 22.30 dopo aver effettuato esami medici di routine. Era una notte chiara, stellata e senza luna. Stavano volando alla velocità di 90 nodi ed ad una quota di 2500 piedi sul livello del mare, al di sopra di una zona collinare. Il S.Ten. Arrigo Jezzi, 26 anni, sul sedile anteriore sinistro era ai comandi. Il Serg. Hohn Healey, 35, medico di bordo, era seduto dietro di lui. Sul sedile posteriore destro si trovava lo specialista di 5° classe Robert Yanacek di 23 anni, capo equipaggio. Il comandante del volo, seduto al posto anteriore destro, era il Cap. Lawrence J. Coyne, 36 anni, veterano della Riserva in servizio da 19 anni.
Circa alle 23:00 nelle vicinanze di Mansfield, Ohio, Healey vide una luce rossa alla sinistra (ovest) che procedeva in direzione sud. Tre o quattro minuti dopo Yanacek notò una luce rossa fissa sull’orizzonte ad est, e lo riferì a Coyne. Dopo circa 30 secondi Yanacek annunciò che la luce sembrava convergere verso l’elicottero, e tutti si misero ad osservarla con attenzione.
Man mano che la luce continuava ad avvicinarsi Coyne prese i comandi e cominciò una discesa controllata a circa 500 piedi al minuto. Fece una chiamata radio alla torre di controllo di Mansfield, settore Avvicinamento, con l’intenzione di chiedere informazioni su possibile traffico di aviogetti nella zona. Ma dopo che Mansfield accusò ricevuta della chiamata il contatto radio fu perso sia sulla gamma VHF che UHF.
La luce rossa sembrava essere in rotta di collisione, avvicinandosi ad una velocità stimata superiore ai 600 nodi. Coyne allora aumentò il rateo di discesa portandolo a 2000 piedi al minuto fino a raggiungere 1700 piedi, all’incirca 600 piedi al di sopra delle cime degli alberi.
Con l’oggetto che stava per colpirli, l’equipaggio cominciò a temere per le proprie vite. Ma proprio quando la collisione sembrava imminente, la luce si fermò bruscamente rimanendo al di sopra e davanti all’elicottero. L’equipaggio vide un oggetto a forma di sigaro, di apparenza metallica e colore grigio, con una cupola, la cui figura copriva l’intero finestrino.
L’oggetto aveva un’apparenza solida, copriva le stelle dietro di lui. Aveva una luce rossa ad un’estremità, una bianca sulla coda, ed un particolare raggio verde che emanava dalla parte inferiore della “fusoliera” che, oltre a quel particolare, non aveva nient’altro di rilevante.
Il raggio verde illuminò la prua dell’elicottero, il parabrezza ed i pannelli trasparenti sul tetto. L’abitacolo venne inondato da una intensa luce verde. Non venne notata alcuna turbolenza o rumore.
Dopo pochi secondi, l’oggetto accelerò muovendosi verso ovest. Coyne ed Haley riferiscono che fece poi una netta virata di 45 gradi verso la destra, in direzione del lago Erie. Mentre l’oggetto era ancora visibile, Jezzi e Coyne notarono che l’altimetro indicava 3.500 piedi, con un rateo di salita di 1.000 piedi al minuto, nonostante che il collettivo (il comando che controlla gli spostamenti verticali dell’elicottero) si trovasse ancora nella posizione completamente abbassata nella quale era stato posto per la discesa.
Quando Coyne cautamente sollevò il collettivo, l’elicottero continuo a salire, come peraltro ci si sarebbe aspettato. Ad una altezza indicata di 3.800 piedi, Coyne finalmente capì di avere riottenuto il controllo del mezzo. In quel momento avvertirono un leggero scossone. Discesero quindi alla quota prevista di 2.500 piedi e contattarono via radio senza problemi Akron/Canton.
Il resto del volo fino a Cleveland si svolse senza eventi di rilievo.
Verso le 23:00 la Sig.ra Erma C. e quattro bambini stavano ritornando da Mansfield alla loro casa di campagna a sud-ovest della città. A sud di Laver Road, notarono una forte luce rossa che procedeva in direzione sud. La signora svoltò in direzione est e continuò costeggiando il Charles Mill Reservoir, una distanza di 3,6 miglia che coprì in circa 5 minuti.
A questo punto videro verso est una luce rossa ed una verde che si muovevano insieme, avvicinandosi rapidamente. In un primo momento ritennero trattarsi di un aereo a bassa quota, ma cambiarono idea quasi subito; la luce rossa era troppo intensa, specialmente se paragonata alla verde. Non potevano scorgere alcuna forma né, inizialmente, udire alcun rumore. Quando fermarono l’auto e scesero per guardare, udirono il tipico rumore di un elicottero. Mentre osservarono la scena, la luce rossa e l’elicottero convergevano.
Dopo che l’oggetto con la luce rossa si fu fermato, si accese la luce verde. “Quando uscimmo dall’auto, tutto era verde. Vidi quella cosa e l’elicottero”. I testimoni furono d’accordo sul fatto che l’elicottero era verde “a causa della luce da quella cosa lassù… Era talmente forte che non si riusciva a vedere molto in là. Tutto era verde, gli alberi, l’auto, tutto....”
L’elicottero con l’altro oggetto sopra e leggermente avanti si mossero in tandem da sud-ovest a nord-est. Improvvisamente la luce verde si spense e l’oggetto se ne andò. “Quando la luce si spense non vedemmo più l’oggetto. L’elicottero quindi continuò verso nord-est. Quindi risalimmo sull’auto e vedemmo l’elicottero che volava sopra il lago”.
Jeanne Elias, di 44 anni, stava guardando il telegiornale nella sua casa a sud-ovest di Mansfield a circa le 23:00. Notò il rumore di un elicottero dell’Esercito in avvicinamento, talmente vicino e forte da farle temere che fosse in procinto di schiantarsi sulla sua casa. Il rumore continuò per “un bel po’” e quando cessò suo figlio John, di 14 anni, la chiamò dalla sua stanza. Era stato svegliato dal rumore ed aveva notato una forte luce verde che aveva illuminato la stanza.
La luce continuò sufficientemente a lungo per fargli capire che “doveva esserci un qualche tipo di oggetto giusto sopra la casa perché l’effetto nella mia camera era così forte”.
La ricercatrice Jennie Zeidman ha condotto una dettagliata analisi prendendo in considerazione lo svolgersi degli eventi al secondo, che ha consentito di dimostrare come l’oggetto sia rimasto visibile all’equipaggio dell’elicottero per almeno cinque minuti. Questa durata e le descrizioni dei testimoni escludono che possa essersi trattato di una meteora.

DISEGNI DEI TESTIMONI:

Per primo, in questa figura sono illustrate le posizioni dei membri dell’equipaggio nell’elicottero:

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Questo disegno riproduce ciò che il Cap. Coyne vide dal finestrino:

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Disegno dell’oggetto eseguito dal Cap. Coyne:

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Disegno dell’oggetto eseguito dal Serg. Yanacsek:

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Disegno dell’oggetto eseguito in base alle descrizioni del Cap. Coyne e del Serg. Yanacsek:

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Disegno degli investigatori che illustra l’osservazione da parte dei testimoni a terra:

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Disegno di Curt, di 10 anni, che ha visto l’oggetto da terra:

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Disegno di Camille, di 11 anni, che ha visto l’oggetto da terra:

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Traiettoria del volo:

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Ultima modifica di Bastion il 02/03/2011, 15:17, modificato 1 volta in totale.

01/03/2011, 12:20

Il caso Lori Lothian


Fu nel 1987, all’età di 25 anni, che Lori (foto a sinistra) iniziò per la prima volta a ricordare coscientemente le proprie esperienze infantili e quelle in corso, dopo aver letto Communion di Whitley Strieber. Man mano che i ricordi tornavano a ondate ed interferivano con le sue attività quotidiane (all’epoca lavorava come editore di una rivista commerciale di New York), Lori iniziò ad avere degli attacchi di panico. Tuttavia, entro il 1992 aveva superato i peggiori timori ed era entrata in una nuova fase, sperimentando gli incontri notturni come una grandiosa, sebbene spaventosa, avventura. «La meditazione, l’analisi dei sogni e l’auto-suggestione intraprese per domare la paura sembravano aver spianato il terreno a ricordi più chiari e vividi, e mi aiutavano a percepire le esperienze in maniera neutrale. La paura, ragionavo tra me, creava un filtro torbido attraverso il quale un incontro diventava un rapimento e un experiencer una vittima. La maggior parte di noi si spaventerebbe incontrando un orso nei boschi, ma la reazione biologica dell’istinto di lotta o di fuga non può essere usata come prova che l’orso sia malevolo. E, col passare del tempo, l’esperienza con gli orsi ci porterebbe ad un minore livello di paura e ad un’idea più chiara di quali siano veramente le intenzioni dell’orso.»

Sebbene l’esperienza di Lori risalente al 1996 in alcuni punti sembri drammatica come un film dell’orrore, fu l’eccezione di una maggioranza di incontri che furono tutt’altro che minacciosi, anzi, decisamente teofanici. «Ho incontrato esseri alti dai capelli bianchi che irradiano amore e piccole creature dagli occhi neri che sono imperscrutabili; mi sono stati mostrati dei luoghi meravigliosi e sono stata istruita sulla natura della realtà; ho visto il mondo dallo spazio e lo spazio da una prospettiva privilegiata, diversa da qualunque altra sulla Terra.»


Il primo contatto

Immagine L’incontro fatidico avvenne durante un viaggio di Lori in California. La notte prima che la donna arrivasse a Los Angeles col figlio (che ora ha sei anni), la sua amica Audrey vide una luce bianca nella sua camera da letto e non fu in grado di muoversi. Si trattava del tipico inizio di una abduction o di un incontro. Quella notte, anche suo marito si trovava fuori città. Audrey raccontò che si era svegliata perché accecata da una luce bianca. Non era spaventata e pensò solo che erano arrivati un giorno troppo presto. Provò una sensazione di elettricità in tutto il corpo. Non accadde nient’altro e non si spaventò realmente, ma pensò solo che erano arrivati troppo presto per Lori.

«Parlammo appena di questo evento, al di là del fatto che lei lo menzionò durante il tragitto dall’aeroporto John Wayne a casa sua, a Irvine. Di conseguenza, non stavo pensando agli alieni o alle abductions quando, quattro notti più tardi, mi svegliai intorno alle 2:30 del mattino. Mi alzai ed andai a controllare mio figlio, che dormiva in una camera per gli ospiti all’altro lato dell’ingresso. (Io dormivo nella camera del figlio di Audrey, che ha quattro anni e dormiva con lei e suo marito.) Svegliai mio figlio perché andasse al gabinetto e poi tornai a letto, sentendomi insolitamente vigile. C’erano nell’aria una tensione ed una immobilità, una quiete innaturale che in passato avevo spesso associato con l’inizio di una abduction. Notai anche un lieve effetto stroboscopico nella mia visione periferica. Spaventata, accesi la lampada accanto al mio letto e, alla fine, probabilmente intorno alle 2:45, mi riaddormentai.»

Ma le sorprese per Lori non erano finite. «Ciò che mi svegliò in seguito non era mai accaduto prima: il letto tremò. Mi alzai di scatto, pronta a scappare. Pensai fosse l’inizio di un terremoto. Ma, mentre mi guardavo intorno, vidi che nulla si muoveva o scuoteva. La stanza era immobile. Ciononostante, la sensazione del letto che vibrava era ancora vivida nella mia mente. Un fatto indicativo di quanto fossi lontana dall’ipotesi alieni fu che iniziai a chiedermi se non ci volesse un esorcista. Forse che il letto di Linda Blair non tremava, sussultava e sferragliava? Non avevo ancora connesso le vibrazioni del letto con un potenziale incontro alieno. In effetti, facevo folli congetture sul fatto che la casa di Audrey fosse infestata dai fantasmi, o che forse avevo raccolto uno spirito negativo all’aeroporto oppure che soffrivo di uno strano disturbo neurologico che mi faceva percepire erroneamente il letto che si muoveva, un po’ come accade in quei sogni dove ti sembra di cadere da un precipizio e ti svegli di soprassalto.»

Nonostante tutti questi pensieri, Lori iniziò a sentirsi stanca e, con riluttanza, si sdraiò. Appena la sua testa toccò il cuscino, iniziò a scivolare nel sonno. Una volta ancora, sentì il letto scuotersi. Si sedette e fissò la testiera del letto, aspettandosi di vederla muoversi, pensando ancora, testardamente, ad un terremoto. Sebbene gli sembrasse che la testiera vibrasse lievemente, il letto stesso e la stanza erano perfettamente immobili. A questo punto, voleva correre nella camera da letto di Audrey e svegliarla. Il terrore ama la compagnia. Ma forse suo marito non l’avrebbe mai più invitata a stare da loro, se si fosse comportata così. Quindi, ancora scossa dalla scarica di adrenalina, si sedette ed iniziò a meditare per circa quindici minuti, recitando dei mantra.

Intorno alle 3:15 si sdraiò nuovamente, con la luce ancora accesa, e si accorse di essere irresistibilmente stanca. Contro ogni buon senso lasciò che gli occhi gli si chiudessero: era improvvisamente molto stanca.

«Sentii un rumore nell’ingresso, sembrava che Adrian gridasse e sentii la voce di Audrey, ma non potevo aprire gli occhi. Sembravano incollati. Mentre mi addormentavo mi accorsi di una presenza che mi faceva rotolare con delicatezza giù dal letto e fluttuare verso il basso, attraverso quello che sembrava il pavimento della stanza, anche se mi domandai se in effetti non avessi attraversato la finestra e non fossi scesa in strada. La mia reazione fu: “Oh, accidenti, perché mi sono riaddormentata, avrei dovuto restare sveglia”. Ero troppo spaventata per aprire gli occhi, seguendo lo sciocco ragionamento per cui ciò che non vedevo non poteva ferirmi. Tuttavia devo averli aperti perché, ad un certo punto, mi accorsi di trovarmi sotto un cavalcavia dell’autostrada, al buio, circondata dalla strada bagnata e lucida di pioggia. Ebbi la sensazione che avessero una certa fretta, come se l’essermi svegliata due volte avesse messo a repentaglio qualche programma.»

Successivamente, Lori si ritrovò in un’altra stanza, sdraiata sulla schiena. Avvertì chiaramente che la sua gamba destra veniva sollevata come per essere posizionata su di una staffa. Si rese conto di non indossare la biancheria intima, anche se quando era andata a dormire la indossava, sotto una t-shirt molto larga. Gli sembrò che passò un po’ di tempo prima di sentire che anche la gamba sinistra veniva spinta in alto, fino a ritrovarsi nella classica posizione di un esame ginecologico.

«A quel punto riuscii ad aprire gli occhi. Avevo la testa girata verso sinistra, e rimasi sorpresa vedendo Audrey che giaceva nuda su di un tavolo accanto a me. Anche le sue ginocchia erano sollevate e vidi due esseri vicino alla sua testa, mentre un altro sembrava eseguire un esame pelvico. Audrey pareva priva di sensi mentre l’esaminatore rimuoveva uno strumento...uno strumento che estraeva qualcosa, apparentemente una sacca piena di fluido, contenente quello che presumo fosse un feto. A questo punto, come in un sogno lucido, iniziai a pensare che tutto somigliava troppo ad una scena tratta da un libro di Bud Hopkins. Non sono mai stata una fautrice dell’ipotesi abduction per la raccolta di embrioni umani, che mi è sempre sembrata un’interpretazione fin troppo antropomorfica delle motivazioni degli alieni. Pensai persino che stavo vedendo quella scena solo perché era ciò che mi aspettavo di vedere, perché era ciò di cui avevo letto in precedenza. Volevo credere che, in effetti, ciò che stavo vedendo era solo un debole tentativo del mio cervello di decodificare un evento talmente non-ordinario che la fertilità è il simbolismo umano più vicino per comprendere questa strana transazione. Eppure, anche mentre pensavo a tutto questo, continuavo a vedere un apparente esame pelvico e l’estrazione di un sacco amniotico eseguito sulla mia amica. La mia attenzione tornò alla situazione in cui mi trovavo io stessa, in quanto percepii che anch’io venivo sottoposta ad un esame pelvico, tuttavia, non potevo girare la testa e non provavo alcun senso di disagio. Ero conscia del fatto che la stanza era fredda e sentivo una corrente di aria fredda contro il mio corpo.»

Successivamente, venne aiutata ad alzarsi in piedi, e avvicinata a quello che sembrava un buco di luce azzurra nel pavimento. L’essere alla sua destra, leggermente dietro di lei, appoggiò la mano ed il braccio contro la sua schiena e la spinse gentilmente dentro il buco. «Mi sentii fluttuare lentamente verso il basso, in una posizione da paracadutista, e poi mi sembrò di atterrare con la guancia sul cuscino del letto, rivolta verso il muro... nella direzione opposta a quella in cui mi ero addormentata. Volevo saltare su e correre nella stanza di Audrey per dare l’allarme ed assicurarmi che stesse bene. Eppure, non riuscii a svegliarmi subito e, invece, scivolai in un sogno.»

In questo sogno vide un’incisione aperta sul retro della propria gamba sinistra, appena al di sotto del gluteo. Nel sogno intendeva mostrarla ad Audrey quale prova di ciò che le era accaduto. Una parte della sua mente sapeva che stava ancora giacendo in posizione supina, incapace di svegliarsi, nonostante lo volesse disperatamente. Quando riuscì finalmente a svegliarsi, era rivolta nella stessa direzione nella quale si era addormentata. Afferrò la sveglia: erano esattamente le 4:18 del mattino. Era passata solo un’ora da quando si era riaddormentata, ed era iniziata la presunta abduction. Riesaminò gli eventi di quella notte, decisa a non dimenticarli. Quindi, incredibilmente, scivolò di nuovo in un sonno senza sogni. Il mattino seguente si controllò la gamba, ma non c’era nessun segno. Neppure Audrey ricordava nulla, e quindi Lori si chise se non avesse solo immaginato la sua presenza nell’abduction. Tuttavia, Audrey si ricordava di essersi svegliata durante la notte e di aver controllato l’orologio, che segnava le 4:13. Era troppo vicino all’orario in cui si era svegliata anche lei perché l’intera esperienza fosse una semplice coincidenza. In effetti, accade sovente che, al termine di una esperienza di abduction, ci si risvegli di colpo.
Il giorno seguente, mentre si faceva la doccia, Lori notò un segno rosso sul retro della sua coscia, che aveva sentito prudere tutto il giorno sotto i jeans. Situata nello stesso punto in cui si trovava la sua ferita nel sogno, la chiazza circolare, larga circa un pollice, era punteggiata come se si trattasse di piccole vescicole di sangue sotto pelle. La mostrò ad Audrey, giusto per verificare che lo strano segno ci fosse veramente.

Tuttavia, Lori era turbata dal ricordo di Audrey presente con lei sull’astronave, ovvero nell’evento non-ordinario. «Sebbene lei affermasse di non avere alcun ricordo dell’evento, vederla lì era stato così sorprendentemente reale. Appositamente, non le dissi tutto quello che avevo visto accaderle, in modo che, se avesse ricordato l’avvenimento, non sarebbe stata influenzata dalla mia versione degli eventi. Ironicamente, più avanti quella settimana, Audrey mi confessò improvvisamente di avere un livido inspiegabile sul gluteo destro. Me lo mostrò: era rotondo e definito ed aveva assunto il colore bruno-giallastro di un livido vecchio di alcuni giorni. Inoltre, aveva esattamente l’aspetto di un’impronta.»


Occhi neri dal fondo del letto

Le loro giornate erano indaffarate, e compivano frequentemente delle lunghe e stancanti gite in spiaggia, a Disneyland e in altri luoghi di interesse turistico con i bambini. Il sabato seguente lo passarono in casa, leggendo e rilassandosi, facendo una gita a Corona del Mar nel tardo pomeriggio. Quella sera Lori andò a letto presto e lesse fino alle 11 di sera. All’una e venti di notte si svegliò spaventata perché il letto aveva tremato di nuovo, questa volta più violentemente di prima. E questa volta era come se si fosse mosso tutto il letto, mentre negli eventi precedenti sembrava che il movimento fosse originato dalla testiera, come se qualcuno avesse sollevato il letto ad un’estremità e poi l’avesse lasciato ricadere di colpo. Lori, sforzandosi di rimanere analitica, pensò che forse poteva trattarsi di un terremoto. Quando accese la luce però si accorse non solo che la stanza era immobile e non tremava affatto, ma anche che qualcosa si trovava davanti a lei, ai piedi del letto. Fra le sbarre verticali in fondo al giaciglio, infatti, un paio di enormi occhi neri fluttuavano a mezz’aria, a circa tre piedi dal pavimento. Lori non vide nessun corpo. L’immagine degli occhi scomparve velocemente, come avviene quando si coglie l’immagine residua del flash di una macchina fotografica.

«Ora ero decisamente troppo sconvolta per dormire. Avevo visto qualcosa in fondo al letto. Andai nella camera di mio figlio e lo portai nel mio letto. Mi addormentai poco dopo, esausta e con la luce accesa. Mi agitai e rigirai, mi infuriai, gridando nel sonno contro qualche creatura, vidi una porta che si apriva... insomma, dormii molto male. Ad un certo punto, sentii nuovamente il letto che si muoveva e mi svegliai in tempo per vedere mio figlio alzarsi a sedere di scatto sul letto, come se lo avesse sentito anche lui. Lo feci sdraiare di nuovo e gli dissi di rimettersi a dormire.»

Il mattino seguente Lori si svegliò intorno alle nove ed andò dritta nella camera di Audrey per raccontarle la nottata. Era già alzata, seduta al suo computer, in pigiama e con una tazza di caffè in mano. Prima che Lori potesse dirle nulla, prese Audrey a parlare, dicendole che doveva raccontarle qualcosa sulla notte appena passata. Scesero al piano di sotto, in modo che i bambini non potessero ascoltare la loro conversazione. Sedute sul sofà in salotto, Audrey raccontò che suo figlio l’aveva svegliata poco dopo l’una di notte perché voleva il ciuccio. Dopo averlo spostato al centro del letto, Audrey si era sdraiata sul bordo del letto più vicino alla porta che dava sull’ingresso. Ciò che avvenne in seguito corrispondeva misteriosamente all’esperienza di Lori nell’altra stanza.

Audrey racconta: «Riaprii gli occhi poco dopo. Non sono certa del perché, ma credo che fossero circa le 2:30. Vidi una sagoma passare velocemente accanto al letto... si muoveva come se stesse fluttuando. Dritto senza ondeggiare, non come cammina una persona. Cercai di guardare l’orologio ma non potevo muovermi. Controllai se ero davvero sveglia o se stavo sognando. Continuavo a battere le ciglia e a guardarmi intorno e mi accorsi che ero sveglia. Di tanto in tanto continuavo a farlo perché non riuscivo a credere che ero davvero sveglia e che non stavo sognando tutto ciò. Cercai di alzarmi ma le mie gambe sembravano paralizzate e sentivo una pressione su di esse. Volevo accertarmi che Lori stesse bene ma non potevo alzarmi. Ero spaventata perché sapevo che non erano lì per me. Continuavo a pensare: povera Lori, spero che stia bene. Poi, incredibilmente, mi addormentai.»

Nonostante i timori di Audrey, Lori non ricordava cosa fosse successo quella notte, a parte il letto che tremava e gli occhi fantasma. Il resto della nottata le era sembrato più un miscuglio di brutti sogni che una vera abduction, sebbene fosse pronta a tenere in considerazione la possibilità che fosse accaduto dell’altro che non ricordava.
«Posso solo dire che, per me, queste esperienze ed il loro ricordo sono state una sorta di catalizzatore ed hanno cambiato la mia vita», confessa Lori. «Ci sono stati momenti in cui la paura ed il disorientamento erano tali da farmi temere che la mia salute mentale fosse appesa a un filo. E ci sono stati momenti in cui gli incontri mi lasciavano aggrappata a delle intuizioni e delle emozioni tali da pensare che la mia intera esistenza fosse un recipiente troppo piccolo per contenerle. L’immensità, la singolarità, la stranezza di questi incontri sono indissolubilmente intrecciate nel tessuto di ciò che io sono. La verità è che mi sentirei incompleta senza di essi.»


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05/03/2011, 18:23

In viaggio tra voi e l'Universo


Tutti sono impegnati in questa trovata, civiltà, a un continuo travaglio, tutti affaccendati circolano in mezzi articolari che si spostano sulla superficie del Pianeta, in stirate tappeti dove costoro con le sue chiamate macchine, vi transitano da una parte all'altra usando questo rudimentale mezzo, per trasportare alimenti, attrezzi, compositi materiali per costruzioni, ed infine per spostarsi costoro stessi, di città in città.
Strana parola la sua definita civiltà, la chiamano civiltà Umana, che poi proviene chissà. Nel ripetere la sua qualificazione individuale, nel appellarsi al singolo individuo che tutti si chiamano e lo chiamano, al singolo individuo Umano. Vi si distingue e vi sono: il maschio Umano, e la femmina Umana; Meraviglioso Pianeta questo, era tanto che non vedevamo tante bellezze naturali che tutte insieme ne fanno una rigogliosa natura, della quale queste genti vi si nutre di tutto un po del ricavo di queste piantagioni che molte, fatte a proposito da costoro, per il suo sostentamento nutritivo, da dove ricavano per le sue chimiche energetiche, a rimpiazzare al suo consumo, che costoro, chiamano "mangiare". E' notevole di quanto carnivori siano, si mangiano fin anche altri esseri viventi, li chiamano sottospecie, mucca, vitello, pecore, daini, cervi, maiali, pesci che vivono nelle acque, come le tartarughe, le balene, i tonni, e tutte le altre specie sino ad arrivare alle cozze viventi nelle acque, per poi proseguire: galline, conigli lepri, e tutti i frutti che gli alberi le donano rigogliosamente. Sembrerebbe veramente un Shangri-la paradisiaco, hanno tutto a portata di mano, ma ancora non si capisce bene cosa fanno tanta gente che vanno e vengono tediosamente affaccendati, parrebbero. Chi pensava trovare in questi paraggi così sparuti di questi quadranti di questo universo, un così meraviglioso Pianeta.

Nei tempi successivi ci incanalammo a poter discernere della di costoro comunicazione, che essi chiamano comunicazione verbale. Si tratta di emanare dei suoni gutturali compositi, che nella sua aspirazione dei suoi polmoni emanando dell'aria, fanno vibrare delle chiamate da costoro, corde vocali, situate nella concavità chiamata "Gola" della cambiante in conseguenziale modulazioni da questa suddetta chiamata bocca, ne emanano complicati suoni, prodotti delle armoniche vibrazioni di risonanze acustiche: miriade di svariate e complesse onde sonore, espandono nell'aria, che queste captate da altri esseri chiamati Umani, costoro li selezionano e come risposta: emanano altri similari stridenti suoni, che costoro sinteticamente chiamano, parole. I tempi si susseguivano e noi tutti a trattare di comprender la di costoro letteratura, l'insegnata scolastica per decifrare gli emessi suoi suoni chiamate, parole, di qui vi e tutto un insegnativo sia grammaticale che lessi-cale, per poter discernere ed accedere alle sue comprensioni di questa sempre sua chiamata comunicazione verbale. Al fine sembrerebbe che ne siamo in procinto di verifica, la qualità dell'apprendimento datoci, per poter una volta presenti al cospetto di costoro, poter contra-scambiare con la, di essi dialettica verbale, che ci potrà facilitare al fine l'interscambio comunicativo.

Siamo arrivati a capire che tutto quello che l'umano Essere fa, lo realizza attraverso il suo Cervello, e solo costui il cervello ne è consapevole di tutto ciò che elabora codesta macchina binaurale-composito, il cervello, dell'umano Essere. Nessuno altro potrebbe percepire i suoi suoni emanati nel volersi esprimere. Come per esempio: gli animali, sottospecie viventi ad essi, nessuno sa cosa vogliono dire gli Umani, quando fanno uscire quei strani sibili e suoni gutturali, che essi sostengono che confacendo tale cose, parlano e si riferiscono a vicenda. Quindi è il cervello di uno di essi che dialoga in un formato idoneo ed interpretativo solamente per un altro cervello sempre Umano, che lo può ascoltare, e contraccambiare le possibili altre discussioni che possano derivarsi a vicenda. Per chiarire di ciò si dice: nessun altro essere che non sia Umano, può capire quello che un Umano pronuncia.

Discesi per primo sul Pianeta, nell'altra faccia non illuminata, che chiamano sera o notte. Trovai locali ripieni di gente che mangiava e contemporaneamente parlavano tutt'intorno a certi chiamati tavoli, e seduti in certe non so come dire, ma loro le chiamano sedie. Preferii dare un largo giro per costatare e vedere da vicino come si disimpegna, la di costoro esistenza. Vagai tutta una notte in diverse località e in diversi ambiti, al fine decisi di fermarmi per fare un resoconto di ciò che avevo osservato e darle una qualifica a quanto appreso. Facilitato che costoro non potevano vedermi, perché il nostro essere vibra in altre alte scale di risonanze armonica, e quindi la nostra apparenza non è osservabile nell'apparente presenza in qui costoro popolo Umano ne è nella sua presente presenza, in qui le di costoro vibrazioni li fa apparire in questa apparenza presente che essi vi sono inondate ed inzuppati e coopartecipi di questa sua creata realtà; Dove coabitano e convivono, dove la di costoro si realizza, la presenza sua, presente.

Mentre altri di noi elaboravano complicati quesiti per raggiungere la metamorfosi della nostra trasposizione in della di costoro, e prendere a nostra volta le simili sembianti, dei chiamati Umani. Una volta trasposti il nostro essere in sembianti apparenti a simili Uomini, decidemmo di contattarli.

Trasportammo uno a caso di loro, sulla nostra dimora, parcheggiata lontano da sguardi indiscreti e curiosi, dietro la faccia del satellite del pianeta Terra, la luna. Impaurito e completamente in distonia cerebrale per lo spavento, considerammo di riportarlo la dove l'avevamo trovato per non gravare ulteriori disagi, possibilmente grav. Dopo lunghissime tentativi che ahimè fallirono tutti, decidemmo di contattarli con quello che loro chiamano telefono, ci era parso in un primo momento che questa era una buona idea. Macché: non trascrivo tutto quello che ci venne detto a discapito di fraintendimenti e di createsi burlesche fantomatiche risposte, a qui non sapevamo ne da dove incominciare a persuaderli o con che cosa rispondere nel merito. Evidentemente vi era una sopravvalutazione di costoro umani, implementando burlesche contraddittori con frasi oltre-tanto chiamate da costoro comiche. Come: nel presentarci, ci dicevano: si, ed io, sono il papa; Un-altro: si, ed io sono, Elvis presly, un-altro faceva finta di ascoltarmi per poi finiva dicendomi: ora mi dica veramente: dové il trucco? E non vi era modo di proseguire la conversazione, perché con ultime parolacce, riattaccavano il telefono. Dopo un lungo resoconto di quanto accadeva, si riunì il consiglio determinando che potevamo presentarci, ai suoi capi. Ebbene: ci presentammo davanti ai capi di stato di tutto il Pianeta, che dopo aversi ripreso dallo sconcerto e stupore, ognuno di loro ci manifestarono le difficoltà che ne trarrebbero, nel rivelare all'umanità tutta, tale evento. Ognuno di loro con parole diverse ma in sostanza era questo il problema generale, tutti avevano bisogno di tempo per consultarsi mondialmente fra di loro, capi di stato, o per lo meno con quelle nazioni più confacenti al superiore potere. Il tempo trascorse e mentre taluni scientifici dietro nostro invito vollero visitare la nostra dimora, ritornando sul pianeta più sconvolti di prima. Si resero conto di quanto la nostra complessa evoluzione sia completamente irraggiungibile per costoro. Noi discendiamo da una Stirpe chiamata "gli Arràbbra", la nostra dinastia, i nostri antenati ancestrali oltrepassano i tempi della creazione di questo quadrante cosmologico all'incirca 15 miliardi di anni luce, dall'intendere Umano, le dissi ad uno dei capi con tutto il suo entourage, che mi ascoltavano con molta attenzione ed attentamente in una riunione che fu preparata all'interno di grandi stabili sotterranei ben protetti ed isolati, sul Pianeta Terra.

Ci presentammo con quale era, la nostra vera natura aldilà della metamorfosi appresa per il contatto, e molti di costoro caddero in spaventoso spaventoso. Ritornando la calma in quel grande salone ci ripristinammo nel travaso all'apparenza Umana, davanti gli sbigottimenti di tutti costoro che assistevano alle nostre complesse metamorfosi. Si parlò di quanto tutto il quadrante a qui appartiene questo sistema solare e tutta la galassia, che costoro chiamano. La via Lattea, e di che tutto ciò nei prossimi millenni a venire ne verrà influenzato della collisione inevitabile con la Grande Galassia Andromeda, e altre trenta o quaranta altre galassia, che tutti insieme entreranno in collasso gravitatorio distruggendosi a vicenda; anche se molti scientifici terrestri ne erano già al corrente, noi le manifestammo le perplessità astronomiche ad venire, nei futuri millenni. E per quindi proseguimmo dicendo che per sopravvivere si dovevano già dall'immediato presente immedesimarsi da subito, ad inoltrarsi ad esperimentare tecnologie adatte ai complessi viaggi interplanetari attraverso le dimensioni equivalenti varianti, ed non solo. I possibili viaggi spaziali nei dintorni del sistema proprio Solare, che questi le possano essere di aiuto nel capire di nuovi materiali a scoprire e di nuove vedute ad assimilare. Che di quelli inevitabili eventi Cosmologici, se non si è preparati, non vi è, scampo. - Proseguirono nel tempo, in altre parti del Pianeta, di tali riunioni, Rinnovandogli la nostra incondizionata amicizia e possibilità di donarle delle tecnologie, che potevano nel tempo sviluppare, ed inserirli nel suo contesto in questa apparenza apparente di vostra esistenza concepita propria, di realtà, facendole notare che ben altre dimensioni vi si trovano contemporaneamente parallelamente a questa, ed infinità di altre specie Viventi vi si trovano, di qui molti sono da tenera a bada, per la sua irrinunciabile natura "bestiale".

Ma che tutto sommato con l'avvento di queste nuove per costoro tecnologie, gli Umani, vi si troveranno un bel più, passo avanti,a tali possibili scontri, chissà mai, in un lontano futuro, con altre specie di uguale temperanza. Dopo parecchio tempo nell'esame delle possibilità a comunicare a tutto il Pianeta, della nostra Esistenza e presenza, ci raccomandarono di non farlo, prendendo come necessaria: le possibili scatenanti divergenze inimmaginabili, che con ciò: si sobillerebbero destabilizzando le menti a livello individuale e per quindi, vi sarebbero alla veritiera comunicazione, addirittura rivoluzioni e calpestamenti degli ordini e leggi vigenti, impossibili da prevedere: di qui questa società ne è regolata.
Come ultima risposta ci fecero sapere i governanti che meglio sarebbe stato lasciare i popoli nel suo trascorrere normale delle sue convivenze, sia nel sociale che in quello spirituale; nel rispetto degli ordini e leggi forgiate vigenti, che qualunque altra cosa sopravvenga a questo attualmente, ne sarebbe sconvolgente a tal punto di una insurrezione di massa, rompendo e scardinando gli equilibri già prestabiliti di Ordini, e Leggi vigenti. Tutto sommato non è ancora tempo, il mondo non è così evoluto per conoscere tali verità sconvolgenti, bisognerebbe prepararlo, attraverso gli anni a venire, piano piano al capirne, a pezzo per pezzo del capire.

Noi ci troviamo in questo quadrante di questa dimensione transitoriamente, aspettando le congiunzioni astrali favorevoli, per riavviarci verso i profondi spazi siderali ad inoltrarci in altri Universi molto lontano da questa dimensionale realtà, di qui la vita ha preso sembianza nell'essere Umano, in questo piccolo mondo, chiamato Pianeta Terra.
Di qui nel sembrare, molti ne hanno contribuito. Quando le condizioni saranno favorevoli si riprenderà il viaggio aldilà delle distanze, a intendere Umano, la dove altri Mondi di altri Universi ci attendono; la dove risiede la nostra Gente la nostra Stirpe, è come si dice comunemente, il nostro Shangri-là o Eden, la nostra Dimora. Nella nostra complessità esistenziale, vi si trovano miriadi di Esseri di complesse altre esistenze dei quali tutti ne facciamo parte e partecipi, da questo unificante Pensiero, di tante altre concezioni di intendere nel capirne del capire, l'evoluzione dell'Essere nelle Esistenze diverse, che nelle diverse dimensionali dimensioni, possa evolversi ed ascendere ad innumerabili molteplici altri alti consapevoli arricchimenti, nelle offerte che gli universi ci "porgono all'intelletto", in qui l'essere, ne possa essere destinatario, a possibili suoi, raccolti.

Questo è: L'anello che ogni essere vivente, senziente della sua apparente presenza, nell'esistere del suo presente, possa esserne consapevolmente consapevole di Esistere.


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22/04/2011, 16:19

Il mistero delle mutilazioni


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La mutilazione animale (o "cattle mutilation") è un fenomeno piuttosto controverso, che per il fatto di essere storicamente relazionato ad avvistamenti di nefandi elicotteri neri o di strane aeronavi sconosciute, è di fatto considerato generalmente un sottoinsieme dell'ufologia. In realtà per la peculiarità e l'inspiegabilità di alcune caratteristiche tipiche, dovrebbe essere considerato un mistero a sé, anche perché non esiste nessun indizio che leghi indissolubilmente e senza ombra di dubbio le assurde menomazioni trovate sul bestiame alle misteriose apparizioni di oggetti non identificati nei nostri cieli. E' praticamente impossibile stabilire se tale fenomeno sia un enigma esclusivamente contemporaneo o abbia radici più antiche, anche perché con tutta probabilità tali aberrazioni avrebbero potuto essere considerate anticamente dei prodigi diabolici o semplicemente delle strane aggressioni da parte degli animali predatori. Già Charles Fort, però, celebre scrittore ed indagatore del mistero, riporta casi di cadaveri di pecore, conigli, vacche e altri animali da allevamento orrendamente mutilati, spesso ritrovati in concomitanza ad apparizioni di luci misteriose, come nel Galles dei primi del Novecento. Ma secondo la collezione di fatti inspiegabili raccolta dall'eccentrico ricercatore americano, casi simili sarebbero riportati anche in alcune cronache più antiche. Recentemente, invece, prima che il fenomeno salisse decisamente alla ribalta con alcuni casi celebri che diffusero letteralmente il panico in alcune zone degli Stati Uniti nella seconda metà del XX secolo, si ha notizia di qualcosa di avvenuto nei primi anni 60 tra Kansas e Pennsylvania. Ma sulla natura degli episodi non vi è certezza.
Il primo caso finalmente documentato di mutilazione animale (per quanto assai ambiguo), avvenuto nel settembre del 1967 ad Alamosa nel Colorado, è il'attacco ai danni del cavallo Lady, diventato in seguito famoso come “Snippy the horse” (da: to snip: tagliare-tagliuzzare). Dal punto di vista ufologico la cattle mutilation è interessante per due fattori: primo, come abbiamo detto, spesso è correlata ad avvistamenti di elicotteri sconosciuti, Ovni o ad insoliti e misteriosi fenomeni luminosi; inoltre vi sono testimonianze (più o meno credibili) di vacche o altri animali in volo, catturati da "dischi volanti" (tra cui anche alcuni controversi filmati, per lo più falsi). Secondo, la natura di tali mutilazioni e le tecniche riconducibili ad esse sono assolutamente stupefacenti e sconcertanti per l'elevatissimo livello tecnologico, assolutamente inusuali e non rapportabili ad alcun fine scientifico noto. Inoltre, una procedura così furtiva ed eccentrica e le modalità di tale fenomeno sono tanto assurde da poter ipotizzare un possibile coinvolgimento extraterrestre.

Ecco gli elementi caratteristici propri della mutilazione animale:

- le vittime sono di solito bestie da allevamento o da cortile (vacche, cavalli, pecore, etc.)
- seppur in presenza di severe recisioni e ferite da taglio varie, sia esternamente che internamente alla carcassa non vi è la minima traccia di sangue, o segno di alcun tipo (trascinamento, impronte di passi o pneumatici etc.) che possa far pensare a uno spostamento del cadavere e alla macellazione dell'animale in altro luogo (se non il trasporto per via aerea, ovviamente)
- la notevole precisione e qualità del taglio simile solo a quello chirurgico, nonché la sorprendente caratteristica cauterizzazione immediata della zona adiacente alla resezione, tipica di un apparecchio di taglio al laser, con temperature stimate in alcune centinaia di gradi; il problema, però, è che sovente mancano i residui microscopici di carbone che caratterizzano l'incisione laser chirurgica e veterinaria. E questo nonostante l'esame anatomo-patologico abbia confermato comunque la presenza di emoglobina e collagene “cotti”, a prova che il tessuto è stato asportato con una tecnologia in grado di generare abbastanza calore da provcare una cauterizzazione all'istante
- la rimozione di occhi, mammelle e organi genitali
- la rimozione dell'ano, simile per profondità e tecnica a quella chirurgica veterinaria
- la rimozione della lingua e di una o di tutte e due le labbra
- la rimozione di un singolo orecchio
- la rimozione della carne e della pelle attorno alla mascella e sotto l'orecchio
- la rimozione degli organi del basso ventre
- l'inspiegabile deterioramento degli organi rimanenti, senza presentare danni ai tessuti circostanti
- la mancanza di segni tipici di animali predatori (morsi, lacerazione di carni o pelle, impronte)
- l'assenza di segni di animali ed insetti necrofagi e il rifiuto di questi di nutrirsi della carcassa
- l'inusuale agitazione e tendenza dei capi di bestiame rimasti a non voler dormire
- lo strano odore di medicina o “chimico” proveniente dal cadavere
- la presenza sul corpo e sul terreno circostante di strani buchi o segni apparentemente simmetrici, di origine e ragione ignote.

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In seguito alla prima ondata negli anni 60 e ad alcuni casi nella decade successiva, la discussione sul fenomeno esplose negli Stati Uniti. Dopo le pressioni della stampa e dell'opinione pubblica, le autorità si affidarono all'FBI al fine di far luce sul fenomeno. Nel 1979 fu così avviata l'“Operation Animal Mutilation”. A capo di questa operazione fu messo l'agente Kenneth Rommel, ma l'inchiesta si concluse con un nulla di fatto; infatti, secondo la relazione conclusiva (per lo meno per il pubblico dominio) la mutilazione animale era nella maggior parte dei casi da ricondursi a fenomeni naturali e nei pochissimi altri era probabilmente spiegabile con episodi sempre di matrice naturale anche se non ancora ben compresi e comunque a quel momento non determinabili. Insomma: niente di strano, anche quando le spiegazioni non c'erano affatto.

Ovviamente, per il quieto vivere, non si potè fare altro che chiudere l'indagine non ascrivendo il fenomeno ad alcun responsabile particolare. In un'altra indagine, effettuata dalla “Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives” (ATF) e contemporanea alla precedente e conclusasi anch'essa con un buco nell'acqua, iniziarono però ad emergere talune caratteristiche differenti. Tra queste una in particolare, che aprì la porta ad un ultima spiegazione possibile: ovvero che qualcuno, e non qualcosa, avesse provocato le mutilazioni. Con fini ignoti. L'elemento che fece pensare ad una sorta di rituale avente come vittime gli animali fu il ritrovamento nei fluidi corporei delle bestie di residui riconducibili a sostanze usate in medicina, solitamente al fine di far rilassare e non far soffrire; il che prevedeva anche una certa pietà, o più misteriosamente un particolare interesse a non corrompere l'organismo della vittima con le tipiche sostanze naturalmente secrete in seguito ad uno stato di stress e di paura. Ad oggi la mutilazione animale è in pieno svolgimento soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove si registrano la quasi totalità dei casi. Ma sono pochi i ricercatori scientifici che rischiano la propria carriera studiando al fenomeno. Per la comunità scientifica, in generale, è comunque una fastidiosa anomalia da ricondurre, nei casi più astrusi, a imprecisabili fenomeni naturali o a leggende metropolitane. Ecco le tesi a sostegno di questa teoria. Cause di mancanza o mutilazione di bocca, labbra, ano, genitali: sarebbero una scomparsa o una ritenzione dei tessuti dovuta ad una particolare disidratazione, o l'azione di specifici parassiti o insetti saprofagi che, cercando di entrare nella carcassa, attaccano punti dove la pelle è più sottile e penetrabile. Cause di mancanza o mutilazione degli occhi o di organi interni molli: sarebbero insetti saprofagi come la “Sarcophaga Carnaria” o animali che si nutrono di carogne come ad esempio alcuni avvoltoi, che preferibilmente attaccano gli occhi e tendono a farsi strada facendo dei buchi per nutrirsi degli organi interni molli. Cause dell'assenza di sangue nelle carcasse: all'interno del corpo il sangue talvolta si accumulerebbe nella sua totalità nei punti più in basso della carcassa, trasformandosi poi (a contatto col terreno) in componenti organici base; quello all'esterno del corpo, invece, verrebbe assorbito dal terreno dove gli insetti lo farebbero sparire, o il sole disseccare. Cause delle incisioni chirurgiche: sarebbero da imputarsi a strappi e tagli dovuti alle contrazioni post-mortem e/o alla disidratazione, dal momento che la pelle tende a tirarsi e a ritirarsi in seguito al decesso (?). Causa delle resezioni chirurgiche degli organi interni: sarebbe l'azione di batteri o insetti saprofagi che si nutrirebbero selettivamente di alcune sostanze presenti solo in alcuni organi.
Come si vede, le caratteristiche spiegabili razionalmente sono solo alcune, di quelle tipiche della "cattle mutilation". Per la verità sono stati condotti diversi esperimenti per verificare la compatibilità dei segni tipici della mutilatione con le normali attività di batteri e predatori. In particolare Robert T.

Carrol, scettico ricercatore scientifico, dimostrò che i tagli sulla pelle e il deterioramento di alcuni organi da lui ottenuti in laboratorio corrispondevano a quelli osservati in casi presunti di mutilazione animale. Ma se così fosse per tutti gli elementi tipici di questa aberrazione, non saremmo qui a indagarne il mistero, visto che altre ricerche scientifiche, ad esempio quella del National Institute for Discovery Science, affermano che nelle analisi necroscopiche effettuate sono riscontrabili anomalie inspiegabili, non riconducibili a fenomeni naturali. Per quanto riguarda invece la possibilità non naturale di tale attività, ma comunque di origine umana, si individuarono nelle inchieste svolte a livello nazionale tre possibili motivazioni di intervento:
- Crudeltà verso gli animali: per quanto sia una devianza tristemente diffusa, essa raramente viene applicata ad animali di stazza considerevole come vacche o cavalli, ma più comunemente è circoscritta ad animali molto piccoli o domestici, come cani o gatti. È anche raro che per perpetrare tale crimine si utilizzino tecniche e strumenti sofisticati, come invece sembra avvenire nei casi autentici di mutilazione animale, anche se a tal proposito sono stati citati alcuni casi patologici di veterinari o medici che nel loro sadismo non mancavano di applicare la loro scienza.
- Mutilazione a fini di culto: intesa come alternativa alla crudeltà fine a se stessa, essa ad esempio può giustificare l'assenza di sangue presupponendo che esso sia bevuto o raccolto dagli accoliti. In oltre è noto come alcuni organi possano essere d'interesse per sacrifici rituali effettuati da alcune sette esoteriche, così come l'asportazione di un feto da un animale gravido.
Per quanto sia l' FBI che l' ATF presero in considerazione seriamente tale ipotesi, ed alcuni casi marginali fossero con probabilità riconducibili a tale attività, alla fine entrambe le inchieste conclusero che l'ipotesi “culto” non era da considerarsi plausibile come causa della vera mutilazione animale. Anche se nell'opinione pubblica la cosa fece scalpore e ci fu chi si convinse di tale ipotesi, in realtà i fatti non hanno mai avallato tale conclusione.
- Ipotesi psico-traumatica: da citarsi giusto per dovere di cronaca, è il più assurdo tentativo di spiegazione, contemplato negli anni 70 in seguito ai primi casi di sindrome post traumatica nei reduci della guerra in Vietnam; secondo questa tesi, ad effettuare tali sevizie sarebbero stati ex soldati che nella loro psicosi avrebbero cercato sfogo ricreando sulle povere bestie le terribili torture patite o inflitte durante il conflitto.
Per quanto in differenti periodi dell'inchiesta queste tesi vennero prese in considerazione, attraversando l'opinione pubblica a folate di credulità, gli inquirenti non ritennero mai l'ipotesi d'intervento umano la chiave per risolvere il mistero; tant'è che non si individuarono né persone né gruppi da ritenere responsabili e se è noto alle autorità ogni tipo di crudeltà compiuta dagli uomini su animali vittime, fin dall'inizio la cattle mutilation è stata considerata ragionevolmente al di fuori di tale attitudine.
Questo fino agli anni 80, ma considerato che questo fenomeno continua ad apparire inarrestabile, negli ultimi anni sono sorte alcune nuove tesi di pari passo con l'insinuarsi di possibili teorie cospirazioniste di presunto coinvolgimento e relativo insabbiamento della questione Ufo da parte del governo. In alternativa, i parlato di azioni delle frange più segrete dell'apparato militare.Di recente una tra gli esperti più attivi è Linda M. Howe: oltre ad essere una capace ricercatrice ufologica, sembra essere un'autorità in materia, anche se le sue conclusioni parziali restano improntate esclusivamente sul coinvolgimento ufologico.
Ma anche nell'ipotesi che a compiere tale profanazione sui nostri animali siano esseri extraterrestri, resterebbero comunque alcune perplessità che nessuno è ancora in grado di spiegare razionalmente:
- Perché avrebbero bisogno di fluidi o parti anatomiche animali?
- Perché dover uccidere degli animali, considerando ragionevole una relativa superiorità tecnologica extraterrestre, grazie alla quale replicare facilmente tali sostanze in laboratorio?
- Perché lasciare tracce così ambigue ed evidenti del proprio operato, abbandonando i resti degli animali nelle vicinanze del luogo di origine, nella totale incuranza nell' essere ricondotti a colpevoli, quando potrebbero tranquillamente non lasciare alcun indizio delle loro nefandezze?
- Sono del tutto indifferenti delle nostre reazioni, o lo fanno apposta per palesare il loro coinvolgimento?

Altri, come detto, puntano invece il dito verso azioni segrete militari, come la sperimentazione di armi a microonde, giustificando tale ipotesi con il frequente avvistamento dei famigerati elicotteri neri, in relazione al manifestarsi del fenomeno. Difficile intendere come possa essere utile per gruppi segreti delle Forze Armate americane farsi notare nel compromettente atto di mutilare animali, per di più con ipotetiche tecnologie (semi) segrete, quando potrebbero approfittare delle numerose basi in loro possesso nelle quali poter commettere ogni genere di esperimento, senza essere visti da nessuno. L'unica spiegazione possibile, oltre alla generale diffusione della strategia del terrore, potrebbe essere una deliberata agenda per insinuare nella popolazione una condivisa diffidenza nei confronti degli Ufo e dei loro occupanti, utilizzando mezzi militari sconosciuti o camuffati per far cadere la colpa di tali aberrazioni su ipotetici visitatori allogeni. In conclusione, poco si può dire sul perché di tale pratica sanguinaria. Mancano, oltre ad un chiaro movente, delle prove solide e una seria volontà di analisi da parte della comunità scientifica. Per quanto ci siano tutta una serie di dati e di osservazioni che escludono in maniera assoluta qualsiasi spiegazione di origine naturale, come al solito, quando si tratta di misteri di competenza ufologica, il mito si fonde con la realtà creando tutta una serie di leggende, di mistificazioni, ma anche di insabbiamenti clamorosi da parte delle autorità. Un bel mistero, difficile da comprendere, senza ipotesi particolarmente convincenti: al momento qualsiasi ulteriore speculazione, su chi e sul perché, resterebbe aleatoria ed inconcludente.

Intanto, impunemente, le vacche continuano a crepare.


Fonte

26/05/2011, 14:50

Mitologia Aliena
Quando gli alieni "scoprirono" la Terra


Esiste un filo sottile che lega tra loro le grandi civiltà; a partire dai Sumeri, la prima grande cultura che aprì la strada alle successive, per passare poi, non necessariamente in ordine temporale, agli Indiani d’America, ai Maya, agli Inca, agli Aborigeni dell’Australia, ai Cinesi, agli Indù, per finire con gli antichi egizi e i Dogon.

Questa sottile traccia, diluita nel tempo, più o meno nascosta nelle pitture, nell’architettura, nei riti sacri, può essere riassunta in una sola frase: ogni antica cultura accettava il fatto che degli esseri celesti, giunti in modi diversi sul nostro pianeta, avessero creato la razza umana.
Questa profonda consapevolezza, sia pure spiegata come la perpetuazione di un mito, nasconde in realtà il resoconto di una serie di avvenimenti così importanti per il genere umano da lasciare profondamente il segno; la parabola temporale che ufficialmente ha accompagnato la nascita e la crescita dell’essere umano fino ai nostri giorni, presenta non pochi punti deboli; non ha un inizio sicuro, provato e riscontrabile, ma il suo percorso è immensamente ricco di vuoti da riempire, vuoti che non riescono ancora a trovare delle valide spiegazioni.
Possibile pensare che possa esistere un unico filo comune che leghi insieme tutti i problemi archeologici non risolti? Possibile formulare l’ipotesi che la maggior parte dei miti religiosi, delle credenze e delle fantastiche descrizioni di creature divine, siano in realtà una trasposizione di misteriosi esseri anticamente presenti sulla terra?


Gli antichi Dei:

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Quasi tutte le ipotesi espresse in favore di un antico incontro tra la razza umana e degli esseri provenienti dallo spazio, si fonda sul presupposto che alle origini di un mito ci sia sempre e comunque un fondo di verità; tale presupposto, per quanto non completamente impossibile da sostenere, potrebbe anche risultare ingannevole e portare fuori strada rispetto all’argomento trattato.
Non dimentichiamo che tra il mito vero e proprio e la tradizione orale tipica di molti popoli dell’antichità, esiste spesso una sottile differenza; laddove il mito venga perpetuato attraverso la pittura e le arti in genere, esso finirà per assorbire caratteristiche e credenze sia del popolo in questione che dell’artista, allontanandosi man mano dall’avvenimento originale; lo stesso dicasi per la tradizione orale, destinata nel tempo ad esaurirsi, oppure a seguire le stesse sorti del mito quando diventa parola scritta e interpretata.
Il tempo, in seguito, farà il resto; millenni di catastrofi, inondazioni e terremoti, renderanno sempre più difficile il compito del ricercatore.
Per ovviare a questo “inconveniente” sarebbe opportuno ricorrere allo studio delle leggende e alla loro comparazione; proprio addentrandoci in questo campo, troviamo la narrazione di un episodio che diventa il fulcro dominante di un possibile, antico, contatto.


Codice Oannes:


IV Millennio a.C., sulle coste del Golfo Persico, forse nei pressi dell’antica città sumera di Eridu, una civiltà extraterrestre stabilisce quello che potrebbe essere il primo, vero contatto, con la razza umana.
L’origine di questa leggenda risale a un antico personaggio che spesso appare in molti dei testi che trattano questo tipo di argomenti, così come in molte delle ricerche sui temi dell’Archeologia Misteriosa; si tratta di Beroso, sacerdote del Dio Marduk, vissuto nella città di Babilonia ai tempi di Alessandro Magno.
Sicuramente il sacerdote trasse la sue informazioni da testi molto più antichi, ai quali aveva accesso proprio in virtù della sua funzione, ci baseremo comunque su alcuni frammenti che gli vengono, nei quali si racconta come Alessandro Poliistore, grammatico greco vissuto nel I Secolo a.C., fosse solito descrivere e parlare della improvvisa comparsa nel Golfo Persico di una misteriosa creatura chiamata Oannes.
L’essere aveva una coda simile a quella di un pesce, i piedi analoghi a quelli degli umani, e così anche la voce; fu proprio Oannes che insegnò agli uomini le arti, la scrittura e le scienze.
Poliistore, continuando il racconto, ci fa sapere che la misteriosa creatura trascorreva la notte in mare, trattandosi di un anfibio, e che subito dopo il suo arrivo, altre creature simili giunsero sulla terra.
Questa narrazione potrebbe certo essere equiparata a un parto della fantasia, o quanto meno ciò sarebbe possibile se non trovassimo ulteriori riferimenti andando avanti nella nostra ricerca.
Passiamo quindi ad Aristotele, e più esattamente a un suo discepolo, Abideno, il quale, parlando dei vari Re dei Sumeri, descrive un semi demone, molto simile a Oannes, che arrivo dopo di lui dal mare.
Spostandoci ancora nel tempo incontriamo Apollodoro d’Atene, il quale riporta che, durante l’epoca di Re Amennon il Caldeo, fece la sua apparizione il “Musarus Oannes” sempre dalle acque del Golfo Persico, mentre durante il regno di Euedoresco, apparve un altro Oannes chiamato Odacon.
Una simile cronologia lascia presagire che qualcosa effettivamente accadde, e se a questo pensiero andiamo a sommare tutto il misterioso bagaglio di cognizioni che molte civiltà del passato non avrebbero dovuto avere, non possiamo non convincerci che almeno qualcosa al di fuori dal comune sia realmente accaduta.


Conoscenze aliene?


Si è molto spesso accennato a civiltà, più o meno recenti, in possesso di cognizioni che stridono con il loro bagaglio storico e culturale, oltre che con la loro posizione geografica rispetto alla fonte di tali informazioni.
Per quanto questo argomento risulti quasi abusato, e il riportarlo come prova di alcune affermazioni sia ormai una costante, non possiamo esimerci dal constatare che, in assenza di altre logiche spiegazioni (tra l’altro mai fornite), rimane un argomento ancora oggi valido e convincente.
Uno degli esempi che, almeno da un punto di vista temporale e di raccolta della documentazione, ci riguarda più da vicino, è di certo quello che riguarda una tribù africana stanziata nel Mali settentrionale: i Dogon.
Robert Temple, autore di “The Sirius Mystery”, si imbatte casualmente in alcune ricerche che descrivevano questo popolo, riportando parte delle loro credenze; ebbe così modo di leggere che I Dogon fanno spesso riferimento a degli esseri venuti dal cielo, più precisamente dalla stella Sirio, che questi stessi esseri, chiamati Nommo, avevano il corpo di pesce (si ripropone il mistero di Oannes), e che portarono i primi rudimenti di civiltà sulla terra circa tremila anni fa.
Incuriosito da questa tradizione, approfondì la ricerca, ottenendo risultati ancora più sbalorditivi; la tradizione dei Dogon, infatti, non soltanto riportava la conoscenza di Sirio, ma parlava anche della sua invisibile compagna, Sirio B, chiamata “stella del grano” e descritta come formata da una materia molto più pesante di quella della Terra.
In effetti Sirio ha veramente una compagna, una nana bianca costituita da una materia talmente densa che una quantità di essa, corrispondente più o meno alle dimensioni di un pisello, avrebbe un peso di circa mezza tonnellata; inoltre, come affermano anche i Dogon, Sirio B percorre un’orbita ellittica completa in un periodo di cinquanta anni.
La stessa Enciclopedia britannica ha definito il sistema filosofico dei Dogon molto più complesso rispetto a quelli appartenenti alle altre tribù africane, addirittura vicino per difficoltà alla stessa teologia cattolica; non dimentichiamo infine che gli stessi Dogon sanno che la Luna è “secca e morta”, conoscono Saturno e lo disegnano circondato da un anello, conoscono le lune di Giove e sanno benissimo che i pianeti ruotano intorno al sole.
Chi fornì loro queste conoscenze?
Ufficialmente viene risposto a questo quesito spiegando che i Dogon “avevano sentito parlare” di queste cose da alcuni turisti e missionari; in realtà i due antropologi che per primi studiarono questa tribù, Marcel Griaule e Germane Dieterlen, giunsero nel Mali soltanto durante il 1931.
Nessuno, nel periodo precedente, aveva avvicinato la tribù, e anche se la teoria delle nane bianche risale al 1928, per quale motivo degli esploratori o dei missionari avrebbero sentito il bisogno di spiegare a una tribù appena ritrovata le ultime scoperte dell’astronomia? Ci sarebbero di certo state ben altri argomenti dei quali occuparsi, oltre che un problema di linguaggio non certo da sottovalutare.
E’ importante infine sottolineare che Griaule, prima di poter essere ammesso a condividere le antiche tradizioni dei Dogon, fu costretto ad attendere per un periodo di sedici anni.
Altre misteriose testimonianze sono sparse in quasi tutto il globo e, molto spesso, nei luoghi più improbabili e meno sospetti; che dire della statua che si erge nella spianata di Kalasasiya (Tiahuanaco), conosciuta come “El Frate”?
Si tratta della riproduzione enorme di una divinità dal corpo di pesce, coperto di squame e con gli occhi enormi; le stesse forme del Grande Idolo che si erge a distanza di un centinaio di metri, anche questo ricoperto di squame ma soltanto nella parte inferiore.
Eredi di Oannes? Suoi simili che, contemporaneamente, sbarcarono in vari luoghi del pianeta?


Visite aliene:
Cina e India:


Ancora oggi, in India, è forte la credenza che l'uomo discenda dagli Dei; allo stesso modo, in Cina, da tempi immemorabili, si narra di divinità che, dopo aver soggiornato a lungo nel cielo, scesero sulla terra a bordo dei loro “draghi di fuoco”.
Il libro tibetano chiamato “Kantyua” (la parola tradotta del Buddha), racconta di oggetti simili a perle che volavano nel cielo, di sfere trasparenti che trasportavano gli Dei durante le loro frequenti visite al genere umano.
Anche la credenza relativa alla morte e alla successiva rinascita offre spunti vicini alla connessione extraterrestre; si racconta infatti che il primo dei sette storici re del Tibet venne dalle stelle, e che alla fine della sua missione sulla terra fece ritorno al proprio luogo di origine.
Impossibile poi non accennare ai misteriosi Vimana, le macchine volanti ricordate da tre delle più antiche scritture Indù: il Bhagavata Purana, il Mahabharata e il Ramayana, nei quali si accenna anche ai Deva, esseri provenienti da altri sistemi stellari.
I documenti appartenenti alla Cina antica non sono certo da meno per quanto riguarda i riferimenti a misteriosi avvenimenti; i “Figli del Cielo” che appaiono improvvisamente sulla terra sembrano infatti evocare avvistamenti e contatti con creature aliene.
Di tutti i "Figli del Cielo", Huang-ti, è quello che lasciò di certo una impronta notevole nella mitologia cinese; fece la sua prima apparizione nel bacino del fiume Huang He, ma era completamente diverso da tutti gli altri eroi.
Insegnò agli uomini tutti i tipi di scienze, compresa l’agopuntura, e si soffermava spesso a costruire complicati apparecchi e congegni.


I Maya, gli Inca e i viaggiatori delle stelle


Era credenza comune presso i Maya che i loro predecessori fossero arrivati dalle stelle; tra le tante altre cose avevano insegnato loro come la terra fosse rotonda, e questo secoli prima che gli europei lo scoprissero.
Anche questa volta, così come in tante altre civiltà, questi viaggiatori delle stelle, una volta esaurito il proprio compito, ritornarono nel loro pianeta di origine.
I loro nomi erano Hunahpu, Xbalanque, e il grande dio-re Quetzalcoatl.
La leggenda narra delle loro astronavi provenienti dalle stelle, del colore della loro pelle, simile al platino dei loro velivoli.
I diretti discendenti di questa razza aliena erano i Governanti, ultimo anello di una complicata cosmogonia: la visione dell'universo Maya si divideva infatti in più livelli, sopra e sotto terra, posizionati all'interno delle quattro direzioni: nord, sud, est e ovest.
Particolarmente interessante il mito della creazione; la prima volta che venne creato l’uomo, era così perfetto da assomigliare quasi ai suoi stessi creatori, decisero così di distruggerlo e iniziarono di nuovo la creazione dando luce a un essere con aspettative di vita relativamente brevi, e completamente sottomesso al volere dei suoi creatori.
Una storia molto simile viene narrata da Enoch in uno dei suoi libri.
Altro indizio quello contenuto nelle immagini che rappresentano il Grande Dio, ignorato da molti, ma sorprendentemente simile alle divinità sumere, o se vogliamo, a quelle strane figure che oggi conosciamo con il nome di Rettiliani


Nativi Americani:


Molti dettagli relativi agli incontri con esseri celesti con i Nativi Americani sono rintracciabili nel sud ovest del paese, nella Terra del Fuoco.
In tutti i vari racconti e le varie tradizioni, gli dei scesero dal cielo e resero fertili le donne sterili di alcuni villaggi remoti; i figli nati da questa sorta di “esperimento” si unirono alla razza umana, ma vennero ben presto reclamati dai loro padri che, nuovamente, giunsero sulla terra per portare via la loro progenie.
Questa storia, così come tante altre, ricorda molto da vicino le vicende narrate da Enoch relativamente agli Angeli Ribelli e ai Figli del Cielo, così come molti dei rituali antichi tramandati fino ad oggi, rievocano gli scenari moderni dei fenomeni OoBE, delle Abduction, e quelli tipici del Contattismo.
Ne sono un classico esempio le “Job Description”, ovvero le descrizioni dei viaggi sciamanici compiuti dagli anziani di alcuni villaggi.
Tracce ancora più consistenti sono rilevabili nella mitologia degli Hopi, soprattutto quando si parla di misteriosi “scudi volanti”, quando si accenna alle Pleiadi, all’Orsa Maggiore, e ai misteriosi “Fratelli del Cielo” che “stimolarono” la natura dando il via alla creazione.
Questi antichi visitatori viaggiavano su “fasci di luce” splendenti, quasi fossero tanti soli nella notte, e la descrizione del movimento di queste luci corrisponde esattamente alle centinaia di avvistamenti registrati in epoca moderna; stesso scenario, stesse traiettorie, stesse forme.


Australia:


Durante il Tempo del Sogno, i creatori della razza umana assunsero le forme degli spiriti; in tal modo sparsero la vita sulla terra e resero viva ogni cosa, non soltanto gli uomini, ma anche le pietre, i fiumi, le piante.
Subito dopo aver creato il mondo, gli spiriti ritornarono nel cielo e continuarono a vegliare sulle loro creature.
I creatori possedevano infiniti poteri; potevano cambiare forma e aspetto, possedere lo spirito di un uomo o rifugiarsi in una roccia, ma nella loro vera forma assomigliavano molto agli esseri umani.
Se pensiamo che queste leggende nacquero dal resoconto di fatti straordinari avvenuti circa 40.000 anni fa, e poi migrarono attraverso una antica e sconosciuta cultura fino alla regione di Kimberley, nel nord ovest dell’Australia, forse riusciamo a renderci conto di quanto universalmente sia diffuso l’antico ricordo dei visitatori provenienti dallo spazio.


Conclusioni:


Esistono numerosi segnali che sembrano avvisarci, quasi guidarci, verso sentieri fino ad oggi poco esplorati, se non addirittura volutamente ignorati.
Pensare di aver risolto l’enigma uomo paragonandolo a una lunga linea retta sulla quale l’evoluzione si è spinta ordinatamente e rigorosamente in ordine temporale, è ormai una mera illusione, un comodo alibi per non affrontare una realtà ben più vasta, che non si ferma certo dentro i limitati confini di questo pianeta.
Fino a quando non riusciremo ad avere una visione d’insieme degli avvenimenti storici, fino a quando non decideremo che le antiche leggende, i miti, sono il tassello visibile di una realtà ben più vasta, continueremo ancora a dibatterci in sterili polemiche, alzando barricate in difesa di preconcetti più o meno personali, impedendo che la verità si manifesti, stupendoci nuovamente, così come avvenne quando i nostri ignari padri videro quelle misteriose luci nel cielo abbassarsi e atterrare sulla terra.


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17/06/2011, 19:09

Le storie degli Ufonauti Russi



Scritto da: Flavio Vanetti

Nelle cronache ufologiche russe non mancano i racconti di incontri con i cosiddetti “Ufonauti”. Le sembianze di tali esseri sono differenti a seconda dei vari incontri, ma le descrizioni dei testimoni sembrano comunque avere un unico comune denominatore, cioé la forma cosiddetta “umanoide”, se non proprio “umana” in tutto e per tutto degli “Ufonauti”, come in alcuni casi che citeremo di seguito.

Un primo “incontro” è quello che si verificò nel 1981 nei pressi del villaggio di Borok, nella regione di Jaroslavl, e i cui protagonisti furono un abitante di Leningrado (oggi tornata al suo nome storico di San Pietroburgo), Aleksandr K., oltre ad un abitante del posto, un certo Vitaly S.
Il fatto si verificò nell’area cittadina, in uno spiazzo innevato: davanti ai testimone comparve un oggetto di colore argenteo, dalla forma discoidale appiattita, senza nessuna apertura visibile che ricordasse oblò o portelli di alcun tipo. Come riferirono i testimoni al corrispondente della sezione dell’Accademia delle Scienze preposta allo studio dei Fenomeni Anomali (così venivano e vengono tuttora chiamati sovente gli Ufo in Russia), questo oggetto non poggiava a terra, era sospeso a mezz’aria. D'un tratto, l’oggetto si “dischiuse”, come un fiore, e nel mezzo comparvero due esseri del tutto simili agli uomini.

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Questi esseri si avvicinarono ai testimoni fino a una distanza di circa 3-4 metri. I testimoni, all’avvicinarsi degli esseri, provarono come una specie di torpore, e notarono che questi esseri emanavono una specie di luminosità viola-rosato. Bene a fuoco erano solo i loro volti, il resto del corpo era come avvolto da una specie di “alone” luminoso, e le “tute di volo” in cui erano avvolti gli esseri sembrava di un color “argento-ghiaccio” brillante. Si sentì come una “frase musicale”, forse trasmessa per via telepatica, che diceva “Non abbiate paura, non vi faremo alcun male” – al che uno dei testimoni, senza sapere neppure lui come, rispose con una “frase musicale” dello stesso tipo, chiedendo da dove venissero. La risposta, sempre tramite lo stesso sistema di comunicazione, fu “da un sistema stellare composto di 3 stelle tra loro in stretta comunicazione”. La “conversazione” durò una decina di minuti, dopodiché gli “esseri” tornarono nel centro dell’oggetto, che si richiuse e partì. Il racconto dei testimoni fu trascritto nell’archivio della Commissione di Studio dei Fenomeni Anomali di Leningrado.




Un altro “incontro” con i misteriosi “Ufonauti” si ebbe nel maggio del 1990 nei pressi di Mosca, vicino al villaggio di “Novyj Jerusalim”.

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Il testimone, di nome Boris Konstanovich (B.K.) vide improvvisamente abbassarsi sulla sua casa di campagna un oggetto argenteo sigariforme, lungo circa 8-10 metri. Dall’oggetto, che si librava immobile nell’aria, discesero “volando” lentamente verso terra due esseri di aspetto umano, che una volta “atterrati” si diressero verso il testimone. Erano alti circa 2 metri, portavano una tuta aderente di colore grigio, che li avvolgeva completamente e lasciava libero soltanto il volto. Tale tuta, in un pezzo unico, comprendeva anche i “guanti”, gli “stivali” e le “cuffie”. B.K era impietrito dallo stupore, e si apprestava a chieder loro chi fossero e da dove venissero, quando sentì nella sua mente delle “domande” da parte dei misteriosi visitatori, domande riguardanti la natura degli alberi e degli arbusti circostanti, la sua casa ed i materiali di cui era costruita; gli “esseri” vollero addirittura entrare in casa, e fecero molte domande sui vari elettrodomestici e sulle suppellettili presenti in casa. Inoltre uno dei due esseri, sempre “librandosi” in aria, salì fino all’altezza del tetto della casa di B.K, quindi di quello della casa del vicino. Dopodiché i due esseri tornarono verso la loro nave, sempre “parcheggiata” a mezz’aria sopra la casa, vi rientrarono e ripartirono. In un altro caso gli “Ufonauti” apparivano esseri umanoidi di altezza superiore ai 2 metri. L’incontro avvenne nel 1978 nei pressi di Tbilisi, capitale della Georgia (allora Repubblica Sovietica). Il capitano della Milizija Avtandil Bukhrashvili fu testimone della discesa di un enorme oggetto luminoso, che atterrò su una collina poco distante dalla sua abitazione, e da cui uscirono “librandosi nell’aria” due esseri, che prima si spostarono in orizzontale e poi discesero in verticale sulla sua veranda, venendosi a trovare davanti a lui. Erano coperti da una tuta e da uno “scafandro” che ne nascondeva il volto, che ricordava una specie di “elmo” con due specie di “antenne” laterali che vibravano, con piccole “sfere” luminose alle estremità. In corrispondenza del naso e degli occhi avevano una specie di “finestrella” orizzontale, attraverso la quale si intravedevano due occhi che ricordavano quelli delle rane. Anche sul petto si notava una “finestrella” di tipo simile. Uno dei due si rivolse al testimone in perfetto georgiano, invitandolo a fare un giro sulla loro nave. Il testimone rifiutò, accampando la scusa che aveva problemi di cuore…; dopodiché il testimone sentì un rumore simile a un “pigolio”, forse un segnale per i due esseri, che in effetti si sollevarono e tornarono alla loro nave, che ripartì in verticale.

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Un ultimo caso che riportiamo è quello che venne portato a conoscenza del pubblico durante la trasmissione “Ufo – Una visita non annunciata”, nella puntata del 9 marzo 1990. Il fatto accadde il 13 settembre 1989, nei pressi della cittadina di Protvino, vicino a Mosca. Protagonista fu una donna di nome Tatjana Mikhajlovna L., una casalinga sulla quarantina che stava rientrando a casa lungo una stradina non distante da casa sua, con la borsa della spesa appresso. All'improvviso si vide venire incontro due donne, comparse da dietro un dosso, di circa due metri di altezza, che indossavano una tuta molto aderente. Le donne avevano capelli chiari e due specie di “cuffie” con due piccole antenne laterali. Una delle due donne si rivolse alla testimone parlandole in russo, con una voce stridula ed un accento strano, ma con frasi assolutamente corrette, invitandola ad andare con loro. A circa un centinaio di metri, sul ciglio della stradina, nei pressi di una cabina elettrica, vi era posato al suolo un “disco” metallico di circa 4 metri di diametro, alto sui 2 metri e mezzo. Non si vedevano porte di ingresso, né giunture di alcun tipo. Sembrava fatto di un pezzo unico. Ma al loro avvicinarsi, improvvisamente comparve come dal nulla un “portello”, e le donne entrarono così nell’apparecchio. Al centro del disco si vedeva una cupola trasparente, di un materiale che la donna non seppe identificare, che da fuori non era visibile. Lungo tutta la parete interna vi era una consolle con dei comandi, e davanti alla consolle vi erano tre poltrone, disposte a triangolo e alla stessa distanza l’una dall’altra. Su una di quelle sedie la signora L. vide una figura di spalle, che data la corporatura piuttosto massiccia pareva essere un uomo. Tale “personaggio” per tutto il tempo non si voltò e rimase sempre seduto ai comandi. “Adesso ti portiamo a fare un giro con noi” disse una delle due donne. La signora L. si impaurì e, imbarazzata, rispose che doveva tornare a casa, che aveva comprato il pane per i suoi due figli e che doveva preparare loro la cena. Anzi, propose alle misteriose “Ufonaute” di assaggiarlo, il pane che aveva nella borsa. Loro gentilmente rifiutarono, ma proposero per contro alla signora L. di assaggiare un pezzo del “loro” pane, cosa che lei fece. Era duro, ma molto dolce. Intanto il portello si chiuse e il disco prese il volo silenziosamente. Attraverso un oblò di circa 80 cm, disposto lateralmente su una delle pareti, la signora L. vide le case di Protvino che si allontanavano. La testimone, impaurita dall’esperienza di “volare” su quell’apparecchio, si aggrappò allo schienale di una delle tre poltrone, ma in effetti non provò alcun senso né di vertigine né di vuoto da accelerazione o altro. Il volo era assolutamente silenzioso e senza scosse e non dava nessuna impressione di spostamento, caduta, rotazione, inclinazione. La signora, però, manifestò l’intenzione di tornare velocemente a terra: era proccupata per i suoi figli. “A che piano abiti della tua casa?” chiese una delle misteriose interlocutrici… “Al quattordicesimo piano” rispose allarmata la signora L. “Va bene, ti possiamo lasciare direttamente sul balcone di casa tua” fu la strana risposta dell’Ufonauta. Al che la signora si innervosì… “No, assolutamente, che cosa direbbero mio marito e i miei figli?...”. Le “Ufonaute” non insistettero e il disco di posò dolcemente a terra nei pressi di un parcheggio. “Ci vedremo ancora” disse una delle due misteriose visitatrici… “Va bene, la prossima volta vedrò di avere piu’ tempo per stare con voi” disse con cortesia la signora L., che però si affrettò ad uscire dal disco e a dirigersi di corsa verso casa, senza alcun istinto di voltarsi… Nelle ore successive la signora raccontò l’accaduto ai familiari e denunciò l’esperienza vissuta accettando di andare in televisione a farsi intervistare. Dopo un paio di mesi, un’altra abitante di Protvino confermò di avere visto in quel giorno e a quell’ora uno strano oggetto in cielo. Stessa cosa confermarono altri testimoni, e nel corso della stessa trasmissione televisiva (mandata in onda alla TV centrale) il funzionario del Kgb Kudrjavtzev, incaricato di analizzare le testimonianze degli abitanti di Protvino circa gli avvistamenti del presunto Ufo, asserì che non aveva alcun motivo di dubitare della loro sincerità. A suo dire erano tutte persone assolutamente normali, che tenevano soprattutto a una cosa, come la stessa signora L.: l’anonimato.

Fonte

18/06/2011, 16:25

"Glimpses of Other Realities"
di Linda Moulton Howe
[b]Contenitori di corpi e anime di luce
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Parte 1


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Introduzione:

"...il nostro mondo fisico dei sensi è una mera ilusione, un mondo di ombre, e l'attrezzo tridimensionale che chiamiamo corpo serve solo da contenitore o dimora per qualcosa che è infinitamente più grande e consapevole del nostro corpo e che costituisce la matrice della vera vita."

Holger Kalweit, "Dreamtime and Inner Space"


L'uomo della Marina chiamato Axle nel capitolo 1, tre degli uomini citati nel capitolo 2 e Jim Sparks del capitolo 3 sembra appartengano a quella categoria di testimoni che hanno sperimentato la cosiddetta "sindrome da abduzione umana".

Uomini, donne e bambini in tutto il mondo descrivono incontri con umanoidi ritenuti di origine extraterrestre o extra-dimensionale da molto tempo, perlomeno dagli anni '50.

Simili incontri sono probabilmente avvenuti anche nei secoli precedenti ma, a quel tempo, gli esseri coinvolti non venivano chiamati extraterrestri, venivano di volta in volta identificati come fate, elfi, gnomi, Piccolo Popolo, angeli e demoni.

In ogni caso anche oggi permane la più grande confusione riguardo alla vera natura ed ai veri scopi di tali, altre, intelligenze. Ciò è dovuto all'alto livello di stranezza di tali incontri, al fatto che tali apparizioni si manifestino con molteplici aspetti fisici e al fatto che essi non comunichino mai chiaramente chi essi siano, da dove provengano e perchè si trovino sul nostro pianeta dove, peraltro, sembra che continuino a prelevare persone ed animali da camere da letto, auto e fattorie, mediante raggi di luce.

Molti racconti dei testimoni oculari, come quello di Jim Sparks, sono fatti in stato cosciente. Altri riguardano incontri avvenuti in una "realtà virtuale", altri vengono descritti come "sogni" ed altri sono resi in stato di ipnosi.

Cio che si evince da tutte queste storie è che, al momento, esisterebbero almeno due principali tipi di intelligenze non-terrestri che starebbero interagendo con la Terra e che si avvarrebbero di svariati tipi di "androidi biologici" specificamente progettati a seconda dei compiti da svolgere sul nostro pianeta.

Una addotta, Betty Andreasson Luca, dice che i piccoli grigi sono, in realtà, "immagini surrogate a distanza" connesse con "proiezioni mentali bio-elettriche" ad un alto umanoide intelligente che assegna i compiti su questo pianeta.

L'interazione con esseri umani ed animali include spesso il prelievo di tessuti e materiale genetico come ovuli e sperma. A volte delle "cose-tipo-bambini" vengono presentate a uomini e donne come si trattasse di "ibridi a metà strada tra noi e loro".

Un altro tipo di interazione è la presentazione di immagini visive che mostrano un futuro catastrofico per la Terra, cosa che dai testimoni viene spesso interpretata come una sorta di "test" a cui essi verrebbero sottoposti come "cavie da laboratorio" per monitorare le loro reazioni emotive. Una variazione di tale test consisterebbe in alcuni cosiddetti "giochi di moralità" in cui l'addotto si trova a fronteggiare delle improvvise situazioni di vita e di morte e deve scegliere quale comportamento adottare.

Jim Sparks mi ha detto: "Dopo un po' capii che ero come un topo in un labirinto, osservato dall'esterno mentre urlavo e sudavo nello sforzo di compiere l'azione giusta."

Sembra che in queste simulazioni con gli esseri umani vengano spesso usate immagini olografiche. Lo Steve Bismark di cui parlo nel capitolo 2 vide delle particelle assemblarsi nell'aria e prendere la forma di una creatura simile ad un lupo che lo attaccò, causandogli una sensazione di shock elettrico, e poi si dissipò nel nulla.

Jim Sparks gridò "Perchè io?" ai suoi sequestratori alieni ed essi gli risposero con una serie di immagini tridimensionali che "erano sospese nell'aria come ologrammi"

A volte agli addotti vengono mostrate sequenze nitidissime della loro vita reale. Sparks racconta: "Mi venivano riproposte le più forti emozioni che avevo provato nella vita, scene della mia esistenza reale e tutto il dolore, la gioia, la paura, l'amore e l'odio che avevo vissuto venivano estratti dalla mia mente e risucchiati dai quei piccoli "droni". Forse lo fanno per diventare più simili a noi?"

Il fatto di "rendersi più simili a noi", secondo gli addotti, riguarda almeno un tipo di intelligenze aliene che sarebbero impegnate nella lotta per la sopravvivenza. La sopravvivenza sarebbe una priorità anche secondo Jim Penniston, citato nel capitolo 1 e Ed Foley, citato nel capitolo 2.

Questi esseri avrebbero manifestato preoccupazione per i danni all'ecosistema e i rischi per la vita sulla Terra come se il problema riguardasse anche loro, a prescindere dalla nostra consapevolezza o meno.

L'esperienza di Jim Penniston al capitolo 1 fa pensare che siano coinvolti anche dei viaggiatori temporali provenienti dal futuro. I loro scopi non sono chiari perchè tali visitatori continuerebbero a mentirci, a camuffarsi e a manipolare le nostre menti.
Esiste poi un altro tipo di interazione ancora poco conosciuto: il presunto "trasferimento di anime" da un contenitore di corpi ad un altro.
Secondo alcuni addotti, la creazione, l'immagazzinamento e l'attivazione dei contenitori di corpi vengono ottenuti con tecnologie che fanno uso di "cloni, tubi e luce". I trasferimenti possono riguardare anime spostate da un corpo umano morente alla sua versione clonata più giovane, da un corpo umano vivente al suo duplicato identico, da un corpo umano vivente ad un corpo alieno e, di nuovo, dall'alieno all'umano.

Ho deciso di divulgare questi casi per lo stesso motivo che ha spinto il ricercatore Raymond E.Fowler a farlo. Nel suo libro "The WatcherII" Fowler scrive: "Bisogna tener conto con accuratezza dei riferimenti teologici contenuti nei racconti di abduction. Essi non devono essere arbitrariamente ignorati o sottovalutati da parte nostra. In fin dei conti essi fanno parte integrante delle testimonianze e se decidessimo di cancellarli ci ritroveremmo con un quadro delle abduction distorto a seconda delle nostre credenze."
Molte delle nostre religioni avvicendatesi negli ultimi 5000 anni di storia scritta descrivono l'anima umana come una forza vitale invisibile, connessa con Dio, che lascia il corpo al momento della morte.
Esistono centinaia di racconti di esperienze di "pre-morte" che descrivono il distacco dal corpo al momento della morte, un viaggio attraverso un tunnel buio, l'emersione in una luce brillante e piena di pace e, a volte, il ricongiungimento con i propri cari scomparsi precedentemente.

L'idea che in tali processi possa interferire qualcosa di diverso dalla stessa mano di Dio non è comprensibile nè accettabile dai dogmi umani.

Eppure, il "Libro dei Morti" egiziano e il "Libro dei Morti" tibetano vennero scritti proprio per guidare le anime dal momento della morte in poi affinchè superassero positivamente gli ostacoli e i pericoli, spesso descritti come alligatori o rettili, pronti a ghermire le anime vulnerabili. Secondo questi testi l'anima, una volta superate queste prove, era pronta per iniziare una nuova vita in questa o in altre dimensioni, in un eterno ciclo di trasformazioni evolutive.

Il resto di questo capitolo è dedicato ai casi di abduction che ho studiato a partire dal 1991 e che condividono descrizioni simili di corpi umani e umanoidi conservati in animazione sospesa all'interno di contenitori gestiti da entità non umane."

[Seguono immagini tratte da un papiro egiziano (la pesa del cuore del defunto) e dal "Libro dei Morti" tibetano (Il Giudizio).]

Traduzione quarto capitolo "Glimpses of Other Realities"

Scrive Linda Howe:

CASO 1 - Linda Porter, California centrale

La prima settimana di marzo del 1991 ricevetti una busta marrone, formato legale, di Posta Certificata spedita il 28 febbraio da Porterville, California. La busta conteneva una cassetta audio, una lettera e dei disegni; il tutto mi era stato inviato da una donna di nome Linda Porter.

Appena guardai quei disegni e le loro note mi resi conto che si trattava di materiale importante. Ricordo che rimisi tutto nella busta e la piazzai sotto la finestra proprio di fronte alla mia macchina da scrivere, volevo evitare di perderla in mezzo all'enorme mole di materiale riguardante i fenomeni inspiegabili che mi si stava accumulando a velocità impressionante. Il giorno stesso inserii quella cassetta nell'impianto stereo della macchina. La sua voce chiara e ben articolata mi colpì. Linda era una persona istruita che combatteva per cercare di comprendere una vita piena di fenomeni che contrastavano con il normale concetto di realtà. Aveva deciso che era importante contattarmi dopo aver assistito ad una mia conferenza in California dove avevo portato alcune testimonianze su intelligenze non umane presenti sul nostro pianeta. Ella temeva di essere una persona con la sindrome da abduction ed era spaventata dalla continua negazione della presenza aliena da parte del governo degli Stati Uniti.

Nella lettera lei scriveva:

""Noi (addotti) veniamo a trovarci al centro di una serie di eventi che un giorno si riveleranno storicamente significativi per il futuro della Terra. Purtroppo, a causa della nostra continua e non voluta interazione con questi esseri, noi siamo diventati doppiamente vittime del fenomeno: da una parte, veniamo usati dagli alieni per i loro scopi, quali che siano, dall'altra veniamo esposti al ridicolo se decidiamo di parlare e diveniamo anche oggetto di intimidazioni e minacce da parte del governo e dei militari.

Se tu potessi guardare direttamente negli occhi di queste creature ti renderesti conto che esse conoscono ogni dettaglio della tua vita, anche il più insignificante e intimo. A volte mi chiedo se noi non siamo una specie di bambole tipo Barbie e Ken che vengono usate per gioco da parte di una razza di esseri emotivamente immaturi e privi di qualsiasi morale. Altre volte penso che siamo finiti nelle grinfie di una razza morente capace di fare qualunque cosa per assicurarsi la sopravvivenza e pronta a manipolare freddamente altre specie e a mutilare animali indifesi.

Chi non ha sperimentato il trauma di una abduction non può capire quanto queste creature siano in grado di spogliarci di mente ed anima con la stessa facilità con cui noi ci spogliamo dei nostri vestiti. In un batter d'occhi questi esseri devastano qualunque libertà personale, qualunque senso di privacy e qualunque speranza di poter vivere una esistenza normale. La vita di una persona viene cambiata per sempre e non sarà mai più la stessa."

La registrazione su cassetta iniziava con eventi che Linda ricordava consciamente dall'età di sei anni. Altri due eventi riguardanti una entità simile ad una "Mantide Religiosa" e una paralisi corporea sperimentata durante un viaggio in quelli che Linda chiamò "tunnel inter-dimensionali" vennero rivissuti durante una sessione ipnotica con l'ex ricercatore NASA Richard F. Haines. Haines aveva iniziato i suoi studi sugli UFO in seguito alle testimonianze di piloti militari e civili ed un importante caso da lui meticolosamente investigato è avvenuto a Melbourne, in Australia. Il 21 ottobre 1978 un pilota di nome Frederick Valentich decollò da Melbourne verso King Island. All'altezza dello Stretto di Bass, a sud del continente australiano, Valentich riportò al Servizio di Volo di Melbourne che aveva un grande oggetto aereo non identificato, con una luce verde e di aspetto metallico, che sorvolava il suo piccolo Cessna 182. Le ultime parole del pilota, registrate dal Servizio di Volo di Melbourne furono: "si sta librando e non è un aereo". I suoni successivi furono come di lattine che rotolassero in un barile di petrolio vuoto e Frederick Valentich scomparve dal radar di Melbourne. Non vennero mai ritrovati nè il suo corpo nè il suo aereo. Due anni dopo, in una successiva investigazione, il giornale "Sun" di Melbourne riportò, il 9 giugno del 1980, che quasi cinque minuti della registrazione originale del volo erano stati eliminati "nell'interesse della Sicurezza Nazionale". Il caso rimase irrisolto.

Una delle ipotesi sul caso Valentich è che egli sia stato fisicamente prelevato da quel misterioso velivolo aereo. In seguito Haines investigò anche i casi di sindrome da abduction e apprese ad usare l'ipnosi per sondare periodi di tempo mancante e recuperare frammenti di memoria.

Linda Porter nel 1988 ebbe con lui una sessione di un'ora che la aiutò a recuperare i dettagli delle sue immagini ricorrenti di una "cavalletta" e di se stessa che "entrava in un raggio di luce". In seguito Linda Porter non volle puù sottoporsi a regressioni ipnotiche perchè i ricordi recuperati la spaventavano troppo.

Ma nei giorni, settimane e mesi successivi ella iniziò a ricordare spontaneamente sempre più contatti con creature non umane e con le loro tecnologie. Quello che segue sono sezioni trascritte della prima cassetta audio che Linda Porter mi inviò. Ho incluso anche cinque disegni a matita che lei incluse nella corrispondenza del 28 febbraio 1991.

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"Questo è uno dei primi ricordi che mi si sono riaffacciati alla mente dopo l'ipnosi del 1988 con Richard Haines. Tre o quattro settimane dopo mi trovavo a lavare i piatti quando mi si presentò questo ricordo, mi riferisco al Disegno numero 1. Avevo circa quindici anni quando accadde e mi ricordo che stavo in uno stretto corridoio a bordo di una piccola nave. I muri erano grigi e solidi. Il pavimento del corridoio sembrava una specie di griglia, ci si poteva guardare attraverso e vedere il piano inferiore. Alla mia sinistra c'era una stanza piena di una luce argentata molto, molto brillante che sembrava solida e in cui fluttuavano piccole particelle che riflettevano la luce. Era una luce molto densa, non ci si poteva vedere attraverso. Credo che fui portata in quella stanza ma non ricordo cosa mi accadde lì dentro tranne una sensazione di vero terrore: non voglio sapere, non voglio ricordare come se sapessi che mi accadrebbe qualcosa di terribile se ricordassi cosa accadde lì dentro.

Il corridoio di fronte a me curvava a sinistra e vidi ciò che sembrava una creatura a forma di Mantide Religiosa. Era alta, almeno otto piedi (due metri e quaranta circa) e faceva capolino dall'angolo, piegata, credo, all'altezza della vita. La sua vista mi terrorizzò perchè era vermente orribile. Questa è l'ultima cosa che ricordo, insieme alla sensazione che qualcosa di terribile avvenne in quella stanza. Io sono stata avvertita, credo, di non ricordare cosa accadde. La creatura aveva braccia molto lunghe che si articolavano molto dietro il torso, in maniera molto diversa dall'articolazione umana. Aveva un torso molto lungo.

Questi esseri mi dissero, ammesso che dicessero la verità, che possono manipolare il tempo. Possono prelevare una persona da un qualunque fotogramma temporale e tenerla per quanto tempo vogliono. Poi la reinseriscono nello stesso frammento temporale e la persona non saprà mai cosa le è accaduto, a meno che essi non lo vogliano, e nessuno si accorgerà che la persona è scomparsa perchè, dal punto di vista umano, essa non se ne è mai andata.

Venni presumibilmente portata in una base sotterranea presso la costa californiana. Per qualche motivo mi viene da pensare che sia nella zona di Santa Barbara. Se vi mettere sulla spiaggia di fronte all'oceano (dove si trova quel posto), vedrete una struttura che sembra la torre di comando di un sommergibile che esce dalla sabbia. Quella è probabilmente la parte finale di una costruzione che scende in profondità per almeno due o tre piani. Mi fu detto che quella specie di torre viene resa invisibile da una sorta di griglia elettronica di qualche tipo. Essi hanno intorno a quella struttura anche un qualcosa che repelle e allontana sia gli esseri umani che il pesce.

All'interno di quell'edificio i pavimenti, le mura e i soffitti erano di un colore grigio-argento ma le porte- e sembrava che ce ne fossero dovunque- avevano colori vivaci, rosso, azzurro e giallo. Su ogni porta c'erano dei simboli che sembravano dei geroglifici o una scrittura di tipo arabo, lo schizzo numero sotto il Disegno 1 raffigura l'unico simbolo che riesco a ricordare, non è proprio a copia esatta, ma lo ricorda abbastanza.

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"Il successivo episodio credo che sia avvenuto quando avevo 17 anni, te lo illustro in questo disegno. Vivevamo ancora nella stessa casa. Io ero a letto e dormivo quando qualcosa mi svegliò. La camera era piena di un bagliore arancione e al centro della stanza c'era un buco da cui stavano uscendo persone fatte di ombra solida, ben definite e tridimensionali. Se riesci ad immaginare una persona senza lineamenti, un'ombra a tre dimensioni che ti dà la sensazione che puoi toccarla, allora avrai un'idea di che aspetto avevano.

Il buco era pieno di una luce arancio che si rifletteva nella stanza. I bordi del buco erano frastagliati, color oro e sembravano sfarfalleggiare intorno ai limiti del buco. Il buco aveva forma ovale e si trovava a circa trenta centimetri dal pavimento. I due uomini-ombra uscirono dal buco scavalcandone i bordi, mi afferrarono e mi spinsero verso il buco. Questa è l'ultima cosa che ricordo. In seguito capii che il piccolo tizio grigio, quello che io chiamo "The Creep" (qualcosa tipo "Il Furtivo", uno che mette i brividi) era in piedi vicino a me, a destra, e osservava le mie reazioni a quella situazione. In effetti sembrava molto interessato alla mia reazione. Sembrava anche che quello fosse il suo compito. E' lo stesso piccolo tizio grigio furtivo che è sempre stato presente tutte le volte che mi hanno presa.

Tutto ciò avvenne in un istante anche se sembrava non dovesse finire mai."

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"Questo disegno riguarda un altro ricordo che ho di essere stata a bordo di una navicella in una piccola stanza rotonda con al centro una larga apertura circolare. Quell'apertura sembrava avere tre chiusure ermetiche, come se dovesse essere a tenuta stagna. Comunque, attraverso quell'apertura io potevo vedere il paesaggio sottostante, le case e le strade.

Venni spedita giù attraerso questa apertura su di un raggio di pallida luce gialla e, ancora una volta, notai che la luce aveva al suo interno particelle riflettenti che scintillavano. Era una luce solida. Venni mandata giù a grande velocità, tanto velocemente che temetti di sfracellarmi al suolo. Ero terrorizzata. Poi, a poco più di un metro da terra, improvvisamente rallentai, come se uno passasse improvvisamete da cento a cinque chilometri all'ora...la differenza fu incredibile. E atterrai al suolo. Non ebbi alcun senso di caduta, non sentii movimento d'aria, nè alcun suono. Eppure, scendere a quella velocità da quell'altezza avrebbe dovuto darmi una sensazione analoga a quella delle montagne russe, ma non accadde nulla di simile. Era veramente strano."

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Su richiesta di Linda Howe, Linda Porter fornì un ulteriore disegno sulla strana intrusione di due "uomini fatti d'ombra" nella sua camera da letto quando aveva 17 anni, lo posto di seguito.

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A questo punto Linda Porter prosegue il suo racconto e commenta il suo Disegno numero 5:

"L'episodio successivo è strano, penso che potrebbe essere vero. Loro (gli alieni) mi avevano parlato (prima del 1991) di un posto chiamato "Base di Sycamore" gestita dalla General Dynamics, almeno secondo loro.

Si trova all'interno nella California del sud verso San Diego nella regione di Poway. (Si ritiene) che sia una base missilistica ma è, in realtà, un luogo dove vengono tenuti gli esseri (gli alieni) che sono stati catturati dal governo. Sembra che ci sia un edificio particolare che scende sottoterra per cinque piani e al livello più profondo ci sarebbe una grande stanza dove i corpi degli alieni sono chiusi in dei contenitori. Ho disegnato questo nel Disegno numero 5. Questi contenitori hanno delle basi di cemento, non so se sono fatti di plexiglass o di qualche altro materiale, ma sono trasparenti e puoi vedere la persona all'interno.

Laggiù c'è un essere, in particolare, che gli alieni rivogliono indietro. Per qualche motivo-questo mi è stato ripetuto più e più volte- sembra che loro vogliano da me che io scopra chi è quella persona. Ho avuto anche la sensazione che le creature tenute lì siano ancora vive, ma vengono conservate in una specie animazione sospesa di tipo criogenico.

Mi è stato fatto capire che quegli esseri sono vivi benchè incoscienti. Come ho detto, non so se in ciò ci sia qualcosa di vero. Tutta la stanza è gestita da computers e ogni diverso contenitore, in mancanza di un metodo migliore, ha il proprio computer delegato che monitora ventiquattro ore su ventiquattro le condizioni vitali dell'essere al suo interno.

L'essere raffigurato nel disegno numero 5 ha un aspetto molto umano. Non somiglia quasi per nulla agli esseri grigi. Ha una specie di maglia argentata a rete sul petto e il resto del corpo è tutto vestito di nero. Ha i capelli color biondo-sabbia ed ha un aspetto molto adolescenziale, anche se, probabilmente, ha almeno trent'anni.

I sistemi di sicurezza per giungere a quella stanza sono semplicemente incredibili: il governo ha predisposto una serie chiusure comandate da pulsanti che bisogna premere secondo una certa sequenza e tale sequenza cambia ogni due ore. Queste congegni con i numeri da premere sono inseriti in scatole all'interno di zone trasparenti tipo plexiglass che si riempiono istantaneamente di gas se qualcuno non autorizzato tenta di penetrarvi. In quel caso basta che le guardie premano un bottone e l'intruso viene immediatamente avvolto da gas nervino che lo paralizzerà fino all'arrivo degli addetti. Naturalmente l'entrata è sorvegliata con un monitor ventiquattr'ore su ventiquattro. Si dice che l'intera area di Sycamore sia piena di binari sotterranei che collegano questa base con San Diego e con un altro posto. L'altro posto è l'ingresso. L'ingresso, che tu mi creda o no, è in un garage attaccato ad una abitazione di aspetto assolutamente normale, che si trova in una zona isolata su di una collina. Il garage è l'entrata ad una rete sotterranea che penetra nelle profondità della collina.

Se queste cose sono vere, allora lì ci sono moltissime cose di cui gli americani non sono consapevoli, cose costruite con i soldi delle loro tasse.

Si è anche detto che due giovani della Marina siano stati uccisi dal governo perchè avevano scoperto quel posto. Alle loro famiglie venne raccontato che erano morti alla base in un incidente con la jeep."

foto fatta nel dicembre 1996 da Linda Howe della Base di Sycamore Canyon

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altre foto: particolare del cartello sulla strada per Sycamore Canyon e telefoto di edifici e radar a Beeler Canyon

http://im2.freeforumzone.it/up/21/14/2217776022.jpg

Scrive Linda Howe:

Di esseri non umani tenuti in animazione sospesa ha parlato anche il ricercatore UFO Leonard Stringfield nella pubblicazione del luglio 1991 "UFO Crash/Retrievals: The Inner Sanctum, Status Report VI". Nel suo rapporto Stringfield trascrive una intervista fatta a Houston, nell'aprile 1990, dal ricercatore Ron Madeley ad un anziano personaggio chiamato "Dott.Epigoni". Questo Epigoni affermò di sapere che un disco con equipaggio era atterrato nelle vicinanze della Base Aerea di Edwards, in California. Queste le sue parole: "...si aprì una porta e ne uscirono quei tipi che avanzarono e si stesero per terra. Improvvisamente la scala dietro di loro si ritirò e si richiuse, le zampe d'atterraggio del velivolo rientrarono al suo interno ed esso si poggiò al suolo." Gli umanoidi rimasero stesi lì finchè il disco e i suoi occupanti non vennero caricati e portati in un edificio sorvegliato della base per essere sottoposti a studi scientifici."

Epigoni raccontò a Madeley che il disco volante venne portato in un grande hangar per essere studiato e aggiunse che la parte dove si era aperta quella porta "appariva assolutamente liscia ed integra, senza alcuna saldatura". Epigoni ipotizzò che gli umanoidi stesi al suolo fossero andati in uno stato di animazione sospesa "attivata a distanza da un altro velivolo" che si trovava chissà dove in quel momento.

Quando, in seguito, chiesi conferme di tale racconto ad una mia fonte, militare in congedo che affermava di aver avuto contatti con membri dell'MJ12, questi sembrò genuinamente sorpreso e sbottò, piuttosto irritato: "Dove diavolo hai saputo questa storia?" Poi mi raccontò che il giorno in cui quegli esseri erano scesi e si erano stesi a terra in animazione sospesa era lo stesso giorno in cui doveva avvenire un test atomico segreto. Secondo lui il test venne sospeso a causa dell'atterraggio di quel disco perchè l'MJ12 temeva che le creature scese a terra fossero un monito e che ci sarebbe stata una rappresaglia degli alieni se il test fosse stato eseguito.

Che tutto ciò sia vero o no, in ogni caso nè Linda Porter nè io avevamo la benchè minima informazione riguardo a questa storia nel febbraio 1991, quando lei mi parlò della sua abduction e dei suoi dubbi che il governo degli Stati Uniti fosse in possesso di esseri non umani in animazione sospesa. C'è da dire che la sua abitazione di allora, a Porterville in California, si trovava proprio ad Ovest del Centro Armi Navali del China Lake e a Nord-Ovest della Base di Edwards.

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Un'altra parte della audiocassetta di Linda includeva il racconto di un'altra esperienza di abduction, ma senza disegni.

LINDA PORTER: "Ad un certo momento mi venne mostrata una stanza con dei contenitori cilindrici trasparenti molto alti che sorgevano da una piattaforma che sembrava trovarsi al centro della stanza. All'interno di quei "tubi", in posizione eretta, nudi e apparentemente addormentati, c'erano degli esseri umani, o, almeno, a me sembrarono tali. Sembrava che fossero in stato di animazione sospesa. Non mi sembrò che fossero morti perchè avevano un colorito normale. Fluttuavano in quello che sembrava un qualche tipo di gas violaceo. Era molto denso ed era difficile vederci attraverso ma esso faceva delle volute e quel movimento rendeva possibile vedere i corpi al suo interno. Non mi venne detto niente, almeno niente che io ricordi. Fu come se mi avessero portato lì semplicemente per farmi vedere quei corpi e poi mi riportarono indietro, questo fu tutto: Non ricordo di aver posto domande e non ricordo che essi mi abbiano detto niente."

Linda concludeva la sua lettera dicendo "Vorrei veramente capire cosa sta accadendo. Voglio dire, anche se tutto ciò può sembrare ridicolo, questa cosa ha segnato tutta la mia esistenza e io non la trovo affatto divertente."

Io le scrissi immediatamente e le chiesi se poteva fare dei disegni a colori dei raggi di luce, degli esseri di ombra e di qualunque altro ricordo le fosse tornato alla mente, inclusi gli esseri umani nei tubi, perchè io avevo bisogno di visualizzare più chiaramente quanto tentava di descrivere. Dopo poche settimane ricevetti una lettera commossa di Linda con molti altri disegni, questa volta fatti con pastelli colorati. Riguardo al disegno numero 14 lei scrisse quanto segue: " Essere a forma di Mantide Religiosa e Stanza piena di luce. Questo ricordo diviene sempre più chiaro con il passare del tempo. Al momento dell'ipnosi con Richard Haines, nel 1988, quel ricordo era così spaventoso che non poteva tornare alla coscienza. Ora ricordo l'essere che svoltò lentamente dall'angolo e venne di fronte a me. Rimase assolutamete immobile ed era come se aspettasse di vedere quanto ne rimanessi terrorizzata. Poi iniziò a parlarmi anche se, al momento, non ricordo assolutamente cosa mi disse. Sembrava possedere una grande dignità e mi diede l'impressione di essere molto vecchio. Dopo avermi detto quello che doveva dirmi io mi girai e lui mi portò in questa stanza (piena di luce densa). Il ricordo termina con me che sto per entrare in quella stanza e il pensiero "Tradotto nella Luce"...qualunque cosa significasse, aveva a che fare con quanto stava accadendo."

Segue disegno di Linda Porter raffigurante una "mantide" e la stanza piena di luce che lei avrebbe visto durante una "abduction" avvenuta nel 1963, quando la testimone aveva 17 anni. L'esperienza sarebbe avvenuta a Covina, in California. La Porter, commentando il disegno, disse di percepire che quanto accadutole nella "stanza piena di luce" fosse connesso con un "trasferimento di anima" di cui ella stessa era stata protagonista.

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I corpi nei contenitori tubolari e la frase "traslazione nella luce" incuriosivano sia me che lei. A quei tempi, inizio del 1991, io non disponevo di altri resoconti di abduction come quello di Linda Porter ma sentivo che era importante incontrarla. Durante i successivi otto mesi ci sentimmo di tanto in tanto al telefono poi, il 24 ottobre 1991, lei mi scrisse che aveva tentato l'auto-ipnosi, avvalendosi di apposite cassette, allo scopo di rilassarsi e cercare di ricordare più particolari della propria esperienza. Disse di essersi resa conto che la creatura a forma di mantide e la stanza piena di luce erano in relazione con le persone in animazione sospesa nei contenitori e mi spedì due ulteriori disegni per "recuperare le ultime parti del ricordo." Questo è ciò che le tornò in mente.

PORTER: "Quando avevo dodici anni mi ammalai gravemente di una brutta infezione alla gola con febbre altissima. La febbre era talmente alta che ricordo di aver delirato almeno per un giorno. Ricordo di aver fluttuato sul soffitto e di aver guardato in basso verso la "me stessa" nel letto. I miei genitori non avevano fiducia nei medici e, così, aspettarono che guarissi da sola, cosa che, in effetti, avvenne o, almeno, io pensai che le cose fossero andate così.

Fui portata a bordo del velivolo dove accadde tutto. Anche se tutto iniziò con la creatura tipo mantide, l'alieno che fu sempre con me durante tutta la vicenda era biancastro, alto non più di un metro e cinquanta e con enormi occhi dalle pupille nere.

I disegni di cui ho parlato si riferiscono a ciò che accadde in seguito: venni portata dentro la "stanza di luce" e mi venne mostrato un uomo di quarantacinque o quarantasei anni che stava chiaramente morendo. Giaceva in un contenitore rettangolare.

Non ricordo la tecnica con cui questa cosa veniva fatta, ma LA SUA ANIMA venne TIRATA FUORI da quel corpo morente. Essa si staccò dal corpo all'altezza del plesso solare (dietro lo stomaco). Era lunga un settanta-ottanta centimetri e larga non più di dodici centimetri ma era di una bellezza che toglieva il fiato, di un delicatissimo giallo iridescente con un nucleo pulsante che emanava un debole calore. Il giallo aveva anche una leggera sfumatura arancio ai bordi.

L'anima fluttuò attraverso la stanza verso un altro corpo che somigliava molto all'uomo morente ma poteva essere lui a non più di venticinque anni di età. Quel nuovo corpo sembrava vuoto, non so perchè mi desse quella sensazione ma il miglior modo che mi viene in mente per descriverlo è "un contenitore vuoto". Ora il "corpo vecchio" aveva assunto una sfumatura bluastra ed era chiaramente morto.

L'anima fluttuò fino a posizionarsi sul corpo nuovo, che si trovava in posizione eretta ma inclinato in avanti come se fosse sul punto di cadere, senza supporti visibili, fuori dal proprio tubo. L'anima discese ed entrò nel nuovo corpo infilandosi in un punto in cima alla nuca ed espandendosi in basso tra le scapole. Poi essa si fuse con il corpo e si insediò davanti alla spina dorsale all'altezza del plesso solare. Quindi sembrò stirarsi elasticamente verso il basso e verso l'alto di alcuni centimetri. A quel punto il nuovo corpo sembrò "occupato" come se la persona stesse semplicemente dormendo.

Il contenitore con all'interno il "vecchio" corpo ormai vuoto si riempì di un liquido che doveva preservare i tessuti fino alla dissezione che sarebbe seguita. Loro volevano scoprire che tipo di sostanza avesse "avvelenato" (nel senso di contaminare) quella persona al punto di portarla alla morte.

Mi venne detto che dopo la dissezione il corpo sarebbe stato eliminato. Essi sembrarono molto sorpresi del fatto che io fossi triste all'idea che quel corpo sarebbe stato gettato via! Mi dissero che si trattava solo di un contenitore per l'anima e che non aveva alcuna altra utilità.

Essi credono che il nostro rito dei funerali sia una cosa barbara, per loro non c'è alcuna differenza tra un corpo vuoto e una lattina di birra vuota.

Mi dissero che il nuovo uomo clonato (o resuscitato) sarebbe stato liberato da qualche altra parte (forse in Australia) ed avrebbe continuato lì la propria vita. Uno dei motivi per cui essi prelevano i tessuti dagli addotti quando sono ancora abbastanza giovani è perchè vogliono preservarne dei campioni nel caso sia necessario un nuovo corpo in seguito.

I nuovi corpi possono essere conservati per sempre. I contenitori che ho rappresentato nel disegno con le tre persone nei tubi sono contenitori di conservazione (immagine 15). Invece i contenitori che ho raffigurato nei due nuovi disegni che ti ho spedito sono contenitori di "attivazione". Hanno una luce in cima che deve trovarsi sulla persona per molte ore ( non so quante) prima che il corpo possa essere attivato, se è stato prima conservato. Se, invece, è stato appena prodotto, non ha bisogno di quella luce. Nel disegno con le tre persone nei tubi il corpo all'estrema destra è quello più giovane dato a quell'uomo che stava morendo.

Io ebbi l'impressione che gli alieni non gradiscano sovrintendere spesso a questo trasferimento di anime. Anzi, mi sembrò che NON SI DEBBA SAPERE che essi fanno queste operazioni. Ma sembrava che essi fossero stati messi nell'angolo e non avessero altre possibilità. Sembra, inoltre, che essi stiano nascondendo tutto questo ad una qualche altra forma di vita superiore, forse tale forma di vita proibisce loro di trasferire le anime così come proibisce di interferire con il nostro pianeta? Di chiunque si tratti, è chiaro che si tratta di qualcuno molto più evoluto di loro, qualcuno che esercita un immenso potere anche su moltissimi altri piani di esistenza."

Immagine numero 15. Linda Porter raccontò di essere stata portata da uno "scienziato grigio" in una stanza dove tre persone erano dentro contenitori cilindrici. Disse di aver percepito che quelle persone erano vive, ma in stato di animazione sospesa. Disse anche che l'uomo all'estrema destra sarebbe stato un "clone" più giovane attivato mediante "trasferimento dell'anima" prelevata dal suo, più anziano, corpo precedente.

Disegno di Linda Porter raffigurante come l'anima di un uomo moribondo fuoriesce all'altezza del suo plesso solare e fluttua attraverso la stanza per entrare nel clone più giovane dello stesso uomo.

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Linda Porter fu traumatizzata nel veder morire il proprio corpo diciassettenne e la sua anima trasferita in un clone identico per aspetto ed età.

"Venni stesa su di un tavolo e resa incosciente; allora la mia anima si sollevò fuori dal corpo ed entrò in un altro che era esattamente identico al mio!

Venni dunque svegliata nel "nuovo corpo". La creatura mi portò presso il mio "vecchio corpo" che giaceva sul tavolo con il torace aperto. Allora la creatura estrasse il cuore da quella cavità e me lo mostrò!

Mi disse che il mio cuore era stato gravemente danneggiato dalla malattia che avevo avuto (febbre reumatica?) e che si sarebbe fermato molto presto! Guardai quella cavità e mi accorsi che non c'era nemmeno una goccia di sangue! Niente sangue e l'area non sembrava neanche umida! Quando la creatura sollevò il cuore non scorse nemmeno una goccia di sangue e le sue mani restarono asciutte, anche il cuore sembrava completamente asciutto come la cavità toracica!

"Molto dopo questi fatti mi venne detto dallo stesso scienziato alieno, che era con me nella stanza e che era un chimico, che c'era un veleno chimico che si stava diffondendo nelle nostre terre e che noi non ne eravamo affatto consapevoli. Si trattava del risultato di un qualche esperimento segreto condotto dal nostro governo nello spazio. Quell'esperimento aveva creato un sottoprodotto molto pericoloso che ora stava ricadendo nella nostra atmosfera. Mi venne detto che esso si concentra soprattutto nelle nostre riserve d'acqua e che le persone che vivono vicino all'acqua sono in grande pericolo. Lo scienziato mi disse che i posti nell'entroterra, lontano dall'acqua, sono più sicuri e mi consigliò di usare solo acqua distillata per cucinare e per bere.

Mi venne anche detto che quella sostanza chimica tossica sarebbe stata uno dei fattori che avrebbero portato ad un possibile incendio del cielo. Le scorie nucleari nell'atmosfera, reagendo con altre sostanze, avrebbero potuto causare quel disastro. Le altre sostanze sarebbero particelle prodotte da un'arma a raggio che il nostro governo già possiede. Quindi, (secondo gli alieni) quel veleno chimico, insieme alle scorie nucleari nell'atmosfera, potrebbe innescare una mortale reazione a catena che incendierebbe, letteralmente, i nostri cieli.

Io non ho mai sentito parlare di esperimenti militari con il trasporto di scorie nucleari nello spazio esterno, tu ne sai qualcosa? Mi venne impresso nella mente molto chiaramente il concetto che questa reazione a catena, oltre ad essere mortale per noi, avrebbe portato incommensurabili distruzioni su altri mondi e su altre dimensioni. Ricordo che mi sentii completamente devastata al comprendere quali catastrofi potessero scaturire dall'ignoranza dei nostri militari e del nostro governo."

disegno numero 17

Ecco come Linda Porter ha disegnato lo "scienziato grigio" che avrebbe espiantato il suo cuore malato dal vecchio corpo mentre lei osservava il tutto dal proprio nuovo corpo clonato. Il fatto sarebbe accaduto nel 1963, quando Linda aveva 17 anni.

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Continua Linda Porter

"Ora quel livello di comprensione si è affievolito e mi resta solo il ricordo di aver compreso appieno, al momento, la drammaticità della situazione.
Ricordo di aver realizzato quanto insignificante sia il nostro pianeta e il suo carico di esseri umani, paragonati all'immensità del tutto.
Chiesi loro PERCHE' non prendessero l'iniziativa e non fermassero gli avvenimenti prima che fosse troppo tardi. La creatura sembrò molto arrabbiata e mi disse che non avevo ancora capito nulla: loro NON AVEVANO IL PERMESSO di interferire.

Ma se loro possono interferire con noi al punto di prendere le nostre anime e trasferirle in altri corpi, perchè non possono fermare gli eventi? Non ha senso. Mi dissero che, naturalmente, loro volevano entrare in scena e bloccare tutto ma c'era qualcosa come una terza entità, una autorità esterna, che aveva vietato qualunque interferenza e loro potevano solo stare a guardare. Io avvertii un terribile senso di frustrazione che proveniva dalla creatura perchè, per quanto fosse terribile il nostro destino, il loro era ben peggiore.

Di qualunque cosa si tratti, tutta questa situazione sembra che stia procedendo sempre più velocemente verso un qualche tipo di evento."

Ancora dal Quarto Capitolo "Glimpses of Other Realities"

Io e Linda parlammo al telefono dei crop circles, io avevo la profonda sensazione che essi fossero una sorta di messaggio subliminale. Per chi? Per gli addotti? Per altri alieni che vivono qui sulla Terra? Non lo so. Ma so che chi produce i crop circles sa che saranno visti da milioni di persone grazie alla televisione e penso proprio che siano un segnale. Per chi, non lo so.

Il 13 marzo 1980, tredici anni prima, io e lo psicologo Leo Splinkle avevamo incontrato una addotta di nome Judy Doraty. Lei ed altri quattro membri della famiglia stavano tornando a casa in macchina poco fuori Houston, nel Texas, nel maggio del 1973, quando avvistarono una luce brillante che tallonava la loro auto. Judy scese dalla macchina per avere una visuale migliore. Tornati a casa i cinque rimasero stupiti quando i parenti, che avevano fatto da baby sitters nel frattempo, chiesero loro come mai erano arrivati con ben due ore di ritardo.

Da quel momento Judy venne perseguitata da quell'episodio di tempo mancante, da terribili mal di testa e da flash di ricordi che avevano a che fare con qualcosa di non umano.

Durante la sessione di ipnosi con noi Judy descrisse un bovino bianco e marrone che saliva in un raggio di luce. Poi disse di trovarsi in una stanza rotonda dove "due piccoli uomini" con la pelle grigia, quattro dita e "occhi gialli come quelli dei serpenti" maneggiavano strumenti chirurgici per prelevare tessuti dagli occhi, dalla lingua e dai testicoli dell'animale.

Le parole di Judy Doraty erano incredibilmente simili a quelle che avrebbe detto Linda Porter dieci anni dopo. La Doraty disse di trovarsi in un laboratorio dove degli esseri grigi conducevano esperimenti su tessuti animali prelevati dal bestiame in uno scenario che sarebbe diventato ben presto noto come "Mutilazioni Animali". Doraty disse che quelle creature analizzavano i tessuti animali perché erano preoccupate di quello che gli uomini potessero fare a se stessi. "Gli uomini si stanno suicidando con la contaminazione del proprio ambiente...loro devono essere qui da un bel po' e monitorano il suolo, l'acqua, la vita animale e vegetale. E continueranno a farlo. Esiste un veleno chimico che é stato immesso nell'ambiente, é passato attraverso la catena alimentare e ora é giunto agli esseri umani. Prima si trovava solo nel terreno ma ora é nella vegetazione e loro stanno testando la sua diffusione. Creerà un sacco di problemi e moltissima gente morirà a causa sua perché sta già contaminando l'acqua. E' nell'acqua e ha qualcosa a che vedere con il Plutonio...Loro mettono la massima enfasi nel dire che, anche se la cosa é nello spazio esterno, tuttavia essa ha gravi effetti sull'ambiente quaggiù...Io non avevo la minima idea che noi umani stessimo facendo degli esperimenti nello spazio esterno."

Judy Doraty aggiunse anche di aver saputo che gli uomini stanno conducendo esperimenti anche sott'acqua e che questo causerà un qualche tipo di reazione chimica pericolosa quando un qualche composto verrà a contatto con un altro.

"Non si tratta solo di un problema di inquinamento, c'é molto di più. Se continueremo con lo stesso ritmo di adesso finiremo per coinvolgere non più solo noi stessi ma anche altri esseri e loro stanno cercando di bloccare un processo che potrebbe portare ad una reazione a catena che coinvolgerebbe anche loro. Io chiedo loro perché non mi dicono di più e perché non fanno di più, visto che sembrano così arrabbiati...loro dicono che non capirei abbastanza, che sono immatura, che non ho raggiunto la maturità."

Chiamai Linda Porter per dirle che mi sarei trovata a Los Angeles per una conferenza a novembre e mi sarebbe piaciuto farle visita a nord di Bakersfield per incontrarla. Lei non volle che la andassi a trovare a casa perché suo marito disapprovava i suoi discorsi sugli alieni. Linda temeva che, a causa di ciò, il suo matrimonio (il secondo) non sarebbe durato a lungo. Preferiva incontrarmi in un ambiente neutro, lontano dallo stress che le avrebbe potuto causare la presenza del marito e così organizzammo di incontrarci in un motel scelto da lei, vicino a Bakersfield, il 1 novembre 1991.

Finalmente la conobbi di persona.

Linda all'epoca aveva 45 anni, era alta circa un metro e sessanta e aveva i capelli castani scuri, tagliati corti. I suoi occhi verde chiaro apparivano leggermente ingranditi da occhiali spessi. Indossava dei jeans e un cardigan rosa con delle perline. Parlava con voce bassa e gentile, calma in maniera quasi innaturale. Ho avvertito spesso anche con altri addotti questa tranquillità forzata; si tratta di persone che hanno passato la vita a sopprimere il ricordo di esperienze anomale, cercando di trovare un equilibrio nelle proprie menti che permettesse loro il più possibile di mettere da parte esperienze tanto traumatizzanti per continuare una vita più o meno normale.

Linda era nata il 2 giugno del 1946 a Portland, nell'Oregon, dove aveva vissuto in una fattoria con i genitori, due sorelle maggiori e un fratello minore in mezzo a galline, conigli e bacche. Mi raccontò:
"Credo che la mia nascita sia stata una sorpresa perché le mie sorelle hanno quindici e sedici anni più di me. Ho anche un fratello minore di un anno e nè io nè lui somigliamo agli altri membri della famiglia."
Linda sapeva poco riguardo ai nonni, sapeva solo che la nonna paterna era una Nativa Cherokee dell'Arkansas. I genitori di Linda erano una coppia pragmatica che non avrebbe mai parlato di cose inspiegabili.

Linda continuò: "quando ero adolescente non ero come gli altri coetanei, non ero una ribelle. Leggevo Kant, Nietzsche, Sartre e tutti i filosofi di cui mi riusciva di procurarmi i libri, quindi non ero certo una normale teen-ager. Sempre a quell'epoca sviluppai la mia passione per il disegno e la pittura. Ero molto introversa, come se mi chiedessi continuamente perché mi trovassi a vivere qui."

Estrassi i disegni che Linda mi aveva spedito e le chiesi se potevamo andare a fondo di ciascuno di essi, registrando la conversazione. Era mia intenzione approfondire la storia dei cilindri e dei corpi in sospensione ma cominciai chiedendo a Linda di chiarire la mia confusione riguardo ai trasferimenti che, secondo i suoi racconti, avvenivano sia con raggi di luce che attraverso tunnels.

Le chiesi: "Il tunnel é una struttura fisica?"

Risposta: "Non é una cosa che si trova sempre lì, viene creato solo quando deve avvenire un trasporto e poi sparisce. Il tunnel é diverso dal raggio di luce. La luce viene usata solo per trasferire le persone dalla Terra ai velivoli e viceversa. Invece il tunnel é una struttura fisica, un "buco" creato per l'occasione tra una dimensione e un'altra. Viaggiare attraverso il tunnel mi fece star male. Aveva a che fare con un cambiamento di densità fisica tra due differenti dimensioni."

Chiesi a Linda Porter della notte in cui le figure d'ombra uscirono dal "buco" di forma ovale nel bel mezzo della sua camera da letto e del piccolo essere grigio che si trovava accanto a lei: "E' stato come se un'altra dimensione fosse entrata nella tua camera da letto?"

Risposta: "Sì, é come se una dimensione si fosse sovrapposta ad un'altra. Mi dissero che tutto ciò che esiste é su una certa frequenza di suono. Ricordi quando ti ho mandato i primi disegni e ti ho detto che la creatura tipo Mantide mi aveva detto qualcosa? Penso che ormai ricordo quasi tutto ciò che mi disse." Linda mi passò un foglio di carta con le righe dove aveva scritto in corsivo:

"Nell'esistenza c'é molto, molto di più di quanto possiamo appena immaginare. La maggior parte di quanto ci é stato insegnato sull'universo fisico e sulle leggi che lo governano é falso.

La civiltà di queste creature ci comunica concetti difficili attraverso simboli che irradiano emozioni.
Loro usano questo metodo per diffondere le cognizioni lasciando intatto il loro vero significato. Con questo sistema qualunque interpretazione erronea diventa impossibile.
I simboli non sono di tipo matematico ma appaiono come immagini olografiche a tre dimensioni che ricordano sculture astratte. Il loro contenuto emotivo é veicolato da onde portanti che somigliano a onde sonore ma non fanno parte della gamma di suoni percepibili da noi umani (Nota: la maggior parte degli esseri umani non percepisce le frequenze sonore al di sotto dei 125 hertz e al di sopra dei 10000 hertz). Queste onde possono essere "sentite" ma non "ascoltate". Per esempio, se le creature vogliono mandar via gli esseri umani da un certo luogo, "trasmettono" sulla zona onde di una certa frequenza che causeranno un'intensa sensazione di paura negli umani, paura che li spingerà ad abbandonare quel posto. E' un sistema che non causa alcun danno alle persone.

I problemi sorgono quando si cerca di trasformare in parole questi messaggi visivo-emotivi: la semantica umana porta a spiegazioni che possono generare confusione. Ciò che é facilmente comprensibile ad un livello, usando una forma di espressione emotiva, può diventare estremamente difficile da comprendere con esattezza quando viene tradotto ad un altro livello usando una forma di espressione tanto limitata come il linguaggio umano. Si perdono un sacco di significati e i concetti principali divengono vaghi e spesso vengono completamente fraintesi.

L'Universo é costruito su modelli sonori che permettono a così tante dimensioni e mondi di co-esistere nel medesimo spazio... Se creiamo dei disturbi su di un mondo-dimensione oltre un certo limite, possiamo distruggere l'onda portante in cui esso esiste e creare un "buco" che altererà le frequenze superiori ed inferiori. Ogni frequenza, infatti, oltre a sostenere il proprio mondo-dimensione, supporta anche (si potrebbe dire "tiene al proprio posto") la frequenza immediatamente superiore e quella immediatamente inferiore. Tutto é interdipendente!

Gli altri mondi-dimensioni inizieranno a collassare nel "buco" e ciò non solo distruggerà innumerevoli civiltà ma la materia compressa che ne scaturirà raggiungerà una densità tale da proiettare tutt'intorno l'intero campo gravitazionale fuori controllo sulla distanza di vari parsecs causando danni inimmaginabili a molti altri mondi che verranno scagliati fuori dalle proprie orbite in un processo che alimenta se stesso.

Esistono innumerevoli mondi-dimensioni che occupano lo stesso spazio senza che i loro occupanti siano consapevoli gli uni degli altri perché ciascuno di essi vibra su ottave differenti. L'ottava di frequenza tiene al proprio posto il mondo-dimensione e gli permette di continuare ad esistere in sicurezza senza interferire con gli altri mondi tutt'intorno. La frequenza agisce come una zona cuscinetto che tiene le cose al proprio posto. Se si fa qualcosa che la logora inizia un collasso che può innescare una mortale reazione a catena. Se la densità di tale collasso supera un certo peso, inizia a collassare lo stesso spazio-tempo.

Qualunque sia la natura dell'esperimento nello spazio esterno in cui è coinvolto il nostro governo esso, se dovesse riuscire, cambierebbe la densità della materia al punto che nessuno, in nessuno dei mondi-dimensione coinvolti, riuscirebbe più a fermare la reazione a catena così innescata.

Al momento presente qui ci sono letteralmente altre centinaia di forme di vita aliene che cercano di fermare questi eventi che mettono a repentaglio anche l'esistenza dei loro mondi. Alcune di queste forme di vita non dovrebbero interferire, come ho scritto nelle lettere precedenti, ma si ostinano a farlo. Quello che cercano di fare é fermare l'"Effetto Increspatura" che emanerebbe dal nostro mondo qualora l'esperimento avesse successo.

Con tutta la loro tecnologia, Linda, perché gli alieni o i loro supervisori non intervengono direttamente e non bloccano tutto questo? Perché si servono di noi addotti e ci fanno parlare al loro posto? C'é qualcosa che non torna. Mi domando se non si stiano prendendo gioco di noi e non ci stiano imbottendo la mente di idee a cui vogliono farci credere ciecamente. Se é in corso un esperimento e se dovesse riuscire, esso ci porrà in competizione con gli alieni riguardo ad un qualcosa che essi non vogliono condividere. Forse stanno solo cercando di spaventarci a morte per cacciarci via dai loro dintorni."

Linda mi disse che, anche se alcune delle comunicazioni aliene le sembravano plausibili, lei non poteva dirsi sicura di quali fossero le reali intenzioni degli extraterrestri. Mi disse: " Sento che sta succedendo qualcosa di sospetto. Sento che c'é qualcosa che essi non ci vogliono far sapere."

Le chiesi se le dimensioni sovrapposte potessero essere paragonate a frequenze televisive e, se il paragone era corretto, chi era ad avere in mano il telecomando?

"Il tizio in cima, chiunque o qualunque cosa sia, ha il massimo potere ed il massimo controllo. Il telecomando é sicuramente in mano al capo supremo"

Le chiesi: "Ricordi se tutto questo ha qualcosa a che fare con gli esseri fatti di ombra che ti portarono da qualche parte attraverso quel buco nella tua camera?"
Risposta: "Ricordo un mondo oscuro, come se la fonte di luce fosse stata talmente distante da far vivere quelle persone in un eterno crepuscolo. Mi sembra quasi di vedere un piccolo sole grande come la punta di una matita."
"Cosa c'é intorno a te?"
"Palazzi rotondi, strani. Gli edifici non hanno angoli, sono tutti arrotondati, più o meno come gli igloo. Non c'é vegetazione."
"E' come un deserto?"
"Siii...solo che lì fa molto freddo"
"Hai visto qualcun altro lì?"
"Qualcuno mi guida, attraverso una porta gialla, all'interno di uno dei palazzi. Ci sono molte persone e la maggior parte di esse hanno aspetto umano. Ma sono vestite in maniera strana... Credo che c'é una lunga tavola e sono tutti seduti intorno ad essa. C'é una persona in piedi ed ha un vestito lungo e viola con un colletto molto alto. Lui é molto alto, circa due metri e dieci. Sembra quello che ha la responsabilità di quello che é successo, sembra che sia lui il motivo per cui io sono stata portata lì."
"Puoi descrivermelo meglio?"
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