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Statistica sui pianeti abitati http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=3&t=676 |
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Autore: | dresda99 [ 06/02/2009, 10:11 ] |
Oggetto del messaggio: | Statistica sui pianeti abitati |
http://petrolio.blogosfere.it/2009/02/e ... lieni.html Ieri facevamo gli atlantidei su Crisis, oggi si parla di alieni. Una virata in pieno stile Voyager. Dunque: incappo in un seriosissimo articolo della BBC che riporta come sia stato stimato finalmente il numero di pianeti abitati nella nostra Galassia: numero che si colloca tra 361 e 38.000. Un po' vago, ma comunque fa sensazione. "E' un processo per quantificare la nostra ignoranza", chiarisce il professore dell'Università di Edimburgo che ha condotto la ricerca. Gli scenari esaminati dagli studiosi, che non sto a descrivervi, partivano tutti da un presupposto: che la Terra fosse il pianeta "medio" per quanto riguarda la presenza di vita e vita intelligente. Insomma niente esseri di silicio o di cristalli, come fantascienza insegna. La domanda che mi viene è però quella che mi pongo sempre al cinema, davanti allo spettacolo di colossali navi extraterrestri piene di luci che balzano nell'iperspazio come niente fosse: se i pianeti abitati là fuori sono simili alla Terra, come se la caveranno con le risorse? Fatidica, eh. Gli UFO che svolazzerebbero nei cieli devono pur prendere da qualche parte il carburante che occorre loro per percorrere i tot milioni di anni luce che li separano dal pianeta azzurro, e venire a spiare le nostre interessanti attività. Un vecchio articolo su Energy Bulletin ci arriva in soccorso per inquadrare la situazione: Ci sono buone possibilità che un certo numero di specie intelligenti nella nostra galassia abbiano usato le risorse energetiche (dei loro pianeti) per tentare il volo spaziale a bassa distanza, come abbiamo fatto anche noi. Alcuni con a disposizione maggiori quantitativi di energia saranno in grado di stabilire colonie nei pianeti del loro sistema, almeno per un po' di tempo. Ma la differenza tra una tavolo da ping-pong e un campo di calcio, la stessa che c'è tra il viaggio all'interno di un sistema e la navigazione interstellare, non può essere ignorata. Dato l'enorme quantitativo di energia richiesto, la possibilità che una specie intelligente (...) riesca nell'intento è prossima allo zero. Insomma, se i pianeti in grado di sviluppare vita intelligente sono più o meno come il nostro, ci ritroviamo in un vicolo cieco, noi e gli alieni. Tutti inchiodati al suolo senza speranza di veder le stelle. Non rimane che confidare nell'esistenza delle intelligenze basate sul silicio... ![]() |
Autore: | Enkidu [ 07/02/2009, 19:17 ] |
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A me queste statistiche mi hanno sempre lasciato molto perplesso, perché sono troppe le variabili di cui non sappiamo assolutamente nulla. Supponiamo, per esempio, che venti milioni di anni fa sia sorta una sola altra civiltà oltre alla nostra, posta dall'altra parte della Galassia, ma che abbia raggiunto le stelle e si sia messa, con molta aggressività, a piantare colonie dappertutto, anche su mondi inospitali, o addirittura a creare colonie orbitanti come quelle che progettiamo anche noi, attorno a tutte le stelle che gli capitavano a tiro. Ora, dopo venti milioni di anni, da quell'unico pianeta sono derivati molti milioni di pianeti abitati in tutta la Via Lattea, e molti altri milioni di mondi artificiali, ognuno con una diversa civiltà evolutasi da un unico ceppo... ne consegue che la Galassia è popolatissima, anche se i pianeti dove si è sviluppata l'intelligenza, al momento sono solo due... Non so se ho reso l'idea... |
Autore: | ghety-ufologo95 [ 07/02/2009, 19:48 ] |
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Raga ne hanno parlato in studio aperto |
Autore: | Lawliet [ 07/02/2009, 20:08 ] |
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Cita: Enkidu ha scritto: A me queste statistiche mi hanno sempre lasciato molto perplesso, perché sono troppe le variabili di cui non sappiamo assolutamente nulla. Supponiamo, per esempio, che venti milioni di anni fa sia sorta una sola altra civiltà oltre alla nostra, posta dall'altra parte della Galassia, ma che abbia raggiunto le stelle e si sia messa, con molta aggressività, a piantare colonie dappertutto, anche su mondi inospitali, o addirittura a creare colonie orbitanti come quelle che progettiamo anche noi, attorno a tutte le stelle che gli capitavano a tiro. Ora, dopo venti milioni di anni, da quell'unico pianeta sono derivati molti milioni di pianeti abitati in tutta la Via Lattea, e molti altri milioni di mondi artificiali, ognuno con una diversa civiltà evolutasi da un unico ceppo... ne consegue che la Galassia è popolatissima, anche se i pianeti dove si è sviluppata l'intelligenza, al momento sono solo due... Non so se ho reso l'idea... Già, ma non serve nemmeno immaginarsi uno scenario del genere, ci sono moltissimi altri processi naturali ed evenienze, anche minime, da calcolare, molti dei quali a noi ancora sconosciuti. Praticamente è un numero alla cieca. |
Autore: | Enkidu [ 08/02/2009, 10:44 ] |
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L'avevo usato solo come esempio "romanzesco"... tanto per rendere l'idea. L'importante è capire che al momento attuale è inutile fare statistiche... sarebbe come fare statistiche sull'intera popolazione mondiale basandosi su ciò che sappiamo di una sola persona al mondo. Invece, sarebbe più interessante parlare di ciò che sappiamo. Uno o due anni fa fu scoperto un pianeta che poteva essere abitabile a soli 20-anni luce da noi... dopo non se ne è più parlato. Ciò che mi colpisce, è che al momento non ho trovato nessun ufologo, o nessun appassionato di ufologia, che si sia anche solo posto il problema se per caso gli UFO venissero da là.... non è strano? E' come se ci si volesse perdere nel nulla, anziché voler cogliere le più interessanti possibilità di studio che ci vengono offerte dalla scienza moderna... |
Autore: | spaceclimber [ 08/02/2009, 23:05 ] |
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in un posto infinito come lo spazio, vi è il 100% di possibilità che qualsiasi cosa accada in qualsiasi istante |
Autore: | Knukle [ 09/02/2009, 00:06 ] |
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credo che tu volessi dire abitabili... non abitati. Mi sembra strano altrimenti. Inoltre a me paiono numeri a caso. Vi è uno scarto troppo grande tra i due numeri per prenderli in considerazione. |
Autore: | SPOK [ 09/02/2009, 00:39 ] |
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si possono fare modelli previsionali e statistiche quasi esatte ma la fisica quantistica ti ribalta tutto con un imprevedibile caso sbucato da chissà dove. Nelle tesi alchemiche antiche, in particolar modo di Ermegisto, il numero 8, di cui si è estratta la radice quadrata, non può essere di nuovo eguagliato ripercorrendo la strada a ritroso nei calcoli, infatti l'8 è quella dimensione superconscia che buddha raggiunse con il risveglio scoprendo le stesse cause e i relativi effetti di ogni fenomeno e noumeno. l'8 è anche insieme al 22, al 17 e al 68 nelle proporzioni architettoniche dei culti esoterici, poi l'8 è il numero dello stesso simbolo della ruota e della siprale sia indù che celtica. ovviamente la tecnologia futura avrà migliori statistiche e previsioni, ma tutto, anche se molto probabile, è allo stesso tempo relativo e non assoluto, poiché lo stesso Karl Popper diffida un certo metodo induttivo usato dagli scientisti e anticamente dai teologi, per costringere i casi ad obbedire ad una legge enunciata o imposta a priori, poi di certo smentita in futuro con il normale progresso. Cita: spaceclimber ha scritto:
in un posto infinito come lo spazio, vi è il 100% di possibilità che qualsiasi cosa accada in qualsiasi istante |
Autore: | dresda99 [ 17/02/2009, 15:16 ] |
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Fino a qualche giorno fa erano pochissimi, adesso si sono moltiplicati? http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplr ... zione=News "Miliardi di pianeti simili alla Terra" «Potrebbero essere "abitati" da semplici forme di vita» "Siamo soli nell'universo?". Interrogarsi sulla presenza di forme extraterrestri è un passatempo comune alla razza unama. Secondo gli scienziati potremmo davvero non essere gli unici ad "abitare" il cosmo. Nella nostra galassia ci potrebbero essere miliardi di pianeti come la Terra e molti di essi potrebbero essere abitati da semplici forme di vita. Ne è convinto Alan Boss, della Carnegie institution of science, che ha illustrato le sue teorie a Chicago durante l’incontro annuale dell’American association of science. Citato dalla Bbc, lo scienziato ha detto che finora i telescopi hanno rilevato l’esistenza di oltre 300 pianeti al di fuori del nostro Sistema solare. Lo scienziato ha comunque precisato che pochissimi di essi sarebbero in grado di sostenere forme di vita. La maggior parte sono giganti gassosi come il nostro Giove. Sulla base del numero limitato di pianeti trovato finora, Boss ha spiegato che ogni stemma madre come il Sole ha in media una terra come pianeta. «Se avete un mondo abitabile e lo lasciate evolvere per alcuni miliardi di anni, è inevitabile che si svilupperà la vita», ha detto il Dott. Boss. «Per esempio, se si lascia qualcosa in un frigo spento, non si può evitare che cresca qualcosa». «Sarebbe impossibile- ha aggiunto-arrestare la vita su questi pianeti». Lo scienziato crede di poter dimostrare le sue tesi grazie al nuovo telescopio della NASA, che nelle prossime tre settimane avrà la missione di osservare i pianeti simili alla Terra. Per il Dott. Boss sappiamo abbastanza sull'universo per ipotizzare l'esistenza di pianeti gemelli del nostro sui cui potrebbe essersi sviluppata la vita. «E' molto probabile che ci siano forme di vita, ma è quasi improbabile che siano intelligenti. Probabilmente si tratterà di batteri o microbi. Avere due forme di vita intelligenti sarebbe una coincidenza davvero enorme. Probabilmente forme simili alla nostra esisteranno tra 100.000 anni o più». |
Autore: | dresda99 [ 17/02/2009, 15:20 ] |
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http://www.galileonet.it/agenda/11113/n ... me-di-vita Nuove forme di vita? Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Venezia ore 17:30 Intervengono Gian Antonio Danieli e Giuseppe Galletta coordina Elisabetta Tola Benché non esista ancora una soddisfacente definizione scientifica del concetto di vita, negli ultimi decenni enormi sono stati i progressi delle conoscenze in ambito biologico, in particolare sui costituenti materiali degli organismi conosciuti e sul loro ruolo a livello biochimico e genetico. Si sono così riproposte all’attenzione degli scienziati alcune domande fondamentali: - quali sono le condizioni che possano permettere l'esistenze di forme di vita al di fuori del nostro pianeta? - è possibile produrre microrganismi artificiali? L'Astrobiologia (o Esobiologia, intendendo questi termini lo studio delle possibili forme di vita esistenti o esistite al di fuori del pianeta Terra), oltre a cercare di accertare la presenza di acqua e di molecole organiche pre-biotiche nello spazio extraterrestre, tenta da un lato a riprodurre in laboratorio le transizioni che portano alla formazione di molecole organiche complesse (precursori di stati di auto-organizzazione, che precedono a loro volta il raggiungimento di funzioni come il sostentamento e la riproduzione), dall'alto a studiare il comportamento di campioni di suolo, sostanze chimiche e colture batteriche, in condizioni sperimentali che simulano sistemi ambientali extraterrestri, ad esempio quello di Marte. I sistemi viventi sono robusti, flessibili, capaci – entro certi limiti – di affrontare variazioni delle caratteristiche chimiche, fisiche o biologiche del loro ambiente, mediante riorganizzazione della loro struttura morfo-funzionale. Possiamo imparare a costruire sistemi che abbiano caratteristiche simili a quelli viventi? L'idea è di provare a riprodurre in vitro (e perciò artificialmente) i meccanismi fondamentali delle cellule. Diversi laboratori, sparsi in tutto il mondo, sono impegnati in questo tipo di ricerche. Molte sono le potenziali applicazioni che fin da ora appaiono interessanti: colonie di cellule artificiali potrebbero funzionare come minuscoli e versatili "processori", in grado di elaborare informazioni provenienti dal loro ambiente e produrre risposte chimiche mirate al raggiungimento di obiettivi predeterminati; nano-dispositivi potrebbero essere incapsulati in cellule artificiali e servire sia come "fabbriche di molecole" sia come "veicoli" per il trasporto e il rilascio mirato di sostanze, ad esempio farmaci. La generazione in laboratorio di microrganismi artificiali, lo studio del comportamento di forme di vita elementari in simulatori che riproducono ambienti extraterrestri e la ricerca di esseri viventi al di fuori del nostro pianeta, pur prefiggendosi obiettivi differenti, condividono lo sforzo di comprendere i meccanismi fondamentali che hanno permesso la comparsa e il perpetuarsi della vita sulla terra. L’incontro intende fornire una panoramica sui metodi con i quali vengono condotti questi tipi di studi e sui risultati raggiunti. http://www.istitutoveneto.it/chiaramentescienza Informazioni: Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti tel 041 2407711 |
Autore: | dresda99 [ 17/02/2009, 15:26 ] |
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http://www.agi.it/news/notizie/20090215 ... 3-art.html SCIENZIATO: LA GALASSIA HA MILIARDI PIANETI COME LA TERRA (AGI) - Chicago, 15 feb. - Nella nostra galassia ci potrebbero essere miliardi di pianeti come la terra e molti di essi potrebbero essere abitati da semplici forme di vita. Lo ha detto Alan Boss, della Carnegie institution of science, parlando a Chicago durante l'incontro annuale dell'American association of science. Citato dalla Bbc, lo scienziato ha detto che finora i telescopi hanno rilevato l'esistenza di oltre 300 pianeti al di fuori del nostro Sistema solare. Lo scienziato ha comunque precisato che pochissimi di essi sarebbero in grado di sostenere forme di vita. La maggior parte sono giganti gassosi come il nostro Giove. Sulla base del numero limitato di pianeti trovato finora, Boss ha spiegato che ogni stemma madre come il Sole ha in media una terra come pianeta. |
Autore: | dresda99 [ 25/02/2009, 15:32 ] |
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![]() ![]() ![]() ![]() http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... aabc.shtml la stima relativa alla nostra Galassia Dieci miliardi di pianeti come la Terra, ma forse nessuno abitato Finora scoperti solo quelle di maggiori dimensioni. Il telescopio Kepler potrà individuare anche i più piccoli ROMA - Dieci miliardi di Terre, come dire dieci miliardi di pianeti gemelli, e tutti nello stesso «condominio spaziale» in cui ci troviamo: la nostra Galassia. Ecco l’ultima stima del numero delle potenziali culle di civiltà aliene, relativamente vicine, elaborata dall’astrofisico americano Alan Boss, della Carnegie Institution di Washington, sulla base delle più recenti scoperte in materia di «esopianeti», fatte sia dai nuovi telescopi terrestri sia da quelli spaziali. BEST -SELLER - Boss, che ha da poco sfornato un libro già diventato un bestseller fra gli appassionati di vita intelligente nell’Universo, «The Crowded Universe», ossia l’Universo affollato, è decisamente un ottimista: «Arriviamo a stimare 10 miliardi di pianeti simili alla Terra, solo se ci limitiamo alla nostra Galassia –osserva-. Ma se consideriamo che nell’Universo conosciuto ci sono 100 miliardi di galassie…». L’Universo, insomma, pullulerebbe di pianeti con caratteristiche analoghe al nostro, cioè pianeti orbitanti attorno a una stella gialla, energeticamente stabile e di lunga vita come il Sole; dotati di una crosta solida, di acqua, di atmosfera e di tutte quelle altre «comodità» desiderabili per esseri viventi che intendono evolversi, darwinianamente parlando, in civiltà intelligenti. LE SPUER-TERRE - Ma da quali elementi Boss, e gli altri astrofisici che la pensano come lui, traggono queste certezze? La caccia agli esopianeti condotta negli ultimi quindici anni con i più moderni telescopi terrestri e con quelli spaziali, dice in sintesi Boss, ha portato alla scoperta di oltre trecento mondi planetari che si possono raggruppare in tre categorie: i giganti gassosi come Giove, le palle di ghiaccio simili a Nettuno, e le super-Terre, pianeti di tipo terrestre ma molto più grandi della nostra piccola e ben dotata (dal punto di vista ambientale) Terra. Questa molteplicità di corpi è la dimostrazione che ogni Sole, nelle fasi della sua formazione, ha sviluppato un disco di accrescimento planetario, formato da gas e polveri, da cui si sono aggregati per gravità pianeti di diverse dimensioni. Noi, per ora, riusciamo a vedere solo i corpi più grandi, ma non c’è dubbio che accanto ad essi ci siano anche quelli più piccoli, i gemelli assoluti della Terra, che potremo vedere e descrive fra alcuni anni, quando i telescopi avranno raggiunto il potere risolutivo necessario. Intanto possiamo solo limitarci alla statistica e prevedere, con un discreto margine di approssimazione, che il 10% delle stelle di ogni galassia sia dotato di Terre, il che porta alla cifra di 10 miliardi, almeno per la nostra Galassia, che abbiamo anticipato all’inizio. LE VERIFICHE - La conferma delle tesi di Alan Boss e degli altri studiosi che la pensano come lui, non tarderà a venire. Sta per essere lanciato (5 marzo 2009) Kepler, un nuovissimo tipo di telescopio spaziale da un metro di diametro in grado di scoprire altri pianeti orbitanti attorno a stelle lontane, anche quelli di più modeste dimensioni. I risultati dovrebbero arrivare già nel giro dei prossimi tre anni. Una volta identificate le nuove Terre, si passerà ad analizzarne le caratteristiche fisiche per dedurne le condizioni ambientali. Va da sé, osservano gli studiosi di esobiologia che avere individuato, nella nostra galassia, ben 10 miliardi di potenziali grembi planetari non vuol dire che, in ciascuno di essi, si sia già manifestata o possa emergere la vita. Tutto dipende dagli imprevedibili itinerari dell’evoluzione della materia. Le civiltà intelligenti, potrebbero essere tante o semplicemente nessuna. D’altra parte, con una battuta che rubiamo al grande fisico e premio Nobel Enrico Fermi, se gli extraterrestri fossero in tanti, perché non si sono ancora fatti sentire? |
Autore: | FoxMulder [ 27/02/2009, 21:02 ] |
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Quoto totalmente Enkidu. Poi vorrei chiedere a chi afferma che "le probabilità di giungere da noi sono prossime allo zero", di mostrarmi i calcoli o un articolo scientifico in cui si afferma questo. Sempre che si voglia dare a queste affermazioni una valenza scientifica e non di chiacchiere da bar. |
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