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 Oggetto del messaggio: Roswell - Topic definitivo
MessaggioInviato: 20/07/2010, 18:52 
TENIAMO SOLO QUESTO TOPIC PER DISCUTERE DEL FAMOSO CASO ROSWELL. HO GIA' PROVVEDUTO A CHIUDERE GLI ALTRI TOPIC RIGUARDANTI. RIPORTO QUI TUTTI GLI ARTICOLI POSTATI SUGLI ALTRI TOPIC, COSI EVITIAMO DI DISPERDERE PREZIOSE INFORMAZIONI. RIAPRIRO' IL TOPIC NON APPENA AVRO' FINITO DI RIPORTARE TUTTO.


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MessaggioInviato: 20/07/2010, 18:59 
ROSWELL - QUANDO TUTTO COMINCIO'


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La notizia divulgata da parte dell'aeronautica del ritrovamento di un disco volante non è certo l'inizio della storia, in quanto, prima di martedì 8 luglio 1947 quando l’informazione fu offerta ai mezzi di comunicazione, di cose ne erano successe eccome! Ma la data di cui sopra ci serve come punto di riferimento iniziale. Infatti, quando il fisico atomico e ricercatore ufologico canadeseStanton T. Friedman nel 1978 riaprì in maniera fortuita il caso - grazie all’aiuto di un direttore televisivo, il quale durante una conferenza tenutasi a Baton Rouge in Louisiana presso la Louisiana State University dove Friedman era relatore gli fece il nome di un certo Jesse Marcel il quale nel 1947 era maggiore presso il 509° gruppo bombardieri di stanza a Roswell, New Mexico - non aveva nulla in mano eccetto una conversazione telefonica con Jesse Marcel avvenuta tempo dopo la conferenza del ricercatore a Baton Rouge.

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Jesse Marcel



Ma torniamo alla diffusione delle prime informazioni da parte dei militari.
Il tenente Walter Haut era l’addetto alle pubbliche relazioni della base di Roswell e fu lui a comunicare alla stampa l’avvenuto ritrovamento del disco volante.

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Walter G. Haut


Ma chi stese veramente il rapporto e in che modo Haut lo comunicò ai media? Fu una comunicazione scritta, a voce o telefonica? La questione non è di secondaria importanza come vedremo in seguito.
Roswell allora aveva due quotidiani, il Roswell Daily Record, il quale era un giornale serale, il quotidiano del mattino Roswell Morning Dispatch e due radio locali, la KGFL e la KSWS.
Walter Haut durante un’intervista con i ricercatori Kevin Randle eDonald Schmitt nell’aprile del 1989 dichiarò che tra le ore 11 e le 12 (ora di Roswell) dell’8 luglio 1947 si recò con un comunicato stampa recante la notizia del recupero di un disco volante da parte del 509° dapprima negli uffici della radio KGFL, poi si recò presso la KSWS, in seguito raggiunse il giornale Roswell Daily Record e per concludere consegnò una copia al Roswell Morning Dispatch. Dopo aver completato il giro se ne andò a casa. In un’intervista video Haut afferma che l’ordine di redigere il comunicato gli fu impartito dall’allora colonnello WilliamBlanchard comandante del 509°, il quale poi divenne un generale a quattro stelle. Quanto segue è la trascrizione delle dichiarazioni di Haut in video: ricevetti una telefonata dal colonnelloBlanchard, il quale mi dettò non proprio le parole ma i punti salienti del ritrovamento del disco volante, del fatto che probabilmente erano in possesso di alcune parti dello scafo, chi era andato a vedere e cosa ne sarebbe stato fatto. Scrissi il comunicato stampa in base a quello cheBlanchard mi aveva detto al telefono.
Johannes von Buttlar, ricercatore tedesco, il 5 luglio 1995 intervista Walter Haut, il quale aggiunge qualche particolare su come il comunicato fu scritto: Haut venne chiamato dal comandante nel suo ufficio verso le ore 9. Blanchard gli avrebbe dettato - o gli consegnò un testo già stilato in precedenza - sull'avvenuto ritrovamento del disco. Ritornai nel mio ufficiocontinuò Haut e redassi il comunicato inserendo parola per parola diversi vocaboli usati da Blanchard, il quale teneva particolarmente a ciò. Verso le 11 andai alla radio KGFL e alla KGWS, infine ai giornali locali Roswell Daily Record e Roswell Morning Dispatch.
I ricercatori scettici, cioè coloro che rifiutano l’ipotesi che vicino a Roswell possa essersi schiantata un’astronave aliena, tendono a confutare lo scenario appena proposto dalle dichiarazioni rilasciate da Haut agli investigatori Randle e Schmitt e alle dichiarazioni in video dello stesso Haut. Il ricercatore tedesco Uli Thieme ad esempio nel suo libro 50 Jahre Roswell Ein UFO Mythos stürzt ab mette in discussione che Walter Haut si sia recato personalmente presso le due stazioni radio e i due quotidiani con un comunicato stampa – cioè con uno scritto – avallato dal comandante William Blanchard.
Infatti Thieme cita dapprima una comunicazione tramite telescrivente tra la United Press di Denver, Colorado e quella di Santa Fe, New Mexico: l’agenzia di Denver comunica alle 15:17 ora di Roswell a quella di Santa Fe che non esiste un testo ma solo una comunicazione orale. Sempre Uli Thieme cita una dichiarazione giurata datata 13 settembre 1993 di George Walsh, direttore della programmazione della radio KSWS il quale conferma quanto sopra riportato dalle agenzie: ricevetti verso mezzogiorno una telefonata da Walter Haut… Era suo costume comunicarci telefonicamente le novità. Lesse la comunicazione ed io trascrissi il tutto.
Karl T. Pflock, altro ricercatore appartenente al filone scettico intervistò Walter Haut in relazione agli ormai famosi comunicati stampa: Haut affermò di essere relativamente sicuro di averli consegnati materialmente ai media. Purtroppo non furono mai rinvenute copie dei comunicati.
Nel libro di Karl T. Plock Roswell in Perspective viene menzionato anche Arthur R. McQuiddy ex redattore del quotidiano Roswell Morning Dispatch, il quale affermò in un primo tempo che Walter Haut gli portò personalmente il dispaccio. In un secondo tempo sempre McQuiddy avrebbe detto a Pflock: è possibile che abbia ricevuto una simile pubblicazione ma non è sicuro.
Frank Joyce, reporter della stazione radio KGFL affermò invece che Haut si recò negli studi e consegnò una copia del comunicato, andandosene immediatamente. Gli telefonai alla base e gli dissi: sarebbe meglio che la notizia che siete in possesso di un disco volante o di un piatto volante non venisse pubblicata. Lui mi risposte: no va tutto bene, ho l’OK del comandante (Blanchard).
Il 14 maggio 1993 Walter Haut fece una dichiarazione sotto giuramento (Affidavit) sostenendo quanto segue: l'8 luglio 1947 verso le 9:30 del mattino, ricevetti una telefonata dal comandante della base William Blanchard, il quale mi disse di avere un disco volante o parti di esso in suo possesso e che il maggiore Jesse Marcel vola a Fort Worth con il materiale. Mi disse inoltre di preparare un comunicato stampa per i media locali, i quali avevano diritto come primi ad esserne informati........ E impossibile che Blanchard l'abbia scambiato per un pallone meteorologico.
Io ritengo che il comandante vide il materiale, in quanto egli sembrava estremamente sicuro sull'origine dell'oggetto.

[align=right]Fonte: http://paolomartinuzroswell.blogspot.com/[/align]


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MessaggioInviato: 20/07/2010, 19:08 
CRONOLOGIA E CONTENUTO DELLE PRINCIPALI INTERVISTE E DICHIARAZIONI GIURATE DI WALTER G. HAUT


1979, MARZO E GIUGNO
Il colonnello Blanchard gli telefonò e gli ordinò di redigere e distribuire un comunicato concernente l’avvenuto ritrovamento da parte dell’Air Force di rottami di un “disco volante”. Hautchiese a Blanchard se aveva il permesso di osservare l’oggetto. Il colonnello gli rispose che ciò era impossibile.
Tratto dal libro Der Roswell-Zwiscenfall, pag. 79, anno 1993. Titolo originale: “The Roswell incident" di Charles Berlitz e William L. Moore, 1980.

1989, MARZO E/O APRILE
I ricercatori Kevin Randle e Donald Schmitt conducono una lunga e piuttosto infruttuosa intervista con Walter Haut. Riporto le più significative parti del colloquio.Per prima cosa quest'ultimo rivolgendosi a Randle e Schmitt disse che potrebbe riassumere tutto quello che sa sul caso Roswell in una parola: “Niente”.

Randle: come sappiamo tutti Lei era l’addetto alle pubbliche relazioni della base.
Haut: si, Blanchard mi disse che Marcel aveva portato qualcosa che assomigliava ad un disco volante o a parti di esso. Faccia un comunicato stampa in cui venga riportato che il disco è stato trovato in un ranch fuori Roswell, vicino a Corona. Questo è tutto quello che le dirò in proposito, continuò Blanchard. Jesse (Marcel) lo porterà in aereo a Fort Worth. Questo è tutto quello che so. Glielo avrei potuto dire anche al telefono.
Schmitt: Jesse Marcel le hai mai raccontato del fatto?
Haut: No.
Schmitt: Aveva mai visto Mac Brazel?
Haut: No.
Schmitt: Ha mai parlato con Frank Joyce? (Nota: Frank Joyceera il comproprietario della stazione radio KGFL di Roswell.)
Haut: No.
Schmitt: Ha visto Marcel dopo il suo ritorno da Fort Worth?
Haut: Si, l'ho visto regolarmente. Abitava in un isolato vicino.
Randle: com’era l’atmosfera alla base dopo il ritorno di Marcelda Fort Worth?
Haut: Il fatto non era più tema di discussione. Se si diceva che era un pallone meteorologico, allora era proprio così. Riacquistammo il nostro controllo. Marcel non sapeva cosa aveva visto. Non gliel’ho mai chiesto.
Schmitt: Perché pensa che Blanchard avesse tanta fretta che fosse scritto il comunicato stampa?
Haut: … aveva un sincero interesse nel curare il rapporto tra la base aeronautica e la comunità. Se succedeva qualcosa di strano ed aveva la sensazione che la comunità dovesse essere informata dei fatti mi chiamava e diceva: “Dia fuori la notizia.”
Randle: Dopo 42 anni, ripercorrendo in prospettiva, cosa pensa che sia stato trovato allora?
Haut: Un mucchio di cose, che Jesse Marcel portò a Fort Worth. Credo che abbiano trovato veramente qualcosa e devo fidarmi di quello che Marcel mi disse. Era qualcosa che lui non aveva mai visto prima e lui credeva che non fosse di questo pianeta. Mi descrisse il materiale in questo modo: … un foglio estremamente sottile che non poteva essere bruciato, piegato o tagliato.
Schmitt: Sapeva degli sforzi intrapresi per recuperare il materiale?
Haut: No, non ne sapevo niente.
Schmitt: Non c’era nessun tipo di attività alla base che avrebbe fatto pensare …..
Haut: Niente che un normale soldato avrebbe potuto sapere. Non venne mai menzionato un incontro dello stato maggiore. Ed io presi parte a tutti gli incontri.
Schmitt: Durante gli incontri venne mai menzionato che Mac Brazel si trovava in custodia alla base? E che venne interrogato?
Haut: Di questo ne abbiamo sentito parlare. Walt Whitmorel’avrebbe praticamente rapito. (Nota: Whitmore era comproprietario della stazione radio di Roswell KGFL). L’avrebbe spostato di posto in posto. Non ero a conoscenza che potesse trovarsi alla base.
Randle: Ma lei crede che si sia trattato di una grande azione di occultamento? (Il caso Roswell in generale)
Haut: Credo si sia trattato di un grande occultamento.

Tratto dal libro Der Ufo-Absturz bei Roswell, pag. 137-140, Kevin Randle e Donald Schmitt, 1996. Titolo originale: Ufo crash at Roswell, di Kevin Randle e Donald Schmitt, 1991.

1989, PRIMAVERA INTERVISTA TELEFONICA
Randle: Ho trovato in un giornale la notizia che Lei avrebbe ricevuto 2 telefonate da Washington. Si ricorda di ciò?
Haut: No.
Randle: Un testimone dice che Lei si trovava nel primo aereo con Marcel verso Fort Worth.
Haut: Ehm … No, assolutamente no ….. Non ero in nessun caso connesso a questo fatto.
Randle: Ha incontrato in quel periodo Mac Brazel?
Haut: No.

Tratto dal libro Der Ufo-Absturz bei Roswell pag. 146-147, Kevin Randle e Donald Schmitt, 1996. Titolo originale: Ufo crash at Roswell, di Kevin Randle e Donald Schmitt, 1991.

1989, APRILE
Haut: …. Marcel portò i rottami nell’ufficio del Generale Ramey(a Fort Worth) per mostrarglieli e posò il materiale sulla scrivania.Ramey disse di voler vedere il luogo preciso del ritrovamento ed insieme andarono nella stanza delle carte geografiche. Quando tornarono nell’ufficio del Generale i pezzi portati da Marcel erano spariti. Al loro posto si trovava un pallone meteorologico sul pavimento.

Tratto dal libro Die Wahrheit über den Ufo-Absturz bei Roswell pag. 57, d Kevin Randle e Donald Schmitt, 1998. Titolo originale: The Truth about the Ufo Crash at Roswell, di Kevin Randle e Donald Schmitt 1994.

1992, SETTEMBRE/OTTOBRE
Ecco quello che Haut disse in un articolo riportato dall’ Air and Space Smithsonian magazine quando gli venne chiesto cosa secondo lui successe nel lontano 1947:
Haut: Ho la sensazione che si sia verificato un crash di un veicolo extraterrestre vicino a Corona.

Tratto dal sito Originale: Rivista Air and Space/Smithsonian magazine, Settembre/Ottobre 1992

1993, 14 MAGGIO DICHIARAZIONE GIURATA [Estratto]
Haut: Verso le 9:30 ricevetti una telefonata dal ColonnelloWilliam Blanchard, comandante della base che mi disse di avere in suo possesso un disco volante o parti di esso. Disse che l’oggetto si trovava a nord-ovest di Roswell presso un ranch e che il maggiore Jesse Marcel, ufficiale del servizio informazioni della base vola con il materiale a Fort Worth. Blanchard mi disse di scrivere un comunicato stampa e consegnarlo ai due quotidiani e alle due stazioni radio. Andai prima alla KGFL, poi alla KSWS, al Daily Record ed infine al Morning Dispatch. Il giorno dopo lessi che il Generale Roger Ramey a Fort Worth disse che l’oggetto era un pallone meteorologico. Credo che il Colonnello Blanchard vide il materiale in quanto sembrava molto convinto di che cosa si trattasse. È impossibile che l’abbia scambiato per un pallone meteorologico. E questo vale anche per il Maggiore Marcel. Nel 1980 Jesse Marcelmi disse che il materiale fotografato nell’ufficio del Generale Ramey non era quello da lui trovato. Sono convinto che il materiale trovato era di un veicolo spaziale.

Haut conferma al ricercatore Gildas Bourdais di avere chiesto aJesse Marcel, dopo che il caso venne riaperto, se era sicuro di quello che vide allora. Marcel gli avrebbe risposto di avere recuperato materiale non terrestre.

Tratto dal libro Il caso Roswell, Pag.85, di Gildas Bourdais, 1997 Titolo originale: Sont-ils déjà là?, di Gildas Bourdais, 1995.

1995, 5 LUGLIO
Johannes von Buttlar, ricercatore tedesco, intervista Walter Haut,il quale aggiunge qualche particolare su come il comunicato fu scritto: Haut venne chiamato dal comandante nel suo ufficio verso le ore 9. Blanchard gli avrebbe dettato - o gli consegnò un testo già stilato in precedenza - sull'avvenuto ritrovamento del disco. Ritornai nel mio ufficio continuò Haut e redassi il comunicato inserendo parola per parola diversi vocaboli usati daBlanchard, il quale teneva particolarmente a ciò. Verso le 11 andai alla radio KGFL e alla KGWS, infine ai giornali locali Roswell Daily Record e Roswell Morning Dispatch.

Tratto dal libro Die Ausserirdischen von Roswell, pag. 84, di Johannes Von Buttlar, 1996

INTERVISTA VIDEO
... ricevetti una telefonata dal colonnello Blanchard, il quale mi dettò non proprio le parole ma i punti salienti del ritrovamento del disco volante, del fatto che probabilmente erano in possesso di alcune parti dello scafo, chi era andato a vedere e cosa ne sarebbe stato fatto. Scrissi il comunicato stampa in base a quello che Blanchard mi aveva detto al telefono.

Tratto dal video Sono tra noi, Columbia Tristar, 1991


1997, 23 APRILE
Viene riportato che Haut durante una trasmissione della FOX-TVavrebbe ridimensionato improvvisamente il presunto ritrovamento di un disco volante affermando che si sarebbe trattato di un pallone meteorologico. Nota: sembra che in seguito alle dichiarazioni su FOX-TV Haut abbia abbandonato anche il ruolo di Presidente dell’ International UFO Museum and Research Center di Roswell.

1997, 26 GIUGNO
Sul Mercury News di San Jose il giornalista Mark Leibovichscrive un articolo su Roswell e menziona Walter Haut, il quale gli avrebbe detto di sentirsi vittima di un “folclore cosmico”. Hautavrebbe aggiunto di venire disturbato giorno e notte da persone di ogni parte del mondo che sarebbero ossessionati dall’idea della vita extraterrestre.
Tratti dal libro: 50 Jahre Roswell Ein Mythos stürzt ab, Pag. 87-89, di Uli Thieme, 1997

2002, 26 DICEMBRE DICHIARAZIONE GIURATA SIGILLATA DI WALTER HAUT

Data: 26 Dicembre 2002
Testimone: Chris Xxxxx
Notaio: Beverlee Morgan
1) Il mio nome è Walter G. Haut.
2) Sono nato il 2 Giugno 1922.
3) Il mio indirizzo è 1405 W.7th Street , Roswell,NM 88203.
4) Sono in pensione.
5) Nel luglio 1947 ero stazionato alla Roswell Army Air Base a Roswell , New Mexico , come addetto all’ufficio pubbliche informazioni. Ho trascorso il 4 Luglio e il successivo fine settimana( il Sabato 5 e la Domenica 6) nella mia residenza privata a circa 10 miglia a nord della base la quale era situata a sud della città.
6) Sono stato informato che qualcuno aveva portato alla base a metà mattina dopo il mio ritorno da un impegno il lunedì 7 Luglio i rottami di un veicolo precipitato .Sono stato informato che il Maggiore Jesse A. Marcel. capo dell’intelligence , era stato inviato dal comandante della base Col. William Blanchard , a investigare.
7) Lo stesso giorno verso il tardo pomeriggio ho potuto apprendere che alcuni civili avevano riferito di un secondo sito appena a nord di Roswell.Ho trascorso la maggior parte della giornata svolgendo il mio lavoro abituale sentendo poco o niente di più al riguardo.
8) La mattina dell’8 Luglio alle 7:30 ho assistito al regolare incontro del personale: oltre a Blanchard e Marcel il Capitano del CIC Sheridan Cavitt; il Colonnello James I. Hopkins ufficiale delle operazioni; il Maggiore Patrick Saunders , aiutante della base; il Maggiore Isadore Brown ufficiale del personale; il Colonnello Ulysses S .Nero, l’ addetto agli approvvigionamenti, e da Carswell AAF a Fort Worth, Texas, erano anche presenti il capo di Blanchard, Il generale di brigata Roger Ramey e il capo di stato maggiore il colonnello Thomas J. DuBose. L’argomento principale della discussione fu introdotto da Marcel e Cavitt e riguardava un esteso campo pieno di rottami nella Contea di Lincoln approssimativamente a 75 miglia a Nord Ovest di Roswell. Un discorso informativo preliminare fu fatto da Blanchard riguardo il secondo sito approssimativamente 40 miglia a nord della città. Alcuni pezzi dei rottami furono fatti passare attorno al tavolo. Era un materiale che non avevo mai visto prima in vita mia. Pezzi che sembravano fogli di metallo, carta sottile ma tuttavia molto forte e pezzi con insoliti segni lungo la loro lunghezza furono presi in mano da uomo a uomo e ognuno di loro diceva la sua opinione. Nessuno fu in grado di identificare i rottami del crash.
9) Uno dei punti principali discussi nella riunione fu se noi dovevamo rendere pubblica o no la scoperta. Il Generale Ramey propose un piano che io credo avesse già preparato con i suoi capi al Pentagono. Bisognava deviare l’attenzione dal più importante sito a nord della città dando invece importanza all’altra località. Troppi civili erano già coinvolti e la stampa era già stata informata . Io non fui completamente informato su come questo piano avrebbe dovuto essere realizzato.
10) Approssimativamente alle 9:30 di mattina il Colonnello Blanchard telefonò nel mio ufficio e mi dettò la notizia da inviare alla stampa che avevamo in nostro possesso un disco volante , trovato in un ranch a nord-ovest di Roswell , e che Marcel aveva inviato il materiali al quartier generale. Io mi recai a portare la notizia alle stazioni radio KGFL e KSWS, e ai giornali ”Daily Record” e “Morning Dispatch “.
11) Dal momento che le notizie avevano raggiunto le agenzie di informazione, il mio ufficio era inondato di telefonate da tutto il mondo. I messaggi si accatastavano sulla mia scrivania, e piuttosto che trattare con i mezzi di comunicazione Blanchard mi consigliò di andare a casa e “nascondermi”.
12) Prima di lasciare la base il Colonnello Blanchard mi portò personalmente nell’edificio 84, un hangar dei B-29 che situato sul lato ad est della pista. Avvicinandomi dapprima all’edificio, osservai che era sotto stretta sorveglianza sia fuori che dentro. Una volta dentro, mi fu permesso da una distanza sicura la prima osservazione dell’oggetto appena recuperato a nord della città. Era lungo approssimativamente dai 12 ai 15 piedi , alto circa 6 piedi a forma di uovo. C’era poca illuminazione ma la superficie appariva metallica. Non apparivano finestre, ali, sezione di coda oblò o carrello di atterraggio.
13) Anche da lontano potevo vedere un paio di corpi sotto una tela cerata. Soltanto le teste si allungavano oltre la tela e non ero capace di scorgere le fattezze. Le teste apparivano più grandi del normale e il contorno della tela suggeriva la misura di un bambino di 10 anni. Successivamente nell’ufficio di Blanchard egli estese il braccio circa 4 piedi dal pavimento per indicarne l’altezza.
14) Ero informato di un obitorio temporaneo allestito per ospitare i corpi recuperati.
15) Ero informato che i rottami non erano radioattivi.
16) Al suo ritorno da Fort Worth, il Maggiore Marcel mi descrisse agitato i pezzi dei rottami nell’ufficio del Generale Ramey e dopo ritornando dalla sala cartografica trovando i resti di un pallone meteorologico e un pallone radar sostituiti quando lui era fuori dalla stanza. Marcel era molto turbato per questa situazione. Non discutemmo più di ciò.
17) Mi fu consentito di fare un’ultima visita in uno dei siti del ritrovamento durante la bonifica dei militari. Ritornai alla base con diversi rottami e gli esposi nel mio ufficio.
18) Ero informato che due diverse squadre sarebbero ritornate in ciascun sito mesi più tardi per ricerche periodiche delle prove rimanenti.
19) Sono convinto che quello che io personalmente osservai era un tipo di aereo e il suo equipaggio provenienti da un altro spazio.
20) Non sono stato pagato ne mi è stato dato niente di valore per fare questa dichiarazione, ed è la verità per quel che mi ricordo.
Questa dichiarazione Deve rimanere sigillata e assicurata fino al momento della mia morte, in quel momento i miei familiari sopravvissuti decideranno la sua destinazione.
Firmato: Walter G. Haut
Firma testimone: Chris Xxxxxx

Data: 26 dicembre 2002
ESAME COMPARATIVO DELLE INTERVISTE E DICHIARAZIONI GIURATE
La dichiarazione giurata del 26 dicembre 2002 deve essere raffrontata con le informazioni che Haut offrì ai ricercatori e alla stampa dal lontano 1979 fino al momento in cui decise di modificare il suo ruolo nel caso Roswell con “l’affidavit” di cui sopra. Si nota in maniera inequivocabile tre distinti periodi “rivelatori” di Haut. Dal 1979 al 1996 le sue dichiarazioni sono coerenti nel senso che il contenuto delle risposte alle domande degli investigatori e dei giornalisti è sostanzialmente sempre lo stesso, privo di contraddizioni. Haut in sostanza afferma di aver redatto il famoso comunicato stampa obbedendo all’ordine dell’allora colonnello William Blanchard, comandante del 509° gruppo bombardieri di Roswell. L’allora tenente addetto alle pubbliche relazioni nega un suo coinvolgimento diretto nel recupero dell’oggetto, non aggiungendo nessun particolare rilevante alla storia. Afferma inoltre di credere che i rottami appartenessero ad un disco volante, in quanto la preparazione professionale di Blanchard e di Jesse Marcel lo inducevano a pensare che i due non potevano essersi sbagliati in maniera così grossolana, avendo le competenze necessarie per distinguere immediatamente i resti di un comune pallone meteorologico da materiale di origine sconosciuta. In seguito, nel 1997, diciotto anni dopo le prime dichiarazioni sul caso, Haut diventa improvvisamente scettico sull’intera vicenda, sostenendo almeno in due occasioni che l’evento in questione venne ingigantito a dismisura e che si sarebbe trattato di un banale pallone sonda. La storia si chiude con la dichiarazione giurata del 26 dicembre 2002, la quale oltre a contraddire alcune asserzioni precedenti, “svela” il totale coinvolgimento di Haut nella faccenda, diventando improvvisamente dopo la sua scomparsa uno dei più importanti personaggi in assoluto del crash del 1947.

COMMENTO FINALE
Potremmo dilettarci nel formulare le ipotesi più variegate per cercare di comprendere un simile cambiamento di ruolo da parte di Haut. Alcuni ricercatori scettici, per esempio Uli Thieme e forse anche Kal K. Korff, i quali escludono a priori l’ipotesi che a cadere nel deserto del New Mexico possa essere stata una nave spaziale aliena, lo considereranno probabilmente un ciarlatano come ha fatto del resto lo stesso Thieme con Glenn Dennis, James Ragsdale, Frank Kaufmann, Frankie Rowe. Sicuramente l’affidavit del 2002 spaccherà ancor di più la comunità ufologica. Ma quali motivazioni possono aver spinto l’ex tenente a rilasciare una dichiarazione così sbalorditiva?

Ipotesi 1 - Haut avrebbe affermato o lasciato scritto di non aver detto prima la verità per un giuramento fatto all’epoca al Generale Blanchard, il quale gli chiese di non rivelare a nessuno quanto successo.

Ipotesi 2 - Potrebbe trattarsi di un’operazione “commerciale” per far risalire un po’ le quotazioni del crash di un’astronave aliena. L’ipotesi extraterrestre negli ultimi anni è stata oggetto di critiche da parte di diversi ricercatori, i quali hanno scritto libri in proposito cercando di confutarla. Sono da menzionare Karl T. Plock, Uli Thieme, Kal K. Korff, Philip J. Klass, Robert G. Todd.

Ipotesi 3 - Haut ha detto la verità, ma la decisione di divulgare il documento solo dopo la sua morte poteva essere dovuta al rifiuto da parte sua di un confronto con l’opinione pubblica, con i ricercatori, con il mondo. Non ci sarebbe stata da parte sua la volontà di mettersi in discussione e diventare il personaggio ancora in vita più sconcertante dell’intero caso Roswell.Il mistero dietro al crash del luglio 1947 dopo la dichiarazione giurata diWalter Haut si infittisce ancor di più.

[align=right]Fonte: http://paolomartinuzroswell.blogspot.com/

Fonti consultate
LIBRI:
Berlitz Charles e Moore William L.: Der Roswell Zwischenfall, Zsolnay Vienna, Amburgo 1980
Friedman Stanton T. e Berliner Don: Der Ufo-Absturz bei Corona, Kopp, 1995
Randle Kevin e Schmitt Donald: Der Ufo-Absturz bei Roswell, Kopp, Rottenburg 1996
Hesemann Michael: Jenseits von Roswell, Silberschnur, Neuwied 1996
V.Buttlar Johannes: Die Ausserirdischen von Roswell, Lübbe, Bergisch Gladbach, 1996
Thieme Uli: 50 Jahre 1947-1997 Roswell Ein Ufo Mythos stürzt ab, Schwäbisch Hall 1997
Bourdais Gildas: Il caso Roswell, Edizioni Mediterranee, 1997
Randle Kevin e Schmitt Donald: Die Wahrheit über den Ufo-Absturz bei Roswell, Kopp 1998
Shawcross Tim: I files segreti di Roswell, Sperling & Kupfer, Milano, 1998
Korff Kal K.: The Roswell Ufo Crash, Dell, 2000
Pflock, Karl T.: Inconvenient Facts and the Will to Believe, Prometheus Books, New York, 2001
Carey Thomas J. e Schmitt Donald R.: Witness to Roswell, New Page, 2007
INTERNET:
http://roswellproof.homestead.com/index.html
http://ufo.whipnet.org/roswell/index.html
http://www.roswellfiles.com/index.htm
http://www.ufologie.net/rw/witnesses.htm
http://redstarfilms.blogspot.com/2005/1 ... -away.html
[/align]


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MessaggioInviato: 20/07/2010, 19:09 
RETROSCENA SULL’AFFIDAVIT DI WALTER HAUT


Nel libro "Witness to Roswell" di Carey e Schmitt venne pubblicata una dichiarazione giurata sigillata di Walter Haut datata 26 dicembre 2002. Hautaveva espresso il desiderio che detto affidavit fosse eventualmente divulgato dopo la sua morte avvenuta il 15 dicembre 2005. il 22 luglio 2007 attraverso il sitohttp://theparacast.com/ in un'intervista a Carey e Schmittvengono alla luce particolari sconcertanti sulla dichiarazione giurata in questione. Il documento venne preparato da Donald Schmitt e si sarebbe basato su dichiarazioni rilasciate da Hautdurante loro incontri precedenti. Si scrisse che Haut rilesse più volte la dichiarazione giurata e la firmò. A parte il discorso squisitamente legale sulla validità del documento che a noi non interessa particolarmente, rimangono seri dubbi sulla sua autenticità visto il modo in cui fu redatto. Non essendo mai stati presenti ai colloqui privati tra Haut e la coppia Carey-Schmittesprimere giudizi di merito sembra inopportuno. Ma il problema vero è se la condizione psichica e mnemonica di Haut fosse stata tale da offrire sufficienti garanzie sull'autenticità del contenuto. Inoltre gli autori di "Witness to Roswell" non riportarono nel libro che fu Schmitt a scrivere il testo, il quale in seguito Hautsottoscrisse in presenza di un notaio.
Segnaliamo che l'ex addetto alle pubbliche relazioni del 509° gruppo bombardieri venne intervistato il 15 novembre 2000 dai ricercatori Wendy Connors e Dennis Balthauser ed anche in quell'occasione accennò a corpi alieni. Alcuni addetti ai lavori i quali ascoltarono la registrazione dell'intevista affermarono che le condizioni mentali di Haut sembravano già allora sensibilmente compromesse.

[align=right]Fonte: http://paolomartinuzroswell.blogspot.com/[/align]


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MessaggioInviato: 20/07/2010, 19:17 
TUTTA LA VERITA’ DELLA VEDOVA DI UN GENERALE SU ROSWELL


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Generale Harry N. Cordes


Una recente ed interessante testimonianza della vedova di un anziano Generale dell'US Air Force rivela che l'incidente di Roswell avvenuto nel 1947 fu davvero un evento extraterrestre. La sua confessione afferma che la vera natura del relitto è stata tenuta nascosta per decenni, anche al personale del Governo di alto livello.
Suo marito, il Generale Harry Nations Cordes, che all'epoca aveva accesso alla documentazione classificata top secret, fu in una posizione unica per essere al corrente di tale faccenda. Forse nessun altro uomo nella storia militare può vantare di essere stato di stanza presso il Roswell Army Air Field nel luglio del 1947, in seguito presso la Wright Patterson Air Force Base, di aver lavorato presso l'Area 51, essere stato impiegato alla CIA, di aver avuto il compito di Vice Capo di Stato Maggiore presso la sede centrale di Intelligence per lo Strategic Air Command (SAC) e più tardi di aver ricoperto molte funzioni di Intelligence per il Pentagono.
La carriera di Cordes è ineccepibile e conferma che l'oggetto che precipitò dal cielo nel deserto del New Mexico sei decenni fa non proveniva dalla Terra.
Harry Cordes si laureò presso La Emory University ad Atlanta in Georgia e ricevette un MBA (Master in Business Administration) dalla George Washington University di Washington D.C.
Poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, HArry si arruolò nell'esercito dell'Air Force, laureandosi primo della classe alla scuola di volo come pilota. La carriera di Cordes durò quattro decadi e fu protagonista di molti eventi storici. Volò a bordo di 25 tipi differenti di aerei. Effettuò voli di combattimento e voli di ricognizione in missioni in Europa, nel Pacifico ed in Vietnam. Gary Powers che riuscì a guadagnarsi l'attenzione a livello mondiale durante la "Guerra Fredda" fu sotto il comando di Cordes.
Cordes fu pilota dell'U-2 (Ndr: Il Lockheed U-2 è un aereo statunitense da ricognizione ad alta quota) e fu il primo uno a volare in una tuta spaziale. Cordes vide di persona le azioni presso la cosiddetta "Baia dei Porci", la crisi Missilista Cubana ed il test della Bomba Atomica nell'Atollo di Bikibi.Partecipò attivamente al più alto livello per le decisioni sulle questioni più riservate della nazione, tra le quali "Star Wars" - l'iniziativa della Difesa Strategica nello spazio.

Il periodo a Roswell
Cordes, nel 1947 si trovava di stanza a Roswell (RAAF) come Operatore Radar. E fu lì che incontrò Rogene, la sua futura moglie. Il padre di Rogene aveva un ranch di bovini e pecore vicino a dove avvenne l'incidente a Roswell. E proprio con Rogene Cordes che l'autore di questo articolo (Anthony Bragalia) ha avuto un ampio dialogo nell'arco di diversi mesi. Fu la stessa Rogene Cordes - vedova del Generale - che si sentì in dovere durante la vecchiaia, di raccontare tutto quello che lei e suo marito venirono a conoscenza sullo schianto di Roswell con tutte le implicazioni storiche.

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Ritaglio di giornale del 1947


Sia Rogene che Henry erano ben consapevoli dello schianto di un "disco volante" avvento nello nell'estate del 1947. Come residenti di Roswell, all'epoca, lessero i giornali e conobbero personalmente molti dei protagonisti coinvolti. Ma fu solo nel 1980 quando la storia di Roswell fu tornata alla ribalta dell'opinione pubblica, che cominciarono a discutere dell'evento e sulla verità di cosa si schiantò lì. Rogene ricorda che il marito sapeva molto circa l'incidente. Anche lei era interessata a sapere cosa realmente fosse accaduto.
Rogene mi disse che usò ogni strumento a sua disposizione per farlo parlare. Ciò incluse anche quello che lei definisce "Beaty" e "Pillow Talk" (Ndr: in italiano di può tradurre "chiacchere sotto le lenzuola) per convincerlo a rivelare di più su quello che sapeva dello schianto. Harry disse che fisicamente non si trovava alla base la settimana del "Crash" e che si trovava in viaggio in quel periodo. Lei non si convinse sul fatto che il marito le rivelò tutto quello che sapeva. Era una questione di dovere verso il Paese. Infine dopo ripetuti tentativi, Harry disse: "Ero un operatore radar presso la RAAF come sai. L'oggetto volante non era identificato. La macchina volante fu rintracciata dai radar di White Sands e quelle persone non sapevano cosa diavolo stesse accadendo". Lei insistette ulteriormente e gli chiese: "Ascoltami, era un pallone? Harry rispose che non si trattò di un pallone (atmosferico). Jesse Marcel disse la verità. Ma se rivelo i dettagli non ci vedremo più in vita." Poi bisbigliò a lei di non chiedere oltre. Ma lei lo fece lo stesso. Harry sbottò " Rogene, se ti dico di più… dovrò ucciderti. La donna pensò che lui stesse scherzando. Ma Harry non stava ridendo.
Tempo dopo, Rogene decise di andare a fondo della cosa. Ella le chiese direttamente. "Dove lo tenete il velivolo nell'Area 51?" Lei sapeva che il marito aveva lavorato nel Nevada presso il Site Test per certo un periodo. Lui rispose che non se lo ricordava. "Forse lavorò anche presso la Base Wright Patt, in un area riservata".
Rogene nel tempo proseguì con le domande sapendo che il marito aveva fatto parte anche della CIA. Gli chiese "Che cosa siete venuti a conoscenza circa lo schianto quando si trovavi alla CIA? Lui fece una inaspettata affermazione. "Quando andai a lavorare per la CIA una delle prime cose che feci fu quella di cercare il file relativo a Roswell. So che esiste, ma non c'era. Anche se me lo nascondevano."
Rogene si chiese per tutta la vita il motivo dell'insabbiamento, e il perché non lo dissero alla gente.
Anche se Harry Cordes diede pochi dettagli su Roswell, durante la usa carriera le raccontò in maniera approssimativa la storia di un suo incontro UFO. Raccontò alla famiglia (tra cui le due sue figlie) che una volta mentre si trovava in volo a 70.000 piedi (la quota limite mai superata fino a quel momento), personalmente aveva assistito a quello che lui definì "astronave aliena".

I Segreti di Rogene su Roswell
Rogene, nacque e crebbe fuori Roswell, in un ranch. Era impiegata presso una banca di Roswell nell'estate del 1947. Rogene conosceva molte persone nella comunità, nomi i quali sono ben noti in relazione allo schianto di Roswell.

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Col. William "Butch" Blanchard


Parlò in maniera criptica di Butch Blanchard, che era al comando della RAAF al tempo dell'incidente. "Butch era un credente" Lei sapeva che lui ordinò a tutto il personale della base (molti dei quali si trattennero con lei e suo marito a casa loro , con cene, giochi di carte e barbecue) di non rivelare l'accaduto. Ogni qualvolta lei provò di trattare dell'argomento ricevette dei gran silenzi da parte loro. Rogene affermò che "Chi voleva rimanere in campo militare doveva semplicemente non parlare! Era il loro dovere patriottico nel dire poco e di non fare troppe domande." Rogene conosceva la moglie di Blanchard all'epoca, Ethel. Lei crede che Ethel fu stressata emozionalmente per via del coinvolgimento del marito nel recupero del velivolo, e questa situazione avrebbe contribuito al loro divorzio.

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Sceriffo George Wilcox


Rogene viveva vicino allo sceriffo di Roswel il signor George Wilcox e sua moglie Ines. Ancora oggi Rogene non gli piace parlare del coinvolgimento di Wilcox. "George Wilcox e Ines furono minacciati ed ebbero paura. Egli non volle mai parlare, nemmeno con gli amici. "George cambiò, dopo tutta questa storia".

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Impresardio di pompe funebri Glenn Dennis



Rogene si dice sicura anche circa la storia vissuta dall'imbalsamatore ed impresario di pompe funebri Glenn Dennis. Andava a scuola con Glenn. Lei lo conosceva come un tipo a posto. E secondo lei quello che che raccontò, realmente accadde.. Il giorno dopo l'incidente di Roswell, Rogene stava cercando di prendere del ghiaccio per la soda e la birra per le vacanze del fine settimana. Dovette fare un giro strano per trovare il ghiaccio, incluso il super mercato Clardy sito in città. Gli fu riferito che l personale della base aveva prelevato tutto il ghiaccio, lo comprarono tutto. In seguito si recò presso la stazione ferroviaria, posto nel quale il ghiaccio secco poteva essere acquistato. Con sua grande sorpresa, gli fu di nuovo riferito che il personale della base si era recato lì e lo aveva preso tutto. Le intere scorte di ghiaccio della città erano finite. Questo non era mai accaduto e non accadde più durante il week-end. In seguito Glenn disse che il ghiaccio fu necessario per aiutare a preservare i corpi alieni dopo l'impatto. Lei collegò i fatti.
Molto interessate inoltre, è la conferma che ci furono dei cordoni militari attorno alla zona dei ranch presso il sito dell'incidente. Con i propri occhi lei vide militari armati, che non facevano passare la gente. Le strade erano state interdette nella zona. In seguito sentii in banca alcuni allevatori affermare di aver visto un lungo camion coperto di tela dirigersi verso la base.
Infine, lei rivelò di conoscere molto anche bene l'Ufficiale Walter Haut. Haut era Ufficiale presso il Roswell Army Air Field e fu colui che informò il pubblico circa lo schianto del "disco volante" in un primo momento. Rogene sostiene che la storia originale fu quella raccontata all'inizio e non quella ritrattata il giorno successivo. "So che Walter alla fine della sua vita confermò che il velivolo non proveniva dalla Terra. Walter finalmente disse la verità."
La vedova del Generale ha finalmente messo a posto la coscienza. Harry morì nel 2004. Egli non mi raccontò tutto quello che sapeva, ha affermato la donna. "Ma mi sono sentita di raccontare tutto quello che so. La gente dovrebbe sapere ciò che accadde realmente a Roswell."

[align=right]Fonte: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... =8358&PG=1[/align]


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NUOVE CONFERME SULLO SCHIANTO DI ROSWELL

Il ricercatore Anthony Bragalia rivela dettagli
interessanti sull'incidente di Roswell


I ranch del New Messico sono tra i più suggestivi e spettacolari di tutti gli Stati Uniti. Ma c'è n'è uno venuto alla ribalta sin dal 1947, quando secondo molti cadde dal cielo un misterioso disco volante alieno. Tutto il mondo ufologico conosce la storia e nonostante più di 50 anni passati ancora ci sono lati oscuri e perplessità.
Migliaia di frammenti generati dallo schianto furono recuperati dai militari ed ora emergono ulteriori interessanti dettagli da due discendenti dei Foster, i quali erano i proprietari dei campi e del ranch affidato all'ormai noto Mac Brazel, testimone dei fatti.
Un documento federale recentemente acquisto indica chiaramente che il Governo letteralmente impedì lo ogni attività di scavo o di lavori che potesse riguardare il sottosuolo dell'area.. Alla luce di questi fatti potrebbe inoltre emergere che gli allevatori furono pagati per mantenere il silenzio sull'accaduto.
Quali segreti celesti custodiscono dunque i terreni e il ranch dei Foster?
All'epoca dello schianto, Mac Brazel era l'incaricato dai Foster per il mantenimento del ranch. Mac fu colui che per primo si accorse dell'enorme numero di detritie vista la particolarità del materiale portò alcuni frammenti in visione a Loretta e Floyd Proctor, proprietari di un ranch adiacente, per avere un parere.
In una recente intervista la donna novantacinquenne confermò che i detriti che vide erano davvero unici, no si trattava sicuramente di legno, di metallo, di vetro, insomma materiale sconosciuto.
Ben presto la notizia si diffuse e tutti compreso le autorità militari vennero a conoscenza dell'accaduto.
I proprietari del ranch erano i fratelli gemelli Foster, di nome Henry Foster e Jap o Jasper Foster. La famiglia benestante aveva possedimenti in molti luoghi nel New Mexico e nel Texas.
Spesso si trascura il fatto che i Foster, in quanto proprietari del ranch, dovevano aver avuto un ruolo molto importante nella saga dell'incidente. Dopo tutto si trattava di una loro proprietà e ovviamente erano interessati, anche perchè per un certo periodo gli fu negato l'accesso. Il figlio di Mac, Paul Brazel recentemente in una rara intervista ha rivelato che, all'epoca i militari impedirono addirittura di far abbeverare gli animali del ranch durante le operazioni di recupero dei detriti e tutto il periodo dell'occupazione dei militari.
Causa i militari Mac Brazel perse i profitti derivati dal lavoro al ranch di quel periodo, ed avendo inviato soldati ed attrezzature avevano letteralmente sequestrato il ranch. Occuparono la zona per diverso tempo, impedendo ogni accesso non autorizzato.
I Foster in quel periodo si trovavano in Texas e tramite la stampa erano venuti a conoscenza dello schianto. La notizia era nota in tutto il Paese e secondo le notizie i Brazel avevano avvisato i Foster sul fatto che il loro terreno era stato momentaneamente confiscato.
La signora Geraldine Perkins che all'epoca gestiva un negozio di alimentari a Corona, vicino a Roswell, interpellata in una intervista recentemente ha confermato che Mac chiese di utilizzare il telefono sito all'interno del negozio per comunicare al suo datore di lavoro lo schianto.
Una volta rientrati nel New Mexico Brazel, secondo la figlia di Jab Foster ricorda come Mac cambiò lettarlmente atteggiamento circa lo schianto come se avesse avuto paura di parlare del reale accaduto. Molte volte si incontrarono, ma la storia del pallone meteorologico non convinse i proprietari che si accorsero della reale paura nel diffondere la verità.
Cody Derek, un pronipote dei Foster, afferma che e' giunta l'ora di affermare che la sua famiglia seppe che si tratto veramente di uno schianto extraterrestre. Nel 2005 scomparve il padre di Cody, il quale era sempre stato reticente nel discutere sulla questione, e quando si rivolse allo zio, all'epoca diciasettenne egli rispose: "Quei ragazzi lassù mi assicurarono che si tratto' di un reale disco volante, ma non sapeva nulla dei corpi alieni.

IL DIVIETO GOVERNATIVO
DECISION RECORD Reference: Environmental Assessment (EA)
for Grazing Authorization, #NM-066-99-003
U.S. Department of the Interior Bureau of Land Management Roswell Field Office Roswell, New Mexico
One of the alleged UFO crash sites of 1947 is located on this allotment. The UFO crash site has been excluded from rights- of-way and mineral leasing. The site will be withdrawn from mining claim location, and designated a NSO for oil and gas leasing.


Il Governo degli Stati Uniti emise un decreto - sopra si puo' leggere l'originale -: "Nessun lavoro di scavo doveva essere intrapreso in quei territori".
US Department of Interior's Bureau of Land Management (BLM) gestisce centinaia di milioni di acri di terreno in tutta la nazione. Tra le altre responsabilità amministrative c'e' quella di esaminare e approvare i trasferimenti terrieri e le leggi federali concedono le autorizzazioni per l'esplorazione del sottosuolo.

All'interno del documento depositato al BLM cita testualmente: "Presunti detriti dello schianto UFO del 1947 potrebbero trovarsi in questo lotto. Il luogo dello schianto e' interdetto dal passaggio e dall'estrazione minerale, petrolifero."
Ciò significa che reti elettriche, fibre ottiche, ferroviarie e autostrade non potranno mai essere costruite su quella terra.

Favori e denaro in cambio di silenzio
L'azienda dei proprietari la "Foster's Greay Grandson Cody", secondo quanto affermato da Cody derek acquisì altre proprietà dopo il 1947. Afferma che fecero letteralmente fortuna con il petrolio. Furono agevolati nell'acquistare dalle autorità federali terreni in cui era possibile estrarre il petrolio in cambio forse del silenzio sulla questione. Nei documenti ritrovati al BLM si possono notare 8 voci di trasferimento di proprietaà verso Henry Foster, ma purtroppo i dettagli dei trasferimenti ad tutt'oggi non sono disponibili, in quanto quando furono redatti, stando alle informazioni cartacee, non furono soggetti ad un sistema di automazione.
Sicuramente qualcosa di insolito accadde. Questo ce lo confermano i discendenti e i documenti, chiaramente il Governo tentò con ogni mezzo di mettere a tacere coloro che potevano rivelare informazioni scomode alla verità.

[align=right]Fonte: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... =8216&PG=1[/align]


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CONFESSIONI DI UN VIGILE DEL FUOCO DI ROSWELL


Un pompiere che lavorava al Roswell Fire Department nel 1947 ha confermato che il misterioso incidente avvenuto nell'estate di quell'anno nel deserto del New Mexico è stata in effetti causata da un veivolo non terrestre.
Il pompiere, ora novantenne, ha raccontato informazioni sconvolgenti a questo autore in una lunga intervista condotta recentemente. Anche il rispettato autore (credo di libri) su Roswell, Kevin Randle, ha parlato con il pompiere coinvolto, per confermare i dettagli della storia.
Qualche tempo fa individuai il figlio di Rue Chrisman. Rue era il capo del Roswell Fire Department nel 1947 ed è morto nel 1981 all'età di 98 anni. Il figlio di Chrisman mi spiegò che sapeva che la caserma dei vigili del fuoco cittadina era in qualche modo collegata all'incidente. Ma il figlio era (sparso) nella sua conversazione, non desiderano realmente fornire particolari. Quando messo alle strette il figlio disse "E' successo. Ci fu un grande coverup. Il crash accadde davvero". Gli chiesi come sapesse di ciò e lui, dopo una pausa, rispose :"Conoscevo troppe persone che sapevano".
Gli chiesi, quindi, se ci fosse qualche pompiere del '47 ancora in vita. Mi rispose che ce n'era ancora uno. Menzionò solamente il cognome del pompiere sopravvissuto, Smith, e che uno dei suoi parenti andava nella stessa Chiesa del pompiere coinvolto. Collaborando con Randle abbiamo identificato e locato il vecchio gentleman e scovato la sua testimonianza.
Quando raggiunto il Vigile del fuoco esitava in qualche modo a discutere del problema, ma, dopo qualche chiacchierata, accese la discussione. In una discussione che ha tattato molti temi, il pompiere ha rivelato questi incredibili dettagli.
- Un minaccioso colonnello dal Roswell Army Air Field visitò il Roswell Fire Department subito dopo il crash. Il colonnello spiegò ai pompieri che erano nel dipartimento quel giorno che un "oggetto sconosciuto proveniente da qualche altra parte" era precipitato nel deserto fuori Roswell. Il colonnello avvertì che nessuno di loro avrebbe mai dovuto parlare a qualcuno dell'evento. Comandò, inoltre, che nessuno potesse andare al sito dell'evento o rispondere a qualche domanda su di esso. Spiego che "i militarti stavano pensando a tutto".
- Dan Dwyer, un altro pompiere, riuscì a vedere il crash site, disobbedendo agli ordini del colonnello. Smith ha confermato i dettagli che la figlia di Dwyer , Frankie Rowe, ha rivelato in alcune interviste. Frankie afferma che suo padre riuscì a vedere il veicolo e i suoi occupanti.
- Dan gli raccontò che l'area intorno al crash era protetta e sorvegliata da guardie armate. Il pompiere andò per suo volere, non in maniera ufficiale. Il vecchio pompiere non ha comunque voluto parlare troppo di Dan Dwyer e Frankie Rowe.
- C'era un veicolo non terrestre. Il pompiere spiegò che non era nè un pallone ne qualche tipo di esperimento militare. Disse che era un "UFO". Quando gli spiegai che il termine UFO non esisteva allora disse che era una "salsiccia volante". Gli chiesi come facesse a sapere ciò e lui affermò che ne era certo perchè è ciò che gli dissero quando accadde. Spiegò che il colonnello non sapesse cosa fosse o il veicolo o da dove esso venisse.
- Il Roswell City Manager sapeva ciò che era successo e si recò di persona alla caserma dei pompieri per ordinare al dipartimento di non dire nulla riguardo l'evento. Anche se l'intervistato non riuscì a ricordare il nome, sapevo chi fosse. Quando gli menzionai il nome "C.M. Woodbury" lui disse che gli sembrava fosse quello esatto. [...](Dettagli su Woodbury)
- I pompieri della Roswell Army Air Field (RAAF) furono pesantemente coinvolti nel recupero. Il pompiere spiegò che questo è da dove proviene la confusione. Affermò che il corpo di pompieri più coinvolto nelle attività svoltesi intorno al crash non fu quello cittadino ma quello della base stessa. Affermò , tra l'altro, che i pompieri della RAAF "sapevano più di tutti" sull'evento. Sfortunatamente non è riuscito a ricordare i nomi di questi pompieri.
- Il Roswell Sheriff Department diede una mano per il coverup dell'incidente. Smith ha confermato che l'ufficiale Tommy Thompson fu una persona che conosceva dell'ufficio dello sceriffo a cui fu ordinato di "Mantere la calma".
- Quando gli ho domandato come avesse reagito alla notizia della provenienza aliena del veicolo precipitato vicino Roswell, l'intervistato rispose che non avevano idea di quali fossero le conseguenze di ciò.

[align=right]Fonte: http://www.ufodigest.com/news/0309/fireman.php[/align]


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MessaggioInviato: 20/07/2010, 19:25 
IL CASO ROSWELL: DA SEMPRE AL CENTRO DELL’UFOLOGIA


Gli scettici affermano che l'incidente UFO di Roswell non è mai stato menzionato o discusso prima del 1980 e se ne è iniziato parlare solo dopo attraverso la pubblicazione del libro "The Roswell Incident". In realtà, l'evento del 1947 avvenuto nel New Mexico è stato trattato in diversi modi e molte volte nel 1950, 1960 e nel 1970.
Gli oppositori della storia sostengono che i testimoni si fecero avanti solo quando la storia di Roswell diventò popolare grazie a numerosi libri, film, spettacoli televisivi, documentari andati in onda negli anni 1980 e 1990, quindi dopo molti anni dall'incidente. Costoro vorrebbero farci credere che dopo la prima pubblicazione della stampa dell'articolo del luglio 1947, nessuno disse qualcosa in merito fino al 1980. Facendo un esame della letteratura si possono trovare le conferme delle storie raccontate e ci rivela che l'episodio "alieno" era noto e fu discusso ben prima dell'esplosione del caso.

WILHELM REICH – 1955

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Il Dr. Wilhelm Reich era uno psichiatra e un psicoanalista che lavorò a stretto contato con Sigmund Freud. Noto per lo sviluppo delle teorie radicali legate ad una "energia vitale" denominate "energie organiche", Reich fu molto interessato inoltre al tema della vita extraterrestre ed agli UFO. Reich morì nel 1957, ma nel suo ultimo libro, pubblicato nel corso del suo ultimo anno di vita, fa riferimenti all'incidente di Roswell e agli UFO.
Nel 1957 nel suo libro "Contact With Space" Reich racconta di un viaggio del 1955 a Tucson in Arizona. In quel viaggio condusse "esperimenti energetici atmosferici" utilizzando un dispositivo progettato da lui chiamato "Cloudbuster" e altri strumenti per attirare gli UFO. Sulla strada verso Tucson, racconta di essere "stato costretto" a fermarsi presso un piccolo paese chiamato Roswell nel New Mexico. Reich decise di fare "osservazioni sul campo" proprio lì a Roswell. Nel libro del 1957, Reich specifica (anche se in modo breve) che nella zona di Roswell c'era "uno strano squilibrio" che interpretava come "energia UFO" relazionate a forze che chiamava "DOR/OR."
Reich era noto svolgere alcune insolite sperimentazioni in aeree geografiche che riteneva avessero un significato speciale e che erano rilevanti per lo studio degli UFO. Sebbene Reich era un personaggio controverso - e menzionò Roswell in maniera non diretta all'incidente -altri personaggi lo fecero in maniera evidente:

DUE AUTORI E UN SERGENTE – 1976

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Dr. Kevin Radle


Noto ufologo e scrittore Kevin Randle parla di un'intrigante storia avvenuta prima del 1980 menzionando Roswell. Randle spiegò che non capiva il significato della storia in quel momento lo capì molto più tardi, egli non aveva mai sentito dell'incidente di Roswell.
Nel 1976 lui il ricercatore Robert Cornett erano alla ricerca di tracce di atterraggio UFO nel Midwest. Ebbero l'opportunità di intervistare un ex Sergente dell'Air Force il quale disse loro che fu incaricato per una missione in merito ad un avvistamento UFO. Il Sergente spiegò agli inquirenti che aveva trasportato i resti di un pallone meteorologico in una città e, secondo Randle "tutti volevano vollero informazioni su ciò che aveva visto lui e i vicini." I rottami erano composti da parti in argento come il materiale riflettente dei radar, un involucro di un pallone in neoprene e bastoni di balsa che formavano la cornice di un riletture. "Randle gli chiese quante volte aveva fatto questa operazione". Il Sergente rispose: "Solo una volta". Quando Randle gli chiese dove era avvenuto l'episodio, il Sergente replicò "A Roswell nel New Mexico". Questa storia straordinaria fu raccontata nel 1976 un anno prima della pubblicazione del primo di libro sullo schianto di Roswell.

LA TELESCRIVENTE DI LYDIA - 1973 E PRIMA
Nel 1973, l'autore Peter Gutilla era un corrispondente della pubblicazione dell'ormai scomparsa "Saga". Saga era un magazine di avventura dedicata agli uomini in concorrenza con "Argosy" e "True". Gutilla raccontò di aver avuto una conversazione con un Park Ranger che egli identificò come "G. Sleppy". Il Park Ranger rese conto di un avvistamento UFO a Gutilla che aveva vissuto nei boschi durante l'inizio del suo servizio. Ricordò a Gutilla che sua madre Lydia aveva una storia da raccontare di gran lunga più interessante e insolita che le aveva raccontato molto tempo fa.
L'orami famosa storia di Lydia Sleppy (pubblicata solo in parte, e senza usare il suo nome) apparve a pagina 60 nell'inverno del 194 all'interno del "Saga Magazine" in uno speciale "UFO Report". Si leggeva:
"Nel New Mexico una donna con una posizione di responsabilità ricevette una chiamata da un gestore di una stazione. Era stata segnalato il report di un UFO che si era schiantato in un campo, si stavano cercando i rottami dell'oggetto e si suppose che erano custoditi all'interno di un fienile della zona. Nel suo eccitato appello alla redazione, il gestore della stazione confermò l'incidente UFO, e affermò inoltre di aver visto pezzi di metallo dell'UFO portati via in attesa di un aereo dell'Air Force destinato alla Wright Patterson Air Force Base. La donna aveva digitato alla telescrivente quella nuova fantastica notizia ad altre due stazioni - una linea che appare nel centro del testo comandato da qualcuno che emanava ordini ufficiali si legge: " Non continuare questa trasmissione".
Oggi la storia di Lydia Sleppy è molto nota ai seguaci di Roswell. La storia ha subito un ampliamento nel libro "The Roswell Incident", e altri ricercatori la menzionarono, così alla fine acconsentì alla rivelazione del suo nome. Con la riscoperta di questo articolo presente nel magazine "Saga" si evince che la storia di Roswell fu raccontata per la prima volta al pubblico nel 1973, e per suo figlio e altri suoi amici e familiari molti anni prima.

IL PROFESSORE E LA DONNA DEL RANCH – 1960
Richard Glaze era professore di agricoltura presso la New Mexico State University e fu premiato con un riconoscimento dalla Las Cruces-based University con un Distinguished Service Award per il suo lungo servizio e per gli ordinari e straordinari compiti di routine. Era anche conosciuto per i suoi contributi all'University in Experimental Statistics and Quantitative Analysis. In aggiunta alle sue conquiste scientifiche, Glaze era un appassionato archeologo amatoriale e cacciatore di "punte di freccia". Egli riferì che nel 1960 assieme alla sua famiglia , su suggerimento di uno dei suoi studenti, si recò presso il ranch dei Proctor, vicino a Roswell. La zona gli era stata indicata per il ritrovamento di punte di frecce dei nativi americani.
Glaze sostenne che durante l'estate del 1960 si presentò a Loretta Proctor (ancora viva all'età di 96 anni) e le chiese l'autorizzazione per ricercare punte di freccia nella sua proprietà. Loretta Proctor era intima amica del rancher Mac Brazel, che aveva in custodia del Ranch Foster, il quale segnalò l'incidente di Roswell allo sceriffo George Wilcox ed alla base RAAF. Il figlio di Loretta Dee era con Mac quando la scoperta fu fatta. A Loretta fu mostrato uno strano detrito da Brazel. La sua storia è ben nota a coloro che seguono il caso dell'incidente di Roswell.
Loretta concesse il permesso di esplorare la sua proprietà, e inoltre le raccontò una "storia incredibile". Loretta disse a Glaze, "Se trova qualcosa di insolito, me lo faccia sapere". Loretta informò al professor Glaze che circa una dozzina di anni prima ci fu lo schianto di un UFO proveniente da un altro mondo sulla terra vicino al Ranch dei Foster. Glaze dichiarò che Loretta le parlò molto di questo evento, ma non fece troppo peso alla cosa fino a quando seppe del libro "The Truth About te UFO Crash at Roswell" molti anni dopo. Glaze ricordò poi la lunga conversazione che aveva fatto con la donna del caso avvenuto decenni prima e tutto quello affermato da lei era scritto nel libro e la storia combaciava precisamente.
Qui abbiamo l'esempio di un testimone di Roswell, Loretta proctor, che aveva raccontato la sua esperienza privata già nel 1960 - ben prima della confessione pubblica sul tema, oltre tre decenni più tardi quando firmò un "affidavit "nel 1991.

ALTRE MENZIONI DI ROSWELL - 1950 e 1960
L'ormai defunto autore di libri UFO, Frank Edwards potrebbe essere uno dei primi ricercatori a correlare indizi sullo schianto di Roswell. Pur non avendo dettagli completi parlò dello schianto in una riunione a New York in occasione del meeting per primo Gruppo di Ricerca Civile di Dischi Volanti - Civilian Saucer Intelligence. Il 28 aprime del 1956, Edwards disse a tutti i partecipanti all'assemblea che un contadino vide qualcosa schiantarsi nella zona di Roswell.
Cercò di fare una relazione dell'avvenuto nel 1956, e in seguito Edwards ampliò la storia. Nel suo libro "Flying Saucers Serious Business" a pagina 76 scrisse: Ci sono avvenuti strani casi nei ranch vicino a Roswell nel New Mexico, chi telefonò allo sceriffo per segnalare l'avvistamento di un oggetto brillante a forma di disco che era passato sopra la sua casa a bassa quota e che si schiantò bruciando su di una collina che si vedeva da casa sua. Non ci è stato detto però, perché i militari isolarono la zona, mentre ispezionavano i detriti."
Una revisione della letteratura rivela altre (in breve) menzioni all'incidente di Roswell.
1) "Flying Saucers on the Attack" (Harold Wilkins, 1954)
2) "Flying Saucer Review" (Volume 1, No. 1, Spring, 1955)
3) "The Flying Saucer Story" (Brinsley LePour Trench, 1966)

IL MOTIVO PER IL QUALE IL CASO DI ROSWELL SI DIFFUSE' ANNI PIU' TARDI
Naturalmente è impossibile per molti di noi nel 2010 relazionarsi o identificarsi nella vita povera rurale durante il 1940 nel New Messico. La maggior parte di loro non aveva il telefono, non c'era la TV e in quella parte del paese non aveva neppure l'elettricità. La rancore Loretta Proctor mi disse: "In quei giorni, viaggiare era un grande traguardo, i trasporti erano difficili (Ndr. la frase non è esattamente quella detta da Loretta ma per miglior comprensione del senso è stata adattata). A quel tempo gli abitanti di Roswell per un certo verso erano molto isolati.
L'incidente UFO di Roswell non sarebbe potuto accadere in un posto e in un epoca migliore per assicurare la segretezza, e per far parlare poco del caso agli interessati verso il mondo. Ma siamo sicuri che tra di loro ne parlarono molto. Ci sono molte altre testimonianze.
Anche se molti dei coinvolti lasciarono Roswell negli anni successivi, nel corso del tempo il segreto di "Roswell" non era più tale. Deve essere stato un sollievo quando a partire degli anni '80, i ricercatori hanno cominciato ad esaminare nuovamente il caso e cominciarono a domandare ai coinvolti cosa fosse successo. Molte e molte persone si fecero avanti e si sentirono più inclini nel raccontare ciò che sapevano. Possiamo dire che si fecero forza quando altri raccontarono le stesse cose. Se altre persone raccontavano le tue stesse cose, il mondo non avrebbe pensato che a te come un pazzo. La "forza numerica" univa.

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Oliver “Pappy” Henderson


Il Capitano Oliver "Pappy" Henderson rende bene l'idea in una confessione fatta alla sua famiglia. Henderson era di stanza alla RAAF nel 1947. Nel 1981 rivelò ciò che sapeva a sua moglie Sappho ed alle sue figlie, dopo aver letto un articolo sul giornale… "Voglio che tu legga questo articolo, perché è una storia vera. Io sono stato il pilota che trasportò il relitto di un UFO a Dayton. Posso testimoniare quello che scrivono sul giornale, posso parlarti della cosa. Te lo volevo dire da tanti anni. " L'aver reso pubblico il caso e la consapevolezza che altri parlarono, motivò Pappy a raccontare tutto.
Il trambusto di Roswell negli anni successivi si era finalmente liberato e coloro che conoscevano la verità furono spronati a raccontarla: Extraterrestri erano caduti sulla terra nel deserto, cambiando per sempre la vita dei coinvolti. Fu un ricordo mai dimenticato, e un ricordo da condividere con tutto il mondo.

[align=right]Fonte: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... =8449&PG=1[/align]


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INTERVISTA A PAOLO MARTINUZ IN MERITO AL CASO ROSWELL


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Paolo Martinuz


Paolo Martinuz da anni dedica parte della sua vita alla ricerca della verità sul presunto schianto UFO avvenuto nei pressi della cittadina di Roswell, New Mexico nel Luglio del 1947. Uno dei pochi italiani ad aver svolto indagini sul campo nell'Ottobre 2008 e nel Dicembre del 2009 e il risultato delle sue indagini verranno pubblicate in un libro di prossima uscita in Italia. Ha partecipato come relatore a svariate conferenze a tema, ed è autore di articoli per riviste di settore.


Domanda: Da quanto tempo ti occupi del caso di Roswell? Perché ti stai dedicando con tanto impegno alla vicenda?

Risposta: All'inizio degli anni '90 lessi il primo libro tematico, "The Roswell Incident" scritto da Berlitz e Moore, uno dei pochi saggi sull'argomento tradotto in lingua italiana. -Per la cronaca, Berlitz non fece nessuna indagine, non intervistò nessun testimone. Fu Moore con l'aiuto di Stanton Friedman a fare tutto. Sembra chiaro che si trattò di un'operazione commerciale, visto che Berlitz era uno scrittore di successo, ma lui con Roswell centrava come i cavoli a merenda-. Ovviamente, l'ipotesi del crash di un oggetto di provenienza extraterrestre ha il suo fascino e l'interesse per la faccenda era evidente. Riguardo alla tua seconda domanda, il mio impegno per la questione è legato oltre al tema indubbiamente suggestivo, anche al fatto che nessun ricercatore nostrano ha scritto un saggio su questo caso. In aggiunta, molti libri tematici non sono stati tradotti in lingua italiana e ci sono parecchie cose che vengono considerate come accertate dall'opinione pubblica, ma che in realtà non lo sono. Ho ritenuto necessario impegnarmi nel
produrre un lavoro che facesse il punto della situazione, azzerando il gap di informazioni che neanche internet può colmare. Mi dispiace scriverlo, ma ritengo che alcuni testi tematici sul crash di Roswell non siano validi. Chi compra un libro ha il diritto di ottenere informazioni "reali". Con il termine "reali" intendo che i dati riportati siano proposti al lettore in maniera corretta, possibilmente riportando le trascrizioni integrali delle interviste ai protagonisti, anche se questo influisce sulla scorrevolezza del saggio. Ma il vantaggio è che il lettore ha la possibilià di valutare i contenuti testimoniali originali. Il lettore paga e l'informazione che viene fornita deve essere tecnicamente ineccepibile.

D: Che opinione ti sei fatto sull'incidente avvenuto nel Luglio del '47?

R: Si tratta di una faccenda molto più intricata di quello che molti lasciano intendere. Il problema è che la prima indagine indipendente è partita per caso nel 1978, 31 anni dopo i fatti, quando Stanton Friedman intervistò telefonicamente l'allora Maggiore Jesse Marcel. Purtroppo alcune persone chiave (o presunte tali) era già decedute da tempo, come l'ex Comandante della base William Blanchard, il suo vice Payne Jennings, lo Sceriffo di Contea George Wilcox, il pompiere Dan Dwyer, l'allora Vice Governatore del New Mexico, Joseph Montoya e molti, molti altri. Immaginiamo per un momento che tutti questi individui fossero stati contattati ed intervistati...
Ci sono da considerare molte variabili. Prendiamo ad esempio le interviste ripetute. Diversi testimoni sono stati sentiti un numero esorbitante di volte (anche dal sottoscritto). Molti dei loro racconti sono variati nel tempo, spesso arricchiti da dichiarazioni non rilasciate precedentemente. Ma questo è fisiologico, come ci insegna la psicologia della testimonianza. Il problema è capire se le aggiunte fanno parte di una ricostruzione mnemonica basata su un ricordo vissuto o sono frutto di condizionamenti dovuti ai mezzi di comunicazione. I testimoni hanno anche inconsapevolmente riferito informazioni apprese guardando magari un programma televisivo o un articolo di giornale,facendole proprie e "collegandole" con la propria esperienza personale di allora?
C'è anche gente che ha deliberatamente mentito, sebbene ritengo che siano molto pochi. Ma tra verità e menzogna esistono
anche molte altre variabili, come i falsi ricordi, le omissioni etc.. Nel testo che stò scrivendo prendo in esame anche queste cose.

D: Cosa ne pensi delle recenti dichiarazioni della vedova del Generale Harry N. Cordes?
Le ritieni attendibili in base alle informazioni in tuo possesso?


R: Non lo so, ma quello che mi ha particolarmente impressionato è una frase di Rogene Cordes: "Se te lo dico dovrò ucciderti".
Questo le avrebbe detto suo marito dopo le continue pressioni di Rogene nel tentavo di conoscere la verità su che cosa realmente precipitò nel deserto. Sembra strano che una vedova si inventi simili frasi. Ovviamente qualcuno penserà che la donna possa aver mentito, tirerà in ballo i falsi ricordi o penserà che soffra di demenza.

D: Credi che furono davvero recuperati corpi alieni?

R: La mia indagine non è ancora conclusa, scriverò ovviamente tutto quello che penso nel libro. Comunque ho imparato in questi anni che le opinioni personali lasciano il tempo che trovano. Non mi va di vendere fumo con frasi ad effetto.

D: Cosa ne pensi dell'ormai scomparso Colonnello Philip Corso?

R: Ritengo che le persone adatte per esprimere opinioni personali su Corso siano quelle che l'hanno conosciuto. Mi riferisco
in primis a Paola Harris, Maurizio Baiata e Roberto Pinotti. Il Colonnello non viene menzionato nel mio libro come neanche quel furbacchione di Santilli. Il motivo è semplice: il lavoro che stò svolgendo è imperniato sulla ricostruzione degli eventi verificatosi a Roswell, New Mexico, nel 1947 e sul presunto collegamento con la base di Wright Patterson, oltre che sui documenti dell'epoca, molti dei quali declassificati. Permetti di tenermi per me (almeno per ora) quello che penso su di lui.

D: Supponiamo per un momento che l'oggetto che si schiantò nella proprietà custodita da Mac Brazel fu davvero una navicella aliena, credi che una qualche retro-ingegneria abbia agevolato lo sviluppo tecnologico degli ultimi 60 anni?

R: Quindi parliamo in termini ipotetici: allora, quello che è sotto gli occhi di tutti è un progresso vertiginoso negli ultimi 30 anni in alcuni settori tecnologici, veramente stupefacente. Basti pensare ai microprocessori.
Penso a quanto avrebbe detto verso la metà degli anni '50 un Premio Nobel per la chimica: "non arriveremo mai sulla Luna".
Poi sembra che nel 1969 successe qualcosa, anche se alcuni cospirazionisti non ci credono.
Mi ricordo che quando vidi per la prima volta lo Stealth mi chiesi se c'era sotto della retroingegneria. Ma forse venni condizionato dalla splendida sagoma. Ovviamente lo Stealth è già superato perchè i prototipi attuali non gli abbiamo ancora visti.

D: Che idea ti sei fatto del caso Santilli?

R: Non mi occupo di lui. Mi dispiace sinceramente per quella categoria di seri ricercatori che hanno investito così tanto tempo e denaro nello studio di questo file. Non se lo meritavano.

D: Quali sono a tuo avviso, gli indizi più significativi che potrebbero avvalorare l'UFO-crash?

R: Intendi come Ufo-crash lo schianto di un oggetto di natura esogena con esseri viventi a bordo? Appunto, parliamo di indizi, non di prove. Il problema è che le testimonianze quando parliamo di questi argomenti non bastano. Ma la testimonianza è sempre e comunque da tenere in considerazione. Dietro un testimone c'è un essere umano, il quale vede un evento con i suoi occhi ed ha i suoi processi mentali, non i miei, non i tuoi. La sua testimonianza è unica e lo rimarrà. Quando noi siamo testimoni di un evento lo elaboreremo e lo ricorderemo in maniera personale. Ma come si sa, detto evento non sarà mai l'esatta riproduzione del fatto oggettivo. Di testimonianze che parlano di corpi trovati nel deserto ce ne sono, sebbene una parte di esse sono indirette, di seconda mano. E c'è ovviamente da considerare il grado di attendibilità di ogni singola dichiarazione. Il problema di alcuni pro-ufo è che riportano le testimonianze come se si trattasse di ricordi accertati, reali. Poi c'è naturalmente il Memo Ramey. Diversi team e singoli ricercatori hanno provato a decifrare il contenuto e "naturalmente" i loro risultati non sono univoci. Altri hanno parlato del famoso "memory foil", il materiale che accartocciato riprendeva la sua forma originale. C'è da dubitare che nel 1947 un simile materiale esistesse.

D: Quali testimonianze e prove mancano, a tuo avviso, per giungere a completare definitivamente il puzzle di Roswell?

R: Almeno qualche documento. Riguardo al possibile oggetto e ai suoi occupanti, la Professoressa Margherita Hack scrisse una volta:"Ma possibile che in tanti anni di scorribande e atterraggi non ci abbiano lasciato nemmeno un "osso" da analizzare?"
Però c'è da aggiungere che se l'osso l'avessero scoperto i militari, loro sicuramente non ce lo mostrerebbero.
Nel libro mi occupo anche dei documenti declassificati risalenti al 1947, i quali dimostrerebbero che non ci fu nessun crash di un'astronave aliena. Mi riferisco al Memo Twining,al Memo McCoy ed altri. Secondo gli scettici, la mancanza di riferimenti nei documenti declassificati ottenuti attraverso il FOIA sul caso Roswell, dimostrerebbe in maniera inconfutabile l'impossibilità dello schianto di un oggetto alieno a nord di Roswell. Tuttavia la mancanza di riscontri vista da una diversa prospettiva non esclude a priori l'ipotesi esogena.

D: Quale potrebbe essere stata la causa del presunto UFO crash? Un fulmine, un'avaria, interferenza radar oppure...?

R: Sinceramente questo particolare non mi ha mai interessato. Anche perchè ho tanti altri filoni da seguire e la possibile causa del crash non la ritengo di primaria importanza.

D: Visto che hai approfondito più che egregiamente la vicenda in tutte le sue sfaccettature, saresti in grado di citare quali e quante "versioni ufficiali" siano state proposte negli anni dall'Establishment?

R: Sono solo quelle conosciute al grande pubblico:

1. Il comunicato di Walter Haut dell'8 luglio 1947, nel quale la RAAF (Roswell Army Air Force) comunica il ritrovamento di un disco volante

2. Alcune ore dopo il Generale Ramey da Fort Worth comunica alla stampa che il disco volante era in realtà un pallone sonda

3. Nel 1995 l'Aeronautica pubblica il rapporto dal titolo The Roswell Report: Fact vs. Fiction in the New Mexico Desert, dove il pallone sonda diventa quello del Progetto Mogul. Il Progetto Mogul è stato declassificato nel lontano 1972.

4. Nel 1997 l'Air Force chiude il caso con The Roswell Report Case closed.

D: Sei a conoscenza di avvistamenti in cui l'oggetto volante rilevato sia assolutamente paragonabile, per forma e dimensione, a quello che i testimoni del caso Roswell descrivono?

R: Bella domanda ma sinceramente non so risponderti. Il problema è che alcuni pseudo-testimoni, come per esempio Frank Kaufmann, hanno mentito. Un archeologo avrebbe detto che la forma era quella di un aereo senza ali con lo scafo molto spesso. Ragsdale, altro testimone con indice di attendibilità basso, (almeno una volta mentì), disse che l'oggetto assomigliava ad un aereo con ali strette, sottili. Frankie Rowe, la figlia del pompiere Dan Dwyer, disse che il padre le raccontò di aver visto i rottami di un velivolo senza però poter distinguerne la forma.
Carey e Schmitt raccolsero alcuni anni fa altri resoconti: il Caporale Raymond Van Why del 390° di stanza a Roswell era della Polizia Militare. Egli disse alla moglie che il velivolo aveva la forma di un disco circolare. Ed Sain era nel 1947 un soldato semplice e apparteneva anch'egli al 390°. Il figlio disse ai due ricercatori che il padre gli raccontò che l'oggetto era la cosa più strana che vide nella sua vita.

D: Sappiamo che da tempo stai lavorando al tuo libro che dovrebbe essere terminato per la fine dell'anno. Puoi darci qualche anticipazione sul contenuto e magari, qualche informazione inedita? Hai già pensato al titolo?

R: Mi auguro che il libro sia disponibile per una data ben precisa, forse hai già capito quale. Riguardo al contenuto, posso dirti che stò analizzando nei dettagli diversi aspetti della storia, partendo da quando Mack Brazel scoperse i rottami, con chi parlò prima di recarsi a Roswell dallo Sceriffo Wilcox, che cosa succedeva alla base, se Walter Haut subì delle sanzioni disciplinari dopo aver rilasciato il comunicato stampa, come interpretare la seconda dichiarazione giurata dello stesso Haut, il quale dopo decenni di silenzio avrebbe detto ad alcuni di aver visto anche lui dei corpi alla base, dove sarebbero stati posizionati i check points dei militari, quanto valgono i racconti su presunti corpi ritrovati nella zona del crash, se è ragionevole pensare che si fosse trattato di un esperimento con cavie umane e molto altro.
Si tratta di una ricerca indipendente, totalmente indipendente. Quando Paola Harris mi diede l'opportunità di parlare come relatore al convegno "Roswell 60 anni dopo" svoltosi a Roma il 1 aprile 2007, avevo la convinzione che a nord della contea si fosse schiantata un'astronave aliena. Poi compresi di aver sbagliato approccio. Non potevo avere una posizione di parte, perchè se hai una posizione di parte l'indagine ne risente e diventa faziosa. Solo liberandosi da preconcetti e stereotipi si può ancora scoprire qualcosa di importante. Ti ricordi al tempo della Guerra Fredda? Esisteva la Nato e il Patto di Varsavia. Ma c'erano anche i paesi non allineati. Io sono un non allineato perchè l'accertamento dei fatti conta di più di quello che uno crede o spera. Quando qualcuno scrive un saggio del genere, prima di tutto deve svolgere un'indagine con un approccio storico-giornalistico, in piena libertà, senza chiedersi prima del tempo cosa potrebbe essere successo. Solo l'indagine ti può aiutare a capirlo. Riguardo alle novità, esse sono inserite in un contesto, il quale deve essere letto attentamente per essere compreso.
Sarebbe sprecato raccontarti qualcosa senza avere lo spazio per esporre nei dettagli il perchè e non aiutarebbe alla comprensione di un bel niente. Tuttavia posso dirti che fino a questo momento sono riuscito a raccogliere circa 15 testimonianze inedite di persone mai menzionate in precedenti libri. Riguardo al titolo, è meglio che non te lo dica per evitare che qualcuno me lo rubi...

Ti ringrazio per l'opportunità concessami.

[align=right]Paolo Martinuz[/align]


Ultima modifica di Bastion il 20/07/2010, 19:30, modificato 1 volta in totale.

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RAPPORTO DELL' FBI IN MERITO A ROSWELL


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IL MEMO DEL GENERALE RAMEY


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Mentre il Gen. Roger Ramey, nella foto in cui fu immortalato ( che lo ritraeva mentre mostrava ipocritamente un pallone “Mogul”ai giornalisti, convocati in una concitata conferenza stampa per sviare i sospetti dei giornalisti, avvisati della caduta di un Disco Volante ), reggeva in una mano un telegramma ( evidentemente appena giunto ) nel quale, dopo tutti questi anni, si è riusciti a tirare fuori, grazie a sofisticatissimi software informatici, qualche parola che ci può convalidare l'UFO-CRASH di Roswell !
A parte tutto quello che ormai sappiamo riguardo tale avvenimento, questo fatto è in un certo senso la diretta conferma dell'accaduto...
Ad aiutare a svelare il tutto è stato Donald R. Burleson, Direttore di un dei Laboratori di Informatica presso la Eastern New Mexic University, di Roswell.
Per condurre la propria indagine, si è avvalso della foto scattata nel 1947, ma tratta da documenti provenienti da Internet elaborandola al fine di ottenere il meglio decifrabile.
L'immagine è stata trasformata nelle dimensioni 2331x1881 pixel a 2400 dpi, in un file di 2.5 Megabyte. Questo per renderla ad alta risoluzione.
Poi è stata filtrata con un sofisticato programma ad uso commerciale, ma con il miglior software in campo scientifico: il LUCIS.
Il lavoro di Burleson ha messo in contraddizione quello che aveva dichiarato l'USAF: che era precipitato un pallone sonda.
Dal telegramma, comunque, si sono evidenziate ben 9 righe, tranne qualche carattere.

1° riga : “...RECO...OPERATION WITH ROSWELL “DISK” 074 “MJ”...AT THE...
( operazione di recupero con il DISCO di Roswell 074 MJ....al )

2° riga:”THE VICTIM OF THE WRECK AND FORWARD TO THE...
( le VITTIME del disastro e traslate al... )

3° riga: “...TEAM AT FORT WORTH, TEXAS.
( ...il Gruppo di Fort Worth, Texas...)

4° riga: “....M-SS...ON THE “DISK” MUST HAVE SENT TWX A3-JM40 ADVANCED...
(...messaggio sul DISCO deve inoltrarsi a TWX A3-JM40 avanzato...)

5° riga: “ ...URGENT POWERS ARE NEEDED SITE TWO AT CARLSBAD, NMEX...
( ...poteri sono urgentementi richiesti nel Sito Due a Carlsbad, Nuovo Messico...)

6° riga “...L – D SAFE TALK NEWSPAPER MEANING OF STORY AND A-...
(... in un discorso sicuro il significato dato dai giornali alla storia e...)

7° riga”...ONLY TURN ...T TOP OF WEATHER BALLONS 400- KW WAVE....
(...dirigere solo...in cima palloni atmosferici con lunghezza d'onda di 400 Kw...)

8° riga: “...9 AND LAND L...DENVER CREWS...
(... e atterrato ...equipaggi da Denver...)

9° riga: “ TEMPLE” ( firma )

Temple, un nome sconosciuto, l'unico indizio sembra essere un codice utilizzato dall'F.B.I. che corrispondeva proprio alla dicitura TEMPLE.
Lo stesso direttore dell'F.B.I. J. Edgar Hoover, utilizzò questo stesso codice.
Con queste poche, ma significative frasi, si può ricostruire lo scenario :
nelle vicinanze di Roswell un Oggetto di forma discoidale sarebbe stato recuperato da un gruppo di militari.
Insieme all'Oggetto Discoidale sarebbero stati recuperati dei corpi che sarebbero stati subito trasportati da detto luogo per essere esaminati sommariamente alla Base.
Si nota anche un'interessante linea-guida che indica l'urgenza di queste operazioni con una “copertura di palloni sonda”.

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Nota personale: Riguardo a questo memo più persone hanno provato a "leggerlo" e "ognuno" ha avuto delle diverse interpretazioni. Infatti chi sostiene la teoria del disco alieno ci ha letto questo, chi è reticente su questa teoria ci ha letto altro.


Ultima modifica di Bastion il 20/07/2010, 19:41, modificato 1 volta in totale.

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Ancora Roswell : una eccezionale nuova testimonianza


Il tempo è il nemico principale nelle indagini che riguardano gli eventi del 1947 perchè il passare dei decenni ha lasciato indietro la maggior parte dei testimoni diretti dell’episodio che ha cambiato il nostro rapporto con la questione “aliena”.

Ma per fortuna alcune testimonianze sono sopravissute e quella di June M. Crain rientra tra queste. Nel 1998, un anno prima di morire, probabilmente consapevole di questo, questa anziana signora di 72 anni contattò il ricercatore, ex ufficiale di polizia, James E. Clarkson confidandoli il suo diretto coinvolgimento nella storia.


Tutto questo episodio ha raggiunto il grande pubblico grazie al coinvolgimento di Linda Multon Howe, al cui sito vi rimando alla fine del post. Al Ryan Wood’s UFO Crash Conference recentemente tenutosi a Las Vegas, Clarkson ha fatto ascoltare un nastro sul quale aveva registrato l’intervista a June Crain.

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Jule M. Crain


L’intervista destò un grande interesse perchè le rivelzioni fatte dalla donna confermavano uno degli aspetti più controversi di tutto ciò che è seguito il crash nel New Mexico. Fatta eccezione per la testimonianza di Jessie Marcel Jr. non esistevano infatti testimonianze dirette di persone che avessero potuto vedere e toccare i resti dello schianto. Uno di questi “resti” era il famoso foglio metallico dotato di memoria, che ritrovava la sua forma originaria qualsiasi cosa gli venisse fatta. Il governo Usa ha messo a tacere questa “diceria” spiegandola con i fogli di alluminio che costituivano il bersaglio radar del pallone sonda e mentre per altri filoni di ricerca si è riusciti a smentire le affermazioni governative ( vedi manichini ) nel caso in questione invece non si era mai potuto fare un granchè.

June Crain, dopo il suo percorso formativo e le successive specializzazioni, finì per essere assegnata alla fine del 1942 al Air Materiel Command, di Wright Field Ohio ( poi divenuto Wright Patterson Field ) dove lavorando come impiegato giunse ad ottenere un livello di autorizzazione Q. ( en.wikipedia.org/wiki/Q_clearance )

Durante la sua permanenza presso lo AMC per ragioni del tutto casuali ebbe l’opportunità di vedere e toccare un pezzo di un materiale che secondo l’ufficiale che glielo aveva mostrato proveniva “Da una navicella spaziale”. Su invito dello stesso lei provò a stropicciarlo e tagliarlo con le forbici ma nonostante i suoi sforzi esso tornava sempre alla sua forma iniziale. Come ha raccontato più volte era grande quando un biglietto da visita, grigio e spessoo diversi millimetri ma eccezionalmente leggero. L’ufficiale, quando qualcuno entrò nella stanza, si affrettò a rimettere in tasca l’esotico reperto, dimostrando così che probabilmente non doveva ne averlo con sè ne tanto meno mostrarlo in giro.

A questo punto è bene ricordare che le credenziali di June Crain sono verificabili da diversi documenti, da lei stessa forniti, che dimostrano i suoi rapporti lavorativi con la base di Wright Field. La sua credibilità è importante anche perchè il suo racconto si è spinto oltre.

Un sergente maggiore, infatti, le avrebbe raccontato di esser stato alla guida di un aereo da trasporto che ospitò 4 cadaveri di esseri non umani. Questo sergente, di cui June ricorda solo il nome, li descrisse come “Piccoli uomini verdi”, poi volendo essere più preciso specificò che erano di un verde-blu e alti poco più di un metro.

Su http://www.earthfile.com potete trovare ulteriori dettagli e le trascrizioni delle interviste.

Non possiamo ancora porre la parola fine su Roswell. Interessante in questo senso è il lavoro dei due investigatori, Thomas J. Carey e Donald R. Schmitt, che ancora oggi scavano nei ricordi dei sopravissuti e letteralmente alla ricerca del sito dell’incidente. Una delle cose più rilevanti da loro scoperte è che ancora oggi alcuni testimoni diretti ed indiretti vengono costantemente intimati al silenzio con metodi non degni di uno stato democratico, ma ben noti alla comunità ufologica.


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L’EREDITA’ DI ROSWELL

UN COLLOQUIO CON IL DOTT. JESSE MARCEL JR.


I primi di luglio del 1947, qualcosa si è schiantato nel deserto non molto distante da Roswell, New Mexico.
Un allevatore di pecore, Mac Brazel, scoprì alcuni strani detriti metallici sulla sua terra. Non sapendo cosa fossero li
prese con se e li portò all’ ufficio dello sceriffo. Egli a sua volta contattattò la Roswell Army Air Force, che ospitava la 509a Bomb Wing, l'unica ala della bomba atomica presente al mondo in quel momento. La RAAF mandò due uomini a
Roswell per osservare quegli strani detriti. Uno di questi era il funzionario dell'intelligence Maggiore Jesse Marcel.
Il Maggiore Marcel si recò al ranch in questione e recuperò un po'di questo materiale. Sulla via del ritorno alla base si fermò, nelle prime ore del mattino, a casa sua. Svegliò la moglie e il figlio di 11 anni, Jesse Marcel jr.
Il Maggiore Marcel sparse una parte del materiale recuperato sul pavimento della cucina della sua casa incuriosendo e Jesse Jr. Di lì a poco sarebbero stati tutti coinvolti in quello che è diventato noto come l'Incidente di Roswell.
Il Maggiore Marcel scomparve nel 1980, ma non prima di aver raccontato la sua storia.
Durante il fine settimana di ottobre, 20 e 21 del 2007, la rivista UFO DATA tenne la conferenza annuale. Il tema di quell'anno fu il 60° anniversario dell'incidente di Roswell. Nel Regno Unito per la prima volta partecipò l’ormai Dott.
Jesse Marcel jr, figlio del Maggiore Jesse Marcel. È stato il relatore principale della manifestazione e, il 24 ottobre, ho avuto il piacere della sua compagnia.
Durante questa bella giornata di autunno ho colto l'occasione per mostrare al Dott. Marcel alcuni dei bellissimi paesaggi del North Yorkshire, Yorkshire Dales National Park e una delle sue numerose attrazioni storiche la Bolton Abbey in Wharfedale. Dopo una giornata di sole autunnale trovai il tempo per intervistare il Dott. Marcel sui suoi ricordi di quella mattina del l947.



Intervista di Philip Mantle al Dott. Jesse Marcel Jr



Mi parli un po'di lei. Chi è il Dott. Jesse Marcel jr?

Beh, mio padre era un ufficiale della base aerea dell’ intelligence a Roswell, New Mexico. Ho fatto le scuole
elementari in Roswell. Quando mio padre ha lasciato la vita militare ci siamo trasferiti in Louisiana dove mi sono
diplomato. Ho fatto una scuola di specializzazione e poi la scuola statale di medicina della Louisiana e mi sono laureato nel l961.

Credo che tu abbia anche prestato servizio nelle forze armate.

Sì. Sono entrato nel Marina degli Stati Uniti e ho girato il Pacifico occidentale, coinvolto nella crisi dei missili a Cuba. Sono stato in Giappone, Cina e Vietnam. Sono partito per un addestramento di specializzazione nell’ospedale navale dove sono diventato uno specialista in orecchio, naso e gola. Sono rimasto dieci anni nella marina. In seguito mi sono
trasferito a Helena, nel Montana. Dopo ho continuato nelle riserve. La Guardia Nazionale. Sono entrato nel 1972 mi sembra. Sono andato a scuola di volo per elicotteri e sono diventato chirurgo di volo. Mi sono finalmente ritirato nel l996.

Si è ritirato, ma mi sembra di capire che è nuovamente in servizio da poco.

Sì, mi sono ritirato per il mio 60° compleanno. Tuttavia, con il conflitto in Iraq sono stato chiamato di nuovo per il servizio attivo come chirurgo di volo e sono stato 13 mesi in Iraq in uno squadrone di elicotteri. Ho visto gran parte dell'Iraq da un elicottero Black Hawk.

Come un giovane Jesse Marcel, quanti anni avevi quando l'incidente di Roswell ha avuto luogo?

Avevo 11 anni a quel tempo.

In che data è successo?

È stato all'inizio di luglio del 1947, non sono sicuro della data esatta. Erano i primi di luglio, 1947.

Potresti raccontare le vicende di nuovo di quella mattina di inizio luglio, 1947?

Come ho detto, mio padre era l'ufficiale dell'intelligence di base. Il suo lavoro era proprio quello di indagare determinati eventi. E 'stato mandato in un ranch a nord-ovest di Roswell a raccogliere alcuni detriti da qualcosa che si era schiantato là vicino. E’ successo che la nostra casa era proprio sulla via del ritorno alla base, così portò il materiale dentro. Mio padre capì la natura insolita di questo (materiale). Così venne a casa, svegliò mia madre e me per farci dare un'occhiata a questi detriti che aveva trovato nel deserto, appena fuori di Roswell. Aveva già pre-posizionato il materiale sul pavimento della cucina. Egli disse: "Guarda! Credo che questi siano i resti di un disco volante".

Come erano questi detriti?

In realtà erano di tre tipi. Ce n’erano un sacco simili a fogli, sembravano fogli di alluminio da cucina di oggi. Alcune travi che avevano scritte molto strane o dei simboli. E alcuni di plastica nera. Le travi con i simboli sono state la parte più intrigante di tutta la faccenda.

Quindi sei stato tu ad identificare per primo questi simboli sulle travi o è stato tuo padre a farteli notare?

Beh mi piace pensarlo ma non ne sono sicuro. Mia madre ha detto che fu lei a notarli, ma mi piace pensare che sia stato io.

Che aspetto avevano le travi, quali erano questi simboli?

Erano di piccole dimensioni, da 12 a 18 pollici. Erano circa 3/8 di pollice di diametro. I simboli erano come forme geometriche stampate sulla parte interna della trave. Avevano un colore molto distintivo di porpora o viola. Erano solidi e non disegni, erano solidi.

Suo padre come le commentò?

Ha detto che sembrava la scrittura di un'altra civiltà.

Quindi, per quanto tempo lei ha visto questo materiale?

Probabilmente per circa 15 o 20 minuti in totale. E poi ho aiutato mio padre a metterlo in una Buick del l942. Poi non so se tornò alla base quella stessa notte o aspettò la mattina successiva. Ma lo portò alla base.

Quindi lei era consapevole dell'eccitazione in città nel momento in cui la RAAF emesso il suo comunicato stampa in cui dichiarava di aver del materiale dallo schianto di un disco?

Beh sa, ero impegnato in sella alla mia bicicletta e non ho prestato attenzione a quanto la gente diceva e io non ho visto il giornale.

Quindi suo padre partì per qualche giorno.

Quando portò il materiale alla base se ne andò per un periodo di tempo, non sono sicuro diquanto tempo. Ciò che compresi fu che il Colonnello Blanchard, comandante della base, gli ordinò di portare i detriti al Fort Worth Army Air Field, dove il generale Ramey dell’ ottava divisione dell’Air Force potesse vederlo. Non so esattamente per quanto tempo se ne andò, so solo che ci fece sedere e ci disse di non parlare ancora di quanto accaduto. Trattarlo come un
non-evento, che non è successo, punto.

Quindi, quando siete venuti a conoscenza della spiegazione ufficiale, cioè che non si era trattato di un disco volante, ma di un pallone meteorologico?

Non ne sono esattamente sicuro, ma sarebbe stato anni dopo, perché me lo tolsi completamente dalla mente, non ci pensai più.

Ha mai parlato con i suoi amici di questo?

No. Era un argomento tabù.

Quindi, negli anni successivi, suo padre è stato contattato, nel 1978, da un ricercatore UFO, Stanton Friedman. Suo padre ne parlò con qualcuno negli anni a venire?

Raramente, tra di noi!. A volte al negozio di alimentari, vedevamo alcuni giornali con titoli sensazionali come 'Sono stato catturato da un venusiano' e noi ci guardavamo in faccia come a dire 'noi conosciamo la vera storia'.

E naturalmente c'è un altro testimone, sua madre. Che cosa fece?

Sa, lei era una casalinga nel 1940. Non ha detto un granché, il suo posto era in cucina, per così dire. Quindi non ha parlato molto. Naturalmente ero fuori città quando Stanton Friedman venne ad intervistare mio padre. Stavo facendo il tirocinio di medicina a Helena, nel Montana.

Quindi eri fuori.

Sì.

È passato un po'di tempo da quando suo padre è morto. Si sente di dover aggiungere qualcosa alla storia da quando la sua storia è divenuta nota?

Beh, lo chiamavo ogni settimana la domenica credo che fosse. Parlavamo brevemente di questo per rinfrescare i nostri ricordi, di come era e mi ha confermato quello che mi ricordavo. E mi ricordo una delle ultime conversazioni che ho avuto con lui, si, era appena andato a Roswell su richiesta di una delle stazioni televisive di New Orleans. Andarono al campo e quando gli parlai e scherzosamente gli dissi "Ne è rimasto qualcuno?", sue parole furono "No, lo hanno ripulito tempo fa".

Ci parli un po’ di suo padre.

Era un militare.

Per esempio, cosa ha fatto durante la seconda Guerra Mondiale?

Beh, è stato con il 509° gruppo bombardieri, l'unità che sganciò le bombe atomiche sul Giappone. Ha fatto un sacco di formazione con loro, era l'ufficiale di intelligence per tale unità. Erano un gruppo di raccolta. Non erano persone che volavano di notte, così è stato qualificato per questo. Egli era nel Pacifico occidentale durante la guerra e poi in preparazione del lancio della bomba atomica sul Giappone era a Tinian dove il B29 decollò per far sganciare le bombe su Hiroshima e Nagasaki.

Prima dell’incidente di Roswell, nel 1947, successe che suo padre ed altri, scambiarono un pallone meteorologico con un riflettore radar collegato ad esso. Suo padre era qualificato per distinguere un pallone da un riflettore radar?

Era molto qualificato, era andato a scuola radar poco tempo prima e sapeva distinguere bene un obiettivo radar da un pallone meteorologico. E anche l'attrezzatura ad essi correlata, quindi sapeva che quello che stava guardando non era un pallone meteorologico o un obiettivo radar e lo posso confermare.

Quindi, se dobbiamo credere alla spiegazione ufficiale, per amor di discussione. E' stato un pallone meteorologico e suo padre si era sbagliato. Nella sua carriera militare è stato mai rimproverato, degradato o messo da parte? Per così dire.

No, ho visto il suo libretto militare e le sue relazioni di valutazione ufficiale ed erano sempre di ottima qualità. Egli era rispettato, come un individuo altamente addestrato e non è mai stato rimproverato o ha subito alcun tipo di degrado a causa di una sua errata identificazione.

E più tardi nella sua carriera, quale era il suo grado?

Tenente colonnello.

Quindi è stato promosso?

Sì, fu promosso indipendentemente dal fatto di Roswell.

E dove finì la sua carriera militare?

È stato a Washington, non al Pentagono, in un altro ufficio, non ho mai saputo dove, ha concluso la sua carriera a Washington DC. Si dimise dalla Air Force perchè voleva tornare in Louisiana. Penso che ne avesse abbastanza della vita
militare e fosse un po' sfiduciato da ciò che stava succedendo in quel momento con la Guerra di Corea e volesse tornare a casa.

Quindi lei ha appena tenuto un discorso alla conferenza annuale della rivista UFO DATA. Ora, una delle cose di cui ha parlato è stato il fatto che lei è stato invitato a Capitol Building, potrebbe dirci un po'di più in merito?

Ero occupato nel mio ufficio a casa a Helena e la mia segretaria venne da me e mi disse che vi era un signore al telefono che voleva parlare con me. Le dissi che al momento ero occupato con un paziente e di prendere il numero. Lei tornò dicendomi che la persona insisteva per parlare con me. Così presi il telefono. La voce disse: “So che andrà a
Washington DC per un incontro” e io risposi che aveva ragione.
Disse che voleva parlare con me del fatto di Roswell. Mi disse di chiamarlo al momento del mio arrivo. Così, quando arrivai a Washington e andai al motel, c'era un suo messaggio nella segreteria, quindi sapeva dove avrei alloggiato. Mi voleva incontrare il giorno dopo al Capitol Building, nella stanza 228. Così ho camminato fino al Campidoglio e mi presentai lì, era una persona molto piacevole. Mi disse che dovevamo parlare di Roswell. Così dissi ok. Mi chiese se volessi parlare in una stanza più sicura. Dissi di no, perché non avevo intenzione di dire qualcosa che non avessi già
detto altre volte. Mi disse che aveva lui qualcosa da dirmi, così andammo a parlare in una stanza sicura. Abbiamo preso l'ascensore che andò giù a molti livelli al di sotto del Campidoglio dove c'era un gruppo di sale molto ben arredate per persone di alto rango. C’era un libro su Roswell posizionato sulla scrivania, indicò il libro e disse: "Questa
non è finzione". E io replicai: “Bene! Io so che non lo è! Allora quando lo direte a tutti?”. Mi disse che se fosse per lui lo
avrebbe già detto anni fa ma non è così.

Ma chi era quest'uomo? Era un funzionario del governo?

Il suo nome era Dick D'Amato. Si è qualificato come agente della NSA o della NSC. Così gli dissi quello che sapevo sulla vicenda Roswell. Mi chiese se fossi mai stato minacciato da nessuno. Gli dissi di no. Disse che sapeva di persone che erano state minacciate. Così scrisse il suo nome su un pezzo di carta e il suo numero di telefono, dicendomi di chiamarlo in caso di minaccia. Non ne ho mai avuto bisogno.

Negli ultimi anni ci sono stati tentativi di infangare il buon nome di suo padre. Se non si può distruggere il messaggio allora distruggi il messaggero. Che cosa ha da dire su questo?

Lo prendo come parte del gioco, lei e io sappiamo che ci sarà sempre gente che, secondo il loro programma, vorranno
distruggere ogni notizia sugli UFO o dischi volanti o di Roswell. Fa parte del gioco.

Ora penso di affermare il giusto dicendo che nel corso degli anni si è trovato a parlare con le altre persone coinvolte nell’incidente. C'è qualcuno che esce dalla folla per la sua convincente testimonianza?

Ci sarebbe Bill Brazel, il figlio del proprietario del ranch, che prese un pezzo del relitto prima della pulizia. Lo ha messo nella sua bisaccia e qualche tempo dopo in un bar di Corona si è ubriacato e ne ha parlato. Poi un paio di giorni dopo qualcuno bussò alla sua porta e gli chiese di riconsegnarlo.

Ve lo ha mai descritto? Non aveva nulla di insolito?

È stato descritto come un foglio di (materiale), proprio come avevo visto io.

La gente ha detto che era una specie di metallo particolare. Forse Bill Brazel disse qualcosa a riguardo?

Lui no, ma mio padre si. Disse che se lo piegavi, si spiegava da solo. Ma non l‘ho visto di persona.

Suo padre ha mai accennato all’infrangibilità del materiale?

Raccontò un evento in cui uno degli uomini nel suo ufficio prese uno dei pezzi più grandi e lo colpì con una mazza, non gli fece nulla.

Ora che abbiamo appena superato il 60 ° anniversario dell'evento di Roswell e ha pubblicato il suo libro “L‘eredità di Roswell“, mi dica un po’ di più sul libro e perché ha deciso di pubblicarlo ora.

Beh, sto andando in là con gli anni e non c'è rimasta molta gente che abbia una conoscenza diretta di questo evento. Così ho voluto mettere nero su bianco la mia storia, i miei pensieri, perché credo che i fatti di Roswell fossero un vero e proprio UFO proveniente da qualche altro luogo. Ho voluto raccontarlo finché ero in tempo. Specialmente dal momento che è stato richiamato in servizio attivo in Iraq.
Ho cominciato a scrivere il libro mentre ero in Iraq. In quel luogo ti rendi conto della tua mortalità. Una notte, un colpo di mortaio nelle vicinanze. Non indossavo il giubbotto antiproiettile, ma in seguito ho cominciato a mettere il mio portatile nel mio giubbotto antiproiettile per proteggerlo. Se fossi stato colpito almeno il libro sarebbe sopravvissuto.

Ha intitolato il libro “L‘eredità di Roswell“. Secondo lei qual è l'eredità dell’Incidente di Roswell?

L'eredità è quella di riconoscere il fatto che non siamo soli in questo universo. Che ci siano altre civiltà là fuori e ancora più importante che sanno come arrivare da noi, quindi sono più avanzate. E penso che uno dei messaggi è che sono più avanti di noi in modo da essere probabilmente sopravvissuti alla loro adolescenza nucleare.
Quindi, se il messaggio è che gli altri possono sopravvivere a questa guerra, forse possiamo farlo anche noi.

Un'ultima cosa. La posizione ufficiale della United States Air Force rimane che l'incidente a Roswell fu un pallone, o addirittura il Progetto Mogul, che è ugualmente un pallone. Che ne dice di questo?

Beh un pallone è un pallone. La missione del Progetto Mogul era top secret, ma il materiale utilizzato era materiale di
scaffale, obiettivi radar e palloni. Non c'era differenza, era la missione ad essere diversa.

Lei ha visto le fotografie di suo padre fatte a Fort Worth, subito dopo l'incidente. Stava tenendo questo relitto sul terreno?

No, decisamente no! Sa qual è la cosa buffa di tutta questa faccenda? Se guarda la faccia di mio padre quando alza questo obiettivo radar. Ha la faccia come dire:“ State scherzando, questa roba non è vera, lo hanno cambiato!”

Quindi cosa diresti a chi dubita dell'idea extraterrestre dello schianto di Roswell?

Rimanete sintonizzati e guardate il cielo, perché sono là fuori.

Dott. Jesse Marcel, la ringrazio molto. Devo dire che è stato un vero piacere passare la giornata con il Dott. Jesse Marcel jr e aver trovato il tempo per un colloquio con lui. Indipendentemente dalle vostre riflessioni su quello che è
successo a Roswell non si può mettere in dubbio l'onestà e la sincerità di quest'uomo.


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MessaggioInviato: 30/07/2010, 19:02 
ARTICOLO DI GIORNALE ITALIANO SU ROSWELL


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MessaggioInviato: 08/08/2010, 10:38 
STANTON FRIEDMAN E BRUCE MACCABEE PARLANDO DI ROSWELL




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