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MessaggioInviato: 11/07/2011, 14:39 
RAPIMENTI ALIENI: QUALE REALTA'?



Quelli che credono di essere stati rapiti dagli alieni si sono sempre collocati nelle frange più estreme della scienza, e la recente affermazione da parte della setta ufologica dei Raeliani di aver clonato un essere umano non riesce a portare i "rapiti" nel giro.
Rael, il leader della setta, sostiene che degli alieni con gli occhi a mandorla l'avrebbero strappato da un vulcano e portato in udienza con Gesù, Budda e Maometto. Ciascuno di loro gli averbbe confermato che gli umani discendono dagli extraterrestri. Per la setta di Scientology fondata da Ron Hubbard, gli esseri umani sarebbero alieni reincarnati.
Ma per ogni Rael o Ron ci sono centinaia di persone comuni che affermano di essere state rapite dagli alieni. Queste persone non sono dei guru. Combattono da soli con memorie di messaggi incomprensibili, paralisi temporanee e creature umanoidi sospese sui loro letti. Non sempre le loro storie convincono, ma le loro menti sì: i test psicologici confermano che i "rapiti" sono solo raramente psicotici o malati di mente. Secondo un recente sondaggio circa 3 milioni di americani credono di avere incontrato luci brillanti e di portare addosso strani segni corporali che potrebbero indicare un possibile incontro con gli alieni.
È un dilemma che polarizza i ricercatori dell'università di Harvard. Da una parte un battagliero psichiatra arroccato nelle proprie posizioni, John Mack (M. D.), sostiene che queste esperienze non possono essere comprese dalla tradizione scientifica razionalista occidentale. Dall'altra i ricercatori del dipartimento di psicologia, Richard McNally e Susan Clancy (Ph. D.), ribattono che la spiegazione, per quanto abbia molte sfaccettature, è quasi ilare nella sua semplicità.
Mack, della Harvard Medical School, è un paladino di lunga data dei "rapiti" dagli alieni e una specie di re dei filosofi del paranormale. Il suo bestseller del 1994 "Abduction: Human Encounters With Aliens" (stampato in Italia nel 1995 col titolo "Rapiti! Incontri con gli alieni") attirò l'attenzione internazionale con la tesi che i soggetti da lui interrogati che avevano avuto di queste esperienze erano stati probabilmente rapiti dagli alieni.
Più di recente, McNally e la Clancy hanno portato i rapimenti alieni in laboratorio per studiare i traumi e le memorie recuperate in un ambiente controllato. Sono convinti che le scoperte che hanno fatto possano spiegare l'intera esperienza del "rapimento", compreso il rifiuto dei "rapiti" di accettare che i loro trascendenti incontri in technicolor con gli alieni non sono altro che fuochi di paglia nel cervello.
Gli scontri ideologici che ci sono stati ad Harvard sull'interpretazione delle esperienze anomale risalgono al mandato di William James di circa un secolo fa presso l'ateneo. Sia Mack che James hanno studiato psicologia dopo una formazione in medicina e hanno provato a riempire il vuoto tra psicologia e spiritualità, solo per subire un rifiuto dal potere costituito di Harvard. Per James questo culminò con "La varietà dell'esperienza religiosa", un lavoro in cui viene rifiutato uno standard di prove rigoroso per le esperienze divine. «Ci sono una letteratura clinica e una sperimentale, ed esse non fanno riferimento l'un l'altra», afferma Eugene Taylor (Ph.D.), un biografo di James e uno storico che tiene lezioni di psicologia alla Harvard Medical School. Mack è un clinico che fa osservazioni sull'esperienza umana, in opposizione agli scienziati cognitivo-comportamentali che dicono che ciò che non può essere misurato in laboratorio non esiste. Quando viene gente che crede di essere stata rapita da alieni venuti dallo spazio le due fazioni concordano solo su una cosa: "queste persone non sono quasi mai degli psicotici", dice McNally. «Non stanno mentendo. Ma Mack propone una serie di spiegazioni che sono - a esser generosi - forzate».
Will Bueche, un regista radio-televisivo di 34 anni, ha avuto per molto tempo delle paralisi e visioni notturne che "non si spiegano e sembrano fuori posto". Per anni le aveva considerate semplici suggestioni, finché non cominciò a vedere creature anche da sveglio. Alcuni "rapiti" hanno incontri molto più traumatici. Peter Faust, un agopunturista quarantacinquenne, crede di aver subito anni di esplorazioni sessuali da parte di creature incappucciate che gli avrebbero inserito dei microchip nell'ano stimolandolo all'eiaculazione. Dopo otto regressioni ipnotiche con Mack e una serie di test psicologici nei primi anni '90, Faust ha concluso di essere stato soggiogato da una femmina di ibrido umano-alieno con cui avrebbe generato una numerosa discendenza.
La narrazione dei rapimenti è per se stessa uno strano ibrido: umilianti violazioni chirurgiche mitigate da una consapevolezza cosmica. Chi ha sperimentato questi fenomeni cammina attraverso finestre e muri e tunnel spazio-temporali per raggiungere il lettino chirurgico dell'astronave, dove vengono estratti gli ovuli di giovani donne e viene raccolto tramite sifoni lo sperma degli uomini.
Nonostante si sveglino feriti e violati, i rapiti dicono che il loro amore per le creature del campo alieno può superare ogni vincolo umano e generare un senso di unità oceanica con l'universo che può rivaleggiare con quella di chi medita nel campo umano. Faust dice di aver «realizzato che non siamo soli nell'universo. La fuori ci sono esseri che si interessano di noi. Ma arrivare a questo punto è un lungo, difficile viaggio, pieno di gente che vuole negare la tua esperienza».
Spiegazioni legate alla personalità per cui persone senza psicopatologie manifeste riferiscono di incontri con gli alieni hanno proliferato rapidamente tra i film di successo sugli extraterrestri. Lo psicologo Roy Baumeister (Ph.D.) della Case Western Reserve University sostiene che i rapporti di rapimenti potrebbero essere fatti da "masochisti" che inconsciamente vorrebbero rinunciare al controllo sulla propria vita. La perdita di controllo è manifesta negli umilianti incontri con un razza aliena. Dobbiamo riconoscere che c'è un eccesso di elaborazione sessuale nei rapporti dei rapimenti; in uno studio fatto sui "rapiti", l'80% delle donne e il 50% degli uomini ha raccontato di essere stata esaminata nuda su un tavolo da esseri umanoidi. Infatti, molti "rapiti" incolpano gli alieni di disfunzioni sessuali e disturbi emozionali.
Gli psicologi hanno a lungo congetturato che i "rapiti" potessero essere inclini a fantasie e all'essere "assorti", la propensione a sognare ad occhi aperti o a rimanere incantati dai romanzi. Sia i "rapiti" dagli alieni che una gran numero di quelli che si ritrovano a fantasticare denunciano false gravidanze, esperienze extracorporee e apparizioni. Alcuni psicologi speculano sul fatto che persone come Will Bueche e Peter Faust siano semplicemente individui naturalmente predisposti agli incontri con un recettività accentuata rispetto esperienze anomale. Quale che sia il caso, Bueche e Faust hanno trovato un ascoltatore ben disponibile in John Mack...
Mack è stato alla Medical School di Harvard dal 1955, e nel 1982 ha fondato il "Center for Psychology and Social Change" (ora "John E. Mack Institute" - dopo la sua morte nel 2004), ubicato in una casetta gialla di legno proprio dietro il campus universitario. Il Centro si propone, tra le altre cose, di studiare le esperienze anomale. Ha la propria casella postale a Cambridge (Massachusetts) ma l'edificio è vicino al confine con Somerville. L'indirizzo è una prcisa linea di demarcazione per un clinico che è passato dalla scienza convenzionale e gli stati alterati di coscienza molto prima della pubblicazione di "Rapiti!".
Mack ha fondato il dipartimento di psichiatria all'ospedale di Cambridge (Massachusetts) nel 1969; un programma che ha per lungo tempo attratto psichiatri innovativi legati alla cultura orientale. Nel 1977 Mack vinse il premio Pulitzer per "A Prince of Our Disorder, a biography of T. E. Lawrence", una biografia di Lawrebce d'Arabia. «Mack è in comunicazione dinamica con l'umanità», dice Eugene Taylor.
John Edward Mack (1929-2004) Mack ha abbracciato tradizioni che vanno dalla psicoanalisi freudiana alla meditazione guidata di Werner Erhard. Nel 1988 cominciò a praticare la respirazione olotropica di Stanislav Grof, una tecnica che sarebbe in grado di indurre uno stato di coscienza alterato tramite una respirazione rapida e profonda e musica evocativa. Mack crede di aver recuperato la memoria della morte di sua madre, avvenuta quando lui aveva solo 8 mesi di età. «Sono cresciuto in una tradizione di indagine», dice Mack. «Se incontri qualcosa che non rientra nella tua visione del mondo, è più intellettualmente onesto dire 'forse c'è qualcosa che non va nella mia visione del mondo' che non tentare di far rientrare le tue scoperte in una credo esistente».
A 73 anni Mack ha un portamento regale nonostante il suo incedere curvo. Il suo viso armonioso, profondamente segnato e i suoi severi occhi blu sono sobriamente interessanti; ha presto guadagnato la fama di pronto soccorso emozionale tra i "rapiti" che ha intervistato. Questi, compresi Faust e Bueche gli stanno dietro come accoliti, spesso ripetendo a pappagallo le sue teorie.
Mack ha usato la regressione ipnotica per recuperare memorie dettagliate di 13 incontri con gli alieni, tutte descritte nel suo libro. Al momento ha intervistato più di 200 "rapiti". Dice che in definitiva ha sposato i rapporti sui rapimenti principalmente perché ha trovato i suoi soggetti mentalmente competenti. Alcuni erano anche altamente traumatizzati e i più erano riluttanti a farsi avanti e abbastanza scettici a proposito delle loro esperienze.
Mack difende l'uso di tecniche estremamente controverse come l'ipnosi regressiva (pratica considerata pesudoscientifica dalla maggior parte degli scienziati) perché da più valore alla narrativa sperimentale piuttosto che ai dati empirici.
Quando si intervista un "rapito" si è «in presenza di uno che dice la verità, un testimone di una realtà inoppugnabile, spesso sacra». Mack dice di essere rimasto colpito quando i suoi soggetti gli dicevano di ricevere avvertimenti telepatici sulla decimazione delle risorse naturali da parte dell'uomo. «Pensavo che la cosa riguardasse solo alieni che prendevano ovuli e sperma e che traumatizzavano le persone», ammette Mack. «Fui sorpreso scoprendo che si trattava di qualcosa si informativo».
La Harvard Medical School, da parte sua, rimase stupita che Mack credesse di essersi imbattuto in qualcosa di più che un insieme di sintomi psichiatrici sottostimati.
Dal 1994 al 1995 Arnold Relman (M.D.), professore emerito di medicina, presiedette un comitato ad-hoc che condusse un'indagine di 15 mesi sull'operato di Mack coi "rapiti". «John ha fatto delle buone cose in carriera e ha guadagnato molto rispetto. Il suo comportamento sui rapimenti alieni ha deluso molti suoi colleghi», dice Relman. L'indagine si concluse con molti mugugni ma senza una censura formale. Mack, tuttavia, fu incoraggiato a seguire un approccio multidisciplinare nel suo studio del fenomeno. «Nessuno mette in dubbio il diritto di John di indagare su questa faccenda», sospira Relman. «Diciamo solo che, se lo fai, allora fallo in modo oggettivo e accademico».
Nella primavera del 1999 Mack invitò astrofisici, antropologi e un analista junghiano che studiava le esperienze anomale in seguito ai trapianti di organi, presso la Harvad Divinity School (facoltà di teologia e studi religiosi), dove discussero con professionisti della saluta mentale e "rapiti". Un partecipante era il professore Richard McNally, un esperto di processi cognitivi e disturbi dovuti all'ansia.
McNally disse all'assemblea che «gli aspetti legati al sonno di queste esperienze possono essere correlati a diverse parti del ciclo REM». Si riferiva al fenomeno della paralisi nel sonno, ma esitò a parlarne apertamente. Molti "rapiti" considerano il fenomeno della paralisi nel sonno una spiegazione troppo banale per le loro esperienze, così McNally non utilizzò quel termine per paura di "alienarsi" proprio i soggetti che voleva reclutare.
La paralisi nel sonno, detta anche paralisi ipnogogica, è un fenomeno comune: il 60% delle persone ne ha avuto almeno un episodio. Il cervello e il corpo si desincronizzano momentariamente al risveglio dal sonno REM. Il corpo rimane paralizzato, come avviene normalmente durante il ciclo REM, ma la mente è semi-lucida o anche completamente conscia dell'ambiente circostante, anche - secondo uno studio giapponese - se gli occhi sono chiusi. L'esperienza non può essere tecnicamente classificata né come veglia né come sonno. Per alcune sfortunate persone questa leggera paralisi è accompagnata da orribili allucinazioni visive e uditive: luci brillanti, senso di soffocamento e la convinzione che sia presente un intruso.
I giapponesi lo chiamano kanashibari e lo rappresentano come un demone che cammina sul petto di uno sventurato; i cinesi lo chiamano gui ya, o pressione dello spirito. In Romagna prende nome di Mazapégul (uno spiritello dispettoso della tradizione popolare).
«La paralisi notturna rappresenta un terreno fertile per le fantasie ipnopompiche». La fase ipnopompica è quella in cui si passa dal sonno alla veglia e il cervello si trova in uno stadio intermedio queste due condizioni, per cui un sogno può estendersi alla fase di veglia. «I circuiti del cervello attivati durante il sogno», spiega Ronald K. Siegel (1992), «inviano segnali - come l'immagine di un intruso - alla corteccia cerebrale, dove sono elaborati come se provenissero dall'esterno. Dunque, le immagini del sogno si estendono alla fase di veglia e il dormiente percepisce immagini visive (o ha sensazioni in altre modalità sensoriali) entro il contesto della reale camera da letto. Il nostro cervello riconosce in che stato si trova veglia o sonno solo dal contesto circostante. Nei sogni, il contesto è di immagini disorganizzate e ciò comunica al cervello che sta dormendo. Nello stato di paralisi/fantasia-ipnopompica il contesto è di percezioni organizzate e il cervello conclude di essere sveglio nonostante la natura molto differente delle percezioni. Così, dunque, il cervello viene ingannato da simili sogni allucinatori».
La paralisi nel sonno con allucinazioni ipnopompiche può essere così inaspettata e terrificante che in genere le persone credono di essere colpite da gravi disturbi neurologici o di stare per impazzire. Quando ci si trova davanti a queste prospettive gli alieni non sembrano più un'alternativa così nefanda.
Però paralisi nel sonno e "rapimenti" non vanno sempre a braccetto. Si consideri per esempio il caso di "Janet", una redattrice di 52 anni di Chicago. Undici anni fa subì una terrificante esperienza extracorporea mentre stava a letto. Janet vide la sua testa stretta in una morsa mentre un gruppo di uomini stava a guardare. Immagini confuse furono proiettate sul retro dei suoi occhi, visioni che paragonò a un «ologramma tridimensionale che incideva qualcosa nella mia testa». La prima cosa cui pensò quando si risvegliò fu un brutale assalto sessuale di cui una volta aveva letto qualcosa. McNally pensa che sia il senso di impotenza derivante dall'essere immobilizzati che innesca associazioni con pratiche sessuali invasive.
Janet sperimentò orrore e vulnerabilità al risvegliarsi di questi messaggi che non riusciva a decifrare, e cercò l'aiuto di numerosi terapisti. Ma disse di non aver «mai pensato che ciò avesse a che fare con gli alieni. Pensai che fosse qualcosa che veniva dalle profondità del mio subconscio».
Allora perché alcune persone che sperimentano violente allucinazioni quando stanno per svegliarsi o addormentarsi concludono di essere stati rapiti? Una possibilità è che le persone ricamino sulle proprie esperienze durante la regressione ipnotica. Ma McNally e Susan Clancy ipotizzano che i "rapiti" non siano solo suggestionabili sotto ipnosi; creano invece attivamente delle false memorie. Sono giunti a questa conclusione studiando una delle questioni più controverse della psicologia odierna: la sindrome della falsa memoria.
La questione se la gente reprima o meno i ricordi traumatici fu messa in rilievo 15 anni fa, quando i pazienti sotto psicoterapia cominciarono a recuperare in modo sempre crescente ricordi di abusi sessuali, spesso attraverso tecniche porose come la regressione ipnotica e il vissuto immaginativo catatimico.
Alcuni psicologi cognitivi, compreso McNally, hanno argomentato che la gente sopprime raramente le memorie di abusi e traumi; è anzi più probabile rievocare l'incidente. Le vittime di abusi sessuali rimangono in silenzio «non perché incapaci di ricordare ma perché si tratta di un segreto terribile», dice McNally. Altri professionisti sostengono che le memorie traumatiche possono essere facilmente represse attraverso specifici meccanismi dissociativi.
Nel 1996, McNally e la Clancy furono i primi ricercatori a esaminare la funzione mnemonica di donne che credevano di aver recuperato ricordi di abusi sessuali nell'infanzia. Scoprirono che queste donne in laboratorio erano significativamente più prone a creare false memorie di eventi non traumatici rispetto a donne che avevano sempre ricordato di aver subito abusi sessuali o donne che non ne avevano mai subiti (i risultati sono descritti nel libro di McNally "Remembering Trauma").
I falsi ricordi furono accertati chiedendo ai soggetti di studiare semanticamente delle parole correlate (come caramella, zucchero, torta, biscotto) e poi di identificarle in una lista che contenesse dei falsi bersagli come "dolce"; parole che sono tematicamente simili ma che non erano state precedentemente presentate. I membri del gruppo coi ricordi recuperati erano di gran lunga i più proni a credere di aver visto i falsi bersagli.
Ma McNally e la Clancy non poterono accertare se le donne avessero effettivamente subito degli abusi sessuali. Dal momento che è contrario all'etica professionale creare false memorie di traumi, i ricercatori fecero la successiva miglior cosa possibile: crearono un gruppo i cui ricordi recuperati fossero quelli meno probabilmente accaduti realmente. Si trattava, ovviamente, dei "rapiti" dagli alieni.
McNally e la Clancy riunirono un gruppo di persone che credevano di aver recuperato (in genere sotto ipnosi) ricordi di rapimenti da parte di alieni e un gruppo dai ricordi repressi i cui membri credevano di essere stati rapiti ma non avevano memoria conscia dell'evento. Questo gruppo aveva desunto il rapimento da abrasioni fisiche, dall'essersi svegliati in strane posizioni e a volte semplicemente dalla loro propensione per la fantascienza. C'era poi un gruppo di controllo con propensioni più terrestri che non avevano dichiarato alcuna esperienza di "rapimento".
I gruppi coi ricordi recuperati e repressi esibivano alti tassi di false memorie nel test del riconoscimento delle parole. Quelli con memorie "integre" di rapimenti andavano peggio di quelli che credevano che i loro ricordi fossero stati repressi.
Ma non potrebbe darsi che questo tipo di falsi ricordi sia funzione di un deficit di memoria incorso durante le esperienze traumatiche? No, afferma la Clancy: «i superstiti di traumi reali esibiscono una vasta gamma di problemi di memoria. Quelli con ricordi recuperati di traumi - sia che si tratti di abusi sessuali o rapimenti alieni - esibiscono solo un tipo di disfunzione: la tendenza a creare false memorie».
Alle 10.25 di mattina del 2 agosto 1980 una bomba piazzata da terroristi neofascisti esplose nella Stazione Centrale di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone più di 200. L'orologio posto sul piazzale della stazione si fermò a quell'ora. Tutti ricordano distintamente che è stato lasciato fermo da allora per ricordare la strage e da allora chi passa da Bologna lo vede così. Non è vero. Si tratta in realtà di un falso ricordo di massa. L'orologio fu riparato e continuò a funzionare fino al 1996, quando si ruppe nuovamente. Fu solo allora che si decise di puntarlo nuovamente alle 10.25 e lasciarlo fermo così per commemorare le vittime della strage.
I falsi ricordi sono un problema di monitoraggio della fonte (source-monitoring), l'incapacità di ricordare dove e quando un'informazione sia stata acquisita: per esempio, pensiamo che un amico ci abbia raccontato una notizia mentre in effetti l'abbiamo sentita alla radio (o viceversa). «La memoria umana non è come un videoregistratore», dice Clancy. «È soggetta a distorsione e degrada col tempo. Ciò non significa che i "rapiti" siano psichiatricamente menomati. Non penso che debbano essere considerati strambi. Caso mai sono solo più soggetti a creare false memorie».
I soggetti il cui profilo di personalità indicava un alto livello di assorzione o di inclinazione alle fantasie erano i più soggetti ad avere scarsi risultati nel test del ricordo delle parole. Inoltre, dice McNally, tutti i "rapiti" nel gruppo delle memorie recuperate descrivevano quella che sembrava essere paralisi del sonno.
La Clancy e McNally hanno abbozzato le loro scoperte al Journal of Abnormal Psychology, riducendo il fenomeno dei "rapimenti" a una specie di equazione. La predisposizione a creare false memorie, combinata con disturbi come la paralisi nel sonno e un contesto culturale che considera possibili i rapimenti da parte degli alieni possono portare qualcuno a ricordare falsamente incontri di questo tipo. «Non si deve necessariamente credere a queste esperienze per creare false memorie», dice la Clancy. «Hai appena visto 'X-Files' e hai pensato 'che stronzata'; ma poi ti capita un episodio di paralisi nel sonno che ti fa andar fuori di testa e magari quelle immagini sono ancora lì nella tua mente».
Inoltre l'ipnosi può spingere le persone col dubbio di essere state rapite ad abbracciare questa interpretazione. Nel 1994 lo psicologo Steven Jay Lynn condusse un esperimento su soggetti che simulavano di essere ipnotizzati. Quando fu chiesto loro di immaginare una situazione in cui vedevano luci brillanti e sperimentavano vuoti temporali, i 91% dei soggetti cui in precedenza erano state fatte domande sugli UFO immaginò incontri con extraterrestri ed esperimenti medici. Le trame ufologiche sono dunque profondamente radicate nella cultura popolare.
Ancora, se l'esperienza del "rapimento" è una male interpretato attacco di paralisi nel sonno, come mai i "rapiti" ne sono così emozionalmente coinvolti?
Una videocassetta di Peter Faust in lacrime durante una regressione ipnotica è così impressionante che Mack ha smesso di farla vedere; sconvolgeva persino i non "rapiti", facendo loro alzare «nuove difese». Il terrore nel viso di memorie potenzialmente false fu una delle ragioni per cui McNally sperava di esaminare i "rapiti". Fu almeno in parte questa faccenda che lo portò alla conferenza presso la Divinity School. «Volevo sapere se la gente dovesse essere realmente traumatizzata per determinare una reazione psicologica».
McNally raccolse le testimonianze di 10 soggetti con ricordi recuperati di rapimenti e mise costoro a confronto con i dettagli più spaventosi dei loro stessi racconti - da incontri violenti a sciami di alieni volanti intorno al loro letto. Sei su dieci registrarono un livello così alto di reazioni psicologiche, compresi batticuore e tensione dei muscoli facciali, da poter ricadere nei canoni del disturbo post-traumatico da stress (DPTS, ovvero Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD).
È interessante notare che i soggetti con DPTS reagiscono in modo fisiologico solo alle proprie esperienze traumatiche, mentre il gruppo dei "rapiti" aveva risposte accresciute anche ad altri scenari di stress, come la morte violenta della persona amata. Reagivano anche a scenari positivi, come vedere il proprio figlio appena nato per la prima volta. Questa reattività, combinata con alti livelli di assorzione, secondo McNally è collegata alla capacità di generare immagini molto vivide. In altre parole, i "rapiti" sono più portati a vivere uno scenario traumatico (o positivo) come se fosse reale, in parte a causa della loro fervida immaginazione. Reagiscono così ad esso come se lo vivessero. Ma «l'emozione non prova la veridicità dell'interpretazione», conclude McNally.
Per McNally la differenza più significativa tra i "rapiti" e i superstiti di traumi "genuini" non è psicologica ma attitudinale. Quelli che sperimentano il rapimento alieno sono unanimemente felici dell'esperienza. «C'è una ricompensa psicologica» dice McNally. «Questa è una grande differenza rispetto l'abuso sessuale». I sopravvissuti a traumi di ogni genere parlano di una crescita spirituale positiva, ma «nessun veterano del Vietnam dice 'cavolo, sono contento di essere stato prigioniero di guerra'».
È comprensibile che problemi di memoria, dimostrati con un risultato scarso in un test di laboratorio, siano una spiegazione che impallidisce rispetto al comunicare con esseri sconosciuti. E se i "rapiti" da una parte possono sentirsi aggrediti dagli alieni, dall'altra si sentono speciali (e talvolta diventano famosi, n.d.t.). L'idea di essere scelti tra milioni e milioni di persone da una civiltà aliena straordinariamente superiore alla nostra è senz'altro più gratificante e suggestivo che non quella di essere vittima di un disturbo del sonno. Per questo motivo «non cercano di demistificare la loro esperienza» dice McNally, la cui decostruzione della paralisi nel sonno per una donna incontrò un sorriso educato e un'esortazione a «pensare fuori dagli schemi». Quando McNally, alla conferenza di Mack, alla fine pronunciò le parole fatidiche "paralisi nel sonno" disse che «ci fu un silenzio imbarazzante, come se qualcuno avesse ruttato in chiesa».
«Non sono personalmente interessato a quello che ha scoperto Susan Clancy», ammette Bueche, per il quale il test della memoria è stato «50 dollari e cibo cinese gratis». «Non ho bisogno di evidenze o prove. La maggior parte di chi ha sperimentato queste cose è ben oltre tutto ciò. La questione è ciò che puoi imparare a prescindere dal fatto che sia fisicamente reale o interdimensionale o qualcosa di grandioso generato dalla mente».
Mack controbatte che nessuna combinazione di paralisi del sonno e serie televisiva di fantascienza può spiegare fenomeni come gli avvistamenti di alieni da parte di bambini in una scuola dello Zimbabwe che erano del tutto svegli. «Non ci si avvicina nemmeno», dice. Nel suo secondo libro "Passport to the Cosmos, chronicles abduction as a cross-cultural phenomenon", Mack trova evidenze di paralleli sessuali ed ecologici ai "rapimenti" americani in quasi ogni continente.
Mack sta al momento lavorando al suo terzo libro, che esamina lo scontro tra «il materialismo scientifico e un punto di vista non razionale». Sta sempre più prendendo le distanze dalla questione se gli alieni esistano o meno nel mondo fisico, concentrandosi di più su una "realtà consensuale" che ci preclude persino di accarezzare una simile possibilità. «Spogliamo il cosmo di altre intelligenze a meno che non possano essere provate», afferma Mack. Sul lavoro di McNally e della Clancy del dipartimento di psicologia, a un tiro di sasso, Mack dice che «viviamo in mondi diversi».

[align=right]Fonte: http://fuffologia.blogspot.com/2010/07/ ... rte-1.html[/align]


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MessaggioInviato: 17/07/2011, 08:33 
ALIEN LOVE BITE



di Eve Lorgen

Nel presente articolo desidero affrontare il tema della manipolazione, da parte degli alieni, delle relazioni sentimentali umane e offrire un’analisi introspettiva del fenomeno abduction. Focalizzerò l’attenzione su alcuni casi illustrati nel mio libro, “The Love Bite” e su nuove scoperte, che rivelano una connessione fra i rapimenti alieni e quelli militari, oltre a possibili influenze genetiche sui legami umani e la nostra sessualità. Cercherò di fornire anche una panoramica sul controllo e il condizionamento mentale, che fa comprendere come alieni intelligenti possano controllate e manipolare la nostra percezione della realtà. Antichi insegnamenti gnostici indicano che la nostra visione dell’ipotesi ET potrebbe aver bisogno di una rivalutazione. Sin dalla pubblicazione di “The Love Bite” (200), ho incontrato molti experiencer di “manipolazioni sentimentali da parte di alieni”. La sindrome di abdction aliena non scomparirà. Continua a verificarsi e noi ricercatori siamo stati obbligati ad allargare il nostro punto di vista e la nostra concezione degli incontri alieni.
Non mi ci volle molto per capire che quanto avevo scritto nel mio libro, riguardo alla manipolazione aliena degli addotti, non avrebbe ricevuto l’approvazione dell’ufologia mainstream, o della società in generale. Se quello che chiamo l’“alien love bite” non era tabù, lo erano le MILABs (Military Abduction), anch’esse illustrate nel mio libro, a venire doppiamente ridicolizzate ed emarginate. La parola MILABs è un acronimo di Military Abductions. Qui, il termine si riferisce a individui presumibilmente addotti sia dagli alieni che da militari umani o da gruppi di intelligence. Desidero che il lettore sappia che, fino a poco tempo fa, non avevo intenzione di continuare il lavoro nel campo delle abduction. Avevo piuttosto intrapreso un percorso spirituale di meditazione, yoga, sogni lucidi, sciamanesimo e consulenza tradizionale. Questo mi ha aiutato a fare chiarezza e a rafforzarmi per gestire situazioni nel lungo periodo. Ora sono tornata alla ricerca, alla scrittura e a seguire il mio istinto su ciò che credo davvero stiano facendo gli alieni – ed altri – e perché. Le nostre percezioni sono influenzate dalle nostre paure e dai nostri desideri. Per avere una percezione più chiara delle motivazioni aliene sapevo che era necessaria una preparazione mentale di tipo più spirituale. L’etica e la compassione aprirono la porta. Il distacco da certi desideri e paure si dimostrò la chiave per eliminare la fonte di potere di cui gli alieni si nutrono per alimentare le loro macchinazioni, soprattutto la vulnerabilità alla manipolazione delle relazioni sentimentali. Questa, naturalmente, è un’opinione personale, e potrebbe non essere valida per gli experiencers di adduzioni aliene.

Ossessioni
Lasciate che vi spieghi cosa intendo per “alien love bite” e come questo si manifesti nella vita degli addotti. Nel mio libro illustro dieci casi di coppie coinvolte in manipolazioni aliene. Il modello classico comprende scenari di legami che partono dall’infanzia, in cui due potenziali partner, scelti dagli alieni, sono messi insieme. Il legame viene instaurato durante i rapimenti, spesso ricordati solo come sogni. Gli eventi si svolgono fisicamente in un altro ambiente, come un velivolo, o persino in stati extra-corporei. Vengono riportate orchestrazioni sottili, come essere immersi in realtà virtuali, o essere inondati di immagini mentali mentre ci si trova fisicamente a letto. Questo legami possono includere scene di gioco durante l’infanzia, appuntamenti e attività sessuale. Molti addotti non ricordano completamente tutti gli eventi e possono essere lasciati solo con una forte immagine visiva del volto dell’amato/a, e un’ossessione per la ricerca di questa persona. Gli istigatori dell’ossessione amorosa predispongono una serie di alti e bassi emotivi affiancati da elementi paranormali, come remote viewing spontanea del partner desiderato, connessioni empatiche e telepatiche, telestesia e visite “in astrale” del soggetto desiderato. (La telestesia può essere descritta come la percezione del campo energetico di un altro individuo a distanza di molte miglia, nda). IN questo modo, si verificano ripetutamente bizzarre sincronicità con il partner, in modo da aumentare enormemente il bisogno di stare con la persona amata, alimentando così l’ossessione. Poi accade l’inevitabile – un partner viene spento, sconnesso emotivamente, lasciando l’altro – ancora coinvolto ossessivamente – in una situazione di amore non corrisposto. Queste non sono normali relazioni d’amore, in cui uno dei due soggetto vuole semplicemente rompere. Sono situazioni chiaramente orchestrate e manipolate, piene di elementi paranormali.
Secondo la mia ipotesi sull’“alien love bite”, gli alieni (almeno certe specie, inclusi i Grigi, i Rettiliani e i Daconiani) saccheggiano l’energia emotiva degli esseri umani, specificamente l’energia creativa fondamentale emanata durante il forte dramma dell’ossessione romatica. Questo potrebbe includere la manipolazione dell’energia dei chackra, come nel caso di Ted Rice, descritto nel mio libro e nel libro della Dott.ssa Karla Turner, “Masquerade of Angels”.
Gli alieni creano ossessioni d’amore nella vita degli addotti. Nel contempo, portano avanti un programma di ibridazione genetica con particolari linee di sangue che a loro interessano. Sembra chiaro che alcuni gruppi di ET stiano pesantemente interagendo con specifiche linee di sangue umano e, probabilmente, ibridi umano-alieni. Un altro caso di questo tipo, oltre che nel mio libro, viene descritto in quello di Mia Adams del 1995, “The Excules”. Jordan, un agente operativo dell’intelligence, disse a Mia che era collegata agli alieni e lei cominciò a sospettare di poter essere un ibrido. Secondo Mia, Jordan le aveva riferito che lei faceva parte di un esperimento in cui gli alieni volevano stabilire l’influenza di “campi di energia non tangibili” nei legami emotivi umani.

L’energia che gli serve
Il concetto di campi energetici non tangibili si riferisce alle manifestazioni energetiche dell’anima che si trasmettono fra persone strettamente legate fra loro, e consistono di energie sottili che i chiaroveggenti possono avvertire (Vedi “Psychic Sexuality” di Ingo Swann). Secondo a storia di Mia, durante una delle abduction da lei subite durante l’infanzia, un gruppo governativo clandestino segreto di umani, colluso con i Grigi, prelevò gli ovuli di Mia. Il DNA nucleare venne rimosso dall’ovulo, mentre il DNA mitocondriale venne lasciato nell’ovulo. Nell’ovulo di Mia venne poi inserito il DNA nucleare di altri due partner, in una procedura di fecondazione in vitro. Il figlio nato dall’ovulo così fecondato (Jordan) aveva dunque tre genitori: due madri e un padre!
Il DNA mitocondriale, trovato fuori dal nucleo cellulare, è diverso dal DNA nucleare. Come ex biochimico, credo che il DNA mitocondriale potrebbe essere un fattore importante di influenza sui campi di energia non tangibili e coinvolti nel legame madre-figlio, nelle preferenze sessuali e nel comportamento sociale. Il DNA mitocondriale viene trasmesso attraverso la linea di sangue materna. É il DNA mitocondriale che ha permesso agli scienziati di tracciare la linea genetica ancestrale fino ad una sola femmina – la madre dell’umanità in Africa.
Questo caso, e altri resoconti di addotti non pubblicati, indicano che gli ET sono interessati in qualcosa di più che a creare semplicemente una prole ibrida nei loro esperimenti. Sono interessati anche all’energia prodotta attraverso le ossessioni sentimentali, che è un’energia base legata alla kundalini, la forza vitale prana. Kundalini è un termine sanscrito che significa “potere attorcigliato”. Negli insegnamenti Tantra e Yoga asiatici, il potere supervitale è compresso nell’organismo umano causando l’attorcigliarsi e il ripiegarsi del DNA che, se risvegliato, produce estasi, illuminazione, aumento della percezione e accesso alla memoria molecolare (dal glossasio di John Lash, “Not in His Image”, 2006).

Manipolazioni e neutralizzazioni
Gli alieni Alti Bianchi compaiono in un altro recente caso di love bite. Gli Alti Bianchi, secondo l’addotta che ha riportato l’evento, assomigliano ai Grigi ma sono alti circa 6 piedi, e, ovviamente, bianchi. Secondo l’addotta, i Bianchi le spiegato detto che l’energia da noi generata, per loro è una è una prelibatezza. Questi esseri, le era stato detto, compiono esperimenti con diversi rapporti sentimentali, e partners che hanno “connessioni di vite passate” sarebbero più propensi in termini di love bite. Sempre gli Alti Bianchi le avrebbero detto che non tutte le coppie funzionano e che non vi è certezza rispetto a come e in quale quale grado un legame amoroso avrebbe funzionato.
In un caso, le “love bite abduction” da parte di Alti Bianchi coinvolsero tre persone, due uomini e una donna, che si conoscevano. La donna, secondo il racconto, era l’unica completamente consapevole di ciò che stava accadendo, mentre gli altri due avevano mantenuto meno consapevolezza. Dopo l’abduction, i tre soggetti svilupparono dei forti sentimenti gli uni verso gli altri ma la femmina, rendendosi conto che era tutto orchestrato, non ricambiò. Soffrì di alcuni insoliti postumi ginecologici e, mesi dopo, dovette subire un’operazione per rimuovere cinque fibromi grandi come palle da softball dall’utero. A uno dei suoi due partner prescelti dovette operarsi di cancro ai testicoli un anno dopo. Coincidenze?

In base da quanto da me osservato, gli alieni hanno diversi scopi nel mettere insieme le persone.

Saccheggiare le energie generate attraverso situazioni sentimentali fortemente emotive, che risveglino il potere della kundalini.
Distruggere la vita degli addotti quando, ad esempio, il soggetto è alla ricerca della verità sulla propria storia. Per farlo, trascinano gli addotti in “montagne russe” emotive vissute in uno scenario amoroso predisposto, oppure provocano la rottura di una relazione pre-esistente. Distruzioni di questo tipo accadono a molti ricercatori e a coloro che cercano di “interrompere il programma alieno”. Qualche volta viene chiamata “neutralizzazione”
Per scopi riproduttivi, in modo che la coppia abbia i figli che gli alieni, o altri, desiderano.
In un paio di casi di MILAB che ho assistito, sembra che un love bite sia stato usato per amplificare la kundalini e accrescere le capacità paranormali e psichiche dell’addotto, prima di essere spediti in “mind controlled ops” (operazioni segrete di controllo mentale, dnt), sia in scenari virtuali di addestramento che in vere missioni psichiche.
Secondo alcuni sono gli alieni a fare tutto questo, altri accusano gli umani di lavorare con i Grigi e diverse specie Rettiloidi. Dopo tutti questi anni di interazione umano- aliena dobbiamo domandarci, quanti “esperimenti” devono fare per raggiungere i loro scopi? Si tratta davvero di una questione scientifica o di qualcos’altro? In che modo gli ET stanno beneficiando della loro interazione con noi e la manipolazione delle nostre vite? È una specie di saccheggio ai danni dell’umanità, un allevamento modificato geneticamente a seconda delle loro necessità? Forse una domanda più pratica è, possiamo trarre beneficio noi da loro?

MILAB e superguerrieri
Molti mi hanno domandato se esiste un coinvolgimento militare o di un “governo segreto” nei rapimenti alieni ed io, in base ai numerosi resoconti di abduction, dovrei rispondere dire di sì, soprattutto nel caso degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Nel libro “MILABS: Military Mind Control &Alien Abduction” (1999) del Dr. Helmut Lammer e Marion Lammer, gli autori descrivono delle persone, incluso degli addotti dagli alieni, che sono state rapite da personale militare umano. Anche la compianta Dr. Karla Turner in “Taken” illustra casi di MILABs. In un evento MILAB, le persone vengono prelevate da militari o da agenti del “governo segreto” e interrogate sui contatti alieni. Oppure vengono “arruolate” (contro la loro volontà è costrette attraverso il controllo mentale) in black operations in qualità di agenti sotto copertura, con capacità utili alle agenzie di intelligence. È possibile che gli addotti dagli alieni che interessano alle agenzie d’intelligence siano portatori di DNA alieno latente e abbiano capacità uniche che il resto della popolazione non manifesta. Nel caso “Mars Records” di Michael Relfe (vedi http://www.alienlovebite.com), Michael si dice convinto che il governo segreto possa individuare le persone dotate di capacità insolite derivanti dal loro DNA. Duncan O’Finoian, in parte Cherokee e in parte irlandese, era chiamato “Tween” dal suo nonno Cherokee, perché poteva camminare tra i mondi (vedi http://www.youtube.com/watch?v=MIUgThru7JY). I marcatori genetici potrebbero non essere per nulla geni alieni, ma risalire a origini dell’umanità molto più antiche. Molti soggetti sottoposti a MILAb sono dotati di percezioni extrasensoriali come la remote viewing, la chiaroveggenza, le arti marziali e memoria fotografica. Tecnicamente le arti marziali non sono considerate “ESP” ma molti milab scoprono di avere capacità straordinarie che non erano consapevoli di aver imparato, incluse le arti marziali. Oppure serve loro pochissimo allenamento per padroneggiare queste arti. Alcuni hanno capacità compartimentalizzate di leggere e scrivere lingue aliene.
I casi di “superguerrieri” con capacità paranormali che descrivo più approfonditamente nel mio sito, http://www.alienlovebite.com includono quello di Duncan O’Finoian, “Jared” (“Secret Project Superwarrior Gone Rogue”); Andy Pero (“Project Superman”), Michael Relfe; Zed e alcune addotte femmina che preferiscono restare anonime. Consiglio anche la lettura del libro di Jon Ronson “L’Uomo che Fissa le Capre” (Ed. Einaudi 2009), una storia vera su come le US Special Forces abbiano portato avanti iniziative segrete, con il nome in codice “Jedi”, per creare super soldati con poteri psichici.

Il grande gioco
Ho parlato con alcune vittime dell’MK-Ultra che affermano di essere state addestrate dagli alieni in compiti quali la comunicazione telepatica, la telecinesi, e la guida di velivoli ET. Zed spiega che, all’insaputa dei suoi manipolatori umani, la sua programmazione aliena (di natura rettiliana) andava oltre gli scopi e i piani militari. Attraverso una grande sofferenza e anni di meditazione e terapia, Zed scoprì la portata di ciò che lui credeva essere il controllo dell’umanità da parte dei “Rettiliani e Draconiani”. E la tana del coniglio era davvero molto profonda. Per cogliere i veri obiettivi degli alieni, si deve comprendere le basi del controllo mentale umano. Lo sfruttamento degli esseri umani attraverso il controllo mentale può essere ottenuto: 1. Rimuovendo l’individuo dall’influenza del suo ambiente normale. 2. Privandolo del sonno. 3. Infliggendo dolore se si oppone, piacere se accondiscende. 4. Cambiando la sua biochimica. 5. Provocando traumi.
Coloro che cercano una maggiore comprensione potrebbero compiere ricerca sui metodi del controllo mentale basato sul trauma, tradizionalmente e segretamente utilizzato da culti coinvolti nella magia nera e stregoneria. Per effettuare un programma di controllo mentale di successo, i nostri credi basilari su Dio, la Creazione e la divinità devono prima venire dirottati e cooptati con un modello contraffatto. Ci si potrebbe domandare fino a che punto sono state corrotte le nostre religioni o persino create da un’intelligenza non umana extraplanetaria.
Secondo molti experiencer, contattisti e sostenitori dell’esopolitica benevoli extraterrestri starebbero interagendo con l’umanità. Potrebbero esistere esseri benevoli che ci assistono nella nostra crescita spirituale, ma questi esseri non sono probabilmente gli stessi che rapiscono le persone e praticano il controllo mentale. Potrebbe darsi che gran parte dell’attività ET non sia altro che l’antico inganno spirituale descritto nei testi biblici e gnostici, come i testi di Nag Hammadi.
Una guerra spirituale ha un suo proprio ruolo nell’ambito della fenomenologia abduction. In “Love Bite” descrivo eventi conseguenti alla ricerca da parte di un addotto, della verità nelle sue esperienze. Interferenze palesi e sottili da parte di forze invisibili tentano di contrastare la crescita di consapevolezza degli addotti e cancellare qualsiasi sfida alla presenza e agli scopi degli alieni. È come un gioco, o, come ha commentato Barbara Bartholic, ricercatrice di abduction e ipnoterapeuta di esperienza trentennale: «È un grande Nintendo».

Nelle mani degli Arconti
Le scritture gnostiche copte di Nag Hammadi descrivono esseri chiamati “Arconti”, ovvero le forze aliene che infettano la mente umana con falsi obiettivi e virus ideologici per deviarla dal suo vero potenziale. Secondo John Lash, studioso di gnosticismo e autore di “Not in His Image: Gnostic Vision, Sacred Ecology and the Future of Belief” (2006), gli Arconti lo fanno soprattutto attraverso la creazione di deliranti fedi religiose. Introducendo degli inganni nella nostra mente, ci fanno smarrire. Dei passaggi nella Prima Apocalisse di Giacobbo (un trattato di Nag Hammadi) descrivono incontri con esseri ET e forniscono esplicite indicazioni su come comportarsi con queste entità e la “manipolazione arcontica”. Sembra che gli antichi gnostici fossero ben consapevoli delle “intrusioni arcontiche” e della possibilità che gli esseri umani potessero diventare completamente “arcontizzati”. Questa osservazione collima con la tendenza di alcuni contattisti e zelanti gruppi religiosi e cultisti UFO a venire influenzati da esseri Rettiliani e Draconiani, “ospitandoli” persino. La ricercatrice Colleen Johnstone descrive questo fenomeno in un resoconto dei suoi otto anni di coinvolgimento in un gruppo cultista di canalizzazione UFO. La sua partecipazione era terminata quando lei e un altro membro del gruppo erano scappati, e si era reso necessario un classico esorcismo dagli attacchi demoniaci. (www. Maar.us). Secondo l’articolo sul sito web di John Lash, “Kundalini and the Alien Force” (http://www.metahistory.org/Kundaliniforce.php), gli Arconti invidiano l’umanità perchè noi viviamo nel corpo della loro madre, Sophia. (Sophia è uno dei nomi dell’intelligenza vivente della Terra, nda). Intrinseco nella nostra natura umana c’è il potere della kundalini, l’energia serpente. I miti gnostici, secondo Lash, svelano che gli Arconti sono esseri eso-organici, anomalie prodotte dall’impatto della Aeon Sophia (la divina emanazione) sulla materia atomica, prima che la stessa Sophia si manifestasse come Terra (il concetto di Gaia).

L’umanità è unica?
Gli Arconti nacquero prima della Terra. Il sistema solare si evolse, raccontano i miti, ma gli Arconti non emersero direttamente dal Pleroma (il centro spirituale galattico), come fece invece l’umanità. Loro non sono come noi nella nostra capacità di mostrare gentilezza, empatia, bontà e genio – l’intelligenza creativa divina. L’umanità è unica per quanto riguarda il dono di “apinoia”, ovvero l’immaginazione creativa, in opposizione alla fantasia mentale e l’inganno, che gli Arconti sanno usare molto bene. Ad esempio, l’uso degli alieni di realtà virtuali nel controllo mentale durante le abduction. Nel caso descritto in “Wiz and the Viper, and Sex Deagon 1&2”, (http://www.alienlovebite.com) un experiencer sudamericano racconta di essere stato testimone di numerose realtà virtuali rappresentate da un essere molto intelligente, simile a un drago. Wiz dice che molti esseri che praticarono giochi mentali grazie alla realtà virtuale su di lui, avevano la capacità di cambiare forma a seconda di ciò che pensavano essere desiderabile o credibile, in modo da ricavare ciò che volevano: la forza vitale sessuale. A mio avviso, gli alieni che orchestrano ossessioni amorose, in cui il dramma emotivo raggiunge il culmine, stanno cercando di accumulare l’energia della kundalini all’interno dell’addotto, per poi veicolare questa energia a loro uso e consumo. Mi sembra che stiano tentando di imitare ciò che viene creato con la sessualità sacra e il tantra: energia suprannaturale, siddhis e l’espansione di consapevolezza. Gli antichi gnostici, che avevano compreso i “piani arcontici” sapevano che innalzando e alimentando la propria kundalini attraverso la pratica spirituale e la sacra sessualità, potevano vincere le intrusioni aliene.
Nel Vangelo di Filippo (Nag Hammadi), è scritto, «Le Potenze non vedono coloro che sono vestiti nella luce perfetta, e così non sono in grado di trattenerli». Nelle parole di John Lash: «L’iniziazione alla sessualità sacra supera l’influenza degli Arconti e dei loro servi che produrrebbero inganni nella nostra mente e minacciano di impadronirsi del nostro corpo. Gli Arconti usano molti bluff. Influenzano le nostre menti per farci credere che possono fare molto più di quanto in realtà non facciano. Credendolo, involontariamente ci arrendiamo a loro. Come conseguenza possono arrivare sino a noi, perché noi abbiamo tradito le nostre capacità. Così gli Arconti affermano di governare l’umanità e persino di essere i nostri creatori».
Se la teoria gnostica sui governanti Arconti (Draconiani) è corretta, possiamo proteggerci dalla manipolazione aliena? Rafforzare gli addotti e ridurre la loro sensazione di isolamento è diventato il mio obiettivo. Il love bite in particolare è soverchiante in termini di sofferenza emotiva. Di contro, un numero crescente di addotti si sta dedicando a pratiche spirituali come la meditzione, la preghiera e lo yoga. Alcuni pionieri dell’esplorazione del sé si sono resi conto che la consapevolezza è un processo in costante evoluzione e la natura dei loro incontri alieni cambia con la loro crescita spirituale. Ad esempio, le abduction fisiche diminuiscono e gli alieni possono “entrare” solo attraverso il mondo onirico. Queste scoperte indicano che ciò che gli Gnostici affermavano sugli Arconti potrebbe essere vero. Il nostro più grande potere – e fallimento – è in ciò che noi permettiamo a noi stessi di credere.

[i]Eve Lorgen è consulente e certified Clinical Hypnotherapist, membro dell’International Board of Clinical Practitioners. Laureata in Biochimica e Counseling Psychology ha approfondito gli studi in medicina orientale, misticismo, sciamanesimo, yoga e arti marziali. Vive a san Francisco e da molti anni è impegnata nello studio del fenomeno abduction. Autrice di numerosi articoli e del libro “The Love Bite”, è contattabile al sito, http://www.alienlovebite.com.

[align=right]Fonte: Articolo pubblicato su X Times n. 21[/align]


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INCONTRI RAVVICINATI DEL IV TIPO



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[align=right]Fonte: Tratto dalla rivista elettronica "Runa Bianca" n. 1[/align]


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[align=right]Fonte: Tratto dalla rivista elettronica "Runa Bianca" n. 2[/align]


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BUDD HOPKINS INTERVIEW ON ALIEN ABDUCTION







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MessaggioInviato: 29/08/2011, 12:27 
RAPIMENTI ALIENI: TUBI CILINDRICI E ANIMA



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Molti di voi conoscono i lavori del Prof.Malanga nel campo dei rapimenti. Dalle sue ricerche è emerso che uno degli obbiettivi principali, se non l’obbiettivo principale, dei loro piani ( loro gli alieni ) e dei loro programmi è la nostra parte animica, la nostra anima. ( vi rimando al sito del Prof. Malanga per approfondimenti : http://www.ufomachine.org ). Molti dei rapiti assistiti dal ricercatore toscano hanno riferito di una specifica strumentazione che servirebbe esattamente ad estrarre e “spostare” l’anima dal corpo del rapito verso altre entità, che potevano essere un suo clone od anche esseri alieni. Ho sempre trovato impressionante che così tanti rapiti ricordassero questo specifico dettaglio perchè naturalmente ciò ne confermava la credibilità. Era altresì difficile capire come mai i riferimenti all’anima e alle procedure per operare su di essa fossero una caratterstica “italiana”. Ho scoperto che vi era una risposta molto semplice a questo dilemma: semplicemente mi sbagliavo! Pur non avendo letto tutti i rapporti e tutti gli studi di settore provenienti da altri paesi era convinto di conoscere l’argomento a sufficienza da poter dire che negli altri paesi, sopratutto negli States, questi dettagli non venivano raccontati. Una giustificazione parziale e non soddisfacente che adducevo era la diversa tecnica di ipnosi, ipotizzando che forse quella operata dai colleghi d’oltreoceano di Malanga non fosse altrettanto efficace. Invece quei dettagli ci sono, anche in America ci sono addotti che parlano dell’anima e dei macchinari cilindrici. Grazie al lavoro di Linda Multon Howe li ho finalmente scoperti.
Eccone alcuni esempi:

Linda Porter: 1963 Porterville, California.
Di questo caso vi riporto le immagini che Linda Porter, l’addotta, ha disegnato su richiesta della ricercatrice Linda Multon Howe. Esse sono già di per se significative ma vi riporto anche un estratto della sua testimonianza. Per tutti gli approfondimenti, di questo e gli altri casi che citerò, il sito è www. earthfiles.com

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“Non ricordo l’esatto meccanismo di come questo funzionasse, ma la sua anima veniva sollevata sopra il suo corpo morente! Essa lasciò il corpo nell’area del plesso solare ( dietro lo stomaco ). Essa era lunga circa 80 cm, larga circa 2 o 3 cm e la sua bellezza toglieva il fiato, di un giallo iridescente con un parte centrale bianca brillante che irradiava un calore gentile. C’era un strato arancio pastello attorno al giallo”
“L’anima galleggiò attraverso la stanza verso un altro corpo che sembrava lo stesso uomo solamente a 25 anni di età. Il nuovo corpo sembrava vuoto. Non mi viene nessun altro modo per descriverlo, come un contenitore vuoto. Il vecchio corpo era adesso bluastro e ovviamente morto”.
La descrizione continua ma già a questo punta balzano agli occhi le similitudini con i racconti dei rapiti italiani su cui si basano gli studi di Malanga.

Wanna Lawson : Pensilvania, Turnpike 1978
Anche in questo la testimonianza è di una donna di cui vi traduco uno stralcio della testimonianza.
“Camminammo attraverso la nave e finimmo in questa grande stanza con i tubi. I tubi erano allineati alle pareti. Sembravano essere di vetro ma non era vetro. I tubi erano larghi circa 70 cm e alti poco meno di 3 metri. Tubi cilindrici. Abbastanza grandi da contenere i corpi alti e grigi… e ora io cambio il corpo con uno alto, magro, della femmina con i capelli scuri nel tubo. Ma come l’ho fatto non lo so. La sola cosa che so è che riesco a ricordare che quello era il mio vecchio “altro corpo”- che era conosciuto al maschio alto umanoide che mi guidava”.

Ken Rose: Lansing, Michigan 1992
Altra testimonianza. In questo caso non si parla di anima in senso stretto ma dei corpi pronti ad ospitarla.
“Non so come sono arrivato sulla nave, ma quelle piccole cose grigie mi portarono dove c’erano tre donne all’interno di tre cilindri. Era una stanza piccola tutta scura fatta eccezione per i contenitori che erano illuminati. C’era una qualche tipo di luce fioca all’interno del cilindro. Era un luce bianca con il guscio di un uovo, così bella, ma aveva un odore acido di pura vaniglia che mi nauseò… Le tre donne era coperte da una polvere dorata. Uno dei grigi disse : sono in costruzione, sono vive ma non coscienti”.

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Ora riporto un breve passaggio tratto da “Alien Cicatrix” del Prof. Malanga. Si tratta di una testimonianza fornita sottoipnosi:
“Io guardavo… e ho visto mettere sonde e tubi in ogni parte del mio corpo… ma dirlo era
difficile… faceva male…
“Ora che fanno?”
“Mi portano in un’altra stanza… passiamo dal muro…”
“Chi c’è?”
“Quello biondo… e il serpente…”
“Tu dove sei? “
“… in… in un cilindro…”
“Com’è questo cilindro?”
“…trasparente”
“Tu dove sei?”
“… li dentro…”

Piaccia oppure no, queste sono delle conferme esterne al lavoro del professor Malanga e ciò non vuole essere un riconoscimento alla persona ma piuttosto una valutazione sul significato ed il contenuto dei suoi studi. Per anni ci siamo chiesti cosa venissero a fare e Malanga ci ha fornito una risposta. Il fatto che fino ad oggi, per quanto mi riguarda, tale risultato derivasse esclusivamente dal suo lavoro mi lasciava onestamente perplesso, temevo in qualche modo che ci fosse un’influenza sua od ambientale, che induccesse involontariamente e nonostante tutte le precauzioni le persone in contatto con lui ad incanalarsi verso certe conclusioni.
Vi era insomma un margine di errore che ora mi appare assai ridotto: è la nostra anima che vogliono.
“I don’t know how I got there (in craft), but these little grey things took me where there were three ladies inside tubes. It was a little, round room that was all dark except around the tubes where it was lighted. There was some kind of dim light inside the tubes. It was an eggshell white light, so beautiful, but it smelled like acid-sweet pure vanilla and made me nauseous. … The three women were all covered in gold metallic dust. … One of the grey things said, ‘They’re under construction.’ They were alive, but not awake.”

[align=right]Fonte: http://simonebarcelli.org/2010/02/rapim ... -e-lanima/[/align]


Ultima modifica di Bastion il 29/08/2011, 12:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 06/09/2011, 16:51 
I RACCONTI



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Il più importante limite della ricerca sulle abduction sta nel fatto che non é stata esplorata al momento alcuna altra possibilità di studio del fenomeno se non quella di raccogliere le informazioni che gli stessi presunti addotti forniscono attraverso i loro racconti sia in fase di coscienza vigile sia in regressione ipnotica. Bisogna però tenere ben presente che queste creature extraterrestri potrebbero indurre nei rapiti uno stato di percezione alterata ogni qual volta entrano in contatto con loro. Tale alterazione neuro-sensoriale verrebbe impiegata sia per controllare l'addotto, sia per prevenire ogni sua possibile reazione ma anche per impedire ogni valutazione oggettiva della situazione da parte del testimone che sarà pertanto alla mercé dei loro inganni e delle loro mistificazioni. La conseguenza di questa spiacevole situazione é che la persona può riportare soltanto quello che è stato da lei visto, sentito ed ascoltato il ché non è necessariamente specchio di quello che è veramente avvenuto.
Secondo alcuni ricercatori, come per esempio la defunta Karla Turner, inducendo e manipolando stati alterati di coscienza nell’addotto gli alieni assumono il pieno controllo della situazione ed esercitano una immensa capacità di censura sui dati che i testimoni riportano. E' necessario pertanto ricordare sempre che gli addotti potrebbero riferire informazioni controllate dagli alieni. Questo è un fatto col quale devono confrontarsi tutti i ricercatori che si cimentano nella difficile ricerca nel campo delle Ufo abduction. E purtroppo devo dire che in letteratura sono reperibili troppe fantasiose ricostruzioni e allucinate teorie che nulla hanno a che vedere con la realtà. Per questo fino a quando non sarà scoperto un metodo affidabile per annullare le memorie schermo nella mente del testimone tutto quello che i presunti rapiti riferiscono deve essere considerato con grandissima cautela. Per questo motivo ritengo che una delle più complete descrizioni di che cosa avviene durante i rapimenti alieni sia stata fornita dalla dottoressa Karla Turner una delle più agguerrite sostenitrici della necessità di scavare "oltre le apparenze" cercando, per quanto possibile, di raggiungere il nocciolo del ricordo, senza lasciarsi ingannare dagli innumerevoli trucchi messi in atto da abili sceneggiatori.

Alien Abduction in the Gingerbread House di Karla Turner, Ph.D.

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"Il dott. Jacques Vallee ha più volte sottolineato delle similitudini che esistono tra i racconti di esperienze ufologiche e di rapimento alieno e i racconti del folklore popolare e le favole. Io non concordo con il Dott. Vallee su molti, molti punti che riguardano l’ufologia ma in questo caso sono d’accordo con lui in quanto c'é una favola molto nota che racconta qualcosa di importante sul fenomeno dei rapimenti alieni, anche se non nel senso che il dottor Vallee potrebbe immaginare. La storia di Hänsel e Gretel rappresenta una lezione di cui ogni addotto dovrebbe tener conto. Questi due innocenti bambini, mentre vagavano perduti e spaventati nella foresta, giunsero nei pressi di una casa di pandolce dal tetto di zucchero che sembrava poter offrire loro ricovero ed assistenza. La proprietaria della casa, un’anziana donna piena di rughe, inizialmente fece loro una tremenda paura ma poi la loro gioventù li spinse ad accettare le sue offerte di entrare e di sfamarsi. Entrarono quindi nella casa di pandolce e furono rapidamente fatti prigionieri dell’anziana donna. Messi in gabbia, i due bambini furono da lei abbondantemente nutriti ma non certo per il loro bene. Infatti erano fatti ingrassare per essere poi messi nel forno! L’ingannevole natura della casa di pandolce e l’offerta dell’anziana signora di offrire loro cibo aveva ottenuto un ottimo risultato. Da questa storia di inganni devono trarre un utile avvertimento gli addotti dagli alieni. Come Hänsel e Gretel noi siamo inizialmente terrificati dagli incontri con gli alieni ma in troppi casi la nostra paura è superata dalle parole dei rapitori e dai pensieri e dalle esperienze che loro ci presentano. Anch’io sono un’addotta ed il desiderio di scoprire la natura delle mie esperienze personali mi ha portato negli ultimi quattro anni a condurre una ricerca sulle abductions. Lavorando con molti altri casi di addotti ho imparato quanto possa essere importante l’inganno nelle azioni che gli alieni compiono. La mia famiglia ed io abbiamo frugato tra le nostre esperienze personali sia passate che presenti. Barbara Bartholic, una ricercatrice del fenomeno UFO di Tulsa, in Oklahoma, ha lavorato molto da vicino con noi per aiutarci a riempire i vuoti nei nostri ricordi su strani incontri con l’ausilio di regressioni ipnotiche. La Signora Bartholic aveva iniziato le sue ricerche come assistente di Jacques Vallee nelle investigazioni sulle mutilazioni animali così ché le sue esperienze in campo ufologico possono essere considerate ad ampio raggio. Io recentemente ho anche scritto un libro, che riguarda gli iniziali e spesso inquietanti risultati delle nostre investigazioni personali che è stato pubblicato dal Berkley Publishing Group nel novembre del 1992 con il titolo "Into the Fringe" (non pubblicato in Italia.Scaricabile nella versione originale inglese in formato pdf nella pagina dei "Libri.") Il mio interesse ben presto è andato ben oltre la semplice esperienza personale e negli ultimi anni ho lavorato come ricercatrice collaborando con Barbara Bartholic e studiando letteralmente centinaia di avvistamenti e di casi di rapimento. Quello che ho imparato attraverso questo lavoro ha fatto nascere in me molte più domande che risposte. Infatti questa ricerca mi ha insegnato di diffidare di quegli studiosi che pretendono di avere tutte le risposte. Io devo ancora sentire una sola spiegazione teorica che sia comprensiva di tutti i dati in nostro possesso. Alcuni ricercatori hanno puntato la loro attenzione su alcuni aspetti degli eventi che accadono nell’esperienza di rapimento, come per esempio l’esame fisico, la raccolta di sperma e di cellule ovocitiche o la successiva presentazione di bambini "ibridi" all'addotto. Altre evenienze includono l’addestramento dell’addotto in qualche particolare funzione ed il rilascio di avvertimenti su disastri globali prossimi venturi ( vedasi la tabella riassuntiva pubblicata in "Taken"). Siccome questi eventi sono frequentemente riportati si è tentati di pensare che la spiegazione dei rapimenti alieni consista solo in questi aspetti. Così i ricercatori annunciano che il problema è risolto: gli alieni stanno conducendo esperimenti di ibridazione. Questo ci dicono gli ufologi. Non importa se dati importanti depongono contro la praticabilità della fusione di specie differenti. Ci viene riferito che gli alieni sono qui per salvarci dalla distruzione del nostro Pianeta di cui noi stessi saremmo gli artefici attraverso l’uso della violenza, l'abuso di droghe, la diffusione di malattie epidemiche, l’inquinamento e l’impoverimento delle risorse della Terra. Non importa se questi problemi sono peggiorati e non migliorati da quando gli UFO hanno iniziato a farci visita. Quello che mi fa infuriare più di tutto è la rassicurazione che gli alieni non esistono e che le nostre esperienze sono frutto delle nostre stesse turbe subcoscienti o del nostro desiderio di fantastico. E non importa che molti addotti sono bambini piccoli, troppo giovani per soffrire di questo tipo di disturbi psicologici. Le descrizioni fatte da ricercatori pieni di risorse dicono che gli alieni immaginari vengono fuori da una superpsiche umana collettiva che è lo specchio delle nostre mancanze e delle nostre paure. Questa particolare teoria adopera l’archetipo del Grigio ET perché egli assomiglia ad una forma di malattia fetale umana e deve perciò essere un avvertimento dei pericoli che la nostra specie corre se noi non cambiamo i nostri modi di fare. Non importa che molti addotti non hanno alcun contatto con i Grigi ma invece sono vittimizzati da robusti rettiloidi e da alieni di tipo insettoide. Nessuna menzione di quegli alieni che hanno un aspetto totalmente umano, biondi, belli e vestiti di nero. No, troppi ricercatori sembrano creare una teoria e si aggrappano ad essa nonostante i numerosi dati che la contraddicono. E purtroppo sono proprio le idee di questi ricercatori che dominano l’ufologia mondiale. Ma se il pubblico avesse accesso ai dati grezzi e ai racconti degli addotti di prima mano, specialmente di quelli che non hanno familiarità con i libri di ufologia, le riviste, gli articoli, troverà una molto più diversificata serie di scenari. Questi casi “vergini”- gente non contaminata dalla letteratura ufologica - fornisce un quadro sbalorditivo dei possibili eventi di contatto umano-alieno. Quello che segue è una rassegna di questi racconti “vergini," una lista di esperienze ricorrenti che complessivamente ci danno una visione precisa di quello che gli alieni stanno facendo qui sulla Terra. Questi dati non ci dicono con certezza che tipo di creature siano gli alieni o quali possono essere i loro scopi qui ma ci dicono cosa gli umani stanno sperimentando con loro e quello che stanno osservando riguardo alle loro azioni e alle capacità che gli alieni hanno. Ogni particolare di quello che segue è stato riportato da più di un addotto e in molti casi il dettaglio ricorre più volte.

Le abduction:
Se bisogna credere a questi racconti, e non c’è nessuna ragione di dubitare dell’onestà delle fonti, il fenomeno abduction comprende i seguenti particolari:

- Gli alieni possono alterare la percezione che noi abbiamo di quello che ci circonda.
- Gli alieni possono controllare quello che noi pensiamo di vedere.
Possono apparirci in qualsiasi di numero di maschere e di forme.
- Gli alieni possono portare la nostra coscienza fuori dal corpo fisico, disabilitare il controllo dei nostri corpi, installare una delle loro proprie entità e usare i nostri corpi come veicolo per le loro attività prima che la nostra coscienza ritorni nel proprio corpo.
- Gli alieni possono essere presenti vicino a noi in uno stato di invisibilità e possono rendere sé stessi soltanto parzialmente visibili.
- Gli addotti ricevano "marchi" sui loro corpi come le note cicatrici a cucchiaio o lineari. Questi segni comprendono punture singole, multiple, ampie abrasioni, graffi con tre o quattro dita ad artiglio, e triangoli di ogni possibile forma.
- Le femmine addotte spesso soffrono di seri problemi ginecologici dopo i loro incontri con gli alieni e qualche volta questi problemi conducono alla formazione di cisti, tumori, cancro alle mammelle (malattia di cui è morta la Turner, n.d.t.) e all’utero e all’isterectomia.
- Gli alieni prelevano fluidi corporei dal nostro collo, dalla spina dorsale, dalle vene, dalle articolazioni, come per esempio le ginocchia e i polsi.
- Essi iniettano anche liquidi sconosciuti in varie parti dei nostri corpi.
- Un sorprendente numero di addotti contrae malattie gravi di cui non avevano mai sofferto prima dei loro "incontri." Queste malattie hanno portato a interventi chirurgici, debilitazione ed anche a morte per cause che i medici non sono stati in grado di identificare.
- Alcuni addotti sperimentano il deterioramento del loro benessere mentale, sociale e spirituale. Frequentemente erompono in comportamenti estremi come p.e. l’abuso di droghe, l’alcolismo, la bulimia e la promiscuità.
- Alcuni addotti sviluppano strane ossessioni che causano lo sconvolgimento della vita normale e la distruzione delle relazioni personali.
- Gli alieni mostrano un grande interesse per la sessualità degli adulti e dei bambini e infliggono dolore fisico agli addotti.
- Gli addotti raccontano di essere istruiti e addestrati dagli alieni. Questo addestramento può avere la forma di lezioni verbali o telepatiche, attraverso la visione di immagini o di vere e proprie esercitazioni pratiche nel manovrare apparecchiature di tecnologia aliena.
- Gli addotti riferiscono di essere portati in strutture nelle quali incontrano non soltanto alieni ma anche entità dall’aspetto perfettamente umano, qualche volta in uniformi militari, e che lavorano con i rapitori alieni.
- Gli addotti spesso incontrano più di un tipo di alieni durante una singola esperienza e non soltanto i più noti Grigi. E’stata vista ogni possibile combinazione di alieni del tipo Grigio, Rettiloide, Insettoide, Biondo-Nordico durante singoli episodi di rapimento sia a bordo della stessa nave che nella stessa struttura.
- Riferiscono di essere stati presi e portati in strutture sotterranee dove hanno visto grottesche creature ibride, incubatrici di feti ibridi dall'aspetto umanoide e vasche di liquido colorato in cui galleggiavano parti di corpi umani.
- Gli addotti riportano di aver visto altri esseri umani in queste strutture essere prosciugati del proprio sangue, mutilati, scuoiati e smembrati e quindi ammucchiati senza vita come pezzi di legno. Alcuni addotti sono stati minacciati di fare la stessa fine se non avessero cooperato con i loro rapitori alieni.
- Gli alieni vengono nelle case e rapiscono temporaneamente i bambini asciando i loro genitori sconvolti, paralizzati e senza aiuto. Nel caso in cui il genitore è stato in grado di protestare gli alieni insistevano che “i bambini appartengono a noi."
- Gli alieni hanno forzato i loro rapiti umani ad avere rapporti sessuali con alieni ed anche con altri addotti mentre gruppi di alieni osservavano da lontano queste “performance."
- In alcuni incontri gli alieni si sono qualche volta mascherati per ottenere la cooperazione dell’addotto apparendogli in alcune forme particolari come “Gesù," il Papa, alcune note celebrità ed anche la moglie morta dell’addotto.
- I bambini addotti qualche volta dimostrano un nuovo ed ossessivo interesse per i propri genitali dopo gli incontri con gli alieni e riferiscono che i loro rapitori, arrivati durante la notte, hanno toccato queste parti del loro corpo.
- Gli alieni eseguono sugli addotti procedure ed esperimenti estremamente dolorosi dicendo loro che queste azioni sono necessarie ma non fornendo alcuna spiegazione del perché. Per esempio gli occhi degli addotti sono rimossi con grandissimo dolore dalle loro cavità naturali permettendo così agli alieni di scarificare l’area o impiantarvi piccole apparecchiature prima che i bulbi oculari siano nuovamente riposizionati al loro posto ("In masquerade of Angels" Ted Rice ricorda in ipnosi proprio questa incredibile procedura. n.d.t).
- Alcuni addotti subiscono spasmi dolorosi spesso intorno alla testa, al petto o alle estremità.
- Sono eseguiti dolorosi esami sui genitali e attraverso l’ano sia su bambini che sugli adulti.
- Gli alieni fanno predizioni di imminenti periodi caos globale e di distruzioni. Essi affermano con un certo numero di umani - ed il numero varia sensibilmente da caso a caso - sarà “salvato” dal pianeta per continuare la specie, condotto su un altro pianeta o riportato indietro sulla Terra dopo che la distruzione sarà terminata. Molti addotti riferiscono di non credere ai loro rapitori alieni e prevedono che gli alieni faranno un uso molto più sinistro degli umani “salvati."

In ogni esempio di questa lista ci sono racconti che provengono da casi diversi e non correlati tra loro che confermano che questi strani scenari non sono affatto prodotti da una singola mente alterata. Questi scenari rappresento prove convincenti che, contrariamente alle pretese di molti ricercatori, l’esperienza del rapimento non è limitata ad un unico ed uniforme tipo di eventi. Questo fenomeno semplicemente non può essere spiegato in termini di esperimento o di ibridazione o di ricerca scientifica nei riguardi della fisiologia umana.

Illuminazione spirituale?
Risulta chiaro da questa esposizione che le entità che stanno facendo queste cose non possono essere spiritualmente illuminate con in mente unicamente l'interesse della specie umana. Qualcos’altro sta avvenendo, qualcosa di molto doloroso e terrificante in molti, molti incontri di rapimenti. C'é una teoria ricorrente nella ricerca ufologica che afferma che gli addotti che percepiscono le loro esperienze in maniera negativa fanno questo perché non sono spiritualmente e psichicamente avanzati. Persone con uno sviluppo della coscienza cosmica più elevato hanno incontri positivi con gli alieni, invece quelli che hanno dolorose e terrorizzanti esperienze sono semplici Neanderthals, primitivi dal punto di vista spirituale. Questa è la teoria favorita da quei cercatori che pretendono che gli alieni, obiettivamente reali o no, servono come "specchio" della nostra natura spirituale individuale e come specie. Per esempio Withley Strieber ha evocato questa teoria nel suo libro “Majestic” (pubblicato anche in Italia e che consiglio comunque di leggere; n.d.t.) dove afferma: “Negli occhi degli altri (gli alieni) noi che li incontriamo vediamo noi stessi e lì c’erano i Demoni." Avendo lavorato con molti rapiti dignitosi, onesti e orientati positivamente, tuttavia, io credo che questa teoria sia sbagliata. E’ peggio che sbagliata: è spregevole; tanto spregevole quanto dare la colpa alla vittima di un rapimento per la violenza che è stato commessa contro di lei. Questo atteggiamento lascia in molti addotti la sensazione di essere violentati due volte, prima dagli alieni che li rapiscono e la seconda dai ricercatori ufo ai quali si rivolgono nella ricerca di spiegazioni e di aiuto. Forse è abbastanza facile comprendere perché una teoria del genere sia così popolare: gli uomini hanno un profondo desiderio di credere nella forza del bene. Noi desideriamo che gli alieni siano una forza buona dato che ci sentiamo così indifesi in loro presenza. Noi abbiamo bisogno di una Forza Superiore che ci offra una speranza di salvezza sia individuale che globale considerato lo spiacevole stato in cui versa il nostro Mondo. Io penso che gli alieni sappiano questo; sanno che noi vogliamo e speriamo che loro siano creature benevole e per questo usano il nostro desiderio di bontà per manipolarci. Quale modo migliore per guadagnare la nostra cooperazione se non quello di dire che le cose che ci stanno facendo sono per il nostro bene? Guardando le azioni che compiono ed i risultati della interferenza aliena su di noi così come mostrato dall’esposizione precedente, c’è una grande discrepanza tra quello che noi desideriamo da loro e quello che loro stanno facendo a noi.
Naturalmente non tutti i racconti di abduction sono pieni di eventi terrorizzanti e dolorosi. Molte persone dicono di aver provato la sensazione di trovarsi di fronte ad alieni benevoli nei loro incontri, i loro rapitori li trattavano gentilmente o al massimo con una sorta di distacco scientifico. Alcuni addotti riportano che è stato loro detto che erano “speciali," che erano stati “scelti” e che avevano un importante compito da compiere a beneficio dell’umanità. Dato un così positivo messaggio gli addotti possono dimenticare la paura e il dolore dei loro incontri ed insistere con loro stessi e con gli altri che un motivo più elevato sottintende le esperienze del rapimento. Ed in effetti in alcuni casi tutto quello che un addotto ricorda è un incontro piacevole così ché non ha alcun motivo di intraprendere alcuna azione negativa come sarebbe invece necessario. La ricerca approfondita ci mostra al contrario che nel profondo dell’interazione umano-aliena ci sono chiari aspetti di inganno. Noi sappiamo, per esempio, che le false memorie o “screen memories” sono spesso usate per mascherare un rapimento alieno. Abbondano racconti del tipo in cui una persona vede un familiare, piuttosto che un animale come un cervo o un gufo, una scimmia o un coniglio, e poi sperimenta un periodo di "missing time." La persona spesso si accorge più tardi di avere una nuova ed inspiegabile cicatrice sul proprio corpo. Tuttavia persiste un certo suo turbamento nei riguardi dell'episodio e a distanza di tempo alcune memorie possono affiorare alla superficie sotto forma di sogni o "flash back" e quindi la persona cerca aiuto nel tentativo di spiegare la sua inquietudine. Spesso una regressione ipnotica è usata per scoprire gli eventi celati dietro alle memorie schermo ed é così che affiora un tipico rapimento alieno. La più recente ricerca nella quale sono stata impegnata ha scoperto tuttavia che esiste un secondo tipo di azione schermante. Se questa ricerca mostrerà corrispondenza con la realtà allora migliaia di casi di abduction necessitano di un rapido riesame. La seduta tipica di ipnosi regressiva di solito conduce alla rievocazione delle iniziali memorie bloccate. L’addotto quindi ricorda di un incontro, non ricordato da sveglio, come per esempio subire un esame fisico o di qualche altro tipo come la rimozione di campioni di tessuto o un esame ginecologico. Altri tipici racconti includono il prelievo di sperma o di ovociti o il racconto di essere incaricati di eseguire importanti compiti o di ricevere avvertimenti di disastri imminenti. Nella maggior parte dei casi sia l’addotto che il ricercatore terminano la seduta ipnotica con la sensazione di aver scoperto la verità circa la esperienza di rapimento. La razionalità li porta a credere che gli scopi degli alieni devono per forza essere per di interesse scientifico e benevoli. Tanto meno terrorizzanti e più positivi sembrano essere gli eventi ricordati sotto ipnosi tanto più soddisfatti saranno il ricercatore e l'addotto.“Non era poi così male, in fondo, no? Questi esseri sono nostri amici o comunque non sono nostri nemici." E ognuno va per la propria strada con un grande sensazione di sollievo. Non ho ancora sentito di un solo ricercatore mettere in discussione lo scenario che è stato da lui scoperto. Tuttavia da casi recenti appare che queste memorie rievocate potrebbero ben essere soltanto un altro schermo che maschera altri eventi molto più riprovevoli. Descriverò uno di questi casi per chiarire meglio che cosa questo significhi.
(Questo episodio é ripreso dal racconto della vita di Ted Rice di cui si occupa l'ultimo libro scritto dalla Turner prima di morire "Masquerade of Angels" n.d.t).
Un uomo sulla quarantina venne da noi per indagare su parecchi eventi correlabili agli alieni lui aveva avuto nel corso della sua vita. Nel corso del colloquio preliminare l'uomo ci parlò di uno strano episodio che, sebbene non fosse apparentemente collegato agli alieni, lo perseguitava fin dalla infanzia. Raccontò che quando aveva dieci anni sua nonna andò a far visita a casa sue e dei suoi genitori e siccome la casa era piccola lei condivise lo stesso letto con lui la prima notte della sua visita. Durante la notte il bambino fu svegliato da una forte voce maschile. Non poteva capire che cosa la voce stesse dicendo ma il tono sembrava arrabbiato e sembrava essere diretta alla nonna che era distesa accanto a lui. La mattina successiva lui trovò la nonna che sedeva da sola in cucina e le chiese: “Che cos’era quella voce nella camera da letto questa notte?” Sua nonna con le lacrime agli occhi lo abbracciò e disse: "Quello lì era il diavolo." Poi lo abbracciò e lo rassicurò dicendogli che lei e il buon Dio lo avrebbero sempre protetto. Non aggiunse altro su quell'episodio ma non appena suo figlio, cioè il padre del bambino, si sveglio insistette con lui per farsi riportare immediatamente a casa sua. Si trattava di una richiesta irragionevole ed infatti il figlio cercò di dissuaderla. Ma la nonna fu irremovibile per cui dovettero riportarla a casa il giorno successivo. L’intera famiglia viaggiò per di più di cento miglia verso la fattoria della nonna. Non era trascorsa nemmeno un ora dal loro arrivo che la nonna soffrì di un infarto e morì all'improvviso. Da allora in poi l’uomo provava un forte senso di colpa che lui associava alla morte di sua nonna. Tuttavia sembrava che non esistesse alcuna ragione cosciente del perché lui avesse questa sensazione. L’intero evento era ingarbugliato e confuso ma in tutti gli incontri con gli alieni che lui aveva ricordato prima sentiva che gli alieni erano suoi amici e che lo stavano aiutando ad espandere le sue capacità psichiche. Fu quindi organizzata una seduta di regressione ipnotica e nel corso di tale seduta gli fu chiesto di indagare sull' episodio di quando era bambino. Quello che ricordò fu un rapimento nel quale lui e sua nonna furono portati in un'astronave in compagnia di alieni rettiliani. Lui ricordò che gli alieni dicevano a sua nonna che loro erano interessati ad imparare da lei le conoscenze che lei aveva delle erbe medicinali e si offrirono di darle in cambio informazioni mediche di cui erano in possesso. Diedero quindi da bere al bambino e alla nonna un liquido, spiegando che questo liquido era benefico e che avrebbe fatto sentire la nonna ancora giovane e attraente. Così entrambi bevvero il liquido e l’uomo ricordò di aver visto veramente che sua nonna sembrava molto più giovane.
Sia lui che la signora Bartholic, la ricercatrice che conduceva la regressione ipnotica, erano abbastanza confusi da questo ricordo perché non sembrava esserci niente nell’episodio che giustificasse il grande senso di colpa che l'uomo provava per la morte della sua nonna. Così la signora Bartholic approfondì il livello di trance dell’uomo e gli chiese di guardare ancora una volta nella sua mente cercando di ottenere una visione più nitida. E quello che lui questa volta ricordò fu molto più sconvolgente. Il rapimento all’inizio si svolse come era stato ricordato nella sua iniziale ricostruzione. Ma questa volta dopo che il liquido fu bevuto ricordò una fortissima sensazione di cambiamento nel suo corpo e vide che la nonna in realtà non appariva affatto più giovane. Invece lei fu messa su un tavolo e fu avvicinata da uno degli alieni rettiliani che voleva avere un rapporto sessuale con lei. Nonostante che il liquido avesse agito come afrodisiaco la nonna si oppose dicendo che da quando suo marito era morto lei non voleva avere rapporti sessuali con nessun altro. Il rettiliano rise e si allontanò momentaneamente dalla stanza. Quando ritornò era accompagnato da un uomo che aveva proprio l’aspetto di suo nonno morto. A questo punto la nonna fu d’accordo nel fare sesso con lui. Mentre l’atto stava avvenendo la donna improvvisamente si rese conto che l’immagine di suo marito era solo una crudele illusione. Il realtà su di lei c’era il rettiliano. Gli gridò allora con tutta la sua forza di lasciarla stare dimenandosi e cercando di allontanarlo da sé. Una volta che l'alieno ebbe finito con lei sollevò il piccolo bambino e lo mise sopra la nonna forzando entrambi a compiere un' atto sessuale. La nonna fu quindi rimossa dal tavolo e il ragazzino stesso fu violentato dai rettiliani, forzato ad avere un rapporti anali ed orali. La nonna protestò violentemente colpendo e spingendo il rettiliano lontano da suo nipote interponendo il suo corpo tra di loro: “Per Gesù” gridò “Tu non toccherai questo bambino!” Questa deve essere stata la cosa sbagliata che disse perché il rettiliano si arrabbiò tantissimo e la minacciò: “Tu morirai per questo” le disse. Le due persone furono ricondotte nella camera da letto dalla quale erano state rapite. La mattina successiva la nonna raccontò al ragazzino che il diavolo era stato lì la notte prima e quello fu il momento di quando insistette per essere riportata a casa sua. Non appena ciò avvenne immediatamente dopo morì. Questa perciò era veramente la causa del senso di colpa che l'uomo provava da tutta la sua vita per la morte della sua povera nonna. Lui era stato forzato a fare sesso con lei e la sua morte era seguita immediatamente. Ma niente di questa storia sarebbe emersa se la signora Bartholic si fosse comportata come fa la maggior parte dei ricercatori e se avesse interrotto la sessione ipnotica dopo aver riportato alla luce la storia che ricordava lo scambio di medicinali. Ci sono altri casi che dimostrano come sia all'opera un simile inganno nelle ricostruzioni ipnotiche iniziali. Ci potrebbero allora ben essere ulteriori smascheramenti degli eventi reali. Prima di credere alla benevolenza dell’interazione aliena dobbiamo in primo luogo chiederci: hanno forse bisogno gli Esseri di Luce di usare la copertura della notte per effettuare le proprie azioni? Hanno bisogno di paralizzarci e di renderci inermi? Hanno bisogno “gli angeli” di asportare i nostri feti? Hanno bisogno di manipolare i genitali dei nostri bambini ed esaminare i nostri retti? Sono la paura, il dolore, l’inganno in accordo con elevate motivazioni spirituali?

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Un'altra ricercatrice molto attenta a non farsi menare per il naso é l'addotta americana Colleen Johnston la quale, come lei stessa afferma, ha avuto la possibilità di imparare in qualità di "allieva" i metodi e le procedure di indagine direttamente dalla dottoressa Turner poco prima che questa morisse.
"Non è facile venire a patti con la possibilità che molti membri della mia famiglia, me compresa, siano stati coinvolti per generazioni in rapimenti da parte di Alieni. Esternare pubblicamente questo tipo di rivelazione è come proclamare di essere affetto da una mortale malattia contagiosa. Anche all’interno della comunità ufologica non poche sopracciglia si alzeranno alla sola menzione di simili fatti. Il rapimento alieno rappresenta l'aspetto più oscuro, “il piccolo segreto sporco” dell’ufologia, che alcuni ricercatori non vogliono prendere neanche con le pinze. Io devo dare la mia personale definizione di "rapimento alieno." L'abduction non ha niente a che vedere con l'essere contattati da piccole e benevoli creature che non desiderano altro che condividere con voi i vasti segreti dell’universo. Il rapimento è un atto ostile di aggressione verso colui che lo sperimenta, invasivo ad ogni livello e un terrificante, traumatico incontro che lascia il soggetto traumatizzato e completamente cambiato per sempre. Spesso genera i sintomi della sindrome da stress post-traumatico che sfortunatamente affligge la persona per il resto della sua vita. Può anche lasciare una persona con tali e tanti vuoti di memoria da farle veramente temere per la propria sanità mentale. Come é anche possibile che abbia un esaurimento nervoso. Ho sperimentato personalmente che cosa sia un rapimento alieno da quando avevo quattro anni. Sono stati effettuati su di me senza il mio consenso esperimenti mentali ed emotivi come pure crudeli esperimenti fisici . La mia opinione è che queste creature, siano esse zetareticoliane o maligne entità rettiliane alte parecchi piedi o qualsiasi altro tipo di specie, non hanno certamente a cuore il nostro interesse. La mia franca convinzione è che essi hanno un più profondo e sinistro obbiettivo che noi non potremo mai comprendere appieno. Entità dotate di coscienza spirituale e di un vero amore per l’umanità non dovrebbero operare in maniera così clandestina. Loro dovrebbero anche essere in grado di riconoscere la vera spiritualità di qualcuno ed il desiderio genuino di imparare come aiutare l’umanità a risolvere i suoi mali. Io non ho avuto alcun esperienza di tutto ciò con questi rapitori. Tutto il contrario, si è trattato più di un comportamento vicino a quello di un campo di concentramento con indifferenti entità nemiche che hanno le proprie ostili priorità e una probabile sinistra agenda nascosta. Ma non l'ho pensata sempre in questo modo. Una volta pensavo che il rapimento avvenisse per il nostro bene e che queste entità fossero spiriti più evoluti di noi.... Un presunto insegnante spiritualmente illuminato mi aveva convinto che le entità erano morali e che io dovevo accettare queste occasionali incursioni senza fare troppe domande. Non soltanto le accettavo ma mi sentivo anche onorata perché loro mi avevano scelta. Appena queste esperienze diventarono progressivamente più consce ed alcuni degli schermi cominciavano a sollevarsi il mio giudizio su queste creature….cambiò drammaticamente. Quando cominciai a combattere per la piena consapevolezza su consiglio di una ben conosciuta ricercatrice, la dottoressa Karla Turner, cominciai a porre a me stessa poche ma veramente importanti domande come per esempio: che onore e che vantaggio spirituale c’è nell'essere soggetta a una totale impotenza con l'aggiunta del sottile orrore di dover guardare un feto che viene estratto da una persona amata? Ed inoltre, come se questo non fosse abbastanza, essere costretta a calmarla e poi essere comandata di rimuovere le garze a pacchi dalla sua vagina dopo che lei sanguinava per la brutalità di quanto era avvenuto? O quando vedevo mia madre, le due mie sorelle e la mia dolce figlioletta strette l’una all’ altra in una piccola gabbia completamente terrorizzate che mi pressavano facendomi capire che se io non avessi cooperato con quelle creature allora sarebbe stato fatto loro del male e forse sarebbero state anche uccise? Io sono testimone che nessuno onore, nessuna chiacchiera da focolare di missioni umanitarie o di avanzamento spirituale mi é mai giunta da da queste creature. Noi dobbiamo fare tutto il possibile per impedire che queste esperienze avvengano, tutti insieme. Dobbiamo lottare perché i ricordi coscienti dei rapimenti affiorino e che mostrino questi rapitori per quello che sono. Io so che una volta che ho cominciato a combattere per ricordare allora ho iniziato a vedere l’altro lato della scena del rapimento. Quando noi cominciamo a combattere per la consapevolezza allora possiamo iniziare a capire i fatti apparentemente contraddittori che ci stanno capitando e quali potenti schermi i nostri esperti controllori hanno inserito all’interno della nostra psiche. La consapevolezza può essere la chiave per trovare una possibile soluzione per fermare i rapimenti una volta e per tutte."

[align=right]Da "Malevolence versus Benevolence" di Colleen Johnston; http://www.maar.us[/align]

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Per avere una visione più dettagliata di quello che é descritto avvenire durante una tipica abduction é possibile far riferimento agli studi condotti dal dott. David Jacobs di cui consiglio vivamente di leggere il libro "The Threat" (non pubblicato in Italia) e di visitare il suo sito ICAR (International Centre for Abduction Research; http://www.ufobduction.com).
Il dott. Jacobs appartiene alla sparuta schiera dei ricercatori che è ben consapevole sia dei limiti che delle possibilità di errore insiti nelle ricerche sulle abduction. Pertanto credo sia utile fare riferimento anche ai risultati dei suoi studi. Il punto di vista di Jacobs ricalca a grandi linee quello già esposto della Turner e della Johnston. Egli tuttavia insiste molto sulle procedure di fecondazione e sulla produzione di creature ibride umano-aliene che, a suo parere, rivestirebbero un ruolo fondamentale nella cosiddetta "agenda aliena." Nei suoi scritti Jacobs descrive l'esistenza a bordo delle navi aliene di una specie di sala di attesa dove i vestiti degli addotti sono rimossi all’inizio delle varie procedure.
Egli sostiene che le persone rapite vengono spogliate per tre motivi:

- per facilitare l'esecuzione degli esami e delle pratiche che gli alieni si accingono a compiere sull'addotto.
- per prevenire la diffusione di infezioni e di malattie tra gli ibridi.
- per impedire il furto di strumenti e di altri oggetti da parte del rapito.

Molti ricercatori pensano che l’esame di tipo medico sia la ragione del rapimento per cui motivano il rapimento stesso con la volontà da parte degli alieni di studiare gli uomini. Secondo Jacobs invece sebbene l'esame avvenga nella maggior parte nei rapimenti è raramente la ragione dei rapimenti stessi. Lui ritiene che l’esame sia principalmente di tipo neurologico con le creature che mostrano una particolare attenzione al sistema nervoso. Per questo esaminano da vicino il cervello, la spina dorsale e altri specifici centri nervosi. Per collegarsi al cervello degli addotti il dott. Jacobs descrive una tipica procedura effettuata dagli alieni che viene spesso ricordata dagli addotti e che con termine anglosassone é definita "mind scan" cioé scansione della mente.
Il mind scan è una procedura nella quale un alieno scruta direttamente dentro uno dei due occhi dell'addotto da una distanza di pochi centimetri o anche meno. L’addotto è impossibilitato a muovere gli occhi e a distogliere lo sguardo dall'alieno. Quando viene chiesto che cosa stia avvenendo nella mente durante questa procedura gli addotti riportano di provare una varietà di diversi stati emozionali e di vedere immagini.
Jacobs sostiene che l’alieno può collegarsi tramite un dispositivo sconosciuto che si trova all'interno dei suoi occhi con il nervo ottico dell' addotto e lo usa come un condotto attraverso il quale ingaggiare il cervello e le vie nervose. L’alieno può quindi generare nell'addotto qualsiasi emozione o immagine che possa servire ai suoi scopi.
Spessissimo la procedura del mind-scan è collegata alla raccolta di ovociti dalla donna rapita. L’alieno è in grado di provocare con questo sistema una intensa stimolazione sessuale nell'addotto tanto che Jacobs sostiene che la procedura di mind-scan viene praticata anche quando gli alieni hanno la necessità di prelevare liquido seminale, cosa che avviene molto frequentemente. Infatti di norma gli alieni prelevano sperma e uova dalle persone. Nelle donne questo comporta l'introduzione di strumenti nell'addome per prelevare gli ovociti direttamente dai follicoli ovarici. Per gli uomini lo sperma è estratto meccanicamente tramite un apparecchio che viene posto intorno all’area genitale. Qualche volta questi apparecchi sono piccoli e portatili altre volte sono posizionati su carrelli o attaccati alla parete. Jacobs riferisce anche che alcune volte le donne addotte sono costrette ad avere rapporti sessuali con uomini.
Qualche volta le donne riferiscono che qualcosa è stato inserito all'interno del loro corpo ed in realtà il giorno successivo hanno veramente la sensazione di essere incinte. L’esecuzione di un test di gravidanza o la visita dal loro ginecologo conferma questa sensazione. Dopo circa 9-11 settimane avviene un'altro rapimento ed il feto é rimosso dagli alieni.
Jacobs riporta anche che sono state descritte stanze speciali nelle quali gli addotti vedono molti contenitori di liquido sia a forma di cilindri in colonna che in fila lungo le pareti. Sospeso all’interno di ogni contenitore c’è un feto. Gli alieni dicono all’addotto che uno o più di quei feti appartengono all'addotto stesso.
Anche a Kathie Davis, la protagonista del libro "Intrusi" di Budd Hopkins fu presentata una bambina ibrida e le fu detto che si trattava di sua figlia. Jacobs insiste molto sugli incontri che gli addotti riferiscono di avere avuto con ibridi umano-alieni di tutte le età. Spesso sono portati in speciali stanze dove incontrano ragazzi ibridi di età variabile dai 2 ai 10 anni. Quando i bambini ibridi crescono il loro contatto con gli umani diventa sempre più complesso. Come adolescenti gli ibridi assumono comportamenti giocosi spesso aiutati dagli addotti a cui è richiesto di insegnare loro certi giochi, qualche volta anche di giocare con specifici giocattoli. Ai bambini umani viene richiesto dagli alieni di giocare con gli ibridi e di insegnare a loro giochi anche se, come afferma la Turner, bisogna sempre tener presente che questi ricordi potrebbero risultare ad una analisi più approfondita altrettanti crudeli schermi di protezione di eventi ben più traumatizzanti. Tuttavia, considerando come fatto reale quello che emerge dalle sedute ipnotiche degli addotti studiati da Jacobs, quando gli ibridi diventano adolescenti il loro ruolo nel fenomeno abduction assume una rilevanza maggiore. Infatti verrebbero utilizzati come assistenti nelle procedure di rapimento. Aiuterebbero gli alieni, per così dire "veri e propri" e gli ibridi adulti. Altri hanno qualche volta rapporti di natura sessuale con gli umani. Secondo Jacobs gli ibridi adulti giocano un ruolo molto importante nel fenomeno abduction sia come collaboratori sia senza la supervisione degli alieni spesso conducendo in proprio tutta la fase del rapimento.
Gli addotti sono anche frequentemente costretti ad avere rapporti sessuali con queste creature ibride che alcuni di loro vedono più volte nel corso della loro vita come se esistesse un "tutor" che li segue in tutte le fasi del complesso programma di interazione tra l'umano e gli alieni. Come riportato anche da gli altri ricercatori gli alieni qualche volta inseriscono delle immagini nella mente degli addotti talmente verosimili che essi vivono gli scenari proposti come se stessero avvenendo nella realtà. Queste visoni consistono spesso in eventi di cataclismi, guerre, esplosioni atomiche, impatti di meteoriti, inondazioni, maremoti ecc. ecc.
Agli addotti viene anche richiesto di sedere ad una consolle e di operare su apparecchiature di tipo elettronico per raggiungere determinati obiettivi come per esempio scegliere un punto tra due linee su uno schermo o premere il tasto giusto udendo un particolare suono. Alcune delle procedure che gli addotti riportano comprendono l’essere addestrato a “salvare” sia umani che alieni, essere addestrati a controllare le folle e fare opera di pacificazione. Sono riportate anche lezioni su come operare insieme agli ibridi nell’eseguire procedure di rapimento.

Che cosa raccontano gli addotti al Dott. Jacobs del futuro? Niente di buono:
"E’allarmante che gli alieni e gli ibridi siano interessati alla Terra ma non alle creature umane. Non fanno mai commenti sulla conservazione della vita o sul valore dell’umanità o delle istituzioni umane. Dicono che vogliono fare un mondo migliore ma mai parlano di una collaborazione tra loro e gli umani, di pacifica coesistenza e di uguaglianza. A Reshma Kamal (un addotto, n.d.t.) fu detto che dopo il cambiamento ci sarà soltanto una forma di governo: gli alieni insettoidi avranno il completo controllo; non saranno più necessari i Governi nazionali. Ci sarà un solo sistema ed una sola meta. E come a riaffermare i loro propositi quando gli alieni parlano del futuro non dicono quello che la maggioranza dei ricercatori e degli addotti vorrebbe sentirsi dire: "Presto andremo via. Il nostro programma è alla fine. Grazie per il vostro aiuto. Una volta che saremo andati via nessuno sarà sicuro che ci siamo mai stati." Questa affermazione non è mai stata riportata. Il futuro per gli alieni e gli ibridi è sempre un futuro sulla Terra. Non offrono altre possibilità. C’è tuttavia un altro aspetto molto allarmante nella visione aliena del futuro: quando si riferiscono agli “umani” parlano degli addotti. Il futuro dei non-addotti è raramente il soggetto di molta conversazione. Essi dissero a Reshma Kamal che i non addotti saranno tenuti come una piccola popolazione da incrocio nel caso che il programma di ibridazione dovesse presentare problemi imprevisti. Allison Reed fu portata a credere che i non addotti erano sacrificabili. Le evidenze sembrano suggerire che il futuro sarà giocato in primo luogo dagli alieni, seguiti dagli ibridi e dagli addotti. I non addotti avranno un ruolo inferiore se non assente. Il Nuovo Ordine sarà sotto il controllo degli alieni insettoidi, seguiti dagli altri alieni, dagli ibridi, dagli addotti e alla fine dai pochi non addotti."

[align=right]Da "The Threat" di David. Jacobs; Simon & Schuster; pag.252[/align]


Ultima modifica di Bastion il 06/09/2011, 16:52, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 06/09/2011, 17:05 
[size=150][b]CAPITOLO QUATTRO DAL LIBRO "GLIMPSES OF OTHER REALITIES" DI LINDA MOULTON HOWE
CASO DI LINDA PORTER[/b][/size]

[hr]
[b]traduzione a cura di Barbara Satellite[/b]

[b]Introduzione
CONTENITORI DI CORPI E ANIME DI LUCE [/b]

[b]"...il nostro mondo fisico dei sensi è una mera ilusione, un mondo di ombre, e l'attrezzo tridimensionale che chiamiamo corpo serve solo da contenitore o dimora per qualcosa che è infinitamente più grande e consapevole del nostro corpo e che costituisce la matrice della vera vita."
Holger Kalweit, "Dreamtime and Inner Space" [/b]

L'uomo della Marina chiamato Axle nel capitolo 1, tre degli uomini citati nel capitolo 2 e Jim Sparks del capitolo 3 sembra appartengano a quella categoria di testimoni che hanno sperimentato la cosiddetta "sindrome da abduzione umana".
Uomini, donne e bambini in tutto il mondo descrivono incontri con umanoidi ritenuti di origine extraterrestre o extra-dimensionale da molto tempo, perlomeno dagli anni '50.
Simili incontri sono probabilmente avvenuti anche nei secoli precedenti ma, a quel tempo, gli esseri coinvolti non venivano chiamati extraterrestri, venivano di volta in volta identificati come fate, elfi, gnomi, Piccolo Popolo, angeli e demoni.
In ogni caso anche oggi permane la più grande confusione riguardo alla vera natura ed ai veri scopi di tali, altre, intelligenze. Ciò è dovuto all'alto livello di stranezza di tali incontri, al fatto che tali apparizioni si manifestino con molteplici aspetti fisici e al fatto che essi non comunichino mai chiaramente chi essi siano, da dove provengano e perchè si trovino sul nostro pianeta dove, peraltro, sembra che continuino a prelevare persone ed animali da camere da letto, auto e fattorie, mediante raggi di luce.
Molti racconti dei testimoni oculari, come quello di Jim Sparks, sono fatti in stato cosciente. Altri riguardano incontri avvenuti in una "realtà virtuale", altri vengono descritti come "sogni" ed altri sono resi in stato di ipnosi.
Cio che si evince da tutte queste storie è che, al momento, esisterebbero almeno due principali tipi di intelligenze non-terrestri che starebbero interagendo con la Terra e che si avvarrebbero di svariati tipi di "androidi biologici" specificamente progettati a seconda dei compiti da svolgere sul nostro pianeta.
Una addotta, Betty Andreasson Luca, dice che i piccoli grigi sono, in realtà, "immagini surrogate a distanza" connesse con "proiezioni mentali bio-elettriche" ad un alto umanoide intelligente che assegna i compiti su questo pianeta.
L'interazione con esseri umani ed animali include spesso il prelievo di tessuti e materiale genetico come ovuli e sperma. A volte delle "cose-tipo-bambini" vengono presentate a uomini e donne come si trattasse di "ibridi a metà strada tra noi e loro".
Un'altro tipo di interazione è la presentazione di immagini visive che mostrano un futuro catastrofico per la Terra, cosa che dai testimoni viene spesso interpretata come una sorta di "test" a cui essi verrebbero sottoposti come "cavie da laboratorio" per monitorare le loro reazioni emotive. Una variazione di tale test consisterebbe in alcuni cosiddetti "giochi di moralità" in cui l'addotto si trova a fronteggiare delle improvvise situazioni di vita e di morte e deve scegliere quale comportamento adottare.
Jim Sparks mi ha detto: "Dopo un po' capii che ero come un topo in un labirinto, osservato dall'esterno mentre urlavo e sudavo nello sforzo di compiere l'azione giusta."
Sembra che in queste simulazioni con gli esseri umani vengano spesso usate immagini olografiche. Lo Steve Bismark di cui parlo nel capitolo 2 vide delle particelle assemblarsi nell'aria e prendere la forma di una creatura simile ad un lupo che lo attaccò, causandogli una sensazione di shock elettrico, e poi si dissipò nel nulla.
Jim Sparks gridò "Perchè io?" ai suoi sequestratori alieni ed essi gli risposero con una serie di immagini tridimensionali che "erano sospese nell'aria come ologrammi"
A volte agli addotti vengono mostrate sequenze nitidissime della loro vita reale. Sparks racconta: "Mi venivano riproposte le più forti emozioni che avevo provato nella vita, scene della mia esistenza reale e tutto il dolore, la gioia, la paura, l'amore e l'odio che avevo vissuto venivano estratti dalla mia mente e risucchiati dai quei piccoli "droni". Forse lo fanno per diventare più simili a noi?"
Il fatto di "rendersi più simili a noi", secondo gli addotti, riguarda almeno un tipo di intelligenze aliene che sarebbero impegnate nella lotta per la sopravvivenza. La sopravvivenza sarebbe una priorità anche secondo Jim Penniston, citato nel capitolo 1 e Ed Foley, citato nel capitolo 2.
Questi esseri avrebbero manifestato preoccupazione per i danni all'ecosistema e i rischi per la vita sulla Terra come se il problema riguardasse anche loro, a prescindere dalla nostra consapevolezza o meno.
L'esperienza di Jim Penniston al capitolo 1 fa pensare che siano coinvolti anche dei viaggiatori temporali provenienti dal futuro. I loro scopi non sono chiari perchè tali visitatori continuerebbero a mentirci, a camuffarsi e a manipolare le nostre menti.
Esiste poi un altro tipo di interazione ancora poco conosciuto: il presunto "trasferimento di anime" da un contenitore di corpi ad un altro.
Secondo alcuni addotti, la creazione, l'immagazzinamento e l'attivazione dei contenitori di corpi vengono ottenuti con tecnologie che fanno uso di "cloni, tubi e luce". I trasferimenti possono riguardare anime spostate da un corpo umano morente alla sua versione clonata più giovane, da un corpo umano vivente al suo duplicato identico, da un corpo umano vivente ad un corpo alieno e, di nuovo, dall'alieno all'umano.
Ho deciso di divulgare questi casi per lo stesso motivo che ha spinto il ricercatore Raymond E.Fowler a farlo. Nel suo libro "The WatcherII" Fowler scrive: "Bisogna tener conto con accuratezza dei riferimenti teologici contenuti nei racconti di abduction. Essi non devono essere arbitrariamente ignorati o sottovalutati da parte nostra. In fin dei conti essi fanno parte integrante delle testimonianze e se decidessimo di cancellarli ci ritroveremmo con un quadro delle abduction distorto a seconda delle nostre credenze."
Molte delle nostre religioni avvicendatesi negli ultimi 5000 anni di storia scritta descrivono l'anima umana come una forza vitale invisibile, connessa con Dio, che lascia il corpo al momento della morte.
Esistono centinaia di racconti di esperienze di "pre-morte" che descrivono il distacco dal corpo al momento della morte, un viaggio attraverso un tunnel buio, l'emersione in una luce brillante e piena di pace e, a volte, il ricongiungimento con i propri cari scomparsi precedentemente.
L'idea che in tali processi possa interferire qualcosa di diverso dalla stessa mano di Dio non è comprensibile nè accettabile dai dogmi umani.
Eppure, il "Libro dei Morti" egiziano e il "Libro dei Morti" tibetano vennero scritti proprio per guidare le anime dal momento della morte in poi affinchè superassero positivamente gli ostacoli e i pericoli, spesso descritti come alligatori o rettili, pronti a ghermire le anime vulnerabili. Secondo questi testi l'anima, una volta superate queste prove, era pronta per iniziare una nuova vita in questa o in altre dimensioni, in un eterno ciclo di trasformazioni evolutive.
Il resto di questo capitolo è dedicato ai casi di abduction che ho studiato a partire dal 1991 e che condividono descrizioni simili di corpi umani e umanoidi conservati in animazione sospesa all'interno di contenitori gestiti da entità non umane."

Seguono immagini tratte da un papiro egiziano (la pesa del cuore del defunto) e dal "Libro dei Morti" tibetano (Il Giudizio).

Nel capitolo ci sono molte immagini, soprattutto disegni fatti dall'addotta Linda Porter. Mi sto attrezzando per inserirli nell'ordine corretto. Buona lettura!

[b]QUARTO CAPITOLO
Scrive Linda Howe: [/b]

[u]CASO 1 - Linda Porter, California centrale[/u]
La prima settimana di marzo del 1991 ricevetti una busta marrone, formato legale, di Posta Certificata spedita il 28 febbraio da Porterville, California. La busta conteneva una cassetta audio, una lettera e dei disegni; il tutto mi era stato inviato da una donna di nome Linda Porter.
Appena guardai quei disegni e le loro note mi resi conto che si trattava di materiale importante. Ricordo che rimisi tutto nella busta e la piazzai sotto la finestra proprio di fronte alla mia macchina da scrivere, volevo evitare di perderla in mezzo all'enorme mole di materiale riguardante i fenomeni inspiegabili che mi si stava accumulando a velocità impressionante. Il giorno stesso inserii quella cassetta nell'impianto stereo della macchina. La sua voce chiara e ben articolata mi colpì. Linda era una persona istruita che combatteva per cercare di comprendere una vita piena di fenomeni che contrastavano con il normale concetto di realtà. Aveva deciso che era importante contattarmi dopo aver assistito ad una mia conferenza in California dove avevo portato alcune testimonianze su intelligenze non umane presenti sul nostro pianeta. Ella temeva di essere una persona con la sindrome da abduction ed era spaventata dalla continua negazione della presenza aliena da parte del governo degli Stati Uniti.
Nella lettera lei scriveva:
"Noi (addotti) veniamo a trovarci al centro di una serie di eventi che un giorno si riveleranno storicamente significativi per il futuro della Terra. Purtroppo, a causa della nostra continua e non voluta interazione con questi esseri, noi siamo diventati doppiamente vittime del fenomeno: da una parte, veniamo usati dagli alieni per i loro scopi, quali che siano, dall'altra veniamo esposti al ridicolo se decidiamo di parlare e diveniamo anche oggetto di intimidazioni e minacce da parte del governo e dei militari.
Se tu potessi guardare direttamente negli occhi di queste creature ti renderesti conto che esse conoscono ogni dettaglio della tua vita, anche il più insignificante e intimo. A volte mi chiedo se noi non siamo una specie di bambole tipo Barbie e Ken che vengono usate per gioco da parte di una razza di esseri emotivamente immaturi e privi di qualsiasi morale. Altre volte penso che siamo finiti nelle grinfie di una razza morente capace di fare qualunque cosa per assicurarsi la sopravvivenza e pronta a manipolare freddamente altre specie e a mutilare animali indifesi.
Chi non ha sperimentato il trauma di una abduction non può capire quanto queste creature siano in grado di spogliarci di mente ed anima con la stessa facilità con cui noi ci spogliamo dei nostri vestiti. In un batter d'occhi questi esseri devastano qualunque libertà personale, qualunque senso di privacy e qualunque speranza di poter vivere una esistenza normale. La vita di una persona viene cambiata per sempre e non sarà mai più la stessa."
La registrazione su cassetta iniziava con eventi che Linda ricordava consciamente dall'età di sei anni. Altri due eventi riguardanti una entità simile ad una "Mantide Religiosa" e una paralisi corporea sperimentata durante un viaggio in quelli che Linda chiamò "tunnel inter-dimensionali" vennero rivissuti durante una sessione ipnotica con l'ex ricercatore NASA Richard F. Haines. Haines aveva iniziato i suoi studi sugli UFO in seguito alle testimonianze di piloti militari e civili ed un importante caso da lui meticolosamente investigato è avvenuto a Melbourne, in Australia. Il 21 ottobre 1978 un pilota di nome Frederick Valentich decollò da Melbourne verso King Island. All'altezza dello Stretto di Bass, a sud del continente australiano, Valentich riportò al Servizio di Volo di Melbourne che aveva un grande oggetto aereo non identificato, con una luce verde e di aspetto metallico, che sorvolava il suo piccolo Cessna 182. Le ultime parole del pilota, registrate dal Servizio di Volo di Melbourne furono: "si sta librando e non è un aereo". I suoni successivi furono come di lattine che rotolassero in un barile di petrolio vuoto e Frederick Valentich scomparve dal radar di Melbourne. Non vennero mai ritrovati nè il suo corpo nè il suo aereo. Due anni dopo, in una successiva investigazione, il giornale "Sun" di Melbourne riportò, il 9 giugno del 1980, che quasi cinque minuti della registrazione originale del volo erano stati eliminati "nell'interesse della Sicurezza Nazionale". Il caso rimase irrisolto.
Una delle ipotesi sul caso Valentich è che egli sia stato fisicamente prelevato da quel misterioso velivolo aereo. In seguito Haines investigò anche i casi di sindrome da abduction e apprese ad usare l'ipnosi per sondare periodi di tempo mancante e recuperare frammenti di memoria.
Linda Porter nel 1988 ebbe con lui una sessione di un'ora che la aiutò a recuperare i dettagli delle sue immagini ricorrenti di una "cavalletta" e di se stessa che "entrava in un raggio di luce". In seguito Linda Porter non volle puù sottoporsi a regressioni ipnotiche perchè i ricordi recuperati la spaventavano troppo.
Ma nei giorni, settimane e mesi successivi ella iniziò a ricordare spontaneamente sempre più contatti con creature non umane e con le loro tecnologie. Quello che segue sono sezioni trascritte della prima cassetta audio che Linda Porter mi inviò. Ho incluso anche cinque disegni a matita che lei incluse nella corrispondenza del 28 febbraio 1991.

[img]http://img340.imageshack.us/img340/7096/lindaporter1.jpg[/img]
[size=75]Disegno numero 1 del caso Linda Porter[/size]

"Questo è uno dei primi ricordi che mi si sono riaffacciati alla mente dopo l'ipnosi del 1988 con Richard Haines. Tre o quattro settimane dopo mi trovavo a lavare i piatti quando mi si presentò questo ricordo, mi riferisco al Disegno numero 1. Avevo circa quindici anni quando accadde e mi ricordo che stavo in uno stretto corridoio a bordo di una piccola nave. I muri erano grigi e solidi. Il pavimento del corridoio sembrava una specie di griglia, ci si poteva guardare attraverso e vedere il piano inferiore. Alla mia sinistra c'era una stanza piena di una luce argentata molto, molto brillante che sembrava solida e in cui fluttuavano piccole particelle che riflettevano la luce. Era una luce molto densa, non ci si poteva vedere attraverso. Credo che fui portata in quella stanza ma non ricordo cosa mi accadde lì dentro tranne una sensazione di vero terrore: non voglio sapere, non voglio ricordare come se sapessi che mi accadrebbe qualcosa di terribile se ricordassi cosa accadde lì dentro.
Il corridoio di fronte a me curvava a sinistra e vidi ciò che sembrava una creatura a forma di Mantide Religiosa. Era alta, almeno otto piedi (due metri e quaranta circa) e faceva capolino dall'angolo, piegata, credo, all'altezza della vita. La sua vista mi terrorizzò perchè era vermente orribile. Questa è l'ultima cosa che ricordo, insieme alla sensazione che qualcosa di terribile avvenne in quella stanza. Io sono stata avvertita, credo, di non ricordare cosa accadde. La creatura aveva braccia molto lunghe che si articolavano molto dietro il torso, in maniera molto diversa dall'articolazione umana. Aveva un torso molto lungo.
Questi esseri mi dissero, ammesso che dicessero la verità, che possono manipolare il tempo. Possono prelevare una persona da un qualunque fotogramma temporale e tenerla per quanto tempo vogliono. Poi la reinseriscono nello stesso frammento temporale e la persona non saprà mai cosa le è accaduto, a meno che essi non lo vogliano, e nessuno si accorgerà che la persona è scomparsa perchè, dal punto di vista umano, essa non se ne è mai andata.
Venni presumibilmente portata in una base sotterranea presso la costa californiana. Per qualche motivo mi viene da pensare che sia nella zona di Santa Barbara. Se vi mettere sulla spiaggia di fronte all'oceano (dove si trova quel posto), vedrete una struttura che sembra la torre di comando di un sommergibile che esce dalla sabbia. Quella è probabilmente la parte finale di una costruzione che scende in profondità per almeno due o tre piani. Mi fu detto che quella specie di torre viene resa invisibile da una sorta di griglia elettronica di qualche tipo. Essi hanno intorno a quella struttura anche un qualcosa che repelle e allontana sia gli esseri umani che il pesce.
All'interno di quell'edificio i pavimenti, le mura e i soffitti erano di un colore grigio-argento ma le porte- e sembrava che ce ne fossero dovunque- avevano colori vivaci, rosso, azzurro e giallo. Su ogni porta c'erano dei simboli che sembravano dei geroglifici o una scrittura di tipo arabo, lo schizzo numero sotto il Disegno 1 raffigura l'unico simbolo che riesco a ricordare, non è proprio a copia esatta, ma lo ricorda abbastanza.

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/28/782674464.jpg[/img]
[size=75]Secondo disegno di Linda Porter[/size]

"Il successivo episodio credo che sia avvenuto quando avevo 17 anni, te lo illustro in questo disegno. Vivevamo ancora nella stessa casa. Io ero a letto e dormivo quando qualcosa mi svegliò. La camera era piena di un bagliore arancione e al centro della stanza c'era un buco da cui stavano uscendo persone fatte di ombra solida, ben definite e tridimensionali. Se riesci ad immaginare una persona senza lineamenti, un'ombra a tre dimensioni che ti dà la sensazione che puoi toccarla, allora avrai un'idea di che aspetto avevano.
Il buco era pieno di una luce arancio che si rifletteva nella stanza. I bordi del buco erano frastagliati, color oro e sembravano sfarfalleggiare intorno ai limiti del buco. Il buco aveva forma ovale e si trovava a circa trenta centimetri dal pavimento. I due uomini-ombra uscirono dal buco scavalcandone i bordi, mi afferrarono e mi spinsero verso il buco. Questa è l'ultima cosa che ricordo. In seguito capii che il piccolo tizio grigio, quello che io chiamo "The Creep" (qualcosa tipo "Il Furtivo", uno che mette i brividi) era in piedi vicino a me, a destra, e osservava le mie reazioni a quella situazione. In effetti sembrava molto interessato alla mia reazione. Sembrava anche che quello fosse il suo compito. E' lo stesso piccolo tizio grigio furtivo che è sempre stato presente tutte le volte che mi hanno presa.
Tutto ciò avvenne in un istante anche se sembrava non dovesse finire mai."

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/35/368699085.jpg[/img]
[size=75]Terzo disegno Linda Porter[/size]

"Questo disegno riguarda un altro ricordo che ho di essere stata a bordo di una navicella in una piccola stanza rotonda con al centro una larga apertura circolare. Quell'apertura sembrava avere tre chiusure ermetiche, come se dovesse essere a tenuta stagna. Comunque, attraverso quell'apertura io potevo vedere il paesaggio sottostante, le case e le strade.
Venni spedita giù attraerso questa apertura su di un raggio di pallida luce gialla e, ancora una volta, notai che la luce aveva al suo interno particelle riflettenti che scintillavano. Era una luce solida. Venni mandata giù a grande velocità, tanto velocemente che temetti di sfracellarmi al suolo. Ero terrorizzata. Poi, a poco più di un metro da terra, improvvisamente rallentai, come se uno passasse improvvisamete da cento a cinque chilometri all'ora...la differenza fu incredibile. E atterrai al suolo. Non ebbi alcun senso di caduta, non sentii movimento d'aria, nè alcun suono. Eppure, scendere a quella velocità da quell'altezza avrebbe dovuto darmi una sensazione analoga a quella delle montagne russe, ma non accadde nulla di simile. Era veramente strano."

Su richiesta di Linda Howe, Linda Porter fornì un ulteriore disegno sulla strana intrusione di due "uomini fatti d'ombra" nella sua camera da letto quando aveva 17 anni

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/23/1091352438.jpg[/img]
[size=75]Disegno numero 4[/size]

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/61/521960362.jpg[/img]
[size=75]Disegno numero 5[/size]

A questo punto Linda Porter prosegue il suo racconto e commenta il suo Disegno numero 5:

"L'episodio successivo è strano, penso che potrebbe essere vero. Loro (gli alieni) mi avevano parlato (prima del 1991) di un posto chiamato "Base di Sycamore" gestita dalla General Dynamics, almeno secondo loro.
Si trova all'interno nella California del sud verso San Diego nella regione di Poway. (Si ritiene) che sia una base missilistica ma è, in realtà, un luogo dove vengono tenuti gli esseri (gli alieni) che sono stati catturati dal governo. Sembra che ci sia un edificio particolare che scende sottoterra per cinque piani e al livello più profondo ci sarebbe una grande stanza dove i corpi degli alieni sono chiusi in dei contenitori. Ho disegnato questo nel Disegno numero 5. Questi contenitori hanno delle basi di cemento, non so se sono fatti di plexiglass o di qualche altro materiale, ma sono trasparenti e puoi vedere la persona all'interno.
Laggiù c'è un essere, in particolare, che gli alieni rivogliono indietro. Per qualche motivo-questo mi è stato ripetuto più e più volte- sembra che loro vogliano da me che io scopra chi è quella persona. Ho avuto anche la sensazione che le creature tenute lì siano ancora vive, ma vengono conservate in una specie animazione sospesa di tipo criogenico.
Mi è stato fatto capire che quegli esseri sono vivi benchè incoscienti. Come ho detto, non so se in ciò ci sia qualcosa di vero. Tutta la stanza è gestita da computers e ogni diverso contenitore, in mancanza di un metodo migliore, ha il proprio computer delegato che monitora ventiquattro ore su ventiquattro le condizioni vitali dell'essere al suo interno.
L'essere raffigurato nel disegno numero 5 ha un aspetto molto umano. Non somiglia quasi per nulla agli esseri grigi. Ha una specie di maglia argentata a rete sul petto e il resto del corpo è tutto vestito di nero. Ha i capelli color biondo-sabbia ed ha un aspetto molto adolescenziale, anche se, probabilmente, ha almeno trent'anni.
I sistemi di sicurezza per giungere a quella stanza sono semplicemente incredibili: il governo ha predisposto una serie chiusure comandate da pulsanti che bisogna premere secondo una certa sequenza e tale sequenza cambia ogni due ore. Queste congegni con i numeri da premere sono inseriti in scatole all'interno di zone trasparenti tipo plexiglass che si riempiono istantaneamente di gas se qualcuno non autorizzato tenta di penetrarvi. In quel caso basta che le guardie premano un bottone e l'intruso viene immediatamente avvolto da gas nervino che lo paralizzerà fino all'arrivo degli addetti. Naturalmente l'entrata è sorvegliata con un monitor ventiquattr'ore su ventiquattro. Si dice che l'intera area di Sycamore sia piena di binari sotterranei che collegano questa base con San Diego e con un altro posto. L'altro posto è l'ingresso. L'ingresso, che tu mi creda o no, è in un garage attaccato ad una abitazione di aspetto assolutamente normale, che si trova in una zona isolata su di una collina. Il garage è l'entrata ad una rete sotterranea che penetra nelle profondità della collina.
Se queste cose sono vere, allora lì ci sono moltissime cose di cui gli americani non sono consapevoli, cose costruite con i soldi delle loro tasse.
Si è anche detto che due giovani della Marina siano stati uccisi dal governo perchè avevano scoperto quel posto. Alle loro famiglie venne raccontato che erano morti alla base in un incidente con la jeep."

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/6/316514276.jpg[/img]
[size=75]Foto fatta nel dicembre 1996 da Linda Howe
della Base di Sycamore Canyon[/size]

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/14/2217776022.jpg[/img]
[size=75]Altra foto: particolare del cartello sulla strada per
Sycamore Canyon e telefoto di edifici e radar a
Beeler Canyon[/size]

Scrive Linda Howe:

Di esseri non umani tenuti in animazione sospesa ha parlato anche il ricercatore UFO Leonard Stringfield nella pubblicazione del luglio 1991 "UFO Crash/Retrievals: The Inner Sanctum, Status Report VI". Nel suo rapporto Stringfield trascrive una intervista fatta a Houston, nell'aprile 1990, dal ricercatore Ron Madeley ad un anziano personaggio chiamato "Dott.Epigoni". Questo Epigoni affermò di sapere che un disco con equipaggio era atterrato nelle vicinanze della Base Aerea di Edwards, in California. Queste le sue parole: "...si aprì una porta e ne uscirono quei tipi che avanzarono e si stesero per terra. Improvvisamente la scala dietro di loro si ritirò e si richiuse, le zampe d'atterraggio del velivolo rientrarono al suo interno ed esso si poggiò al suolo." Gli umanoidi rimasero stesi lì finchè il disco e i suoi occupanti non vennero caricati e portati in un edificio sorvegliato della base per essere sottoposti a studi scientifici."
Epigoni raccontò a Madeley che il disco volante venne portato in un grande hangar per essere studiato e aggiunse che la parte dove si era aperta quella porta "appariva assolutamente liscia ed integra, senza alcuna saldatura". Epigoni ipotizzò che gli umanoidi stesi al suolo fossero andati in uno stato di animazione sospesa "attivata a distanza da un altro velivolo" che si trovava chissà dove in quel momento.
Quando, in seguito, chiesi conferme di tale racconto ad una mia fonte, militare in congedo che affermava di aver avuto contatti con membri dell'MJ12, questi sembrò genuinamente sorpreso e sbottò, piuttosto irritato: "Dove diavolo hai saputo questa storia?" Poi mi raccontò che il giorno in cui quegli esseri erano scesi e si erano stesi a terra in animazione sospesa era lo stesso giorno in cui doveva avvenire un test atomico segreto. Secondo lui il test venne sospeso a causa dell'atterraggio di quel disco perchè l'MJ12 temeva che le creature scese a terra fossero un monito e che ci sarebbe stata una rappresaglia degli alieni se il test fosse stato eseguito.
Che tutto ciò sia vero o no, in ogni caso nè Linda Porter nè io avevamo la benchè minima informazione riguardo a questa storia nel febbraio 1991, quando lei mi parlò della sua abduction e dei suoi dubbi che il governo degli Stati Uniti fosse in possesso di esseri non umani in animazione sospesa. C'è da dire che la sua abitazione di allora, a Porterville in California, si trovava proprio ad Ovest del Centro Armi Navali del China Lake e a Nord-Ovest della Base di Edwards.

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/30/680730020.jpg[/img]

[img]http://im2.freeforumzone.it/up/21/34/763112768.jpg[/img]

Un'altra parte della audiocassetta di Linda includeva il racconto di un'altra esperienza di abduction, ma senza disegni.

LINDA PORTER: "Ad un certo momento mi venne mostrata una stanza con dei contenitori cilindrici trasparenti molto alti che sorgevano da una piattaforma che sembrava trovarsi al centro della stanza. All'interno di quei "tubi", in posizione eretta, nudi e apparentemente addormentati, c'erano degli esseri umani, o, almeno, a me sembrarono tali. Sembrava che fossero in stato di animazione sospesa. Non mi sembrò che fossero morti perchè avevano un colorito normale. Fluttuavano in quello che sembrava un qualche tipo di gas violaceo. Era molto denso ed era difficile vederci attraverso ma esso faceva delle volute e quel movimento rendeva possibile vedere i corpi al suo interno. Non mi venne detto niente, almeno niente che io ricordi. Fu come se mi avessero portato lì semplicemente per farmi vedere quei corpi e poi mi riportarono indietro, questo fu tutto: Non ricordo di aver posto domande e non ricordo che essi mi abbiano detto niente."
Linda concludeva la sua lettera dicendo "Vorrei veramente capire cosa sta accadendo. Voglio dire, anche se tutto ciò può sembrare ridicolo, questa cosa ha segnato tutta la mia esistenza e io non la trovo affatto divertente."
Io le scrissi immediatamente e le chiesi se poteva fare dei disegni a colori dei raggi di luce, degli esseri di ombra e di qualunque altro ricordo le fosse tornato alla mente, inclusi gli esseri umani nei tubi, perchè io avevo bisogno di visualizzare più chiaramente quanto tentava di descrivere. Dopo poche settimane ricevetti una lettera commossa di Linda con molti altri disegni, questa volta fatti con pastelli colorati. Riguardo al disegno numero 14 lei scrisse quanto segue: " Essere a forma di Mantide Religiosa e Stanza piena di luce. Questo ricordo diviene sempre più chiaro con il passare del tempo. Al momento dell'ipnosi con Richard Haines, nel 1988, quel ricordo era così spaventoso che non poteva tornare alla coscienza. Ora ricordo l'essere che svoltò lentamente dall'angolo e venne di fronte a me. Rimase assolutamete immobile ed era come se aspettasse di vedere quanto ne rimanessi terrorizzata. Poi iniziò a parlarmi anche se, al momento, non ricordo assolutamente cosa mi disse. Sembrava possedere una grande dignità e mi diede l'impressione di essere molto vecchio. Dopo avermi detto quello che doveva dirmi io mi girai e lui mi portò in questa stanza (piena di luce densa). Il ricordo termina con me che sto per entrare in quella stanza e il pensiero "Tradotto nella Luce"...qualunque cosa significasse, aveva a che fare con quanto stava accadendo."
Segue disegno di Linda Porter raffigurante una "mantide" e la stanza piena di luce che lei avrebbe visto durante una "abduction" avvenuta nel 1963, quando la testimone aveva 17 anni. L'esperienza sarebbe avvenuta a Covina, in California. La Porter, commentando il disegno, disse di percepire che quanto accadutole nella "stanza piena di luce" fosse connesso con un "trasferimento di anima" di cui ella stessa era stata protagonista.

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I corpi nei contenitori tubolari e la frase "traslazione nella luce" incuriosivano sia me che lei. A quei tempi, inizio del 1991, io non disponevo di altri resoconti di abduction come quello di Linda Porter ma sentivo che era importante incontrarla. Durante i successivi otto mesi ci sentimmo di tanto in tanto al telefono poi, il 24 ottobre 1991, lei mi scrisse che aveva tentato l'auto-ipnosi, avvalendosi di apposite cassette, allo scopo di rilassarsi e cercare di ricordare più particolari della propria esperienza. Disse di essersi resa conto che la creatura a forma di mantide e la stanza piena di luce erano in relazione con le persone in animazione sospesa nei contenitori e mi spedì due ulteriori disegni per "recuperare le ultime parti del ricordo." Questo è ciò che le tornò in mente.

PORTER: "Quando avevo dodici anni mi ammalai gravemente di una brutta infezione alla gola con febbre altissima. La febbre era talmente alta che ricordo di aver delirato almeno per un giorno. Ricordo di aver fluttuato sul soffitto e di aver guardato in basso verso la "me stessa" nel letto. I miei genitori non avevano fiducia nei medici e, così, aspettarono che guarissi da sola, cosa che, in effetti, avvenne o, almeno, io pensai che le cose fossero andate così.
Fui portata a bordo del velivolo dove accadde tutto. Anche se tutto iniziò con la creatura tipo mantide, l'alieno che fu sempre con me durante tutta la vicenda era biancastro, alto non più di un metro e cinquanta e con enormi occhi dalle pupille nere.
I disegni di cui ho parlato si riferiscono a ciò che accadde in seguito: venni portata dentro la "stanza di luce" e mi venne mostrato un uomo di quarantacinque o quarantasei anni che stava chiaramente morendo. Giaceva in un contenitore rettangolare.
Non ricordo la tecnica con cui questa cosa veniva fatta, ma LA SUA ANIMA venne TIRATA FUORI da quel corpo morente. Essa si staccò dal corpo all'altezza del plesso solare (dietro lo stomaco). Era lunga un settanta-ottanta centimetri e larga non più di dodici centimetri ma era di una bellezza che toglieva il fiato, di un delicatissimo giallo iridescente con un nucleo pulsante che emanava un debole calore. Il giallo aveva anche una leggera sfumatura arancio ai bordi.
L'anima fluttuò attraverso la stanza verso un altro corpo che somigliava molto all'uomo morente ma poteva essere lui a non più di venticinque anni di età. Quel nuovo corpo sembrava vuoto, non so perchè mi desse quella sensazione ma il miglior modo che mi viene in mente per descriverlo è "un contenitore vuoto". Ora il "corpo vecchio" aveva assunto una sfumatura bluastra ed era chiaramente morto.
L'anima fluttuò fino a posizionarsi sul corpo nuovo, che si trovava in posizione eretta ma inclinato in avanti come se fosse sul punto di cadere, senza supporti visibili, fuori dal proprio tubo. L'anima discese ed entrò nel nuovo corpo infilandosi in un punto in cima alla nuca ed espandendosi in basso tra le scapole. Poi essa si fuse con il corpo e si insediò davanti alla spina dorsale all'altezza del plesso solare. Quindi sembrò stirarsi elasticamente verso il basso e verso l'alto di alcuni centimetri. A quel punto il nuovo corpo sembrò "occupato" come se la persona stesse semplicemente dormendo.
Il contenitore con all'interno il "vecchio" corpo ormai vuoto si riempì di un liquido che doveva preservare i tessuti fino alla dissezione che sarebbe seguita. Loro volevano scoprire che tipo di sostanza avesse "avvelenato" (nel senso di contaminare) quella persona al punto di portarla alla morte.
Mi venne detto che dopo la dissezione il corpo sarebbe stato eliminato. Essi sembrarono molto sorpresi del fatto che io fossi triste all'idea che quel corpo sarebbe stato gettato via! Mi dissero che si trattava solo di un contenitore per l'anima e che non aveva alcuna altra utilità.
Essi credono che il nostro rito dei funerali sia una cosa barbara, per loro non c'è alcuna differenza tra un corpo vuoto e una lattina di birra vuota.
Mi dissero che il nuovo uomo clonato (o resuscitato) sarebbe stato liberato da qualche altra parte (forse in Australia) ed avrebbe continuato lì la propria vita. Uno dei motivi per cui essi prelevano i tessuti dagli addotti quando sono ancora abbastanza giovani è perchè vogliono preservarne dei campioni nel caso sia necessario un nuovo corpo in seguito.
I nuovi corpi possono essere conservati per sempre. I contenitori che ho rappresentato nel disegno con le tre persone nei tubi sono contenitori di conservazione (immagine 15). Invece i contenitori che ho raffigurato nei due nuovi disegni che ti ho spedito sono contenitori di "attivazione". Hanno una luce in cima che deve trovarsi sulla persona per molte ore ( non so quante) prima che il corpo possa essere attivato, se è stato prima conservato. Se, invece, è stato appena prodotto, non ha bisogno di quella luce. Nel disegno con le tre persone nei tubi il corpo all'estrema destra è quello più giovane dato a quell'uomo che stava morendo.
Io ebbi l'impressione che gli alieni non gradiscano sovrintendere spesso a questo trasferimento di anime. Anzi, mi sembrò che NON SI DEBBA SAPERE che essi fanno queste operazioni. Ma sembrava che essi fossero stati messi nell'angolo e non avessero altre possibilità. Sembra, inoltre, che essi stiano nascondendo tutto questo ad una qualche altra forma di vita superiore, forse tale forma di vita proibisce loro di trasferire le anime così come proibisce di interferire con il nostro pianeta? Di chiunque si tratti, è chiaro che si tratta di qualcuno molto più evoluto di loro, qualcuno che esercita un immenso potere anche su moltissimi altri piani di esistenza."
Immagine numero 15. Linda Porter raccontò di essere stata portata da uno "scienziato grigio" in una stanza dove tre persone erano dentro contenitori cilindrici. Disse di aver percepito che quelle persone erano vive, ma in stato di animazione sospesa. Disse anche che l'uomo all'estrema destra sarebbe stato un "clone" più giovane attivato mediante "trasferimento dell'anima" prelevata dal suo, più anziano, corpo precedente.

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[size=75]Immagine 16[/size]

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[size=75]Disegno di Linda Porter raffigurante come l'anima di un uomo7moribondo fuoriesce all'altezza del suo plesso
solare e fluttua attraverso la stanza per entrare nel
clone più giovane dello stesso uomo[/size]

Linda Porter fu traumatizzata nel veder morire il proprio corpo diciassettenne e la sua anima trasferita in un clone identico per aspetto ed età.
"Venni stesa su di un tavolo e resa incosciente; allora la mia anima si sollevò fuori dal corpo ed entrò in un altro che era esattamente identico al mio!
Venni dunque svegliata nel "nuovo corpo". La creatura mi portò presso il mio "vecchio corpo" che giaceva sul tavolo con il torace aperto. Allora la creatura estrasse il cuore da quella cavità e me lo mostrò!
Mi disse che il mio cuore era stato gravemente danneggiato dalla malattia che avevo avuto (febbre reumatica?) e che si sarebbe fermato molto presto! Guardai quella cavità e mi accorsi che non c'era nemmeno una goccia di sangue! Niente sangue e l'area non sembrava neanche umida! Quando la creatura sollevò il cuore non scorse nemmeno una goccia di sangue e le sue mani restarono asciutte, anche il cuore sembrava completamente asciutto come la cavità toracica!
"Molto dopo questi fatti mi venne detto dallo stesso scienziato alieno, che era con me nella stanza e che era un chimico, che c'era un veleno chimico che si stava diffondendo nelle nostre terre e che noi non ne eravamo affatto consapevoli. Si trattava del risultato di un qualche esperimento segreto condotto dal nostro governo nello spazio. Quell'esperimento aveva creato un sottoprodotto molto pericoloso che ora stava ricadendo nella nostra atmosfera. Mi venne detto che esso si concentra soprattutto nelle nostre riserve d'acqua e che le persone che vivono vicino all'acqua sono in grande pericolo. Lo scienziato mi disse che i posti nell'entroterra, lontano dall'acqua, sono più sicuri e mi consigliò di usare solo acqua distillata per cucinare e per bere.
Mi venne anche detto che quella sostanza chimica tossica sarebbe stata uno dei fattori che avrebbero portato ad un possibile incendio del cielo. Le scorie nucleari nell'atmosfera, reagendo con altre sostanze, avrebbero potuto causare quel disastro. Le altre sostanze sarebbero particelle prodotte da un'arma a raggio che il nostro governo già possiede. Quindi, (secondo gli alieni) quel veleno chimico, insieme alle scorie nucleari nell'atmosfera, potrebbe innescare una mortale reazione a catena che incendierebbe, letteralmente, i nostri cieli.
Io non ho mai sentito parlare di esperimenti militari con il trasporto di scorie nucleari nello spazio esterno, tu ne sai qualcosa? Mi venne impresso nella mente molto chiaramente il concetto che questa reazione a catena, oltre ad essere mortale per noi, avrebbe portato incommensurabili distruzioni su altri mondi e su altre dimensioni. Ricordo che mi sentii completamente devastata al comprendere quali catastrofi potessero scaturire dall'ignoranza dei nostri militari e del nostro governo."

Ecco come Linda Porter ha disegnato lo "scienziato grigio" che avrebbe espiantato il suo cuore malato dal vecchio corpo mentre lei osservava il tutto dal proprio nuovo corpo clonato. Il fatto sarebbe accaduto nel 1963, quando Linda aveva 17 anni.

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Continua Linda Porter
"Ora quel livello di comprensione si è affievolito e mi resta solo il ricordo di aver compreso appieno, al momento, la drammaticità della situazione.
Ricordo di aver realizzato quanto insignificante sia il nostro pianeta e il suo carico di esseri umani, paragonati all'immensità del tutto.
Chiesi loro PERCHE' non prendessero l'iniziativa e non fermassero gli avvenimenti prima che fosse troppo tardi. La creatura sembrò molto arrabbiata e mi disse che non avevo ancora capito nulla: loro NON AVEVANO IL PERMESSO di interferire.
Ma se loro possono interferire con noi al punto di prendere le nostre anime e trasferirle in altri corpi, perchè non possono fermare gli eventi? Non ha senso. Mi dissero che, naturalmente, loro volevano entrare in scena e bloccare tutto ma c'era qualcosa come una terza entità, una autorità esterna, che aveva vietato qualunque interferenza e loro potevano solo stare a guardare. Io avvertii un terribile senso di frustrazione che proveniva dalla creatura perchè, per quanto fosse terribile il nostro destino, il loro era ben peggiore.
Di qualunque cosa si tratti, tutta questa situazione sembra che stia procedendo sempre più velocemente verso un qualche tipo di evento."

[b]Ancora dal Quarto Capitolo "Glimpses of Other Realities"[/b]
Io e Linda parlammo al telefono dei crop circles, io avevo la profonda sensazione che essi fossero una sorta di messaggio subliminale. Per chi? Per gli addotti? Per altri alieni che vivono qui sulla Terra? Non lo so. Ma so che chi produce i crop circles sa che saranno visti da milioni di persone grazie alla televisione e penso proprio che siano un segnale. Per chi, non lo so.
Il 13 marzo 1980, tredici anni prima, io e lo psicologo Leo Splinkle avevamo incontrato una addotta di nome Judy Doraty. Lei ed altri quattro membri della famiglia stavano tornando a casa in macchina poco fuori Houston, nel Texas, nel maggio del 1973, quando avvistarono una luce brillante che tallonava la loro auto. Judy scese dalla macchina per avere una visuale migliore. Tornati a casa i cinque rimasero stupiti quando i parenti, che avevano fatto da baby sitters nel frattempo, chiesero loro come mai erano arrivati con ben due ore di ritardo.
Da quel momento Judy venne perseguitata da quell'episodio di tempo mancante, da terribili mal di testa e da flash di ricordi che avevano a che fare con qualcosa di non umano.
Durante la sessione di ipnosi con noi Judy descrisse un bovino bianco e marrone che saliva in un raggio di luce. Poi disse di trovarsi in una stanza rotonda dove "due piccoli uomini" con la pelle grigia, quattro dita e "occhi gialli come quelli dei serpenti" maneggiavano strumenti chirurgici per prelevare tessuti dagli occhi, dalla lingua e dai testicoli dell'animale.
Le parole di Judy Doraty erano incredibilmente simili a quelle che avrebbe detto Linda Porter dieci anni dopo. La Doraty disse di trovarsi in un laboratorio dove degli esseri grigi conducevano esperimenti su tessuti animali prelevati dal bestiame in uno scenario che sarebbe diventato ben presto noto come "Mutilazioni Animali". Doraty disse che quelle creature analizzavano i tessuti animali perché erano preoccupate di quello che gli uomini potessero fare a se stessi. "Gli uomini si stanno suicidando con la contaminazione del proprio ambiente...loro devono essere qui da un bel po' e monitorano il suolo, l'acqua, la vita animale e vegetale. E continueranno a farlo. Esiste un veleno chimico che é stato immesso nell'ambiente, é passato attraverso la catena alimentare e ora é giunto agli esseri umani. Prima si trovava solo nel terreno ma ora é nella vegetazione e loro stanno testando la sua diffusione. Creerà un sacco di problemi e moltissima gente morirà a causa sua perché sta già contaminando l'acqua. E' nell'acqua e ha qualcosa a che vedere con il Plutonio...Loro mettono la massima enfasi nel dire che, anche se la cosa é nello spazio esterno, tuttavia essa ha gravi effetti sull'ambiente quaggiù...Io non avevo la minima idea che noi umani stessimo facendo degli esperimenti nello spazio esterno."
Judy Doraty aggiunse anche di aver saputo che gli uomini stanno conducendo esperimenti anche sott'acqua e che questo causerà un qualche tipo di reazione chimica pericolosa quando un qualche composto verrà a contatto con un altro.
"Non si tratta solo di un problema di inquinamento, c'é molto di più. Se continueremo con lo stesso ritmo di adesso finiremo per coinvolgere non più solo noi stessi ma anche altri esseri e loro stanno cercando di bloccare un processo che potrebbe portare ad una reazione a catena che coinvolgerebbe anche loro. Io chiedo loro perché non mi dicono di più e perché non fanno di più, visto che sembrano così arrabbiati...loro dicono che non capirei abbastanza, che sono immatura, che non ho raggiunto la maturità."
Chiamai Linda Porter per dirle che mi sarei trovata a Los Angeles per una conferenza a novembre e mi sarebbe piaciuto farle visita a nord di Bakersfield per incontrarla. Lei non volle che la andassi a trovare a casa perché suo marito disapprovava i suoi discorsi sugli alieni. Linda temeva che, a causa di ciò, il suo matrimonio (il secondo) non sarebbe durato a lungo. Preferiva incontrarmi in un ambiente neutro, lontano dallo stress che le avrebbe potuto causare la presenza del marito e così organizzammo di incontrarci in un motel scelto da lei, vicino a Bakersfield, il 1 novembre 1991.
Finalmente la conobbi di persona.
Linda all'epoca aveva 45 anni, era alta circa un metro e sessanta e aveva i capelli castani scuri, tagliati corti. I suoi occhi verde chiaro apparivano leggermente ingranditi da occhiali spessi. Indossava dei jeans e un cardigan rosa con delle perline. Parlava con voce bassa e gentile, calma in maniera quasi innaturale. Ho avvertito spesso anche con altri addotti questa tranquillità forzata; si tratta di persone che hanno passato la vita a sopprimere il ricordo di esperienze anomale, cercando di trovare un equilibrio nelle proprie menti che permettesse loro il più possibile di mettere da parte esperienze tanto traumatizzanti per continuare una vita più o meno normale.
Linda era nata il 2 giugno del 1946 a Portland, nell'Oregon, dove aveva vissuto in una fattoria con i genitori, due sorelle maggiori e un fratello minore in mezzo a galline, conigli e bacche. Mi raccontò:
"Credo che la mia nascita sia stata una sorpresa perché le mie sorelle hanno quindici e sedici anni più di me. Ho anche un fratello minore di un anno e nè io nè lui somigliamo agli altri membri della famiglia."
Linda sapeva poco riguardo ai nonni, sapeva solo che la nonna paterna era una Nativa Cherokee dell'Arkansas. I genitori di Linda erano una coppia pragmatica che non avrebbe mai parlato di cose inspiegabili.
Linda continuò: "quando ero adolescente non ero come gli altri coetanei, non ero una ribelle. Leggevo Kant, Nietzsche, Sartre e tutti i filosofi di cui mi riusciva di procurarmi i libri, quindi non ero certo una normale teen-ager. Sempre a quell'epoca sviluppai la mia passione per il disegno e la pittura. Ero molto introversa, come se mi chiedessi continuamente perché mi trovassi a vivere qui."
Estrassi i disegni che Linda mi aveva spedito e le chiesi se potevamo andare a fondo di ciascuno di essi, registrando la conversazione. Era mia intenzione approfondire la storia dei cilindri e dei corpi in sospensione ma cominciai chiedendo a Linda di chiarire la mia confusione riguardo ai trasferimenti che, secondo i suoi racconti, avvenivano sia con raggi di luce che attraverso tunnels.
Le chiesi: "Il tunnel é una struttura fisica?"
Risposta: "Non é una cosa che si trova sempre lì, viene creato solo quando deve avvenire un trasporto e poi sparisce. Il tunnel é diverso dal raggio di luce. La luce viene usata solo per trasferire le persone dalla Terra ai velivoli e viceversa. Invece il tunnel é una struttura fisica, un "buco" creato per l'occasione tra una dimensione e un'altra. Viaggiare attraverso il tunnel mi fece star male. Aveva a che fare con un cambiamento di densità fisica tra due differenti dimensioni."
Chiesi a Linda Porter della notte in cui le figure d'ombra uscirono dal "buco" di forma ovale nel bel mezzo della sua camera da letto e del piccolo essere grigio che si trovava accanto a lei: "E' stato come se un'altra dimensione fosse entrata nella tua camera da letto?"
Risposta: "Sì, é come se una dimensione si fosse sovrapposta ad un'altra. Mi dissero che tutto ciò che esiste é su una certa frequenza di suono. Ricordi quando ti ho mandato i primi disegni e ti ho detto che la creatura tipo Mantide mi aveva detto qualcosa? Penso che ormai ricordo quasi tutto ciò che mi disse." Linda mi passò un foglio di carta con le righe dove aveva scritto in corsivo:
"Nell'esistenza c'é molto, molto di più di quanto possiamo appena immaginare. La maggior parte di quanto ci é stato insegnato sull'universo fisico e sulle leggi che lo governano é falso.
La civiltà di queste creature ci comunica concetti difficili attraverso simboli che irradiano emozioni.
Loro usano questo metodo per diffondere le cognizioni lasciando intatto il loro vero significato. Con questo sistema qualunque interpretazione erronea diventa impossibile.
I simboli non sono di tipo matematico ma appaiono come immagini olografiche a tre dimensioni che ricordano sculture astratte. Il loro contenuto emotivo é veicolato da onde portanti che somigliano a onde sonore ma non fanno parte della gamma di suoni percepibili da noi umani (Nota: la maggior parte degli esseri umani non percepisce le frequenze sonore al di sotto dei 125 hertz e al di sopra dei 10000 hertz). Queste onde possono essere "sentite" ma non "ascoltate". Per esempio, se le creature vogliono mandar via gli esseri umani da un certo luogo, "trasmettono" sulla zona onde di una certa frequenza che causeranno un'intensa sensazione di paura negli umani, paura che li spingerà ad abbandonare quel posto. E' un sistema che non causa alcun danno alle persone.
I problemi sorgono quando si cerca di trasformare in parole questi messaggi visivo-emotivi: la semantica umana porta a spiegazioni che possono generare confusione. Ciò che é facilmente comprensibile ad un livello, usando una forma di espressione emotiva, può diventare estremamente difficile da comprendere con esattezza quando viene tradotto ad un altro livello usando una forma di espressione tanto limitata come il linguaggio umano. Si perdono un sacco di significati e i concetti principali divengono vaghi e spesso vengono completamente fraintesi.
L'Universo é costruito su modelli sonori che permettono a così tante dimensioni e mondi di co-esistere nel medesimo spazio... Se creiamo dei disturbi su di un mondo-dimensione oltre un certo limite, possiamo distruggere l'onda portante in cui esso esiste e creare un "buco" che altererà le frequenze superiori ed inferiori. Ogni frequenza, infatti, oltre a sostenere il proprio mondo-dimensione, supporta anche (si potrebbe dire "tiene al proprio posto") la frequenza immediatamente superiore e quella immediatamente inferiore. Tutto é interdipendente!
Gli altri mondi-dimensioni inizieranno a collassare nel "buco" e ciò non solo distruggerà innumerevoli civiltà ma la materia compressa che ne scaturirà raggiungerà una densità tale da proiettare tutt'intorno l'intero campo gravitazionale fuori controllo sulla distanza di vari parsecs causando danni inimmaginabili a molti altri mondi che verranno scagliati fuori dalle proprie orbite in un processo che alimenta se stesso.
Esistono innumerevoli mondi-dimensioni che occupano lo stesso spazio senza che i loro occupanti siano consapevoli gli uni degli altri perché ciascuno di essi vibra su ottave differenti. L'ottava di frequenza tiene al proprio posto il mondo-dimensione e gli permette di continuare ad esistere in sicurezza senza interferire con gli altri mondi tutt'intorno. La frequenza agisce come una zona cuscinetto che tiene le cose al proprio posto. Se si fa qualcosa che la logora inizia un collasso che può innescare una mortale reazione a catena. Se la densità di tale collasso supera un certo peso, inizia a collassare lo stesso spazio-tempo.
Qualunque sia la natura dell'esperimento nello spazio esterno in cui è coinvolto il nostro governo esso, se dovesse riuscire, cambierebbe la densità della materia al punto che nessuno, in nessuno dei mondi-dimensione coinvolti, riuscirebbe più a fermare la reazione a catena così innescata.
Al momento presente qui ci sono letteralmente altre centinaia di forme di vita aliene che cercano di fermare questi eventi che mettono a repentaglio anche l'esistenza dei loro mondi. Alcune di queste forme di vita non dovrebbero interferire, come ho scritto nelle lettere precedenti, ma si ostinano a farlo. Quello che cercano di fare é fermare l'"Effetto Increspatura" che emanerebbe dal nostro mondo qualora l'esperimento avesse successo.
Con tutta la loro tecnologia, Linda, perché gli alieni o i loro supervisori non intervengono direttamente e non bloccano tutto questo? Perché si servono di noi addotti e ci fanno parlare al loro posto? C'é qualcosa che non torna. Mi domando se non si stiano prendendo gioco di noi e non ci stiano imbottendo la mente di idee a cui vogliono farci credere ciecamente. Se é in corso un esperimento e se dovesse riuscire, esso ci porrà in competizione con gli alieni riguardo ad un qualcosa che essi non vogliono condividere. Forse stanno solo cercando di spaventarci a morte per cacciarci via dai loro dintorni."
Linda mi disse che, anche se alcune delle comunicazioni aliene le sembravano plausibili, lei non poteva dirsi sicura di quali fossero le reali intenzioni degli extraterrestri. Mi disse: " Sento che sta succedendo qualcosa di sospetto. Sento che c'é qualcosa che essi non ci vogliono far sapere."

Le chiesi se le dimensioni sovrapposte potessero essere paragonate a frequenze televisive e, se il paragone era corretto, chi era ad avere in mano il telecomando?

"Il tizio in cima, chiunque o qualunque cosa sia, ha il massimo potere ed il massimo controllo. Il telecomando é sicuramente in mano al capo supremo"

Le chiesi: "Ricordi se tutto questo ha qualcosa a che fare con gli esseri fatti di ombra che ti portarono da qualche parte attraverso quel buco nella tua camera?"

Risposta: "Ricordo un mondo oscuro, come se la fonte di luce fosse stata talmente distante da far vivere quelle persone in un eterno crepuscolo. Mi sembra quasi di vedere un piccolo sole grande come la punta di una matita."

"Cosa c'é intorno a te?"

"Palazzi rotondi, strani. Gli edifici non hanno angoli, sono tutti arrotondati, più o meno come gli igloo. Non c'é vegetazione."

"E' come un deserto?"

"Siii...solo che lì fa molto freddo"

"Hai visto qualcun altro lì?"

"Qualcuno mi guida, attraverso una porta gialla, all'interno di uno dei palazzi. Ci sono molte persone e la maggior parte di esse hanno aspetto umano. Ma sono vestite in maniera strana... Credo che c'é una lunga tavola e sono tutti seduti intorno ad essa. C'é una persona in piedi ed ha un vestito lungo e viola con un colletto molto alto. Lui é molto alto, circa due metri e dieci. Sembra quello che ha la responsabilità di quello che é successo, sembra che sia lui il motivo per cui io sono stata portata lì."

"Puoi descrivermelo meglio?"

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[b]Linda Porter descrive lo strano essere[/b]
"Non credo che fosse umano. Sembrava avere la pelle grigia, la sua pelle non era di un colore umano, tendeva al bianco. E' molto alto e molto, molto sottile. Ha grandi occhi come quelli dei gatti. Niente capelli, la sommità della testa rotonda e ha il naso, cosa che i grigi non hanno."
"Il naso, che forma aveva?"
"Lungo, naso lungo e faccia lunga. Ha anche le orecchie, mentre i grigi non le hanno."
"Il naso, era prominente?"
"E' grande."
"Il tuo disegno somiglia a ciò che ricordi?"
"Il mio disegno ci si avvicina ma gli ha dato una espressione meschina che non aveva in realtà, non appariva assolutamente meschino o malvagio."
"E la bocca?"
"Niente labbra, ma parlava. Non si trattava di telepatia perché ricordo la sua bocca che si muoveva. Ricordo che sollevava le mani mentre diceva qualcosa, ricordo bene le sue mani bianche mentre le maniche scivolavano in basso."
"Come erano fatte le sue mani?"
"Lunghe e bianche, veramente sottili."
"Quante dita?"
"Non lo so, ricordo solo di aver visto delle dita molto lunghe."
"E gli umani intorno a te stavano parlando?"
"Stavano tutti ad ascoltare quello che lui diceva. Io avvertivo un gran senso di rispetto per lui. Qualunque cosa fosse quello che stava spiegando, si trattava di roba molto complicata, qualcosa di scientifico."
"Aveva una qualche relazione con l'essere-mantide?"
"Non lo so."
"Che altro puoi ricordare riguardo all'essere-mantide?"
"era molto alto, tra i sette e gli otto piedi (tra i due metri e dieci e i due metri e quaranta). Aveva un torso molto lungo, le braccia erano molto lunghe e articolate dietro al torso, in un modo molto differente dagli esseri umani. Aveva tre appendici simili a dita, non si muovevano come dita ma con un destrezza di gran lunga superiore. E i suoi piedi non avevano nulla a che vedere con i nostri, erano delle cose a punta strette, sottili e molto piccole. Gli occhi avevano un colore marrone-rossastro con evidenti bolle che sporgevano leggermente, non so se si trattasse di una forma di protezione o altro. Era come se quell'essere potesse percepire le mie sensazioni e desiderasse spaventarmi il meno possibile."
"Hai per caso percepito da parte sua emozioni tipo bontà o compassione?"
"Grande vecchiaia, saggezza e infinita pazienza. Non era bontà o compassione, era piuttosto come se quell'essere esistesse da migliaia di anni, da tempo lunghissimo. La cosa che percepii maggiormente fu la sua incredibile saggezza. Non mi ero mai trovata di fronte a qualcosa del genere, a qualcosa che possedesse una tale conoscenza. Mi parlò moltissimo ma non ho idea di cosa mi disse quella volta. Qualunque cosa fosse, penso che si trattasse di cose molto importanti-come se mi stesse dicendo cosa sarebbe accaduto nel futuro e cose riguardanti il "trasferimento nella luce", qualunque cosa questo significhi. Aveva a che vedere con quello che mi era accaduto in quella stanza piena di luce. I miei ricordi finiscono nel momento in cui stavo per entrare in quella stanza."
"E' possibile che l'essere con i grande naso sia il capo degli esseri-mantide?"
"No."
"Di qualche tipo umanoide?"
"Si, degli umanoidi dall'abbronzatura dorata, ma non si tratta proprio di un capo, è più come se fosse in sinergia con loro, come se lavorassero insieme da moltissimo tempo."
"Gli umanoidi dorati e le mantidi?"
"Si."
"C'è un'alleanza tra loro?"
"Non di tipo militare. Loro non amano quel genere di cose. Tra loro esiste un mutuo rispetto e si prendono cura gli uni degli altri sulla base di un sistema condiviso di valori e di etica. Sembra che entrambi lavorino insieme per il raggiungimento dello stesso scopo-qualunque esso sia."
"Grande attenzione e rispetto tra le due specie?"
"Si, entrambe le specie sono molto evolute e, sebbene sembri che le mantidi siano molto più antiche, le due razze si relazionano con la massima facilità e lavorano insieme in piena armonia e rispetto."
"Allora, come si inserisce in questo quadro l'essere pallido dal grande naso?"
"Non lo so perché quella fu l'unica occasione in cui lo vidi; lui, semplicemente, stava lì e parlava."
"Potrebbe essere lui l'intelligenza che sta dietro agli altri?"
"No, no. Al di sopra dovrebbe esserci quell'entità di cui ti parlai a Sedona, una forma di vita evolutissima che non ha più bisogno di un corpo fisico."
"Va bene, poniamo quest'entità non fisica in cima. E' un'entità di questo universo?"
"In questo universo. L'unico modo in cui posso esprimere la mia sensazione riguardo alla cosa unica che sta al di sopra di loro è un qualcosa tipo Dio. "
"Al di sopra delle potenti entità non fisiche?"
"Esatto. Metti quelle entità non fisiche al di sopra degli umanoidi e delle mantidi, esse sono enormi e possono spostarsi in tutto l'universo senza l'ausilio di alcun veicolo fisico."
"Chi c'è direttamente sotto di loro?"
"Gli umanoidi dal colorito dorato, poi vengono le mantidi, poi i grigi dalla pelle bianca, quelli più alti dei piccoli grigi. Quelli più alti hanno le pupille e io li chiamo Gumby per le loro uniformi e perché sono scesi all'improvviso sul pavimento e non ho mai visto i loro piedi."
"Gli occhi inclinati di questi grigi più alti hanno il bianco come i nostri?"
"Si, hanno la parte bianca visibile ed hanno le pupille come noi. La loro pelle è bianca e sembra che siano tutti scienziati."
"Nei tuoi disegni la loro testa..."
"E' sporgente nella parte posteriore. Le loro teste hanno una forma diversa da quelle dei grigi." (EBE Tipo 1?)
"E al di sotto di questi grigi alti chi c'è?"
"I grigi piccoli. Loro sono semplicemente operai, come le api o le formiche, si limitano ad eseguire il proprio lavoro." (EBE Tipo 2?)
"E i cilindri, sono tutti uguali?"
"No, i cilindri sono differenti. Quelli di stoccaggio hanno una sommità diversa, rotonda. Quelli di attivazione, invece, hanno gli angoli squadrati. C'è una luce nei cilindri di attivazione, una luce forte che brilla sulla persona all'interno e i corpi devono rimanere esposti a quella luce per parecchie ore prima che l'anima possa entrare dentro di essi, non so perché."
"I cilindri di stoccaggio sono per i corpi?"
"Si, per i corpi clonati. C'è un tipo di cilindro per i corpi immagazzinati e un altro per attivarli. L'anima è probabilmente la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia. Il mio disegno non le rende giustizia. Era di un bellissimo giallo iridescente con i bordi di un tenue arancione e un nucleo bianco che irradiava un dolce calore."

Linda Porter continuò manifestando un senso di soggezione per la luce dell'anima e un senso di repulsione per la morte dell'uomo più anziano.

"Gli alieni sezionarono il corpo dell'uomo più anziano. Era morto a causa di un qualche tipo di sostanza inquinante presente nell'acqua, qui sulla Terra. E' terribile che la gente non si renda conto del pericolo rappresentato dal vivere vicino all'acqua, per non parlare del bere!
Loro sezionarono il corpo per ricostruirne il livello di avvelenamento. Sembrava che, per qualche motivo, questa cosa fosse molto importante per gli alieni. E poi gettarono via il corpo, proprio come se fosse di nessuna importanza. Lo gettarono via come noi ci togliamo e buttiamo via le scarpe. Ricordo che mi sentii molto avvilita perché noi qui seppelliamo i nostri morti."
"Quindi, dal nostro punto di vista, quell'uomo sarebbe morto a quarantasei anni, giusto?"
"Sarebbe scomparso. Nessuno sulla Terra avrebbe mai ritrovato il suo corpo. Nei tuoi studi sulle mutilazioni, Linda, qualcuno ha mai ritrovato corpi umani sezionati?"
"Alcune volte, ma non so se si tratta dello stesso fenomeno. In ogni caso, ci sono moltissimi casi di adulti e bambini scomparsi."
"Io non credo che siano morti. Penso che molti di loro siano stati ri-collocati in altri posti."
"Ma perché ri-collocarli, e dove, qui sulla Terra o su altri pianeti?"
"Ri-collocati qui sulla Terra, come la versione più giovane dell'uomo morto, che venne messa in Australia. Esistono persone che gli alieni vogliono in certe aree ed essi rimangono in contatto con queste persone per tutta la loro vita."
"Alludi agli scienziati-custodi?"
"Si, sta per succedere qualcosa e quando accadrà, qualunque cosa sia, tutti dovranno trovarsi nei posti giusti."
"Hai ricordi dettagliati del tuo personale trasferimento di anima?"
"Dopo di avermi mostrato il trasferimento dell'anima dell'uomo nel cilindro ricordo di essere stata in piedi vicino allo scienziato e...mamma mia...aveva qualcosa in mano che sembrava il mio cuore. Il mio vecchio corpo giaceva sul tavolo lì, era aperto. Ricordo i bordi del taglio che erano dentellati. Non c'era assolutamente sangue, tutto era completamente asciutto."
"Era un taglio a zig-zig?"
"Era come fatto con le forbici a zig zag che usano i sarti per tagliare i vestiti."
"Hai visto che tipo di strumento gli alieni usavano per operare questi tagli?"
"Somigliava ad uno spazzolino da denti elettrico. Di colore argenteo, lungo sette pollici (circa 18 centimetri) e largo un pollice e mezzo (circa 4 centimetri). Aveva un punta illuminata di blu che non sembrava proiettare luce ma che usa onde sonore non udibili e quando è programmato su basse frequenze è in grado di operare chirurgicamente mediante vibrazioni che separano cellule e tessuti senza arrecare danni a livello cellulare. Non taglia le cellule. I bordi dei tagli sono puliti e senza bruciature. Quando è programmato su alte frequenze, la vibrazione causa una frizione che genera calore. Il calore è usato per tagliare."
"C'era anche uno strumento più grande, lungo dieci pollici (circa 25 centimetri) e largo tre pollici e mezzo (circa 9 centimetri). Ha una punta accesa che non proietta luce e usa le onde sonore per guarire psichicamente ed emozionalmente. Aiuta le persone ad uscire da shock terribili."
"L'alieno mi disse che avevo avuto una febbre reumatica quando avevo dodici anni ed immagino che fosse vero. Non venni portata da alcun medico ma i sintomi corrispondevano. Immagino che quell'episodio mi avesse danneggiato il cuore e mi venne detto che in quelle condizioni non sarei vissuta a lungo."
"Questo accadde quando avevi diciassette anni. Prima ti eri accorta che c'era qualcosa che non andava?"
"Oh si, ero sempre stata malata. I miei genitori non si fidavano dei medici e io avevo sempre la gola secca e la febbre alta. Dopo quella malattia non ero mai più stata bene, ero anche svenuta un paio di volte."
"Quindi, dai dodici anni (1958) ai diciassette (1963) tu eri stata indebolita dalla malattia?"
"Si, e peggiorava. Lo scienziato mi spiegò che la parete posteriore del cuore si stava assottigliando e che presto avrebbe ceduto. Ricordo che lo guardavo ma è come se fossi ancora confusa, non capivo bene quello che mi diceva."
"Qua


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NUOVO CASO DEL QUARTO CAPITOLO DI "GLIMPSES OF OTHER REALITIES"
WANNA LAWSON, NEW JERSEY DEL SUD




Un anno dopo il mio primo contatto con Linda Porter, nel gennaio 1992 incontrai un'altra donna che parlava anch'essa di corpi conservati in cilindri.
Mi chiese di rimanere anonima a causa della sua carica direttiva nel governo municipale del New Jersey del sud e io trovai per lei lo pseudonimo Wanna Lawson.
Wanna era nata il 16 agosto del 1937, sua madre era di origini tanto tedesche quanto afro-americane e gli antenati di suo padre provenivano dalla Riserva indiana Seneca, vicino a Warren in Pennsylvania.
Nel 1983, al momento dei fatti che mi raccontò, Wanna aveva 46 anni, si era sposata e aveva divorziato già due volte. Il 27 novembre 1983 Wanna stava viaggiando con la famiglia da Louisville, in Kentucky, ad Atlantic City per la vacanza del Giorno del Ringraziamento. Wanna e sua figlia Netta, di venti anni, erano insieme in una macchina, i suoi altri due figli, Charles di tredici anni e Anna, di ventiquattro, si trovavano a bordo di un'altra macchina guidata da John Hyatt, marito di Netta.
Le due macchine si fermarono insieme ad una stazione di servizio parecchie miglia a ovest di Harrisburg, in Pennsylvania.
Wanna mi raccontò: "Dopo aver fatto rifornimento avevamo percorso circa un quarto di miglio quando Netta, che stava guidando, mi chiese 'Mamma, cos'è quella cosa in cielo?' Non so perché le risposi 'Sarà un "foxfire'"
(Di solito la parola "foxfire" viene usata per indicare qualunque tipo di aurora boreale o di bio-luminescenza).
"Successivamente ricordo delle luci, delle figure ed avevo la sensazione di avere un'allucinazione, tutt'intorno alla macchina c'erano molti uomini che facevano oscillare cose che sembravano lanterne o lampade. Era tutto molto strano. Allora guardai mia figlia e vidi che Netta stava con la faccia ed entrambe le mani poggiate sul volante. Le chiesi 'Netta, stai bene?' e immediatamente le sue mani scivolarono giù dal volante, raddrizzò la schiena e disse 'certo Mamma, sto bene' ma la macchina stava andando a 65 miglia all'ora."
"Poi ci fermammo tutti in un'area di sosta a Turnpike, nel New Jersey, mio genero saltò fuori dalla sua macchina e corse verso di noi dicendo 'Ehi voi, avete notato qualcosa di strano?' e io risposi 'Si, perché non controlli il serbatoio, John, come possiamo aver già fatto tutta questa strada?' e scoprimmo che ENTRAMBI i serbatoi delle vetture erano PIENI."
Il mistero di quell'improvviso ritrovarsi in New Jersey con i serbatoi ancora pieni preoccupò molto Wanna mentre il resto della famiglia preferiva non pensarci, ma Wanna e sua figlia Netta continuarono ad avere inspiegabili ricordi di esami fisici condotti su di loro da strani esseri umanoidi.
Alla fine Wanna si mise in contatto con l'ufologo Richard Butler e questi tentò la via dell'ipnosi. Uno dei ricordi che affiorarono riguardava una grande stanza piena di cilindri contenenti corpi umanoidi.
Non sarei mai venuta a conoscenza di questa storia se non avessi saputo dell'avvistamento di strane luci vicino a Scranton nel gennaio 1992. Molti di noi vennero invitati da un professore di liceo a visionare le sue riprese video, girate in quello stesso mese, di luci in movimento e fu in quell'occasione che Butler mi parlò del caso di Wanna Lawson e del suo ricordo di corpi in contenitori cilindrici. Gli raccontai di aver sentito descrizioni simili da una donna della California e Butler organizzò un incontro a casa di Wanna, nel New Jersey del sud, per il 22 gennaio 1992.
Al momento del nostro incontro Wanna era funzionario comunale della sua città da dodici anni e mi sembrò una donna piena di senso dell'umorismo e capace di ridere anche quando ricordava momenti spaventosi come quelli riguardanti il novembre 1987, quando sarebbe stata sottoposta ad esami medici da parte di entità non umane.

Immagine

Il disegno precedente e quelli successivi sono stati realizzati da Wanna Lawson, in collaborazione con un disegnatore professionista, il 16 febbraio 1992 e illustrano il suo presunto rapimento (insieme ad altri familiari) del 27 novembre 1983.

Wanna mi raccontò:" I piccoli grigi con i grandi occhi-loro stavano lì e mi sottoponevano ad esami- e io urlavo, ero terrorizzata. Arrivò uno di quelli alti, mi mise una mano sulla spalla e mi calmò. Rimase lì finché gli esami non furono finiti e poi mi prese per mano e mi accompagnò fuori dalla stanza."
"Wanna, hai ricordi coscienti di come ti sei spostata dalle macchine ad ovest di Harrisburg a quel velivolo?"
"C'è stata semplicemente una luce e noi eravamo dentro il velivolo."
"La luce sollevò la macchina?"
"Linda, la luce sollevò ENTRAMBE le macchine."
"Di che colore era quella luce?"
"Una specie di rosa rossastro con qualcosa di dorato? O, forse, il raggio era bianco-dorato e noi finimmo in una stanza che sembrava rosata."
"Quindi, tu ti trovi all'interno di quella stanza..."
"Uscimmo dalle macchine e venimmo separati e mandati in stanze diverse."
"In quella stanza rosata venisti accolta da qualcuno?"
"C'era quello alto con la calotta in testa, era alto almeno due metri e quaranta."
"Puoi descriverne la faccia?"
"Era una faccia abbastanza normale, con un grande naso ad uncino."
"Lo hai visto di fronte?"
"Si, di fronte, aveva gli occhi a mandorla e il mento aguzzo."
"I piccoli grigi prendevano ordini da lui o era lui a prenderli da loro?"
"Loro prendevano ordini da lui."
"Potevi sentire le loro comunicazioni?"
"Assolutamente no."
"Ti sentivi sveglia e vigile?"
"No, ero come in uno stato di sogno, leggermente stordita."
"Potevi muoverti e toccare Netta o John, Anna o Charles?"
"Non potevo raggiungerli perché loro (i presunti alieni) ci spostavano rapidamente in direzioni diverse. John urlava e faceva baccano opponendo resistenza, Charles piangeva e Anna era ancora addormentata-erano gli alieni a trasportarla- mentre venivamo fatti muovere velocemente."

Immagine

"Quelli che vi spostavano fisicamente erano i piccoli grigi?"
"Si."
"Quindi quei piccoli grigi erano in grado di portare una donna adulta come Anna?"
"Erano più d'uno, ce ne sono voluti diversi per trasportare Anna, non era uno solo a portarla, ce n'erano parecchi."
"E a te cosa è successo?"
"Mi hanno portato da quella stanza rosata ad un'altra bianchissima, pulita e dall'aspetto sterilizzato come una camera di ospedale. Mi mettono su di un tavolo e io non so cosa mi aspetta. Mi esaminarono...e un tizio dall'aspetto non esattamente piacevole entrò nella stanza. Alto, ricordava un Nativo Americano ma la pelle era pallida, grigiastra, incolore."
"Visto che i Nativi hanno la pelle piuttosto scura, perché associ quella figura a loro?"
""Più che altro per via dei suoi lineamenti, aveva gli zigomi alti, il naso aquilino, la faccia forte e i capelli neri e lunghi. Aveva gli occhi spalancati e, quando li osservai la prima volta, vidi che erano nerissimi ma, in seguito scoprii che quel nero era una specie di protezione perché si tolse quelle specie di lenti e vidi che aveva gli occhi dorati come quelli dei gatti."
"Come erano i suoi vestiti?"
"Forse metallici, di un grigio argentato."
"Aveva delle insegne di qualche tipo?"
"Sulla sua uniforme ricordo due triangoli sovrapposti. Mi disse che simboleggiavano il fondersi di due mondi ma non saprei dire di quali mondi si trattasse."
"Quando il "Pellerossa" entrò, come ti toccò?"
"Si limitò a mettermi una mano su una spalla."
"E tu come ti sentisti?"
"Mi sentii bene, immediatamente calma. Sentii che io e lui eravamo molto vicini, in pratica sentii che formavamo una coppia. Camminammo per la nave e giungemmo in un ambiente immenso pieno di cilindri. Le mura erano ricoperte di cilindri in fila; quei contenitori sembravano fatti di vetro ma non era vetro. Ognuno di essi era largo sessanta-settanta centimetri ed era alto due metri mezzo; erano tubi cilindrici arrotondati abbastanza grandi da contenere quei corpi alti e pallidi."
"Quanti ce n'erano? Quanto era grande quell'ambiente?"
"Era lungo come molti isolati cittadini, non riuscivo a vederne la fine."
"Quanti cilindri potevano esserci, centinaia?"
"Migliaia."
"Come appariva la superficie di ciascun cilindro? Chiara, trasparente, colorata?"
"Argentea, ma potevi vederci attraverso."
"E cosa vedevi all'interno?"
"Un corpo femminile con lunghi capelli ondulati e occhi a mandorla. Non è umano."
"Cosa ha di non umano?"
"Il colorito grigio-pallido e l'altezza, è alto circa due metri e quaranta."
"Il cilindro sembra contenere del gas, del liquido o qualcosa di gelatinoso?"
"Non lo so, si vede solo il corpo in piedi nel cilindro e niente altro."
"Wanna, com'è che ricordi così chiaramente proprio il corpo della ragazza dai lunghi capelli neri?"
"Perché lui mi portò direttamente proprio di fronte a quel cilindro e mi disse:'Questo è il tuo corpo.'"
"Lui ti parla direttamente o lo senti nella tua testa?"
"Lo sento nella testa, so che sta parlando con me con voce maschile ma non sento alcun suono."
"Ti tocca in qualche modo?"
"Mi tiene la mano."
"E ti conduce di fronte a quel cilindro?"
"Si, ne abbiamo superati molti e ci siamo fermati di fronte a quello."
"Che accade quando lui ti ferma di fronte al cilindro?"
"Ora io CAMBIO DI CORPO. Non so come ho fatto...l'unica cosa che ricordo è che quello era il mio 'altro corpo', che era di mia proprietà e che l'alieno lo desiderava...era strano! Era anche imbarazzante, incredibile, mi faceva sentire una specie di oggetto sessuale in un sogno ad occhi aperti."
"E l'essere alto cosa disse?"
"Disse che mi desiderava, mi voleva e che io dovevo entrare nel 'mio' corpo (quello della aliena alta) ma non so come ciò avvenne, non ricordo."

Immagine
Disegno di L. Hoffman eseguito per Linda Howe:
raffigura l'Alieno tipo "Nativo Americano" descritto da Wanna Lawson.
Sarebbe stato alto più di due metri e dal colorito perlaceo.
Wanna raccontò che sia quell'essere che gli altri da lei incontrati
mostravano un particolare simbolo costituito da due triangoli
contrapposti e intersecati ai vertici; ciò avrebbe rappresentato
"l'unione di due mondi" ma Wanna disse di non sapere quali
essi fossero


Immagine
Disegno raffigurante l'immensa sala piena di cilindri con
corpi in sospensione dove l'alieno "tipo pellerossa" avrebbe
condotto Wanna Lawson. La seconda figura femminile da sinistra,
snella e con lunghi capelli neri ondulati, è il corpo in cui Wanna
sarebbe stata "trasferita" per comunicare ed unirsi sessualmente
con l'alieno alto di tipo indio. Wanna sosteneva di non riuscire a
comprendere come fosse avvenuto tale "trasferimento"


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ABDUCTION E MONDI INVISIBILI



Il presente articolo sul fenomeno conosciuto come “abductions”, o rapimenti alieni, non ha la pretesa di essere un sostitutivo o addirittura un’operazione di “dubunking” delle attuali teorie e ricerche esistenti, semmai l’intento reale è più che altro a scopo integrativo, poiché molte informazioni inerenti questo fenomeno sono state ovviate per una ragione o per un’altra; mentre invece, per il sottoscritto almeno, posseggono una base solida e concreta per capire meglio la fonte di questo fenomeno, il quale appare spesso essere tutt’altro che di origine “aliena”. La motivazione che mi ha spinto a scriverne è determinata da alcuni eventi accaduti nel 2009 che potremmo definire “anomali” , i quali mi hanno portato a favorire maggiormente, anche se non in toto, la tesi sostenuta dal Prof. Corrado Malanga; tesi per la quale mi riservo di esprimermi solo per alcuni dettagli che ho rilevato in comunione con quanto egli afferma.

I test
Da svariati anni mi occupo di eseguire dei test e degli esperimenti nel campo delle frequenze sonore, nel tentativo di osservare e, nei limiti del possibile, rilevare dei cambiamenti nell’umore di alcuni volontari dopo essere stati sottoposti ad una serie di toni sonori prestabiliti. Il metodo di per se è relativamente semplice, e anche se si tratta di un’indagine a tutti gli effetti empirica, poiché esprime l’osservazione di un fenomeno durante una o più sessioni di sperimentazione seguendo un metodo specifico, per il momento non possiede ancora alcun valore scientifico; pertanto vi invito a raccoglierla come una pura e semplice esperienza.
La modalità con la quale questi esperimenti vengono eseguiti si esplica come segue: dopo aver fatto accomodare un volontario su di un lettino, e dopo averlo condotto ad uno stato di rilassamento più o meno profondo, per mezzo di una colonna sonora studiata appositamente, eseguo una semplice scala di 12 toni che vanno dai 11.5 Hz sino ai 128 Hz, per un periodo massimo di 8 secondi di riproduzione per ciascun tono. Successivamente, a caldo, domando al volontario quali siano le sue reali sensazioni ed emozioni in merito, invitandolo a descrivermi in dettaglio e con parole sue tutte quelle micro variazioni corporali che normalmente, ad uno stato maggiormente sveglio e cosciente, è più difficile di percepire. Le testimonianze che emergono tra tutti i casi sinora indagati, 32 in totale, suddivisi tra 15 uomini e 17 donne, riportano interessanti e dettagliate similitudini nelle descrizioni che lasciano ben sperare per una futura e più precisa indagine.
Il pomeriggio del 12 Marzo 2009, ospito nel nostro centro una donna sana di 35 anni, il cui nome per sua esplicita richiesta rimarrà anonimo in questo articolo, ma che per comodità narrativa chiamerò il volontario A-12 con il nome di “Barbara”. Domando quindi a Barbara di sdraiarsi sul lettino e di mettersi a proprio agio. Dopo qualche breve suggerimento e scambio di idee circa la procedura, metto appunto Barbara tra le mani di una colonna sonora la quale fa da sfondo ad una semplice visualizzazione il cui soggetto viene scelto dal volontario. Dopo aver monitorato sin dall’inizio della sessione le sue onde cerebrali, e aver constatato un abbassamento graduale delle onde Beta al minuto 11 della colonna sonora, incomincio l’esecuzione di questi dodici toni. Specifico che la riproduzione di questi toni non possiede un ordine preciso prestabilito. Lascio che sia il computer, in base a una casualità calcolata per mezzo di un algoritmo frattale, a scegliere quale tono eseguire e quale saltare. In questo modo l’esecuzione dei dodici toni non è mai identica alla precedente sessione; è quindi sempre diversa e unica per ogni volontario. Questo metodo mi serve per verificare l’ipotesi che le frequenze sonore riprodotte con un ordine specifico abbiano una diversa influenza nel volontario rispetto a quelle riprodotte con un ordine causale. Dopo aver terminato la sessione, eseguo le solite domande di rito, ma con Barbara mi accorgo immediatamente che c’è qualcosa che non torna.

-Descrivimi ora come ti senti.
-Che vuol dire? (mi risponde Barbara. Gli occhi sono ancora chiusi nonostante le abbia chiesto di riaprirli)

-Vuol dire che devi semplicemente dirmi come ti senti adesso.
-Non… Non capisco cosa vuol dire. (Barbara balbetta un po’. Sembra stranamente confusa.)

Mi parve subito chiaro che mi trovavo di fronte a ciò che il Prof. Malanga aveva già ampliamente riportato durante lo studio dei suoi casi, con una piccola ma significante differenza: lui usa l’ipnosi e la PNL (programmazione neurolinguistica), io nessuna delle due; e Barbara, come scoprirò in una conversazione avvenuta in un secondo momento, non aveva mai letto i libri di Malanga, nè mai visto una sua conferenza, nè aveva mai parlato o anche solo avuto coscienza di essere stata addotta da una “razza aliena”. Inoltre, nessuno dei miei volontari era mai andato così in profondità in precedenza, e lo scopo del mio studio era totalmente diverso da quello di cercare gli “alieni”. Con il sistema di proiezione del suono, chi funge da inquirente (e in questo caso io), non ha alcun modo di influenzare il soggetto a dare delle risposte programmate, e da parte mia non c’è stata alcuna induzione volta ad influenzare la volontà del soggetto, se non l’uso di una particolare frequenza sonora specifica che non è costante nel tempo, ma variabile in proporzione di qualche piccolo punto percentuale. Inoltre, secondo il padre della moderna ipnosi Milton Erickson, sarebbe comunque impossibile influenzare e forzare la volontà di un soggetto. Chiaramente, io non posso confutare questa tesi, poiché non ho mai eseguito esperimenti a riguardo, ma era chiaro che Barbara, nonostante tutti gli accorgimenti presi per evitarlo, era entrata comunque in uno stato d’ipnosi molto profonda e marcata. Così, dopo aver letto delle esperienze del Prof. Malanga decido di tentare con qualche domanda più azzardata; domande che il Professore nelle sue ricerche definisce appunto “di controllo”.

-Chi sei tu?, mentre le domando ciò attivo un dittafono per registrare quella conversazione così inusuale.
-Noi siamo.

-Guardati il corpo. Descrivimelo.
-Noi non abbiamo corpo.

-Quanti anni hai?
-Non capiamo cosa vuol dire.

-Conosci allora da quanto tempo sei?
-Da sempre! (Il viso di Barbara sorride e si distende)

A questo punto, verificato ulteriormente che si stava trattando di una situazione analoga come quelle riportate dal Prof. Malanga, decido di spingere l’acceleratore e di passare quindi immediatamente a porre delle domande meno spicciole e più complesse, così le chiedo:

-Sei quella cosa che noi sulla terra definiamo Anima?
-mmmmh… Noi siamo il collante tra lo Spirito e la Materia.

-Potremmo dire che sei la Coscienza? (Barbara sorride compiaciuta e scuote il capo in segno di approvazione)
-Anche!

A questo punto pongo una domanda circa una questione che mi frulla in testa da molto tempo…

-La Coscienza è quindi una cosa fisica?

…e la risposta, sebbene di norma cerchi di rimanere assolutamente impassibile a livello emotivo, mi ha raggelato il sangue per qualche secondo:

-Anche.

Perciò, secondo questa “fonte”, che gli scienziati tedeschi Grazyna Fosar e Franz Buldorf (gli autori del libro “L’intelligenza in rete nascosta nel DNA”) definirebbero più propriamente il frutto di una “ipercomunicazione”, la cui credibilità, specifico, non può affatto essere dimostrata, la Coscienza sarebbe ANCHE un oggetto fisico, e tutto ciò che è fisico, è in qualche modo influenzabile sotto molti aspetti. Il resto della conversazione lo tengo per uno studio più dettagliato poiché il mio scopo in questo momento non è sorprendere ma capire, oppure suggerire una via d’indagine che sia più mirata. E’ doveroso precisare che successivamente il Prof. Malanga ha avuto modo di incontrare la persona in questione e posso testimoniare la sua professionalità e competenza nella gestione della situazione.
Di solito è difficile (ma non impossibile) che una persona si lasci andare così in profondità con l’utilizzo delle frequenze, tanto da entrare in “ipercomunicazione” dopo soli 11 minuti di ascolto, poiché come specificavo prima, nessuna induzione ipnotica viene eseguita sul soggetto. Anzi, la visualizzazione che compie la persona accompagnata dalla colonna sonora, descrive più semplicemente un luogo della natura particolarmente attraente, un luogo che la persona sceglie di visualizzare in base ai suoi gusti ed esigenze, e mai viene suggerito dal sottoscritto. Come facevo dunque ad essermi trovato di fronte a un caso come quelli descritti dal Prof. Malanga, senza usare la tecnica del Prof. Malanga? Che questi fenomeni di “ipercomunicazione” si verifichino anche in assenza di un operatore che guidi il soggetto ad entrare a quel livello d’ipnosi? Sebbene questo mio piccolo esperimento sembri in qualche modo confermare in gran parte il lavoro di Corrado Malanga, visto che durante una sessione assai diversa da quanto esegue il Professore si è verificata comunque la medesima condizione, personalmente sono ancora restio a dare delle valutazioni che siano definitive. L’argomento è quanto mai vasto e controverso, e spesso non tutti i dati risultanti da altre ricerche condotte in merito vengono riportati nella loro interezza. Per esempio, mi verrebbe da domandare, come mai sulle persone che dichiarano di aver avuto esperienze di rapimenti alieni, non sono mai stati eseguiti degli esami specifici volti a rinvenire nel loro sangue la presenza di una determinata molecola chiamata DMT (N-N dimetiltriptamina), ossia: il più potente allucinogeno presente sulla faccia della terra? Ma prima che gli interessati possano ‘scaldarsi’ per questa ‘provocazione’, abbiano la forza di bypassare il giudizio e il rigetto per un istante e arrivare sino in fondo a questo articolo, e scopriranno che in realtà, qualcosa “di più”, esiste davvero e che ‘allucinati’ non lo sono poi così tanto.

La ricerca di Rock Strassman

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Nel suo controverso libro DMT: La Molecola dello Spirito, che entro Gennaio 2011 avrò l’onore di pubblicare e presentare in esclusiva in Italia con la nostra Associazione, il Dr. Rick Strassman riporta con dovizia di dettagli un’affascinante ricerca durata cinque anni, che ha coinvolto ben 60 soggetti volontari sani, avvenuta al Dipartimento di Medicina dell’Università del New Messico. Cosa avevano queste persone in comune a coloro che dichiarano di venire “addotti” dagli alieni? In apparenza, assolutamente nulla. Molti di loro vengono descritti nel libro di Strassman come persone assolutamente ignare di certi fenomeni, e chi è ignaro di qualcosa significa che non ne è a conoscenza, non ha coscienza di quella cosa, ma non significa che ad un livello più sottile e profondo non la sperimenti per davvero. Ma conosciamo meglio il background formativo del Dr. Strassman. Il Dr. Rick Strassman nasce a Los Angeles, California, nel 1952. Frequenta l’Albert Einstein College of Medicine alla Yeshiva University di New York, dove si laurea in medicina con tutti gli onori nel 1977. Nonostante questo il Dr. Strassmann non è esattamente quello che si direbbe un fedele sostenitore del pensiero classico ortodosso. In realtà coltiva in se una forte fede buddista e gran parte del suo lavoro è rivolto al sostegno della moderna psichiatria. Questa dicotomia professionale, dice Strassman, non lo disturba affatto, anzi, afferma che la colpa di questa sua scelta di vita la deve all’influenza di alcuni autori straordinari come Stanislav Grof, Peter Stafford e naturalemente Albert Hofmann (lo scienziato divenuto famoso nel mondo per la scoperta dell’LSD).

Come dicevo, il punto è bollente quanto controverso, e per molti potrebbe essere difficile da digerire, come riporta lo stesso Strassman nel suo libro in questo passaggio:

“Agli estimatori della cultura psichedelica la mia conclusione andrà certamente indigesta, e cioè che la DMT non possiede alcun effetto benefico intrinseco, piuttosto appare maggiormente importante il contesto nel quale le persone assumono questa sostanza; coloro che sono favorevoli al controllo o alla distruzione delle droghe in genere potrebbero considerare ciò che leggeranno come un incoraggiamento all’uso delle sostanze psichedeliche e ad una glorificazione delle relative esperienze; i portavoce e praticanti delle religioni tradizionali potrebbero non accettare l’idea che sia possibile raggiungere reami spirituali più elevati e ottenere informazioni mistiche proprio attraverso queste droghe; probabilmente chi è stato vittima di un “rapimento alieno” e coloro che li sostengono, potrebbero pensare al presente resoconto come una sfida alla “realtà” delle loro esperienze; sia i sostenitori che gli oppositori del diritto all’aborto potrebbero obiettare la mia idea secondo cui il rilascio di DMT dalla Ghiandola Pineale quarantanove giorni dopo il concepimento segni l’ingresso dello spirito nel feto; i neuro-scienziati potrebbero dissentire all’idea che la DMT influisca sulle abilità del cervello di ricevere informazioni, piuttosto che soltanto generare percezioni; potrebbero senz’altro respingere l’idea che questa molecola permetta al nostro cervello di percepire la materia oscura e gli universi paralleli: reami dell’esistenza abitati da entità senzienti.”

In un recente scambio di e-mail con l’amico Strassman abbiamo parlato proprio di questo, della “ansia da rigetto”: Io penso che gli scienziati possano essere di mentalità chiusa contro l’ignoto come chiunque altro; così gli rispondo: Dr. Strassman questi ‘esseri’, per quello che lei ha potuto sperimentare, sono FUORI o DENTRO di noi?” Io penso che questi ‘esseri’ siano fuori di noi, e allo stesso tempo potrebbero essere riflessi del nostro stato interno. E’ difficile distinguere tra queste due alternative, ma è anche imperativo riuscirci per risolvere molti enigmi che ancora ci circondano.

La DMT

Immagine

La DMT (N-N dimetiltriptamina) è una molecola illegale inserita nella tabella I del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, pertanto la sua assunzione è vietata per legge. Ma il fatto paradossale è che questa sostanza, nonostante il severo divieto internazionale di assimilazione, è già presente nel corpo di ognuno di noi! Infatti essa viene prodotta dalla nostra Ghiandola Pineale; in particolar modo i suoi effetti si scatenano maggiormente durante la fase REM del sonno o quando sperimentiamo i cosiddetti sogni “lucidi”: a questi stadi significa che nel sangue questa molecola è presente in quantità più elevate del normale. Rimane presente nel corpo umano per un periodo non più lungo di cinque minuti, e può esserne rilevato il passaggio attraverso l’analisi del fluido cerebrospinale. Per comprendere le ragioni per le quali tutti noi, chi più e chi meno, siamo “sotto l’effetto di questa sostanza durante le nostre notti “movimentate”, mediamente tra le 3 e le 4 del mattino, occorre spiegare che la sua sintesi avviene mediante l’assunzione quotidiana di un amminoacido essenziale, il Triptofano, il quale è presente in più o meno quantità in tutti i cibi di uso comune, come ad esempio la carne, il formaggio, il vino e le uova. Il Triptofano interagisce con la Serotonina (5-idrossitriptamina, 5-HT), e dall’unione di questa interazione vi è una sintesi maggiore di Melatonina, la quale a sua volta muta in una molecola dalla forma assai più caratteristica, la Pinolina, e dalla Pinolina alla DMT.
Secondo Strassman, la DMT sarebbe la molecola che permetterebbe allo Spirito di fare il suo ingresso nel corpo umano, anche se questo ovviamente è dimostrabile solo mostrando le sue personali deduzioni. Difatti, è difficile credere che la DMT possa essere considerata una sostanza così violentemente illegale quando, i bambini durante il periodo del parto, ne hanno il sangue completamente saturo. Come dice una mia vecchia conoscenza, “…la notte, quando sogniamo, dovremmo essere tutti imprigionati e dovremmo subire la completa amputazione della ghiandola pineale perché è un laboratorio di droghe illegali”. Così mi sembra ovvio che alla luce di queste nuove ricerche, ridisegnare nel complesso quella che possa essere l’esperienza chiamata “abduction”, diviene automaticamente necessario.

I mondi invisibili
Una delle testimonianze maggiormente ricorrenti in coloro che subiscono l’esperienza dell’abduction, è la visione di quello che appare essere il DNA, e nel libro di Strassman, Philip, dopo aver assunto una dose di 0.4 mg/kg riporta:

“Le visioni tornavano indietro attraverso dei tubi, come fanno i protozoi, proprio come fosse l’interno di una cellula, osservavo il DNA roteare a spirale. Avevano un aspetto gelatinoso come dei tubi al cui interno c’erano delle attività cellulari. Era come osservarli al microscopio”

così come Cleo:

“C’era una spirale tipo quella del DNA costituita da cubi incredibilmente brillanti. Ho “sentito” quei cubi nel momento stesso in cui la mia coscienza vi si trasferiva”

e Sara, che nel libro descriverà un’intensa esperienza di contatto con una ‘entità’, sul DNA descrive:

“Ho sentito la DMT liberare l’energia della mia anima e spingerla attraverso il DNA. Questo è quello che è accaduto quando ho perso il mio corpo. C’erano delle spirali che mi hanno ricordato cose che avevo visto nel Chaco Canyon. Forse era DNA. Forse gli Antichi lo sapevano. Il DNA si muove nell’universo come in un viaggio spaziale. Bisogna essere senza corpo per poter viaggiare. E’ ridicolo pensare ai viaggi spaziali in piccole navi.”

La cosa che non torna nelle testimonianze appena riportate è la ragione stessa per la quale queste persone condividano tra di loro la medesima visione: il DNA. Se quella appena descritta fosse semplicemente una banale ‘allucinazione’, per quale motivo questo soggetto ricorre così spesso in persone così diverse? Questo è un punto focale sul quale dovremmo concentrarci, poiché non esiste alcuna ragione al mondo per la quale quella che viene considerata da tutti come una banale ‘allucinazione’, sebbene diversificata in taluni aspetti, sia la medesima in molte persone. Non c’è ragione al mondo se non determinare, anche se nell’ambito del teorico, che l’esperienza sia a tutti gli effetti ‘reale’. Riguardo alle esperienze di contatti con altre entità le descrizioni presenti nel libro di Strassman sono le più disparate, ma casualmente riportano tutte le medesime condizioni che vengono riportate dai cosiddetti “addotti” di Malanga e di tanti altri, mentre ricordiamolo, l’intera esperienza si verificava sotto il rigido controllo di laboratorio in una facoltà di medicina. Ci tengo a precisare che questa nuova visione del “rapimento alieno” non rende affatto l’esperienza degli “addotti” meno veritiera e traumatica, anzi, occorrerebbe dare una più corretta definizione di quello che normalmente definiamo come “allucinazione”, poiché forse, non solo potrebbe essere male interpretato, ma che la realtà vissuta dalla persona durante questi stati di coscienza, possa essere reale tanto quanto questa “realtà”. Nessuno può dimostrare la veridicità di questa esperienza che definiamo “vita”. Nessuno.

Una teoria che non può essere falsa è sicuramente falsa, cioè è una falsa teoria scientifica. Esistono teorie che non possono essere false? Certamente si. Facciamo un esempio: “La sedia su cui state sedendo ogni volta che non è osservata (vista, fotografata, ripresa da un qualsiasi tipo di sensore…) diventa immediatamente un ‘gatto’. Appena osservata ridiventa immediatamente una sedia.” Vi invito a trovare un qualche tipo di esperimento che possa falsificare quanto sopra affermato. Lascio inoltre alla vostra fantasia trovare, anche nella vita comune, altri esempi. – Mario Bruschi (Dipartimento di Fisica Universita` “La Sapienza”)

Così Stephen Szàra in Ungheria, un paziente riferito come affetto da schizofrenia, dopo un’alta dose di DMT intramuscolare descrive quanto segue:

“Ho visto dei sogni così strani, ma solo all’inizio… successivamente ho visto delle strane creature, nani o qualcosa del genere, erano neri e si aggiravano tutto intorno”

La cosa interessante è che dalle testimonianze emerge che più alta è la quantità di DMT assunta dal soggetto, più traumatica risulta l’esperienza con questi “esseri”. Un team di ricerca americano diede la DMT a dei pazienti riferiti come affetti da schizofrenia. Dei nove soggetti l’unica che riuscì a dire qualcosa della sua esperienza, racconta Strassman, fu una donna che dopo aver assunto una dose robusta di DMT da 1.25 mg/kg disse:

“Ero in un posto molto grande e loro mi stavano facendo del male. Non erano umani… erano orribili! Stavo vivendo in un mondo di persone arancioni”

All’ottavo minuto dalla sua iniezione, Karl, descrisse questo incontro:

“Era davvero strano. C’erano molti folletti. Erano birichini, sfacciati, forse quattro di essi sono apparsi ai bordi di una strada interstatale su cui viaggio regolarmente. Avevano il pieno controllo della scena, era il loro terreno. Erano alti più o meno come me. Reggevano dei cartelloni, mostrandomi queste incredibilmente belle, complesse e svolazzanti scene geometriche contenute in essi. Uno di loro mi immobilizzò. Non era una questione di controllo; loro avevano il controllo assoluto. Volevano che guardassi! Ho sentito delle risatine soffocate; i folletti ridevano o parlavano velocemente, chiacchierando, cinguettando.”

Aaron, circa dieci minuti dopo la sua iniezione strinse le spalle e sorridendo disse:

“All’inizio c’è stata una serie di visioni tipo mandala, simili a ‘fiori di giglio’. Poi una cosa simile ad un insetto cavalletta mi è arrivata proprio in faccia, librandosi su di me man mano che la droga entrava. Questa cosa mi ha risucchiato fuori dalla mia testa nello spazio extraplanetario, un cielo molto nero con milioni di stelle. Mi trovavo in una enorme sala d’aspetto, o qualcosa di simile. Era molto lunga. Mi sentivo osservato da quell’insettoide e da altri come lui. Poi hanno perso interesse. Sono stato portato nello spazio e osservato.”

Dopo una successiva dose elevata, Aaron riassunse così i suoi incontri con questi esseri:

“C’è un risvolto sinistro, qualcosa di alieno, di insettoide, un aspetto non proprio piacevole. Non si tratta di una cosa del tipo ‘ti prenderemo figlio di passeggiatrice’. E’ molto di più. E’ come essere già in loro possesso. Durante l’esperienza si ha la sensazione di qualcuno o qualcosa che ha il controllo. E’ come se tu ti debba difendere da loro, chiunque essi siano, ma loro sono certamente lì. Io sono consapevole della loro presenza e loro altrettanto della mia. E’ come se avessero un’agenda. E’ come camminare in un differente quartiere, dove non sei proprio sicuro di quale sia la loro cultura.”

Dimitri invece, vive questo contatto in modo totalmente diverso:

“La prima cosa che ho notato è stato un forte bruciore nella parte posteriore del collo. Poi c’è stato questo mormorio forte ed intenso. All’inizio sembrava che venisse dal ventilatore, ma poi mi sono accorto che era spento. Così quel rumore ha cominciato ad inghiottirmi. Mi sono lasciato andare e poi … WHAM! Mi sono sentito come se fossi in un laboratorio alieno, in un letto d’ospedale come questo, però ero ‘là’. Una specie di piattaforma d’atterraggio o un’area di convalescenza. C’erano degli esseri. Io cercavo di farmi un’idea di cosa stava accadendo. […] Avevano uno spazio pronto tutto per me ed era incredibilmente non-psichedelico, così sono stato in grado di prestare attenzione a tutti i dettagli. C’era una creatura, sembrava una cavalletta. Era predominante e sembrava essere dietro a tutto quanto, supervisionando ogni cosa. Gli altri erano solo degli attendenti. […] Non è stata una di quelle adduzioni aliene di cui avevo sentito parlare. Questi esseri erano amichevoli. Io sentivo di avere un legame con loro. Lui stava per dire qualcosa a me e viceversa ma non riuscivamo a stabilire un contatto. Era come un vincolo sessuale, non un rapporto sessuale in se, ma una totale comunicazione corporea. Ero pieno di sentimenti d’amore per loro. Il loro lavoro era certamente collegato alla mia presenza. Di cosa si trattasse esattamente rimane un mistero.”

Le testimonianze appena riportate, sono solamente alcune di un resoconto molto più ampio e completo che appare nel libro di Rick Strassman, e andando maggiormente in fondo alla questione, per chi ne è a conoscenza, diviene facile il paragone a certe esperienze riportate da Teofilatto Simocatta, uno storico bizantino del VII secolo a.C, nella sua traduzione dall’arabo al greco del famigerato testo ‘maledetto’ Al azif, attribuito ad un poeta definito ‘pazzo’, tal Abdul al Azreq. Per paragone, riporto di seguito alcuni passaggi tratti da questa traduzione, nella quale potrete certamente scorgere alcune interessanti similitudini.

“Cercate di capire che tutte le scienze e la sapienza di questo mondo non potranno mai darvi una comprensione neanche lontana di quello che è in realtà il mondo: ed è un bene per le nostre piccole menti che sia così perché solo in questo modo riuscirete a cullarvi in un guscio di illusoria sicurezza. […] In realtà la vera natura del mondo non è la bella architettura ordinata di sfere rotanti che i vostri filosofi immaginano ma una distesa sterminata di spazio ‘caotico e fluttuante’ che si agita e si contorce come le onde e le correnti di un mare in tempesta. Ed in questi spazi, al di fuori della piccola logica umana, sono gli spazi stessi che hanno vita e danno forma a vortici e condensazioni e grumi di qualcosa che non è facile definire - e forse è bene che sia così - ma che si intuisce essere sempre al limite della manifestazione ai nostri miseri sensi umani. […] Sono questi quelli che i pochi che ne conoscono l’esistenza e non sono definitivamente impazziti chiamano gli Altri Dei che vivono negli spazi esterni e non amano essere disturbati da preghiere o richieste o anche soltanto pensieri troppo insistenti. Sono questi quelli a cui alludono alcuni antichi sapienti quando dicono, in modo altrimenti incomprensibile parlando di un demone, che «il suo nome è legione»: ora infatti è terribilmente chiaro perché. Sono questi ancora quelli che le nostre piccole menti si ostinano a considerare maligni e diabolici mentre in realtà sono soltanto totalmente al di fuori della mente umana tanto da rappresentare realmente per noi l’ultima perfezione del terrore senza nome. Sappiate però che il terrore che ci ispirano non deriva tanto da una loro reale natura maligna secondo le nostre valutazioni ma dalla nostra coscienza del caos cosmico più completo, profondo e senza speranza di cui sono la manifestazione ed in cui il nostro piccolo mondo ordinato viene sballottato senza fine.”

Il testo, procede con la descrizione delle sensazioni del protagonista, e successivamente con gli incontri con questi esseri.

“Già di fronte ai più vicini e più piccoli la mente umana che osa osservarli si ritrova in preda al terrore più folle perché si rende conto di essere a sua volta oggetto di mostruosa osservazione e attenzione da parte del Caos cosciente con sensi che vanno al di là della comprensione umana. Alcuni dei minori di questi vortici penetrano spesso anche all’interno del nostro cosmo ordinato ed allora noi li conosciamo, tra l’altro, sotto forma di quelli che i sapienti latini chiamano spiriti degli elementi e si illudono di conoscerne la natura e di sapere come evocare e dominare: se soltanto sapessero di quale sterminato e mostruoso esercito essi sono le pressoché inoffensive avanguardie non vorrebbero avere più nulla a che fare con loro e se ne terrebbero accuratamente alla larga. Ma anche in altri modi essi compaiono in mezzo a noi perché ricordatevi che la loro natura non è altro che spazio raggrumato e dotato di una qualche mente diffusa: possono quindi entrare in tutto e attraversare tutto senza trovare ostacoli e impedimenti. Ogni cosa può essere abitata e animata da queste avanguardie degli Altri Dei […] Ed anche questo era stato visto da qualche antico sapiente che aveva parlato dell’inferno e dei demoni che lo abitano ed aveva detto che, man mano che si sale nella gerarchia diabolica, si trovano esseri sempre più idioti e sempre più disprezzati dagli stessi demoni loro sottoposti: i valori del Male e del Caos sono l’inversione di quelli del Bene e del Cosmo. Anche qui però il sapiente aveva visto appena uno spiraglio della vera realtà ultima perché questi esseri non sono Limitati in un inferno qualunque ma abitano tutto lo spazio - sono anzi tutto Io spazio- dilatato oltretutto in misura inconcepibile rispetto al nostro piccolo e ridicolo cosmo di cui andiamo tanto orgogliosi e perché, ancora, questi esseri in realtà non sono cattivi secondo le grette regole che Arabi e Cristiani si sono inventate credendo di codificare il Bene ed il Male: sono invece il Male più completo in quanto capaci per loro stessa natura di dare l’angoscia più abissale e definitiva semplicemente perché sono il Caos cosmico sempre sul punto di irrompere in mezzo a noi per travolgere completamente e definitivamente ogni nostro fondamento e certezza e trascinarci in spazi che per nostra fortuna non riusciamo neanche lontanamente ad immaginare.”

La Cosmologia e la Cosmogonia presenti nell’Al azif, è senz’altro l’anticamera delle moderne esperienze di abduction aliena, le quali descrivono appunto la presenza tangibile di ‘esseri’, spesso definiti immondi, orribili e dall’odore nauseabondo che vivrebbero al di là di quello che sembra essere il ‘velo’ illusorio che descrive i confini della nostra ‘realtà’. Determinare che queste testimonianze siano fasulle o reali, non è compito di questo lavoro, ma procedere con curiosità diventa imperante in quanto la somiglianza nei dettagli descritti dalle moderne esperienze rispecchiano sotto molti aspetti molti racconti gnostici del passato. Nel prosieguo di un dialogo con il volontario “Barbara”, a proposito di quanto letto emerge un discorso interessante.

-Loro, dice Barbara in ipercomunicazione, i predatori, si comportano come in un gioco. Immagina una scacchiera, dove le pedine sono ferme perché è come se fossero “morte”. Chiunque tenti di muoversi, viene visto immediatamente … così, deve fare uno sforzo per spostarsi. Deve cambiare posizione.

-Cosa intendi per “cambiare posizione”? Deve spostarsi nell’asse della Coscienza? le domando, riferendomi a una delle asserzioni di Corrado Malanga in un suo studio teorico.
-Deve evolvere. La questione in ballo è solo la liberazione dell’Uomo.

-Queste entità quindi cercano di impedircelo?
-E’ così.

-Quindi, se non ho capito male, chi non interagisce con una forza o con quell’altra, perciò rimane neutrale, cosa succede?
-Succede che vive tranquillo, in pace, sereno… con l’unica differenza che lo fa in eterno. Per come siete abituati a calcolare voi il tempo, colui che non interagisce torna qui e vive per miliardi di vite le medesime condizioni. Non evolve. Tornando all’esempio del nostro gioco sulla scacchiera, significa che è una pedina “morta”. O come dicevano i vostri antichi, “dorme”.

-Mentre invece chi decide di interagire?
-Viene visto.

-Quindi? Chi ha deciso di non rimanere più in questo gioco, viene visto e perseguitato?
-Si, è così. Quindi deve spostarsi per non venire ‘preso’.

-Come può dunque una persona che ha deciso di evolvere, quindi di “muoversi” sulla scacchiera di questo gioco, sapere che sta affrontando la strada giusta per la sua liberazione?
-Deve fare.

-Deve fare? Puoi essere più specifica? Che significa che “deve fare”? Cosa deve fare?
-Deve semplicemente lasciarsi andare, andando oltre le apparenze, poiché queste “apparenze” sono solamente un costrutto di questi “predatori”. Vedi oltre. Vai oltre a tutto questo, e se ti riesce, vai oltre persino te stesso.

La conversazione che avete appena letto è il risultato di più di una sessione, durante le quali abbiamo sempre eseguito la medesima tecnica: l’applicazione di suoni specifici senza l’uso dell’ipnosi. Ora, lungi da me dal dare pieno credito a quanto riportato da questa fonte, sia chiaro questo, poiché è di fatto impossibile determinare la credibilità di questo tipo di ipercomunicazioni, così come troppo spesso viene fatto in certe sessioni durante le quali alcuni individui asseriscono di “canalizzare” entità, alieni e chi più ne ha più ne metta, pronti a dispensare messaggi salvifici a tutti gli astanti presenti; ciò che però sono più interessato sono i dettagli, e le domande che mi sono posto per dare ulteriore slancio a questo studio sono le seguenti:

Può un libro, un testo o una qualsiasi fonte del passato, venire odiernamente riproposta in queste ipercomunicazioni, confermando quindi al 99% l’esistenza di quella che Carl G. Jung definiva “inconscio collettivo”? Può l’esperienza chiamata “abduction”, così come molte altre, essere il frutto di una o più informazioni già presenti nell’inconscio collettivo, e che loro, gli “addotti”, attraverso una sintesi più abbondante di questa molecola, la DMT, diventano abili in qualche modo di ‘captarle’ e ‘condividerle’ con gli altri?

Se immaginassimo per un solo istante l’inconscio collettivo come l’estensione di una immensa rete di computer collegati tra di loro, i quali, sappiamo, sono in grado non solo di condividere l’intera informazione ma di modificarla, alterarla ed ampliarla, proprio come accade quotidianamente con i documenti condivisi sulla rete, mutandone quindi certi aspetti e parametri che prendono corpo in certe esperienze collettive, tra cui quelle definite “abduction”. E poi ancora:

Sono le persone che vivono queste esperienze, spesso traumatiche, delle “radio rice/trasmittenti”?, sensibili a l’emissione, più o meno volontaria, di certe onde elettromagnetiche presenti intorno a noi, per mezzo di una risonanza con questa molecola?

Sono tutte domande alle quali non è facile dare delle risposte, mi sembra ovvio, ma non sono nemmeno scartabili a priori. In proposito a quanto poc’anzi riferito, vorrei portare all’attenzione un Gioco di Ruolo edito nel 1991 chiamato Kult: Oltre il velo[*], degli autori svedesi Gunilla Jonsson e Michael Petersén, la cui trama prende ampliamente spunto dallo gnosticismo:

“La Realtà, così come la conosciamo, è una menzogna. Un’illusione creata per tenere l’umanità ignorante e prevenire il suo Risveglio. Oltre questa facciata, qualcosa di più vasto e oscuro attende la Vera Realtà, dove il Paradiso e l’Inferno lottano per rimpiazzare un dio oramai scomparso che potrebbe anche essere morto. Gli umani vengono tratti in questo scontro mentre l’illusione si infrange, indebolita dal Tempo e dalla fede perduta. Sempre più persone ottengono la capacità di vedere oltre l’illusione e cominciano a non credere più alle vecchie verità. Le leggi della natura si dimostrano più deboli di quel che credevamo una volta. La magia è una realtà. E nulla è davvero ciò che sembra. Kult è un universo contemporaneo fittizio, ambientato nel mondo di grandi, oscure città industriali. E’ un mondo dove la perversione degli uomini ha a che fare con gli orrori provenienti dall’altra parte di una vera, invisibile realtà. Sotto la superficie, passioni primitive ancora tenute a freno dalla moralità di civiltà passate, crescono e festeggiano fino ad erompere in malata perversione. Gli insegnamenti occulti possono essere utilizzati per creare varchi su mondi differenti, e trarre potere da ciò che è sconosciuto. Ma solo pochi (se ce ne sono) tra gli umani sanno davvero qualcosa sul potere che richiamano. Presto o tardi, verranno tutti consumati da demoni che non potranno controllare…”

In Svezia, Kult, è saltato agli onori della cronaca svariate volte, e nel 1997 il cuore delle regole principali del gioco fu motivo di una mozione al Parlamento svedese, la quale faceva riferimento ad un omicidio avvenuto i una piccola citta nel sud della Svezia chiamata Bjuv, dove un quindicenne fu ucciso da due bambini i quali, secondo la mozione legale, dichiararono di aver agito sotto l’influsso del gioco. Ma non fu l’unico caso. Un ragazzo di 16 anni si suicidò con un fucile nel novembre del 1996.

Considerazioni finali
Al di là della trama che avete appena letto, molto suggestiva ed attuale a dire il vero, occorrerebbe davvero domandarsi se la divulgazione di certe informazioni, avvenute negli ultimi anni, non sia stata davvero il frutto di una propaganda iniziata una trentina d’anni fa, voluta da qualcuno, la quale abbia generato a sua volta una linea di pensiero volta a destabilizzare completamente quelle che consideriamo le nostre piccole certezze quotidiane. Certo nessuno può arrogarsi il diritto di affermare che queste entità o questi “alieni a noi” non esistano nella forma in cui vengono proposti nelle testimonianze, e tanto meno che quelli che noi abbiamo sempre definito come demoni non siano altro che questi ‘alieni’. Io stesso sono incline a pensare che vi sia davvero una sorta di “mente” atavica la quale da secoli, se non addirittura millenni, manovri le sue “armate” per i suoi propri scopi, ma per rimanere su reami della comprensione più umani, ho bisogno necessariamente di “RIFIUTARMI DI CREDERE”. Penso quindi che sia il caso di fermarsi un attimo a ragionare bene, con le nostre meningi razionali ben salde, sulle reali motivazioni per le quali avvengano questi fenomeni e per quale ragione proprio in questo periodo si manifestino con tale veemenza. Propongo quindi che vengano eseguiti degli studi più accurati del fenomeno ‘abduction’, evitando di prendere in considerazione solamente la via della “psichiatria”. Svegliatevi, queste persone sono tutt’altro che pazze! Ma occorrerebbe comprendere maggiormente quali caratteristiche possieda il loro sistema endocrino. Ritengo che la partita si giochi tutta entro quei reami. Infatti, nel 1980, alcuni studi misero in evidenza il fatto che il cervello dei cosiddetti “seguaci del misticismo”, aveva la capacità di secernere neurotrasmettitori come la Pinolina e la DMT ventiquattro ore al giorno, rispetto all’uomo comune. Cosa siano ‘realtà’ e ‘realtà parallele’ credo sia ancora presto per determinarlo, dobbiamo costruire una scala di valori con i quali confrontarci. Sappiamo solo una cosa in merito, che a mio avviso, non può venire scartata a priori: nel passato, certe informazioni sono state divulgate e condivise a un pubblico sempre più vasto, e con l’avvento della rete internet queste informazioni sono state maggiormente diffuse e col tempo alterate, modificate e per certi aspetti si sono ‘evolute’, così come di pari passo si sono evolute le descrizioni di certi ‘alieni’ e di certi ambienti ‘alieni’. Possiamo escludere dunque la possibilità che il mondo ‘parallelo’ che descriviamo in determinati stati di coscienza, non sia altro che una manifestazione delle nostre angosce e paure? Possiamo escludere la possibilità di essere noi stessi i creatori di queste creature, le quali a loro volta, una volta divenute auto-coscienti cercano di passare da questa parte usandoci come portali, invitando le persone con le quali entrano in contatto a credere totalmente in loro? E’ plausibile pensare che queste ‘entità’ incorporee vogliano sfruttarci per ‘passare’ da questa parte? Speculazioni a parte, credo vi sia un grave pericolo nell’aria e che si dovrebbe stare maggiormente attenti a dare credito a ciò che si sperimenta, poiché in questo modo si potrebbe concedere vita a qualcosa che una vita propria non ce l’ha, ma che vive e si nutre delle nostre angosce e delle nostre peggiori paure.
Spero non me ne voglia il caro amico Malanga, rispetto il suo lavoro, davvero. I risultati che ha ottenuto nelle sue sperimentazioni sono interessanti e varrebbe la pena di approfondirli, ma credo che vadano affrontate tutte le possibilità poiché in questi temi non possiamo permetterci il lusso di escludere niente a priori. Ogni mossa futura, abbandonata a se stessa e allo psichismo più gretto nel quale è evidente stiamo cadendo, potrebbe essere nient’altro che un altro tentativo di creare una nuova mentalità medioevale, la quale potrebbe richiedere nuovamente l’intervento di un’altra inquisizione.

[align=right]Fonte: http://www.automiribelli.org/?p=54[/align]


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MessaggioInviato: 14/09/2011, 18:09 
SOTTOMESSI ALLE VIOLENZE ALIENE



[Come esempio del tipico atteggiamento critico verso Mack degli studiosi americani di abduction, riportiamo il commento di un veterano della ricerca ufologica statunitense: Richard Hall, che fu a lungo segretario dell'organizzazione ufologica NICAP negli anni '60, autore del celebre rapporto The UFO Evidence, poi dirigente della MUFON ed attualmente fra i responsabili del Fund for UFO Research, una fondazione privata che raccoglie fondi e finanzia progetti di ricerca ufologica.- Ndr]

Il libro di John Mack postula che l'esperienza di rapimento UFO, anche se inizialmente traumatica per chi la sperimenta, sia alla fine un evento "trasformativo" che risulta in una crescita positiva. Scusatemi, ma se un gruppo di esseri umani facesse ad un altro gruppo di esseri umani quello che viene riportato che i presunti alieni abbiano fatto ai loro prigionieri, di quanti veri e propri reati potrebbero essere incriminati? Vediamo: rapimento, torture, abusi fisici e sessuali, violenza carnale, esercizio medico abusivo e molestie - solo per cominciare.
Per quanto sia senz'altro positivo il riconoscimento della realtà e dell'importanza dei casi di rapimento UFO da parte di uno psichiatra esperto e reputato, il dottor Mack riesce a minare la sua stessa credibilità dimostrando una propensione ad accettare acriticamente punti di vista misticheggianti e privi di qualsiasi sostegno scientifico. Dato il numero di suoi pazienti che sono dentro credenze New Age a base di forze ed energie misteriose, viene da sospettare che sia in gioco un qualche fattore di filtraggio, quasi che certi tipi di rapiti siano attratti da Mack perché percepiscono la sua anima gentile. Il tono mistico pervasivo degli scritti di Mack è esemplificato dal suo commento su una terapeuta (di cui non ci fornisce credenziali) che osservava una seduta di ipnosi con Peter: "La regressione finì a questo punto. La signora Kay [la terapeuta] fece notare di aver avvertito una potente energia lungo la sua spina dorsale durante tutta la seduta". E non ci viene data nessun'altra spiegazione. [Il brano riportato da Hall, presente nell'edizione originale, dovrebbe figurare all'inizio della pagina 368 ma, insieme a diversi altri, risulta inspiegabilmente eliminato nella traduzione italiana, forse proprio allo scopo di purgare il testo di Mack da alcuni riferimenti poco scientifici - NdR]
Avendo passato io stesso un numero incalcolabile di ore ad intervistare e trattare con persone che raccontano esperienze di abduction, ed avendo tenuto con loro la bocca chiusa su cosa penso delle loro esperienze o su qual è il mio pensiero mentre avevo a che fare con loro, ne ho tratto un'immagine abbastanza diversa di quel che tutto ciò potrebbe significare.
Trovo abbastanza preoccupante l'apparente accettazione pura e semplice di Mack dell'esistenza di vite precedenti (reincarnazione) e la totale assenza di qualsiasi suo commento critico su questo ed altri argomenti. Chiunque sia nell'ambiente da abbastanza tempo conosce il "fenomeno Bridey Murphy", ovvero l'emergere sotto ipnosi di storie palpabilmente false di vite precedenti. In senso stretto, Mack ne viene fuori come un credente nella religione della reincarnazione, che prende quindi per dato di fatto.
Potrei benissimo scrivere anch'io un libro sui rapimenti UFO, salvo per il fatto che non ho la più pallida idea di cos'è che sta succedendo. Dal punto di vista empirico (senza cioè invocare nessuna spiegazione preconcetta) l'evidenza sostiene l'interpretazione che le vittime soffrono grande dolore, disorientamento, confusione, paura, imbarazzo, ecc. Il loro stesso concetto di realtà viene malamente scosso. Solo un masochista potrebbe trovarci qualcosa di positivo.
Credo che queste esperienze siano reali, non inventate per secondi fini; che gli argomenti scettici contro la realtà delle abduction siano del tutto prive di base; che non c'è alcuna spiegazione psico-sociologica a questi eventi; che la struttura ormai ben definita di questi casi fornisce importanti indizi per il loro studio; che l'evidenza circostanziale giustifica una seria attenzione scientifica ed un grande sforzo di ricerca per scoprire la verità. Credo che siamo di fronte ad una genuina anomalia, e che dovremmo essere particolarmente attenti a non cadere in braccio a nessuno dei due estremi: che creature aliene stiano rapendo esseri umani ed accoppiandosi con loro; o viceversa che i rapiti fantastichino esperienze immaginarie nelle quali non vi sia alcuna realtà. Qualcosa di strano sta succedendo, non c'è nessun dubbio in proposito. Che questo provi un intervento intimo di esseri da altri mondi nelle nostre vite, rimane però da determinare.
Suggerire ai rapiti, come fa Mack, che quello che viene fatto loro sia in qualche modo positivo e prometta bene per l'umanità, significa suggerire ai suoi pazienti un atteggiamento masochista come metodo di affrontare le loro esperienze. Sono sicuro che per alcune vittime di violenze sessuali o sopravvissuti ai lager nazisti le loro esperienze siano state trasformative. Quel che gli è capitato può aver fatto loro pensare con maggiore attenzione alle cose, apprezzare di più la vita, imbarcarsi in nuove avventure alla scoperta di sé, o voler capire meglio il mondo. Ma questo è una testimonianza della resistenza dello spirito umano, più che una qualche forma di consolazione per il male che è stato fatto loro.

[align=right]Fonte: http://www.arpnet.it/ufo/hall18.htm[/align]


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MessaggioInviato: 04/05/2020, 16:50 
Un articolo di quelli da incorniciare...qui si arriva veramente a sfiorare la Verità...notevole anche la bibliografia...

Cita:
I rapimenti dei Fairies: il “changeling” e il “rinnovamento della stirpe”
Pubblicato da Marco Maculotti il 31 ottobre 2017

Il nostro ciclo “Magonia” prosegue con un’analisi dei racconti di rapimenti di esseri umani da parte del «popolo fatato», con una particolare attenzione per il fenomeno conosciuto come «changeling», i rapimenti di neonati e nutrici, l’ipotesi del «rinnovamento della stirpe» feerica e, infine, un confronto con le cosiddette «abductions aliene».

di Marco Maculotti
copertina: Remedios Varo, “Strange woman dropping a boy”



La credenza nell’esistenza di un «popolo segreto», dimorante in una dimensione altra ma sovrapposta alla nostra, cui si accede per mezzo di “portali” all’interno di montagne, colline o antichi tumuli sepolcrali, è diffusa pressoché in tutto il mondo e soprattutto nella parte settentrionale dell’emisfero (Europa e Nord America). Particolarmente ricca a riguardo è la tradizione folklorica scozzese, che fa menzione di tali entità con i nomi di Sith o «Buon Popolo», e quella irlandese, che li denomina Sidhe o Gentry. In Inghilterra sono noti come Fairies, in Francia come Fées e in Italia come Fatae (Fate). Nel foklore europeo vi sono molteplici testimonianze di uomini a cui, volontariamente o loro malgrado, è stato concesso l’ingresso nel regno sotterraneo (Fairyland) in cui il «popolo segreto» vive. In questa sede ci vogliamo concentrare su un tipo di “visite” ben preciso, quello connesso al rapimento di bambini appena nati e di donne umane da adibire a nutrici nel “regno sotterraneo”.
Immagine
Dettaglio dell’opera “The Legend of St. Stephen” di Martino di Bartolomeo, XV secolo.
Rapimenti di nutrici e bambini

Iniziamo la nostra trattazione citando un passaggio del reverendo scozzese Robert Kirk nella sua opera seminale The Secret Commonwealth (Il Regno segreto, ed. it. Adelphi), scritta sul finire del Seicento. Tra le «trasgressioni ed atti delittuosi e peccati» che i Sotterranei sono soliti compiere — ci informa Kirk —, vi è quello di «rubare nutrici per i loro figlioli, o quell’altro tipo di ratto che consiste nel portar via i nostri bambini (può essere perché sono eredi di qualche terra in quei possessi invisibili) che non ritornano mai» [pp. 32-33]. Già da questa citazione si possono estrarre diversi motivi mitici, il primo dei quali, quello della «nutrice dei fairy», è piuttosto diffuso a livello globale: lo ritroviamo in tutta Europa e in molte zone dell’Asia fino al Giappone, e addirittura sulla costa americana che si affaccia sul Pacifico. In secondo luogo, si può notare come già nel XVII secolo si ipotizzasse che i bambini rapiti dai Sotterranei fossero «eredi di qualche terra in quei possessi invisibili» ovvero, in altre parole, frutto di quelle unioni tra gli appartenenti a quel popolo misterioso e gli esseri umani di cui parla il folklore.

Considerando questa ipotesi si può vedere un senso nella necessità che tali figli siano allevati con l’aiuto di madri umane: anzi, da quanto traspare dai racconti popolari scozzesi sembrerebbe che senza l’aiuto delle nutrici umane tali bambini non potrebbero sopravvivere nel loro mondo. Questi ultimi sarebbero dunque esseri ibridi, a metà tra la corporeità umana e quello stato intermedio-volatile che caratterizza i fairies nelle tradizioni popolari.

E, tuttavia, si racconta che il popolo fatato non si limitasse a sottrarre i bambini, ma provvedesse finanche a sostituirli con un changeling («immagine perdurante»). Scrive Graham Hancock [Sciamani, p. 396]: «non solo le creature magiche rapivano bambini sani e felici, ma li sostituivano con esseri non del tutto umani», che gli studi etnografici e folklorici riferiscono come «magri e irrequieti, brutti e deformi, deboli ma estremamente voraci, capricciosi e sempre insoddisfatti».

Immagine
Alan Lee, “Changelings”.

Queste caratteristiche del changeling erano conosciute anche dal folklore slavo: anche qui i «bambini sostituti» vengono descritti come voraci e aggressivi ed inoltre si dice che crescessero più lentamente e che iniziassero a camminare e a parlare più tardi della norma. Ancora: si tramanda che piangessero continuamente, dormissero male, apparissero sproporzionati nelle membra, ridessero in modo bizzarro e — addirittura, secondo alcuni racconti — qualcuno sostiene che potessero sviluppare anche delle corna. Una canzone tradizionale gaelica in particolare ricorda queste credenze: la voce narrante è quella di una fata che desidera rapire il bambino «colorito, paffuto e buono» di una donna umana, per sostituirlo con la propria progenie naturale [p. 396]:

« Lui è il mio bambino goffo,
avvizzito, calvo e tonto,
deboluccio e con poche qualità. »

La tradizione irlandese relativa ai changeling vuole che «i bambini nani o deformi vengano tenuti dalle fate per essere poi dati in cambio dei bambini sani che esse rapiscono per rinnovare la propria stirpe» [p. 401], per dirlo con le parole del professor A.C. Haddon. Grazie a quest’ultimo, abbiamo modo di introdurre un concetto centrale in questo studio, quello di «rinnovamento della stirpe» o del sangue, su cui torneremo in seguito.

Spiegazioni scientifiche

È obbligatorio precisare che secondo la maggioranza degli studiosi moderni tali “dicerie” popolane non sarebbero altro che superstizioni causate dall’ignoranza. Essi ritengono che, sino alla fine dell’Ottocento, molte malattie fossero tanto comunemente quanto erroneamente attribuite all’inimicizia delle fate, come ad esempio l’ictus, che si credeva provocato dagli elfi, al punto che ancora oggi il termine inglese stroke altro non è che l’abbreviazione di fairy stroke, ovvero il «colpo fatato», che «ricadeva invisibilmente su vittime umane o animali, trasformandoli in una statua di legno che aveva l’aspetto della vittima, ma priva di vita e con funzioni minime» [Kafton-Minkel, Mondi sotterranei, p. 51]. Il fenomeno del changeling si sarebbe dunque potuto spiegare scientificamente come poliomelite, artrosi e altre malattie inabilitanti.

Altri accademici hanno proposto la spiegazione che i changeling fossero in realtà bambini nati autistici o deformi, maltrattati dai familiari a causa di un’ignoranza sulla “vera medicina”. Eppure, leggendo le testimonianze dei secoli passati (e finanche dello scorso), sembrerebbe che, sebbene probabilmente molti casi di apparente changeling si possano interpretare in tal senso, nondimeno altri sono più ardui da decifrare col solo ausilio della medicina sperimentale. Stiamo parlando di quei casi in cui il (o, più spesso, la) testimone affermi di aver ricevuto la «visita notturna» di alcune figure ‘oscure’, che avrebbero provveduto a sostituire un bambino sano con un changeling. Cerchiamo dunque di analizzare più nel concreto alcune di queste esperienze, come tramandate dalle fonti a nostra disposizione.
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Arthur Rackham, “The Changeling”, 1905.
Testimonianze dal XVI al XX secolo

Sebbene al giorno d’oggi storie simili appartengano più all’ambito della favolistica per bambini che non a quello delle credenze effettive, nondimeno persino nello scorso secolo le cronache riportano fatti eccezionali che si possono ricondurre alle ricerche ivi in esame — non potendosi spiegare unicamente con spiegazioni “razionali” o “scientifiche”. Uno di questi riguarda una lattaia norvegese di nome Anne che aveva appena partorito un bambino sanissimo e una notte vide introdursi nella sua stanza «una donna vestita di nero» con in braccio un altro bambino. Durante l’angoscioso “incontro” Anne non si riuscì a muovere e solo in seguito scoprì che «il suo bambino non c’era più, e al suo posto c’era uno sgradevole marmocchio macilento, brutto e ‘gobbo’. Il sostituto crebbe… diventando un idiota che muggiva come un bue. Anne non rivide mai più il suo bambino» [Hancock, p. 397].

Una storia egualmente sinistra, verificatasi sull’isola di Skye, venne appresa da W.Y. Evans-Wentz nel 1908 [ibidem]:

« Un’anziana balia si era addormentata davanti a un camino con un neonato sulle ginocchia. La madre, che era a letto e li fissava trasognata, a un certo punto vide con stupore entrare in casa tre strane donnine, le quali si avvicinarono al bimbo addormentato, e proprio mentre quella che sembrava la leader stava per toglierlo dal grembo della balia, l’ultima delle tre esclamò: “Oh, lasciamolo con lei, ne abbiamo già presi così tanti!” “E sia” rispose la più anziana… »

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Henry Fuseli, “Der Wechselbalg” [“Il changeling”], 1780.

Racconti simili erano — com’è facilmente immaginabile — ancora più diffusi nei secoli precedenti. Hancock riporta un caso avvenuto in Inghilterra nel 1611, di cui si fa menzione nel corso di un processo che vedeva nelle vesti di imputata la presunta strega Susan Swapper [p. 394]:

« Ai tempi di Susan era risaputo che i fairy avessero un costante e straordinario bisogno di procurarsi bambini umani di tutte le età, ma soprattutto, e sorprendentemente, neonati. Quando i visitatori apparvero, Susan era incinta e prossima al parto e per questo motivo era terrorizzata all’idea che potessero rapirla; resistette con tutte le sue forze quando “la donna con la sottoveste verde le disse: “Sue, alzati e vieni con me, altrimenti ti trascinerò via di peso”. »

Susan scosse il marito cercando di destarlo dal sonno, implorandogli di venire in suo aiuto, ma questi, non vedendo affatto gli esseri di cui la moglie asseriva di avvertire la presenza, voltò le spalle e tornò a dormire. Questo caso del XXVII secolo, considerato al tempo frutto di un «patto col diavolo», ci suggerisce al tempo stesso come spesso i casi di “rapimenti” da parte dei fairies si possano analizzare, nell’ottica del XXI secolo, da una parte in correlazione ai fenomeni cd. di «paralisi nel sonno» e dall’altra con le presunte «abduction aliene» [cfr. Il fenomeno della paralisi nel sonno: interpretazioni folkloriche e ipotesi recenti]. Torneremo su questo punto nella conclusione di questo saggio.

Andando a ritroso fino al Medioevo, nel folklore britannico ci si imbatte sempre più spesso in racconti di bambini rapiti da creature sovrannaturali (per esempio dalla Fata Melusina, divinità acquatica e delle fonti che ha molto in comune con i fairies), o di donne portate a Fairyland al cospetto della «Regina delle Fate» per fare da balia ai bambini del sottosuolo o per assistere alla loro nascita. Tuttavia, è interessante notare come il materiale etnologico non sia conforme nell’attribuire a tali «bambini del sottosuolo» il titolo di figli effettivi dei fairies; sembra piuttosto che [p. 395]:

« Le balie che si erano recate ripetutamente a Fairyland per far venire alla luce i bambini-fairy confidarono che le madri che dovevano assistere a volte non erano fate, bensì umane che “erano state rapite precedentemente e portate a Fairyland”. »

Da ciò deriverebbe che i bambini che le nutrice rapite devono assistere nel «Paese delle Fate» non siano figli dei fairies, o quantomeno non del tutto, essendo le loro madri umane. E con ciò veniamo alla questione delle unioni “carnali” tra fairies e umani e all’ipotesi, che abbiamo già introdotto, del «rinnovamento della stirpe», o del sangue.

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Richard Dadd, “Puck”.

«Rinnovare la stirpe»

Secondo alcune credenze scozzesi, le entità del tipo dei Sith non possederebbero un’anima (qualunque cosa si intenda con questo termine), ma la potrebbero “ottenere” sposando o unendosi “carnalmente” (per quanto tale termine possa apparire in questa sede inadeguato) con un essere umano: da cui, i rapimenti e gli accoppiamenti forzati ai danni degli ospiti umani, che ugualmente secondo la tradizione folklorica servirebbero a generare una prole ibrida. Credenze di tal genere sono peraltro diffuse in diversi parti della terra, per esempio in Amazzonia o nell’estremo Oriente (Giappone, Indonesia, etc).

Sebbene nel commento a cura di Mario M. Rossi (dal titolo Il cappellano delle fate), in appendice al testo di The Secret Commonwealth di Kirk nell’edizione italiana Adelphi, l’autore ipotizzi che i fairies siano in realtà [p. 218] «creature nostalgiche che vogliono l’amore degli uomini, che rapiscono i neonati proprio per raggiungere una vita più corposa, più piena», di norma gli studiosi sono più propensi a spiegare questi presunti “rapimenti” diversamente: i Sotterranei non mirerebbero astrattamente a una «vita più corposa», bensì a un vero e proprio stato organico, se così si può dire, «più corposo». In altri termini, il fine di questi rapimenti e sostituzioni di persone sarebbe il divenire più concreti, irrobustendo la propria stirpe, per così dire, con una dose di “fisicità” umana, grazie all’accoppiamento e all’ibridazione genetica. Non dunque l’ottenimento di una «anima», bensì quello di uno stato fisico «più corposo» sarebbe lo scopo dei fairies.

A sostenere questa tesi sono la maggior parte degli specialisti in tradizioni popolari europee e soprattutto britanniche, tra cui il folklorista Peter Rojcewicz, secondo il quale [cit. in Hancock, p. 401]:

« […] la forma più significativa della dipendenza dei fairy dai mortali riguarda chiaramente la loro evoluzione genetica. Gli umani sono indispensabili perché sani. »

Tra il XIX e il XX secolo, il poeta irlandese W.B. Yeats ne Il crepuscolo celtico scriveva che le sidhe (fate) avevano «bisogno della robustezza fisica umana», e per questo sovente seducevano e si accoppiavano con i maschi della nostra specie al fine di portare a termine delle gravidanze “ibride”, nel Regno Segreto. Anche Diane Purkiss racconta una leggenda secondo la quale «i fairy… hanno bisogno di sangue. Hanno bisogno di sangue nuovo». Dello stesso parere è Katherine Briggs, secondo la quale le fate ambirebbero a «rinvigorire la propria stirpe in decadenza con sangue fresco e vigore umano», arrivando per questo a rapire uomini, a portarli nel loro regno e a offrire loro cibi e bevande fatate, cui si riconoscerebbe il potere di trattenere magicamente tali ospiti nel Regno Sotterraneo [Bord, Fate, p. 123].

Jean Markale nel suo libro Prodigi e segreti del Medioevo [p. 112] similmente rileva: «Le fate hanno bisogno degli uomini, forse per rigenerare la propria razza minacciata di sterilità […] Sappiamo anche che rapiscono i figli umani allo scopo di farne esseri eccezionali, comunicando loro il proprio sapere e i propri poteri magici». Infine, riportiamo il parere di Hartland, secondo il quale [cit. in Vallée, Passport to Magonia, p. 105]:

« The motive assigned to fairies in northern stories is that of preserving and improving their race, on the one hand by carrying off human children to be brought up among the elves and to become united with them, and on the other hand by obtaining the milk and fostering care of human mothers for their own offspring. »

Tali credenze trovano la propria eco anche nell’opera del reverendo Kirk, il quale afferma che [p. 19] «questo cibo che essi estraggono da noi, vien portato a casa loro per vie segrete, come certe donne abili portano l’essenza del latte dalle vacche del loro vicino alla loro caldaia per il formaggio per mezzo d’un filo da grande distanza per arte magica». A ciò, il prelato aggiunge che i membri del «popolo segreto», con le proprie «armi», «trafiggono anche mucche ed altri animali, che si dicono usualmente “colpiti dagli elfi”: la sostanza più pura di essi, se muoiono, vien presa da questi Sotterranei per viverne, più precisamente le parti aeree ed eteree, la materia più spiritosa per prolungare la vita…» [p. 29] [cfr. Fairies, streghe e dee: il “nutrimento sottile” e il “rinnovamento delle ossa”].

Taluni, dando credito alle ipotesi di John Keel e Jacques Vallée [cfr. Chi si nasconde dietro la maschera? Le visite dall’Altrove e l’ipotesi parafisica], connettono queste credenze riguardanti l’estrazione di ‘cibo’ da umani e animali al vampirismo. Un valido saggio a riguardo è stato redatto da Giovanni Pellegrino. Altri le collegano agli insegnamenti ermetici riguardanti quelle entità denominate «Elementari». A tal riguardo, citiamo Mario Krejis, che in Tshecundia, Ibis scrive:

« Come tutti gli esseri viventi gli Elementari necessitano di nutrimento, che assorbono dai corpi umani o animali, che aiutano in una sorta di mutualismo facoltativo nella lotta per l’esistenza. […] In un certo senso si potrebbero assimilare gli elementari a dei virus astrali, che si moltiplicano nelle creature viventi trasfondendo il loro genoma e modificandone l’espressione fenotipica in modo confacente alla loro natura. Sono dunque pensieri vivi, recanti impresse qualità determinate; anime embrionali appartenenti ad una linea evolutiva non animale, ma che si avvicina piuttosto a quella vegetale. »

In ciò riscontrandosi alla perfezione quel carattere aereo, etereo, volatile e intermedio (o interdimensionale) che il folklore riconosce ai fairies.

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Illustrazione di Richard Dadd, XIX secolo.

Changeling e immagine perdurante

E veniamo ora al tema che dà il nome al fenomeno: che cosa è esattamente il changeling, termine che si può tradurre in italiano come «immagine sostituta» o «immagine perdurante»? Traiamo ancora una volta le fila del discorso dall’opera summenzionata del reverendo Kirk [pp. 20-21]:

« Sono ancora vive donne che raccontano di esser state portate via quando erano di parto ad allattare fairies bambini mentre al loro posto veniva lasciata una figura perdurante e vorace di loro stesse, come un loro riflesso nello specchio. Quella, come se fosse stato uno spirito insaziabile in un corpo di cui si era rivestito, da principio fingeva di divorare il corpo che [invece] astutamente portava via, e poi lasciava il corpo come se fosse spirata e se ne fosse andata di qui per morte naturale e solita. Quando il bambino è svezzato, la balia o muore, o è riportata a casa sua, ovvero le vien data la scelta di rimanere là. »

Appuriamo quindi che, così come contemporaneamente alla sottrazione di un bambino veniva lasciato al suo posto un changeling, vale a dire una «figura perdurante» del rapito, quando era la donna ad essere “prelevata” per fungere da nutrice a Fairyland, nondimeno anch’essa veniva “sostituita” da una eguale «immagine perdurante», che come nel caso del changeling dei neonati appariva inizialmente estremamente vorace per poi abbandonarsi, in una fase successiva, alla progressiva decadenza.

E tuttavia «quando il bambino [che noi supponiamo essere, come si è già detto in precedenza, figlio della nutrice umana e di un Sotterraneo, ndr] è svezzato», la donna rapita a questo scopo, avendo compiuto la sua funzione, può decidere di essere riportata «a casa sua», cioè nel nostro mondo, oppure di rimanere nel Regno Sotterraneo. La terza possibilità (la morte) può essere forse legata al “decadimento” della «figura perdurante» lasciata nel nostro mondo in sua vece?

Un’ipotesi simile si potrebbe spiegare con le teorie globalmente diffuse (soprattutto in ambito sciamanico, ma anche nelle tradizioni orientali e nella scienza sacra dell’antico Egitto) sul corpo astrale o «doppio astrale», in contrapposizione con il corpo fisico, che fungerebbe da mero “contenitore” del primo. Ne deriverebbe che, nei casi analizzati in questa sede, è il cd. «doppio astrale» delle donne adibite a nutrici e dei bambini rapiti a giungere a Fairyland, mentre il loro «veicolo fisico» rimarrebbe in questo mondo, svuotato del pneuma che gli conferisce vita. Questo «doppio astrale» sarebbe quella che Kirk definisce «la sostanza più pura», «le parti aeree ed eteree», «la materia più spiritosa», di cui i Fairies per così dire si “nutrono”.

Questa conclusione, d’altronde, è perfettamente in linea con il vastissimo elenco di esperienze estatiche provenienti dalle più disparate culture, dall’estasi sciamanica a quella delle streghe che raggiungevano «in spirito» il sabba, fino a quelle dei benandanti e dei mistici cristiani [cfr. I benandanti friuliani e gli antichi culti europei della fertilità].

In base a queste ipotesi, si potrebbe pertanto concludere che la donna rapita corresse il rischio di non poter più ritornare nel nostro mondo in quei casi in cui il «veicolo fisico», privato del pneuma per tutto il tempo in cui essa era stata ospite del regno interdimensionale di Fairyland, si fosse “degradato” irrimediabilmente: il ricongiungimento tra «corpo astrale» e corpo fisico non sarebbe stato allora più possibile e la malcapitata sarebbe stata condannata a rimanere per sempre bloccata nella dimensione altra definita nel folklore «Regno Sotterraneo» o Fairyland. I racconti popolari, d’altronde, riportano innumerevoli menzioni riguardo a persone che, rapite dalle fate, non fecero più ritorno — o che, in alternativa, tornarono nel nostro mondo dopo lassi di tempo considerevoli, a volte anche alcuni secoli (Missing Time; cfr. ancora una volta il fenomeno delle abductions).

La studiosa di folklore Katherine Briggs interpreta queste credenze asserendo che la terra delle fate è un «mondo dei morti»: «coloro che vi entrano sono ormai morti e riportano indietro un corpo illusorio che si sgretola non appena si scontrano con la realtà» [Bord, Fate, p. 173]. A nostro parere, più correttamente, si potrebbe piuttosto ipotizzare che coloro che accedono al «regno delle fate» (e vi rimangono per un considerevole lasso temporale) una volta tornati nel nostro mondo non riescano più a riconnettere il «corpo astrale» al «veicolo fisico» che, ormai abbandonato da troppo tempo, tende a “sgretolarsi” non perché si tratti di un “corpo illusorio”, ma piuttosto perché è venuta meno per troppo tempo la connessione tra il pneuma (che si trovava “in visita” a Fairyland) e il corpo fisico che ne costituiva il “contenitore” nella nostra dimensione terrena.

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Brian Froud, “Pixies”.

Rapimenti dei Fairies e abduction aliene

Abbiamo già accennato alle corrispondenze fra rapimenti di neonati e nutrici da parte dei Fairies e abduction aliene. In questo paragrafo conclusivo faremo qualche osservazione supplementare. Nel suo libro sul «piccolo popolo», dopo aver riportato il celeberrimo caso di adduzione di Antonio Villas Boas, la ricercatrice Janet Bord rileva i punti di contatto esistenti fra la mitologia del «rinnovamento della stirpe» e le moderne ipotesi sulle abduction [Fate, p. 122]:

« Taluni sostengono che gli alieni mirino a generare una discendenza in parte umana perché la loro razza si starebbe indebolendo e perciò necessiterebbero di un’immissione di nuovi geni. Alcune donne sostengono di essere state rapite e ingravidate dagli alieni, i quali in seguito sarebbero tornati per portarsi via la loro prole. »

Anche Graham Hancock mette in risalto le connessioni tra i due fenomeni lontani nel tempo e nello spazio, soprattutto con riguardo alla «impossibilità del bambino-spirito di crescere, a meno che non venga allattato o dalla propria madre o da una balia». Durante queste ‘esperienze’, ai genitori umani della ‘prole ibrida’ verrebbe chiesto di tenere in braccio i propri figli (o la progenie ‘ibrida’ di altri), di allattarli, di giocarci insieme o comunque di avere con essi contatti fisici. Un resoconto di una donna ‘rapita’ [p. 364] racconta che le venne fatta abbracciare una giovane ibrida: «alla fine la ragazzina sembrava rigenerata. Si voltò verso Karen e le comunicò telepaticamente la parola “grazie”». Questa testimonianza, e molte altre dello stesso tenore, sembrano pienamente in linea con l’ipotesi, da noi precedentemente analizzata, che mette in relazione i ‘rapimenti’ di neonati e balie umane da parte del «piccolo popolo» a una loro necessità di «rinvigorire la stirpe» grazie al ‘calore’ e all’energia degli esseri umani ‘rapiti’, e a tal fine condotti nell’«altro mondo».

A giudicare dalle testimonianze di rapimenti alieni, scrive Hancock [p. 362]:

« […] molti UFO hanno a bordo riconoscibili sale specializzate nelle quali i neonati ibridi (e anche bambini più grandi) vengono presentati ai loro padri e madri umani. In vari riluttanti resoconti, i rapiti spiegano di essersi sentiti dire chiaramente dagli alieni che, volenti o nolenti, avrebbero dovuto occuparsi degli ibridi, e che i bambini “hanno bisogno delle loro madri… devono sapere di avere delle madri”. […] John Mack ha trovato un certo numero dei suoi pazienti con un’idea struggente di avere procreato prole ibrida “là fuori”. Questi soffrivano del terribile senso di perdita di chi viene separato dai figli, ed erano impossibilitati a incontrarli salvo rare occasioni in cui “periodicamente le madri e i padri ‘rapiti’ vengono condotti a vedere i figli ibridi e incoraggiati a tenerli in braccio e ad amarli. »

Queste sale di “incubazione” in cui i bambini ibridi verrebbero cresciuti potrebbero essere messe in relazione anche con un tema dello sciamanesimo siberiano. Secondo la tradizione nord e centro-asiastica, infatti [Leggende sugli sciamani siberiani, p. 101]:

« […] le anime degli sciamani inferiori vengono allevate dai demoni inferiori in speciali culle dove sono nutrite con un poppatoio; mentre le anime degli sciamani superiori vengono allevate in appositi nidi. »

Potrebbe trattarsi dello stesso tipo di fenomeno indagato da prospettive e substrati culturali differenti, lontani nel tempo e nello spazio? Potremmo allora definire il “filone sciamanico” come una terza ‘tradizione’ che si aggiunge a quelle analizzate in questa sede, vale a dire il fenomeno dei rapimenti dei fairies e quello delle abduction aliene? Cercheremo di analizzare più in profondità le corrispondenze fra i tre “filoni” in futuro, nel prossimo saggio di questo ciclo [cfr. L’accesso all’Altro Mondo nella tradizione sciamanica, nel folklore e nelle “abduction”].

[« What we have here is a complete theory of contact between our race and another race, nonhuman, different in physical nature, but biologically compatible with us. Angels, demons, fairies, creatures from heaven, hell, or Magonia: they inspire our strangest dreams, shape our destinies, steal our desires… But who are they? »

– Jacques Vallée, Passport to Magonia[/color]
(p. 129)

Bibliografia:

Janet Bord, Fate. Cronaca degli incontri reali con il piccolo popolo (Mondadori, Milano, 1999).
Graham Hancock, Sciamani. I maestri dell’umanità (TEA, Milano, 2013).
Walter Kafton-Minkel, Mondi sotterranei. Il mito della Terra cava (Mediterranee, Roma, 2012).
Laura Knight-Jadczyk, Alien abduction, demonic possession, and the legend of the vampire, Cassioapea.org.
Mario Krejis, Tshecundia, Ibis. La magia dell’anima. Introduzione all’ermetismo.
(Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda, Verona, 1999).
Robert Kirk, Il Regno Segreto (Adelphi, Milano, 1993).
Jean Markale, Prodigi e segreti del Medioevo (Arktos, Roma, 2013).
Mario M. Rossi, Il cappellano delle fate. Appendice a Robert Kirk, Il Regno Segreto (Adelphi, Milano, 1993).
Giovanni Pellegrino, Il vampirismo alla luce delle teorie di Jacques Vallée, CentroStudiLaRuna.
Luciana Vagge Saccorotti (a cura di), Leggende sugli sciamani siberiani (Arcana, Padova, 1999).
Jacques Vallée, Passport to Magonia.
William Butler Yeats, Il crepuscolo celtico (SE, Milano, 2001).

Fonte



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MessaggioInviato: 21/05/2022, 16:49 
Bastion ha scritto:
ESPLORANDO GLI INCONTRI CON ALIENI IN AFRICA ED ALTRI ANCORA



di Dominique Callimanopulos

Io e John Mack eravamo alla Scuola Ariel, una piccola scuola elementare fuori da Harare, la capitale dello Zimbabwe, ascoltando Elsa (non è il vero nome) che descriveva il suo incontro del 16 settembre 1994 con una creatura “aliena”. Tutti i 60 bambini, con età tra i 6 e i 12 anni, riportarono di aver visto una grande nave spaziale assieme ad altre più piccole, atterrare vicino al loro cortile.
I dodici bambini che intervistammo nel corso di due giorni, descrissero lo stesso evento con grande dettaglio. Oltre alle navi spaziali, i bimbi videro due “strane creature”, una seduta in una delle navi e l’altra correre avanti e indietro, “saltava come se fosse stato sulla luna, ma non esattamente.”
Le creature vennero descritte come nere con grandi teste, “occhi grandi come palle da rugby”, con sottili braccia e gambe. L’evento accadde durante il mattino, mentre le maestre erano in riunione. Molti dei bimbi piu’ piccoli erano molto spaventati e piangevano. “Prima pensai che fosse un giardiniere”, ci disse un bimbo di quarta classe. “Quindi realizzai che era un alieno”.
L’evento duro’ circa 15 minuti, disse il bimbo, prima che le navi spaziali sparissero dalla vista. Persino nel loro stato di paura, molti dei bimbi erano curiosi e affascinati dalle strane creature che videro, avevano occhi che attiravano molta attenzione. Elsa ci disse che penso’ che le creature volessero dire loro qualcosa sul futuro, su come “il mondo stia per finire, forse perchè non avevamo cura del pianeta o dell’aria.” Disse che sentì una brutta sensazione interiore quando torno’ a casa. “Come se tutti gli alberi dovessero cadere e tutta l’aria dovesse sparire in futuro. La gente morirebbe. Questi pensieri venivano dall’uomo – dagli occhi dell’uomo.”
Isabelle, una composta ragazzina di dieci anni, ebbe le stesse sensazioni di Elsa. “Era spaventato. Cercavamo di non guardarlo perchè era spaventato. I miei occhi e le mie sensazioni andarono con lui.” Cio’ che entro’ nella sua “coscienza” nel guardare la creatura fu, “Stiamo facendo del male alla Terra.”
L’avvistamento della Scuola Ariel è uno dei piu’ significanti nella storia UFO recente. E’ la prima volta che un tale gruppo di persone riporta la simultanea apparizione di navi spaziali e alieni. Dopo aver ricevuto una chiamata a Settembre dalla BBC, un reporter ci disse che per due notti vennero riportati avvistamenti di strani oggetti sopra lo Zimbabwe prima del 16 settembre, in cui il tutto è culminato con il drammatico avvistamento alla Scuola Ariel e quindi decidemmo di investigare di persona.

Progetto Internazionale Abduction
Per due anni (1993/1994) il Programma per la Ricerca sulle Esperienze Straordinarie (PEER), ha fatto ricerche su rapporti UFO multi-culturali e internazionali e sulle abductions. Una delle domande centrali della ricerca in merito alle abductions è se il fenomeno accade in un simile modo all’estero; se è così, quali aspetti dell’esperienza rimangono uniformi e immutabili tra diverse culture, e quale parte dell’esperienza, o sua interpretazione, è influenzata da fattori culturali.
Membri del progetto viaggiano dal Brasile all’Africa, fino a contattare i Nativi Americani negli Stati Uniti e nel Canada e inoltre il progetto ha sponsorizzato la ricerca in Giappone, in Scandinavia e in Cile ed è in contatto con “esperienti” in Europa, Iran, Cina, Australia, Messico e Porto Rico. Abbiamo confrontato esperienze di abduction nel mondo sciamanico e delle possessioni. Abbiamo esplorato miti relativi ad esseri del cielo e di altre dimensioni e mondi.
Cio’ che ne è emerso ci ha spesso sorpreso.
Persone in paesi nel mondo hanno sperimentato abduction aliene molto simili in tanti casi, alle testimonianze negli Stati Uniti; le abductions rimangono distinte nel modo in cui la cultura delle persone incornica le loro esperienze. In Brasile, ad esempio, in cui la tradizione contiene il mondo dello spirito, della medianità e della comunicazione con antenati, le “visite ET” sono piu’ valorizzate delle visite spirituali degli antenati, per l’associazione tra gli ET e i viaggi spaziali ad alta tecnologia, che riflettono la preoccupazione culturale del Brasile sullo sviluppo. Questo risulta spesso in colorite variazioni. In una casa che abbiamo visitato, una madre che tradizionalmente comunicava con gli spiriti degli antenati, sentì il suo potere in pericolo quando suo figlio inizio’ a comunicare (come riportato) con gli alieni.
I Nativi Americani con cui abbiamo parlato dicono che l’attività corrente del “popolo delle stelle” sottolinea lo squilibrio tra la Terra, l’umanità e il cosmo. Un Anziano Hopi in Ariziona profetizzo’, come molti addotti, la fine del mondo come lo conosciamo. “Ci sarà una grande epurazione”, disse.

Le Esperienze di Abduction Sfidano la Natura della Realtà
Molti aspetti dell’esperienza di abduction diventano familiari: luci stordenti appaiono attravero il parabrezza o la finestra della camera e piccole creature aliene con grandi occhi senza pupille spaventano e paralizzano il corpo dell’esperiente, che fluttua nell’aria, attraverso i muri e le porte delle navi spaziali; operazioni che a volte curano, spesso sperimentano. Alcuni addotti riportano la partecipazione nella creazione di nuove specie ibride tra alieni e umani, filtrate in file di uteri artificiali allineati lungo le pareti delle navi come acquari. Altri descrivono nuovi mondi di conoscenza uniti a visioni apocalittiche e criptiche simbologie e avvertimenti telepatici silenziosi.
Le storie di abduction hanno animato discussioni su come debbano essere interpretate e come gli addotti possano essere aiutati terapeuticamente. La controversia nata da questo fenomeno ricorda altre lotte scientifiche che hanno circondato esperienze anomale storicamente. Evans Went, un antropologo che ha studiato le storie della tradizione Celtica, ha combattuto per definire la sua ricerca in un contesto scientifico. “Questi misteri hanno affascinato gli scienziati che, pur rimanendo legati alla loro tradizione newtoniana, non possono, per spirito di curiosità, ignorarli.”
William James, lo psicologo di Harvard, ha ponderato questa discussione. Nel suo saggio, “Cosa la Ricerca Psichica ha Conseguito”, pubblicato nel 1890, ha scritto, “L’ideale di ogni scienza è quello di un chiuso e completo sistema di verità..Fenomeni inclassificabili in un sistema sono quindi paradossali assurdità e devono rimanere falsi.” La nostra difficoltà occidentale nell’integrare i frutti dei nostri sogni e delle visioni, le nostre esperienze in stati alterati, in una realtà comune e condivisa, influenza decisamente e limita il modo in cui incorniciamo le nostre richieste di indagine e le nostre supposizioni mentre conduciamo la ricerca.
Per aprirci al significato delle esperienze di abduction, dobbiamo divenire tolleranti all’enorme varietà di comunicazioni e visite da parte di queste entità e creature che sono, come sono state descritte, “non di questo mondo”. Solo aprendoci a questo ricco conteso, possiamo iniziare a interpretare il significato delle esperienze di abduction qua e all’estero. Laurens Van der Post, ha detto, “Le persone ridono sempre alle storie di Bushman e dicono che non hanno senso. Ho realizzato improvvisamente che non hanno senso, perchè abbiamo perso la chiave e il codice. Abbiamo perso il significato delle storie.”
Come decifrare le strane storie dei testimoni? Le storie di abduction da tutto il mondo contengono paradossi: alcuni addotti sono torturati con procedure spaventose, alcuni sono curati, educati; altri vivono entrambe le esperienze suddette. L’ abduction ci inganna con le possibilità, alcune terrificanti, altre no. Come dobbiamo decifrare l’informazione e le storie che sentiamo? Come si puo’ vivere cosi vicini al “mondo oltre il velo”? Un’occhiata aliena ci invita a tradire le supposizioni terrestri, una sospensione di un credo che è parte del piacere del campo antropologico. Solo trovando e occupando ciò che gli antropologi chiamano spazio “limbico”, possiamo liberare il nostro sè per recepire il nuovo, investigando una nuova visione della vita e della realtà.

Dominique ha studiato antropologia alla Università di Wesleyan e ha lavorato come ricercatrice, scrittrice, traduttrice ed editrice nell’area dei diritti umani, studi culturali e in psicologia. Dr. John Mack e Dominique Callimanopulos’ hanno effettuato ricerche sulle esperienze di abduction in Africa e in altre culture, lavoro poi pubblicato sul libro del Dr. Mack Passport to the Cosmos.

Fonte: http://esperienti.com/1995/03/esplorand ... ri-ancora/


Emergono nuove foto
Ufo, ci sarebbero novità sul famoso avvistamento del 1994 da parte di 60 scolari nello Zimbabwe

L'episodio avvenne il 16 settembre, quando gli scolari della scuola Ariel dichiararono di aver visto atterrare una navicella aliena nei pressi dell'istituto. Racconti, particolari inquietanti, presunte prove e scetticismo attorno al caso

Il 16 settembre del 1994, 62 bambini di una scuola nei pressi della località Ruwa, nello Zimbabwe dissero di aver avvistato un Ufo, atterrato in un campo a poche centinaia di metri dala scuola. Fu uno degli avvistamenti più celebri che la storia recente ricorda, reso famoso anche per i numerosi, molto dettagliati e inquietanti disegni che i bambini (tra i 6 e i 12 anni) raffigurarono rispondendo alla richiesta di spiegare cosa avevano visto.

Alcuni raccontarono addirittura di aver visto gli alieni, di forma umanoide, uscire dal velivolo per comunicare tra loro. Altri parlarono di esperienze di comunicazione telepatica grazie alle quali gli alieni gli lasciarono una sorta di messaggio ambientalista che li metteva in guardia dai problemi che gli uomini stavano causando al loro stesso pianeta. E quel giorno ci furono anche segnalazioni di strane luci e di un "velivolo" nel cielo in altre parti dello Zimbabwe, così come in Zambia e Sud Africa. I bambini, poco dopo l'avvistamento, furono intervistati anche da uno psichiatra di Harvard, John Mack, che concluse che almeno da un punto di vista psichiatrico i loro racconti potessero essere veritieri.

Non tutti i bambini della scuola raccontarono di aver visto l'atterraggio alieno e non mancarono molti scettici che conclusero che la storia non era altro che un classico esempio di isteria di massa. Qualcuno disse che si trattava di uno scherzo, un'enorme presa in giro. C'è da dire però che nessuno dei 62 bambini, una volta diventato adulto, ha mai ritrattato il suo racconto. La storia ha affascinato ricercatori e appassionati di ufo per molti anni, ma quello che mancava finora era qualsiasi forma di evidenza fisica dell'atterraggio sul suolo terrestre della presunta navicella aliena.

La storia del "Fenomeno Ariel" (così venne classificato l'episodio, dal nome della scuola) è ritornata di attualità oggi, dopo che il Daily Mail ha pubblicato delle nuove foto esclusive che per la prima volta mostrano segni fisici di questo famoso caso risalenti a ormai quasi 30 anni fa. Il giornale inglese ha ottenuto le foto da Gunther Hofer che fu uno dei primi fotografi ad accorrere allora sulla scena dell'avvisatamento.

Dai racconti di alcuni bambini Hofer capì che gli avvistamenti in realtà c'erano stati in due giorni differenti, non solo il 16 settembre ma anche il giorno prima, il 15, e sul luogo di questo primo avvistamento scattò foto di alcuni segni a forma di cuneo scavati su un terreno secco, quasi roccioso, e di un'impronta ovale lasciata sulle erbacce lunghe, segni a dire di Hofer compatibili con gli avvistamenti. "Ho trovato due forme ovali, una più piccola e una più grande. Ho anche trovato quello che sembrava un segno a forma di cuneo nel terreno, qualcosa lì aveva scavato dentro", ha detto al Daily Mail Hofer. "La terra era solida come una roccia a causa di una lunga siccità in Zimbabwe", ha continuato. "Quindi ciò che ha lasciato quel segno deve aver scavato molto duramente."

Quello che non è stato chiarito dai racconti del fotografo è perché queste foto siano spuntate ora a quasi 30 anni dall'avvistamento e dai suoi scatti. Il caso della scuola Ariel era già riemerso nel 2020, in seguito all'uscita del documentario UFO The Phenomenon, del regista americano James Fox, che ha raccontato di essere stato informato e ‘stimolato’ sull'episodio da un maestro della fantascienza cinematografica come Steven Spielberg.


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