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ABDUCTION: ALLUCINAZIONI O REALTÀ COGNITIVE?



(Dott.ssa Giulia D'ambrosio)

Non è necessario soffrire di "pieroangelismo" per allevare, dentro di noi, un cauto approccio nei confronti di tutta la fenomenologia che riguarda gli Incontri Ravvicinati, specialmente quelli dal terzo tipo in poi. Ci troviamo, infatti, di fronte a un fenomeno che non ha contorni così chiaramente definiti, perché si tratta di un campo in cui fattori neurologici, biochimici, sociologici e psicologici giocano ruoli del tutto nuovi, combinati in un modo tanto complesso quanto inusuale.
E' importante che questa nuova frontiera venga esplorata con il massimo dell'apertura, intellettuale ed emotiva. E' importante non essere guidati dalla sola razionalità, cioè da prove di laboratorio, né da posizioni fideistiche: entrambe non hanno nulla a che vedere con la serenità di spirito con cui si devono condurre simili studi.
Altrettanto importante è che i bisogni profondi - da un punto di vista psichico - di chi si occupa del fenomeno siano sufficientemente coscienti da portare al minimo il rischio che ad analizzare i dati siano le proiezioni degli scienziati impegnati sul campo.
Alcuni studiosi del campo neurologico hanno cercato di interpretare i fenomeni IR 4 come legati a diversi meccanismi di ordine fisiologico che occorrono piùo meno normalmente, come ad esempio l'evento che viene denominato "paralisi nel sonno". Durante questo stato, per la durata massima di un minuto, può succedere che il dormiente si svegli e che i suoi sensi siano del tutto funzionanti, ma che il corpo sia bloccato. E' un'esperienza che pare sperimentino tutti gli adulti, mediamente una volta ogni due anni. A questa forma semplice di paralisi si affianca una variante con allucinazioni, molto rara, che sembra verificarsi nelle fasi di passaggio tra il sonno e la veglia.
Si intende con "allucinazione" una percezione del tutto soggettiva, che si verifica in mancanza di un oggetto reale da percepire. Le allucinazioni congiunte alle paralisi nel sonno - dette "ipnagogiche" - vengono descritte nei testi di neurologia come fenomeni di liberazione, verosimilmente legate al "riposo" delle funzioni di coscienza del cervello. Nelle forme allucinatorie con paralisi si possono avere visioni, sentire suoni o voci o addirittura si può avere l'impressione di toccare, di essere toccati, di muoversi, di avere un peso sul petto, di sentire odori. Si possono vedere luci o nebulosità luminose e i sintomi si possono accompagnare ad "Out of the Body Experiences" (OBE), sensazioni di uscire dal proprio corpo e di librarsi all'interno della stanza o all'aperto. La durata di simili fenomeni pare essere di una decina di minuti al massimo.
Un'esperienza reale
"Sto sognando, e nel sogno mi accade di volermi alzare per prendere le guide telefoniche. Questo innesca un inizio di OBE credo. Faccio uno sforzo per aprire gli occhi. Sento delle voci sommesse e qualche stridio di bambino provenire dal corridoio di casa. Mi sembra la voce di mia figlia, come se stesse dialogando e ridacchiando con qualcuno. Vedo un chiarore, come se ci fosse della luce. A volte capita che la bambina si alzi di notte e accenda la luce per andare in bagno. Non so distinguere se stia succedendo proprio questo. Vorrei alzarmi ma non riesco, è come se pesassi una tonnellata. Percepisco le voci ma non capisco cosa dicono. Una parte di me ha il dubbio che tutto ciò sia un sogno. Sento una forte inquietudine. Una luce rossa a vortice, circondata da un alone rosso madreperlaceo dall'aspetto di labbra, appare sopra l'armadio della stanza. Per due volte cerco di non guardarla. Un ulteriore sforzo e mi sveglio realmente. La casa è buia, nessun rumore. E' in questo stato pienamente cosciente che avverto la paura per quanto mi è accaduto".
Apparizioni tranquillizzanti, nel corso di questi eventi, sembrano essere rare. Più spesso le persone identificano con mostri, fantasmi o vampiri le entità che sembrano animare in modo così improvviso le loro notti. Salvo poi rendersi conto di aver vissuto un'esperienza in uno stato alterato di coscienza. L'allucinazione appare perfettamente inserita nell'ambiente in cui la persona si trova in quel momento, dandosi quindi un'impressione di estremo realismo. Oltre che in persone che usano attivare il loro patrimonio cerebrale con sostanze chimiche di vario genere, e al di là degli stati patologici (psicosi), queste esperienze paiono verificarsi soprattutto in condizioni di stress - ed è ciò che riferiscono anche le persone che hanno delle OBE indesiderate. Le paralisi con allucinazioni sono probabilmente OBE non riuscite.
Da sempre l'umanità dichiara di vedere "demoni, fantasmi, vampiri, lupi mannari, mostri e folletti"
(1): provenienti da un mondo parallelo al nostro o materializzazioni di archetipi dell'inconscio collettivo che siano, il fenomeno è universale, presente fin dagli albori della civiltà attuale, descritto anche dagli autori classici come Orazio, Plutarco, Erodoto, Apuleio e Galeno.
Il campo, a questo punto, non è più di stretta pertinenza della neurologia, ma della psicologia analitica (2), che può aiutarci a identificare larga parte di questi fenomeni come un prodotto semionirico, legato alle parti "Ombra" del soggetto che le produce. L'inconscio prende spunto da forme e concetti che gli esseri umani hanno codificato fin dall'inizio della vita psichica, quando la sopravvivenza sembrava collegata soprattutto alle mere forze del destino e non vi era alcun concetto di autodeterminazione. Sono questi mostri antichi, i compagni quasi palpabili delle lunghe notti dei nostri progenitori, che utilizziamo per rappresentare, in modo comprensibile, le forze oscure che, da dentro di noi, attendono di essere portate alla coscienza.
Da ultimo, è possibile che le visioni siano legate alla produzione di allucinogeni endogeni - cioè prodotti dal nostro encefalo. Oppure che si possa seguire un "modello psicofisiologico", a causa del quale stato di sogno e stato di veglia potrebbero sovrapporsi, con una penetrazione della paralisi muscolare tipica del sonno REM (3) all'interno dello stato di veglia cosciente, e con una sovrapposizione delle immagini del sogno alla percezione reale dell'ambiente circostante.
Tutte queste spiegazioni sono molto interessanti, ma appaiono macchinose se confrontate con le memorie di chi è reduce da un IR4. Nei racconti, la costanza degli elementi - anche di quelli non rivelati agli appassionati della materia - rendono alle esperienze dei contorni troppo precisi e coerenti per essere totalmente di origine allucinatoria. Il ritrovamento di oggetti di origine sconosciuta - i cosiddetti "impianti" - e le cicatrici sono elementi dotati di innegabile fisicità.
Ma volendo affrontare la questione dal solo punto di vista psicologico, la prima cosa importante da fare, in questi casi, è una valutazione della sensazione soggettiva di paura. Chi prova esperienze di OBE o di paralisi con allucinazioni riferisce la paura o al momento della sensazione di "stacco" dal corpo (per le OBE) o successivamente al ripristino dello stato normale di coscienza - in una sorta di "shock del ritorno". Sia le OBE che le paralisi con allucinazioni sono vissute intensamente nell'attimo stesso in cui sono esperite e non vi è spazio per le emozioni dirette, che irrompono invece come una vampata successivamente alla presa di coscienza: cioè la vera paura si respira dopo, quando la razionalità può riprendere il sopravvento e si trova a fare i conti con qualcosa che è stato incontrollabile.
La maggior parte dei tecnici della neurologia e della psicoterapia non credono alla realtà oggettiva degli extraterrestri, e tanto meno al fenomeno degli IR4. Non sappiamo però se abbiano avuto contatto con qualche caso, e pensiamo di no. E' probabile, effettivamente, che una parte dei risultati della casistica esistente sia frutto di un influenzamento da parte di psichiatri che già credevano ai fenomeni di Incontro. A questo proposito è bene ricordare che le memorie estratte sotto ipnosi non sono probatorie di realtà, in sé e per sé, ma devono essere conglobate alla vita del soggetto, ai suoi sogni, alle fantasie e all'espressione creativa per avere un senso. Si tratta perciò di condurre un lavoro approfondito sulle persone, e quindi le statistiche che producono dati basati sulla testimonianza di centinaia di persone sono probabilmente inattendibili, dato il lungo e complesso lavoro necessario per srotolare in modo univoco le "vite parallele" dei soggetti che riferiscono gli Incontri.
La paura espressa durante i racconti di IR4 tocca le corde delle esperienze di violenza - quindi la paura è presente durante lo svolgersi dei fatti - ma ha una vibrazione peculiare, perché si percepisce una forte sensazione di diversità negli elementi del racconto, che possono costringere il terapeuta a rivedere il suo proprio rapporto con la paura, e a trasformarlo. Non è pensabile che si possano ascoltare centinaia di casi di questo genere con la dovuta attenzione, a meno che si sia totalmente non in contatto con la propria paura e con se stessi. Va da sé che, data la particolarità che l'ascolto terapeutico deve avere, questo atteggiamento renderebbe del tutto invalidato qualsiasi lavoro di approfondimento.
Lavorare a fondo sulla paura dei soggetti porta sicuramente a scoprire qualcosa di nuovo nella loro storia individuale: che si tratti di traumi del passato di origine familiare o sociale, di una fragilità dell'Io, di desideri di compensare un senso di inferiorità o di fatti realmente, oggettivamente avvenuti, è qualcosa che possiamo sapere solo stando molto a lungo con queste persone, aperti ad accettare qualsiasi possibilità.
Cosa dobbiamo veramente cercare? Ci sono in giro molte teorie e nessuna esposizione di una metodologia di lavoro seriamente condotto. In questo senso - e riprendo l'affermazione all'inizio - l'approccio al fenomeno deve essere cauto, tenendo presente ogni genere di teoria. Ma ci deve essere il supporto di un grande rigore professionale: prima fra tutti, la regola di non parlare in senso definitivo di ciò che non si conosce direttamente.
Ognuno di noi ha un suo modo di vivere e di utilizzare le esperienze. Sono i nostri bisogni a dirigere l'atteggiamento che abbiamo verso l'esterno e l'interpretazione dei fatti. Chi è vissuto con un desiderio non colmato di affetto, e ha scelto una strategia di ritiro nei confronti dei propri sentimenti, vede negli extraterrestri il nemico. Ma anche chi li vede a priori come portatori di una luce nuova sta facendo i conti con qualcosa che ha a che fare con la ricerca d'amore. Odio e amore sono due facce della stessa realtà, e da sempre l'essere umano si aspetta che l'Amore arrivi dall'alto, dal cielo. Solo un sano rapporto con questo tipo di Forza - insieme a una conoscenza coltivata - consente l'esplorazione profonda e disincantata dei fenomeni dell'Universo.

[align=right]Fonte: http://shaika81italy.spaces.live.com/bl ... !829.entry[/align]


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 09:13 
INCONTRI RAVVICINATI E FOLLIA: COME DISTINGUERE UN'ABDUCTION DA UN DELIRIO?



(Dott.ssa Giulia D'ambrosio)

Una delle abilità che si acquistano col trascorrere degli anni, durante la giovinezza, è quella di stabilire il grado di fondatezza di ciò che ci dicono gli altri. Da piccoli, mamma e papà ci ammoniscono sul dare o meno retta agli estranei; da "grandi" sono le esperienze personali che ci conducono a sfumare le verità assolute dell'infanzia: diventiamo cioè in grado di stabilire quanto la realtà esterna corrisponda a ciò in cui crediamo. Impariamo anche a percepire che la verità del nostro vicino può non essere tale per noi o che addirittura può essere una verità con dei parametri totalmente sconosciuti. Se siamo fortunati, con l'andar del tempo arriviamo a tollerare la presenza di queste zone sconosciute della "verità" e, ancor più, a cercare di procurarci degli strumenti per arrivare a penetrarle e farle diventare parte del nostro mondo. Questo processo, se realmente vissuto, non è mai indolore, perché dobbiamo accettare di misurare alcune delle certezze su cui fondiamo la nostra stabilità di esseri viventi. Inoltre, la comodità di un pensiero abitudinario è indiscutibile.
Se quindi impariamo a distinguere, mediamente, la verità dalla fantasia, le bugie dette per timidezza da quelle dette per apparire più importanti, i travisamenti da stato di shock e le parole non dettate con verità ma dette per incoraggiare, incontriamo maggior difficoltà quando si tratta di capire più sottilmente lo stato d'animo di qualcuno che ci racconta qualcosa di molto privato. In questo caso dobbiamo disfarci dei parametri con cui sopravviviamo nel quotidiano per calarci in una dimensione speciale: quella che prevede la messa in gioco delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti, in un campo dove la ragione da sola si perderebbe come una nave in cerca della longitudine.
Vi sono aspetti della vita mentale scarsamente esplorati, e fenomeni di cui si scrive molto - perciò ne siamo informati - ma di cui si capisce poco, perché lo sforzo da porre in atto per penetrarli non scardina solo le abitudini quotidiane, ma il sistema intero delle credenze sociali cui è opportuno conformarsi per non essere emarginati. Il primo prezzo cui dobbiamo far fronte è quindi la paura di perdere la considerazione degli altri e, quindi, di dover veleggiare da soli con le nostre idee. Tuttavia ha paura anche chi si trova, suo malgrado, a fare esperienze fuori del comune. La paura sembra essere quindi il denominatore comune di chi s'incammina, per scelta o per gioco del destino.
Allora uno dei primi passi da fare è quello di entrare in contatto con la nostra paura, accettare la sua esistenza, parlarne con altri - la compagnia è sempre più ampia di quello che immaginiamo - fare tesoro delle opinioni e delle strategie di chi ci è già passato e, soprattutto, tenersela sempre ben stretta: la paura è gemella della cautela ed è l'altra faccia della medaglia rispetto al coraggio. Non si può prendere l'uno senza l'altro. Accettare la paura significa prendere possesso del coraggio.
Gli esseri umani sono sempre stati affascinati dall'esistenza di altre dimensioni. Quello che noi banalmente chiamiamo "il culto dei morti" è un tentativo di dare corpo a un'intuizione che l'essere umano ha da sempre, cioè che al di là della vita conosciuta ci sia un mondo i cui parametri di manifestazione sono differenti rispetto a questo.
Si pensava che l'Uomo di Neanderthal avesse un interesse più scarso nei confronti dei morti rispetto all'Uomo di Cro-magnon. Con le recenti scoperte circa comunità formate da entrambe le razze, si è visto invece che anche in queste cosiddette unità primitive il senso di una continuazione della vita dopo la morte era già molto presente.
Facilmente si potrebbe ribattere che l'Uomo ha da sempre avuto paura della morte e che questo è un modo di esorcizzare la paura. Proviamo invece a considerare il fatto che questi esseri facessero uso di facoltà che noi abbiamo dimenticato, e che l'intuizione fosse una caratteristica essenziale della sopravvivenza. Il "culto dei morti" derivava anche allora da una certezza interiore: l'espressione della vita non è solo quella che si tocca e si vede quotidianamente.
Negli ultimi quarant'anni abbiamo visto espandersi il desiderio delle persone di far rifiorire tutta la cultura dell'ultradimensionalità. E' necessario accostarsi a questa cultura senza spavalderia, senza certezze cieche - perché la nostra lontananza di specie da questi fenomeni ci ha reso ingenui - ma con l'intento di osservare attentamente, di ascoltare, di leggere molto e di sentire dal profondo di noi stessi quali sentimenti si muovono e anche quali desideri. L'onestà di riconoscere i desideri che sorgono dentro di noi a contatto con questa cultura dell'ultradimensionale ci mette al riparo dal confondere i desideri con la realtà. Alla fine una briciola, un brandello di realtà rimane: e questo è il nostro genuino, minuscolo contatto con la verità dei fenomeni d'altra dimensione.
L'essere umano produce fenomeni strani e inquietanti di vario genere. In parte si tratta di processi fisiologici, come le paralisi muscolari prima del risveglio, durante le quali possiamo sperimentare allucinazioni di grande effetto, perché miste a elementi realmente esistenti nel luogo in cui stiamo dormendo. Queste paralisi con allucinazioni sono probabilmente delle Esperienze Fuori del Corpo (OBE) non riuscite. Le OBE stesse mettono, per chi riesce a sperimentarle con serenità, nella condizione di staccarsi dal corpo materiale e dallo spazio-tempo conosciuto e di provare la sensazione che davvero nulla di quello che rimane quaggiù sia così importante, tanta è la vastità della dimensione che si percepisce durante queste esperienze.
Da tempo, in psicologia, sono riconosciute la telepatia, la chiaroveggenza, la precognizione e la psicocinesi come percezioni extrasensoriali (ESP) facenti parte del bagaglio dell'essere umano e anche di altri esseri viventi. L'unica cautela che va usata nel trattare ciò è di doversi ricordare che questi fenomeni non sono così diffusi nelle loro espressioni eclatanti come spesso viene dichiarato; sono tuttavia diffusi in modo frustro, tanto che la gente di solito non dà loro veramente importanza. Bisogna tener presente che chi è veramente un fruitore abituale di queste facoltà di solito non ne parla.
C'è poi una porta verso i grandi spazi dell'universo che è accessibile a tutti, ed è quella che a mio parere dovrebbe essere aperta per prima: si tratta del sogno. Concentrandoci sulla nostra storia e sulle questioni che vogliamo risolvere, i sogni cominciano subito a fornirci ciò di cui abbiamo bisogno: metafore sulla nostra situazione, ritorno di memorie di eventi sepolti, la rappresentazione dei sentimenti e delle emozioni che tutto ciò ci scatena: la nostra rabbia, l'impotenza, il bisogno di essere accompagnati, la fame e la sete interiori che i nostri genitori - esseri umani come noi - ci hanno provocato, le paure ancestrali che ci accompagnano come specie, le nostre parti "Ombra", la ricerca della nostra giusta metà affettiva, la ricerca di un'espansione spirituale.
Le potenzialità del sogno non sono solo queste, perché una volta raggiunta una certa consapevolezza della propria natura, possiamo cominciare a ricevere informazioni d'altro genere, di solito legate allo scopo che dovremmo attribuire alla nostra vita. E' intuibile che una persona che arrivi a questi livelli abbia lasciato dietro di sé la falsità, la corruzione e l'ingiustizia. Non che con ciò si diventi dei santi, ma diciamo che si lasciano alle spalle il bisogno di sfruttare gli altri esseri umani e il pianeta su cui viviamo. Quindi le informazioni che otteniamo hanno il senso di aiutarci a raggiungere il nostro Tao, di farci proseguire lungo la strada e a perseguire l'esatto scopo per il quale ci siamo presi la responsabilità di nascere Ci si chiedeva quale fosse il modo di distinguere, in particolare, un contatto con creature non terrene-terrestri da un delirio.
Un delirio su un rapimento da parte di extraterrestri pare sia ora abbastanza diffuso tra i ricoverati delle cliniche psichiatriche o tra coloro che chiedono aiuto in pronto soccorso. Perciò per muoversi in questo campo è necessario tenere da conto tutto quello che ho descritto fino a questo punto: l'esistenza di particolari facoltà, di produzioni anomale di percezioni, l'intuizione che esista qualcosa d'altro e tutta la capacità di immagazzinamento e di riproduzione proprie dell'inconscio. Abituati a considerare tutto questo con naturalezza - ma sempre con viva curiosità e meraviglia - risulta altrettanto naturale ascoltare le esperienze di chiunque con partecipazione di cuore e distacco mentale contemporaneamente. Il cuore consente di entrare in sintonia con la persona e di cogliere tutta la parte emotiva che non viene raccontata, i sottintesi, di essere in definitiva capaci di vera compassione. Dal suo canto la mente paragona ciò che registra con avvenimenti già acquisiti, osserva come si presenta la persona e il suo modo di muoversi, pesca nelle nozioni scientifiche, accosta, pesa, scarta, aggiunge, chiede particolari …
Più difficile è stabilire la verità per un appassionato che incontra persone che sommessamente raccontano certi fenomeni: l'appassionato non vede l'ora di avere conferme a ciò che sta studiando e può, senza accorgersene, rinfocolare un'immaginazione fino a ingigantirla e a confonderla con la verità. Gli appassionati che si "impossessano" di questi casi, e che spingono il loro intervento in modo ingenuo fino a farsi raccontare approfonditamente i fatti della vita di queste persone, non hanno né tecnica né bagaglio personale per discernere ciò che veramente è accaduto, e nella maggior parte dei casi il loro inesperto intervento - ammesso che arrivi all'osservazione di un professionista, perché il consolidare così l'esperienza fa ritenere in genere al soggetto di non aver bisogno d'altro - rende necessario in seguito un lungo lavoro di ricucitura da parte del terapeuta, rendendo più costoso in tutti i sensi il recupero della persona.
Per quanto riguarda la mia esperienza, coloro che hanno avuto veramente dei fenomeni arrivano di solito con le idee tutt'altro che chiare, senza nessun messaggio spirituale da donare all'umanità, con tanta paura di scoprire che quello che pensano sia qualcosa di così altamente insolito e necessitano di lunghi tempi di contatto prima di decidersi a superare certe barriere con l'uso delle tecniche ipnotiche.
Gli elementi che abbiamo a disposizione fanno ritenere che la necessità fondamentale dell'essere umano sia attualmente quella di modificare profondamente la sua cognizione della realtà e della meccanica degli avvenimenti della vita. Quello che è assolutamente certo, sia che gli ET siano qui oppure no, è che l'essere umano è sconvolto da una richiesta che si sta affacciando dalle sue profondità: la necessità di una ricerca di sé e di un ritorno alle origini, quel ritorno che da sempre è indicato come meta in tutte le religioni del mondo e di ogni tempo.

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MessaggioInviato: 07/03/2011, 11:07 
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Budd Hopkins: le ragioni aliene del fenomeno "Abduction" non risiedono solo nella vulnerabilità dell’essere umano

Abbiamo incontrato Budd Hopkins durante il Quinto Simposio Internazionale di San Marino. Nella prima parte di questa lunga intervista il più noto specialista del settore "rapimenti" ricostruisce il suo iter conoscitivo del fenomeno.

La mini serie TV "Intruders" schiuse agli americani, in una chiave fiction, la realtà sui rapimenti. Quale fu il suo coinvolgimento nella produzione?

H: Cambiarono la storia del mio libro in più punti. Invece di un pittore ero uno psichiatra ma, essenzialmente, mantennero la verità dell’esperienza rapimento, riproducendo accuratamente l’emozione dei protagonisti di queste esperienze. Colsero il centro del fenomeno abduction.

Venivano presentati anche altri temi, pertinenti al fenomeno UFO più in generale.

H: Sì, a differenza del mio libro, il problema degli UFO crashes, o di Roswell e del cover-up nella serie TV sono stati trattati, credo, al fine di allargare la storia ad un maggiore interesse della gente.

Era il 1992. In un altro programma televisivo di quattro anni prima, "UFO Cover Up Live", molto discusso dai ricercatori, era stato affrontato il tema abduction, cosa ne pensa?

H: Fu un programma molto sfortunato. Con la pretesa di occuparsi di tutto, avevano realizzato una sceneggiatura in cui ognuno di noi era stato intervistato. Determinate frasi, prese dalle nostre dichiarazioni, apparivano sullo schermo di un "teleprompter" e noi dovemmo ripetere esattamente quello che vedevamo scritto; ma purtroppo nessuno di noi era preparato in tal senso, per cui la spontaneità delle interviste, come noi stiamo facendo adesso, suonava molto falsata. Ridicolo, dover leggere le proprie parole.

Ma, per la prima volta, il programma mostrò le ricostruzioni delle esperienze di almeno tre o quattro testimoni, se non ricordo male, che lei stesso propose...

H: Sì, infatti fui io a proporre alcuni delle persone. Il problema è che quando il programma andò in onda, molto tempo fa, tanta gente lo vide, prendendolo piuttosto seriamente, anche se la resa qualitativa fu discutibile. La nostra impressione negativa fu accresciuta da ciò che sembrò essere disinformazione veicolata appositamente, parlando ad esempio degli alieni presumibilmente catturati dopo il crash di Roswell ed altri incidenti, come di fatti reali, per poi demolirne l’evidenza sottolineando le loro preferenze gastronomiche per il gelato al gusto di fragola. Come dire che, prima catturi l’attenzione della gente e poi la frustri facendo apparire tutto ridicolo. Ecco perché il programma suscitò notevoli dubbi.

In ogni caso che tipo di reazione, dopo questo programma, lei ricevette personalmente?

H: Ho sempre ricevuto lettere da moltissima gente, in seguito a ciascuna delle trasmissioni cui ho preso parte, non solo da quella. A volte, immediatamente dopo. Ma in alcuni casi, c’era chi scriveva "l’anno scorso ho visto un programma intitolato UFO Cover Up e da allora ho continuato a pensare a certe cose che mi sono accadute quando ero bambino, ed ora ho deciso finalmente di scriverle, dopo aver distrutto un paio di lettere precedenti", cioè nella media non si reagisce d’impulso, perché l’idea di esplorare queste esperienze è disturbante, non ti ci getti dentro solo per aver visto un programma e chiami il giorno dopo. La gente ci pensa su parecchio e poi, con riluttanza, mi contatta. I contatti, fra lettere e telefonate, non sono mai diminuiti. A partire dal 1987, la pubblicazione di "Intruders" generò un enorme numero di lettere per più anni. A tutt’oggi ricevo ogni giorno, di media, due casi che meritano di essere investigati, a volte ne arrivano sette in un giorno, da ovunque, dall’Italia, dal Sud America, dall’Europa e da ovunque negli Stati Uniti. Vista la quantità, non potendomene occupare personalmente, certi casi preferisco veicolarli verso investigatori locali di provata esperienza, come lei, per ciascun Paese, che poi se ne occupino. Ma il numero è impressionante.

Le ricerche di Leo Sprinkle, risalenti ad oltre 20 anni fa, denotarono che esisteva un problema abduction e Sprinkle dedicò particolare attenzione ai soggetti presumibilmente rapiti . Lei ha mai collaborato con Sprinkle?

H: No. Questa è la sequenza esatta: all’epoca non avevo interesse per l’argomento. Avevo avuto un avvistamento diurno di UFO nel 1964. Quando lessi del caso Hill non vi credetti, non ci potevo credere, ma fu solo nel ‘67 che lo accettai come tale, un rapimento. Di tanto in tanto mi capitava di leggere qualcosa, ma le cose cambiarono nel 1975, quando investigai il mio primo caso, un atterraggio UFO con entità che furono viste effettuare carotaggi di terreno, in New Jersey, praticamente ad un miglio di Broadway, a Manhattan, dall’altra parte del fiume. All’epoca, la maggioranza degli investigatori a malapena conosceva una manciata di casi di abduction, si pensava fossero molto rari. Tutto insieme però uscì fuori il caso Hill, poi Pascogoula in Mississippi, Travis Walton, Villas Boas e un paio di altri. Dopo aver scritto un articolo su quel caso di atterraggio, iniziai a ricevere telefonate e lettere in merito ad alcuni casi che riportavano il problema del Missing Time, nel senso che si sospettava ci fosse qualcosa di più complesso e la gente non ricordava l’abduction di per sé. Cominciai ad occuparmene e, scavando, scoprii che le abduction erano molto numerose, e che i testimoni presentavano la costante dell’avvistamento di un UFO. Prendiamo Travis Walton e Betty Hill, ricordavano - coscientemente - di aver visto un UFO, ma non ricordavano la presenza di alieni. In loro affiorava il vuoto temporale, il missing time, eccetera. Pubblicai quindi il mio primo libro nell’81, in cui scrissi che si poteva trattare prima di tutto di un fenomeno estremamente più massiccio e diffuso. La ricerca allora era limitata a pochissimi specialisti, come Leo Sprinkle, così, partecipando ad un convegno nel 1981, dichiarai di credere altamente possibile che nel mondo si fossero verificati più casi di abduction che di avvistamento UFO. Un’affermazione piuttosto radicale, perché si contavano centinaia di migliaia di avvistamenti, mentre io dicevo che gli avvistamenti rappresentavano un aspetto del fenomeno abduction, invece del contrario. Il che spalancò una grande porta nel problema. Scoprii un altro elemento, quello delle "false screen memories". facciamo un esempio: una persona ricordava di aver visto numerose automobili rottamate ma con le loro luci accese, e provava strane sensazioni e il Missing Time. Sotto ipnosi, si scopriva che non c’erano auto rottamate, ma piuttosto che c’era un UFO atterrato e che nella mente del soggetto era stata impressa una falsa immagine. Scoprii anche cicatrici, segni fisici sulle persone, sconosciuti prima dell’esperienza. Ecco che, allora, gli aspetti del fenomeno si allargavano ma, come ho detto prima, essenzialmente per me il fulcro era che si trattava di un fenomeno estremamente diffuso.

Ebbe modo di incontrare Allen Hynek e di parlargliene?

H: Allen ed io eravamo ottimi amici. Allen era piuttosto preoccupato dall’idea stessa delle abductions, non gli piaceva pensare che ciò stesse accadendo e diceva che - ed io gli ero molto affezionato, era un uomo meraviglioso - diceva "dannazione, Budd, quello che stai facendo in questo campo sembra convincente, ma proprio non posso accettarlo, non riesco ad immaginare come possa succedere". Allen, pur essendo disponibile a contemplarne la possibilità, preferiva combattere l’idea delle abductions e lo fece sempre nel corso della sua vita, sino all fine. Non poteva accettarla, nonostante ammettesse che le evidenze erano schiaccianti.

Fu Hynek a coniare la definizione degli Incontri del III Tipo...

H: e degli UFO occupanti...

Poi si è giunti al IV e V tipo, sino ai casi di esogamia. Ora, nell’ultima parte della sua vita, Hynek deve essere stato a conoscenza di uno scenario UFO molto più grande, con Roswell, gli UFO crashes e la strategia del cover up, secondo me ciò è fuori discussione. Pertanto, mi chiedo quale fosse realmente il suo atteggiamento nei confronti delle abductions. E’ possibile che per Hynek fosse una porta chiusa, da non aprire perché non si poteva andare oltre, nonostante in coscienza sapesse che era tutto reale.

H: La mia sensazione è stata sempre che lui sapeva, nel profondo del suo cuore che questo stava accadendo, ma non credo - è solo una supposizione - che il governo gli abbia rivelato di avere i corpi e i rottami. Conoscendo Allen, lo avrebbe reso noto, lo avrebbe detto ai suoi collaboratori più fidati. Non credo che il governo lo abbia, confidenzialmente, incluso nel cover-up. Ma Allen sapeva quello che stava accadendo, e non gli piaceva, anzi lo addolorava molto. D’altronde è un fatto emozionale, che amareggia tutti noi. Chi riesce ad ammettere che, come è stato detto, non necessariamente noi rappresentiamo il vertice della loro catena alimentare, ma che loro sono qui e ci fanno quello che vogliono e non c’é nulla che noi possiamo fare, lasciandoci senza scelta. Penso che, in merito alle abducions, Allen abbia sospettato che era tutto vero.

d: Ha mai potuto porgli domande in merito agli alieni malevoli e o benevoli?

H: Non so se ne parlammo in questi termini. Vede, io personalmente non vedo né esseri malevoli né benevoli. Gli occupanti UFO sono di diverso tipo: creature insettoidi molto alte, i grigi, e altre figure che appaiono più umane. In diversi casi sono contemporaneamente presenti in una nave, apparentemente cooperando fra loro nella stessa procedura di abduction. Comunque, sembrano avere un loro proposito, agire in base ad un loro programma. Credo che abbiano bisogno di qualcosa di nostro, del nostro DNA, della nostra mappatura genetica: credo siano affascinati da cose che noi abbiamo e a loro mancano, come l’amore per i nostri figli. Credo che se i loro bambini, in effetti, sono stati prodotti in vitro, vuol dire che non c’è stata una vera gestazione, e che, per anni, potrebbero non avere avuto alcuna connessione emozionale con i loro figli, come fanno madre e figlio durante la gestazione. Per me sono interessati alle cose che possediamo e che, forse, gli appaiono da un certo punto di vista primitive, ma sono piene di vitalità, e forse le desiderano. Ecco, secondo me sono qui per se stessi, non per noi. Non cercano di danneggiarci, ma non cercano neppure di aiutarci.

Bene, abbiamo diversi tipi di alieni, che compiono esperimenti sui soggetti addotti. Alcuni testimoni italiani hanno detto di aver visto, durante il loro rapimento, esseri assolutamente umani accanto agli alieni.

H. Sì, certamente. Ho analizzato alcuni di questi casi. vediamo la situazione: primo, se possono prendere un feto da una donna e quel feto è, diciamo, un ibrido, prodotto da un incrocio fra loro e noi, cosa può impedire loro di prendere un feto completamente umano da una donna, cioè una donna normalmente incinta, ed inserire quel feto in un ambiente UFO, dove viene cresciuto all’interno della loro cultura, o come vogliamo chiamarla. Ne consegue che una persona che viene portata a bordo di una nave può vedere creature totalmente umane, al cento per cento, che hanno vissuto con gli occupanti dell’UFO per tutta la loro vita. Di questo abbiamo le prove. Se possono crescere piccoli bambini ibridi, possono forse crescere anche bambini umani al cento per cento nel loro ambiente, e quell’essere umano risulterà avere un punto di vista completamente alieno.

A bordo delle astronavi, oltre al tipo nordico ed al grigio, certi addotti si sono trovati di fronte anche uomini normali, in divisa, cioè personale militare...

H: Questo è un punto particolarmente complicato. Come ho scritto nel mio ultimo libro "Witness", emerge un certo numero di casi, che definisco di "alien cooption" in cui gli alieni prelevano un individuo, che si comporta come se fosse esso stesso alieno, per un’ora o due... al termine dell’abduction, la persona torna a comportarsi come un normale essere umano. Prendiamo il caso di una donna addotta, da me analizzata: ricordava di essere stata portata a bordo, dove era vestita con un’uniforme blu come quella indossata dagli alieni; e non sapeva come fosse accaduto, l’uniforme non aveva bottoni o cerniere. La nave era atterrata, le dissero di uscire, e lei vide un’automobile ferma, con un uomo afro-americano dentro. L’uomo si spaventò a morte. Lei, accompagnata da due alieni grigi, si avvicinò all’auto, aprì la portiera e fece uscire l’uomo dall’auto prendendolo per un braccio, poi insieme si avviarono verso la nave e vi girarono intorno. Detto, fatto. Era questo il suo compito, non doveva fare altro. Poi ricordava solo di essere tornata. Ovviamente, l’uomo è stato rassicurato dalla presenza di una donna umana, lo abbiamo constatato più volte. Ora, sembrerebbe logico il contrario: che cioè, una volta rapito un poliziotto, o un militare, questi venga usato alla stessa maniera, l’addotto gli obbedirebbe per via della divisa. In un altro caso, un uomo vede nella nave un altro essere umano normale con indosso un’uniforme militare e sul braccio una fascia che dice "MP" (polizia militare). E l’addotto, che ha fatto il servizio militare, si chiede "cosa sta facendo questo agente qui, perché è in uniforme, perché mai se il governo sta cooperando con gli alieni, questi dovrebbero essere vestiti da poliziotti, come a confermare che fra loro collaborano, è troppo ovvio. E’ senza senso. Ma poi la scena cambia e vede l’uomo di prima con sul braccio una fascia nazista, lui guarda e pensa "è impossibile". E’ chiaro che si tratta di false immagini immesse nella sua testa, egli non capisce quello che sta vedendo lì dentro. Ecco. Ci sono troppi problemi. Non riesco a intravedere l’idea, pur avendone l’evidenza, del fatto che il governo - che sia italiano o americano non importa - possa impiegare personale militare, a bordo degli UFO, che rapisce la gente. Non ci credo proprio. Le persone vengono "cooptate", vedono immagini che non esistono. Ricordo, ad esempio, un agente di polizia con cui ho lavorato mediante ipnosi. E’ a bordo dell’oggetto, spaventato da morire, steso sulle spalle e nudo e una donna aliena gli si avvicina e lo eccita, ha un’erezione, ma si accorge che lei è orribile ed è terrorizzato, ma poi la vede bellissima e, improvvisamente appare sua moglie accanto a lui che gli dice "va tutto bene, voglio che tu faccia l’amore con lei", sì, è sua moglie a dirgli così, lui guarda l’aliena che è di nuovo orribile, è ancora terrorizzato, poi l’essere ridiventa meraviglioso e lui è riassicurato dalla presenza della moglie. Se possono fare tutto questo, e io credo possano, diventa oltremodo difficile risolvere il problema... per me questa strategia rientra nel cover up di governo, specialmente quello americano. E’ una lotta che dobbiamo condurre sino in fondo. Il cover up è una cosa terribile che fanno agli esseri umani. Il governo dice, ufficialmente, a un bambino di sette anni, che è stato rapito e spaventato e forse operato, gli dice "non ti è successo nulla, stai mentendo oppure sei malato mentalmente". Questo sta causando gravi pericoli per la gente. E’ come se la polizia dicesse ad una vittima di stupro, non ti hanno violentato, sei uscita e volevi fare sesso. Stanno facendo un danno enorme. Biasimo il governo per questo. Duramente. Li biasimo per un cover up che fa tremendamente male alla gente. Ma non credo, allo stesso tempo, che stiano imbarcando soldati a bordo degli UFO, in maniera regolare. Questo non sta accadendo, le possibilità alternative sono troppe.

Torniamo all nostra astronave madre da cui piccoli oggetti, con a bordo i piccoli grigi, arrivano sulla Terra e rapiscono un tizio. Essi usano tecniche che Jacques Vallée inscriveva in un sistema di "deception", cioè di inganno. Sono dei veri e propri maestri in questo...

H: Assolutamente, straordinari.

Sembrano interagire con te nel momento in cui sei maggiormente fragile, mentalmente esposto al loro inganno, giocano con la tua mente, applicano la realtà virtuale e tu non hai mezzi per opporti.

H: E’ vero. Sanno come penetrare nella mente delle persone, come conoscere cosa c’è dentro. Prendiamo una donna profondamente religiosa, cristiana, possono farle credere di essere venuti per ordine di Dio, che sono angeli. E usano il suo sistema di credo per inserire nella sua mente qualcosa attraverso cui la controllano facilmente, appunto usando la sua fede. Uno dei casi più importanti è quello di un uomo, Carl Higdon, che fu rapito nel 1974 in uno Stato dell’Ovest. Era a caccia di alci, ne vide una e le sparò. Il proiettile uscì e cadde davanti a lui, lo raccolse, era come piombo fuso, e fu allora che lo presero, lo paralizzò un alieno e lo portò all’interno della nave in cui c’erano delle altre persone. Ad un certo punto fu in grado di chiedere perché si trovavano lì e quello gli rispose che erano lì per cacciare e pescare. Ovviamente l’uomo pensò " ma è pazzesco, se possono giungere sin qui da chissà dove e hanno il loro equipaggiamento che ragione avrebbero di andare a caccia... poi gli è balenata l’idea che stessero sfruttando la sua passione per la caccia per farlo sentire a suo agio, e controllarlo meglio. I bambini, ad esempio. Vengono rapiti da ciò che loro credono sia Mickey Mouse o immagini simili. Non si tratta solo di un’area di vulnerabilità, ma di un’area in cui per noi è più facile l’accettazione, e in quell’area dirigono la loro attenzione e la usano. Le persone vengono rapite, indifferentemente in ogni momento. Ad esempio, subito dopo un incidente automobilistico, una persona può aver riportato ferite o uno schock, ed è in una condizione di resistenza affievolita, e viene rapita. Oppure una persona può essere al massimo della sua forma, vincere un incontro di pugilato e poi, la notte stessa, essere rapita. Possono prendere chiunque, e usano le stese immagini che fanno parte del patrimonio mentale ed emozionale di una persona. E’ un tipico elemento della loro strategia.

Insomma, abbiamo un doppio livello. Primo, quello di un confronto intellettuale attraverso il contatto mentale; secondo, un confronto fisico. Ora, se una persona è particolarmente addestrata sia mentalmente che fisicamente, attraverso tecniche di meditazione, di yoga, e di arti marziali, forte in entrambe i livelli, questo rappresenta un soggetto per loro più ostico o più ricettivo?

H: Difficile dirlo. Non so se posso rispondere. Conosco molti casi interessanti, di persone che hanno avuto queste esperienze mentre meditavano. Cioè, nel momento in cui stanno raggiungendo un profondo livello interiore, chiudendosi al mondo esterno nella meditazione, in quel momento diventano vulnerabili al controllo altrui. A volte, ciò che accade durante il processo meditativo - l’ho constatato diverse volte - è che la persona dice "ero in casa, stavo meditando, in pace con me stesso, e ho visto questa faccia venire verso di me, e improvvisamente non mi potevo più muovere". Credo che lo stesso avvenga di notte, in uno stato onirico in cui siamo discretamente vulnerabili. Una donna mi raccontò di un suo sogno, un sogno normale, e ad un tratto questo volto alieno le appariva e la figura le diceva "abbiamo interrotto il tuo sogno per prelevarti". Devo dire che sostengo chiunque voglia, con qualunque mezzo, resistere a questa situazione. Perché è essenziale che noi riusciamo a fare capire loro che devono spiegare le loro intenzioni, e chiedere il permesso, prima di farci questo. Due semplici principi di diritti umani: primo, vogliamo capire che cosa vogliono da noi. Quasi tutti gli addotti con cui ho lavorato mi hanno detto "se mi avessero spiegato, abbiamo bisogno di questo o quest’altro, cellule ovariche, liquido seminale, lo stiamo facendo perché abbiamo dei problemi, allora bene, certo, posso aiutarvi. Ma almeno spiegatevi, e chiedetemi il permesso." Tutti i rapiti obbiettano, indistintamente, il fatto che gli alieni fanno quello che vogliono, a prescindere da quello che succede nella tua vita e certo, se ti prendono nel cuore della notte e ti portano via per tre ore e la mattina dopo devi andare ad un appuntamento importante e ti ritrovi confuso e stonato, allora è logico dire "non prendetemi adesso, non sono pronto", ma purtroppo questo non avviene, non c’è scelta. Plaudo a chiunque cerchi di resistere e dica "non prendetemi, dovete prima chiedermelo e spiegarmi perché lo fate".

Cosa pensa di un atteggiamento positivo, in questo contesto di ricerca, quale quello di John Mack, ad esempio?

H: Mack dimostra maggiore fiducia e speranza di me, nei confronti del problema. La sua visione deriva da certi casi da lui analizzati. Tre di essi riguardavano persone comuni, sulla trentina, fra cui un agente di vendita. Si erano rivolte a lui molto spaventate e confuse, erano giusto al livello iniziale dell’osservazione della loro esperienza - il che, virtualmente, accade anche alle persone che vengono da me, sono confuse e spaventate - bene, Mack mi ha detto che nel giro di pochi mesi queste persone hanno lasciato il loro lavoro e, mentre progressivamente comprendevano quello che gli era accaduto, capivano che il programma degli alieni era teso a "migliorare" la nostra situazione ambientale, al che avevano cominciato anche loro a dedicarsi al problema ecologico. E John era molto contento di questo. Io gli ho detto: John secondo me, se gli alieni hanno avuto nelle loro mani queste persone per 35 anni e per 35 anni sono state confuse e spaventate, ma comunque portavano avanti il loro lavoro ogni giorno, come puoi pensare che nel giro di tre mesi li hai aiutati, si sono sentiti meglio fino al punto di lasciare il lavoro? Allora, chi va ringraziato, tu o gli alieni? Essenziale è stato il suo intervento, che ha contribuito al cambiamento positivo. Un intervento umano, non proveniente da lassù. Se non avessero incontrato John Mack avrebbero continuato ad essere confusi e spaventati. L’interpretazione, da parte dell’investigatore, è estremamente importante al fine della convivenza di una persona con una simile esperienza. Quello che non collima fra John e me è che io non vedo questi "buoni sentimenti" fluire dagli alieni verso di noi. Il mio feeling è che ogni individuo ha le proprie risorse spirituali. Quando inizia a ricordare nel dettaglio quegli chi gli è accaduto, capisce di essere forte e di aver superato queste esperienze, e si sente più sicuro e riesce a convivere con alcune delle sue paure intrinseche, come quelle del buio, del non riuscire a dormire la notte, per tutta una vita. Riesce a non farsene più una colpa. Spesso gli addotti si commiserano e tengono la luce accesa, ma, poi, si sentono meglio e, attraverso incontri con altri addotti, capiscono che quelle stesse persone che siedono lì con loro sono brillanti, interessanti e provano le stesse emozioni, e hanno superato il problema. Così si convincono di potercela fare. Questa trasformazione interiore nasce sia da loro stessi, sia attraverso l’aiuto degli inquirenti che li supportano. Rimangono le strane esperienze vissute là fuori... gente che ha visto l’Universo in una maniera diversa da chiunque altro. La persona acquisisce nuove risorse, passa per esperienze particolarmente arricchenti e complesse e infine, nel sapere il perché delle paure, può in qualche modo sopravvivere e diventare una persona più forte. Ma è stato l’uomo ad usare le sue risorse umane e spirituali, certamente non sono stati gli alieni ad instillarle dentro di lui.

Non c’è una possibilità che certi soggetti arrivino a convincersi di essere parte umani e parte alieni?

H: Se la questione è quella degli ibridi, certo è possibile. Questo è un punto estremamente delicato. Prendiamo una famiglia, un bambino, particolarmente dotato, con doni di tipo psichico o intellettuale, che i genitori non hanno. Diciamo che il marito non vuole accettare alcuna idea collegata ad un’ esperienza UFO e la moglie invece la accoglie come possibilità reale Supponiamo che il bambino venga sottoposto ad un test del DNA e si scopre che esso è leggermente diverso da quello dei genitori, cosa penserà il padre, forse di non essere il padre di quel bambino e che, dando per scontato che non si tratta di UFO, forse sua moglie lo ha tradito? Se, in un accesso di rabbia, quel padre si rivolgesse al bambino dicendogli non sei neppure umano, sei parzialmente alieno... è chiaro che tutte le conseguenze emozionali che ne deriverebbero sarebbero così gravi che credo che non sia il caso di esplorare queste possibilità e di condurre test genetici e sulla mappatura dei cromosomi. Nulla di ciò va fatto, perché causerebbe gravi disagi in seno ad una famiglia. Il punto che si vuole ottenere è che la gente stia meglio, non di avere più informazioni che demolirebbero un matrimonio. Meglio starne alla larga.

Cosa pensa di X-files in questo senso, le informazioni che ne derivano, non possono creare danni?

H: Bisogna ricordare che X -files è fiction, serve per fare denari, anche mostrando cose sinistre e lugubri. Si fa credere alla gente, come nel contesto del tumore cerebrale di uno dei protagonisti, che si tratti di un effetto da abduction. Ciò è falso e tendenzioso. I miei archivi non riportano un solo caso in cui alieni abbiano ingenerato malattie nei rapiti. Tutto rientra nella media. Quindi, questo gioco di X Files non lo ritengo valido.

Quanti casi di "guarigione" ha potuto constatare?

H: Vede, in circa 600 casi da me studiati, in oltre 21 anni, ci si imbatte occasionalmente in episodi di guarigione, ma non rappresentano la regolarità. In altre parole, persone con problemi fisici, una volta addotte, non guariscono nella media, automaticamente. Sarebbe bello, ma non è così. In un caso studiato da David Jacobs una donna era stata guarita da un particolare male cronico al torace. Allora Jacobs le ha chiesto se si sentiva riconoscente e lei ha risposto che non sapeva se si era trattato di un loro regalo, oppure solo di un problema di "manutenzione dell’equipaggiamento". Quindi, posso dire che non si tratta di evenienze continue, ma che si manifestano di tanto in tanto.

In riferimento al caso di Linda Cortile, il nome dell’importante figura politica che fu coinvolta è Perez de Cuellar?

H: Ho incontrato questa persona, sfortunatamente in presenza di un giornalista. La persona mi scrisse una lettera in cui mi diceva che se avessi reso noto il suo nome lo avrebbe negato recisamente, quindi questo significa che dire o non dire il nome non aiuterebbe comunque. Inoltre se ne divulgassi l’identità, e lui lo smentisse - considerando che sono in possesso di altri dati su di lui che non ho pubblicato nel mio libro - probabilmente ci sarebbero altri uomini politici che prenderebbero a interpellarmi, magari un generale coinvolto nell’incidente di Roswell, che vide i corpi e ora pensa di dover parlare con Budd Hopkins, privatamente, perché è un uomo che mantiene la sua parola. Mi ritroverei quindi a frustrare la fiducia accordatami in questi anni. Ecco perché non posso fare questo nome.

E’ la stessa situazione fra Santilli e il suo cineoperatore.

H: Sì, è un tema centrale del fenomeno UFO. Ci sono tante persone, coinvolte in Roswell ad esempio, generali e alti ufficiali che decidono che alcune informazioni devono essere divulgate, come mi è capitato con un testimone che però ha sottolineato "per favore non usi il mio nome". E’ un problema che è emerso per ricercatori moltissime volte.

Ha avuto modo di incontrare Derrel Sims? Cosa pensa di lui?

H: Diverse volte. Ma non dovremmo parlare di altri ricercatori.

La domanda tendeva a fare il punto sul problema impianti; è un’evidenza fisica che lei ritiene utile alle indagini ufologiche?

H: Certamente. Il tema degli impianti è, senza dubbio, di fondamentale importanza. Il problema è che quando uno di questi oggetti viene rimosso, l’intera attenzione dovrebbe essere posta su di esso e se la scienza giungesse a determinare che si tratta di qualcosa le cui apparenti proprietà non sono proprie della Terra, allora si farebbe un passo avanti. A tutt’oggi, però, devo ancora vedere i risultati delle analisi tratte dalla rimozione di impianti da parte del Dottor Leer. Un punto importante. Davanti ad un oggetto, magari anche di manifattura aliena, ma che apparisse perfettamente terrestre, la scienza, come evidenza, lo rigetterebbe. Prendiamo due casi importanti. Uno riguarda il rapporto di un istitituto radiologico di un ospedale. Un oggetto metallico, innestato all’interno del cervello di un soggetto, era stato rilevato dai raggi X: fra l’altro si consideri che si tratta del cervello di una ragazza italiana, ma il punto è che il neurochirurgo di fronte ad un oggetto, evidentemente infisso in questo modo, sa perfettamente che non è stato messo lì da noi, ma non può rimuoverlo. Gli oggetti rimossi dal dottor Roger Lear , infatti, si trovavano nelle mani o nei piedi dei soggetti, insomma in punti in cui uno scienziato potrebbe dire hai calpestato un oggetto metallico acuminato ed un pezzo è penetrato nella tua carne e così via... ecco perchè è importante stabilire di che cosa è composto quel pezzo di metallo. Se si rinviene attraverso i raggi X un oggetto metallico all’interno di una testa, e il cranio non presenta fori né cicatrici, si deve determinare come è arrivato sin lì. E’ una evidenza notevole. Gli impianti detettati radiologicamente nel cervello diventeranno sempre più importanti, soprattutto se si avranno lastre diverse che, da diverse angolazioni, mostrano lo stesso oggetto.

Le è mai capitato che un identikit testimoniale riportasse una specie umanoide a sei dita?

H: No, nessun rapporto con alieni a sei dita, molto più spesso quattro, a volte tre. Ho effettuato studi su mani di alieni attraverso disegni di soggetti rapiti negli anni scorsi. La creatura del film di Santilli - e questo è quello che è maggiormente strano - non si conforma al tipico identikit alieno. Ad esempio, all’interno de mio gruppo di supporto tutti hanno detto "quello non è l’essere che ho visto io", dati l’addome dilatato, la corporatura muscolata, una forma del cranio piuttosto umana, e sei dita. Il problema è che chi realizza un falso lo dovrebbe rendere più simile possibile alle descrizioni testimoniali, mentre, nel nostro caso, la non somiglianza, stranamente, aggiunge elementi positivi al fatto che il filmato deve essere preso seriamente. E’ quasi una perversione dell’idea di falso, ma voglio fare un esempio: se un pittore vuole realizzare un falso di van Gogh, non si mette a dipingere una battaglia navale, perché van Gogh non ha mai dipinto una battaglia navale, e il falso sarebbe palese subito. Più logico che vada a falsificare dei girasoli. Quindi, se fai una alieno a sei dita che nessuno ha mai visto prima, e con un corpo che non corrisponde, è già troppo strano e falso di per sé, quindi perché spendere denaro per fare qualcosa che non risulta coerente? Se ci fossero elementi per dire che quel tipo di corpo, pur raramente, rappresenta effettivamente un tipo specifico di alieno, una specie o una razza, mi disturba comunque il fatto che non corrisponde; perché questo lavora contro l’ipotesi che sia un falso.

Le descrizioni del Majestic 12 definiscono quelle creature come EBE, entità biologiche extraterrestri, o robot biologici, lei pensa che i Grigi possano essere robot biologici?

H: Ponendosi domande su una tecnologia enormemente avanzata, che potrebbe trasferirla istantaneamente attraverso quel muro, o di trasportarla a bordo di un oggetto in maniera tale che nessuno a San Marino possa vederla, è una tecnologia che bisogna ammettere potrebbe fare qualunque cosa. E, certamente, non potrei escludere che essa possa costruire dei robot biologici. Che queste cose possano, peraltro, vivere come noi intendiamo la vita degli esseri viventi, piuttosto che una vita robotica costruita artificialmente, non possiamo proprio saperlo. Quello che sappiamo è che oggi abbiamo un computer che può battere il campione del mondo di scacchi, quindi il territorio dove la biologia e una costruzione artificiale si intersecano, è un’area che è troppo aperta.

E i cloni?

H: Con la loro tecnologia, i cloni, sembrano nella loro possibilità operativa, clonare le persone ad esempio. Dobbiamo capire che se si prendono le cellule di un bambino di dodici anni e le cloniamo ottenendo un altro bambino virtualmente identico al primo, l’unica differenza è che il secondo sarà in realtà più giovane di dodici anni. Non ci saranno mai due individui perfettamente uguali e della stessa età, a meno che l’operazione non sia stata effettuata esattamente all’inizio, in tal caso, avresti due gemelli identici, cioè un clone, in cui la cellula originale è stata suddivisa in due identiche sviluppate in due feti. Mi sembra quindi che la clonazione sia altamente possibile. Inoltre, e questo va sottolineato come cosa disturbante più di tutte, c’è una chiara evidenza che gli ibridi, composti forse di una parte aliena e cinque, cioé sette parti umane risultano estremamente simili a noi, al punto tale che possano di già veramente vivere fra noi su questa terra, adesso. E potrebbero avere dei poteri, come quelli telepatici, leggere nella mente di altri esseri umani, di dematerializzazione. O persino potrebbero esser qui, in questo momento, a fare shopping e comprare una cartolina di San Marino, senza che nessuno se ne accorga. E’ una possibilità di cui abbiamo le prove.


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 11:11 
I FALSI RAPIMENTI ALIENI SECONDO RICHARD BOYLAN



Ho letto recentemente un articolo di Richard Boylan che é stato per me davvero molto istruttivo. L'articolo si intitola: "Shadow Government Para-Military Operatives (MILABS)."

Il messaggio che l'autore vuole trasmettere con questo suo scritto é che "Dovrebbe essere evidenziato che tutti i rapporti spacciati al pubblico come esempi di "comportamenti negativi alieni" siano in realtà operazioni segrete di guerra psicologica eseguite da terrestri appartenenti a servizi segreti militari deviati." In sostanza secondo questo personaggio i rapimenti di uomini, donne e bambini non sarebbero attribuibili agli alieni ma agli uomini stessi. Insomma si dovrebbe parlare non di "Alien Abducion" ma di "Human Abduction." Questo perché i "Visitatori Stellari," come li chiama con malcelato affetto il nostro Richard, "non hanno intenzione di invadere la Terra avendo vegliato su di noi con benigna attenzione."

Insomma secondo Boylan le esperienze di abduction di cui si parla non sono perpetrate da maligne creature aliene ma da un cattivo e, questo si, disumano "Governo Ombra" che non potendo nascondere la presenza dei Benevoli Visitatori cerca di diffondere una immagine di loro distorta e negativa. Infatti secondo l'arguto ricercatore il Governo Ombra, "La Cabala," utilizzando tecnologia rubata ai Buoni Visitatori: "rapiscono i civili senza autorizzazione o giustificazione legale. Inoltre usano droghe sui rapiti (spesso persone che hanno subito esperienze vere di rapimento) e deliberatamente minacciano, interrogano e praticano violenza di gruppo sui civili rapiti. Usano tecniche di lavaggio del cervello per far dimenticare ai rapiti il coinvolgimento militare in queste azioni e contemporaneamente, attraverso l'ipnosi, impiantano nel soggetto falsi ricordi su queste orribili esperienze facendole passare per rapimenti alieni."

E ancora: "La Cabala ha applicato questa tecnologia a diversi oscuri propositi conducendo operazioni di guerra psicologica su civili ignari, proiettando una falsa visita extraterrestre tridimensionale molto realistica. L'immagine può essere mischiata con proiezioni mentali psicotroniche nelle menti delle vittime, indotte a pensare che gli extraterrestri stiano comunicando con loro. Questa visita è scorrettamente utilizzata per dare alla vittima messaggi minacciosi. La Cabala può addirittura proiettare alla persona false onde generatrici di emozioni in modo da far credere che gli extraterrestri emettano vibrazioni fredde e minacciose."

L'intraprendente e molto astuto (Oserei dire anche sprezzante del pericolo) Richard é convinto che quello che gli addotti riferiscono non é falso ma ha solo un diversa origine: non sono resi incoscienti e paralizzati dagli Alieni ma dalla Cabala; non sono trascinati fuori dalla loro camera da letto da piccoli Grigi e portati su un Ufo ma sempre dalla Cabala che usa "uno degli elicotteri antigravità Shark di tipo XH-75D Stealth" (Ma dove avrà preso queste segretissime informazioni?).

Non basta: "Per un impatto ulteriore, nei loro MILABS, gli operatori usano tecnologie avanzate (Quali?) per sollevare le persone e portarle all'interno di silenziosi e fluttuanti elicotteri antigravità mascherati da UFO (!) trasportandole in installazioni mimetizzate da basi aliene, così che le vittime confuse imputino agli "alieni" i rapimenti e gli abusi perpetrati dalla Cabala. In altre operazioni, oltre questa tecnologia adoperano laser portatili per sollevare animali domestici, espiantare i loro organi e gettarli sui pascoli per creare la falsa impressione che "alieni malvagi" siano coinvolti in "mutilazioni di animali."

Si tratta insomma veramente di uno sforzo enorme che per avere un senso deve tendere a raggiungere un obiettivo molto importante: "L'obiettivo finale della Cabala è di mettere la Terra sotto legge marziale con gli operatori della Cabala che guadagnano potere in quanto unici possibili salvatori dell'Umanità, una volta che avranno mostrato le loro armi avanzate ad energia."

Questo é tutto Richard? Tutta questa gigantesca sceneggiata per "mettere la Terra sotto legge marziale" e per apparire gli "unici possibili salvatori dell'Umanità"?

Ma via Boylan non dire bischerate: i potenti della Terra hanno sempre fatto, e purtroppo continuano a fare, i propri comodi sfruttando e manipolando milioni di innocenti senza che questi signori abbiano mai sentito il bisogno di chiedere il permesso o di giustificare le proprie malefatte con nessuno. Ma secondo il nostro arguto e temerario scrittore invece per ottenere quello che il Governo Ombra già possiede, cioè il Potere, deve inventarsi questo immane sotterfugio. E no, caro il mio Richard, per fortuna la logica ha ancora un suo indiscusso valore e questa tua storiella é talmente illogica che fa acqua da tutte le parti. "Silenziosi e fluttuanti Elicotteri antigravità mascherati da UFO"? Ma chi li ha mai visti? E soprattutto c'é da chiedersi: se i militari americani avessero simili armi e simili possibilità operative come mai continuano a perdere migliaia di uomini nelle loro sciagurate guerre? "Sembra che essa possa cercare di imitare e usare impropriamente tecnologie dei Visitatori Stellari. Il Consigliere per gli Osservatori sostiene che alcune delle astronavi delle Nazioni Stellari utilizzano una forma molto più avanzata di tecnologia per creare false immagini di UFO le quali respingono i missili lanciati dai Militari o dalle Unità della Cabala. Mentre il missile è diretto verso l'UFO olografico la nave spaziale reale può rendersi invisibile e fuggire." Infatti come tutti sanno gli elicotteri americani impiegati in zone di guerra non sono mai abbattuti....

Per concludere l'analisi del testo di Boylan riassumiamo la sua tesi:

Gli Ufo e gli Alieni esistono.

Gli Alieni sono buoni e benevoli "Visitatori dallo Spazio"

Gli Alieni non sono gli autori delle Abductions.

Gli Alieni "non usano droghe sui rapiti, né deliberatamente minacciano, interrogano o praticano violenza di gruppo sui civili rapiti."

C'é un Governo Ombra che vuole screditare i Benevoli Visitatori dello Spazio rapendo e vessando uomini, donne e bambini al fine di far loro credere che in realtà siano gli Alieni gli autori di simili crimini.

Tutta questa messinscena servirebbe a "mettere la Terra sotto legge marziale" e a "presentarsi come gli unici salvatori dell'umanità"

Il dottor James Bartley ha definito personaggi come Richard Boylan "Propagandisti Alieni" e io concordo in pieno con questa sua definizione:

"Lo sforzo di dare la colpa ai militari per tutte le questioni correlate al problema degli Ufo é solo un' altra faccia della strategia dei Rettiliani del "divide et impera." In un certo numero di casi in cui sembrava fosse implicato personale militare in questi rapimenti, interrogatori e procedure mediche, dietro lo schermo si celavano in verità i Rettiliani. In alcuni altri casi si trattava di uomini della sicurezza dalla mente controllata che lavoravano per loro. Se veramente elementi delle Forze Armate stanno realmente interagendo in qualche modo con gli Alieni per quale motivo dovrebbero "i militari" estorcere informazioni agli addotti circa i rapporti tra le loro capacità psichiche e la tecnologia aliena invece che attingere agli Alieni stessi? Considerando poi quanto sia intenzionalmente manipolato lo stato di coscienza dell'addotto durante l'esperienza dell' abduction é tutto da discutere quante "informazioni" gli addotti realmente custodiscano. Il controllo esercitato dai Rettiliani tramite i loro "ospitanti" e il resto del "teatrino delle marionette" é teso a far sembrare che in verità "i militari" controllino realmente la situazione con gli Alieni e che la fazione Governo-Militare fa il doppio gioco nei suoi rapporti con i benevoli ET. Biasimando costantemente "i militari" e gli "industriali globalizzatori" i Propagandisti Rettiliani condizionano i rapiti a credere che tutte le istituzioni umane siano malvagie e che l'unica speranza di raggiungere il "livello successivo di evoluzione della coscienza, di frequenza vibratoria" ecc ecc stia nel guardare i cieli alla ricerca di quegli stessi Dei foschi che sono responsabili della loro attuale condizione di schiavitù spirituale. La cosiddetta comunità di ufologi pullula di questi "fantocci."

Insomma il messaggio di personaggi come Boylan non é diretto a quelli che non credono agli Ufo ma piuttosto é teso a rassicurare chi ci crede cercando di dare una spiegazione diversa, di deviare il tiro, dai racconti sempre più numerosi e diffusi provenienti dagli Addotti, dalle persone cioè che vivono per la maggior parte dei casi esperienze molto negative.

L' obiettivo dei "fantocci" come Richard é lo stesso dei Rapitori Alieni: rassicurare la gente che gli Alieni sono buoni e ci vogliono tanto bene.

[align=right]Fonte: Victorio per rapimentialieni.org[/align]


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di Adrian Dvir

Adrian Dvir é un ingegnere informatico israeliano di origine rumena che attualmente lavora nel campo della computeristica militare di Israele. Dvir può essere definito come il classico "contattato." Medium e guaritore asserisce di essere in contatto con creature aliene benevole che lo rendono partecipe delle loro avanzate conoscenze mediche attraverso le quali lui é in grado di guarire le persone. E' chiaro che le affermazioni di questo tipo di personaggi devono essere sempre prese "con le molle." Riporto tuttavia questo articolo sugli impianti alieni perché, secondo me, sfrondando accuratamente la zavorra che lo appesantisce é possibile acquisire delle utili indicazioni sui presunti impianti, a cosa servono e come potrebbero funzionare.

Alien Medical Implants
Un resoconto di Adrian Dvir M. Sc basato su informazioni provenienti dal Team Medico Alieno.
Gli impianti alieni rappresentano un fatto noto e ben documentato. La maggior parte delle persone che hanno incontri con gli alieni o che ne sono rapiti hanno impianti. Alcuni impianti sono stati rimossi chirurgicamente ed esaminati. Questa é la mia personale esperienza in questo campo.

Impianti di Tracciamento ed Identificazione
Collaboro con il team medico degli Alieni fin dal 1994. Loro hanno descritto gli impianti come un mezzo per localizzare e identificare i pazienti per i trattamenti futuri. Ciò assomiglia al modo in cui i nostri scienziati etichettano gli uccelli e attaccano trasmettitori agli animali selvaggi per tracciarne gli spostamenti. Gli alieni mi hanno detto che io ho 5 impianti di questo tipo nel mio corpo. Quelli che hanno inserito loro sono 3 mentre i restanti 2 sono stati messi da altre razze aliene. Anche Haya Levy (altra contattata, medium e guaritrice; n.d.t.) é rintracciabile in questo modo. Lei ricorda che 20 anni fa ebbe un incontro con gli alieni e da allora cominciò a soffrire di problemi respiratori nelle vie nasali. Un medico le disse che aveva un pezzo di tessuto nel naso e le raccomandò di asportarlo chirurgicamente. Ma lei rifiutò. Un anno fa Haya chiese al capo del team medico alieno X3 suo referente di effettuare un check su questo pezzo di tessuto. X3 le rispose che si trattava di un impianto di tracciamento che lui stesso rimosse poi dal naso e lo reimpiantò in un'altra parte del suo corpo. Egli le spiegò che loro non rimuovono mai gli impianti che sono stati inseriti da altri tipi di alieni perché sono importanti. Per questo se gli impianti creano problemi alla persona lui li riposiziona in altri posti. Gli impianti di tracciamento e identificazione sono quelli più semplici e servono per usi futuri, per localizzare e identificare i soggetti umani da studiare o per riconoscere le persone che possono potenzialmente andar bene per contatti futuri. Ci sono numerosi team alieni di ricerca che sono attivi in diversi campi di studio: medico, ecologico, sociologico, di sopravvivenza alle esplosioni atomiche. Il 25 Dicembre del 1997 Haya ed io avemmo un incontro con Avi Grief, il capo del centro ricerche UFO di Israele. Durante uno dei suoi test egli chiese agli alieni di identificare un oggetto racchiuso in un involucro. Inizialmente gli alieni non volevano rispondere sostenendo che non gli era consentito di fornire simili informazioni. Alla fine però svelarono che l'oggetto era un impianto alieno di riconoscimento ed identificazione. Avi Grief confermò che l'oggetto era molto piccolo, meno di un millimetro, e che era stato rimosso chirurgicamente dal braccio di qualcuno. In seguito a questo episodio cominciai a chiedere informazioni agli alieni circa questo impianto. Essi mi spiegarono che si tratta di un vecchio tipo di impianto che proveniva da una specie aliena meno avanzata. L'impianto é fatto da un qualche materiale fisiologico. Chiesi come funziona. Mi spiegarono che si tratta di un "transponder" (come quello che hanno a bordo gli aerei e che permette ai controllori di volo del traffico aereo di tenere sotto controllo ogni aereo in volo minuto per minuto, potendo distinguere l'uno dall'altro proprio grazie al segnale del transponder; n.d.t.). E' un pezzo di materiale. Non é un'apparecchiatura. Gli alieni spiegarono che ogni atomo e ogni molecola possiede un suo specifico "rumore" sottoforma di una qualche onda di bassissima frequenza. Ogni pezzo di materiale possiede il suo gruppo di "rumore" molecolare ed un gruppo di frequenze. L'impianto di riconoscimento ed identificazione é fatto con uno composto di materiali specifici ed ha una specifica forma. Questo minuscolo pezzo di materiale agisce come un'antenna ricevente e trasmittente allo stesso tempo. Gli alieni non utilizzano onde elettromagnetiche. Loro asseriscono di usare altri tipi di onde, a livello bassissimo, atomico o sub-atomico. Gli alieni trasmettono questo tipo di onde e gli impianti li ricevono, risuonano, e le ritrasmettono indietro verso la fonte che le ha originate. La diversità e la complessità di tali onde (come una orchestra sinfonica) permette di distinguere fra molti impianti. Avi Grief portò così l'impianto ad uno specialista che lo studiò al microscopio. La conclusione finale dello specialista fu che l'oggetto assomiglia ad un comune pungiglione o a un aculeo di un insetto. Gli alieni dissero che la forma dell'impianto è scelta apposta per sembrare naturale onde nascondere la sua origine. Gli impianti che sono usati oggi dal team medico sono fatti da materiali speciali che non possono essere rilevati oppure assomigliano a normali tessuti corporei o a coaguli ematici. E adesso andiamo a vedere alcuni impianti alieni più interessanti.

Impianti di comunicazione
Gli alieni impiantarono nel corpo di Haya Levy un apparecchio di ascolto che le permette di udire i discorsi degli alieni. Si tratta di un'apparecchio trans-dimensionale che trasforma il suono alieno proveniente dalla loro dimensione alla nostra trasmettendolo direttamente nel cervello umano. Uri Gal ha ricevuto una apparecchiatura di ascolto simile a questa. Purtroppo nei miei confronti gli alieni non ebbero successo nell'impiantarmi questo strumento. Ho scoperto che loro devono aggiustare e costruire su misura ogni apparecchio per il suo ricevente. E che é necessario un tedioso lavoro per trovare le giuste frequenze nel nostro cervello che possono lavorare con questo attrezzo. In ogni modo loro mi impiantarono qualcosa di diverso. Durante il 1994 gli alieni eseguirono molti interventi sul mio cervello. Essi non mi dissero cosa esattamente stavano facendo se non che mi stavano connettendo a loro. Circa un anno dopo mia madre si ammalò molto gravemente e fu ricoverata in ospedale. Non ebbi modo di contattare Haya per chiedere l'aiuto degli alieni. Preso dal panico decisi di contattare telepaticamente gli alieni mentre mi stavo dirigendo verso l'ospedale. Con mia grande sorpresa ricevetti una risposta da una femmina aliena. Lei era altrettanto sorpresa ma trasferì la mia richiesta ad un medico. In seguito contattai Haya e lei mi confermò che avevo contattato la centrale telepatica degli alieni. Ulteriori ricerche mi rivelarono che gli alieni mi avevano impiantato un'apparecchiatura di comunicazione telepatica a lunga distanza bi-direzionale. Gli alieni la usavano per la sorveglianza. Loro sapevano dove mi trovavo e che cosa stavo pensando. In seguito scoprii anche come far funzionare da solo questa apparecchiatura. Gli alieni erano molto contenti. Loro si aspettavano che lo facessi. L'impianto é un sofisticato apparecchio che lavora con alcuni tipi di onda sconosciute. Esso genera onde telepatiche nel mio cranio che sono poi rilevate dal mio cervello come miei pensieri. Il canale di comunicazione con la centrale telepatica é sempre aperto. Gli alieni sono costantemente in ascolto del mio cervello. Trovai in seguito che si tratta proprio di un programma computerizzato che esegue la traduzione simultanea dei miei segnali mentali in linguaggio alieno. Lo stesso computer é responsabile della traduzione delle risposte al mio cervello. Gli alieni usano lo stesso apparecchio per mettere in comunicazione le diverse specie che lavorano insieme. Un giorno mi misi in contatto. Questo é lo strano modo di fare degli alieni. Mi rispose con "si" e "no." Non aveva alcuna iniziativa. Più tardi ho scoperto che si trattava di qualcuno di nome "Alex." L'operatore alieno della centrale era molto occupato così mi misero in contatto con una segreteria elettronica. Alex é una segretaria alettronica di intelligenza artificiale. Solo che io devo usare il canale di comunicazione totalmente in maniera telepatica. Questa cosa presenta il grande inconveniente che io non so mai se l'informazione appartiene a me o se proviene dall'esterno. Ma questa cosa ha il grande vantaggio che gli alieni possono trasferirmi sofisticate informazioni che non possono o non vogliono fare attraverso il canale fonetico. Io mi approfitto della circostanza che noi tre siamo in contatto con gli stessi alieni per provare due o tre volte le informazioni ricevute per essere sicuri che non si tratti della nostra immaginazione.

Impianti centrali di comunicazione personale
Recentemente, 12 Dicembre 1998, gli alieni mi chiesero il permesso di sperimentare un nuovo impianto di comunicazione. Gli alieni lo chiamavano centrale di comunicazione personale. Si tratta di un'apparecchiatura computerizzata molto intelligente che si suppone sia di aiuto in molti modi per stabilire comunicazioni telepatiche con la centrale telepatica degli alieni e gli altri alieni. Gli alieni asserivano che io ero il primo candidato umano a sperimentare questo apparecchio. Gli alieni lo usano regolarmente. Funzionerà come una segreteria elettronica intelligente e la sua funzionalità aumenterà con il tempo. Ho cercato di contattare questa segreteria ma non ho ricevuto alcuna risposta. A Uri fu detto che l'apparecchio é ora usato dagli alieni principalmente per monitorare il mio stato di salute e i miei parametri fisiologici. In futuro imparerò gradualmente ad usare lo strumento. So anche che uno strumento così intelligente ha bisogno di un certo tempo per imparare la mia personalità e il mio vocabolario prima che loro possano fare veramente il lavoro di traduzione. E naturalmente io ho bisogno di tempo per abituarmi all'idea di avere un computer nella testa.

Impianti alieni di tipo medico
L'Uri Gal Medical Team é una squadra di ricercatori specializzata in impianti di tipo medico. Questi sono impianti che sostituiscono o supportano le funzioni naturali del corpo o dei singoli organi che non funzionano nella giusta maniera. C'é un intero capitolo nel mio libro di 400 pagine nel quale io intervisto il Professore Bach, un alieno rettiliano a capo dell'Uri Gal M.T. Lui é uno scienziato in medicina e tecnologia. Sembra che stia sperimentando diversi tipi di impianti medicali. Gli impianti sono fatti di materiali bio-compatibili e assomigliano a normali tessuti corporei. Se vengono rimossi chirurgicamente non possono essere riconosciuti come manufatti alieni con la nostra attuale tecnologia. Gli impianti durano a lungo; possono sopravvivere alla morte della persona. Gli impianti utilizzano poca o nessuna energia. In alcuni casi utilizzano l'energia del corpo oppure hanno una fonte di energia interna che é rappresentata da una fonte di energia nucleare miniaturizzata racchiusa in uno speciale cristallo che trasforma questa energia in una forma utilizzabile. In ogni modo la tecnologia degli impianti é molto più avanzata della nostra. E' a livello microscopico e rassomiglia alla nostra tecnologia basata sui microchips. I tecnici alieni con cui io ho parlato dichiarano che loro stanno lavorando a livello sub-atomico. Si tratta di una tecnologia avanzata che va oltre la nostra comprensione.
Insomma la zavorra "contattista" é molta e anche abbastanza caratteristica. La schiera dei medium channeller che affermano di ricevere messaggi e poteri soprannaturali da spiriti guida e alieni benevoli é lunga e Dvir sembra proprio appartenere a questa tipologia di persone: il propagandista alieno, quello speciale, a cui i rapitori chiedono il permesso....Se però teniamo presente i racconti che gli addotti fanno, per come sono riportati in letteratura, allora un nocciolo di verità in questa esposizione ci potrebbe anche essere. Per esempio come farebbero gli alieni a comunicare telepaticamente con un addotto? Come potrebbero condizionare le sue azioni, i suoi pensieri, i suoi gusti? E' verosimile che la chiave del controllo, se esiste, stia nelle microapparecchiature impiantate?


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PROF. JOHN MACK: IL FENOMENO ALIEN ABDUCTION



Traduzione della pagina originale pubblicata in http://www.ufoevidence.org a cura di rapimentialieni

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Introduzione
Sebbene in questi ultimi 25 anni migliaia di individui in tutti gli Stati Uniti e in altri paesi hanno riferito esperienze di abduction sia ai ricercatori sugli UFO sia a professionisti della salute mentale, il fenomeno sembra essere più esteso di quanto ci si potesse aspettare. Un sondaggio ad opera della organizzazione Roper incentrato su "strani eventi" condotta tra il luglio e il settembre del 1991 indica che centinaia di migliaia, se non milioni, di individui negli Stati Uniti possono aver sperimentato esperienze di abductions o correlabili alle abductions. Il fatto che un fenomeno difetta di una spiegazione convenzionale o che perfino sfida la nostra accettata nozione di realtà non ci consente per questo di negare la sua esistenza o ci impedisce di esplorare la sua dimensione e il suo significato. Almeno i clinici che si occupano della salute mentale dovrebbero familiarizzare con una condizione che determina una così grande angoscia tra i suoi potenziali pazienti o clienti. Inoltre la reale estensione del fenomeno e i suoi inusuali aspetti psicologici e fisici indicano che il problema potrebbe avere una considerevole importanza socio-culturale scientifica e filosofica. In questo articolo descriverò gli aspetti fondamentali di un'esperienza di UFO abduction, l'impatto che queste esperienze hanno sugli addotti e le implicazioni del fenomeno sulla nostra professione e sulla nostra società.
Esistono anche altri ricercatori che hanno anche una più lunga esperienza con gli addotti della mia ma, a causa della insolita e controversa natura di questa materia, io mi baserò dove possibile sui risultati del mio lavoro personale così che io possa assumermi la mia personale responsabilità sulle osservazioni e sulle esperienze riferite. Alla luce dell'incerto stato ontologico o di "realtà" di quello che gli addotti riferiscono essere loro "successo" esiste il problema di quello che potrebbe essere denominato l'atteggiamento del narratore o il suo "punto di vista." Piuttosto che usare le virgolette per indicare qualcosa che un addotto crede sia lui accaduto ho riportato i racconti degli addotti " nudi e crudi " senza mettere il virgolettato se per colui che ha avuto l'esperienza quello che racconta è veramente accaduto. Questo non significa che si tratta del mio punto di vista riguardo lo stato reale dell'evento ma si ammette soltanto che l'addotto è sincero e che per lui o per lei quello che é raccontato è veramente accaduto.
Quando una psicologa mia amica e collega alla fine del 1989 mi propose di presentarmi a Budd Hopkins (il cui nome e attività non conoscevo) descrivendomelo come un artista che prendeva seriamente quello che raccontavano gli addotti, rifiutai la proposta ritenendo che sia lui che i suoi clienti dovessero condividere un qualche tipo di allucinazione o di disturbo mentale di altro genere. Quando spinto dalla curiosità ebbi modo di far visita ad Hopkins il 10 gennaio 1990, una di quelle date che tendono ad essere ricordate, fui impressionato dalla sua sincerità, dalla profonda conoscenza e dalla grande preoccupazione che lui aveva che gli addotti, spesso non correttamente diagnosticati e non appropriatamente trattati da professionisti della salute mentale. Ma quello che mi colpì anche di più fu l'intrinseca coerenza dei racconti particolareggiati fatti da individui diversi provenienti da diverse parti del paese che non avevano avuto alcun modo di comunicare fra loro e le cui storie erano emerse spesso con grande difficoltà accompagnate da un grande stress emotivo.
Presto dopo questo primo incontro iniziale ebbi modo di incontrare parecchi addotti a casa di Hopkins e ancora una volta fui molto impressionato dalla coerenza dei racconti e anche dall'assenza di qualsiasi chiara malattia mentale o di disturbo della sfera emotiva oltre alle sequenze traumatiche susseguenti alle stesse abductions. Non appariva esserci alcuna lampante spiegazione che potesse in qualche modo giustificare i racconti di abduction come del resto non ne é emersa alcuna anche nei successivi due anni. Mi resi conto che questo gruppo di persone aveva bisogno di capire, di comprensione e di aiuto e che erano lo specchio di un mistero che andava oltre il puro interesse clinico. Decisi perciò di lavorare con persone che avevano queste esperienze per conto mio.
A partire dal giugno 1992 ho visitato più di 56 possibili addotti. Di questi 41 soddisfacevano a tutti gli effetti i criteri di base delle esperienze di abduction: ricordi, con o senza ipnosi, di essere presi e portati contro la volontà del soggetto in un qualche tipo di anomalo luogo chiuso da parte di piccole creature umanoidi dove venivano effettuate su di loro procedure simil-mediche e chirurgiche. Sebbene io offra consulenza e supporto agli addotti il mio ruolo è stato nello stesso tempo tanto quello di co-investigatore quanto quello di terapista. A partire dall'ottobre del 1990 ho iniziato ad effettuare incontri mensili di gruppi di supporto a casa mia che sono stati frequentati da 15-30 individui. I primi casi mi sono stati indirizzati da Budd Hopkins. Più tardi sono giunte persone provenienti dalla rete degli individui interessati agli UFO o al fenomeno abduction, altre persone mi chiamavano di propria iniziativa essendo venute a conoscenza del mio interesse nella materia con il passa parola o perché mi avevano visto in programmi televisivi riguardanti gli UFO e le abductions. Delle 41 persone che io definisco addotte 4 erano donne e 17 uomini. Due di questi sono bambini sotto gli otto anni. Ho eseguito da una a cinque sessioni di regressione ipnotica con 20 dei 41 soggetti e sono stato presente durante sessioni ipnotiche eseguite da altri terapisti con tre di loro. L'età degli adulti varia dai 19 ai 57 anni.

Chi sono gli addotti? Psicopatologia e personalità
In questo momento è possibile fare poche generalizzazioni riguardo a questa importante domanda a causa della scarsità di dati e della insolita natura del fenomeno. Nessuno degli addotti con i quali ho lavorato si é dimostrato essere affetto da una franca psicopatologia come per esempio una psicosi schizofrenica, una grave depressione o altre malattie mentali psichiatriche maggiori. Al contrario quello che mi ha colpito maggiormente è stata la "ordinarietà" di queste persone che comprendono nel mio gruppo per esempio il proprietario di un ristorante, una segretaria, una guardia carceraria, uno studente di college e parecchie casalinghe. Parecchie si mostravano risentite, lievemente sospettose, con un senso di vittimizzazione ed altra sintomatologia post-traumatica. La maggior parte sembrava portare il peso nelle loro vite delle loro esperienze di abduction. Alcuni, sebbene non tutti, degli addotti che ho visto riferiscono travagliate relazioni nell'infanzia con uno o con entrambi i genitori, alcolismo nella famiglia, e abusi nell'infanzia o nell'adolescenza. Parecchi riferiscono una condizione di isolamento personale, travagliate relazioni da adulti e problemi correlati al concepimento e alla crescita dei bambini. Ma in altri casi questi disturbi non sono affatto presenti. In alcuni casi l'atteggiamento verso la sessualità, la decisione di avere o non avere bambini sembrava essere stata influenzata dalla storia di abduction.

Sintomi di allarme, segni e ricordi
Esiste un certo numero di sintomi, segni e ricordi che ho ritrovato nei miei casi e che sono riferiti anche da Hopkins, David Jacobs, e da altri 11 ricercatori nel campo delle ufo abduction, compresi i 6 psichiatri che ho consultato nella preparazione di questa relazione, che fanno supporre un caso o un episodio di abduction. I probabili addotti raccontano di aver visto "piccoli uomini" o altre creature o di avvertire una "presenza" nella loro stanza da bambini. Hanno spesso avuto la sensazione di essere "diversi" o di aver condotto "una doppia vita." Possono aver avuto avvistamenti ravvicinati di strani oggetti nel cielo durante il giorno o la notte o di aver visto inspiegabili intense e strane luci brillare nei loro soggiorni o nella loro camera da letto. In concomitanza con l'avvistamento UFO, e a volte indipendentemente da esso, loro riferiscono inspiegabili vuoti temporali di un ora, due o più e si sono poi ritrovati spostati in un posto a centinaia di yarde o anche miglia di distanza da casa senza riuscire a spiegare come ci erano arrivati. Gli addotti possono non essersi mai interessati agli UFO ma qualcuno è stato stranamente spinto a leggere libri correlati alle abductions reagendo con terrore al loro contenuto, specialmente alle figure degli alieni ("vidi quella faccia e sono quasi svenuto" mi raccontò un addotto) non riescono a terminarlo e in conseguenza di ciò cercano un aiuto.
Possono ricordare di svegliarsi durante la notte in preda al terrore, "intorpidito" o paralizzato con la sensazione di una presenza fisica, o anche vedendo piccole creature dai grandi occhi neri, nella propria stanza. Altri sintomi comprendono un forte senso di vulnerabilità, un'ansia generalizzata, paura degli ospedali, di volare, degli ascensori, degli animali e degli insetti e del contatto sessuale. Suoni, odori, immagini che sono per loro inquietanti senza alcun apparente motivo e che si può provare più tardi che sono associati con esperienze di abduction. Sono comuni l'insonnia, la paura del buio e di rimanere soli da notte, il coprire le finestre per proteggersi dalle intrusioni, dormire con la luce accesa (da adulto), avere sogni inquietanti e incubi, specialmente associati con apparecchi volanti o con "navi aliene" che portano via la persona. Strane eruzioni cutanee, segni, tagli o cicatrici possono apparire durante la notte come pure inspiegabili sanguinamenti dal naso, dall'orecchio o dal retto, segni che da presi da soli non meriterebbero una particolare attenzione ma che acquistano un loro preciso significato se vengono associati con gli altri fenomeni. Altri sintomi includono disturbi uro-ginecologici, comprese inspiegabili interruzioni di gravidanza, e persistenti disturbi all'apparato gastrointestinale.

Aspetti fisici
Gli aspetti fisici che accompagnano gli avvistamenti e gli atterraggi di Ufo e, per quanto riguarda questa relazione le ufo abductions, rappresentano i più interessanti e stimolanti aspetti del fenomeno. Questi forniscono un'apparente oggettiva conferma dei racconti che sono altrimenti così bizzarri da sfidare la nostra capacità di comprensione. Con o senza le manifestazioni fisiche di contorno, io in quanto psichiatra, considero come validi dati psicologici quelli che gli addotti forniscono se trovo che loro sono affidabili come informatori e non sofferenti di una qualche evidente malattia mentale, o di altri traumi documentati o di motivi di distorsione che possono spiegare quello che loro dicono che è loro successo anche se questo mi lascia altrettanto confuso come quello che in realtà è veramente avvenuto. Tuttavia è chiaro che una simile evidenza, se provata, solleverebbe gli addotti dal fardello di persuadere loro stessi e gli altri della realtà degli eventi, che sono così "pieni di realtà" e tuttavia sfidano la comune nozione di realtà, e focalizzerebbero attenzione e risorse sui bisogni degli addotti e sul significato del fenomeno abduction.
Le manifestazioni fisiche a volte spaventano gli addotti che non vogliono credere che le loro esperienze sono reali e allo stesso tempo rappresentano per loro una riassicurazione per quanto riguarda la loro sanità mentale. Per la popolazione addotta le manifestazioni fisiche sono sfuggenti e contraddittorie. Alcune prese in se stesse non sono patognomoniche di una abduction ma acquistano significato apparendo in contemporanea o immediatamente dopo una abduction.
Gli addotti possono raccontare la loro sorpresa di svegliarsi sopra le coperte o ai piedi del letto, in un'altra stanza della casa piuttosto che nella loro camera da letto o qualche volta fuori dalla casa. I loro vestiti possono essere rimossi, piegati vicino al letto o addirittura essere introvabili. Gli addotti descrivono la loro confusione e l'incredulità che li coglie quando si rendono conto di ritrovarsi a guidare all'improvviso molte miglia lontano dal posto dove si trovavano solo qualche istante prima, qualche volta trovandosi più vicini alla loro destinazione finale e altre volte completamente fuori dal percorso che intendevano compiere.
Gli addotti qualche volta presentano sanguinamenti dal naso o ferite, al risveglio o al ritorno da un episodio di missing time che è in seguito riconducibile ad una interazione aliena. Molti addotti mostrano di avere cicatrici che possano essere ricondotte a due tipi caratteristici: una linea diritta come da fatta da un bisturi o una depressione sulla pelle a cucchiaio. I meccanismi riproduttivi e sessuali umani sembrano essere al centro del fenomeno abduction. Uomini e donne riferiscono un ampio ventaglio di esperienze, correlate alla riproduzione e all'aspetto sessuale, che includono esami ginecologici, rimozione e reimpianto di ovociti, rimozione e scomparsa di feti, raccolta forzata di campioni di sperma, incubazione extra-uterina di embrioni sulle navi spaziali, cura la parte di umani di feti ibridi con osservazione da parte degli alieni, rapporti sessuali umano-alieni e "legami" nei rapporti tra umani osservati dagli alieni fuori e dentro le astronavi.

Le altre esperienze degli addotti
Sequele dolorose, disturbanti e traumatiche

Qualunque alla fine sia riconosciuta essere la sua origine per gli addotti le loro esperienze sono profonde, permanenti e inevitabili. Gli addotti possono imparare, con o senza aiuto, a convivere e persino a trasformare le proprie esperienze. Ma loro hanno sofferto e qualche volta continuano a soffrire dei residui o delle sequenze delle loro inquietanti e traumatiche esperienze. Psicologicamente si sentono "diversi." Incubi ed altri sogni inquietanti sono di regola conseguenza delle abductions. Gli addotti soffrono di una ampia gamma di dolori fisici e di paure che sembrano corrispondere anatomicamente e fisiologicamente ai punti delle procedure invasive sperimentate durante le abductions. Oltre alle sequele sessuali-ginecologiche altri sintomi comprendono il mal di testa, dolori ai seni paranasali, dolori alla schiena, dolori e disturbi gastrointestinali, una grande paura degli aghi e frequentemente dei dottori e degli ospedali. Gli addotti soffrono di un complesso quadro traumatico. Non sarebbe corretto chiamarlo "post-traumatico" in quanto la minaccia non diventa mai un fatto del passato. Esistono quattro dimensioni del trauma: 1) l' esperienza traumatizzante in se stessa: 2) l' isolamento personale che nasce dalla difficoltà di raccontare agli altri le proprie esperienze; 3) la contraddizione tra queste esperienze e la realtà condivisa che gli addotti conoscono e 4) il fatto che le esperienze possono ricapitare ancora in qualsiasi momento a loro e ai loro bambini.
Altri aspetti del trauma devono essere sottolineati. Spesso si sviluppa una presa di distanza quando l'addotto racconta ai suoi genitori o ad altri quello che ha visto o che ha provato. Viene loro frequentemente detto che hanno sognato, che hanno avuto degli incubi o che "dicono bugie" che sono "troppo fantasiosi" che "si inventano le cose" o, come affermato una donna "cercano di assecondarmi solo per essere gentili" ma per loro le esperienze sono reali e chiaramente distinguibili dal sogno. Loro imparano a non parlare con i loro genitori o amici (alcuni dei quali non vogliono nemmeno sentire queste storie nonostante o perché sono essi stessi degli addotti) di queste esperienze cosa che fa nascere in loro un forte senso di isolamento e di alienazione che si continua nella vita adulta.
I bambini possono anche provare rabbia e sentirsi non sostenuti dai loro genitori quando questi non riescono a proteggerli dall'esperienza di abduction. A questo si aggiunge che i genitori adulti sono profondamente preoccupati quando i bambini sono coinvolti, angosciati dal fatto che non sono assolutamente in grado di proteggerli.
Sebbene possano arrivare ad accettare che le loro esperienze sono reali gli addotti sono intensamente tormentati da quello che questo significa per le loro vite. Il problema per loro non è soltanto la minaccia ontologica e la confusione. Ciò significa anche che loro sono incapaci di dimenticare le loro esperienze così facilmente come farebbero con un sogno o con una fantasia.
Infine gli addotti devono convivere con il fatto che la loro esperienza, qualunque ne sia l'origine, può ripetersi in qualsiasi momento, anche dopo anni e senza "attività."

Crescita personale e trasformazione
Ma nell'esperienza di abduction oltre al trauma alle conseguenze patologiche e alla vittimizzazione c'è qualcosa di più, specialmente quando chi sperimenta queste esperienze si investiga sull'esperienza stessa sforzandosi di comprendere ciò che questa significa per sé e per il suo mondo cercando di venire a patti con essa. Confrontarsi col loro terrore e con la loro sensazione di non poter essere aiutati é stato un importante aspetto della crescita personale che loro hanno sperimentato.
Molti addotti sembrano diventare più intuitivi o "psichici" e sviluppano interessi filosofici che loro ritengono essere una conseguenza del fenomeno abduction. Uno dei più sorprendenti risultati dell'esperienza di abduction per molti addotti, specialmente per quelli che lavorano attivamente per integrare loro esperienze, è una forte sensibilità alle problematiche dell'inquinamento ambientale che qualche volta li porta a varie forme di attivismo ecologico. Sulle navi agli addotti sono frequentemente mostrate visioni di distruzione nucleare e specialmente disastri ecologici. Qualche volta su una specie di schermo televisivo. Qualche volta gli addotti hanno la sensazione che gli sono state date delle speciali missioni da compiere come per esempio di spingere qualcuno ad impegnarsi con responsabilità ambientaliste.
Alcuni addotti hanno la sensazione che anche il fenomeno "ibridizzazione" potrebbe avere una funzione di preservazione della vita.
Se la crescita spirituale e l'impegno ecologico che ho osservato tra gli addotti che io ho studiato é una conseguenza della loro esperienza, cioé l'espansione della consapevolezza che segue l'ampliamento della coscienza che può seguire a qualsiasi esperienza molto traumatica e dolorosa, o rappresenti un più intrinseco aspetto dell'intero processo è un'domanda che richiede ulteriori ricerche. Un addotto crede che gli alieni "sono stati mandati come ingegneri per compiere un lavoro di riparazione, venuti a mostrare che la nostra coscienza si è mossa in una direzione sbagliata... Sono come farfalle che sono tornate indietro per fermare il bulldozer che sta distruggendo il cespuglio con il cibo."

Fenomeni che necessitano di essere spiegati
Qualsiasi teoria sulle abduction aliene deve tener conto di un ampio ventaglio di sconcertanti fenomeni che includono:

1) Coerenza narrativa. Le storie che gli addotti raccontano i variano nei dettagli ma hanno un forte grado di coerenza narrativa. È qualche volta sostenuto che gli addotti si influenzano l'uno con l'altro e che loro "prendono" le loro esperienze da quello che dicono gli altri, i media televisivi o con le letture. La mia impressione tuttavia è che molto più spesso succede che quando gli addotti comunicano tra di loro circa le loro abduction o guardano alla televisione le versioni cinematografiche delle abduction loro si aiutano l'uno con l'altro e guadagnano nei dettagli di quello che loro hanno già sperimentato o stanno cercando di chiarire. "Le moderne comunicazioni" come il folklorista Thomas Bull ha scritto certamente diffondono il folklore ampiamente e a grande velocità ma non sono gli agenti di omogeneizzazione di cui una volta i folkloristi avevano paura. I media rappresentano una voce in più nella trasmissione del folklore.

2) Assenza di diagnosi di malattia mentale. La maggioranza degli addotti non appare essere allucinata, confabulante, bugiarda o sofferente di una chiara malattia mentale. Questo non significa che gli addotti non possono essere psicotici. Io ho incontrato, sebbene non abbia lavorato direttamente con lui, almeno un probabile addotto che era chiaramente scompensato dal punto di vista psicotico.

3) Associazione con gli UFO. Anche sé molte abduction sembrano avvenire indipendentemente degli avvistamenti UFO da parte degli addotti o di altri testimoni è stata costantemente osservata una stretta correlazione tra avvistamenti UFO e le abductions.

4) Bizzarri effetti fisici. Quanto anche possa provare essere lo stato ontologico di simili racconti una teoria convincente deve spiegare i più insoliti e difficili da credere effetti fisici descritti sopra.

5) I racconti dei bambini piccoli. I genitori possono naturalmente influenzare l'esperienza dei loro bambini. Ciononostante perché la teoria del fenomeno abduction sia completa noi dobbiamo trovare una spiegazione delle emotivamente intense e apparentemente autentiche, dettagliate esperienze anche di bambini molto piccoli la cui esposizione a fonti esterne di informazione è necessariamente limitata.

Che cosa sta avvenendo? Teorie correnti
Le teorie attuali includono cause psichiatriche, psico-socio-culturali, spiegazione extraterrestre e quella che potrebbe essere chiamata l'ipotesi di "altre dimensioni della coscienza."

- Psichiatriche: non è emersa alcun chiaro aspetto di malattia mentale, sebbene disturbi psichiatrici possono esistere tra gli addotti, correlati o non correlati alla storia di abduction. Sono stato colpito da quanta poca malattia mentale si manifesti tra gli addotti, considerando che spesso il fenomeno abduction dura per tutta la vita con la sua intensa capacità disturbante. Molti addotti soffrono dei sintomi della sindrome da stress post-traumatico ma non è chiaro, al di là di quello che gli addotti riforniscono, quale debba essere l'evento traumatico. È difficile da concepire un quadro clinico post-traumatico che nasca interamente all'interno della psiche. L'abuso infantile, incluso l'abuso sessuale, è stato considerato come una possibile causa ma non sembra poter spiegare la sintomatologia in alcuno dei casi trattati da me o da altri ricercatori.

- Psico-socio-culturali: confrontarsi con storie di abduction da parte di creature aliene fa nascere nella mente di molti ascoltatori l'idea che si tratta di una forma di isteria di massa o di pazzia collettiva. Contro queste idee tuttavia depone il fatto che gli addotti sono raramente in comunicazione l'uno con l'altro prima che si incontrano nei gruppi di supporto o si trovano in qualche modo l'uno con l'altro a causa delle loro comuni esperienze. È stato anche suggerito che gli addotti prendano i dettagli delle loro esperienze dai mass media. Questa è una possibilità seducente ma non regge ad un attento esame. Il fenomeno UFO è stato diffuso dai mass media a partire dal 1947 e le abduction entrano sulla scena da quando è stato ampiamente riportato nel 1966 il caso di Barney e Betty Hill. Ma la maggior parte delle descrizioni da parte dei media come "Incontri Ravvicinati del IV tipo" ed "ET" sono in genere poco precise, superficiali e grossolane e non forniscono il complicato e coerente dettaglio che è rintracciabile in così tanti racconti di abduction. Anche il documentario del 1975 sul caso Hill, "Interrupted Journey," manca del livello di dettaglio della maggior parte dei casi che io ho visto. Alcuni documentari più recenti sono stati più aderenti alla realtà delle esperienze di abduction ma i racconti di abduction li hanno preceduti e questi films sono del tutto generici e mancano della ricchezza di 'informazione che forniscono gli addotti. Altri hanno chiamato in causa l'idea di Jung dell'inconscio collettivo o del fenomeno "Psicoide" per le esperienze condivise degli addotti.

Jaques Vallè collega le moderne ufo abductions ai racconti storici e mitici delle visite fatte da piccole creature, contatti con oggetti volanti e rapimenti su veicoli spaziali. Come Bullard ha scritto "la ricerca di parallelismi è cara al cuore dei folkloristi. Si tratta di una questione complessa, che ci conduce nel profondo della natura della realtà come é percepita da particolari culture."
In una discussione sul mio lavoro avuta con Thomas Khun, storico delle scienze, e con sua moglie Jehane lei mi chiese: "come può un florido stereotipo coagularsi da un brodo frammentato in immagini emotivamente cariche senza essere avvenuto direttamente?" Questa domanda ci costringe ad avviare o riformulare le nostre nozioni di inconscio collettivo. Lei mi ha posto la stessa domanda fondamentale che il filosofo W.V. Quine mi pose ad Harvard pochi giorni dopo quando io presentai questo materiale, cioè, come potrebbe un complesso, dettagliato e traumatico complesso di idee e di eventi, alcuni dei quali ricadono al di fuori della nostra nozione di realtà, che sono sperimentati da altrimenti sane persone come realmente vissute, nascere spontaneamente in migliaia di menti di creature umane geograficamente separate e, per quanto si può dire, non in contatto tra loro? Una spiegazione basata su una simile espressione dell'inconscio collettivo sicuramente amplia le nostre nozioni della psiche e di come la mente umana lavora. Ancora, gli stessi fenomeni fisici associati con gli UFO e le esperienze di bambini piccoli non sono giustificabili con una simile spiegazione.
La ricerca sulle abductions ha veramente in chiunque un impatto dirompente sulla visione della natura e del cosmo. Nello sforzo di spiegare il fenomeno alcuni si sono rivolti a spiegazioni alternative della natura e del cosmo più familiari alle religioni orientali e alla filosofia che dipingono l'universo e le sue realtà come un vasto gioco di coscienze con manifestazioni fisiche. Noi occidentali ci siamo, per ragioni forse tanto misteriose quanto il fenomeno abduction stesso, tagliati fuori quasi totalmente dalla consapevolezza di qualsiasi altra forma di intelligenza superiore.

- L'ipotesi extraterrestre: quasi grazie a un processo di successiva eliminazione molti ricercatori, almeno negli Stati Uniti, sono giunti alla conclusione che gli UFO sono navi spaziali guidate da extraterrestri e che queste creature esistono nella nostra realtà materiale ed effettuano i rapimenti. Come ha scritto Bullard questa ipotesi quadra con le esperienze condivise meglio che con le fantasie personali o con le nozioni culturali... Non importa il perché e il come ma la spiegazione extraterrestre funziona. Essa soddisfa chi ci crede con una sistematica, intimamente razionale spiegazione del fenomeno abduction a patto che venga fatta una sola premessa: origini aliene. Jacobs sembra aver ragione quando afferma: "non è arrivato su questo argomento nessun significativo corpo di pensiero che presenti forti evidenze che qualcos'altro stia accadendo oltre a quello che gli addotti dichiarano". Tuttavia anche l'ipotesi extraterrestre presenta dei problemi, specialmente come é stata formulata in letteratura. Il professore di scienze naturali Michael Swords esplora qualcosa del genere nel suo articolo "UFO come viaggiatori del tempo". Per esempio perché non abbiamo visto migliori fotografie di UFO che atterrano in aree popolate e nessuna di queste creature stesse? Perché a parte la possibile eccezione del controverso incidente di Roswell non abbiamo alcun manufatto che confermi una presenza aliena? (Una possibile risposta a queste domande "Ufo cover up").

- Penetrazione di altre dimensioni: ogni teoria deve quindi far fronte a contraddizioni virtualmente inconciliabili. Se il fenomeno abduction viene considerato dal punto di vista della psiche allora ci dobbiamo confrontare con materiale estremamente bizzarro riferito in tutta sincerità da individui altrimenti sani e non possiamo in questo modo dare alcuna giustificazione alle manifestazioni fisiche che lo accompagnano. D'altro canto una ipotesi extraterrestre amplierebbe la nostra nozione dell'universo fisico e delle sue proprietà verso e oltre i limiti convenzionalmente accettati della realtà. Confrontandosi con questo dilemma alcuni ufologi e specialmente Jaques Vallee e Karl Brunstein stanno scrivendo della penetrazione nella nostra realtà di mondi paralleli, persino di altri universi. Vallee per esempio afferma "io credo che il fenomeno UFO rappresenti la prova dell'esistenza di altre dimensioni oltre lo spazio tempo; gli UFO non possono provenire dallo spazio ordinario ma da un multiverso che si trova intorno a noi...". È interessante notare che gli addotti stessi, che sono spesso scientificamente poco preparati e ampiamente poco familiari con questi scritti, parlano anche sotto ipnosi, dell'impressione che loro hanno della penetrazione nella loro coscienza di altre dimensioni oltre al nostro familiare concetto di spazio-tempo. Molti degli addotti che io ho incontrato hanno la sensazione che siano all'opera alcune altre intelligenze oltre la nostra, che loro sentono essere responsabili dell'incrocio di nuove forme di vita, che cambiano la loro propria coscienza e toccano le fondamentali nozioni umane di realtà. Un uomo per esempio dice "quando noi vediamo il loro arrivo è come vedere da dietro un telo (un pezzo di materiale usato nel teatro per creare l'illusione di un muro solido o di uno sfondo) o una specie di schermo cinematografico. Quando loro arrivano tu guardi alla realtà ordinaria come se avessi uno schermo cinematografico nel nervo ottico. Quando loro arrivano é come se qualcuno illuminasse con una luce brillante dietro lo schermo per nascondere la scena. Quello che noi percepiamo come uno schermo cinematografico, quello che noi chiamiamo realtà, loro distorcono, provandoci che si tratta solo di una costruzione, di una versione della realtà."

Sommario e conclusioni
Il fenomeno abduction ci fa confrontare con un autentico ed inquietante mistero. Ma forse come ha scritto Edmund Bolles: "è importante confessarlo quando sia ha a che fare con qualcosa di misterioso". Per questo io credo che non esiste un modo per dare un senso o una convincente spiegazione a questo fenomeno all'interno della struttura della nostra attuale visione di quello che é reale o possibile. Le nostre teorie psicologiche non comprendono il modo di spiegare la simultanea occorrenza tra migliaia di persone sconosciute l'una all'altra, compresi i bambini piccoli, di complesse, elaborate e qualche volta estremamente potenti esperienze che coincidono l'una con l'altra nei dettagli più minuti accompagnate da una varietà di peculiari fenomeni fisici. Allo stesso modo la nostra comprensione della realtà fisica non può spiegare la tecnologia attraverso la quale una popolazione di creature in qualche altro reale spazio temporale può entrare nel nostro mondo con una così limitata capacità di rilevazione da parte nostra e agire indisturbata su così tante persone.
Tuttavia può essere proprio attraverso questi fenomeni che non si inseriscono nelle nostre categorie scientifiche, come le esperienze vicino alla morte, dalle quale noi possiamo imparare molto anche se ci costringono a cambiare la nostra visione della realtà.
Questi individui, gli addotti stessi, sono profondamente toccati dalle loro esperienze che possono essere emotivamente e fisicamente disturbanti e traumatiche. Loro hanno bisogno di interventi diagnostici intelligenti, empatici e terapeutici da parte di individui che hanno familiarità con i dettagli del fenomeno e volontà di sospendere il proprio giudizio circa la sua origine o le sue possibili cause. Infatti un piccolo aiuto spesso porta lontano in questi casi. Perché questi sono generalmente individui non gravemente disturbati e che non necessitano di intensa psicoterapia. Quando loro incontrano qualcuno che li ascolta, che prende i loro racconti seriamente e che non cerca, come è loro accaduto spesso nel passato, di inserire i loro racconti in categorie diagnostiche note, si ottiene in genere un grande sollievo e un miglioramento del loro stato mentale sebbene loro siano inizialmente preoccupati di doversi confrontare con la realtà di esperienze che avrebbero preferito negare come fantasie, sogni o persino allucinazioni. Alcuni addotti desiderano esplorare più nel profondo attraverso l'ipnosi o altri mezzi i ricordi seppelliti nella mente delle loro abduction. Un più intenso lavoro di questo genere richiede lo sviluppo di standard terapeutici che alcuni ricercatori di questo fenomeno, specialmente l'internista David Gotlib sta cercando di definire a Toronto. Si sono dimostrati di grande aiuto per questa popolazione i gruppi di supporto guidati da qualcuno che faccia trattamento e ricerca sulle abduction attraverso i quali gli addotti possono incontrarsi l'un con l'altro e condividere storie ed esperienze. Perché come è stato già notato gli addotti vivono in una specie di isolamento auto-imposto, temendo, a ragione, che incontreranno come nel passato non soltanto discredito ma ridicolizzazione o la negazione come "pazzia" se parlano di questi aspetti delle loro vite.
Per concludere il fenomeno abduction presenta un considerevole interesse clinico e scientifico. Attualmente non esiste alcuna convincente spiegazione che possa giustificare i racconti degli addotti. Abbiamo la possibilità di imparare attraverso le future ricerche molto circa la natura della psiche umana e ampliare le nostre nozioni della realtà fisica e psicologica. Il fenomeno può consegnarci una specie di quarto colpo al nostro egoismo collettivo dopo quello di Copernico, di Darwin e di Freud. Perché siamo costretti a renderci conto che non soltanto non siamo al centro dell'Universo ma che non siamo nemmeno la preminente o dominante intelligenza nel Cosmo in grado di controllare la nostra esistenza psicologica e fisica. Sembra che possiamo essere "invasi" o rapiti da altre creature, o almeno da alcune altre forme di esseri o coscienze che sembrano capaci di fare con noi quello che vogliono per uno scopo che non siamo ancora capaci di scoprire.


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IL DEBUNKING SUI "RAPITI"



L'intimidazione dei testimoni: l'arma fondamentale dei debunkers
Di Budd Hopkins


Nonostante siano decenni che mi confronto con gli attacchi dei debunkers nei riguardi di chiunque riferisca rapimenti UFO, rimango sempre sorpreso della disinformazione e della spesso crudele natura di queste pubbliche aggressioni. Non mi riferisco alle critiche rivolte ai ricercatori come me perché, come disse Harry Truman, stare in cucina comporta anche stare al caldo. Mi riferisco invece agli attacchi rivolti agli addotti stessi, cioè agli uomini innocenti, alle donne e ai bambini che hanno osato raccontare i loro sospetti di Essere coinvolti in esperienze UFO.
Io credo che esiste una ragione perché i debunkers hanno scelto queste persone come loro principali obiettivi. Se gli addotti possono essere regolarmente ridicolizzati e umiliati sempre meno oseranno dare pubblicità ai loro racconti e quelli tra di loro che occupano i gradini più alti della scala sociale saranno anche i meno propensi a rendere pubblica la loro identità. Perciò la loro preziosa credibilità, il peso autorevole della loro testimonianza sarà negata a quelli come noi che cercano di rendere un caso il più forte possibile perché uno straordinario fenomeno come questo necessita di una straordinaria ricerca. Questo stratagemma di discredito ostacola gli obiettivi scientifica dell’indagine in quanto alcune delle più importanti prove necessarie per un giudizio informato sono così efficacemente soppresse.
A riprova di questa campagna di intimidazione dei testimoni io vorrei presentare il quadro che si trova di fronte una tipica persona che sperimenta il fenomeno del rapimento come risulta dagli sforzi di discredito compiuti nel recente passato.
Per prima cosa l’addotto è “un malato mentale.” Chi può dimenticare le parole del defunto Carl Sagan – pur non essendo lui uno psichiatra – che suggeriva in “Nova” che mentre esiste uno spazio esterno alla persona esiste anche un più importante spazio interiore che lui andò a descrivere come “allucinazione e delusione.” Sagan sottilmente insinuò che gravi malattie mentali – non semplici nevrosi – erano al centro dei racconti di abduction. L’inevitabile conclusione che derivava dalle parole del famoso scienziato fu che gli addotti dovevano essere considerati malati e che i loro racconti non andavano presi sul serio. Non fu fatta alcuna menzione dei lavori di alcuni psicologi scettici come per esempio N.P. Spanos ed Elizabeth Slater che dimostravano chiaramente l’assenza di malattie mentali negli addotti. Alla televisione, davanti ad un vasto pubblico, l’astronomo distorse i fatti e by-passò il parere degli psicologi.
In secondo luogo questi addotti “mentalmente malati” sono anche, come vennero definiti dalle parole usate da un altro famoso debunker, “piccoli signor nessuno.” Non importa se io ho avuto modo di trattare con scienziati, ufficiali di polizia, dottori in filosofia, avvocati, psichiatri, uomini d’affari di successo, agenti governativi e ingegneri. Per questo debunker essi sono soltanto “piccoli signor nessuno.” Anime patetiche che é possibile solo disprezzare ed umiliare con facilità. E’ evidente la crudeltà insita in una simile affermazione.
Terzo: secondo un recente libro di debunking, questi “mentalmente malati piccoli nessuno” sono anche per la maggior parte gay e lesbiche. (Presumibilmente persino gli addotti bambini prepuberi!). Gli autori di questo libro non forniscono alcun indizio della fonte da cui ha preso simili sorprendenti informazioni. So per certo però che non hanno mai chiesto né a me né a David Jacobs, né a John Mack se noi, con oltre cinquant’anni di esperienza di ricerca fra tutti e tre, avessimo una qualche statistica circa l'orientamento sessuale delle centinaia e centinaia di addotti con cui abbiamo lavorato. La maggior parte dei ricercatori che io conosco, e che rappresenta la maggioranza di quelli che operano in questo campo, avrebbe probabilmente detto che la percentuale di addotti gay grossomodo equivale a quella riscontrabile nella popolazione generale. Senza contare inoltre che nessun ricercatore con il quale io sono in contatto chiede di solito alla persona in esame quali siano le sue preferenze sessuali per ovvi motivi di privacy. Ma gli autori di questo libro di debunking sicuramente sanno che bollando la popolazione di addotti come per il 50-60% costituita da gay stanno fornendo un’altra valida ragione ad un potenziale testimone di rapimento per rifiutarsi di farsi avanti e di far conoscere il suo nome.
Quarto: questi “Gay, mentalmente malati piccoli nessuno” sono mascalzoni in cerca di pubblicità che si inventano storie di rapimento solo per guadagnarsi attenzione. Usando le parole di uno dei nostri favoriti debunkers essi (gli addotti n.d.r.) “stanno solo facendo di tutto per andare in televisione.” Ovviamente questi addotti sono così ottusi da credere che apparire in TV con la definizione loro assegnata di “ gay, mentalmente malati piccoli signor nessuno” darà loro lustro e fama personale.
Dei quasi settecento addotti con i quali ho lavorato nell’ultimo quarto di secolo solo una manciata - all’incirca una dozzina – di loro sono apparsi in TV fornendo i loro nomi, mostrando le loro facce e presentando i propri racconti personali. Molti produttori televisivi mi hanno raccontato la loro frustrazione nel cercare di persuadere gli addotti a farsi avanti e presentare le loro esperienze con gli UFO. Ovviamente l’intimidazione dei testimoni nel fare di questo un club a cui nessuno vuole appartenere ha avuto successo.
Tuttavia nonostante il successo ottenuto dai debunker e la nostra impossibilità di presentare al pubblico tutta l’ampia gamma e la forza delle testimonianze noi continueremo ad offrire quello che possiamo per avvisare la gente, la stampa e l’establishment scientifico della presenza di una intelligenza aliena sul nostro pianeta. In quella che io considero una battaglia di grande importanza sociale la nostra più grande riconoscenza va a quei coraggiosi addotti che hanno messo a repentaglio sia la reputazione personale che i mezzi della propria sussistenza osando rendere pubbliche le loro strazianti esperienze. Essi si sono esposti al ridicolo e alla franca crudeltà fatta ricadere su di loro dai debunker professionisti e hanno raccontato le loro storie. Per i debunkers intimidatori loro non sono altro che “Gay, mentalmente malati, in cerca di pubblicità piccoli signor nessuno.” Per me essi sono eroi.

[align=right]Fonte: Articolo originale “On Witness Intimidation–The Debunkers’ Basic Weapon” pubblicato da http://www.intrudersfoundation.org con il permesso dell' Autore.[/align]


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LA PREFAZIONE A "TAKEN" DI KARLA TURNER



Come Pat, Beth ed Amy, anch'io sono una rapita. Sono stata presa con la forza e controllata da entità non-umane. Quando ho raccontato la mia storia di incontri alieni in “Into the Fringe,”sono stata poi contattata da queste donne e da molte altre persone con esperienze simili, bisognose di aiuto e di assistenza. Sono anche una studiosa di resoconti di rapimenti alieni e da questi contatti sono emersi un certo numero di narrazioni che gettano una luce importante sul programma delle interazioni alieno-umane. Questo libro è il risultato di approfondite ricerche sulle esperienze di rapimento di otto donne di varie parti degli Stati Uniti. La correlazione di prove dei loro resoconti amplia grandemente i parametri dello scenario del rapimento e indica certi aspetti, in precedenza sottovalutati o evitati, che necessitano di una seria investigazione. Questo è anche un libro personale, una raccolta unica di resoconti privati di interazioni alieno-umane. Le persone che condividono qui le loro esperienze, sono le coraggiose rappresentanti di molte altre in questo Paese e altrove le cui vite partecipano di realtà parallele. Esse sono con successo attive in un mondo condiviso da chiunque altro, come madri di famiglia, donne di casa, nonne, artiste, bambinaie, consulenti, insegnanti, addette ai computer e impiegate. Ma in un battito d'occhi, o nel lampo di luci multicolori che lampeggiano nell'ingresso di casa a notte fonda, le loro vite normali possono scomparire e si ritrovano intrappolate nel tempo e nello spazio di un mondo alieno. È difficile investigare sulla maggior parte dei ricordi di un rapimento in maniera puramente scientifica, soprattutto perché questi ricordi vengono spesso soppressi, emergendo solo come vaghi flashback ed episodi onirici. In questo campo vi sono state forti obiezioni alle informazioni aneddotiche raccolte. Ma l'approccio scientifico allo studio degli UFO nel suo complesso non si è dimostrato affatto coronato da successo. A dispetto di mezzo secolo di ricerche da parte di molte persone intelligenti che investigavano il fenomeno dei dischi volanti con metodi scientifici, non sono state trovate risposte affidabili alle domande più importanti. Le investigazioni su resoconti degli avvistamenti, le tracce degli atterraggi, le foto e le videore­gistrazioni, pesanti trapianti e i relativi documenti governativi hanno accumulato una montagna di dati e un certo numero di teorie ma nulla di indiscutibilmente vero sulla natura degli UFO e dei loro occupanti non-umani, la loro origine, o la ragione della loro presenza fra di noi.Grandi passi avanti sono stati fatti nella terapia della sindrome da rapimento, provvedendo aiuto e sostegno a coloro che convivono con questo fatto eccezionale e che lavorano per risolvere il loro trauma emotivo, per ridurre a un equilibrio accettabile la scissione della loro vita quotidiana e per trasformare o assimilare queste esperienze in modo positivo. Ma mentre tutto ciò è lodevole, non significa necessariamente fare ricerca. Il fine della terapia riguarda l'equilibrio personale, ma il fine della ricerca è una maggiore e più chiara comprensione del fenomeno. Il fatto fondamentale è scoprire perché i rapimenti avvengono, che cosa significano e se e come si può modificare questa situazione. Il bisogno di risposte affidabili non è mai stato più grande che nel fenomeno dei rapimenti. Esso affligge persone di tutte età e le classi sociali, modificando irreparabilmente le loro vite private e la loro percezione della realtà e suscita fondamentali domande sul passato, sul presente e sul futuro della nostra specie. Ma a dispetto dei migliori approcci scientifici al problema, tutto ciò che le ricerche ufologiche hanno evidenziato per la maggior parte nella gente è il rendersi conto che gli UFO esistono - forse pochi, graziosi, innocui alieni - ma non una seria riflessione su ciò che questo significa. La scienza ha cercato di misurare un sogno, sembra, servendosi di idee e metodi tradizionali, e ciò s'è dimostrato elusivo. Il fenomeno degli UFO non è limitato alla nostra attuale comprensione scientifica della realtà che percepiamo. Non possediamo ancora la tecnologia o le facoltà di percezione naturali per captarlo e valutarlo. Ecco perché l'approccio scientifico a prove fotografiche, le tracce di atterraggi, presunti trapianti e analisi di documenti non ha condotto a prove definitive. Piuttosto, i migliori risultati cui conduce offrono solo dati di secondaria importanza, che hanno poco più peso dei dati aneddotici della ricerca sui rapimenti nella scala di valori della scienza tradizionale. È grazie al fenomeno del rapimento che ci troviamo più drammaticamente faccia a faccia con la presenza aliena e dunque abbiamo la miglior opportunità di osservarne l'attività e valutarne gli scopi e le intenzioni. Tutte le foto degli UFO di questo mondo non ci dicono nulla paragonate alle parole di coloro che hanno incontrato gli alieni nelle loro vite e in quelle dei loro familiari. E sono molti, come Pat ed Amy e gli altri presentati in questo libro. Dalla reazione a “Into the Fringe”, a volte mi é sembrato che le esperienze di rapimento stessero diventando virtualmente epidemiche. Eppure gli studi degli specialisti della salute mentale dimostrano che le persone che fanno questi resoconti sono prevalentemente sane, che le conseguenze di questi avvenimenti sono reali e che non scaturiscono da alcuna psicosi di massa, ma da un trauma anomalo vissuto di persona. Ho anche scoperto che molti di questi resoconti contenevano dettagli assai simili a certe cose che la mia famiglia ed io abbiamo vissuto. Tuttavia, in ogni caso è stato sempre presente il «fattore unico» all'interno di queste situazioni che ha trasformato ciascun episodio di rapimento in una serie di fatti ben individualizzati e diversi l'uno dall'altro. Mi sono chiesta spesso se questi eventi unici non dimostrino di possedere alcune sottili correlazioni che formano uno schema anche se non ancora individuato che ci possano fornire più informazioni degli ormai riconosciuti schemi di certi esami, la presentazione di bambini, e simili. Ben lungi dall'essere un fenomeno chiaro e limitato, l'interazione aliena con gli umani è ancora un grande problema, un mistero, un enigma e qualcosa di più. Le ricerche sui rapimenti non hanno ancora prodotto risposte, ma vi sono certamente teorie diverse, anche imbarazzanti. Sfortunatamente, queste teorie si basano su un uso dei dati molto parziale e altamente selettivo piuttosto che sulla complessità della realtà dello scenario del rapimento considerato minuto per minuto. È più della somma delle sue parti. Gli avvistamenti intermittenti degli UFO, gli episodi di sparizioni, gli incontri consapevoli, e gli scenari di realtà virtuale sono come pietre miliari senza indicazioni in un viaggio che, per la persona rapita, è continuo e si svolge in una direzione sconosciuta. Più precisamente, sono come luci che appaiono improvvisamente nel buio, che speriamo conducano a una chiara comprensione. Invece, queste luci baluginanti ci accecano con la loro intensità, cosicché non possiamo vedere la loro sorgente, oppure gettano strane ombre, le cui false apparenze e gli ingannevoli movimenti possono facilmente confonderci e disorientarci. Nessuno meglio di uno che è stato rapito sa tutto ciò. I ricercatori che non hanno avuto esperienze personali del fenomeno possono ascoltare i resoconti di rapimento e meditare sulle loro implicazioni. La persona mentiva? È stato un evento reale o è accaduto a livello mentale? Quali parti del ricordo sono vere e quali frutto di illusione? Ma chi è stato rapito capisce che vi sono state più possibilità contemporaneamente, sia reali che mentali, sia vere che illusorie. Gli alieni, con mezzi mentali, psichici o tecnologici, sono in grado di creare qualunque percezione, e dunque qualunque illusione per la persona nelle loro mani. Le implicazioni sono esplosive. Forse è per questo che le conclusioni logiche di esse vengono raramente prese in considerazione. Se diamo credito seriamente all'idea di una maestria nel creare illusioni, allora o dovremmo ricorrere ad una affidabile prova decisiva per distinguere l'illusione dai fatti veri nei casi di rapimento, oppure siamo costretti ad ammettere che la verità che sta dietro a questi casi è incomprensibile in base agli attuali parametri scientifici. Affrontare la capacità di creare illusioni degli alieni può darsi sia il problema cruciale nell'odierna ricerca sui rapimenti. Una volta che la capacità di creare illusioni è stata dimostrata e sperimentata, spesso emergono nuove percezioni e possibilità di comprensione. Il testimone di solito non ha problemi nel riconoscere la natura non umana della forza che sta dietro gli eventi. La manipolazione del tempo e dello spazio da parte di questi esseri, il modo in cui giocano con la nostra psicologia e le nostre percezioni, tutto lascia intravedere una tecnologia ben superiore a quella umana. E certamente, se un agente umano possedesse questo tipo di capacità, avrebbe applicazioni di gran lunga migliori che non l'introdursi alle tre di notte nelle camere da letto sparse nel mondo, decennio dopo decennio, per cui in seguito migliaia di umani pretendono di essere degli alieni. La persona rapita impara anche dall'esperienza che gli alieni inducono uno stato di percezione alterata negli umani durante ogni incontro. Impiegata per controllarla, può essere usata per prevenire qualsiasi atteggiamento non desiderato nella persona rapita. E lo stato di percezione alterata impedisce una valutazione obiettiva della situazione da parte del testimone. Questo significa che il testimone può riferire soltanto ciò che ha visto, sentito e udito, il che non è necessariamente un riflesso di quello che è accaduto veramente. Inducendo e manipolando la coscienza alterata nella persona rapita, gli alieni assumono il pieno controllo della situazione e dunque esercitano un enorme controllo sui dati riferiti dal testimone.

Informazioni controllate nel resoconto dei rapiti dagli alieni
Questo è un fatto che le ricerche sui rapimenti devono affrontare. Poi, forse, si potrà iniziare il lavoro per risolvere questo problema, trovare dei modi per aggirare i blocchi della memoria e i fenomeni illusori, al fine di scoprire i veri avvenimenti e quel che vi sta dietro. Fino al giorno in cui potremo smascherare le illusioni aliene, d'altra parte, possiamo almeno studiare l'insieme dei dati riportati, per quanto controllati possano essere, cercando di saperne di più sul perché vengono usate certe immagini e certi avvenimenti, e quel che ci possono dire sui registi occulti di questi scenari. Molte delle persone che hanno preso contatto come me dopo aver letto “Into the Fringe” stanno cercando risposte, proprio come anch'io sono costretta a fare. Il presente lavoro è un tentativo di contribuire alla ricerca, rendendo pubblici un certo numero di casi significativi per altre analisi e valutazioni. Troppo spesso resoconti sui rapimenti vengono presentati interamente di seconda mano da vari ricercatori, e troppo spesso questi resoconti sono incompleti, concentrandosi soltanto su certi aspetti di un caso sbarazzandosi o ignorando gli altri. Simili omissioni sono evidentemente un ostacolo per la vera ricerca, perché resoconti censurati non possono fornire un quadro completo del fenomeno. Esso deve includere una vera sensibilità per ciò che si vive in simili eventi. Le persone rapite agiscono in realtà parallele, cercando la forza per fronteggiare contemporaneamente il reale e l'irreale perché, come hanno imparato, non si può mai essere sicuri di nulla quando si è coinvolti in simili fenomeni. Il numero di resoconti di rapimenti in tutti gli Stati Uniti dimostra quanto diffuso sia il fenomeno, e tale numero continua a crescere. Otto diverse persone rapite, tutte donne di varie parti del Paese, hanno deciso di condividere le loro esperienze in questo libro. Nate tra il 1943 e il 1966, vivono in Stati diversi e a Puerto Rico. Non si conoscevano all'epoca in cui entrarono in contatto con me. Il loro retroterra è vario come le loro occupazioni, come pure le loro idee sul fenomeno dei rapimenti. Come quasi tutti noi che abbiamo avuto incontri con gli alieni, queste donne sono incerte riguardo la natura degli avvenimenti che hanno riferito. Pongono molte domande e trovano poche risposte. Quattro di queste donne non si sono mai sottoposte a ipnosi regressiva e dunque riferiscono solo eventi che ricordano consapevolmente. Le altre quattro invece si sono sottoposte ad ipnosi, sebbene in misura minima come si noterà dai loro resoconti, e quasi ogni cosa è frutto anche di ricordi consci pre-ipnosi. Sottolineo questo punto perché alcuni hanno sollevato dubbi e problemi riguardo l'uso dell'ipnosi regressiva nella ricerca sui rapimenti. Certuni hanno la sensazione che le informazioni ottenute con l'ipnosi non siano più affidabili dei ricordi consci; altri credono che l'uso dell'ipnosi possa inquinare e danneggiare ogni ricerca; mentre altri ancora hanno detto di credere che le informazioni ottenute con l'ipnosi sono di gran lunga più affidabili nei casi di rapimento dei ricordi consapevoli del testimone. Le testimonianze qui raccolte consentono l'accesso a entrambi i tipi di dati, ma la maggior parte deriva da ricordi consapevoli. Sebbene io sia convinta che è estremamente utile servirsi dell’'ipnosi regressiva per recuperare queste informazioni, credo sia anche importante presentare testimonianze di donne la cui conoscenza e comprensione delle situazioni in cui sono venute a trovarsi deriva frammentariamente da incompleti e ambigui ricordi di avvenimenti che ricordano consapevolmente. Le loro storie e le loro vite sono molto più rappresentative della «tipica» situazione di una persona rapita dei resoconti di quelle che hanno tratto beneficio dall'ipnosi, semplicemente perché la maggior parte dei rapiti non ha accesso a questo strumento. Queste donne non sono in cerca di notorietà, e al fine di proteggerle dai fastidi provocati dal pubblico, sono stati usati degli pseudonimi. Ma tutti i particolari sono accurati, e per quanto bizzarri possano sembrare, è importante ricordare che sono molto reali per le persone coinvolte, che in parecchi casi vi è stato più d'un testimone dei fatti, come pure altre prove a sostegno, e che concordano con numerosi altri resoconti di rapimenti. Queste donne hanno condiviso qui le loro storie perché comprendono la gravità del fenomeno e sperano di contribuire con le loro informazioni a questa ricerca. Esse, inoltre, si rendono conto della necessità di un aiuto che molti rapiti che non parlano stanno sperimentando. I dubbi su se stessi, l'isolamento, persino la paura, che derivano dal convivere con agli incontri con gli alieni, possono in certi casi essere molto aspri, e il bisogno di creare legami di reciproca comprensione e aiuto è vitale. Queste dunque sono le motivazioni delle otto donne. Il mio scopo è simile, ecco perché sono inclusi qui anche i dati più recenti degli eventi di cui mio marito ed io siamo stati testimoni. Uno sguardo complessivo alle nostre esperienze e ai resoconti delle altre persone rapite evidenzia un complesso programma di attività nell'ambito del fenomeno assai maggiore di quanto di solito si riconosca. Anzitutto, lo scenario del rapimento include un certo numero di eventi di diverso genere. Al livello seguente si collocano i rapimenti psichici, durante i quali una persona è strappata con la forza dal suo ambiente normale da entità «aliene» (nel senso più generico), la coscienza della persona viene alterata, e hanno luogo certe interazioni. I successivi ricordi consci dell'evento sono di solito alquanto incompleti. Soltanto quando il fatto è testimoniato da più di una persona, o quando vi sono segni fisici sul corpo del rapito - punture, depressioni, lividi, o disegni - il testimone di solito si sente sicuro nel dichiarare la «realtà» dell'incontro. Per complicare ancor più la faccenda, molti resoconti dimostrano che certe interazioni avvengono su un piano mentale piuttosto che fisico. Un tipo di interazione è uno scenario indotto di realtà virtuale (virtual reality scenario, VRS), un avvenimento introdotto dall'esterno, che per il testimone è praticamente indistinguibile dalla realtà oggettiva. La persona può sperimentare una situazione mediante un totale input sensoriale e reagire con genuine risposte fisiche ed emotive, sebbene nella «realtà» la persona giaccia magari immobile su un tavolo da esame, o sieda inserita in qualche apparato alieno, o persino se ne stia addormentata a letto senza alcun segno di disturbo esterno. Se il VRS è stato oggetto di teorie in passato, una possibile spiegazione dei più «inaccettabili» resoconti di rapimento, è stato oggi confermato da un avvenimento cui hanno assistito tre testimoni consapevoli. Si palesò mentre stavo facendo ricerche sulle esperienze di rapimento di Ted Rice, sensitivo di eccellente reputazione negli Stati del Sud. Ted fu testimone di uno scenario di realtà virtuale quando si trovava in Florida in visita a un'amica, Marie, insieme a un'altra ospite, Amelia. Le due donne occupavano due letti gemelli in una stanza e Ted dormiva da basso in un'altra. Non molto dopo essersi coricato una notte durante la sua visita, fu svegliato da Marie che gli gridava di «venire subito!». Dirigendosi verso la stanza, Ted vide un diffuso bagliore azzurrino che proveniva dalla porta della camera delle due donne. Entrando trovò Marie addossata alla parete più lontana, che guardava i letti gemelli in stato di shock. E vide anche da dove proveniva la luce azzurra. Amelia giaceva immobile su un letto, circondata da un'enorme, luminosa sfera azzurra ed «elettrica». Aveva gli occhi aperti, e non sembrava affatto impaurita, mentre conversava con qualcuno che Ted e Marie non potevano vedere. Terrorizzati, cercavano di parlarle, ma riuscivano a stento a sentirsi l'un l'altra anche gridando. Amelia continuò a parlare dentro la sfera per diversi minuti, finché la luce azzurra improvvisamente scomparve, e allora si liberò finalmente dalla paralisi che l'aveva inchiodata a letto. Amelia disse a Ted e a Marie che l'esperienza era iniziata con il rumore di un elicottero sopra la casa. Quando aprì gli occhi, poté vedere attraverso il soffitto e il tetto come se fossero spariti, e notò l'elicottero sospeso proprio sopra l'abitazione. Descrisse due entità all'interno dell'apparecchio, e aggiunse che erano anche apparse ai piedi del letto prima che la luce azzurra svanisse. Un essere era alto, con pelle verdastra, testa a forma d'uovo, e occhi obliqui, unico tratto dei lineamenti facciali visibile. L'altro, più piccolo, era di color blu-nero, disse Amelia. Ted e Marie non avevano assolutamente visto niente di queste creature, né avevano udito il rumore di un elicottero. Ma avevano visto la sfera di luce, con luci più vivide che guizzavano attraverso di essa, e Amelia irrigidita in una posizione leggermente rialzata all'interno della sfera, perché stava per tirarsi su a sedere quando la luce crebbe e la paralizzò. La percezione dell'esperienza era assolutamente «reale» per Amelia. Era consapevole quando cominciò e lo rimase per l'intera durata dell'avvenimento, come dichiararono Ted e Marie. In base a tutto ciò che l'input sensoriale le diceva, Amelia aveva sperimentato un avvenimento reale con l'apparecchio volante e le entità. Realtà virtuale. E i testimoni consapevoli e liberi dall'effetto alieno, Ted e Marie, osservarono gli effetti reali del meccanismo che manipolava l'evento, verificandone l'origine esterna. La tecnologia VRS esiste e viene usata, questo è chiaro. E, a meno che non vi siano altri testimoni, come in questo raro esempio, chi la sperimenta non è in grado di distinguere da sé fra realtà virtuale ed un avvenimento reale. Lo scenario di realtà virtuale può aver luogo quando la persona è consapevole, come nel caso di Amelia, o può venire introdotto nello stato di sogno della persona. Stando a coloro che hanno sperimentato il sogno VRS - e io sono una di questi, come vedremo in seguito - si tratta di un avvenimento introdotto dall'esterno che interrompe all'improvviso un sogno normale. Chi lo sperimenta è consapevole di un totale, repentino cambiamento della sua coscienza e si ritrova in un avvenimento alquanto diverso dal suo sogno. Ciò che segue può essere la percezione di un avvenimento con azione, luogo e persone, oppure una comunicazione, o anche una visione. Alla fine la persona di solito si sveglia e, trovandosi nel proprio letto, razionalizza l'intera faccenda alla stregua di un sogno fuori del comune, nonostante le caratteristiche decisamente non oniriche del fatto. Senza prove concrete della realtà dell'avvenimento, o anche un nome per questo evento di esperienza percettiva alterata, la persona è indotta a chiamarlo sogno. In aggiunta agli scenari di rapimento e realtà virtuale, le persone rapite riferiscono anche di contatti telepatici con entità che non sono fisicamente presenti o avvertite come tali. Questi contatti includono messaggi concernenti argomenti spirituali, avvertimenti su disastri futuri, sedute dedicate all'«insegnamento», manifestazione di simboli, e informazioni su matematica, fisica, religione, politica, e la natura della specie umana. In secondo piano vi sono poi avvenimenti che hanno luogo non durante gli incontri, ma in seguito ad essi, e che influiscono su aspetti dell'ambiente normale della persona rapita. Cattivo funzionamento di luci ed impianti elettrici; vengono udite voci e suoni inspiegabili; animali ne risentono fisiologicamente; appaiono luci sia all'interno che all'esterno della casa; vi sono bizzarre e inquietanti chiamate telefoniche; e a volte tracce della presenza di un UFO o di un atterraggio nelle vicinanze. E infine vi sono i cambiamenti intimi che hanno luogo in parecchi rapiti, che rimodellano i loro atteggiamenti, le opinioni e la percezione della realtà. In tal modo la consapevolezza alterata e temporanea, indotta dall'esterno, che ha luogo durante il rapimento, viene seguita da una alterazione intima permanente che cambia per sempre la vita della persona rapita. Vi sono molti più aspetti del fenomeno dei rapimenti di quelli di cui il pubblico è a conoscenza, e questo libro costituisce in parte un tentativo di correggere tale situazione e di ampliare la nostra definizione dello scenario. Il suo scopo principale non è quello di offrire dati scientifici, o di convincere un pubblico incredulo che gli UFO e gli alieni esistono veramente. La gente da sé sta giungendo a questa consapevolezza, un po' alla volta, man mano che il fenomeno penetra nella sua vita e distrugge la sua vecchia realtà in modo inimmaginabile finché non viene sperimentato. I seguenti resoconti di Pat, Polly, Lisa, Anita, Beth, Jane, Angie ed Amy dimostrano cosa significhi vivere con una simile consapevolezza molto più esaurientemente di quanto qualsiasi analisi scientifica possa sperare di fare. Permettendo di entrare nelle loro vite, esse consentono ad altri di essere testimoni degli avvenimenti dall'interno piuttosto che da lontano. Le loro esperienze, sebbene uniche da un punto di vista individuale, riunite assieme creano un coro di voci che esprimono l'ampiezza e l'intensità della vita nel mondo alterato del programma dei rapimenti alieni.


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JAMES BARTLEY: ALIEN OPSEC



Quando leggo certe interpretazioni del fenomeno abduction da parte di persone oneste e in perfetta buona fede mi chiedo spesso come mai alcuni pur essendo consapevoli di subire una qualche interferenza da parte di creature di altri mondi siano così poco propensi a considerare questa intrusione come un fatto malevolo e assolutamente negativo. Una possibile spiegazione di tale comportamento potrebbe scaturire dalla lettura di questo articolo di James Bartley: "The Aliens use of OPSEC"
Gli Alieni sono accaniti praticanti della OPSEC o della Sicurezza Operativa. OPSEC é un termine utilizzato nell’ambiente militare e dell’intelligence per indicare un modo di operare che assicura che la segretezza sia mantenuta prima, durante e dopo una particolare missione. La continua aderenza operativa ai criteri della OPSEC riduce il rischio di compromettere le operazioni in corso, alcune delle quali possono durare anche per anni.
Per assicurare la OPSEC i pianificatori militari permettono l’accesso alle informazioni correlate ad una particolare operazione in corso soltanto a quel personale con assoluta “NECESSITA’ di SAPERE.” Ai singoli operatori o ai gruppi operativi che conducono la missione sono fornite le informazioni appena sufficienti perché possano concludere con successo le loro missioni. Il concetto che sta alla base di questo modo di operare é che meno gli elementi operativi sul campo conoscono circa gli obiettivi finali della missione meno loro potranno rivelare in proposito nel caso di un interrogatorio. Allo stesso modo il gruppo operativo é reso ignorante circa l’esatta natura della rete che fa loro da supporto in un determinato paese. Tutto quello che loro devono sapere é che la rete esiste e che è li per aiutarli.
Tenete questo ben in mente quando considerate come gli Alieni conducono le loro missioni. L’unica persona che non ha una “Necessità di Sapere” circa la vera natura dei rapimenti alieni é la persona umana sottoposta all’esperienza di abduction. La maggior parte dei rapimenti avvengono di notte quando la persona dorme. Gli alieni, molto spesso i “Grigi," preferiscono prendere l’addotto in Stato di Sonno, se questo é possibile. Loro manipoleranno lo stato onirico dell’addotto per far credere a lui o a lei che le sensazioni fisiche che stanno provando durante il rapimento sono dovute al sogno che stanno vivendo. Per esempio, per accordare la sensazione fisica dell’essere manipolato durante una procedura medica i Grigi possono imporre un sogno nella mente dell’addotto che coinvolge lei o lui mentre giocano con bambini o con animali domestici.
Se a un addotto accade di riprendere coscienza durante una procedura medica cui é sottoposto é verosimile che ne sarà terrorizzato e cercherà di opporre resistenza. Spesso allora un Grigio pone la sua mano sulla fronte dell’addotto spaventato e questo proverà immediatamente una sensazione di pace e di tranquillità. Lui o lei possono quindi scivolare in un altro sogno imposto dall’esterno.
Deve essere capito che la maggior parte delle percezioni e dei ricordi che gli addotti riportano a casa dopo il rapimento sono elaborati dagli alieni stessi. La defunta e grande Karla“Kandy”Turner scoprì che gli alieni normalmente manipolano le nostre percezioni attraverso Scenari di Realtà Virtuale e impongono Memorie di Schermo Operativo così ché noi non possiamo descrivere con accuratezza quello che ci é veramente accaduto. Solo una piccola percentuale di addotti é capace di conservare un qualche grado di coscienza durante l’esperienza di rapimento. INNUMEREVOLI umani ignorano completamente persino il fatto che sono sottoposti a esperienze di abduction. Così efficace é la pratica dell’OPSEC che gli alieni praticano sugli umani! Gli alieni utilizzano di routine suggestioni post-ipnotiche sugli addotti durante e dopo le procedure mediche. Loro gli di dicono: “tu stai solo sognando. Tu non ricorderai nulla di tutto questo.”
Addotti che sono completamente incoscienti durante il rapimento sono stati descritti da altri addotti come se questi si trovassero in uno stato simile ad uno “Zombie.” Io stesso mi sono ritrovato in una esperienza di abduction in cui il mio campo visivo era severamente ridotto. Ero in grado di vedere solo nel raggio di alcuni metri. Tutto quello che si trovava oltre questo raggio era fuori dalla mia vista e perciò fuori dalla mia mente.
Io ho visto DOZZINE di uomini nudi in stato comatoso, donne e bambini sdraiati su tavoli durante una mia esperienza di abduction. Senza dubbio almeno alcuni di loro pensano veramente di essere dei “Contattati” e rivolteranno in positivo la sindrome da rapimento alieno.
Questo avviene perché la Operational Security degli Alieni presenta due piani di approccio. Il primo é l’imposizione della incoscienza e, per quelli che hanno una qualche consapevolezza cosciente, di Virtual Reality Scenarios e screen memories. Quando l’addotto si sveglia la mattina lei o lui possono avere ricordi frammentati di un “sogno” insolito che rapidamente sparisce dalla loro memoria cosciente. Se l’addotto cerca con forza di ricordare il “sogno” allora un meccanismo grilletto pre-installato nella sua mente spinge subito l’addotto a dimenticarsi del “sogno.”
Al contrario se l’addotto deve essere usato come un Propagandista allora a lei o a lui possono essere lasciati ricordare piacevoli ricordi schermo dell’operazione che però nulla hanno a che fare con la realtà. Oppure é a loro permesso ricordare scenari di indottrinamento in cui sono mostrate immagini di catastrofi ecologiche globali o di guerra nucleare. Se gli alieni si accorgono che un addotto potrebbe essere in grado di ricordare una qualche parte dell’esperienza allora si assicurano che l’addotto stesso ricordi solo quello che loro vogliono che lui ricordi.
In ogni caso la Sicurezza Operativa o OPSEC é preservata. Da una parte ci sono solo addotti che ricordano frammenti di strani “sogni," ma spesso non ricorderanno assolutamente nulla, dall’altra ci sono quelli a cui sono lasciati ricordi piacevoli e che diventeranno propagandisti e fautori degli alieni all’interno della comunità ufologica all’interno della quale i ricercatori della verità vanno a cercare risposte per le proprie personali esperienze."

[align=right]Fonte: http://www.alienlovebite.com[/align]


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TECNICHE DI CONTROLLO SUGLI ADDOTTI: IL PARERE DI JAMES BARTLEY



Quello che segue è tratto da un interessante articolo scritto dal ricercatore americano James Bartley. L’articolo si intitola “Alien Civil Affairs Programs part 2”.

All’inizio dell’articolo Bartley descrive come gli Inglesi fecero propaganda dal 1948 al 1956 durante la cosiddetta “Emergenza malese.” Egli sostiene che il cuore di quella popolazione fu conquistato dagli esperti militari e civili britannici mettendo in pratica un preciso programma mirato a tale scopo che comprendeva la fornitura di aiuti sottoforma di alimenti, cura dell’agricoltura e del bestiame, la cura delle malattie con l’uso delle moderne tecniche, compresi gli antibiotici di cui i britannici disponevano, e la difesa dagli attacchi e dai ricatti della Guerriglia.
Allo stesso modo, secondo Bartley, gli alieni agirebbero sugli umani per nascondere le loro mire di conquista e guadagnarsi il favore della popolazione terrestre.
“L’uso da parte degli Alieni dei metodi per gli Affari per la Popolazione per creare una base di supporto tra gli addotti.
I programmi per gli Affari per la Popolazione sono in azione sulla vasta maggioranza degli addotti. Gli stessi addotti diventano così propagandisti in favore degli alieni oppure sono neutralizzati al punto da non volere andare più nel profondo delle proprie esperienze.
Ciononostante gli alieni ricorreranno a minacciare dolori e sofferenze nei riguardi degli addotti se questo può giovare ai loro bisogni. L’ultima forma di controllo e di manipolazione é eseguita in maniera nascosta e subdola.
Infatti la programmazione aliena si può manifestare solo quando l’addotto reagisse negativamente, violentemente o in alcuni modi pre-determinati e ogni qualvolta qualsiasi informazione “anti-aliena” sia menzionata a portata d’orecchio.
Agli addotti viene letteralmente detto dai loro Manipolatori Alieni di evitare qualsiasi contatto con certi ricercatori. La programmazione é così severa che certi addotti sviluppano un’istantanea diffidenza e ODIO per certi ricercatori semplicemente perché questi ricercatori hanno descritto rapimenti alieni negativi. Ho avuto modo di osservare questa cosa molte, molte volte.
Alcuni addotti non riescono a rimanere svegli nel corso di conferenze date dai proscritti ricercatori delle abduction “Basate sulla Paura.” Questi addotti sono programmati per diventare estremamente arrabbiati ogni qual volta un conferenziere o un membro di un gruppo di supporto per addotti menziona qualsiasi cosa che riguarda esperienze di abduction “negative.” Gli addotti sono programmati per alzarsi e lasciare l’aula della conferenza per andare a mangiare, fumare, bere o solo passeggiare nervosamente nel corridoio fino a quando il conferenziere proscritto abbia finito.
Alcuni addotti non riescono a leggere alcuni libri anti-alieni perché invariabilmente si addormentano ogni qual volta provano a leggerli. Ho osservato tutte queste cose più e più volte. Si tratta in questi casi di meccanismi di controllo che servono a tenere l’addotto in uno stato di ignoranza e di negazione. Ho conosciuto numerosi esempi in cui quando qualcuno vuole ottenere informazioni “sensibili” sugli alieni é improvvisamente colpito da malattie sconosciute, problemi finanziari, problemi con l’automobile, problemi in famiglia, i bambini si ammalano fino alla nausea. Il risultato finale é che l’addotto é impossibilitato ad incontrare un certo ricercatore e non può perciò essere sottoposto alla regressione ipnotica. In questo modo si preserva la segreta e malevola agenda dei rettiliani. La mia collega Eva Lorgen chiama le tattiche sopra menzionate “Elementi di denigrazione della verità della Sindrome da Rapimento Alieno.”
Io stesso e i miei colleghi possiamo indicare numerose procedure di natura aliena e metodi di programmazione e spiegare nel dettaglio quale sarà il risultato previsto sul benessere mentale e fisico dell’addotto. Noi siamo in grado anche di evidenziare come le relazioni interpersonali sono manipolate dagli alieni per i loro scopi diabolici.
Confrontate quello che dico con quello che gli addotti “Positivi” raccontano sull’argomento. Tutto quello che hanno da dire é “Bene, io ho avuto solo esperienze positive” e questo mette fine alla discussione. L’onere di provare “L’ipotesi Aliena negativa” ricade sulla gente come me che non si cura dell’approvazione cortigiana della gente. Credetemi quando dico che io e i miei colleghi siamo spaventati e odiati da questi promotori dell’agenda dei fratelli cosmici. Il fatto é che agli addotti che promuovono la “Space Brothers Agenda” é consentito ricordare specifiche esperienze preconfezionate apposta per promuovere la teoria dei “Fratelli Cosmici”. Quando alcuni di loro sono fatti regredire ipnoticamente da ipnotisti esperti allora emerge una storia completamente diversa. Purtroppo il programma é fatto in modo che i ricordi terrorizzanti, le sensazioni dolorose e le manipolazioni sessuali siano rapidamente eliminate dallo stato di coscienza vigile per rimanere nascosti nel subconscio ed essere richiamati ogni qual volta gli alieni vogliono di nuovo controllare e manipolare l’addotto.
E tutto quello che i “Contattati” hanno da dire é “Bene io ho avuto solo esperienze positive”? Come fanno a saperlo? Le memorie schermo del programma alieno degli Affari per la Popolazione Umana non hanno valore. Essere “guariti” dagli alieni grazie alle loro avanzate procedure mediche per curare malattie di cui gli alieni stessi sono responsabili non conta lo stesso.
Gli alieni ed in particolare i rettiliani fanno tesoro dell’ignoranza e della credulità degli umani che stanno manipolando per conquistare i Cuori, le Menti e le Anime degli Esseri Umani. Questo è il fine ultimo del Programma per gli Affari Civili."


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 12:09, modificato 1 volta in totale.

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COME LAVORA DERREL SIMS



a cura della dott.ssa Giulia D'ambrosio, Medico chirurgo, specialista in Neuropsichiatria infantile e psicoterapia

Derrel, accenni spesso alla necessità di essere dei professionisti piuttosto completi, se si vuole lavorare nel campo degli IR4. In che modo utilizzi la tua esperienza come grafoanalista insieme all'ipnosi?

In qualità di master in ipnositerapia (insegno e certifico le persone che si avviano nel campo dell'ipnosi), mi sento di offrire alcune risposte alle domande sulla regressione. Tanto per cominciare, è vero che si può sperimentare un cambio di scrittura durante un'appropriata esperienza di regressione. Bisognerebbe trattare di alcuni aspetti clinici. Ad esempio, se una persona ha avuto esperienza di un qualche trauma - molestie con grave repressione; danni fisici associati al danno fisiologico o psicologico; i cosiddetti rapimenti alieni, con paura estrema, difficoltà varie correlate e anomalie mediche, quelle viste in ricerca; disordini da personalità multipla, con i problemi dissociativi relativi - in tutti questi casi si possono mostrare prove interessanti (con la grafoanalisi, come pure con altri mezzi) durante gli stati regressivi. Per esempio, si potrebbe porre una persona affetta da personalità multipla in stato di regressione ai vari livelli di ogni personalità e poi ai vari livelli di ogni esperienza di ogni personalità, e infine portarla all'infanzia, prima che tutto ciò cominciasse. Questo giusto per illustrare la complessità e l'interesse che si possono sviluppare in ogni particolare caso. Ho esempi di scrittura di ognuna delle situazioni descritte. In alcuni stati regressivi si possono mostrare cose ancora più interessanti, inclusi i cambiamenti di scrittura a livelli diversi di coscienza acquisiti in varie epoche della vita.
Se ciò è vero, allora sorge il problema della "sindrome delle false memorie", della propensione alle fantasie vivide*, delle allucinazioni e così via. Mi sono preparato ad affrontare queste situazioni. La maggior parte della gente (compresi tanti terapeuti) e degli ipnotisti non conosce la differenza tra "richiamo" e "ricordo" (n.d.G.d'A.: il concetto è meglio esprimibile in inglese, lingua nella quale la parola "ricordo" può essere espressa in più modi). La differenza sta nel fatto che la prima è un'esperienza immaginativa, una sorta di allucinazione, o comunque una situazione in qualche modo fabbricata; e la seconda è il vero ricordo di un evento di cui si ha avuta esperienza. Ciò è raggiungibile con le tecniche che ho sviluppato usando appunto altri mezzi e tecnologie.
*Si tratta di fantasie che le persone vivono in modo molto reale, anche quando guardano un film, anche quando sognano, in un processo di estrema identificazione.
Tieni presene che sono anche diplomato come Anestesiologo ipnotista con la specializzazione adatta ad addentrarmi in vari campi medici (ipnosi ericksoniana, PNL e terapia della linea del tempo). Ci sarebbe molto altro, ma rischia di diventare ridondante …

E' solo un fatto di specializzazioni?!?

Forse ciò che mi distingue da altri consulenti/ricercatori è il mio approccio attivo. Assisto i soggetti IR4 cercando di dare loro gli strumenti per reggere l'esperienza, per combatterla quando e se è necessario. Dà a molti di loro la sensazione di avere la situazione un po' più sotto controllo.
Questa tecnica mi permette anche di esplorare più profondamente l'esperienza del soggetto. E, effettivamente, la scrittura è una scrittura "del cervello".
E' come se qualcuno fosse passato sopra la scrittura reale, sbarazzandosene, e la sostituisse.

Intendi dire che in tal caso si ha un altro tipo di scrittura? Come se qualcuno avesse cancellato la scrittura specifica della persona e l'avesse sostituita con un'altra?

Non esattamente. Significa che se uno ha la tendenza a non presentare tratti da ossessivo-compulsivo (nella scrittura) ma si comporta chiaramente in questo modo, ed è un abdotto, perchè non lo rivela nella scrittura? Nella scrittura delle persone comuni succederebbe.
Questo si accompagna alla sensazione che i genitori non siano probabilmente quelli veri, e che si è completamente da soli. La vera realtà degli abdotti è l'isolamento.
Un'altra caratteristica mancante nella scrittura di queste persone - che deve essere presente in modo definito se c'è questo tipo di sensazione di solitudine - è il fatto di avere uno spiccato spirito di "clan" (dove per clan si intende un gruppo di persone unite da comuni interessi). Ciò potrebbe render conto del numero massivo di persone che sono"guidate col pensiero" a traslocare nel Sud-est (degli USA, ovviamente): Nuovo Messico, Arizona, Texas occidentale e, più particolarmente, nel Colorado e nei corridoi del Nord-est. Le aree specifiche a cui sembra siano interessati, sia gli alieni che gli abdotti, sembrano quelle lungo la divisione continentale.

Queste sono le armi della tua "caccia", quindi.

La necessità che sento di usare l'ipnosi nella situazioni di incontri umani/alieni è di dover essere cosciente della natura a due pieghe di questa esperienza (quella aliena come pure quella umana). Un cacciatore, uno che mette trappole, deve conoscere la sua preda. Conoscere le sue abitudini, il suo modo di pensare, il suo comportamento e i suoi tempi. L'esperienza che ho nel lavoro con l'ipnosi e con altri tipi di addestramento mi consente di andare abbastanza lontano nel capire queste entità e il modo che hanno di manipolare la mente umana nel creare il "memorex" (n.d.G.d'A: parola specifica usata da Sims per i casi di IR4) che tanti terapeuti trovano così spesso. Conoscendo la "preda aliena", sto anche diventando capace di usare le applicazioni sperimentali su di loro.
Sei una pedina nell'esperienza che hai fatto - qualunque essa sia - un burattino, in un certo senso, con i fili in un altro mondo? Oppure ti è accaduto tutto ciò, ti è accaduto veramente … realtà vera, e se è vera, che cosa c'è di reale in quell'incontro? È un tuo ricordo o un "memorex"? Nel sogno, in stati alterati di coscienza o in altri stati indotti, ci si deve muovere con attenzione e astuzia per mantenersi in salvo mentre la ragnatela è aggrovigliata, tessuta da certe creature della notte.
Io li chiamo "chiacchieroni notturni". E' quel che fanno. Non è quel che sono.

L'ipnosi non sembra perciò essere uno strumento essenziale, in questo campo.

La verità in tutto questo è che uso l'ipnosi raramente. Il mio scopo è quello di fornire prove molto concrete del fenomeno. L'ipnosi viene eseguita solo se la persona lo richiede o se sto cercando dei chiarimenti. In alcuni casi, decido di utilizzarla per assistere qualcuno in un caso di emergenza, allora ha la forma di un intervento terapeutico e fornisce una sorta di cuscino tra gli eventi.
La questione dell'ipnosi come strumento per i ricordi dovrebbe rimanere appunto su questo … che si tratta di uno strumento.
Ci sono a disposizione tecniche di recupero dei ricordi che non richiedono l'ipnosi. La uso se il cliente lo vuole e se io stesso desidero controllare qualcosa di un evento spesso vecchio di anni. Per esempio, come era esattamente il tempo quella notte? Questa è una notizia che può essere facilmente confermata confrontandola coi servizi metereologici.

Può essere pericoloso farsi ipnotizzare?

L'ipnosi può essere pericolosa, la terapia ipnotica no. Mi spiego. Cos'è l'ipnosi? La maggior parte della gente non ne ha idea … Come la definiresti?
L'ipnosi è uno "stato" che accade quando la tua attenzione è focalizzata su qualcosa per una ragione particolare. Non è lo stato mistico a cui molti alludono. Quando passi da un'uscita per parecchie volte e non puoi credere di averlo fatto, sei in uno stato di ipnosi leggera. Quando ti ricordi quei certi sogni molto vividi, sei in uno stato ipnotico. Quando ti insultano, sei in uno stato ipnotico. Quando stai facendo l'amore in modo appassionato sei in uno stato ipnotico. Quando non riesci a spegnere la TV e non puoi smettere di guardarla, sei in uno stato ipnotico. Quando sei in collera e qualcuno che ammiri dice "ti odio", e tu permetti che ciò ti impressioni, sei in uno stato ipnotico. Quando ti trovi in una situazione che ti causa una fobia, sei in uno stato ipnotico.
Allora, che cosa significano veramente tutti questi stati di attenzione focalizzata … che sei molto suscettibile ai suggerimenti. Molte delle suggestioni che ci prendiamo (o che accettiamo a livello inconscio) non sono una buona cosa per noi. Uno studio costato otto milioni di dollari mostra tutto su come sedurre a livello subconscio senza fare una ipnosi formale. Sei in trance parecchio tempo al giorno, comunque. La maggior parte della gente non lo sa.

Genesi 15:12. Un sonno profondo cade su Abramo … è Dio che glielo procura. E gli dona una notevole profezia, mentre è in trance. Ce ne sono altre.

Numeri 24:4,16. Dio mette un falso profeta in trance per fargli una rivelazione. In una trance profonda si hanno sensazioni molto chiare.

Giobbe 4:13,15. Si va in trance con un sonno profondo anche qui.

Daniele 8:18 - 10:9. Angeli che causano sonno profondo (questo è il termine esatto per situare una persona in ipnosi!).


Ma è nel Nuovo Testamento che il Signore induce queste trance:

Atti 10:10 - 11:15 - 22:17 - 20:9 (non è un sonno, se proprio si vuole essere tecnici, benché sia qui la stessa cosa).

Apocalisse 1:17. Guardando il Signore.


Spero sia di aiuto. E' essenziale lo studio della Bibbia e del suo Autore (lo Spirito Santo).

Tu sei stato il primo a parlare diffusamente della mistificazione dei ricordi nella mente dei soggetti IR4. Che cosa sono i "falsi ricordi", e come ti sembra stiano lavorando queste entità?

Un "ricordo salvaschermo" è un ricordo installato per te da "loro", la/le cosiddette entità che rapiscono. Sembra essere un metodo per generare storie non reali di quel che è successo. Ciò può indurre il soggetto IR4 a screditare il suo evento reale. Questa è proprio la "sindrome da falso ricordo". Dal lato sbagliato, l'evento fissato dal salvaschermo - che il terapeuta cercherà di comprendere - è basato sull'immagine della realtà che il terapeuta ha, qualunque essa sia. Ci possono essere ricordi salvaschermo fino a tre livelli di profondità, spesso di tema elaborato. Se l'alieno ha installato un ricordo salvaschermo (un'illusione per nascondere l'evento reale) e l'ipnotista lo accetta, allora si penserà che quello sia davvero un ricordo. Questo ricordo poi diventa un fatto, nella mente del terapeuta e/o del soggetto, classificato come "esperienza positiva", "esperienza ridicola" o "esperienza senza senso". E' persino meglio, per l'alieno, se il terapeuta pensa che non sia "niente" del tutto, e questo fatto lascia l'abdotto sconcertato e con la sensazione di essere di nuovo del tutto solo. La sensazione della completa solitudine fa parte del piano.
Nel caso di un'abdotta - rivelato dal maggior investigatore del Saber, Dale Musser - lei sentiva di essere stata la moglie di un contadino che coltivava patate, nel 12esimo secolo, in Irlanda. Sembrava sicura di ciò che affermava. Attraverso Musser - che ha familiarità con la storia di quella regione - lei apprese che le patate non comparvero in Irlanda fino alla fine del 17esimo secolo.
Sembra, in alcuni casi, che gli alieni stiano tentando di dimostrare a certi individui un sistema di credenze basato su vite passate. Mi viene il sospetto che, se qualcuno dei ricordi installati fosse vero, non è una vita passata che è stata vissuta … ma quella di un'altra persona che hanno rapito molto tempo fa e adesso installano il richiamo di memoria in te per farti credere che quella sia una tua vita passata. Come succede nella sindrome da falso ricordo? Essere un ipnotista non ti rende un terapeuta, tanto meno essere un terapeuta ti rende un buon ipnotista. L'intuizione e le abilità multimodali fanno i buoni terapeuti.

Come si fa a sapere se qualcuno sta mentendo? E' una domanda inevitabile, in un campo difficile come quello degli incontri ravvicinati…

E' molto importante per me sapere se una persona sta raccontando le bugie o la verità … Ho imparato dei modi per determinarlo in modo efficace, sia da un punto di vista terapeutico che come interrogativo in sé. Deve essere fatto con attenzione, altrimenti si rischia di disturbare o danneggiare la scoperta che si sta cercando di fare, o proprio la persona che ha in sé tali dati. Direi che come punto finale, in qualsiasi tipo di evento, dobbiamo prenderci cura sia della vita psicologica che di quella spirituale di una persona …

Ma tu, Derrel, come ti senti, stando dentro questa ricerca?

A volte mi capita di parlare dei molti panni che indosso aggirandomi per il campo misterioso degli Ufo. I panni dell'abdotto sono un aspetto di forte integrità per me. Questi sono panni che arrivano con un prezzo attaccato sopra. E' un prezzo che puoi non volere, e certamente è di quelli che pagherai per tutta la vita. Sono panni difficili da indossare. Ti marchia per sempre essere stato un testimone e aver visto cose che altri non hanno visto (o che non hanno il coraggio di ammettere), per aver udito cose di cui gli altri non erano a parte, per aver "sentito" cose e aver raccontato la verità del cuore. Cerchi infinitamente con il tuo cuore e con l'anima i motivi, le risposte, almeno una ragione: "perché?". Sono panni che dividerei volentieri con altri, benché i miei incontri siano finiti, violentemente, quando avevo 17 anni.
L'influenza di queste cose non finisce mai. Il residuo dell'esperienza reale è sempre là … che si prolunga, è in agguato, si nasconde nei recessi dell'anima. Sembra pronta a predare l'inconsapevole e il non iniziato, sfidando spesso l'incauto e le possibili spiegazioni degli psicologi, delle scienze razionali e del campo medico.


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 12:15 
INTERVISTA ALLA DOTTORESSA GIULIA D'AMBROSIO



a cura del Webmaster di Rapimentialieni

WM: Grazie dottoressa di aver accettato di rispondere alle nostre domande. Lei è laureata in Medicina e Chirurgia ed è specializzata in Neuropsichiatria infantile e psicoterapia. Come nasce il suo interesse per gli Ufo?

GdA: Ero una lettrice del Giornale dei Misteri, molto tempo fa. Verso la metà degli anni ’70, intendo. Là lessi le prime questioni riguardo i dischi volanti. C’erano gli articoli del grandissimo Pier Luigi Sani. Ma non era un argomento che mi interessasse molto, pur essendo assolutamente convinta dell’esistenza di questo fenomeno. Sono trascorsi 20 anni prima che l’interesse si risvegliasse, e non proprio per i dischi volanti, quanto per il fenomeno delle abduction. In seguito al Santilli Footage, presi a leggere alcune pubblicazioni, e il libro di John Mack. Scoprii così di aver avuto molti sogni di ufo e sogni che riguardavano i rapimenti alieni, negli anni precedenti. Fui incuriosita dalla coincidenza. Ero, e sono, sicura di non aver avuto simili contatti personalmente. Era singolare il fatto che un sogno mi mostrasse lo scenario del lettino di un IR4, oppure certe scosse elettriche nel vedere un disco volante. Scrissi una lunga lettera a John Mack, descrivendogli questi sogni e facendogli domande approfondite. Lui non seppe rispondere ai miei quesiti. Ritenni che valesse la pena studiare a fondo come mai il mio inconscio mi stesse indicando questa strada così peculiare. Strada in cui potevo entrare solo lavorando con i soggetti IR4, perché credo che nessuno potrebbe convincermi a passare ore a scrutare il cielo … Così ho iniziato, e proseguirò fino a quando questi studi mi consentiranno di progredire come persona.

WM: Cosa pensa del fenomeno UFO abduction?

GdA: Mi mette in difficoltà, ho appena scritto una lunga relazione su questo, riassumerla è complicato. In breve, sono certa che il fenomeno non sia dovuto a entità provenienti da altri pianeti. Ma per i dettagli, devo proprio rimandarla alla relazione. Se ha difficoltà a trovarla, me lo faccia sapere che gliela spedisco.

WM: Lei ha detto: sono certa che il fenomeno non sia dovuto a entità provenienti da altri pianeti: quindi questo sito dovrebbe essere cestinato. Secondo lei le persone che sostengono di essere rapite da creature non umane dicono il falso? Non sono gli occupanti degli Ufo gli autori delle abduction? Questo è un punto fondamentale della discussione: se il fenomeno abduction non è prodotto da esseri non terrestri, di che cosa stiamo parlando? E su quali dati basa la sua affermazione?

GdA: Perché mai cestinato? Non so di cosa abbiate trattato in specifico, ma perché fermarsi alla dualità pianeta Terra-pianeta Altro? L’universo è composto da molti altri piani, non tutti percepibili con i sensi – anche l’ultraviola e l’infrarosso non lo sono. Come è noto, l’universo è composto per il 90% da materia oscura, che noi non possiamo vedere o misurare, se non per il fatto che crea gravità. Dentro questo “inesplorabile” le realtà possono essere molte, e non è detto che tutte si possano toccare coi polpastrelli, o che debbano vivere di una vita simile alla nostra. Simile concezione della Realtà che ci circonda è ingenua. Il concetto di vita in quanto materia non mi trova d’accordo; la vita non è questo. Ho cominciato a sperimentare la presenza di “altro” dalla materia attraverso lo yoga, poi anni di arti marziali in una scuola non competitiva, tradizionale, e poi attraverso vari tipi di meditazione, comprese le danze sacre di Gurdjieff, il Kriya Yoga; e poi letture e incontri con situazioni non ordinarie, di cui gli IR4 sono solo una porzione. Sto tralasciando tutto quello che si trova già esposto nel mio curriculum, tra cui gli studi alchemici. Ciò che si esperisce nel non ordinario non si può spiegare a parole con chi non ha alcuna esperienza; ci si può intendere, a diversi livelli di profondità, con chi di esperienza ne ha un po’ in almeno uno di questi campi che ho elencato. Lì allora ci si intende in modo sostanziale. Non è per snobismo, è la regola dell’iniziazione. O si è dentro o si è fuori. Perché lei legge nelle mie parole che le persone dicono il falso? Io non ho mai detto questo. Mai. E le chiedo di riflettere: forse le prime persone che hanno avuto incontri con creature non ordinarie hanno detto che erano creature di altri pianeti? O l’hanno detto gli ufologi? Nel mondo scientifico, che si interessa con discrezione ma con molto impegno di questo fenomeno, l’idea non è affatto che queste creature vengano da altri pianeti. L’idea non è neanche che il “disco volante” che vediamo sia veramente tale, c’è un margine di dubbio sulle nostre percezioni, sia ottiche che legate alle trasformazioni che i sistemi recettoriali possono fare sulle immagini quando sottoposti a stimoli particolari. Certamente, se c’è qualcosa che non sopporto del mondo ufologico è proprio questa paradossale chiusura mentale media. Rende difficilissimo lo scambio di idee nuove. Tutti attaccati come cozze alle solite idee. Mai pronti a lanciarsi in speculazioni un po’ diverse. Mai sperimentali. Mai elastici. Una noia mortale, mi creda. Sì, gli autori degli incontri ravvicinati di quarto tipo sono gli stessi che ci fanno visualizzare il fenomeno Ufo, e che noi pensiamo utilizzino tale strumento per spostarsi, nel tempo e negli spazi possibili. Il che, ripeto, non significa affatto che vengano da altri pianeti né che volino oltre il nostro sistema solare. Lei dice: se il fenomeno abduction non è prodotto da esseri non terrestri, di che cosa stiamo parlando? E’ un’ottima domanda. Se gli ufologi se la fossero posta 15 anni fa, adesso non sarebbero in ritardo cronico sulla faccenda, oltre che inevitabilmente tagliati fuori da ogni informazione importante. I dati su cui baso le mie affermazioni provengono dagli incontri coi soggetti IR4, dai soggetti semplicemente sottoposti a interferenze mentali, dal confronto con la letteratura di Mack, dal confronto con le idee e i casi di Derrel Sims, dal confronto con scienziati che hanno avuto fenomeni non ordinari e dal fatto che sono una studiosa di molte cose fin dall’adolescenza, il che mi ha messo in grado di connettere, riflettendo a lungo, dei fili non così evidenti per tutti. Per me è sufficiente. Molti soggetti IR4, pur non lavorando con me, trovano nelle mie teorie il modo di riordinare le loro esperienze e di allargare la loro visione della cosa. Quindi sembra sufficiente anche per loro.

WM: Ci sono opinioni molte diverse dalle sue. Lei è membra del PARSEC: vuole spiegarci chi siete e cosa fate?

GdA: Sono in realtà il coordinatore di un piccolo gruppo di terapeuti qualificati legalmente, che molti anni fa ha sentito la necessità di formulare una prima proposta etica di lavoro sui soggetti IR4. Tutto qui. Le uniche persone che veramente lavorano nel campo e producono siamo io e Sims, e in pratica lo facciamo ognuno per conto suo, c’è l’Oceano in mezzo. Anche se, ovviamente, ci scambiamo le idee.

WM: Quanti casi di presunti addotti ha trattato?

GdA: Non certo a decine! Non ne faccio, non ne ho mai fatto, una questione di numeri. Non ho problemi di competizione! Questa questione di “quanti ne hai visti?” è un problema che nasce dal fatto che l’ufologia è un campo prettamente maschile, e i codici di lavoro sono quelli dell’agonismo. Io sono donna, e sono medico, con una conoscenza del funzionamento della psiche che non è così comune. Posso averne visto anche solo uno, ma da quello sono in grado di trarre moltissimo materiale. Ho avuto tre casi veramente clamorosi nelle manifestazioni, conosciuti di persona e con cui il rapporto si è protratto a lungo. Come sempre accade per le anomalie nel campo scientifico, pochi casi ben studiati e sovrapponibili fanno statistica valida per gli approcci successivi. Ovviamente la gente che ho visto è molta di più, e molti mi scrivono. Adesso distinguo piuttosto bene gli indizi che indicano le persone che hanno sicuramente dei fenomeni e quelle che invece hanno fenomeni di altro genere, o sono portatori di questioni personali. Si è fatto un grande pasticcio in quest’area, e va sottolineato che il fenomeno è rapidamente cambiato, nel corso degli ultimi anni. La maggior parte delle interferenze sono solo ed esclusivamente mentali. Non che questo sminuisca il problema. Ma molti arrivano dicendo – o mi scrivono – di vedere tante strane forme, ma dopo colloqui attenti si può arrivare a scoprire un quantitativo di problemi personali non risolti tali da inquinare il campo in modo troppo spiccato. Io non mi sento di mettere tutti nella stessa pentola, diciamo così. La persona che ha veramente fenomeni di IR4 ha una integrazione più che decente del suo passato conscio, e quello inconscio relativo a veri IR4 non lede mai così gravemente la sua vita. Naturalmente nella mia esperienza rientrano anche alcuni casi non miei. L’importante trovo che sia discuterne, far girare le idee. L’apporto sostanziale e rispettoso di alcuni scienziati, specialmente fisici o ingegneri, mi consente allargamenti delle teorie che da sola non potrei sperare di fare. E’ peculiare il fatto che, mettendo insieme studiosi di astronomia, fisica, ingegneria e teologia, ognuno di questi campi avesse attinenza con quanto mi era capitato di teorizzare lavorando solo il versante psichico. Ovviamente mi piacerebbe incontrare più persone con la fenomenologia IR4, ma non è un cruccio. Ho molto da fare, per la verità. E penso di aver capito abbastanza.

WM: Non è una questione di competizione ma di esperienza: un medico che osserva molti pazienti con la stessa patologia acquisisce una maggior esperienza rispetto a uno che ne vede pochi, tutto qui. Lei quindi afferma che la maggior parte delle interferenze sono esclusivamente mentali: ma certamente sa che esiste una discreta documentazione di segni fisici: come giudica la presenza di cicatrici, graffi, ecchimosi ecc. ecc sul corpo dei presunti addotti e su quali dati basa questa sua asserzione?

GdA: Un medico che osserva molte persone osserva anche molti pazienti, e l’osservazione è più acuta non se un medico vede cento persone con lo stesso problema, ma se vede tanti problemi diversi, e per lungo tempo, poiché la capacità di connettere le idee non deriva dalla ripetizione degli stessi percorsi, ma dai collegamenti che si fanno con altri percorsi. Perdoni se insisto con il fatto che la meccanicità, in generale, non mi trova consenziente. Non mi sono mai accontentata di andare controcorrente da una parte e di sprofondare nel conformismo da tutte le altre. Lo sviluppo di un buon medico, di un buon diagnosta, o di uno specialista prevederebbe anche un approfondimento della letteratura e dell’arte – si figuri un po’, altro che esperienza. E’ chiaro che avendo acquisito per moltissimi anni una pratica della comprensione dei meccanismi psicologici umani, la mia visione di certi fenomeni risenta di tutti questi anni di pratica, che non sembrano fare però curriculum per uno studio degli IR4. Strano, no? Per quanto riguarda i dati fisici, essi certamente esistono, non tutti gli IR4 infatti sono solo interferenze mentali. Tuttavia la maggioranza degli osservatori è concorde nel ritenere che tali segni fisici non siano più così numerosi come una volta, e tale cambiamento a mio parere è allarmante. Significa che queste forze aliene sottopongono più agevolmente le persone a stimoli virtuali, rispetto a un tempo.

WM: Secondo Lei chi sperimenta dei veri IR4 (definizione che alla luce dei racconti pubblicati in letteratura non mi sembra molto calzante dato che non si tratterebbe di “incontri” ma di “rapimenti contro la volontà dell’interessato”) non vede la sua vita lesa gravemente: non crede che se qualcuno si rivolge allo psichiatra è perché ha dei gravi problemi esistenziali a cui non riesce a far fronte da solo? In base a quali evidenze cliniche é in grado di discernere tra chi ha avuto dei “veri” IR4 e chi no?

GdA: Il fatto che gli IR4 avvengano contro la volontà dell’interessato è un lato veramente oscuro della questione. Se l’essere umano conduce la sua volontà nella direzione giusta in modo cosciente, questo non può avvenire. L’essere umano favorisce INVOLONTARIAMENTE l’incontro ravvicinato. Se Lei li studiasse da vicino, si renderebbe conto dell’enorme livello di ambivalenza che si instaura nei confronti di queste esperienze. Non credo affatto che tale ambivalenza derivi dalle proibizioni varie da parte delle forze aliene. Si può solo rafforzare una disposizione all’ambivalenza, non si può innestarla di colpo. I meccanismi con cui ciò avviene, presumibilmente nel corso della prima infanzia, meriterebbero una approfondita considerazione, molto più approfondita che lo studio degli episodi più o meno ricordati appartenenti alle epoche successive. Per quanto riguarda la lesione della vita normale, confermo che i livelli di integrazione e il livello morale ed etico delle persone che hanno veri IR4 è superiore alla norma. Un vero soggetto IR4, in virtù delle trasformazioni che subisce con l’andare e venire in spazi atemporali, perde il senso di separatività dagli altri esseri umani e dalle creature viventi in generale. Non lo troverà mai a sparare maldicenze e pettegolezzi, tanto per intenderci. Tuttavia, è vero che alcuni possono presentare delle lievi fobie, o una sindrome da stress post-traumatico. Possono avere anche disturbi più grossi, ma in tal caso però ci sono sempre problemi personali, esistenti al di là della fenomenologia IR4. Una persona che si rivolge a uno psichiatra può avere dei problemi gravi, ma anche no: può avere piuttosto delle domande a cui non sa rispondere. La Sua domanda nasconde la paura generale che chi tratta la mente sia il medico dei pazzi. Per fortuna non è così.Quanto alla domanda tra come faccio a discernere chi ha avuto IR4 e chi no, Le rispondo che lo capisco lavorando con loro. E’ il mio lavoro.

WM: Non ho certo detto che lo psichiatra è il medico dei pazzi, è Lei che ha affermato che chi ha esperienze di abduction “Non vede lesa la sua vita gravemente:” Sono pubbliche le testimonianze di persone che dicono esattamente il contrario. E poi scusi quali sarebbero i motivi che spingono i presunti addotti a chiedere il suo aiuto?

GdA: La stranezza delle immagini che ricevono. Vale per tutti, per chi è veramente un soggetto IR4 e per chi non lo è.

WM: E quali sono i fini del trattamento?

GdA: Sgombrare il campo dai problemi personali. Se gli IR4 sono reali, rimarranno lì; altrimenti, si troveranno altre spiegazioni.

WM: Quali spiegazioni per esempio?

GdA: Le rispondo cercando di non ledere una privacy. Se una persona sogna un bambino con tanti tubi attaccati e rinchiuso in un box di vetro, è chiaro che sogna se stesso. E’ chiaro anche che, a una visione superficiale, potrebbe fare comodo dire che è un ricordo di sé in una possibile situazione di rapimento – chiamiamolo così. Ma se poi si cerca di andare a vedere dove è finita la parte emozionale della persona, la sua capacità rigenerante, creativa – il bambino interiore - insomma, i primordi di ciò che rendono un essere umano una persona con possibilità di evoluzione, e troviamo che lì non c’è nulla, c’è un bambino spaventato che nella vita non sa che pesci pigliare perché non ha avuto nessuno a guidarlo, e che della sua vita ordinaria non sa che farne, ecco che la spiegazione diventa principalmente un grosso problema di sviluppo psicologico della persona, ed è a questo tema che vanno dedicati gli sforzi. E’ chiaro che in presenza di oggetti, rarissimi, e di eclatanti segni fisici, il compito di discriminare risulta più facile; ma Le assicuro anche che questi soggetti non sono affatto così complicati o infelici. Soli e perplessi, questo sì. Traumatizzati, a volte. Ma con intatte tutte le loro capacità, e dal trauma sanno uscire attraverso le doti creative, la valutazione di se stessi nella globalità, o con l’uso appropriato dei sentimenti, con un piccolo appoggio e non con un lungo lavoro analitico. Questo, per esempio, è un modo in cui posso comprendere se un soggetto ha IR4 o no. E’ un modo specialistico, mi rendo conto, ma non posso farmi carico anche di questo ..

WM: Può darci una definizione generica di queste persone dal punto di vista del medico psichiatra?

GdA: Quello del DSM IV, cioè del manuale di classificazione dei problemi psichici in uso in tutto il mondo: soggetti che, sottoposti a lavoro personale, risultano ben integrati, con un codice etico particolare, con una spiritualità spiccata, portatori di un fenomeno per ora ancora oggetto di approfondimento.

WM: E’ una comune asserzione tra i detrattori del fenomeno che queste persone siano malati mentali, schizofrenici, psicotici ecc, ecc: quali sono le evidenze cliniche che emergono della sua attività di terapista?

GdA: Le produzioni della mente, della psiche, sono le più svariate. Direi che la lunga esperienza come medico mi ha fornito gli elementi per discriminare chi sta male di suo e chi sta male perché gli accade qualcosa di anomalo. Ma questa capacità di discriminazione dovrebbe essere normale negli esseri umani, anche se in modo particolare in un medico. Non ritengo un soggetto IR4 più importante o più interessante di un reduce da torture, da violenza, di un bambino piccolo picchiato regolarmente, di una persona in lutto. Vorrei che fosse chiaro: non significa che per me ogni essere umano è simile a un altro, significa esattamente il contrario: ognuno ha una storia personale meritevole di essere raccontata e capita, poiché all’interno di ogni vita vi è un messaggio importante. Che si incontrino o no i Grigi, è un fatto marginale, visto in quest’ottica. Non è certo perché ci siamo accorti di tutta la gerarchia di forze aliene che le regole dell’Universo sono cambiate. Di solito chi generalizza non ha esperienza diretta. E spesso trovo anche abbastanza superfluo dover discutere con un generalizzatore del tutto privo anche di esperienza clinica.

WM: Il fatto che molte persone affermano che creature aliene le rapiscono per fare con loro quello che vogliono è una cosa ben diversa dal curare un reduce dalle guerra del Golfo: le eventuali implicazioni sarebbero molto più importanti, non crede?

GdA: Forse, se Lei avesse lavorato contro la tortura come ho fatto io, vedrebbe le cose in un altro modo. L’essere umano è la persona più pericolosa per l’essere umano, così come, nella media, il nostro nemico più vero di solito siamo noi stessi, soprattutto ciò che non conosciamo di noi stessi. L’origine oscura di questi Grigi che vediamo ora è una questione che accompagna l’umanità fin dalle origini. E’ quello che ci è stato tramandato in modo colpevolmente semplicistico come la lotta tra il Bene e il Male. La comprensione e il superamento di questo ostacolo che sta emergendo nei confronti della nostra specie NON E’ un evento a sé, svincolato dalle leggi del Cosmo. Come tutto ciò che ci circonda, ha un senso, e può essere superato se troviamo quel senso, valorizzando questioni che, come specie, abbiamo sottovalutato. A mio parere, l’essere umano ha delle peculiarità di forza e delle capacità di viaggiare al di là dello spazio-tempo molto pronunciate. E’ solo ignorante, pauroso, aggressivo, attaccato alla materia tanto da identificarsi con essa. Si rendesse ben conto di questo, terrebbe lontane queste forze aliene senza molto sforzo. Le implicazioni per l’umanità, quindi, sono le stesse che riguardano lo scollamento dalla realtà che viviamo tutti i giorni, l’immensa paura che ci porta a distruggere invece che a conoscere e proteggere. Da questo male oscuro entrano le forze oscure.

WM: Molti dati sul fenomeno abduction provengono dalle sedute di ipnosi praticate in America dai famosi e storici ricercatori come Budd Hopkins, David Jacobs, John Mack e Karla Turner: lei utilizza questo strumento per facilitare l’emersione del ricordo nei suoi pazienti? E qual’è la sua posizione nei riguardi dei limiti dell’ipnosi?

GdA: John Mack non usava l’ipnosi, ma la tecnica del respiro olotropico. La Turner lavorava con Sims e con la Bartholic, e usò raramente la classica ipnosi da film. Per me valgono le parole di Mack: i ricordi dei veri IR4 giacciono appena al di sotto della coscienza, non è necessario un lavoro così approfondito per farli emergere. Invece le particolareggiature sono di più difficile accesso. In questo caso però, insisto nel dire che, prima di usare l’ipnosi, è necessario conoscere a menadito il linguaggio psichico di una persona, altrimenti le immagini che scaturiscono dall’ipnosi possono appartenere a uno scenario non specifico e persino a elementi dell’inconscio collettivo, quando non, addirittura, all’inconscio dell’ipnotizzatore. Certamente, è accaduto che le persone che hanno portato più a fondo il loro lavoro per almeno un anno sono state anche in grado di particolareggiare i ricordi tramite l’ipnosi. Ma l’emersione deve avvenire principalmente e in modo massiccio spontaneamente. Non si deve MAI fare emergere un contenuto che la psiche della persona non è in grado di accogliere. Per quanto riguarda i limiti dell’ipnosi, mi attengo a quanto dice lo specialista del gruppo, il dottor Cigada, che è un medico valentissimo, vicepresidente della più grossa scuola di ipnosi in Italia, e uomo di grande cultura. L’ipnosi non sembra essere la tecnica di elezione. Del resto, due filosofi e un pittore non possono ridisegnare l’uso dell’ipnosi ed essere credibili. Soprattutto se non appartengono a una cultura europea, più incline ad approfondire e a fidarsi meno dei tecnicismi di qualunque natura.

WM: Forse l’ipnosi non è la tecnica di elezione, forse non ci si può basare “solo” sull’ipnosi ma un suo ruolo lo ha certamente avuto in passato e certamente ne avrà ancora in futuro: non è grazie alla prima ipnosi effettuata dal dott. Simon se è venuta fuori per la prima volta la storia di Barney e Betty Hill? Aggiungo che personalmente ho una grande stima per il pittore a cui lei si riferisce…

GdA: Certo, entra nella storia a buon diritto, l’ipnosi. Ma forse era l’ipnologo a essere di valore e non la tecnica. Non lo sappiamo. Nessuno l’ha conosciuto. Ci siamo fermati ai racconti e a quello che ci sembrava più facile concludere. Per quanto riguarda Hopkins, non l’ho mai incontrato, quindi non posso onestamente dire con quali intenzioni lavori. Non ridisegna l’uso dell’ipnosi in ogni caso, porta alle conferenze casi già stra-smontati anche dagli ufologi nostrani (come quello di Linda Cortile) e ogni tanto toppa clamorosamente nel valutare le persone e deve metterci una pezza. Non lo conosco, ma i dati non sono confortanti, benché ciò che dice sembri dettato da vero interesse per la questione più che dai soldi che ci ricava.

WM: Il caso Linda Cortile smontato? E da chi scusi? A me risulta che questo sia l’unico caso di abduction con documentate testimonianze attendibili da parte di terzi, tra cui due poliziotti di New York e il noto politico Perez De Quellar. Fare ricerca sul campo, qualunque esso sia, ha sempre un costo. Ma lasciamo stare Budd Hopkins che mi sembra non goda delle sue simpatie: condivide almeno le teorie di John Mack e quelle di Karla Turner?

GdA: Sì, con due riserve: che Mack si guardò bene dall’esporre le sue teorie sul lato oscuro degli IR4, perché non si ritenne in grado di gestirli; e che la Turner rimase troppo spaventata dai fenomeni per poterli padroneggiare e vederli anche in un’altra luce. In pratica, Mack e la Turner si piazzarono ai due punti opposti dell’osservazione del fenomeno, e nessuno dei due è arrivato a una sintesi. Io non intendo farmi “fregare” in questo modo. Tuttavia desidero aggiungere che, nonostante la drammaticità del suo vissuto, la Turner è stata l’unica a raccogliere materiale che può essere usato anche da un punto di vista clinico in modo valido, proponendo sia l’ipotesi fisica che parafisica delle abduction. Vorrei raccontare altre cose di lei, ma è prematuro. E’ in assoluto il ricercatore nel campo che più stimo, e non a caso era … una donna. Il nostro modo di procedere è differente, per natura.

WM: Quoto quanto da lei affermato sulla dottoressa Turner. Ma insomma qual’è secondo Lei una possibile spiegazione del fenomeno UFO abduction? Mi sembra di aver capito che per Lei gli Alieni non c'entrano proprio nulla....

GdA: E’ correlata all’evoluzione spirituale del Cosmo in cui siamo immersi, e quindi anche alla nostra. Lo scontro con il Male che è capace di creare, esattamente o quasi come l’Ente Creatore, come la Realtà Unica, è uno scontro storico. Dobbiamo cominciare a rassegnarci a raccogliere gli elementi per gestirlo, e non per esserne gestiti.

WM: Cosa pensa delle cosiddette "screen memories" della cui esistenza parlò per prima la compianta dottoressa Turner?

GdA: C’è poco da pensare. Rappresentano la maggior parte delle immagini della fenomenologia. “Cloni” compresi.

WM: Intende dire che la maggior parte di quanto è riferito dai testimoni è falso, cioè non corrispondente alla realtà dei fatti veramente vissuti? Quale sarebbe allora secondo lei l’evento reale mascherato dagli “schermi” e come si potrebbe andare “oltre lo schermo?”

GdA: Continuo, mi scusi, a essere perplessa sull’uso della parola “falso” che Lei cita in continuazione. Magari è solo un problema semantico. Per me “falso” implica un desiderio di ingannare l’altro. Allora, i racconti non sono “falsi” in questo senso, no. I testimoni riferiscono quello che possono. Siamo noi che dobbiamo guardare oltre. L’evento, per come posso disegnarlo ora, con quello che mi sembra di aver capito, implica il riconoscimento di una parte costituzionale dell’essere umano che comunemente viene chiamato “corpo astrale”. Questo corpo astrale ha una serie di funzioni, tra cui quella di dare la forma al corpo fisico. Anche le piante hanno un corpo astrale, molto elementare. Una pianta cresce dritta se il corpo astrale che la circonda lo consente, tanto per capirci. Una persona mutilata continua ad avere sensazioni all’arto mancante perché quella parte del corpo astrale esiste ancora. Il corpo astrale si modifica sotto la spinta dei bisogni e dei desideri della persona, e dopo la morte fisica rappresenta un piano su cui vengono visualizzati, in forma che oggi chiameremmo virtuale, avvenimenti cruciali per l’evoluzione personale. Del corpo astrale non siamo coscienti, normalmente, quindi è un veicolo che può essere parzialmente sottratto. E’ un veicolo con un’ “impronta”, perciò impossessarsi di una parte di esso significa poter replicare la forma fisica di una persona. Ciò può essere usato da alcune specie che hanno grossa difficoltà a prendere forma nel mondo fisico, come i rettiliani, per esempio. Questo consente loro di vivere porzioni di vita nella materia, con un veicolo materiale - che rimane coeso per poco tempo. Spiegazione laterale è che le immagini di seduzione sessuale e di replicanti di sé sono elementi che distraggono fortemente la persona da quello che sta accadendo. Di questo aveva sospetto anche la Turner. E quello che sta accadendo è che, attraverso l’utilizzo dei veicoli più sottili dell’essere umano, qualche balordo di altre dimensioni cerca di avere un ciclo evolutivo simile al nostro. Ma non ci riesce, ovviamente. Un corpo astrale non basta.

WM: Allora diciamo che i testimoni riferiscono in buona fede quello che è stato da loro visto, ascoltato o percepito con i loro corpi e che ciò non è necessariamente una versione fedele di quello che è loro accaduto. Il problema nasce quando si tratta di decidere qual’è il fatto vero che è nascosto dietro gli schermi, allora tutto diventa una questione di punto di vista: é possibile che dal suo punto di vista di neuropsichiatra e psicoterapeuta un maldestro ipnotizzatore in realtà ipnotizzi una memoria schermo?

GdA: Sims afferma di sì. Lui ritiene che i livelli di memoria siano addirittura sette. Essendo un americano, si fida dell’aspetto tecnologico, diciamo così, e usa livelli di focalizzazione dell’attenzione per by-passare i condizionamenti. Io sono europea e uso tecniche di approfondimento che richiedono un pensiero introverso per molto tempo. Lo scopo è lo stesso.

WM: Quali sono secondo lei le direttrici che dovrà seguire la ricerca in questo campo nel prossimo futuro?

GdA: Le direttrici sono sicuramente due: l’abbattimento delle barriere di competizione tra i ricercatori, con valorizzazione delle peculiarità positive di ognuno – direttrice per la quale speriamo non ci vogliano duecento anni di attesa… lo sviluppo di collaborazione con ricercatori di campi differenti, comprese le scuole spirituali più avanzate, lo studio dei testi sacri, oltre che della fisica e dei rami collaterali e in contatto con quest’ultima.

WM: Perfettamente d'accordo con Lei..... Grazie dottoressa e buon lavoro.

GdA: Grazie a Lei. Le domande sono per me uno stimolo sempre nuovo per pensare “oltre”.


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INTERVISTA A BUDD HOPKINS



di Deborah Lindemann Ph.D. c.h.p.
Traduzione a cura di rapimentialieni.org


Deborah Lindemann (DL): La maggior parte dei casi che sono giunti alla tua attenzione riguardano persone molto traumatizzate, terrorizzate, e che non sanno che cosa sta loro succedendo.

Budd Hopkins (BH): o perlomeno confuse.

DL: Prenderesti in considerazione la possibilità che esistano anche altri tipi di contatti che possono essere più benevoli o persino positivi, diversi tipi di esperienze rispetto ai casi traumatici di cui ti occupi di solito?

BH: Prima di tutto in questo caso devo tenere aperte tutte le possibilità. Uno scettico presente in un programma in cui ero invitato una volta disse:“Non può essere così, non puoi mischiare le cose, loro non farebbero così e non apparirebbero in questo modo…” e io risposi:“Tu ti definisci uno scettico, hai un sistema di credenze molto rigido. Non ho alcuna intenzione di negare la possibilità che una qualsiasi delle cose in cui tu dici di credere possa accadere veramente.”Per questo motivo mi guardo bene dal dire no a qualsiasi altro tipo di situazione o di contatto. Ricordo che una volta ebbi a che fare con un ricercatore che disse:“Ci sono tutte queste meravigliose creature buone che stanno arricchendo la vita di ognuno di noi” e via di seguito. E aggiunse:“Loro sono invisibili e voi potete solo avvertire la loro presenza e la loro interazione. Quelli che riesci a sentire sono quelli che fanno le cose cattive.” Bene credo che se non puoi sentirle e non sei in grado di…….allora non c’è molto da fare a proposito. Il punto di partenza sta nel fatto che ho sempre affermato fin dall’inizio che non siamo in grado di dire che si tratta di diavoli che cercano di danneggiarci o di farci del male o che sono entità buone che cercano di aiutarci. Non c’è nessuna prova che la cosa sia così semplice in un modo o nell’altro. E inoltre sento che molti addotti dopo queste esperienze si sentono arricchiti, elevati, espansi ecc. ecc. Direi che per certi aspetti la maggior parte si è elevata. L’analogia che vorrei fare in proposito è questa: se tu prendi due ragazzi giovani, due amici, e uno di loro è andato a combattere in Vietnam dove ha vissuto ogni tipo di orrore, di terrore e di incredibile eroismo, ritornerà a casa una persona più grande rispetto al giovane che è rimasto a casa a lavorare nel grande magazzino della sua città. Io credo che si possa verificare una espansione delle capacità psichiche e delle risorse umane che possono in teoria provenire da un simile meccanismo. Io non lo attribuisco agli alieni ma piuttosto allo spirito umano.

DL: A come gli umani reagiscono?

BH: Esattamente. E’ l’eterno spirito umano che si manifesta e che in qualche modo trionfa contro le avversità.

DL: Potresti anche usare l’analogia con il modo in cui le persone si uniscono tra loro e diventano più forti quando affrontano insieme dei disastri naturali. In questi caso le persone riescono a trovare più forza in loro stessi.

BH: Assolutamente si. Ora la cosa interessante di tutto ciò è che sorgono sempre nuovi interrogativi. Faccio spesso agli addotti questa domanda:“Puoi immaginarti senza aver avuto queste esperienze?” oppure “Sapendo quello che ora provi desideri nel tuo profondo che queste esperienze non siano mai avvenute?” Sono poche le persone che rispondono “Si” cioè che desiderano che non siano mai avvenute. Ma ci sono molti altri che dicono: “Non riesco ad immaginarmi senza aver avuto queste esperienze” proprio come potrebbe dire un veterano del Vietnam.

DL: In altre parole “Sono fatto così.”

BH: Fa parte della gamma di esperienze formative che mi hanno portato ad essere chi sono nella vita. Loro spesso suggeriscono che non è che loro odiano ogni secondo della loro esistenza ma tuttavia la seconda domanda da porre è: “Vorresti che tuo figlio passasse quello che stai passando tu?” Non ho mai incontrato qualcuno che abbia risposto “Si” a questa domanda. Sembra quindi che gli alieni continuano implacabilmente ad andare per la loro strada cercando di tenere calme le persone e cercando di disgregare il meno possibile le loro vite. Quando mi chiedono se queste sono esperienze negative o positive per questa o per quella persona devo rispondere che si tratta di una miscela molto complicata. Questo è uno degli esempi che sono solito fare, di un uomo con cui ho lavorato mediante l’ipnosi. Durante la sessione di ipnosi nella prima parte della sua esperienza ricorda che stava tornando a casa e un Ufo passò sopra la sua testa. Durante la sessione cominciò a provare una sensazione di estremo disagio e tutto ad un tratto appaiono queste tre figure. Spuntarono fuori da dietro una siepe. L’uomo era incredibilmente pallido per lo spavento e la scena era così vivida in ipnosi che egli si tirò veramente fuori dall’ipnosi da solo. Ho dovuto calmarlo e rassicurarlo che stava solo in ipnosi. Dopo appena pochi secondi disse:“E’ tutto a posto, sto bene, è solo un sogno, si, si tratta soltanto di un sogno, questo non sta avvenendo veramente.” Penso che a lui sia stato detto così. E all’improvviso era diventato il “signor Calma.” C’era stata una svolta di 180 gradi. Successivamente nel corso della sessione diventa molto eccitato e dice: “Posso vedere il tetto della casa della famiglia Greek oltre la strada. Posso vedere le foglie nella grondaia.” Era eccitato quasi come un bambino al luna park.

DL: E poi che succede?

BH: Beh, poi si ritrova su un tavolo e accadono alcune cose molto dolorose. In questo modo se cerchi di tracciare le cose positive e quelle negative ti ritrovi di fronte a questa complessa mistura. Gli sforzi che la gente fa per semplificare…. noi abbiamo un estremo bisogno di credere che in fondo tutto stia andando meravigliosamente bene.

DL: Perché quando cerchiamo di spiegare l’inspiegabile ci troviamo a disagio se non abbiamo risposte e non riusciamo a capire.

BH: Esattamente.

DL: A questo punto vorrei partire cominciando a chiedere qual è la tua opinione sui casi di persone che riferiscono incontri che sembrano coinvolgere i militari oppure personale di tipo governativo. Non ti ho mai sentito parlare di tuoi casi che comprendono aspetti militari. Non ne hai mai incontrati?

BH: Ho avuto alcuni casi dove erano presenti alcune figure dall’aspetto militare o di simili a questo tipo ma in questo caso ci sono molte problematiche da affrontare. Per esempio un uomo con il quale ho lavorato si ritrovò in una nave. Sembrava che a lavorare con uno degli alieni ci fosse un soldato in uniforme che aveva una fascia al braccio con la scritta MP. E allora l’uomo si domanda: “Perché dovrebbero gli alieni portare a bordo una persona in uniforme con abiti così facilmente identificabili? Non sembra una cosa giusta, io non ci credo.” A questo punto la figura cambia aspetto e ora ha una uniforme da nazista con la fascia nazista al braccio. Dunque si trova di fronte a immagini che sono state inserite nella sua testa. Queste potrebbero essere immagini che, e questa è una mia congettura, sono prese dalla sua stessa memoria perché sono utili allo scopo. Perciò dobbiamo affrontare un problema di questo tipo ed è uno dei più grossi. Abbiamo anche il problema che ci possono essere militari addotti come chiunque altro. In questo modo potete ritrovare a bordo di una nave un poliziotto, un autista di autobus e un tenente colonnello. Ecco allora un altro problema. E poi esiste l’idea che ci siano forme di vita ibride che lavorano con gli alieni e che indossano diversi tipi di uniforme ed ecco allora che diventa molto complicato poter fare una distinzione. Non ho mai sentito ancora qualcuno presentare alcuna prova convincente che suggerisce una cooperazione governativa con gli alieni né sono mai riuscito ad immaginarmi alcun valido motivo per cui debba accadere una cosa del genere. Da un punto di vista umano non ha alcun senso. Perché dovremmo comportarci così? La solita storia che noi usiamo la loro tecnologia. Ma il fatto è che quando abbiamo avuto la guerra del Golfo, per esempio, se c’era un momento per far uso della tecnologia aliena quello sarebbe stato il momento giusto e non sembra che sia avvenuto qualcosa del genere. Intendo dire che anche i nostri avanzati missili Patriot non lavoravano certo in quel modo. Quando esposi questi argomenti a una signora e le chiesi perché i militari non usano tecnologie così avanzate lei mi rispose: “Perché se le conservano.” E io: “Per che cosa?” Per questo non mi sembra che questa storia possa essere definita prova di alcun ché. D’altra parte ho avuto a che fare con un certo numero di casi in cui le persone descrivono di trovarsi in navi extraterrestri vestite con una specie di uniforme blu fatta tutta di un pezzo simile a quella degli alieni. Questo fatto venne fuori nel caso di Linda Cortile di cui ho scritto nel mio libro “Witnessed.” Queste persone raccontano di operare come se fossero sotto una specie di controllo come degli alieni.

DL: Sembrano rivestire il ruolo di aiutanti o di collaboratori.

BH: Esattamente. Uno di questi casi di cui mi sono interessato fu quello di una donna che si alzò la mattina con il vago ricordo di un evento avvenuto la notte prima. Andò al lavoro e qualcuno fece scattare in lei il ricordo. Un uomo si era ferito e descriveva come si era tagliato la mano e che era andato al Pronto Soccorso dove era stato messo su un lettino. E lei all’improvviso ebbe un flash-back di essere stata la notte precedente su una nave. Ricordò di fissare negli occhi qualcuno che stava su un tavolo e se ricordo bene disse di indossare una specie di uniforme blu. Lei stava fissando negli occhi quel uomo per calmarlo…”Tu sei Ok, non ti sarà fatto del male..” e tutto questo avveniva telepaticamente. A un certo punto raccontò che qualcosa le passò per la mente e pensò: “Questo uomo sembra molto spaventato. Ma cosa è questo, che cosa sto facendo qui, perché lo sto facendo?” Aggiunse che il suo sguardo scese lungo il suo corpo e vide una specie di mano grigia avvicinarsi e fare qualcosa. Era smarrita e trasalì. Tutto ad un tratto ….boom!…i suoi occhi furono agganciati da quelli della creatura che stava vicino a lei e sentì il pensiero: “Tu fissalo e calmalo.” Questo fu l’ultimo flash back cosciente che ebbe. Ma naturalmente guardate la cosa dal punto di vista dell’uomo che stava sul tavolo potete immaginare che lui dovrebbe aver pensato che lì sopra c’erano anche normali persone umane. Quello che voglio dire è che le evidenze sono così difficili da valutare che ho persino coniato un termine “cooptazione aliena.” Mi sono imbattuto per la prima volta in questo fenomeno nel caso di Linda Cortile e da allora ne ho osservati molti altri. Questo succede quando la persone è cooptata ed è usata: dal punto di vista dell’addotto e degli altri addotti si genera grande confusione. Ci sono umani qui, che succede?

DL: Insomma stai dicendo che in questo caso ci sono molte diverse possibilità. La prima è che la memoria degli addotti può essere utilizzata semplicemente per impiantarvi memorie schermo di uniformi familiari. La seconda è quella di addotti che sono militari delle forze armate. La terza possibilità è che si tratta di creature ibride coinvolte nei rapimenti che potrebbero indossare alcuni tipi di uniforme e la quarta possibilità è che gli addotti possono vedere altri addotti che lavorano nella “cooptazione aliena” che hai appena descritto, forse vestiti con alcune specifiche uniformi. E ovviamente esiste la quinta possibilità e cioè che nessuna delle precedenti sia quella giusta.

BH: Non sembrano esserci prove convincenti che esista una collaborazione del governo con gli alieni. Si potrebbe ipotizzare che se esistesse una branca del governo che stesse facendo quello che dovrebbe fare, cioè proteggere il paese, potrebbe di tanto in tanto cercare di scoprire tutto quello che possono scoprire lavorando con gli addotti. Per esempio ho un caso del genere con Debbie Jordan. Sembrerebbe che lei sia stata addotta dai militari forse per rimuovere un impianto e per certi altri motivi.

DL: Forse per esaminarla.

BH: Si. Non mi sorprenderebbe se ciò avvenisse. Ma si tratta di una cosa diversa, cioè il governo contro gli alieni e non il governo con gli alieni.

DL: Tu stai dicendo che in questo caso il loro sarebbe un interesse secondario.

BH: Giusto. Loro non sono alleati. In un certo senso ognuna delle due parti sta cercando di scoprire tutto il possibile sull’altra. Questo non mi sorprenderebbe.

DL: E questo ovviamente provocherebbe molta confusione della mente delle persone. In qualche caso gli addotti potrebbero fondere i ricordi in realtà separati dell’osservazione governativa con i rapimenti alieni in una specie di progetto unico o di una singola esperienza.

BH: Io sono una di quelle persone che ha ben poca pazienza per lo “stato mentale militare”come per esempio il modo di proteggere la democrazia spazzando via un edificio e uccidere una massa di persone innocenti. Sono convinto che il governo siamo noi. Io non guardo al governo come a “loro.” Non mi importa se abbiamo a che fare con il dipartimento di polizia locale, con un maggiore o con un senatore o con la C.I.A. In un certo senso siamo sempre noi. Perciò il governo è costituito delle diverse morali e dai diversi modi di fare le cose. In qualche modo se il governo non ci piace tendiamo a collegare il governo con gli alieni che non ci piacciono allo stesso modo.

DL: E’interessante ricordare il tuo background personale e come hai cominciato a interessarti di questa ricerca. Sembra che nel 1964 tu hai avuto un avvistamento e da questo episodio è partito tutto. Prima di questo avvenimento non avevi avuto alcuna esperienza e nessun particolare interesse nella materia.

BH: Esatto, proprio niente prima del 1964. Io sono un artista. Non avevo alcun interesse nell’argomento Ufo e non conoscevo nemmeno nessuno che lo avesse. Ero stato sposato con la mia precedente moglie per otto anni prima di fare insieme a lei e a una terza persona questo avvistamento. Né io né lei avevamo mai avuto ricordi del genere prima di allora. Vedemmo alla luce del giorno, nel 1964, un oggetto volante metallico. Non voglio entrare molto nei particolari perché ho raccontato questa storia così tante volte ma posso dire che successe a Capo Cod e veramente catturò la mia attenzione. E’una cosa molto interessante perché quando lo raccontai a mio padre che aveva fatto la I e la II guerra mondiale lui mi disse: “Dovresti comunicarlo all’ Aeronautica Militare” e a quel epoca avevo letto un poco sull’argomento degli Ufo in quanto erano trascorsi parecchi mesi dall’episodio. Mio padre continuava a fare pressione su di me per denunciare l’avvistamento cosicché alla fine gli dissi che avrei scritto una lettera per vedere che tipo di risposta avrei avuto. Scrissi la lettera praticamente un anno dopo. Ricevetti la patata bollente della lettera dall’ Aeronautica che diceva: “L’Air Force ha il compito di indagare su questa materia ma sfortunatamente, siccome lei non l’ha comunicata in tempo utile, non c’è niente che possiamo fare in proposito.” E l’ultima frase della lettera era: “Tuttavia l’Air Force chiede che nel caso in cui lei abbia un altro avvistamento o un'altra esperienza che la riferisca immediatamente alla più vicina istallazione militare.” Ma, pensai, aspetta un attimo: se io fossi una vecchietta che scrive al dipartimento di polizia di aver sentito un fragore nella soffitta l’ultima cosa che direbbero è: “Appena c’è un altro rumore nella soffitta ci chiami.” L’unica ragione per cui l’Air Force diceva una cosa del genere era perché c’era qualcosa o qualcuno che vuole queste segnalazioni. E ciò mi interessava molto. Quello che successe in sostanza è che cominciai a informarmi sull’argomento.

DL: E’interessante ascoltare la tua storia perché c’è una miriade di ricercatori che pensano che tu non puoi aver avuto un solo avvistamento ma che questo avvistamento rappresenta solo la punta dell’iceberg e che dietro a un incontro Ufo o a un episodio c’è una vita di esperienze inconsapevoli di abduction. Tu sei fermamente convinto che nel tuo caso si tratta di un unico avvistamento e che ti trovavi solamente al posto giusto al momento giusto.

BH: oh certo.

DL: e che non c’è alcuna storia di insoliti incontri o di altri tipi di esperienze nella tua famiglia?

BH: No, nessuna storia. Io veramente penso che esistano avvistamenti unici. La gente vede continuamente gli Ufo. Non credo che tutti quelli che fanno avvistamenti Ufo siano addotti. Penso che molte persone hanno semplicemente visto un Ufo che era in procinto di andarsene da qualche altra parte.

DL: Sentiamo molti casi di racconti di donne che riferiscono della scomparsa di feti. Una delle cose più difficili da fare è quella di documentare questi casi. Esistono chiaramente molte spiegazioni scientifiche e mediche per la scomparsa di un feto. In alcuni casi nel corso delle prime fasi della gravidanza il feto può essere riassorbito dal corpo della madre. Ma altre donne riferiscono di situazioni molto più sospette. Sei mai stato vicino a poter documentare questi fatti procurandoti le cartelle cliniche o le testimonianze dei medici, prove che potrebbero far verificare che c’era la presenza di un chiaro battito cardiaco fetale per parecchi mesi e poi nessuna spiegazione medica per la perdita del feto? Storie simili continuano a circolare e tuttavia produrre delle prove sembra essere molto difficile.

BH: Esiste un ceto numero di casi simili ma il problema è questo: perché prima c’è un feto e dopo poco non c’è alcun feto questo non prova che gli alieni hanno preso il feto. Ora sono state avanzate molte ipotesi per cui ci sono due feti e poi all’improvviso nasce un solo bambino. La teoria medica è che uno è stato riassorbito. Ora, nessuno ha mai trovato un feto semiriassorbito o qualcosa del genere in una autopsia. Si tratta solo di una teoria ipotizzata dalla classe medica. Per esempio ho un caso in cui una donna si è accorta che il suo feto è scomparso al settimo mese, cioè molto avanti. Si trattava di un feto proprio singolare. Una sera lei andò a letto e la mattina successiva si alzò e …..nessun bambino. Era tutto scomparso. Andò allora dal medico e questo disse che non c’era più alcun feto. Non aveva alcuna idea di che cosa fosse successo. Alla fine la donna denunciò il medico per aver commesso un errore cosicché ci fu una sentenza e quello che fu stabilito fu che lei era incinta e poi non lo era più.

DL: Hai mai potuto parlare a quel medico?

BH: No. Il medico non voleva parlare di questo fatto perché era sotto processo ma c’è un verdetto di una corte e proprio questo è il punto. Lei perse la causa perché non poteva provare che il medico aveva fatto qualcosa di sbagliato per cui il giudice le disse qualcosa del genere: “Bene, lei aveva il bambino e poi non lo aveva più: ma può provare che il medico ha la colpa di quello che è successo?" Abbiamo molti casi che ti lasciano in questo stato ma concludere che sono stati gli alieni a prendere il bambino questo è il difficile.

DL: Era quello che stava cercando di scoprire?

BH: No, non lo sapeva allora. Il punto è che l’idea della gravidanza scomparsa è molto comune ma un medico dirà: “E’successo qualcosa, è stato assorbito.” Ho avuto a che fare con una signora che perse il suo bebè a cinque mesi e si trattava di un’ostetrica. Incominciò a perdere sangue per un aborto spontaneo. Il medico le chiese di recarsi subito all’ospedale e di conservare il tessuto, cosa che lei fece. Il medico allora le disse che non si trattava di tessuto fetale e che doveva averlo perso. Lei replicò: “Certo che no, io sono un’ostetrica.” Ebbero una discussione in proposito. Questo è il punto dove c’é il problema: non che non ci sono casi documentati di gravidanze che scompaiono ma come spiegare questa scomparsa? Questo è il problema.

DL: Questa cosa deve confondere gli ostetrici.

BH: Certamente. Sappiamo che gli ostetrici hanno un’altra percentuale di denuncie per la loro professione. Perciò se un bambino scompare, un fatto di primaria importanza per una madre come puoi ben immaginare, il medico potrà dire soltanto “Potrebbe essere stato questo, potrebbe essere stato quest'altro.”

DL: Hai considerato la possibilità che la presenza di visitatori non sia una cosa nuova ma che avviene da moltissimo tempo? Alcuni storici come Zecharia Sitchin hanno ipotizzato che gli extraterrestri sono alla base della nostra origine e che potrebbero averci creato sia geneticamente che storicamente. Cosa ne pensi?

BH: Bene, questa é una domanda a cui è molto difficile rispondere perché non possiamo accedere ad alcuna delle prove di cui abbiamo bisogno prelevandola dal passato. Ovviamente non si può fare delle domande a qualcuno del 1790. Per quanto mi riguarda ci sono sufficienti evidenze nelle memorie storiche per poter ipotizzare che ci siano stati avvistamenti ufo nel nostro passato remoto. Per esempio gli avvistamenti di Nuremberg del XIV secolo. Esistono molti resoconti di antichi avvistamenti e di descrizioni che somigliano ai moderni casi ufologici. Ma non ho molta fiducia francamente in alcune sovra-interpretazioni dei documenti più antichi.

DL: Pensi che esistano troppi diversi modi di interpretazione di questi scritti e di queste esperienze.

BH: Io penso che si tratta in un certo senso di una cosa poco rilevante perché noi non possiamo saperlo. Si possono elaborare delle teorie ma io non sono mai stato uno eccessivamente speculativo.

DL: Perciò tu sei una persona con i piedi per terra?

BH: Esattamente. Io sono proprio una persona che viene dal Missouri. Così quando si parla dell'idea di antichi astronauti o forse che le abduction stanno avvenendo da lunghissimo tempo io questo veramente non lo so. Penso che le prove che le abduction avvengono da molto tempo siano deboli. Ma questo non significa che non è vero.

DL: Qual è la tua opinione sul fatto che sembra che le forme e lo scenario delle abductions stia cambiando nel corso degli anni?

BH: Io non credo che gli aspetti fondamentali siano molto cambiati. Penso che è cambiata la conoscenza che noi abbiamo di loro. Io credo che quello che ultimamente sta cambiando è che qualsiasi cosa loro stiano facendo lo fanno in una maniera leggermente meno nascosta. La cancellazione o la soppressione del ricordo che rappresenta, per quanto mi riguarda, un vero e proprio inganno, è secondo il mio punto di vista ciò che fa condannare l'intera vicenda. Io voglio sapere che cosa mi sta succedendo. Non voglio che qualcuno mi dica che quello che fa è per il mio bene.

DL: Quindi tu pensi che la soppressione del ricordo da parte loro è sicuramente un atto sinistro oppure che c'è anche la possibilità che tu possa interpretare la loro segretezza come un modo per aver cura e per proteggere dal terrore l’addotto?

BH: Questa spiegazione può far parte del fenomeno ma non funziona. Ci sono persone che soffrono della sindrome da stress post traumatico ma che non ricordano affatto qual è stato il trauma che l’ha causata. E ciò provoca un sacco di altri problemi. Queste creature potrebbero agire in questo modo a quel fine ma chi può saperlo? Il punto è che per quanto mi riguarda si tratta di un atto di puro inganno per nascondere alle persone quello che stanno veramente facendo a loro, per dare a loro false immagini, per nascondere quello che sta veramente succedendo. La maggior parte degli addotti mi dice:"Se si fossero presentati davanti alla porta della mia casa, si fossero seduti e mi avessero raccontato quello di cui hanno bisogno e quali sono i loro problemi e mi avessero chiesto il permesso io sarei stato il primo a dire, bene! Ma non mi paralizzate e non cancellate i miei ricordi."

DL: Quindi tu pensi che gli incontri stiano cambiando da questo punto di vista?

BH: Io penso che loro fanno molta meno attenzione nel nascondere le loro tracce. Si comportano da viscidi. Tutto sembra piuttosto viscido. Non voglio dire necessariamente che sono più aggressivi. Noi tendiamo a pensare che queste creature siano così evolute dal punto di vista tecnologico che non possano commettere degli errori. Io penso invece che loro siano molto più simili alle creature umane e che anche loro commettono degli errori.

DL: Ovviamente esiste un gap enorme tra quello che noi conosciamo di loro e quello che loro sanno di noi.

BH: Esattamente. Non c'è dubbio. Da questo punto di vista siamo diversi.

DL: Qual è la tua opinione sulla realtà delle abduction non fisiche, le cosiddette “Out of body abductions” o OBE come quelle vissute da addotti come Betty Andreasson Luca? Oppure pensi che tutte le abduction siano solo fisiche?

BH: No, non credo che tutte le abduction siano fisiche perché giocare con la mente fa ovviamente parte del fenomeno. Non necessariamente bisogna prendere il corpo per poter giocare con la mente. Per questo io penso che ci siano molti tipi diversi di esperienze che possano essere eseguite senza rimuovere veramente qualcuno dalla sua automobile o dal cortile di casa sua. Tuttavia molte volte ho avuto a che fare con individui che descrivevano le loro esperienze come OBE e quando facevamo la seduta di ipnosi repressiva raccontavano di fluttuare attraverso il soffitto della stanza, cioè una tipica OBE. Ma quando poi li facevo guardare in basso verso il loro letto mi dicevano che sul letto non c'era nessuno.

DL: Quindi la tua interpretazione è che la loro abduction avveniva sotto forma di OBE?

BH: Per avere un OBE è necessario che qualcuno si trovi contemporaneamente in due posti cioè che guardando verso il basso veda se stesso. Questa è una OBE. Se tu guardi giù e non vedi te stesso allora non lo è. Così molte volte quello che veramente accade invece di un “esperienza fuori dal corpo” è che si tratta di un "esperienza fuori di casa."

DL: Ma tu pensi veramente che esistono due tipi di abduction o di contratto di cui una fisica e una non fisica. Una delle aree di cui io mi sono particolarmente interessata è lo stato onirico. Dobbiamo dare uno sguardo a quanti tipi di contatti ci possono essere, ma non nel senso di una abduction fisica, ma senza dubbio la possibilità di un'esperienza di contatto che avviene dall'interno dei nostri sogni. In questo scenario forse la persona riceve informazioni, o le vengono date informazioni, perché è più facile accedere in questo stato alla nostra mente.

BH: Si, penso che sia proprio così. Penso che cose del genere possano succedere. Il punto focale di questo fenomeno è davvero basato sulla creazione di questa razza ibrida da cui deriva la necessità per loro di imparare da noi come pensiamo e come reagiamo emotivamente. In un certo senso si può dire che c'è una raccolta di informazioni prese da noi per informare le loro creature ibride. Per questo penso che questo sia un aspetto importante dell'intera questione.

DL: Parlando in senso generale se tu dovessi esprimere la tua opinione complessiva sul modo in cui i bambini reagiscono alle loro esperienze, diresti che i bambini sembrano più spaventati, neutrali o positivi rispetto a queste esperienze, oppure trovi piuttosto che si tratta di una mescolanza di tutte e tre le possibili reazioni?

BH: Bene, penso che si tratti piuttosto di una mescolanza. Una mescolanza che può riguardare anche lo stesso bambino. Ho un caso di una bambina che aveva due o due anni mezzo. La bambina aveva visto l'immagine della copertina del libro di Whitley Strieber “Communion” e ne fu assolutamente terrorizzata. Disse:"Sono loro mamma. Quello è l’uomo che mi prende per portarmi dal dottore."La bambina era davvero terrorizzata. Io incontrai questa piccola bambina e lei mi chiese se volevo vedere la sua “bua.” Sollevò la sua maglietta e vidi che aveva tre piccoli segni di puntura sotto un capezzolo. Anche la madre ne fu molto turbata. Bene, tre o quattro anni più tardi quando la bambina aveva circa sei anni aveva ancora delle esperienze ma allora pensava che loro fossero meravigliosi. Diceva che c'era un piccolo uomo che di tanto in tanto veniva a prenderla. Gli aveva dato il nome di Kevin prendendolo probabilmente da quello di qualche suo piccolo compagno di classe. Lei diceva che che Kevin era il suo migliore amico. Io allora le chiesi il perché è lei mi rispose “perché Kevin mi ama.” Comunque lei amava Kevin. Lui era meraviglioso. Lui arrivava, andavano fuori passando dalla finestra e poi la portava in una stanza rotonda. Ma disse anche:"Sai che ci sono anche Kevin cattivi!" Raccontò che quando va nella stanza rotonda dove vive Kevin i Kevin cattivi le fanno sempre del male. Ma poi lui si avvicina ed è meraviglioso. Lui le dice di amarla. Quando lui si mostra veramente le piace. E poi la riporta a casa. Ci troviamo di fronte ad una sorta di manipolazione del tipo: poliziotto buono/poliziotto cattivo. E poi ci sono tutti gli altri racconti di questi visitatori che dicono ai bambini: "tu appartiene noi" "noi siamo i tuoi veri genitori" "tu provieni da noi" e alla fine tutto questo non fa altro che confondere il bambino. Ricordo che quando Karla Turner raccontava il suo primo ricordo conscio delle sue esperienze disse che si trovava in campo all'età di circa cinque anni con qualche cosa che assomigliava ad una mantide religiosa alta sette piedi che le raccontava di essere sua madre. Per questo io penso che c'è molta manipolazione in atto. E penso anche che c'è una enorme quantità di traumi che fanno nascere in questi bambini un enorme grado di confusione e di incertezza sulla vita. E quello che è peggio è che quando il bambino cerca di raccontare la sua esperienza ai suoi genitori o a qualcun altro loro non gli credono. Per questo il bambino si separa dai suoi genitori.

DL: Il problema è anche che il bambino comincia ad interrogarsi su quello che è reale e quello che non lo è della vita. Il risultato è che possono non avere più fiducia in loro stessi, nelle loro sensazioni e nelle loro esperienze e questo si traduce in numerosi problemi di relazione quando sono poi adulti, sia con se stessi sia con gli altri.

BH: Esattamente. Dal punto di vista degli occupanti degli ufo questa manipolazione dei bambini addotti è forse il modo migliore per rendersi le cose il più facile possibile ma io penso che ciò fa nascere nel bambino una miriade di problemi psicologici.

DL: E la cosa sorprendente è che i bambini spesso raccontano di questi incontri spontaneamente e senza alcuna sollecitazione o condizionamento. Spesso i bambini si fanno avanti da soli e raccontano cose del tipo:"Sai mamma che questi dottori vengono nella mia camera da letto ogni notte; loro passano attraverso il soffitto." Molte volte questi commenti dei bambini sono come un pugno nello stomaco per i loro genitori perché fino ad allora non c'era stata nessuna discussione su questo argomento, nessun libro era presente nella loro casa. È molto importante per il genitore ascoltare, in quanto molto spesso questo tipo di racconti non sono incoraggiati o vengono negati come semplici brutti sogni.

BH: Io penso che le evidenze che provengono dai bambini sono estremamente importanti e molto potenti. Questo rappresenta uno degli aspetti più tristi di tutta la faccenda perché questi bambini sono sballottati emotivamente e non c'è nessun punto di appoggio per loro. Ci sono parecchie cose che io dico ai genitori. La prima cosa naturalmente, come tu hai detto prima, è quella di dire ai genitori di essere buoni ascoltatori. E anche di far fare al bambino dei piccoli disegni perché c'è una sorta di potenziamento nel mettere giù il ricordo dell’esperienza sulla carta. La terza cosa da fare è quella di ricordare al bambino che di qualsiasi cosa si tratti adesso lui è qui e che tutto è apposto, che adesso stiamo per andare da McDonalds a fare uno spuntino. I genitori devono riuscire a far comprendere al bambino che se loro potessero evitare che tutto ciò accada lo farebbero sicuramente perché loro lo amano. Si può anche raccontare qualcosa del genere:"Ricordi quella volta che sei caduto dalla bicicletta e che ti sei sbucciato le ginocchia? Ora se io fossi stato in grado di impedirlo lo avrei fatto ma non potevo farlo perché non posso stare ogni momento vicino a te." Usate un esempio di qualche cosa che il bambino ricorda quando voi non eravate lì presenti e tuttavia tutto e ritornato a posto come era prima. Non dovete far pensare ai vostri bambini che siete onnipotenti anche se vi piacerebbe farlo.

DL: Questo condannerebbe i genitori al fallimento perché se la cosa succede di nuovo e i genitori avevano detto al bambino che non sarebbe più successo allora il bambino capisce di non poter più credere ai suoi genitori e si sentirà ancora meno sicuro.

BH: Se il genitore è un addotto credo che la cosa più dura da ammettere sia che anche lui ha avuto le stesse esperienze quando era bambino. Ma in questo caso potete dire:"Vedi quando ero un bambino piccolo e avevo circa la tua età anche io li ho visti. Loro entravano nella mia stanza, anche io ero spaventato a morte ma loro mi riportavano sempre indietro e ora io sono ok." In questo modo il bambino ha la prova davanti ai suoi occhi che il suo genitore è lì… che voi siete lì. Per ciò io credo che questi siano i passi che devono essere fatti.

DL: Grazie Budd per la tua intervista. Sono sicura che i nostri lettori e gli addotti apprezzeranno molto la tua conoscenza approfondita dell'argomento.

[align=right]Deborah Lindemann[/align]


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LE RADIOGRAFIE DI UNO STRANO OGGETTO METALLICO



Uno degli argomenti più utilizzati dai detrattori del fenomeno UFO ma anche dalla maggioranza degli stessi ufologi che non credono alla realtà dei rapimenti da parte di alieni é la mancanza di prove oggettive. Eppure chi può mostrare qualche cosa di concreto, di manifestamente vero, riguardo agli UFO e ai loro occupanti? Infatti in realtà non possono essere considerate vere prove le migliaia di fotografie pubblicate negli ultimi decenni in molti paesi del mondo. Ognuna di queste fotografie potrebbe essere il risultato di un trucco o di una manipolazione e rappresenta comunque soltanto una "immagine" di un qualche cosa che materialmente non possediamo. Questa é la critica principale che potrebbe essere avanzata ai numerosi e appassionati cultori di questi fenomeni spesso troppo convinti che sia sufficiente studiare le immagini per ottenere le risposte. Forse sarebbe più utile una ricerca sulle possibili interazioni tra gli uomini e le creature che sembrano manovrare questi oggetti volanti. Ma a chi si é cimentato con la complessa tematica delle "ufo abduction" o dei rapimenti alieni non sono risparmiate aspre critiche nonostante le molte informazioni e le numerose testimonianze attendibili sulla realtà di questi fatti. Senza contare il lavoro di seria ricerca scientifica che hanno condotto sulla questione studiosi del calibro di David Jacobs e Budd Hopkins solo per citare i più famosi. Ho già riportato tra la raccolta di articoli che presento in questo sito quali potrebbero essere alcune possibili spiegazioni di questo atteggiamento di avversione e negazione assoluta e non le ripeterò. Penso però che la cosiddetta comunità ufologica dovrebbe essere, per definizione, aperta a considerare tutte le ipotesi senza escluderne nessuna. L'estrema difficoltà di produrre prove tangibili della realtà dei rapimenti alieni é testimoniata anche dalla scarsa conoscenza che si hanno dei cosiddetti "impianti alieni" cioé di quei manufatti di origine extraterrestre la cui scoperta potrebbe rappresentare "la Prova." Eppure che cosa ne sappiamo noi di impianti alieni? Poco o niente. Esistono fotografie di presunti impianti localizzati ed asportati chirurgicamente da alcuni ricercatori americani come Leir e Simms. Ci sono anche radiografie di strani corpi estranei posizionati in diverse parti del corpo. Ma possono essere queste immagini considerate prove? Certamente no. Per esperienza personale so che identificare con le normali metodiche di imaging uno dei cosiddetti "impianti" in esami radiografici eseguiti di routine su persone non selezionate é molto difficile perché questi apparecchi potrebbero essere costruiti con materiali radiotrasparenti, non visibili nelle radiografie tradizionali o con la TC, oppure potrebbero non essere sufficientemente rilevabili con le attuali macchine che utilizzano campi magnetici e radiofrequenze come la RM, oppure perché potrebbero avere un'impedenza acustica sovrapponibile a quella dei tessuti normali e risultare quindi indistinguibili in un esame ecografico. Molto probabilmente simili apparecchi potrebbero possedere contemporaneamente tutte queste tre caratteristiche. Potrebbero, inoltre, avere delle dimensioni così minuscole da rimanere sotto la soglia di definizione dei nostri attuali strumenti di diagnosi e quindi risultare troppo piccoli per essere notati da chi guarda poi le immagini e le interpreta cioè dal medico radiologo. Ecco allora un'altra grossa difficoltà: l'interpretazione dell'immagine. Ammesso che il presunto impianto sia rilevato dagli strumenti é verosimile che chi lo ha inserito nel corpo di quella determinata persona sappia quali sono le tecnologie diagnostiche che noi possediamo e probabilmente agirebbe di conseguenza. Ipotizzando che la maggioranza degli impianti non siano rilevabili in un' esame routinario sono però documentati casi di presunti impianti visibili in un comunissimo radiogramma. Evidentemente per ciò non tutti gli impianti sono "non rilevabili" nelle radiografie. Per fare un esempio esplicativo presento la radiografia della mano di un uomo di 60 anni. Il signore in questione il giorno prima aveva subito un trauma al III dito della mano sx e il suo medico curante sospettava una frattura. Giunto nel servizio di radiologia gli veniva eseguita una radiografia della mano sx ed un particolare del III dito (Fig. n°1-2-3)

Immagine
Fig. n°1

Si può osservare che:"....in corrispondenza del margine laterale della base della falange distale del IV dito nei tessuti molli é presente una minuta opacità di forma bastoncellare di 3 mm di lunghezza, di densità metallica, da riferire a corpo estraneo....." Possiamo escludere in base alla radiografia che si tratti proprio di uno dei famigerati impianti?

Immagine
Fig.2

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Fig.3

Questo signore non sapeva affatto di avere una "scheggia" nel dito. Questa persona quindi non sapeva che all'interno del suo dito si trovava un piccolo frammento di probabile natura metallica. Le possibilità sono quindi due: o egli in passato si é procurato una ferita e una scheggia é rimasta misconosciuta oppure effettivamente non ha avuto alcuna ferita. In questo ultimo caso non sapremo mai perché quella "scheggia" si trova in un posto dove non dovrebbe stare.
La mia conclusione é che per studiare eventuali impianti inseriti nel corpo dei presunti rapiti si dovrebbe partire dai rapiti stessi. E' da li che si deve partire con studi mirati per accertare se i loro racconti corrispondono a qualcosa di materialmente concreto. Ma se si continua ad ignorare l'esistenza degli addotti e si liquida il tutto frettolosamente come fantasticherie della mente continueremo a non sapere nulla sia dei presunti impianti che di tutte le altre cose.

[align=right]Fonte: http://www.rapimentialieni.org[/align]


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IL PARERE DEL MEDICO PSICHIATRA



Discrepanze Cliniche tra i dati previsti e quelli osservati nelle persone che raccontano di essere state addotte dagli UFO: implicazioni per il trattamento.
di Rima E. Laibow, MD, Child and Adult Psychiatry


Se un paziente confidasse ad un terapeuta di essere stato addotto da creature Aliene che lo hanno portato su uno dei loro UFO per eseguire su di lui una serie di procedure e di esami medici non é affatto detto che questo paziente troverebbe un ascolto attento, rispettoso e senza pregiudizi da parte del terapeuta. Il racconto si troverebbe così lontano dai confini del nostro sistema di credenze culturali che sembrerebbe intollerabilmente anomalo per la maggior parte di noi. Infatti probabilmente lo negheremmo o lo rifiuteremmo utilizzando le ipotesi per noi più comode e a noi più familiari basate su una maggiore cautela e che non richiedono specifici approfondimenti.
Quando ci vengono presentati fatti che sono troppo anormali da poter essere incorporati nella nostra concezione del mondo, noi siamo propensi a negarli usando le asserzioni basate sul nostro attuale modo di vedere. Questo atteggiamento effettivamente impedisce una chiara valutazione dell’anomalia. Per questo la risposta che ci si attende della maggior parte dei professionisti e delle persone comuni quando ascoltano un racconto di UFO abduction è il completo rifiuto persino della possibilità che un episodio del genere possa avvenire subito seguito dalla immediata e completa patologizzazione della persona che fornisce un simile racconto. Stati onirici, suggestionabilità, distacco dalla realtà, completa dissociazione o franca psicosi sono comunemente offerti come evidenti e accettati modelli ragionevoli e codificati attraverso i quali la produzione di questo materiale può essere spiegato. Queste sono le tipiche manovre attraverso le quali la presentazione di informazioni che sfidano gli schemi consolidati é rifiutata o eliminata prima che la teoria stessa possa essere adeguatamente testata per stabilire se sia reale e corretta. Una simile prova sarebbe, tuttavia, altamente desiderabile perché ci offrirebbe l’opportunità di applicare il metodo scientifico al nostro attuale livello di pensiero teoretico e perciò di approfondire la nostra comprensione della realtà ancora di più. Naturalmente questo processo é severamente impedito quando il nuovo dato é escluso da ogni considerazione semplicemente perché é troppo anomalo per essere persino considerato.
Westrum ha offerto un modello con il quale gli eventi anomali sono “nascosti” e per questo rimangono anomali e nascosti per la percezione della nostra società secondo un circolo chiuso:l’evento nascosto é non creduto e il suo essere non creduto fa si che continui ad essere tenuto nascosto. Citando il periodo in cui i bambini abusati e i loro genitori abusatori restavano nascosti, Westrum afferma:

“Un evento é nascosto se la sua esistenza é così incredibile che quelli che lo osservano esitano finanche a raccontarlo perché non si aspettano di essere creduti. La sua non plausibilità può far dubitare persino chi lo osserva della sua stessa percezione, portandolo alla negazione o alla non identificazione del fatto. Se nonostante tutto l’osservatore riferisse l’accaduto egli potrà solo aspettarsi di essere trattato con incredulità e finanche di essere messo in ridicolo. Siccome l’esistenza di un evento nascosto é contraria a quello che la scienza, la società e forse anche l’osservatore crede l’evento rimane nascosto a causa delle forti forze sociali che impediscono il suo racconto. Il vero grado di negazione del fenomeno é qualche volta difficile da credere, uno scetticismo che da solo agisce come deterrente per chi tenta di portare alla superficie queste storie.”(1)

Ma a quei terapeuti che impiegano pochi attimi per giungere a queste “ovvie” e “intuitive” conclusioni si presentano numerose domande affascinanti e potenzialmente feconde di risultati. Se evitiamo anche solo per poco tempo di rifiutare questo materiale noi ci rendiamo conto che esistono almeno quattro aree di importante discrepanza tra le nostre conoscenze e i dati che sono presentati dai pazienti. Queste discrepanze ci spingono a riesaminare le nostre asserzioni in quanto manca una valida teoria che spieghi i fenomeni osservati. Questo processo in fondo non é altro che il modo con cui noi sistematizziamo la nostra comprensione della salute e della patologia umana. Il notare le cose non notate in precedenza e usandole per rifinire le nostre conoscenze ci porta a diagnosi migliori e perciò a migliori trattamenti.
Lo scopo di questo lavoro non é certo quello di conferire realtà alle esperienze di abduction riportate da alcuni pazienti. Piuttosto, proprio perché va al fuori del contesto dell’esperienza clinica accertare con certezza se questi eventi avvengono veramente o se si tratta di pura fantasia, é doveroso per il clinico esaminare l’impatto di queste esperienze, qualunque sia la loro origine, sul paziente. Questo deve essere fatto con chiarezza di vedute e con mente sufficientemente aperta.

AREE DI DISCREPANZA

1. ASSENZA DI PSICOLOPATOLOGIE MAGGIORI: é per noi comprensibilmente seducente e anche confortante ritenere che siano necessariamente presenti stati di psicosi in una persona che asserisce di essere addotta dagli UFO. Se questo livello di distorsione e di illusione fosse veramente presente ci si aspetterebbe che questo paziente mostrasse anche altri segni di distorsione della realtà in quanto non é previsto che patologie di questa intensità siano presenti in un individuo ben integrato, maturo e non-psicotico. Al contrario ci aspetteremmo di rilevare con gli strumenti clinici e psicometrici seri problemi in numerose aree sia inter che intrapersonali. Sarebbe veramente molto sorprendente se persone altrimenti ben efficienti dimostrassero una singola area di distorsione di florida psicosi. Inoltre se questa singola idea fissa fosse totalmente circoscritta, non invasiva e discreta, questo fatto in se stesso sarebbe molto anomalo. Stati allucinatori, con idee fisse, ben sviluppati e con numerose componenti, elaborati e sequenziali non sono stati osservati in individui altrimenti sani. Ci si aspetterebbe che importanti segni di profonda disfunzione interessino molte aree della vita del paziente. Ci si aspetterebbe che, se l’esperienza di abduction fosse il prodotto di stati allucinatori o psicotici di altro tipo, fosse possibile rilevare segni di questo tipo con l’ausilio dei mezzi clinici e psicometrici di cui disponiamo. Questa considerazione conduce alla prima importante discrepanza: gli individui che dichiarano di essere addotti frequentemente dagli Alieni non mostrano alcuna evidenza di psicosi passate o presenti, né di pensieri allucinatori, perdita di contatto con la realtà, allucinazioni o altre significative psicopatologie nonostante siano state praticate approfondite analisi cliniche e psicometriche. Al contrario esiste una significativa assenza di psicopatologia della intensità necessaria a giustificare la produzione di un materiale di allucinazione florida e presumibilmente psicotica di questo tipo (2). Al fine di verificare questa strana e anomala informazione a un gruppo di soggetti che sono convinti di essere stati addotti dagli Alieni (9 persone, di cui 5 maschi e 4 femmine) é stato richiesto di partecipare ad un esame psicometrico. Una esperta psicologa clinica ha approntato la ricerca utilizzando alcuni test di proiezione (Rorschach, TAT, Draw a Person e MMPI) e il WAIS (Wecheler Adult Intelligence Scale). Al clinico esaminatore era stato detto che:“i soggetti sono valutati per determinare le similitudini e le differenze nella struttura della loro personalità come pure i punti di forza e di debolezza della loro psiche.” A tutti i soggetti fu suggerito di non fare menzione con l’esaminatrice delle loro esperienze correlate con gli UFO per cui questa era del tutto ignara che questo particolare tema fosse presente nelle loro vite.

L’esaminatrice ha riscontrato che queste persone non avevano molte cose in comune tra loro e che:

“Mentre i soggetti sono molto eterogenei tra loro dal punto di vista del tipo di personalità esiste una modica omogeneità in parecchi aspetti: 1.relativamente alta intelligenza associata a una ricca vita interiore; 2.relativa debolezza del senso di identità, specialmente di quella sessuale; 3.vulnerabilità nelle relazioni interpersonali; 4.una certa propensione alla prontezza che si manifesta alternativamente con un certo grado di sofisticazione e di consapevolezza di sé o di ipervigilanza e attenzione nei rapporti interpersonali..... Forse la più evidente e importante impressione lasciata dai nove soggetti é rappresentata dalla variabilità dei tipi di personalità che essi presentano..... C’é poco che li unisce come gruppo dal punto di vista delle chiare manifestazioni delle loro personalità.... Essi sono chiaramente soggetti insoliti ed interessanti ma accanto alla loro superiore intelligenza e alla ricchezza della loro vita mentale i nove soggetti condividono anche qualche grado di difficoltà nelle relazioni interpersonali. Per alcuni soggetti sono manifesti problemi riferibili alla grande sensibilità che dimostrano, essendo facilmente feribili il che li rende molto cauti nel farsi coinvolgere con le altre persone. E’ significativo che tutti, tranne uno, i soggetti presentano un modesto innalzamento della scala della paranoia nell’MMPI relativamente agli altri punteggi ottenuti. Così piccole elevazioni significano che non ci troviamo di fronte a una chiara sintomatologia paranoica ma piuttosto a ipersensibilità, difesa e paura delle critiche e di essere messi sotto pressione. Per concludere mentre si tratta di un gruppo eterogeneo in termini di tipo di personalità che dimostrano si può dire che la maggior parte dei suoi membri sono accomunati dall’essere piuttosto inusuali e molto interessanti. Essi condividono anche una intelligenza più viva della media e una certa ricchezza della loro vita interiore che può operare favorevolmente in termini di creatività o non vantaggiosamente per la sua entità che può essere schiacciante. I fattori emotivi tra loro condivisi includono un certo grado di disturbo dell’identità, qualche deficit nella sfera dei rapporti interpersonali e generalmente modici segni di paranoia (ipersensibilità, prudenza etc.).”(3)
Tali risultati dimostrano l’uniforme mancanza del grado di significativa psicopatologia che sarebbe necessaria per giustificare queste esperienze se le esperienze di abduction veramente rappresentassero stati psicotici o allucinatori come stabilisce la teoria corrente (CUN Sicilia: Dott. Maurizio Sorbello).
Quando l’esaminatrice é stato successivamente informata della vera ragione per la quale i soggetti erano stati selezionati per essere sottoposti a questa prova (la loro convinzione di essere rapiti dagli Alieni) ha aggiunto in seguito una postilla al rapporto originale riesaminando i risultati del test alla luce dei nuovi dati in suo possesso. E quindi afferma:

“La prima e più critica domanda che dobbiamo porci é se le esperienze riportate dai soggetti esaminati possano essere giustificate semplicemente sulla base di uno stato psicopatologico. La risposta a questa prima domanda é un chiaro NO. In poche parole se le riferite abduction fossero il risultato di fantasie confabulatorie basate su quello che noi conosciamo sui disturbi mentali questi racconti potrebbero provenire soltanto da bugiardi patologici, da schizofrenici paranoici e severamente disturbati o da straordinariamente rare personalità isteriche soggette a fughe dalla realtà e/o a multipli cambiamenti di personalità multipla.... E’ importante notare che in base ai risultati dei test effettuati nessuno dei soggetti esaminati é compreso in alcuna di queste categorie. Perciò sebbene l'indagine clinica non é di nessuna utilità per provare la veridicità dei racconti di UFO abduction si può concludere che i risultati del test non sono incompatibili con la possibilità che le UFO abduction raccontate da queste persone siano in effetti avvenute. In altre parole non esiste alcun apparente spiegazione psicopatologica per i loro racconti.” (4)

2. CONCORDANZA DEI DATI RIFERITI: Il secondo punto di interessante discrepanza che consegue a questa sorprendente assenza di prove di una comunanza di severa psicopatologia e di distorsione della realtà che giustifichi le bizzarre asserzioni dei pazienti é rappresento dalla concordanza dei dati da loro riferiti. Essi sostengono di essere stati addotti, qualche volta ripetitivamente nel corso della loro vita, da creature Aliene che hanno comunicato con loro e che hanno effettuato su di loro procedure molto simili ad esami medici. Le persone che riferiscono simili esperienze sono risultate essere psicodinamicamente diverse tra loro. Sono anche demograficamente diverse fra loro. Sono stati registrati racconti di questo scenario che si contano oramai a centinaia e i racconti non variano anche si si tratta di individui tanto diversi quanto possono esserlo un contadino brasiliano (5), un avvocato americano (6) e un prete del Midwest (7) Esiste una interessante concordanza di aspetti in questi racconti. Alcuni aspetti dello scenario si ripetono con inquietante regolarità qualunque siano le caratteristiche di educazione, di nazionalità, sociali, di esperienza o di altre caratteristiche di colui che fa questo racconto. Nella produzione di sogni, di fantasie e di stati psicotici, mentre il tema generale può essere facilmente identificato tra i diversi individui, le simbolizzazioni specifiche, le astrazioni e la rappresentazione di questi temi é relativamente idiosincrasica per ognuno di loro. Questo naturalmente necessita di grande attenzione e di un attento esame da parte del clinico per cogliere sia il significato generale che lo specifico significato degli elementi della stato fantastico. Questo attento esame spesso significa che un sistema di rappresentazioni simboliche personali può essere chiarito e il suo contenuto può essere reso meno misterioso per il paziente. Tuttavia nello scenario di abduction sia gli specifici dettagli che le tematiche generali si ripetono con sorprendente regolarità: in generale l’aspetto e il modus operandi degli Alieni, le loro azioni e le loro procedure, i loro strumenti e i loro interessi, i loro apparecchi e le caratteristiche fisiche tutto rimane sostanzialmente costante da racconto a racconto con un alto grado di concordanza (8,9,10). Questo dato sembra refrattario alle variazioni di background socio-economico, educativo, nazionale o culturale degli addotti. Allo stesso modo anche se l’individuo avesse avuto un contatto precedente con la letteratura delle abduction questo sembra fare poca differenza in quanto i racconti delle persone che é dimostrato che non hanno avuto contatti con questo tipo di letteratura contengono allo stesso modo queste caratteristiche comuni. Esperti terapeuti e molti ricercatori riferiscono che in questi casi gli addotti sono convinti che ognuno di questi soggetti é assolutamente veritiero nel suo racconto. La concordanza dei contenuti di questi racconti li rende diversi da qualsiasi altro materiale fantastico con il quale io ho familiarità. Inoltre ricercatori come Hopkins e altri affermano di aver intenzionalmente tenuto nascosto alcuni importanti aspetti frequentemente riportati nello scenario di abduction allo scopo di poter disporre di un “test” sul materiale che é loro presentato da individui che potrebbero aver avuto accesso a questo tipo di letteratura dato che gli addotti potrebbero essere stati da essa influenzati a livello sia conscio che inconscio. In questi casi sia gli aspetti che sono stati pubblicati sia quelli tenuti nascosti sono entrambi forniti dagli addotti (11). Nei casi in cui il paziente abbia letto in precedenza qualcosa nella letteratura sulle abduction questo materiale non pubblicato può essere in qualche caso fornito dall'addotto al ricercatore con un atteggiamento di incredulità, di scusa e di imbarazzo. Egli stesso esprime spesso la preoccupazione che questa informazione é meno probabile che sia creduta rispetto all’altro materiale con il quale é già familiare (12). Jung e altri hanno scritto ampiamente circa l’uso degli archetipi e della coscienza collettiva di temi e di immagini che si asserisce si presentino in modi multipersonali e globali. L’ammontare delle variazioni individuali e dell’ampiezza creativa dimostrata all’interno del sistema chiuso degli archetipi e della creatività collettiva é vasto (.......) ma gli addotti non sembrano essere coinvolti nella rielaborazione di mitologie personali. I dettagli e i contenuti dello scenario di abduction sembrano rivestire, sulla base di ampie ricerche, ben poca rilevanza tematica sulle problematiche inerenti la vita dell’addotto. Approfondite e lunghe ricerche frequentemente non evidenziano alcun primario processo simbolico tematico o archetipico che riconduce alla forma o alle attività dei rapitori e allo stesso scenario dell’abduction. Inoltre il lavoro terapeutico in questi casi é centrato sui problemi che riguardano la debolezza e la vulnerabilità dell’individuo anche se queste non rappresentavano un tema prominente nella sua vita prima della presunta abduction. In altre parole l’estrema ricchezza di associazioni e di creatività che scaturisce dall’esame del materiale fantastico-onirico patologico manca del tutto riguardo allo scenario e alla presentazione degli Alieni che rapiscono e manipolano il paziente nella storia di abduction. Se il materiale prodotto fosse veramente di natura archetipica o fantastica si tratterebbe certamente di una nuova classe di archetipo.

3. LO SCENARIO DELL’ABDUCTION E L’IPNOSI: Sia le persone comuni che la comunità scientifica ritengono frequentemente che il materiale che si riferisce allo scenario di UFO abduction sia prodotto con l'ipnosi. Siccome é comunemente creduto che le persone sotto ipnosi sono disponibili all’inoculazione di suggestioni attraverso l’influenza coperta o celata dell’ipnotista si é concluso che questo materiale riproduce quelli che sono gli interessi e le aspettative dell'ipnotista stesso. Si conclude infine che siccome l’ipnotista “ci mette del suo” quello delle abduction non può essere considerato materiale che emerge solamente dall’esperienza vissuta del paziente. Per questo gli scenari di abduction sono spesso snobbati in quanto rappresenterebbero la produzione del materiale desiderato dal ricercatore da parte di soggetti accondiscendenti e condizionabili. La forte convinzione dell’addotto che quello che racconta durante la seduta e in fase di rielaborazione gli é realmente accaduto é allo stesso modo non creduto in quanto é considerato un artefatto del processo attraverso il quale le fantasie sono generate. Sono parecchi i fattori che depongono contro la facile negazione dei dati fatta in questo modo: per prima cosa circa il 20% di questi altamente concordanti scenari di abduction sono disponibili spontaneamente a livello di coscienza vigile ("Una persona molto convincente") (13,14) Questa quota di ricordo cosciente può essere aumentata o soggetta a un ulteriore elaborazione attraverso l’uso dell’ipnosi o di altre tecniche di potenziamento del ricordo ma in un significativo numero di persone che riferiscono scenari di abduction il ricordo é inizialmente prodotto senza il ricorso a simili tecniche. Se le loro storie fossero sostanzialmente diverse dal coerente scenario di abduction prodotto in regressione ipnotica allora avrebbe probabilmente luogo un diverso fenomeno. Tuttavia considerata la presentazione clinica di storie simili provenienti da persone diverse che sono concordi circa l’esperienza vissuta da ognuna di loro questo rappresenta un’altra interessante area di discrepanza.

Hopkins ha classificato i diversi aspetti dei ricordi di abduction in 5 categorie:

Tipo 1: i pazienti ricordano coscientemente parte dell’intero scenario di abduction senza l’ausilio dell’ipnosi o di altre tecniche che potenziano il ricordo. L’emergere di questo materiale può avvenire anche a notevole distanza di tempo.

Tipo 2: i pazienti ricordano l’avvistamento dell’UFO, le sue circostanze e/o gli Alieni ma non ricordano l’abduction. Solo la percezione di una “mancanza di tempo” indica l’accadimento di un fatto anomalo.

Tipo 3: i pazienti ricordano di aver visto un UFO e/o degli ominidi ma niente altro. Non c’é la sensazione di "missing time" o di "dislocazione."

Tipo 4: i pazienti ricordano solo una mancanza di tempo o una dislocazione. Non é ricordato alcuno scenario di abduction senza l’ausilio di specifiche tecniche di recupero del ricordo.

Tipo 5: i pazienti non ricordano nulla che riguardi gli UFO o scene di abduction. Tuttavia provano spesso emozioni diverse che variano dallo spiacevole sospetto che “qualcosa di strano mi é capitato” a intense fobie di specifici luoghi, condizioni o azioni. Possono anche esibire inspiegabili ferite e/o sogni ricorrenti contenenti scenari di abduction in assenza di precise collocazioni di spazio e di tempo (15) .

L’esame delle trascrizioni delle sessioni ipnotiche che contengono materiale di abduction rivelano che sebbene i soggetti siano sufficientemente suggestionabili per la trance ipnotica indotta dal terapista essi sono refrattari all’iniezione di materiale esterno nei loro racconti. Gli addotti rifiutano categoricamente di essere “guidati” o distratti nonostante gli sforzi del terapista di cambiare i contenuti del loro racconto. Il soggetto caratteristicamente insiste a correggere gli errori o le distorsioni suggerite o imposte dal terapista durante la sessione. Per questo é difficile trovare giustificazioni plausibili per le somiglianze e le concordanze che questi scenari presentano attraverso il meccanismo della suggestionabilità quando questi soggetti così categoricamente rifiutano di essere guidate dall’ipnotista. In fatti colpisce ancora più che mentre questi pazienti sentono che il materiale che loro stanno producendo sia sotto che al di fuori dell’ipnosi sia “reale” ciò non di meno frequentemente cercano di evitare il ricordo di questo bizzarro e spaventoso materiale. Ciò rimane vero anche se la sua regolare condivisione con altri conduce a una significativa remissione della sintomatologia ansiosa e della loro sofferenza psichica. Questi scenari di abduction sono così ego-alieni che queste persone frequentemente non hanno mai condiviso questo materiale con nessun altro e se l'hanno fatto é stato solo con un gruppo selezionato di persone di loro assoluta fiducia. Nella grande maggioranza dei casi i pazienti sono riluttanti a farsi riconoscere pubblicamente come persone che hanno avuto queste esperienze in quanto percepiscono che lo scenario di abduction é così altamente anomalo che si aspettano di essere ridicolizzati e anche ripudiati se venissero associati pubblicamente ad esso. Questo perciò funziona come un segreto che colpevo lizza chi ha subito il rapimento (e sfortunatamente in alcuni casi ancora lo subisce).
Dopo che il materiale é stato prodotto e valutato questi soggetti spesso sperimentano un marcato grado di sollievo. Questo é vero sia in rapporto al comportamento sintomatico precedente sia alle altre manifestazioni ansiose non notate nella valutazione iniziale. Questi altri sintomi possono andare in remissione dopo il ricordo dello scenario e dei suoi dettagli. E’interessante notare che mentre gli scenari di abduction possono contenere una buona dose di materiale altamente traumatico specificamente riferito alla funzione riproduttiva questi episodi sono quasi uniformemente privi di qualsiasi carica erotica quando ne sono esaminati i contenuti sia manifesti che latenti.

4. IL DISORDINE DA STRESS POST-TRAUMATICO IN ASSENZA DI UN TRAUMA ESTERNO:
Il PTSD é stato descritto per la prima volta nel contesto dello stress da battaglia (16). Sebbene possa essere presente in un ampia varietà di forme cliniche (17) il PTSD è comunemente considerato un disturbo che si instaura dopo un intollerabile trauma esterno che sommerge la vittima con ansia e/o depressione quando le difese del suo ego, sopraffatte e paralizzate, sono inadeguate al compito di elaborare gli insopportabili eventi stressanti. Poiché il paziente ha un impellente bisogno di tranquillizzare il mare di ansia, di paura e di colpa (18) che accompagna l’emergere dei ricordi cognitivi, sensoriali ed emozionali di questi eventi traumatici il trauma stesso può essere parzialmente o completamente nascosto allo stato di coscienza vigile (19).… Sia le risposte psichiche che quelle fisiche al trauma sono intense e penetranti. Il PTSD consegue a soverchianti traumi della vita reale e non è noto che possa presentasi come sequela di stati fantastici generati internamente al soggetto (20).

Questa quarta area di discrepanza tra i dati osservati e quelli previsti è forse quella che colpisce e ci sfida di più. I pazienti che producono materiale di abduction aliena in assenza di psicopatologie abbastanza severe che ne giustifichino la sua produzione spesso mostrano il quadro sintomatologico del PTSD. Questo fatto è da sottolineare se vogliamo considerare che in effetti non sia avvenuto alcun evento traumatico tranne quello generato dalla fantasia. Questi traumi sono in larga misura allontanati, negati e repressi come lo sono negli altri casi di PTSD.
Come discusso sopra questi scenari spesso sono presenti in individui che sono altrimenti privi di qualsiasi indicazione di significative instabilità emotive e psicologiche o di pre-esistenti severe psicopatologie. All’attenta valutazione clinica queste memorie non sembrano riempire le nicchie intrapsichiche usualmente occupate dalle formulazioni psicotiche o psiconevrotiche. Lo scenario dell’abduction non incapsula o devia impulsi inaccettabili, non delinea affettività distrutte, non è usato né per stabilizzare né per deviare aspetti arcaici del comportamento umano né procura un vantaggio secondario per l’individuo. Invece questo materiale vissuto dal paziente come assolutamente non benvenuto e totalmente ego-distonico sembra consistentemente tessuto nella fabbrica della vita interiore del paziente soltanto per quanto riguarda la sua risposta allo stress intrinseco di queste esperienze e nel contenuto del materiale represso relativo ai ricordi stressanti. Deve essere sottolineato che non si é mai ritenuto che il PTSD potesse occorrere in conseguenza di traumi che sono stati generati soltanto da stati interni al soggetto. Se gli scenari di abduction sono infatti fantasie allora la nostra conoscenza del PTSD necessita di un conveniente allargamento per spiegare queste finora inaspettate relazioni.
Inoltre ci sono significative implicazioni cliniche nel caso sia scoperta la presenza di materiale di abduction aliena in un paziente che mostra i sintomi del PTSD ma che è altrimenti privo di qualsiasi significativa patologia. Siccome il materiale riguardante lo scenario di abduction presenta parecchie aree cruciali di anomalia e di discrepanza tra quello che è noto e quello che è osservato è molto importante che il terapeuta eviti la confortevole (per il terapeuta) diagnosi di psicosi per il paziente che produce questo materiale fino a quando questo disturbo è fattivamente dimostrato e corroborato dalla presenza di altri segni oltre al materiale correlato agli UFO. E’ categorico per il terapeuta adottare una posizione neutra di non–giudizio. Egli deve curarsi della condizione di stress del paziente senza sforzarsi di confermare o di negare possibilità che si trovano al di fuori della specifica area delle sue competenze. Il clinico dovrebbe adottare come sua priorità terapeutica l’alleviamento della sintomatologia del PTSD attraverso l’uso di accettabili e appropriati metodi specifici per il trattamento del PTSD. Inoltre il terapeuta deve ricordare che mentre egli può avere forti convinzioni a favore o contro il fatto che l’abduction sia effettivamente avvenuta non rientra nelle sue capacità o competenze dare un simile giudizio con certezza totale. In aggiunta a ciò, come la psicologa clinica che ha valutato i nove addotti precedentemente descritti ha chiaramente specificato nella sua postilla, la sofisticazione delle psicoterapie attuali non è così avanzata fino al punto che questa conclusione può essere raggiunta sulla base delle informazioni disponibili (21), nonostante sia ben chiaro quale sia il trattamento della sintomatologia post-traumatica. Per questo è importante per il terapeuta mantenere la stessa posizione di non-giudizio e di disponibilità ad aiutare necessaria per il successo del trattamento di questo come di qualsiasi altro insulto traumatico. Quando un terapeuta etichetta un materiale come "inaccettabile" o come "malato" in questi casi il fardello del paziente aumenta certamente. Se il terapista reagisce senza i pregiudizi che riflettono le sue convinzioni più profonde piuttosto che le certezze di cui dispone, egli aumenta senz'altro il distress del suo paziente.

SOMMARIO E CONCLUSIONI
Sebbene da lungo tempo sia credenza diffusa sia tra la gente comune che tra i professionisti che chi afferma di essere vittima di una abduction da parte degli occupanti degli UFO deve per forza essere seriamente disturbato, profondamente allucinato o un bugiardo, l’attenta valutazione sia dei protagonisti che dei loro racconti mette in seria discussione questa affermazione. Prove cliniche e psicometriche effettuate sugli addotti rileva quattro aree di discrepanza tra i dati previsti e i fenomeni osservati e suggerisce la necessità di ulteriori indagini. Queste discrepanze sono:

1. ASSENZA DI PSICOPATOLOGIA: Una inaspettata assenza di psicopatologia accoppiata con un alto livello di funzionalità trovata in molti addotti rappresenta una sorprendente e imbarazzante scoperta. La valutazione psicometrica di nove addotti ha rivelato una significativa eterogeneità di caratteristiche psicologiche e psicometriche. L’area più omogenea tra loro è risultata essere l’assenza di psicopatologia. Invece di trovarci di fronte ad una popolazione severamente disturbata e psicotica esiste l’evidenza clinica che almeno alcuni addotti siano individui sani e molto efficienti. Questa interessante discrepanza richiede ulteriori indagini.

2. CONCORDANZA DEI RACCONTI. Persone molto diverse fra loro producono racconti eccezionalmente simili di abduction da parte di occupanti degli UFO. Lo scenario di base concorda nei dettagli e negli eventi che lo caratterizzano. Questo è sorprendente alla luce della ampia diversità culturale, sociale, socio-economica, educativa, occupazionale, intellettiva ed emotiva degli addotti. Inoltre lo stesso scenario non sembra mostrare lo strato di finzione e di ricchezza simbolica presente negli altri materiali di fantasie endogene. Al contrario la complessità concettuale e simbolica ruota intorno al significato dell’esperienza per l’individuo che la sperimenta e non intorno alla forma, all’attività, agli intenti, ecc ecc, degli alieni e del loro ambiente. Questo è in netto contrasto con la prevista complessità e diversità di tematiche e di elaborazioni simboliche che si riscontrano nel materiale fantastico.

3. RESISTENZA ALLA SUGGESTIONE SOTTO IPNOSI: la concordanza dei racconti dello scenario di abduction è spesso attribuito all'introduzione di materiale esterno nella mente suggestionabile di un paziente ipnotizzato. L’esame dei racconti di abduction indica che una significativa percentuale di questi racconti emerge nello stato di coscienza vigile prima dell’uso dell’ipnosi o di altre tecniche utilizzate per stimolare la memoria. In aggiunta a questo gli addotti oppongono resistenza a essere condotti o deviati durante l’ipnosi e immancabilmente insistono e correggono l’ipnotista così ché i loro racconti rimangono accurati in accordo con la loro propria percezione.

4. PTSD IN ASSENZA DI TRAUMA: Il Disturbo da Stess Post Traumatico (PTSD) non è mai stato in precedenza riportato in pazienti sottoposti a intenso stress diagnosticato come derivante da stati generati internamente come i sistemi psicotici allucinatori o le fobie. Ma i pazienti che riferiscono di essere addotti frequentemente mostrano i classici segni e i sintomi del PTSD. Come altri tipi di PTSD anche questo è suscettibile di intervento clinico che frequentemente porta a un sostanziale miglioramento. Ma per ottenere questo miglioramento il paziente deve essere trattato per il quadro del PTSD che dimostra piuttosto che per lo stato psicotico di cui si presume sia affetto a causa dei suoi racconti di abduction. Se lo scenario di abduction rappresenta soltanto uno stato di fantasia allora è importante investigare perché e come questa profondamente inquietante fantasia è coinvolta nella patogenesi di una condizione altrimenti osservata soltanto come conseguenza di traumi indotti dall’esterno. Inoltre, se fosse questo il caso, la natura del PTSD dovrebbe essere riesaminata alla luce di queste scoperte. In alternativa si deve considerare la possibilità che il trauma che ha avuto luogo sia in effetti esterno e che lo stato post-traumatico rappresenti la risposta prevista da parte di un paziente traumatizzato.

Non rientra nelle competenze di un clinico fare una precisa valutazione circa l’obiettiva validità degli episodi di UFO Abduction ma è certamente suo compito aiutare la persona a riguadagnare un adeguato controllo, a riduzione la loro ansia e ad attenuare la sintomatologia clinica tanto efficacemente quanto è attualmente possibile. Questo scopo può essere raggiunto attraverso la valutazione del vero stato psicodinamico del paziente e non di quello “presunto.” In altre parole prima di fare una diagnosi di stato psicotico o delirante devono essere presenti altri reperti oltre a quello di credere in una Ufo abduction. In assenza di altre indicazioni di una severa psicopatologia non è appropriato trattare il paziente come se fosse afflitto da una simile patologia. Va al di là delle possibilità cliniche determinare con assoluta certezza se una Ufo abduction è in realtà avvenuta ma se non altrimenti indicato il trattamento dovrebbe essere focalizzato sulla sintomatologia PTSD e sulla sua cura.
Le aree di discrepanza che sorgono dall’esame delle persone addotte dagli UFO tra i reperti clinici previsti e quelli osservati in realtà sollevano interessanti questioni che richiedono ulteriori indagini.

Bibliografia:
(1) Westrum, R., Social Intelligence About Hidden Events, Knowledge:Creation, Diffusion, Utilization, Vol 3 No 3, March 1982, p.382.
(2) Hopkins, B. Missing Time: A Documented Study of UFO Abductions. New York, Richard Marek 1981.
(3) Slater, E., Ph.D. "Conclusions on Nine Psychologicals" in Final Report on the Psychological Testing of UFO Abductees" Mt Ranier, MD, 1985.
(4) Slater, E., Ph.D. Addendum to "Conclusions on Nine Psychological" in Final Report on the Psychological Testing of UFO "Abductees", op.cit.
(5) Creighton, G. "The Amazing Case of Antonio Villas Boas" in Rogo, D.S., ed., Alien Abductions. New York, New American Library, pp. 51-83, 1980.
(6) Hopkins,B. Missing Time: A Documented Study of UFO Abductions. op.cit.
(7) Druffel, A. "Harrison Bailey and the 'Flying Saucer Disease'" in Rogo, S.D., ed., op.cit. pp. 122-137.
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(10) Fuller, J. The Interrupted Journey. New York, Dell, 1966.
(11) Hopkins, B. Intruders: The Incredible Visitation at Copley Woods. New York, Random House, 1987.
(12) Hopkins, B. Personal communications with the author about the more than 200 abductees whom Mr. Hopkins has investigated both with and without the use of hypnosis.
(13) Westrum, R. personal communication with the author.
(14) Hopkins, B. personal communication with the author.
(15) Hopkins, B. "The Investigation of UFO Reports" in The Spectrum of UFO Research. Proceedings of the Second CUFOS Conference (September 25-27, 1981), Hynek, M. ed., pp 171-2, Chicago, J. Allen Hynek Center for UFO Studies, 1988.
(16) Kardiner, A., The Traumatic Neuroses of War. New York, P. Hoeber, 1941.
(17) van Der Kolk, B.A., Psychological Trauma. Washington, DC, American Psychiatric Press, 1987.
(18) Horowitz, M.J., Stress Response Syndromes. New York, Jason Aronson, 1976
(19) van Der Kolk, op.cit.
(20) American Psychiatric Association: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 3rd ed. Washington, DC, American Psychiatric Association, 1980.
(21) Slater, op.cit.

[align=right]Fonte: http://www.ufoevidence.org[/align]


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 12:25, modificato 1 volta in totale.

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