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COME RESISTERE ALLE ABDUCTION



Di Maurizio Baiata

Per chi si venga a trovare in una circostanza del genere: stai guidando, lungo una strada deserta, in una zona lontana da ogni abitato, il chiarore appena soffuso dalle stelle e dalla luna davanti a te, chiuso nell’abitacolo, la radio accesa che ti tieni compagnia. Stanco, dopo una lunga giornata di lavoro, sei felice, pochi chilometri di cammino e sarai tornato a casa, dalla tua compagna, dai tuoi figli.
Improvvisamente, una luce intensa, un chiarore abbacinante, un flash davanti agli occhi. Istintivamente, accosti l’auto al ciglio della strada, che altro fare? Ma Hai già la sensazione che qualcosa non va, alzi gli occhi e quella luce è già divenuta una sagoma oblunga più scura, nella quale si distinguono delle linee di luce, una delle quali si proietta su di te. In quel momento, delle figure indistinte, diafane, fatte come di corpuscoli luminosi che sembrano aggregarsi, si avvicinano. Il movimento è irreale, una presenza incorporea eppure fisica! Chi sono? Cosa vogliono? Sono alieni? Sono i Grigi! Vogliono prendermi!
Poniamo che il soggetto non sia stato costretto ad una situazione di immobilità psico-motoria, né di “paralisi psichica”, situazioni che di fatto inibiscono totalmente il soggetto, il quale vive un’intrusione nella sua sfera vitale contro la quale opporsi è ancora più difficile. Ma se ci domandiamo: Cosa possiamo fare? Vuole dire che un minimo di raggio di azione ci è consentito. Vediamo come.

1 - Non ti devi far prendere dal panico.

E’ la prima e più istintiva reazione. Logico che la paura ti prenda allo stomaco e che la sensazione salga su fino al cervello… ma se ti fai sopraffare da questo primo impatto sei finito. Non potrai agire più. Non potrai cercare e trovare, all’istante, una via di fuga. Questo devi fare. Non devi star lì ad aspettare la loro prossima mossa. Loro, la prima mossa l’hanno fatta. Hanno avuto la premura di manifestarsi ai tuoi occhi da bambino e da sognatore nel bel mezzo della notte. Ora tocca a te. Rimani immobile. Impercettibilmente, assicurati di disporre di una minima possibilità di movimento alle tue spalle, scivola indietro di un passo, non di più e torna immobile. Non aver paura. Loro - le EBE, Entità Biologiche Extraterrestri – avvertono la tua paura. Sono programmate sulla lunghezza d’onda delle tue scariche di adrenalina. La tua paura eccita i loro sensi. Sanno già che sarai una preda facile.

2 - Fai il Vuoto Mentale
E’ facile come bere un bicchiere d’acqua. Chiudi gli occhi un istante. Immagina un punto fisso bianco, che brilla nel buio. Concentrati su quel punto. Non pensare. Manda via i pensieri. Concentrati su quel punto. Non pensare né alla mamma né agli alieni. Le EBE – dicono i ricercatori – hanno la capacità di leggerti nel pensiero. Ciò che sta accadendo non ti riguarda. Nessuno vuole prenderti. Non c’è violenza, né costrizione da parte di nessuno.

3 - La via di fuga
Se esci dalla fase del primo impatto, con il cervello a posto e le gambe che non ti tremano troppo, allora non cadere nel tranello di credere di avercela fatta. Questo è il secondo momento di tua grande debolezza psichica, della quale chiunque potrebbe trarre vantaggio per avere ragione della tua resistenza. Tu vorresti capire cosa sta accadendo. Cerchi di razionalizzare. Sbagliato. Pensare ti porta nuovamente in loro balia. Non devi cercare di capire se quello che stai vedendo è reale o meno: ti portano a bordo di un UFO, ti stanno facendo qualcosa, ci sono esseri tutt’intorno a te che ti fanno qualcosa.
Se pensi questo, sei finito di nuovo. Loro sono entrati nella tua mente, l’hanno indotta in uno stato spazio/temporale avanzato di qualche minuto rispetto al “tuo tempo reale”, facendoti vedere ciò che accade. Ma non è la realtà, è una proiezione, uno spettacolo olografico estremamente realistico, sin troppo, addirittura doloroso e nuovamente la paura ha il sopravvento e la tua sottomissione sarà più spontanea, verrà dolce e naturale, come in un sogno. Loro, intanto proseguono impassibili il loro lavoro. Tu fagli credere che ti stiano dominando. abbiano preso. E’ questo l’attimo da cogliere. Schizza via, senza voltarti. Con la fuga li avrai lasciati lì a pensarci su, se hanno un cervello come il nostro. Altrimenti, staranno bussando alla porta di un altro da “addurre”.

4 - Non cercare di stabilire una comunicazione
Non serve. A loro non interessa quello che tu pensi. Anzi, prova a configurarti in un altro posto. Tu non sei lì. Non sarà una “gabbia di Faraday”, non sarà uno scudo protettivo mentale. Non sarà un involucro di luce che ti porterà in salvo.

5 - Bisogna rompergli le uova nel paniere
E’ vero, è improbabile che dal tuo piccolo scheletro, muscoli poco allenati, qualche chilo di troppo e lo spavento che ti divora, che tu ti erga, brandendo armi tonanti e sconquassando le orde di Grigi che ti attorniano. Ma cosa pensi di fare? Hai una sola arma, al di là della fuga (che ho appena consigliato). La tua arma è la parola. Il suono. Il respiro. Il grido. Una emissione della tua vitalità che nasca dal basso ventre e ti esca come un’onda di energia. Si andrà a infrangere su di loro. Ora, forse, ti staranno ad ascoltare. E tu gli dirai: “Lasciatemi in pace. Andate via”. Opponete quella che i pacifisti definirebbero “resistenza verbale”. Io la chiamerei “disperazione inversa”. Per le EBE, a questo punto, si sarà esaurito il vantaggio della sorpresa. Capiranno che le cose si complicano. Dovranno passare ad un’altra mossa.

6 - Non opporre resistenza, attacca
E’ il momento di anticipare la loro ulteriore mossa, oppure vuoi che la facciano loro? Il consiglio è questo: opporre resistenza fisica, come ultima via di uscita ed applicando tutte le tue capacità di autodifesa, avendo già subito l’attacco, non è utile. Loro l’avranno avuta già vinta. Devi invece passare all’attacco. Tenendo conto dei seguenti fattori:

a) Le EBE sono fisicamente fragili, dicono i testimoni. Prendi il caso Travis Walton. Travis si liberò degli esseri che lo avevano già “sotto controllo” piuttosto facilmente, senza uso della forza. Mentalmente. Gli esseri intuirono che qualsiasi gesto da parte di Walton per loro sarebbe stato dannoso. Si limitarono a scortarlo altrove, all’interno dell’astronave.

b) Le EBE agiscono in gruppo. Devi individuare il capo, chi dà gli ordini, chi comanda. Potrebbe, ovviamente, nascondersi fra gli altri. Ma il suo ruolo lo costringe ad esporsi. Sappiamo di chi si tratta. Il “Dottore”, l”Anziano”, solitamente una creatura leggermente più alta, e più “impositiva” delle altre. Sarà questo essere ad instaurare la comunicazione che ti porterà nello stato di totale passività e consentirà loro di procedere secondo la loro agenda. Esami “clinici”, operazioni chirurgiche, inserimento di impianti, estrazione di seme e di ovuli, etc.

In ogni caso, uno degli esseri si farà avanti, si mostrerà maggiormente “presente”, per non dire minaccioso. Sarà con lui che ci si dovrà confrontare velocemente, per far volgere in nostro favore la situazione. Bene, se la condizione è questa, se non c’è altro da fare, punta diritto agli occhi. Con qualsiasi mezzo. Usando le dita delle mani, anche a mano aperta, tese verso i suoi occhi, slanciandole più in avanti possibile, affondandole negli occhi. Un altro punto debole, probabilmente, la gola, nell’incavo della giugulare. Sono queste le zone della testa dove anche con una reazione fulminea è difficile evitare di essere colpiti. Inoltre, non sappiamo quali altre zone del loro corpo siano vulnerabili.
Un possibile scenario conclusivo, di questo piccolo vademecum per potenziali addotti che si trovino al cospetto dei Grigi, prevede il fatto che, se si è riusciti a neutralizzare fisicamente il capo, il resto del gruppo quasi certamente opterà per una rapida manovra evasiva, lasciandovi lì. La cosa sarà, almeno momentaneamente risolta.
Sia chiaro, ho esposto sin qui queste mie considerazioni solo in funzione di un incontro troppo ravvicinato con individui di tipo “grigio”, o EBE, non certo con esseri umanoidi simili a noi o a noi superiori per caratteristiche fisiche. Inoltre, ho limitato il discorso al solo aspetto della reazione più opportuna e a mio avviso consigliabile al momento dell’impatto iniziale di attività ed interferenze aliene su di noi. Le tecniche su esposte sono elementari. Possono essere applicate da chiunque, non richiedono conoscenze superiori, stati alterati di coscienza, iniziazioni magiche, allenamenti in palestra. Chi vuole, può continuare a ritenere il fenomeno delle abductions solo un interessante territorio di ricerca, nel mondo di una grande illusione, di un’allucinazione collettiva su scala planetaria, faccia pure. Ma se si vuole passare alla “pratica”, perché queste esperienze sono vissute anche dal nostro amico più caro, o dal nostro vicino di banco, o da un qualsiasi componente della nostra famiglia, allora iniziamo a darci da fare. Impariamo anche a dire “No”, quando è il momento. E’ il primo nostro diritto, quando il livello del Contatto instaurato dai “Visitatori” non è chiaro, non è più neutrale… anche noi non dobbiamo essere più neutrali e ci dobbiamo schierare dalla parte giusta. La nostra. Visione troppo antropocentrica? Forse. A voi la parola.

[align=right][size=75]Fonte: DNA magazine[/size][/align]


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 19:02, modificato 1 volta in totale.

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DOCUMENTARIO "INCONTRI DEL QUARTO TIPO"















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CONCETTI ALIENI: INTERVISTA CON IL DR.JOHN MACK



di Andrew Lawler

La ricerca di John Mack sulle abductions aliene lo ha spinto lontano dal mondo accademico, ma lo Psichiatra di Harvard e il suo Program for Extraordinary Experience Research costruiscono la "scienza del sacro".
"Area di Virginia - emozionante", John Mack scrisse in una nota del 1964. Si riferiva ad una possibilità per sviluppare nuovi metodi per la cura mentale all'ospedale del Massachusetts. Però questo entusiasmo e questo spirito per il rischio è un riassunto pulito della lunga e controversa carriera dello psichiatra di Harvard, come scienziato e attivista.
Mack non ha mai evitato l'esplorazione di frontiera. Mentre molti dei suoi colleghi lavoravano tranquilli nella torre d'avorio di Harvard, Mack protestava contro i test nucleari nel Nevada, volava verso le guerre in Libano per dare aiuto alla diplomazia in Medio Oriente e collaborava con i colleghi Sovietici durante la Mosca della guerra fredda. Fatto più famoso, ascoltava le persone che gli raccontavano storie di visite aliene e di abductions e credeva in loro.
Il suo comportamento, inusuale per un accademico di alto livello, lo ha trasformato in una figura divertente di 71 anni per il mondo ufficiale, un moderno Don Chisciotte per quelli di orientamento progressista e un cavaliere sul cavallo bianco per quelli che credono che gli alieni siano fra noi. Persino quegli amici e colleghi contrari alle teorie sulle abductions di Mack, riconoscono il suo profondo impegno nell'affrontare i problemi a tutti i livelli personali, sociali e spirituali.
"La sua visione davvero importante è che le persone possono cambiare, possono aprirsi", dice un amico accademico.
Un altro amico dice che nel cuore di Mack c'è la passione del comprendere e alleggerire la sofferenza umana. Ironicamente, l'insolito viaggio di Mack nel reame alieno gli ha portato la sua quota di sofferenza, dai danni alla sua credibilità professionale, alla perdita di vecchi amici e alla rottura di un lungo matrimonio.
Mack stesso sembra faticare a spiegare il perchè è quello che è, data la mancanza passata sia nell'attivismo sociale che nelle materie spirituali. Un bambino introspettivo come si descrive, nato in una famiglia di accademici Ebrei Tedeschi a New York. Suo padre legge la Bibbia, ma solo come letteratura in questa famiglia atea.
Però la sofferenza non è stata un concetto astratto nella sua giovane vita. La madre biologica di Mack è morta per appendicite quando lui aveva solo 8 mesi. La sorella di sua madre si sposò più tardi con un sopravvissuto all'Olocausto, un uomo che divenne un esperto nel processo di gruppo e nella psicoterapia. Un altro zio era malato di mente e venne lobotomizzato. "Questo fu un grande fattore nella mia scelta di entrare in psichiatria", dice. Il manicomio che vedeva durante i viaggi verso il paese lo catturò. Per l'età di 12 anni, stava divorando libri di psicologia nella libreria della sua scuola.
Dopo aver finito la scuola di medicina e sposato Sally Stahl nel 1959, partirono per un'esperienza di due anni in cui Mack servì come psichiatra dell'Air Force in Giappone, dove il primo dei loro tre figli nacque. Lo shock culturale fu intenso. La vita in quel posto, ricordò più tardi, gli insegnò quanto "fantasticamente etnocentrici ed ecologicamente distruttivi possiamo essere noi Americani". La famiglia tornò negli Stati Uniti e Mack entrò in psichiatria ad Harvard negli anni '60, quando le idee sulla salute mentale erano state revisionate. Lui giocò un ruolo chiave nel creare una nuova clinica psichiatrica sia per pazienti esterni che interni nel vecchio ospedale di Cambridge di cui Harvard aveva preso il controllo.
La passione di Mack per T.E.Lawrence lo portò a scrivere una approfondita biografia dell'enigmatico uomo che giocò un ruolo chiave nella politica del Medio Oriente e nel 1977, lo sforzo lo portò al Premio Pulitzer. Lawrence visse una visione creativa del cambiare il mondo, cosa che fece appassionare, uno dei suoi amici dice ossessionare, Mack.
Per i primi anni '80, quando entrò in quella che per molti professori sarebbe la confortevole mezza età, Mack, sotto la spinta dei suoi figli, venne attirato in due altri territori vergini, il regno dei quesiti spirituali e il mondo dell'attivismo politico. Sperimentò la respirazione olotropica e le droghe psichedeliche. Venne attirato nella politica del Medio Oriente, incontrandosi con Yassir Arafat a Beirut per discutere prospettive di pace. In seguito si lanciò in un crescente sforzo antinucleare durante gli anni di Reagan, esplorando gli aspetti psicosociali della minaccia di guerra nucleare e testimoniò davanti al Congresso un problema come gli incubi infantili di un olocausto nucleare. Infine si spinse in un ruolo più attivo; la sua intera famiglia venne arrestata nel 1986 nel Sito di Test governativo del Nevada per aver protestato sulle detonazioni nucleari sotterranee.
Il suo lavoro respiratorio in particolare, impostò le basi per il suo interesse sugli alieni. "Ero aperto alla possibilità che esistesse un mondo oltre quello che possiamo vedere", ricorda. Mack iniziò a vedere pazienti che descrivevano una varietà di incontri alieni e creò il Programma per la Ricerca sulle Esperienze Straordinarie (PEER) nel Centro di Harvard per il Cambiamento Psicologico & Sociale. (Correntemente il Centro e il PEER non sono affiliati con Harvard.) Il suo libro del 1994 sul soggetto ( Abduction), che si concentra su interviste che descrivono le esperienze di un gruppo di 70 persone che affermarono di essere state addotte, provocarono la ridicolizzazione e l'indignazione nei media ufficiali e una investigazione di Harvard nei suoi metodi scientifici.
Imperterrito, Mack rimase fermo, raccogliendo altri dati e intervistando persone da tutto il mondo, pubblicando Passport to the Cosmos: Human Transformation and Alien Encounters nel 1999, che si concentrava su miti relativi agli alieni ed esperienze nelle culture native, dall'Amazzonia all'Africa del Sud.
Di persona, Mack ha i tratti cauti di uno studioso, la combattività di una figura attaccata dai media e l'entusiasmo innocente di un giovane studente di college che scopre sè stesso. Durante una lunga intervista nei centri del PEER, Mack ha parlato con New Age sulla sua ultima frontiera. Quello che segue è un riassunto dell' intervista.

Domanda: Qual'è stato il primo incontro con il fenomeno alieno?

Risposta: Ho letto un articolo che trattava il fenomeno come emergenza spirituale e un collega nel mio corso di respirazione, mi portò a vedere Budd Hopkins (autore di diversi libri sugli alieni) nel Gennaio 1990. All'inizio io non credevo che fosse possibile incontrare esseri esterni alla Terra, ma divenne chiaro che non avevo altro modo per spiegare cosa stesse accadendo: se diverse persone che non sono connesse hanno le stesse dettagliate esperienze, allora non hai a che fare con un effetto generato internamente. Quindi divenni curioso.

D: Come verifichi l'attendibilità di queste affermazioni?

R: Faccio una valutazione psicologica accurata dei loro stati mentali, prendo la loro storia psicologica, gli esami clinici standard e, in alcuni dei primi casi, batterie di test psicologici. Valuterò se abbelliscono la verità. C'è altro, con cui ancora combatto. La sensazione che una persona stia parlando come se sia stata lì, questa viene dal linguaggio del corpo, lo sguardo nei loro occhi, dal non avere altri piani. Sto lavorando per definire meglio questi punti.

D: Quindi vedi quello che stai facendo come scienza?

R: Devo essere aperto al fatto che ci sono reami di dimensioni della realtà che non conosco. La conoscenza non è la stessa quando non puoi creare un esperimento controllato, ma rimangono ancora vie affidabili per conoscere. Non posso creare un esperimento che raccoglie un gruppo di UFO. Però credo che esista una qualità d'apertura di mente e rigore che possiamo applicare. Possiamo sviluppare degli standard di autenticità, attendibilità, molteplicità di testimonianze. Questa può essere considerata una scienza del sacro o dell'esperienza umana.

D: Quali tipi di standard visualizzi per tale scienza?

R: Abbiamo un progetto sulle esperienze anomale al PEER, che deriva da un workshop del 1999 sull'argomento che ha incluso teologi, antropologi, astrofisici e filosofi. Non guardiamo solo il fenomeno delle abduction, ma le esperienze di pre- morte e altri fenomeni simili che non cadono in una singola disciplina. Noi vogliamo esplorare le tradizioni dove esistono, se non standard, tradizioni sulla testimonianza oculare e sulla verità, metodi sul come decidere chi prendere seriamente. Le tradizioni Buddiste e Cattoliche affrontano questo in dettaglio, per esempio nel determinare cosa sia miracolo e cosa no.
Padre Corrado Balducci, un gentiluomo vicino al Vaticano, una volta mi colpì dicendo che la Chiesa prende molto seriamente questi rapporti sugli UFO e sulle abductions, perchè sembrano esserci molte testimonianze attendibili. Ho iniziato a pensare a questa nozione del testimone sacro o del testimone del sacro. Non vogliamo prendere, per esempio, gli standard Cattolici o Buddisti, ma possono essere delle guide.

D: Quindi questi standard possono essere applicati ad ogni sorta di esperienza anomala?

R: Il mondo New Age è pieno di persone che lavorano su tutto dalle esperienze aliene al channeling, ma non ci sono criteri reali per dire cosa prendere seriamente. Abbiamo molte critiche appropriate sul lavoro new age. Solo perchè qualcuno dice che può canalizzare qualcosa, non significa che sia vero. Il metodo scientifico ha mezzi per decidere sull'attendibilità di evidenze fisiche. Però se non ci sono evidenze fisiche, segni fisici sul corpo per esempio, ci devono essere modi per raccogliere dati e determinare la validità.

D: Stai cercando con forza di portare la scienza in un'area che è dominio della religione?

R: Barbara McClintock, vincitrice del Premio Nobel in genetica, ha descritto il suo modo di conoscere come altamente soggettivo. Lei potrebbe cadere in amore con spighe di grano; si è fusa con quello su cui lavorava. Chiaramente, dopo aver appreso in questo modo interconnesso e soggettivo, allora puoi usare la tua mente razionale per trovarne un senso. Però il tuo strumento di conoscenza è il tuo intero sè, il tuo sè intuitivo, la tua piena coscienza. Quello che i bravi scienziati e quelli che ci portano "oltre il velo" hanno in comune, è il pieno impegno con questo altro sè.

D: Dici che il lavoro respiratorio ti ha aperto ad altre visioni del mondo. Come si è rivelato questo?

R: Ho realizzato che non ero bloccato nella mia torre accademica e psicoanalitica, mi sono espanso oltre il guscio. Ho avuto questo senso di connessione con tutte queste persone, che era inspiegabile per me. Questo senso per cui ognuno di noi è in qualche modo una persona aperta e che ama e che eravamo una sola cosa in un certo modo, che in condizioni naturali possiamo connetterci in un modo molto differente dal solito isolamento competitivo in cui viviamo.

D: Come si relaziona questo con gli alieni?

R: Siamo esseri spirituali connessi con altre forme di vita e col cosmo in modo profondo e lo stesso cosmo contiene una intelligenza. Non è solo materia morta ed energia.

D: Le tue idee sulle abductions, sono più accettate ora nelle vie ufficiali, rispetto al 1994?

R: No, al contrario. Ci sono coloro che hanno paura di quello che vedono come il pericolo del ritorno dell'irrazionale. Però agli estremi c'è una crescente eccitazione e un interesse nel comprendere una realtà non conosciuta tramite il metodo scientifico tradizionale. Quindi c'è come un riscaldamento, non per una guerra di paradigma, ma un discorso non molto amichevole tra visioni in contrasto.

D: Gli "sperimentatori" del contatto alieno, vengono considerati pazzi nel mondo ufficiale. Li vedi come una minoranza oppressa?

R: La ridicolizzazione di questi individui e la negazione delle loro storie ha profonde implicazioni morali. Una società non può sopravvivere a lungo se chi racconta la verità viene respinto. Io credo che questi testimoni dicano la verità, nonostante il fatto che quello di cui parlano non può essere vero secondo la visione materialista dominante nel mondo. Il fatto che vengano respinti non li rende una minoranza soppressa. Ho iniziato a vedere che l'errato respingimento delle testimonianze di attendibili testimoni era dovuto al fatto che ciò che riportavano non combaciava con la visione dominante del mondo.

D: Come reagisci alle strane varietà di alieni descritti dagli addotti?

R: L'intero discorso della demografia aliena è piuttosto ironica in un certo modo, alcuni biondi, altri rettiliani, altri come insetti, altri come mantidi religiose e chiaramente i grigi. L'intero discorso in un certo modo è comico. Quindi arrivi sulla loro provenienza stellare. Sembra uno scherzo cosmico. Quando una cultura diviene sterile e limitata nella sua visione, arriva qualcosa che strappa l'intero sistema.

D: Quindi credi personalmente in questo fenomeno?

R: Non serve sforzo. Non si può spiegare in modi puramente interpsichici. Molte persone hanno queste esperienze nel mondo, spontaneamente. Deve arrivare da qualche luogo, quella che James William ha chiamato "provocazione dall'esterno". Lo vedo nel contesto della crisi ecologica globale. La Terra è una fonte di creazione e vita e per ignoranza, avidità e aggressione, la stiamo distruggendo. Vedo un risveglio delle coscienze in questo, una riconnessione spirituale col sacro, col divino.

D: Il pedaggio personale e professionale per aver scavato nel fenomeno abductions, è stato troppo alto?

R: Non ho rimpianti. Nonostante le critiche e gli attacchi, ho incontrato così tante incredibili persone aperte alla conoscenza. Ho probabilmente guadagnato più colleghi e amici da quando ho iniziato questo lavoro, rispetto a quelli che avevo nel periodo precedente, sono semplicemente differenti. Non risuono allo stesso modo con un numero di altre persone. E' stata come un'espansione dei miei orizzonti e un'apertura a connessioni e possibilità eccitanti, più che una sofferenza. Quello che mi ha portato a sentirmi bene è che le persone hanno iniziato a cercare in anomalie di altro tipo. Ci sono stati molti altri pionieri prima di me.

D: Vuoi avere un'esperienza di abduction?

R: Non penso. Una ragione è che spesso è spaventoso, ma penso che potrei gestirla. Secondo, la mia attendibilità e il mio ruolo come testimone dei testimoni, dipende sul mio essere pulito in questo punto. Ho visto esempi in cui investigatori che hanno avuto esperienze o hanno riconosciuto le loro esperienze, hanno perso credibilità come investigatori. Sento di avere un ruolo diverso. Non mi permetto di pensare troppo a questo.

[align=right]Andrew Lawler è il corrispondente da Boston per il magazine Science[/align]


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RAPIMENTI UFO, COME INTERROMPERLI?



Il lettore Roberto De Sotis, in una mail a Giulia D'Ambrosio, domanda se sia possibile interrompere un rapimento UFO utilizzando una vibrazione. Probabilmente ha sentito tale teoria in una delle mie conferenze, a Milano o a Locarno.
L'idea, personalissima, che ho difatti elaborato, mi viene da un confronto tra la casistica italiana (un episodio precedente il 1947 ed uno invece studiato assieme alla dott.ssa D'Ambrosio) incrociata con quella americana (un'abduction studiata da Derrel Sims) ed islamica (il caso dell'indiana musulmana Gamida in Africa, il cui sequestro venne interrotto, ci spiega l'ufologa locale Cinthya Hind, nella maniera più insolita: grazie ai parenti che pregavano per "esorcizzare" quelli che credevano essere demoni.
Ho ritrovato più volte questa strana somiglianza; i Grigi sembrano la tecnologicizzazione di un antico mito, quello del "diavolo" alla ricerca dell'anima umana; chiaramente i Grigi non cercano il nostro corpo, altrimenti, dopo migliaia (milioni, secondo gli ufologi più oltranzisti) di sequestri, saprebbero benissimo come siamo fatti anatomicamente o geneticamente. Dunque, cercano altro. Ma cosa? L'anima, secondo i vangeli apocrifi che parlano della caduta dei misteriosi quanto tecnologici "angeli Veglianti" (e curiosamente i moderni rapiti dicono che gli E.B.E. si presentano con il nome di "Watchers", Veglianti)? La "sofia" o la conoscenza (di cui parlano altri testi religiosi apocrifi antichi), che rende l'uomo così diverso dagli animali, capace di innalzarsi sopra tutto tutti, di costruire, evolversi, filosofare e soprattutto di esteriorizzare quelle emozioni che i Grigi (robot biologici, secondo Philip Corso) non hanno? Il "soma", come dicono i testi sanscriti che parlano della discesa dei kimpurusha per rapire ed ingravidare le donne dell'antica India? Ovvero quella capacità mentale che, se dominata, permetterebbe di controllare miliardi di menti, umane e non?
E' chiaro che questa "lotta" non si combatte solo su un piano fisico e tridimensionale. Ho investigato il caso di un (quasi) rapito milanese (persona perfettamente sana di mente e razionale; si pensi che è un fisico nucleare) che, una notte del 1996, si sveglio' "captando" in qualche modo la presenza, in camera, di "tre-1uattro omini che camminavano attorno al letto. Avevano gli occhi come gli alieni di Communion ma erano belli, con delle manine, un vestito bianco aderente e chiuso attorno al collo"; l'aspetto curioso è che il testimone vedeva questi esseri solo se li fissava con la "coda dell'occhio". Se guardava direttamente non vedeva nulla. Allo stesso modo riusciva a percepire l'emissione al fosforo del televisore spento da poco, visibile solo di lato. Essendo fisico, il testimone pensò che quegli esseri, come il fosforo dello schermo televisivo, fossero percepibili nella frequenza dell'infrarosso, cioè al di sotto delle frequenze comunemente visibili. Se ciò è vero, allora è chiaro che ci stiamo confrontando con qualcosa che va al di là delle convenzionali condizioni nelle quali opera l'homo sapiens.
Ed allora, in tal caso, per interrompere le azioni di chi - si dice - ipnotizzi con un tocco il rapito in modo da manipolarlo al meglio, e sia in grado addirittura di passare attraverso i muri, dobbiamo anche indagare nel "non convenzionale". Ecco forse che l concentrazione (sia essa esplicata attraverso la preghiera, la meditazione o altro) forse impedisce a questi esseri di poter arrivare alla nostra mente. Spostando la nostra attenzione vigile da questi "serpenti ipnotizzatori", forse riusciamo a non essere più preda dei loro poteri mentali.
In passato, quando incontrai il prof. Jacobs, autore del best seller "The threat", chiesi come fosse impossibile interrompere un'abduction. La risposta fu deludente: mettere una videocamera accesa, per filmare il tutto. Non credo proprio che i Grigi si facciano scoraggiare da così poco. Premesso che la durata di una videocassetta per telecamera è di un'ora e mezzo (e dunque dovremmo avere la fortuna di indovinare la sera e l'ora giusta di un possibile rapimento), dubito che sia in grado di causare black out elettrici di intere città, o la paralisi dei testimoni, si faccia scoraggiare da una candid camera.
Credo invece, sperando di non peccare di presunzione, che uno dei sistemi per interrompere i rapimenti dei Grigi (che gli antichi indiani chiamavano "Pitri" ed i nordeuropei "Pitti") sia quello da me descritto nel mio recente "Gli X-files vaticani" (si sa, la Chiesa l'ha sempre saputa lunga...), che di seguito inserisco. Non so se ho ragione, ma lo spero e me lo auguro.

LA GUERRA SEGRETA DEI BENANDANTI
Un altro elemento ricorrente nei casi di abductions è, che, per quanto possa sembrare incredibile, esse parrebbero interrompersi se il rapito riesce a spostare la propria attenzione vigile. In un'altra mia opera, sulla casistica nel mondo islamico, ho scritto: "Ogni qual volta i Grigi hanno cercato di rapire un terrestre e questi, fortunosamente, è riuscito a concentrarsi mentalmente (con preghiere, meditazione o mentalizzando una precisa vibrazione sonora o una luce), il rapimento si è interrotto, come se questi esseri interagissero più con la nostra mente che non con il nostro corpo". In merito ho raccolto documentazione proveniente sia dal mondo islamico che da quello occidentale, in Italia e negli Stati Uniti. In tutti i casi i rapiti erano stati come ipnotizzati e nel momento in cui, fortunosamente, avevano sottratto la propria mente al controllo dei rapitori, questi, resisi conto di essere impotenti, avevano rilasciato la cavia umana. Curiosamente tale elemento ricorre nelle cronache ecclesiastiche, mascheratosi nel mito del "nome di Dio" la cui pronunzia mette in fuga il diavolo. Secondo l'inquisitore basco Miguel de Goiboru durante un sabba celebrato in Spagna a Logrono nel 1610 un'ossessa a nome Stéphanie avrebbe gridato: "Gesù, quanta gente!". In quel momento tutto lo scenario stregonesco si sarebbe dissolto, il che lascia supporre che in molte di queste "rappresentazioni" vi fosse una componente allucinatoria o ipnotica notevole. Come nel caso dei rapimenti UFO!
Altro elemento ricorrente, la credenza che vi sia una sorta di lotta in corso tra specie aliene, la prima impegnata a rapire gli umani, la seconda ad interrompere i rapimenti (un addotto di Bergamo sotto ipnosi confermò a me alla psichiatra dottoressa Giulia D'Ambrosio questo dato reale). Tale elemento ricorre anche nei verbali delle streghe; molte, sia in Gran Bretagna che in Italia (in Friuli) parlarono dei benandanti, una sorta di stregoni in grado di uscire dal corpo per combattere in astrale le adepte del demonio, ed ai quali alcuni tributavano un dotto culto. "Riferivano", scrive lo storico texano Brian Levack, "di lotte notturne fra i membri di un culto della fertilità, i benandanti, e le streghe. La persecuzione contro i benandanti esplose tra la fine del '500 e l'inizio del '600. Essi credevano di poter uscire in spirito durante il periodo delle Ceneri, per combattere le streghe. I magistrati dell'Inquisizione, incapaci di comprendere quel corpo di credenze contadine e sospettosi che i benandanti fossero di fatto streghe che si recavano al sabba, a poco a poco convinsero i membri di questo antico culto della fertilità di essere streghe malefiche". Va anche detto che, come testimoniarono Sprenger e Institoris nel loro manuale di stregoneria, le streghe erano divise in due categorie: le mulieres pythonicae, donnicciuole superstiziose dedite ad arti divinatorie, e le maleficae, vere streghe sataniche che essi ritenevano appartenere ad una setta segreta, per accedere alla quale bisognava giurare fede al demonio. I benandanti rappresentavano una sorta di terzo polo, in guerra con le seconde. I benandanti, secondo quanto appurò nel 1570 la Chiesa rigenerata dalle riforme del Concilio di Trento, erano personaggi particolari che durante le notti delle Quattro Tempora "partivano al seguito di un giovane capitano, che portava lo stendardo di Cristo. Armati di canne di sorgo, andavano a combattere le streghe nella Piana di Giosafat". Dall'esito di quelle battaglie notturne dipendeva la prosperità dei futuri raccolti del Friuli. Se vincevano i benandanti, le messi sarebbero state abbondanti, viceversa scarse. Che non si trattasse di una pantomima a metà strada tra il religioso ed il pagano, di una processione simbolica e rituale sembra essere dimostrato dal fatto che i benandanti possedessero poteri particolari, paranormali, per i quali oggi sarebbero definiti sensitivi. "Alcuni, uomini e donne, volavano (in astrale?; N.d.A.) di notte per la campagna e al ritorno dalla battaglia si introducevano nelle case dei contadini per mangiare le provviste e bere il vino delle cantine. Non tutti possono diventare benandanti", riferiscono le cronache francesi. "Bisogna essere eletti, nati cioè con la camicia, ovvero avvolti nella membrana amniotica". Quest'ultimo dettaglio è importantissimo. Come spiega la giornalista parapsicologa americana Jay Anson, il velo amniotico, una sorta di seconda pelle che rende sensitivi, è caratteristica peculiare delle persone dotate di facoltà extrasensoriali. E proprio le persone più sensitivamente e "mentalmente" dotate sono risultate essere, nel corso degli studi da me condotti sui moderni rapiti UFO, quelle in grado di interrompere le abductions condotte dai Grigi! Voli notturni, sabba e lotte con i benandanti sembrano dunque raccontarci in chiave mitologica e superstiziosa moderne cronache di rapimenti antichi.
Nell'esame di questi carteggi, infine è coincidente la testimonianza dei rapiti sugli alieni Grigi che custodirebbero bocce di vetro contenenti feti di ibridi umano-extratererrestri con la credenza rinascimentale secondo cui gli stregoni più potenti ottenevano dal diavolo di poter imprigionare demoni e spiriti umanoidi entro bocce di vetro, da usare come "geni della lampada" per compiere sortilegi. La "leggenda", molto diffusa nel folklore islamico e ripresa persino da Louis Stevenson nel romanzo La bottiglia del diavolo, attribuiva all'ecclesiastico Pietro D'Abano il possesso di "una creatura custodita in una bottiglia", grazie alla quale aveva potuto imparare immediatamente le materie del "trivio e del quadrivio"; e persino del pontefice Gerbert d'Aurillac (Silvestro II°) si diceva imprigionasse un demone nella sfera del bastone papale. Oggi gli ufologi americani asseriscono che le misteriose "bocce" viste nelle astronavi dei Grigi sono in realtà incubatrici spaziali ove allevare gli ibridi umano-alieni realizzati con l'ingegneria genetica. Tale credenza, con le vesti dell'epoca, ricorreva anche nella demonologia del XVIII° secolo, allorché si attribuiva al demonio, riferisce l'abate de Villars, "la paternità di tutti gli uomini che nascono senza che si sappia chi li mette al mondo...".

[align=right]Fonte: http://www.alfredolissoni.net/inter.htm[/align]


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ABDUCTIONS: LE STATISTICHE



L’1% della popolazione italiana sarebbe soggetta a prelevamenti ET, della durata media di 45 minuti. Si evidenzia l’attività di 4.446 unità operative aliene per identificazione, localizzazione e trasporto dei rapiti.
di Luciano Pedersoli

Cominciano ad essere disponibili le prime statistiche sul fenomeno dei rapimenti di esseri umani da parte di alieni (abductions) e, per quanto ancora approssimative, sono tali da meritare attenzione. I dati sono i seguenti:
1. Il fenomeno interessa circa l’1% della popolazione in Italia ed una percentuale un po’ maggiore negli Stati Uniti d’America;
2. ciascun rapimento dura mediamente 45 minuti;
3. ogni soggetto viene rapito numerose volte nel corso della propria esistenza, almeno fino a 40 anni di età e con una frequenza molto variabile, ma in media una volta ogni due anni.
Bisogna poi aggiungere (dati ISTAT) che la popolazione italiana ammonta a circa 57 milioni di abitanti, è piuttosto stabile ed i nuovi nati sono pressappoco l’1% della popolazione ogni anno, anche se il loro numero è in leggero calo; l’aspettativa media di vita è di 78 anni.
Come si vedrà, l’esattezza delle cifre non è fondamentale ai fini delle conclusioni che si potranno trarre dopo aver effettuato alcuni calcoli.

I DATI NUMERICI
Siccome il numero annuo dei nuovi nati è pressoché uguale a quello dei decessi, si può supporre che la popolazione sia in un stato stazionario e, poiché 40 è poco più della metà di 78, ammettendo per difetto che la fascia compresa tra zero e 40 anni, nonostante sia la più numerosa, contenga solamente la metà del totale, si ottiene una cifra pari a 500.000 persone per ogni milione di abitanti. Di questi l’1%, cioè 5.000, viene prelevato ogni due anni, per un totale di 2.500 rapimenti all’anno per milione di individui; 57 milioni di abitanti comportano, quindi, 57x2500=142.500 rapimenti all’anno sull’intera popolazione italiana. I nuovi nati sono già inclusi nel calcolo, poiché fanno parte della fascia compresa tra zero e 40 anni, comunque essi sono circa mezzo milione, l’1% del quale vale 5.000 neonati, ciascuno prelevato entro il secondo anno di età, per un totale di 2.500 rapimenti all’anno su 142.500.
Un anno è formato da 365x24x60= 525.600 minuti e, siccome ciascun rapimento richiede in media 45 minuti - necessari ad ogni unità operativa per localizzare il soggetto, trasportarlo fino al luogo di destinazione ed, in seguito, riportarlo dove era stato prelevato - ciascuna di queste, anche lavorando 24 ore su 24 e 365 giorni su 365, non può effettuare più di 525.600:45=11.680 rapimenti all’anno.
Per effettuarne 142.500 occorrono 142.500:11 680=12,2 unità operative per l’intera Italia, che significano 0,260 unità per milione di abitanti.
Facendo l’ulteriore ipotesi restrittiva che gli Statunitensi vengano rapiti nella stessa percentuale degli Italiani, a causa dei 249 milioni di abitanti degli USA, le unità operative aumentano di 0,260x249=64,6 esemplari, diventando pertanto 64,6+12,2=76,8, che sono già molte, ma tutto fa pensare che il fenomeno abbia dimensioni analoghe non solo in Europa e nella ex-URSS, ma anche in tutto il continente americano, in Australia ed in una parte significativa del resto dell’Asia, coinvolgendo almeno 3 miliardi (3000 milioni) di individui, per un totale di 3000x0,260=780 unità operative. Se fosse coinvolto tutto il Pianeta, le unità sarebbero addirittura 5700x0,260=1.482. Tutti questi risultati si ricavano approssimando sempre per difetto e, calcolando il numero minimo di unità operative teoricamente necessario, vedremo poi che tale numero dovrà essere incrementato.

LA SINCRONIZZAZIONE
Chiunque si sia interessato ai rapimenti di esseri umani da parte di alieni sa che questi vengono eseguiti seguendo un programma con fini genetici non ancora chiariti, ma sicuramente di vitale importanza per gli alieni stessi, che se ne occupano come minimo da diversi decenni.
Il programma è molto vasto e richiede evidentemente tempo, quindi deve essere eseguito avendo cura di non provocare reazioni negative da parte delle persone soggette ai rapimenti. Gli accorgimenti più ovvi consistono nel non presentarsi mai ufficialmente alla popolazione stessa e nell’evitare di avere un numero significativo di testimoni durante i rapimenti, che devono quindi avvenire preferibilmente in piena notte e, possibilmente, in luoghi poco frequentati.
I 45 minuti medi richiesti da ciascun rapimento corrispondono alla durata della mancanza di ricordi (Missing Time o tempo mancante) del rapito; in questo periodo rientrano il trasporto a destinazione, gli esami e/o le operazioni sul soggetto ed il riaccompagnamento nel luogo di prelevamento, ma non la localizzazione della persona da rapire. Questo tempo va considerato a parte, anche se è vero che l’unità operativa potrebbe eseguire un’altra missione mentre il soggetto viene esaminato od operato; in ogni caso è estremamente improbabile, per non dire impossibile, che le unità operative siano sincronizzate in modo così perfetto da non sprecare neppure un po’ di tempo. Diventa quindi molto plausibile l’ipotesi che il tempo dedicato a ciascun rapimento sia superiore al minimo calcolato; è anche probabile che le operazioni si concentrino, mediamente, nel terzo notturno della giornata.
Ne consegue che il numero di unità operative coinvolto nell’operazione va moltiplicato almeno per tre, portando le unità approssimativamente a 37 per l’Italia, 194 per gli USA, 2.340 per 3 miliardi di abitanti e 4.446 per l’intero pianeta, che si possono arrotondare rispettivamente a 40, 200, 2.500 e 4.500, soprattutto se si tiene conto che non è per nulla garantito che i rapimenti coinvolgano solamente persone al di sotto dei 40 anni.

LA STRATEGIA
La Seconda Guerra Mondiale rappresenta una svolta tecnologica molto importante, perché i sistemi di avvistamento iniziano a migliorare rapidamente, diventando globali e le armi acquistano altrettanto rapidamente pericolosità ed efficienza (basta pensare alla bomba atomica), quindi da parte degli alieni diventa sempre più difficile riuscire a non allarmare la popolazione sfuggendo per di più all’attenzione dei militari, soprattutto in periodo di guerra fredda. Il compito di questi ultimi infatti è tassativo e consiste nell’identificazione e nell’abbattimento di chi si intromette senza autorizzazione nello spazio aereo di loro competenza. Inoltre, le macchine volanti aliene, per quanto progredite ed affidabili, sono pur sempre soggette a guasti od incidenti che ne possono provocare la caduta. Ne consegue la necessità di raggiungere un accordo con i militari per poter agire senza interferenze ed ottenere anche, eventualmente, collaborazione e supporto logistico.
Per raggiungere lo scopo si può provare con le minacce, oppure con la promessa di nuove tecnologie, ovvero con la garanzia di una efficiente difesa contro un nemico esterno dal quale i militari non sappiano difendersi.
Ovviamente, con le minacce non si otterrebbe, da parte di questi ultimi, una reale collaborazione, ma probabilmente neppure la promessa di nuove tecnologie sarebbe sufficiente a spingerli ad autorizzare il prelievo di una percentuale di popolazione tanto alta come l’1%. Non dimentichiamo infatti che il primo compito istituzionale dei militari è pur sempre la difesa della popolazione, di cui fanno parte essi stessi e le loro famiglie, nonchè parenti, amici e conoscenti. Rimane solamente l’ultima ipotesi, ma occorre un nemico molto pericoloso, contro il quale i militari non siano in grado di combattere efficacemente.
Finora non si sapeva chi potesse essere questo nemico, pertanto l’ipotesi non era stata nemmeno presa in considerazione, tuttavia, da quando è iniziato lo studio scientifico delle "abductions" abbiamo imparato che le specie degli alieni sembrano essere più d’una e adesso si stanno accumulando indizi che portano a ritenere che mentre alcune siano indifferenti nei nostri confronti, altre sarebbero invece ostili. Queste ultime sarebbero dotate di una tecnologia enormemente superiore a quella in possesso dei militari terrestri e disporrebbero anche di cognizioni a noi sconosciute, quindi rappresenterebbero nemici letali, contro i quali non sarebbe possibile organizzare una difesa efficace, a meno di non disporre di alleati al loro stesso livello tecnologico: gli alieni interessati al programma genetico che ci riguarda sono appunto scientificamente e tecnologicamente competitivi, quindi ottimi alleati potenziali.
Si giustificherebbe, in tal caso, la segretezza estrema sul tema, la disinformazione sistematica (cover-up) e il non voler informare la popolazione civile, inclusi i politici ai vertici gerarchici (come il Presidente degli Stati Uniti), data la scarsa affidabilità che essi hanno sempre dimostrato nel mantenere a lungo i segreti. Si capirebbe anche il perché di tante segnalazioni di militari di varie nazionalità associati ai rapimenti. Questo fatto non sarebbe spiegabile se ci fosse soltanto una ricaduta tecnologica generalizzata, non finalizzabile ad una superiorità strategica di una nazione sulle altre. Diventa, invece, del tutto comprensibile nel quadro di una collaborazione attiva tra militari di diverse nazioni ed alieni, tesa a mantenere calma la gente rassicurandola con la presenza dei militari stessi, per rendere poco credibile, o perlomeno dubbia, l’attività degli alieni.

LA COLLABORAZIONE
Il programma su base genetica prevederebbe, come si è visto, un grande numero di unità operative per l’identificazione, la localizzazione ed il trasporto dei rapiti, ma anche un notevole investimento logistico per l’esecuzione delle analisi mediche, delle operazioni chirurgiche da effettuare sui singoli soggetti e degli esperimenti da svolgere sul materiale ad essi prelevato, nonché per la raccolta, l’archiviazione e la gestione dei dati. Nulla di meglio che coinvolgere un notevole numero di unità terrestri, affidando loro i compiti meno qualificati e ricambiandole con qualche nuova conoscenza, ma soprattutto con un efficace effetto deterrente nei confronti degli alieni malintenzionati verso di noi. Ne deriverebbe che i militari non ci avrebbero venduti per il classico piatto di lenticchie ma, paradossalmente, con tutta la loro segretezza e le abbondanti bugie, avrebbero sostanzialmente fatto il nostro interesse, in quanto qualsiasi altra scelta sarebbe stata per noi assai più dannosa. Il meccanismo funzionerebbe infatti perfettamente se gli alieni fossero spinti da una necessità vitale improrogabile a svolgere il loro programma genetico proprio su di noi e non su altri e se, contemporaneamente, noi avessimo assoluto bisogno di loro. Una caduta di interesse di una delle due parti provocherebbe quasi certamente la rottura del rapporto di collaborazione e tutto fa pensare che saremmo noi a rimetterci.

[align=right]Fonte: http://www.edicolaweb.net/da210601.htm[/align]


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 19:20, modificato 1 volta in totale.

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INTERVISTA A ROGER LEIR



Intervista di Gianluca Rampini
Traduzione a cura di Germana Maciocci


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Roger Leir

Può darci qualche informazione riguardo il suo background per farci capire come si è ritrovato coinvolto nel “fenomeno dei rapimenti alieni”?

Ero membro del MUFON e stavo scrivendo un articolo per una rivista mensile chiamata “Vortex”. In qualità di reporter investigativo ho frequentato diverse conferenze a tema ufologico, scrivendo una relazione su ogni relatore. I miei articoli rappresentano la mia opinione complessiva
riguardo la materia di studio e le presentazioni dei relatori. Alcuni non erano molto complimentosi nei loro confronti ma questo era il mio stile. In quel periodo la questione del fenomeno dei rapimenti alieni si stava appena diffondendo e anche il MUFON non era pienamente convinto della veridicità di tale fenomeno. Ma dall’uscita dei libri di Bud Hopkins e John Mack l’argomento ha iniziato ad essere accettato come plausibile. È stato in quel momento che anche io ho iniziato ad interessarmene personalmente, ma solo molto tempo dopo sono stato coinvolto nella rimozione chirurgica di oggetti noti come “Impianti Alieni”.


Può spiegarci, in termini generali, qual è il suo approccio nei confronti dei casi e come si relaziona nei confronti dei soggetti rapiti?

Ho istituito un’organizzazione no profit chiamata A&S Research. Ci occupiamo unicamente degli aspetti scientifico/accademici del fenomeno e in modo specifico di ciò che possiamo definire PROVE FISICHE. Certamente nel farlo dobbiamo considerare tutti gli aspetti del caso incluse le esperienze individuali relative ai rapimenti. Quando qualcuno convinto di avere un impianto ci contatta, rispondiamo e chiediamo prove scientifiche quali raggi X, scansioni CAT o MRI. A volte le foto possono risultare utili. Una volta ricevuto questo materiale lo facciamo visionare dai nostri consulenti radiologici i quali a loro volta forniscono la loro opinione riguardo la natura dell’oggetto e la sua posizione in corrispondenza del corpo. Nel caso in cui dovessimo considerare l’oggetto come un possibile
impianto al soggetto verrà spedito un questionario dettagliato a cui dovrà rispondere con i tempi che riterrà opportuni. Dopo averlo ricevuto indietro compilato, viene analizzato, valutato e considerato il coinvolgimento del sospetto rapito. A questo punto, il soggetto può scegliere di farsi rimuovere chirurgicamente l’oggetto. In tal caso, dovrà recarsi presso
la nostra struttura e sottoporsi a rigorose analisi di tipo psicologico e fisico preventive alla rimozione dell’oggetto. Dopo aver effettuato la rimozione offriamo inoltre supporto tramite Yvonne Smith, ipnoterapista certificata che si occupa anche di regressione e che è titolare di un gruppo di supporto chiamato CERO—Close Encounter Research Organization.


Parliamo quindi di impianti. Prima di tutto, è possibile trovarne solo tramite le testimonianze dei rapiti?

No, diverse volte tali soggetti hanno problemi medici diversi o incidenti, che attirano l’attenzione su un’area dove potrebbe trovarsi un oggetto. Gli viene quindi riferita la possibilità che abbia uno strano oggetto inserito all’interno del corpo. In altri casi alcuni rapiti riportano problemi fisici o psicologici collegati all’area esatta dell’impianto o mentalmente collegati ad essa. Altre volte è possibile riscontrare segni sul corpo che non erano presenti la sera prima e che appaiono al mattino in seguito ad un rapimento.

È possibile che i soggetti rapiti abbiano uno o più oggetti impiantati?

Abbiamo eseguito fino ad oggi sedici operazioni e un solo caso con due impianti. Alcuni soggetti rapiti dichiarano di averne più di uno ma fino ad ora non abbiamo potuto verificare la veridicità di tali dichiarazioni.

Vengono riscontrati più frequentemente in alcune zone piuttosto che in altre?

Sì. Più frequentemente nelle mani, diversi negli alluci e due impianti simili ritrovati nella stessa area del braccio.

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Come è possibile provare che si tratti proprio di oggetti alieni?

È possibile. Siamo dotati al momento di tecnologie capaci di determinare
scientificamente l’origine di elementi individuali che includono la struttura
complessa di tali oggetti. Le ultime scoperte effettuate da uno dei membri del nostro organo di consulenza scientifica in qualità di laureato in fisica nucleare hanno provato, tramite il calcolo basato sulla frequenza di decadimento degli isotopi, che sono estranei al nostro sistema solare e forse provengono da un’altra galassia.


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Dopo tutti questi anni di ricerche, vi siete fatti un idea riguardo le finalità di tali impianti?

Certamente. Crediamo che si tratti di strumenti che raccolgono dati pertinenti a qualcosa di specifico che interessa tali intelligenze esistente all’interno del corpo umano. Ad esempio, una delle cose che sappiamo per quanto riguarda più del novanta percento dei casi di rapimento alieno è il prelievodi ovuli e sperma dai rapiti, e questo sicuramente per manipolare geneticamente il genoma umano. Se diamo per scontato ciò nel caso di alcuni soggetti rapiti, è logico dedurre che chiunque faccia questo voglia registrare gli effetti della manipolazione del DNA in remoto tramite tali impianti.

È possibile verificare un cambiamento nella vita dei soggetti ai quali vengono rimossi tali oggetti?

Sì, nella maggior parte dei casi si può riscontrare un cambiamento nello stile di vita in seguito alla rimozione degli oggetti, e sono felice di confermare che si tratta di cambiamenti positivi. Uno dei soggetti era un ufficiale dei servizi segreti navali che aveva perso drammaticamente peso e si trovava in tremende condizioni di salute al momento della rimozione. Nell’arco di alcune settimane ha riguadagnato peso e al momento è in piena salute.

È sempre sicuro rimuovere gli oggetti?

Quando reputiamo che non lo sia, non li rimuoviamo. Non lo faremmo mai ad esempio nel caso di cavità remote del corpo o in prossimità del
cervello. Tutte le nostre procedure vengono eseguite solo con anestesia locale, al fine di minimizzare i rischi o gli effetti collaterali.


A seguito di una rimozione, è mai capitato che un altro impianto venisse inserito al posto di quello tolto?

Fino ad oggi non è mai successo, sia nello stesso posto che in un’altra area. Questo non implica naturalmente che i rapimenti si interrompano, anzi.

Come è possibile spiegare in questo caso che una civiltà così avanzata ci permetta di “rovinare” il suo lavoro?

Si tratta di una domanda piuttosto complessa. È difficile immaginare esattamente cosa possa pensare un’intelligenza evoluta o anche un’eventuale somiglianza con i nostri processi cognitivi. Basandoci sulle reazioni e sui ragionamenti umani,dobbiamo considerare l’argomento in modo generico. Penso che sarebbe assurdo non riconoscere che da diversi anni sia in corsoun rapporto nascosto tra gli esseri umani e gli extraterrestri. Sono certo inoltre che ci abbiano fornito delle tecnologie d’avanguardia che non sono state ancora rese pubbliche. La scienza all’interno dei Black Budget ( Ndr, Programmi di ricerca segreti finanziati con fondi neri ) è probabilmente avanti di mezzo secolo rispetto a quanto sia riconosciuto dalla scienza accademica comune. Ci sono state inoltre diverse collisioni di velivoli non terrestri che sono state occultate. Considerando ciò, penso che potremmo tranquillamente affermare che esiste un gruppo di extraterrestri ed esseri umani che vorrebbero che tutte
queste informazioni fossero diffuse pubblicamente in tutto il mondo e un altro gruppo che si oppone. Forse sono stato scelto da qualcuno del primo gruppo al fine di rimuovere questi oggetti e rendere pubblica la cosa.


È questa la mia missione nella vita?

Non lo so.

Quale progetto lei pensa ci sia dietro al fenomeno dei rapimenti alieni?

Non credo che nessuno dei presunti esperti nel campo sia in grado di fornire risposte concrete riguardo questo argomento, in quanto realmente complesso e sconosciuto. È comunque un bene fornire opinioni o teorie. L’eminente professore e dottore David Jacobs crede che il fine ultimo sia la
creazione di esseri ibridi. Potrebbe avere ragione, io personalmente penso che l’intera razza umana si stia modificando geneticamente al fine di generare una nuova specie umana che cambierà il modo di comunicare e di
trattare il pianeta nel quale viviamo. Se riteniamo che Gene Roddenberry avesse ragione riguardo la “Prima Direttiva” del suo Star Trek, forse sarebbe etico per coloro che ci crearono in principio tornare ad aiutarci a risolvere i problemi del nostro pianeta modificando direttamente le creature che li causano.


Ha notato una sorta di evoluzione o degli schemi che si ripetono?

Sembra esista una sorta di ripetizione.

Abbiamo a che fare con una razza unica o con diverse e in tal caso collaborano tra di loro?

Partendo dalle informazioni che abbiamo a disposizione grazie ai Rapiti, sembra esista più di una razza di visitatori di questo pianeta e nello scenario dei rapimenti. Non è raro che chi venga rapito descriva diversi esseri presenti durante il loro rapimento come i Grigi, i Nordici, simili agli umani, o I Rettiliani. Non dimenticherò mai la descrizione fatta da Betty e Barney Hill, riguardo Esseri diversi da quelli che vengono al giorno d’oggi descritti da altri, ma più simili a quelli ricordati dai testimoni di Roswell.

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Qual è stato il caso più difficile sul quale ha lavorato?

Posso dire che uno dei casi più intriganti sia stato quello relativo all’operazione numero quindici, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione del rapito, uno scienziato della materia molto noto. Nonostante il suo fosse un evento tipo nello scenario dei rapimenti, la sua
acuta memoria gli ha permesso di guardare alla sua esperienza da un punto di vista scientifico ed analitico, e anche l’oggetto estratto riportava le caratteristiche elaborate riscontrate negli altri.


Nel caso in cui un soggetto rapito, sotto ipnosi, possa ricordare la procedura di inserimento dell’oggetto nel suo corpo e venga riscontrata una cicatrice nel posto indicato che corrisponda ad un impianto reale, come è possibile che qualcuno possa negare tale fatto reale? Come affronta lo scetticismo?

La verità è che non si tratta di cicatrici visibili o di portali di entrata verificabili in nessuno di questi casi per cui non ci è dato ritrovare un oggetto sotto una cicatrice. Posso gestire i rapporti con chi è scettico perché lo sono, di base, anche io. Non prendo nulla per scontato e
faccio affidamento unicamente sui dati fornitemi da scienziati con titoli
accademici. Ho spesso accusato scettici di mestiere di essere dei medium, i quali prendono questa definizione come un insulto fino a quando non ricordo loro che i medium traggono le loro conclusioni senza considerare i dati reali.


I militari possono fare parte di questa agenda? I Milabs potrebbero essere una realtà?

Ancora una volta, posso fornire unicamente un’opinione riguardo ciò che conosco. Non sono a conoscenza di programmi militari o Milabs. Per mia esperienza, tutti quelli che hanno accusato i militari di tali azioni hanno due cose in comune. La prima, vivono nei pressi di una base militare e la seconda è che fanno parte di una famiglia che comprende diversi militari. Dovremmo tutti ricordare che l’operazione occulta dei rapimenti alieni implica appunto che sia nascosta pertanto ogni soggetto rapito si presuma abbia una sorta di memoria schermata, e non c’è schermo migliore di qualcosa che sia realmente familiare al soggetto stesso.

Ci sono altri modi per indagare sui casi di rapimento? Ulteriori tracce fisiche?

Certamente, la A&S Research ha iniziato a registrare testimonianze nelle case dei soggetti rapiti, fino ad oggi i nostri ritrovamenti sono stati di carattere piuttosto stimolante, come residui di campi elettromagnetici, tracce di fluorescenza, pezzi di metallo rotti e curvati, chiodi che escono dai muri, e altri diversi fenomeni fisici. In un’occasione siamo stati in
grado di intercettare un residuo magnetico solo su lenzuola e cuscino al lato del letto dove dormiva il rapito, nulla sull’altro lato dove dormiva la moglie.


Che tipologia di persona viene rapita? Esiste uno studio genetico a riguardo?

Ci sono stati diversi tentativi per fornire una risposta a tale domanda ma niente che possa avere un riscontro scientifico. Una delle conclusioni è che si tratta sempre, da quanto riscontrato, di soggetti con la parte destra del cervello dominante, si tratta di individui creativi per quanto riguarda lavoro, passatempi o altre attività. Altri hanno tentato di isolare gruppi sanguigni, background etnici o geografici senza provare nulla. Per quanto ne so, non sono state mai riscontrate prove genetiche tranne che in un caso in Australia riguardanti un capello lasciato in seguito ad una “visita”. L’analisi del DNA avrebbe provato legami con un’antica civiltà celtica.

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Parlando di percentuali, quante persone risulterebbero rapite?

Il sondaggio Roper svoltosi negli USA durante gli anni novanta indicava che circa il 2% della popolazione americana era stata oggetto di rapimenti. Si tratta di un numero elevato, se consideriamo i dati come relativi in quanto la maggior parte dei soggetti realmente rapiti non risponde alle
domande dei sondaggi. Se confrontiamo questa statistica con la popolazione mondiale possiamo facilmente capire quanti esseri umani sono stati coinvolti in questo programma che sta andando ancora avanti a piena velocità.


Possiamo fermarlo in qualche modo o possiamo solo stare a guardare e aspettare che finisca?

Ho avuto a che fare con diversi tipi di ricercatori e di soggetti coinvolti nei rapimenti, la maggior parte dei suggerimenti per interrompere il processo sono ridicoli e non funzionerebbero. Ogni tanto qualcuno ha agito in modo alternativo e ci è riuscito. Un esempio riguarderebbe un caso in Brasile nel quale un povero contadino intrappolato in una sorta di raggio di luce levitante che cercava di trascinarlo su una nave spaziale, ha deciso di opporsi e si è aggrappato al ramo di un albero. Nonostante abbiano cercato
insistentemente di farlo staccare dal ramo, tutto quello che sono riusciti ad avere furono i suoi pantaloni.


Pensa che gli esseri umani siano speciali per loro o siamo solo una delle razze sfortunate tra le quali sono inciampati per caso?

Credo che chiunque ci abbia creato in origine sia tornato per aiutarci a correggere un problema genetico che provoca il nostro istinto di uccidere, di rovinare e distruggere il pianeta che chiamiamo casa. Forse tale caratteristica poteva aiutarci all’inizio per sopravvivere in un mondo ostile e remoto ma ora non ne abbiamo più bisogno.

Ha mai capito come ci hanno trovati in origine?

Zacharia Sitchin ha dichiarato nella sua interpretazione delle tavole sumere che gli Annunaki arrivarono qui quattrocentotrentacinquemila anni fa, stabilirono una base sul nostro pianeta e interferirono con le creature primitive già esistenti. Probabilmente i Neanderthal furono la specie che manipolarono geneticamente per produrre gli umani. A missione compiuta, la maggior parte degli Annunaki ripartirono e gli umani furono lasciati qui a
loro stessi. È possibile anche che tornarono ogni tanto e verificarono quanto eravamo diventati indisciplinati, inviandoci una serie di regole da seguire e dando origine al concetto di religione.


Grazie per la sua disponibilità. Come nostro solito, vorremmo chiudere
l’intervista parlando del futuro, 2012 o non 2012. Dal suo punto di vista, cosa prevede il futuro per l’umanità?


Questa domanda non mi fa piacere. Dal mio punto di vista, il futuro sembra piuttosto triste. L’umanità è corrotta e agisce con grettezza. L’unica speranza per questo mondo potrebbe essere un intervento esterno da parte dei nostri creatori che agiscono dalla parte del bene. Scientificamente, possiamo verificare che tutto ciò che conosciamo dell’Universo è dotato di un polo negativo e di uno positivo. Dalla particella subatomica più piccola al gruppo più lontano di galassie in formazione,
incluso tutto ciò che conosciamo del magnetismo e dell’elettronica, esistono aspetti positivi e negativi o forze. Tale binomio si applica anche al concetto teologico del BENE e del MALE. Speriamo quindi che siano le forze del bene a predominare.


[align=right]Fonte: Articolo tratto dalla rivista elettronica "Tracce d'eternità"[/align]


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PROJECT OMEGA DI KENNETH RING
RIASSUNTO E COMMENTATO DA N. CONTI




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Che gli Incontri Ravvicinati del 3° e del 4° Tipo abbiano analogie con esperienze di tipo sciamanico o più precisamente con Stati Alterati di Coscienza, non è cosa nuova, e molti ufologi lo avevano già constatato in anni passati.
Le ragioni di queste analogie al momento non sono date sapere (vale a dire siamo di fronte a fenomeni simili?).
Nelle esperienze di pre-morte, il testimone si descrive come uno spettatore distaccato, in alto e al di sopra del proprio corpo fisico.
Poi si nota eventualmente la sensazione di progressione all'interno di un tunnel, o nell' oscurità, o nel vuoto, in direzione di una luce radiosa.
Mano a mano che il soggetto avanza verso la luce, egli ha l'impressione di immergersi in un amore assoluto e incondizionato.
Questo stando almeno a molte testimonianze di malati usciti da questo stato di pre-morte.
A questo stadio può intervenire la percezione di una Presenza che gli offrirà la possibilità di proseguire o di reitegrare il proprio corpo fisico, oppure gli comandi direttamente di ripartire.
Le Presenze altre volte sono i genitori defunti, che comunicano al testimone che la sua ora non è ancora giunta, o che gli manifestano il loro desiderio di averlo tra loro.
Può capitare che il soggetto sia gratificato dalle immagini di un "film" accelerato della sua vita.
Quando l'esperienza arriva a termine, e il soggetto reintegra il mondo fisico, prova o un sentimento di esaltazione per aver vissuto una tale esperienza o un sentimento di depressione e di rammarico per aver abbandonato quel posto " lassù".
Questo tipo di incontri offre poche similitudini apparenti con le testimonianze talvolta terribili di rapimenti alieni a bordo di Ufo, qui intesi come dischi volanti.
A livello dell'esperienza tale-quale il contrasto pare essere enorme.
Tuttavia, un ricercatore Kenneth Ring nel suo lavoro "Project Omega" afferma : " un' analisi più fine mette in evidenza un legame abbastanza sorprendente entro queste due categorie di incontri straordinari. Per essere più precisi, quando uno tiene conto della forma che sottende questi due tipi di esperienza, vale a dire la loro struttura archetipale, i punti di incontro appaiono chiaramente".
Si può ritenere, infatti, la forma del "viaggio iniziatico" dello sciamano e cioe' le tappe classiche della separazione, della prova e del ritorno.
Come nelle NDE (Near Death Experience), il testimone Ufo si trova "instantaneamente capultato in un altro mondo".
E' vero che questi due universi non si assomigliano affatto, sopratutto quando il rapito viene condotto di forza all'interno dell' Ufo ed ivi esaminato con pratiche "mediche" simili più alla tortura che ad un check-up generale.
Tuttavia in entrambi i casi ritroviamo lo stesso carattere di una realtà che Ring definisce paranormale e magica.
Sia che si tratti di NDE o di rapimento a bordo di un Ufo il soggetto, è inaspettatamente riportato al suo punto di partenza, la realtà conosciuta, e si sente profondamente stordito e trasformato da questo contatto con l' altro mondo, mondi che solo in apparenza restano differenti tra loro, almeno in senso descrittivo.
Il primo quello delle NDE (che assomiglia molto al mondo sciamanico, della magia e dello spiritismo) ha chiaramente a che fare con il passaggio, anche se non definitivo, dalla Vita alla Morte; il secondo quello delle rapimenti alieni sembra piuttosto legato a ciò che Ring definisce "passaggio dal Presente al Futuro".
Ci si è spesso domandati, nell' approccio al fenomeno talvolta bizzarro degli Incontri con Presenze Extraterrestri se le persone che hanno questo tipo di esperienze possono essere definite anch' esse persone bizzarre, o altrimenti persone dal carattere strambo.
Diversi ufologi sembrano ormai da tempo essere giunti alla conclusione che i soggetti coinvolti in fatti ufologici sono nella maggior parte dei casi persone mediamente sane di mente, che non presentano sintomi di nevrosi o di psicosi più della media della popolazione.
Persone normali appunto.
Peraltro è dato constatare dalle analisi statistiche di Ring (poichè Ring tenta di condurre un'analisi comparata su un campione di testimoni di tali esperienze) che sia nelle persone che hanno avuto esperienze NDE che in quelle che hanno avuto incontri con Presenze Extraterrestri esiste quella tendenza che la psichiatria moderna chiama "propensione al fantasma", vale a dire una tendenza ad entrare spontaneamente in uno stato profondo (di coscienza alterata) centrato su di un universo fantasmatico suscitato dal soggetto stesso.
Questo tipo di propensione ai fantasmi sarebbe facilmente rilevabile ad esempio nel caso di Strieber (lo scrittore di Communion) che, non dimentichiamo, prima delle sue testimoniate esperienze con gli extraterrestri era già autore famoso di libri di fantascienza e di Horror-fiction: egli sarebbe quindi un prototipo dell' individuo propenso a sognare a occhi aperti un mondo fantastico abitato da strane creature.
Si è anche visto come molti testimoni di incontri del terzo e del quarto tipo abbiano un' attitudine spiccata verso esperienze paranormali, e ce lo confermano anche le indagini dell'ufologo inglese Jenny Randles, così come il suo concittadino Hilary Evans che già da tempo parla di predisposizione marcata agli Stati Alterati di Coscienza.
Questa predisposizione sarebbe presente sin dall' infanzia , tant' è che alcuni psicoterapeuti americani, che si sono interessati ai casi di rapimento Ufo, hanno avanzato una ipotesi abbastanza seducente secondo cui "le diverse forme di maltrattamento e di abusi contro i bambini giocherebbero un ruolo rilevante nelle esperienze successive", che come abbiamo visto hanno anche delle connotazioni simboliche di tipo sessuale, spesso evidenti (rapporto sessuale con l'aliena etc.).
I dati rilevati da Ring confermano che : "Esiste una tendenza costante sia presso i soggetti che hanno fatto incontri Ufo che presso i testimoni di NDE a mostrare un' incidenza più forte di traumatismi e di abusi nell' infanzia... fatto che lascia supporre, evidentemente, che queste due categorie di soggetti hanno probabilmente avuto un' infanzia verosimilmente perturbata".
Non è inutile ricordare come fa Ring che questi fattori, maltrattamenti e abusi, " non sono i soli fattori che possano favorire una sensibilità accresciuta alle realtà paranormali".
Si delineerebbe secondo Ring un quadro sintetico abbastanza preciso del contattato Ufo: propensione ai fantasmi, facoltà parapsicologiche precoci (reali o reputate tali che siano), sensibilità alle realtà parallele, tendenza alla dissociazione psicologica e incidenza degli abusi e traumatismi nel corso dell'infanzia.
Ring, utilizzando quattro gruppi differenziati di persone , uno con esperienze NDE, l'altro con esperienze Ufo, e gli altri due di controllo verifica, innanzi tutto, che la propensione ai fantasmi "non" è un tratto distintivo che differenzia i gruppi "attivi" da quelli di "controllo".
La propensione ai fantasmi può essere sintetizzata da tre situazioni tipo:
Quando ero bambino avevo un'immaginazione molto vivace.
Da piccolo ero incline ai sogni diurni.
Il mio universo immaginario, nell' infanzia, era molto ricco.
Per contro, il grado di ricettività durante l' infanzia alle realtà parallele è maggiormente presente nel gruppo "attivo" NDE-Ufo che nel gruppo di "controllo", con una grande differenza entro i due gruppi.
La "ricettività alle realtà parallele" può essere sintetizzata da queste affermazioni:
  • Quando ero bambino avevo un'immaginazione molto vivace.
  • Da piccolo ero incline ai sogni diurni.
  • Il mio universo immaginario, nell' infanzia, era molto ricco.

Il confronto sull' incidenza delle esperienze "parapsicologiche" nel corso dell' infanzia operato da Ring offre lo stesso tipo di risultato che la ricettività alle realtà parallele.
L'incidenza delle esperienze parapsicologiche può essere ben indicata dalle affermazioni seguenti:
  • Nell'infanzia sembrava che sapessi in anticipo certi fatti che stavano per prodursi e aver luogo.
  • Ho vissuto delle esperienze di uscita dal corpo nel corso dell'infanzia.
  • Nell' infanzia avevo dei "poteri paranormali".

In sintesi Ring afferma: " La percezione paranormale durante l' infanzia comunemente citata dai partecipanti alla nostra inchiesta statistica implica la visione di una o più' entità non fisiche, spesso percepite di notte nel momento in cui il bambino è strappato dal sonno.
La maggior parte dei testimoni insiste spesso sul fatto che in quel momento non stavano sognando".
Infine Ring misura l' ultimo elemento psicologico evidenziato, ovvero la "tendenza alla dissociazione", per esplorare l' eventuale ruolo mediatore della dissociazione nell' accedere alle "realtà paranormali".
La tendenza alla dissociazione è sottolineata da questo tipo di affermazioni:
  • Ho l'impressione di essere sempre stato capace di autoipnotizzarmi.
  • Ho l'impressione di essere stato "assente" una parte del tempo.
  • Talvolta ho dei momenti di assenza durante i quali agisco senza rendermi conto di quello che faccio.
  • Quando sono nervoso , o sotto tensione, riesco a rilassarmi facendo il vuoto nella mia mente.
  • Sono caduto in stato di ipnosi senza farlo apposta, per esempio guardando delle insegne luminose o ascoltando un disco.

Anche su questo punto l' indagine di Ring rileva obbiettivamente un punteggio più elevato nel gruppo "attivo" rispetto a quello di "controllo".
In particolare, per quanto riguarda la tendenza alla dissociazione , è il gruppo "attivo" Ufo che ha la tendenza a superare in generale il loro omologo delle NDE, confermando anche l' ipotesi di Evans secondo la quale "la dissociazione apre la via d'accesso agli universi paralleli".
Ancora una volta Ring ci tiene ad una precisazione , vale a dire: "La dissociazione è un fenomeno normale. Tutti ci facciamo ricorso in determinate circonstanze. La dissociazione non ha, presa a se stessa, niente di patologico, fatto salvo quando essa raggiunge dei livelli estremi, in tali casi, si parla generalmente di turbe dissociative, e non solamente di tendenze alla dissociazione".
Ciò che vuole semplicemente affermare è che nell' insieme gli individui che raccontano di esperienze legate agli Ufo ( e alle NDE) sembrano semplicemente più esposti che gli altri alle "tendenze dissociative" nel loro funzionamento psicologico.
Riassumendo, un vissuto infantile traumatizzante giocherebbe un ruolo chiave nella predisposizione ad una sensibilità particolare alle NDE e agli incontri-Ufo; queste condizioni di vissuto nell' infanzia del testimone svilupperebbero uno stile di reazione di tipo dissociativo, né più e né meno che come un "mezzo di difesa psicologico".
Dopo tutto appare logico e conseguente che un bambino sottoposto a violenze e traumatismi abbia una forte tendenza a "scollegarsi" dalla sua realtà fisica e sociale, e dalle situazioni che lo mettono in qualche modo continuamente in pericolo: risponderà alla minaccia potenziale con un riflesso di dissociazione.
Il testimone ritrovandosi in questo stato dissociativo nel quale famigliarizza con le realtà paranormali è più portato di altri ad intravvedere fatti eccezzionali, a "collegarsi" insomma con un altro mondo, arrivando fino a vedere cose che sfuggono allo stato cosciente delle altre persone.
Le traversie della loro vita hanno aumentato nel tempo la loro sensibilità ed hanno perciò stesso acquisito un allargamento delle "percezioni umane" che trascendono i limiti normalmente conosciuti.
L' ipotesi di Ring , in sintesi, non è che uno dei possibili "itinerari" per arrivare a questa sensibilità accresciuta, e comunque una semplificazione "utile", per cercare di inquadrare la psicologia del testimone.
Si può anche presupporre altrettanto logicamente che esistono alcuni individui che sin dalla nascita sono in senso lato "più sensibili di altri", o che altri ancora siano stati "sensibilizzati" da fattori positivi dove ad esempio potrebbero essere stati i loro genitori ad incoraggiare e sviluppare le loro capacità immaginative e a coltivare in qualche modo la loro sensibilità alle "realtà paranormali"; in altri casi la spiegazione potrebbe consistere in condizioni contingenti ed estreme di stress-personale che hanno contribuito ad aumentare la sensibilità a tali incontri.

Trasformazioni psicofisiologiche successive agli incontri
Ciò che più meraviglia nelle conclusioni del Progetto Omega (e che forse meno convince) sono le constatazioni riguardo le modificazioni, di un' ampiezza impressionante, sul piano psicofisiologico, nel corpo e nella mente, a seguito di una NDE o di un incontro Ufo.
Tra l'altro sarebbe stato dimostrato da Ring che queste trasformazioni si mantengono stabili nel tempo, incidendo durevolmente sulla personalità dei soggetti.
E' l'aSpetto più New-Age delle conclusioni di Ring, che se da un lato aprono ad una meditazione diversa del tema rapimenti, dall' altro non possono che restare relegate a poco più che livello ipotetico della ricerca, e base di studio per ulteriori approfondimenti.
Innanzi tutto il gruppo "attivo" mostra conseguentemente agli incontri una sensibilità fisica accresciuta nei confonti di luce, suoni, umidità, passando inoltre per una maggiore sensibilità all' alcool, ai medicinali e ai diversi alimenti.
A seguito delle esperienze paranormali si è prodotto un "effetto di sensibilizzazione generalizzato".
Circa la metà dei testimoni del gruppo "attivo" dichiara che il loro sistema nervoso funziona diversamente da prima, mentre poco meno di un terzo afferma che il proprio cervello è "strutturalmente diverso" da prima.
Numerosi fra di loro affermano di percepire una sorta di "corrente energetica" che percorre i loro corpi , affermano inoltre che per sentirsi in forma hanno meno bisogno di sonno rispetto a prima dell' esperienza, infine notano una crescita dell' emotività e maggiori sbalzi d' umore, e comunque la metà di loro ritiene di ritrovarsi con facoltà paranormali accresciute dagli incontri.
Si dovrebbe constatare insomma un allargamento mentale degli stati di coscienza dei testimoni.
Tutto ciò sembra suggerire che esiste qualcosa a livello degli incontri capace di "riprogrammare" il sistema psicofisiologico dei soggetti, sensibilizzando maggiormene l' individuo sia sul piano interiore che verso l'ambiente che lo circonda.
Molti testimoni hanno anche constatato a seguito degli incontri di avere maggiori problemi che in precedenza con ogni sorta di elettrodomestici o apparecchi elettronici : questi sembrano rompersi con una certa facilità in loro presenza.
Anche altri ufologi, tra cui Randles, hanno constatato questo tipo di incidenti.
Il già citato Strieber ce ne da conferma, scrivendo: "Non ho proprio nessuna fortuna con gli apparecchi elettrici. Gli aspirapolveri funzionano per il resto della famiglia, ma non per me...Jeff, un amico di mio figlio, mi domanda regolarmente di accompagnarlo a fare la spesa, o di portarlo in auto dall' altra parte della città ,nient' altro che per divertirsi a veder spegnersi le luci dei lampioni. Ce n'è addirittura qualche preferito che riesco a far accendere e spegnere a volontà. Non ci ho mai prestato un' attenzione particolare; non è altro che una delle mie tante disavventure meccaniche".
Insomma molti testimoni sembrerebbero diventare dei "sensitivi elettrici" (reale o meno che sia il loro nuovo potere), ed esistono casi ancora più sorprendenti .
Si ricorda di una coppia ungherese che qualche anno fa a seguito di un incontro-Ufo affermava di essere diventata una "calamita umana", il loro corpo infatti attirava qualsiasi oggetto.
Comunque la storia degli Ufo è piena di esempi di effetti elettromagnetici, come ad esempio lo spegnimento delle luci cittadine al passaggio di un Ufo, oppure, ancora più comune, l' arresto del motore di un veicolo in presenza di un Ufo e l' inspiegabile messa in moto successiva, una volta che l' Ufo è ripartito.
Si potrebbe supporre che le modificazioni psicofisiologiche del testimone si effettuino attraverso degli effetti elettromagnetici che modificano il campo elettrico del soggetto stesso.
Ma a questo punto avremmo già capito a fondo l'origine del fenomeno/i.
E' vero che tra molti scienziati si comincia a far strada una diversa visione dell' essere vivente, dove tutte le creature sarebbero essenzialmente di natura elettromagnetica, possendendo un sistema elettrico interno a corrente diretta, organizzato in modo analogico, per regolare le funzioni elementari come la crescita e la guarigione.
Questo sistema elettrico assicura anche a livello operativo di base l' attività cerebrale, e genera dei campi magnetici di natura specifica, riscontrabili al di fuori del corpo, in un modo tale che tutte le creature viventi sono intimamente legate ai campi elettromagnetici della terra .
Certamente questa relazione intima tra campi geomagnetici della terra e organismi viventi apre nuove vie verso la comprensione dei cosidetti fenomeni parapsicologici (vedi Poltergeist) e pure ufologici, ma il discolso si farebbe così ampio e generico da trascendere i limiti di uno studio scientifico del fenomeno.
Afferma Ring riguardo questi particolari cambiamenti fin qui descritti: "Se noi ammettiamo per un istante la veridicità dei cambiamenti descritti dal nostro campione "attivo", allora l' implicazione globale è tanto chiara quanto difficile da circoscrivere: "gli incontri paranormali si presentano come una porta aperta verso una trasformazione radicale a base biologica, della personalità umana. L' idea che una NDE sia anch' essa un' esperienza trasformatrice è lontano dall' essere nuova; è quasi diventato un luogo comune nella letteratura specializzata. Ma ciò di cui parliamo qui, e che è indicato in definitiva solamente da indizi empirici, è un tipo di trasformazione che va molto al di là del semplice cambiamento di concezioni e d' orrizzonte. I nostri dati suggeriscono che infatti questa trasformazione è di ordine sia fisico che psichico, e che i soggetti "attivi" , che si tratti di NDE o per estensione di Ufo, subiscono attraverso la loro esperienza determinate trasformazioni che influiscono sul loro funzionamento fisiologico, sul loro sistema nervoso, sul loro cervello, sui loro processi mentali, in modo da permettere che si manifesti un livello di umanità superiore".
Nelle sue conclusioni Ring tende a scivolare verso concezioni teosofiche in stile New-age, ma non per questo i suoi ragionamenti debbono essere evitati, essi scaturiscono dal vissuto di un' umanità così ampia che riesce difficile non concedere una certa generale credibilità alle loro esperienze.
E' pure indubitabile che queste esperienze ingenerano certe mutazioni profonde, che toccano pure il sistema personale di valori e di credenze dei testimoni.
Precisa Ring: " In numerosi casi, questi cambiamenti corrispondono ad una nuova visione dell' universo (o più esattamente ad una nuova "concezione del cosmo" che porta, sembra, ad uno schema comportamentale caratteristico, basato sul desiderio di esprimere e di far partecipi gli altri della presa di coscienza che ha apparentemente attraversato lo spirito di questi "viaggiatori" nel corso del loro soggiorno nelle contrade extraterrestri ".
Questi individui venuti in contatto con l' universo delle NDE e degli incontri-Ufo (una realtà come si è constatato spesso traumatizzante) dichiarano in generale che la loro vita è stata influenzata in modo positivo.
Tutto questo si può riassumere nel messaggio ricevuto non solo da contattati anche da contattisti con le parole "...Pace oltre ogni confine. Noi siamo qui per aiutarvi, ma non possiamo farlo senza il vostro consenso...Noi speriamo che l' amore e la saggezza riempiano il vostro cuore e la vostra mente... Noi saremo qui, noi veglieremo...".
Appare spesso in questi comunicati anche un "messaggio ecologico", come conferma anche Strieber in "Communion", e del resto è dato ritrovare anche nelle vecchie storie di contattisti-Ufo.
Come ad es. in alcuni "contattisti" degli anni 50/60, uno dei temi dominanti era il rischio corso dall' umanità in ragione dell' inconsulta corsa agli armamenti.
Oggi alcuni Incontri si richiamano piuttosto al pericolo che lo strato di ozono al di sopra del pianeta si assottigli oltre i limiti tollerabili per l'equilibrio naturale.
E' un terribile messaggio di Apocalisse che traspare dalle dichiarazioni dei "rapiti dall'Altro Mondo"!
Si potrebbe ritenere che questi incontri straordinari rafforzino la religiosità in senso lato, i dati di Ring affermano che ciò che si riscontra è una aumentata spiritualità qualcosa che i partecipanti "attivi" hanno ammesso come l' esistenza di "forze superiori", qualcosa che orchestra le loro esperienze e che avrebbero come scopo quello di risvegliare nell' individuo l' esistenza di un disegno cosmico concernente la vita del pianeta: il disegno di una Intelligenza.
Un discorso lungo che ci riporta all'esperienza sciamanica di iniziazione e resurrezione!


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ROBERT KOONTZ: "GLI IMPIANTI ALIENI SONO ARGOMENTO MOLTO SERIO"



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Il dottor Robert Koontz ha un Ph.D. in fisica nucleare sperimentale e, attualmente, sta tentando di creare una tecnologia che permetterà l’estrazione di quantità utilizzabile di energia dal vuoto. Questa ricerca segue quelle di Nikola Tesla e del dottor Thomas Henry Moray. Ebbene questo autorevole personaggio scrive una lettera aperta che mette in guardia sui rapimenti alieni e sugli impianti che vengono trovati all’interno delle vittime. Ecco cosa scrive:

Sono un Ph.D di ricerca sperimentale in fisica nucleare, e una volta ero nella US Navy’s Naval Security Group. Mentre fui assegnato alla National Security Agency, ho insegnato elettronica relativa alla raccolta di informazioni a distanza. Per un lungo tempo ho avuto autorizzazione National Security Agency Top Secret con Cryptographic Endorsement e Code-Word Access.
Nel collegamento web di sotto, ho postato articoli e informazioni sul mio background
che accertano le mie credenziali.

http://www.doctorkoontz.com/bio/Deep_Ba ... /index.htm

Per quanto riguarda le relazioni di Whitley Streiber sugli impianti alieni e la sua recente intervista da parte del Dr. Roger Leir, e anche per quanto riguarda l’intervista di Whitley di uno scienziato americano che afferma di essere stato impiantato con un qualche tipo di dispositivo tecnologico, trovo le prove molto convincenti.
In particolare, nei rapporti segnalati rilevo isotopi non terrestri dell’impianto putativo, emissioni indicanti energia elettromagnetica e la microstruttura apparente del possibile dispositivo. Questa è la prova fisica che esiste e può essere analizzata.
Prendo atto anche che lo scienziato intervistato sembra abbastanza lucido e ragionevole. Inoltre, lo scienziato ha conoscenze dimostrabili su nano-tubi di carbonio e sembra essere per davvero lo scienziato che afferma di essere.
Non vedo alcun motivo di dubitare su quello che questi uomini stanno dicendo. Infatti, piuttosto è vero il contrario: La mia opinione è che la questione debba essere presa molto seriamente e, infine, dovrebbe essere affrontata apertamente da entrambe le autorità federali e dal pubblico.
Tuttavia, mi rendo conto che è improbabile che le autorità federali affrontino apertamente la questione, e la mia opinione è che i media giornalistici tradizionali non scriveranno anche un solo, imparziale, articolo sul tema.
Tuttavia, se è vero che persone extraterrestri inseriscono impianti nei corpi dei cittadini americani e scienziati americani, allora la questione è di natura di sicurezza nazionale che potrebbe essere più grave della minaccia di al-Qaeda e Corea del Nord.
E’ possibile che i miei commenti saranno accolti con scherno e derisione, in alcune strutture. Ma questo non mi dissuade affatto. Lasciate che i chip possano cadere. La verità è un alleato.

Cordiali saluti,

Dr. Robert W. Koontz, Ph.D.



Qui la lettera originale scritta il 26 maggio 2009

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[align=right]Fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress ... lto-serio/[/align]


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MessaggioInviato: 28/03/2011, 08:47 
"GLI ALIENI CI CONTROLLANO"
AMERICANO SOSTIENE: "HO UN OGGETTO EXTRATERRESTRE NEL MIO CORPO"




A giudicare da quanto accaduto a Ron Noel, un americano di 49 anni, gli alieni ci marchierebbero come animali e ci controllerebbero dalle più lontane galassie: dopo 40 anni da quando gli alieni lo avrebbero rapito, l’uomo ha infatti scoperto di avere nel proprio corpo un sofisticato e potentissimo trasmettitore composto da una sostanza metallica, che secondo il dott. Roger Leir che sta studiando il caso, sarebbe in grado di stimolare la generazione di cellule ossee e perciò non provocherebbe né rigetto né infiammazioni.
L’uomo era andato a farsi fare delle radiografie perché gli era stata diagnosticata la sindrome del tunnel carpale ed il radiologo, forse notando qualcosa di strano ma non identificabile, gli chiese se avesse degli impianti metallici. La stessa sera, per caso, Ron vide una trasmissione televisiva in cui si parlava del dottor Roger Leir come il massimo esperto di estrazione di impianti alieni e come uno dei maggiori rappresentanti della ricerca nel campo dell’ufologia: decise perciò di interpellarlo.

“Ron Noel mi ha consultato 2 o tre anni fa – ricorda il dott. Leir – ma prima di fare qualsiasi intervento estrattivo ho voluto capire bene di cosa si trattasse. La dottoressa Ivonne Smitr ha sottoposto il paziente ad una terapia ipnotica durante la quale ha descritto gli alieni, esseri senza bocca ma che gli parlavano direttamente nella testa dicendogli di non avere paura e che avrebbe dimenticato tutto, il rapimento e l’innesto di un oggetto nel braccio; poi gli sono state fatte delle speciali radiografie dalle quali si è vista una piccola macchia vicino all’osso del suo braccio, successivamente ho fatto la misurazione delle radiazioni per mezzo di un contatore Geiger che non ha rilevato nulla, infine ho usato un misuratore di frequenze molto sofisticato che ha individuato nel braccio di Ron un trasmettitore frequenze capaci di raggiungere il più profondo e lontano universo”.

Il braccio di Ron, inoltre, è stato osservato con una speciale luce ultravioletta e si è osservato che, in corrispondenza dell’ubicazione del minuscolo oggetto appariva un segno, una specie di marchio a forma di C presente anche in altre persone che avevano raccontato di essere state rapite dagli alieni.
Il dott. Leir, che confessa di essere stato un super scettico e di essersi interessato allo studio dell’ufologia solo per dimostrare che tutto quanto si raccontava in proposito non era altro che menzogna, ora, dopo avere estratto a 16 persone 16 oggetti trasmettitori tra cui uno che usava la stessa frequenza della NASA, si dice convinto oltre ogni dubbio che i rapimenti degli alieni possono essere veri, che la stessa persona può essere rapita più volte nel corso della vita come pare sia successo a Ron Noel e che questi minuscoli e particolari oggetti potrebbero inviare informazioni sia a qualcuno che si trovi vicino a noi che a qualcuno che si trovi ad inimmaginabili distanze.

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Cicatrice lasciata da impianto

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Radiografia impianto

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Impianto nel corpo

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Impianto rimosso

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Impianto rimosso

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Rimozione impianto

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Rimozione impianto

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Rimozione impianto

[align=right]Fonte:
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-m ... mo-419927/
[/align]


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DSM IV: UNA NUOVA SFIDA AL MONDO DELLE ABDUCTION



Da sempre la ricerca sul fenomeno dei rapimenti alieni ha suscitato reciproci sentimenti di costernazione, fascino e paura tra coloro che vi si sono avvicinati o hanno cercato di comprendere i fattori che potessero essere alla base di questa fenomenologia. Una sfida alla razionalità umana ovvero allo status quo precostituito da sempre imposto e mantenuto in nome di quella “correttezza” politica e scientifica, ovvero frutto di quella ideologia antropocentrica da sempre connaturata nell’animo umano, che non ha mai accettato cambiamenti drastici se non a seguito di drastiche rinunce.
L’incessante vanificazione operata principalmente dal mondo accademico ovvero da schiere di “esperti” o da giudici dell’ultim’ora ha probabilmente sminuito e svilito a livello scientifico e mediatico quella parte della ricerca ufologica non preconcetta che ha cercato di studiare seriamente e scientificamente un fenomeno, i rapimenti alieni, che ad oltre quarant’anni dalla sua nascita ufficiale non ha trovato ancora una soluzione. Tale svilimento non ha però certamente inficiato né attenuato lo sforzo e la ricerca tesi verso la comprensione di simili quesiti.In tale frangente alcune “voci fuori dal coro”, appartenenti tanto al mondo accademico quanto a quello della ricerca privata (ovvero non istituzionalizzata), sono riusciti a condurre questo annoso dibattito nelle alte sfere della ricerca scientifica dimostrando altresì come non fosse possibile negare, ridicolizzare o addirittura ghettizzare un fenomeno che nei suoi decenni di esistenza ufficiale ha trasceso e trascende ancora la nostra comprensione. Mack, Jacob, Hopkins, Leir, sono stati i personaggi più noti tra coloro che seriamente e “scientificamente” hanno indagato questo fenomeno, affiancati nel contempo da detrattori o scettici di turno che pur di non accettare spiegazioni meno convenzionali si sono mossi attraverso ogni via e utilizzando ogni mezzo che la propria posizione o le proprie conoscenze potevano permettergli.
La non accettazione di questo fenomeno o la palese banalizzazione dello stesso si sono dovute comunque scontrare, negli ultimi anni, con una altrettanto inimmaginabile, quanto sorprendente, nuova corrente di pensiero, apparentemente “neutrale”, che ha cercato di analizzare e studiare il fenomeno svincolandosi da quei limiti e dogmi da sempre favoriti e auspicati da certi ambienti. L’attuale concezione del mondo scientifico su questo fenomeno può essere verosimilmente espressa attraverso l’ampio e variegato mondo dei disturbi mentali, delle psicopatologie o di veri e propri disturbi di natura psichiatrica dalle manifestazioni simili a quelle riferite dai soggetti presumibilmente rapiti. A tali spiegazioni si può aggiungere anche l’altrettanto complessa concezione dell’uomo come prodotto della stimolazione ambientale e mediatica cui viene costantemente fatto oggetto. Tali asserzioni però risultano riduttive, approssimative e non esplicative della complessità intrinseca, ma manifesta, del fenomeno stesso.
A questo possiamo aggiungere un’altra constatazione del tutto oggettiva. Nel vasto panorama degli studiosi, accademici e non, che vengono identificati come “scettici” una esigua minoranza di questi ha avuto la volontà o l’interesse di voler approfondire esaurientemente l’argomento. La maggior parte di coloro che criticano il fenomeno hanno avuto modo di conoscere la sua complessità e la sua letteratura prevalentemente attraverso le opere divulgative uscite negli ultimi decenni sull’argomento. Partire da basi così effimere non può condurre ad altro che a dare giudizi parziali o errati. Ci riferiamo al fatto che è professionalmente giusto dare ragione a coloro che, tra psicologi e psichiatri, ritengono altamente verosimile poter ravvisare nei resoconti testimoniali di questi soggetti la possibile presenza di psicopatologie. Si tratta effettivamente del lavoro che quotidianamente sono chiamati a compiere nei loro ambiti lavorativi.
Limitare però l’intero fenomeno alla casistica dei disturbi e delle malattie mentali risulta essere alquanto riduttivo e fuorviante, nonché errato. Che cosa dovremmo farcene dei corpuscoli, conosciuti come microimpianti, rinvenuti all’interno del corpo di questi soggetti? Dovremmo ritenere che siano il prodotto della “fervida” mente di questi rapiti?
Oppure dovremmo verosimilmente ipotizzare che possano essere il frutto di una tecnologia superiore. Forse le discipline che studiano la complessità ed i problemi della nostra mente possono venirci incontro e risolvere alcuni dei nostri quesiti, ma certamente non possono pretendere di spiegare l’intero fenomeno ovvero la sua complessità e la sua tangibilità.
La pubblicazione della nuovo aggiornamento alla quarta versione del manuale statistico e diagnostico per le malattie mentali (DSM-IV), ha portato con se nuove polemiche e nuova confusione nel mondo sia scientifico che ufologico. All’interno di questa nuova revisione (che ha visto l’introduzione di un capitolo dal titolo Religious and Spiritual Problem (V 62.89)) del più noto ed usato manuale ad uso psichiatrico e psicologico per le malattie mentali è stato infatti inserito, de facto, l’ormai manifesto fenomeno delle abduction caratterizzandolo e presentandolo nelle sue diverse manifestazioni ovvero attraverso quelle patologie e quei disturbi che potrebbero spiegare una certa percentuale della casistica. Se a tale testo si aggiunge il recente Varieties of Anomalous Experience (E. CARDEÑA, S. J. LYNN, S. KRYPPNER, Varieties of Anomalous Experience, American Psychological Association, Washington 2001), dell’American Psychological Association, potremmo dire che il “cerchio si chiude”. Proprio in quest’ultimo lavoro, che cerca di esaminare le evidenze scientifiche di differenti “esperienze anomale” tra cui i presunti rapimenti alieni, dopo trenta pagine di trattazione e presunta risoluzione dell’enigma si giunge a delle conclusioni veramente sbalorditive in cui senza mezzi termini si afferma che…

«Le teorie accessibili sull’AAE (Alien Abduction Experience, N.d.R) devono essere considerate come provvisorie e necessariamente incomplete. […] Allo stesso tempo non tutte le ipotesi rimangono tanto valide quanto altre, oppure fortemente supportate dall’evidenza empirica. Per esempio la nostra trattazione trova solo minimo supporto per certe spiegazioni come per esempio il disturbo borderline della personalità e il collegamento tra le AAE e le psicopatologie»

In parole povere si afferma che pur se nella maggior parte dei casi sono identificabili ben altre matrici all’origine dei resoconti e dei vissuti esperienziali dei soggetti presunti addotti non esiste una spiegazione coerente e valida che possa spiegare in toto il fenomeno ovvero che possa far luce su quella ridotta percentuale di casi che sembra ancora sfuggire alle maglie della classificazione psicologica e psichiatrica.

«Se le ipotesi (quelle avanzate per collocare il fenomeno all’interno di classificazioni e situazioni psichiatriche, N.d.R.) non possono completamente spiegare le AAE in termini prosaici, dovranno essere necessariamente approcciate spiegazioni più esoteriche. La più prominente tra queste vede coma vera l’ipotesi del rapimento alieno (AAE nel testo, N.d.R.). Ma ci troviamo nuovamente davanti all’assenza di solide prove per supportare questa spiegazione».

Prove, potremmo aggiunge noi, che sembrano in molti casi lasciare però meno dubbi di quanto si possa ritenere. Potremmo anche ricordarci di quell’antico distico che afferma «l’assenza della prova non significa la prova dell’assenza», distico che qualcuno farebbe bene a tenersi a mente…
Da tali dati si può ricevere anche conferma a quello che numerosi studiosi nostrani, noi compresi, affermano ormai già da anni ovvero che, se un’alta percentuale dei casi può essere plausibilmente ricondotta a spiegazioni più terrestri esiste una percentuale non esigua, tra il 2 e il 5%, in cui non è possibile applicare nessun tipo di spiegazione convenzionalmente valida ovvero riconducibile a psicopatologie o a disturbi neuro-psichiatrici.
Nel caso delle abduction sicuramente non saremo sommersi da evidenze risolutive sull’esistenza del fenomeno, ma il lento e sistematico studio compiuto in oltre quarant’anni ha permesso di collezionare prove che in certi casi si sono rese più che circostanziali.
Il Dr. Roger Leir, ad esempio, attraverso l’estrazione di micro-impianti di presunta origine aliena inseriti a livello subcutaneo ha potuto constatare come il livello isotopico degli elementi costituenti tali corpuscoli indicasse una provenienza non terrestre per gli stessi. Dovremmo ipotizzare che micrometeoriti dell’ordine di qualche millimetro siano andati ad “innestarsi ” sotto la pelle di qualche soggetto senza che questi se ne potesse rendere conto? Nella ricerca scientifica non è possibile escludere mai nessuna ipotesi, almeno questo vorrebbe la correttezza della ricerca, ma riteniamo altamente improbabile una situazione come indicata sopra. Soprattutto se si aggiunge che questi piccoli corpuscoli possedevano proprietà magnetiche non irrilevanti ed erano soprattutto capaci di interagire con il nostro sistema nervoso attraverso interazioni elettro-chimiche con i coni di accrescimento di neuroni liberi trovati in quantità altamente insolite attorno agli stessi microimpianti. Questi sono sicuramente oggetti che non possono essere definiti “schegge”, come riferito da qualche buon scettico totalmente mal documentato.
All’interno di questa accesa diatriba il DSM-IV si è insinuato come un nuovo monito sia per gli scettici quanto per gli ufologi. Troppo sbrigativamente infatti gli stessi ufologi hanno certe volte gridato al rapimento alieno senza possedere indizi o materiale che potesse comprovare minimamente la validità di un caso. Allo stesso tempo davanti a casi inoppugnabili, quelli cui neanche il miglior psichiatra o psicologo è riuscito a dare una spiegazione, gli studi sono riusciti fino ad oggi a convalidare la realtà degli eventi traumatici narrati come anche di innesti e di cicatrici totalmente anomale, e non autoprodotte, sui corpi degli ignari soggetti. Prove tangibili che “qualcosa di anomalo” era realmente avvenuto. A tale riguardo è bene sottolineare la ricorrente presenza di un disturbo post-traumatico da stress (DPTS) acuto in quella percentuale di soggetti (tra il 2 e il 5) che verosimilmente avevano vissuto esperienze anomale .
Nello stesso capitolo del DSM-IV in cui è stata inserita questa trattazione , dopo aver preso in esame la variegata fenomenologia associata con questi eventi e quelle che potrebbero essere alcune sue spiegazioni, inaspettatamente il Dr. David Lukoff (Ph.D) afferma che…

«[…] la psicopatologia non è riuscita a spiegare tutti i fenomeni ed i fattori associati con queste esperienze […] – come anche – queste vicende straordinarie, che per molti potrebbero sembrare pura fantasia, stanno assumendo un valore sempre maggiore e non possono essere ignorate dalla pratica clinica».

Si giunge infine a quello che potrebbe, e dovrebbe, essere considerato come il monito per tutti coloro che continuano a negare o svilire tale fenomenologia additandola come il semplice frutto di malattie mentali…

«[…] studi psichiatrici e psicologici su soggetti rapiti da alieni, includendo alcuni casi personalmente studiati, hanno fallito nell’identificare psicopatologie consistenti alla base di queste esperienze (grassetto del redattore). I rapiti possono, ovviamente, soffrire di disturbi emozionali o mentali a seguito di questi, spesso, traumatici eventi ed in alcuni casi sono state anche evidenziate successivamente serie condizioni psichiatriche correlate. Diversi soggetti provengono da situazioni familiari problematiche, ma in nessun caso i disordini emozionali o mentali hanno condotto ad una risoluzione delle esperienze di rapimento alieno».

Affermazioni che lasciano realmente senza parole. Forse per la prima volta apertamente la scienza Ufficiale (quella proprio con la “U” maiuscola) convalida la presenza di una matrice anomala dietro le esperienze di rapimento alieno. Indubitabilmente si potrà sempre parlare di condizioni o disturbi mentali ancora non conosciuti ma anche in questo caso non si potrà fare a meno di considerare ed osservare una percentuale dei casi di abduction come genuini, in cui cioè le spiegazioni convenzionali non trovano seguito, lasciando aperti quei cancelli che vedono in un possibile intervento alieno una delle spiegazioni al fenomeno.
Scarsamente divulgata, ma soprattutto estremamente scomoda, questa accettazione di un fattore “anomalo” alla base di queste esperienze apre la comunità scientifica verso un nuovo possibile campo di studi estremamente complesso e variegato. Quarant’anni di negazioni hanno condotto ad un unico dato di fatto, dietro alle abduction si cela concretamente un fenomeno reale dalle origini e dalle valenze ancora incerte, ma non certo relegabile unicamente al campo della psicopatologia e del mero condizionamento mediatico.

[align=right]Fonte:
- http://www.enricobaccarini.com/?p=871
- http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9092
[/align]


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ABDUCTION: SCETTICA REALTA'



di Corrado Malanga

[...]
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In questa radiografia abbiamo segnalato con la prima freccia in alto la posizione della cicatrice.
Lavorando al computer abbiamo evidenziato un impianto sottocutaneo quasi trasparente, forse costruito con del polimero conduttore, quindi invisibile alla radiazione X.
L’analisi al computer conduceva ad evidenziare una specie di oggetto rotondo collegato ad alcune ramificazioni che erano collegate come fossero dei rampini al tessuto osseo del cranio frontale sinistro.
La cosa interessante era legata al fatto che sembrava che su questo manufatto fossero stampate delle lettere ebraiche.

[...]

Per scaricare l'articolo completO >> http://www.ufomachine.org/download/file ... prove.html


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RAPIMENTI ALIENI NEL FOLKLORE CELTICO?
LE INDAGINI E LE SCOPERTE DEL REVERENDO ROBERT KIRK




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Nel 1815 il celebre romanziere scozzese Walter Scott fece pubblicare a sue spese un breve e misterioso trattato del XVII secolo dal titolo “The Secret Commonwealth of Elves, Fauns & Fairies” , ovvero Il regno segreto degli Elfi, dei Fauni e delle Fate. Il libro, ultimato nel 1691 e rimasto inedito fino al XIX secolo, trattava una materia molto cara a Walter Scott e ad altri studiosi dell’età romantica, quella cioè della riscoperta delle leggende legate al folklore e alle tradizioni popolari. Tuttavia a rendere celebre l’opera non fu la sua importanza storico-letteraria, né l’aver avuto un così celebre editore, bensì la strana vicenda biografica che aleggiava, e aleggia tuttora, intorno a colui che lo scrisse. L’autore, il reverendo Robert Kirk di Aberfoyle, piccolo villaggio situato al centro della Scozia, era infatti convinto che le creature descritte nel suo trattato, elfi, fauni e soprattutto fate, non fossero affatto, come riteneva l’opinione comune, esseri immaginari e fantastici, bensì creature realmente esistenti, che convivono in forme organizzate insieme agli esseri umani sulla Terra e che di tanto in tanto entrano in contatto con alcuni di loro trasportandoli nella terra delle fate, fairyland, appunto. Kirk era così convinto della sua teoria che passò molti anni della sua vita raccogliendo le testimonianze di coloro che affermavano di essere entrati in contatto con questi strani esseri. Il risultato delle sue indagini fu appunto il Regno Segreto, opera che non solo Kirk non riuscì mai a far stampare ma che forse, secondo alcuni, dovette procurargli non pochi problemi con le gerarchie ecclesiastiche se è vero che non appena essa fu completata e pronta per la pubblicazione, il reverendo scomparve misteriosamente senza lasciare alcuna traccia. Ma cosa conteneva quel trattato di così sconvolgente rispetto ad altri testi coevi che narravano dello stesso argomento? Innanzitutto, come ho già detto, il fatto che l’autore stesso trattasse la materia con un atteggiamento quasi scientifico e molto poco narrativo dando molta importanza alle informazioni ottenute di prima mano e catalogando il tutto con maniacale precisione. Ma a rendere particolare questa opera sono soprattutto le storie raccolte da Kirk e le conclusioni a cui lui giunse dopo aver censito tutti i dati. Questi esseri, spiega per esempio Kirk, possiedono una natura intermedia tra l’uomo e gli angeli, (These siths or fairies […] are said to be of a middle nature betwixt man and angels, as were daemons thought to be of old) hanno un aspetto etereo - che però all'occorrenza è capace di mostrarsi simile agli uomini - e hanno la capacità di apparire e svanire a loro piacimento (intelligents studious spirits, and light, changeable bodies -like those called astral- […] they can make them appear or disappear at pleasure). Secret Commonwealth edizione 1815.jpgIntellettualmente sono estremamente intelligenti e curiosi e vivono organizzati nel sottosuolo all’interno delle cavità terrestri, cavità da cui possono entrare e uscire grazie alla natura aerea dei loro corpi. La loro civiltà, continua il testo, era estremamente evoluta e fiorente già da molto prima che l’uomo abitasse la terra e le sue tracce sono ancora presenti sulle high mountains della Scozia. Ciò che però sembra colpire di più l’interesse del reverendo sono gli strani racconti di coloro che affermarono di essere stati ‘trasportati’ via dalle fate. Alcuni dei suoi intervistati, infatti, riferivano, di essere stati trasportati istantaneamente , durante l’incontro con le fate, in luoghi pieni di luce dove le lampade emanavano una luce perenne che si alimentava senza combustibile (having for light continual lamps and fires, often seen without fuel to sustain them) e dove occasionalmente alcuni rapiti avevano osservato questi esseri mentre infliggevano atroci tormenti ad altri esseri umani ([…] for the hideous spectacles seen among them, as the torturing of some wight). Per lo più i rapiti, secondo Kirk, erano donne, alcune addirittura incinte, ma anche i bambini spesso erano vittime di queste misteriose sparizioni. Il fatto curioso, che però si ricollega ad alcuni particolare degli odierni casi di abductions, è che al posto della persona “rapita” veniva lasciato un “clone” esattamente identico all'originale che restava in casa finché la persona non fosse stata riportata indietro. (Women are yet alive who tell they were taken away when in child-bed to nurse fairy children, a lingering viracious image of theirs being left in their place - like their reflection in a mirror -). Tra l’altro questi esseri pare che utilizzassero una specie di "bacchetta magica" che, rivolta contro un uomo, poteva immobilizzarlo con un "lampo" senza creare, specifica il testo, danni fisici permanenti (These arms have somewhat of the nature of thunderbolt, subtly and mortally wounding the vital parts without breaking the skin). Le loro armi, osserva Kirk, sembravano costruite con una tecnologia superiore alle capacità umane (cut by arts and tools beyond human). Curiosamente alcune delle ferite inferte da questi dispositivi furono anche rinvenute direttamente da Kirk sui corpi di alcuni animali da bestiame (of wich wounds some i have observed in beasts and felt them with my hands). C'è forse un legame con le cosiddette "cattle mutilations", ovvero mutilazioni animali, registrate ai giorni d'oggi su centinaia di capi di bestiame in tutto il mondo? Difficile stabilirlo con certezza, ma è curioso notare che gli animali esaminati da Kirk, così come nei casi odierni, risultavano privi di liquidi e sangue. Esattamente come nei casi di cattle mutilations studiati oggi! Il reverendo, però, volle essere più chiaro sulle possibili intenzioni di questi esseri. "Questi esseri - scrisse - non sembrano essere consapevoli del male che possono infliggere (They do not all the harm which appearingly the have power to do , no are they perceived to be in great pain) e tra l’altro non comunicano tra di loro se non emettendo uno strano sibilo che però si tramuta istantaneamente nella lingua locale nel momento in cui si trovano di fronte ad un essere umano (They apparel and speech is like that of the people and country wich they live […] they speak but little and that by way of whistling)". Ma il reverendo Kirk ci tiene ad illustrare anche il loro sistema filosofico. Essi non credono in nessun Dio e non hanno una religione. La loro filosofia si basa sulle seguenti idee: niente può morire; tutte le cose si evolvono ciclicamente in modo che ogni volta si rinnovano e migliorano; il movimento è l’unica legge che regola l’universo. Molte altre sarebbero le cose da dire su questo intrigante trattato, ma forse è bene lasciare il piacere della ricerca e della scoperta come sempre al lettore.
In ogni caso l’opera di Kirk, sia che venga considerata solo un semplice affresco delle tradizioni popolari della Scozia del XVII secolo, sia che venga utilizzata, come già fece il celebre fisico e ufologo francese Jacques Valleé, per interpretare alcuni dei moderni casi di "incontro ravvicinato" con esseri extraterrestri, resta una pietra miliare per lo studio del folklore nordico, soprattutto perché a partire da essa iniziò il lavoro di tanti altri studiosi delle tradizioni e delle leggende scozzesi. Kirk ebbe infatti il merito grande di spingersi (pur con i suoi mezzi limitati) oltre le credenze del suo tempo per tentare di certificare quella che lui era convinto fosse una realtà da investigare e comprendere e che per la sua epoca era considerata solo una fantasia popolare.
Un esempio di uno spirito, se vogliamo, molto moderno e contemporaneo, che ci stimola a riflettere anche sul modo in cui noi tutti ci rapportiamo a determinate tematiche considerate "di frontiera" dalla scienza ufficiale. In Italia l’opera di Robert Kirk è stata tradotta e pubblicata solo nel 1980 (Il regno segreto, a cura di Mario M. Rossi, Milano, Adelphi) in un'edizione che però non tiene in alcun conto l'ipotesi ufologica e che quindi non riesce a "leggere" in questa chiave alcune sfumature dell'indagine compiuta da Kirk. Consiglio dunque di leggere, se possbilie, il testo di Kirk in una delle edizioni pubblicate in lingua originale, per esempio quella gratuitamente disponibile su internet all’indirizzo http://www.sacred-texts.com/neu/celt/sce/ .

[align=right]Fonte: http://misterobufo.corriere.it/2011/05/ ... estri.html[/align]


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LA FISICA DELLE ABDUCTION



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Di Corrado Malanga

Alla luce di ciò che i testimoni delle abduction dicono di aver visto, si può finalmente sviluppare una teoria omnicomprensiva della fisica attuale. Gli addotti sono infatti semplici osservatori, che riportano le sensazioni fisiche provate durante un’abduction.
Utilizzerò pertanto queste sensazioni ed osservazioni visive, auditive e cenestesiche per verificare se la teoria finora proposta (l’Universo olografico di Bohm) permetta, da un lato, di comprendere come i rapimenti abbiano luogo e consenta, dall’altro, di descrivere correttamente l’Universo, sia nella sua parte olografica sia in quella reale.

Scaricabile da qui: http://www.reiki.info/Energie/Ufo-Abduc ... uction.pdf


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DISCREPANZE CLINICHE TRA I DATI PREVISTI E QUELLI OSSERVATI NELLE PERSONE CHE RACCONTANO DI ESSERE STATE ADDOTTE DAGLI UFO: IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO



di Rima E. Laibow, MD, Child and Adult Psychiatry

Se un paziente confidasse ad un terapeuta di essere stato addotto da creature Aliene che lo hanno portato su uno dei loro UFO per eseguire su di lui una serie di procedure e di esami medici non é affatto detto che questo paziente troverebbe un ascolto attento, rispettoso e senza pregiudizi da parte del terapeuta. Il racconto si troverebbe così lontano dai confini del nostro sistema di credenze culturali che sembrerebbe intollerabilmente anomalo per la maggior parte di noi. Infatti probabilmente lo negheremmo o lo rifiuteremmo utilizzando le ipotesi per noi più comode e a noi più familiari basate su una maggiore cautela e che non richiedono specifici approfondimenti.
Quando ci vengono presentati fatti che sono troppo anormali da poter essere incorporati nella nostra concezione del mondo, noi siamo propensi a negarli usando le asserzioni basate sul nostro attuale modo di vedere. Questo atteggiamento effettivamente impedisce una chiara valutazione dell’anomalia. Per questo la risposta che ci si attende della maggior parte dei professionisti e delle persone comuni quando ascoltano un racconto di UFO abduction è il completo rifiuto persino della possibilità che un episodio del genere possa avvenire subito seguito dalla immediata e completa patologizzazione della persona che fornisce un simile racconto. Stati onirici, suggestionabilità, distacco dalla realtà, completa dissociazione o franca psicosi sono comunemente offerti come evidenti e accettati modelli ragionevoli e codificati attraverso i quali la produzione di questo materiale può essere spiegato. Queste sono le tipiche manovre attraverso le quali la presentazione di informazioni che sfidano gli schemi consolidati é rifiutata o eliminata prima che la teoria stessa possa essere adeguatamente testata per stabilire se sia reale e corretta. Una simile prova sarebbe, tuttavia, altamente desiderabile perché ci offrirebbe l’opportunità di applicare il metodo scientifico al nostro attuale livello di pensiero teoretico e perciò di approfondire la nostra comprensione della realtà ancora di più. Naturalmente questo processo é severamente impedito quando il nuovo dato é escluso da ogni considerazione semplicemente perché é troppo anomalo per essere persino considerato.
Westrum ha offerto un modello con il quale gli eventi anomali sono “nascosti” e per questo rimangono anomali e nascosti per la percezione della nostra società secondo un circolo chiuso:l’evento nascosto é non creduto e il suo essere non creduto fa si che continui ad essere tenuto nascosto. Citando il periodo in cui i bambini abusati e i loro genitori abusatori restavano nascosti, Westrum afferma:

“Un evento é nascosto se la sua esistenza é così incredibile che quelli che lo osservano esitano finanche a raccontarlo perché non si aspettano di essere creduti. La sua non plausibilità può far dubitare persino chi lo osserva della sua stessa percezione, portandolo alla negazione o alla non identificazione del fatto. Se nonostante tutto l’osservatore riferisse l’accaduto egli potrà solo aspettarsi di essere trattato con incredulità e finanche di essere messo in ridicolo. Siccome l’esistenza di un evento nascosto é contraria a quello che la scienza, la società e forse anche l’osservatore crede l’evento rimane nascosto a causa delle forti forze sociali che impediscono il suo racconto. Il vero grado di negazione del fenomeno é qualche volta difficile da credere, uno scetticismo che da solo agisce come deterrente per chi tenta di portare alla superficie queste storie.”(1)

Ma a quei terapeuti che impiegano pochi attimi per giungere a queste “ovvie” e “intuitive” conclusioni si presentano numerose domande affascinanti e potenzialmente feconde di risultati. Se evitiamo anche solo per poco tempo di rifiutare questo materiale noi ci rendiamo conto che esistono almeno quattro aree di importante discrepanza tra le nostre conoscenze e i dati che sono presentati dai pazienti. Queste discrepanze ci spingono a riesaminare le nostre asserzioni in quanto manca una valida teoria che spieghi i fenomeni osservati. Questo processo in fondo non é altro che il modo con cui noi sistematizziamo la nostra comprensione della salute e della patologia umana. Il notare le cose non notate in precedenza e usandole per rifinire le nostre conoscenze ci porta a diagnosi migliori e perciò a migliori trattamenti.
Lo scopo di questo lavoro non é certo quello di conferire realtà alle esperienze di abduction riportate da alcuni pazienti. Piuttosto, proprio perché va al fuori del contesto dell’esperienza clinica accertare con certezza se questi eventi avvengono veramente o se si tratta di pura fantasia, é doveroso per il clinico esaminare l’impatto di queste esperienze, qualunque sia la loro origine, sul paziente. Questo deve essere fatto con chiarezza di vedute e con mente sufficientemente aperta.

AREE DI DISCREPANZA

1. ASSENZA DI PSICOLOPATOLOGIE MAGGIORI
E' per noi comprensibilmente seducente e anche confortante ritenere che siano necessariamente presenti stati di psicosi in una persona che asserisce di essere addotta dagli UFO. Se questo livello di distorsione e di illusione fosse veramente presente ci si aspetterebbe che questo paziente mostrasse anche altri segni di distorsione della realtà in quanto non é previsto che patologie di questa intensità siano presenti in un individuo ben integrato, maturo e non-psicotico. Al contrario ci aspetteremmo di rilevare con gli strumenti clinici e psicometrici seri problemi in numerose aree sia inter che intrapersonali. Sarebbe veramente molto sorprendente se persone altrimenti ben efficienti dimostrassero una singola area di distorsione di florida psicosi. Inoltre se questa singola idea fissa fosse totalmente circoscritta, non invasiva e discreta, questo fatto in se stesso sarebbe molto anomalo. Stati allucinatori, con idee fisse, ben sviluppati e con numerose componenti, elaborati e sequenziali non sono stati osservati in individui altrimenti sani. Ci si aspetterebbe che importanti segni di profonda disfunzione interessino molte aree della vita del paziente. Ci si aspetterebbe che, se l’esperienza di abduction fosse il prodotto di stati allucinatori o psicotici di altro tipo, fosse possibile rilevare segni di questo tipo con l’ausilio dei mezzi clinici e psicometrici di cui disponiamo. Questa considerazione conduce alla prima importante discrepanza: gli individui che dichiarano di essere addotti frequentemente dagli Alieni non mostrano alcuna evidenza di psicosi passate o presenti, né di pensieri allucinatori, perdita di contatto con la realtà, allucinazioni o altre significative psicopatologie nonostante siano state praticate approfondite analisi cliniche e psicometriche. Al contrario esiste una significativa assenza di psicopatologia della intensità necessaria a giustificare la produzione di un materiale di allucinazione florida e presumibilmente psicotica di questo tipo (2). Al fine di verificare questa strana e anomala informazione a un gruppo di soggetti che sono convinti di essere stati addotti dagli Alieni (9 persone, di cui 5 maschi e 4 femmine) é stato richiesto di partecipare ad un esame psicometrico. Una esperta psicologa clinica ha approntato la ricerca utilizzando alcuni test di proiezione (Rorschach, TAT, Draw a Person e MMPI) e il WAIS (Wecheler Adult Intelligence Scale). Al clinico esaminatore era stato detto che:“i soggetti sono valutati per determinare le similitudini e le differenze nella struttura della loro personalità come pure i punti di forza e di debolezza della loro psiche.” A tutti i soggetti fu suggerito di non fare menzione con l’esaminatrice delle loro esperienze correlate con gli UFO per cui questa era del tutto ignara che questo particolare tema fosse presente nelle loro vite.
L’esaminatrice ha riscontrato che queste persone non avevano molte cose in comune tra loro e che:

“Mentre i soggetti sono molto eterogenei tra loro dal punto di vista del tipo di personalità esiste una modica omogeneità in parecchi aspetti: 1.relativamente alta intelligenza associata a una ricca vita interiore; 2.relativa debolezza del senso di identità, specialmente di quella sessuale; 3.vulnerabilità nelle relazioni interpersonali; 4.una certa propensione alla prontezza che si manifesta alternativamente con un certo grado di sofisticazione e di consapevolezza di sé o di ipervigilanza e attenzione nei rapporti interpersonali..... Forse la più evidente e importante impressione lasciata dai nove soggetti é rappresentata dalla variabilità dei tipi di personalità che essi presentano..... C’é poco che li unisce come gruppo dal punto di vista delle chiare manifestazioni delle loro personalità.... Essi sono chiaramente soggetti insoliti ed interessanti ma accanto alla loro superiore intelligenza e alla ricchezza della loro vita mentale i nove soggetti condividono anche qualche grado di difficoltà nelle relazioni interpersonali. Per alcuni soggetti sono manifesti problemi riferibili alla grande sensibilità che dimostrano, essendo facilmente feribili il che li rende molto cauti nel farsi coinvolgere con le altre persone. E’ significativo che tutti, tranne uno, i soggetti presentano un modesto innalzamento della scala della paranoia nell’MMPI relativamente agli altri punteggi ottenuti. Così piccole elevazioni significano che non ci troviamo di fronte a una chiara sintomatologia paranoica ma piuttosto a ipersensibilità, difesa e paura delle critiche e di essere messi sotto pressione. Per concludere mentre si tratta di un gruppo eterogeneo in termini di tipo di personalità che dimostrano si può dire che la maggior parte dei suoi membri sono accomunati dall’essere piuttosto inusuali e molto interessanti. Essi condividono anche una intelligenza più viva della media e una certa ricchezza della loro vita interiore che può operare favorevolmente in termini di creatività o non vantaggiosamente per la sua entità che può essere schiacciante. I fattori emotivi tra loro condivisi includono un certo grado di disturbo dell’identità, qualche deficit nella sfera dei rapporti interpersonali e generalmente modici segni di paranoia (ipersensibilità, prudenza etc.).”(3)
Tali risultati dimostrano l’uniforme mancanza del grado di significativa psicopatologia che sarebbe necessaria per giustificare queste esperienze se le esperienze di abduction veramente rappresentassero stati psicotici o allucinatori come stabilisce la teoria corrente (CUN Sicilia: Dott. Maurizio Sorbello).
Quando l’esaminatrice é stato successivamente informata della vera ragione per la quale i soggetti erano stati selezionati per essere sottoposti a questa prova (la loro convinzione di essere rapiti dagli Alieni) ha aggiunto in seguito una postilla al rapporto originale riesaminando i risultati del test alla luce dei nuovi dati in suo possesso. E quindi afferma:

“La prima e più critica domanda che dobbiamo porci é se le esperienze riportate dai soggetti esaminati possano essere giustificate semplicemente sulla base di uno stato psicopatologico. La risposta a questa prima domanda é un chiaro NO. In poche parole se le riferite abduction fossero il risultato di fantasie confabulatorie basate su quello che noi conosciamo sui disturbi mentali questi racconti potrebbero provenire soltanto da bugiardi patologici, da schizofrenici paranoici e severamente disturbati o da straordinariamente rare personalità isteriche soggette a fughe dalla realtà e/o a multipli cambiamenti di personalità multipla.... E’ importante notare che in base ai risultati dei test effettuati nessuno dei soggetti esaminati é compreso in alcuna di queste categorie. Perciò sebbene l'indagine clinica non é di nessuna utilità per provare la veridicità dei racconti di UFO abduction si può concludere che i risultati del test non sono incompatibili con la possibilità che le UFO abduction raccontate da queste persone siano in effetti avvenute. In altre parole non esiste alcun apparente spiegazione psicopatologica per i loro racconti.” (4)

2. CONCORDANZA DEI DATI RIFERITI
Il secondo punto di interessante discrepanza che consegue a questa sorprendente assenza di prove di una comunanza di severa psicopatologia e di distorsione della realtà che giustifichi le bizzarre asserzioni dei pazienti é rappresento dalla concordanza dei dati da loro riferiti. Essi sostengono di essere stati addotti, qualche volta ripetitivamente nel corso della loro vita, da creature Aliene che hanno comunicato con loro e che hanno effettuato su di loro procedure molto simili ad esami medici. Le persone che riferiscono simili esperienze sono risultate essere psicodinamicamente diverse tra loro. Sono anche demograficamente diverse fra loro. Sono stati registrati racconti di questo scenario che si contano oramai a centinaia e i racconti non variano anche si si tratta di individui tanto diversi quanto possono esserlo un contadino brasiliano (5), un avvocato americano (6) e un prete del Midwest (7) Esiste una interessante concordanza di aspetti in questi racconti. Alcuni aspetti dello scenario si ripetono con inquietante regolarità qualunque siano le caratteristiche di educazione, di nazionalità, sociali, di esperienza o di altre caratteristiche di colui che fa questo racconto. Nella produzione di sogni, di fantasie e di stati psicotici, mentre il tema generale può essere facilmente identificato tra i diversi individui, le simbolizzazioni specifiche, le astrazioni e la rappresentazione di questi temi é relativamente idiosincrasica per ognuno di loro. Questo naturalmente necessita di grande attenzione e di un attento esame da parte del clinico per cogliere sia il significato generale che lo specifico significato degli elementi della stato fantastico. Questo attento esame spesso significa che un sistema di rappresentazioni simboliche personali può essere chiarito e il suo contenuto può essere reso meno misterioso per il paziente. Tuttavia nello scenario di abduction sia gli specifici dettagli che le tematiche generali si ripetono con sorprendente regolarità: in generale l’aspetto e il modus operandi degli Alieni, le loro azioni e le loro procedure, i loro strumenti e i loro interessi, i loro apparecchi e le caratteristiche fisiche tutto rimane sostanzialmente costante da racconto a racconto con un alto grado di concordanza (8,9,10). Questo dato sembra refrattario alle variazioni di background socio-economico, educativo, nazionale o culturale degli addotti. Allo stesso modo anche se l’individuo avesse avuto un contatto precedente con la letteratura delle abduction questo sembra fare poca differenza in quanto i racconti delle persone che é dimostrato che non hanno avuto contatti con questo tipo di letteratura contengono allo stesso modo queste caratteristiche comuni. Esperti terapeuti e molti ricercatori riferiscono che in questi casi gli addotti sono convinti che ognuno di questi soggetti é assolutamente veritiero nel suo racconto. La concordanza dei contenuti di questi racconti li rende diversi da qualsiasi altro materiale fantastico con il quale io ho familiarità. Inoltre ricercatori come Hopkins e altri affermano di aver intenzionalmente tenuto nascosto alcuni importanti aspetti frequentemente riportati nello scenario di abduction allo scopo di poter disporre di un “test” sul materiale che é loro presentato da individui che potrebbero aver avuto accesso a questo tipo di letteratura dato che gli addotti potrebbero essere stati da essa influenzati a livello sia conscio che inconscio. In questi casi sia gli aspetti che sono stati pubblicati sia quelli tenuti nascosti sono entrambi forniti dagli addotti (11). Nei casi in cui il paziente abbia letto in precedenza qualcosa nella letteratura sulle abduction questo materiale non pubblicato può essere in qualche caso fornito dall'addotto al ricercatore con un atteggiamento di incredulità, di scusa e di imbarazzo. Egli stesso esprime spesso la preoccupazione che questa informazione é meno probabile che sia creduta rispetto all’altro materiale con il quale é già familiare (12). Jung e altri hanno scritto ampiamente circa l’uso degli archetipi e della coscienza collettiva di temi e di immagini che si asserisce si presentino in modi multipersonali e globali. L’ammontare delle variazioni individuali e dell’ampiezza creativa dimostrata all’interno del sistema chiuso degli archetipi e della creatività collettiva é vasto (.......) ma gli addotti non sembrano essere coinvolti nella rielaborazione di mitologie personali. I dettagli e i contenuti dello scenario di abduction sembrano rivestire, sulla base di ampie ricerche, ben poca rilevanza tematica sulle problematiche inerenti la vita dell’addotto. Approfondite e lunghe ricerche frequentemente non evidenziano alcun primario processo simbolico tematico o archetipico che riconduce alla forma o alle attività dei rapitori e allo stesso scenario dell’abduction. Inoltre il lavoro terapeutico in questi casi é centrato sui problemi che riguardano la debolezza e la vulnerabilità dell’individuo anche se queste non rappresentavano un tema prominente nella sua vita prima della presunta abduction. In altre parole l’estrema ricchezza di associazioni e di creatività che scaturisce dall’esame del materiale fantastico-onirico patologico manca del tutto riguardo allo scenario e alla presentazione degli Alieni che rapiscono e manipolano il paziente nella storia di abduction. Se il materiale prodotto fosse veramente di natura archetipica o fantastica si tratterebbe certamente di una nuova classe di archetipo.

3. LO SCENARIO DELL’ABDUCTION E L’IPNOSI
Sia le persone comuni che la comunità scientifica ritengono frequentemente che il materiale che si riferisce allo scenario di UFO abduction sia prodotto con l'ipnosi. Siccome é comunemente creduto che le persone sotto ipnosi sono disponibili all’inoculazione di suggestioni attraverso l’influenza coperta o celata dell’ipnotista si é concluso che questo materiale riproduce quelli che sono gli interessi e le aspettative dell'ipnotista stesso. Si conclude infine che siccome l’ipnotista “ci mette del suo” quello delle abduction non può essere considerato materiale che emerge solamente dall’esperienza vissuta del paziente. Per questo gli scenari di abduction sono spesso snobbati in quanto rappresenterebbero la produzione del materiale desiderato dal ricercatore da parte di soggetti accondiscendenti e condizionabili. La forte convinzione dell’addotto che quello che racconta durante la seduta e in fase di rielaborazione gli é realmente accaduto é allo stesso modo non creduto in quanto é considerato un artefatto del processo attraverso il quale le fantasie sono generate. Sono parecchi i fattori che depongono contro la facile negazione dei dati fatta in questo modo: per prima cosa circa il 20% di questi altamente concordanti scenari di abduction sono disponibili spontaneamente a livello di coscienza vigile ("Una persona molto convincente") (13,14) Questa quota di ricordo cosciente può essere aumentata o soggetta a un ulteriore elaborazione attraverso l’uso dell’ipnosi o di altre tecniche di potenziamento del ricordo ma in un significativo numero di persone che riferiscono scenari di abduction il ricordo é inizialmente prodotto senza il ricorso a simili tecniche. Se le loro storie fossero sostanzialmente diverse dal coerente scenario di abduction prodotto in regressione ipnotica allora avrebbe probabilmente luogo un diverso fenomeno. Tuttavia considerata la presentazione clinica di storie simili provenienti da persone diverse che sono concordi circa l’esperienza vissuta da ognuna di loro questo rappresenta un’altra interessante area di discrepanza.
Hopkins ha classificato i diversi aspetti dei ricordi di abduction in 5 categorie:

Tipo 1: i pazienti ricordano coscientemente parte dell’intero scenario di abduction senza l’ausilio dell’ipnosi o di altre tecniche che potenziano il ricordo. L’emergere di questo materiale può avvenire anche a notevole distanza di tempo.

Tipo 2: i pazienti ricordano l’avvistamento dell’UFO, le sue circostanze e/o gli Alieni ma non ricordano l’abduction. Solo la percezione di una “mancanza di tempo” indica l’accadimento di un fatto anomalo.

Tipo 3: i pazienti ricordano di aver visto un UFO e/o degli ominidi ma niente altro. Non c’é la sensazione di "missing time" o di "dislocazione."

Tipo 4: i pazienti ricordano solo una mancanza di tempo o una dislocazione. Non é ricordato alcuno scenario di abduction senza l’ausilio di specifiche tecniche di recupero del ricordo.

Tipo 5: i pazienti non ricordano nulla che riguardi gli UFO o scene di abduction. Tuttavia provano spesso emozioni diverse che variano dallo spiacevole sospetto che “qualcosa di strano mi é capitato” a intense fobie di specifici luoghi, condizioni o azioni. Possono anche esibire inspiegabili ferite e/o sogni ricorrenti contenenti scenari di abduction in assenza di precise collocazioni di spazio e di tempo (15) .

L’esame delle trascrizioni delle sessioni ipnotiche che contengono materiale di abduction rivelano che sebbene i soggetti siano sufficientemente suggestionabili per la trance ipnotica indotta dal terapista essi sono refrattari all’iniezione di materiale esterno nei loro racconti. Gli addotti rifiutano categoricamente di essere “guidati” o distratti nonostante gli sforzi del terapista di cambiare i contenuti del loro racconto. Il soggetto caratteristicamente insiste a correggere gli errori o le distorsioni suggerite o imposte dal terapista durante la sessione. Per questo é difficile trovare giustificazioni plausibili per le somiglianze e le concordanze che questi scenari presentano attraverso il meccanismo della suggestionabilità quando questi soggetti così categoricamente rifiutano di essere guidate dall’ipnotista. In fatti colpisce ancora più che mentre questi pazienti sentono che il materiale che loro stanno producendo sia sotto che al di fuori dell’ipnosi sia “reale” ciò non di meno frequentemente cercano di evitare il ricordo di questo bizzarro e spaventoso materiale. Ciò rimane vero anche se la sua regolare condivisione con altri conduce a una significativa remissione della sintomatologia ansiosa e della loro sofferenza psichica. Questi scenari di abduction sono così ego-alieni che queste persone frequentemente non hanno mai condiviso questo materiale con nessun altro e se l'hanno fatto é stato solo con un gruppo selezionato di persone di loro assoluta fiducia. Nella grande maggioranza dei casi i pazienti sono riluttanti a farsi riconoscere pubblicamente come persone che hanno avuto queste esperienze in quanto percepiscono che lo scenario di abduction é così altamente anomalo che si aspettano di essere ridicolizzati e anche ripudiati se venissero associati pubblicamente ad esso. Questo perciò funziona come un segreto che colpevo lizza chi ha subito il rapimento (e sfortunatamente in alcuni casi ancora lo subisce).
Dopo che il materiale é stato prodotto e valutato questi soggetti spesso sperimentano un marcato grado di sollievo. Questo é vero sia in rapporto al comportamento sintomatico precedente sia alle altre manifestazioni ansiose non notate nella valutazione iniziale. Questi altri sintomi possono andare in remissione dopo il ricordo dello scenario e dei suoi dettagli. E’interessante notare che mentre gli scenari di abduction possono contenere una buona dose di materiale altamente traumatico specificamente riferito alla funzione riproduttiva questi episodi sono quasi uniformemente privi di qualsiasi carica erotica quando ne sono esaminati i contenuti sia manifesti che latenti.

4. IL DISORDINE DA STRESS POST-TRAUMATICO IN ASSENZA DI UN TRAUMA ESTERNO
Il PTSD é stato descritto per la prima volta nel contesto dello stress da battaglia (16). Sebbene possa essere presente in un ampia varietà di forme cliniche (17) il PTSD è comunemente considerato un disturbo che si instaura dopo un intollerabile trauma esterno che sommerge la vittima con ansia e/o depressione quando le difese del suo ego, sopraffatte e paralizzate, sono inadeguate al compito di elaborare gli insopportabili eventi stressanti. Poiché il paziente ha un impellente bisogno di tranquillizzare il mare di ansia, di paura e di colpa (18) che accompagna l’emergere dei ricordi cognitivi, sensoriali ed emozionali di questi eventi traumatici il trauma stesso può essere parzialmente o completamente nascosto allo stato di coscienza vigile (19).… Sia le risposte psichiche che quelle fisiche al trauma sono intense e penetranti. Il PTSD consegue a soverchianti traumi della vita reale e non è noto che possa presentasi come sequela di stati fantastici generati internamente al soggetto (20).
Questa quarta area di discrepanza tra i dati osservati e quelli previsti è forse quella che colpisce e ci sfida di più. I pazienti che producono materiale di abduction aliena in assenza di psicopatologie abbastanza severe che ne giustifichino la sua produzione spesso mostrano il quadro sintomatologico del PTSD. Questo fatto è da sottolineare se vogliamo considerare che in effetti non sia avvenuto alcun evento traumatico tranne quello generato dalla fantasia. Questi traumi sono in larga misura allontanati, negati e repressi come lo sono negli altri casi di PTSD.
Come discusso sopra questi scenari spesso sono presenti in individui che sono altrimenti privi di qualsiasi indicazione di significative instabilità emotive e psicologiche o di pre-esistenti severe psicopatologie. All’attenta valutazione clinica queste memorie non sembrano riempire le nicchie intrapsichiche usualmente occupate dalle formulazioni psicotiche o psiconevrotiche. Lo scenario dell’abduction non incapsula o devia impulsi inaccettabili, non delinea affettività distrutte, non è usato né per stabilizzare né per deviare aspetti arcaici del comportamento umano né procura un vantaggio secondario per l’individuo. Invece questo materiale vissuto dal paziente come assolutamente non benvenuto e totalmente ego-distonico sembra consistentemente tessuto nella fabbrica della vita interiore del paziente soltanto per quanto riguarda la sua risposta allo stress intrinseco di queste esperienze e nel contenuto del materiale represso relativo ai ricordi stressanti. Deve essere sottolineato che non si é mai ritenuto che il PTSD potesse occorrere in conseguenza di traumi che sono stati generati soltanto da stati interni al soggetto. Se gli scenari di abduction sono infatti fantasie allora la nostra conoscenza del PTSD necessita di un conveniente allargamento per spiegare queste finora inaspettate relazioni.
Inoltre ci sono significative implicazioni cliniche nel caso sia scoperta la presenza di materiale di abduction aliena in un paziente che mostra i sintomi del PTSD ma che è altrimenti privo di qualsiasi significativa patologia. Siccome il materiale riguardante lo scenario di abduction presenta parecchie aree cruciali di anomalia e di discrepanza tra quello che è noto e quello che è osservato è molto importante che il terapeuta eviti la confortevole (per il terapeuta) diagnosi di psicosi per il paziente che produce questo materiale fino a quando questo disturbo è fattivamente dimostrato e corroborato dalla presenza di altri segni oltre al materiale correlato agli UFO. E’ categorico per il terapeuta adottare una posizione neutra di non–giudizio. Egli deve curarsi della condizione di stress del paziente senza sforzarsi di confermare o di negare possibilità che si trovano al di fuori della specifica area delle sue competenze. Il clinico dovrebbe adottare come sua priorità terapeutica l’alleviamento della sintomatologia del PTSD attraverso l’uso di accettabili e appropriati metodi specifici per il trattamento del PTSD. Inoltre il terapeuta deve ricordare che mentre egli può avere forti convinzioni a favore o contro il fatto che l’abduction sia effettivamente avvenuta non rientra nelle sue capacità o competenze dare un simile giudizio con certezza totale. In aggiunta a ciò, come la psicologa clinica che ha valutato i nove addotti precedentemente descritti ha chiaramente specificato nella sua postilla, la sofisticazione delle psicoterapie attuali non è così avanzata fino al punto che questa conclusione può essere raggiunta sulla base delle informazioni disponibili (21), nonostante sia ben chiaro quale sia il trattamento della sintomatologia post-traumatica. Per questo è importante per il terapeuta mantenere la stessa posizione di non-giudizio e di disponibilità ad aiutare necessaria per il successo del trattamento di questo come di qualsiasi altro insulto traumatico. Quando un terapeuta etichetta un materiale come "inaccettabile" o come "malato" in questi casi il fardello del paziente aumenta certamente. Se il terapista reagisce senza i pregiudizi che riflettono le sue convinzioni più profonde piuttosto che le certezze di cui dispone, egli aumenta senz'altro il distress del suo paziente.

SOMMARIO E CONCLUSIONI
Sebbene da lungo tempo sia credenza diffusa sia tra la gente comune che tra i professionisti che chi afferma di essere vittima di una abduction da parte degli occupanti degli UFO deve per forza essere seriamente disturbato, profondamente allucinato o un bugiardo, l’attenta valutazione sia dei protagonisti che dei loro racconti mette in seria discussione questa affermazione. Prove cliniche e psicometriche effettuate sugli addotti rileva quattro aree di discrepanza tra i dati previsti e i fenomeni osservati e suggerisce la necessità di ulteriori indagini. Queste discrepanze sono:

1. ASSENZA DI PSICOPATOLOGIA: Una inaspettata assenza di psicopatologia accoppiata con un alto livello di funzionalità trovata in molti addotti rappresenta una sorprendente e imbarazzante scoperta. La valutazione psicometrica di nove addotti ha rivelato una significativa eterogeneità di caratteristiche psicologiche e psicometriche. L’area più omogenea tra loro è risultata essere l’assenza di psicopatologia. Invece di trovarci di fronte ad una popolazione severamente disturbata e psicotica esiste l’evidenza clinica che almeno alcuni addotti siano individui sani e molto efficienti. Questa interessante discrepanza richiede ulteriori indagini.

2. CONCORDANZA DEI RACCONTI. Persone molto diverse fra loro producono racconti eccezionalmente simili di abduction da parte di occupanti degli UFO. Lo scenario di base concorda nei dettagli e negli eventi che lo caratterizzano. Questo è sorprendente alla luce della ampia diversità culturale, sociale, socio-economica, educativa, occupazionale, intellettiva ed emotiva degli addotti. Inoltre lo stesso scenario non sembra mostrare lo strato di finzione e di ricchezza simbolica presente negli altri materiali di fantasie endogene. Al contrario la complessità concettuale e simbolica ruota intorno al significato dell’esperienza per l’individuo che la sperimenta e non intorno alla forma, all’attività, agli intenti, ecc ecc, degli alieni e del loro ambiente. Questo è in netto contrasto con la prevista complessità e diversità di tematiche e di elaborazioni simboliche che si riscontrano nel materiale fantastico.

3. RESISTENZA ALLA SUGGESTIONE SOTTO IPNOSI: la concordanza dei racconti dello scenario di abduction è spesso attribuito all'introduzione di materiale esterno nella mente suggestionabile di un paziente ipnotizzato. L’esame dei racconti di abduction indica che una significativa percentuale di questi racconti emerge nello stato di coscienza vigile prima dell’uso dell’ipnosi o di altre tecniche utilizzate per stimolare la memoria. In aggiunta a questo gli addotti oppongono resistenza a essere condotti o deviati durante l’ipnosi e immancabilmente insistono e correggono l’ipnotista così ché i loro racconti rimangono accurati in accordo con la loro propria percezione.

4. PTSD IN ASSENZA DI TRAUMA: Il Disturbo da Stess Post Traumatico (PTSD) non è mai stato in precedenza riportato in pazienti sottoposti a intenso stress diagnosticato come derivante da stati generati internamente come i sistemi psicotici allucinatori o le fobie. Ma i pazienti che riferiscono di essere addotti frequentemente mostrano i classici segni e i sintomi del PTSD. Come altri tipi di PTSD anche questo è suscettibile di intervento clinico che frequentemente porta a un sostanziale miglioramento. Ma per ottenere questo miglioramento il paziente deve essere trattato per il quadro del PTSD che dimostra piuttosto che per lo stato psicotico di cui si presume sia affetto a causa dei suoi racconti di abduction. Se lo scenario di abduction rappresenta soltanto uno stato di fantasia allora è importante investigare perché e come questa profondamente inquietante fantasia è coinvolta nella patogenesi di una condizione altrimenti osservata soltanto come conseguenza di traumi indotti dall’esterno. Inoltre, se fosse questo il caso, la natura del PTSD dovrebbe essere riesaminata alla luce di queste scoperte. In alternativa si deve considerare la possibilità che il trauma che ha avuto luogo sia in effetti esterno e che lo stato post-traumatico rappresenti la risposta prevista da parte di un paziente traumatizzato.
Non rientra nelle competenze di un clinico fare una precisa valutazione circa l’obiettiva validità degli episodi di UFO Abduction ma è certamente suo compito aiutare la persona a riguadagnare un adeguato controllo, a riduzione la loro ansia e ad attenuare la sintomatologia clinica tanto efficacemente quanto è attualmente possibile. Questo scopo può essere raggiunto attraverso la valutazione del vero stato psicodinamico del paziente e non di quello “presunto.” In altre parole prima di fare una diagnosi di stato psicotico o delirante devono essere presenti altri reperti oltre a quello di credere in una Ufo abduction. In assenza di altre indicazioni di una severa psicopatologia non è appropriato trattare il paziente come se fosse afflitto da una simile patologia. Va al di là delle possibilità cliniche determinare con assoluta certezza se una Ufo abduction è in realtà avvenuta ma se non altrimenti indicato il trattamento dovrebbe essere focalizzato sulla sintomatologia PTSD e sulla sua cura.
Le aree di discrepanza che sorgono dall’esame delle persone addotte dagli UFO tra i reperti clinici previsti e quelli osservati in realtà sollevano interessanti questioni che richiedono ulteriori indagini.

[align=right]Bibliografia:
(1) Westrum, R., Social Intelligence About Hidden Events, Knowledge:Creation, Diffusion, Utilization, Vol 3 No 3, March 1982, p.382.

(2) Hopkins, B. Missing Time: A Documented Study of UFO Abductions. New York, Richard Marek 1981.

(3) Slater, E., Ph.D. "Conclusions on Nine Psychologicals" in Final Report on the Psychological Testing of UFO Abductees" Mt Ranier, MD, 1985.

(4) Slater, E., Ph.D. Addendum to "Conclusions on Nine Psychological" in Final Report on the Psychological Testing of UFO "Abductees", op.cit.

(5) Creighton, G. "The Amazing Case of Antonio Villas Boas" in Rogo, D.S., ed., Alien Abductions. New York, New American Library, pp. 51-83, 1980.

(6) Hopkins,B. Missing Time: A Documented Study of UFO Abductions. op.cit.

(7) Druffel, A. "Harrison Bailey and the 'Flying Saucer Disease'" in Rogo, S.D., ed., op.cit. pp. 122-137.

(8) Strieber, W. Communion. New York, Avon, 1987.

(9) Fowler, R. The Andreasson Affair. New York, Bantam Books, 1979.

(10) Fuller, J. The Interrupted Journey. New York, Dell, 1966.

(11) Hopkins, B. Intruders: The Incredible Visitation at Copley Woods. New York, Random House, 1987.

(12) Hopkins, B. Personal communications with the author about the more than 200 abductees whom Mr. Hopkins has investigated both with and without the use of hypnosis.

(13) Westrum, R. personal communication with the author.

(14) Hopkins, B. personal communication with the author.

(15) Hopkins, B. "The Investigation of UFO Reports" in The Spectrum of UFO Research. Proceedings of the Second CUFOS Conference (September 25-27, 1981), Hynek, M. ed., pp 171-2, Chicago, J. Allen Hynek Center for UFO Studies, 1988.

(16) Kardiner, A., The Traumatic Neuroses of War. New York, P. Hoeber, 1941.

(17) van Der Kolk, B.A., Psychological Trauma. Washington, DC, American Psychiatric Press, 1987.

(18) Horowitz, M.J., Stress Response Syndromes. New York, Jason Aronson, 1976

(19) van Der Kolk, op.cit.

(20) American Psychiatric Association: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 3rd ed. Washington, DC, American Psychiatric Association, 1980.

(21) Slater, op.cit.

CLINICAL DISCREPANCIES BETWEEN EXPECTED AND OBSERVED DATA IN PATIENTS REPORTING UFO ABDUCTIONS: IMPLICATIONS FOR TREATMENT:
http://www.think-aboutit.com/abductions ... ANCIES.htm
[/align]


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MessaggioInviato: 11/07/2011, 10:10 
ESPLORANDO GLI INCONTRI CON ALIENI IN AFRICA ED ALTRI ANCORA



di Dominique Callimanopulos

Io e John Mack eravamo alla Scuola Ariel, una piccola scuola elementare fuori da Harare, la capitale dello Zimbabwe, ascoltando Elsa (non è il vero nome) che descriveva il suo incontro del 16 settembre 1994 con una creatura “aliena”. Tutti i 60 bambini, con età tra i 6 e i 12 anni, riportarono di aver visto una grande nave spaziale assieme ad altre più piccole, atterrare vicino al loro cortile.
I dodici bambini che intervistammo nel corso di due giorni, descrissero lo stesso evento con grande dettaglio. Oltre alle navi spaziali, i bimbi videro due “strane creature”, una seduta in una delle navi e l’altra correre avanti e indietro, “saltava come se fosse stato sulla luna, ma non esattamente.”
Le creature vennero descritte come nere con grandi teste, “occhi grandi come palle da rugby”, con sottili braccia e gambe. L’evento accadde durante il mattino, mentre le maestre erano in riunione. Molti dei bimbi piu’ piccoli erano molto spaventati e piangevano. “Prima pensai che fosse un giardiniere”, ci disse un bimbo di quarta classe. “Quindi realizzai che era un alieno”.
L’evento duro’ circa 15 minuti, disse il bimbo, prima che le navi spaziali sparissero dalla vista. Persino nel loro stato di paura, molti dei bimbi erano curiosi e affascinati dalle strane creature che videro, avevano occhi che attiravano molta attenzione. Elsa ci disse che penso’ che le creature volessero dire loro qualcosa sul futuro, su come “il mondo stia per finire, forse perchè non avevamo cura del pianeta o dell’aria.” Disse che sentì una brutta sensazione interiore quando torno’ a casa. “Come se tutti gli alberi dovessero cadere e tutta l’aria dovesse sparire in futuro. La gente morirebbe. Questi pensieri venivano dall’uomo – dagli occhi dell’uomo.”
Isabelle, una composta ragazzina di dieci anni, ebbe le stesse sensazioni di Elsa. “Era spaventato. Cercavamo di non guardarlo perchè era spaventato. I miei occhi e le mie sensazioni andarono con lui.” Cio’ che entro’ nella sua “coscienza” nel guardare la creatura fu, “Stiamo facendo del male alla Terra.”
L’avvistamento della Scuola Ariel è uno dei piu’ significanti nella storia UFO recente. E’ la prima volta che un tale gruppo di persone riporta la simultanea apparizione di navi spaziali e alieni. Dopo aver ricevuto una chiamata a Settembre dalla BBC, un reporter ci disse che per due notti vennero riportati avvistamenti di strani oggetti sopra lo Zimbabwe prima del 16 settembre, in cui il tutto è culminato con il drammatico avvistamento alla Scuola Ariel e quindi decidemmo di investigare di persona.

Progetto Internazionale Abduction
Per due anni (1993/1994) il Programma per la Ricerca sulle Esperienze Straordinarie (PEER), ha fatto ricerche su rapporti UFO multi-culturali e internazionali e sulle abductions. Una delle domande centrali della ricerca in merito alle abductions è se il fenomeno accade in un simile modo all’estero; se è così, quali aspetti dell’esperienza rimangono uniformi e immutabili tra diverse culture, e quale parte dell’esperienza, o sua interpretazione, è influenzata da fattori culturali.
Membri del progetto viaggiano dal Brasile all’Africa, fino a contattare i Nativi Americani negli Stati Uniti e nel Canada e inoltre il progetto ha sponsorizzato la ricerca in Giappone, in Scandinavia e in Cile ed è in contatto con “esperienti” in Europa, Iran, Cina, Australia, Messico e Porto Rico. Abbiamo confrontato esperienze di abduction nel mondo sciamanico e delle possessioni. Abbiamo esplorato miti relativi ad esseri del cielo e di altre dimensioni e mondi.
Cio’ che ne è emerso ci ha spesso sorpreso.
Persone in paesi nel mondo hanno sperimentato abduction aliene molto simili in tanti casi, alle testimonianze negli Stati Uniti; le abductions rimangono distinte nel modo in cui la cultura delle persone incornica le loro esperienze. In Brasile, ad esempio, in cui la tradizione contiene il mondo dello spirito, della medianità e della comunicazione con antenati, le “visite ET” sono piu’ valorizzate delle visite spirituali degli antenati, per l’associazione tra gli ET e i viaggi spaziali ad alta tecnologia, che riflettono la preoccupazione culturale del Brasile sullo sviluppo. Questo risulta spesso in colorite variazioni. In una casa che abbiamo visitato, una madre che tradizionalmente comunicava con gli spiriti degli antenati, sentì il suo potere in pericolo quando suo figlio inizio’ a comunicare (come riportato) con gli alieni.
I Nativi Americani con cui abbiamo parlato dicono che l’attività corrente del “popolo delle stelle” sottolinea lo squilibrio tra la Terra, l’umanità e il cosmo. Un Anziano Hopi in Ariziona profetizzo’, come molti addotti, la fine del mondo come lo conosciamo. “Ci sarà una grande epurazione”, disse.

Le Esperienze di Abduction Sfidano la Natura della Realtà
Molti aspetti dell’esperienza di abduction diventano familiari: luci stordenti appaiono attravero il parabrezza o la finestra della camera e piccole creature aliene con grandi occhi senza pupille spaventano e paralizzano il corpo dell’esperiente, che fluttua nell’aria, attraverso i muri e le porte delle navi spaziali; operazioni che a volte curano, spesso sperimentano. Alcuni addotti riportano la partecipazione nella creazione di nuove specie ibride tra alieni e umani, filtrate in file di uteri artificiali allineati lungo le pareti delle navi come acquari. Altri descrivono nuovi mondi di conoscenza uniti a visioni apocalittiche e criptiche simbologie e avvertimenti telepatici silenziosi.
Le storie di abduction hanno animato discussioni su come debbano essere interpretate e come gli addotti possano essere aiutati terapeuticamente. La controversia nata da questo fenomeno ricorda altre lotte scientifiche che hanno circondato esperienze anomale storicamente. Evans Went, un antropologo che ha studiato le storie della tradizione Celtica, ha combattuto per definire la sua ricerca in un contesto scientifico. “Questi misteri hanno affascinato gli scienziati che, pur rimanendo legati alla loro tradizione newtoniana, non possono, per spirito di curiosità, ignorarli.”
William James, lo psicologo di Harvard, ha ponderato questa discussione. Nel suo saggio, “Cosa la Ricerca Psichica ha Conseguito”, pubblicato nel 1890, ha scritto, “L’ideale di ogni scienza è quello di un chiuso e completo sistema di verità..Fenomeni inclassificabili in un sistema sono quindi paradossali assurdità e devono rimanere falsi.” La nostra difficoltà occidentale nell’integrare i frutti dei nostri sogni e delle visioni, le nostre esperienze in stati alterati, in una realtà comune e condivisa, influenza decisamente e limita il modo in cui incorniciamo le nostre richieste di indagine e le nostre supposizioni mentre conduciamo la ricerca.
Per aprirci al significato delle esperienze di abduction, dobbiamo divenire tolleranti all’enorme varietà di comunicazioni e visite da parte di queste entità e creature che sono, come sono state descritte, “non di questo mondo”. Solo aprendoci a questo ricco conteso, possiamo iniziare a interpretare il significato delle esperienze di abduction qua e all’estero. Laurens Van der Post, ha detto, “Le persone ridono sempre alle storie di Bushman e dicono che non hanno senso. Ho realizzato improvvisamente che non hanno senso, perchè abbiamo perso la chiave e il codice. Abbiamo perso il significato delle storie.”
Come decifrare le strane storie dei testimoni? Le storie di abduction da tutto il mondo contengono paradossi: alcuni addotti sono torturati con procedure spaventose, alcuni sono curati, educati; altri vivono entrambe le esperienze suddette. L’ abduction ci inganna con le possibilità, alcune terrificanti, altre no. Come dobbiamo decifrare l’informazione e le storie che sentiamo? Come si puo’ vivere cosi vicini al “mondo oltre il velo”? Un’occhiata aliena ci invita a tradire le supposizioni terrestri, una sospensione di un credo che è parte del piacere del campo antropologico. Solo trovando e occupando ciò che gli antropologi chiamano spazio “limbico”, possiamo liberare il nostro sè per recepire il nuovo, investigando una nuova visione della vita e della realtà.

Dominique ha studiato antropologia alla Università di Wesleyan e ha lavorato come ricercatrice, scrittrice, traduttrice ed editrice nell’area dei diritti umani, studi culturali e in psicologia. Dr. John Mack e Dominique Callimanopulos’ hanno effettuato ricerche sulle esperienze di abduction in Africa e in altre culture, lavoro poi pubblicato sul libro del Dr. Mack Passport to the Cosmos.

[align=right]Fonte: http://esperienti.com/1995/03/esplorand ... ri-ancora/[/align]


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