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 Oggetto del messaggio: Il fenomeno delle "abduction"
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ABDUCTION/RAPIMENTO ALIENO



Un rapimento alieno (il termine inglese abduction è entrato nella terminologia ufologica) è il presunto rapimento di esseri umani da parte degli UFO, ritenuto un fenomeno reale da alcuni sostenitori dell'ufologia. Numerose persone in tutto il mondo avrebbero espresso la credenza di essere state rapite da esseri alieni, e condotte a bordo di veicoli spaziali o in luoghi difficilmente accessibili, come basi militari sotterranee, dove affermano di avere subìto esami di tipo medico.
Secondo le tesi pseudoscientifiche dei sostenitori delle teorie ufologiche e contattiste, questo tipo di "rapimenti" avrebbe scopi scientifici; ovvero, secondo loro, esseri di presunta origine extraterrestre avrebbero utilizzato delle cavie umane (o animali) per condurre degli esperimenti scientifici, di natura non meglio precisata. Secondo David Icke si tratterebbe di esperimenti genetici condotti con la complicità di militari terrestri.
Il fenomeno, detto anche incontro ravvicinato del IV tipo secondo la classificazione Hynek, è stato descritto da chi sostiene di averlo vissuto come un'esperienza sovente invasiva e traumatica che ha come incipit il Missing time, ossia un presunto blocco del tempo non dimostrato scientificamente . Secondo alcune testimonianze dei cosiddetti "rapiti", gli esseri di presunta origine extraterrestre cancellerebbero apparentemente la memoria dell'evento nel soggetto "rapito" per un periodo di tempo spesso prolungato. Secondo alcune correnti dell'ufologia, la stessa memoria dell'evento potrebbe essere recuperata attraverso sedute di ipnosi, con la programmazione neurolinguistica e l'analisi grafologica - tecniche che tra l'altro non sono considerate scientifiche in ambito psicologico. Tra gli stessi ufologi non mancano però gli scettici, i quali si chiedono come mai una razza progredita di alieni riesca a cancellare il ricordo del rapimento dalla memoria cosciente e non anche dal subconscio.
Secondo alcuni psichiatri, ci sarebbe una spiegazione più semplice e razionale al "vuoto temporale", ed ai temi tipici raccontati dai presunti "rapiti": l'esperienza del rapimento potrebbe in realtà ricondursi a un vissuto traumatico del soggetto, a sua volta oggetto di rimozione, che in questo caso prenderebbe la forma dissociativa ed allucinatoria del c.d. "vuoto temporale".
Il cosiddetto contattista si differenzia dall'abdotto perché i suoi contatti con i presunti alieni non avverrebbero in modo coatto ma consensuale e perché, molto spesso, egli si dichiara latore di un messaggio di rinnovamento per l'umanità.
Secondo alcuni sostenitori del movimento ufologico/contattista, esisterebbero dei cosiddetti "impianti" (definiti anche microimpianti) estratti dal corpo dei soggetti che sostengono di essere stati rapiti.
Uno di questi impianti sarebbe stato estratto dal corpo del cittadino statunitense Tim Cullen per opera del chirurgo Roger Leir; si tratterebbe di un oggetto dotato di un nucleo metallico, è coperto da una membrana rosso-marrone dotata di molti recettori connessi alle terminazioni nervose e misura 7 cm di lunghezza per 4 di larghezza. Sarebbe stato innestato nel corpo di Cullen in occasione di un incontro ravvicinato con un UFO dal diametro di 30 metri che egli stesso avrebbe avuto nel corso del 1978.
Tuttavia gli scettici fanno notare che non risulta che siano stati pubblicati referti di analisi di tali impianti eseguite in laboratori scientifici da ricercatori non appartenenti all'ambiente ufologico.

Parere della comunità scientifica
La comunità scientifica costituisce, de facto, il più grande detrattore del fenomeno delle abduction, sostenendo l'impossibilità di verificare se le testimonianze di adduzione abbiano un riscontro reale oppure immaginario. Dal punto di vista scientifico, dunque, non vi è alcuna prova che questi "rapimenti" siano realmente avvenuti. Solitamente la comunità imputa il fenomeno (cioè la convinzione di essere stati rapiti da creature aliene) ad altre cause, generalmente di tipo psicologico ed in alcuni casi psicopatologico. Effettivamente la difficoltà nell'accettare per reali questi eventi sta nelle tecniche usate per identificarli: ad esempio l'ipnosi regressiva, che per la quasi totalità degli scienziati non ha validità, e la programmazione neurolinguistica, oggetto attuale di molte critiche nell'ambito della psicologia ufficiale.

[align=right]Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Rapimento_alieno[/align]


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MessaggioInviato: 06/03/2011, 14:13 
I RAPITI: QUINTA COLONNA O CAVALLO DI TROIA?



di Morena Sighinolfi
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 06 del Novembre 1999


Ovunque, ormai, il tema dei presunti rapimenti di essere umani perpetrati da extraterrestri, è recepito nell'ambito ufologico come una minaccia oscura e malefica ai danni del genere umano, quasi come un'ombra che costantemente segue l'uomo e questo pericolo viene sentito come tale ancora di più di una pur sempre possibile ma fantastica invasione aliena della Terra.
Non è frequente trovare, in campo ufologico, delle donne impegnate seriamente. In USA ve ne sono, beninteso, e nomi come quelli della compianta Karka Turner (recentemente scomparsa) e di Linda Moulton Howe sono già noti a tutti. Fatto è che anche in Italia abbiamo qualche esempio, se pur a livello discreto nell'ambito del CUN. Buon saggio di tale impegno è il testo di Morena Sighinolfi che qui presentiamo.
Com'è noto la tematica delle "abduction", oltre che estremamente complessa e difficile, sta ormai da tempo debordando verso altri ed ancor più inquietanti aspetti: quelli del coinvolgimento, in tale ambito, dell'intelligence e delle Autorità. Il che non solo complica maggiormente il quadro, ma lo rende anche più contraddittorio.
Così scenari propri di contesti quali quelli di gruppi di potere reali o presunti (Bilderberg, Trilaterale, Illuminati e simili da un lato e "Majestic-12" o "MJ-12" e "Cabala" dall'altro) si mescolano a quelli propri di vari organismi di spionaggio, intelligence e ricerca (CIA, NSA, RAND, ecc.); e l'attività di certi "rivelatori", da Lear a Cooper, da Dean a Lazar, da Hamilton a Wolf (per non parlare del compianto Colonnello Corso) a prospettive collegabili a concetti quali "Nuovo Ordine Mondiale" o a progetti occulti di controllo globale (Mind control, Echelon, ecc.) che vedono nel "Grande Fratello" di George Orwell un inconsapevole profeta.
Deliri destituiti da ogni fondamenti? Voluta contro-informazione per gestire al meglio l'obiettivo-chiave delle Autorità e cioè la disinformazione?
Forse. Comunque le considerazioni qui espresse da Morena Sighinolfi presentano un tentativo di interpretazione globale di certi fatti e dati e non devono essere considerate che per quello che sono: un primo abbozzo di un vasto quadro di difficile lettura che, nondimeno, occorre tentare di delineare per capire.
Senza avere la pretesa di avere acquisito delle certezze, ma nondimeno senza nulla escludere.
In ufologia, come sottolineava Aimé Michel, fare affermazioni è difficile; ma ad escludere qualcosa c'è sempre tempo.
Nella trama sottile del rapimento l'uomo intuisce una vasta ragnatela che lo imprigiona sempre di più ogni qualvolta egli tenti un qualche movimento per liberarsi dall'angosciosa sensazione di non avere in realtà "vie d'uscita".
Il terrore che pervade il rapito scaturisce non tanto dalle ferite psichiche e fisiche che gli vengono inferte, ma dalla precisa sensazione di non possedere più la libertà di scelta.
Rimane in effetti da chiarire in quale ambito si possa parlare di reale libertà di scelta o di libero arbitrio nella nostra società occidentale, in cui ogni azione o decisione è demandata ad artifizi tecnologici (inventati ed inseriti appositamente nella vita quotidiana di ogni individuo) da una élite ristretta di tipo politico-scientifico che non ha nulla da spartire con i principi dell'etica.
In questo contesto la tela costruita dalla vedova nera "uomo" non si delinea molto diversamente da quella tessuta dalla possibile vedova nera "alieno". La parola d'ordine di un esercito terreno così agguerrito è infatti "potere assoluto" e le loro armi non hanno più il colore abbagliante dell'acciaio. Le tinte sfumano e diventano invisibili, ormai nascoste in un chip neurale: per cui basta un segnale per ottenere una reazione, lo stesso segnale che guida un'automobile e decide al posto dell'autista cosa è meglio fare. Certi organi addetti all'esercizio del pensiero, nell'uomo comune, potranno allora anche atrofizzarsi.
Circa i "rapiti", in questa fosca visione del "progresso scientifico" odierno si impone dunque una domanda che sorge a livello sotterraneo ed esige una risposta: "Dove risiede la differenza fra un possibile controllo mentale alieno e un possibile controllo mentale terrestre?"
La risposta non può essere elusiva tantomeno superficiale. Tale esigenza impellente trae origine dalla sentita necessità della speranza in un mondo e in una qualità della vita migliori.
Questa necessità è però sovrastata da un malessere profondo, interiore e schiacciante nell'individuo che non riesce a scoprirne l'origine perché è impigliato nei fili trasparenti della ragnatela. E da qualsiasi parte si volga lo sguardo non riuscirà mai ad avere uno scontro diretto con l'artefice di questa, il ragno, di cui si intuisce la presenza senza mai verificarla direttamente.
La visione è sfuggente ma la sofferenza è reale ed acuta. E in una; tale situazione patologica non possono venire propinate cifre, statistiche e nuove teorie che esplichino la funzione consolatoria di anti-infiammatorio.
Alla cavia da laboratorio poco importa infatti di oggettività e parametri dello studio scientifico; essa è e resta "il" soggetto in questione a cui nulla viene risparmiato per ottenere le verifiche.
L'impatto con la realtà diventa così travolgente, e non ci si può esimere dall'ascoltare testimonianze all'apparenza incredibili quali quella di un Robert Neaslund, particolarmente sconcertanti anche in rapporto al fenomeno degli "impianti" che coinvolge sempre di più il problema dei "rapiti da UFO".
Chi scrive ha letto per la prima volta un articolo sul caso Neaslund sulla rivista "Neural" n. 5 dell'aprile-marzo 1995. L'articolo si intitolava "Intrusioni cerebrali". La giornalista Lucilla Quaglia specificava di aver verificato le affermazioni di Robert Neaslund (R.N.) visionando le sue radiografie.
La storia: il suo protagonista è un cittadino svedese che nel 1995 aveva 54 anni. Nel 1967 egli si sottopose ad un banale intervento al setto nasale all'ospedale di Söder di Stoccolma. Il dottor C. Strand, durante l'intervento, inserì nel cervello del soggetto, attraverso le cavità nasali, un microtrasmettitore cerebrale in sperimentazione. Dopo cinque anni R.N. andò in prigione per frode e in carcere gli sarebbero stati impiantati altri quattro trasmettitori dello stesso tipo. Nel 1978, anno in cui riacquistò la libertà, R.N. avrebbe vissuto con questi cinque impianti, e il Ministero della Sanità svedese minacciò di dichiararlo malato di mente se non avesse smesso con le sue reiterate richieste di attenzione. Nel 1978 e nel 1982 egli riuscì infine a farsi operare e togliere due trasmettitori. Nel 1987 all'ospedale St. Carolus a Djakarta in Indonesia Neaslund incontrò poi il prof. Hendayo che si dichiarò disposto ad operarlo. Era il 4 agosto e l'operazione doveva avvenire il giorno dopo. Il 5 agosto il prof. Hendayo cominciò a comportarsi stranamente e consigliò R.N. di non operarsi. Ma questi non accettò il consiglio. Appena giunto in sala operatoria irruppero due sconosciuti che gli fecero una puntura di sedativo. Neaslund si svegliò mentre l'operazione era in corso e si accorse di avere mani e braccia immobilizzate mentre una persona gli teneva ferma la testa e un dottore stava incidendo la sua fronte in cui fu introdotto un altro modello di trasmettitore cerebrale a forma di ombrello. R.N. dice che attraverso quegli aggeggi lo starebbero monitorando e usando come cavia, attuando (in Svezia) lo stesso tipo di sperimentazione sul controllo mentale e gli effetti delle radiazioni che sarebbe stato condotto in America negli anni Sessanta.
Sia come sia, la IBM per conto proprio sta conducendo esperimenti con un chip neurale denominato "2020".
Le operazioni, del tutto illegali, sono state eseguite sui detenuti più violenti di una prigione californiana. La notizia in Italia è apparsa sulla rivista "Nexus" (n. 9, anno III) e il documento trapelato specifica che nonostante "i regolamenti federali ancora non consentano la sperimentazione di impianti su prigionieri, (...) siamo entrati nella sperimentazione contrattuale dei nostri prodotti. Abbiamo avuto anche grandi successi con la tecnologia impiantistica in strutture sanitarie gestite privatamente".
La IBM ha determinato che:

"i risultati degli impianti su 8 prigionieri fruttarono quanto segue:

- gli impianti sono serviti come strumento di controllo da parte della sorveglianza per attività minacciose di gruppo;
- gli impianti hanno inabilitato due soggetti durante un assalto alla squadra correzionale;
- effetti collaterali universali in tutti e 8 i soggetti dell'esperimento hanno rivelato che quando l'impianto veniva regolato a 116 MHz tutti i soggetti diventavano letargici e dormivano una media di 18-22 ore al giorno;
- tutti i soggetti rifiutarono i periodi di ricreazione per 14 giorni durante la valutazione del test da 116 MHz;
- 7 degli 8 soggetti non fecero ginnastica, nella cella o fuori dalla cella, e 5 degli 8 soggetti rifiutarono la doccia anche per tre giorni di fila;
- ogni soggetto fu controllato per attività aggressive durante il periodo del test e i risultati conclusivi furono che 7 degli 8 soggetti non esibirono atteggiamenti aggressivi, anche quando provocati;
- ogni soggetto ha subìto solo modesti sanguinamenti da naso e orecchie 48 ore dopo l'impianto a causa dell'assestamento di questo;
- ogni soggetto non seppe dell'impianto nel periodo del test ed ogni impianto fu recuperato nell'ambito del trattamento medico."

È interessante notare che la documentazione descrive gli effetti secondari di tale impianto come totalmente uguali a quelli di certi rapiti dagli alieni.
Si specifica inoltre che: "...Uno dei timori sollevati dal settore R&S era la causa del sanguinamento e come eliminare quel problema. Sanguinamenti inspiegabili potrebbero spingere il soggetto ad indagare oltre sulle sue visite di routine all'infermeria o ad altre strutture sanitarie."
Queste note di preoccupazione lasciano intendere chiaramente che i soggetti scelti devono essere totalmente inconsapevoli di ciò che sta avvenendo; quindi si può prevedere un uso a largo raggio di tale tecnologia specialmente nello spionaggio dato che "...Essenzialmente gli impianti rendono il prigioniero inconsapevolmente un registratore camminante e parlante di ogni evento con cui viene a contatto."
Il comunicato è datato 20 ottobre 1995 e la distribuzione è marcata: "Eyes only: Project Group 7A".
Qualsiasi commento sulla gravità di tale documento è totalmente inutile.
Si potrebbe opinare che si tratti di un falso, ma di ciò non c'è prova alcuna.
Inoltre il lettore non deve dimenticare che in USA la sperimentazione degli enti governativi sulla popolazione ignara è praticata largamente sin dagli anni Quaranta, appunto come è descritto nell'ottimo articolo di Susan Bryce apparso su "Nexus" (n. 17). Il sottotitolo dell'articolo riporta quanto segue: "Milioni di cittadini delle democrazie occidentali sono stati le vittime, ignari o consenzienti, di esperimenti finanziati dai governi con radiazioni, droghe, armi batteriologiche, vaccini e sterilizzazione".
L'articolo si conclude con questo avvertimento sibillino: "Quando i rappresentanti da noi eletti ci assicurano che certi esperimenti sugli umani sono stati interrotti, dovremmo essere sospettosi. Possiamo essere certi che alcuni esperimenti sono cessati solo perché obsoleti, e che nuove tecnologie e tecniche stanno fornendo terreno fertile a nuovi tipi di sperimentazione umana."
Il controllo massificato non è un'invenzione della società capitalistica in quanto lo spionaggio è stato da sempre usato come arma preventiva e repellente del nemico.
Ciò che ci discosta dal passato sono gli strumenti invisibili che determinano scenari diversi e per molti versi imprevedibili.
È come un film che abbiamo già visto, ovvero un "remake" con la medesima sceneggiatura, che supera in peggio la visione orwelliana di "1984". Come la recente polemica su "Echelon" ha indicato, oggi l'interprete principale è, senza ombra di dubbio, il sistema satellitare che riceve e reindirizza i segnali. Questo facilita il compito al "regista" mettendolo nelle condizioni di sapere, vedere, sentire in qualsiasi momento dove sono e con chi stanno parlando gli attori.
Si deve presumere che la necessità primaria del regista politico-militare sia quella di conoscere in ogni momento la situazione mondiale per prevenire qualsiasi mossa che esce dal suo schema.
In questo senso i cellulari sono un ottimo supporto, ottimali nell'azione di ascolto e rilevamento del segnale di uscita per rintracciare la macchina. Il sistema GPS offre una sfumatura diversa; si può infatti "guidare" il nemico, soprattutto contro la sua volontà, verso la meta prescelta.
Si è pensato preventivamente anche all'eventualità che qualcuno si astenga dall'uso del cellulare, per esempio, o del GPS. L'intervento potrebbe diventare allora più radicale e offrire maggiori vantaggi delle precedenti "cimici": si installerebbe il chip neurale e tutto diventerebbe prevedibile.
È singolare come alcuni degli effetti secondari di queste installazioni sui cervelli umani siano uguali a quelli causati dagli impianti nei "rapiti da UFO": ad entrambi ad esempio sanguina il naso, come a Johnny Mnemonic nel film omonimo.
In questa breve carrellata sulle potenzialità di alcuni dei sistemi di controllo sulle masse terrestri non emerge mai chiara la causa prima e la sua intenzionalità. D'altronde la parola chiave che muove tutto il sistema capitalistico è "il profitto", quindi la molla di tutto va ricercata in questo concetto.
In quale rapporto però stia il profitto economico con l'etica e, conseguentemente, con la morale, nessuno vuole dichiararlo apertamente. Se però sia l'etica sia la morale diventano concetti al servizio del sistema di controllo globale, in quanto entrambi creati dall'uomo, allora tutto diventa giustificabile. Cioè: "ogni cosa ha il suo prezzo", senza specificare chi debba pagare questo prezzo in quanto ciò è già sottinteso.
Nei notiziari televisivi ogni giorno veniamo informati, e disinformati, delle nefandezze che le nazioni e le industrie compiono a spese dell'equilibrio ecologico terrestre, vedi gli esperimenti nucleari francesi e il disboscamento della foresta amazzonica. I giornalisti condiscono poi queste notizie catastrofiche con le cronache rosa sui vip dello spettacolo, nell'intento non dichiarato di desensibilizzare la massa e assopire le coscienze.
Si potrebbe perfino paradossalmente ipotizzare che molti dei progetti di conquista dello spazio portati avanti dagli americani serviranno in un futuro prossimo come via di fuga dalla Terra (solo ad una ristretta élite) quando sarà stato distrutto tutto il distruttibile.
Il "niente", nel suo aspetto negativo, è nei nostri piatti già da molto.
Il sistema industriale globale è sempre più impantanato nel suo stesso meccanismo. Cambiare le strutture, le attrezzature, le formule energetiche, sarebbe troppo dispendioso e comporterebbe uno sforzo economico immenso da parte degli industriali e dei politici.
Nonostante quanto sappiamo sugli effetti dell'energia nucleare, che fine fanno le scorie radioattive residue delle centrali nucleari?
Vengono inventati palliativi per rassicurare il consumatore, come la raccolta differenziata dei rifiuti; ciononostante le città sono circondate da montagne di sporcizia che viene bruciata in immensi forni che producono inquinamento atmosferico.
Il problema viene rimandato alle generazioni future.
La reazione strutturale organica del fisico dell'uomo all'inquinamento avviene nei modi più disparati.
Le tonalità di cancro fisico e psichico sono pressoché infinite e si esprimono nei modi più disparati.
Il cuore, che rappresenta simbolicamente e materialmente l'organo di risposta al ritmo incessante di lavoro pratico e cerebrale, si ribella attraverso l'infarto.
Siamo costretti a respirare atmosfera inquinata, bere e mangiare acqua e cibi avvelenati, circondati da campi elettromagnetici che influiscono direttamente sul cervello e sul sistema immunitario, non esistono più barriere di difesa.
In una società senza principi, la cui ragione di esistere è cristallizzata nel profitto personale, quale oasi di protezione si può offrire ad un vero rapito dagli alieni?
Esiste forse una differenza etica fra controllo mentale alieno o terrestre?
In ogni caso, si deve sempre rammentare che siamo tutti dei potenziali Robert Neaslund, in tutti due i sensi: controllati e controllabili a volontà.
Altro che "intercettazioni ambientali" o il "braccialetto elettronico" per i soggetti agli arresti domiciliari proposto nell'Italia del 1999!
Tutti gli utenti di Internet sono comunque controllabili già oggi e in tempo reale. E non si venga a parlare di "isterismo cospirazionista"!
La prassi usata nel prelevamento dell'addotto è la fase più sconcertante dell'operazione ed esula chiaramente da una qualsiasi valutazione razionale. La significatività di questa fase è preponderante rispetto a ciò che avviene dopo ed è anche la vera differenziazione riscontrabile fra controllo mentale alieno e terrestre.
Il libro di Karla Turner è illuminante per la questione. La prima testimone citata, Pat, pone accenti diversi sui rapimenti eseguiti dagli ET e quelli eseguiti dai militari.
Nel primo caso sono presenti mezzi psichi ci e tecnologici che esulano da una qualsiasi specificità, mentre, nel secondo caso, vengono descritti più banalmente uomini armati che usano iniezioni di droghe per costringere il soggetto alla sottomissione, di solito in ambienti particolari, i cosiddetti "milabs" (da "military laboratories", laboratori militari).
Studiando le diverse testimonianze degli addotti si potrebbe addirittura arrivare ad un assioma: laddove sono presenti intimidazione, violenza fisica e verbale, armi convenzionali, questi contenuti rappresentano l'impronta umana, militare o di intelligence che sia.
Secondo alcune fonti che, pur contraddittorie, sembrano in parte ufficializzarsi come per il col. Corso, M. Wolf e R. Dean, i militari americani starebbero studiando la retroingegneria ET dagli anni Quaranta. Da allora in poi, per ordine di un governo occulto, i testimoni di avvistamenti UFO sarebbero stati tacitamente trattati pubblicamente come visionari, instabili mentali, ignoranti ed esibizionisti.
Qualcuno, per interessi definiti e in nome del bene comune, ha deciso che era molto meglio nascondere la verità con la menzogna. Si è sempre posto l'accento sulla questione dell'isteria pubblica come reazione all'annuncio governativo che "gli extraterrestri sono fra noi". Veniva citato il famoso programma radiofonico di Welles sull'invasione marziana.
Ma se l'intenzione degli ET non fosse affatto l'invasione, ma l'integrazione, da cosa trarrebbero significato le menzogne che ci sono state propinate fino ad ora ed hanno rovinato la vita di tante persone?
Ultimo fra i vari "rivelatori", colluso con l'intelligence USA, Michael Wolf, in una intervista rilasciata a R. Boylan, ci parla chiaramente di presunti trattati governativi USA-alieni: "Gli ET non stanno infrangendo i trattati governo USA-Zeta Reticuli, ma il governo lo ha fatto maltrattando alcuni ET e tentando di abbattere degli UFO - ha dichiarato, aggiungendo che - gli scienziati del governo scoprirono che gli ET non possono smaterializzarsi e scappare se sono circondati da un campo elettromagnetico estremamente forte."
Queste affermazioni, pur deliranti per gli scettici, non devono peraltro essere relegate nel dimenticato io dagli ufologi.
Vale semmai la pena che molti genuini rapiti dagli alieni si pongano la domanda: "Chi è il vero nemico? Da chi mi devo proteggere?"
Se, in coscienza, un addotto può riconoscere gli ET come potenziali nemici, gli enti governativi alla ricerca di informazioni devono allora esserlo almeno altrettanto.
La faccenda si complica dunque ulteriormente e qualcosa non quadra.
In USA l'esercito non sa esattamente quello che fa l'aviazione e viceversa, la CIA spia entrambi e il Presidente non può sapere cosa si combina nell'Area 51...
Il nucleo centrale decisionale rimarrebbe pertanto nascosto e riparato, con la sua forza che risiede nella mistificazione della realtà.
In questa prospettiva bisogna necessariamente tacciare di ingenuità gli ET che avrebbero stipulato dei trattati con il governo USA.
Un Wolf commenta in questo modo: "Alcuni del governo vogliono migliorare le relazioni diplomatiche (con gli ET), ma altri tra i militari vogliono abbatterli. Questo è ironico dato che la tecnologia SDI (Guerre stellari) fu fornita al governo dagli ET."
Diventa insomma piuttosto anacronistico il ritratto degli extraterrestri proposto in "Independence Day" e in "X-Files".
È del tutto inverosimile che un "nemico" così potente da fornire l'SDI agli Stati Uniti abbia aspettato dagli anni Quaranta ad oggi per mettere a punto un piano di invasione della Terra.
È evidente che i loro intenti sono allora altri, non certo quelli variamente dichiarati da personaggi coinvolti con organi governativi.
I vari Wolf, Corso, Dean, Courant hanno comunque ribadito diverse volte di non ritenere gli ET dei nemici.
D'altronde questi extraterrestri non dovrebbero neanche nutrire una sincera simpatia verso gli umani dato l'uso che è stato fatto della tecnologia che ci avrebbero messo a disposizione.
In mezzo alle diverse fazioni e ai differenti scenari si viene dunque a porre l'addotto, il quale occupa una posizione scomoda, rispetto a tutti gli altri uomini, non essendo esente da drammi e shock.
Soprattutto nei rapiti devono essere accentuati un grande disagio psicologico e un profondo senso di solitudine e impotenza. Il soggetto si rende conto di essere del tutto in balia di forze esterne sconosciute che superano grandemente le proprie barriere di difesa.
Non esiste un metodo conosciuto per arginare questo potere.
L'impotenza si traduce spesso in rabbia sorda che di solito viene esternata nell'affermazione di molti rapiti: "Perché non mi hanno il permesso di utilizzarmi per i loro esperimenti?"
È il legittimo risentimento dell'addotto verso i suoi rapitori.
Ma poi, in genere, si sviluppa in lui un meccanismo del tipo "sindrome di Stoccolma". A molti di essi viene detto che quando sarà il momento ricorderanno tutto. Intanto i loro caratteri genetici e il loro sistema immunitario sono magari stati manipolati, i loro cervelli modificati e caricati di informazioni e disposizioni che dovranno forse servire in un futuro non lontano in cui succederà qualcosa.
Non a caso, nel libro di K. Turner, su otto testimoni femminili sette hanno la "sensazione di avere un compito da svolgere", sognano di "grandi disastri" sulla Terra, fanno sogni "di atterraggi in massa" di UFO; otto su otto hanno avuto cambiamenti di atteggiamenti, provano il desiderio di vivere in campagna più vicini alla natura, vivono esperienze paranormali, hanno disturbi del sonno; sei su otto hanno dichiarato la presenza di personale militare mentre tre su otto, forse non casualmente, hanno un membro della famiglia in rapporti con i servizi segreti.
Questi individui sono costretti loro malgrado a vivere una vera e propria rivoluzione intellettuale lanciata verso un futuro prossimo imperniato su avvenimenti catastrofici che dovrebbero avvenire.
Negli scenari dei rapimenti vengono descritte diverse razze di ET. Alcuni dichiarano che i militari terrestri sono guidati da loro; ma altri, come i "rettiloidi" sarebbero stati visti solo collaborare con loro.
Questa situazione velata di fazioni contrarie che potrebbe essersi creata spiegherebbe come mai alcuni rapiti sarebbero stati sequestrati prima dagli ET e poi dai terrestri (militari) in basi o laboratori ad hoc (i "milabs"). Si ha l'impressione che gli uni cerchino di controllare gli altri, ma la rete intessuta dagli alieni sarebbe talmente vasta da risultare ingestibile agli umani.
A questo punto del gioco entra in scena l'importanza degli insegnamenti, le intrusioni genetiche, le istruzioni date agli uomini rapiti. Fondamentalmente sono, queste cose che sfuggirebbero al controllo dei militari perché questi particolari individui potrebbero cambiare anche la storia del genere umano.
Grazie anche a loro, cioè, qualcosa potrebbe non essere mai più come prima.
Un ciclo sta per chiudersi e un altro completamente nuovo sta per aprirsi?
Ancora una volta il processo evolutivo umano sembra essere guidato dall'esterno, si potrebbe dire dall'alto, come pare sia successo nel passato più o meno remoto.
Ciò che sorprende di più in questa fase, rispetto alla ripetizione storica, è l'apparente velocità con cui gli avvenimenti si susseguono.
Questo induce a pensare ad una qualche necessità o urgenza impellente le cui ragioni ci sono sconosciute.
Alcuni ricercatori sembrano però non essersi accorti che probabilmente esiste un doppio gioco nel doppio gioco. Questa realtà emerge anche da alcune affermazioni di M. Wolf.
Rileva l'intervista di Boylan: "Una rivelazione ben più conturbante del Dr. Wolf riguarda un gruppo di rinnegati all'interno degli enti militari e di intelligence implicati nell'insabbiamento UFO, Wolf ha etichettato questo gruppo di cospiratori come La Cabala. Composta da ufficiali estremisti, fondamentalisti, xenofobi, razzisti e paranoici, la Cabala avrebbe requisito gli armamenti del sistema SDI per abbattere UFO; avrebbe preso prigionieri extraterrestri sopravvissuti e avrebbe tentato di estorcerne informazioni con la forza... La Cabala controllerebbe anche alcuni ben noti investigatori sugli UFO. Wolf dice che il direttore di un importante organizzazione civile statunitense di ricerca sugli UFO 'ha le sue chiappe in mano alla Cabala' e aggiunge che un altro noto ufologo in Canada viene pagato per effettuare aspre critiche nei confronti di svariati ricercatori UFO."
Da queste dichiarazioni, considerando effettiva l'esistenza del MJ-12 confermata anche da M. Wolf, si potrebbero desumere almeno tre cose:

1) il gruppo estremista che sarebbe riuscito a requisire il sistema SDI dovrebbe essere fortemente appoggiato politicamente ed economicamente;
2) non si deve concedere fiducia alle organizzazioni ufologiche civili in quanto molte di esse sarebbero manovrate e le testimonianze controllate ed eventualmente mistificate o inquinate, almeno in USA;
3) Lo scenario ufologico americano verrebbe dunque condizionato da due gruppi apparentemente in antitesi:

- il gruppo conosciuto come MJ-12. Questo organismo invisibile voluto dal presidente Truman all'inizio doveva rendere conto solamente al Presidente degli USA in persona; poi ordini e gerarchia furono stravolti ed oggi l'MJ-12 opererebbe indipendentemente e il Presidente stesso non avrebbe più accesso alloro livello di segretezza. Tale organizzazione disporrebbe altresì di organismi propri e si avvarrebbe della collaborazione dell'Aeronautica, della Marina e dell'Esercito. Le decisioni del MJ-12 non sembrano opinabili e sono responsabili della politica di "cover-up". Dato che tale strategia di insabbiamento sugli UFO è stata imitata in tutto il resto del mondo, potrebbe darsi che il potere di tale organizzazione sia esercitato anche fuori dagli Stati Uniti;
- il gruppo definito "La Cabala", che si oppone ad una politica di collaborazione con gli ET. Potrebbe però anche darsi che MJ-12 e La Cabala siano in effetti la stessa cosa ed agiscano opportunisticamente come è tipico di enti governativi quali la CIA (che venne creata dai primi componenti del MJ-12).

Nonostante negli ultimi anni si stia assistendo ad un "graduale rilascio di informazioni" è interessante notare che i vari ex-militari, militari in servizio e scienziati governativi che hanno "parlato" pubblicamente di ciò che hanno visto hanno anche ricevuto varie minacce psicologiche e fisiche, estese pure ai familiari. Viene così da pensare che molto del materiale rilasciato al pubblico sia in realtà un "cedimento" fisiologico nella rete di segretezza e non un atto volontario di questa. Molti dei ricercatori che si avvicinano troppo alla realtà extraterrestre vengono infatti tuttora minacciati da enti governativi. Sono anacronistiche le situazioni come quelle descritte da K. Turner e J. Mack, con gli individui rapiti incoraggiati dagli ET a rendere pubbliche le loro esperienze ma essi stessi ammoniti dai militari ad astenersi da qualsiasi rivelazione. Come si può interpretare oggettivamente questa situazione?
A questo proposito sembra necessario introdurre nel puzzle ufologico alcune ipotesi rispondenti a nuove esigenze:

- la realtà della presenza extraterrestre sulla Terra non abbisognerebbe certamente di intermediari governativi per essere divulgata. I poteri mentali che sembrerebbero distinguere gli alieni dalla razza umana (non solo i "Grigi" ma tutti gli ET) parrebbero sufficienti sia a piegare la volontà di qualsiasi governo, sia a reclamizzare la loro presenza (la qual cosa probabilmente già avviene da molto tempo attraverso i contattisti, gli addotti e, presumibilmente, anche attraverso i testimoni stessi degli avvistamenti di UFO). Questa superiorità di tipo evolutivo combinata alla tecnologia degli ET, pone i terrestri su un piano talmente inferiore che se il loro intento, non dichiarato, fosse "solo" una invasione gli umani non avrebbero scampo.
- La ragione principale per cui i vari governi mondiali, Stati Uniti "in primis", non hanno mai denunciato, pubblicamente la presenza extraterrestre sulla Terra è solo un fattore di interesse economico basato sul potere. Nella realtà ci si trova di fronte ad una totale impotenza difensiva materiale e psicologica dei governi.
E circa i loro timidi tentativi di "mettere le mani avanti" nei confronti della gente, l'intenzione principale non è certo da ricercare nella pretesa difesa del popolo, ma solo nel tentativo di salvare la faccia di fronte ad una nuova realtà che sarà alla fine svelata molto probabilmente anche grazie agli addotti, ormai scomoda "quinta colonna" aliena fra noi.
- I vigenti principi di morale ed etica umani sono totalmente insufficienti ed inadatti al giudizio oggettivo per comprendere ciò che starebbero realizzando gli alieni nel campo delle abductions. La deficienza intellettuale individuale costituisce comunque, ieri e oggi, l'humus di quei valori di decadenza di cui il filosofo Nietzsche parlava già oltre un secolo fa.

Resta il fatto che se l'uomo, l'addotto, il genere umano si sente in balia di forze esterne a cui non riesce opporsi, ciò va considerato come una debolezza, una sua incapacità di opporsi alla violenza interna del sistema. La paura nutre la debolezza, ed entrambe le cose affondano le loro radici nelle costruzioni concettuali di principi vani e mistificanti.
Dice Nietzsche che "gli spiriti vincolati dicono che sono giuste quattro specie di cose. Primo: sono giuste tutte le cose che hanno durata; secondo: sono giuste tutte le cose che non ci disturbano; terzo: sono giuste tutte le cose che ci recano vantaggio; quarto: sono giuste tutte le cose per cui abbiamo fatto sacrifici. Quest'ultimo punto spiega ad esempio perché una guerra, iniziata contro la volontà del popolo, venga poi continuata con entusiasmo non appena siano cadute le prime vittime. Gli spiriti liberi che difendono la loro causa innanzi al tribunale degli spiriti vincolati, debbono dimostrare che di spiriti liberi ce ne sono sempre stati, e dunque che la libertà di spirito ha durata; poi, che non vogliono risultare molesti, e infine che in complesso portano vantaggio agli spiriti vincolati; ma, non potendo convincere gli spiriti vincolati su quest'ultimo punto, a nulla vale l'aver dimostrato il primo e il secondo."
L'individuo, manipolato o meno che sia, dovrà dunque combattere interiormente ed esteriormente per comprendere come mai il processo evolutivo umano dovrebbe essere guidato dall'esterno, cosa in sé umiliante.
Non esistono troppe risposte: o è sempre stato così (forse ovunque nel cosmo), oppure l'uomo non è incapace di gestire il proprio libero arbitrio. Questa nuova fase evolutiva pone quindi ogni soggetto di fronte ad una presa di coscienza responsabile che non potrà più rivolgersi ad "interventi divini" o a scusanti quali il "peccato originale".
La domanda ancestrale "Chi sono, da dove vengo, dove vado?" non può trovare una risposta solo all'esterno.
La figura del rapito si pone quale fattore estraneo, destabilizzante e innovativo come la figura dello "spirito svincolato" di cui parla Nietzsche.
Estraneo perché egli sente di non essere interamente né terrestre né extraterrestre. Destabilizzante perché egli scopre di poter vivere esperienze paranormali che normalmente non sono accessibili a chiunque. Doppiamente destabilizzante perché tutti insieme gli addotti costituiscono la prova vivente di un cambiamento che sta avvenendo e in cui essi sono in un certo qual modo delle vittime nei confronti degli alieni e degli eroi nei confronti gli uomini. Eroi loro malgrado.
L'imponente rivoluzione interiore che avviene in questi individui li porta alla scoperta di altre dimensioni spazio-temporali a cui la coscienza si apre come per trasmutazione alchemica.
Che importanza ha che questo processo sia provocato e non naturale? L'importante è che avvenga.
Questa "quinta colonna" di addotti in mezzo a noi continua a dare al mondo la sua muta e rivoluzionaria testimonianza.
Il nuovo tipo di uomo che è stato creato in loro, loro malgrado, costituisce in effetti un elemento di contrasto all'attuale stato di "décadence" indotto dal sistema.
Riuscirà tutto ciò a sbloccare la situazione in senso evolutivo?
La realtà dei rapiti è comunque un "cavallo di Troia" per l"'establishment".
Certo, al momento non esistono previsioni possibili. Però chiunque potrebbe e dovrebbe fermarsi un attimo a pensare.
La partita è tuttora in gioco e sviluppi ulteriori sono a portata di mano.


Ultima modifica di Bastion il 06/03/2011, 14:14, modificato 1 volta in totale.

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ABDUCTION A DISTANZA



di Giuseppe Colaminè
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 06 del Novembre 1999


Considerazioni sulla casistica
Negli ultimi anni la percentuale di casi in cui si evidenzia il sospetto di un rapimento di esseri umani da parte di creature ignote, sospettate di essere di origine extraterrestre, ha subito un sensibile incremento, accompagnato dalla comparsa di varianti legate alla modalità dell'evento.
Gli studiosi del fenomeno - ufologi, psicologi, psichiatri e sociologi - si sono trovati di fronte ad una vera costellazione di avvenimenti con caratteristiche comuni per grandi linee ma diversi tra loro nei dettagli tecnici e ciò ha reso difficile sia le indagini che l'opera preliminare di "screening" fra casi da includere nella categoria dei sospetti ed altri attribuibili alla suggestionabilità di strutture psichiche labili.
Nell'adduzione classica ci si trova di fronte ad un individuo il quale lamenta disturbi emotivi vaghi, come insonnia, irritabilità, incubi ricorrenti, alterazioni dell'appetito, della libido, deficit di concentrazione ed una serie di sintomi attribuibili ad uno stato psiconevrotico. Il punto chiave della questione è rappresentato da due fattori che appaiono patognomonici:

1) La presenza di un'amnesia circoscritta ad un breve periodo (minuti oppure ore) antecedente l'inizio del quadro psichico.
2) La presenza di cicatrici piccole e lineari su determinate aree del corpo (inguine, regione sacrale, estremità) non attribuibili ad eventi traumatici che peraltro risultano assenti nella storia del soggetto.

Un terzo fattore alquanto instabile è rappresentato dalla presenza di minuscoli oggetti metallici definiti "impianti" in determinate regioni del corpo (tallone, pianta del piede, mano). Questi oggetti lunghi pochi millimetri si trovano nel sottocutaneo, oppure giustapposti alle capsule articolari, ma anche qui non vi sono dati anamnesici che giustifichino la loro presenza e peraltro mancano sulla pelle cicatrici che potrebbero essere residuate dall'ingresso degli stessi all'interno dell'organismo.
Analisi di alcuni impianti hanno evidenziato la loro natura metallica, in particolare si tratterebbe di leghe non usate dalla nostra tecnologia e peraltro contenenti elementi con percentuale isotopica non terrestre.
L'asportazione chirurgica degli impianti, eseguita peraltro in una bassa percentuale di casi, ha determinato un miglioramento delle condizioni emotive dei soggetti, ma non vi è stato modo di risalire ai modi ed ai tempi dell'applicazione degli stessi.
Diversamente, il trattamento con ipnosi regressiva volto ad evidenziare i ricordi rimossi relativi al periodo anamnesico ha riportato alla luce contenuti abbastanza comuni ai numerosi presunti addotti.
In particolare i soggetti hanno raccontato di essere stati prelevati in ore notturne, per lo più in zone rurali, da individui umanoidi di bassa statura, cranio voluminoso, arti e tronco esili, ascrivibili alla tipologia dei cosiddetti "Grigi". Il prelevamento non era accompagnato da atti violenti, piuttosto gli addotti hanno raccontato di essere rimasti come ipnotizzati dalla presenza di queste creature e di averle seguite docilmente, senza opporre resistenza.
Una volta prelevati i soggetti venivano portati all'interno di ambienti piuttosto spogli circolari o poligonali con pareti a pannelli, luminosità diffusa, pavimentazione liscia, talvolta piastrellata. Nell'insieme tali ambienti facevano pensare ad un laboratorio o ad una sala operatoria in cui era costante la presenza di un lettino sul quale i rapiti venivano fatti adagiare.
Suggestivo è il fatto che la maggior parte degli addotti non ha ricordato il percorso dal momento del prelevamento fino a quello in cui la scena si svolgeva all'interno dell'ambiente precedentemente descritto. In altre parole, pochi hanno raccontato di aver visto strutture accostabili ad UFO nelle quali venivano introdotti, bensì di essersi ritrovati senza sapere come distesi su di un lettino e spesso assicurati con mezzi di contenzione o fisicamente paralizzati da "qualcosa" che essi stessi non hanno saputo definire.
A questo punto i contenuti del racconto convergono su di una tematica comune; i soggetti hanno riferito di essere stati sottoposti ad una serie di esami fisici eseguiti con l'ausilio di "sonde", sia invasive, cioè introdotte in cavità come bocca e naso, sia non invasive, che esploravano l'organismo alla stessa maniera di apparecchiature mediche comuni come ecografi e tomografi. Nel 90% dei casi questi procedimenti erano indolori, al massimo procuravano sensazioni di fastidio.
Molti addotti hanno anche raccontato di essere stati sottoposti a manipolazioni dei genitali, sempre mediate da apparecchiature. In una bassa percentuale di casi abbiamo il racconto di un accoppiamento sessuale di soggetti maschi con creature umanoidi di aspetto femminile; anche in questo caso non vi era violenza ma piuttosto una sorta di coercizione del pensiero che portava l'addotto ad assumere comportamenti specifici, nonostante la sua volontà vi si opponesse.
Una particolarità apparentemente inspiegabile sta nel fatto che in alcuni racconti viene descritta la presenza durante le operazioni di individui di aspetto umano, ben vestiti, apparentemente indifferenti nell'atteggiamento, che si affiancavano ai Grigi che dirigevano comunque lo svolgersi delle operazioni stesse. Si tratta di un particolare estremamente interessante, poiché alimenta la cosiddetta teoria del "patto scellerato", secondo la quale gli alieni coopererebbero con una élite umana, nel quadro infame di un presunto accordo segreto i cui fini ci appaiono ignoti ma che comunque ha dato luogo ad ipotesi inquietanti.
La teoria del "complotto umano-alieno" presuppone che una specie non terrestre abbia raggiunto un accordo con alcuni governi; secondo i patti i Grigi avrebbero mano libera nel rapire, manipolare, effettuare esperimenti genetici su esseri umani, dando in cambio informazioni e suggerimenti tecnici per la costruzione di apparecchiature scientifiche, per lo più destinate ad uso militare, che alcune nazioni starebbero mettendo a punto per assicurarsi un predominio planetario.
In quest'ottica sarebbe spiega bile la collaborazione materiale di uomini dei servizi di sicurezza con gli alieni nella messa in atto delle "abductions".

La sindrome di Diana
Con il termine "sindrome di D.I.A.N.A." (acronimo per "Delirio Individuale da Aggressione Notturna Aliena", coniato dagli spagnoli Javier Sierra e Joseph Gujiarro) ci collochiamo in un quadro diverso.
Si tratta di un quadro ascrivibile ai rapimenti da parte di alieni che presenta delle peculiarità diverse dalla casistica classica e che apre nuove e più inquietanti prospettive allo studio del fenomeno.
I soggetti interessati raccontano di aver visto apparire di notte nelle loro camere da letto creature di tipo Grigio che li avrebbero "prelevati", trasportandoli all'interno di ambienti simili a quelli precedentemente descritti. Il seguito è simile alle altre adduzioni ma la modalità di prelevamento resta ancora più oscura.
I familiari dei presunti addotti, infatti, pur dormendo nella stessa casa, non ricordano alcun rumore o altro segno di presenza estranea; inoltre le abitazioni in questione non presentano alcun segno di forzatura su porte o finestre; in altre parole ci troviamo in pieno paranormale, laddove si parla di apparizioni che però lasciano sul corpo degli addotti segni e cicatrici identici a quelli descritti nella casistica standard; più delle altre forme, la sindrome di Diana è oggetto di studi psichiatrici che per ora non hanno portato a conclusioni definitive.
Siamo di fronte ad un'ipotesi che se da un lato ci avvicina a considerazioni che spesso superano ampiamente i limiti della logica comune, dall'altro potrebbe darci una visione ben diversa e forse paradossalmente più credibile dell'intera questione.
Nell'adduzione messa in atto secondo le metodiche definite "classiche", benché non vi siano aspetti particolarmente "fantascientifici" nello svolgimento dei fatti, resta comunque evidente una certa grossolanità di comportamento da parte dei presunti alieni.
Supponiamo infatti di trovarci di fronte a creature provenienti da sistemi stellari diversi dal nostro, quindi distanti anni luce dalla Terra. Per riuscire ad effettuare viaggi interstellari gli esseri in questione devono necessariamente essere in possesso di cognizioni scientifiche estremamente avanzate che gli consentano di by-passare i limiti fisici stabiliti dalle leggi della relatività. Appare piuttosto strano che una volta arrivati sulla Terra questi esseri si ritrovino a mettere in atto rapimenti che per quanto concerne almeno la fase di adescamento non si discostano significativamente dai sequestri di persona attuati da criminali terrestri.
Appostamenti, rapimenti effettuati da creature che compaiono in prima persona, si espongono, accompagnano per mano gli addotti fino alle sale di operazione, appaiono decisamente in contrasto con il livello tecnologico di esseri che dovrebbero oramai essere in grado di fare a meno di ogni tipo di manovalanza.
La presenza di umani alle operazioni appare poi ancor meno credibile, si accosta pericolosamente ai contenuti di un racconto fantascientifico e scredita il significato globale dell'intero fenomeno, esponendo i ricercatori ufologici alla ridicolizzazione da parte dei mass media.
Ancora, il racconto di rapporti sessuali umano-alieni ci appare decisamente poco credibile ed orienta molto di più verso una patologia mentale del presunto addotto, creando la tendenza a liquidare in blocco la questione, etichettandola come fantasia patologica di strutture psichiche disturbate.
Ho già accennato altre volte alla teoria del "doppio depistaggio", secondo la quale gli autori delle "abductions" introdurrebbero apposta nei vuoti mnemonici dei soggetti da loro trattati una serie di ricordi falsi ed artefatti, destinati ad emergere durante l'ipnosi, dando un quadro dei fatti probabilmente diverso da quello reale ed al tempo stesso contenente aspetti contraddittori che alimentano l'incredulità ed aprono la strada ad ipotesi complottistiche, spionistiche, talvolta francamente demonologiche (ricordiamo che un soggetto raccontò di aver notato un pavimento di piastrelle esagonali che sembravano "ribollire", mentre dal soffitto calavano sonde nere, simili a serpenti). Tutto ciò ovviamente crea solo un'enorme confusione nelle indagini e comunque seppellisce il vero contenuto dei fatti che a tutt'oggi non ci sono noti; in altre parole, gli autori dell'adduzione si garantiscono il segreto proprio introducendo nelle loro cavie umane delle mnemosintesi cariche di contenuti a cavallo fra l'incubo ed il mito, volutamente cariche di simbologie archetipiche che hanno un solo obbiettivo: depistare il corso delle indagini.

Ipotesi di induzione a distanza
La sindrome di Diana ci offre spunto per delineare una nuova possibilità sui contatti umano-alieni; scartando l'ipotesi dell'apparizione-materializzazione aliena, del viaggio dell'addotto al di fuori del proprio corpo e di tutto l'insieme di eventi assai vicini al mondo dello spiritismo ed almeno oggi inaccettabili scientificamente, ci rimane quella estremamente più credibile dell'induzione a distanza.
Una serie di segnali radio viene convogliata da un luogo lontano, magari al di fuori dell'atmosfera terrestre, fino al punto stabilito, cioè la struttura neuropsichica di un soggetto scelto. Questo bombardamento di impulsi "confeziona" un'allucinazione dai contenuti predefiniti ed induce nel soggetto un particolare stato psichico destinato a dare sequele nei tempi successivi all'evento stesso. In altre parole l'addotto, che in questo caso dovremmo chiamare più correttamente "indotto", viene sottoposto ad un'esperienza onirica che modifica il suo assetto emotivo.
Non è da escludere, nell'ipotesi della manipolazione genetica, che le onde radio inviate al soggetto abbiano anche svariati poteri sull'organismo; dalla modifica di equilibri neuroendocrini, alla mutazione genetica. Non dimentichiamo che proprio il sistema endocrino ha mostrato di essere sensibilissimo alle variazioni del mezzo chimico-fisico in cui l'uomo vive e che le radiazioni hanno un sicuro effetto mutageno.
In questo modo sia le indagini sulla fisiologia umana (che a questo punto dovrebbero essere una tappa superata per gli extraterrestri, studiandoci essi ormai da molto tempo), sia l'induzione di mutazioni genetiche, sperimentali o finalizzate che siano, verrebbero effettuate a distanza, veicolate da un'esperienza indotta via radio.
La valutazione delle reali finalità di un simile procedimento si presenta estremamente complessa, e altrettanto vale per l'attribuzione di attenzioni benevole o non da parte dei suoi autori.
Va comunque detto che la qualità di vita degli addotti va considerata globalmente scadente. Questi individui vivono in uno stato di perenne inquietudine, nell'attesa ansiosa di nuovi contatti che poi vivono passivamente, con la sensazione angosciante di essere parassitati da qualcosa di indefinibile, quasi invasati.
È altresì vero che i racconti resi da molti soggetti descrivono un atteggiamento rassicurante da parte degli adducenti, i quali garantiscono che non c'è alcun rischio legato agli effetti degli interventi effettuati, arrivando quasi ad alludere la possibilità che gli individui scelti fossero più che altro dei privilegiati, destinati ad un programma che in ultima analisi avrebbe migliorato la loro "performance" biologica. A conforto di ciò notiamo che una buona percentuale di soggetti affetti dalla sindrome di Diana presenta, accanto ai sintomi ansiosi, tratti comportamentali improntati ad una strana estroversione; si tratta di individui propositivi, iperattivi, molto impegnati nelle loro attività lavorative, scarsamente aggressivi e, fatto molto singolare, con istinti sessuali estremamente controllati.
Potremmo veramente trovarci di fronte a menti manipolate ed indirizzate alla propositività, a scapito degli istinti legati al piacere. Se da un punto di vista strettamente razionale un tale assetto comportamentale può rappresentare un passo avanti nell'evoluzione psichica dell'uomo, da un altro, più medico-olistico, esso è comunque indice di una forzatura della struttura psico-biologica ed i disturbi emotivi che accompagnano i soggetti affetti potrebbero rappresentarne la conseguenza.
Per quanto riguarda gli addotti nella maniera classica dobbiamo invece rilevare che questi individui presentano un corteo sintomatologico emotivo assai più ampio e che la loro vita di relazione è invece profondamente disturbata, spesso fino ad un drastico abbassamento del tono comportamentale.
Potremmo quasi delineare una netta distinzione fra questo tipo di "rapiti" o "addotti" e l'altro gruppo di "indotti", arrivando ad una nuova ipotesi: quella di due metodiche differenti di approccio all'uomo da parte di presunti extraterrestri e quindi di due programmi diversi, non necessariamente messi in atto dalla stessa specie.

Ipotesi della contrapposizione
Già negli anni passati, a proposito del fenomeno UFO venne avanzata da Mario Cingolani la cosiddetta tesi del "conglomerato". Applicandone i criteri dagli UFO ai loro occupanti, si potrebbero ipotizzare entità aliene che si interessino alla Terra in modi diversi. La stessa tesi non esclude naturalmente che tali specie possano agire indipendentemente tra loro e magari in competitività.
Includere il fenomeno "abductions" in questo discorso tuttavia si presenta piuttosto difficoltoso per un motivo abbastanza semplice: sia gli affetti da sindrome di Diana che i presunti rapiti hanno nella maggioranza dei casi descritto come artefici dei fatti creature simili, tutte ascrivibili alla tipologia dei Grigi. Incontri ravvicinati con altri umanoidi di varia specie sono stati descritti molto spesso ma questi si limitavano ad apparizioni, con scambio di poche parole o pensieri trasmessi telepaticamente, senza alcun tentativo di manipolazione da parte delle creature suddette.
La logica ci porterebbe istintivamente a pensare che ad un certo livello di evoluzione determinate contrapposizioni di tipo competitivo-colonialistico dovrebbero essere superate nei viventi ed invece l'ipotesi del conglomerato ci proietta in una realtà totalmente diversa, non dissimile da quella terrestre, in cui non sono più nazioni dello stesso pianeta a competere per l'estensione della loro area di influenza su determinate regioni, bensì intere specie che gareggiano tra loro per accattivarsi le simpatie dell'Umanità.
In questo panorama piuttosto sconfortante ci troveremmo poi di fronte ad una spaccatura in seno alla specie dei Grigi, i quali sarebbero divisi in due fazioni che metterebbero in atto iniziative di contatto induttivo con metodiche diverse e contrapposte.
Potremmo distinguere un gruppo più "invasivo", che rapisce, esamina, manipola, impianta delle apparecchiature negli organismi ospiti, lasciando questi ultimi in uno stato di confusione e squilibrio emotivo.
Un secondo gruppo "induttivo" si servirebbe di metodiche indirette che non presuppongono il contatto fisico per provocare nei soggetti scelti mutamenti comportamentali mediati da esperienze paragonabili ad apparizioni di entità soprannaturali.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad atteggiamenti discutibili, almeno sul nostro piano, etico ma è necessario ammettere che quella da noi definita correttezza potrebbe essere solo una valenza arbitraria che non trova corrispettivi al di fuori del pianeta.
Noi non esiteremmo a proporre ed imporre i nostri costumi che riteniamo evoluti a popolazioni primitive nell'ottica di portare queste ad un alto grado di civilizzazione; non c'è motivo perché presunti alieni debbano comportarsi diversamente se convinti della validità delle loro tesi.

Conclusioni
Tirare le somme di un simile discorso è veramente difficile. Parliamo di ipotesi tutte da verificare, camminando praticamente sul vuoto.
Stabilire una scala di valori su di un castello così fragile non è accettabile né possibile sul piano logico.
Molto più utile è invece tentare di fare chiarezza sul fenomeno, e ciò è auspicabile che si realizzi nel corso dei prossimi anni attraverso l'approfondimento e l'ampliamento delle indagini.
A tutt'oggi abbiamo diverse scuole di pensiero che attribuiscono agli adducenti intenzionalità ora pacifiche, ora freddamente manipolative, ora palesemente aggressive e pericolose per la sopravvivenza stessa della specie umana.
Certo è che se quest'ultima tesi venisse dimostrata ci troveremmo tutti a dover fronteggiare un'emergenza altamente drammatica, trovandoci di fronte ad una intelligenza notevolmente progredita che non potrebbe essere facilmente scoraggiata dai nostri attuali mezzi difensivi.
Più confortante appare invece l'ipotesi del conglomerato che, nella peggiore delle ipotesi, ci permetterebbe di sceglierci degli alleati contro una eventuale specie aggressiva. Resterebbe comunque un'impresa estremamente difficoltosa riuscire a capire chi ci è amico e chi no, considerando che ogni considerazione etica diviene arbitraria e che praticamente in pochissimi casi vi sono state violenze palesi su esseri umani da parte degli adducenti.
Nonostante questa nebbiosità di valori possiamo comunque affermare che anche in un contesto extraplanetario il rispetto della vita e dell'autodeterminazione rappresenta un atteggiamento di alta qualità evolutiva che non deve necessariamente rappresentare una prerogativa fissa di intelligenze avanzate.
Una specie che si fosse fatta strada attraverso atti prevaricatori, arrivando a creare un sistema di tipo imperialistico basato sull'imposizione della propria cultura, per tecnologicamente avanzata che possa essere, non è da considerare amica.
Questa affermazione ha comunque un suo margine di semplicismo ingenuo in quanto proietta problematiche squisitamente umane su scala interstellare, trascurando aspetti che potrebbero essere inimmaginabili per noi. Solo per fare un esempio potremmo trovarci di fronte ad un pericolo biologico che cova in seno al pianeta e del quale non abbiamo preso coscienza. I vari tipi di "abduction" potrebbero rappresentare tentativi diversi di antagonizzare un fenomeno "in fieri" e quindi recare in sé l'obbiettivo di preservare l'Uomo da un pericolo cataclismatico.
A questo punto la dolorosità degli effetti collaterali sarebbe veramente un fattore trascurabile di fronte alla vantaggiosità degli obbiettivi a lungo termine e le considerazioni etiche precedentemente esposte varrebbero nulla.
Chi può dare una risposta a tali interrogativi?


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MessaggioInviato: 06/03/2011, 14:16 
RAPIMENTI: DAGLI ALIENI ALL'INTELLIGENCE?



di Roberto Pinotti
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 06 del Novembre 1999


Il discorso sulle "abductions" tende sempre di più a complicarsi. Sono ormai lontani i tempi di un Antonio Villas Boas rapito da alieni chiaramente intenzionati a studi di genetica, anticipazione di tutto un filone che, dai coniugi Hill in poi, indicherebbe in tale ambito il precipuo interesse degli occupanti degli UFO.
Certo, episodi quali quello di Pascagoula sono più semplici, in apparenza.
E che dire della "ricaduta" di tale esperienza sul protagonista Hickson, con risvolti ai limiti del contattismo?
E come valutare le componenti ai confini del religioso emerse in un altro caso famoso, quello di Betty Andreasson?
O quelle di una intrusione totale nel vissuto del soggetto, come nella storia di Whitley Strieber?
Oppure quelle venute alla luce nel caso di Travis Walton, i cui rapitori si presentano in uno scenario di apparente collaborazione fra i "Grigi" e i "Nordici" che poi lo libereranno al termine dell'esperienza?
O infine lo scenario di un "caso Zanfretta", con i "rettiliani" Dargos all'opera in una vicenda da "repeater"?
È evidente che le sfumature e le differenziazioni emerse nei singoli casi si possono, da un Iato, giustificare con le diverse estrazioni, conoscenze, mentalità e aspettative dei vari protagonisti, e dall'altro contestare in chiave scettica per le difficoltà nel mettere "a minimo comun denominatore" le differenti esperienze di "abductions".
Naturalmente, per lo scettico la critica di fondo alla realtà dei fenomeni di "rapimento da UFO" si colloca nel contesto dell'applicazione dell'ipnosi regressiva a tali esperienze.
L'ipnosi regressiva - si osserva - non può avere valore assoluto in quanto il soggetto, in tale stato, non può garantire di avere in effetti vissuto una esperienza oggettiva: la memoria indotta, infatti, può essere facilmente "inquinata" da diverse componenti di ordine onirico, o dalla sfera inconscia a livello di desideri, aspettative, conoscenze variamente acquisite: con il risultato che ogni "memoria" ipnotica così ottenuta sarebbe sostanzialmente soggettiva. Certo.
Solo che esistono anche casi con testimoni superiori a uno (da Pascagoula a quello in Arizona con Travis Walton come protagonista), che confermerebbero invece a livello testimoniale i "sequestri alieni". Quando poi, come nel classico caso degli Hill, due rapiti singolarmente posti in stato di ipnosi regressiva ricordano lo stesso scenario con gli stessi particolari, ecco che tale condizione può allora essere invocata quale indiscutibile indizio di una esperienza tangibile. Il che, pertanto, conferisce alla questione degli "addotti" una dimensione di realtà e concretezza. Piaccia o meno.
Tutta una serie di ulteriori aspetti ha quindi dato al problema diverse valenze interpretative. E così abbiamo la visione intimista di uno Strieber imperniata sulla comunione con i rapitori alieni, la nostra trasformazione e l'insegnamento che tale esperienza può impartire all'umanità; ovvero la visione ottimista di John Mack, cui si oppone quella pessimista di David Jacobs sull'integrazione forzata "uomini-alieni"; oppure quella di Karla Turner, vista in negativo e con gli occhi di una donna.
E qui il cerchio si stringe e si chiude, riconducendoci all'inquietante tematica dell'ibridazione e dell'ingegneria genetica con gli umani come porcellini d'India e gli animali (con tanto di casistica sulle "mutilazioni misteriose") come ulteriori cavie "in corpore vili" per gli alieni.
Va da sé che a questo punto molti potrebbero essere tentati di ammettere una qualche realtà per la prospettiva allucinante del "patto scellerato" USA-alieni. Ma fermiamoci un attimo.
Ci sembra infatti importante, a questo punto, ricordare che il controllo dei ricordi in un qualsiasi soggetto è una realtà a livello psicologico. E così pure la rimozione, il mascheramento o l'induzione di "memorie" ad hoc. Benissimo.
Non c'è bisogno di aggiungere che l'"operatore" di tali operazioni psicologiche potrebbe certo essere un "grigio"; ma anche un essere umano. E così eccoci al punto: il discorso del "controllo mentale" condotto a livello sperimentale da vari enti di intelligence e spionaggio USA oggi e in passato. Progetti "top secret" quali "Chatter", "Bluebird", "Artichoke", "MK UItra" e "MK Search" non sono fantasie. E tanto meno le attività di "remote viewing" (visione a distanza) ottenute grazie a soggetti dalle particolari facoltà dalla CIA, la NSA e altri servizi segreti statunitensi.
I "rapimenti", insomma, potrebbero anche servire a qualcuno. Che poi si tratti della CIA, della NSA o dei fantomatici gruppi-ombra "MJ-12" o "Cabala" poco importa.
Pertanto la domanda che a questo punto sorge spontanea è: quanto determinati enti di "intelligence" di oltre Atlantico hanno usato ed usano, strumentalizzandolo, il fenomeno "abductions" per "mascherare" altre attività collegate o collegabili a quanto sopra ricordato?
Ultimamente gli scenari dello "spionaggio psichico" si sono collegati in USA a quelli propri dei "rapimenti da UFO". E si parla con crescente insistenza dei "Milabs" (termine desunto dalle parole "military laboratories", laboratori militari) nell'ottica inquietante delle ricerche "proibite" di certi enti di intelligence sul "controllo mentale" (mind control) alle spalle di ignari civili loro malgrado usati come cavie.
Un recente volume di Helmut e Marion Lammer si cala in questo scenario da incubo, che potrebbe dare al presunto abbinamento alieni-militari, proprio di certe esperienze di "addotti" vissute sullo sfondo dei "milabs", una concretezza insospettata.
Il tema è delicatissimo, ma ce ne dobbiamo occupare senza pudori e timori nell'interesse della verità.


Ultima modifica di Bastion il 06/03/2011, 14:16, modificato 1 volta in totale.

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ABDUCTIONS E MILABS: DEPISTAGGIO DIABOLICO



di Giuseppe Colaminè
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 09 del Febbraio 2000


Una teoria inquietante sulla natura dei "rapimenti" sta delineando l'ipotesi di una sconvolgente collaborazione tra extraterrestri e servizi di sicurezza di alcune nazioni. Viene proposta l'immagine minacciosa di movimenti estremistici, governi ombra, sette spionistico-sataniche, tutti coalizzati a danno delle popolazioni. Un piano di asservimento del genere umano ad una specie estranea, con la complicità di istituzioni "vendute" all'ipotetico invasore? Purtroppo però gli indizi raccolti ci fanno temere un programma di probabile matrice aliena ben più inquietante di quello proposto da tali teorie.

Psiconevrosi indotte
I soggetti considerati rapiti da esseri estranei non ricordano coscientemente gli eventi vissuti durante l'episodio di "adduzione", semmai presentano sintomi psichici di tipo ricorrente; questi ultimi includono:

- Incubi ricorrenti il cui contenuto rievoca le fasi del rapimento.
- Disturbi a sfondo ansioso, caratterizzati da una spiacevole sensazione pseudo-dissociativa, in cui il soggetto si sente "estraneo" al contesto in cui vive.
- Stati depressivi caratterizzati da considerazioni catastrofistiche sul proprio futuro e su quello del genere umano.
- Elaborazioni di tipo conflittuale, in cui il soggetto, da un lato teme il verificarsi di un nuovo episodio di adduzione, dall'altro lo desidera, soggiacendo compiaciuto all'idea di essere manipolato e "modificato" rispetto ai suoi simili.
- Ideazioni di tipo paranoideo in cui l'addotto percepisce una consapevolezza istintiva di contenuti legati all'esistenza di intelligenze aliene, senza riuscire ad esprimere compiutamente gli stessi.

L'insieme di tali disturbi allontana i soggetti "addotti" dal contesto socio-relazionale e li porta in uno stato di chiusura emotiva in cui l'attenzione è inevitabilmente polarizzata su loro stessi. Questo circuito emotivo di tipo narcisistico acuisce la gravità del quadro, portando i soggetti ad elaborazioni fantasiose, fino allo sviluppo di veri e propri quadri deliranti.
In altre parole l'"addotto" ci appare come un individuo che autoalimenta le sue peggiori inquietudini, fino a sentirsi una sorta di "prescelto". Si tratta di un ruolo subìto ed accettato solo per impossibilità ad agire diversamente, quindi non di uno sfogo di antiche fantasie inconsce, tipico dei quadri psicotici classici.
Nei loro colloqui gli "addotti" ricordano con nostalgia la loro quotidianità antecedente il presunto rapimento ed auspicano un rientro nella vita comune, anche se disperano sul fatto che tale evento possa realizzarsi. Qualcosa li costringe a restare aggrappati ad un'ideazione ossessiva, una sorta di disco incantato a cui la loro mente non riesce a sottrarsi.
Pur non escludendo che studi futuri possano portare a nuove conclusioni, allo stato attuale dobbiamo ritenere che gli "addotti" siano individui con un terreno emotivo ipersensibile, ai quali sia stata indotta da fonte ignota una potente suggestione che ha avviato una catena di eventi psichici.
Non vi sono attualmente elementi che permettano di accomunare gli "addotti" agli altri individui affetti da disturbi del comportamento in quanto le manifestazioni dei due gruppi sono assolutamente differenti ed in quanto soprattutto gli "addotti" presentano una granitica costanza nelle loro convinzioni, laddove invece i comuni nevrotici, ed ancor più gli psicotici, sono caratterizzati da un'estrema labilità di pensiero che può essere modificato in modo spesso incontrollabile da svariati fattori.
Va aggiunto che il comportamento degli "addotti" non è accostabile a quello di individui affetti da disturbi a contenuto ossessivo, caratterizzati da un'ostinazione nella messa in atto di rituali e pensieri. Gli ossessivi subiscono il loro disturbo come gli "addotti", ma reagiscono aggressivamente quando si tenta di attaccarli sul loro terreno emotivo. Gli "addotti" sono invece stranamente disponibili alle critiche, come se avessero una specie di porta irrimediabilmente aperta alle induzioni psichiche.
Ancora va distinto il comportamento di soggetti psicotici, affetti da monomanie ed idee coatte. Anche qui, a differenza di quanto avviene agli "addotti", vi è una convinzione mistica e violenta sulla fondatezza dei contenuti anomali ed un'assoluta impenetrabilità, tanto da rendere il più delle volte vano ogni approccio psicoterapico.
In ultimo ricordiamo che i soggetti "addotti" presentano spesso sul corpo cicatrici non riconducibili a comportamenti autolesionistici. Si tratta di piccole cicatrici, simili a quelle residuate da un intervento di chirurgia plastica che i soggetti in questione non avrebbero avuto modo di procurarsi.
Oltre ciò va aggiunto che in una modesta percentuale di casi sono stati rinvenuti all'interno dell'organismo degli "addotti" piccoli oggetti metallici definiti impianti, per la cui trattazione si rimanda il lettore ad altri articoli pubblicati in precedenza.

Condizionati a mentire
È doveroso ammetterlo: non vi erano e non vi sono tuttora altri metodi se non l'ipnosi regressiva per indurre l'"addotto" a rivelare i contenuti apparentemente dimenticati del suo rapimento. Questa tecnica venne usata già nel 1962 per il celebre caso che interessò i coniugi Hill, il primo caso eclatante di rapimento alieno, raccontato per filo e per segno dai suoi protagonisti umani. Da allora la tecnica ipnotica è stata considerata un sistema rivelatore sicuro ed affidabile.
In merito vanno fatte tuttavia alcune precisazioni di carattere tecnico.
- Sigmund Freud si servì dell'ipnosi all'inizio della sua attività, per poi abbandonarla quando si rese conto che i racconti dei suoi pazienti non erano sempre genuini ma spesso erano riferiti alle fantasie inconsce degli stessi che venivano riferite come vissute.
- Studi approfonditi sulla fisiologia cerebrale hanno evidenziato che la regressione ipnotica induce uno stato di tipo onirico in cui la realtà mnemonica può incontrollabilmente mescolarsi all'ideazione fantasiosa. In altre parole il soggetto ipnotizzato può sognare i suoi racconti e riferirli come realmente accaduti.
- Esperimenti di suggestione in ipnosi hanno dimostrato come sia possibile indurre nel soggetto percezioni assolutamente irreali. A scopo esemplificativo illustreremo un caso scolastico di falso evento indotto:

Ad un individuo ipnotizzato si pone nel palmo della mano una moneta, avvertendolo che questa è stata surriscaldata e che pertanto il contatto determinerà una lieve ustione. L'ipnotizzato non può opporsi, poiché la sua volontà è praticamente asservita all'ipnotizzatore, ma in realtà la moneta è fredda. Il contatto comunque determinerà lo sviluppo di un'ustione. Cos'è accaduto? La mente dell'ipnotizzato ha attivato una serie di meccanismi, prima neurologici, poi biochimici, determinando una reazione di difesa della zona di contatto. L'ustione infatti, con tutto il suo corteo di sintomi, è un meccanismo di difesa della pelle contro l'eccesso di calore.
Con queste precisazioni non vogliamo assolutamente affermare che gli "addotti" mentano sugli eventi raccontati in quanto questi apparterrebbero solo al loro immaginario, né tanto meno, (sia ben chiaro), che gli ipnotizzatori li condizionino a mentire. La ricerca sui fenomeni di sospetta natura aliena è una cosa seria e si avvale quasi sempre di operatori competenti ed in perfetta buona fede, a qualunque corrente di pensiero essi appartengano!
Purtroppo la menzogna c'è, non è intenzionale, coglie impreparati i ricercatori e imprime un marchio di scarsa credibilità sugli "addotti". Essa affonda le sue radici proprio nell'evento raccontato.
Le nostre ricerche ci portano allo stato attuale a concludere che per un motivo non ancora chiaro e che cercheremo di approfondire in questa sede, gli esseri che mettono in atto i rapimenti umani, piazzino in questi ultimi ricordi artefatti, veri e propri alibi da raccontare all'ipnotista ed al ricercatore ufologico. Ovviamente si tratta anche in questo caso di una tesi che attende ulteriori sviluppi.
Le motivazioni di parte aliena potrebbero essere tante, ma non è detto che esse siano necessariamente negative. Il fatto che alcuni ricercatori prendano per oro colato i racconti degli "addotti" può essere depistante, principalmente per il pubblico che viene inquietato con la prospettiva di scenari in cui il potere mondiale è gestito da una banda di rinnegati, che stanno vendendo la Terra agli E.T. I nostri governanti non saranno forse dei santi; come tutti i politici saranno scaltri e machiavellicamente lontani da alcuni princìpi etici in uso nelle comunità di Opere Pie. Da qui però a considerarli sgherri al soldo degli invasori extraterrestri, ce ne passa!

La fiction spionistica degli alieni
Riportiamo adesso alcuni casi pubblicati su altre testate ufologiche, con relativi racconti resi sotto ipnosi dagli "addotti". Ci scusiamo con gli autori di tali pubblicazioni per aver citato concetti da loro espressi, ma si tratta solo di un modo per poter illustrare meglio le ipotesi che stiamo formulando in merito.
Individui che presentavano vuoti mnemonici, tecnicamente definiti "missing times", relativi a periodi di vacanza trascorsi in Francia, hanno raccontato sotto ipnosi di essere stati prelevati da militari o poliziotti indossanti divise senza stemma, portati in ambienti sotterranei, dove vi erano creature aliene ascrivibili alla tipologia dei "grigi" e lì sottoposte ad una serie di manipolazioni mediche non sempre indolori. Ecco le "milabs" (da "military abductions") in ambienti indicati dalla stessa denominazione ("military laboratories").
Nei racconti si parla di iniezioni che inducevano stati vertiginosi e confusionali, ma si parla della presenza contemporanea di uomini in camice bianco, di uomini vestiti in scuro, con occhiali da sole ed aspetto minaccioso. In questi fantascientifici ambienti, in cui gli alieni si muovevano a loro piacimento, vi era una coreografica commistione di aspetti: pannelli metallizzati, lettini su cui gli "addotti" restavano immobilizzati pur non essendovi mezzi di contenzione, ma al tempo stesso ripiani pieni di carte, documenti, calcoli, tutti indecentemente esposti ai malcapitati rapiti. Uno di loro ha ricordato di aver letto la sigla GEPAN, su uno dei fogli che imprudentemente gli sarebbero stati mostrati. GEPAN è il vecchio nome del centro statale francese di ricerca ufologica, oggi conosciuto come SEPRA.
Un altro "addotto" ha ricordato la targa del veicolo che lo prelevò, ovviamente una targa francese, corrispondente a quella della città di Tolosa, in cui il SEPRA (ex GEPAN) ha la sua sede insieme a quella del CNES, importantissimo centro di studi aerospaziali d'oltralpe.
Beati i nostri colleghi francesi! Noi qui ci affanniamo a cercare tracce, indizi, frammenti, mentre loro intratterrebbero relazioni salottiere con gli extraterrestri, arrivando a compiere in équipe esperimenti che puzzano a cento miglia di lager nazisti e gulag staliniani!
La storia non finisce qui: altri "addotti" descrivono minuziosamente ambienti di tipo "infernale", con pavimentazione in piastrelle dai contorni esagonali, ribollenti al centro proprio come avviene nei gironi danteschi. In questi luoghi suggestivi e perturbanti, l'"addotto" viene avvolto da sonde sinuose che calano dall'alto ed alla fine, forse come premio per la sua pazienza, avvicinato da una creatura aliena di sesso femminile, non bella ma certamente conturbante. I due hanno un rapporto intimo; lui non è consenziente ma si sente psicologicamente costretto a soggiacere. L'ipotesi di lavoro proposta per il caso in questione è che quel rapporto fosse un modo per prelevare materiale genetico dal soggetto, materiale da usare per la creazione di una razza ibrida, umano-aliena; la razza destinata a dominare la Terra ed a fare schiavi i nostri discendenti.
A dire il vero ci aspettavamo qualcosa di meglio da questi alieni e ci delude l'idea che essi non siano molto diversi dai mostri infernali che la narrativa fantastica propone agli adolescenti.
C'è dell'altro: in questi ambienti cupi, sempre ipogei e pieni di orrori e tentazioni, si muovono come nel soggiorno di casa loro imperturbabili uomini dai tratti anglosassoni. Tutti indossano abiti ed occhiali scuri e sembrano agire in perfetta armonia con gli extraterrestri.
Vi sembra di averli già visti? Certamente!
Sono i protagonisti di vari film, come "Men in black" e "Matrix". Sono comparsi persino in alcuni stacchi pubblicitari della TV Italiana. Si tratta dei famosi "Uomini in nero", agenti supersegreti che il governo USA avrebbe sguinzagliato per il mondo con l'obiettivo di indurre al silenzio i testimoni di eventi ufologici.
Quando se ne parlò in passato la tesi era che questi uomini agissero nell'interesse umano, monopolizzando la casistica, affinché il fenomeno fosse trattato esclusivamente dalle istituzioni deputate alla difesa, nell'ottica di un programma finalizzato ad antagonizzare il fenomeno delle intrusioni aliene. All'epoca il mondo viveva l'incubo della Guerra Fredda e tutto ciò che volasse sui cieli della NATO da una parte e del Patto di Varsavia dall'altro, era considerato potenzialmente offensivo.
Stando al racconto degli "addotti" però queste superspie avrebbero fraternizzato con l'antico nemico alieno e con loro anche i governi che le stipendiavano. Così, tirando le conclusioni da queste testimonianze, oggi il mondo starebbe scivolando inconsapevolmente sotto il dominio di una razza spietata, mentre i governi in carica, oramai rassegnati alla sconfitta, avrebbero scelto il meno peggio, collaborando con gli alieni all'ibridazione del genere umano, magari per ottenere la reggenza del pianeta.
Prima di andare avanti c'è una considerazione scherzosa che appare inevitabile.
Considerando che, secondo certe deliranti statistiche sulle "abductions" ottenute mediante non meglio precisati "calcoli probabilistici" apparse su una testata bimestrale sul tema "alieni", ben l'1% della popolazione italiana sarebbe soggetta a "prelevamenti ET" (quindi, circa un milione di nostri connazionali!), e, considerata la frequenza con cui in Italia si alternano interi staff governativi e parlamentari, il nostro potrebbe essere uno dei paesi con la più alta percentuale di filo-alieni. C'è da augurarsi che quando gli ET stabiliranno il loro dominio avranno un occhio di riguardo per la popolazione del Belpaese...
In realtà non c'è tanto da scherzare, visto che gli "addotti" parlano in buona fede e che molti cercatori peccano di ingenuità, dobbiamo chiederci perché i rapitori di esseri umani, li rispediscano a casa con ricordi artefatti ma fondamentalmente tesi a creare un clima di discordia tra il pubblico e le istituzioni governative, un clima che potrebbe portarci un domani a fare scelte delle quali avremmo a pentirci amaramente.

Seminatori di zizzania
Negli anni '60 si diffuse la voce secondo cui il governo USA si trovava a fronteggiare un'ondata di fenomeni ufologici che venivano considerati potenzialmente ostili per l'umanità intera.
Quando successivamente si diffuse la tesi del "patto scellerato" tra governi ed alieni, si credette per poco tempo che davvero i vertici delle superpotenze avessero venduto la Terra "per trenta denari". Anche qui però vi fu presto una correzione di rotta. USA ed URSS si sarebbero accorti della malafede extraterrestre, avrebbero tentato invano di cacciare gli ospiti indesiderati dal pianeta ed alla fine avrebbero addirittura messo fine alla Guerra Fredda per fare fronte comune contro un nemico ben più pericoloso.
llo stato attuale quindi vi sarebbe in seno alle varie intelligence mondiali uno sforzo congiunto per identificare e contrastare l'intrusione extraterrestre, sforzo ovviamente scarsamente coronato da successi, considerando la grande superiorità tecnologica dei nostri visitatori.
In altre parole il mondo sarebbe in guerra senza saperlo e tutta l'opera di occultamento di prove da parte dei servizi di sicurezza sarebbe finalizzata a non informare la popolazione planetaria di un pericolo che getterebbe nel panico 6 miliardi di individui, con tutte le conseguenze immaginabili.
Si tratta di una tesi che ovviamente non è corredata di prove ma solo di indizi ricavati da frammenti di eventi e documenti la cui attendibilità rimane sempre dubbia. Ammettendo però che tutto ciò fosse vero, allora avremmo una facile spiegazione del motivo per cui i rapitori extraterrestri piazzino negli "addotti" falsi ricordi tesi a porre il pubblico contro quegli stessi governi che si stanno affannando nel tentativo di difendere l'integrità planetaria.
In un clima di discordia e di anarchia, qualora il pubblico assumesse un atteggiamento collettivamente negativo verso le istituzioni, verrebbe meno l'unica forza che le nazioni hanno sempre avuto nei confronti con i loro nemici: la coesione, lo spirito di corpo, il collettivismo, il patriottismo, per usare un termine più romantico.
Un'umanità disunita e sfiduciata sarebbe una preda inerme per chi volesse soggiogarla e, probabilmente, il discredito seminato attraverso i racconti degli "addotti" rappresenterebbe anche un mezzo attivo per indirizzare il pubblico verso correnti alternative d'opinione. Queste ultime, pur senza saperlo, veicolerebbero i loro seguaci verso quello stato di cattività tanto temuto e lo farebbero senza che nessuno se ne rendesse conto.
Falsi profeti, sedicenti portatori di pace, avventisti, predicatori, fondatori di nuovi corsi ideologici, magari tutti in ottima fede, trascinerebbero gradualmente una massa sempre maggiore verso un presunto cambiamento, una nuova Età dell'Oro, un'era di pace, amore e serenità, un classico oppio dei popoli. Un'opportuna copertura coreografica fatta di eventi miracolosi, paranormali, strabilianti, che si manifestassero inaspettatamente alle masse, convincerebbe molti che in quella direzione c'è il futuro, l'evoluzione, il benessere. Senza accorgercene ci troveremmo asserviti a nuovi padroni, i quali si manterrebbero ancora invisibili ma di fatto dominerebbero la Terra. Ci troveremmo ad essere alleati di chi non avevamo scelto o avevamo creduto diverso e quando tentassimo di imboccare la via del largo esplorando lo spazio interplanetario, i nostri aguzzini ci confezionerebbero qualche minaccia cataclismatica dalla quale puntualmente ci salverebbero, ma intanto la nostra evoluzione sarebbe bloccata ed il nostro rapporto con i "grigi" simile a quello delle tribù primitive con i suoi numi bestiali.
La storia dei falsi profeti e dei seminatori di zizzania è antica. La stessa Bibbia ne parla continuamente, ma noi oggi faremmo bene a chiederci il vero senso di certe profezie che abbiamo relegato nel mondo del magico o dogmatizzato come dei mistici tabù.
Quando qualcuno cerca di screditare ai nostri occhi persone in cui avevamo riposto fiducia, è un dovere essere furbi, riflessivi, intelligenti e tutto ciò si riduce ad un atto fondamentale: sospendere il giudizio e chiedersi a chi veramente giova il discredito.
Se davvero governi e servizi segreti avessero voluto truffare l'umanità come si evince dai racconti degli "addotti", non lo avrebbero fatto alla luce del sole. Era molto più comodo asservire ed ibridare tribù selvagge, agire su popolazioni isolate dai mass media, impiantare gli eschimesi, gli aborigeni australiani, gli indios della foresta amazzonica. Era ovvio creare delle basi irraggiungibili: nei deserti, sulle calotte polari, nelle giungle tropicali.
Perché rapire individui evoluti, abitanti di paesi ad alto tasso di sviluppo e quindi con ampie potenzialità informative? Perché portarli in basi situate nel cuore dell'Europa, mostrando le targhe dei veicoli, le sigle delle associazioni, quasi a dire: "siamo noi, siamo qui, vi abbiamo presi apposta per farvi del male"? Perché servirsi di mezzi primitivi come le iniezioni, le costrizioni fisiche, gli abusi sessuali, quando gli alieni dovrebbero avere la capacità di mettere in atto le loro opere senza nemmeno farcene accorgere?
Il lettore che esamini serenamente gli eventi della casistica non faticherà ad intuire che "qualcosa non quadra". Vi è nei contenuti dei racconti una sorta di ostentazione forzata, volgare, grossolana, più degna di una "gang" degli anni '30, che di un sistema capillarizzato di servizi di sicurezza. Quegli stessi servizi che hanno gestito la Guerra Fredda, il movimento spionistico internazionale, i mutamenti di governo, i colpi di stato che rimodellavano gli scacchieri contrapposti, ora si sarebbero ridotti a compiere errori da dilettanti, mostrando i loro agenti in compagnia degli alieni?
A dire il vero non è solo l'atteggiamento umano a non quadrare, ma anche e soprattutto il comportamento alieno.
Una specie così evoluta che metterebbe in scena delle farse così facilmente smascherabili appare improbabile ai nostri occhi. La montatura è così grossolana che anche un saltimbanco la scarterebbe per le sue rappresentazioni.
Eppure qualcuno ci ha creduto, forse ci ha voluto credere, forse si è tanto entusiasmato da non distinguere gli scenari di cartone che si trovavano intorno agli "addotti". Anche questa ingenuità è un piccolo mistero che prima o poi dovremo cercare di svelare, ma prioritario è comprendere il senso della farsa aliena.

Duelli tra spie non terrestri
Informazioni raccolte da soggetti "addotti" hanno proposto la teoria secondo cui esisterebbero due gruppi non terrestri che agiscono in antagonismo tra loro.
Un primo gruppo che chiameremo convenzionalmente INT (da intruders) sarebbe autore di rapimenti e manipolazioni senza consenso, quindi sarebbe da considerare ostile o almeno irrispettoso del diritto al consenso informato. Un secondo gruppo che chiameremo PROT (da protecters) interagirebbe con gli "addotti", cercando di porre rimedio ai danni causati dal primo.
Si tratta anche qui di dati ancora ipotetici, che trovano però conforto in una fioritura di eventi a cavallo fra l'ufologia ed il paranormale: le cosiddette apparizioni angeliche.
Non è la sede giusta per addentrarsi in un simile argomento, tuttavia se gli INT fossero autori di azioni adducenti di tipo coercitivo, c'è da pensare che gli stessi possano confezionare falsi ricordi per riempire i "missing times" dei rapiti. In questi ricordi sarebbero contenuti anche gli aspetti tesi a screditare l'intero sistema politico mondiale, per i motivi precedentemente esposti.
Quale sarebbe a questo punto il compito dei PROT? Preservare gli "addotti" dagli effetti nefasti dell'intrusione. A lume di logica potremmo pensare che sia sufficiente cancellare l'intero ricordo di copertura e sostituirlo con una bella esperienza onirica, magari un'apparizione o anche qualcosa di più materiale e facilmente fruibile.
In questo modo però si avrebbe un effetto collaterale spiacevole: l'inconsapevolezza. Nessun "addotto" ricorderebbe qualcosa ed il pubblico non verrebbe a conoscenza della presenza di esseri interferenti nella vita della popolazione terrestre.
Modificando invece i ricordi indotti fino a renderli enigmatici, piazzandovi in mezzo tratti inspiegabili a lume di logica, si ottiene esattamente il risultato che stiamo osservando: i ricercatori si affannano intorno ai contenuti dell'evento, propongono tesi diverse, antitetiche, conflittuali, ma stimolano il pubblico alla critica e sono essi stessi stimolati a rielaborare i contenuti delle loro indagini, magari anche dalle critiche dei rivali.
È molto intricata questa presunta metodica aliena, concepita come una colossale caccia al tesoro in cui la strada è disseminata di tappe, di vicoli ciechi, di enigmi da risolvere.
Lo studioso parte da una tesi, poi la rielabora ricavandone un'altra, poi continua ad elaborarla e gradualmente si realizza un'opera di scrematura di tutto quanto appare superfluo, artefatto, mimetizzato. Alla fine vince il più furbo, quello che "non ci casca", di fronte a certe beffe confezionate ad arte; colui che è capace di considerare anche l'assurdo, ma che non agisce con i paraocchi, come se l'ipotesi fosse diventata dogma.
Al momento non sappiamo dove ci porterà questa ricerca; dobbiamo anche porre in bilancio la possibilità che saranno i nostri discendenti ad arrivare ad un risultato compiuto. Ma intanto si crea qualcosa che mantiene sul chi vive tutti gli interessati, qualcosa che non sempre ci vede concordi, anzi spesso ci divide in fazioni opposte: il fermento.
Finché saremo in fermento non correremo il rischio di lasciarci andare, di scivolare verso facili conclusioni, slittando verso una passività che potrebbe esserci fatale. Lotteremo tra noi per affermare questa e quella tesi ma nessuno l'avrà vinta definitivamente ed intanto saremo tutti guardinghi. Se i PROT hanno concepito un simile programma, dobbiamo dedurre che essi non vogliono vederci passivi, quindi ci rispettano e potrebbero essere in futuro vantaggiosi interlocutori.
L'ipotesi delle specie aliene contrapposte è antica quanto l'uomo; si ripropone in versioni diverse con il passare del tempo, adeguandosi al nostro livello evolutivo, ma permane da millenni.
Gli avversari dell'ufologia sostengono che anche questa è una semplice diceria, una leggenda metropolitana.
È comodo secondo loro credere di essere la preda contesa di super razze spaziali, illudendosi di avere un futuro di gloria e di partecipare ad un grande conflitto su scala interstellare. È comodo liquidare un'intera tradizione di pensiero con frasi di spicciolo positivismo, ignorando un patrimonio di cultura multimillenaria.
Questa è la nostra risposta.
Eravamo contesi nei millenni pre-cristiani in Cina, tra il sanguinario dio Kung Kung e gli Esseri Celesti; in Giappone tra la dea Amaterasu ed il fratello di lei, Susano-o; in Mesopotamia, fra la dea Tiamat ed il dio Marduk e così via in tutto il mondo.
In Egitto Horus e Seth combatterono per il possesso del territorio, ma anche per l'impronta da dare alla civiltà umana; in America non si contrapposero Quetzalcoatl, Tezctilpoca, Chac Mol, Viracocha? Possiamo essere certi che si trattasse solo di fandonie?
Anche allora gli uomini venivano rapiti, portati in luoghi ora celesti, ora infernali, sottoposti a seduzioni, manipolazioni, violenze. Il mito trasfigurò queste abductions del passato e noi oggi fatichiamo ad identificarle con quelle odierne.
Ma non è mito anche il nostro, quando crediamo agli scenari descritti dagli "addotti", alle trame umano-aliene, agli 007 che si muovono in mezzo ai gironi infernali?
Impiegheremo decenni, forse secoli per comprendere il vero senso di un mito.
L'importante è non fermarsi.


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ABDUCTION: "SPADA DI DAMOCLE" SUL PIANETA TERRA



di P. C.
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 11 dell'Aprile 2000


L'eventualità di essere "rapiti" dagli alieni costituisce un pericolo per l'uomo?

Com'è noto il termine "abduction", divenuto di uso comune tra gli addetti ai lavori per designare una peculiare variante limite di contatto o incontro ravvicinato del quarto tipo (IR4), ha origine etimologica dal verbo inglese "to abduct", che significa "rapire" e si riferisce all'apparente prelievo di soggetti umani di entrambi i sessi e di età estremamente variabile ad opera di presunte entità umanoidi di origine aliena.
La problematica delle "abductions" costituisce senza ombra di dubbio la più scabrosa, complessa ed ingannevole tematica dell'ufologia e troppo pochi sono i ricercatori del settore che attualmente possiedono i giusti requisiti per poter investigare con rigore scientifico tale tematica ed ancora meno quelli che dispongono della chiave interpretativa che consentirà loro di decodificare il mistero che la circonda.
In genere, a chi mi domanda quale sia la mia opinione in merito, replico di diffidare degli ufologi che asseriscono con disarmante ed ingiustificata sicurezza che le "abductions" siano di matrice aliena, militare o d'intelligence, in quanto non vi sono elementi oggettivi probanti che suffraghino tale asserzione, bensì solo prove circostanziali, alcune delle quali, talvolta, estremamente significative.
L'attuale impossibilità di stabilire la reale natura delle "abductions" è imputabile al fatto che i presunti addotti raramente richiamano alla memoria, in stato di coscienza vigile, le esperienze vissute.
Secondo recenti studi, condotti da alcuni ricercatori del settore, sembrerebbe che il ricordo della finestra temporale in cui ha avuto luogo la presunta abduction venga artificialmente inibito grazie alla creazione in modo artefatto di una lacuna nella regione della griglia mnemonica occupata da tale ricordo. Tale lacuna verrebbe prontamente colmata da una sorta di puzzle mnemonico costituito da una costellazione di frammenti di ricordi o di interi ricordi reali, riferiti però a situazioni ed eventi occorsi in momenti diversi della vita dei presunti addotti. Tali ricordi sarebbero tra loro fusi in una illusoria sequenza cronologica in modo da creare solide strutture mnemonimetiche assolutamente reali e veritiere, che, a loro volta, si sovrapporrebbero alla memoria dell'esperienza del supposto rapimento.
L'unico strumento investigativo che i ricercatori del settore hanno a disposizione per penetrare attraverso le strutture mnemonimetiche e sondare così i ricordi dell'esperienza di presunta abduction consiste nell'indurre il soggetto in un peculiare stato di coscienza alterata di natura ipnotica. È quello detto di regressione ipnotica bypassando i falsi ricordi e analizzando, stabilendone la reale natura, quelli realmente in relazione all'esperienza succitata.
Il motivo per cui risulta estremamente complesso fornire risposte esatte a questa inquietante ed inesplicabile fenomenologia risiede nel fatto che, nonostante la regressione ipnotica costituisca a tutt'oggi l'unico strumento d'indagine relativamente efficace con cui indagare simili casi, essa non è del tutto attendibile scientificamente. Infatti le informazioni ottenute grazie a tale metodica psicodiagnostica non possono rappresentare in alcun modo elementi oggettivi provanti.
Sui ricordi reali del soggetto, infatti, si innestano inevitabilmente fantasie e desideri inconsci che compromettono ineluttabilmente la credibilità del resoconto testimoniale rilasciato agli inquirenti sotto regressione ipnotica. È altresì estremamente arduo tracciare un netto confine che separi i ricordi reali riferiti all'esperienza di presunta abduction dalle fantasie e dai desideri del soggetto, per cui i risultati ottenuti grazie all'ipnosi regressiva costituiscono nel loro complesso solo una prova indiziaria.
I presupposti perché le informazioni ricavate dalla regressione ipnotica possano essere considerate e trattate come elementi non oggettivi ma probanti con valenza circostanziale consistono nella ricorrenza, in differenti casi di presunta abduction, di determinati elementi e nella similitudine dei contesti ambientali, situazionali ed esperienziali nei quali essi sono contenuti.
Il primo caso ufficiale di presunta abduction vide protagonisti, loro malgrado, i coniugi Barney e Betty Hill, il 19 settembre 1961, tuttavia la casistica ufologica specializzata annovera alcuni misconosciuti supposti rapimenti verificatisi negli anni precedenti, quale quello occorso all'agricoltore brasiliano Antonio Villas Boas il 15 ottobre 1957. Dopo essere stato presumibilmente prelevato da A.L.F.s (Alien Life Form: forma di vita aliena) della tipologia dei grigi, l'attonito contadino dichiarò di avere vissuto un'esperienza di esogamia 1 o incontro ravvicinato del quinto tipo (IR5) con una sensuale "ragazza", probabilmente un ibrido umano-alieno, dai lunghi capelli biondi quasi bianchi, sciolti sulle spalle e con occhi azzurri molto obliqui di taglio tipicamente orientale.
Dagli studi che abbiamo condotto sulla tematica in oggetto è emersa, purtroppo, una sola certezza. I presunti addotti, di cui sia stata verificata l'onestà testimoniale e la sanità mentale mediante la somministrazione di una determinata batteria di test psicodiagnostici, hanno indubbiamente vissuto un'esperienza fisica, quindi oggettiva, che per taluni è risultata essere estremamente traumatica tanto da comprometterne definitivamente l'equilibrio psicofisico. Tale asserzione è motivata da un elemento oggettivo probante reale e da uno "virtuale": il primo consiste nella frequente comparsa di inesplicabili cicatrici o "marchi" sul corpo di un'elevata percentuale di presunti addotti ed il secondo è costituito dai microimpianti intracorporei.
La presenza di cicatrici, apodittiche formazioni connettivo-fibrose circoscritte, tutte estremamente simili tra loro e differenziate in tipologie modo-strutturali ben definite, induce a ritenere che i soggetti presumibilmente prelevati vengano sottoposti ad una serie di esami biomedici e/o interventi chirurgici di significato ignoto e dalla tecnologia estremamente sofisticata. Uno di questi "marchi", localizzato sulla gamba sinistra subito al di sotto del ginocchio e di forma sovente triangolare, sembrerebbe essere riconducibile ad una sorta di B.OM (Biopsia Osteo-Midollare), cioè di un prelievo profondo di un campione tissutale osseo e midollare.
La cicatrice più ricorrente e comune consiste comunque in una depressione circolare di ridotte dimensioni, larga quanto l'unghia di un pollice, detta "a cucchiaio", mentre una terza tipologia consiste in una lesione cutanea cicatriziale diritta, di lunghezza variabile da 2 a 10 cm, apparentemente riconducibile ad un'incisione estremamente precisa, simile a quelle effettuate da un laser chirurgico.
Vi sono infine cicatrici che si presentano come mere contusioni. Ve ne sono alcune, quali quelle localizzate a livello della faccia mediale delle cosce di soggetti presunti addotti di genere femminile, che presentano similitudini con i segni provocati da una sorta di divaricatore ginecologico.
La ricorrenza della comparsa di lesioni cutanee cicatriziali in differenti soggetti presunti addotti, i quali dichiarano fermamente di non ricordarsi con quali modalità ed in quali circostanze se le sono procurate e di non essere mai stati sottoposti ad alcun intervento chirurgico, costituisce quindi un significativo elemento probante non solo l'oggettività ma anche la traumaticità delle presunte abductions. Esperienze, queste, indubbiamente anomale e non convenzionali che assumono apparentemente i connotati contestuali ed operativi di un prelievo forzato ad opera di presenze non definite e che, in ragione di ciò, la grande maggioranza dei ricercatori del settore interpreta e considera come effettivi rapimenti.
L'elemento oggettivo probante "virtuale" è costituito invece dai cosiddetti microimpianti ossia C.E. (Corpi Estranei) di ridotte dimensioni, variabili da 0,5-0,7 a 7-10 mm e di natura metallica, ceramica o polimerica. La presenza viene sovente suggerita dallo stesso presunto addotto sotto regressione ipnotica e successivamente confermata da esami diagnostici radiologici quali i raggi X, la T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) e l'N.M.R. (Nuclear Magnetic Resonance: risonanza magnetica nucleare).
La presunta esistenza dei microimpianti intracorporei potrebbe avere una duplice funzione: localizzare in ogni istante del giorno e della notte ed ovunque il soggetto al fine di prelevarlo ripetutamente (i cosiddetti repeaters) ed interferire con le funzioni del S.N.C. (Sistema Nervoso Centrale) e del sistema neurovegetativo. Determinando così una serie di bioeffetti inclusi in un'ampia e complessa costellazione sintomatologica nota agli addetti ai lavori come "Sindrome di D.I.A.N.A." (Delirio Individuale da Aggressione Notturna Aliena), sintomatologia che caratterizza entrambe le modalità di abduction (Bedroom Invaders 2 e Teleportation 3).
L'apparentemente contraddittoria valenza virtuale dell'elemento oggettivo probante costituito dai microimpianti è dovuta al fatto che nessuno di noi ne ha mai realmente visto o posseduto uno e, nonostante vi siano alcuni studiosi che sostengono tenacemente di averli visti o addirittura di averne disposto per un limitato periodo di tempo, tutti i tentativi da noi effettuati fino ad ora per ottenere una conferma della loro effettiva esistenza direttamente dai suddetti ricercatori sono stati vani. Ergo, chiunque si pone di fronte ad un fenomeno inesplicabile, quale quello rappresentato dai microimpianti intracorporei, con la ferma intenzione di studiarlo scientificamente, dovrebbe dedurre che questi ultimi appartengono solo al fantasioso mondo dell'immaginario ufologico. L'esistenza virtuale dei microimpianti potrebbe assumere connotati di reale oggettività se si riuscisse a dimostrare, paradossalmente, che tali dispositivi di T.I.M. (Tecnologia Impiantistica Miniaturizzata), anche se non esistessero, potrebbero esistere. Significherebbe che la tecnologia ingegneristica, grazie alla quale essi vengono realizzati e sono funzionali, è attuabile, se non nel contesto strutturale e funzionale dei microimpianti stessi, in una cornice contestuale che non obblighi l'utilizzo di elementi strutturali intracorporei.
Nello studio che vado attualmente conducendo sulla presunta T.I.M. esplicherò in linea teorica, pur sforzandomi di mantenere un atteggiamento di sana e prudente obiettività scientifica, in quali termini a tutt'oggi potrebbe essere possibile realizzare una tecnologia che determini i medesimi effetti di quelli presumibilmente attribuiti alla T.I.M., senza tuttavia la necessità di utilizzare i microimpianti.

[align=right]Note:
1. Esogamia: uno o più rapporti sessuali completi consumati tra un soggetto umano ed uno o più A.L.F. intelligenti e di morfologia umanoide.
2. Bedroom Invaders: estemporanea comparsa di presunte A.L.F. intelligenti e di morfologia umanoide nella camera da letto di soggetti umani e successivo prelievo di questi ultimi.
3. Teleportation: prelievo di soggetti umani dall'abitacolo della propria vettura in movimento o a motore spento ad opera di presunte A.L.F. intelligenti; soggetti che, dopo un caratteristico "missing time" (tempo mancante o vuoto temporale) di durata variabile, si ritrovano di nuovo ed inesplicabilmente all'interno del proprio veicolo, nello stesso luogo dal quale sono stati prelevati o in località diverse distanti decine o addirittura centinaia di chilometri.
[/align]


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MessaggioInviato: 06/03/2011, 14:20 
I RAPIMENTI UFO ED IL LORO SIGNIFICATO PER IL NOSTRO MONDO



di Johannes Feibag
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 12 del Maggio 2000


Il fenomeno "abduction" in un breve saggio fornitoci a suo tempo dallo studioso tedesco recentemente scomparso.

Il fenomeno ufo si manifesta da secoli, se non da millenni, sotto le più variegate sfaccettature e, non ultimo, nei più disparati aspetti. Uno di questi (talvolta definito un sotto-fenomeno) è dato dai rapimenti. Nel mondo della ricerca si parla di ciò dall'inizio degli anni '60, ma è solo nel corso degli ultimi 5-10 anni che questa fenomenologia è assunta a quella popolarità che oggigiorno domina un dibattito ufologico "sui generis" e non solo.
Il concetto di "rapimento" nell'eccezione prettamente ufologica del termine, implica in breve quanto segue: il soggetto viene, contro la propria volontà, strappato letteralmente dal proprio abituale contesto, per opera di entità non umane (o comunque che egli in quanto tali recepisce n.d.t.), per essere trasportato in un altro "luogo". Qui viene sottoposto a test alquanto invasivi, di natura fisica e psicologica, terminati i quali viene nuovamente riposto nel proprio ambiente (una variante è data da quei casi nei quali il soggetto subisce queste "procedure" nel proprio ambito domestico).
I rapimenti sono esperienze che, di norma, iniziano nella prima infanzia, replicandosi episodicamente sino ad età avanzata. Inoltre pare che tendano ad estendersi per interi ceppi generazionali: significa che il loro eventuale "interessato" ha avuto, con elevate probabilità, a suo tempo un proprio genitore od un proprio nonno a condividere le medesime "esperienze"; e che queste ultime saranno un domani probabilmente vissute da uno dei suoi figli.
Sulla natura di questi eventi esistono diverse ipotesi interpretative. Vanno dall'ambito meramente psicologico o psicopatologico del protagonista, sino a quello del riconoscimento dell'oggettività dei medesimi, come realtà dietro le quali si celerebbe un'intelligenza estranea al genere umano.
Per nessuno dei modelli interpretativi esiste al momento una prova definitiva che lo suffraghi. Tuttavia, considerando la presenza temporale del fenomeno nei secoli, desumibile percorrendo a ritroso il corso della storia umana (e la sua estensione spaziale, riscontrabile presso tutte le culture del pianeta, prescindendo da ceppi sociali, religiosi, nazionali od etnici di sorta) non si può non convenire circa l'effettiva esistenza di un sostrato reale a monte di tutto ciò.
La domanda che a questo punto viene da porsi sarà pertanto: qual è l'effettiva natura di questo "sostrato" o, meglio, con quale tipo di realtà abbiamo a che fare?
Nel momento in cui decidiamo di confrontarci con questa problematica, è necessario rifarsi alla ricchissima casistica dalla quale essa è avvalorata. A quanto mi consta solo in Germania troviamo qualcosa come 300 casi di rapimenti. Constatiamo inequivocabilmente la presenza di due elementi. Il primo dato dalla sorprendente costanza con la quale si reiterano i momenti centrali di tali accadimenti, come emerge dall'analisi dei loro singoli resoconti. Il secondo dato dalla altrettanto sorprendente variabilità riscontrabile nei dettagli dei medesimi, presi a sé.
Possiamo quindi desumere che abbiamo fondamentalmente a che fare con un modello di esperienze nel quale coesistono al tempo stesso un "frame" grossolano di dati, che puntualmente si ravvisano in ogni "rapito", ed un "frame" particolare, caratterizzante il singolo caso.
Questo è quanto si riscontra non solo nel contesto degli eventi cosiddetti "classici" della casistica "abductions", come gli interventi, le "visite", la sindrome della "perdita del feto" (la cosiddetta "gravidanza isterica", n.d.t.), o le "intrusioni nella camera da letto", ma anche dalle "informazioni" che il "rapito", nel corso della propria esperienza, riceve dai sequestratori. Tali informazioni sono a loro volta suddivisibili in due categorie:

- Informazioni sull'origine e sulle motivazioni della visita degli "stranieri";
- Informazioni circa il futuro destino dell'umanità, date nella maggior parte dei casi da immagini di distruzioni belliche, devastazione ambientale, catastrofi. naturali.

Un trait d'union tra questi messaggi "profetici" di variegato tipo, è dato dall'informazione, notificata all'addotto, secondo la quale gli stranieri manterrebbero una presenza stabile sul nostro pianeta, volta a scongiurarne la catastrofe. Sotto questo aspetto, tali informazioni sono in tutto affini a tradizionali messaggi percepiti nel corso di fenomeni mariani o sedute di "channeling".
Di fatto, alla base di queste profezie si riscontra la stessa ingarbugliata struttura, spia di una scarsa logica interna, che evidenzia molti messaggi d"'oltretomba". Alla luce di questo si schiudono due possibili interpretazioni: o abbiamo a che fare in tutti questi casi con dati prettamente soggettivi, mere costruzioni del nostro inconscio, oppure la "fonte" di volta in volta implicata in informazioni, inganna di proposito il percepiente per scopi che al momento ci sono del tutto oscuri.
Di fatto non disponiamo di alcuna garanzia circa la veridicità di quanto le entità trasmettono all'addotto, e, per quanto mi riguarda, ritengo possibile trattarsi appunto di messaggi del tutto "fuorvianti", volti a nascondere il vero scopo della presenza e dell'intervento sull'uomo di tali esseri.
Il fenomeno "rapimenti" è alquanto complesso. Al suo interno coesistono contemporaneamente elementi escatologici ed esortazioni auspicanti un "rinnovo" del genere umano: in altri termini, il classico repertorio tematico delle religioni, riemerge in questa sede in veste "tecnologizzata".
Un altro significativo aspetto è quello dato dalle analogie riscontrabili nei racconti di molti addotti, che riferiscono di essere stati sottoposti a test psicologici alquanto particolari; oppure di essere stati trasportati nel contesto di strani ed incredibili paesaggi, o di curiose situazioni; o, infine, di avere sperimentato momenti di estremo pericolo per le loro vite, durante i quali essi sentivano che dovevano "controllarsi" in quanto si volevano testare le loro reazioni. Nel momento in cui superavano dette prove, secondo le aspettative dei loro "esaminatori", essi venivano "ricompensati", ed ai loro occhi si spalancavano d'incanto spettacoli di meravigliosi pianeti, o, addirittura, veniva loro concesso di "pilotare" un UFO, e di apprenderne i principi di guida; talvolta avevano persino modo di incontrare altri addotti, che precedentemente erano stati sottoposti ai medesimi test, o di constatare con i propri occhi le meraviglie dell'avanzatissima tecnologia degli "stranieri".
Il punto della questione non è la veridicità o meno di tali esperienze, in quanto esse probabilmente appartengono ad una sfera di realtà fittizia, per l'occasione artificialmente creata; vale a dire non .già riconducibile ad un diverso continuum spazio temporale, ma ad un qualcosa che viene in un dato momento di proposito indotto nelle menti di coloro i quali saranno successivamente "convinti" di avere effettivamente vissuto ciò di cui riferiscono nelle proprie storie (un analogo discorso potrebbe essere fatto per le vicende collegate al contattismo, n.d.t.).
Le sopra menzionate "sfaccettature" del fenomeno "rapimenti" sollevano non solo il problema della realtà del medesimo, ma anche quello della nostra nozione di "realtà" in genere, che siamo soliti riferire al "mondo reale" che ci circonda. Parecchi tratti di tali episodi, pare infatti indichino che gli "stranieri" - chiunque essi siano, da ovunque essi provengano, e quali che siano i loro scopi - sono in grado di "aggirare" la nostra "realtà", secondo il modo in cui la percepiamo, utilizzando per i loro scopi altre dimensioni del "reale", ed infine confondendo in noi aspetti fisici e psichici, sino al punto da rendere impossibile una loro distinzione.
Ed è proprio in ciò che risiede la difficoltà, per il percepiente, nel descrivere a terzi quanto egli ritiene di aver vissuto.
Il collegamento interiore di altre sfere spazio-temporali con gli accadimenti fisici del nostro universo e quello tra il nostro potenziale psichico (ad esempio le fantasie ed i sogni) ed un invisibile, inestricabile, conglomerato di incredibili esperienze, rende pertanto da un lato impossibile la comunicazione con quanti sono "estranei" a tali vissuti, impedendo di conseguenza, dall'altro, una approfondita analisi del fenomeno. Questo duplice aspetto è probabile rappresenti un intenzionale "effetto collaterale" dell'evento complessivo.
In generale, si ha l'impressione che questi fenomeni, complessivamente considerati, tendano ad affermare in noi una sorta di assuefazione: molti addotti sono giunti infatti ad una simile conclusione.
In tal senso sempre più persone potrebbero essere influenzate ad accettare l'idea dell'esistenza di un'intelligenza aliena operante vicino all'uomo, preparandosi così spiritualmente al momento del "contatto". E allo scopo quest'intelligenza si adeguerebbe al concetto che gli umani hanno di essa ed alle loro fantasie circa il possibile "contatto", amplificandosi con un effetto di "risonanza" ogni qualvolta essa si palesasse mascherata, cioè entrando nel ruolo che le si attribuisce, e penetrando in tal modo con sempre maggiore incisività nella coscienza e nell'inconscio collettivo della società.
Questo potrebbe essere illogico e graduale "modus operandi" nei nostri confronti di un'intelligenza aliena altamente sviluppata: nel caso essa volesse comunicare con noi, non potrebbe innalzarci dall'oggi al domani al proprio stadio evolutivo. Al contrario, dovrebbe lei abbassarsi al nostro livello. Ciò è esattamente quanto noi facciamo quando, per fare un esempio, cerchiamo di stabilire una comunicazione con i delfini o gli scimpanzé: non cerchiamo ovviamente di rendere edotti questi animali circa le nostre centrali nucleari o di erudirli sulla cultura dell'antica Grecia, ma ci trasponiamo su di un livello comunicativo primordiale, cercando, a mezzo di simboli elementari e colori di mettere in atto uno "scambio di pensieri".
Null'altro di diverso, se ci pensiamo, sembra accadere attualmente nel rapporto tra l'intelligenza aliena che ci accompagna e quegli uomini che, casualmente "prelevati" tra la massa degli umani, sono stati selezionati per un simile contatto.
È difficile stimare se e come si potrà pervenire ad un reale, "effettivo" contatto. Il nostro problema è - come già sottolineato - che di fatto non conosciamo assolutamente nulla circa le vere motivazioni di questi "visitatori", per quanto essi possano al riguardo raccontarci, o malgrado quello che può essere creduto dal gruppo dei loro "prescelti".
Tutto quello che al momento possiamo fare è raccogliere quanti più dati abbiamo, cercando di integrarli in un modello il più possibile logico e coerente. Ma dobbiamo anche essere consci che questi dati possano essere stati alterati, al fine di ingannarci per un qualche oscuro motivo.
Lo studio del fenomeno "rapimenti" è allo stato attuale molto simile al procedere a tentoni all'interno di una fitta ed impenetrabile coltre di nebbia, di cui non sappiamo se mai si dissolverà.
D'altro canto non esiste alternativa.
Proseguire la ricerca in questo campo è l'unica chance di cui al momento disponiamo e dalla quale mai dovremmo inutilmente desistere, a fronte della mancanza di rispetto e dell'ignoranza della gente comune, oltre che di una notevole parte dell'estabilishment scientifico.


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IL DILEMMA ABDUCTION: ESPERIENZE ALIENE O "DISTURBI DELIRANTI"?



di Maurizio Sorbello
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 14 del Luglio/Agosto 2000


Con il termine inglese "abductions", sono comunemente indicati i "rapimenti" o "sequestri da UFO". Indubbiamente, il tema più scottante della fenomenologia UFO.
Com'era logico attendersi, la comunità scientifica e l'ufologia, negli ultimi 30 anni, sono spesso venute ai "ferri corti" su tale tematica, con scambio di reciproche accuse.
Il presente lavoro non ha certo la pretesa di porre la parola "fine" su tale fenomeno, ma semplicemente di fare un po' di chiarezza attraverso una serena e obiettiva analisi dei dati clinici e psicologici in nostro possesso.
Lo scrivente è fiero di essere sia un elemento della scienza ufficiale sia un appassionato studioso di ufologia; non si è mai sentito in conflitto, né obbligato ad effettuare una tormentata scelta; ha sempre evitato le polemiche, preferendo impiegare il proprio tempo nello studio, piuttosto che correre dietro a tesi del tipo "le scomode verità che la scienza ufficiale cerca di nascondere" o "le ciarlatanerie dei cosiddetti ufologi".
Chi offende, per partito preso, una delle due fazioni, non merita alcuna considerazione.
Fatta questa doverosa premessa, iniziamo dal "versante ufologico" ponendoci un quesito:
"Possiamo scientificamente escludere la possibilità che il nostro universo sia popolato da forme di vita diverse dalla nostra?"
La risposta è: no.
Poniamoci adesso un ulteriore quesito:
"Possiamo scientificamente escludere la possibilità che alcune di tali forme di vita, supponendone l'esistenza, possano essere di grado evolutivo superiore alla specie umana?"
Ancora una volta, la risposta è: no.
Infine, l'ultimo quesito:
"Possiamo scientificamente escludere la possibilità che tali forme di vita, analogamente a come ci comporteremmo noi, abbiano la necessità di 'prelevare' campioni di materiale vivente e non dal nostro pianeta?"
Ovviamente, no.
Esaminate le tre risposte, possiamo giungere ad una prima conclusione:
"È assolutamente legittima la ricerca, condotta da esperti, comunemente definiti ufologi, che ha come scopo il tentativo di trasformare in certezza scientifica le possibilità sopra esposte, similmente a quanto avviene per qualunque altro fenomeno di natura non definita. Per quanto riguarda lo studio riferito al terzo quesito, esso viene definito, come già detto, con il nome di abduction."
Vediamo adesso, in particolare, le metodiche adeguate allo studio delle "adduzioni".
Fondamentalmente sono due:

1) Ambientali
2) Testimoniali

Tralascio di esaminare la prima, poiché esula dalla nostra trattazione.
Per quanto riguarda la seconda, di particolare interesse è il tentativo di risolvere il seguente quesito:
"Come possiamo testare la veridicità di quanti, sempre più numerosi, affermano di essere stati rapiti da alieni?"
Ciò che si chiede, in pratica, è una prova inconfutabile che escluda scientificamente i seguenti due aspetti:

a) Menzogna e/o il falso
b) Turbe e/o disagio psichico

Alcuni, sia tra gli studiosi di psichiatria e psicologia, sia tra gli ufologi, hanno creduto di individuare tale prova in una metodica clinica nota come "ipnosi regressiva". Purtroppo tale pratica esclude con certezza la menzogna ma "non il falso". Il sottoscritto pratica l'ipnosi regressiva a scopo terapeutico da oltre 15 anni e può facilmente dimostrare quanto affermato non solo in via teorica, sottolineando come i contenuti che emergono sotto ipnosi regressiva possono essere il frutto di desideri inconsci, riverberi del pensiero, frammenti della realtà distorti e adattati, ecc., ma anche con la pratica clinica. A tal proposito ecco un paio di esempi clinici che non entrano nell'area dell'"abduction", ma non per questo privi di illuminanti nessi associativi con tale fenomeno.

Caso n. 1 - Signor F.T., 38 anni, agente di commercio, coniugato con due figli.
Si presenta al colloquio ben curato nell'aspetto, eloquio strutturato e adeguato, inserito nel contesto spazio-temporale, ottima capacità lavorativa, rapporti familiari e interpersonali nella norma.
Alla richiesta del motivo che lo ha condotto presso il mio studio, risponde che desidera la mia certificazione, dopo la visita, "di stato psichico normale" da esibire a tutti coloro che lo considerano "pazzo", in quanto afferma di essere posseduto dal demonio. Tale possessione diabolica sarebbe avvenuta durante una sua trascorsa frequentazione presso una setta satanica che praticava messe nere. Pentito, si è rivolto a sacerdoti esorcisti, ma con esito nullo.
Gli chiedo se desidera sottoporsi ad ipnosi .regressiva, ed il sig.. F.T. accetta di buon grado. Sotto ipnosi, il signor F.T. incomincia ad .urlare oscenità, mutando la propria voce e dichiarando di chiamarsi "Arhata pias", un demone in grado di provocare tempeste, confusioni e disordini di qualunque genere. Gli chiedo di parlare del proprio aspetto, ed ecco uscir fuori una descrizione in perfetta sintonia con l'iconografia demonologica classica: corna e piedi caprini, altezza di circa 2,20 m., pelo folto, occhi rossi e seduttivi, ecc. Anche il luogo da dove proviene, rispetta le comuni descrizioni dell'inferno. Il caso del signor F.T. è in tutto e per tutto analogo a quello offerto da decine di migliaia di pazienti che sono in terapia presso colleghi nei vari distretti geografici del nostro pianeta.
Ultimata la seduta ipnotica, chiedo al signor F.T. cosa ricorda, da sveglio, quando il demone si impossessa del suo corpo e della sua anima; egli risponde che ha in quei casi "un vuoto di memoria", un "missing time" che ha un tempo variabile, da poche decine di minuti a ore o giorni; in uno di queste fasi di missing time, il demonio gli avrebbe inferto una zampata sulla schiena (mostra effettivamente una cicatrice di 4 cm. circa all'altezza della 5a vertebra toracica, indubbiamente di esito non chirurgico), ma non ricorda i particolari, che, invece, descrive con ricchezza di dettagli sotto ipnosi...

Caso n. 2 - Sig.na A.L., anni 32, casalinga, titolo di studio: maturità classica.
L'anamnesi ricalca quello del caso n. 1, con la differenza che la sig.na A.L. è fidanzata con un avvocato da circa 5 anni e vive con i genitori con i quali ha un buon rapporto.
Si è rivolta al sottoscritto "per rassicurare i genitori e il fidanzato sul suo stato di salute mentale", in quanto afferma che un suo zio, scomparso per un male incurabile tre anni fa, la viene spesso a trovare costringendola ad avere rapporti sessuali con lui. Anche lei accetta volentieri di essere sottoposta ad ipnosi regressiva. Durante l'ipnosi, la sig.na A.L. racconta, con dovizia di particolari, gli incontri con lo zio defunto: il morto si presenta con le stesse sembianze che aveva da vivo, i contorni sono però sfumati; quando le si avvicina, la sig.na A.L. avverte una strana forza che le "blocca la volontà, la paralizza e la costringe ad aprire le gambe". Segue la descrizione di un rapporto sessuale con modalità sia naturali che perverse. Lo zio, in un occasione, le ricordò come, da vivo, l'avesse molestata sessualmente quando A.L. aveva 8 anni.
Ultimata la seduta ipnotica, domando alla sig.na A.L. se suo zio, da bambina, l'avesse mai molestata, ma lei non ricorda nulla del genere e mi chiede il motivo della mia domanda. Anche lei parla di "tempo mancante" durante i rapporti con lo zio e mostra cicatrici da graffì in corrispondenza della spalla sinistra, delle quali non sa spiegare l'origine. Sotto ipnosi veniamo a conoscenza che tali graffì le sono stati procurati dallo zio durante un rapporto sessuale.

La diagnosi, in entrambi i casi, è stata la stessa: "Disturbo Delirante {Paranoide)".
Osserviamo adesso i sintomi che l'American Psychiatric Association fornisce per poter formulare tale diagnosi:

Disturbo Delirante (Paranoide)
A. Delirio(i) non bizzarro(i) (cioè concernente situazioni che si verificano nella vita reale, come: essere seguito, avvelenato, infettato, amato a distanza, ecc. della durata di almeno un mese.
B. Le allucinazioni uditive o visive, se presenti, non sono predominanti come nella Schizofrenia.
C. A parte il delirio (i deliri) o le sue ramificazioni, il comportamento non è francamente strano o bizzarro.
D. Se una Sindrome Depressiva Maggiore o Maniacale si è manifestata durante il disturbo, è stata breve rispetto alla durata del primo.
E. Non ha mai soddisfatto il "criterio A" per la schizofrenia, e non è possibile provare che un fattore organico abbia causato e mantenuto il disturbo.

Per completare la diagnosi di Disturbo Delirante, occorre infine specificare il tipo:

1) Erotomanico
2) Di Grandezza
3) Di Gelosia
4) Di Persecuzione
5) Somatico
6) Non specificato (non corrisponde ad alcuna delle categorie precedenti, in quanto può riguardare due o più di esse, senza prevalenza di una nell'altra).

Per quanto concerne i due casi riportati, il tipo è il n. 2, ovvero: "Disturbo Delirante nel quale il tema delirante predominante è la convinzione del soggetto di possedere esagerato valore, potere, conoscenze, o una particolare identità, o una speciale relazione con una divinità, con un essere disceso dal cielo, con una persona morta o famosa".
Abbiamo detto, poc'anzi, che per poter formulare la diagnosi di Disturbo Delirante, esso non deve aver mai soddisfatto il criterio "A" per la schizofrenia. Vediamo di cosa si tratta, leggendo tale criterio tratto sempre dai protocolli internazionali dell'AmericanPsychiatric Association:

Schizofrenia
A. Presenza di caratteristici sintomi psicotici nella fase attiva: o (1), (2) o (3), per almeno una settimana:

1) due dei seguenti sintomi:

a) deliri
b) allucinazioni rilevanti
c) incoerenza o marcato allentamento dei nessi associativi
d) comportamento catatonico
e) appiattimento o grossolana inadeguatezza dell'affettività

2) deliri bizzarri (cioè riguardanti fenomeni che sarebbero considerati totalmente non plausibili nella cultura del soggetto)
3) rilevanti allucinazioni con una voce che esprime contenuti privi di qualsiasi relazione apparente con depressione o euforia, o con una voce che continua a fare commenti sul comportamento e sui pensieri del soggetto, oppure con due o più voci che dialogano tra loro.

Vediamo adesso di formulare una sintesi non medica di quanto sopra esposto, al fine di consentire anche al lettore "non addetto ai lavori" una visione chiara del problema.
Esistono vari tipi e gradazioni di disturbo mentale. Un individuo può, ad esempio, non manifestare affatto i sintomi più comuni di "pazzia" - quelli, per intenderci, riconosciuti da tutti, esperti e non, come la marcata menomazione nelle funzioni connesse col ruolo di lavoratore o casalinga, o la marcata trascuratezza nell'igiene personale e nell'aspetto, o il comportamento decisamente stravagante, o disturbi deliranti in atto, ecc., - ed essere ugualmente affetto da un qualche tipo di disturbo mentale. La "normalità" è un concetto astratto.
Quanto detto è però una realtà clinico-scientifica, ampiamente provata e documentata, universalmente riconosciuta e, pertanto, "non può essere posta in discussione da semplici opinioni", pur rispettabilissime. E che tali restano.
Ma a questo punto ritorniamo al fenomeno "abduction", ed esaminiamo un caso famoso nel nostro Paese, grazie anche al libro "Gli Ufo nella mente", del dottor Corrado Malanga, la storia di Valerio Lonzi.
Per l'Autore non ci sono dubbi: è un "caso perfetto". Ma ha ragione? Ne dubitiamo.
Il dottor Malanga, come leggiamo nel libro in questione a pag. 229, aveva previsto "le ferree critiche di psicologi, di ifologi, di pseudoscientisti che mai hanno fatto un'indagine ufologica e che mai hanno fatto un'ipnosi regressiva e soprattutto che mai la faranno ma che ritengono già, a priori, che il metodo non è valido", ma gli è sfuggita la possibilità di riceverne proprio da chi, come il sottoscritto, è invece un medico psicoterapeuta, appartenente sì alla scienza ufficiale, ma che ha anche condotto e conduce diverse indagini ufologiche nella sua qualità di esperto in "abduction" e attivista del CUN Sicilia. Chi scrive ha invece eseguito (e continuerà ad eseguire) parecchie ipnosi regressive, pur consapevole a posteriori, della non validità, in termini di certezza, del metodo in questione.
Ecco perché le nostre critiche, serenamente - rivolte a chi - valido docente di chimica ma necessariamente privo di un back-ground specifico a carattere medico e psicoterapeutico a livello non amatoriale - dichiara certezze che tali non possono essere, sono e restano costruttive nella loro obiettività. Ma restare in silenzio di fronte a certe affermazioni non è neanche possibile.
Leggiamo a pag. 228: "...l'idea che le decine di addotti da noi contattati in questo periodo in Italia e all'estero siano frutto di una sindrome, cioè di un insieme di sintomi che diano origine a una patologia medica a noi ancora sconosciuta, sembra doversi escludere con fermezza...".
Purtroppo, con fermezza, va semmai esclusa l'idea del dottor Malanga, in quanto, come abbiamo visto, almeno certuni addotti potrebbero (attenzione: ripetiamo, "potrebbero") essere invece affetti da una patologia medica ben nota (altro che "sconosciuta"!) che nei testi clinici va sotto il nome di Disturbo Delirante (paranoide). Eventualità che, salva la perfetta buona fede dei soggetti, non costituisce certo una menomazione, come non lo è ad esempio un "tic" nervoso.
Del resto, leggendo le osservazioni conclusive degli accertamenti psichiatrico-forensi condotti dal dottor Marco Lagazzi sul sig. Lonzi (pp. 252 - 256), notiamo "...la necessità di esternare la sincera perplessità che lo ha colto di fronte alla del tutto peculiare richiesta del sig. Lonzi, motivata all'ottenimento di un certificato 'preventivo' (v. analogia con il caso n. 1, sig. F.T., n.d.a.) da opporre, in senso ironico, a eventuali critiche attinenti al suo benessere psichico... La stessa peculiarità di tale richiesta, unitamente alla impossibilità di effettuare più protratti ed approfonditi esami clinici, ha indotto lo scrivente ad una particolare attenzione nella esecuzione dei colloqui psicodiagnostici del caso, e motiva comunque la limitazione della attendibilità delle presenti note unicamente in rapporto alla singola tematica della sussistenza di condizioni psicopatologiche tali da influire negativamente sulla specifica capacità lavorativa del soggetto, quale ricercatore e studioso professionale della Ufologia".
Benissimo. Ma tradotto il tutto in parole povere, il dott. Lagazzi, da serio professionista, limita l'attendibilità del proprio giudizio medico alla sola capacità lavorativa ovvero operativa del soggetto in esame e null'altro.
E questo dato, da solo e come abbiamo già detto, non può fare escludere la possibilità di un qualche tipo di disturbo mentale; pertanto, nel caso del sig. Lonzi ed in altri analoghi, non possiamo parlare di certezza, ma semmai di dubbio, né può esserci d'aiuto il referto di visita specialistica redatto dal dotto Moreno Vittorio (pag. 251), dermatologo, in quanto il tipo di lesioni in regione dorsale e sull'arto 'inferiore sinistro, così come sono descritte nel referto, potrebbe anche essere, evidentemente, di natura non "extraterrestre".
Necessariamente archiviato in tal senso il caso Lonzi, passiamo infine ad altri aspetti.
Ho infatti letto con interesse l'articolo del dottor Giuseppe Colaminè dal titolo: "Abductions e Milabs: depistaggio diabolico", concordando sulle precisazioni di carattere tecnico in i merito all'ipnosi regressiva fatte dall'autore. È però difficile convenire con lui quando afferma che "non vi sono attualmente elementi che permettono di accomunare gli addotti agli altri individui affetti da disturbi del comportamento in quanto le manifestazioni dei due gruppi sono assolutamente differenti ed in quanto soprattutto gli addotti presentano una granitica costanza nelle loro convinzioni, laddove invece i comuni nevrotici, ed ancor più gli psicotici, sono caratterizzati da un'estrema labilità di pensiero che può essere modificata in modo spesso incontrollabile da svariati fattori".
Diciamo subito che la labilità di pensiero è sì presente nei nevrotici ed in alcuni disturbi psicotici, ma non in tutti: nel Disturbo Delirante, ovvero nella patologia che abbiamo descritto come sospetta nei casi di abduction, è frequente sia la costanza nelle convinzioni sostenute che la disponibilità al colloquio ed alle critiche...
Corretta è invece, nella sostanza, la diagnosi differenziale che il dotto Colaminè compie fra i fenomeni di abduction e alcune patologie psichiatriche. Più discutibile, semmai, l'affermazione che "...allo stato attuale dobbiamo ritenere che gli addotti siano individui con un terreno emotivo ipersensibile, ai quali sia stata indotta da fonte ignota una potente suggestione che ha avviato una catena di eventi psichici": su quali basi scientifiche si può infatti affermare ciò?
Abbiamo prove davvero inconfutabili della presenza di una "fonte ignota in grado di provocare una potente suggestione"?
Incominciamo in effetti ad avere elementi che un deficit nella conduzione neurotrasmettitoriale possa indurre analoghe sintomatologie...
Lo stesso autore, nell'articolo (apparso apparso sempre su UFO Notiziario nel N. 10 del marzo 2000, di prossima pubblicazione quando parleremo esclusivamente di impianti. n.d.Edicolaweb), dal titolo "Dagli impianti alieni al controllo delle menti", afferma che "i ricercatori del Centro Ufologico Nazionale stanno studiando attualmente il caso di un soggetto, chiamato convenzionalmente 'M'... portatore di un impianto situato nella mano. Tale oggetto ha dimostrato di emettere onde elettromagnetiche a frequenze sovrapposte. Le modifiche comportamentali rilevate in questo individuo hanno mostrato dì essere compatibili con una specifica azione di stimolo indiretto sui centri cerebrali, messa in atto usando i criteri clinici dell'agopuntura cinese."
È evidente che il problema degli "impianti" conferisce al tema dei "rapiti" una concretezza maggiore e ben diversa. Resto dunque fiducioso che il CUN operi in modo adeguato e auspico risultati affidabili al fine di trame benefici nella ricerca dei fenomeni di abductions.


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ABDUCTION IL LABIRINTO



di Giuseppe Colaminè
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 16 del Novembre 2000


L'ufologia mondiale si confronta oramai dal 1962 con un problema che ha tutte le caratteristiche dell'enigma: la cosiddetta "Abduction".

Un enigma irrisolto
Individui di svariate condizioni socio-culturali presentano lacune mnemoniche definite in gergo tecnico "missing times" ed al tempo stesso accusano disturbi della sfera emotiva, caratterizzati da sogni ricorrenti, ideazioni ossessive, crisi di panico e stati di fobia, tutti con un contenuto comune: L'incontro con creature dall'aspetto umanoide ma decisamente non terrestre, accompagnato da una serie di manipolazioni fisiche subite senza consenso.
Alcuni di questi soggetti chiamati in gergo "Addotti" presentano minuscoli oggetti impiantati all'interno dell'organismo, senza che vi sia nel loro vissuto un evento che ne giustifichi la penetrazione.
Intorno a questi temi la ricerca degli ufologi sta girando praticamente in tondo, senza riuscire ad arrivare ad una conclusione.
Chi sono veramente gli addotti? Chi è che li manipola? Quale è il fine di quest'operazione che negli ultimi anni ha assunto i contorni di un giallo fantascientifico-spionistico?
Sembra un argomento obsoleto; oramai ne parlano quasi tutti e molti si dicono prossimi ad una soluzione, ad una sorta di rivelazione. Ciononostante il mistero, piuttosto che svelarsi si infittisce. Le metodiche d'indagine ci introducono in un sistema labirintico, una specie di gioco di scatole cinesi, in cui le tesi si fanno e disfano in un susseguirsi quasi beffardo.
Ogni proposizione trova puntualmente la sua antitesi ma a mancare è la sintesi, così il problema rimane sospeso, teso come qualcosa di immobile, tirato da mille forze distribuite a raggiera.
Intanto i rapimenti, se così vogliamo chiamarli, aumentano; sempre nuovi individui entrano controvoglia nella spirale dell'inquietudine, dell'angoscia, del dubbio di essere state in qualche modo sottoposte a manipolazioni da parte di creature ignote che hanno una valenza ambigua, oscillante fra l'alieno, l'angelico ed il demoniaco.

La scienza medica: chiave di lettura o limite?
Per molti anni non vi sono stati dubbi: chi ha un trauma dimenticato, tecnicamente "rimosso nell'inconscio", può riportarlo alla luce con un metodo semplice e antico: l'ipnosi. Con questa tecnica gli psichiatri statunitensi che per primi si sono confrontati con la tematica dei rapiti, sono riusciti ad evidenziare buona parte degli eventi occorsi nei "missing times".
Esseri umanoidi definiti in gergo "grigi" prelevavano i malcapitati, li portavano all'interno di ambienti che facevano pensare a sale operatorie dai connotati avveniristici e li sottoponevano ad una serie di esami accostabili a moderne metodiche d'indagine medica (T.A.C., endoscopie, prelievi bioptici, innesto di impianti).
Il fatto sembrava chiaro, c'era solo da identificare i responsabili, cosa non da poco, visto che alcuni addotti ricordavano di aver visto i "grigi" in compagnia di esseri umani.
Com'era possibile tutto ciò? Chi erano gli uomini che presenziavano alle abductions ed acconsentivano alla manipolazione forzata di loro simili?
Le tesi spionistiche fioccarono e tuttora ricevono larghi consensi. Uomini appartenenti a lobby supersegrete, a governi ombra a sette occulte, a servizi di sicurezza deviati, stavano svendendo la libertà e l'integrità del genere umano in cambio forse di informazioni esclusive su tecnologie avanzate che avrebbero consentito ai loro referenti di creare una superpotenza in incognito, una sorta di "SPECTRE", simile a quella dei film di James Bond, che un giorno avrebbe conquistato il pianeta in poche mosse, dando scacco matto alla scienza ufficiale ed a tutti i suoi prodotti.
Ce n'era abbastanza da far scoppiare una crisi politica su scala planetaria e forse per questo in molte Nazioni gli ufologi vennero e vengono tuttora visti come dei potenziali sobillatori, mestatori, elementi socialmente pericolosi e per questo messi al bando nel più efficace dei modi: il discredito e la ridicolizzazione.
Era tutto troppo semplice, immediato, quasi ovvio, sembrava mancasse un tassello chiave del mosaico.
Ci siamo chiesti perché i presunti alieni rapitori si limitassero a seppellire nell'inconscio i ricordi dei rapiti, senza invece cancellarli del tutto. La neurofisiologia ci insegna che è molto difficile, forse impossibile, cancellare un ricordo, una traccia mnestica, senza che una "fotocopia" di essa non vada depositata "d'ufficio" in quell'archivio del cervello che si chiama inconscio.
A questo punto però gli alieni avrebbero saputo bene di essere esposti nelle loro intenzionalità. Perché allora non soffocare il ricordo, coprendolo con un altro artefatto, con un cosiddetto ricordo di copertura?
L'addotto viene preso, portato in un luogo X e sottoposto ad un procedimento Y da creature Z, ma alla fine gli viene impresso il ricordo di essere stato portato in un luogo K, sottoposto ad un procedimento W, da creature J. L'ipnosi non arriva che a svelare il ricordo di copertura, sotto il quale ve n'è un altro pressoché irraggiungibile, ma anche questa stratificazione netta potrebbe essere limitata. Forse gli alieni confezionano un ricordo misto, in cui le carte del gioco sono mescolate, in cui elementi X, Y e Z, coesistono con altri K, W e J ed allora la verità diventa una "black box", un contenitore praticamente impenetrabile.

Una metodica completa
Se ne parlò nel 1998, durante una serie di incontri fra ufologi e psicoterapeuti. Se l'ipnosi rischiava di fornire dei falsi troppo immediati, perché non effettuare una preparazione opportuna sugli addotti, un'indagine psicologica preliminare che permettesse innanzitutto di stabilire quanto i soggetti in esame fossero dei "disturbati" e quanto reali vittime di interferenze esterne?
Era ed è un'ottima idea che presenta oltretutto altri notevoli vantaggi teorici.
Il sospetto addotto verrebbe preparato ad affrontare il trauma della presa di coscienza post ipnotica, ed anche liberato da contenuti inconsci personali che interferirebbero nel racconto reso sotto ipnoinduzione. In altre parole ci si spiana la strada, mettendo il più possibile da parte tutto ciò che non è ascrivibile all'abduction e si punta dritto all'obiettivo.
Certamente con questo metodo si rischiano meno scivoloni rispetto ad un'ipnosi selvaggia, senza un po' di preliminari, garbata e discreta più o meno come un amplesso frettoloso dopo 10 o 15 minuti di corteggiamento.
Tempi preliminari prima dell'ipnosi? Incalcolabili!
In psichiatria non esistono tabelle di marcia, ma siccome è necessario fornire almeno un'indicazione di massima, si parla di almeno un anno di indagine psichica prima di indurre la regressione.
Questo protocollo ci ha fruttato critiche di ogni genere. Il mondo scientifico ufficiale ci ha accusati di voler plagiare i sospetti addotti ed indurli a credere di essere stati rapiti dagli ET. Di contro altri ambienti di ricerca ufologica, fautori di metodiche più sbrigative ci hanno accostati a quegli uomini che avrebbero presenziato ai rapimenti. Saremmo noi, con il nostro metodo, a portare il soggetto in un dedalo di ricordi, nella cui confusione l'evento "Abduction" si perde o meglio "si cuoce", come è piaciuto ironizzare da parte di uno studioso della materia.

I limiti dell'analisi interminabile
In un lavoro di Sigmund Freud, intitolato appunto "Analisi interminabile", si pone in risalto come l'esplorazione dei contenuti inconsci possa essere un processo senza fine. Ciò non è tanto legato alla quantità del materiale da ricercare, piuttosto ad un concetto basilare per chiunque voglia accostarsi alla psicologia del profondo: Il "dinamismo dell'inconscio".
Non abbiamo a che fare con un archivio di dati incasellati o anche messi lì alla rinfusa ma comunque fermi ai loro posti. Ci troviamo invece in un enorme calderone ribollente i cui contenuti si mescolano e rimescolano di continuo, scomparendo e ricomparendo sotto forme diverse, spesso irriconoscibili.
La psicanalisi imprime un'ulteriore spinta a questo movimento già di per se fisiologico e quando si avvia un procedimento psicoterapico, l'inconscio produce forme continuamente nuove. I disturbi dell'analizzato scompaiono, si trasformano, assumono connotazioni sempre diverse e l'opera dell'analista può essere solo quella di pilotare una simile trasformazione in modo che le energie mentali spese in maniera dannosa per l'individuo, possano essere investite in comportamenti utili al soggetto ed al contesto sociale in cui egli vive.
Secondo una felice definizione di Henri Ey: "la nevrosi è un disturbo della sfera emotiva che inibisce le condotte sociali".
Compito prioritario del terapeuta e riportare l'individuo in equilibrio con se stesso e con il sociale e se questo richiede un intero arco di vita, la psicanalisi deve durare una vita.
Tutto ciò vale per lo stato di patologia psicoemotiva da cause interne, ma come diviene applicabile quando il metodo d'indagine psicologico viene utilizzato per scoprire un evento del tutto estraneo al terreno psichico del soggetto?
Le metodiche psicoanalitiche delle varie scuole di pensiero presero le mosse dalla scoperta del dinamismo inconscio ma vennero poi create apposta per la cura di determinati disturbi. Certamente ne Freud, Jung, Adler e i tanti altri padri della metodica psicoterapica pensarono minimamente alle abductions. Come avrebbero potuto farlo in quei tempi?
Su questa peculiarità del metodo psicoterapico si basa lo scetticismo del mondo Accademico.
Per la scienza ortodossa l'abduction non esiste come evento causato da fattori esterni ma è solo la rielaborazione sceneggiata di contenuti personali sepolti nell'inconscio. Né l'indagine psicoanalitica, né tantomeno l'ipnosi possono, secondo la psichiatria ufficiale, dimostrare il contrario, in quanto esse sono state studiate e messe a punto per scandagliare i contenuti rimossi, ma non possono stabilire l'esatta dinamica degli eventi.
Cosa ci rimane allora di concreto, a parte gli impianti, ai quali ho dedicato ampio spazio in precedenti articoli?
Molti sospetti addotti non presentano impianti nell'organismo e questo non è un buon motivo per escluderli dall'indagine.
Allo stato attuale degli studi, l'impianto può essere considerato un metodo ulteriore di monitoraggio a distanza delle funzioni organiche e forse anche di condizionamento psichico, ma l'imprinting che segue l'abduction non ha bisogno di un impianto per fissarsi.
La presunta manipolazione su esseri umani avviene probabilmente a vari livelli e intensità. L'abduction rappresenta il punto di partenza, la base dell'interferenza. È fondamentale cercare di comprenderla per sperare di capire anche il resto.
La nostra casistica è più vasta di quanto si possa credere. Molti eventi sono coperti dal segreto professionale e per questo non possono essere sbattuti in prima pagina per ottenere l'effetto scoop. Possiamo affermare però che il sospetto di rapimento da parte di entità intelligenti di origine ignota e oramai quasi una certezza.
Abbiamo indizi fortissimi, ma non prove e senza prove non si afferma.

Una scelta condizionata
C'è un modo di dire che circola negli ambienti psichiatrici a proposito della cura dell'isterismo: "il paziente isterico è il peggior candidato alla psicoterapia ma quest'ultima è l'unico trattamento in grado di curarlo". Questo motto potrebbe essere perfettamente calzante per i sospetti addotti.
Quando si scende nei "sotterranei dell'anima", si mettono in moto meccanismi a cascata che vanno seguiti, incanalati, interpretati nei limiti del possibile ma che comunque non possono essere padroneggiati.
Nell'addotto le tematiche derivate dal vissuto personale si confondono con quelle provenienti da un evento esterno del quale non conosciamo le caratteristiche, le finalità e gli artefici. Pensare di qualificare e quantificare un fenomeno di cui non si conoscono le valenze usando una metodica che pesca liberamente in un oceano in tempesta, è l'unica strada che abbiamo a disposizione, ma credere di poter monitorare le dinamiche inconsce come fossero un comune parametro fisiologico può diventare una pericolosa illusione. I rischi potenziali sono tutti a scapito del soggetto trattato ma importanti sono anche i pericoli legati ad una facile e retriva rilettura della psicologia umana. Le tendenze dottrinarie e forse troppo rigide della psicanalisi potrebbero confondersi con altre ai limiti dell'assurdo, dove il disturbo è visto come un invasamento da parte di entità parassite, aliene, spiritiche o demoniache quali possano essere.
La nostra ricerca è appena agli inizi e non può fornire che dati ipotetici, suscettibili di ogni tipo di variazioni.
Credo sia dovuto al pubblico, al di là del gusto di creare colpi di scena ad effetto, concludere questo articolo con un interrogativo aperto a tutti i lettori, un interrogativo che lascia spazio per le opinioni di chiunque ritenga di avere un'ipotesi di risposta a questo enigma del nuovo millennio.


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LA MIMESI SESSUALE NELLE ABDUCTION



di Giuseppe Colaminè
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 22 del Luglio/Agosto 2001


Secondo gli storici saremmo approssimativamente nel terzo millennio a.C., quando nell'odierna Palestina viveva una razza di individui dalle proporzioni gigantesche, definiti dalla Bibbia "Giganti figli degli Dei" o anche Nefilm (caduti dal cielo).
Le datazioni non sono certe, poiché, stando agli studi di Zecharia Sitchin, i Nefilm avrebbero occupato la Mesopotamia già molti millenni prima. Comunque stiano le cose, questi esseri dalle proporzioni gigantesche furono sessualmente attratti dalle donne del luogo, molto più piccole di statura (l'altezza media dell'epoca si aggira sui 150 cm), tanto da accoppiarvisi in massa, creando prevedibilmente una genia ibrida.

"I figli degli Dei, vedendo la bellezza delle figlie degli uomini, presero per loro mogli quelle che più di tutte lor piacquero." (Genesi 6,2)

"In quel tempo sulla Terra erano i Giganti, imperoché, dopo che i figli degli Dei si accostarono alle figlie degli uomini, elle fecero figliuoli. Ne vennero quegli possenti in antico e famosi uomini." (Genesi 6,4)

Il futuro di questa super-razza non fu brillante, poiché il grande diluvio la cancellò totalmente, lasciando campo libero ai discendenti di Noè. Volendo trovare un fattore comune con i nostri giorni, potremmo dire che la "questione palestinese" è una spina multimillenaria nel fianco della pace planetaria.
Dei Nefilim si sono dette tante cose: che fossero alieni, discendenti di Atlantide, parenti stretti dei Titani e dei Ciclopi; una cosa è certa: non erano uomini come gli altri. Il motivo per cui questi esseri avviano una sorta di violenza carnale di massa non è chiaro, ma si tratta solo di uno dei tantissimi episodi di presunta molestia sessuale da parte di sedicenti divinità ai danni degli esseri umani, avvenuta nel passato.
Mentre in Medio Oriente si fa orgia fra i giganti e le donne dei pastori, in Grecia è un continuo via vai fra l'Olimpo e il mondo dei mortali. Sembra che gli dei, i loro cugini semidei e tutti i loro giannizzeri non riescano a fare a meno di accoppiarsi con esseri umani, quasi fossero tutti spinti da una sorta di collettiva depravazione; roba che ai nostri giorni scatenerebbe un caso giudiziario da riempire le decine di telegiornali che ci vengono propinati.
Questi accoppiamenti, tutti fugaci, privi di preliminari, tutti avvenuti con la quasi inconsapevolezza di chi li subisce, danno come frutto uomini che segnano la storia della mitologia classica. Achille, l'eroe Acheo della guerra di Troia, è figlio di una ninfa di nome Teti e di un uomo comune, Ercole, semidio in carriera, è anch'egli figlio di un accoppiamento misto umano-divino.
Enea, l'eroe troiano, è nato dal capriccio di Venere, la quale si è accoppiata con Anchise (beato lui!).
Romolo, fondatore di Roma, mitico capostipite della civiltà Occidentale, nasce dal connubio fra il dio Marte e la sacerdotessa Rea Silvia.
Questo costume eticamente opinabile ma, a conti fatti non tanto fastidioso per i mortali, è diffuso su tutto il pianeta. Miti e religioni di ogni continente ci parlano di eventi simili ed i figli di questi connubi, manco a farlo apposta, sono sempre degli uomini illustri.
Andando a ritroso nei millenni, abbiamo il dio Poseidone che si innamora di Clito e con lei avvia la razza di Atlantide.
Facciamo un lungo salto fino ai nostri giorni. Dei in calore non ce ne sono più; oggi .la ricerca avanzata affronta il tema delle cosiddette "abductions" di marca non terrestre. Si indaga con metodi medici che includono l'ipnosi regressiva, le indagini radiografiche, l'elettroencefalogramma, i test psichiatrici più svariati. Oggetto dell'indagine sono uomini e donne nel cui vissuto esistono buchi mnemonici e che sotto ipnosi hanno riferito di essere stati prelevati e manipolati da creature decisamente non umane, all'interno di ambienti le cui descrizioni non hanno un riscontro preciso in quelli di matrice umana.
Gli "addotti" (questo è il termine tecnico che li definisce) presentano spesso inclusi metallici intraorganici definiti "impianti" di cui non ricordano le procedure di innesto.
Molti di questi individui raccontano in stato ipnotico di essere stati anche avvicinati nel corso dell'"abduction" da creature di strano aspetto, fondamentalmente ambiguo ma accattivante. Con tali esseri essi avrebbero avuto dei contatti fisici non ben definibili ma comunque di significato sessuale.
La prima volta che lessi un simile racconto, pensai senza esitare che il soggetto in questione fosse affetto da serie turbe psicoemotive e che in ipnosi mettesse in scena le fantasie del suo inconscio. Da allora fino ad oggi sono passati anni ed ho avuto modo di esaminare altri racconti simili, almeno una ventina.
Non si tratta di rapporti sessuali veri e propri, piuttosto di esperienze ai limiti dell'onirico.
Un addotto descriveva una creatura brutta, con un'attaccatura di capelli altissima che lasciava spazio ad una fronte olimpica, pelle chiara, forme magrissime, ma atteggiamento accattivante.
Quest'essere gli si appoggiava addosso senza mettere in atto manovre particolari ed allora egli provava una sensazione di tipo orgasmico. Altri eventi simili sono stati descritti da altre persone che ovviamente vogliono mantenere l'anonimato: hanno tutti caratteristiche comuni ed i soggetti interessati non hanno avuto modo di comunicarsi vicendevolmente le stesse esperienze.
Una delle teorie sul fenomeno abduction sostiene che esseri intelligenti non terrestri effettuino manipolazioni genetiche a lungo termine su campioni umani, quindi abbiamo necessità di trattare le cellule staminali per far sì che la mutazione si trasmetta ai discendenti. Ciò implicherebbe comunque la necessità di un intervento radiante, endoscopico o di altro tipo sulle ghiandole sessuali. Già in articoli precedenti ho trattato l'ipotesi secondo cui gli "adducenti" confezionino negli "addotti" ricordi di copertura, che emergono in ipnosi e che trasfigurano l'evento Abduction.
L'aspetto sessuale apparterrebbe proprio a questa mimetizzazione; manipolazioni effettuate sulle cellule staminali, magari prelevando le stesse e poi reinoculandole nell'organismo dell'individuo, verrebbero coperte con il ricordo di un accoppiamento che alla fine lascia interdetti medici e psicologi i quali si trovano di fronte a racconti perlomeno bizzarri.
La domanda è sempre la stessa: "perché"?
La risposta è complessa. Comunque non va per adesso al di là dell'ipotesi.
Incominciamo col dire che gli alieni sono dei grandi anestesisti; riescono non solo a far sognare le loro cavie umane, ma persino a far loro provare sensazioni orgasmiche. Se ciò si potesse realizzare nei nostri ospedali, avremmo la coda davanti alle sale operatorie.
Al di là dell'aspetto antishock dell'intero ricordo mimetico, esistono però delle simbologie che lasciano perplessi. Un vivente così progredito potrebbe agire senza lasciare tracce mnemoniche. La stessa tecnologia umana conosce metodi di indurre amnesie più salde di quella assai traballante che segue l'"abduction". Escludendo l'idea che gli "adducenti" siano maldestri e mal organizzati, rimane da pensare che essi vogliano in un certo modo farsi riconoscere.
Nei miti dei millenni pre-cristiani gli accoppiamenti fra umani e divini erano vissuti e raccontati come eventi inseriti in una sceneggiatura estremamente suggestiva. Sembrava si volesse ottenere un'assoluta sottomissione dagli uomini del tempo e comunque l'idea di essere scelti da una divinità per un tale scopo era un onore a cui quasi tutti ambivano.
Probabilmente i Nefilim prelevarono molte donne, le sottoposero a trattamenti fecondativi, vi immisero un falso ricordo di rapporto sessuale e le restituirono al loro tessuto sociale.
L'obiettivo di questi esseri era forse pilotare la nascita di una nuova linea genetica che comunque non si sviluppò per l'arrivo del diluvio.
Se l'ibridazione di massa fallì, andò meglio quella di élite.
I sedicenti Dei dell'Olimpo riuscirono a far nascere qua e là individui dotati di potenzialità psicofisiche superiori alla media, i quali agirono in mezzo ai comuni mortali senza modificarne significativamente il cammino evolutivo ma comunque immisero nella discendenza dell'uomo nuovi tratti genetici.
Gli antichi erano ingenui e fondamentalmente inconsapevoli; non stupisce che vi siano cascati. Oggi il livello di consapevolezza è aumentato ma noi non abbiamo meriti nell'aver ipotizzato che dietro la sessualità extraterrestre vi sia un trucco, poiché stavolta possiamo dire che gli alieni ci hanno quasi detto chiaramente che quello delle "abduction" è un ricordo di copertura.
I nostri avversari ridono a crepapelle quando si parla di accoppiamenti fra umani e creature che sembrano confezionate prendendo in prestito i peggiori incubi di un bambino. Loro ci credono ingenui, pronti a credere che gli omini verdi abbiano laidi appetiti per le nostre donne... "ed invece gli ingenui potrebbero essere loro".
Se ai tempi dei Nefilm e delle svariate divinità pagane c'era la ferma intenzione di far credere alla gente di trovarsi sottoposta alle voglie di divinità antropomorfe, oggi sembra proprio che le fiction delle "abduction" siano state fatte per non essere credute.
Forse abbiamo davvero a che fare con una specie intelligente non terrestre che sta attuando un lungo programma di interazione nelle nostre tappe evolutive. Gli eventi di oggi però sembrano contenere un messaggio, un richiamo ad interpretare l'enigma, a smettere di credere alle fate, a smettere ancor più di credere solo a ciò che si vede, che appare, che appartiene al microcosmo del buon senso comune. Si tratta comunque di un enigma, poiché è chiaro che i nostri esploratori vogliono capire quanto siamo pronti alla possibilità di un contatto.
A giudicare dalle risposte della scienza ufficiale, i tempi sono tutt'altro che maturi, ma non c'è da essere poi così pessimisti.
Oggi la medicina ha quasi eradicato molte malattie infettive provocate da batteri e sta avviandosi a sconfiggere malattie più gravi provocate dai virus.
Pensate un po' che poco più di un secolo fa, uomini come Pasteur e Koch vennero considerati dei pazzi visionari, più o meno come gli ufologi odierni, per aver parlato di microrganismi invisibili, di sterilità, di asepsi. In quell'epoca la scienza ufficiale non aveva modo di diffondere programmi divulgativi perché i "mass media" non esistevano, ma ciò non cambia molto le cose.
La verità prima o poi viene a galla a dispetto di chi si ostina a raccontare frottole.
C'è solo da aspettare.


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PTERIGIO: IL MARCHIO DEI RAPITI?



di Giorgio Pattera
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 27 del Dicembre 2001


Nell'occhio umano, lo pterigio (dal greco pterugion = piccola ala d'insetto) è un processo degenerativo e iperplastico della congiuntiva, caratterizzato da una duplicatura della congiuntiva bulbare che si estende sulla cornea.
Il suo nome deriva dall'aspetto "ad ala d'insetto" con il quale si presenta. Colpisce generalmente soggetti adulti ed è più frequente nelle zone calde ed assolate, riscontrandosi in maggior parte fra i 37° di latitudine, a nord e a sud dell'equatore. Nella sua patogenesi sembra assumere importanza, oltre all'ereditarietà, il tipo di attività condotta dai soggetti che ne sono portatori. Pare infatti avere una maggiore incidenza negli individui sottoposti per lunghi periodi di tempo all'azione diretta degli agenti atmosferici, in particolar modo a quella dei raggi U. V. (ultravioletti) della radiazione solare ed all'ossigeno dell'aria. Per questo motivo viene anche indicata come la "malattia dei marinai e degli alpinisti".
All'insorgere della sintomatologia, lo pterigio (posizionato nella fessura interpalpebrale, per lo più dal lato nasale) appare macroscopicamente come un "velo" congiuntivale a forma di triangolo che si estende orizzontalmente sulla cornea. A volte può essere asintomatico, poco esteso e non avere carattere progressivo; ma spesso, anche se lentamente, tende a progredire in senso centripeto fino ad invadere il campo della pupilla, causando (oltre al danno estetico) astigmatismo, diplopia ed annebbiamento del campo visivo. La terapia, quasi esclusivamente chirurgica, si rende necessaria quando lo pterigio abbia la tendenza alla progressione, determinando la compromissione estetica e/o funzionale. Le recidive, comunque, sono particolarmente frequenti, per cui è consigliata in fase post-operatoria l'applicazione di radiazioni con stronzio-90 (@ 1350 mrem/seduta).
Fin qui recita la scienza medica. Ma che c'entra tutto questo con l'ufologia e le "abductions" in particolare?

Procediamo con ordine
La casistica degli "incontri ravvicinati del terzo tipo" (molti dei quali, ad onor del vero, si tramutano nel "quarto tipo", in base al racconto degli eventi che scaturisce dalla regressione ipnotica cui vengono sottoposti molti protagonisti di tali eventi) abbonda, fin dagli albori della ufologia "moderna", di un particolare costantemente presente in concomitanza all'avvistamento di presunti veicoli alieni: la cosiddetta "luce solida" o "luce coerente".
Per chi non avesse troppa dimestichezza con l'argomento, riportiamo a titolo informativo (dal "Dizionario di Ufologia", di F. Ossola) la seguente definizione:
"Un aspetto da collegare intimamente al problema della luminosità (intesa in senso Iato) legata al fenomeno UFO è, senza dubbio, quello della 'luce solida'. Si tratta di 'raggi di luce' sprigionati direttamente dagli UFO e caratterizzati da una singolare peculiarità: la capacità di allungarsi ed accorciarsi a piacere, terminando in modo netto e tronco; del tutto simili, in sostanza, ad 'antenne retrattili' che restano coerenti per tutta la loro lunghezza, sia essa più o meno estesa. Rettilinei o curvilinei, presentano uno spessore vario e sono in genere molto brillanti, tanto che sovente l'occhio umano non resiste ad una lunga osservazione.
All'apparenza sembrano palpabili e concreti, ma in realtà risultano comportarsi come la luce 'tradizionale' senza cioè indurre effetti 'meccanici' in chi ne viene investito. Di fronte ad un ostacolo, sembrano in grado di 'penetrarlo' comparendo dall'altra parte, come se si 'troncassero' e, una volta superatolo a livello molecolare, si ricostituissero al di là di esso. Si tratta d'un vero e proprio 'mistero della fisica ottica' ancora assai lontano dall'essere correttamente interpretato alla luce della nostra scienza e delle tecnologie attuali. Le ipotesi proposte a spiegazione del fenomeno, infatti, non esistono o si limitano ad assimilare la 'luce solida' al raggio laser, sebbene quest'ultimo non possieda le medesime proprietà, se non in minima parte. L'enigma della 'luce solida' osservato a più riprese, è stato sempre sottovalutato (se non addirittura ignorato dalla Scienza 'ufficiale' secondo il 'dogma': 'non può essere, quindi non è...' e soltanto a partire dalla metà degli anni '60 si è iniziato a prenderlo in seria considerazione..."
Ma ad un attento osservatore della casistica ufologica (non necessariamente relativa all'ultimo ventennio, potenzialmente "inquinato" dalle influenze mediatiche di prodotti cinematografici e televisivi quali "Bagliori nel buio", "Intruders" e "X-Files" non può sfuggire un particolare ricorrente nella stragrande maggioranza dei casi di "incontri ravvicinati" del terzo e quarto tipo: il colore della "luce solida", quasi sempre bianco-azzurra e, pertanto, a indiscutibile componente ultravioletta.
A dimostrazione di quanto affermato ci limiteremo a riportare, per brevità, due casi francesi della seconda metà degli anni Sessanta.

- Caso n.1 (sabato 6 maggio 1967) - Champ du Feu (Vosgi):
testimone la famiglia di Raymond Schirrman (Vigile del Fuoco) composta da quattro persone.
Verso le 21 la famiglia Schirrmann, riunita sulla terrazza del proprio chalet, vede avvicinarsi "un enorme oggetto lenticolare, di colore scuro, che si ferma ad una ventina di metri da casa". Ad un tratto, dalla parte inferiore dell'UFO, scaturisce una sorta di "nastro" luminoso, terminante con una "protuberanza", che sembra voler "sondare il terreno". La Signora Schirrmann, preoccupata, rientra in casa, ben presto seguita dagli altri componenti; al momento di aprire la finestra della cucina (rivolta verso il fenomeno) per chiudere le persiane, viene investita da un fascio di luce bluastra emanata dall'UFO. Spaventata, non fa in tempo a lanciare un grido di richiamo al marito (il "raggio di luce" dura una quindicina di secondi), che tutto si "spegne".
A conferma dello sconcertante avvistamento di cui è stata involontaria protagonista, la famiglia Schirrmann assiste significativamente l'indomani mattina, domenica 7 maggio) ad un'insolita quanto intensa attività aerea, nei cieli di Champ du Feu, da parte di velivoli "Mirage III-R" appartenenti alla 33a Squadriglia Ricognitori, di stanza a Strasburgo-Entzheim. In seguito il Signor Raymond, grazie alla sua professione, viene a sapere che la stazione radar dell'Alto Reno (che lavora d'intesa con gli aeroporti militari della regione) aveva rilevato un Ovni nella stessa zona, data ed ora dell'avvistamento effettuato dalla sua famiglia.

- Caso n. 2 (21 agosto 1968) - Villiers-en-Morvan (Côte-d'Or), h.10.30-11.00:
Testimoni due agricoltori, M. Carré e P. Billard.
Mentre sono intenti a spigolare la segale, il primo nota una sorta di "macchia biancastra" (a forma di "losanga" o "tovaglia da pic-nic" o "foglio di giornale aperto") che si estende sull'erba del prato, a sinistra dell'abetaia situata sulla collina di fronte, distante due km. circa. Avverte quindi P. Billard, che ha modo di osservare anch'egli lo strano fenomeno, che seguirà con lo sguardo per tutta la sua durata, con le conseguenze che poi riporteremo. Nel frattempo la "macchia", che assume vieppiù l'aspetto d'un "corpo solido", comincia ad "illuminarsi" progressivamente, mutando il proprio colore dapprima in azzurrognolo e poi in un blu accecante insopportabile alla visione come un "arco elettrico". In seguito "l'oggetto" cambia forma, ma i due testimoni non riescono a precisare quale essa sia, a causa della difficoltà di osservazione del fenomeno, che li abbaglia. Riprendono pertanto il lavoro e dopo mezz'ora circa, agganciato al trattore un rimorchio carico di spighe, stanno per fare rientro alla fattoria. Si accorgono allora che dalla "cosa" si diparte un prolungamento luminoso, a forma di colonna che si allunga a dismisura, come "il soffietto d'un apparecchio fotografico a lastre". Poi, lentamente, nel corso di dieci minuti, il fascio luminoso si ritrae verso la zona rettangolare biancastra all'origine del fenomeno e "rientra" in essa. Prima che scompaia del tutto, i due contadini hanno l'impressione di intravedere una specie di "disco" o "sfera grigiastra" posata sul rettangolo, ma dichiarano onestamente di non esserne sicuri, in quanto la loro vista era stata messa a dura prova dall'eccezionale luminosità del fenomeno. Da notare che P. Billard, il testimone che aveva osservato l'evolversi del fenomeno con maggiore insistenza, accuserà all'indomani seri problemi alla vista (corioretinite attinica?), che lo costringeranno a far uso per lungo tempo di occhiali da sole.

Ci fermiamo qui, per questioni di spazio; ma potremmo continuare a lungo coi resoconti testimoniali degli "incontri ravvicinati del terzo tipo" segnalati a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, che assumono tanto più valore se si considera che, a quell'epoca, la casistica ufologica non era ancora "inflazionata" dai casi di 'presunti' rapimenti, che si sono via via accumulati a partire dagli anni Ottanta.
Vale la pena ricordare, a questo proposito, che sia gli involontari protagonisti degli "incontri ravvicinati del quarto tipo" che gli occasionali osservatori esterni concordano nel riferire il particolare del "raggio traente di luce azzurra", che immobilizzerebbe la persona da prelevare (inducendola in uno stato di "animazione sospesa") e la condurrebbe all'interno del velivolo alieno. Notissimo è l'episodio occorso a Linda Napolitano (New York, 30 novembre 1989) e indagato da Budd Hopkins. In ogni caso, a detta dei testimoni (per la maggior parte attendibili), sia in occasione degli "incontri ravvicinati del terzo tipo" che durante le "abductions" un ruolo determinante sembra proprio essere sostenuto dalla luce solida, quasi sempre compresa fra i 158 e i 4.000 A: nella banda, quindi, dell'ultravioletto.

Vediamo ora di riassumere
L'Oftalmologia ci insegna che: radiazione ultravioletta = danni potenziali alla funzione visiva (corioretinite attinica), tanto più reversibili quanto minore è stato il tempo di esposizione alla sorgente luminosa. Al contrario, se l'esposizione (per morivi di lavoro - i marinai - o di hobby - gli alpinisti) si prolunga per molto 'tempo durante tutto l'arco dell'anno o addirittura per tutta la vita (per chi abita nei paesi tropicali), il soggetto può andare incontro a patologie ben più gravi (lo pterigio), anche se in quest'ultimo caso non va trascurata la familiarità.
A questo punto l'ipotesi di lavoro è la seguente:
Data una persona in cui, a distanza dei cinque anni "canonici" dal presunto rapimento, comincia lentamente a riaffiorare il ricordo di eventi psicologicamente traumatici, legati a ripetuti episodi di "abductions", unitamente ad esperienze oniriche ricorrenti del medesimo tenore, per di più affetta da pterigio recidivante, può essere invocata (ancorché in mancanza di assistenza a livello psicoterapeutico, mediante ipnosi regressiva) la componente della radiazione ultravioletta come scatenante della patologia a suo carico?
Pur non essendo ancora stata accertata la corrispondenza tra fascio di luce blu e radiazione ultravioletta (e di conseguenza corioretinite attinica) in occasione dei fenomeni di "abductions" ed anche se in proposito manca un'adeguata statistica nella letteratura ufologica, è interessante ricordare che la compianta autrice americana Karla Turner, nel suo lavoro "Rapite dagli UFO", in cui esamina a fondo otto casi di presunti rapimenti a carico di altrettante donne, riporta nel quadro "Effetti sul corpo" l'irritazione agli occhi (non meglio definita) presente nel 50% dei casi, vale a dire in quattro testimoni sul totale; mentre le voci "Luci di natura sconosciuta", sia all'interno che all'esterno dell'abitazione, ricorrono tra l'87% ed il 100%.
Parlavamo di familiarità: indubbiamente lo pterigio può (anche se non necessariamente) manifestarsi come espressione ereditaria.
In effetti, in un caso che attualmente stiamo seguendo la madre di Nicoletta (nome necessariamente fittizio per motivi di privacy di una presunta "addotta" rivoltasi al CUN) presenta la stessa patologia della figlia, anche se in tono decisamente minore (se non addirittura trascurabile), tanto da non avere bisogno di sottoporsi ad alcun intervento chirurgico, come invece è purtroppo successo a Nicoletta (e probabilmente si ripeterà). Tuttavia, né il fratello né la sorella, "immuni" da incontri ravvicinati del terzo o quarto tipo, lamentano alcunché di patologico a livello oculare, men che meno lo pterigio. Questo potrebbe voler significare che il gene codificante per la malattia in oggetto quasi sicuramente non è dominante (ma recessivo) e che la manifestazione della patologia (fenotipo) non risulterebbe legata al sesso (femminile), anche se nella letteratura medica, finora, non si trova purtroppo riscontro a queste supposizioni.
La chiave di lettura di tutta la vicenda, allora, potrebbe essere la seguente: l'esposizione ripetuta alla radiazione ultravioletta (che potrebbe verificarsi nel fenomeno dei "repeater", ovvero degli "addotti più volte") o la permanenza prolungata in ambiente saturo di "luce" della stessa lunghezza d'onda (se si volesse considerare non utopistica la teoria secondo cui, in una tale "altra dimensione" propria della realtà degli UFO, uno dei nostri minuti corrisponderebbe ad otto ore, in base al calcolo della "sfasatura temporale" ricavata dal racconto degli "addotti" - cfr. il classico caso del Caporale Valdès in Cile il 25 aprile 1977) potrebbe aver bruscamente innescato, in un soggetto geneticamente predisposto come Nicoletta, l'accelerazione di quel processo degenerativo che, in assenza della stimolazione indotta dall'esterno, avrebbe avuto forse buone probabilità di rimanere allo stato latente.
Ci dispiace di non poter essere maggiormente esplicativi, ma, di fronte ad un presunto caso di "abduction" così complesso e ancor pieno di interrogativi, non ce la sentiamo proprio di sbilanciarci oltremodo, specie nella fase ancora iniziale dell'inchiesta che stiamo conducendo.
Per verificare l'attendibilità o meno delle nostre intuizioni occorrerà dunque procedere con un protocollo di assistenza psicoterapeutica, fondato sulla tecnica ben consolidata dell'ipnosi regressiva. Questo perché, in ogni caso, il presunto addotto avverte sempre maggiore l'imperativo categorico di "sapere" ciò che gli è successo. Dall'altra parte, noi dovremmo essere in grado di fornirgli una risposta, qualunque essa sia, purché attendibile...

[align=right]BIBLIOGRAFIA:
- Enciclopedia medica italiana - USES - Firenze; 1985
- Srb, Owen, Edgar - Genetica generale - USES - Firenze, 1969
- F. Ossola - Dizionario enciclopedico di ufologia - SIAD - Milano, 1981
- M. Figuet, J.L. Ruchon - OVNI: Le premier dossier complet de rencontres rapprochés en France - Ed. A. - Lejeuvre, 1979
- H. Durrant - Les dossiers des OVNI - Ed. R. Laffont, 1974
- C. Garreau, R. Lavier - Face aux Extraterrestres - Ed. J. P. Delarge - Paris, 1975
- P. Brookesmith - UFO: the complete sightings catalogue - A. Blandford - London, 1995
- K. Turner - Rapite dagli UFO - Ed. Mediterranee - Roma, 1996
[/align]


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ABDUCTIONS: IL PROBLEMA DELLA INABILITAZIONE MOTORIA



di P. C.
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 28/29 del Gennaio/Febbraio 2002


In molti casi di "incontri ravvicinati" si incontra una vera e propria paralisi muscolare vigile.
Gli elementi narrativi ricorrenti che emergono dai resoconti testimoniali dei presunti addotti, ossia di quei soggetti che sarebbero stati prelevati contro la propria volontà da creature di presunta natura aliena, sembrano accomunare tutte o quasi le esperienze di questo tipo e ciò rende queste ultime sufficientemente interessanti da giustificare uno sforzo per comprenderne la natura. Tra questi elementi ve ne è uno che desta particolare interesse, consistente nel fatto che i presunti addotti, poco prima di essere prelevati, cadrebbero improvvisamente in uno stato di immobilità muscolare assoluta, tale da impedire loro di muovere persino i globi oculari o di aprire e chiudere le palpebre, immobilità che si protrarrebbe per l'intera durata degli esami biomedici a cui le vittime dei presunti rapimenti alieni, designati dagli addetti ai lavori con il termine abductions, verrebbero sottoposte.
Nonostante il blocco muscolare, i soggetti, almeno secondo quanto da loro riferito, rimarrebbero perfettamente coscienti e vigili e sarebbero perciò in grado di seguire la vicenda che li vede involontari protagonisti.
Ora, considerando il fatto che una simile condizione psicofisica viene riferita indipendentemente da centinaia di individui nel mondo e partendo dal presupposto teorico che tale stato non sia del tutto riconducibile a visioni allucinatorie multisensoriali scaturite da un'improbabile ma non impossibile psicosi di massa, mi sono preso la libertà di iniziare un gioco di pensiero. Senza tuttavia pretendere di spiegare scientificamente il fenomeno in questione ma solo con l'intento di mostrare che, qualora esistesse un fondamento di verità oggettiva nei resoconti testimoniali dei presunti addotti, l'ipotesi secondo cui gli artefici delle abductions (di qualunque origine e natura siano) possano indurre a distanza una paralisi muscolare vigile a seguito dell'esposizione di esseri umani ad onde elettromagnetiche di frequenza bassa/estremamente bassa o a campi elettromagnetici statici con frequenza inferiore ai 30 Hz, non sarebbe completamente priva di fondamento scientifico.
È noto che in natura esistono alcuni veleni paralizzanti che, qualora vengano ingeriti e/o inalati, sono in grado di determinare una paralisi muscolare parziale o totale che presenta incredibili similitudini con quella riferita dai presunti addotti. Due di questi composti molecolari, dalla formula di struttura molto simile, sono la tetrodotossina (ITX) e la saxitossina o sassitossina o mitilotossina.
La prima è una neurotossina aminoperidrochinazolinica presente nella cute, nel fegato e nelle uova dei pesci palla (famiglia: "tetraontidi"), detti anche pesci soffiatori ("fugu" in Giappone), mentre la seconda è un alcaloide estremamente tossico sintetizzato da dinoflagellati marini e potenzialmente presente anche in alcuni molluschi, quali cozze, vongole e muscoli, che si cibano di questi ultimi.
La tetrodotossina e la saxitossina sono caratterizzate dalla presenza di un gruppo funzionale detto gruppo guanidinico (la TTX ne possiede uno, la saxitossina due), carico positivamente, attraverso il quale esse si legano saldamente ad una proteina integrale di membrana 1, il canale del sodio voltaggio-dipendente, interagendo elettrostaticamente con un gruppo carbossilico ionizzato (COO), carico negativamente, disposto all'ingresso del canale e sul versante extracellulare della membrana plasmatica 2. Questa macromolecola proteica è localizzata a livello del pirenoforo, il corpo dei neuroni e dell'assone 3 e la sua funzione è quella di promuovere la conduzione degli impulsi neuroelettrici nel Sistema Nervoso Centrale. Il legame della TTX e della saxitossina a questa proteina-canale blocca l'ingresso degli ioni sodio all'interno delle cellule e quindi impedisce la conduzione dell'impulso nervoso; tale blocco può causare, in talune condizioni, una paralisi muscolare molto simile a quella riferita dai presunti addotti nei loro resoconti testimoniali.
È poi interessante notare come la tetrodotossina costituisca uno dei principali componenti, se non il principio attivo primario, della cosiddetta "polvere di zombificazione", una sostanza biancastra simile al borotalco che i potenti stregoni vudù di Haiti, gli Hungan, soffiavano (e probabilmente soffiano ancora oggi) sul volto delle vittime designate per vendicarsi di qualche torto subito. L'ingestione e/o l'inalazione di questa polvere, la cui complessa composizione chimica fu per la prima volta identificata da un etnobotanico dotato del "genius minutiae" tipico dei migliori investigatori privati, può indurre, negli esseri umani, una paralisi muscolare totale che si manifesta come un temporaneo stato di morte apparente e che talvolta è stata anche erroneamente interpretata come un vero e proprio decesso.
Alcuni individui, difatti, ritenuti a tutti gli effetti privi di vita ma in realtà perfettamente coscienti e vigili, anche se completamente immobilizzati, sono stati poi collocati all'interno di un feretro e tumulati al cimitero; solo grazie alle grida disperate lanciate dopo essersi risvegliati dal "coma farmacologico", alcuni di essi sono riusciti a richiamare l'attenzione di qualche sconcertato ed atterrito passante ed a farsi trarre in salvo. In altri casi meno fortunati le vittime non sono state sentite e sono orrendamente decedute per asfissia imprigionate nella bara.
Da questi casi di morte apparente è nato il mito moderno degli zombi, i morti viventi. Soggetti, questi ultimi, tanto cari ad un certo genere cinematografico "horror" in voga negli anni Ottanta.
Dalla descrizione che lo scopritore della "polvere di zombificazione" fa nel libro dal titolo "Il serpente e l'arcobaleno" di questo temporaneo stato di morte apparente, risulta evidente come tale stato e la paralisi muscolare totale e vigile, riferita dai presunti addotti sotto regressione ipnotica, presentino delle incredibili similitudini.
L'ingestione della tetrodotossina determina inoltre l'insorgenza di un quadro clinico caratterizzato da una complessa sintomatologia comprendente, oltre alla paralisi, anche tremore periorale, incoordinazione motoria e parestesia.
È significativo il fatto che proprio gli ultimi due sintomi vengano sovente riferiti dalle vittime delle presunte abductions e da queste messi in correlazione spazio-temporale con le varie fasi dell'esperienza.
La parestesia, intesa sia come alterata percezione della sensibilità che come percezione di sensazioni patologiche anomale e senza causa evidente (quali formicolio, prurito, bruciore e sensazione di liquido che scorre) è un tipico sintomo multifattoriale che emerge spesso dai resoconti testimoniali dei presunti addotti.
La sensazione di liquido che scorre, in particolare, viene spesso riferita da soggetti che, oltre ad avere presumibilmente vissuto esperienze del tipo descritto sopra, sarebbero anche portatori inconsapevoli di uno o più "microimpianti".
Il formicolio ed il bruciore sarebbero anche tra le sensazioni anomale che alcuni soggetti raccontano di avere avvertito immediatamente dopo essere stati colpiti, nel corso di incontri ravvicinati del terzo tipo (IR3), da una sorta di "raggio energetico" emesso da un dispositivo di cui, sempre secondo quanto riferito dai testimoni, creature umanoidi di presunta natura aliena sarebbero state equipaggiate. A queste due sensazioni avrebbe fatto seguito una paralisi muscolare totale ma transitoria.
Ritengo sia lecito ipotizzare che, qualora i testimoni abbiano realmente interagito con creature provenienti da altri mondi, il raggio di energia radiante emesso dal dispositivo non sia altro che un fascio di onde elettromagnetiche di frequenza ed intensità tali da indurre, negli esseri umani, una paralisi muscolare temporanea.
Una condizione fisica simile a quella indotta dai due composti molecolari succitati ma di minore entità, è quella determinata dai cosiddetti farmaci miorilassanti competitivi; tali farmaci sono in grado di esercitare un effetto rilassante prolungato sia sulla muscolatura scheletrica 4 che su quella liscia 5, interferendo con il meccanismo molecolare della trasmissione neuromuscolare a livello della placca motrice, ossia di quella sinapsi 6 specializzata che vede coinvolti un motoneurone 7 ed una fibra muscolare scheletrica. Questi bloccanti neuromuscolari impediscono il trasferimento dell'impulso neuroelettrico dalla fibra nervosa a quella muscolare poiché vanno a legarsi, "in locum" del messaggero chimico fisiologico, l'acetilcolina, a determinate molecole, dette recettori, localizzate a livello della membrana della cellula muscolare.
I recettori specifici per l'acetilcolina, occupati dai farmaci miorilassanti competitivi, non sono più in grado di interagire con il proprio ligando fisiologico ed il canale, da cui tali recettori sono caratterizzati, non può aprirsi, impedendo in questo modo agli ioni sodio di entrare nelle cellule e di attivare indirettamente la contrazione muscolare.
È doveroso sottolineare come la tetrodotossina, la saxitossina ed i farmaci miorilassanti competitivi abbiano in comune l'effetto biologico risultante, che, nonostante sia esercitato con modalità differenti, si esplica in un'interruzione del flusso degli ioni sodio in entrata a causa della chiusura dei canali di membrana.
Alla luce di quest'ultima considerazione e di quanto esposto in precedenza, è lecito ipotizzare che l'esposizione di esseri umani ad onde elettromagnetiche a bassa/bassissima frequenza o a campi elettromagnetici statici determini un effetto biologico analogo o simile a quello esercitato dalla tetrodotossina, dalla saxitossina e dai farmaci miorilassanti competitivi, effetto risultante in una chiusura dei canali delle proteine integrali di membrana succitate e di altri canali di membrana o in un impedimento alla loro apertura.
Un tale effetto potrebbe portare ad una paralisi muscolare vigile molto simile a quella riferita dai presunti addotti in corso di abduction e qualora la scienza ufficiale fornisse delle evidenze sperimentali a sostegno di ciò, la teoria secondo cui ipotetiche creature di natura aliena interferiscano con alcuni rappresentanti della civiltà umana mediante reiterati rapimenti a scopo di studio, inducendo una paralisi muscolare a distanza per agevolarne il prelievo, sarebbe allora, sia pure labilmente, supportata e circostanziata a livello scientifico.
In realtà, in ambito accademico, vi sono numerosi studi in corso, tutti volti a valutare la possibilità che i campi elettromagnetici esercitino significativi effetti biologici sulle cellule e sembra che alcuni di essi abbiano effettivamente evidenziato tali effetti.
Tra la ridda di studi che viene condotta sull'argomento e che finisce inevitabilmente per fornire risultati contrastanti e contraddittori, ve n'è uno, a mio avviso meritevole di essere preso in considerazione, svolto dall'unità di ricerca guidata dal Dott. Guglielmo D'Inzeo, del Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Università La Sapienza di Roma, i cui risultati preliminari suggeriscono che le onde elettromagnetiche a bassa frequenza esercitino un significativo effetto biologico sulle cellule interagendo direttamente con la membrana cellulare, in particolare con le proteine-canali accolte nel suo spessore.
È stato mostrato, difatti, come l'esposizione delle cellule a campi elettromagnetici a bassa frequenza sia in grado di determinare una variazione conformazionale delle proteine-canali di membrana, ossia una modificazione della loro struttura tridimensionale che si risolve, in ultima analisi, nella chiusura dei canali stessi!
In tal modo a tutti gli ioni ed a tutte le piccole molecole che in condizioni fisiologiche sarebbero passate selettivamente attraverso questi canali è negato l'accesso, determinando un'alterazione della fisiologia cellulare dai risvolti difficilmente prevedibili. Qualora, difatti, gli ioni fossero quelli di sodio e le proteine-canali quelle voltaggio-dipendenti per il sodio e quelle specifiche per l'acetilcolina, l'ipotesi sopra prospettata assumerebbe una certa plausibilità scientifica.
Non è chiaro come le onde elettromagnetiche siano in grado di modificare la struttura tridimensionale delle proteine integrali di membrana, tuttavia si può avanzare l'ipotesi secondo cui l'energia elettromagnetica immagazzinata nei campi elettrico e magnetico di un'onda elettromagnetica venga trasdotta in energia cinetica a livello delle cariche elettriche dei residui amminoacidici 8 costituenti le proteine, in particolare a livello delle cariche localizzate sulle catene laterali 9 di tali residui.
Queste cariche potrebbero subire dei submicrospostamenti nello spazio che potrebbero a loro volta riflettersi in uno spostamento dell'intero amminoacido a livello del quale sono localizzate. Lo spostamento di più amminoacidi potrebbe risolversi, in ultima analisi, in una modificazione della struttura tridimensionale che la proteina nativa assume in condizioni fisiologiche nello spazio.
Nel 1999 è stato pubblicato su J. CelI. Biochem. un lavoro dal titolo "Electromagnetic fields may act directly on DNA", che potrebbe avvallare l'ipotesi sopra formulata ed in cui gli autori, M. Blank e R. Goodman, del Dipartimento di Fisiologia della Columbia University di New York, mostrano come i campi elettromagnetici possano interagire direttamente con le cariche elettriche in movimento.
È interessante notare come questa osservazione sia stata inizialmente effettuata sugli enzimi 10, che sono proteine, e come essa si riferisca alle cariche elettriche portate dai residui amminoacidici che li costituiscono.
Le cariche elettriche difatti, nelle proteine sono localizzate a livello di ogni singolo amminoacido e poiché ognuna di esse è in effetti in movimento a causa dell'agitazione termica ambientale e per il fatto che partecipa ai movimenti traslatori delle proteine nello spessore della membrana cellulare, esse potrebbero costituire la sede elettiva in cui l'energia radiante elettromagnetica viene trasdotta in energia cinetica.
Purtroppo, a tutt'oggi, non ci è ancora dato di sapere se la paralisi muscolare vigile sia effettivamente indotta a distanza da creature umanoidi di presunta natura aliena allo scopo di agevolare il prelievo di esseri umani, se sia piuttosto riconducibile ad interferenze di matrice terrestre, o se invece non sia, più prosaicamente, solo una delle numerose sensazioni soggettive tipiche di uno scenario di realtà virtuale caratterizzato da un complesso di visioni allucinatorie multisensoriali estremamente realistiche e magari indotte a distanza dasgli artefici di false abduction. Nessuno di tali scenari può al momento essere escluso.

[align=right]Note:
1. Proteina integrale di membrana: proteina di membrana che si trova immersa nel doppio strato fosfolipidico e presenta regioni che sporgono su una o entrambe le superfici della membrana stessa.
2. Membrana plasmatica: sinonimo di membrana cellulare ossia di quella membrana che delimita esternamente i batteri, le cellule vegetali e le cellule animali.
3. Assone: nella citologia del sistema nervoso indica il prolungamento citoplasmatico di un neurone, spesso rivestito da una guaina mielinica e unico per ogni cellula nervosa. Emerge dal neurone tramite un processo' conformato a cono (cono di emergenza), dal quale possono emanare rami collaterali, in numero e lunghezza variabili. L'impulso nervoso in un assone si trasmette in direzione centrifuga rispetto al corpo cellulare o pirenoforo.
4. Muscolatura scheletrica.
5. Muscolatura liscia.
6. Sinapsi: giunzione specializzata tra due elementi nervosi o tra un elemento nervoso ed uno effettore, contrattile o secretorio. Fra le due cellule contigue non esiste contatto, poiché le membrane contrapposte restano separate da uno spazio di 6-10nm, definito "fessura sinaptica".
7. Motoneurone: neurone motore il cui assone costituisce le fibre nervose motrici, cioè tali da regolare l'attività di strutture contrattili quali le fibre 'muscolari.
8. Residuo amminoacidico.
9. Catena laterale.
10. Enzima: proteina funzionale dotata di attività catalitica. Ciascun enzima è in grado di catalizzare una sola reazione biochimica o un gruppo di reazioni affini (specificità di reazione) a carico di uno o pochi tipi di molecole specifiche (specificità di substrato).

Bibliografia:
- "Nuova Enciclopedia Universale Curcio", delle lettere, delle scienze, delle arti.
- "Enciclopedia delle Scienze" - De Agostini, BiologIa.
- "Enciclopedia delle Scienze" - De Agostini, Zoologia.
- "Dizionario Enciclopedico multimediale Le Scienze di Medicina e Biologia".
- "Fisica, per Scienze ed Ingegneria" - Raymond A. Serway - Ia Edizione Italiana - Vol. I e II.
- "Biochimica" - Lubert Stryer - Ed. Zanichelli. III Edizione.
- "Biologia molecolare della cellula" - Bruce Alberts et al. - Ed. Zanichelli IIa Edizione.
- Newton, N°3 Marzo 2000.
- "Electromagnetic fields may act directly on DNA J. Cell. Biochem." - Blank M e Goodman R. - 1999 Dicembre 1; 75(3): 369-374.
[/align]


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ABDUCTIONS: NUOVE FRONTIERE



di Enrico Baccarini
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 31 dell'Aprile 2002


Lungamente si è discusso sulla reale natura, e sugli operatori, delle fantomatiche abductions. Se da una parte è forse plausibile identificare, in via teorica, una matrice aliena al di sotto dei rapimenti, è altresì emerso che dietro alcuni di questi si potrebbe celare un intervento prettamente terrestre.
Il rapimento operato da esseri di presunta origine extraterrestre ha suscitato, nell'interesse collettivo, molto fascino e paura. La possibilità, seppur remota, che un essere differente da noi possa penetrare nella nostra camera da letto e possa muoversi indisturbato ed operare su di noi qualsiasi manipolazione intenda, ha risvegliato in molte persone una paura totalmente nuova e inaspettata. Il trauma e lo shock operanti nel soggetto presumibilmente rapito potrebbero essere, in alcuni casi, devastanti per la sua mente.
Se da un lato la psicologia odierna ha in parte tentato di spiegare le possibili matrici cognitive alla base dell'insorgenza di determinati stati, che porterebbero alla "materializzazione" di esseri alieni, dall'altra parte le prove riguardanti tali rapimenti si stanno presentando sempre di più.
Il nostro obbiettivo, in questo studio, non sarà quello di negare categoricamente l'abduction aliena, plausibile in via teorica, ma quello di presentare al lettore una nuova possibilità interconnessa con questa tematica.
Ricerche di frontiera hanno permesso negli ultimi anni di comprendere meglio alcuni fattori psicologici, e chimico-biologici, che potrebbero essere alla base di manifestazioni oggettivamente non reali ma vissute come tali dal soggetto.
L'omogeneità nei racconti dei presunti addotti ha fatto ipotizzare, da parte di alcuni studiosi, che dietro queste manifestazioni si possa celare un disturbo psicologico di natura ignota. Non è da escludersi che dietro alcuni casi possano effettivamente nascondersi tali disturbi, o volontà di mera mitomania, ma non possiamo liquidare come tale tutta la casistica e tutte le testimonianze che sono state apportate nel corso dei decenni.
Le tipologie che incontriamo nei soggetti presumibilmente rapiti sono tra le più varie. La letteratura specifica ci presenta persone di tutti i ceti sociali, da quelli più bassi, a laureati e uomini di prestigio. Inoltre, in molti casi, è possibile riscontrare la totale ignoranza, ovvero negazione, del fenomeno ufologico in primis, e dei rapimenti alieni.
Questo ci potrebbe condurre ad ipotizzare che, escludendo eventuali psicopatologie, dati significativi possano essere rilevati attraverso opportune batterie di test, e sedute cliniche, per poter capire se esista realmente un fenomeno che sfugge ancora alla nostra comprensione, un fenomeno che in oltre trent'anni è dilagato in tutti gli angoli del mondo.

La scienza e le abductions
Le ricerche condotte fino ad oggi ci presentano, nel fenomeno delle abductions, due scenari plausibilmente sussistenti. Possiamo riscontrare testimoni che effettivamente potrebbero avere subito rapimenti da parte di creature aliene, nonché testimoni che nelle loro descrizioni presentano scenari plausibilmente più terrestri.
L'esistenza di un possibile collegamento tra una stimolazione attraverso onde elettromagnetiche (che quindi potrebbero essere amplificate da un microimpianto) e determinate stimolazioni cerebrali è stata ampiamente dibattuta e presentata dal Dr. P.C.. Questa, come altre ricerche, stanno conducendo gli studiosi verso nuovi orizzonti nei quali sarà possibile studiare strane e nuove fenomenologie.
A seguito di numerosi riscontri effettuati, siamo stati sorpresi nel constatare come parte della tecnologia utilizzata dai presunti rapitori alieni possa essere trovata nell'infinito mondo della medicina e della biologia.
La nostra scoperta, che ci ha condotto alla realizzazione di questo studio, prende infatti spunto da un casuale ritrovamento durante le nostre ricerche.
Mentre stavamo effettuando normali approfondimenti presso diverse università americane, a livello telematico, siamo incappati in un pagina nella quale si presentava un'avvincente, ed innovativa, tecnica per asportazioni neoplastiche chirurgiche, o per eventuali innesti a livello della ghiandola pineale. Stupefatti da questa ricerca, e dalle sue eventuali implicazioni, abbiamo cercato di raccogliere quanto più materiale avessimo potuto trovare.
La ricerca in esame è stata condotta presso l'Università di Pittsburgh e dello Utah.
Autore di uno studio fondamentale è un ricercatore di origine cinese, il Dottor Hae Dong Jho (M.D., Ph.D.) neurochirurgo del Center for Minimally lnvasive Neurosurgery, Dipartimento di Neurochirurgia, dell'Università di Pittsburgh.
Dopo decenni di ricerche e sperimentazioni, gli studi condotti da questo neurochirurgo hanno portato verso alcune applicazioni veramente sensazionali. Lo strumento e la tecnica ideati dal Dottor Jho (vedi articolo: "La tecnica del dottor Jho" n.d.Edicolaweb) si presentano come futuristici per il mondo della medicina ma realizzabili per quello della tecnologia.
Studiando i lavori di questo ricercatore abbiamo riscontrato alcune analogie significative che ci hanno richiamato subito alla mente alcune tecniche utilizzate sui presunti rapiti. Attraverso un pistola ad aria compressa è infatti possibile oggi creare un piccolo foro nella narice destra (vedi le correlazioni con la letteratura sulle abductions), non intaccando il tessuto epiteliale o le mucose presenti nel naso, attraverso il quale far passare la piccola pistola fino a condurla verso la ghiandola pineale.
Questo metodo evita l'apertura della scatola cranica, tecnica precedentemente utilizzata per operazioni di questo tipo, ma passando attraverso l'osso sfenoide che viene forato in un piccolo punto. Tale tecnica è stata sperimentata in soggetti affetti da devastanti, nonché rare, forme tumorali. Le tecniche utilizzate precedentemente non permettevano, nella maggior parte dei casi di ottenere buoni risultati a seguito dell'operazione.
La tecnica sperimentata dal Dottor Jho risulta essere invece poco invasiva e ad alto tasso di riuscita.
È curioso notare come a seguito di tale operazione non rimangano tracce visibili, se non delle epistassi omolaterali (sanguinamenti) dalla narice destra.
Questo ci riconduce alla letteratura sulle abductions in cui possiamo appunto ritrovare tali sanguinamenti.
L'abrasione del tessuto parenchimatico della mucosa nasale provocherebbe, infatti, la perdita di sangue dal naso osservata sia nei presunti addotti sia nel sistema del Dottor Jho. Questa tecnica, per stessa ammissione del ricercatore, potrebbe essere anche utilizzata per ben più ampi risvolti, quali l'inserimento di microchip a livello crarico.
Ricerche di questo tipo non sono nuove in ambito militare.
Lo studioso Robert Tickler ha, fin dai primi anni Novanta, depositato numerosi brevetti che chiamavano in causa tecniche e sperimentazioni simili, ma utilizzate per scopi ben differenti.
I brevetti di Tickler infatti prevedevano di utilizzare microchip innestati a livello della ghiandola pineale. Tali impianti potevano modulare onde elettromagnetiche al fine di monitorare e localizzare i soggetti portatori in tutto il mondo. Tali esperimenti avrebbero condotto, attraverso determinate modulazioni elettromagnetiche, anche alla produzione di particolari sostanze chimiche negli organismi impiantati.
Le interconnessioni che le ricerche di questi due studiosi sembrano avere potrebbero effettivamente uscire dai racconti dei soggetti che affermano di essere stati rapiti da esseri extraterrestri.
È bene sottolineare ulteriormente che non escludiamo a priori l'intervento di esseri esogeni al nostro pianeta, e quindi loro eventuali rapimenti, ma dobbiamo con uno spirito critico e scientifico anche affrontare e ricercare eventuali similitudini, nonché vere e proprie correlazioni con la tecnologia terrestre.
Il lavoro compiuto da Tickler non è però l'unico del suo genere e infatti, nell'ambito delle ricerche sulla stimolazione neuroelettrica, si contano non meno di 110 studi ufficiali, tutti di alto valore scientifico, pubblicati dalle più importanti riviste del settore e dai più importanti centri di ricerca.
Studi di questo tipo sono stati condotti almeno fin dai primi anni Settanta, quando cioè si cercò di curare alcune malattie fisiologiche e psicologiche attraverso una modulazione in loco di segnali neurali.
Durante le nostre indagini siamo riusciti, però, a trovare anche un altro centro R&D (Ricerca e Sviluppo) molto importante che da non meno di venti anni studia, ricerca e costruisce microimpianti cerebrali. Si tratta del Center for Neural Communication Technology dell'Università del Michigan. Questo centro ha svolto, e sta svolgendo, importanti ed interessanti studi nella realizzazione di microchip neurali che possano assolvere funzioni perdute o danneggiate dal nostro cervello. Queste ricerche, e sperimentazioni, sono state condotte poter registrare le attività del sistema nervoso centrale e per poterlo stimolare in maniera mirata. Lo scenario ci riconduce verso le ricerche cui abbiamo fatto riferimento precedentemente.
Presso l'Ufficio Brevetti americano sono depositati centinaia di brevetti riferiti alla stimolazione a distanza del cervello, metodi e sistemi per alterare la coscienza, sistemi per localizzare e inabilitare persone. La maggior parte di questi brevetti chiamano in causa l'inserimento di microchip a livello cranico o periferico.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è perché i militari, o il governo americano, dovrebbero divertirsi ad innestare questi sistemi nei loro cittadini e perché, se esiste effettivamente una fenomenologia abductions di origine extraterrestre, esistono così poche prove.
Per quanto riguarda la prima domanda è bene ricordare che gli Stati Uniti, come anche altri paesi, hanno da sempre condotto esperimenti e ricerche, più o meno segrete, che si riferiscono al controllo e alla manipolazione degli individui.
Non si tratta, come si potrebbe pensare, di una trama per un film, ma di esperimenti reali che sono stati documentati e che sono stati denunciati al Congresso degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la seconda domanda, senza compiere voli pindarici, possiamo unicamente registrare la presenza di una vasta quantità di dati non spiegabili associati ai soggetti presumibilmente rapiti.
Vari rapimenti, indagati da ricercatori della caratura di John Mack e e Budd Hopkins, lasciano interdetti anche i migliori scettici.
Se a questi dati sommiamo anche gli studi e le analisi compiute dal Dottor Roger Leir su presunti impianti di origine extraterrestre (le analisi condotte su alcuni microimpianti lasciano effettivamente stupefatti) abbiamo un quadro abbastanza ampio di fenomenologie interconnesse, ma che rimangono senza spiegazioni soddisfacenti.
Le cicatrici riportate, le operazioni cui sarebbero stati sottoposti alcuni addotti, la presenza di sintomi riconducibili ad esposizione a radiazioni e tanti altri fattori, sommati ad altre particolarità riportate dopo presunti rapimenti, non trovano la minima spiegazione sia nel campo scientifico che in quello psicologico.
Lo scenario che abbiamo fin qui delineato potrebbe condurci a credere che il fenomeno delle abductions possa effettivamente far parte di un più vasto progetto di studio di matrice governativa o militare. Non possiamo però altrettanto escludere che una ipotetica razza extraterrestre, che ci visitasse, potrebbe prelevare dei campioni umani per fini di studio e per sottoporli a vari test.
La letteratura delle abductions, per quanto vasta e dibattuta, ci presenta però al contempo casi che ci fanno escludere, dopo un'attenta indagine, eventuali scenari extraterrestri. E ci presenta altresì condizioni, testimonianze, tracce e fenomeni che sono spiegabili quasi unicamente attraverso l'ipotesi extraterrestre.
Nel più ampio ventaglio di ricerche presentate nel corso degli anni da diversi autori, vogliamo brevemente ricordare una ricerca condotta nel 1999 dai coniugi Lammer e sfociata nella pubblicazione del libro "Milabs: military mind control & alien abduction". Aspramente criticato, il libro sottolineò l'evidente connessione tra alcuni presunti rapimenti alieni e alcune operazioni, e progetti, militari-governativi americani.
Le ricerche condotte dai due coniugi fecero ulteriore luce su una serie di strutture, tecniche e sistemi che potevano essere ricondotte alla fenomenologia delle abductions.
Questo, secondo i detrattori di tale teoria, potrebbe comprovare l'ipotetica matrice terrestre dei rapimenti alieni, che si sommerebbe a quelle ipotesi che chiamerebbero in causa disfunzioni psicocognitive di vario genere per spiegare la fenomenologia.
Questo approccio si dimostra però come quanto di più sbagliato e ascientifico ci sia.
Come abbiamo infatti detto precedentemente, la fenomenologia delle abductions è talmente vasta e variegata che manifestazioni ricollegabili ad interventi terrestri non possono spiegare appieno la vastità e complessità del fenomeno.
Passiamo a vedere ora come ipotetici apparati governativi potrebbero assolvere compiti simili a quelli che vengono imputati ai rapitori alieni.
I brevetti, precedentemente citati, realizzati da Robert Tickler, sfruttano le più avanzate tecnologie per condizionamenti a livello neurale. Attraverso una rete estremamente ampia di ponti satellitari il brainradio (di appena 10 mm di grandezza) può rintracciare e monitorare una persona in ogni angolo del mondo. Tale trasponder viene alimentato, per buona parte, dall'energia elettrica creata dal nostro corpo, che lo mantiene in uno stato di latenza/standby, e soprattutto dall'energia contenuta nella portante dell'onda radio inviata per attivarlo.
Il sistema non ha così bisogno di una alimentazione integrata, e risulta praticamente eterno.
Se vediamo la tecnica utilizzata dal Dottor Jho e vediamo le immagini che corredano il brevetto di Tickler ci rendiamo subito conto come siano presenti in entrambi le stesse tecnologie, cioè pistole estremamente sofisticate in grado di inserire, a livello cranico, dei trasponder.
Questi progetti erano un tempo parte dei ben più vasti ARTICHOKE e MKULTRA Projects, realizzati dalla CIA, e da altre agenzie americane, per studiare metodi di controllo e di manipolazione mentale su soggetti umani. Se poi ci riferiamo alle ricerche e alle sperimentazioni condotte presso l'Università del Michigan, vediamo delinearsi un quadro quanto mai significativo.
Attualmente esistono tecnologie che sono rintracciabili nel più ampio contesto della letteratura sulle abductions. Nei presunti rapimenti alieni possiamo altresì ritrovare dati significativi che non sono plausibilmente associabili a presunte interferenze terrestri. Tutto ciò ci trasporta in un mondo fantastico ed incredibile che fino ad oggi ha permesso a chiunque di esprimere la propria opinione.
Lo studio di questa problematica non deve esplicarsi attraverso la censura o la ghettizzazione dei dati, ma attraverso i motori che la scienza ci permette oggi di utilizzare, al fine di ottenere una comprensione migliore del fenomeno.

Le vere abductions
Agli inizi degli anni Novanta l'organizzazione Roper effettuò un'analisi statistica su un campione di 5.937 soggetti, ai quali vennero poste 11 domande su esperienze insolite e connesse all'ufologia. I dati che ne risultarono scioccarono sia il mondo dei media che quello accademico.
Un americano su 50, secondo i dati ottenuti, nel corso della sua vita ha avuto almeno un I.R. (Incontro Ravvicinato, class. Hynek).
I detrattori hanno però affermato che il campione preso in oggetto non poteva essere attendibile, perché stimando una popolazione di 185 milioni di persone, l'indagine Roper è stata rivolta solamente allo 0,032% della popolazione americana. Un campione davvero insignificante.
Queste conclusioni non devono però scoraggiare. La ricerca sulla fenomenologia della abductions è ancora agli albori di un campo di studi che merita l'attenzione, oltre che degli interessati, della comunità scientifica.
Nel 1992, presso una delle più prestigiose università americane, il M.I.T. (Massachussets lnstitute of Technology), si è tenuto il primo congresso scientifico interamente dedicato alla fenomenologia delle abductions, accreditando così un riconoscimento alla materia in questione.
Un team di esperti si riunì per esporre l'esito di anni di ricerche e per cercare di creare una sinergia operativa e di ricerca.
Ci troviamo ora davanti ad un bivio, di fronte a cui potremmo rimanere interdetti. Se da un lato è d'obbligo usare il condizionale quando si parla di certi argomenti, è altresì fondamentale comprendere come buona parte delle informazioni riportate siano concretamente reali e non facciano parte del mondo fantastico della fantascienza.
Essendo generalmente accettato che i casi ufologici, propriamente detti, rappresentano circa il 10% (se non meno secondo alcuni ricercatori) di tutta la casistica, possiamo estendere anche queste stime al campo delle abductions? Il rimanente 90% a che cosa sarebbe imputabile?
Potremmo, in via del tutto ipotetica, congetturare che quel 5-10% possa realmente essere ricollegabile ad un'operazione aliena di studio nei confronti della nostra razza (vari fattori potrebbero supportare tale ipotesi); e potremmo ipotizzare, allo stesso modo, che la restante percentuale sia imputabile ad una vasta quantità di variabili tra cui: studi illeciti condotti da enti militari o governativi, psicopatologie, mitomanie, ecc.
Si tratta però solamente di ipotesi.
L'impegno futuro in questo campo dovrà esplicarsi in uno studio attento e scientifico di questa fenomenologia - senza estremismi di parte - e con una mente aperta verso nuove possibilità e nuove scoperte.
Gli studi e le ricerche stanno continuando, l'intento di capire la matrice di questa fenomenologia sta diventando sempre più importante e solo una coesione di forze, tra ricercatori e studiosi, potrà permettere di indirizzare i nostri sforzi verso una maggiore comprensione di questo fenomeno.


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LE ABDUCTIONS E LA SINDROME DA PARALISI NOTTURNE



di Enrico Baccarini (Prima Parte)
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 44 del Maggio 2003


Decenni di studi compiuti dalla Psicologia Sperimentale hanno permesso di ampliare i già vasti campi di ricerca della psicologica moderna permettendo altresì a studiosi e ricercatori di gettare nuova luce su antiche patologie o sindromi associate, nel passato, ad interventi "superiori" ovvero demoniaci.
Le varie aree di ricerca delineatesi fino ad oggi hanno permesso di tracciare degli itinerari su cui poter studiare e capire quella meravigliosa macchina che è il nostro cervello, sebbene nel contempo risulti ancora preclusa alla nostra comprensione una vasta serie di meccanismi e fattori propri del nostro sistema cognitivo e cerebrale. In tal senso si è cercato di studiare diverse forme patologiche, o causate da un'alterazione del sistema cognitivo-percettivo umano, al fine di cercare spiegazioni coerenti e scientifiche nei confronti di questi "stati modificati" della nostra mente e della nostra percezione. Lo studio di quest'ultima ha giocato un ruolo fondamentale in queste ricerche, delineando nuovi campi e nuovi approcci diagnostici nei confronti di soggetti affetti da tali "disfunzioni cognitive". All'interno di queste strane "forme" riscontrate dagli studiosi abbiamo rinvenuto una forma di dissonanza cognitiva molto interessante che ha colpito la nostra attenzione, la "Paralisi Notturna associata ad Allucinazioni Ipnagogiche e Ipnopompiche". Dietro questa terminologia specialistica si nasconde una patologia estremamente interessante che sembrerebbe colpire il 25-30% della popolazione mondiale almeno una volta nell'arco della vita. A tale percentuale si associa un ulteriore 20-30% di soggetti che avrebbero ripetutamente sperimentato tale stato.
La "paralisi notturna", o più propriamente, come abbiamo detto, "Paralisi Notturna associata ad Allucinazioni Ipnagogiche e Ipnopompiche", è stata soventemente associata da diversi psicologi, negli ultimi anni, a strane manifestazioni notturne, ad allucinazioni e a vere e proprie "invasioni" notturne ad opera di esseri umanoidi frutto, secondo questi studiosi, di una costruzione mentale del soggetto. È fuori discussione che tale forma di alterazione cognitiva esista e si manifesti con precise forme percettive e intrusive, ma siamo in grado di spiegare la fenomenologia delle "abductions" attraverso queste forme modificate o patologiche 1 della nostra coscienza?
I dati oggi in nostro possesso non ci permettono ancora di avere risposte certe, ma sicuramente l'iter fenomenologico descrittoci nei resoconti testimoniali di soggetti addotti da presunti esseri alieni sembra differire notevolmente in un numero cospicuo di casi.
La "Paralisi nel Sonno" (SP) è un fenomeno transiente che implica uno stato involontario di immobilità che può avvenire poco prima di addormentarsi o durante un risveglio brusco. Viene classificato come un sonno parallelo associato al sonno in fase REM. Esperienze associate con la "paralisi nel sonno" sono abbastanza comuni, esistono inoltre molte esperienze differenti che sono associabili con questi "disordini" del sonno.
L'individuo si trova in uno stato di semi-veglia in cui si ritrova "paralizzato", anche se diversi soggetti sono in grado di aprire gli occhi e sono successivamente in grado di descrivere le proprie esperienze sia a livello visivo che fisico. I soggetti che riferiscono di aver vissuto questo disordine del sonno affermano di essere stati anche soggetti ad esperienze allucinatorie "ipnopompiche" e "ipnagogiche" (HHE).
Durante la "paralisi nel sonno" riscontriamo tre classi differenti di allucinazioni, associate spesso dai soggetti come simili a fenomeno paranormali o soprannaturali:

- La prima forma allucinatoria viene definita da "lntruder", in cui il soggetto percepisce una presenza nella propria stanza, spesso associando la manifestazione ad allucinazioni visive ed uditive. Diversi soggetti hanno descritto, nel corso del tempo, un fenomeno conosciuto come "Old Hag", ovvero un'ombra di natura ignota che sembra aggirarsi intorno al soggetto.
- La seconda forma allucinatoria viene definita "lncubus", e consiste nella sensazione di una pressione sulla testa, difficoltà di respirare e panico. Molti soggetti hanno "avvertito" la presenza di "qualcosa" che sembrava soffocarli e che toccava loro la testa.
- Il terzo fattore sono le "UB.E", ovvero "esperienze corporee inusuali" (Unusual Bodily Experiences) in cui il soggetto ha la sensazione di volare, fluttuare nell'aria, uscire dal proprio corpo (O.O.B.E., ovvero Esperienze Extra-Corporee).

I ricercatori dell'Università di Waterloo hanno cercato di spiegare il fenomeno delle "abductions" attraverso i correlati testimoniali che la patologia sopra esposta sembrerebbe possedere in riferimento alle testimonianze riferite da soggetti presumibilmente rapiti da esseri alieni.
Se da un lato non possiamo negare la possibilità che alla base di alcuni resoconti testimoniali possa effettivamente esistere l'insorgenza di tale patologia, i ricercatori stessi non sono stati però acutamente attenti nello studiare la vasta letteratura inerente i rapimenti alieni.
Siamo infatti davanti ad un problema fondamentale. Come potremmo spiegarci, chiamando in causa la teoria della paralisi nel sonno con associazione di allucinazioni, i casi in cui i testimoni si trovavano al di fuori del proprio letto (in macchina, per strada, in un bosco e via dicendo)?
Come potremmo spiegarci casi storici come quello dei coniugi Hill e di Travis Walton in USA o di Enrico Carotenuto (nella pampa brasiliana)?
Dovremmo ipotizzare che nel momento in cui questi soggetti furono rapiti siano stati colti da un istantaneo quanto repentino attacco di sonno? Pensiamo sinceramente di no.
Il problema di fondo che sembra delinearsi in alcune delle ricerche che tentano di spiegare il fenomeno delle "abductions" sembra essere proprio quello di ricercare una spiegazione che si adatti bene ad "una" data fenomenologia, senza prendere però in considerazione l'enorme vastità e le variegate esperienze vissute da soggetti che affermano di essere rapiti da esseri alieni.
Sempre recentemente un altro ricercatore ha presentato al mondo scientifico il frutto di alcune ricerche effettuate sul fenomeno delle abductions.
R. McNally è Professore Ordinario di Psicologia alla prestigiosa Università americana di Harvard. Interessato al fenomeno delle "abductions", McNally decise lo scorso anno di capire se questi soggetti avessero vissuto realmente le esperienze che sembravano averli cosi tanto toccati.
Prima di effettuare queste ricerche McNally rilasciò diverse interviste a giornali del luogo, nelle quali più volte si dichiarò fermamente convinto che le strane esperienze vissute da certi soggetti non fossero altro che il frutto di un condizionamento o di una patologia interna all'organismo e non frutto di un reale rapimento da esseri alieni.
I presupposti per una ricerca che dovrebbe essere seria, rigorosa e soprattutto imparziale, cascarono quindi repentinamente tradendo tutta la sua posizione preconcetta e prevenuta.
Paralogismi di questo tipo condizionano negativamente le ricerche, conducendole inesorabilmente a produrre risultati "mirati" in linea solo con le aspettative dello sperimentatore.
Ma McNally non ha desistito e dopo poco tempo pubblicò una serie di articoli su alcuni quotidiani di Boston, cercando soggetti che ritenessero di aver vissuto esperienze strane o credessero di essere stati rapiti da esseri alieni.
Accanto a questi soggetti (il Gruppo Sperimentale) cercò dei testimoni "vergini" (il Gruppo di Controllo) che sarebbero stati condizionati nel credere di avere vissuto determinate esperienze. Su quasi mille soggetti che risposero all'annuncio, ne vennero selezionati "solo dieci".
La ricerca si prefisse lo scopo di "creare" falsi ricordi nei soggetti vergini per poi confrontarli con quelli che erano i resoconti testimoniali di soggetti che riferivano di essere stati rapiti da esseri alieni.
I risultati dello studio (neanche a farlo apposta) furono categorici: "i Disordini Post Traumatici da Stress vissuti da soggetti rapiti da esseri alieni sono solo il frutto di una 'creazione' mentale e non le reali conseguenze di un incontro traumatico con esseri provenienti da altri mondi".
Ci chiediamo in tutta sincerità come si possa definire seria, e soprattutto valida, una ricerca che sia così viziata fin dai suoi inizi.
Un McNally ha ragione nel dire che attraverso il condizionamento operante, il condizionamento classico o certe forme di ipnosi siamo in grado di condizionare un soggetto, e di fargli credere (dopo diverse sedute) di aver vissuto esperienze che in realtà sono solo il frutto della mente fervida dello sperimentatore.
Ciò non ci permette però di spiegare la vastità del fenomeno delle abduction e non ci permette di capire come i soggetti rapiti possano ritrovarsi nel proprio corpo strane cicatrici o guarire da malattie ritenuti incurabili o addirittura scoprire, dopo esami medici, strani "oggetti" variamente inseriti in zone del corpo pressoché inaccessibili (come l'ipofisi, il talamo, la zona retrostante il bulbo oculare).
Ci ritroviamo, dunque, davanti a studi che indubbiamente cercano di presentare come veritiere spiegazioni che in realtà si possono definire viziate o totalmente errate.
In quasi quaranta anni di conoscenza di questa fenomenologia, nessuno studio condotto dalla scienza ufficiale è stato ancora in grado di fare minimamente luce su quali siano le reali matrici di questo fenomeno come nessuno studio specifico condotto dagli ufologi è stato in grado di far avanzare la ricerca in questo settore.
Il fatto è che molte e sempre nuove domande sembrano celarsi dietro questo fenomeno e nessuna sembra ancora avere trovato una risposta certa.

[align=right]Note:
1. La differenza tra gli "Stati Modificati di Coscienza" (S.M.C.) e gli "Stati Alterati di Coscienza" (S.A.C.) non è tanto marginale quanto potrebbe sembrare. Per S.M.C. si intende comunemente, in psicologia, una modificazione nella produzione biochimica, di determinate sostanze del cervello (vedi ad esempio le endorfine) o di sostanze esterne, non dovuta però ad una forma patologica ma ad un intervento farmacologico-biologico endogeno o esogeno al nostro organismo. Per quanto riguarda invece gli S.A.C. si intende comunemente alterazioni della coscienza ad opera di uno stato patologico, quindi negativo (per esempio causato da una malattia) che inducono allucinazioni ed un distaccamento percettivo dalla realtà che ci circonda.
[/align]


Ultima modifica di Bastion il 06/03/2011, 14:38, modificato 1 volta in totale.

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