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MessaggioInviato: 07/03/2011, 14:48 
SEAN CASTEEL INTERVISTA IL PROF. DAVID JACOBS



Il dott. David Jacobs, Professore della Temple University e autore di due libri molto noti come "La controversia sugli UFO in America" e "Vita Segreta" ha speso più di 30 anni della sua vita nella ricerca sugli UFO e sui rapimenti alieni. Ma é stato solo recentemente che ha affermato di avere la sensazione di aver risolto in parte questo mistero. Le conclusioni a cui é arrivato costituiscono l'argomento del suo terzo libro "The Threat" Ma la scoperta di quelle che lui considera le risposte alle sue ricerche non rappresenta per Jacobs un lieto evento. Ci ha infatti recentemente raccontato che ora si avvicina a questo argomento con un atteggiamento di paura e di profonda preoccupazione per il futuro dell'umanità e del pianeta che noi chiamiamo casa.

Casteel: Che cosa vogliono veramente da noi gli alieni?

Jacobs: La domanda fondamentale da porsi riguardo al fenomeno UFO é questa: "Per quale dannato motivo pensi che loro siano qui?" Questa é la domanda a cui ho cercato di rispondere in questo libro. Cosa significa tutto questo? Che cosa sta succedendo? Perché sta succedendo? Perché la gente dice che queste cose stanno capitando? Così quello che ho fatto é stato di rispondere a queste domande come meglio potevo utilizzando tutte le informazioni possibili di cui disponevo frutto di 11 anni di piuttosto intense ricerche nel campo dei rapimenti alieni. E quello che ho scoperto é che si tratta di un vero e proprio programma. Loro non sono qui soltanto perché ci stanno esaminando o per studiare le persone o per fare esperimenti sulla gente. Non so Sean se ricordi che ho dato una lezione a tal proposito a Los Angeles il giorno in cui incontrammo. Loro non sono qui sulla Terra per effettuare in qualche modo una specie di esame su di noi. Loro sono qui per compiere una missione ben precisa. Loro sono qui avendo in mente un chiaro obiettivo. Hanno un programma. E si tratta di un programma con un inizio, una fase intermedia ed una fine. Si tratta di un programma che é finalizzato al raggiungimento di una meta e io penso che stiamo per entrare nella fase finale di questo programma. Credo che ci stiamo muovendo verso la fine di tutta questa faccenda. In definitiva il programma non é quello di rapire le persone. I rapimenti, bisogna ricordarlo, rappresentano soltanto il mezzo per raggiungere uno scopo. Loro rapiscono le persone per raggiungere uno scopo. Esiste certamente una ragione per cui lo fanno. L'atto fisico di rapire la gente, vale a dire il fenomeno dei rapimenti alieni, é soltanto una parte del programma. Quello che ho fatto nel mio libro é dividere il programma nelle sue diverse parti: un programma di rapimenti, un programma di incrocio, un programma di ibridazioine che danno ragione di tutte le attività riproduttive che osserviamo e che spiega perché la gente vede ibridi neonati, bambini, adolescenti ed infine adulti. E al termine di tutto questo io penso che seguirà un programma di integrazione nel quale alla fine questi ibridi dall'aspetto molto umano saranno integrati nella nostra società e saranno quelli che alla fine presumo ne assumeranno il controllo in quanto sono dotati di una tecnologia superiore e posseggono superiori capacità fisiologiche che noi non abbiamo. Credo perciò che diventeremo una sorta di cittadini di seconda classe. Trovo che questo sia molto inquietante. E la cosa interessante é che veramente non vedo altri possibili scenari. So che molta gente sente che si tratta invece di un fatto positivo e meraviglioso, che loro sono qui per aiutarci, ma nei casi che io ho studiato molto attentamente, molto approfonditamente e per lungo tempo non ho trovato persone che parlavano di questo. Quando le persone addotte trattano del futuro, generalmente parlando, si riferiscono a questo programma di integrazione che loro stanno affrontando e che noi tutti stiamo affrontando. Io sono coinvolto nel campo della ricerca ufologica da circa 32 anni fin dal lontano 1965 e non sono mai stato così abbattuto o depresso da questo fenomeno come lo sono adesso. Non sono mai stato pessimista a riguardo. Sono sempre stato pieno di meraviglia, di soggezione e di stupore nei suoi riguardi. Sono stato entusiasta e ottimista. Ma devo dire che adesso che conosco quello che conosco, cioè molto, sono molto ma molto irrequieto e triste per quello che vedo. Non mi piace quello che vedo. Desidererei non averlo visto. Desidererei di non averlo scoperto. Questa cosa mi fa disperare. Questa cosa fa nascere in me una tremenda sensazione di preoccupazione per il nostro futuro. Veramente é una cosa che non mi piace per niente. Non si tratta di fare fare l'uccello del malaugurio ma non avrei mai immaginato di giungere ad una simile conclusione. Non avrei mai immaginato in passato di vedere quello che vedo adesso e quello che ho scoperto su questo fenomeno. Adesso però sono convinto dall'evidenza. Penso che noi ci troviamo di fronte ad una faccenda molto seria che sta avvenendo sotto il nostro naso. Come ben sai il fenomeno UFO- Abduction é molto diffuso e la gente ha visto decine di migliaia, centinaia di migliaia, forse milioni di UFO, in tutte le parti della terra oramai da molto tempo, almeno per tutto il XX secolo e certamente dal 1947 in poi. Questo significa che la quantità di tempo e di energia investita in questo programma é veramente enorme. Questo significa che questo programma riveste una tremenda importanza per queste creature. E c'é anche un altro aspetto sconcertante: si tratta di una fenomeno segreto. Loro non vogliono che noi ci accorgiamo di quello che ci stanno facendo. Non vogliono che noi interferiamo con l'esecuzione del loro programma. Si tratta di un atto cosciente di un programma di segretezza per prevenire la scoperta da parte nostra. E accidenti questo mi sconforta molto Sean.

Casteel: Così la ragione di tutto questo sentimento negativo e di depressione che tu hai nasce dalla tua sensazione che tu, io e le persone come noi, normali abitanti umani del pianeta Terra, saremo in qualche modo soggetti ad una forte forma di oppressione?

Jacobs: Di autorità, giusto. Penso veramente che qualche cosa di simile stia per succedere. Comunque io guardi la cosa c'é un solo scenario che mi piace, tutto il resto non mi piace affatto. L'unico scenario che mi piace é quello che un giorno loro diranno agli addotti: "Il nostro programma é oramai completato. Abbiamo raggiunto la nostra meta. Abbiamo preso quello di cui avevamo bisogno. Grazie tante per il vostro aiuto. Grazie per la vostra cooperazione. Stiamo per andarcene ora. Nessuno saprà mai se veramente ci siamo stati. La gente si domanderà per sempre se é stata rapita o no. Grazie e buona notte." Questo sarebbe il mio scenario preferito. Lo scenario che amo. Ma in realtà non abbiamo mai ascoltato una cosa simile. Ascoltiamo invece sempre di uno scenario che riguarda il futuro nel quale queste creature affermano che loro stanno per arrivare qui per stare con noi sulla Terra. E che tutto sarà meraviglioso. Che tutto sarà grande e molto piacevole. Che questo futuro piacerà a noi, piacerà a loro, piacerà a tutti. Questo é il futuro secondo loro. Ma quando guardo alla loro società e quando do uno sguardo al futuro nel quale loro avranno il controllo grazie alla loro superiorità tecnologica e fisiologica vedo una società molto differente da quella attuale. Vedo una società che é molto più limitata e di molto più controllata. L'intero concetto di libertà individuale in questo tipo di società sarà messa in discussione e questo non mi piace affatto. Non lo voglio. Vorrei piuttosto che gli uomini continuino a fare i loro errori e che risolvano i loro problemi da soli. Penso che noi uomini siamo perfettamente in grado di farlo. Penso che noi uomini possiamo vivere tutti insieme in un futuro di felicità. Credo che questo rientri nel novero delle cose possibili.

Casteel: Così loro descrivono una specie di Utopia per quello che sta per succedere?

Jacobs: Loro descrivono un quadro di quello che loro considerano essere buono per loro stessi e loro vivono in una società controllata. Vivono in una società dove ognuno sa e conosce esattamente quale é il suo lavoro, loro vivono in una società dove tutto é controllato. La capacità delle persone di agire in modo indipendente é molto limitata. E questo proprio non mi piace. Sono pieno di apprensione riguardo a questa faccenda. Ora la chiave di tutto é che loro sono qui per una ragione. Loro non stanno studiando o sperimentando qualcosa su di noi e tengono le loro attività segrete in modo tale che noi non possiamo scoprirle.

Casteel: questo é quello che tu stavi dicendo alla conferenza di Los Angeles, cioé che loro sono molto più avanti rispetto ad una fase sperimentale?

Jacobs: Esatto. Infatti questo era il titolo della lettura: "Si tratta di un esperimento o di un programma?" Non é necessario essere uno scienziato di astronautica per vedere quello che sta succedendo. E' accaduto in tutto il mondo a milioni di persone per cinquanta anni, giorno dopo giorno, ventiquattro ore al giorno: che tipo di esperimento é questo? E poi ci sono molte altre ragioni per cui non si tratta di un esperimento. E' sconcertante ma é così. Credo che nel libro fondamentalmente io presento avanzate ipotesi che potrebbero benissimo essere confacenti a quello che tutto il fenomeno UFO rappresenta. Questo lavoro non rappresenta certo la parola fine dello studio di questo fenomeno ma credo di aver illuminato con dei flesh quelli che sono gli scopi e quali sono le mete. Noi non siamo sicuri di aver risposto a tutti i "perché" ed in primo luogo: per quale motivo stanno facendo questo? Che senso ha? Noi in realtà non lo sappiamo ma credo che questa é certamente una risposta ipotetica al puzzle UFO. Questo é quello che noi vediamo e perciò penso che ci aspetta un futuro molto difficile.

Casteel: Così la parte del libro:"Come loro hanno previsto di raggiungere lo scopo" tratta del programmi di incrocio e di ibridazione?

Jacobs: Si, ma come questo piano stia per essere sviluppato veramente non lo so. Ci sono molti possibili scenari diversi. C'é lo scenario del disastro di cui gli addotti parlano spesso. Abbiamo racconti di uno scenario simile oramai da diversi anni. Veramente non so come questo stia per avvenire. Se sta per avvenire un disastro o no. Esiste anche uno scenario dove loro si integrano pian piano nella nostra società e noi persino non ci accorgiamo che una cosa simile stia avvenendo. Io credo che la verità potrebbe trovarsi nel mezzo. Noi realmente non sappiamo come avverrà quello che gli alieni e gli addotti chiamano "Il Cambiamento." Noi veramente non ne sappiamo per adesso abbastanza.

Casteel: Ma agli addotti vengono presentate visioni del mondo in fiamme o di disastri naturali o cose di questo tipo?

Jacobs: Si. Si tratta di tutti i tipi di scenari di disastro immaginabili che comprendono la guerra atomica, asteroidi che colpiscono la Terra, inondazioni, pestilenze, fame e cose del genere. Si tratta di una sorta di disastro generalizzato provocato da una vasta gamma di possibili catastrofi sebbene la gente riporta più frequentemente guerre atomiche o spaccature in due della Terra o la Terra che viene distrutta da una cometa o cose del genere piuttosto che altre cose. Ma non credo che sia importante di quale catastrofe particolare si tratterà ma é l'idea stessa del disastro che rappresenta la cosa più importante. Io non so se questo é vero oppure no. Noi veramente non lo sappiamo perché ci potrebbe essere anche uno scenario molto diverso da questo. Io sono propenso a credere che si tratta di un programma di integrazione e questo programma sta già funzionando, loro saranno integrati in questa società e questo é quello che sta avvenendo. Come io dico in tutti i miei libri é possibile che abbia commesso degli errori. Potrei sbagliare in qualche modo e da qualche parte Dio solo sa in quanti modi ma credo che questa ipotesi che sto presentando qui é supportata dall'evidenza dei fatti. E ciò é quello che é più inquietante. Tutto quello che ho scritto in questo libro é basato sulle evidenze. E questo é il motivo per cui si tratta di un libro con cui é difficile andare d'accordo.

Casteel: Quindi é una specie di "Invasione degli Ultracorpi," dove si finisce con la frase:"E' meglio così. Noi adesso non abbiamo più dolore".

Jacobs: Hai proprio ragione anche io ho pensato alla similitudine con la trama di questo film di fantascienza. E una delle cose per le quali sono stato criticato é proprio perché questo libro ha una qualche caratteristica fantascientifica e la gente per questo dice: "Perciò é fantascienza."Ma Commettono l'errore di cercare somiglianze con la fantascienza asserendo che le somiglianze sono di fatto uguaglianze cosa che naturalmente non é. Esistono esempi di parallelismo tra la science-finction e quello che loro fanno e quello che sta avvenendo e certamente uno di questi é il film "L'invasione degli Ultracorpi."Ma ci sono anche molti altri parallelismi che si possono trovare nella science-finction e se guardi abbastanza approfonditamente comincerai a trovare dei pezzi di qua e di la ma io non credo che si tratta di una storia di fantascienza. Bisogna ricordare che la maggior parte degli addotti non é un cultore o un appassionato di questo genere fantascientifico. La maggior parte delle persone con le quali ho lavorato dicono che non seguono la fantascienza. Non hanno visto questi film. Non conoscono questo tipo di materiale come certe persone cercano di farmi credere. La fantascienza é diffusa ovunque ma non corrisponde esattamente a quello che dico io. Devi tener presente che il fenomeno abduction, seppur simile in qualche punto agli scenari di fantascienza, é veramente molto differente in quasi tutte le sue componenti. Si tratta veramente di un differente tipo di situazione. Ci sono situazioni in cui la gente vede altre persone che vengono addotte e persone che scompaiono fisicamente dal loro ambiente normale. Esiste una forte componente fisica che é molto difficile da spiegare con la semplice suggestione.

Casteel: Una cosa che penso sia interessante é il modo con cui tu hai spiegato i vari gradi che esistono tra gli ibridi, le varie percentuali di combinazione tra l'umano e l'alieno.

Jacobs: Si, ho cercato di portare avanti un nuovo concetto di ibridazione. Uno che é molto più sensato e un'altro che é più in accordo con l'evidenza e che é presentato dagli addotti.

Casteel: Come le sottili gradazioni tra i vari tipi di ibridi?

Jacobs: Giusto. E tu sai che tutto questo ha un senso. Questo risponde a un sacco di cose. Ha un senso in primo luogo perché gli addotti lo raccontano. Ho potuto fare una suddivisione in una sorta di ibridi del primo stadio, di uno intermedio e di uno stadio avanzato. Ma una delle cose interessanti di questo fenomeno, Sean, é che io parlo di bambini e di che tipo di giocattoli con cui loro giocavano, di ragazzi e dei giocattoli con cui loro giocavano. E parlo anche di una specie di giochino elettronico con cui armeggiava un ibrido adolescente, ricordi? Si tratta della scena di quando lui aveva una scatola con dei pulsanti che doveva premere e se premeva quelli giusti dalla scatola scattava un flash. Ti ricordi?

Casteel: Si certo, una specie di Nintendo Alieno o una cosa del genere.

Jacobs: Esatto. Conosciamo abbastanza sui giocattoli alieni, sui giocattoli dei bambini ibridi e su quello che loro fanno. Ho speso molto tempo per studiare i bambini ibridi. Se queste fossero entità psicologiche non saremmo stati in grado di descrivere certi giocattoli che loro usano e che sono stati descritti anche da molte altre persone. Stiamo imparando tanto su questo fenomeno e tutto quello che noi impariamo va nella direzione di un programma di integrazione. Ricordi che ho parlato di una donna addotta che era coinvolta in una sorta di lezione nella quale lei aveva di fronte una classe di ibridi e che a loro venne mostrata la figura di una cane?

Casteel: Giusto e lei pensava che le fosse richiesto di dover spiegare tutte le cose che avvengono sulla Terra.

Jacobs: E le veniva chiesto: "A che cosa serve un cane?" e lei rispose: "E' un compagno." Come vedi tutto questo conduce verso l'integrazione. Tutto porta a questo. E questa é la cosa che più mi preoccupa: questo interesse verso le cose della Terra. Non credo che si tratti di una sorte di interesse "astratto" ma credo che questo interesse abbia una sua precisa ragione. La cosa interessante é che loro non dicono:"Come eleggete un Presidente?" "Che cosa fate il Sabato sera?" Loro non sono interessati alla politica all'economia, alla cultura, alla società degli uomini. Di questo loro non si preoccupano e quasi mai vengono fatte domande che riguardano questi argomenti. Ma se questo fenomeno fosse psicologico noi ci aspetteremmo di ricevere domande di questo tipo. Invece loro sono interessati alla fisiologia, sono interessati all'anatomia, sono interessati alla natura, all'ambiente, agli animali e a cose di questo genere. Cose non necessariamente fatte dall'uomo. Come se nel futuro non sarà importante quello che noi abbiamo costruito. L'unica cosa che sta per diventare importante é quello che Loro fanno. Tu vorresti che loro facessero domande su Clinton o qualcosa che ti faccia pensare che loro veramente stanno imparando cose che riguardano la nostra società. Ma di fatto se loro si integrano in questa società stanno per sovrapporre la loro società alla nostra. E la nostra società sta per avere nessuna importanza. Questa é la mia interpretazione. Potrebbe essere una interpretazione assolutamente errata ma questa é certamente la mia interpretazione.

Casteel: Supponendo che tutto ciò sia inevitabile ci si potrebbe aggrappare in qualche modo ad una piccola speranza dicendo che in fondo potrebbe anche essere una cosa buona.

Jacobs: L'unica speranza che ho adesso é veramente niente di più che una speranza. La speranza che io nutro ora é rappresentata dal fatto che tutta la questione é ancora segreta. Vale a dire che fino a quando tutta la faccenda rimarrà segreta loro ritengono di essere ancora vulnerabili e perciò esiste ancora il modo per noi di colpire il loro programma. Non é un grosso appiglio a cui aggrapparsi secondo me. Tu sai che io dispero oramai che la comunità scientifica stia per rendersi conto dell'importanza di quello che sta succedendo davanti a noi. Anche se credo che a questo punto anche se loro lo facessero é passata troppa acqua sotto i ponti e abbiamo da lungo tempo superato la linea di non ritorno e che in realtà oramai non fa più molta differenza. Può darsi che 30 o 40 anni fa questo avrebbe potuto cambiare le cose ma io vedo un futuro dove la comunità scientifica non si interessa di questa materia. Non é successo in passato e a meno che non avvenga qualche fatto eccezionale qualche sorta di rilevazione improvvisa, qualcosa di incredibile tipo "Clinton dichiara di essere un alieno" o cose di questo genere non vedo proprio come possano interessarsi alla cosa. Hanno avuto più della metà di un secolo per interessarsi di questo problema e non lo hanno fatto. Ho speso tutta la mia vita adulta a studiare intensamente questa materia anno dopo anno. Ho una laurea in Psicologia e sono l'unico che ha un corso di insegnamento universitario di questa materia. L'unico regolarmente riconosciuto in America e che ho tenuto per 19 anni. Ho scritto tre libri sull'argomento e molti articoli e non ho mai provato la disperazione che provo adesso che stiamo guardando ed esaminando nel profondo il problema. E quelo che vedo non é esattamente quello che mi spettavo. Non é quello che nessuno si aspettava. Non mi piace. Questa é una di quelle situazioni in cui tu puoi disperarti ma devi continuare a vivere la tua vita come se non stesse succedendo nulla. E' l'unico modo per andare avanti ed é il modo con cui io vado avanti. E inoltre tu sai che io ho due bambini. Così quando li guardo guardo poi al libro e non so che tipo di futuro li aspetta. Questa é la verità. Veramente non lo so. E non si tratta solo di parole. Questo é per me motivo di grande preoccupazione. Veramente non so che tipo di futuro avranno i miei figli.

Casteel: Credo che un filo di speranza é riposto nella possibilità che vivere sotto di loro non necessariamente significherà vivere sotto una crudele forma di oppressione.

Jacobs: Certamente, questo é possibile. Non credo che si tratterà di una crudele forma di oppressione. Ma credo che sarà molto diverso e che non sarà di nostro gradimento. Non credo che noi umani verremo frustati come schiavi in una galea ma allo stesso tempo non vedo la stessa libertà di movimento e di azione che abbiamo adesso. La libertà individuale e la libertà di pensiero non saranno le stesse in futuro come sono adesso. Devi ricordare che queste sono creature telepatiche. Essi si collegano ai tuoi pensieri. Io non voglio che qualcuno abbia accesso ai miei pensieri. Quando sono stato in Brasile qualche tempo fa ho dato una intervista su cosa significa una società basata sulla telepatia spiegata sulla base delle testimonianze degli addotti. E Sean ti assicuro che tu non vorresti vivere in questo tipo di società. Tu desideri tenere i tuoi pensieri privati. Vuoi avere la tua espressione individuale. Tu desideri fare quello che vuoi senza che lo sappiano tutti. Si tratta di un tipo diverso di società.

Così L'integrazione aliena nella società terreste é un già un dato di fatto? Perderemo noi molte delle libertà di cui attualmente godiamo a causa delle superiori capacità degli alieni e dei discendenti degli ibridi che fanno già parte di noi? Il vecchio detto "Chi vivrà vedrà" sembra essere appropriato al mistero degli UFO e citando il cantante rock Tom Petty "L'attesa é la parte più dura"


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 14:53 
INTERVISTA A KARLA TURNER



CF: Tu sei riconosciuta ampiamente come una degli esperti di punta nel campo della ricerca sugli UFO e dei rapimenti alieni. Come hai cominciato a interessarti di queste cose?

KT: La nostra famiglia non sapeva niente del fenomeno quando cominciammo ad avvistare UFO e a subire rapimenti. Essendo una ricercatrice cominciai a cercare nella letteratura ufologica per ottenere una spiegazione. Quando avevo acquisito tutto quello che era disponibile non trovai alcuna risposta che io sentissi fosse verosimile. Allora decisi che si trattava di un fatto importante per la mia famiglia (se non per tutto il mondo) e che l’unico modo per avere risposte era quello di ricercare per conto mio. L’unico modo per fare ricerche in questo campo era quello di andar fuori sul campo e confrontarsi con i casi di abduction.

CF: Fu “Into the Fringe” (il primo libro di Karla, non pubblicato in Italia; n.d.t.) il risultato di questa prima ricerca?

KT. In realtà “Into the Fringe” non fu il risultato delle mie ricerche per ottenere risposte alle mie domande ma si tratta piuttosto del racconto del risveglio della mia famiglia e della convivenza con queste esperienze durante il primo anno e mezzo quando queste furono molto intense. Fu soltanto dopo che cominciai ad espandere i miei obbiettivi e a lavorare con altre persone. Ebbi modo di lavorare con Barbara Bartholic sul caso mio e della mia famiglia e cominciai con lei a lavorare anche su altri casi. Molte volte lei dovette venire in Texas dove io vivevo per preparare sessioni di lavoro di 4-5 giorni durante i quali la gente che doveva essere trattata da lei veniva a casa mia per portarle in ipnosi regressiva. Io cominciai ad imparare da lei come sua assistente. In seguito il lavoro con Barbara divenne così pesante che lei non fu più in grado di sostenerlo. Non ci volle più molto tempo per me perché da assistente, effettuando solo i preliminari delle sedute, cominciai a lavorare da sola. Fu così che il mio coinvolgimento si sviluppò progressivamente.

CF: Noi abbiamo trovato in molti casi che i genitori degli addotti, qualche volta i nonni, hanno avuto lo stesso tipo di incontri. Hai riscontrato una cosa simile anche nella tua famiglia?

KT: Si, certamente é "transgenerazionale" nella famiglia di Elton (Elton è il marito della dott. Turner a cui fu dato lo pseudonimo di “Casey” nei suoi libri “Into the Fringe" e "Taken"n.d.t). Prima che la nonna di Elton morisse nel 1991 la famiglia si rendeva conto che lei era vicina alla fine dei suoi giorni. Così le chiesero di raccontare qualcuna delle vecchie storie e videoregistrarono le sue risposte per conservarle in futuro. Mia madre rifiutò di dire qualsiasi cosa perché era troppo terrorizzante per lei. Non aveva ancora finito di leggere il mio libro “Into the Fringe” e ogni volta che leggeva una o due pagine diventava così triste che non poteva più proseguire. Questa circostanza mi suggerisce che c’è probabilmente una ragione per questo suo comportamento. Mi ricordo che nel 1965 quando io ero al liceo ci fu un grande UFO flap che venne menzionato tra le notizie nazionali. Fu una delle poche volte nelle quali io prestai attenzione alle faccende degli UFO. Un giorno mia madre ed io stavamo guardando la TV mentre facevamo qualcosa in cucina. Walter Cronkite stava parlando dell’UFO flap e io dissi a mia madre che se l’UFO fosse atterrato nel cortile probabilmente sarei andata via con lui. Mia madre, che era una persona estremamente gentile perché mai aveva alzato la voce con me o mi aveva mai picchiato, interruppe quello che stava facendo, mi prese per le spalle e mi scosse fino a quando io sentì come se i miei denti stessero per cadere uno ad uno di lì a poco. Per tutto il tempo mentre lo faceva gridava a voce alta: “Giurami che tu mai, mai e poi mai andrai su uno di quei cosi! Non ti azzardare a dire mai più una cosa del genere!” E’questo l’unico scoppio d'ira che io sappia mia madre ha mai avuto in tutta la sua vita. Io adesso so dalle mie ricerche che reazioni estreme come quella rispetto a questo fenomeno sono spesso una spia che una persona ha avuto simili esperienze.

CF: Tu hai menzionato l’uso dell’ipnosi che è stata motivo di molte controversie. Alcuni ricercatori hanno detto che molta gente sotto ipnosi può venir fuori con scenari che in realtà non sono avvenuti solo per compiacere l’ipnotizzatore. Alcuni hanno detto anche che i molti livelli in cui può essere scomposta l'esperienza, dove uno può penetrare attraverso le iniziali memorie schermo e poi scoprire le vere memorie nascoste, diverse dalle prime, sono artefatti del processo di ipnosi. Quale è la tua opinione in proposito?

KT: Io penso che questa posizione é assolutamente insostenibile. Queste affermazioni nascono da quello che io chiamo "ricerca in poltrona"(…) Questi parlano senza conoscere. Loro parlano per ipotesi e le loro opinioni sono basate su un'errata comprensione del fenomeno, delle esperienze e del controllo esercitato dagli alieni sugli addotti durante queste esperienze. E’facile filosofare su qualsiasi tipo di possibile spiegazione ma questo non significa che queste spiegazioni abbiano una relazione con quello che sta realmente avvenendo. Inoltre ci sono buoni ipnotizzatori e cattivi ipnotizzatori. Un buon ipnotizzatore non violerà mai la volontà di una persona né cercherà di alterare la sua percezione della realtà, di inserire non richieste suggestioni post-ipnotiche nella mente dell’individuo né tentare di far loro credere cose che essi non vorrebbero accettare in stato di piena coscienza. Questo è il pericolo dell’ipnosi. Mentre è in questo stato un soggetto ipnotizzato è completamente alla mercé dell’ipnotizzatore. Questo è il motivo per cui un ipnotizzatore che ha a che fare con memorie soppresse deve essere uno assolutamente credibile. Nessuno dovrebbe mai "mettersi sotto” senza che ci sia almeno un altro individuo di sua assoluta fiducia nella stanza che controlli l’operato dell' ipnotizzatore. L'ipnotismo è un affare serio e non dovrebbe mai essere effettuato da qualcuno che non è qualificato a praticarlo. Un cattivo ipnotizzatore probabilmente può pasticciare un certo numero di cose. Io so che persone che sono andate sotto ipnosi per problemi di fumo o di cattiva alimentazione hanno qualche volta sofferto ancora di più dopo l'ipnosi. Ovviamente alcune cose possono essere mal trattate ma la mia esperienza con l’ipnosi é che la somiglianza tra quello che é stato ricordato con quello che é accaduto in parecchi casi si è dimostrata essere precisa.(…)Concludo dicendo che l’ipnosi è uno degli strumenti più eccellenti, se usato con proprietà è assolutamente l’unico mezzo che noi abbiamo per portare allo stato cosciente alcuni pezzi di informazione immagazzinata nella mente.

CF: Hai tu riscontrato o no che qualche volta esistono multipli livelli di ricordo come le sfoglie di una cipolla? Un addotto si sottopone ad ipnosi e viene fuori uno scenario poi quando è portato ad un livello più profondo supera il primo livello (Tu trovi che si tratta di una memoria schermo) ed emerge uno scenario differente.

KT: Si, e mi sembra che in qualche caso può essere raggiunto il livello base.

CF: Quanti livelli ci sono? Quanto in profondità puoi andare e quale è la base?

KT: Noi non abbiamo fatto abbastanza ricerca per rispondere ad ognuna di queste domande senza correre il rischio di essere considerati filosofi da poltrona. Tipicamente, ma non sempre, il primo ricordo ha a che fare nella maggior parte dei casi con le informazioni già presenti allo stato di normale coscienza. Quando il soggetto è portato al livello più profondo della trance e gli viene richiesto di focalizzare meglio, quello che sarà ricordato non è la stessa cosa del ricordo cosciente. Poi comincia un processo diverso. Il soggetto pensa “Questo non è preciso; sento che qualcosa è sbagliato e quando focalizzo la mia attenzione vedo che non è come io pensavo che fosse.” Questo è un livello di transizione. Ci potrebbero essere solo due livelli o anche 20 livelli ma certamente c’è un livello coperto che giace sotto una più solida base. Se i soggetti sono aiutati a programmare il loro computer per penetrare attraverso le illusioni e per parlare soltanto con vere e accurate affermazioni, come Barbara spesso diceva “Chiarisci la visione” allora essi si ricorderanno di scenari radicalmente diversi, non versioni ampliate del primo scenario ma versioni fondamentalmente diverse delle quali la loro memoria cosciente non aveva alcuna traccia. Esistono almeno due livelli, probabilmente tre.

CF: Le persone ci raccontano di poter passare di falso scenario in falso scenario fino a raggiungere il livello che coinvolge i rettiliani e questo è il massimo dove possono andare. Hai trovato anche tu che di questo si tratta?

KT: Nei pochi casi con i quali ho molta familiarità quando la linea di base è stata raggiunta erano sempre coinvolti i rettiliani.

CF: I Grigi sono sempre coinvolti nel livello più superficiale?

KT: Qualche volta il primo livello coinvolge i Grigi, qualche volta gli umani, qualche volta i Pleadiani, qualche volta strani animali.

CF: Gli addotti raccontano di vedere strane creature come per esempio angelici nordici e poi quando essi si concentrano e cercano di focalizzare sui loro ricordi queste creature scompaiono e dietro di loro c’è il cosiddetto “popolo lucertola."

KT: Non ho familiarità con un grande numero di casi. Io ho sentito di altri ricercatori che parlano delle stesse cose. In un caso che racconto in “Into the Fringe” James ha per la maggior parte ricordi coscienti e quasi senza ricorrere all'ipnosi. Egli ricorda di essere stato portato in prossimità da una bella donna “Lady Diana” che era molto graziosa e seducente. Lei voleva che lui la abbracciasse. Quando lui la abbracciò e pensò che lei stesse per baciarlo quella sparì completamente e ciò che rimase al suo posto fu un personaggio di forma irregolare, rosso-nero, abbastanza snello. Io ho incontrato lo stesso tipo di creatura in un paio di altri casi. L’entità era molto forte. Invece di abbracciare James la creatura lo atterrò e gli ficcò un tubo, lungo due piedi, attraverso la gola nello stomaco e attraverso questo tubo aspirò i suoi succhi gastrici. Il giorno successivo James aveva ancora il gusto della bile in bocca e l’interno della sua bocca era arrossato. Scoprì inoltre di avere graffi a forma di artiglio intorno ai lati del collo dove era stato tenuto giù. (Graffi)

CF: Apparentemente queste creature hanno la capacità di proiettare immagini diverse.

KT: Alcune persone dicono che si trasformano, mutano o cambiano la loro forma reale. Io trovo che questo non sia vero. Io non credo che essi realmente abbiano l’aspetto di un biondo ma ritengo che fanno qualcosa per ingannarti così che improvvisamente assumono l’aspetto di un rettiliano. Io penso che quello che loro alterano è la percezione che l'uomo ha della realtà. Essi certamente possono proiettare false immagini come per esempio fecero alla nonna di Ted (Ted Rice) alla quale fu mostrato suo marito morto così che lei acconsentisse ad avere un rapporto sessuale. Il nonno di Ted era morto da sei anni e nel mezzo. Noi abbiamo anche sentito delle storie che raccontano di militari che erano presenti durante i rapimenti. Quando la gente focalizza su di loro essi cambiano. Bud Hopkins racconta la storia di una persona che vide un poliziotto militare. Egli cercò di capire il motivo per cui il militare fosse lì e cercò di concentrarsi molto attentamente su di lui. Quando fece questa operazione il militare si trasformò davanti a suoi occhi in un ufficiale di alto rango e poi in un ufficiale nazista. Gli alieni non possono permettersi di avere rapporti con noi nel nostro normale stato di coscienza mentale perché noi pretenderemmo di essere sotto il nostro proprio controllo e questo non è quello che loro desiderano.

“..le fu detto: se tu non cooperi noi ti sostituiremo con questo e nessuno si accorgerà della differenza. Quando Ted era un teenager lui ed un certo numero di altri teenager furono rapiti insieme e gli furono mostrate le copie dei loro corpi. In questo caso anche i cloni furono usati come minaccia.”

“Ted ricordò un processo durante il quale il suo corpo originale fu ucciso. Essi prima gli diedero una sostanza amara verde e luminosa da bere. Questa sostanza gli procurò una forte sensazione di nausea. Immediatamente dopo vomitò e così loro tagliarono la sua testa e il suo fluido vitale fu raccolto dal suo corpo e messo in un contenitore. Quando la sua energia vitale o comunque la vogliate chiamare uscì dal suo corpo rimase attaccata a questa luminosa area liquida. Sembrava non potersi staccarsi da quella cosa. Gli alieni la risucchiarono in una piccola scatola nera che fu poi messa su un bancone mentre loro preparavano il suo nuovo corpo clonato. Quindi inserirono alcune sonde nelle sue spalle, nel collo e nei piedi del nuovo corpo per attivarlo. Una volta che questo cominciò a respirare l’energia dell’anima venne rimessa al suo interno. La sua energia vitale che era stata conservata nella piccola scatola nera da quando avevano ucciso il suo primo corpo fu introdotta nel nuovo corpo e siccome il corpo stava respirando rimase lì intrappolata.”

“Personalmente io credo che qualcuno può controllare i leaders politici molto facilmente con gli impianti. Se gli alieni volessero usare una delle loro proprie anime per controllare il corpo di un politico e lavorare full-time attraverso di lui questo potrebbe essere fatto. Forse potrebbero semplicemente asportare la sua anima e inserirne un'altra. Loro hanno la capacità di salvare quello che noi chiamiamo anima, conservarla in un contenitore e rimetterla in un altro corpo. Possono metterla in qualsiasi altro corpo che loro desiderano.”

In risposta alla domanda sulla la natura di vampiri psichici degli alieni Karla sostenne:

KT:...Si, arriviamo ora a quello che potrebbe essere il motivo fondamentale della "mietitura." Può essere che queste creature non soltanto abbiano bisogno di energia ma anche, per lo meno una frazione di loro, usano veramente i corpi fisici. Essi stanno cercando con forza di farci staccare dai nostri corpi dicendoci che sono solo contenitori perché loro mangiano i nostri corpi. Se una mucca sapesse che tu stai per mangiarla tu racconteresti a quella mucca: “il tuo corpo non è importante, non importa."

In risposta ad una domanda sulla natura spirituale dei Grigi e dei Rettiloidi Karla rispose:

KT: Io non credo che i Grigi abbiano un anima ma essi assomigliano più a Frankenstein o a Zombi o a qualsiasi altro termine tu voglia usare per un indicare un morto vivente. Quando sono stata con loro io ho avuto la fortissima sensazione che loro non sono vivi ma che sono morti.


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 15:06 
MILITARY ABDUCTION



Uno scenario particolare che viene spesso riportato dagli addotti prefigura la compartecipazione di militari terrestri in alcune delle procedure che caratterizzano il rapimento se non addirittura in tutte le sue fasi. Altre attività più o meno definibili "di sorveglianza e intimidazione" sono messe in atto da militari sugli addotti con differenti modalità:
- essere catturati e portati in basi sotterranee.
- sorveglianza della propria abitazione.
- molestie da parte di elicotteri non identificabili.
- molestie per via telefonica.
- intrusioni negli appartamenti.
- rimozioni di impianti alieni.
- rapimento da parte di alieni con personale militare presente.
- esecuzione di procedure mediche.
- rimozione di feti ritenuti alieni.
- somministrazione di farmaci e droghe.
- provocare paura e intimidazione.
- test per sondare capacità extrasensoriali.
- interrogatori del tipo:
che cosa sai?
che cosa hai visto?
che cosa gli alieni ti hanno detto?
che cosa gli alieni ti hanno mostrato?
parlaci della loro tecnologia
come ti fanno sentire?
raccontaci del sistema di guida
- seguire l'automobile del rapito.
- introdursi in casa e far vedere fotografie.

Un esempio paradigmatico di cosa può essere riferito da un addotto in simili circostanze viene presentata da Helmut Lammer in un suo articolo su MUFON Journal di cui riporto alcuni passi:

"Nel Novembre del 1993 fui rapito, drogato e portato via da due uomini mascherati in una struttura sotterranea. In questa esperienza volai su un velivolo di forma triangolare e una volta portato a terra rimasi da solo in un ampio hangar vuoto. Per ricordare questo episodio ho eseguito parecchie sedute di ipnosi. Quando quello che sembrava essere il pilota del veicolo triangolare su cui avevo appena volato scoprì che ero stato lasciato solo nell' hangar si diresse allora verso di me e mi disse: "tu non dovresti trovarti qui"..."che cosa stai ancora facendo in questo posto?"... Poi mi gridò: "perché sei ancora qui!!!!" Questo pilota mi scortò fuori dall' hangar in un tunnel sotterraneo; nel tunnel sembrava esserci una strada. Il pilota borbottò adirato per tutto il tempo mentre cercava qualcuno che potesse spiegargli perché fossi stato lasciato solo dopo che mi avevano preso. Sembrava come se qualcuno avesse avuto il compito di attendere il mio arrivo e invece non c'era nessuno. Nel tunnel incontrammo tre poliziotti militari due vestiti con pastrani bianchi e un signore più anziano in uniforme verde..... Fui scortato fuori dal tunnel dalle tre guardie in una stanza in cui c'era un tavolo da riunione e delle sedie. Una delle guardie prese una delle sedie, la fece scivolare stridendo sul pavimento di linoleum della stanza e mi fece segno con forza di sedermi..... Mentre ero seduto sulla sedia con le tre guardie intorno a me come "sugli attenti" un uomo dai capelli rossi in uniforme kaki entrò nella stanza. Congedò le guardie che si riferivano a lui come "Capitano" e rimasero nella stanza solo lui e il più giovane dei due soldati in cappotto bianco. Poi mi diede un colpo sul braccio. Mi diede da bere anche un amarissimo liquido biancastro. Ero terrorizzato perché questo Capitano dai capelli rossi incominciò ad accusarmi di aver fatto qualcosa di sbagliato. Lui puntò il suo dito contro di me e mi parlò in maniera molto severa. Cominciò a guardare nei miei occhi come per scorgere i primi segni dell'effetto della droga che mi aveva dato..... Io potevo sentire che la droga cominciava a fare effetto..... Avevo molta difficoltà a capire quello che mi stava chiedendo.... ero molto confuso e non capivo di che cosa mi stesse accusando. Non capivo che cosa avevo fatto di male. Gli dissi che non avevo fatto nulla. Cominciai a dirgli che non sapevo che cosa volesse da me. Lui mi accusava di non cooperare e mi terrorizzava. A questo punto egli fece un cenno alla guardia che aprì la porta e fece entrare gli altri due che mi sollevarono di peso tenendomi per le braccia e mi portarono in una piccola stanza buia. In questa piccola stanza c'era un gruppo di guardie, ragazzi robusti, che mi fecero provare una orribile e terrificante esperienza. Mi fecero pensare che stavo per morire di lì a poco. Io veramente pensai che stavano per uccidermi. Cominciai a tirare calci e spinte per allontanarli da me. Alla fine mi riportarono dal Capitano che mi chiese informazioni sulla tecnologia degli alieni (E' veramente strano: questi militari sono in grado di rapire un uomo adulto, esattamente come sembrano fare gli alieni, e poi devono interrogarlo per sapere che tecnologia usano gli extraterrestri! n.d.t) Nel mio interrogatorio mi sembrò che loro fossero molto interessati a informazioni sulla tecnologia degli UFO (Ma Helmut non era stato rapito da una specie di UFO triangolare? n.d.t) come pure alle motivazioni degli alieni. Mi fu domandato: Che cosa ti hanno chiesto? Raccontami della loro tecnologia. Dimmi del loro sistema di guida (!) Cosa sai su di lui? Dimmi che cosa loro ti hanno detto di fare! Dimmi, dimmi, dimmi.... Lui la finì dicendo: Lo sai che tu non sei loro.... tu sei nostro!"

Il racconto di Helmut Lammer, solo un esempio di quello che viene riferito da molti altri, sembrerebbe indicare che gli addotti sono rapiti bivalenti nel senso che vengono sfruttati due volte, dagli alieni e dai militari terrestri, non importa di che nazionalità essi siano. Bisogna anche dire che questa attività abusiva di forze militari viene da molti addotti giustamente considerata ancora più malevola e terrificante degli stessi alieni. Esistono diverse teorie che cercano di spiegare il significato di tali attività illegali da parte di alcune forze armate dando per scontato che sia reale il coinvolgimento di militari nell'affare "abduction." Io personalmente nutro forti dubbi sul fatto che questa rappresenti tutta la realtà dei fatti. I motivi di una tale clamorosa mistificazione potrebbero essere infatti numerosi. Provando a fare delle supposizioni logiche cercherò di suggerire alcuni dei motivi che potrebbero essere alla base dei cosiddetti "rapimenti militari" o milabs.
Uno per esempio potrebbe essere quello di far credere che il fenomeno abduction sia in qualche modo “controllato” anche da uomini e non solo da “altri” o, addirittura, che non sia affatto attribuibile ad entità aliene ostili ma ai soli apparati terrestri (Governo, Servizi segreti, Forze armate). Questo permetterebbe ai debunkers infiltrati nelle organizzazioni ufologiche di sostenere il mito degli "angeli salvatori" e scaricare tutte le schifezze che si ritiene che gli alieni compiano sugli umani su......... gli umani stessi! Bisogna sempre tenere ben presente che come sostiene David Jacobs tutta la strategia aliena tende a tenere coperti nel miglior modo possibile sia la loro presenza, che le loro azioni e i loro scopi. Il segreto è la condizione necessaria per l’attuazione indisturbata del loro piano qualunque esso sia.
Alla luce di quanto detto: è plausibile che le entità aliene che compirebbero le abduction coinvolgano nelle loro procedure segrete esseri “semplicemente” umani e non totalmente da loro controllati? Molto improbabile. Si servirebbero di semplici uomini, sia pure militari, come loro collaboratori mettendo perciò a rischio la segretezza? Non é molto credibile.
Ma se non sono soldati delle forze armate, allora chi sono?
L'ipotesi che mi sembra più convincente e logica per dare una spiegazione alle "military abductions" è quella sostenuta da David Jacobs:

"....Molti addotti sostengono che militari americani sono stati visti sia lavorare insieme con gli alieni in una procedura di rapimento sia operare per conto proprio rapimenti in cui eseguono le medesime cose che fanno gli alieni. Le persone che affermano ciò sono leali e sincere....Loro hanno il solo desiderio di scoprire la verità su quello che gli sta accadendo. Non importa chi sia l'autore del rapimento, loro sono le vittime..... Sulla base della testimonianza degli addotti alcuni ricercatori hanno suggerito che il Governo ha stipulato un Patto o un accordo con gli alieni e sta permettendo loro di rapire la gente, persino aiutandoli, per ottenere utili conoscenze di tecnologia aliena. Non mi stanco mai di sottolineare che non esiste alcuna prova che questo sia vero. Gli alieni possono fare qualsiasi cosa vogliano. Essi non hanno bisogno di alcun accordo con gli Stati Uniti. Essi stanno facendo tutto quello che vogliono con assoluta impunità da forse oltre 100 anni. La loro superiorità tecnologica su di noi è suprema. Loro non traggono alcun vantaggio dal mostrare sé stessi, rivelare i loro piani, confidarsi col Governo e poi correre il rischio che il Governo stesso trovi un mezzo per fermarli grazie alla sua accresciuta conoscenza degli alieni e delle loro capacità..... Inoltre sembra improbabile che il Governo possa individuare a caso singoli addotti per il proprio programma di rapimenti. In primo luogo gli agenti governativi dovrebbero identificare chi sono gli addotti dagli alieni. Questo è virtualmente impossibile in quanto la stragrande maggioranza degli addotti non sa essa stessa che ha avuto simili esperienze. Esistono alcuni addotti molto pubblicizzati a cui il Governo potrebbe mirare ma la maggior parte dei rapimenti in stile militare hanno luogo con addotti anonimi. E' comunque lontanamente possibile che il governo stia rapendo invece a caso individui non-alieno-addotti per ragioni che ci sono sconosciute. Ma molti rapiti in stile militare sono anche vittime di rapimenti alieni. Per cui il Governo dovrebbe lavorare con selezionati "veri" addotti in combutta con gli extraterrestri..... Io ho indagato su parecchi di questi casi "militari." In ognuno di essi gli adduttori si rivelavano in fondo essere "ibridi" adulti che vestivano uniformi e che esibivano comportamenti che potrebbero essere facilmente scambiati per attività di militari americani. Questi ibridi "interrogano" gli addotti come se ci fossero delle "informazioni" che loro vogliono ottenere. Qualche volta agiscono con modi terrorizzanti e anche violenti. Loro "interpretano" bene la parte: giovani, capelli corti, atletici. Qualche volta appaiono viaggiare su elicotteri o anche in automezzi di stile militare. Rapiscono la gente portandola in edifici abbandonati, uffici e anche istallazioni militari abbandonate. Possono anche rapire soldati in uniforme per far loro eseguire i propri ordini. Quindi le persone sono rapite da ibridi adulti che vestono uniformi di stile militare ma non c'é alcuna evidenza che si tratti di membri delle forze armate americane, sebbene sia comprensibile come possa essere fatta una certa confusione."

[align=right](da ICAR: International Centre for Abduction Reserch; Abductee Memory Problems - Military Abductions. http://www.ufoabduction.com[/align]



In sostanza quindi secondo il prof. Jacobs la scena che ci è stata descritta da Helmut Lammer e da lui rivissuta in regressione ipnotica è una "sceneggiata" i cui attori protagonisti, a parte il malcapitato Helmut, non sarebbero esseri umani ma ibridi umano-alieni mascherati da militari terrestri. Gli scopi che gli alieni intenderebbero conseguire con questa messinscena possono essere ipotizzati e sono perfettamente logici nell'ambito del loro programma o "agenda." Se a qualcuno può sembrare incredibile che tale macabro inganno possa funzionare riporto alcuni passi tratti dal libro dello stesso Jacobs "The Threat" che mi sembrano molto significativi:

"Una volta che gli ibridi sono cresciuti le loro responsabilità aumentano e, in accordo con i racconti degli addotti, sono più coinvolti nella routine delle abduction. Sebbene ancora in una condizione di assistenti subordinati alcuni ibridi adulti eseguono la completa gamma delle procedure fisiche, mentali e riproduttive proprie dei rapimenti. Essi lavorano affianco dei Grigi e diventano collaboratori impegnati nel raggiungimento di un comune obiettivo. Negli ultimi anni gli addotti riferiscono episodi in cui gli ibridi eseguono abduction complete senza che sia evidente la presenza di alcun Grigio."

[align=right](da "The Threat" di David Jacobs; Ed: Simon & Schuster: pag. 166)[/align]



"Attività indipendente degli Ibridi: l'attività indipendente da parte degli ibridi è una logica conseguenza del fenomeno abduction e del programma di ibridazione e ha profonde implicazioni per il futuro dell' interazione umano-aliena. Essa coinvolge ibridi che possono per brevi periodi di tempo "passare" non riconosciuti nella società umana, agendo indipendentemente e liberi dalla presenza e dal controllo dei Grigi."

"Gli ibridi di ultima generazione si sforzano di "farsi passare" per umani ma ciò è possibile solo entro certi limiti. A bordo degli UFO una delle ragioni per cui i maschi ibridi sono facili da riconoscere è che essi vestono indumenti beige o bianchi. Tuttavia in pubblico si vestono come gli umani e mescolati alla popolazione normale e passano non notati. Di solito vestono comuni abiti casual ma sono stati riportati abiti più formali. Gli ibridi di ultima generazione possono anche indossare abiti in stile militare come tute che ricordano quelle da volo dei piloti. Siccome essi appaiono così simili agli umani è facile scambiarli erroneamente per personale militare americano e per questo molti addotti collegano i militari alle loro abduction. Gli ibridi qualche volta rapiscono le persone e le portano in basi militari abbandonate e anche in zone dismesse di basi ancora attive."


(da "The Threat" di David Jacobs; Ed: Simon & Schuster: pag. 186)



Qualunque sia la possibile spiegazione é innegabile che l' impatto di tali abduction "militari" sugli addotti potrebbe essere ancora più devastante di quello prodotto dalle tipiche abduction di natura schiettamente aliena. I motivi di ciò sono facilmente comprensibili: il rapito è terrorizzato dalle sue esperienze ma ha imparato a tacere. Raramente i rapiti hanno il coraggio di esporsi pubblicamente e di denunciare quello che accade loro. I casi come quello della dottoressa Karla Turner, di Colleen Johnston o di Barbara Bartholic rappresentano l'eccezione e non la regola. Le minacce, gli abusi, le sevizie a cui gli addotti consapevoli riferiscono di essere sottoposti da parte dei "militari" li convincono ancora di più che non c' é niente da fare. Che nessuno li può aiutare. Che quelli che dovrebbero e potrebbero proteggerli sono peggiori dei loro persecutori. Chi potrà soccorrermi se gli stessi soldati del mio Paese mi umiliano e mi maltrattano in questo modo? Guarda caso sembra che più il rapito si ribella e "non collabora," più prova a difendersi dai suoi aggressori, più cerca aiuto e sostegno in gruppi di persone decise a resistere e più aumentano le abduction militari (Karla Turner; Mike Menkin) Il messaggio sembra arrivare alle orecchie dei rapiti forte e chiaro: non é ammessa la ribellione. Paura e sottomissione: questo è quello che gli Alieni desiderano. E quando le minacce da velate e per interposta persona non sono sufficienti allora diventano chiare e dirette:

"Quando cominciai a collaborare per la prima volta con Jacques Vallee (Un noto ricercatore UFO n.d.t) ebbi un avvertimento. Tre giorni prima che partissi per l' Arkansas stavo lavorando nella mia cucina mettendo apposto delle cose prima della partenza. Dentro la mia testa risuonò un messaggio telepatico. Il messaggio diceva:"Se vai a fare questo viaggio, uno dei tuoi bambini pagherà". Io ero molto determinata e continuai a fare i preparativi. Il giorno successivo di nuovo, mentre facevo le pulizie in casa, sentii: "Uno dei tuoi bambini pagherà un prezzo se tu parti per questo viaggio." Il terzo giorno il messaggio fu: "Sei veramente intenzionata a sacrificare uno dei tuoi bambini per compiere questo viaggio?".... Presi le mie cose e partii per l' Arkansas. Il giorno che dovevo ritornare dall' Arkansas chiamai a casa mia ma non rispondeva nessuno. Allora chiamai mia suocera. "Sono tutti all'ospedale" - mi disse - Branden ha avuto un incidente con la sua macchina e il liquido bollente del circuito di raffreddamento gli ha ustionato il viso, la testa e le spalle."

[align=right](da "Barbara The story of a UFO investigator" di Barbara Bartholic; AWOC.COM pub; pag. 107)[/align]



Tuttavia, sebbene l'ipotesi prospettata dal dott. Jacobs e supportata da robuste considerazioni logiche, sia in grado di spiegare molte se non tutte le interferenze condotte sugli addotti dai militari, esistono ancora grandi margini di ricerca in questo campo. Per esempio non può essere esclusa la possibilità che il programma alieno di "infiltrazione" della società terrestre sia oramai giunto ad un livello talmente avanzato che, come è ben sceneggiato nel film "Essi vivono" di John Carpenter (disponibile in DVD: visione consigliata!), loro sono già tra noi ben mimetizzati nei principali gangli di controllo delle diverse Nazioni (Governo, Forze armate, Servizi Segreti, Stampa, Televisione...). A tal proposito riporto un passo di una intervista a Karla Turner da parte di Randy Koppang e Melinda Leslie:

KT: "Io stavo studiando il caso di Amy ("Rapite dagli Ufo") e siccome Amy viveva in Texas, io vivevo in Arkansas e la terapista viveva in Oklahoma, decidemmo di incontrarci proprio a casa sua in Oklahoma per effettuare le sedute di ipnosi regressiva. Quando arrivai la terapista mi disse che aveva ricevuto una telefonata da una sua vecchia conoscenza che per caso capitava in città proprio quel fine settimana e che questa persona insisteva per andare a trovarla. Questo uomo era un Ammiraglio della marina militare americana, un medico e, a suo parere, anche uno dei più importanti. Loro due erano cresciuti insieme ma si erano poi persi di vista oramai da molti anni. Improvvisamente l'uomo quello stesso week-end si trovava in città e voleva farle visita. Allora la terapista mi chiese: "Non sarebbe bello approfittare della sua presenza per convincerlo che queste nostre ricerche sono fondate?" Io risposi a Barbara (Bartholic) di lasciar perdere: l' ultima cosa che volevo era quella di avere come amici i militari! Barbara disse allora al suo vecchio conoscente di non venire perché aveva molto da fare ma alle 23.30 lui si presentò lo stesso! Si trattava di un tipo tarchiato, dai capelli rossicci, con una peluria spessa e rossiccia sul corpo, esattamente come mi era stato descritto in un paio di altri casi. Parlammo del perché egli si trovasse in città e di che cosa aveva fatto quel giorno. Poi all'improvviso e senza un apparente motivo l' uomo cominciò a dire: "Tu non puoi andartene in giro a raccontare di tutta questa roba sui rapimenti alieni fino a quando non hai prove concrete che puoi presentare in pubblico così che tutti le possano vedere da soli. Tu non ci guadagni niente a parlare di queste cose. Nessuno ti crederà..." Io gli spiegai che non era affatto mia intenzione convincere nessuno perché ero certa che le cose di cui parlo sono vere. "Bene - disse - tu parla pure di questi impianti e di tutta questa robaccia. Io sono militare da 25 anni e non ho mai sentito che qualcuno ne discutesse ufficialmente o anche non ufficialmente degli UFO e di impianti: io sono a capo di tutte le strutture mediche militari e se qualcuno del nostro personale avesse mostrato di avere qualche impianto io lo avrei certamente saputo. E niente di tutto ciò è mai accaduto." Io allora gli dissi che forse lui non faceva parte del "giro giusto" e che per questo non si fidavano di fargli avere queste informazioni. "Io ho molti amici potenti - rispose - nella CIA e nella NSA. Se stesse succedendo qualcosa loro me lo avrebbero sicuramente fatto sapere. E non sta succedendo nulla perché non mi hanno mai detto niente."

Senza voler fare quella che la Turner definiva "ricerca da poltrona" questo episodio può essere interpretato in molti modi diversi. Una considerazione da fare è tuttavia questa: perché l'Ammiraglio si prende la briga di convincere l'agguerrita ricercatrice, lei stessa addotta, sul fatto che gli UFO, gli alieni, gli impianti, i rapimenti non esistono? Chi é veramente e per conto di chi agisce? Uno spunto di riflessione interessante lo fornisce a proposito Withley Strieber nel suo libro "Majestic." Strieber pubblica questo suo scritto sotto forma di romanzo adducendo motivi di sicurezza ma è facile cogliere tra le righe riferimenti a fatti e persone molto addentro alle problematiche ufologiche. Per esempio spiega, dal suo punto di vista, cosa successe il 2 Settembre 1977 a 1300 soldati americani a Fort Benning in Georgia. Racconta della notte durante la quale il generale Roscoe Hillenkoetter "ideò" il Majestic-12 e di come il Presidente Henry Truman "fu subito d'accordo con lui."

"Finita la bevanda (Hillenkoetter; n.d.t.) tornò a letto. Piombò in uno stato per lui insolito tra veglia e sonno. La trascrizione dell'ipnosi rivela un incontro stranissimo. Un fascio di luce azzurra piovve dal soffitto e incominciò a muoversi in lungo ed in largo per la stanza. Hilly era paralizzato. Finalmente il raggio trovò il suo letto. Avanzò su per le lenzuola, lungo le guance di Hillenkoetter fino a fermarsi tra i suoi occhi. Il centro della sua fronte emanava un bianco bagliore. E la bella signora entrò nel sogno. Era giovane, non più di venti anni, e indossava un abito estivo azzurro. Lui pensò che era la più bella ragazza su cui avesse posato lo sguardo. Aveva in mano un pezzo di gesso. La donna si girò verso la lavagna (a Hillenkoetter sembrò di trovarsi in un aula scolastica) e scrisse, in stampatello, una sola parola. "MAJESTIC." Poi gli fece la lezione. Anche sotto ipnosi l'ammiraglio era talmente preso dalla bellezza dell'apparizione che non era in grado di ricordarne le parole. Quella, é chiaro, era la parte più bella della faccenda. Probabilmente "Loro" se ne stavano tutti attorno al suo letto con le testone ciondolanti, a tirargli fuori quella ragazza dall'inconscio, rendendola il loro strumento, la loro via di accesso al più profondo della mente dell' uomo. La loro arma. Lei rise e si scostò un ricciolo dagli occhi. E qui il racconto sotto ipnosi termina, e lui rammenta di essersi svegliato.....Di tornarsene a dormire, nemmeno a parlarne. Comunque aveva avuto un' idea. Un' idea davvero con i fiocchi. Si mise la vestaglia e le pantofole e scese nello studio. Qui scrisse il programma organizzativo che ancora oggi è la base del MAJIC. Creò un'agenzia che avrebbe avuto la supervisione su ogni particolare dei nostri rapporti con gli alieni e la strutturò in modo tale che é rimasta ancor oggi quasi totalmente segreta..... Aveva sempre più chiaro quanto fosse urgente quella cosa..... Cominciò a pensare che fosse il caso di scavalcare tutti, Vandenberg, perfino Forrestal, e presentarsi al Presidente in quello stesso momento. Pensò anche un'altra cosa. Una volta tappate le falle iniziali la faccenda doveva rimanere segreta per sempre. E sapeva esattamente come fare. Il segreto sarebbe stato totale. Quella notte aveva non solo creato la Majestic Agency for Intelligence (MAJIC) ma aveva anche concepito il sistema per nasconderla dietro un muro impenetrabile."


[align=right](da "MAJESTIC" di Whitley Strieber; Ed. Rizzoli; pag. 238)[/align]



"Come ci sentivamo al sicuro, a complottare le nostre strategie nell'intimità di quell'ufficio del pentagono. Stavamo già facendo il lavoro degli Altri, facendo il loro gioco, facendo a loro modo. Se solo avessimo capito, ma non capimmo. Talvolta le guerre si combattono senza battaglie, si vincono senza armi. Il miglior stratega nasconde il suo attacco dietro una cortina di confusione. Il miglior stratega sa fare in modo che perfino un' invasione sembri un caso. Gli Altri comprendevano questo principio, incredibilmente potente, della guerra. Noi no."

[align=right](da "MAJESTIC" di Whitley Strieber; Ed. Rizzoli; pag. 116)[/align]



"Per farlo devo ritornare al racconto centrale, ma questa volta con la consapevolezza che i Visitatori avevano probabilmente, in una certa misura, Will sotto la loro influenza. Non intendo suggerire che non fosse libero di fare le sue scelte; preferisco pensare che lo fosse. Lo osservavano, lo stavano osservando fin da quando era un bambino, era il loro uomo nel Central Intelligence, scelto fin dalla giovanissima età per svolgere il loro lavoro."

[align=right](da "MAJESTIC" di Whitley Strieber; Ed. Rizzoli; pag. 92)[/align]



Molto interessante anche il parere del ricercatore e addotto americano James Bartley a proposito della "military Ufo connection."

"Lo sforzo di dare la colpa ai militari per tutte le questioni correlate al problema degli Ufo é solo un'altra faccia della strategia dei Rettiliani del "divide et impera." In un certo numero di casi in cui sembrava fosse implicato personale militare in questi rapimenti, interrogatori e procedure mediche, dietro lo schermo si celavano in verità i Rettiliani. In alcuni altri casi si trattava di uomini della sicurezza dalla mente controllata che lavoravano per loro...... Se veramente elementi delle Forze Armate stanno realmente interagendo in qualche modo con gli Alieni per quale motivo dovrebbero "i militari" estorcere informazioni agli addotti circa i rapporti tra le loro capacità psichiche e la tecnologia aliena invece che attingere agli Alieni stessi? Considerando poi quanto sia intenzionalmente manipolato lo stato di coscienza dell'addotto durante l'esperienza dell'abduction é tutto da discutere quante "informazioni" gli addotti realmente custodiscano. Il controllo esercitato dai Rettiliani tramite i loro "ospitanti" e il resto del "teatrino delle marionette" é teso a far sembrare che in verità "i militari" controllino realmente la situazione con gli Alieni e che la fazione Governo-Militare fa il doppio gioco nei suoi rapporti con i benevoli ET.... Biasimando costantemente "i militari" e gli "industriali globalizzatori" i propagandisti rettiliani condizionano i rapiti a credere che tutte le istituzioni umane siano malvagie e che l'unica speranza di raggiungere il "livello successivo di evoluzione della coscienza, di frequenza vibratoria" ecc ecc stia nel guardare i cieli alla ricerca di quegli stessi Dei foschi che sono responsabili della loro attuale condizione di schiavitù spirituale...... La cosiddetta comunità di ufologi pullula di questi "fantocci."



Ed infine ecco l'autorevole opinione di Budd Hopkins:

"Come ho scritto nel mio ultimo libro "Witness," emerge un certo numero di casi, che definisco di "alien cooption" in cui gli alieni prelevano un individuo, che si comporta come se fosse esso stesso alieno, per un’ora o due... al termine dell’abduction, la persona torna a comportarsi come un normale essere umano. Prendiamo il caso di una donna addotta, da me analizzata: ricordava di essere stata portata a bordo, dove era vestita con un’uniforme blu come quella indossata dagli alieni; e non sapeva come fosse accaduto, l’uniforme non aveva bottoni o cerniere. La nave era atterrata, le dissero di uscire, e lei vide un’automobile ferma, con un uomo afro-americano dentro. L’uomo si spaventò a morte. Lei, accompagnata da due alieni grigi, si avvicinò all’auto, aprì la portiera e fece uscire l’uomo dall’auto prendendolo per un braccio, poi insieme si avviarono verso la nave e vi girarono intorno. Detto, fatto. Era questo il suo compito, non doveva fare altro. Poi ricordava solo di essere tornata. Ovviamente, l’uomo è stato rassicurato dalla presenza di una donna umana, lo abbiamo constatato più volte. Ora, sembrerebbe logico il contrario: che cioè, una volta rapito un poliziotto, o un militare, questi venga usato alla stessa maniera, l’addotto gli obbedirebbe per via della divisa. In un altro caso un uomo vede nella nave un altro essere umano normale con indosso un’uniforme militare e sul braccio una fascia che dice "MP" (polizia militare). E l’addotto, che ha fatto il servizio militare, si chiede "cosa sta facendo questo agente qui, perché è in uniforme, perché mai se il governo sta cooperando con gli alieni, questi dovrebbero essere vestiti da poliziotti, come a confermare che fra loro collaborano, è troppo ovvio. E’ senza senso. Ma poi la scena cambia e vede l’uomo di prima con sul braccio una fascia nazista, lui guarda e pensa "è impossibile." E’ chiaro che si tratta di false immagini immesse nella sua testa, egli non capisce quello che sta vedendo lì dentro. Ecco. Ci sono troppi problemi. Non riesco a intravedere l’idea, pur avendone l’evidenza, del fatto che il governo - che sia italiano o americano non importa - possa impiegare personale militare a bordo degli UFO che rapisce la gente. Non ci credo proprio. Le persone vengono "cooptate,"vedono immagini che non esistono. Ricordo, ad esempio, un agente di polizia con cui ho lavorato mediante ipnosi. E’ a bordo dell’oggetto, spaventato da morire, steso sulle spalle e nudo e una donna aliena gli si avvicina e lo eccita, ha un’erezione, ma si accorge che lei è orribile ed è terrorizzato, ma poi la vede bellissima e, improvvisamente appare sua moglie accanto a lui che gli dice "va tutto bene, voglio che tu faccia l’amore con lei," sì è sua moglie a dirgli così, lui guarda l’aliena che è di nuovo orribile, è ancora terrorizzato, poi l’essere ridiventa meraviglioso e lui è riassicurato dalla presenza della moglie. Se possono fare tutto questo, e io credo possano, diventa oltremodo difficile risolvere il problema..."(dall'intervista a Budd Hopkins: link nella pagina degli articoli).



Ancora un interessante considerazione tratta dal "Rapporto Paul Bennewitz"

"Gli alieni non permetterebbero a nessuno (dei terrestri) di uscire (dalla base) senza un "impianto" (nel cervello) e solo quando siano certi che tali soggetti abbiano dimenticato tutto. Non lo permetteranno. Tutto sembra indicare che non può esistere linguaggio né comunicazione senza un impianto, ad eccezione del codice binario e del computer. Questa è una seria minaccia per gli alti ufficiali delle forze armate o di chiunque sia entrato nella base (di Dulce). In ogni caso, nessuno riuscirà a ricordare che gli sia stato fissato un impianto.(....)
Ho esaminato a fondo questo aspetto e ho scoperto che durante la programmazione la persona si trasforma interamente in un alieno; una volta che ha appreso come riconoscere i segnali, la persona ha già dimenticato la conversazione e l'intervento. Se questo è accaduto ad alcuni militari, non devo certo ricordare le possibili conseguenze. Il " pulsante" della vittima può essere premuto in qualunque momento e in un istante questa si trasforma in una telecamera o in un microfono, se essi lo desiderano. Con questi metodi non esiste nulla, per quanto segreto, negli Stati Uniti che non possa giungere alla loro conoscenza. Tuttavia, le cicatrici (lasciate dagli impianti), nonostante siano ben nascoste, possono essere scoperte; sono tutte collocate nella stessa zona anatomica e sono accessibili mediante raggi X."


[align=right](da "Ufo: Una minaccia per l'umanità?" di Salvador Freixedo; Ed. Hobby&Work; pag. 68-69)[/align]


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ALCUNI CONSIGLI



Cosa potrebbe essere utile fare nel caso si sospettasse di essere vittima di interferenze aliene nella propria vita? Comincerei innanzitutto col dire che cosa non andrebbe fatto: evitare assolutamente di ricorre a tecniche ipnotiche o comunque di alterazione dello stato di coscienza per far emergere i ricordi affidandosi a persone non qualificate e non abilitate a farlo. Non date libero accesso alla vostra mente.

di Steve Neill


Dato quindi per scontato che si siano escluse tutte le altre possibili cause di disagio psico-fisico e che la persona in questione si sia sottoposta a tutti gli accertamenti sanitari che il medico curante ritenga necessari mi sembra utile riportare parte di un articolo scritto dalla ricercatrice americana Colleen Johnston (http://www.maar.us/) lei stessa addotta, dal titolo: "Imparare come diventare lucidi durante un'esperienza di rapimento, oltrepassando le memorie schermo e vedendo i rapitori alieni per quello che sono."Credo che molte cose scritte dalla Johnston possano effettivamente aiutare le persone a "comprendere" quello che sta loro succedendo e anche a ricordare episodi, azioni e ambienti utili alla propria ricerca personale della verità. Riporto all'inizio dell'articolo la stessa importante avvertenza che è sottolineata dall'autrice nell'originale:

"Nota dell'autrice: un'importante nota di ATTENZIONE a non sforzarsi di essere lucidi se non siete sicuri di affrontare la verità riguardo quello che vi sta avvenendo e la possibilità che i vostri rapitori non siano creature benevole. E' meglio aspettare finché non siate pronti a confrontarvi con i fatti."

Le preghiere non sono utili contro queste creature.... tuttavia ci sono cose utili che aiutano:

- Tenete un diario che vi aiuterà alla fine a rimuovere i falsi ricordi e vi permette di conservare una qualche lucidità per progredire nella consapevolezza psichica che allevierà alcuni degli stress traumatici..... Comprate due semplici quadernetti, uno ponetelo accanto a voi nel vostro soggiorno e uno in un posto sicuro della vostra automobile, come per esempio nel sedile posteriore o nel vano della portiera. Mettete una penna o una matita accanto al quadernetto. Io ne uso uno del tipo a spirale e inserisco la penna all'interno di questa spirale.

- In ogni foglio del vostro diario cominciate col mettere una linea alla sommità della pagina con la data e l'ora, saltate alcune righe e descrivete la vostra esperienza. Scrivete tutto quello che potete ricordare anche se si tratta di una sola ed unica parola.

- Quindi lasciate un po' di spazio e descrivete quali sono le vostre sensazioni immediate. Per esempio se vi sentite nervosi, ansiosi, se avete vertigini, se sentite ronzii, se vi sentite malati, feriti, stanchi ecc, ecc. Scrivete tutte queste cose dettagliatamente.

- Lasciate poi uno spazio per descrivere ogni segno che possiate notare sul vostro corpo. Ispezionate a fondo il vostro corpo con l'uso di specchi per guardare nei posti difficili da vedere - scrivete se notate la presenza di contusioni, abrasioni, segni a forma di triangolo o a punta, siti di iniezioni, graffi, intaccature della pelle, salienze cutanee o noduli, se avete sangue dal naso o da altri orifizi come le orecchie o le parti intime.

- Lasciatevi dello spazio per aggiungere le cose che potrebbero venirvi in mente dopo. Qualche volta alcune memorie emergono molto tempo dopo che l'esperienza é terminata.

- Infine scrivete se avete raccontato a qualcuno della vostra esperienza e chi era la persona a cui lo avete raccontato. Assicuratevi di annotare se e quando parlate con qualcuno.

Quali sono gli scopi del Diario:

- Vi aiuterà a ricordare elementi chiave dell'episodio anche se si tratta solo di una memoria strana, comincerete a concentrarvi su quel unico ricordo e poi altri ricordi di solito seguiranno. Questo comporta del tempo per alcuni e può invece avvenire precocemente per altri ma alla fine porterà ad un ricordo, per quanto esile possa essere. Per questo non sorprendetevi se da ciò scaturiranno molti altri ricordi come un fiume in piena che tracima dall'argine.

- Ciononostante cercate di non spaventarvi, scrivete tutto, niente è insignificante quando viene in mente, sia esso reale o una memoria-schermo: é ammissibile che alcuni ricordi possono essere dei falsi ricordi di schermatura che nascondono quello che avviene veramente. Tanto più voi ricordate più possibilità avrete di rimanere lucidi durante il rapimento. Potete anche programmare da soli le vostre menti a ricordare gli eventi quando avvengono o anche subito prima che avvengano. Questo è il motivo per cui é così importante tenere un diario. Fate anche attenzione ai pensieri strani che vi vengono dopo l'episodio come il sentirsi tristi o emozionati, annotate che cosa sta provocando questi pensieri. Questi strani pensieri possono tornare alla mente anche dopo molti giorni, qualche volta potreste ricordare anche dei sogni, come esperienze reali che fuoriescono dagli scaffali in cui la psiche li aveva riposti.

- Una volta che avete cominciato a ricordare delle cose è allora che iniziate a "diventare lucidi." Ricordare piccoli frammenti e brevi momenti di lucidità è così importante come essere capaci di vedere l' intero accaduto. Cercate di fare cose impreviste, che gli alieni non si aspettano. Essi si aspettano che noi restiamo tranquilli e distesi. Secondo la mia ricerca e dai racconti degli addotti che stanno diventando pienamente lucidi l'ultima funzione che viene meno prima di perdere conoscenza sono gli occhi e la bocca. La mia amica (e aggiungerei mentore) dr. Karla Turner mi insegnò a leccarli o a roteare i miei occhi verso di loro. Si sorprendono seriamente di fronte a questi tentativi di inarcare le sopracciglia; cercate di fischiare qualcosa. Cercate di fare qualsiasi cosa, questo alla fine funziona.

- Una volta che avete ottenuto la lucidità, anche se solo per pochi minuti, potete PRETENDERE di esserne fuori. Quando loro vi stanno portando via date uno sguardo a quello che vi circonda, non muovete la testa, ma usate gli occhi. Dite alla vostra mente che quando ritornerete coscienti ricorderete che cosa è accaduto. Notate se c'é qualcun'altro (se siete in compagnia di altri) che conoscete o che sembra a voi familiare.

Combattere per comprendere la realtà
Ancora una volta sottolineo che dovete combattere (di questo si tratta) per conservare la vostra lucidità e per riuscire a conoscere. Voi siete stati programmati dai vostri rapitori alieni fin da quando sono iniziate le vostre abduction (molti di noi durante la prima infanzia intorno ai 3 o 4 anni) a DORMIRE, a chiudere i vostri occhi, girarsi, a pensare che l'esperienza del vostro rapimento sia solo un sogno (sono persino mascherati da personaggi dei cartoni animati, da rock star o da umani che sembrano un po' strani), di continuare a stare distesi e non muoversi e soprattutto ad obbedire ai loro comandi. I vostri coniugi o le altre persone a voi vicine sono state altrettanto programmate di NON ricordare, NON svegliarsi e NON credere che sia veramente avvenuto qualcosa. Potete fare una semplice programmazione per voi stessi:

- Dite a voi stessi ripetitivamente che vi sveglierete non appena i vostri rapitori si presenteranno.

- Dite a voi stessi che voi ricorderete gli eventi che state per affrontare.

Dite a voi stessi che resterete lucidi per superare gli schermi delle false memorie.

- Dite a voi stessi che le cose si aggiusteranno non appena ricorderete.

- Dite a voi stessi che ricorderete i sogni che hanno a che fare con le abduction.

A questo punto voi potrete veramente superare gli schermi dei falsi ricordi che loro hanno creato e vedere chi sono veramente i vostri rapitori. Potreste essere sconvolti semplicemente perché le vostre esperienze non sono quello che vi aspettavate. Potete cominciare a vedere che cosa stanno facendo a voi e ad altri ma ci vuole del tempo per far si che la loro programmazione sia riprogrammata. Noi in realtà abbiamo molto più controllo di quanto a loro piaccia farci credere. Per piacere provate il metodo appena esposto e attendete con pazienza i risultati. La pazienza è l'altra chiave.... Nonostante tutto noi dobbiamo combattere per la consapevolezza per far emergere che cosa ci sta veramente accadendo. Se non lo facciamo saremo per sempre rinchiusi in un mare di disturbi da stress post-traumatico e da comportamenti paranoici che ci porteranno ad essere profondamente depressi. E' importante conoscere? Secondo me si! Non importa chi ci sia dietro le abductions. Noi impariamo ad educare noi stessi e gli altri sulla realtà del rapimento e questa è la più importante informazione che possiamo dare a quella parte di umanità che sperimenta questo enigma."

[align=right]di Colleen Johnston, da MAAR; http://www.maar.us/[/align]



Ancora di Collen Johnston da "Unmasking the Rogue Deception" a riguardo dei possibili aiuti che gli addotti possono ricevere:

".... Cercate un gruppo di supporto che accetti gli addotti che hanno ricevuto queste sinistre visite per farci male solo per i propri scopi e il proprio divertimento. Più voi conoscete, meglio potrete affrontare la situazione. Gli alieni rapitori odiano che noi guadagniamo un maggior grado di conoscenza. Essi vogliono che noi siamo obbedienti, che restiamo in silenzio e che accettiamo pacificamente il loro programma. Noi dobbiamo soprattutto combattere per acquisire la conoscenza necessaria a capire che cosa ci stanno facendo per poi avvertire altri di fare la stessa cosa. Non potremo mai accettare i rettiliani, i grigi o qualsiasi altra specie che utilizza ogni tipo di mezzo nascosto per portarci via dalle nostre case e dai posti in cui dovremmo sentirci al sicuro.
Quando combattiamo per rimanere lucidi noi guadagniamo potere nei confronti dei rapitori alieni. Guadagnare potere non può impedire che il rapimento avvenga ma può rallentarli o fermarli del tutto. Si fermeranno mai? E' la domanda che mi viene sempre fatta. Non lo so, so che più invecchio e più mi sembra che le esperienze diminuiscano. Non le ho più frequenti come prima. Inoltre i loro cicli sono molto rallentati. Potrebbe darsi che io abbia ottenuto qualcosa combattendoli e può darsi che per questo io rappresenti per la specie con la quale ho a che fare solo un sacco di problemi. In fondo mi piacerebbe pensare così. Conosco molte persone che apparentemente hanno finito per sempre di essere prese. Quindi in fondo una speranza c'é. Non c'é nessun chiaro motivo per cui ciò avvenga sia con i contattati che con gli addotti.... Conosco però una persona di 83 anni le cui visite continuarono fino alla sua morte.
Secondo me noi abbiamo il diritto di combattere quando siamo attaccati, rapiti e brutalizzati, indipendentemente dalla specie in causa. Il comportamento clandestino è sbagliato sotto ogni punto di vista e noi abbiamo tutte le ragioni per combattere perché ci lascino in pace. Alcuni suggeriscono di cercare di aprire una forma di comunicazione passiva con loro spiegando che ci stanno facendo del male. Bene, sfortunatamente innumerevoli addotti hanno cercato di ragionare con loro e questo metodo non ha funzionato. Ci vogliono due soggetti per comunicare e la loro parte é così lontana che non ha alcuna voglia di farlo."

[align=right]di Colleen Johnston, da MAAR; http://www.maar.us/[/align]



Interessanti sono anche i suggerimenti del ricercatore americano Derrel Sims:

- Cominciate a raccogliere le informazioni che riguardano questo tipo di esperienze in generale e la vostra personale esperienza in particolare.

- Spesso viene lasciata una prove fisica.... e voi potete trovarla se sapete che cosa cercare.

- Esaminate il vostro corpo:
inspiegabili segni sulla pelle, escoriazioni, bruciature o graffi.
Vi accorgete di indossare gioielli o altri articoli che non c'erano prima o che persino non appartengono a voi.
Abiti sbagliati o a rovescio o con il davanti all'indietro.
Guardate se avete qualcosa sotto le vostre unghie.
Controllate se c'é dello sporco, fango, foglie, sul vostro corpo o sui vestiti puliti quando eravate andati a letto.
Controllate specialmente i vostri piedi e le vostre mani.
Segni sulla pelle che assomigliano ad una escavazione "a cucchiaio."

- Esaminate l'ambiente che vi circonda:
Controllate la vostra stanza per vedere se ci sono cose che non ci dovrebbero essere come foglie, erbacce, erba, semi (specialmente se sono di piante che non crescono dalle vostre parti).
Se state andando nella direzione opposta mentre guidate in auto.
Se vi trovate a miglia di distanza dall'ultimo posto che ricordate e il vostro serbatoio di benzina é pieno.
Se state facendo il solito percorso in automobile e trovate che ci avete messo molto più del solito e non avete alcuna spiegazione del ...."tempo scomparso."

- Cercate di scoprire se la vostra pelle mostra di avere zone che sono fluorescenti alla lampada di Wood. Individui che hanno queste esperienze hanno frequentemente scoperto di avere una fluorescenza sottopelle che non può essere lavata via.

- Accertatevi se esami radiologici come Rx o TC o di Risonanza Magnetica che avete fatto in passato hanno rilevato la presenza di piccoli oggetti nel vostro corpo a volte descritti dai medici come "posizionati chirurgicamente" e voi non avete subito alcun intervento chirurgico in quella zona.

- Ricordatevi dei sogni.... specialmente se sono ripetuti o se vi accorgete che altre persone che conoscete hanno avuto sogni simili...... qualche volta la stessa notte.

- Ricordate se avete una vaga memoria di inspiegabili "eventi" che vi fanno sentire a disagio.

- Cercate di ricordare se evitate un luogo particolare che vi trasmette una sensazione di inquietudine o di paura ad esso associata.

- Tenete un resoconto di tutto ciò.... data, ora, una breve descrizione, le vostre reazioni.

- Fate fotografie e filmati e mettete al sicuro ogni prova che riuscite a raccogliere.

- Fate una copia dei referti medici che si riferiscono a corpi estranei di origine ignota.

- Documentate quello che é successo.
Data e ora.
Quello che stavate facendo, tutto quello che ricordate.
Avete provato insolite sensazioni di gusto, di tatto, si odore, uditive, sensazioni, prima dell'evento
Cosa provate ora?
Se ci sono testimoni chiedete loro di fare la stessa cosa.

[align=right]da http://www.alienhunter.org di Derrel Sims[/align]


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 15:35 
INTERVISTA A BUDD HOPKINS



D: Come è iniziato il tuo coinvolgimento nello studio delle abductions?

HOPKINS: Allen Hynek ed io eravamo ottimi amici. Allen era stato sempre a disagio con le abductions, non gli piaceva riconoscere che avvenivano realmente. Era un uomo meraviglioso, gli volevo bene. E mi diceva “Dannazione, Budd, i risultati della tua inchiesta sono giusti, ma questo proprio non mi va giù! Non riesco neppure ad immaginare una cosa del genere!”. Tutto sommato in cuor suo ci credeva, ma ha lottato contro l’idea dei rapimenti sino all’ultimo giorno della sua vita. Non poteva accettarlo, anche se ammetteva che i casi erano consistenti.
Tornando al mio interesse, all’inizio l’argomento mi lasciava indifferente, ma nel 1964 ebbi un avvistamento diurno di un UFO. Poi, quando lessi dal caso degli Hill non ci credetti. Non potevo crederci. Arrivai ad accettarne l’idea solo nel 1967. Nel frattempo, ogni tanto, mi capitava di leggere qualcosa sull’argomento. Ma fu nel 1975 che condussi indagini sul primo caso, un atterraggio UFO con entità aliene accanto, impegnate ad estrarre campioni dal suolo. Avvenne in New Jersey, più o meno ad un miglio da Broadway, dall’altra parte del fiume Hudson. Nel 1975 gli inquirenti che da più a lungo si erano impegnati nelle ricerche UFO, erano a conoscenza di pochissimi casi di rapimento. Si riteneva avvenissero molto raramente. Nel ’75 sapevamo solo del caso Hill, del caso Pascagoula, nel Mississippi, del caso Travis Walton, di Villas Boas e di un paio di altri. Fra il ’75 e il 76 scrissi un articolo su quel caso di atterraggio. Cominciarono ad arrivare telefonate e lettere ed alcuni episodi riguardavano il Missing Time, il vuoto temporale, ovvero il sospetto che qualcosa di più fosse accaduto, qualcosa che le persone non riuscivano a ricordare, ovvero un rapimento vero e proprio. Appena presi ad occuparmene mi resi conto che i rapimenti erano numerosi, perché le persone ricordavano di aver visto un UFO, proprio come coscientemente ricordavano i coniugi Hill e Travis Walton e gli altri addotti. Scoprii che esistevano casi in cui il soggetto non ricordava di aver visto un UFO, né esseri alieni, ma c’era il Missing Time, il tempo mancante. Pubblicai nel 1981 il mio primo libro e scrissi che, innanzitutto, il fenomeno poteva dirsi estremamente diffuso. Mentre, sino ad allora, i ricercatori ritenevano i casi del tutto sporadici… la pensava così anche lo psicologo Leo Sprinkle. Invece nell’81, durante una conferenza, molto drasticamente dichiarai che ritenevo probabile che il numero delle abductions fosse superiore a quello degli avvistamenti, che assommavano già a centinaia di migliaia. Dissi che l’avvistamento in realtà era un aspetto del rapimento. Non il contrario. Si dischiuse così una enorme porta sul problema. Sempre nell’81 scoprii un altro fattore: le cosiddette Screen Memories, le memorie-schermo, ad esempio: una persona disse di aver assistito ad un incidente fra diverse automobili, un groviglio di lamiere e tante luci accese… il testimone si sentiva però a disagio, qualcosa non quadrava, c’era un Missing Time, che sotto ipnosi ricostruimmo e venne fuori che non si trattava di auto incidentate, ma in effetti era un UFO atterrato. Quell’immagine era stata impressa nella mente del soggetto. Inoltre c’erano delle cicatrici, dei segni sul corpo che le persone non ricordavano di avere prima. In conclusione, fra i diversi fattori, il più dirompente era la larghissima diffusione del fenomeno.

D: La presenza di cicatrici, le procedure mediche. Sembra sia in atto un processo di progressiva ibridazione umano/aliena.

Lo scenario è il seguente: se gli alieni sono in grado di estrarre un feto da una donna, e quel feto è un ibrido, il frutto di un incrocio fra noi e loro, cosa impedirebbe loro di asportare un feto completamente umano, vale a dire prodotto normalmente da una donna? Gli alieni prendono quel feto e lo inseriscono nel loro ambiente. Il feto, una volta sviluppato, darà luogo ad un individuo cresciuto all’interno della cultura aliena, cultura… se così la vogliamo definire. Così, una persona prelevata e portata dentro un’astronave potrà vedere attorno a sé individui al cento per cento umani, che hanno vissuto tutta la loro vita con gli occupanti alieni. Di questo ci sono le prove. Se gli alieni possono far crescere nel loro ambiente un bambino ibrido, possono far crescere anche un bambino totalmente umano, e conseguentemente quell’essere umano potrà avere un punto di vista completamente alieno.

D: Hai potuto individuare un “criterio di scelta” dei soggetti che vivono queste esperienze, di contatto e procedure mediche presumibilmente associate ad ibridazione progressive?

Le cose si complicano un po’: nel mio libro “Witnessed” ho esposto un certo numero di casi che ho definito di “Elezione Aliena”. Gli alieni rapiscono o prelevano una persona. Per un paio di ore, la persona si comporterà come se fosse aliena. Poi viene riportata e tornerà ad essere un perfetto essere umano. Faccio un esempio: una donna ricorda di essere stata portata una prima volta a bordo di un’astronave, sa di essere stata addotta. La seconda volta, viene rapita ed ha indosso un’uniforme azzurra, come quella degli alieni. Non sa come mai indossi l’uniforme, priva di bottoni o di chiusure lampo. Le viene detto di uscire fuori dalla nave, che poggia sul terreno, dove c’è un’automobile ferma. Lei si avvia verso la vettura, al cui interno c’è un uomo afroamericano, spaventato a morte. La donna è scortata da due piccoli esseri alieni, due Grigi. La donna apre la porta dell’auto, afferra per un braccio l’uomo e lo tira fuori dall’abitacolo, ed insieme rientrano nell’astronave. Questo è tutto. Ha fatto quello che doveva. Viene riportata dove l’avevano presa. Per ora la sua esperienza è terminata. Ma, ovviamente, quell’uomo era stato rassicurato dalla presenza di un altro essere umano. Questo è accaduto spesso. E può coinvolgere un poliziotto, un militare, ed ovviamente un civile gli obbedirebbe subito, vedendo la divisa. In un caso, in particolare, un uomo vede all’interno della nave un umano, del tutto normale, vestito con un’uniforme dell’esercito, e sul braccio una fascia della Polizia Militare. L’addotto, che ha fatto il militare, allora si chiede “cosa ci fa qui un poliziotto militare? Forse il governo sta cooperando con gli alieni? Perché quelle uniformi? Sembra quasi uno spot dell’esercito che dice Guardate che bello, noi lavoriamo con gli alieni!?” Ovviamente, l’uomo non se ne fa una ragione, e poi entra in scena un altro individuo, stavolta vestito da nazista, e il testimone è ancora più incredulo: che ci fa un nazista qui. Il punto è che le immagini vengono imposte nella sua mente, lui non capisce esattamente cosa sta vedendo… Insomma abbiamo molti problemi. Devo dire che non nutro l’idea, in mancanza di prove, che un governo, che sia italiano o americano, mandi suo personale militare negli UFO per rapire la gente. Non lo credo proprio. Le persone sono state scelte, vedono immagini mentali, cose che in realtà non esistono….

D: Lo psichiatra John Mack ha un approccio decisamente più “positivo” del tuo.

Per quanto attiene al mio rapporto con John Mack ed al suo più positivo approccio alla questione, mi voglio riferire, per fare un esempio, a tre casi da lui studiati riguardanti tre diverse persone… si trattava di persone comuni, un rappresentante, un libero professionista, insomma persone impegnate in varie attività, tutte sui trent’anni. E tutte estremamente spaventate e confuse, come accade a quanti si diano la pena di cercare di capire la natura del loro vissuto … lo stesso accade alle persone che si rivolgono a me, hanno la loro vita, il loro lavoro e sono confuse e spaventate. Bene, John Mack mi ha detto che quelle tre persone, nel giro di pochi mesi, avevano lasciato il lavoro, e nell’approfondire cosa stesse loro accadendo e le ragioni degli alieni - fra virgolette “alieni che stavano aiutando il nostro ambiente” - anch’esse si erano fatte carico di un impegno ambientalista ed ecologico. Mack ne era molto contento. Io gli dissi, “John, in realtà la questione mi sembra semplice: se gli alieni hanno preso quelle persone per 35 anni, rendendole confuse e spaventate, mentre tu hai lavorato con loro per tre mesi e dopo, nel sentirsi meglio hanno deciso di lasciare il lavoro e cambiare vita, a chi deve andare il merito? A te o agli alieni? Senza il suo intervento quei cambiamenti non si sarebbero verificati. È un intervento umano, non di un qualcosa che viene da lassù… se non avessero incontrato John Mack avrebbero continuato ad essere confusi e spaventati e a fare lo stesso lavoro. Penso che il coinvolgimento e l’interpretazione dell’inquirente abbiano un’enorme importanza nel come la persona può affrontare l’esperienza. La divergenza con John Mack è che io non intravedo alcun elemento positivo fluire dagli alieni verso di noi.

D: E’ possibile che, dietro alcuni rapimenti, ci sia una strategia occulta terrestre, militare?

Io contesto ai governi, soprattutto a quello americano, la strategia del cover-up, l’insabbiamento delle prove nei nostri confronti, una cosa tremenda, orribile… perché il governo dice ufficialmente, ad esempio ad un bambino di sette anni, addotto e spaventato, che forse è stato sottoposto ad operazioni chirurgiche, il governo gli dice: “Non è successo niente! Stai dicendo una bugia, oppure sei mentalmente ritardato!” È incredibilmente pericoloso. Come se la polizia dicesse ad una donna che è stata violentata che non è successo, che ha incontrato uno con cui ha voluto fare sesso. Ecco perché condanno i governi. Il cover up è estremamente pericoloso per la gente. Ma in ogni caso escludo che ci sia nostro personale militare a bordo di UFO. Non penso che questo avvenga. Ci sono molte altre possibilità.

[align=right]Fonte: http://www.roswell.it/2006/01/01/la-sin ... tions.html[/align]


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ABDUCTION - LE IPOTESI



Gi studi sul femomeno abduction portano studiosi ed appassionati a dividersi in due categorie:
*coloro che lo ritengono di matrice positiva: John Mack, Richard Boylan, Whitley Strieber.
*coloro che lo ritengono di matrice negativa: Karla Turner, David Jacobs, Budd Hopkins, Salvador Frexeido.

I positivisti sostengono la teoria secondo cui lo scopo finale delle abduction, sarebbe quello di indurre un ampliamento della coscienza umana nell'ambito di un progetto di evoluzione cosmologica. Lo shock relativo al rapimento sarebbe da attribuire ad un errata percezione del fenomeno da parte del soggetto che lo subisce.
Lo psichiatra John Mack, tragicamente scomparso, riteneva che gli alieni stiano preparando gli umani prescelti ad una sorta di salto evolutivo che li aiuterà a sopravvivere in futuro sulla Terra ormai inevitabilmente compromessa dal degrado ambientale.
I “negativisti” invece paventano che l'ingerenza aliena abbia scopi meno filantropici e ritengono che gli extraterrestri stiano sfruttando gli umani, sottoponendoli ad umilianti ed invasive procedure mediche (asportazione di sperma ed ovuli, fecondazione artificiale di donne terrestri con successivo prelievo del feto, creazione di ibridi umano/alieni, inserimento di microimpianti etc.), con uno scopo ben preciso.
Secondo il prof. David Jacobs, uno storico della Temple University autore del volume “The Treat”, gli alieni perseguono la modifica biogenetica dei terrestri in vista di una futura convivenza tra umani e alieni sulla Terra. Al temine del progetto, una razza umana ibrida si imporrebbe sul nostro pianeta sottomettendo gli umani originali.
Jacobs individua i veri mandanti di tale sinistro piano nei “grandi insettoidi” o “Mantidi Religiose”.
Karla Turner, autrice del celebre “Taken” ed ella stessa addotta, insieme ad altri addotti come Lea Haley e Katharina Wilson, ritiene che nelle macchinazioni aliene, ricoprano un ruolo oscuro anche i militari. Le tre donne hanno notato un’apparente sorveglianza militare, come l’apparizione di elicotteri neri senza insegne prima o subito dopo le abductions, quasi fosse in atto un tentativo di monitorarle. Ricordano anche, di essere state portate in basi sotterranee da team militari, dove talvolta i militari sembravano lavorare assieme agli alieni.
Le numerose testimonianze che sembrano confermare la presenza militare nelle operazioni aliene, hanno portato alcuni studiosi, fra cui spicca Helmut Lammer, a formulare l’ipotesi MILAB (Military Abductions). Secondo i sostenitori delle MILAB, le abbduction sarebbero in realtà perpetrate da umani a cui verrebbero impiantati falsi ricordi di copertura concernenti entità aliene, allo scopo di mascherare le loro attività.


Ipotesi secondo Malanga
Gli studi di Malanga, lo portano a schierarsi fra i sostenitori della teoria "negativista".
Secondo la sua ipotesi, sulla terra opererebbero 12 differenti razze aliene di cui sarebbero 4 stanziali.
In base alle ricostruzioni risultanti dal confronto delle testimonianze degli addotti con cui collabora, egli ritiene di poter distinguere e catalogare le principali razze responsabili delle interferenze aliene(abduction). Dalle ipnosi emergerebbe che le operazioni sono svolte quasi sempre da una razza per volta. Ogni razza svolge un compito preciso, diverso da quello delle altre, ma tutte sembrano collaborare ad progetto comune ed avere un unico scopo finale.
A un primo studio preliminare le osservazioni di Malanga coincidono con il classico scenario dell’abduction, nel quale alcuni esseri, di solito piccoli e di colore grigio scuro o nero, e più raramente blu, prelevano il soggetto e lo conducono in un ambiente tecnologico dove viene sottoposto ad operazioni chirurgiche su di una specie di tavolo operatorio. Questi esseri noti come “Grigi” o EBE (Entità Biologiche Extraterrestri) all’ufologia classica, sembrano in realtà essere piccoli robot biologici (cyborg), al seguito delle varia razze responsabili delle abduction.
Le loro caratteristiche morfologiche, forma degli occhi altezza, colore della pelle, variano a seconda del gruppo di appartenenza degli alieni con cui cooperano.

Le Razze
I tipi di alieni più frequentemente notati durante queste operazioni, sono :
Biondi a sei dita. Sono esseri dall’aspetto umanoide tutti identici tra loro, alti circa 2,40 m, carnagione nivea, lunghi capelli bianchi, con sei dita nelle mani e occhi di color celeste chiaro con pupilla verticale. Non si tratterebbe in realtà di una vera “razza”. Questi alieni sembrano provenire in realtà da una dimensione spaziale diversa dalla nostra, in cui non possono esistere corpi fisici. Per entrare nel nostro universo, questi esseri utilizzano un macchinario che genera dei corpi artificiali, tutti uguali tra di loro, che verrebbero guidati in “remoto”.

Orange o Biondi a cinque dita. Esseri di aspetto vagamente umanoide, soprannominati Orange per via dei loro capelli color arancione/mogano. Alti circa 2 m, pupilla ad andamento decisamente verticale, cranio allungato che si assottiglia progressivamente sui lati, pelle abbronzata, cinque dita nelle mani e sono vestiti con tute blu scuro attillate. Questi alieni sembrerebbero provenire dalla costellazione del Toro, vengono sovente definiti “belli” e tra di essi ci sono sia maschi che femmine. Pare che gli Orange possiedano la mappatura genetica dettagliata dell’umanità, o comunque sappiano distinguere gli esseri umani che vanno scelti per i rapimenti da quelli che vanno scartati perché non possiedono quella cosa che a loro serve. Dunque sono loro ad intervenire apparentemente per primi nell’arco della vita di un addotto.

Monocoli o Horus. Vi si collocano alieni molto alti, che gli addotti dicono di non vedere mai direttamente, ma attraverso una specie di schermo. È difficile stabilirne l’altezza esatta, si ipotizza possa raggiungere i 3 m. Il cranio è calvo e tondo. I maschi della specie possiedono una escrescenza carnosa sotto il mento che assomiglia ad una barba da faraone egizio. Sono dotati anche di due ossa scapolari molto pronunciate che viste frontalmente ricordano, erroneamente, grandi ali ripiegate dietro la schiena. Sembrano avere un occhio solo, molto luminoso, sporgente dal cranio, con sottopalpebra spessa al centro della fronte, vengono pertanto chiamati “monocoli”. Le dita, tre più un dito opponibile, sono sottili ed arcuate come quelle di un uccello.

Sauroidi. L’ ufologia classica definisce "rettiliani”. Il sauroide ha una corporatura massiccia, dotato di una grossa coda che utilizza come terzo appoggio, ricorda un grosso coccodrillo in piedi sulle zampe posteriori. Ha la pelle di color verde-marrone, umidiccia dall’aspetto squamoso. Pare che questi esseri continuino a crescere sempre per tutta la loro vita. L’altezza, che negli esemplari più giovani si aggira intorno ai 2,80m, varia aumentando in base all’età. Le mani sono palmate, dotate di cinque dita più un’unghia rostrata posta sull’avambraccio, simile a quella che i gatti hanno sulle zampe posteriori. Il cranio presenta due escrescenze ossee ai lati ed una struttura più morbida al centro che, partendo dalla sommità della testa, percorre tutto il corpo fino alla punta della grossa coda. I suoi occhi, dotati di palpebra nittante, sembrano variare di colore in base all’umore passando dal giallo al verde e diventando rossi quando l’essere viene visto comportarsi in maniera collerica. La pupilla è verticale.
Rane. È un diverso tipo di sauroide, dalla corporatura meno imponente. Di circa 2m di altezza, è sprovvisto di coda. La sua pelle è bianchiccia e traslucida, ha gli occhi tondi e lo sguardo fisso e per questo viene chiamato “Rana”. Le Rane hanno lungi denti sottili simili ai fanoni delle balene e sulla sommità del capo, sporgono numerose escrescenze cornee simili ad aculei, che a volte vengono scambiati per capelli dal taglio a spazzola. Indossano divise di tipo militare simili a quelle dell’esercito nazista. Questi esseri sono talmente simili l’uno all’altro da rendere impossibile identificarne le differenze, anche se se ne vedono diversi contemporaneamente. Anche tra di loro non si nota la presenza di sessi distinti.

Insettoidi o Mantidi. Simili alle nostre mantidi religiose, hanno un con corpo chitinoso, di colore prevalentemente verdastro. Gli arti inferiori tendono a stare ripiegati, ma il “ginocchio” non supera mai l’altezza della schiena. Quelli anteriori vengono tenuti giunti, con le mani accostate l'una a l'altra e le lunghe dita, tre per ogni arto, rivolte verso il basso. La bocca è piccolissima e la testa, dai grandi occhi scuri, viene spesso tenuta piegata su di un lato. La loro altezza va dai due e i quattro metri.

Testa a Cuore. Hanno pelle grigia e grinzosa, simile a quella dell’elefante. Gli occhi, dai contorni molto rugosi, sono a mandorla con la pupilla tonda. Le mani hanno cinque tozze dita. Il cranio, sviluppato all’indietro ma non tondo, presenta una depressione al centro e su entranbi i lati delle escrescenze carnose che penzolano fino alle spalle. Il collo è lungo e caratterizzato da grossi tendini in evidenza. Solitamente indossano dei vestiti lunghi, simili a sai dai colori scuri.

MAA e MAP
Se ad una prima analisi, il problema delle interferenze aliene anche sul suolo Italiano, si evidenziano caratteristiche coerenti e sovrapponibili a quelle dei racconti d’oltre oceano, spostando il punto focale delle sue ricerche dall’alieno all’ addotto, Malanga si concentra su un insieme di fenomeni mai approfonditi prima.
Egli nota che alcuni addotti, pur risultando soggetti sani ad un approfondita analisi psicologica, presentano alcune caratteristiche che potrebbero erroneamente far supporre la presenza si una sindrome di tipo schizoide: gli addotti mostrano una personalità dicotomica, frequenti flashback di memoria di quella che sembra essere una passata vita aliena, sensazioni di estraneità a se stessi, l’idea di essere loro stessi degli alieni.
Malanga definisce tale situazione dell’addotto “paraschizofrenia” e decide di studiarla utilizzando tecniche per l’indagine psicologica derivate principalmente da Pulver ed Erickson, che integra all’interno di una visione ontologica dell’uomo ispirata alle teorie di Jung, Hilman e allo gnosticismo cristiano.
Tutti i casi presi in esame da Malanga, evidenziano ricordi di vite aliene passate.
Durante le ipnosi, queste memorie possono aprirsi casualmente, dando luogo a manifestazioni assimilabili alla criptomnesia e alla glossolalia. L’addotto, riferisce situazioni di vario tipo apparentemente collegabili ad un’altra esistenza, nozioni tecnico-scientifiche avanzate, si dimostra in grado di scrivere e parlare una lingua sconosciuta. Sottoposta all’analisi dei linguisti, questa lingua, sia nello scritto che nel parlato, sembra possedere tutte le caratteristiche di un linguaggio reale, dal timbro “arabeggiante” con sonorità che ricordano in particolar modo l’ebraico. La scrittura è di tipo retrogrado, ossia procede da destra verso sinistra, ed è costellata da puntini diacritici tipici della scrittura araba.
Malanga nota inoltre, che le “memorie aliene” si presentano generalmente in due forme distinte che lui definisce Memoria Aliena Passiva (MAP) e Memoria Aliena Attiva (MAA).
Accedendo alle MAP si attiva il ricordo di un vissuto, che è possibile rievocare dettagliatamente ma su cui non si può intervenire. La MAP è insomma, un semplice blocco di memorie aliene depositato in un cervello umano.
Quando, sotto in ipnosi, si attiva una MAA, le cose sono notevolmente diverse. La frequenza della voce dell’addotto cambia e con essa sembra alterasi anche la sua personalità. Egli comincia a rispondere alle domande sostenendo di essere un alieno, e si riferisce a se stesso in terza persona, definendosi talvolta “contenitore”. La MAA, diversamente dalla MAP, si presenta con caratteristiche complesse e indipendenti, manifestando una propria identità distinta da quella dell’ospite. È come se, non solo le memorie, ma anche una parte della personalità dell’alieno fosse stata impiantate nell’addotto.
Sia MAA che MAP possono contenere indifferentemente memorie di insettoidi, saruoidi, orange, horus o testa a cuore.
Le conclusioni parziali di Malanga, a partire da queste osservazioni, sono che il programma dell’agenda aliena, preveda l’utilizzo dell’addotto come serbatoio di memoria per vissuti e personalità delle varie razze. Queste memorie emergendo sporadicamente nella coscienza dell’ospite umano, causerebbero disagi e improvvise crisi di identità che darebbero luogo alla sindrome “paraschizoide” da lui osservata.


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 16:47, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/03/2011, 16:56 
TESTIMONIANZE DI UN UTENTE DI UFOLOGIA.NET RIGUARDO AGLI IMPIANTI



Dalla discussione BASI ALIENE SULLA LUNA & ABDUCTION su ufologia.net, alcuni estratti dall'esperienza di un utente durante i suoi anni di preparazione in medicina.



Inserito il - 09/09/2003 : 13:56

sono arrivato a ritenere reale la presenza aliena su questo pianeta per esperienza pesonale attraverso un percorso fatto di logica deduzione e prove concrete.
Se hai letto i miei primi post ho sempre detto che non ho mai visto un alieno ma che mi interessavano i rapimenti.
In breve questa è la mia storia.
Al mio secondo anno di medicina su indicazione del mio Ordinario di Anatomia Umana Normale ho cominciato a frequentare l'istituto di Medicina Legale e da lì quello di Anatomia Patologica per il semplice motivo di avere un ottima preparazione e di avere una possibilità in più per superare il durissimo esame di Anatomia Patologica al 5°.
A Medicina Legale le dissezioni sono per lo più molto superficiali quando le cause di morte sono note (asfissia, soprattuto durante l'inverno per le caldaie a metano, infarti, overdose ecc...)
Con questo non voglo dire che mi sia capitato immediatamente qualche caso singolare da definirsi inspiegabile.
Col tempo, come per ogni studente ho cominciato ha manifestare un' inclinazione e nel mio caso sempre più interesse per la neurologia e anestesiologia sia nella clinica che nella ricerca univ. .
Al che quando avevo tempo assistevo non solo nella dissezione a Med Leg ma anche nelle analisi di laboratorio ad Anatomia Patologica.
Comunque facendola breve, nell' arco di tre anni studiando istologicamente le degenerazioni del tessuto nervoso trovammo su tre pz. di cui due ben oltre la settantina dei corpi estranei visibili solo a microscopio a scansione.
Fu richiesta l'assistenza dell'istituto di biochimica e di quello di fisica medica.
Allo stesso tempo notai che il mio prof di A.Patologica ne sapeva molto di più.
Le domande che venivano fuori non solo a me ma anche al mio tutore erano: cosa diavolo ci è fa lì sta roba : a due erano collocati tra i tubecoli quadrigemini proprio sotto l'epifisi ed avevano sviluppato una notevole innervazione che andava ad interessare particolarmente le cell. del Purkinje , quelle muscoidi e rampicanti , quindi un notevole interesse per il tessuto cerebellare , ma perchè ?
All'inizio pensammo si trattasse di un anomalia fisiopatologica, ma poi dalle analisi venne fuori che erano rivestiti di uno strato costitutio in particolare da Emosiderina e Cheratina, cosa diavolo ci faceva lì la cheratina ? mah!, nello strato più interno ferro e al suo interno carbonio.
La prima conclusione è stata che non era roba loro, al che ci domandammo come ci fosse arrivata e qui ci sembrava di essere finiti nella fantascienza, ma chi aveva la tecnologia oltre 30-40 fa per infilare questi affari quando ancora oggi è impossibile senza lasciare se non danni, segni evidenti; pensammo, forse da uno dei fori dello sfenoide, da quello occipitale o dalla lamina cribrosa, più possibile per il terzo che aveva questo corpo estraneo tra i corpi mamillari e il ponte. Comunque continuavamo a dirci che era impossibile se non allucinante, eppure diamine si trattava di cosa concreta non dicerie di corridoio.
Alla fine il prof si fece avanti è ci disse la sua: "state alla larga da questa roba perchè è la strada più veloce per affossare la vostra carriera e l'istituto non vi seguirà perchè non vive solo dello stato ma soprattutto dei finanziamenti delle case farmaceutiche, anch'io mi sono trovato di fronte a questo problema a suo tempo, anche se dietro c'è una intelligenza estranea noi siamo impotenti e ho constatato che da fastidio a molti, la vita è vostra."
Io mi sono detto, mi manca ancora il sesto, non mi sono ancora fatto la ragazza, il grano ecc... ci ripenserò quando mi sarò sistemato e avrò accettato la cosa.
Consegnammo tutto il materiale compresi i reperti all'istituto di Med Leg e di A. Pato legittimi proprietari legali e sicuramente o sono finiti in un archivio o nel mega inceneritore accanto all'obitorio.
Non nascondo che la cosa in questi anni mi ha turbato tantissimo lasciandomi insonne molte volte, chi può esserne il responsabile, non certo gli yankee e poi quale rispetto per la vita e la dignità umana potrà mai avere questa feccia. Siamo davvero impotenti di fronte a qualcosa che sembra davvero più grande di noi e l'unica via per mantenere una stabilità mentale è negare.
Per quanto riguarda le "rivelazioni" fatte dal governo USA penso che in realtà ci vogliano preparare a modo loro a qualcosa che ormai è imminente, forse ancora 10-15 anni e di cui vogliono mantenere il controllo.
Sicuramente qualche alieno si sarà stancato del modo di agire Yankee e pensa che è ora di dirla chiara : cari umani rassegnatevi siete nostri schiavi.
Comunque questa situazione che viviamo oggi ha fatto comodo a questa feccia aliena che ha potuto agire indisturbata facendo i propri comodi.
In questo forum si discute ancora sul esistono o no, invece si dovrebbe fare un passo avanti e chiederci cosa vogliono, perchè sono proprio qui, quali sono le loro intenzioni..... ci sarà possibilità di dialogo o avremo un margine di possibilità per difenderci. E' il momento di guardare avanti e fissare quel punto fermo che la nostra stabilità mentale ha bisogno : l'universo è grande, siamo solo su un piccolo pianeta e la fuori c'è più gente di quanto si creda.



Inserito il - 09/09/2003 : 18:55:16

Quando ci siamo treovati di fronte a questi corpi estranei e con i risultati delle prime osservazioni e delle analisi di laboratorio alla mano, la prima cosa che abbiamo constatato era l'estraneità rispetto all'individuo portatore data, la non coerennza nella sua posizione e struttura se l'oggetto in questione fosse stato di natura fisiopatologica, inoltre da notare era la notevole innervazione che coinvolgeva l'oggetto e le zone circostanti cosa notevolmente insolita, perchè non vi era stato fenomeno infiammatorio, perchè l'organismo non aveva provveduto ad isolarlo? Sembrano domande di poco conto, ma per un medico sono questioni che non fanno letteralmente dormire.
Stabilito che si trattava di qualcosa di estraneo , detto chiaramente, messo lì volutamente, abbiamo preso in considerazione ogni elemento conosciuto dell'oggetto:

- era costituito da quello che sembrava letteralmente un involucro di natura organica, cheratina e emosiderina principalmente, mentre all'interno un nucleo di ferro che al microscopio a scansione ha rilevato una iperstruttura con intrenamente del carbonio. Sicuramente con un apparecchiatura più sofisticata avremmo potuto vedere di più.

Ci siamo chiesti il motivo della cheratina , una proteina che possiamo trovare a livello di pelle, unghie, capelli ecc. . ma non a livello del SNC (sistema nervoso centrale). Allora ci siamo concentrati sugli elementi con cui era in contatto e sulla notevole innervazione .
Gli assoni sono la principale via di conduzione dei neuroni e sono in grado di trasmettere info anche a grande distanza attraverso il potenziale d'azione. L'assone presenta una generosa quantita di Neurofilamenti,
che sono elementi neurofibrillari e rappresentano il principale sitema di supporto del neurone e sono associati tra loro costituendo le Neurofibrille.
I Neurofilamenti sono affini ai Filamenti Intermedi in altri tipi cellulari e come questi appartengono alla famiglia delle proteine delle Citocheratine tra cui troviamo la Cheratina.
Poi siamo passati all' Emosiderina che nella norma si trova nei Lisosomi ed è il prodotto di parziale degradazione della Ferritina. La quantità di Ferritina è in relazione alla quantita di ferro.
Passo dopo passo abbiamo concluso che l'involucro originariamente era composto da Ferritina poi degradata ad Emosiderina.
A questo punto le domande si sono moltiplicate : come è stato possibile senza l'intervento dei Lisosomi e perchè è stata usata la Ferritina?
Rispondere alla seconda domanda è stato più facile perchè avevamo un elemnto a nostra disposizione : il nucleo di ferro.
La Ferritina è una proteina che si associa al ferro che si deposita nei tessuti, è costituita da 24 subunità e ognuna di queste forma un guscio intorno all'ione ferrico che è trivalente. A questo punto il ferro entrato in forma bivalente nella Ferritina viene ossidato.
Come proteina di deposito del ferro avremo l'Emosiderina.
Ora il nucleo di ferro con all'interno del carbonio , riguardo a ciò abbiamo fatto molte ipotesi ma quella più plausibile considerando gli elementi circostanti e la notevole innervazione è stata la possibilità che si trattasse di un trasduttore di segnale.
Arrivati a questo punto le domande si accumulavano. Ripensammo all'involucro organico e alla mancata espressione di infiammazione, la conclusione fu che tra le sue funzioni vi era quella di Biocompatibilità.
Non posso nascondere siamo stati presi da una punta di venialità e ora capirai il perchè.
Ci facemmo prestare dall'istituto di Fisiologia Umana una cavia con la promessa di trattarla bene e di non arrecare danni al suo sistema gastroenterico perchè dovevamo restituirgliela.
Abbiamo impiantato l'oggetto estraneo a livello del midollo spinale del soggetto, premunendoci di aggiungervi oltre all'Emosiderina una certa quantita di Ferritina ottenuta da un altro gruppo di studio, mi sembra che si stessero occupando dell'Alzaimer.
Ci assicurammo che fosse in contatto con il tessuto nervoso e vicino ad un capillare e chiudemmo.
Ci aspettavamo alla svelta con un rigetto, aspettammo 2-3 ore standard , niente Rigetto Iperacuto , al chè pensammo, è possibile dato che non è vascolarizzato; comunque non si presento alcuna infiammazione neppure nei giorni seguenti e decidemmo di aspettare .
L'attesa durò l'intero semestre in cui ci siamo presi cura di lui e alla fine decidemmo di asportare l'"Impianto",
alla fine ci siamo decisi di chiamarlo così anche perchè aveva cominciato a manifestare una certa apatia.
Dopotutto quest'affare era stato fatto per un essere umano, pensammo.
La prima cosa che notammo fu la totale mancanza di tessuto fibroso intorno all' Impianto fatta eccezione per la sede dell'incisione, il che è una cosa normalissima per qualsiasi essere vivente (intendo la presenza del tessuto fibroso e non la sua assenza).
Altra cosa fu del coagulo proteico.
Notammo inoltre che intorno all'oggetto si era sviluppata una notevole innervazione, comunque noi non siamo veterinari, ma qui c'è comunque qualcosa di strano.
Analizzammo di nuovo l'impianto e notammo la presenza di Ferritina, ma in quantità inferire a quella introdotta, e una maggiore di Emosiderina oltre logicamente alla Cheratina.
Non nascondo che ci facemmo predere dalla venialità, la posibilità di sfruttarne le proprietà di biocompatibilità per impianti ortopedici e alla lunga anche trapianti ; quindi ricavandone un brevetto si poteva diventare stramiliardari e per me la possibilità di entrare alla specialità senza neppure fare l'esame d'accesso.
Tornammo con i piedi per terra e ci rendemmo conto che l'Impianto era stato COSTRUITO e INSERITO da qualcuno con possibilità tecnologiche e d'azione al di là della nostra immaginazione.
Constatammo che due di questi dovevano essere in sede da oltre quarant'anni, costruiti con un livello di lavorazione, per quanto riguarda solo il nucleo ferroso, da nanometro. Noi in quell'anno avevamo raggiiunto gli 0,35 nm; per non parlare delle conoscenze in campo biotecnologico.
Negli anni cinquanta gli Yankee si dannavano a costruire computer grandi quanto stanzoni per non parlare della ricerca medica.
Alla fine dopo qulche giorno constatammo che l'apatia del topino era venuta meno e lo consegnammo a Fisio, rimanendo senza soggetto di studio ma con tante altre domande insolute.
Tra queste fu: qual è la sua funzione assumendo il fatto che sia inserito lì volutamente?
Forse da segnalatore, ma non aveva senso data l'innervazione.
Pensammo che molto probabilmente servisse da trasduttore di segnale in/out per una notevole quantità di informazioni che non fossero solo di localizzazione, ma come se ci fosse un terminale allacciato ad una banca dati.
Ma allora come avviene la trasmissione di informazioni?
A queste domande ho trovato parzialmente risposta solo negli ultimi 3-4 anni studiando la tecnologia di biorisonanza.
Ritengo possibile che venga sfruttata proprio questa tecnologia che ha davvero delle potenzialità incredibili e che attualmente viene applicata sperimentalmente in diagnostica medica. Ogni volta che ne usufruisco mi lascia sempre senza parole per i risultati che mi dà.
Concludendo per tantissime ragioni e conclusioni che si dovrebbero scrivere trattati, ritengo gli Impianti qualcosa di estraneo alle possibilità umane (forse oggi 2003 qualche corporazione può averne appreso alcuni aspetti applicandoli) e che vi sia dietro una volontà e un progetto che attualmente ci sfugge, ma che ormai ritengo evidente nei suoi connotati poco altruistici.




Inserito il - 09/09/2003 : 22:08:59

Io e il mio tutor avevamo avanzato l'ipotesi di una trasmissione a senso unico (dal SNC verso l'ext), ma poi l' abbiamo esclusa . Forse avevo usato un linguaggio troppo specialistico ed è per questo che non mi hai capito.
In principio avevamo visto il coinvolgimento del sistema efferente ma poi ci siamo resi conto che anche quello afferente del cervelletto partecipava all'affare.
Il motivo di questo interessamento specifico del cervelletto dovrebbe risiedere nel fatto che rappresenta un grande centro di integrazione, regolazione e distribuzione davvero affascinante.
Per questo abbiamo concluso che la funzione dell'impianto sia quella di essere un terminale sia in uscita che in ingresso per una notevole quantità di informazioni.
Non nascondo che l'uso di una tecnologia di questo genere in campo medico sarebbe un vantaggio incredibile per la prevenzione, pensa solo per le ischemie e non solo.
La cosa nonostante tutto mi turberebbe in quanto in cambio di un vantaggio per la nostra salute cederemmo parte della nostra libertà, pensa solo alla privacy dei dati diagnostici, un arma a vantaggio delle assicurazioni contro di noi comuni mortali o anche alla possibilità da parte dei governi di effettuare programmazioni sulla popolazione, senza arrivare ad una visione ancora più Orwelliana.
Nel corso di questi pochi anni ho avuto modo di scambiare consulti e opinioni con colleghi anche di altre branche specialistiche turbati da questo fenomeno e ti posso assicurare che riuscire a parlare di queste cose è difficilissimo anche con chi si conosce bene.
E' come cercare di portarsi a letto una donna stupenda e a volte lei stessa cerca di fare la cosa con te, ci si gira intorno con ammiccamenti , battute ecc...
Ti assicuro che affossare una carriera è facilissimo e per un medico c'è da considerare anche il rospetto dei pazienti non si può correre il rischio di diventare una barzelletta.
In me resteranno in presse per sempre non solo le parole dell' Ordinario di A. Patologica, ma anche quelle del Prof di Neuro cui chiedemmo consigli di neurofisio stando oltretutto sul vago nel campo delle ipotesi come farebbe qualsiasi studente universitario: "queste sono solo frignacce, concentratevi sulle cose serie!"
La constatazione di 40-50 è stata fatta prendendo in considerazione lo stato del tessuto coinvolto e del livello di innervazione, quindi il sistema di programmazione di Hayflick in neurofisiologia e il fatto che alcune cell direttamente in contatto con il corpo estraneo ne fossero escluse. Per essere sicuri abbiamo chiesto aiuto senza dire di cosa in realtà quale fosse la finalità della questione ad un ricercatore di genetica med.
Alla fine ci siamo chiesti chi cavolo aveva questa tecnologia 40-50 anni fa considerando anche il livello di nanoingegneria del nucleo e gli aspetti teorici della trasmissione dati via biorisonanza che fino a 10 anni fa erano reputati fantascienza; inoltre per esperienza ti posso dire che per accettare qualcosa non basta la conoscienza ma è necessario esserne coscenti.



Inserito il - 10/09/2003 : 01:02:41

Per quanto riguarda la trasmissione di info da parte dell'oggetto, come ho sostenuto nel post precedente, concludemmo che fosse a due vie per le ovvie ragioni esposte, inoltre studiando e usufruendo della tecnologis di biorisonanza ho avuto una conferma in più:
la biorisonanza è un sistema a 2 vie non solo in diagnostica medica, ma anche per la cura per ora solo in via sperimentale.
La biorisonanza detto in modo molto terra terra per farmi capire è per forza un sistema a due vie perchè funziona con uno stimolo informativo specifico ed un ritorno di informazioni relativo allo stimolo dato e tra i suoi aspetti eccezionali c'è il fatto di avere una banda che finora sembra senza fondo con possibilità che mi lascia sempre attonito.
Pensate solo alla diagnosi precoce, l'adoro letterlmente.
In diagnostica ho potuto constatare che il flusso di dati è notevole ed è limitato solo dalla potenza dell'interfaccia migliorabile, dalla profondità del software e dalla potenza della workstation.
Non vedo l'ora di passare ai nuovi Athlon 64 Fx.



Inserito il - 10/09/2003 : 15:25:16

Riguardo ad impianti di dimensioni più grandi, già quando ero studente ne ero a conoscenza perché venivano riportati dalla letteratura ed usati già negli anni ?70, se non ricordo male, per le sperimentazioni su primati. La loro caratteristica più evidente è l?aspetto di chiodoni con un involucro in vetro e all?interno dei miscroelettrodi con funzionalità one way, quindi solo afferente, e quando non in ingresso lo si poteva paragonare ad un radio faro buono per la localizzazione.
Sono stati molto importanti per lo studio delle funzionalità cerebrali anche se devo ammettere che i risultati non furono conclusivi e alla fine i ricercatori approdarono a ben poco.
Comunque si tratta di una tecnologia che sicuramente si è evoluta grazie alla miniaturizzazione dei chip che attualmente ha raggiunto 0.65µ, ma che presenta ancora il problema primario della biocompatibilità e quindi di indurre la risposta del sistema immunitario verso l?impianto che viene visto come agente estraneo. Oltre a questo vi è il problema non da poco che si utilizzano come sist
di comunicazione se non fili, onde Herziane e queste rappresentano un interferenza nella trasmissione sinaptica e nella fisiologia cerebrale potendo causare disturbi del sonno come minimo.
Parlando con un collega, questi aveva ipotizzato l?utilizzo di nanosonde direttamente in circolo e la possibilità di usufruire come sistema di trasmissione quello offerto da una tecnologia attualmente molto esoterica la Biofotonica , ma anche per queste rimaneva il problema della mancata sopravvivenza alla risposta immunitaria.
A questo punto starai pensando: ma possibile che i medici pensino solo a impiantare noi comuni mortali?
In realtà la necessità delle sonde in diagnostica medica è notevole, in quanto permetterebbero diagnosi non solo più accurate ma anche precoci con un abbattimento dei costi per qualsiasi SSN.
Ciò non solo migliorerebbe la qualità della vita, la libererebbe risorse per i più indigenti, una maggior velocità di intervento e soprattutto una più approfondita conoscenza della fisiologia umana ecc? . I vantaggi sono enormi, ma vi sono anche degli svantaggi che vanno ben oltre la visione di Orwell.



11/09/2003 : 00:07:57

E' proprio la sede di inserimento che fa sorgere domande a cui sembra rispondere o la fantascienza o la letteratura dell'horror.
Per uno dei tre che lo aveva tra i corpi mamillari e il ponte ipotizzammo delle vie plausibili come la Lamina Cribrosa, ma per gli altri due il discorso era diverso.
Un inserimento a quel livello è da folli allo stato puro, da perderci il sonno , diamine a livello della Commessura Posteriore. L'unica strada plausibile ci sembrò via Seno Retto del Tentorio, da lì la Grande Vena Galenica in direzione della Vermiana Superiore; ma anche così l'eventualità di fare danni irreparabili è totale, qui non c'è tecnologia che tenga.
E' follia pura. Le soluzioni sembrano dipanarsi tra un pazzo che non ha paura delle sue azioni ed è pure non solo baciato dalla fortuna ma da una divinità oppure qualcuno che dispone di una tecnologia avanti a noi di secoli.
Se fossero gli Yankee avrebbero provveduto sicuramente a riparare i circuiti di Giorgino, no non credo e poi dove la trovavano un altra bambolina.
La questione è da far perdere il sonno a chiunque, sapere che c'è in giro una mente criminale che si sente autorizzata ad agire così.
Forse viviamo in un mondo virtuale, un giorno mi sveglierò circondato da tante donzelle.
Sì non può essere altro che così, sono finito attraverso il flusso residuo di onde mentali di Philip K. Dick



Inserito il - 11/09/2003 : 20:45:35

Sul fatto che questi individui fossero stati addotti o meno,
non ce ne siamo posti neppure il problema dato che non sapevamo neppure che cosa fosse l'abduction, ma soprattutto non è tra le prime cose che si va a pensare; noi tutti riteniamo di vivere in un mondo normale.
I dati sulla loro vita erano ridotti all?anamnesi ospedaliera per due
e a poco meno per il terzo che aveva subito un incidente e aveva oltre 65aa. .
Le domande e le risposte possibili potevano venire fuori solo con quello che avevamo, in considerazione soprattutto che assistevo ad una ricerca volta allo studio del tessuto nervoso mirata a obbiettivi ben precisi e assolutamente normali non a fare gli ?Investigatori del Mistero?. Infatti a questi casi particolari abbiamo dedicato dei ritagli di tempo in fondo.
Comunque da quello che ti posso dire riguardo ai tre soggetti, questi avevano una vita normale, famiglia figli, non fumatori, né alcolisti, religiosi i due ospedalizzati, il terzo non so.
Se c'era qualcos'altro nelle cartelle anamnestiche dell'H in questo momento mi sfugge.
Riguardo al fatto come dici tu sulla possibilità di secrezione ectopica,
questa è stata una delle prime opzioni possibili che abbiamo subito preferito, ma poi l'abbiamo scartata per l?oggetto che appariva non naturale e anche se lo fosse stato niente poteva permettere una così alta concentrazione di ferro in un unico punto, anche se fosse stato possibile i soggetti avrebbero dovuto mostrare dei sintomi degenerativi e comunque l'nvolucro aveva l'inpressione di essere parte dell'oggetto e non il contrario. Spero di essermi espresso nel modo più chiaro e semplice.
Dimenticavo che da quello che ci avevano detto a Fisica Medica, senza rendere loro nota l'origine e la singolarità del caso per non essere presi per idioti, risultò che il nucleo era magneto conducente e non dimotrava caratteristiche magnetiche e questo ci fece propendere verso l'ipotesi che si trattasse di un conduttore; era stata ssegnalata l'insolita durezza. Comunque alla semplice osservazione c'era da considerare la mano intelligente che ne aveva dato la forma, a parte l'involucro organico che sembrava informe.
Comunque non esiste nessuna patologia, anche che si risolva in questo modo; altrimenti dovremmo ammettere che dentro di noi vi sia un simbionte che agisce per conto suo senza danneggiarci.
Io non sono un medico legale e mi sono trovato in questa situazione da studente interno nell' Istituto di Anatomia Patologica. AP è il posto migliore insieme a Cardio per farsi una formazione di tutto rispetto.
Personalmente ho assistito ha moltissime dissezioni, ma senza intervenire direttamente perchè mi era proibito.
Comunque questi tre casi sono venuti fuori nell'arco di tre anni in cui erano stati presi in considerazione per uno studio su individui al di sopra dei 65 aa. e nell'arco di questo tempo mi sono dovuto dividere tra lo studio, le lezioni, l'istituto di AP e quello di Cardio.
Penso, questa non è solo un opinione mia, che sia stato un caso fortuito l'esservi trovato ad aver a che fare con questi affari.
Comunque non nascondo che il dubbio che negli anni precedenti vi siano stati altri casi rimane.
Sospetto infatti che chi ha scaricato le cartelle prima di me si sia trovato davanti a qualche singolarità solo che l'ha scartata. Ovunque, nessuno lo ammetterà mai stanne certo, in qualsiasi paese quando si raccolgono dati si tende a scartare ciò che può interferire; questo per addomesticare il tutto verso le proprie finalità e raggiundere risultati certi e riscontrabili.
Ll'impressione che mia aveva dato il mio Prof di AP era quella di saperla lunga e quindi.
Tanto ormai non mi è interessato più perchè ho lasciato AP per un maggior interesse verso Neuro e Anestesiologia in Neuro.
Due di questi impianti presentavano il nucleo inteno in forma oblunga, quello che abbiamo usato nel nostro piccolo esperimento aveva l'aspetto di una piccola punta di freccia con le 2 ali piatte ma non appuntite all'estremità, mentre la punta si presentave con base piatta mentre la sup superiore convessa in modo aerodinamico.
Le tre parti si congiungevano in mdo da sembrare quasi che formassero una sorta di piramide ma con l'apice che appariva se non incavato piatto.
Questa è la mia prospettiva e ciò che ricordo.

Fonte: http://www.ufologia.net/forum/topic.asp ... hichpage=1


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ARTICOLO SULLE ABDUCTION



Di Roberto Pinotti e Enrico Baccarini

Affascinati dallo studio dei rapimenti di presunta matrice aliena, abbiamo cercato, nelle nostre ricerche, di capire questa fenomenologia nelle sue difformità e complessità. In Italia fino ad oggi però non si è mai parlato affondo di un fenomeno correlato a questa strana fenomenologia, ovvero il fenomeno dei Feti Fantasma. La letteratura sulle abduction, soprattutto americana, presenta in una considerevole quantità di casi questo strano fenomeno, ancora non pienamente capito neanche dalla scienza ufficiale. Si perché il fenomeno dei feti fantasma non è solo uno dei tanti fattori che possono essere rinvenuti all'interno della fenomenologia ufologica ma, negli ultimi anni, è stata oggetto di profondi studi ed indagini da parte del mondo accademico e scientifico. In tali settori di ricerca ovviamente la correlazione con il fenomeno ufologico non viene presa neanche in considerazione ma la particolare fenomenologia con cui gli studiosi “ufficiali” si devono scontrare ha portato alcuni di questi ad ipotizzare interventi di altro genere, oltre a quelli prettamente fisiologici. Karla Turner nel suo bestseller Rapite dagli UFO (ed. Mediterranee, 1996) ha presentato forse per la prima volta pubblicamente questo fenomeno raccontando le storie di giovani donne che ritenevano di essere state rapite da esseri alieni.
Vanishing Twin, Con tale termine si tende oggi a classificare quei fenomeni in cui all'interno di una normale gravidanza il feto sembra scomparire dopo il primo trimestre di gravidanza. Tale sparizione sembra essere il più delle volte immediata quanto inconcepibile anche per la stessa medicina ufficiale, da qui la denominazione di “Fenomeno dei Feti Fantasma”. Il Dr. Kurt Benirschke, Professore di Patologia e Medicina Riproduttiva, ha affermato che dall'avvento della sonografia le prove tangibili riguardanti il fenomeno dei feti fantasma sono diventate un serio argomento scientifico, oltre che argomento ben documentato. Si tratta di un fenomeno che formalmente esiste ma oggi la scomparsa di feti, in gravidanze singole o multiple, è stata identificata solo occasionalmente.
La presenza iniziale di gemelli durante le gravidanze è stata accertata principalmente attraverso radiografie effettuate nei mesi di gestazione, o quando le placente venivano esaminate dai medici. Nel 1989 venne coniato da Elizabeth Noble il termine “fenomeno dei feti fantasma”. Un nome così particolare venne coniato perché questa ricercatrice notò che il 4% delle gravidanze da lei studiate presentavano un feto gemello che misteriosamente scompariva verso il terzo mese di gravidanza, sparendo senza inoltre lasciare traccia evidente nell'utero. La sparizione di feti dall'utero materno (ed è bene ricordare che non ritratta di aborti ma di vera e propria scomparsa di un feto) sembra essere percentualmente più elevata in casi di gravidanze gemellari, anche se esiste una piccola percentuale di casi in cui tale sparizione avviene in gravidanze singole.
Recenti studi sembrerebbero testimoniare come questa patologia (se così possiamo chiamarla) non sia un frutto recente delle nostre acquisizioni scientifiche, ma sia molto più vecchia di quanto si possa ritenere. Solo dopo l'acquisizione di strumenti ecografici e sonografici, principalmente, e di altri strumenti diagnostici siamo riusciti ad evidenziare e a testimoniare questa sindrome. Molti detrattori hanno da sempre affermato che i feti fantasma non fossero altro che il frutto di gravidanze isteriche, di rari fenomeni testimoniati dalla medicina in cui durante gravidanze gemellari un feto viene letteralmente “assorbito” dall'altro, oppure di altre patologie dai ben più chiari risvolti.
Non sono rari i casi in cui a seguito di sonogrammi in cui sono presenti i due gemelli, un embrione sembra letteralmente sparire dall'utero materno non lasciando quasi traccia del proprio passaggio, anche ad un esame attento della placenta. S. Levi ha studiato oltre 6.000 gravidanze ai primi mesi di gestazione attraverso la sonografia. Le sue scoperte sono state estremamente interessanti sia per il mondo della medicina che per quello della ricerca scientifica, su 188 casi di gravidanze gemellari identificate, solo 86 si sono trasformate in parti gemellari, nei restanti casi il feto scompariva. Ovviamente questo significava – in base ai dati oggettivi ritrovati da Levi - che durante le gravidanze gemellari in una piccola percentuale dei casi un solo bambino veniva alla luce, lasciando dietro di sé il dubbio sulla fine dell'altro feto. Secondo alcune recenti teorie (per tutti i riferimenti presenti rimandiamo alla bibliografia) gli embrioni dei gemelli morti potrebbero essere incorporati, o riassorbiti, all'interno della membrana della placenta, assolvendo così al mistero della mancanza di un “corpo del reato”. Non sembra però così semplice perché in diversi casi presenti in letteratura gli embrioni/feti scomparivano verso i tre mesi di gravidanza e soprattutto talmente repentinamente da non poter giustificare un assorbimento così rapido.
La letteratura in merito è ancora molto scarna, ed i pochi studi scientifici condotti fino ad oggi non riescono pienamente, in molti casi minimamente, a giustificare tale fenomenologia. Ci potremmo chiedere a questo punto quale sia la correlazione che lega la scomparsa dei feti al fenomeno dei rapimenti alieni! Nella letteratura sulle abductions (il passaggio in questo caso è su una classificazione di casi ritenuti genuini) non è raro trovare soggetti che affermano di aver perso un figlio o di averlo letteralmente “smarrito” dopo pochi mesi di gravidanza. Si è sempre cercato di spiegare tale fenomeno come frutto di un aborto o di gravidanze isteriche o ancor più come la “mano omicida di chi affermava di essere stato rapito dagli alieni” (portando in diversi casi i soggetti ad essere rinchiusi in manicomio). Ma realmente che cosa possiamo affermare su queste misteriose sparizioni? La medicina ci dice che esiste una fenomenologia, non ancora pienamente capita, in cui potremmo collocare i casi di sparizione di feti di donne che affermano di essere state rapite da esseri extraterrestri.
Esiste anche una notevole letteratura in merito (vedi prevalentemente gli studi compiuti da Hopkins, Jacobs e Mack) che ci dice come donne rapite si trovano dopo pochi mesi di gestazione a vedersi scomparire il feto dal proprio utero. Il salto logico ovviamente è legittimo, in certi casi oltre all'abduction il soggetto (in questo caso la donna) subisce l'asportazione del proprio feto. Molti soggetti trattati in ipnosi regressiva testimoniano proprio tale asportazione. Ma nei casi in cui la donna non sembra rientrare nei casi di prelievo IR4 – IR5, che cosa potremmo affermare? Se da una parte il fenomeno delle abductions è ancora duramente combattuto, seri studiosi sono riusciti nel corso degli anni a testimoniare che qualcosa di anomalo effettivamente avviene, qualcosa che sfugge totalmente alle nostre leggi e alla nostra comprensione, potremmo guardare gli studi e le testimonianze raccolte in questa monografia per averne una prova. Diventa logico a questo punto operare un distinguo, che ci lasci la mente libera da preconcetti e che ci permetta di studiare il fenomeno nella sua interezza.
Considerando altamente probabile che esistano dei veri rapimenti alieni, la cui percentuale però sulla casistica generale andrebbe molto ridimensionata, e quindi sarebbe ipotizzabile che l'impianto o l'espianto di un feto possano costituire parte di un progetto di studio (o di manipolazione secondo altri) operato sulla nostra specie. Dall'altra parte abbiamo un mistero medico, perché tale rimane tuttora, in cui feti per vari motivi sembrano scomparire dalla placenta. Dalla parte dei rapiti abbiamo dei ricordi di prelievo e studio operati da esseri extraterrestri, mentre nei soggetti normali tale fenomeno avviene senza che ci sia apparente interazione con entità aliene. Potremmo trovarci davanti, come è stato più volte ipotizzato nel caso delle abductions, davanti ad una fenomenologia che si esplica su di un percorso bilaterale; una patologia/fenomenologia medica ancora oggi poco compresa e una piccola percentuale in cui realmente è ipotizzabile una interazione tra esseri esogeni al nostro pianeta ed una loro interazione con donne in stato interessante.
Nel caso della patologia medica, pur rimanendo molti quid inspiegati, esisterebbero minimi dati scientifici che potrebbero giustificare una scomparsa di un feto, nei casi in cui però ci troviamo davanti a soggetti rapiti tali quid sembrano non permetterci minimamente di accostarci al fenomeno per poterlo comprendere con una chiave di lettura medica. Questo potrebbe suggerirci che non sia così semplicisticamente facile poter generalizzare tali fenomeni al punto da rigettarli come spiegabili o frutto di paranoie. Purtroppo la ricerca in questo campo sembra essere agli albori in tutti e due i casi, (sia in quelli medici che in quelli assoggettabili a rapimenti alieni) e questo non ci permette ancora di possedere dati sicuri e oggettivi su questa fenomenologia. Come nel caso delle abductions propriamente dette i ricercatori italiani (C.S.A. in primis) si stanno muovendo per comprendere meglio il fenomeno, aperti però a quelli che potrebbero esseri sia punti di vista alternativi, sia punti di vista strettamente medici. Solo il futuro, e la ricerca, potranno fornirci maggiori dati a riguardo.


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LE PROSPETTIVE NEI RAPIMENTI



Hilary Evans per il CISU
(Traduzione Maurizio Verga)


I casi di rapimento sono le manifestazioni più drammatiche del fenomeno UFO. Se sono validi, cioè se i rapimenti avvengono veramente come sono riportati, non dobbiamo cercare oltre una spiegazione per gli UFO e le loro visite al nostro pianeta. Sarebbero, infatti, chiaramente viste all'interno del più ampio scenario di un contatto extraterrestre. Ma quello che è più rimarchevole è che sarebbero l'evento più importante nella storia dell'umanità. Quindi tutto dipende dalla risposta alla domanda: i rapimenti avvengono effettivamente come riportati dai loro testimoni ?
Non ci può essere alcun dubbio che qualcosa succede veramente. Che i rapiti vivano un'esperienza di qualche tipo è un dato che non abbiamo necessità di mettere in discussione, ma possiamo mettere in discussione la loro interpretazione dell'esperienza che hanno vissuto. In un senso o nell'altro i rapimenti sono reali:quello che rimane in dubbio è se quella realtà è la realtà quotidiana del mondo oggettivo oppure la realtà privata della mente del testimone.
Come molti altri fenomeni anomali, i casi di rapimento hanno una plausibilità irresistibile. Nel leggere un racconto come quello fornito da Hopkins nel suo "Intruders", troviamo un disorientante assortimento di elementi che, a prima vista, sembrano, come i pezzi di un "puzzle", poter essere riuniti solamente in un unico senso. E' solamente quando ci spostiamo un po' indietro ed osserviamo il "puzzle" in una prospettiva più ampia che incominciamo a chiederci se ci possa essere una soluzione alternativa.

I RAPIMENTI NELLA PROSPETTIVA DEGLI UFO
Se siamo disposti ad accettare che i rapimenti avvengono effettivamente, i problemi sollevati dalla loro associazione con gli UFO devono essere risolti.
I rapimenti, per definizione, sono collegati al fenomeno UFO, dato che è proprio negli UFO che i rapitori che giungono fino al nostro pianeta ed è sugli UFO che la maggior parte dei rapiti sono portati. Ogni caso di "abduction", quindi, coinvolge un UFO, indifferentemente che esso sia menzionato o meno.
Ma nel momento in cui ci rendiamo conto che l'accettare il racconto del rapimento significa accettare l'UFO (senza il quale l'intera storia non può avvenire), ci troviamo di fronte al paradosso ufologico in tutto il suo orrore. Ammesso che esseri umani vengano rapiti e portati a bordo di UFO ed a meno di premettere una qualche metamorfosi temporanea della sostanza materiale dei loro corpi, quegli UFO devono essere macchine volanti concrete e l'azione del rapimento deve essere un'azione fisica coinvolgente un corpo umano in carne ed ossa trasportato/risucchiato/teleportato attraverso l'aria.
Ma sebbene si sostenga che i rapimenti si siano verificati in centinaia, se non in migliaia di occasioni, nessun UFO in relazione ad un rapimento è mai stato percepito in maniera decisiva da un testimone indipendente e, allo stesso tempo, nessuno ha mai visto un rapito nell'atto di essere portato a bordo o di tornare da un UFO.
Neanche gli stessi rapiti hanno avuto successo nell'ottenere una prova materiale della loro esperienza. Ogni tentativo di procurarsi dei ricordini e souvenirs è stato sempre, sfortunatamente, impedito.

I RAPIMENTI NELLA PROSPETTIVA DEI CONTATTISTI
Se siamo disposti ad accettare che i rapimenti si verificano effettivamente, è necessario rimarcare come essi siano differenti per tipologia dalle esperienze contattistiche, che sono apparentemente simili in molti aspetti,ma che,quasi certamente, Il fenomeno UFO nella sua forma corrente aveva solo pochi anni quando fu "arricchito" dalle dichiarazioni dei contattisti che affermavano di incontrare gli occupanti, che nella maggior parte dei casi erano dei benevoli "Fratelli dello Spazio" o "Guardiani del Cosmo". Preoccupati per la situazione del nostro pianeta, questi esseri selezionarono fra l'intera razza umana un George Adamski, un George king o un Orfeo Angelucci e gli affidarono una missione per salvare il mondo. Il mondo, nella maggior parte dei casi, non si lasciò convincere da queste dichiarazioni.
Ma poi vennero i rapiti, che hanno una storia più plausibile da raccontare.Non siamo tenuti a credere che rapiti come Barney & Betty Hill o Kathie Davis furono scelti perchè erano persone eccezionali: erano solamente adatti ad esami fisici o ad esperimenti genetici.Ciò rende certamente le loro storie più facili da credere. Noi possiamo inventare - e molti di noi lo fanno - degli scenari plausibili, in cui gli extraterrestri che ci visitano raggiungono un punto nel loro studio sui terrestri per cui ritengono necessario condurre degli esami fisici e degli esperimenti di procreazione con esemplari umani.
Ma non è sufficiente mostrare che i rapiti sono più credibili dei contattisti, bisogna anche mostrare che essi sono diversi per tipologia.Se le storie di rapimenti sono vere, perchè sono precedute da un'ondata di storie di contatti, allo stesso modo presentate come vere, ma manifestatamente inventate?
Fino a quando queste domande non troveranno risposta, rimarrà il sospetto che i rapiti di oggi siano semplicemente i contattisti di ieri in una forma aggiornata e più sofisticata. E se siamo inclini a spiegare l'ondata di contattisti su basi psico-sociologiche, rimarrà la possibilità per cui l'ondata di rapiti può essere spiegata nello stesso modo.

I RAPIMENTI NELLA PROSPETTIVA DEI RAPIMENTI IMMAGINARI
Se siamo disposti ad accettare che i rapimenti avvengono realmente, si deve mostrare che essi sono diversi da altre, simili, "esperienze", che si sa essere immaginarie.
L'esperimento di Alvin Lawson sui "rapimenti immaginari" ha mostrato che soggetti in un adatto stato mentale sono in grado di inventare un'elaborato, dettagliato e drammatico racconto di un "incontro", completo frutto di fantasia. Inoltre, queste storie sono sorprendentemente simili, non solo nelle linee generali, ma anche in dettagli specifici, ai resoconti forniti dai "veri" rapiti.
Dato che nè Lawson nè altri hanno ripetuto o sviluppato questi esperimenti, non dovremmo trarne altro che delle conclusioni preliminari. Ma la conclusione centrale è inequivocabile:mentre gli esperimenti non provano che i "veri" rapiti inventano i loro racconti, essi suggeriscono che chiunque inconsciamente lo desideri può trovare dentro di sè le risorse necessarie per costruire una dettagliata e coerente storia di rapimento.
Gli esperimenti di Lawson indicarono una principale area di differenze fra i rapimenti "immaginari" e "reali": l'effetto emotivo e, talvolta, quello fisiologico, sul testimone.
I volontari non si trovavano in uno stato fortemente emotivo, non ebbero effetti psicologici successivi come emicranie, sogni, incubi od esperienze psichiche: i "veri" rapiti, invece, sono conosciuti per avere tutte queste cose, compresi gli effetti fisiologici.
Ciò è spesso interpretato dai critici dell'esperimento come una dimostrazione della effettiva realtà delle "vere" esperienze. Ma non dimostra niente del genere. In effetti dimostra che i "veri" rapiti sono in uno stato veramente emotivo; ma può darsi che l'esperienza del rapimento sia il risultato di uno stato emotivo come possa essere lo stato emotivo una conseguenza dell'esperienza del rapimento.
Nessuno metterà in discussione che il testimone del rapimento ha un'esperienza emotiva genuina: chiunque veda i videotapes del racconto, effettuato sotto ipnosi, del poliziotto dello Yorkshire Alan Godfrey in merito al suo rapimento può avere alcun dubbio in proposito . Ma mentre ciò dimostra che egli ha avuto qualcosa per il quale rimanere impressionato, non dobbiamo saltare alla conclusione che l'esperienza del rapimento ne sia stata la causa: può essere stata parte della cura.Il rapimento può essere un mezzo tramite cui l'individuo esternalizza un problema psicologico interno.

I RAPIMENTI NELLA PROSPETTIVA DEGLI STATI PSICOLOGICI
Se siamo disposti ad accettare che i rapimenti avvengono, bisogna dimostrare che sono diversi dalle esperienze immaginarie caratteristiche di persone che si trovano in stati alterati di conoscenza.
La capacità di racconto di una storia complessa messa in evidenza dagli esperimenti di Lawson è solo una del sorprendente spettro di abilità "anormali" manifestate da persone in circostanze eccezionali.Allucinazioni di vario tipo, aumentata consapevolezza "psichica", ruolo e in scenari di "possessione" o di "personalità dissociata":questi sono solo alcune delle manifestazioni riscontrate in persone che, per qualsiasi ragione, sono nello stato appropriato.
Jerome Clark ha scritto nell'"International UFO Reporter": "Ogni professionista che ha partecipato in questo tipo di investigazione diretta asserisce che non c'è alcuna spiegazione psicologica conosciuta per queste esperienze". Ma ogni scienziato comportamentale sa che ci sono parecchie forme di comportamento umano per le quali nessun modello formale di spiegazione è disponibile: amnesia, precognizione, la visione di "apparizioni di crisi", dissociazione della personalità. Sono state avanzate molte spiegazioni per queste esperienze, ma non c'è certamente consenso in merito ad esse.Così il fatto che non ci sia alcun modello di consenso per le esperienze di rapimento è l'indicazione che si tratta di uno dei parecchi aspetti dell'esperienza umana sulla quale le nostre conoscenze sono incomplete.
La letteratura di psicologia - i rapporti sul caso di Pierre Janet, per esempio - senza menzionare la letteratura parapsicologica, è piena di esperienze comparabili in molti modi ai rapimenti. Prima di essere pronti ad accettare che le esperienze dei rapiti sono tipologicamente differenti dalle illusioni isteriche di possessione diabolica, abbiamo bisogno di molta più evidenza di quella di cui disponiamo tutt'ora.

I RAPIMENTI NELLA PROSPETTIVA DELLA CREDENZA TRADIZIONALE
Se siamo propensi ad accettare che i rapimenti avvengono effettivamente, bisogna dimostrare che essi sono differenti da eventi similari che sono stati dichiarati o riportati durante tutta la storia umana.
L'esistenza di una tradizione folkloristica di rapimenti operati da fate ed altre entità ultraterrene evidenzia che l'idea del rapimento è diffusa e profondamente radicata. Mentre ciò, non per un'obiezione ai racconti di rapimento in sè, ci fa tornare in mente che è un errore il pensare l'esperienza del rapimento come un nuovo fenomeno generato dall'era spaziale. Il rapimento è servito come base per esperienze fantasiose nel passato e lo può essere ancora oggi.
I rapimenti UFO non sono il solo tipo di esperienza nella quale un'apparente plausibilità interna è compensata da una non plausibilità esterna. Altri esempi comprendono la "possessione", che i cristiani fondamentalisti credono coinvolgere un intervento diabolico, ma interpretata diversamente da altri; i fenomeni di "poltergeist", un tempo ritenuti essere l'opera di "spiriti rumorosi" ma correntemente attribuiti a proprietà psicocinetiche manifestantesi inconsciamente; la stregoneria, una volta creduta essere l'opera del diavolo, ma oggi considerata come una manifestazione di isteria indotta.
E' opportuno notare che le spiegazioni tradizionali per tutti questi fenomeni traggono la loro forza da uno specifico sistema di credenza. Dobbiamo considerare la possibilità che la stessa cosa può succedere oggigiorno con i rapimenti. Se fosse così, dovremmo considerare qualche scenario alternativo come questo.
Ad ogni dato periodo c'è un certo numero di individui che è alla ricerca di un'adatta struttura nella quale proiettare il proprio sfogo psicologico.Una tale struttura non dovrebbe solamente adattarsi ai loro bisogni personali, ma conformarsi anche alle credenze, socialmente accettabili, del tempo.
In giorni passati la "possessione" diabolica, la stregoneria, la licantropia et similia offrirono un'adatta struttura: più tardi arrivò la comunicazione con gli spiriti dei morti; oggi il "mito autorizzato" è quello della visita extraterrestre, derivato dalla fantascienza, dalla mentalità dell'era spaziale e da un'alternativa millenaria del "Guardiano Cosmico" alla tradizionale credenza religiosa .
Dato che il mito è condiviso dalla comunità, i rapiti trovano facile "credere loro stessi" nella storia del rapimento, ma anche gli altri sono facilitati a credergli.


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CINQUE ADDOTTI PARLANO DEGLI EFFETTI PRE E RETROATTIVI DELLA RIMOZIONE DEGLI IMPIANTI



di Eve Frances Lorge

Vari anni dopo la rimozione chirurgica dei loro cosiddetti impianti alieni, 5 persone coraggiosamente accettarono di prender parte ad una intervista per discutere i loro “effetti prodromi e postumi”. Tutti, un maschio e 4 femmine, condivisero una cosa in comune: Incontri UFO e contatti con esseri alieni non umani.
Il dr. Roger Leir, un podiatra di Thousand Oaks, California, fondatore del FIRST ( Fondo per la Ricerca Interattiva e la Tecnologia Spaziale ) e Derrel Sims, C.Ht, R.H.A., ipnoterapista diplomato, co-fondatore del FIRST e UFO investigatore con 27 anni di esperienza, diressero le operazioni chirurgiche con successo insieme ad un team di medici professionisti competenti e di volontari. La prima serie di “operazioni sugli impianti” ebbe luogo il 19 Agosto del 1995, presso la clinica podiatrica del dr. Roger Leir a Thousand Oaks, California.
Pat Parrinellio, un 47enne di Houston, Texas, e Mary Jones ( pseudonimo ) 52enne, pure del Texas, avevano oggetti anomali sulle lastre dei raggi X, tuttavia entrambi coinvolti con gli UFO non avevano avuto precedenti interventi. Entrambi furono seguiti da Derrel Sims dello HUFON ( Capo investigatore per lo Houston UFO Network ) e affidati al dr. Roger Leir per la chirurgia, in base ai loro passati incontri con gli UFO e grazie ai raggi X che confermarono gli oggetti anomali.
L’oggetto di Pat fu rimosso dal dorso della sua mano sinistra, e quello di Mary dal suo alluce sinistro. Tutto senza pagare nulla.
I suddetti impianti rimossi da questa prima serie furono studiati da 2 differenti patologi, e poi spediti a vari laboratori indipendenti per analisi più estese. I tests fatti su tali impianti erano: una valutazione di patologia del tessuto, spettroscopia tramite effetto di collasso a mezzo laser ( LIBS ), esteso test metallurgico con prova di densità d’ immersione, spettroscopia depressiva tramite raggi X, microscopia a scansione elettronica, analisi del modello di diffrazione ai raggi X e analisi di proprietà elettromagnetiche e di fluorescenza. Analisi sugli isotopi sono ancora in corso. Le prove furono condotte dal NIDS ( Istituto Nazionale per la Scoperta Scientifica ), New Mexico Tech, e altri istituti indipendenti.
Ma non è tutto. Mentre questi oggetti inusuali erano sotto esame scientifico, un'altra serie di rimozioni chirurgiche ebbe luogo il 18 Maggio 1996. Due donne si fecero avanti in seguito a queste nuove rimozioni e per l’ intervista e gli studi seguenti. Dorothy O’hara, una donna 61enne da PalmSprings, California, e Alice Leavy, 40enne, da Newberry Park, California; ognuna aveva oggetti simili rimossi dalla gamba sinistra. Un ‘ altra donna, Licia Davidson, 37 anni, che aveva avuto numerosi incontri con UFO e alieni, aveva un oggetto cristallino che fu rimosso dal suo piede nel Gennaio del 1997.

Scoperte
” I ritrovamenti di queste operazioni di rimozione sono piuttosto strani ”, disse il dr. Leir: “ In tutti questi casi non ci fu virtualmente nessuna reazione infiammatoria”. Ciò non è normale. Normalmente, i corpi estranei incistati nei tessuti danno reazioni acute o croniche infiammatorie e possono includere fibrosi e formazione di cisti. Questo non fu il caso che trattiamo. I referti patologici delle prime due chirurgie rivelarono che gli oggetti metallici erano incapsulati in una densa e spessa membrana grigia.
Essa consisteva di coagulo grigio proteiniforme, emoseridina e cheratina pura.
Più semplicemente, proteine del sangue e cellule particolari che si trovano di solito in superficie sulla pelle.
I robusti gusci che incapsulano gli impianti furono altresì trovati contenere nervi proprio-cettori, cellule nervose e del sangue proprie del tessuto malato in quella parte del corpo. Questi gusci da impianti emanano una luce verde fosforescente in presenza di luce ultravioletta.
Gli impianti delle due donne , della seconda serie, non mostrarono proprietà metalliche come quelli della prima serie. Invero, gli oggetti biancastri sferoidali non contenevano il duro rivestimento biologico, né davano fluorescenza ai raggi UV.
Tali tipi di impianti ( possibilmente biologici ) pure lamentavano la mancanza di risposta infiammatoria, secondo i rapporti di patologia.
L’ oggetto di tipo cristallino, escisso dal piede nella più recente operazione, aveva anch’ esso mancante la dura e grigia membrana esterna e non aveva virtualmente nessuna risposta infiammatoria come negli altri impianti.
I risultati di tests sulla prima serie di operazioni rivelarono che gli oggetti a forma di ago lamellare in questione sono principalmente di origine meteorica, contenendo almeno 11 differenti elementi.
In una intervista con Alien Encounters Magazine (Numero di Luglio 1997, Gran Bretagna ) Derrel Sims fece commenti sulla mancanza di rigetto verso gli impianti:” Sembra che la densa membrana fibrosa possa essere originata dalla pelle della persona. Se tale ipotesi è giusta, sembra che l’ oggetto metallico sia avviluppato in una guaina di materiale cheratinoso ( superficie della pelle ). Fibre nervose poi circondano il tessuto e sembrano collegate a nervi più importanti.
Il fatto che entrambe le persone ( dalla prima serie di chirurgia ) obiettarono verbalmente e fisicamente potrebbe essere indicazione di tale connessione al sistema nervoso.”
Mr. Sims crede che le indicazioni di un’ origine extraterrestre degli impianti siano molto forti. “ Ma”, mr. Sims concede, “ Qualsiasi cosa gli scienziati dicano su coloro che hanno esaminato gli oggetti, questo è ciò che noi diremo.” Derrel Sims ha dichiarato che un confronto di tutti i tests deve essere fatto prima che le specifiche del caso possano essere rilasciate. Questo è lo standard della procedura seguita in ogni impresa scientifica.
La valutazione scientifica è il nostro migliore alleato, ma le esperienze e le opinioni dei coraggiosi individui coinvolti in queste procedure chirurgiche sono egualmente importanti.
Una serie di semplici domande furono poste ad ognuno dei volontari. Quando fu chiesto sul come e quando i loro impianti avrebbero potuto essere collocati, Pat Parrinellio, di Houston, Texas, pensava che il suo impianto potesse essere stato messo durante un incontro UFO che ebbe nel 1954, all’ età di 6 anni.

Mary Jones ricorda 2 incontri UFO dove il suo oggetto potrebbe essere stato inserito, nel 1969.
” Nel primo pauroso incontro UFO”, commentò Mary, ” mi trovavo in campeggio con la mia famiglia ed ero incinta del mio terzo figlio”. Abbastanza stranamente, un mese dopo la nascita del figlio, ella ebbe un altro incontro alieno a casa durante la notte.
Al contrario, Dorothy O’ Hara di Palm Springs, California e Licia Davidson dalla Sierra Madre, California dissero entrambe,” Non ho idea di quando l’ oggetto fu inserito.” Alice Leavy commentò che per prima cosa notò il gonfiore sulla sua gamba a seguito di un incontro UFO che coinvolse altri testimoni a San Diego; nel 1993. “ Io notai il bozzo ,“ spiegò Alice”, quando scopersi il marchio sulla mia gamba sinistra, dopo l’ incontro UFO.” Se gli ” abduttori ” alieni sono responsabili degli impianti nei corpi dei loro abdotti, allora essi sanno che sono stati rimossi? Qui venne posta la seconda domanda:”
Sperimentaste/sti avvistamenti UFO, abductions aliene, strani sogni, assenza temporale o eventi paranormali appena prima, o dopo la chirurgia sugli impianti? ( entro 1 mese). Pat Parrinellio rivelò,” Sì, una catena di strani eventi ebbe luogo con un altro testimone coinvolto nella visione di un UFO luminoso e color arancio circa una settimana prima dell’ intervento. Dopo l’ intervento, io notai che le mie abilità psichiche sembrarono decrescere.”
Dorothy rispose, “ Circa una settimana prima dell’ intervento io ebbi un’ abduction tipo sogno col coinvolgimento di diverse persone in una grande sala tipo spogliatoio, in fila aspettando che ci facessero qualcosa nel collo. Pure, proprio prima di un appuntamento per incontrare uno dei collaboratori di Derrel Sims ( a riguardo della chirurgia sull’ impianto ), io e un’ altra donna avemmo una strana esperienza. Era come essere bloccati nel tempo. Terminò quando era piuttosto tardi per l’ appuntamento. E allora in seguito, dopo una sera che tornavo dall’ intervento, ebbi un incontro alieno, che non potei chiaramente ricordare”.
Sia Licia che Alice non ricordarono nessun strano evento sia prima che dopo il loro intervento. Mary sperimentò un raro dolore e infiammazione nel dito del piede e nel piede stesso circa una settimana prima dell’ intervento. “ In quel momento”, disse Mary, “ io seppi esattamente dove erano gli oggetti nel mio piede, potevo sentirli.”
Prima di ciò Mary non ebbe nessun dolore né sensazioni di nessun genere nel dito.
” Ciò che fu veramente strano,” ammise Mary, “ fu che nel momento che uscii dall’ auto per incontrare Derrel Sims, proprio prima dell’ operazione, il mio dolore svanì.”

La domanda che ci si può fare è questa: Ora che gli impianti son stati rimossi, gli alieni torneranno e ricominceranno a prelevare gli abdotti?

Tutti quanti, eccetto Mary, risposero con un sonoro “ Sì “. Alice discusse su una abduction che ebbe 2 mesi dopo l’ operazione: “ Io andai a letto presto per colpa del mal di testa. Mio marito si svegliò all’ una di notte causa l’ illuminazione a giorno della mia camera. Guardò la sveglia, si sporse per toccarmi e non mi trovò. Paradossalmente mio marito ritornò a dormire. Il giono dopo io stavo male. Non ricordo nulla della notte, ma notai, il giorno appresso, che il mio cane aveva raspato diverse zone della mia casa, come stesse tentando di fuggire da qualcosa che lo impauriva.”
Riguardo alle modifiche della salute, dell’ umore, sogni e fenomeni psichici dopo le operazioni, tutti e cinque concordarono su qualche specie di cambiamento. Mary Jones semplicemente dichiarò che sentiva un senso di pace dopo la rimozione degli oggetti.
Dorothy commentò:” Io sentivo un enorme senso di sollievo dopo l’ operazione. “ Licia fece notare, “ Sì, ebbi un imediato e intenso aumento del tono umorale dopo la rimozione dell’ oggetto dal piede. Il dolore scomparve e scomparve la strana sensazione di umido che circondava il mio piede.”
I cambiamenti più notevoli furono notati da Dorothy. “ Ebbi un forte effetto diuretico e persi molto peso in acqua una settimana dopo l’ operazione. Poi la mia salute peggiorò progressivamente e sviluppai un’ angina e un edema. Tale problema cardiaco era una complicazione ricorrente da una precedente malattia che ebbi verso i trent’ anni. Io sperimentai pure molta fatica, e scarsa concentrazione. Il disturbo durò circa un mese, dopo di che la mia energia e la salute ritornarono con maggior forza. La mia creatività e chiarezza mentale migliorarono percettibilmente. ( sono una scrittrice ). Io ebbi un sorprendente miglioramento della memoria e riuscii a ricordare una precedente abduction del 1991.
In altre parole, era la prima volta che fui capace di dissolvere la memoria schermo di una abduction, sebbene ci volessero 3 giorni di sforzo mentale. Fu difficile mentalmente e emozionalmente. Col senno del poi, dopo l’ operazione e il recupero dalla malattia, mi sentivo come disintossicata.”
Pat, d’ altra parte, notò un cambiamento soggettivo e dichiarò,” Sì, una parte di me ancora oscura ha avuto cambiamenti di paradigma mentale.”
Alice e Dorothy condivisero un comune sintomo, diversi mesi dopo le operazioni.
Alice spiegò, “ Circa 8 mesi dopo, ebbi dolori lancinanti nella gamba sinistra e notai che la cicatrice dell’ impianto era divenuta rosso brillante e doleva, e ciò durò circa una settimana.
In quello stesso periodo ebbi una forte visione precognitiva che più tardi si avverò nei dettagli.” Dorothy aggiunse; “ Sì,’ io pure notai una strana reazione nella mia gamba e nella cicatrice dell’ impianto circa 6 mesi dopo l’ operazione. Sentivo dolori nella mia gamba sinistra, specialmente nella zona dell’ impianto,
La cicatrice dell’ incisione divenne rosso brillante per circa un mese.”

Potrebbero tali cambiamenti in ognuno degli individui suddetti alterare la loro opinione del fenomeno UFO dopo il fatto?

Pat ammise che egli era praticamente scettico circa le abductions prima della chirurgia. “ E adesso”, dichiarò, “ sembra che più si diventa consci del fatto più si capisce di non saperne nulla. Ma secondo me qualcosa sta accelerando.” Dorothy concordò con Pat poiché anch’ ella pensava che il fenomeno UFO fosse un nonsenso.
In seguito ella fu conscia che:” Sono stata capace di lavorare in diversi campi nella mia vita, ora che non sono più scettica. Ora ho un approccio più pratico e spirituale alla vita, e sono più attenta nell’ aiutare gli altri nel senso pratico, non promuovendo attività New Age o filosofie metapsichiche.” Anche Mary ammise di non aver avuto interessi né conoscenza del fenomeno abduction - UFO in precedenza.
”Persino ora,” aggiunse Mary,” Non ho reale interesse negli UFO, malgrado tutto non posso negare che esiste qualcosa nel fenomeno.”
Sia Licia che Alice avevano una buona conoscenza e credenza nel campo UFO e abductions. Licia dichiarò che la sua opinione non era cambiata.” Il miglior modo in cui posso descrivere ciò, “ spiegò,” è che ho avuto una fonte realmente potente delle più alte e delle più basse:” Alice ammise, “ precedentemente io pensavo che gli alieni erano cattivi. Ora, dopo l’ operazione, e mentre la vita e le abductions continuano, io credo che gli alieni abbiano un compito da fare. Non è un buon compito. Io credo che essi stiano solo eseguendo degli ordini.”

Allora, l’ entourage ufologico dice la verità circa quello che accade agli abdotti?

Pat dice; “ La verità è soggettiva. Io so che ci sono alcuni ricercatori che seguono la stretta via dello scoprire ciò che sta accadendo.” Alice concorda che la maggioranza dei ricercatori sulle abductions riportano le cose come sono avvenute, ma c’ è una piccola eccezione. Alcuni fra i maggiori ricercatori non menzionano l’ apparente coinvolgimento dei militari.
Licia è d’ accordo con Alice; “ I massimi studiosi esaminano i maggiori indizi ma, nella mia opinione, non vogliono esser coinvolti col governo.”
Dorothy sinceramente disse,” Molte persone della comunità ufologica hanno la testa nelle nuvole e credono in una filosofia troppo benevola e spiritualmente fantastica. Non c’ è abbastanza analisi critica. Ho imparato più dalle conversazioni fra noi abdotti che dalle letture pubbliche.” Riguardo al cover-up del governo USA verso il pubblico sui fatti ufologici, tutti quanti concordarono.
Alice concluse;” Sì. Specialmente sull’ incidente di Roswell, New Mexico, 1947.

Molti degli impiantati descrissero notevoli cambiamenti mentali, psichici o di salute correlati alla rimozione dei loro impianti.
Quattro di loro descrissero un prolungamento dell’ attività di abduction aliena.
Le due donne che ebbero rimossi gli impianti di tipo “ biologico” sperimentarono cambiamenti post operazione strettamente simili, con dolori acuti e arrossamento delle cicatrici operatorie per un breve periodo di tempo. La cosa importante da considerare qui è l’ intero quadro clinico.
Una soverchia fiducia sulla prova fisica dei risultati degli impianti non è abbastanza per risolvere il mistero degli impianti- fatta salva la presenza aliena. Altrimenti cosa sono?
Le vite e le esperienze degli abdotti stessi ci dicono che dobbiamo fermarci e capire.
La risposta giace da qualche parte fra la scienza e il cuore della gente.


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 17:12, modificato 1 volta in totale.

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ABDUCTIONS DI MATRICE UMANA? C'E' DAVVERO DA AVERNE PAURA



di Giuseppe Colaminè

Vorrei aggiungere alcune considerazioni all'articolo del consigliere Nazionale CUN Enrico Baccarini, pubblicato su http://www.notizieufo.com/ dell'11/05/02, già presentato al 10° Simposio Mondiale di S. MarinoSugli Oggetti Volanti Non Identificati e I Fenomeni Connessi intitolato"Abductions, nuove frontiere".
Il lavoro di Baccarini, estremamente preciso e documentato, delinea un'ipotesi già da tempo ventilata da molti ricercatori, secondo la quale buona parte dei cosiddetti IR4 non sarebbero affatto eventi di tipo intruisivo-invasivo messi in atto da esseri intelligenti non terrestri, piuttosto esperimenti attuati da gruppi di elìte dei maggiori servizi segreti Mondiali. Tali sperimentazioni sarebbero finalizzate da un lato a testare nuovi metodi di manipolazione biologica attraverso l'introduzione nell'organismo di microchpis emittenti radiazioni mirate, dall'altro a creare un sistema di localizzazione e controllo globale degli abitanti del pianeta in cui Chip o "impianti" che dir si voglia, fungerebbero da localizzatori o "cimici", per usare una frase tipica del gergo spionistico. A dir la verità molti di noi lo avevano sempre temuto, dico temuto perchè un simile piano non potrebbe che portare ad un mondo di uomini privati delle loro libertà ed asserviti alla causa di un grandeburattinaio del quale comunque ignoriamo l'identità e le intenzioni.
Alieni sequestratori di persone, neurochirurghi da strada che usavano tecniche alla James Bond; umanoidi grigi affiancati da uomini vestiti con abiti e occhiali scuri.....che visitatori maldestri! L'avevo personalmente affermato in alcuni articoli già pubblicati.Ed ecco venir fuori la nuova pistola sparaimpianti brevetata dal Dr.Hae Dong Jho (M.D., Ph.D.) neurochirurgo di Pittsburgh. Ecco i brevetti di Robert Tickler: microchip da innestare sulla base cranica, emittenti onde elettromagnetiche che, opportunamente trasmesse ad un ricevente esterno, potrebbero fornire un monitoraggio globale sull'assetto psiconeurobiologico del portatore.
Finalmente viene fuori che il "Center for Neural Communication Technology" dell'Università del Michigan sta studiando da anni la possibilità di manipolare le funzioni neurologiche mediante l'innesto di chip modulatori, dei veri e propri pace-maker cerebrali. Ci sarebbe da sperare in bene per il futuro della medicina, perchè non è detto che una simile ricerca non riesca finalmente a curare in maniera radicale molti disturbi neurologici ed altrettanti disturbi psichiatrici, dando pace e benessere ad un enorme campione di popolazione sofferente, nonchè ad un altrettanto enorme campione di popolazione coinvolto in vari modi dalla sofferenza dei pazienti affetti. Quì però la visione si fa più pessimistica, poichè pare che il vero senso della ricerca occulta stia nel creare un sistema di manipolazione a finalità tipicamente militari e ritorna a galla la vecchia storia dei "MILABS : (MILITARY MIND CONTROL & ALIEN ABDUCTION"), di cui si è ampiamente parlato in passato. Riemergono sigle risalenti agli anni della Guerra Fredda, come ARTICHOKE e MKULTRA Projects, studi sperimantali finalizzati a creare eserciti di uomini-automi da condizionare ad azioni di guerra. Riemerge spettrale e temibile l'attentato alle Torri Gemelle di New York dell'11 settembre 2001, ma accanto ad esso escono dalle loro tombe altri spettri, quelli di tanti, troppi delitti efferati, consumati nella quotidianità borghese da persone apparentemente miti. Siamo in un'atmosfera da film del fantahorror, in cui il detective deriso e misconosciuto nelle sue intuizioni, si porta dentro l'atroce sospetto che quella catena di delitti, le mattanze di quel serial killer, quella strage, non siano eventi di cronaca nera ma frutto di esperimenti messi in atto da una lobby deviata, finalizzata a ridisegnare l'assetto planetario. A questo punto non possiamo dimenticare i primi esperimenti di manipolazione biologica e genetica condotti nella Germania Nazista e perchè no (?), riavviati, Dio solo sa dove, dopo il 1946, quando gli scienziati del terzo Reich vennero "tirati in secco" da gruppi supersegreti affinchè mettessero le loro capacità al servizio della nuova guerra in corso, quella fra l'Occidente ed il blocco Sovieto-comunista. "Le vere abductions" farebbero quasi ridere. Semplici ed innocue ricerche effettuate da visitatori alieni di passaggio, tecnicamente non più complesse dei prelievi di campioni minerali che le nostre sgangheratissime sonde effettuano su Marte o su altri pianeti del sistema solare. Il pericolo non si chiamerebbe più Zeta Reticuli ma "UOMO", perchè è dall'uomo che sarebbe partito un progetto che ha tutta l'aria di essere la versione moderna di quell'exploit di Satana profetizzato dalla Bibbia ed immediatamente precedente alla catarsi dell'Apocalisse. Non ho alcunchè da eccepire sull'articolo dell'amico e collega di ricerche; le sue argomentazioni sono circostanziate e si inseriscono perfettamente nel grande pool del "possibile, variabilmente probabile, tuttora non dimostrabile." Mi chiedo piuttosto provocatoriamente perchè allora la tematica degli IR4 debba essere trattata da un gruppo di ricerca che si occupa di vita intelligente extraterrestre e se non sia il caso di augurarsi che magari i visitatori alieni intervengano per mettere un freno a questo progetto umano così pericoloso. Al di là delle frasi ironiche resto comunque perplesso e scettico. Anni di interesse verso questa incomunicabile ricerca mi hanno insegnato che giochiamo ad una specie di caccia alla volpe, ma la nostra "preda" (sembra ridicolo chiamarla così quando in realtà le prede siamo noi) è particolarmente scaltra ed ha la capacità di depistarci in maniera davvero diabolica. Se va a destra lancia verso sinistra un falso bersaglio che puntualmente ci fa imboccare la via sbagliata e noi ci troviamo oramai da anni a giocare a rimpiattino con questo fenomeno che alla fine ce la fa in barba, lasciandoci con il naso all'aria. Si è paralto negli scorsi anni di "Patto scellerato" fra Nazioni Terrestri e alieni, un patto oramai non più datato agli anni 50 ma piuttosto a prima della seconda Guerra Mondiale, specie dopo gli studi rivoluzionari sui cosiddetti "Files di epoca Fascista" effettuati da Roberto Pinotti e Alfredo Lissoni. La tesi in questione viene periodicamente smentita, poi riesumata, non per comodo ma piuttosto perchè in quel pool precedentemente citato, essa si trova nel settore del "possibile, improbabile, troppo per essere accettabile".
Abbiamo troppi dati contraddittori per affermare che sia vera o falsa questa o quella possibilità. Decenni di ipnosi regrerssive ci delineano scenari di abductions di marca poco terrestre e sebbene sia stato io il primo a mettere in guardia i lettori contro l'assoluta affidabilità dei racconti resi in stato ipnotico, ritengo comunque mio dovere precisare che non per questo una simile mole di informazioni possa essere liquidata. Il racconto ipnoindotto è un messaggio espresso in un codice, quale quello dell'inconscio, sul quale gli studi sono a dir poco febbrili. L'ipnotizzato ci comunica innegabilmente qualcosa, non sappiamo esattamente cosa ma sappiamo che esiste un messaggio da decifrare e noi dobbiamo cercare fino all'ultimo di comprenderlo. Che la tecnologia umana stia creando dei microchip da impiantare nell'organismo come stimolatori, localizzatori o altro è innegabile. Altrettanto innegabile è il fatto che gli impianti sospettati di essere "alieni" sono poco più che schegge, composti da materiali assemblati in maniera tale da risultare estranei alla tecnologia umana.m Se esiste sulla Terra un gruppo ombra che si serve di materiali e metodi estranei alla tecnologia ufficiale, allora non possiamo escludere che questo gruppo possa essere in qualche modo legato ad una matrice extraterrestre e questo deve entrare nel pool di cui sopra finchè non verrà dimostrato il contrario.Dobbiamo stare attenti a non illuderci di aver imboccato strade maestre, dobbiamo percorrerle tutte le molte strade parallele che sembrano portarci verso la corretta interpretazione del fenomeno. La fisica ci dice che nell'infinito non esistono linee rette realmente parallele pioichè ogni linea è in realtà curva e la sua apparente rettilineità è solo un'illusione derivata dalla ristrettezza del nostro campo di visuale. Ora noi ignoriamo se le vie interpretative degli IR4 siano curve divergenti o convergenti.Nel primo caso ci troveremmo di fronte ad un fenomeno che ha una risposta giusta rispetto a mille sbagliate. Allora vuol dire che 999 ricercatori dovranno accettare la delusione di trovare alla fine un cartellino con su scritto "Hai sbagliato. Ritenta!", mentre uno solo
vincerà la "caccia al tesoro". Con molta filosofia potrei affermare che non esistono linee divergenti all'infinito poiché nella loro curvatura, prima o poi, finiscono con l'intersecarsi. Nel caso si tratti di linee convergenti, arriveremo ad un punto in cui i mille ricercatori si incontreranno dopo un tempo indefinito, in un punto in cui i MILABS, l'MKULTRA, le svariate connections spionistico-militari, i piani diabolici dei gruppi ombra, si amalgameranno con l'interferenza di una specie non terrestre sulle cui finalità sappiamo ben poco ma della quale abbiamo oramai troppe tracce per metterla in subordine. Personalmente non so qual'è la soluzione dell'enigma e per questo sono aperto a tutto ma a nulla in particolare.

Grazie ad Enrico Baccarini per avermi fornito lo spunto di questa riflessione.


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IL CAMPO ARMONICO DELLE ABDUCTION



di Pablo Ayo

«Trovo terribilmente interessante il parallelo tra le moderne storie assurde di presunti rapimenti da parte di alieni (che coinvolgono invariabilmente esseri macrocefali di cui non si vede bene il volto, che svolgono dolorose operazioni con invasive sonde metalliche) e le paure culturali contemporanee sui dottori e ospedali, dove scienziati senza volto e dall’aspetto quasi alieno operano sul tuo corpo con mezzi high-tech senza apparente pietà o umanità, è affascinante e lo trovo rivelatore di come cresca la paura verso la scienza e la medicina quando siamo senza difese di fronte al “dottore matto” che crea e controlla la tecnologia»

Così lo studioso Jeff Yanc, in un suo articolo del 1999, stigmatizzava la presunta infondatezza delle abduction aliene, relegandole a semplice leggenda metropolitana, addirittura a “nevrosi globale moderna” tesa a difendere la nostra fragile psiche dal sempre più invasivo strapotere della medicina e della tecnologia. La verità, come chi studia questi argomenti ben sa, è diversa: l’intero fenomeno è vasto e incredibilmente complesso, coinvolge così tanti aspetti della società e diversi esponenti della vita civile, che cercare di recintarlo nell’ambito di una semplice nevrosi generica è ridicolo.Molti ricercatori e scienziati semplicemente non accettano l’idea che
eventi come i rapimenti alieni e abduction notturne possano accadere realmente e cercano di trovare spiegazioni alternative. Negli anni passati, si è assistito a un autentico valzer di ipotesi e tesi, spesso dimostratesi più variopinte e fantasiose della stessa idea delle abduction.

Le tesi degli psicologi
Ne citiamo alcune per rendere l’idea. Dato che a molti durante le abduction capitavano fenomeni di paralisi, si è evocata la “paralisi nel sonno”, sindrome di disturbo in cui per una serie di concause, durante le fasi REM le cellule cerebrali bloccano i normali segnali nervosi rivolti ai muscoli, probabilmente per impedire al dormiente
di agitarsi troppo nel sonno e farsi male, ma la mente nel dormiveglia si rende conto di non potersi muovere e il panico conseguente darebbe il via a una serie di allucinazioni autoindotte.
Oppure, il disturbo del lobo temporale, un altro classico della letteratura psichiatrica. La stimolazione elettrica del lobo temporale del cervello (cosa comune durante alcune operazioni) può produrre inusuali sensazioni visive e sonore. Michael Persinger, uno scienziato canadese, ha scoperto che stimolando i lobi temporali con
l’applicazione di magneti ai lati della fronte, si provocano nei soggetti stati d’ansia, percezione di “presenze” nei dintorni, disorientamento e paura. L’epilessia del lobo temporale è una patologia ben nota che, senza dover necessariamente sfociare in veri attacchi epilettici, può però dare adito ad alterazioni delle percezioni, strani odori, visioni, sensazione di essere fuori dal corpo e, infine, anche visioni di tipo religioso. È vero d’altro canto che secondo alcuni ricercatori di fenomeni ESP o PSI, i lobi temporali risulterebbero particolarmente sfruttati da chi ha facoltà extrasensoriali, mentre alcuni rapporti militari top-secret fuoriusciti dalla base di Wright-Patterson negli anni ‘60 indicavano proprio i lobi temporali come la sorgente del potere telepatico degli
alieni di tipo grigio, tant’è vero che, a quanto si sosteneva nello stesso rapporto, gli ET ne possederebbero ben quattro e non solo due come noi umani. Ma allora, una sovreccitazione dei lobi temporali sarebbe sintomo di malattia mentale, o di un naturale, maggiore sviluppo psichico e percettivo di alcune persone?
Seguendo le sicure rotaie del negazionismo ad ogni costo, i medici e gli psichiatri più tradizionalisti rincarano la dose, invocando quale giustificazioni della “sindrome da rapiti” anche la malattia mentale tout court, o comunque fenomeni di disagio psicologico, come abusi sessuali nell’infanzia, disturbi del sonno, distorsione della memoria e altre cose del genere. Il problema è che questo tipo di disordini è tipico di chi ha vissuto forti stress psicofisici ed emotivi, come chi sia rimasto coinvolto in un incidente grave, o chi abbia partecipato ad azioni di guerra. In quest’ottica, il rilevamento di alcuni effettivi disordini psicologici è poco indicativo, perché potrebbe indicare non già di per sé la presenza di una patologia psicologica, quanto quella di un trauma psicologico o psicofisico a monte, dal quale sarebbero derivati poi alcuni problemi di memoria o disturbi del sonno. A questo quadro generale dobbiamo aggiungere alcuni fatti, perché risulta da centinaia di rapporti di abduction, che molto spesso:

A: gli addotti sarebbero sottoposti ad esperimenti o analisi chirurgiche invasive;
B: sarebbero testimoni di distorsioni dello spazio tempo o di alterazioni quantistiche della realtà (ad esempio, levitare, attraversare muri solidi, essere clonati, viaggiare nello spazio etc.);
C: subirebbero poi dagli stessi alieni un’induzione post-ipnotica, a volte rinforzata dall’uso di farmaci (fiale di liquido verde o strane pillole somministrategli), tesa a far loro dimenticare l’accaduto o addirittura a sostituire gli avvenimenti reali dietro più tranquillizzanti finti ricordi o ricordi-schermo (screen memories);
D: che durante le abduction vengono a contatto ravvicinato con creature spesso non umane e dall’aspetto inquietante;
E: che durante i colloqui con dette creature, quando avvengono, i soggetti scoprono una visione della vita, della storia e della religione completamente diversa da quella della propria cultura ed educazione di origine (cosa che non di rado mette in totale predicato alcuni cardini fondamentali dell’esistenza e come conseguenza molti addotti in seguito alle loro esperienze cambiano ex abrupto e in modo totale il loro stile di vita, giungendo a cambiare religione, lavoro, città o a divorziare).Appare quindi evidente che, qualora venisse totalmente comprovato scientificamente, l’impatto con delle civiltà aliene sarebbe così Fortemente destabilizzante da un punto di vista non solo psicofisico, ma anche morale, civile, religioso, spirituale e antropologico, che praticamente tutti o quasi i disturbi psicologici evocati dagli scienziati come “prova” dell’inconsistenza reale delle abduction, in realtà teoricamente non fanno che comprovarne maggiormente la probabilità. Come da tempo si afferma nei forum e nelle tavole rotonde in rete, se davvero i ricercatori scientifici e gli psicologi vogliono provare una volta per tutte che i finti ricordi autoindotti per suggestione possono apparire o essere ricordati in maniera così reale da sembrare veri agli addotti, basterebbe trovare delle persone che abbiano dei ricordi falsi, anche se realistici, come capita agli addotti, senza però essere addotti. In teoria dovrebbe essere una cosa semplice, però, automaticamente qui succede qualcosa: persone che hanno immagini o ricordi apparentemente reali, benché falsi, e che non hanno collegamenti diretti con la casistica delle abduction o con questa fenomenologia in genere, ricadono inevitabilmente in precise tipologie cliniche: psicolabili, schizofrenici, nevrotici, dissociati, oppure persone che hanno avuto forti problemi con droghe allucinatorie. Ma, in questi soggetti, dalle analisi non risultano quasi mai sindromi da stress post traumatici, con evidenze psicofisiche, come accade invece agli addotti, o a chi sia stato in guerra o abbia avuto esperienze sconvolgenti. Per contro, gli addotti possiedono, nella maggior parte dei casi, un buon equilibrio mentale, sono proprietari di immobili, hanno un lavoro, compiono egregiamente i loro doveri genitoriali e sono anzi in genere molto attivi in campo sociale, non di rado fanno parte di associazioni ambientalistiche o si interessano - a dispetto delle origini sociali o dell’educazione ricevuta - di nuove tecnologie, di scienze, di astronomia, di civiltà scomparse e di varia cultura. Le loro esperienze, benché scioccanti, nel tempo li rendono più ricchi e li predispongono a un rapporto più profondo e maturo con gli altri e con l’ambiente, oltre che varare nell’animo degli “abductees” quella che potremmo definire una sorta di “ricerca del Sacro Graal”, una sete di spiritualità e di risposte a domande profonde che sono tutt’altro che sintomo di una mente disordinata. In qualche modo straordinario, queste persone vengono in un primo momento sì spaventate e scioccate dalle esperienze di abduction, ma le stesse, reiterate nel tempo, rendono la mente di chi le vive più “aperta” ed elastica, rendono concetti come “l’altro”, “natura”, “spazio”, “Dio”, qualcosa di più di semplici parole.
Proprio come accadde ai primi astronauti che videro la Terra dallo spazio, le problematiche umane viste da dimensioni “aliene” sembrano così relative, i nostri scontri etnici e il nostro attaccamento alla materia così insignificanti e sciocchi, da porre la filosofia di vita dell’addotto in termini assolutamente più vasti e universali.

L’incredibile esperimento di McNally
In tempi recenti, il professor Richard McNally, (foto sotto) accademico con cattedra di psicologia ad Harvard e alcuni suoi colleghi hanno condotto delle sperimentazioni su sei donne e quattro uomini che affermavano di essere stati rapiti più volte dagli alieni. Sotto ipnosi, sette di essi hanno riportato di essere stati anche
sottoposti dagli alieni a prelievi di seme maschile e ovuli femminili a scopi di ibridazione o riproduzione artificiale, alcuni addirittura avrebbero avuto esperienze sessuali dirette con alcuni alieni (esogamia).
Ognuna di queste persone venne intervistata dal dottor McNally o dalla professoressa Susan Clancy (foto sopra), altra docente di psicologia. Ognuno di loro inoltre scrisse un testo in cui descriveva la storia delle propria abduction. Il team di ricerca realizzò dunque dei nastri audio, in cui uno speaker, con voce neutra e piatta, leggeva dettagliati resoconti di rapimento. Gli addotti ascoltarono i nastri in ambiente controllato, presso i laboratori di Scott Orr al Veteran’s Affairs Medical Center di Manchester, New Hampshire. Quando i nastri venivano fatti girare e la storia narrata, i ricercatori rilevavano le risposte emozionali dei soggetti misurandone il ritmo cardiaco, la sudorazione delle mani e via dicendo. La stessa metodologia, oltre che con i dieci addotti, venne usata con altre otto persone, non coinvolte con gli alieni, ma che avevano avuto reali e comprovate esperienze traumatiche nelle loro vite. Quando i due set di analisi (quelle inerenti i presunti addotti e quelle riguardanti le persone coinvolte con trauma comprovabili) furono confrontate, emersero dei risultati sorprendenti. Gli addotti mostravano inconfondibilmente forti reazioni psicofisiche alla lettura dei loro incontri del Terzo o Quarto tipo, e le loro reazioni furono non solo pari, ma in diversi casi addirittura superiori come intensità rispetto a chi aveva avuto traumi derivanti da incidenti, combattimenti al fronte, o abusi sessuali.
Ciò nonostante, gli esperti di Harvard continuano a definire l’intera questione semplicemente un “disturbo psichico” da studiare attentamente, e stigmatizzano l’incredibile potere persuasivo della mente umana. Vale a dire che, come sempre, gli studi della scienza servono solo a dimostrare quello che la scienza vuole. Ai tempi di Galileo, era pura follia pensare a un sistema solare eliocentrico e l’autorità costituita chiedeva ai propri scienziati di ritrattare le proprie affermazioni e di nascondere le evidenze dei fatti, quando non si sposavano appieno con le tesi dottrinali della Chiesa. Oggi, se uno scienziato afferma che le interferenze aliene non esistono, nonostante sia stato comprovato l’opposto con prove empiriche, ha il plauso della comunità scientifica e maggiori fondi per le proprie ricerche, magari distratti da fondi dei servizi segreti, da sempre avidamente interessati a notizie sui “Visitatori”. È singolare che proprio un altro luminare di Harvard ora scomparso, John Mack (foto in basso), avesse condotto per primo dei vasti studi sulle abduction, arrivando ad analizzare una casistica di diverse centinaia di casi, finendo per appoggiare pienamente la teoria dell’esistenza reale del fenomeno UFO/ET. In poco tempo, Mack perse la sua cattedra ad Harvard, perse credito nella comunità scientifica, perse soldi e agi sociali e, infine, dopo anni di lotta contro un sistema che l’aveva pesantemente ghettizzato solo per aver osato dire la verità, perse anche la vita, in un - solo apparentemente banale - incidente, investito da un ubriaco a Londra, Inghilterra, nel Settembre del 2004.

La nuova via indicata da Mack
Per anni, Mack ha lavorato per inquadrare il fenomeno delle abduction in un contesto scientificamente e psicologicamente comprensibile. Tra le sue argomentazioni, figurano pionieristiche tematiche inerenti
spiritualità, scienza e “super-scienza”, ossia una scienza capace di contemplare anche gli aspetti più arcani o spirituali della realtà. «Il sistema scientifico, che è molto efficace per spiegare cause ed effetti nel mondo reale, diventa meno efficiente quando viene utilizzato per studiare cose “al di là del velo”. Intendo argomenti che riguardano il mondo spirituale, olotropico*1 e morfogenetico*2, tutte realtà profonde che non sono immediatamente evidenti ai nostri sensi, ma che possono essere raggiunte tramite stati non ordinari di coscienza. Ciò che ho scoperto è che questi reami invisibili sono osservabili meglio attraverso conoscenza diretta, piuttosto che tramite metodi scientifici tradizionali o esperimenti di replicazione e strumenti di misurazione. Fino a poco tempo fa, tutto ciò che non poteva essere studiato con questi metodi tradizionali veniva dismesso e trattato come non degno di studio, così spero che alla fine, il risultato dei miei studi, assieme a quelli di altri colleghi, come quelli sui casi di NDE (Casi di Pre-Morte, N.d.A.), OOBE (Out of Body Experiences, esperienze extracorporee, N.d.A.), vite passate e via discorrendo, abbia aiutato a comprendere che esistono realtà al di là di ciò che è immediatamente comprensibile ai sensi, e che queste realtà rappresentino campi di studio scientifico del tutto rispettabili». Secondo Mack, dunque, non tutte le abduction avverrebbero nel mondo fisico. Esistono sicuramente evidenze fisiche del fenomeno, come cicatrici sugli addotti, oggetti metallici e luci viste nei cieli, intercettazioni radar, ma in qualche modo il fenomeno non è del tutto appartenente alla dimensione materiale. «Alcune realtà appartengono ad altre dimensioni, che esulano dal nostro concetto di universo a tre dimensioni. Esse sono percepibili solo in uno stato alterato di coscienza (sperimentato spesso dagli addotti, il famoso “Effetto OZ”, N.d.A.) se noi parliamo di mondo reale e materiale e capiamo che la realtà va oltre la terza dimensione in cui viviamo, allora sì, i visitatori sono reali», concluse Mack.

Un nuovo Paradigma Scientifico
Dunque, il problema non è solo trovare delle prove scientifiche al fenomeno, ma di creare un nuovo paradigma scientifico per avere un’ipotesi di scenario plausibile. Non di rado infatti nel corso delle abduction avvengono fenomeni fisici irripetibili nella realtà quotidiana: attraversamento di pareti solide, levitazione, telepatia, rallentamento del tempo, sensazione di contatto spirituale con altri esseri o con la natura, sensazioni di precognizione o eventi di telecinesi o manipolazione della materia, sospensione degli effetti fisici più noti, addirittura dilatazione dello spazio (alcuni dischi volanti apparentemente minuscoli, una volta visti da dentro apparivano enormi) o alterazione del continuum temporale.
Gli antichi sciamani, fossero Nativi Americani, aborigeni dell’Australia o abitanti del nord Europa, sapevano benissimo di che cosa si trattasse. Da sempre, i contatti con “Visitatori”, ossia coloro che venivano da “altrove”, avvenivano secondo regole precise, quasi si trattasse non solo dell’incontro con esseri diversi, ma con mondi diversi. Proprio come mostra il simbolo della Vesica Pisces, quando due realtà collidono, se ne crea una terza, che è un misto delle due originali e ha tratti comuni alle due, ma in realtà non è nessuna delle due. Gli antichi sapevano che se uno spirito o un fantasma penetrava nella mia abitazione, o mi si avvicinava, io avrei percepito freddo, disagio, provato l’effetto neurale della paura, sentito voci bisbigliate, visto determinate ombre. È così che essi si manifestano. E in taluni casi è possibile comunicare con loro, ma a patto di sapersi difendere dalle entità meno positive. Invece, se nell’antichità ci si sentiva investiti da una forza grande, una luce pervadeva tutto il mio corpo e lo scuoteva, e un senso innaturale di tepore si spandeva nel mio corpo e io iniziavo a sentire una serie di suoni limpidi e cristallini, argentini e onde di pensieri armonici che riecheggiavano nella mia mente come un tuono al rallentatore, allora sapevo che mi stava parlando un angelo. Anche in quei casi c’era una prassi da seguire, un iter specifico fatto di parole chiave, atteggiamenti mentali e posizioni fisiche, oggetti da preparare, perché se tali incontri avvenivano troppo spesso allora il corpo poteva indebolirsi, o la mente vacillare: le visite angeliche, da un punto di vista psicofisico, non sono potenzialmente meno dannose o faticose di quelle di altri esseri.E così, nei tempi antichi c’era anche la conoscenza degli ALTRI, quelli che non erano né angeli né demoni, ma attraversavano gli stessi corridoi spazio-tempo per raggiungerti e sfruttavano sempre la sollecitazione del lobo temporale per parlarti telepaticamente. Gli Indiani d’America li chiamavano “Star People”, i Sumeri Annunaki, per i Celti erano i Thuata de Danaan giunti - come spiegano letteralmente - dal cielo con una nave volante tanto grande da oscurare il Sole. In tutte queste mitologie c’è una definizione ben precisa per loro, ai quali si danno connotazioni differenti, ad esempio, demoni, e la loro sfera d’influenza ricade invariabilmente sul mondo materiale più che su quello spirituale. E anche per comunicare e trattare con loro, c’erano dei sistemi, per ottenere il massimo dei benefici e ridurre al minimo i problemi che pur sempre avvengono quando si incontrano visitatori da luoghi diversi. Di recente, diversi studiosi, fra i quali anche il chimico Corrado Malanga, hanno scoperto l’effettiva validità di antiche discipline per migliorare la qualità dei contatti o eliminare le abduction negative, tant’è vero che lo stesso Malanga descrive questo metodo paragonandolo quasi ad una sorta di “esorcismo” anti Alieni. E il bello è che funziona. Non perchè l’abduction non sia reale, o sia un fatto di fede o di magia, ma perché avviene secondo dei crismi energetici e mentali che i nostri antenati conoscevano benissimo e noi abbiamo perso. Anche noi che ci diciamo fatti di materia pesante, siamo tutto sommato terribilmente sottoposti alla potenza del pensiero.

Energia Punto Zero e forza di volontà
Da recenti ricerche è emerso che un corretto stato mentale e un buon rapporto con la propria sfera emotiva allungano la vita, allontanano le malattie e, incredibile a dirsi, rendono più rari gli incidenti, quasi fossimo sempre noi in qualche modo a richiamarli, secondo una probabilistica quantica con la nostra predisposizione mentale di partenza. Ciò che si sapeva ai tempi di Atlantide e che gli “extramondo” sanno, è che le energie psichiche sono talmente potenti da permettere di far volare delle astronavi. Così, i Grigi sfrutterebbero la loro telepatia per coordinare direttamente l’interfaccia di navigazione, mentre le loro navi di esplorazione più piccole di tipo ovoidale, sarebbero state progettate per adattarsi al loro campo elettromagnetico, dato che le loro prime esplorazioni dello spazio avvennero in viaggio fuori dal corpo. Gli stessi dischi volanti è stato dimostrato che viaggiano seguendo le linee di forza della griglia magnetica terrestre, probabilmente per cavalcare un’onda gravitazionale inversandone gli effetti. Un po’ come fanno gli uccelli poco prima di migrare, quando si riuniscono in incredibili formazioni plasmatiche globuliformi. È ovvio che se si dispone di una tecnologia che funziona bene solo se lavora in accordo con determinate leggi naturali (a noi ancora parzialmente ignote, ma legate all’energia punto zero e alla corrispondenza tra elettromagnetismo, gravità e pensiero), essi non possono prescindere da queste, come noi non potremmo rinunciare alla benzina, o a un coefficiente alare ottimale per i nostri aerei. Dunque, se loro per “scivolare” tra le dimensioni e apparire nelle stanze degli addotti devono sfruttare un campo energetico fortemente suscettibile alle onde mentali (cosa comprovata, dato che, stando agli insider - informatori dei servizi segreti o di strutture militari - ogni tentativo da parte dei governi ombra di catturare un alieno nordico è sempre fallito, perché questi riuscivano a svanire solo concentrandosi), allora tanto più appare chiaro che, in un contesto in cui lo stesso viaggio tra le dimensioni è veicolato dal pensiero di chi viaggia e dai flussi naturali di energia circostanti (motivo per il quale spesso gli addotti sentono l’impulso di andare a vivere in campagna), un pensiero di forte “opposizione” da parte del soggetto, può riuscire a disturbare i viaggiatori a tal punto da farli desistere dall’impresa.
Ecco perchè Malanga parla di “esorcismo” e perché gli antichi sciamani riuscivano talvolta ad avere la meglio persino sulle “divinità” scese dal cielo. In qualche modo, tutto è collegato alla forma-pensiero. Per dirla con Richard Bach, «la forma-pensiero è tutto ciò che esiste!». La stessa matrice della materia, dunque, gli atomi, sarebbero solo un agglomerato di nuclei energetici a basso voltaggio, quindi dotati di un rumore di fondo pesante e denso, apparentemente impenetrabile. Noi però sappiamo che tra un atomo e l’altro, persino nella nostra pelle, c’è una grande distanza interatomica. Ciò che li tiene uniti è solo una valenza, una forza magnetica, che potrebbe sempre venire descritta come “flusso di campo”, “armonia”, ‘‘vibrazione”, che ritengo dipenda sì dallo stato fisico della materia (come accade con il rumore di fondo della rotazione dei pianeti), ma sia fortemente influenzabile dal campo elettromagnetico umano e dagli organi ad esso correlati, come il cervello o il cuore, con il liquido intercellulare che fa da trasmettitore di impulsi nervosi. Di conseguenza, se con la nostra mente possiamo in qualche modo - anche se non ce ne rendiamo conto - influenzare gli eventi e il nostro stesso stato di salute, è ovvio che chi sfrutta questa conoscenza delle armoniche di campo della vita biologica persino per viaggiare tra i mondi, può essere disturbato, fermato o anche colpito duramente da chi impara, nel tempo, a controllare il proprio stato mentale e di conseguenza a modulare a volontà il proprio campo di frequenza organico. Non a caso, negli anni passati il giornalista Maurizio Baiata ha notato come un gran numero di addotti siano praticanti di arti marziali, di Yoga o Tdi ai C’hi Chuan, quasi sentissero inconsciamente il grande bisogno di trovare un metodo per imparare a dominare e controllare il proprio campo di energia vitale, di sicuro sottoposto a forti stress a causa del contatto con l’“Altro”.
Difatti, proprio come quando qualcuno ci telefona dall’estero sul cellulare, e parte dell’addebito della chiamata va a noi, quando si hanno contatti con esseri provenienti da “Altrove”, siamo noi che mettiamo a disposizione parte della nostra energia personale, del nostro campo magnetico, per fare in modo che l’incontro avvenga. So che questo potrà sembrare incredibile, specie a chi purtroppo è vessato da abduction con entità poco piacevoli, ma se ci pensate bene, nelle esperienze di questo tipo, o nei sogni lucidi che le precedono, c’è sempre qualcuno nell’ombra che sembra sussurrarci qualcosa, in modo mellifluo, a dirci che non c’è alcun problema, che stanno venendo e che siamo al sicuro, che dobbiamo rilassarci: in qualche misura, anche se con strani e contorti giri mentali, DEVONO chiedere comunque il nostro permesso, anche estorcendolo facendosi passare per angeli o amici. Che poi, alcune razze aliene siano davvero amichevoli o ben disposte verso di noi è vero, ma è possibile anche notare come ci sia sempre, immancabilmente, una RICHIESTA del contatto. Se voi ritenete di essere vittima di abduction, provate, sia in un sogno lucido sia invece da svegli, durante la fase di rapimento vera e propria, a dire (o pensare) in modo stentoreo e ben chiaro: «Io non vi do il permesso. Smettetela subito, ve lo impongo!».Vi sembrerà la cosa più stupida del mondo da fare, in una situazione del genere. Ecco perché non lo fa nessuno. I rapiti, che in un primo momento di dormiveglia hanno in qualche modo dato il loro consenso, anche se per vie traverse, non se lo ricordano. Durante l’abduction, magari dicono «Vi prego, smettetela». Ma lo sbaglio è il “vi prego”, è il pensiero debole. Dovete emettere delle onde forti dritte e chiare che arrivino come una cannonata. E, dovete sapere che esistono delle leggi precise nel cosmo, a cui anche loro devono obbedire. Pensate sia una follia? Quante volte ho sentito delle persone dire: «Ad un certo punto, sapevo dentro di me che loro erano come contro la legge, gli ho detto “Voi questo non potete farlo” e, incredibilmente, loro hanno smesso e mi hanno riportato giù». Immaginate la scena: è come se un cane, mentre un accalappiacani cerca di mettergli il laccio al collo, parlasse, e con voce umana dicesse: «Ora chiamo il WWF e ci facciamo quattro risate». Ovviamente, l’accalappiacani mollerebbe subito la preda ostica e se ne troverebbe una meno problematica. Anche Travis Walton, durante il suo famoso rapimento datato 1975, nel corso del quale era circondato da tre grigi che volevano rimetterlo a tutti i costi sul lettino chirurgico, sfruttò una tecnica simile. Da praticante di Karate (e cintura nera di Taekwondo, gli venne istintivo mettersi in una posizione di guardia ed emettere un Kiai, l’urlo tipico delle arti marziali. I tre grigi si ritrassero, apparentemente intimoriti e, dopo pochi minuti, giunse un nordico a parlare con lui. Poco dopo venne liberato. Perché?

Un doppio campo incrociato di energia
Il Kiai nelle arti marziali è il grido che accompagna i momenti “topici” di un kata (forma) o di un kumite (combattimento). In realtà, è un’espressione di senso compiuto: Ki sta per energia vitale e ai neofiti può essere tradotto come unione. L’individuo unisce la propria energia vitale e quella della natura attraverso l’espirazione
provocata dalla forte contrazione addominale. La tradizione orientale fa risiedere la vitalità fisica nell’addome (tanden) e ritiene che degli appropriati esercizi respiratori possano incrementarla. È il diaframma che consente una respirazione profonda e ampia, mentre il movimento dei soli muscoli costali induce una respirazione superficiale e di difficile controllo. Il tempo dell’espirazione corretta (ventrale), determinata dalla decisa contrazione dei muscoli addominali corrisponde, quindi, al momento di massima espressione di forza. L’altra componente del Kiai è psicologica. Il grido è intimamente connesso alle emozioni individuali, quando le nostre normali risorse non possono assicurarci la sopravivenza, la forza e la volontà che necessitano emergono solo con l’esasperazione delle emozioni. La possibilità di ampliare le capacità in condizioni estreme ha permesso agli antichi guerrieri di codificare il grido, che divenne il Kiai.
Appare chiaro quindi che l’esprimere il controllo della propria energia vitale, specie attraverso il suono o una disciplina marziale, ci fa apparire agli occhi dei visitatori come essere “consapevoli”, e non solo umani primitivi. Inoltre, un’ondata di energia biofisica controllata e armonica, come quella che involontariamente lanciò Travis Walton durante la sua esperienza, probabilmente poteva risultare davvero qualcosa di “dannoso” per alcune entità aliene.È ovvio che se alcune persone hanno un tipo di contatto positivo con entità che ritengono pacifiche, il discorso appena fatto sembrerà inutile. Invece, sono fermamente convinto che il tipo di rapporto che si instaura con gli alieni dipende in gran parte dell’opinione che abbiamo di noi stessi e dall’autocontrollo che riusciamo ad avere sul nostro campo psicofisico. Anche dei rapporti positivi possono diventare molto migliori, svolgendo pratiche come arti marziali, o Tai C’hi, o Yoga, e probabilmente faremo anche meno fatica a generare quella nostra parte di “vibrazione di campo” che è parte integrante dell’energia del contatto, la Vesica Pisces (V. P.) è formata da due campi energetici che si incrociano, il nostro e il loro, e maggiori sono la pulizia e l’armonica della nostra vibrazione di campo, maggiore sarà la probabilità di incontrare persone altrettanto armoniche e positive, non solo nel corso della abduction, ma anche nella vita di tutti i giorni. In fondo, il succo di migliaia di anni di filosofie orientali, è tutto qui.Nel bene e nel male, siamo noi a creare, anzi a “proiettare” la nostra vita attorno a noi, richiamando magneticamente tutto ciò che c’è di bello o di brutto nella nostra vita. Concetto semplice da capire, durissimo da accettare, insostituibile alleato nella vita una volta fatto nostro. Come si legge in “Illusioni” di Bach, testo che dovrebbero rendere obbligatorio nei licei, «Non c’è un problema che non abbia un dono per te nelle mani»: e allora scopriamo cosa sono venuti ad insegnarci i nostri problemi, le nostre difficoltà grandi e piccole, e anche i Visitatori. In fondo, sono loro che hanno fatto il percorso più lungo per vederci, qualche interesse verso di noi lo devono avere per forza: siamo così speciali, noi umani? Forse sì, specie alcuni di noi, che non vivono ad Hollywood, non sono muscolosi o bellissimi, e forse non hanno l’applauso della folla a fine spettacolo, ma nel loro cuore hanno un segreto, per cui vale la pena di valicare la distanza che separa le stelle.

«L’indizio della tua ignoranza è l’intensità con cui credi nell’ingiustizia e nella tragedia. Quella che il bruco chiama la fine del mondo, il maestro la chiama una farfalla»

[align=right]NOTE
*1 - OLOTROPICO
Il termine “Olotropico” è stato coniato da Stanislav Grof intorno agli anni Novanta, per indicare un vasto ed importante sottogruppo di stati non ordinari di coscienza che possiedono sorprendenti potenzialità terapeutiche e di trasformazione, distinguendoli da quegli stati non ordinari di coscienza derivanti invece da menomazioni organiche causate da intossicazioni, traumi cerebrali, infezioni o processi degenerativi del cervello.
*2 - CAMPO MORFOGENETICO
È una teoria elaborata fra il 1920 e il 1930 che descrive, senza spiegarle, le interazioni fra le cellule. Il campo morfogenetico si instaura quando c’è un sistema altamente interattivo nel quale il destino delle cellule è fortemente condizionato da segnali ambientali. L’esempio classico utilizzato per descrivere questo tipo di interazione è la dissezione della planaria (un verme piatto): tagliando a metà il verme i due tronconi rigenerano l’esatta parte mancante. L’esperimento, tuttavia, poteva essere riprodotto ma non spiegato, per cui la teoria del campo morfogenetico fu abbandonata, dopo la prima metà del Novecento, perché considerata obsoleta e inadeguata a descrivere le interazioni fra molecole. Questa teoria, applicata alla costellazione famigliare, potrebbe spiegare come anche il campo famigliare funzioni come campo morfico; questi, invece di agire sulla ricostruzione di una parte mancante, esplica la sua funzione a livello spirituale. Succede quindi che il rappresentante di un nucleo famigliare percepisca la traccia energetica lasciata da un altro membro della famiglia e questa energia agisca modellando le sensazioni di chi interpreta il ruolo del famigliare. Il vincolo fra antenati e discendenti si attua tramite una risonanza morfica, che richiede somiglianza di forma e di configurazione biologica e costituisce un principio di ordine e forma della natura che trascende il tempo e lo spazio.
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MessaggioInviato: 07/03/2011, 17:49 
I FALSI RICORDI DELLA DOTTORESSA CLANCY



Negli USA, test recenti hanno cercato di provare “scientificamente” se un evento traumatico ricordato - come un’abduction aliena – si sia o meno verificato nella realtà. I limiti della sperimentazione ne inficiano le ovvie conclusioni.
di Lavinia Pallotta


Se la maggior parte dei libri (e degli studi) sulle abduction soffre generalmente dell’indifferenza da parte dei media, salvo naturalmente i programmi e la stampa di “settore”, diversa sorte ha goduto Abducted: How People Come to Believe They Were Kidnapped by Aliens, di Susan Clancy, PhD, pubblicato nell’Ottobre del 2005 e recensito positivamente dalle più importanti testate giornalistiche e non degli Stati Uniti, fra le quali il New York Times e Scientific American.
Accanto agli onori, alla Clancy, ricercatrice della Harvard University presso il Dipartimento di Psicologia, non sono mancate anche aspre critiche, che hanno dato vita a un acceso dibattito che ha forse avuto il merito di stimolare la discussione su quale fosse il “giusto” metodo scientifico da adottare nello studio di fenomeni considerati di origine sconosciuta dalla scienza ufficiale: le abduction, i rapimenti alieni. Il noto John Mack, professore di psichiatria presso la medesima università (il mondo è piccolo?), si era convinto che un fenomeno che sfida la percezione della realtà conosciuta richiede, per il suo studio e la sua comprensione, nuovi metodi d’indagine e nuovi paradigmi che i test di laboratorio non possono soddisfare. Le polemiche suscitatedalle ricerche di Susan Clancy - portate avanti con la collaborazione del prof. Richard McNally anch’egli di Harvard e ritenuto nel mondo ufologico l’“anti-John Mack” - tendono per alcuni a convalidare le conclusioni del compianto psichiatra, per altri sono l’ennesima conferma che chiunque si accinga a studiare il fenomeno è destinato a ricevere in cambio un sacco di grane.

Il test semantico
Andiamo con ordine. Il libro di Susan Clancy ha ricevuto tanta attenzione probabilmente perché è il risultato di anni di ricerca non sulle abduction, ma sui meccanismi di creazione di false memorie, attraverso test standard di laboratorio, “premiati” nel 2002 con la pubblicazione sul prestigioso Journal of Abnormal Psychology dell’articolo “Memory Distortion in People Reporting Abduction by Aliens”, a firma di Susan A. Clancy, Richard J. McNally, Daniel L. Schacter e Mark F. Lenzenweger e Roger K. Pitman (Harvard University). È questo articolo, dunque, da cui è seguito il libro a carattere più divulgativo, a essere all’origine delle molte polemiche, che, dato il prestigio della rivista e la delicatezza dell’argomento trattato, richiede a chi si interessa di tale fenomeno, la lettura, anche se non, ovviamente, la condivisione delle conclusioni.
Lo studio di eventuali falsi ricordi, da parte di Susan Clancy e colleghi, ebbe inizio nel 2000, su donne che presentavano il ricordo traumatico di abusi sessuali durante l’infanzia, messe a confronto con donne che presentavano invece ricordi recuperati di tali abusi. Il test utilizzato: una variante del paradigma Deese/Roedinger-McDermott (DRM) in cui i soggetti ascoltano una serie di parole semanticamente collegate (ad esempio, caramella, zucchero, amaro) e il cui ricordo viene poi eventualmente testato attraverso l’utilizzo di parole semanticamente correlate, ma non presenti nell’elenco originale. Il falso ricordo si verifica quando il partecipante erroneamente crede di ricordare una parola non originalmente presentata (ad esempio, “dolce”). Il risultato aveva evidenziato che le donne con ricordi recuperati erano più soggette a distorsione di memorie, rispetto alle donne che avevano da sempre ricordato i propri traumi infantili o al gruppo di controllo, ovvero donne che dichiaratamente non avevano subito alcun genere di abuso sessuale infantile.
Per stessa ammissione della Clancy e colleghi, questo metodo presentava dei limiti evidenti, ovvero non era in grado di stabilire se i ricordi “recuperati” di abusi fossero effettivamente ricordi di eventi reali. Un limite sostanziale che la Clancy e McNally pensano di poter superare, applicando la medesima metodologia di test a persone con ricordi di eventi traumatici che «seems unlikely to have occured» (è inverosimile si siano verificati): le abduction da parte di alieni. Nell’impossibilità, dunque, di stabilire attraverso un metodo di laboratorio se gli eventi ricordati fossero o meno reali, si è scelto di applicarlo ad eventi che, secondo i ricercatori, non potevano esserlo, e la scelta è ricaduta sui tanto discussi “rapimenti alieni”.

Tre gruppi di volontari
Il test parte da un presupposto ben preciso: i ricordi di queste persone NON possono essere reali, pertanto restano da comprendere i processi che li hanno originati. I gruppi di persone sottoposte ai test, ancora una volta, sono tre: il primo, composto da individui (sei uomini e cinque donne) che sostenevano di avere “ricordi recuperati” di rapimenti da parte di entità aliene; il secondo (cinque uomini e quattro donne) composto da individui convinti di essere stati rapiti da alieni, ma che non avevano ricordi dell’evento (il gruppo di memoria repressa) e il terzo (sette uomini e sei donne), composto da individui che negavano di aver avuto simili esperienze (il gruppo di controllo).
I partecipanti (compensati economicamente) al test vennero reclutati mediante un annuncio sul giornale: ne seguiva un’intervista condotta dalla Clancy per la selezione. I risultati indicarono che le persone con memorie recuperate e memorie represse di rapimenti alieni erano più propense a manifestare falsa memoria rispetto alle persone che negavano di aver mai vissuto simili esperienze. Naturalmente, Susan Clancy ricevette centinaia di telefonate, la maggior parte, ammette la psicologa, da gente che voleva guadagnare un po’ di soldi o in vena di scherzi. Solo pochi sarebbero stati i volontari “attendibili”.
Il gruppo di persone con ricordi recuperati avrebbe cominciato a sospettare di essere addotto in seguito a episodi riconducibili a sleep paralysis, quali, appunto, sensazioni di paralisi, paura intensa, sensazione di presenze nella camera, impressione di levitazione e/o di essere toccati. Avrebbero ricordato le proprie esperienze di rapimento attraverso tecniche quali l’ipnosi, o leggendo libri e guardando film in tema che facevano spontaneamente riaffiorare i ricordi. Il gruppo di memoria repressa avrebbe presentato sintomi quali insonnia, risveglio in strane posizioni, inspiegabili segni sul corpo, apprensione verso film o libri di fantascienza. Come ha fatto notare il John Mack Institute (3), non esistono prove che dimostrino che i risultati sulle false memorie dell’esperimento DRM, possano considerarsi validi per la comprensione dei meccanismi di formazione dei ricordi nella vita reale. Salvo il fatto che, come si legge nell’articolo di Susan Clancy, le persone più propense a creare false memorie in laboratorio sono anche più propense a sviluppare false memorie di esperienze immaginate o solo suggerite perché «si presume che le abduction da parte di alieni, siano inverosimili».

Attenuanti generiche
In quest’ottica, l’estremamente esiguo numero di persone testate nell’esperimento non rappresenta un limite fondamentale, come alcuni ricercatori, ad esempio, Budd Hopkins, hanno sottolineato: non essendo possibile una vera abduction da parte di alieni, viene a mancare il senso di una “selezione” fra addotti veri e non. Così, è possibile comprendere la genericità e la poca consistenza del metodo di selezione utilizzato dalla Clancy, che ha fatto inorridire altri esperti, Hopkins in primis. Secondo la Clancy nella vita di questi presunti addotti, che addotti non possono essere, eventi quali la paralisi del sonno vengono recuperati con distorsioni, verso le quali sono inclini, influenzate dai film o da certe letture. Resta un grande escluso da questa analisi: il nutrito gruppo di persone che hanno ricordi diretti di rapimenti alieni, che la Clancy e McNally non hanno questa volta considerato. Se, dunque, tale esperimento ha potuto essere pubblicato su una prestigiosa rivista, in quanto rispettoso dei parametri ufficiali di test di laboratorio, con dati e risultati pubblici e verificabili seppure circoscritti, tali risultati non sono stati considerati conclusivi o esplicativi dell’origine della fenomenologia abduction, non perché la comunità di ricercatori che si occupa di tale studio sia composta (o composta interamente) da credenti “invasati”, ma per l’assunto originale sul quale tale esperimento si è fondato. Inoltre, l’impossibilità di tale test di provare “scientificamente” secondo parametri standard, se un evento traumatico ricordato si sia o meno verificato nella realtà, offre da sola una risposta sui limiti di tale esperimento e sul perché gran parte della comunità ufologica non abbia accettato le conclusioni della Clancy. I piani di lettura sono differenti come sono differenti i presupposti. Susan Clancy ha utilizzato i ricordi di eventi che, a suo parere, non potevano essersi verificati, per studiare i meccanismi di formazione di false memorie, che dovevano essere false in quanto non potevano, come assunto, essere reali. Chi studia le abduction cerca di capire invece i meccanismi di formazione di false memorie per comprendere quale sia la realtà del fenomeno.

Un annuncio sul giornale?
Le conclusioni della Clancy, che fanno risalire i ricordi di rapimenti alieni all’utilizzo di tecniche ipnotiche, alla contaminazione di varie fiction e letture da sottobosco culturale, al bisogno di alcuni soggetti di giustificare le proprie difficoltà e frustrazioni ricorrendo a interventi “esterni”, in assoluta buona fede, sono a loro volta comprensibili, forse, se si tiene conto dell’esiguo e autoreferenziato numero di “addotti” da lei esaminati, l’esclusione di persone con ricordi diretti delle proprie esperienze, l’assenza di un confronto con ricercatori che da anni si occupano dell’argomento capaci di fornire riferimenti e metodologie di selezione più coerenti. Ad esempio, avrebbero potuto suggerire che difficilmente persone realmente traumatizzate da simili esperienze avrebbero risposto volentieri a un annuncio sul giornale per venire sottoposte a test in laboratorio da ricercatori che, aprioristicamente, non credevano alla realtà dei loro ricordi. Ma queste vengono da alcuni considerate speculazioni, anche piuttosto relative, come lo sarebbero le considerazioni, avanzate sempre da Hopkins, che per valutare la veridicità di un ricordo, più che asettici test, si dovrebbe fare ricerca in loco, interrogare eventuali testimoni (che nei casi di abduction, che ci si creda o no, esistono), tracce al suolo, e via dicendo. Sono speculazioni, perché il binomio Clancy-McNally aveva già stabilito che non esiste alcun rapimento reale, e dunque..

French e la sindrome ESP
Meno speculativo è il fatto che tale test non sia risultato nemmeno replicabile nei suoi risultati, quando è stato effettuato da un altro psicologo, dichiaratamente scettico verso i rapimenti alieni: il prof. Chris French del Goldsmith College dell’Università di Londra, e direttore dell’Anomalistic Psychology Research Unit da lui fondata nel 2000. French avrebbe portato avanti uno studio su 19 presunti addotti e un gruppo di controllo, postulando la presenza di differenze psicologiche nei due gruppi, quali la propensione a creare false memorie o capacità ESP, più sviluppate nei presunti addotti, stando ad alcune ricerche in merito. French, nonostante il suo scetticismo sulla realtà delle abduction, parte da un presupposto molto diverso da quello Clancy/McNally - ovvero che tali rapimenti siano impossibili - di conseguenza decide di testare le facoltà ESP che gli addotti presenterebbero rispetto al gruppo di controllo. French ha reso pubblici i risultati del suo esperimento in un abstract (5) e in due conferenze, ma è in attesa di pubblicare l’articolo con tutti i dati richiesti su una rivista scientifica di settore. Sappiamo però che French ha voluto riproporre l’esperimento DRM di Clancy e colleghi. Interpellato dal John Mack Institute a riguardo, il Prof. French così ha risposto: «… il nostro tentativo di replicare le scoperte di Clancy e colleghi con i nostri experiencers (non tutti addotti in senso stretto) non rivelano alcuna significativa differenza tra i nostri experiencers e il nostro gruppo di controllo nel test DRM… credo che la visione di Susan rispetto a tali esperienze sia corretta (ho scritto una recensione molto positiva del suo libro per New Scientist). Detto questo, sebbene i criteri del nostro questionario abbiano prodotto dati coerenti con il suo approccio generale, i risultati del DRM, come ho detto, non lo hanno fatto».
Sebbene i risultati dell’esperimento di French si discostino da quello di Susan Clancy rispetto alla propensione a creare false memorie nei presunti addotti (dato da non sottovalutare, che dimostra la non replicabilità di simili esperimenti in laboratorio e dunque inficia il valore dei risultati secondo certo metodo scientifico che si accusò John Mack di non utilizzare) in confronto al gruppo di controllo, French avrebbe ottenuto dati indicanti una difficoltà, negli addotti esaminati, a distinguere eventi accaduti nella realtà rispetto a “spazi mentali soggettivi”, ovvero immaginari. Maggiore tendenza alla sindrome di sleep paralysis negli addotti e nessun significativo risultato relativamente ai test ESP. Chi vive l’angoscia dell’abduction non troverà mai, forse, sollievo e risposte da questi test di laboratorio, ma chi cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al fenomeno, deve per forza di cose prenderli in esame, perché sono queste ricerche che la comunità scientifica decide di considerare e la stampa di divulgare. Il prof. French è in attesa di pubblicare il proprio articolo, noi di poterlo leggere, dunque.

[align=right]Fonte: DNA magazine[/align]


Ultima modifica di Bastion il 07/03/2011, 17:50, modificato 1 volta in totale.

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JOHN MACK - LE ABDUCTION E L'ESPERIENZA DI TRASFORMAZIONE



Chi, meglio di Hopkins, poteva dirci tutto dell’indimenticabile professore che ha sfidato Harvard, per aiutare tante persone a superare una realtà così dolorosamente straordinaria?
di Budd Hopkins - New York, Febbraio 2006
[/center]

In un recente intervento, Will Bueche del PEER (Program for Extraordinary Experience Research) ha sollevato alcune domande riguardo la mia visione della natura trasformativa delle esperienze di UFO abduction. Quanto sto per esporre è una spiegazione esaustiva della mia posizione, come anche un’opportunità per aggiungere alcune riflessioni personali sul mio amico e collega, il compianto John Mack. È risaputo nella comunità ufologica che il Dr. Mack, fondatore del PEER, aveva una visione alquanto diversa del fenomeno abduction rispetto alla mia. In parole povere, sono sempre stato del parere che gli occupanti degli UFO - gli abductors - stiano portando avanti un piano egoistico che ho illustrato in varie pubblicazioni, e che il loro comportamento non sembri né deliberatamente malevolo né benevolo. Nelle nostre molte conversazioni nel corso degli anni, era chiaro che John Mack preferisse credere che ci fosse un lato benevolo nel programma alieno. In una meno astratta differenza tra noi, io interpretavo la trasformazione positiva nelle vite degli addotti che entrambi conoscevamo e con cui lavoravamo, come unicamente dovuta a fattori umani, piuttosto che a qualche tipo di trasmissione spirituale da parte degli alieni. Mi sembra ovvio che, presi assieme, le risorse personali degli individui, l’amore e il sostegno delle loro famiglie ed amici, la sensibilità e abilità del terapeuta/ricercatore con cui lavoravano, siano gli agenti che provocano tali positive trasformazioni.

Esplorando le esperienze
Nella visione di John Mack, comunque, gli alieni avrebbero appositamente trasmesso a molti addotti un senso di profondo amore trans-personale, come anche un forte desiderio di impegnarsi per il miglioramento del nostro ecosistema minacciato. Se ciò fosse vero, sarebbe un esito felice a bilanciamento dell’inevitabile trauma delle abduction, ma sfortunatamente le prove indicano decisamente il contrario. Il primo e più negativo elemento è dato dai modelli di abduction rilevati in tanto tempo, che mostrano chiaramente che tali incontri hanno inizio nell’infanzia e continuano a intervalli irregolari nel corso dei decenni, per quanto non vi sia di fatto alcuna prova che gli addotti, durante la vita, siano più consapevoli da un punto di vista ambientale rispetto ai non-addotti. (Infatti, nei primi gruppi che coadiuvavo, restavo sempre deluso da quanti partecipanti fossero grandi fumatori o mostrassero segni di abuso di altre, insalubri sostanze). I fattori che sembravano, in seguito, suscitare sensibilità ecologica erano la completa esplorazione da parte dell’individuo delle esperienze di rapimento, spesso con l’utilizzo dell’ipnosi e, sfortunatamente, l’input ideologico del terapeuta/investigatore.
Ad esempio, anni fa, John Mack mi informò di aver lavorato con tre addotti che si erano rivolti a lui in stato di infelicità, depressione e svolgevano lavori privi d’interesse. Aggiunse che, dopo tre mesi di aiuto nell’esplorazione delle loro esperienze di abduction, tutti e tre si erano convinti che gli alieni volessero sensibilizzarli ai temi ambientali. Con grande entusiasmo mi raccontò che tutti e tre avevano lasciato il loro lavoro e avevano trovato un nuovo impiego in ambiti importanti dal punto di vista ambientale. «Ma John – risposi - se gli alieni li hanno presi per venti o trent’anni e tutti e tre erano depressi e mantenevano i loro lavori senza prospettive, e tu li hai avuti per tre o quattro mesi e le loro vite sono cambiate in meglio, di chi è il merito?»

Aggrapparsi a invisibili fattori esterni
Il mio punto di vista riguardo la differenza fondamentale tra la visione di John di queste trasformazioni, in parole povere è la seguente: la sua era una visione alquanto mistica - alcuni potrebbero definirla addirittura “religiosa”, nel senso lato del termine - mentre la mia era la più tradizionalmente umanistica. Penso che le trasformazioni negli addotti che vorremmo constatare, scaturiscano da meccanismi puramente umani, senza benevoli interventi esterni da parte dei rapitori. Per arrivare al punto, propongo una semplice analogia. Supponiamo vi siano due negozi di hardware (ferramenta, N.d.R.) in concorrenza, nella stessa cittadina, quello di maggior successo di proprietà di un cristiano fondamentalista e quello di minor successo di proprietà di un onesto lavoratore buddista. Il cristiano è convinto che il suo negozio vada meglio perché il Dio Cristiano risponde alle sue preghiere e lo aiuta, mentre il Buddista è del tutto consapevole che il negozio del suo concorrente va meglio per tre ragioni molto terrene: gode di una posizione più centrale, di un più ampio parcheggio e di un migliore carico e scarico merci.
È lapalissiano, spesso scegliamo di attribuire la cattiva e la buona sorte a “invisibili” fattori esterni, mentre dovrebbe essere ovvio che stiamo aggrappandoci ai nostri sistemi di pensiero, alla religione, o ad altro. Di conseguenza, se ci atteniamo all’esempio da me proposto, John Mack preferì ascrivere il successo del suo stesso lavoro e la crescita spirituale del suoi pazienti in gran parte all’intervento alieno esterno, a un “dono da altrove”, mentre avrebbe dovuto considerare una combinazione fra le sue innegabili capacità terapeutiche e le personalità, le risorse spirituali e le opportunità degli addotti con cui lavorava.

L’inganno degli alieni
Un altro elemento inficia ulteriormente l’idea che gli alieni abbiano il merito di queste trasformazioni. Questo fattore straordinariamente importante non è altro che l’onnipresenza dell’inganno alieno: il metodico blocco delle memorie degli addotti, la creazione di screen memories (memorie schermo) - false immagini inculcate a forza negli innocenti soggetti in modo da occultare aspetti inquietanti delle abduction - e forse, peggio di tutti, ripetute affermazioni da parte degli alieni che «siamo i tuoi veri genitori, vieni dalle stelle, appartieni a noi», e via dicendo. Tutto questo dovrebbe mettere in guardia ognuno di noi dal credere automaticamente alle promesse degli alieni, dai proclami di “profondo amore spirituale”, o persino dalla semplice rassicurazione «non preoccuparti, non farà male». Ciononostante ci sono addotti che scelgono di fidarsi di queste lusinghe, una tendenza probabilmente imputabile alla nostra necessità umana di credere al meglio, oltre che all’efficace manipolare le emozioni umane dimostrato dagli alieni.
Detto questo, ritengo che una tale serie di drammatici incontri personali, come le abduction, che a intermittenza accompagnano il soggetto per tutta la vita, ricordate consciamente o meno, causino inevitabilmente genuine trasformazioni nel procedere di qualsiasi esistenza, e a questo riguardo ho scritto ampiamente. Chiunque lavori con addotti - a partire da John Mack - è diventato anche consapevole di questo lato negativo delle esperienze: disordini post traumatici, depressione, scarsa autostima, elevati livelli di diffidenza, e altro ancora. In oltre trent’anni di esperienza lavorativa con molte centinaia di addotti, sono venuto a conoscenza di diversi tentativi di suicidio - alcuni riusciti - e di una serie di esaurimenti nervosi e ricoveri, nulla di tutto ciò rappresenta un fatto straordinario.
Ma, come detto prima, una volta che gli addotti hanno cominciato a esplorare le proprie esperienze con terapeuti/ricercatori obiettivi e a interagire con altri addotti attraverso amicizia e partecipazione a gruppi di sostegno, spesso viene alla luce un lato positivo dei loro incontri. Molti sentono che, accanto ai traumi sofferti, le loro vite si sono in qualche modo ampliate, il loro senso di connessione con tutte le forme di vita si è acuito, e il loro rispetto per il nostro splendido e fragile pianeta si è risvegliato.
Ancora una volta, però, la domanda fondamentale è se questi risultati positivi siano un deliberato dono degli alieni o semplicemente un aspetto dell’innata generosità e capacità di recupero dello spirito umano di fronte a esperienze straordinarie.

Addotti e astronauti
Mi sembra ovvio che per chiunque si trovasse temporaneamente trasportato dalla familiare sicurezza del proprio pianeta in un ambiente non terrestre, l’esperienza sarebbe necessariamente trasformativa da un punto di vista emotivo. Fortunatamente, abbiamo registrato una serie di reazioni a tali esperienze, in cui soggetti, nel tornare al proprio pianeta, esprimevano i loro sentimenti verso la bellezza della Terra e la sua situazione in pericolo e rinnovavano il proprio impegno verso i temi ambientalisti. Alcuni hanno eloquentemente descritto i cambiamenti spirituali e intellettuali ad ampio raggio che le proprie esperienze non terrestri hanno prodotto. Non sto parlando di addotti dagli UFO, mi riferisco agli astronauti della NASA, a uomini e donne che hanno volontariamente lasciato la prossimità della Terra, temporaneamente, rinunciando alla loro consueta autonomia per guardare indietro con tristezza e preoccupazione al nostro povero pianeta. Questi “addotti NASA” forniscono quello che uno scienziato sperimentale descriverebbe come un controllo, un modo di misurare le innate reazioni delle persone che si spingono lontano dalla familiarità della loro casa terrestre.
Possono essere paragonati, in qualche modo, alle reazioni di coloro che sono stati sequestrati contro la propria volontà e temporaneamente portati via dagli occupanti degli UFO. Quindi, se qualcuno dovesse chiedere «Cosa potrebbe pensare l’essere umano medio dopo una simile esperienza», l’astronauta della NASA fornisce, almeno, una risposta parziale: un simile viaggiatore spaziale tornerà probabilmente più attento verso i temi ambientali e lo stato di salute in pericolo del pianeta, non a causa della trasmissione emotiva degli alieni, ma grazie alle insite speranze e preoccupazioni dell’essere umano.
Alla luce di tutte queste motivazioni, mi sembra che la visione di John Mack degli alieni come benevoli rappresentanti di un arricchimento spirituale e di preoccupazioni ecologiste, per gli addotti costituisca essenzialmente materia di fede mistica, senza alcuna prova convincente a sostegno. Peggio, fornisce una sorta di rassicurante alibi per il prelievo da parte degli alieni di uomini, donne e bambini innocenti da sottoporre a una serie di fredde procedure traumatizzanti che apparentemente vanno a beneficio degli alieni, ma inevitabilmente causano profonde cicatrici emotive negli umani.

Le assurdità dei debunkers
Infine - la cosa forse più demoralizzante - questa “benevola” visione degli alieni manipolatori attribuisce loro risorse spirituali che di tutto diritto appartengono, in realtà, ai traumatizzati, persino eroici addotti. Ricordo una discussione che ebbi alcuni anni fa con la moglie di un addotto con cui John lavorava molto. Suo marito, spiegò, era letteralmente incantato dalla sua “famiglia aliena”, al punto da farla sentire scoraggiata e un po’ emarginata. Le chiesi se pensasse che la profonda relazione affettiva che suo marito affermava di avere con i suoi rapitori, la crescita spirituale e la sensibilizzazione ambientale che secondo lui essi avessero stimolato, fossero “doni” degli alieni, o se invece suo marito, di per sé, ne fosse la fonte. Con una scrollata di spalle disse di credere che tutto derivava dalla natura spirituale e fiduciosa del marito e che gli alieni, in realtà, non gli avevano dato niente. Anzi, pensava che lo stessero freddamente usando per i loro propositi.
Da un’altra prospettiva, ai debunker piace affermare che alcuni o persino tutti gli addotti siano “felici” di avere queste esperienze, perché questa idea rappresenta un baluardo dell’idea scettica secondo la quale il fenomeno abduction non è niente più che un culto della New Age. Teorizzano che molte persone temono che “Dio sia morto”, così i debunker descrivono gli addotti semplicemente come un altro gruppo che ha dovuto inventare nuovi dèi - gli occupanti degli UFO - per dare un senso alle loro vite. Questo assurdo concetto ignora non solo le prove fisiche del fenomeno, ma anche l’enorme numero di addotti che, avendo sofferto traumi emotivi e fisici, nutre un profondo risentimento verso i rapitori. Sorprendentemente però, molti di questi stessi addotti traumatizzati sostengono, come ho accennato, che la loro consapevolezza spirituale è stata aumentata, oltre la sfera di consapevolezza dei non addotti e che non potrebbero immaginare di vivere senza queste esperienze di incontri alieni. Una breve riflessione ne spiega il perché. Sostituiamo, per un momento, l’esperienza della guerra a quella di abduction da UFO durante il corso di una vita. E immaginiamo anche due giovani amici cresciuti insieme, uno dei quali ha combattuto durante l’occupazione dell’Iraq e l’altro che lavora in un fast food a New York. Passa un anno, il reduce dall’Iraq torna a casa e riprende a frequentare il vecchio amico. Durante il servizio oltremare ha vissuto esperienze indicibili, ha visto eroismo e coraggio, morte e distruzione, intenso cameratismo e codardia, paura e sacrificio personale, mentre il suo amico lavorava da McDonald’s. C’è qualche dubbio su chi dei due sia cresciuto emotivamente e spiritualmente? Quale dei due sia davvero cambiato? Il veterano di guerra può sentirsi più vicino al suo vecchio amico di quanto si senta vicino agli uomini della sua compagnia, alcuni dei quali hanno rischiato la propria vita per salvarsi a vicenda?
Gli addotti dagli UFO hanno conosciuto un mondo sconosciuto al resto di noi nei suoi orrori e nella sua magia, la sua grandiosità di espansione e il suo impotente dolore. Come gli astronauti della NASA, gli addotti si sono avventurati (involontariamente) fuori dal mondo conosciuto verso la vasta estraneità dell’Universo. Hanno incontrato e interagito con un’intelligenza aliena assolutamente sconosciuta, che ha il controllo di una tecnologia straordinariamente nuova. Come il reduce di guerra, gli addotti hanno dovuto affrontare una varietà immensa di emozioni, questioni emotive e spirituali, tanto trasformative nell’animo e indimenticabili che né il soldato di fanteria né l’addotto possono immaginare la propria vita senza.

La paura del futuro
Alla fine, si arriva a un punto: se si chiede a qualcuno dei sopravvissuti da una violenta battaglia in Iraq se vorrebbero che i loro figli vivessero le stesse esperienze, pochi, forse nessuno, risponderebbero di sì. E nel mio lavoro decennale con gli addotti, non ho mai incontrato nessuno che mi abbia detto che avrebbe desiderato che i propri figli vivessero le medesime esperienze di abduction. Infatti, temono l’idea che i loro discendenti possano un giorno diventare addotti e soffrire come hanno sofferto loro.
A mio avviso questo rappresenta un giudizio finale, non solo sulla “gloria” della “guerra”, ma anche sulla cosiddetta “natura benevola” delle abduction.
La nostra amicizia cominciò nel 1990, e nel giro di poche settimane era diventata intima e immensamente gratificante per entrambi. Sebbene John vivesse nell’area di Boston e io a New York, ci tenevamo in stretto contatto, tramite lettere, telefonate e visite. Era uno degli uomini più carismatici che io abbia mai conosciuto, ed era impossibile resistere al suo fascino di persona positiva e ottimista. Per quanto fosse un bell’uomo, alto, slanciato ed elegante, camminava a piccoli passi, veloci e strascicati e con una postura lievemente curva, come se le preoccupazioni per i suoi pazienti addotti lo appesantissero inconsciamente. Pur trovando tali questioni sconvolgenti, non sembrava però disposto a lasciare che queste disturbassero il suo atteggiamento ottimistico e, infatti, il contagioso calore del suo sorriso è rimasto sempre uno dei suoi tratti più affascinanti.
Tuttavia, chiunque lavori con gli addotti - John incluso - ha dovuto inventarsi dei modi per mantenere alto il proprio umore, perché il nostro lavoro ci fa assistere a molto dolore psichico. Per superare la giornata, il mio caro amico David Jacobs ricorre al creativo insegnamento della Soria Americana, al suo meraviglioso senso dell’umorismo e all’autoironia. Io trovo sollievo nella mia arte e facendo visita al Metropolitan Museum quasi settimanalmente, per bearmi tra i Cezanne e i Van Gogh. Diversamente da David e me, che siamo talvolta incapaci di rimuginare in compagnia, John è sempre stato determinatamente ottimista, dietro un sorriso quasi evasivo, anche se le sue spalle erano inarcate e la sua schiena dolorosamente curva. E mai, in mia presenza, mi è sembrato giù di morale, o non fiducioso sulle intenzioni degli alieni. La voce di John era meravigliosamente profonda e risonante, e sapeva usarla efficacemente nelle sue frequenti conferenze. Una voce calma e intelligente che aiutava a rendere le sue complesse presentazioni eloquenti e deduttive. Come inevitabili tic nervosi, ognuno di noi ha le sue parole ed espressioni preferite, e la sua era “ontologico”. Potevi essere certo che l’avrebbe pronunciata durante uno dei suoi discorsi, un indice di un certo livello di astrattismo nel suo modo di parlare.

Le due facce della medaglia
Sorseggiando un caffè o un drink, John e io spesso discutevamo sul fatto che sebbene fossimo entrambi laureati all’Oberlin College (a distanza di due anni), i nostri anni college erano stati radicalmente diversi e lo stesso poi è accaduto nel nostro coinvolgimento con il fenomeno UFO. Diversamente da me, John, originario di New York, era cresciuto in un ambiente intellettualmente privilegiato in cui, spiegò, ateismo e freddo razionalismo scientifico prevalevano. Aveva frequentato la facoltà di Medicina, era diventato psichiatra, con una spiccata predilezione per gli insegnamenti di Freud. A Medicina, John, aveva ovviamente seguito diversi corsi scientifici, anche se, per un ortodosso come l’astronomo Carl Sagan, la psichiatria non fosse da qualificare tra le branche della scienza. Una volta, conversando con Sagan, accennai al fatto che diversi psichiatri di mia conoscenza si erano interessati al fenomeno abduction e avevano dovuto ammettere di non avere spiegazioni adeguate per i dettagliati e straordinariamente simili racconti degli addotti. Sagan rispose, con la sua voce alta, leggermente stridula e nasale, «Beh, uno scienziato direbbe…» a cui fece seguito una meccanica denigrazione dei metodi e degli standard di chi appartiene al campo della psicologia. Quindi, con una condiscendente ostentazione verbale, il famoso astronomo sembrò non solo aver scomunicato John Mack e tutti i suoi colleghi dalle aule della scienza, ma aver reso anche le loro opinioni sulle abduction prive di qualunque spessore.
Nei primi anni, discutendo con John, cercai di fargli capire come la mia vita avesse preso una direzione praticamente opposta alla sua. A differenza dell’ambiente iper razionalista nel quale era cresciuto lui, la mia famiglia, molto borghese, repubblicana della middle-class, prestava ancora un po’ di attenzione alla fede protestante. Non una famiglia di gente pia, comunque, prova ne sia che in chiesa, da piccolo, ci andavo di tanto in tanto. Fino al college, crebbi sulla base di acritici princìpi conservatori, non solo sul piano politico, poi mi immersi sempre più avidamente nella lettura, per giungere a un mio livello di maturità etica e intellettuale. L’arte, non la scienza, è sempre stata il mio campo. Cominciai a dipingere, mi trasferii a New York nel 1953 e presi a lavorare e ad esporre. Spiegai a John che, come tutti i pittori astratti, vivevo la mia vita in un territorio magico dove tessuti e pigmenti, segni e tratti personali venivano trasformati in pura emozione, in un processo creativo che ha in sé più di un tratto mistico. E con lo svilupparsi della vita, John, gradualmente si allontanò dalle sue convenzionali radici scientifiche, iniziando a esplorare quelle che si potrebbero descrivere come più arcane, persino mistiche realtà. Diventò un seguace di Werner Erhard e del suo sistema di studi parapsicologici EST (Erhard Seminar Training) e sperimentò presto diversi metodi di espansione della coscienza, attraverso droghe allucinogene e le tecniche di respirazione profonda di Stanislof Grof. In seguito, nel 1990, quando ci incontrammo, lo introdussi alla complessità e la confusione del fenomeno abduction e la sua vita prese un’ulteriore, nuova direzione.

«La mia nuova arte»
Dal mio canto, dopo aver avuto un avvistamento UFO nel 1964 e aver cominciato a leggere a riguardo, mi resi conto che avevo bisogno di integrare un tipo di curiosità più scientifica alla mia normale... vita artistica. Poi, nel 1975, trovandomi a indagare su un caso di atterraggio UFO con occupanti, mi resi conto di essere divenuto, ipso facto, un inquirente part-time, che lavorava un po’ come un detective di polizia, sebbene il mio lavoro quotidiano fosse ancora immerso nella più eccitante atmosfera della creatività artistica. Poco tempo dopo, quando scoprii una quantità di resoconti di abduction e cominciai a esplorarli, dovetti completamente inventarmi una nuova serie di tecniche di indagine e di interviste.
Qualche anno dopo essere stato introdotto all’argomento, John Mack cominciò a vedere meno il fenomeno abduction attraverso la fredda luce del giorno - come aveva fatto all’inizio - e più secondo le più confortanti lenti di un nuovo sistema di espansione spirituale. Mentre io, l’artista, raccoglievo foto di cicatrici e marchi a cucchiaio sugli addotti, e raccoglievo campioni di terreno per le analisi, John, lo scienziato, stava diventando sempre più interessato alle implicazioni filosofiche della realtà aliena e a una considerazione quasi mistica per le testimonianze. Dunque, in qualche modo sembrava che io e lui ci stessimo gradualmente scambiando l’un l’altro le originarie forme di pensiero.
A quanto ne so, John non hai mai scattato una sola foto alle cicatrici degli addotti, né ha mai sottoposto un soggetto ad analisi scientifiche, considerando inutili, come ebbe a dichiarare, simili riscontri. Da parte mia, non ho mai interpellato una facoltà universitaria sulle implicazioni filosofiche dell’esistenza aliena o speculato ampiamente su ciò che questo possa significare per noi terrestri. Posso immaginare perché John non abbia mai voluto fare delle fotografie ai segni fisici sugli addotti: non gli piaceva che gli si ricordassero le ferite subite dagli addotti. Io, nel contempo, ero cosciente di non avere l’istruzione necessaria per ricorrere con cognizione alle complesse questioni ontologiche di cui John era solito parlare nelle maggiori università.
Senza dubbio, comunque, una delle sue qualità più accattivanti era un tipo speciale di innocenza, una caratteristica che non si trova abitualmente tra i professori universitari ed esperti psichiatri. Accanto a John mi sentivo un po’ cinico, nel senso che la mia visione sull’innata affidabilità dei miei simili era sempre di qualche grado inferiore alla sua. E fu proprio la sua innocenza, sfruttata da una donna nel suo gruppo di sostegno, a causargli enormi difficoltà con le autorità di Harvard, restando vittima di uno spietato raggiro. Ma John aveva un’incrollabile fiducia e, dopo la crisi ad Harvard, accettò un invito per un incontro con lo CSICOP, il gruppo degli scettici di professione. A quanto pare, vi andò con l’ingenua idea di poter cambiare qualche mente ottusa, solo per scoprire che i trogloditi CSICOppini avevano portato con loro la stessa donna infida per lanciare un vile attacco contro di lui. Nei quasi quindici anni di nostra amicizia John non sembrò mai perdere né la sua innata, fiduciosa innocenza, né la sua ottimistica, cronicamente speranzosa forma mentale. Queste qualità, insieme, lo rendevano irresistibile, ed era adorato da moltissime persone. Un addotto che aveva lavorato sia con me che con John, una volta ammise di andare da John per sentirsi sollevato e ispirato, e da me per scoprire ciò che succedeva realmente durante le sue esperienze di abduction. A malincuore, mi sono reso conto che, sebbene possa fornire verità e accuratezza, non potrò mai offrire abbastanza sollievo o speranza per riuscire a soddisfare completamente questo bisogno dell’uomo.

«Aiutatemi!»
Un ultimo esempio per chiarire le nostre diverse visioni sul fenomeno abduction. Nei primi anni ’90 mi trovavo a Boston e presi parte a uno dei gruppi di sostegno di John. Dal momento che il gruppo non poteva autogestirsi, alla riunione vi erano diversi membri del PEER. Proprio all’inizio, un’infelice donna di mezza età cominciò a parlare. Quello era il secondo gruppo di sostegno del PEER a cui partecipava, spiegò, e sperava che sarebbe stato migliore del primo. Aveva frequentato l’incontro con un senso di disperazione, come «una persona che annega mentre nuota verso una zattera», disse. Era venuta con molti problemi per i quali aveva bisogno di aiuto, ma invece di ricevere aiuto, ci disse, «tutto quello di cui tutti volevano discutere a quell’incontro erano le belle cose che gli alieni avevano fatto per loro» durante le prime settimane. «Gli alieni non hanno fatto niente di buono per me» affermò con una certa veemenza. «Per tutta la vita non mi hanno causato altro che un sacco di problemi». Ancor peggio, si era sentita disprezzata dagli altri durante il primo incontro e ne era uscita sconfortata, con tutti i suoi problemi ancora irrisolti. Ora voleva solo essere aiutata davvero. Ci raccontò che per lei era quasi impossibile andare dal medico per controlli di routine, perché aveva una terribile fobia dei tavoli da esame e gli ambienti medici sterili. Era sicura che queste paure fossero legate alle sue esperienze di abduction.
Per via del suo palpabile senso di disperazione, suggerii di cominciare a fare il giro, affinché ognuno, a turno, potesse parlare delle proprie esperienze con medici, dentisti, ginecologi e così via. In questo modo, forse, qualcuno poteva avere qualcosa di utile e concreto da consigliarle, per affrontare le sue paure. Sorprendentemente, tutti tranne uno riferirono simili problemi di fobie mediche, ma nessuno aveva mai collegato quei rovinosi problemi di vita reale alle proprie esperienze di abduction. L’unica eccezione era una donna che disse, senza la minima ironia, di non aver mai avuto problemi con i dottori perché non ne aveva mai visto uno per più di vent’anni! Non aveva fiducia in loro e da tempo si era affidata ai guaritori alternativi, con i quali si sentiva a suo agio. Fu una serata per me edificante e si rivelò enormemente utile per ogni partecipante, in particolare per la signora che aveva dato inizio al tutto. (Fatto interessante, una volta condussi un gruppo di sostegno a Rio de Janeiro sullo stesso argomento e ottenni gli stessi risultati). Ma il punto a cui vorrei arrivare è che dedicare una seduta di un gruppo di sostegno a simili questioni “mondane”, quali le fobie mediche, non è né confortante né d’ispirazione - né filosoficamente rilevante - ma è, indiscutibilmente, efficace da un punto di vista terapeutico. Agli addotti dei miei gruppi di sostegno ho sempre cercato di evitare interminabili discussioni filosofiche e girotondi verbali, mentre mi sono concentrato sulle questioni più immediatamente psicologiche. E dunque, John Mack e io, amici e colleghi negli ultimi quindici anni della sua vita, abbiamo percorso sentieri separati, in un certo senso divergenti. Il suo era il più metafisico e fiducioso mentre il mio, credo, il più terreno e realistico. A ogni modo, nonostante le nostre opposte visioni del fenomeno UFO, sento terribilmente la sua mancanza, e trovo quasi impossibile credere che non lo rivedrò mai più… che qualcuno così reale, vivido, se ne sia andato. Le nostre opinioni discordanti, una volta tanto critiche, ora sembrano vicine, perché la vita, la vita umana, è molto più importante dell’interpretazione di intrusioni aliene che, comunque, non siamo in grado di impedire.


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 18:56 
L'OPERA DI JOHN MACK



(Compendio a cura di Clayton O. Montez, Atlantic University.)

“Le abductions sono reali”, dichiara il vincitore del Premio Pulitzer, Psichiatra dell’Università di Harvard, John E.Mack. Dopo aver udito decine di storie da tutto il mondo, di creature extraterrestri che prelevano uomini, donne e bambini, contro la loro volontà e le trasportano su raggi di luce attraverso i muri e le finestre a bordo di strani velivoli, il Dr.Mack propone un’illuminante ipotesi: “Gli alieni stanno conducendo un programma intergalattico di genetica, combinato ad un fraterno avvertimento del tremendo incombente nostro destino, se la Terra non abbandona la strada della guerra, e quella del disastro ambientale”.

In “Abduction: Human Encounters with Aliens (Scribners), il Dr. Mack presenta tredici casi studiati, che riflettono il suo lavoro con oltre cento persone di varie età e condizione sociale, dai bambini di tre anni a figure politiche di spicco. La maggioranza di queste persone non ha storia di disagi mentali, né alcolismo, o abuso di sostanze che possano compromettere i loro racconti.

La singolare natura delle loro esperienze condusse Mack all’inquietante conclusione che gli incontri con gli alieni accadevano in una realtà differente, al di fuori della nostra consapevolezza umana. E’ questo peculiare territorio, il regno degli incontri, che rende così difficile per l’osservatore esterno accettare la realtà dei resoconti di rapimento. E’ questa stessa peculiarità che conferisce a tali storie un potere mitico che cambia la nostra visione del mondo.

Non c’è alcuna prova che spieghi gli innumerevoli ricordi di episodi traumatici come rapimenti, operazioni mediche, vuoti temporali, ed incontri sessuali. In ogni caso, queste esperienze di contatto alieno hanno un impatto più potente, rispetto al mondo fisico a noi familiare. Gli addotti sono definitivamente lasciati con sentimenti profondamente turbati, che alterano radicalmente la percezione del loro essere, del mondo, e della posizione che essi vi occupano.

Molti soggetti, incapaci di trovare sollievo nella psicoterapia convenzionale, hanno provato il nuovo trattamento proposto dal Dr.Mack. Egli li aiuta a far fronte alle loro esperienze attraverso una sintesi di “pratica respiratoria olotropica” una forma di respirazione logica che il Dr. Stanislaus Grof ha sviluppato in un sostituto della terapia psichedelica e dell’ipnosi, combinato con l’applicazione di tecniche di regressione. Questi metodi vengono impiegati comunemente su individui esposti ad un’ampia varietà di manifestazioni paranormali, incluse le esperienze di pre-morte ed altri fenomeni psichici, mistici o spirituali. Sospettando che il fenomeno delle abductions si adatti alle categorie citate, il Dr.Mack introduce uno stile di terapia per stimolare ciò che egli chiama una “comprensione co-creativa fra il terapista ed il paziente”. Egli entra nello spazio psichico dell’addotto per aiutare la persona a comprendere e metabolizzare (a)gli eventi che le sono accaduti.

L’informazione ottenuta in queste sessioni indica che i rapimenti hanno avuto luogo in un’altra dimensione della realtà che è inaccessibile ad un processo puramente cognitivo. Se gli incontri tra alieni ed umani avvengono in uno stato alterato di coscienza, sostiene il Dr.Mack, non è credibile che il racconto del testimone rifletta semplicemente il ricordo di un elemento della sua coscienza.

Il Dr.Mack sostiene che l’interazione di sentimenti e di intuizioni tra il paziente e l’investigatore produce una migliore comprensione verso la connessione aliena e che, per valutare l’esperienza, le emozioni sono essenziali per creare una “percezione evoluta”.

Attraverso il disinteressato supporto del Dr.Mack, alcuni pazienti trovano beneficio nello scoprire l’ineffabile potere e bellezza di una realtà espansa, non spiegata dai concetti umani di spazio e tempo. Altri sono devastati, quando devono accettare i ricordi di queste esperienze come veri accadimenti.

Secondo le recenti polemiche sui falsi ricordi indotti dai terapisti, la procedura interattiva del Dr.Mack rende i bizzarri racconti di rapimento alieno un facile obiettivo per gli scettici, se non suscettibili persino di ridicolo. Secondo i suoi detrattori, Mack abusa delle tecniche di ipnosi, plasmando i ricordi dei suoi soggetti per associarli alla propria visione di un futuro intergalattico.

L’idea di Mack secondo la quale il fenomeno UFO riflette una più vasta che supera la spiegazione scientifica “razionale”, lascia intendere che egli voglia abusare della credulità dei suoi clienti.

All’occorrenza, il Dr.Mack è stato accusato di dire ad un paziente, “se tu pensi che gli alieni siano malvagi, smetti di pensarlo, fin quando non capirai che sono benevoli ”. L’esperto in ipnosi e psichiatra Richard Ofshe dell’Università Californiana di Berkeley, ammonisce: “Se tu convinci qualcuno che è stato brutalizzato e rapito, e lo incoraggi a sperimentare appieno le emozioni appropriate all’evento, ma l’evento in realtà non è mai accaduto, avrai condotto questa persona in un’esperienza dolorosa totalmente gratuita”.

Replicando ai detrattori di Mack, I suoi sostenitori ricordano che un sondaggio Roper del 1991 riscontrò che quattro milioni di persone avevano avuto almeno qualche esperienza collegata alle abductions. “Fino alla entrata in scena di John (Mack) – afferma la ricercatrice Caroline McLeod – il tema non ha avuto sufficiente credibilità tale da giustificare indagini metodologiche”. I clienti del Dr.Mack ammettono che i suoi metodi non rivelano accadimenti estranei al mondo fisico, ma colpisce la ricchezza di similitudini fra i ricordi riportati delle esperienze che vengono condivise, suggerendo che esiste un altro mondo, al di là del mondo fisico che influenza le vite umane.

“Abbiamo perduto le facoltà di conoscere altre realtà,” dice il Dr.Mack, “il fenomeno abduction viola il credo centrale della nostra cultura, in cui c’è una totale separazione tra lo spirito ed il mondo fisico”. Gli extraterrestri esistono verosimilmente in entrambi i mondi, in dimensioni che gli umani sono incapaci di percepire senza un aiuto. Il mistero permane, perché molti protagonisti di abduction rimangono nell’ansietà, con incubi, lesioni fisiche, dolori di testa e altri malanni, inspiegabili se non attraverso lo studio delle vicende di incontro alieno, come emergono dall’ipnosi.

In un storico caso, l’aver scoperto mediante l’ipnosi un nucleo di memorie represse relative ad un trauma da abduction, consentì ad una donna di ristabilire un’intima relazione nel suo matrimonio in crisi. La seduta rivelò che la donna era stata effettivamente sottoposta a procedure intrusive di riproduzione a bordo di un velivolo alieno. L’incidente, simile ad un rapimento, era stato sepolto profondamente nella sua psiche, e aveva ostruito il contatto fisico con suo marito, fin quando il Dr. Mack la aiutò nel tracciare la distinzione tra gli aspetti fisici dell’intimità umana e la sessualità indotta dal trauma alieno. Il Dr.Mack ha prodotto anche prove che indicano come questi incontri siano stati all’origine di guarigioni da problemi fisici, dalla cura della leucemia al recupero dalla paralisi. Altri pazienti ricordarono esistenze passate ed osservarono una continuità nella crescita personale con l’assistenza di creature aliene nel corso delle varie esistenze.

Le esperienze di abduction, dice il Dr.Mack, a volte appaiono crudeli, ma sono assolutamente attive sul piano della trasformazione spirituale. La maggioranza degli individui che hanno sofferto di rapimento alieno ne sono usciti terrorizzati dal sentirsi indifesi di fronte all’invasiva procedura inflitta sui loro corpi.

Lo stress susseguente a tali episodi da incubo, crea isolamento nella famiglia e con gli amici. L’addotto teme che le esperienze possano accadere ai propri amici e ai propri figli.

“Non ci è stato di alcun sollievo vivere nel nostro inesorabile melodramma di un altro mondo”.

Malgrado tutto, contro pur schiaccianti probabilità sfavorevoli, molti addotti sentono che queste crisi si traducono in un processo di cambiamento della vita che ha profondi valori e grande importanza. Basandosi sulle testimonianze dei suoi pazienti, il Dr.Mack considera l’addotto UFO come un modello alternativo per lo sviluppo evolutivo della coscienza.

Mack ritiene che un fenomeno così potente e destabilizzante come le abductions, provochi una frattura nelle barriere concettuali della presunzione umana, nelle difese psicologiche, o nei punti di vista inamovibili, rendendo il soggetto capace di trascendere la sua limitata percezione della vita.

Come pionieri in un viaggio eroico, gli addotti sopportano il loro terrore di distruzione dell’ego ed espandono la loro consapevolezza verso dimensioni sconosciute del cosmo e della psiche umana. “Con

Il dischiudersi della coscienza a nuovi domini dell’essere - scrive il Dr.Mack - gli addotti incontrano modelli e progetti di vita che li portano verso un profondo senso di interconnessione nel futuro.”

Questo può ricompensarli delle sofferenze che patiscono, come involontari profeti della rivelazione di questo nuovo millennio.

[align=right]Fonte: DNA magazine[/align]


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