PER I MODERATORI. Non so dove piazzare questo mio intervento. Può essere una naturale continuazione della mia presentazione. Oppure spostatelo dove ritenete sia opportuno che stia.
Estratto da Wikipedia:
"In psicologia biologica, con il termine consapevolezza (inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione. Il concetto di consapevolezza è relativo. Un animale può essere parzialmente consapevole, oppure può essere consapevole a livello subconscio o anche profondamente consapevole di qualcosa. La consapevolezza può essere individuata in uno stato interno, quale ad esempio una sensazione viscerale o la percezione sensoriale di eventi esterni. La consapevolezza fornisce il materiale "grezzo" a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l'illuminazione. L'uomo è l'unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza)."
L'EVOLUZIONE, la consapevolezza e l'illuminazione.
Se accettiamo come valida la teoria darwiniana, considerando lo status dell'uomo preistorico, un probabile scenario potrebbe essere questo: .... alcuni "animali-uomo" si trovano all'improvviso catapultati in una dimensione terrestre estesa in maniera direttamente proporzionale ai loro 5 sensi. Se la vista è uno dei "sensi" più importante, l'universo è grande fino alla montagna più lontana visibile o laddove il mare, deserto o savana si unisce con il cielo creando un orizzonte, forse considerato "finito". Pertanto è possibile asserire che nella loro mente i pensieri, per quanto semplici, potevano orientarsi molto di più verso domande escatologiche, rispetto a considerazioni connesse al principio antropologico o al pensiero cosmologico o divertirsi a contemplare i forti dubbi amletici sul principio della vita.
Quando l'animale-uomo, avendo sommato una serie di esperienze, probabile somma del vivere quotidiano, quest'ultimo connesso all'esplorazione del proprio "immenso" universo che genera la scoperta di nuovi realtà poste oltre i confini iniziali ed il confronto quotidiano con la morte, inizia a maturare un primo stato di consapevolezza e quindi cerca di anticipare il futuro. L'unico modo per anticipare il futuro e stabilire cosa è "sicuro" e cosa "insicuro" o, in maniera generica, "pericoloso".
Un bambino dei nostri tempi, ritrovandosi all'improvviso solo ed in una stanza semibuia, vedendo un'ombra furtiva e non sapendo di cosa si tratti, probabilmente la sua psiche genererà il famoso "uomo nero" e lo assocerà ad un potenziale pericolo. Parimenti, l'animale-uomo, creava e si crea il suo "uomo nero", il quale è strettamente connesso allo "spirito di sopravvivenza", determinando di fatto una linea di confine tra quello che è un potenziale pericolo ed un'area di "certezze sicure" direttamente proporzionali al suo sapere e dal'intensità delle sue esperienze fin li maturate. La paura, da non confondere con la "fobia", è una "sicurezza" per gli esseri viventi. Territori inesplorati possono essere percorsi solo se si procede a tentoni per evitare "sabbie mobili" o "burroni" nascosti da paraventi naturali ed il freno inibitorio è generato dal senso di paura che fa allertare ed estendere la percezione dei 5 sensi ed automaticamente blocca il procedere con sicumera (non per nulla si usa dire che si "geli il sangue nelle vene").
Questo primo stadio di consapevolezza in connubio con la "paura", da inizio ad un nuovo stadio evolutivo che vede l'animale-uomo perdere la sua parte interiore più vicina all'istinto per inoltrarsi nell'universo infinito della "razionalità" e quindi dell'esperimento, unica modalità che in maniera oggettiva potrebbe iniziare a dare risposte alla "paura" e quindi tramutare l'uomo nero in qualche cosa di concreto o di relegarlo al piano astratto o fantasioso.
L'animale-uomo diventa Homo Sapiens Sapiens e quindi, prendendo il coraggio a due mani, inizia a realizzare utensili e quindi oggetti che lo aiuteranno ad affrontare i confini, allargandoli giorno dopo giorno. Gli stregoni diventano alchimisti ed i costruttori diventano progettisti e si ingegnano per affrontare sfide con soluzioni realistiche.
Bisogna arrivare al periodo di Galileo Galilei per iniziare a parlare di uomo "evoluto".
"che il Sole sia centro del mondo e imobile di moto locale, è proposizione assurda e falsa in filosofia, e formalmente eretica, per essere espressamente contraria alla Sacra Scrittura;
che la Terra non sia centro del mondo né imobile, ma che si muova eziandio di moto diurno, è parimenti proposizione assurda e falsa nella filosofia, e considerata in teologia ad minus erronea in fide"
La terra piatta, la medicina del medio-evo, le certezze religiose con relative guerre sante, i tribunali di inquisizione, etc., tutte certezze che svaniscono nel momento in cui il "metodo galileiano" diventa realtà incontrovertibile.
• sensata esperienza, ovvero l'esperimento, che può essere compiuto praticamente o solo astrattamente ("esperienze mentali"), ma che deve in ogni caso seguire a una attenta formulazione teorica, ovvero a ipotesi che siano in grado di guidare l'esperienza in modo che essa non fornisca risultati arbitrari; • necessaria dimostrazione, ovvero una analisi matematica e rigorosa dei risultati dell'esperienza, che sia in grado di trarre da questa ogni conseguenza in modo necessario e non opinabile, e che va ulteriormente verificata, con ulteriori esperienze, ovvero il cosiddetto cimento, che è l'esperimento concreto con cui va sempre verificato l'esito di ogni formulazione teorica.
Questo è un confine fondamentale per chi si considera "agnostico e razionalista" che però, stranamente riporta indietro, ad un livello preistorico tutte le convinzioni di chi non crede alla favole, agli oroscopi, alle cospirazioni connesse alle ideologie politiche.
Dell'uomo, solo una cosa non ritorna indietro.
La consapevolezza.
L'uomo dei tempi moderni, costretto dal modus vivendi a virtuosismi, che spesso gli impone di schierarsi senza avere la possibilità di riflettere o per beceri motivi di parte ed interessi connessi al consumismo ed all'aspetto esteriore della persona, non riesce a raggiungere lo stato successivo alla consapevolezza che è l'illuminazione.
Si intrecciano frasi sconnesse dette da beoti; teoremi sottoposti all'attenzione dell'opinione pubblica senza esser stati oggetto di successivi riscontri pratici; opinioni personali profferite da eminenze che forse hanno un'apertura mentale che tutto è tranne che "aperta" o che la loro cultura è tale che non sanno scrivere una frase rispettando le regole basi della propria lingua madre.
Mi ritengo l'essere vivente più ignorante dell'Universo, in quanto la mia conoscenza è variabile ma si contrare in maniera inversamente proporzionale al numero dei segreti che esso nasconde e che ogni giorno aumentano in funzione dell'allargarsi dei confini dell'Universo.
Per non sentirmi alla pari di un animale, allora devo cercare di generare con gli esseri inferiori un gap facendo aumentare la mia consapevolezza, ma grazie ed esclusivamente ad attività che diano risultati certi, quindi senza farmi incantare dal sensazionalismo o dalla curiosità che spesso è il portone di accesso al castello fatato dei misteri.
Gli UFO esistono, ma solo perchè è l'etimologia della parola (che poi parola non è) che ne conferma l'esistenza.
Oggetto volante non identificato e nulla più.
Un uccello non catalogato è un UFO. Un aquilone diventa un oggetto identificato se non ne carpisco le fattezze. Un luce nel cielo diventa un UFO se non ho larghe cognizioni di fisica, chimica, meccanica, metrologia, etc. etc.
Cosa possano diventare gli UFO questo è possibile saperlo solo se, avendone uno a disposizione, possono essere condotti esperimenti secondo il concetto galileiano (non necessariamente esperimenti distruttivi). Per associare un UFO ad una improbabile vita extraterrestre, se non vogliamo offendere l'intelligenza che l'uomo ha faticosamente maturato ed ampliato dalla preistoria ad oggi, ne dobbiamo avere la certezza assoluta. Le prove sono prove e devono rimanere tali. Le prove possono servire solo a far nascere in noi la consapevolezza che esistono "le prove", ma non sono "l'evidenza oggettiva" di ciò che noi vorremmo che sia. Affinchè una prova diventi realtà inconfutabile deve esserci anche la "controprova". Senza la "prova provata" rimaniamo nell'ambito delle ipotesi e quindi sono solo indizi che non servono a nulla se non a generare "l'uomo nero".
Che enti governativi possano nascondere all'intera popolazione informazioni in merito all'esistenza di vita extraterrestre associabile agli UFO, e quindi privare il genere umano della possibilità di raggiungere l'illuminazione, non ha senso. La divulgazione della loro esistenza, sia che possa portare giovamento all'umanità e addirittura alla sua fine, non potrebbe mai essere gestibile in maniera assoluta da esseri viventi che sono ancora privi, a loro volta, dell'illuminazione e tra l'altro, coinvolti in conflitti spirituali, ideologici e materiali. Esseri umani (i politici) che non sono capaci neanche di organizzare il proprio vivere quotidiano con un minimo di etica la quale da nessun essere superiore (Dio, Allah o altra potenza divina) imposta, limitata o privata. La scusa delle risorse naturali limitate che vengono controllate da organizzazioni che usano metodi convenzionali o meno per imporre il loro dominio la possiamo lasciare ai politici oppure a coloro che usano la stessa politica per favorire gli interessi personali sfruttando gli ignavi o coloro che hanno spirito di rivalsa generati dai propri limiti di approccio alla vita quotidiana. Se gli extraterrestri esistessero, il loro palesarsi rientrerebbe in una delle tante attività normali proprie di Madre Natura paragonabile al passaggio di uccelli migratori nel cielo e che alcuni umani artatamente vogliono modificare e trasformare in qualche cosa di misterioso ed avvolto da chissà quali improbabili motivazioni, per cui l'incertezza occupa tutto lo spazio che dovrebbe essere egemonia del raziocinio.
Quando si argomenta sulla possibile esistenza di esseri extraterrestri, un agnostico razionalista può fare solo una considerazione o una comparazione :
L'unico pianeta di cui si ha la certezza assoluta ed incontrovertibile dell'esistenza di forme di vita senzienti è il PIANETA TERRA. Ad oggi non esiste una motivazione plausibile e scientifica che spiega come mai ed il perchè sul PIANETA TERRA la vita abbia avuto la possibilità di nascere. L'homo sapiens sapiens ha generato il suo uomo nero (ancora da scoprire), creando la "religione" e parallelamente la "fede". Come faccia la vita ad esistere e resistere sul PIANETA TERRA, invece, si conosce perfettamente ed è proprio partendo dall'analisi delle cause e concause che permettono la vita sul PIANETA TERRA, è possibile arrivare da una facile deduzione o teoria che esporrò alla fine del mio presente intervento. La vita sul PIANETA TERRA è possibile per alcuni fattori fondamentali UNICI e che tra di loro in maniera UNIVOCA generano un sistema PERFETTO. Soffermandoci solo a considerare l'UNIVERSO conosciuto ed esplorato con mezzi reali ed a disposizione degli esseri umani, e quindi volgendo lo sguardo ad una distanza che potrebbe essere l'oggetto più lontano DETERMINABILE con un radiotelescopio e avvicinandosi sempre di più al sole e quindi partendo da una galassia lontana miliardi di anni luce, ma escludendo a priori la relativa interrelazione con la nostra galassia (la Via Lattea), e quindi utilizzando quest'ultima quale riferimento inziale, è possibile sostenere che la sua posizione, all'interno del SISTEMA LOCALE già è una UNICITA'. Se la nostra galassia fosse più vicina ad un'altra galassia, probabilmente le interrelazioni tra le due già comporterebbero una dislocazione diversa dei bracci a spirale e dei singoli sistemi stellari o addirittura dei singoli corpi celesti (soli, buchi neri, materia scura, etc). La posizione del nostra sistema solare (il SOLE con relativi pianeti) in uno dei bracci esterni è sufficientemente lontana dal centro della galassia e quindi dal suo relativo buco nero e da altri che sembrerebbe non siano poi molto lontani da noi. Considerando il nostro Sistema Solare, e quindi la relativa posizione dei giganti gassosi (Giove, Saturno, Urano), che con la loro specifica massa rimangono tali e non si accendono per diventare stelle binarie associate al sole, e possibile asserire che la loro interazione gravitazionale influisce ed ha da sempre influito in maniera diretta ed indiretta sulla continuità della vita del PIANETA TERRA (basti solo pensare a tutte le comete o le rocce che vagano nello spazio e che motivi di attrazione gravitazione cadono prevalentemente su di essi). La Luna, che con la sua specifica distanza dalla terra, la sua massa, la rotazione, l'orbita, la rifrazione, etc, e che in qualità di satellite terrestre influisce in maniera diretta ed invasiva addirittura, non solo sulla parte meccanica del PIANETA TERRA, ma addirittura determinando in talune nicchie ecologiche la possibilità che la procreazione sai assicurata e quindi la generazione di elementi che fanno parte della complessa catena di vita e pertanto, anche la sopravvivenza degli esseri viventi, senzienti e non. La posizione del PIANETA TERRA rispetto al SOLE, la sua particolare orbita, inclinazione dell'asse polare, lo specifico campo magnetico, la precessione degli equinozi, le barriere coralline, i vulcani, i mari, le foreste ed infine l'UOMO. L'equazione di Drake è interessante ed appassionante, ma ad essa io contrappongo una semplice e piccola domanda visto quando analizzato sin qui:
"... e se solo uno degli elementi indicati sopra, a partire dalla posizione della nostra Galassia per finire con la presenza delle foreste, non fosse così come lo vediamo e se non occupasse la posizione che occupa o addirittura non fosse presente, l'UOMO esisterebbe?...."
Pertanto, e concludo facendo una considerazione personale che mi accompagnerà fino a quando vivrò sotto questa forma umana:
.....affinchè l'ipotesi che possa esistere un'altra razza extraterrestre sia tramutabile in realtà occorre che in un altro luogo dell'universo si ripetano in maniera pedissequa le condizioni indicate in precedenza.
Ogni modifica annullerebbe l'effetto finale, cioè la possibilità di una vita senziente come quella conosciuta sul PIANETA TERRA. Altre supposizioni portano ad un'unica certezza e cioè che una eventuale vita extraterrestre non sarebbe simile alla nostra, nella forma e nella sostanza. Ma essendo agnostico e razionalista, quindi possibilista, ma strettamente fedele al concetto galileiano, non posso che affermare che la vita extraterrestre non esista a meno di una "copia conforme" alla nostra vita (cosa che è possibile affermare con una ragionevole certezza, impossibile esistere nell'infinito Universo, a meno di un anti-universo parallelo).
La mia consapevolezza, che non penso sia ormai diventata "illuminazione", mi porta a dire che parlerò di UFO solo considerando il significato specifico della parola, ma fino a quando non vedrò una forma di vita extraterrestre di persona (de visu) o tramite sistemi di comunicazione che mi garantiscano la verità del messaggio trasmesso e che soprattutto le immagini siano di pubblico dominio, preferisco considerarmi l'essere vivente più ignorante dell'Universo ma NON CREDERE ad una probabile VITA EXTRATERRESTRE.
Grazie per l'attenzione e buon proseguimento.
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