L'albero della vita - Davide Ramunno

[Lettore75]

Dalla mitica cacciata dal giardino dell’Eden, la morte è calata come un’ombra sull’uomo, e anche la vita, si è rivelata in realtà un fragile anelito minacciato sin dal concepimento, e che se sopravvive alla tagliola innaturale del parto, dopo un breve sussulto di giovinezza, viene orribilmente mutilato con l’incedere della vecchiaia. Le menti più brillanti del genere umano si sono così unite e prodigate da secoli per mutare quel fato apparentemente ineluttabile cercando chi in una pianta chi in un elisir alchemico o di Big-Pharma la panacea di ogni male, ma tutti, hanno puntualmente fallito. Troppe le variabili in gioco e tante le mappe del tesoro da setacciare, tuttavia, se avremo il coraggio di ascoltare le voci di coloro che ci hanno preceduto agli albori della civiltà e che narravano di un albero e di un frutto in grado di dare una vita che potesse sfiorare l’eternità, non potremo non riconoscere una coerenza di fondo tra un’eterogeneità di testimonianze provenienti da popoli ed età differenti. Certo non tutto ciò che è logico è vero, eppure nella memoria di tutte le civiltà del pianeta si narra di un tempo in cui gli uomini vivevano accanto ad arcane figure adorate alla stregua di divinità non solo per le loro conoscenze incredibilmente avanzate ma per via di una loro superiore biologia. L’esistenza degli uomini non era che un battito di ciglia per chi come Loro poteva fregiarsi di una vita, che se non era eterna, stando alle cronache antiche, poteva durare anche diverse migliaia di anni. Una longevità incredibile che gli apparteneva in virtù di un corredo genomico più evoluto del nostro ma che poteva essere in parte conferita a pochi eletti tra i mortali mediante il frutto di una pianta meglio conosciuta come l’Albero della Vita.

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