LA FORMULA PER FAVORIRE LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
La strada per favorire la disoccupazione giovanile consiste nel ridurre la domanda generale, nell’aumentare la produttività nei posti di lavoro, nell’aumentare le ore di lavoro straordinario e nel blocco del turnover.
La domanda o i consumi calano come conseguenza della contrazione dei redditi, dei risparmi, a causa delle invenzioni delle bische chiamate finanza e borsa, non controllate da Banca d’Italia, Consob e autorità europee; i consumi calano anche perché i salari, con l’eliminazione della scala mobile, non aumentano con l’inflazione. Queste contrazioni di consumi, in generale, non sono compensate dall’aumento delle esportazioni, perché anche gli altri paesi devono proteggere la loro occupazione dalle merci straniere.
L’aumento di produttività riduce i costi aziendali e della pubblica amministrazione, però, in presenza di domanda stabile e o decrescente, crea altra disoccupazione; il concetto è talmente ovvio che non richiede precisazioni.
L’aumento del lavoro straordinario può essere occasione di altri guadagni per chi già lavora, ma riduce la possibilità di occupare altri lavoratori esterni; nelle aziende con più dipendenti, in presenza di una domanda fiacca, lavorare meno ore per far lavorare più persone, non è uno slogan senza senso.
C’è da dire che le aziende preferiscono far lavorare di più i loro dipendenti, piuttosto che assumerne di nuovi, perché non vogliono fare formazione e perché ritengono che la formazione, per un certo periodo, sia un costo senza ricavo; inoltre temono, in caso di crisi, di dover essere costrette a licenziare i lavoratori, e perciò assumono il meno possedibile. Lo stato, con adeguati incentivi, dovrebbe porre ostacoli a questa mentalità; anche perché i dipendenti pubblici non hanno questi inconvenienti.
Il blocco del turnover, cioè del ricambio generazionale nei posti di lavoro, in Italia riguarda circa 600.000 persone l’anno; quando si sposta in avanti di un anno l’età della pensione, si salvaguardano i conti dello stato, ma si produce altra disoccupazione. Fra l’altro, Inps e Inail hanno i conti in attivo e quindi non si capisce la bagarre a favore dell’innalzamento continua dell’età della pensione, che si potrebbe fare all’occorrenza e in ogni momento.
Degli attivi si appropria illegittimamente lo stato, perché questi contributi dei lavoratori sono a destinazione specifica; ciò che è consentito allo stato, non è consentito ai comuni cittadini, ai quali è raccomandato di non violare i contratti; però nessuno stigmatizza questo fatto, anche i dirigenti Inps, di estrazione sindacale, sono strati cooptati dal sistema e perciò tacciono.
Con questa politica, si vuole trasformare l’Inps nell’azienda più redditizia, trascurando la disoccupazione giovanile, senza mettere mano alle pensioni privilegiate di quelli che prendono più di 3.000 euro netti al mese di pensione, che si potrebbero ridurre a favore delle pensioni più basse e di un’assistenza sociale, diffusa in alta Europa, ma che in Italia manca e visto che l’Inps fa assieme previdenza e assistenza.
Purtroppo partiti, informazione, accademici ed economisti di corte, al soldo dei soliti ignoti, sembrano più intenti a corrispondere alle aspettative dei mercati, dell’Europa alleata degli speculatori, e della finanza, che dell’interesse del paese; come i cani non muovono la coda per niente, questi signori ricevono posizione, prebende e regalie da lor signori, per fare propaganda e preparare l’opinione pubblica ai sacrifici.
Per fare solo un esempio, è un fatto che le banche, ma non sono esse, costituiscono una potente lobby e finanziano i partiti; perciò i loro beneficiari, ricevono generosi appannaggi, pensioni e liquidazioni d’oro; ricevono dalle lobby regalie generose, perché la posta in gioco è alta per lor signori che dirigono, in incognito, i loro pupazzi e controllano lo stato. Lo stato è un’impresa economica occulta privata che deve rendere a lor signori, per favorire questo disegno, i loro capitani di ventura sono coperti d’oro.
Grazie a questa informazione e a questa politica colluse con i poteri forti, oggi i professori, mercenari di lor signori, non parlano più di fiscal drag da restituire ai lavoratori, d’indicizzazione dei salari o di scala mobile, di elusione o evasione legale a favore di gradi imprese, categorie o persone amiche dei padroni occulti dello stato; d’altra parte, lo stato, sollecitato dalle banche, ha anche impedito alla magistratura di condannare l’usura, normalmente intesa, fissando per legge limiti soglia di usura molto alti, cioè pari a dieci volte il tasso medio sulla raccolta. Lo stato in passato ha anche amnistiato gli usurai, spesso corrispondenti delle banche e da esse finanziati; non può contrastare l’usura perché è controllato dalle banche, è immorale e fa anche il bispistoliniere.
Nunzio Miccoli
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