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 Oggetto del messaggio: I mercati contro l'Italia
MessaggioInviato: 15/01/2012, 16:09 
I MERCATI CONTRO L’ITALIA

Con le rivoluzioni e le instabilità politiche, anche promosse dall’estero, i capitali nazionali fuggono, in cerca di rifugio nei paradisi fiscali, i quali, essendo di transito, perché questi capitali sono in cerca d’impiego, li fanno poi arrivare in Usa e Inghilterra, bisognosi di rimesse e dotati di ampie possibilità d’impiego, per finanziare i deficit di bilancio, l’economia, le famiglie e il deficit delle bilance commerciale. Dalla fine della seconda guerra mondiale, sull’Italia, primo laboratorio in materia, è stato sperimentato l’effetto dell’instabilità politica, alimentata anche dall’estero, e poi la tecnica è stata estesa in Asia, America Latina e paesi islamici.

Vista la sua crisi sistemica del debito pubblico e privato, l’America fa di tutto anche per incoraggiare le rimesse dall’estero dei capitali di provenienza mafiosa e da riciclare. Gran parte dei partiti italiani, privi di un progetto politico ed economico, in ossequio all’alta finanza, hanno avuto come solo programma l’intervento sulle pensioni e la lotta all’evasione; con il fine di trasformare l’Inps e lo stato in un’azienda redditizia per l’élite. Bisogna ricordare che il debito pubblico italiano non è stato provocato dalle pensioni, ma da sanità e altre spese che, per non far torto agli amici, non si possono toccare; com’è noto, la gestione Inps, nonostante i privilegi, è largamente attiva.

Si smantella lo stato sociale ma non riducono le spese militari e le missioni all’estero, non si riducono le basi americane in Italia, delle quali l’Italia, come i paesi sconfitti in guerra e occupati, deve sopportarne il costo; la pubblica amministrazione non assume ma assumono le forze dell’ordine, la cui spesa, come quella per la nostra giustizia inefficiente, non è inferiore a quella sostenuta dalla Francia.

La prima fase del governo Monti è stata dettata dai mercati e dalla Banca Centrale Europea, la seconda fase dovrebbe toccare i privilegi e fare delle privatizzazioni; eliminare il monopolio di farmacisti e notai non sarà sufficiente, però sarà difficile toccare i veri privilegi, come le esenzioni fiscali della chiesa. L’idea della lega nord di trattare le regioni allo stesso modo e l’idea dei costi standard nella sanità e negli altri settori dell’amministrazione, era utile per imporre un principio di eguaglianza, garantito teoricamente dalla costituzione, ma anche per controllare le spese ed eliminare gli sprechi.

Se esistesse l’equità, sarebbe rispettato l’articolo tre della costituzione, regolarmente disatteso dalle leggi ordinarie, dai presidenti della repubblica che promulgano le leggi e dalla prassi della politica. Purtroppo gli amici della mafia che siedono in parlamento, nell’informazione e nelle facoltà di economia, a un certo prezzo, hanno remato contro, spingendosi anche a definire la lega razzista e antimeridionalista, però senza entrare veramente in merito della questione. L’informazione, soprattutto televisiva, fa tifo al nuovo governo Monti, ma non serve a informare, ma solo a imporre un’opinione pubblica e a fare accettare altri sacrifici ai lavoratori.

Francesco Saverio Nitti scrisse che l’Italia, per prendersi la Libia, dovette comprarsi i giornali francesi, Charles De Gaulle ha detto che, per convincere la Francia a stare fuori dalla seconda guerra mondiale, Italia e Germania fecero arrivare ai giornali francesi fiumi di denaro; alla vigilia della prima guerra mondiale, arrivarono ai giornali italiani fiumi di denaro, per convincerla a stare con la Francia o la Germania. Per gli antifascisti, i soldi li prese solo il giornale di Mussolini che, da neutralista, divenne interventista e filo francese; la Francia investì di più sulla nostra stampa e vinse la gara con la Germania.

Perciò non è strano che oggi tanta televisione tifi per i mercati, Monti, l’Europa, la Banca Centrale Europea e l’euro; per l’ennesima riforma delle pensioni, ci ha martellati con interventi di economisti di corte e oggi, per farci fare maggiori sacrifici, ci martella con gli spread tra BTP italiani e bund tedeschi e con le valutazioni taroccate delle società di rating, che non sono imparziali, ma commissionate dai grandi centri finanziari e finalizzate alla speculazione sui debiti sovrani, cioè sui debiti pubblici.

Dopo i subprime sugli immobili, a proposito di finanza creativa, si è sviluppato il mercato speculativo dei CDS, che sono contratti assicurativi sull’insolvenza dei titoli di stato, il loro valore è tanto più alto quanto più una nazione debitrice è a rischio d’insolvenza; oggi le plusvalenze più elevate si realizzano con lo scambio di derivati CDS, in particolare su quelli concernenti il default privato e pubblico; perciò si spiega il can can della televisione sulla crisi italiana, come le valutazioni delle società di rating private; l’Europa, per favorire queste speculazioni, ha rinunciato a creare una sua società di rating indipendente dai mercati.

Oggi il 40% del capitale delle multinazionali del mondo è posseduto solo da 147 di esse, tra le quali sono 35 grandi istituti finanziari, soprattutto americani e britannici; due terzi del CDS sono detenuti da 9 istituzioni finanziarie; quando si parla di Nuovo Ordine del Mondo, bisogna sapere che la rete finanziaria è interconnessa, sopravvive speculando su debiti sovrani, materie prime, petrolio e grano; i governi dipendono da essa.

Mario Draghi ha Finanziato con 489 miliardi di euro le banche, in sofferenza soprattutto con derivati e crediti insoluti verso i privati, al tasso dell’1%, creando in contropartita denaro che costa poco alla Banca Centrale emittente e che favorisce l’aumento dei prezzi; cosa che si potrebbe accettare se ci fosse un rilancio della produzione, cioè solo credito alle imprese, abbinato a crediti per investimenti pubblici. In realtà, le banche useranno quel denaro soprattutto per speculare sull’alto rendimento dei titoli pubblici italiani; le banche sono restie a prestare denaro a famiglie e imprese in difficoltà. Alla fine della 2011 la BCE aveva crediti per 2.730 miliardi di euro e un capitale di 5,5 miliardi di euro, però sono cose che succedono con le banche, abituate a lavorare con il denaro degli altri o creandolo dal nulla.

I poteri forti, sostenuti da Napolitano, hanno fatto nascere la Terza repubblica, il custode della costituzione si è messo sotto i piedi la costituzione, con alto tradimento e attentato alla costituzione; i soli due reati di cui dovrebbe rispondere, secondo la costituzione, perché è irresponsabile per gli altri reati, cioè non è uguale agli altri cittadini davanti alla legge, esattamente come Luigi XVI prima della rivoluzione francese. Napolitano può stare tranquillo, informazione politica e magistratura, non glie lo rinfacceranno; il presidente, nominando Mario Monti senatore a vita, poiché ineletto, gli ha garantito l’immunità di cui godono i parlamentari, che è un altro privilegio, giustificato però dal fatto che in Italia la lotta politica si è sempre fatta anche tra le aule giudiziarie.

Da sempre il debito degli stati serve ad alimentare la speculazione, gli stati in bancarotta, quando non possono stampare denaro, cioè non sono sovrani e ricorrono al credito estero, sono costretti a ricontrattare con i banchieri i debiti, a condizioni sempre più sfavorevoli, rendendosi alla fine schiavi da debito dei mercati; i mercati hanno lunga esperienza di speculazioni, perciò oggi in Italia, con la scusa di uno stato di crisi e di necessità, i poteri invisibili o occulti, aiutati dai loro agenti nell’informazione e in parlamento, hanno creato le condizioni per favorire un golpe tecnico.

Oggi la finanza, tra borsa e derivati, ha un valore quasi dieci volte superiore al Pil mondiale, che arriva a 80.000 miliardi di dollari, dei quali però la produzione di beni reali, cioè esclusi i servizi, è circa la metà. 11 banche e Sim internazionali controllano il 90% dei derivati, che sono in gran parte carta straccia frutto di speculazione, questa massa di titoli ha portato alla crisi attuale, mentre il debito italiano era sostenibile; con il processo di concentrazione, oggi le dieci maggiori multinazionali del mondo, per capitalizzazione di borsa, detengono quasi la metà del capitale delle società quotate.

Gli investitori istituzionali, cioè banche, Sim e assicurazioni, trattano titoli per conto terzi per due terzi del valore totale; sono collegate banche, società petrolifere e società chimico farmaceutiche; gli investitori istituzionali, oltre i fondi speculativi, gestiscono anche i fondi pensioni che sono a rischio a causa dei loro investimenti speculativi; hanno deciso di parare la perdita ritardando l’età della pensione.

Nel febbraio del 2010 i fondi speculativi decisero a New York l’attacco all’euro, creando una crisi artificiale che andava oltre quelle cicliche e sistemiche dell’economia; gli stati non sono uguali, risulta che Irlanda, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna hanno più in debito privato, mentre Italia, Grecia e Belgio più debito pubblico; i secondi sono meno a rischio d’insolvenza di Usa e Gran Bretagna, che dirigono la speculazione in atto contro l’euro e i debiti pubblici degli stati europei.

Dal 1994 a oggi la speculazione si è accanita contro Messico, Asia orientale, Argentina, Irlanda, Ecuador, Grecia, Italia; purtroppo le banche centrali sono indipendenti dagli stati, ma controllano gli stati e dipendono dall’alta finanza, in definitiva, da banche ordinarie; la politica monetaria degli stati non è autonoma ma dipende dall’alta finanza, che crea a discrezione liquidità. La BCE crea liquidità per finanziare le banche, a spese degli stati membri.

In questa situazione, pare che L’Unione Europea abbia rinunciato a regolamentare veramente mercato, banche, a contrastare le concentrazioni e le speculazioni, a rilanciare consumi e investimenti pubblici e privati, per favorire produzione e occupazione, preferendo aumentare le tasse e ridurre i salari, senza toccare i privilegi e portando alla recessione. Però anche questa potrebbe essere una strategia, con la miseria e con le guerre, si fanno privatizzazioni pubbliche e si svende patrimonio privato, perciò si può fare shopping a buon mercato.

Le banche hanno sempre influenzato i corsi di borsa, infatti, le quotazioni di borsa non sono prezzi di mercato, perciò stanno speculando sui BTP italiani, vendendoli, facendoli deprezzare e facendo aumentare il loro spread con i bund tedeschi; oggi, grazie a questa Europa, eurobond e Tobin Tax non decollano e il dollaro, contro ogni logica di un vero mercato, visto i debiti complessivi americani, si rafforza nei confronti dell’euro.

Fortunatamente per loro, in Germania e in Cina è ancora l’industria a comandare e perciò questi due stati stanno meglio ed esportano beni industriali alla grande; la Cina non partecipa nemmeno alla finanza globale, non garantisce libertà di movimento ai capitali, che è un’altra bandiera del liberismo, ha rapporti commerciali e politici con gli altri paesi, ma preferisce avere il controllo dei movimenti finanziari. L’India, pure in ascesa, non riconosce i brevetti internazionali, perciò può produrre a costi ancora più bassi per i suoi cittadini.

Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.


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