17/06/2015, 14:52
28/06/2015, 17:34
05/08/2015, 11:49
05/08/2015, 12:12
05/08/2015, 12:53
14/09/2015, 18:15
14/09/2015, 21:29
21/09/2015, 09:26
21/09/2015, 10:41
ubatuba ha scritto:L' acqua di rubinetto è buona, fa risparmiare e non inquina. Alzi la mano chi non conosce il mantra che spopola da qualche anno in tutto il Paese, sotto la spinta ecologista della sinistra.
22/09/2015, 20:33
Da 13 a 750 dollari in un giorno, l'incredibile storia del farmaco anti Aids Daraprim
Da 13,50 a 750 dollari in un giorno. E’ l’incredibile impennata del prezzo di una pillola di Daraprim, farmaco che cura malattie anche letali come la toxoplasmosi e la malaria e viene utilizzato anche sulle persone con il sistema immunitario compromesso per infezioni quali l’Aids.
L’aumento di oltre il 5000% - riferisce il newsweek - è dovuto all’acquisto dei diritti del medicinale, vecchio oltretutto di 60 anni, da parte della 'Turing Pharmaceuticals', startup del 32enne ex manager di hedge-fund Martin Shkreli. La decisione di far levitare il prezzo ha scatenato molte polemiche da parte dei dirigenti degli ospedali statunitensi, dove il Daraprim è molto utilizzato. La preoccupazione non è solo legata ai costi cresciuti esponenzialmente, ma soprattutto al fatto che i medici, per evitare una spesa così alta, indirizzino i malati verso farmaci meno costosi ma anche meno efficaci.
In un'intervista, Shkreli ha difeso la decisione sostenendo che con i proventi del farmaco finanzierà nuove ricerche per dare vita a medicinali alternativi al Daraprim.
12/10/2015, 17:35
26/10/2015, 01:05
Per ragioni di business il cancro deve essere incurabile
Business chemioterapiaDa decenni, il cancro viene inutilmente fronteggiato con la chemioterapia: l’oncologia ospedaliera non guarisce quasi nessuno, e i tumori stanno aumentando in modo esponenziale.
In parallelo, c’è il boom delle cure alternative: in questo settore si registrano guarigioni in costante aumento, ma i numeri sono ancora limitati e comunque esclusi dall’ufficialità.
Ovvio, sottolineano gli “alternativi”: per il sistema è pericoloso far sapere che si può guarire anche solo con erbe, biofarmaci e dieta, cioè con quattro soldi, mentre il sistema ospedaliero (chemio e radio) costa una follia, oltre a non salvare nessuno.
Di recente, Paolo Barnard ha acceso una contro-polemica, accusando di slealtà gli “alternativi” che speculerebbero sull’altrui dolore, contrabbandando soluzioni miracolose quanto irrealistiche.
La riprova?
I potenti della terra, a partire dal boss della Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ricorrono alla chemio. «In realtà – replica a distanza Paolo Franceschetti, autore di un sito sulle cure alternative esistenti – i super-potenti sono i primi a ricorrere a metodi alternativi: lo stesso Berlusconi ha evitato la chemio ed è guarito grazie alla terapia Di Bella».
«Se sei un americano, hai una possibilità su tre di avere un cancro nel corso della tua vita», scrive Michael Snyder in un post ripreso dal blog di Maurizio Blondet. «Praticamente chiunque in America conosce qualcuno che ha il cancro o che ne è già morto». Eppure, negli anni ‘40, a sviluppare il cancro era solo un americano su 16. «Deve essere accaduto qualcosa che ha provocato questa crescita esplosiva, e che induce a ritenere che il cancro sorpasserà presto le cardiopatie diventando la prima causa di morte».
Secondo l’Oms, ogni anno vengono diagnosticati 14 milioni di nuovi casi nel mondo, ed è atteso un incremento del 70% nei prossimi due decenni. «Esistono davvero poche parole capaci di fare tanta paura come la parola “cancro”, e nonostante i miliardi spesi nella ricerca e nel suo progresso tecnologico, questa piaga continua ad allargarsi e a mietere vittime. Come è possibile?». Sconcertante la débacle statistica della disciplina oncologica: a differenza di ogni altro settore della medicina, questa non riesce praticamente mai a curare efficacemente i pazienti, a cui peraltro non sa diagnosticare le cause dell’insorgenza patologica (cosa che invece fa la medicina olistica, basata anche sull’analisi dell’alimentazione).
In compenso, il business del cancro va a gonfie vele: oggi, continua Snyder, in America si spende più denaro per trattare il cancro che qualunque altra malattia. Secondo la “Nbc”, solo lo scorso anno si è trattato di 100 miliardi di dollari in farmaci anti-cancro, tutti largamente inefficaci: «Mentre i prezzi delle medicine continuano a scendere costantemente, la spesa per le medicine contro i tumori hanno raggiunto un nuovo traguardo: 100 miliardi di dollari nel 2014». Un incremento di 75 miliardi di dollari in cinque anni, secondo un’indagine dell’Ims Institute for Healthcare Informatics.
Cento milioni di dollari sarebbero già una cifra pazzesca, osserva Snyder, ma 100 miliardi sono mille volte quella cifra. «Non mi pare ci sia bisogno di dire che ci sono un sacco di persone, là fuori, che stanno diventando smisuratamente ricche grazie a questi trattamenti. E il costo di alcuni di essi è semplicemente assurdo. Sempre secondo la “Nbc”, due dei farmaci commercializzati più recentemente costano 12.500 dollari per un mese di terapia». Farmaci, peraltro, non risolutivi: poco più di metà dei pazienti può sperare di sopravvivere per 5 anni al massimo.
«Viviamo in una società estremamente tossica, e che lo diventa ogni giorno di più», scrive Snyder. «E una volta che hai sviluppato il cancro, ai dottori non è permesso prescrivere trattamenti “alternativi”. Quello che possono fare è prescriverti terapie che il sistema gli dice di prescriverti». Idem in Italia: i sanitari devono attenersi al protocollo standar, quello che non guarisce quasi mai nessuno e si basa, ad esempio, sulla chemio. «È una terapia mostruosa, che spesso uccide il paziente invece di uccidere il tumore», continua Snyder. «Molti pazienti vivono un ciclo infernale dopo l’altro, sperando che possa essere risolutivo.
Avete mai parlato con qualcuno che ha vissuto questo calvario? È straziante». Dice il dottor Ralph Moss, autore del libro “L’industria del cancro”: «Non c’è alcuna prova che la chemioterapia prolunghi la sopravvivenza nella gran parte dei casi. E questa è la grande bugia sulla chemioterapia, che ci sia in qualche modo una correlazione tra la riduzione del tumore e l’allungamento della vita di un paziente». Allora perché gli oncologi spingono tanto per la chemio?
Secondo le analisi di Steven Levitt e Stephen Dubner, quelli di “Freakanomics”, «gli oncologi sono tra i medici più pagati, la media dei loro redditi cresce più di quella di qualsiasi altro specialista, e più della metà dei loro guadagni proviene dalla vendita e somministrazione della chemioterapia». Il loro modello di business «è differente da quello degli altri medici», scrive Snyder, «perché non è che tu puoi andare a comprarti la chemioterapia in farmacia».
Negli Usa, «gli oncologi la comprano all’ingrosso, poi gonfiano il prezzo e mettono in conto alle compagnie di assicurazione». Questo profitto legalizzato sui farmaci contro il cancro è un caso unico, negli Stati Uniti. «Fanno soldi sulle terapie che dicono ti salveranno la vita.
È un conflitto di interessi gigantesco. Ti vendono le terapie, e ti fanno pagare il privilegio di iniettartele. Non lo fa nessun altro medico». Il nostro sistema è profondamente guasto e corrotto, conclude Snyder. «Ma non cambierà niente nell’immediato futuro, perché grazie ad esso si guadagnano centinaia di miliardi di dollari».
07/01/2016, 22:33
07/01/2016, 23:04
07/01/2016, 23:14
Atlanticus81 ha scritto:Non so se sia notizia affidabile, ma la posto comunque per una verifica e comunque per una riflessione sul fatto che, come ricorda questo importante thread, quando la salute pubblica diventa business, diventa mercato, gli interessi del privato necessariamente non corrispondono con le aspettative del pubblico.L’acceleratore di Pavia che cura i tumori rischia di chiudere
L’appello di 13 scienziati italiani per finanziare il Centro nazionale di adroterapia oncologica, l’unico in Italia che tratta i tumori con fasci di protoni e ioni carbonio
Il Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao) di Pavia, ossia l’acceleratore di particelle impiegato per la cura dei tumori più importante d’Italia, è a rischio chiusura per via dei tagli economici e dei mancati finanziamenti degli ultimi anni da parte dei governi. Per questo, alcuni tra i più autorevoli scienziati italiani hanno firmato l’appello inviato dall’ideatore del progetto presso il Cern Ugo Amaldi e rivolto alle istituzioni (in particolare al ministero della Salute e alla regione Lombardia) nel tentativo di salvare il centro, a cui si stima manchino circa 35 milioni di euro.
Il Cnao è stato ideato al Cern nel 1996 e successivamente fu istituito dal ministero della Salute nel 2001, senza scopo di lucro. Oggi il centro ha 110 dipendenti (soprattutto fisici e ingegneri) ed è completamente dedicato all’adroterapia, specializzato nella cura dei tumori non operabili e di quelli resistenti alla radioterapia tradizionale basata sui raggi X. Il trattamento avviene attraverso l’invio sul paziente di fasci di particelle chiamate appunto adroni: in particolare, vengono impiegati fasci di protoni e ioni carbonio, accelerati in modo analogo a come avviene al Cern di Ginevra.
L’acceleratore di Pavia è meno potente del Cern, ma è stato progettato appositamente per far raggiungere alle particelle l’energia adeguata all’attività clinica sull’uomo.
La peculiarità del Cnao nel panorama italiano è che si tratta dell’unico centro nazionale (e uno dei quattro a livello mondiale insieme a quelli in Germania, Giappone e Cina) in cui è possibile effettuare l’adroterapia – oltre che con i protoni – con ioni carbonio, che sono le particelle più potenti contro i tumori. Insieme al politecnico di Milano, il Cnao ha anche ideato una nuova tecnica per trattamento di quei tumori complessi da bersagliare poiché si spostano insieme alla respirazione del paziente, come quelli al fegato e al pancreas. La terapia con soli fasci di protoni, detta protonterapia, è invece più diffusa sia a livello internazionale che in Italia, e nel nostro Paese sono attivi anche il centro di Trento e il quello per i trattamenti oculari del policlinico di Catania, che però riescono a seguire ogni anno un numero di pazienti molto inferiore rispetto al Cnao. Fino a oggi a Pavia sono già stati trattati 380 malati oncologici.
Tra i 13 firmatari dell’appello – esponenti di primo piano della ricerca e della comunicazione scientifica italiana – ci sono il premio nobel per la fisica Carlo Rubbia, il prossimo direttore generale del Cern di Ginevra Fabiola Gianotti, il presidente dell’Infn Fernando Ferroni, il direttore della ricerca del Cern Sergio Bertolucci, l’oncologo Umberto Veronesi e Piero Angela.
Al momento il CNAO tratta circa 250 pazenti/anno quando ne potrebbe trattare 1000. In questo modo è sottoutilizzato e quindi in perdita. Questo non è dovuto a una questione di chemio che rende troppo, ma alla scarsa conoscenza dell'adroterapia da parte dell'oncologo a cui normalmente un malato si affida. Lo diceva l'oncologo stesso. C'e' una sostanziale ritrosia da parte dei medici a affidarsi a tecniche nuove preferendo tecniche note. Forse manca un'adeguata "pubblicità?". Lo stesso medico, pur ammettendo di non aver mai inviato nessun paziente al CNAO, ammetteva che esiste una "nicchia molto estesa" (sue testuali parole) di tumori curabili al meglio con l'adroterapia. Ovvero tumori molto particolari ma tutt'altro che rari, come ad esempio tumori localizzati al fegato ma non operabili.
http://www.wired.it/scienza/medicina/20 ... -chiudere/