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10/05/2013, 00:09

Blissenobiarella ha scritto:

Si combatte anche creando un ambiente lavorativo, sociale e culturale in cui la donna può diventare madre con serenità.
Probabilmente si eviterebbero più aborti varando una serie di provvedimenti a favore della creazione di nidi aziendali e di indennità da conferire alle aziende che assumono e garantiscono la continuità lavorativa donne in attesa, piuttosto che con una legge anti-aborto.



Mi trovi pienamente d'accordo.

10/05/2013, 19:02

A me sta cosa dell'aborto post parto (infanticidio fondamentalmente) mi sembra una provocazione bella e buona e onestamente mi fa anche un pò schifo che qualcuno ne parli in maniera possibilista -_-

Come si fa a definire ABORTO una gravidanza portata a termine? Si abortisce un qualcosa sul nascere evitando di completarla, questo significa abortire.

Chi decide di non terminare la gravidanza lo fa proprio perchè non vuole mettere al mondo una nuova vita, come si potrebbe dire ad una madre: tienilo in grembo 9 mesi, lo facciamo nascere e poi lo ammazziamo?

Una cosa del genere la trovo davvero immorale ed anti etica nonostante fondamentalmente a me dell'etica non me ne freghi nulla, ma a tutto c'è un limite.

Concordo con Blissenobiarella articoli del genere sono a favore di chi vuol demonizzare ed impedire il mantenimento di un diritto (quello dell'aborto) delle donne sacrosanto.
Ultima modifica di MaxpoweR il 10/05/2013, 19:03, modificato 1 volta in totale.

12/05/2013, 00:25

Thalita ha scritto:


Vietando l'aborto gli anti-abortisti non risolvono il problema, ma vanno solo ad incrementare qualsiasi pazzo ciarlatano che si improvvisa medico.

L'aborto si combatte facendo campagne sulla contraccezione, si combatte con aiuti psicologici e finanziari e diffondendo la notizia del "parto in anonimato":la madre entro 10 giorni dal parto può non riconoscere il bambino, rimane anonima e il figlio viene dato in adozione.




Blissenobiarella ha scritto:

Si combatte anche creando un ambiente lavorativo, sociale e culturale in cui la donna può diventare madre con serenità.
Probabilmente si eviterebbero più aborti varando una serie di provvedimenti a favore della creazione di nidi aziendali e di indennità da conferire alle aziende che assumono e garantiscono la continuità lavorativa donne in attesa, .



Qui mi trovate totalmente d'accordo, infatti non posso concepire il fare una legge del genere senza fornire delle valide alternative e supporti.




MaxpoweR ha scritto:

A me sta cosa dell'aborto post parto (infanticidio fondamentalmente) mi sembra una provocazione bella e buona e onestamente mi fa anche un pò schifo che qualcuno ne parli in maniera possibilista -_-

Come si fa a definire ABORTO una gravidanza portata a termine? Si abortisce un qualcosa sul nascere evitando di completarla, questo significa abortire.

Chi decide di non terminare la gravidanza lo fa proprio perchè non vuole mettere al mondo una nuova vita, come si potrebbe dire ad una madre: tienilo in grembo 9 mesi, lo facciamo nascere e poi lo ammazziamo?

Una cosa del genere la trovo davvero immorale ed anti etica nonostante fondamentalmente a me dell'etica non me ne freghi nulla, ma a tutto c'è un limite.

Concordo con Blissenobiarella articoli del genere sono a favore di chi vuol demonizzare ed impedire il mantenimento di un diritto (quello dell'aborto) delle donne sacrosanto.


Molto probabilmente il discorso era solo teorico come dice la Blissanobiarella, devo verificare il perche` delle agitazioni e come mai un discorso che rimanendo sulla semplice teoria, venga attaccato da chi ne potrebbe giovare. Ma che io non faccia fatica a credeci , perche` sono cose gia` sentite.


Nel frattempo in Olanda valutano il protocollo di Groningen, non ancora legale ma intanto ti abituano all'idea.

In ogni caso il mio punto fermo e` il seguente: ad ogni stadio del suo sviluppo l'embrione e` di fatto un essere umano e come essere umano ha tutti i diritti, non si puo` ammazzare un essere umano smembrandolo (si proprio facendolo a pezzi negli primi stadi del suo sviluppo), o iniettando veleno nel suo corpo, o con soluzione salina nel liquido amniotico, o come come la barbarica nascita parziale quando solo la testa e` dentro la madre e gli viene letteramente aspirato il cervello mentre si contorce per il dolore per fargli implodere la testa e venire quindi estratto. Ma dove siamo? Peggio della Germania Nazista. Siamo nel 2013 qualcosa di meglio si puo`fare.
Non vi consiglio di andare a cercare in rete le foto riguardanti l'aborto, ma potete guardarvi le documentazioni dello sviluppo dell'embrione nel grembo materno e riflettere se sia giusto ammazzarlo in quei modi barbari che ho sopra descritto. Non c'e` diritto al mondo che possa privare della vita un essere umano innocente.

15/05/2013, 00:51

Hanno gia` cominciato


http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMp058026

Of the 200,000 children born in the Netherlands every year, about 1000 die during the first year of life. For approximately 600 of these infants, death is preceded by a medical decision regarding the end of life.Discussions about the initiation and continuation of treatment in newborns with serious medical conditions are one of the most difficult aspects of pediatric practice. Although technological developments have provided tools for dealing with many consequences of congenital anomalies and premature birth, decisions regarding when to start and when to withhold treatment in individual cases remain very difficult to make. Even more difficult are the decisions regarding newborns who have serious disorders or deformities associated with suffering that cannot be alleviated and for whom there is no hope of improvement.
Suffering is a subjective feeling that cannot be measured objectively, whether in adults or in infants. But we accept that adults can indicate when their suffering is unbearable. Infants cannot express their feelings through speech, but they do so through different types of crying, movements, and reactions to feeding. Pain scales for newborns, based on changes in vital signs (blood pressure, heart rate, and breathing pattern) and observed behavior, may be used to determine the degree of discomfort and pain. Experienced caregivers and parents are able to evaluate the degree of suffering in a newborn, as well as the degree of relief afforded by medication or other measures. In the Netherlands, euthanasia for competent persons older than 16 years of age has been legally accepted since 1985. The question under consideration now is whether deliberate life-ending procedures are also acceptable for newborns and infants, despite the fact that these patients cannot express their own will. Or must infants with disorders associated with severe and sustained suffering be kept alive when their suffering cannot be adequately reduced?
In the Netherlands, as in all other countries, ending someone's life, except in extreme conditions, is considered murder. A life of suffering that cannot be alleviated by any means might be considered one of these extreme conditions. Legal control over euthanasia in newborns is based on physicians' own reports, followed by assessment by criminal prosecutors. To provide all the information needed for assessment and to prevent interrogations by police officers, we developed a protocol, known as the Groningen protocol, for cases in which a decision is made to actively end the life of a newborn. During the past few months, the international press has been full of blood-chilling accounts and misunderstandings concerning this protocol.
Infants and newborns for whom such end-of-life decisions might be made can be divided into three categories.1 First, there are infants with no chance of survival. This group consists of infants who will die soon after birth, despite optimal care with the most current methods available locally. These infants have severe underlying disease, such as lung and kidney hypoplasia.
Infants in the second group have a very poor prognosis and are dependent on intensive care. These patients may survive after a period of intensive treatment, but expectations regarding their future condition are very grim. They are infants with severe brain abnormalities or extensive organ damage caused by extreme hypoxemia. When these infants can survive beyond the period of intensive care, they have an extremely poor prognosis and a poor quality of life.
Finally, there are infants with a hopeless prognosis who experience what parents and medical experts deem to be unbearable suffering. Although it is difficult to define in the abstract, this group includes patients who are not dependent on intensive medical treatment but for whom a very poor quality of life, associated with sustained suffering, is predicted. For example, a child with the most serious form of spina bifida will have an extremely poor quality of life, even after many operations. This group also includes infants who have survived thanks to intensive care but for whom it becomes clear after intensive treatment has been completed that the quality of life will be very poor and for whom there is no hope of improvement.
Deciding not to initiate or to withdraw life-prolonging treatment in newborns with no chance of survival is considered good practice for physicians in Europe and is acceptable for physicians in the United States. Most such infants die immediately after treatment has been discontinued.
Neonatologists in the Netherlands and the majority of neonatologists in Europe are convinced that intensive care treatment is not a goal in itself. Its aim is not only survival of the infant, but also an acceptable quality of life. Forgoing or not initiating life-sustaining treatment in children in the second group is acceptable to these neonatologists if both the medical team and the parents are convinced that treatment is not in the best interest of the child because the outlook is extremely poor.
Confronted with a patient in the third category, it is vital for the medical team to have as accurate a prognosis as possible and to discuss it with the parents. All possible measures must be taken to alleviate severe pain and discomfort. There are, however, circumstances in which, despite all measures taken, suffering cannot be relieved and no improvement can be expected. When both the parents and the physicians are convinced that there is an extremely poor prognosis, they may concur that death would be more humane than continued life. Under similar conditions, a person in the Netherlands who is older than 16 years of age can ask for euthanasia. Newborns, however, cannot ask for euthanasia, and such a request by parents, acting as the representatives of their child, is invalid under Dutch law. Does this mean that euthanasia in a newborn is always prohibited? We are convinced that life-ending measures can be acceptable in these cases under very strict conditions: the parents must agree fully, on the basis of a thorough explanation of the condition and prognosis; a team of physicians, including at least one who is not directly involved in the care of the patient, must agree; and the condition and prognosis must be very well defined. After the decision has been made and the child has died, an outside legal body should determine whether the decision was justified and all necessary procedures have been followed.
A national survey of neonatologists in the Netherlands has shown that each year there are 15 to 20 cases of euthanasia in newborn infantswho would be categorized in the third group.2 According to Dutch law, it is a doctor's duty to file a death certificate when a patient has died from natural causes. If a death is due to euthanasia, it cannot be certified as “natural.” The doctor must inform the coroner, who inspects the body and, in turn, informs the district attorney, whose office reviews each case in light of the applicable laws or jurisprudence. The district attorney presents the case, together with his or her own opinion, to the College of Attorneys General, whose four members manage the national public prosecution department and provisionally decide whether or not to prosecute. The final decision is made by the minister of justice.
Two court cases, decided in the mid-1990s, regarding euthanasia in infants in the Netherlands provide some guidance for both judges and physicians. In the first case, a physician ended the life of a newborn who had an extreme form of spina bifida. In the second case, a physician ended the life of a newborn who had trisomy 13. Both cases involved a very limited life expectancy and extreme suffering that could not be alleviated. In their verdicts, the courts approved the procedures as meeting the requirements for good medical practice. Although these rulings have given some guidance, many organizations have repeatedly pleaded for clearer guidelines, arguing that a committee with multidisciplinary (medical, legal, and ethical) expertise would be more capable than judges of assessing such cases. Physicians would be expected to be much more willing to report procedures to such a committee than they are to report to a district attorney. The Dutch government, however, has neither created a committee nor offered other guidance, despite having promised repeatedly, since 1997, to do so.
Twenty-two cases of euthanasia in newborns have been reported to district attorneys' offices in the Netherlands during the past seven years. Recently, we were allowed to review these cases.3 They all involved infants with very severe forms of spina bifida. In most cases (17 of the 22), a multidisciplinary spina bifida team was consulted. In the remaining five cases, at least two other independent medical experts were consulted. The physicians based their decisions on the presence of severe suffering without hope of improvement (see Table 1TABLE 1
Considerations Used to Support the Decision to End the Life of a Newborn in 22 Cases.
). The decisions were always made in collaboration with, and were fully approved by, both parents. The prosecutor used four criteria to assess each case: the presence of hopeless and unbearable suffering and a very poor quality of life, parental consent, consultation with an independent physician and his or her agreement with the treating physicians, and the carrying out of the procedure in accordance with the accepted medical standard. The conclusion in all 22 cases was that the requirements of careful practice were fulfilled. None of the physicians were prosecuted.
Given that the national survey indicated that such procedures are performed in 15 to 20 newborns per year, the fact that an average of three cases were reported annually suggests that most cases are simply not being reported. We believe that all cases must be reported if the country is to prevent uncontrolled and unjustified euthanasia and if we are to discuss the issue publicly and thus further develop norms regarding euthanasia in newborns. With that aim, we developed a protocol in 2002, in close collaboration with a district attorney. The protocol contains general guidelines and specific requirements related to the decision about euthanasia and its implementation. Five medical requirements must be fulfilled; other criteria are supportive, designed to clarify the decision and facilitate assessment (see Table 2TABLE 2
The Groningen Protocol for Euthanasia in Newborns.
). Following the protocol does not guarantee that the physician will not be prosecuted. Since implementing this protocol, our group has reported four cases in which we performed a deliberate life-ending procedure in a newborn. None have resulted in prosecution.
Dilemmas regarding end-of-life decisions for newborns with a very poor quality of life and presumably unbearable suffering and no hope of improvement are shared by physicians throughout the world. In the Netherlands, obligatory reporting with the aid of a protocol and subsequent assessment of euthanasia in newborns help us to clarify the decision-making process. This approach suits our legal and social culture, but it is unclear to what extent it would be transferable to other countries.

SOURCE INFORMATION
Dr. Verhagen is the clinical director and Dr. Sauer the chairman of the pediatrics department at University Medical Center Groningen, Groningen, the Netherlands. Dr. Verhagen is also an attorney.




Ne hanno parlato abbastanza vedo, adesso passano ai fatti. Gia ammazzano neonati (sia pure con gravi malformazioni) ed ancora non c'e` una legge che lo consenta, ma si sa` gli olandesi sono avanti. Il punto e questo, fai una legge del genere lascia che l'opinione pubblica accetti il fatto, e quando sono tutti appiattiti si parte con le postille e le addizioni alla legge stessa, con gli immancabli sopprusi contro chi non puo` difendersi. Non ci credete? Ecco un esempio:


http://www.dutchnews.nl/news/archives/2 ... teeply.php


13 psychiatric patients were helped to die last year

Tuesday 25 September 2012

A total of 13 psychiatric patients were helped to end their life last year, compared with just two in 2010, according to new figures from the regional euthanasia monitoring groups.

Euthanasia among people in the early stages of dementia also rose last year to 49 cases, double that of 2010.

The figures are in line with a generalupward trend. The total number of euthanasia cases rose 18% last year to 3,695 and the number of cases has doubled since 2006, the report said.

The reasons for the increase are not yet known but are being investigated by researchers from the monitoring groups.

Assisted suicide now accounts for 2.8% of all deaths in the Netherlands, researchers from four Dutch teaching hospitals and the national statistics office CBS found earlier this year.

Euthanasia is legal in the Netherlands under strict conditions. For example, the patient must be 'suffering unbearably' and the doctor must be convinced the patient is making an informed choice. The opinion of a second doctor is also required.

- See more at: http://www.dutchnews.nl/news/archives/2 ... qGGFy.dpuf


Chi decide Legalmente per un paziente con problemi psichiatrici? Chi?

Nel momento che tutti accettassimo l'aborto come per scontato, il prossimo passo sarebbe l'infanticidio. NON sto scherzanzo, E` la logica delle cose. Solo la fredda bastarda logica.

16/05/2013, 02:43

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House of Horrors 2: graphic photos show Texas abortionist killed living babies, say nurses
BY OPERATION RESCUE STAFF
Wed May 15, 2013 09:08 ESTComments ()



Analysis

Houston, TX (OperationRescue.org) – After the conviction of late-term abortionist Kermit Gosnell on murder charges, Operation Rescue has been repeatedly asked if there is any evidence that similar practices exist at abortion clinics elsewhere in the nation. That documentation has now been released.

Operation Rescue arranged to have Life Dynamics, Inc. produce a video interview, released yesterday, with three informants who came to Operation Rescue as the result of our Abortion Whistleblowers Program, which offers a reward of $25,000 for information leading to the arrest and conviction of abortionists who are breaking the law.

The three informants, Deborah Edge, Gigi Aguliar, and Krystal Rodriguez, have come forward to tell of their horrific experiences working for abortionist Douglas Karpen, at one of three of his Texas abortion clinics, the Aaron Women’s Clinic in Houston. A fourth informant has co-operated with Operation Rescue, filing an affidavit about her experiences, but at this time remains anonymous.

As shocking as their stories are, these women did more than just talk; they brought forward evidence of illegal late-term abortions in the form of photos taken on their cell phones at the Karpen’s clinic on Schumacher Lane in Houston.

The photos were scandalous. They depicted two babies aborted well beyond the legal limit of 24 weeks in Texas. Their necks had been cut.
Continua.....http://www.lifesitenews.com/news/new-st ... -born-aliv

Gosnell e` solo la punta dell'iceberg L'aborto e` politica, vite in cambio di voti. Mi giunge notizia che in Italia siano rimasti solo 150 medici a praticare l'aborto, se e` vero non posso che rallegrarmi di questo.


Attenzione il sito di riferimento, contiene immagini non consigliabili a persone sensibili, le immagini sono comungue nascoste a prima vista, basta non scorrere la finestrella verso il basso.

16/05/2013, 16:15

Correlazione ...[^]


«Il nostro lavoro era mettere il bambino nei rifiuti». Il video sull’aborto che sciocca l’America


Le interviste a tre assistenti che descrivono la tragica normalità con cui in una clinica venivano uccisi neonati sopravvissuti a interruzioni di gravidanza




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In America il caso di Kermit Gosnell, il medico abortista condannato all’ergastolo il 14 maggio per l’omicidio di diversi bambini e di una donna, ha messo sotto gli occhi di molti l’atrocità della legislazione abortista. Gosnell è stato dipinto come un mostro, ma stanno emergendo altri casi simili, che mostrano che quanto avveniva nella sua clinica non è un’eccezione.
A rivelarlo il documentario di Lila Rose che, fingendosi incinta, ha girato i centri abortisti di diversi Stati. In questi giorni è gira sul web un video dell’organizzazione pro vita Life Dynamics, in cui vengono intervistate tre assistenti della Aaron Women’s Clinc di Huston diretta da Douglas Karpen, in cui appare chiaramente la normalità con cui ormai si compiono crimini disumani. Grazie a questo filmato ieri è stata aperta un’indagine sul medico. Qui sotto il testo del video, girato lo scorso 3 maggio, in cui ancora non appare il nome di Karpen.

Il 13 di maggio, Kermit Gosnell, un medico abortista della Pennsylvania, è stato condannato per l’omicidio di diversi bambini. Durante il processo i testimoni hanno dichiarato che i bambini che sopravvivevano all’aborto di Gosnell, poi venivano uccisi fuori dal grembo materno. Anche se i media e la lobby abortista stanno dipingendo il caso come isolato, il movimento pro life è cosciente dell’esistenza di storie simili.
Il 3 maggio 2013 sono state intervistate tre dipendenti di una clinica abortista di un altro Stato. Le tre donne appaiono coi loro nomi reali, ma l’identità del medico e della clinica sono stati nascosti per non compromettere le indagini criminali relative al caso. Nel momento in cui il video è stato realizzato, la clinica abortiva in questione rimaneva aperta. Di seguito riportiamo una nostra traduzione delle parole dei tre dipendenti.

Deborah Edge: Ero un’assistente. Ho fatto di tutto nella clinica e uno dei miei compiti era di essere la sua (del medico,ndr) prima assistente. Facevo attenzione, ma non sapevo che fosse illegale. Quando praticava un aborto oltre le 22 settimane accadeva quasi sempre che il feto uscisse completamente dalla pancia della madre prima che lui gli tagliasse il midollo spinale o introducesse uno degli strumenti chirurgici per afferrare il cranio del bambino e ucciderlo. Non ero cosciente dicevo: “Bé è un aborto, questo è quello che succede”, ma non sapevo che era illegale. In molte occasioni usava questo processo: dilatava l’utero e poi lo evacuava. La maggior parte delle volte vedevamo il feto che usciva completamente dal grembo materno e che era certamente vivo perché si muoveva e dalla cassa toracica si capiva che respirava: quello era il momento in cui lui gli rompeva il midollo spinale e anche la scatola cranica, prendeva il forcipe o il dilatatore e lo conficcava nel cranio del feto…
Domanda: Lei ha visto succedere questo?
D.E: Oh sì credo tutte le mattine… se avevamo 20 aborti di questi sono sicura che da tre a quattro nascevano vivi prima di essere assassinati.
Domanda: Lei vedeva il bambino vivo ucciso fuori dal grembo.
D.E: Sì, anche che lui gli torceva la testa con le sue mani.
Domanda: Lei ha visto questo?
D.E: Sì signore.

Krystal Rodriguez: Qualche volta lo introduceva anche nello stomaco.
Domanda: Cosa?
K.R: Usava il forcipe dentro lo stomaco.
Domanda: Lei ha visto questo?
K.R: Sì.
D.E: Usava qualsiasi cosa che fosse veloce.

Gigi Aguilar: Ti ricordi quella volta che il feto uscì ed era vivo e aprì i suo occhi e afferrò le sue mani?
Domanda: Cosa è successo?
D.E: Pensava che fosse morto invece il bambino ha aperto gli occhi e ha aperto le mani afferrando le sue (del medico, ndr). Poi è seguita la procedura.
G.A: Era vivo, lui pensava non lo fosse: era pronto a metterlo nella sacca ma…
Domanda: E parlò di questo.
K.R: Non parlava mai di queste cose, non faceva commenti… noi prendevamo il feto e lo mettevamo nella sacca e quando la aprivamo, mio Dio, rimanevamo incredule da quanto fosse grande ed eravamo sudate perché ci voleva quasi un’ora: praticare l’aborto di un bambino tanto grande è davvero dura. A volte non riusciva a tirarlo fuori tutto, allora lo tirava fuori pezzo per pezzo e c’era tutto il pavimento sporco di sangue. Ci sono state occasioni in cui alcune donne in travaglio arrivavano durante la notte con i crampi e venivano alla clinica e gli davano queste pillole chiamate Cytotec: dopo un’ora circa facevano effetto e l’utero cominciava a contrarsi. In molti casi le donne correvano in bagno e in alcune occasioni partorivano il figlio nel water. Una addirittura partorì prima di arrivare qui. Ne fu data anche notizia: lasciò il figlio nel McDonald’s prima di arrivare e nessuno sapeva di chi era, ma noi sapevamo che era di una nostra paziente.

G.A: Ti ricordi quella donna che ha avuto il figlio nel corridoio?
Domanda: Cosa è successo a quel bambino?
K.R: Lo ha preso con un panno e lo ha buttato nella pattumiera.
D.E: Ricordo i piedi dei bambini muoversi e mi irritava: lui gli teneva i piedi, inseriva il forcipe dentro l’utero, stringeva il cranio del bambino e vedevi che le dita dei piedini si aprivano di scatto. Pensavo: “Oh mio Dio e poi le persone dicono che loro non sentono”. Ma come non sentono? Spesso ci guardavamo tra noi assistenti, ci scendevano le lacrime e ci dicevamo: Ma perché? Lui è così avido, pensavo. Per una aborto come quello si pagano quattrocento o cinquecento dollari
K.R: Se i pazienti pagavano lui faceva questi aborti.
Domanda: E tu hai mai assistito?
K.R: Sì e ricordo che dicevo: «Non voglio entrare, non voglio». E lui: «Tu puoi farcela e se non riesci gira la faccia di là».
D.E: Spesso voleva fossi io a rispondere al telefono, perché sapeva che ero brava a parlare con le pazienti, così da convincerle a venire nella clinica… ma ci sono molte altre cose: spesso feriva le pazienti, lacerava gli uteri o le loro cervici senza dirglielo e quando venivano il giorno dopo le medicava, ma senza spiegare loro che aveva l’utero lacerato.
G.A: E se c’erano pazienti che facevano troppe domande preferiva che le addormentassimo.
D.E: L’unico commento che faceva era per ricevere altri soldi, la donna sentiva male? Mi diceva: «Vai a parlarle e dille che ha bisogno di essere addormentata». Non avevano scelta e dovevano poi pagare per l’intervento.
Domanda: Quindi tutti sapevano quello che succedeva, non solo voi.
G.A: Sì, tutti sanno.
D.E: Le donne che entravano qui non sapevano a cosa andavano incontro. Molte domandavano se loro figlio avrebbe sentito male e mi arrabbiavo perché mi dicevo: «Ma perché questo dovrebbe importarti se vieni qui a uccidere tuo figlio?». Perché farsi questa domanda? Certo qualcuno avrebbe potuto rispondere: «Sì, sente!», ma non era il nostro lavoro dirlo. Il nostro lavoro era mettere quella persona nel sacchetto dei rifiuti.

Leggi di Più: Aborto in Usa: video shock sui neonati uccisi dopo il parto | Tempi.it

http://www.tempi.it/aborto-il-video-sho ... ZTnQ0rcAg4


Meditate, meditate ...
Ultima modifica di Ufologo 555 il 16/05/2013, 16:16, modificato 1 volta in totale.

16/05/2013, 16:24

Sono "più o meno" off topic. Poi non parlo più ... [^]





FAR FINTA DI NIENTE


“Non è che l’han proprio curato: l’hanno ammazzato”

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di Pietro Guareskj

La notizia è di metà marzo, quando la dottoressa Teresa Ramon y Cajal, del Saint Pau di Barcellona, ha spiegato a El Pais che grazie alla tecnica di selezione preimpianto in Spagna è nato il primo bambino senza il gene Brca1, responsabile della trasmissione del 5% dei tumori a seno e ovaie. Un bambino spagnolo non si ammalerà di cancro. Bene. Poi leggi meglio e leggi tutto e cosa scopri? Che quello che nasce sarà, buon per lui, sano e immune dal cancro ma ce n’è un altro, ce ne sarebbe stato un’altro, che il gene del cancro avrebbe dovuto averlo ma non l’avrà. E quindi l’han curato? Quindi non è che l’han proprio curato: l’hanno ammazzato e ne hanno preso uno diverso. Si chiama selezione genetica pre impianto, detta anche: scegliti l’embrione più bello. Ma non è che uno lo butti e uno lo tieni e andiamo a zero. Così è troppo facile. Dieci, cento, li butti e uno lo tieni. Quindi andiamo sotto zero, roba da brividi. Scegli bene, butti quasi tutto e quello che ti avanza lo impianti nell’utero, gli altri amen e non pensarci più. Così sembra più facile fare i genitori. Ma anche fare i nonni, gli zii. Perché del “vantaggio” gode tutta la discendenza. Ci spiegano che così, tramite la selezione genetica, si disinnesca la maledizione, si spezza l’asse ereditario del tumore e d’ora in poi tutti i discendenti della famiglia saranno felici senza quel brutto gene e perciò liberi perché esenti dallo sviluppare, forse, magari, un giorno, chissà, un tumore al seno, al pancreas, al pisello. Va beh se si può scegliere io me lo scelgo atletico il figlio, io studioso, io cogli occhi azzurri come il nonno. E perchè non col naso alla francese o con le tette grosse come la zia Carlotta? Ma sì: a me piace il cioccolato, io preferisco la crema. Non è più vero che buttando una piantina butti un albero, il buonsenso popolare è retorica da piagnisteo, via tutto. Spagna, anno del Signore 2011, nasce una nuova razza. Quasi umana.




[8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)] [8)]


Come si "grida" all'indignazione quando vengono rovati nei cassonetti, altrettanto ....
Ultima modifica di Ufologo 555 il 16/05/2013, 16:27, modificato 1 volta in totale.

16/05/2013, 18:40

Questo argomento viene giustamente trattato con orrore e disappunto, disappunto e orrore che nn vedo quando a smembrare la gente (bambini, già nati e nella pancia delle mamme , donne e uomini) sono le bombe delle guerre che anzi vengono giustificate in nome della democrazia..Ah già, dimenticavo, sono "bombe chirurgiche" e pertanto "bombe buone"!!! [:(] [8)]

16/05/2013, 19:27

shighella ha scritto:

Questo argomento viene giustamente trattato con orrore e disappunto, disappunto e orrore che nn vedo quando a smembrare la gente (bambini, già nati e nella pancia delle mamme , donne e uomini) sono le bombe delle guerre che anzi vengono giustificate in nome della democrazia..Ah già, dimenticavo, sono "bombe chirurgiche" e pertanto "bombe buone"!!! [:(] [8)]


Quoto.
Complimenti !!!!!!! Sei proprio una bella signora. [:D]

16/05/2013, 19:31

Shighella, parlando così è come se volessi ... giustificare un simile "operato"! Se posto questi articoli evidentemente la penso anch'io come dici tu; ma riguardo ciò che ho ... postato? [;)] [8)]
Forse perché non si sentono ...URLARE? [:(]

16/05/2013, 19:33

Greenwarrior, mi meraviglio .... [8)] (Anzi, non mi meraviglio più di niente!) [:(]
Ultima modifica di Ufologo 555 il 16/05/2013, 19:35, modificato 1 volta in totale.

16/05/2013, 19:38

shighella ha scritto:

Questo argomento viene giustamente trattato con orrore e disappunto, disappunto e orrore che nn vedo quando a smembrare la gente (bambini, già nati e nella pancia delle mamme , donne e uomini) sono le bombe delle guerre che anzi vengono giustificate in nome della democrazia..Ah già, dimenticavo, sono "bombe chirurgiche" e pertanto "bombe buone"!!! [:(] [8)]


Ottimo quanto triste spunto di riflessione.

16/05/2013, 19:42

(Eccone un'altra ...)
Se aveste sentito dire, in ospedale, da una ragazzina (all'insaputa dei suoi genitori) all'infermiera che la stava preparando: "vado, l'ammazzo e torno ..."! [:0]

Poi, a 55 anni vanno in giro a fare l'inseminazione!!!!!

(Scivolata d'ala e scappo da qui ...) [8)]
Ultima modifica di Ufologo 555 il 16/05/2013, 19:45, modificato 1 volta in totale.

16/05/2013, 19:48

Siamo donne ragazzi, sappiamo meglio di voi cos'è una gravidanza e cos'è un aborto dal momento che è sul nostro corpo che quest'azioni si compie.

Vorrei anche far notare, però, che gli antiabortisti si sono scagliati anche contro la pillola del giorno dopo, un normale contraccettivo d'emergenza Un farmaco, che fino a qualche tempo fa era reperibile nei consultori e poteva essere prescritta da un medico generico ma che oggi non è di così facile accesso a causa dell'ostruzionismo dei cosiddetti obbiettori di coscienza la cui mancata collaborazione può causare la mancata somministrazione del farmaco nei tempi utili a scongiurare l'inizio della gravidanza. Non parliamo poi della pillola abortiva, un farmaco che impedisce l'impianto nell'utero della cellula uovo fecondata e che eviterebbe questa pratica cinica e crudele che è l'aborto, utilizzabili nei primi due mesi di gravidanza.

Questa è una cellula uovo fecondata, ossia uno zigote:

Immagine

Nel coso dei di due mesi un embrione umano si sviluppa fino a raggiungere i 10mm
Con la pillola abortiva, l'embrione è eliminabile assieme ad un ciclo indotto forzosamente.

Voi che ne pensate? Qual'è la vostra posizione?

16/05/2013, 19:57

La mia la conosci già: è entrata in attività la Vita; poi ognuno, per "comodità" ha la sua ... scusante. Ciao.[:)]
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