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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 09/09/2016, 19:44 
Thethirdeye ha scritto:
In altre parole, proprio tre mesi prima degli attentati, il controllo del traffico aereo passò direttamente sotto il controllo di Donald Rumsfeld, Ministro della Difesa, le operazioni e il potere decisionale in caso di un dirottamento sul territorio nazionale.



E contemporaneamente tre mesi prima:

L’assicurazione che copriva le due torri del World Trade Center sarebbe stata ritoccata al rialzo. Il valore assicurato sarebbe stato aumentato da 1,05 a 4 miliardi di dollari.



11/09/2001: IL GIORNO PIU' FORTUNATO DI "LUCKY" LARRY SILVERSTEIN
Bisogna proprio essere fortunati per fare 4 miliardi di dollari con un bel colpo su un investimento di 6 mesi da 124 milioni di dollari.

Larry Silverstein è il magnate immobiliare newyorkese che acquistò l’intero complesso del World Trade Center proprio 6 mesi prima degli attacchi dell’11 settembre. Quella fu la prima volta che nei 33 anni di storia del complesso vi fu un cambio di proprietà.

Il primo ordine del giorno di Mr. Silverstein in qualità di nuovo proprietario fu di sostituire la compagnia responsabile della sicurezza del complesso. La nuova compagnia che venne ingaggiata fu la Securacom (ora Stratasec). Il fratello di George W. Bush, Marvin Bush, era nel consiglio d’amministrazione, e il cugino di Marvin, Wirt Walzer III, ne era il direttore generale. Secondo documentazioni pubbliche, la Securacom, non solo forniva sicurezza elettronica al World Trade Center, ma forniva copertura al Dulles International Airport e alla United Airlines, due protagonisti chiave negli attacchi dell’11/09.

La compagnia era appoggiata da una società d’investimenti, la Kuwait-American Corp., anch’essa legata per anni alla famiglia Bush.

La KuwAm fu legata finanziariamente alla famiglia Bush fin dalla Guerra del Golfo. Uno dei direttori e membro della famiglia reale del Kuwait, Mishal Yousef Saud al Sabah, fece parte del consiglio della Stratasec.

Facciamo ora una considerazione: i membri di una esigua cricca possedevano il WTC, ne controllavano la sicurezza dei sistemi elettronici, e anche la sicurezza non solo di una delle linee aeree i cui velivoli vennero dirottati l’11/09, ma dell’aeroporto dal quale provenivano.
Un’altra piccola “coincidenza” – Mr. Silverstein, che diede un acconto di 124 milioni di dollari su questo complesso da 3,2 miliardi di dollari, lo assicurò prontamente per la cifra di 7 miliardi di dollari. Non solo, assicurò il complesso contro “attacchi terroristici”.

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"Lucky" Larry Silverstein

Source: 11 settembre - IL GIORNO PIU' FORTUNATO DI LARRY SILVERSTEIN



11 Settembre: il complotto non esiste?

No, non esiste



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 10/09/2016, 13:37 
Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 13:28 
Guarda su youtube.com



Pubblicato il 19 dic 2015

Testimonianza di Aaron Russo sull'11 settembre, la Federal Reserve e il governo mondiale.
Titolo originale: Reflections and Warnings: An Interview with Aaron Russo
Direttore e produttore: Alex Jones




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Che pena mi fanno quelli che partecipano alla commemorazione dell'undici settembre [V]


Ultima modifica di Wolframio il 11/09/2016, 13:39, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 13:34 
Articolo da non perdere assolutamente che si concentra SOLO sull'aspetto strutturale dei crolli.

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126481&typeb=0



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 13:45 
MaxpoweR ha scritto:
Articolo da non perdere assolutamente che si concentra SOLO sull'aspetto strutturale dei crolli.

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126481&typeb=0


Grazie :-)
Merita di essere riportato per intero anche qui.



15 anni dopo l'11/9: sulla fisica dei crolli dei grattacieli

Un articolo di scienziati e ingegneri spiega perché ci sono prove schiaccianti sul fatto che l'11 settembre 2001 per le Tre Torri ci fu una demolizione controllata

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Redazione

domenica 11 settembre 2016 00:00

europhysicsnews.org

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L'11 settembre 2001, il mondo ha assistito al crollo totale di tre grandi grattacieli in acciaio. Da allora, gli scienziati e gli ingegneri stanno lavorando per capire perché e come questi disastri strutturali senza precedenti si sono verificati.

di Steven Jones, Robert Korol, Anthony Szamboti e Ted Walter.

Nota della Redazione di Europhysics News*

«Questo pezzo è un po' diverso dai nostri soliti articoli puramente scientifici, in quanto contiene alcune congetture. Tuttavia, data la tempistica e l'importanza della questione, riteniamo che questo articolo sia sufficientemente tecnico e interessante da meritare la pubblicazione per i nostri lettori. Ovviamente, la responsabilità del contenuto di questo articolo è in capo agli autori.»

* Europhysics News è la rivista della comunità dei fisici europei. È posseduta dalla European Physical Society e prodotta in cooperazione con EDP Sciences. È distribuita a tutti i soci individuali e a numerosi abbonati istituzionali. È distribuita in 25mila copie per numero.

Nell'agosto del 2002, il National Institute of Standards and Technology (NIST) ha lanciato quella che sarebbe diventata un'indagine lunga sei anni sui tre disastri costruttivi che si sono verificati l'11 settembre 2001 (11/9): i ben noti crolli delle Torri Gemelle del World Trade Center (WTC) avvenuti quella mattina e il meno conosciuto crollo avvenuto nel tardo pomeriggio, quello dell'Edificio 7 del World Trade Center, di 47 piani, che non era stato colpito da un aeroplano. Il NIST ha condotto la sua indagine basata sulla premessa dichiarata che «le Torri e l'Edificio 7 del WTC [erano] gli unici casi noti di collasso strutturale totale di grattacieli presso i quali gli incendi avessero avuto un ruolo significativo». In effetti, né prima né dopo l'11/9 degli incendi hanno mai causato il crollo totale di un grattacielo in acciaio, né lo ha fatto un qualsiasi altro evento naturale, con l'eccezione del terremoto del 1985 di Città del Messico, che rovesciò un edificio per uffici di 21 piani. In alternativa, l'unico fenomeno in grado di far crollare completamente tali edifici è stato tramite una procedura nota come demolizione controllata, nella quale esplosivi o altri dispositivi sono utilizzati per abbattere una struttura in modo intenzionale.

Sebbene il NIST abbia infine concluso dopo diversi anni di indagine che tutti e tre i crolli dell'11/9 erano principalmente dovuti a incendi, quindici anni dopo l'evento un numero crescente di architetti, ingegneri e scienziati rimangono non convinti da questa spiegazione.

Prevenire i disastri dei grattacieli

I grattacieli in acciaio hanno subito incendi di grandi dimensioni senza dover subire il crollo totale per quattro motivi principali:

1) Gli incendi tipicamente non sono abbastanza caldi né durano abbastanza a lungo in ciascuna singola area da generare abbastanza energia in grado di riscaldare i grandi elementi strutturali fino al punto in cui cedano (la temperatura alla quale l'acciaio strutturale perde abbastanza forza da cedere dipende dal fattore di sicurezza utilizzato in fase di progettazione. Nel caso del WTC 7, per esempio, il fattore di sicurezza era generalmente pari a 3 o superiore. Qui, si sarebbe dovuto perdere il 67% della forza per farne derivare il cedimento, il che avrebbe richiesto che l'acciaio venisse riscaldato sino a circa 660 °C);

2) La maggior parte dei grattacieli hanno sistemi antincendio di soppressione (spruzzatori d'acqua), che impediscono ulteriormente a un incendio di rilasciare energia sufficiente a riscaldare l'acciaio fino a uno stato critico di cedimento;

3) Gli elementi strutturali sono protetti da materiali ignifughi, che sono progettati per impedire loro di raggiungere temperature di cedimento entro periodi di tempo specificati;

4) i grattacieli in acciaio sono progettati per essere sistemi strutturali altamente ridondanti. Pertanto, se si verifica un cedimento localizzato, esso non finisce per causare un crollo sproporzionato dell'intera struttura. Nel corso della storia tre grattacieli in acciaio sono noti per aver subito crolli parziali a causa di incendi; nessuno di questi ha portato a un crollo totale. Innumerevoli altri grattacieli con struttura in acciaio hanno sperimentato grandi incendi di lunga durata senza subire un crollo né parziale né totale (vedi, per esempio, le figure 1A e 1B) [1].

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FIG. 1: Il WTC 5 è un esempio di come i grattacieli con struttura in acciaio si comportano tipicamente durante incendi di grandi dimensioni. È bruciato per più di otto ore, l'11 settembre 2001, e non ha subito un crollo totale (Fonte: FEMA).

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FIG. 2: Il WTC 7 è caduto in modo simmetrico e con accelerazione in caduta libera per un periodo di 2,25 secondi durante il suo crollo (Fonte: NIST).

Oltre a resistere ai sempre presenti carichi gravitazionali e agli incendi occasionali, i grattacieli devono essere progettati per resistere a carichi generati durante altri casi: in particolare, forti venti e terremoti estremi. Progettare per i fenomeni di venti forti e per gli eventi sismici richiede principalmente che la struttura abbia la capacità di resistere a carichi laterali, che generano sollecitazioni sia di trazione che di compressione nelle colonne, dovute alla flessione, Le seconde poi vanno combinate con sollecitazioni di compressione indotte dalla gravità dovute ai carichi verticali. Solo quando l'acciaio è diventato diffusamente prodotto in quantità industriale è stata raggiunta la capacità di resistere a grandi carichi laterali e la costruzione di grattacieli è diventata possibile. L'acciaio è sia molto forte che duttile, il che gli permette di resistere alle sollecitazioni di trazione generate dai carichi laterali, a differenza dei materiali fragili, come il calcestruzzo, che sono deboli in tensione. Sebbene il calcestruzzo venga oggi usato in alcuni grattacieli, il rinforzo in acciaio è necessario praticamente in tutti i casi.

Per consentire la resistenza dei carichi laterali, i grattacieli sono spesso progettati in modo tale che la percentuale di carico delle loro colonne usata per carichi verticali è relativamente bassa. Le colonne esterne delle Torri Gemelle, ad esempio, utilizzavano solo circa il 20% della loro capacità di sopportare carichi verticali, lasciando un ampio margine per i carichi laterali supplementari che si verificano in presenza di venti forti ed eventi sismici [2].

Poiché gli unici carichi presenti durante l'11/9 dopo l'impatto degli aerei erano la gravità e il fuoco (non c'erano forti venti quel giorno), molti ingegneri sono rimasti sorpresi per il fatto che le Torri Gemelle siano crollate completamente. Le torri, infatti, erano state progettate specificamente per resistere all'impatto di un aereo di linea, come spiegò l'ingegnere strutturale capo, John Skilling, in un'intervista al Seattle Times a seguito dell'attentato con bomba del 1993 al World Trade Center: «La nostra analisi ha indicato che il problema più grande sarebbe il fatto che tutto il carburante (dall'aereo) verrebbe riversato all'interno dell'edificio. Ci sarebbe un incendio terribile. Parecchia gente rimarrebbe uccisa», dichiarò, ma aggiunse: «La struttura dell'edificio sarebbe ancora lì.» Skilling proseguì dicendo che non riteneva che una singola auto bomba da 200 libbre [90 kg] riuscirebbe a buttare giù né a fare gravi danni strutturali a ciascuna delle Torri Gemelle. «Tuttavia», aggiunse, «Non sto dicendo che degli esplosivi appropriatamente applicati - cariche cave - di una tale magnitudine non possano fare una quantità enorme di danni .... Immagino che se si disponesse del massimo esperto in questo tipo di lavoro e gli si desse l'incarico di demolire questi edifici con esplosivi, scommetterei che ce la farebbe». In altre parole, Skilling riteneva che l'unico meccanismo che avrebbe potuto far crollare le Torri Gemelle era una demolizione controllata.

Tecniche di demolizione controllata

La demolizione controllata non è una pratica nuova. Per anni era prevalentemente attuata con gru che facevano dondolare pesanti palle di ferro per rompere semplicemente degli edifici in piccoli pezzi. Di tanto in tanto, c'erano strutture che non potevano essere demolite in questo modo. Nel 1935, le due torri Sky Ride, alte 191 metri, della Esposizione universale del 1933 a Chicago sono state demolite con 680 kg di termite e 58 kg di dinamite.

La termite è un incendiario contenente un combustibile fatto di polvere metallica (di solito alluminio) e di un ossido di metallo (di solito ossido (III) di ferro o "ruggine"). Alla fine, quando ci furono a sufficienza grandi edifici in acciaio e muratura che dovevano essere abbattuti in modo più efficiente ed economico, l'uso di cariche cave di taglio è diventato la norma. Poiché le cariche cave hanno la capacità di concentrare l'energia esplosiva, possono essere collocate in modo da tagliare diagonalmente le colonne in acciaio in modo rapido e affidabile. In generale, la tecnica usata per demolire grandi edifici implica il tagliare le colonne di una superficie sufficiente dell'edificio per far sì che la porzione integra sopra quella zona cada e schiacci sé stessa nonché qualsiasi cosa rimanga sotto di essa.

Questa tecnica può essere realizzata in un modo ancora più sofisticato, fissando una successione di tempi in cui le cariche esplodano in sequenza in modo che le colonne più vicine al centro vengano distrutte prima. Il cedimento delle colonne interne crea all'esterno una spinta verso l'interno e causa il fatto che la maggior parte dell'edificio sia trascinato verso l'interno e verso il basso mentre i materiali vengono schiacciati, mantenendo così i materiali frantumati entro un'area in qualche modo alquanto limitata, spesso addirittura all'interno della «impronta» dell'edificio. Questo metodo viene spesso definito come «implosione».

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FIGURA. 3: il frame finale del modello computerizzato del WTC 7 a cura del NIST mostra grandi deformazioni verso l'esterno niente affatto osservate nei video (Fonte: NIST)

Il caso del WTC 7

Il crollo totale del WTC 7 alle ore 17:20 dell'11/9, mostrato in fig. 2, è degno di nota perché ha ben esemplificato tutte le caratteristiche che suggellano un'implosione: l'edificio è precipitato in caduta libera assoluta per i primi 2,25 secondi della sua discesa su una distanza di 32 metri ovvero otto piani [3].

Il suo passaggio dalla stasi alla caduta libera è stato improvviso, accadendo in circa mezzo secondo. È caduto simmetricamente verso il basso. La sua struttura in acciaio è stata quasi completamente smembrata e depositata in gran parte all'interno dell'impronta dell'edificio, mentre la maggior parte del suo cemento è stata polverizzata in minuscole particelle. Infine, il crollo è stato rapido, essendosi verificato in meno di sette secondi. Data la natura del crollo, qualsiasi indagine aderente al metodo scientifico avrebbe seriamente preso in considerazione l'ipotesi della demolizione controllata, quando non avrebbe addirittura iniziato con essa. Invece, il NIST (così come la Federal Emergency Management Agency (FEMA), che aveva condotto uno studio preliminare prima dell'indagine NIST) ha iniziato con la conclusione predeterminata secondo cui il crollo fu causato dagli incendi. Cercare di dimostrare questa conclusione predeterminata era apparentemente difficile. Lo studio di nove mesi della FEMA si è concluso dicendo che «le specifiche degli incendi nel WTC 7 e il modo in cui essi hanno causato il crollo dell'edificio rimangono ignoti in questo momento. Sebbene il carburante diesel totale nei locali contenesse un'enorme energia potenziale, l'ipotesi più accreditata ha solo una bassa probabilità che si verifichi». Il NIST, nel frattempo, dovette rimandare il rilascio della sua relazione sul WTC 7 da metà 2005 al novembre 2008. Ancora nel marzo 2006, dell'investigatore capo del NIST, il Dr. Shyam Sunder, si registrava questa dichiarazione: «In verità, io non lo so davvero. Abbiamo avuto difficoltà a capirci qualcosa sull'Edificio numero 7».

Per tutto il tempo, il NIST era irremovibile nell'ignorare la prova che confliggeva con la sua conclusione predeterminata.

L'esempio più notevole è stato il suo tentativo di negare che il WTC 7 avesse subito una caduta libera. Quando venne pressato su questa materia nel corso di una conferenza tecnica, il dottor Sunder respinse l'obiezione dicendo: «[un] periodo a caduta libera consisterebbe in un oggetto che non ha componenti strutturali sottostanti.» Ma nel caso del WTC 7, affermò, «c'era una resistenza strutturale che veniva assicurata». Solo dopo essere stato sfidato da un insegnante di fisica delle superiori, David Chandler, e dal professore di fisica Steven Jones (uno degli autori di questo articolo), che avevano misurato la caduta in un video, il NIST ammise un periodo di 2,25 secondi di caduta libera nella sua relazione finale.

Eppure il modello computerizzato del NIST non mostra tale intervallo di caduta libera, né il NIST tenta di spiegare in che modo il WTC 7 non avrebbe potuto avere «nessuna componente strutturale sottostante» per ben otto piani. Invece, il rapporto finale del NIST fornisce uno scenario contorto che implica un meccanismo di rottura senza precedenti: ossia la dilatazione termica delle travi del piano che spingono via dalla sua sede una trave adiacente. Il presunto distacco di questa trave ha quindi presumibilmente causato una cascata di otto piani di cedimenti dei pavimenti, che, combinati con il cedimento di altre due connessioni delle travi - anch'esso legato alla dilatazione termica - ha lasciato una colonna fondamentale senza supporto lungo nove piani, facendo sì che la colonna si deformasse. Questo cedimento di una sola colonna presumibilmente innescò il crollo dell'intera struttura interna, lasciando l'esterno non supportato come un guscio vuoto. Presumibilmente le colonne esterne a quel punto si piegarono lungo un intervallo di due secondi e l'intera parte esterna cadde in simultanea come una sola unità [3].

Il NIST è stato in grado di arrivare a questo scenario solo omettendo o travisando caratteristiche strutturali critiche nella sua modellazione al computer [4].

La correzione anche di uno solo di questi errori rende l'avviamento del crollo raffigurato dal NIST indiscutibilmente impossibile.

Eppure, anche in presenza degli errori di partenza che risultavano favorevoli alla sua conclusione predeterminata, il modello computerizzato del NIST (vedi Fig. 3) non riesce a replicare il crollo osservato, mostrando invece grandi deformazioni verso l'esterno che non sono affatto osservate nei video e che non mostrano invece nessun intervallo di caduta libera. Inoltre, il modello termina, senza alcuna spiegazione, in meno di due secondi, all'interno di un collasso di sette secondi. Purtroppo, la modellazione computerizzata del NIST non può essere verificata in modo indipendente poiché il NIST ha rifiutato di rilasciare una gran parte dei suoi dati di modellazione sulla base del fatto che così facendo «potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza pubblica».

Il caso delle Torri Gemelle

Mentre il NIST ha cercato di analizzare e modellare il crollo del WTC 7, non lo ha fatto nel caso delle Torri Gemelle. Secondo le stesse parole del NIST, «L'obiettivo dell'indagine era la sequenza degli eventi dal momento dell'impatto dell'aereo fino all'inizio del collasso per ciascuna torre ... Questa sequenza è indicata come la "probabile sequenza del crollo", ancorché ricomprenda ben poca analisi del comportamento strutturale della torre dopo che le condizioni per l'inizio del crollo sono state raggiunte e il crollo diventava inevitabile» [5].

Pertanto, il rapporto definitivo sul crollo delle Torri Gemelle non contiene alcuna analisi del motivo per cui le loro parti inferiori non siano riuscite ad arrestare o addirittura rallentare la discesa delle sezioni superiori - che il NIST ammette siano «venute giù sostanzialmente in caduta libera» [5-6] - né spiega i vari altri fenomeni osservati durante i crolli. Quando un gruppo di firmatari ha presentato una richiesta formale di correzione chiedendo al NIST di effettuare tale analisi, il NIST ha replicato che non riusciva «a fornire una spiegazione esauriente del crollo totale», perché «le modellazioni computerizzate non [erano] in grado di convergere su una soluzione». Tuttavia, il NIST fece una cosa, nel tentativo di giustificare la sua affermazione sul fatto che i piani inferiori non sarebbero stati in grado di arrestare né rallentare la discesa delle sezioni superiori in un crollo guidato dalla forza di gravità. A pagina 323 del documento NCSTAR 1-6, il NIST ha citato un articolo di un professore di ingegneria civile, Zdeněk Bazant, e del suo studente laureato Yong Zhou, che era stato pubblicato nel gennaio 2002 [7], che, secondo il NIST, «ha affrontato la questione del perché si sia verificato un crollo totale» (come se quella domanda fosse naturalmente al di fuori della portata della propria indagine). Nel loro documento, Bazant e Zhou sostennero che ci sarebbe stato un colpo potente quando la parte superiore in caduta impattò sulla sezione inferiore, causando un carico amplificato sufficiente per avviare la deformazione nelle colonne. Sostennero inoltre che l'energia gravitazionale sarebbe corrisposta a 8,4 volte la capacità di dissipazione di energia delle colonne durante la deformazione. Negli anni successivi, i ricercatori hanno misurato la discesa della sezione superiore della WTC 1 (la Torre Nord, ndt) e hanno scoperto che non ha mai subito una decelerazione: cioè non vi fu alcun potente colpo improvviso [8-9].

Dei ricercatori hanno anche criticato l'uso da parte di Bazant dell'accelerazione di caduta libera lungo la prima fase del crollo, quando le misurazioni mostrano in realtà che corrispondeva a circa la metà dell'accelerazione di gravità [2].

Dopo la caduta per un piano, le misurazioni mostrano una velocità di 6,1 m/s anziché la velocità di 8,5 m/s che avrebbe causato la caduta libera. Questa differenza di velocità raddoppia in effetti l'energia cinetica, perché è una funzione del quadrato della velocità.

Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che la massa di 58x106kg che Bazant ha utilizzato per la massa della sezione superiore era il carico massimo del progetto, non l'effettivo carico di servizio pari a 33?106 kg [10].

Insieme, questi due errori ingigantirono l'energia cinetica della massa in caduta di 3,4 volte. Inoltre, è stato dimostrato che la capacità di dissipazione dell'energia delle colonne utilizzata da Bazant era almeno 3 volte troppo bassa [2].

Nel gennaio 2011 [11] Bazant e un altro suo studente laureato, Jia-Liang Le, hanno tentato di respingere la critica sulla mancanza di decelerazione sostenendo che ci sarebbe stata una perdita di velocità pari ad appena circa il 3%, che sarebbe stata troppo piccola per poter essere osservata, data la risoluzione della fotocamera. Bazant e Le hanno inoltre sostenuto che la perdita di velocità della conservazione della quantità di moto sarebbe stata solo dell'1,1%. Tuttavia, sembra che Le e Bazant abbiano erroneamente utilizzato una massa della sezione superiore pari a 54,18?106 kg e una massa del piano impattato di soli 0,627?106 kg, che contraddiceva la massa del piano di 3,87?106 kg che Bazant aveva usato nei documenti precedenti. La prima massa del piano è rappresentativa solamente della soletta in cemento, mentre la seconda massa del piano comprende tutti gli altri materiali presenti su quel piano. Il solo correggere questo dato aumenta la perdita della velocità della conservazione della quantità di moto di oltre 6 volte, fino a un valore del 7,1%. Inoltre, la dissipazione dell'energia della colonna si è dimostrata essere molto più significativa rispetto a quanto accampato da Bazant. I ricercatori hanno conseguentemente fornito dei calcoli che dimostrano che un crollo naturale sopra un piano non solo rallenta, ma in realtà si arresterebbe dopo uno o due piani di caduta (vedi Fig. 4) [2, 10].

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FIGURA 4: Il grafico qui sopra [10] mette a confronto la misurazione di David Chandler [9] della velocità della linea del tetto del WTC 1 con il calcolo errato di Bazant [11] e con i calcoli di Szamboti e Johns con l'utilizzo di valori di input corretti per la massa, l'accelerazione attraverso il primo piano, la conservazione della quantità di moto, e il momento plastico (il momento flettente massimo che una sezione strutturale può sopportare). I calcoli mostrano che - in assenza di esplosivi - la sezione superiore del WTC 1 si sarebbe arrestata dopo essere caduta per due piani (fonte: Rif. [10]).

Altre prove inesplicate

La meccanica del crollo di cui sopra è solo una frazione delle prove disponibili che indicano che gli impatti aerei e gli incendi che ne derivarono non hanno causato il crollo delle Torri Gemelle. Dei video dimostrano che la parte superiore di ciascuna torre si disintegrò entro i primi quattro secondi del crollo. Dopo quel punto, nemmeno un video mostra le sezioni superiori che si è supposto siano discese fino a terra prima di essere schiacciate. Video e fotografie mostrano anche numerose scariche ad alta velocità di detriti che vengono espulsi da sorgenti puntiformi (vedi Fig. 5).

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FIGURA 5: Scariche ad alta velocità di detriti, dette anche "squibs", furono espulse da sorgenti puntiformi nel WTC 1 e WTC 2, così come da un tratto da 20 a 30 piani più in basso del fronte del crollo (Fonte: Noah K. Murray).

Il NIST li definisce come "sbuffi di fumo", ma non riesce ad analizzarli in modo appropriato [6]. Il NIST non fornisce una spiegazione nemmeno per la polverizzazione a mezz'aria della maggior parte del calcestruzzo delle torri, lo smembramento quasi totale dei telai in acciaio, né l'espulsione di tali materiali fino a 150 metri in tutte le direzioni. Il NIST aggira la questione della presenza ben documentata di metallo fuso in tutto il campo di detriti e afferma che il metallo arancione fuso che si è visto colare fuori dal WTC 2 per sette minuti prima del crollo fosse alluminio proveniente dall'aeroplano combinato con materiali organici (vedi Fig. 6) [6].

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FIGURA 6: Il metallo fuso è stato visto colare fuori dal WTC 2 ininterrottamente per i sette minuti che precedono il suo crollo (Fonti: WABC-TV, NIST).

Eppure degli esperimenti hanno dimostrato che l'alluminio fuso, anche in miscela con materiali organici, ha un aspetto argenteo: il che suggerisce che il metallo fuso arancione fosse invece emanato da una reazione con la termite utilizzata per indebolire la struttura [12].

Nel frattempo, del materiale nano-termitico che non ha subito reazione è stato da allora scoperto in diversi campioni indipendenti di polvere del WTC [13].

Per quanto riguarda ciò che hanno riferito i testimoni oculari, di circa 156 testimoni, tra cui 135 primi soccorritori, sono stati documentati degli interventi in cui hanno affermato di aver visto, sentito, e/o percepito esplosioni prima e/o nel corso dei crolli [14].

Che le Torri Gemelle siano state abbattute con esplosivi sembra essere stata l'opinione prevalente iniziale tra la maggior parte dei primi soccorritori. «Ho pensato che stesse esplodendo, in realtà», ha dichiarato John Coyle, un comandante dei vigili del fuoco. «Ciascuno credo che a quel punto ancora pensasse che queste cose siano state fatte saltare» [15].

Conclusione

Vale la pena ripetere che gli incendi non hanno mai causato il crollo totale di un grattacielo in acciaio prima o dopo l'11/9.

Abbiamo dunque assistito a un evento senza precedenti per ben tre volte distinte l'11 settembre 2001? Le relazioni del NIST, che hanno tentato di sostenere questa conclusione improbabile, non riescono a convincere un numero crescente di architetti, ingegneri e scienziati. Al contrario, le prove sono schiaccianti in favore della conclusione secondo cui tutti e tre gli edifici sono stati distrutti con demolizione controllata. Date le implicazioni di vasta portata, è moralmente imperativo che questa ipotesi sia oggetto di un'indagine veramente scientifica e imparziale da parte delle autorità competenti.

Gli autori

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Steven Jones è un ex professore ordinario di fisica alla Brigham Young University. I suoi principali interessi di ricerca sono stati nei settori della fusione, dell'energia solare, e dell'archeometria. È autore o co-autore di svariati articoli che documentano le prove di temperature estremamente elevate durante la distruzione del World Trade Center e le prove della presenza nella polvere del WTC di materiale nano-termitico che non ha subito reazione.

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Robert Korol è professore emerito di ingegneria civile alla McMaster University dell'Ontario, Canada, ed è inoltre membro della Canadian Society for Civil Engineering e dell'Engineering Institute of Canada. I suoi principali interessi di ricerca sono stati nei settori della meccanica strutturale e delle strutture in acciaio. Più di recente, ha intrapreso una ricerca sperimentale sulla resistenza post-cedimento di colonne in acciaio a forma di H e nell'assorbimento di energia associata con la polverizzazione di pavimenti in calcestruzzo.

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Anthony Szamboti è un ingegnere di progettazione meccanica con oltre 25 anni di esperienza di progettazione strutturale nel settore aerospaziale e della comunicazione. Dal 2006, è stato autore o co-autore di una serie di documenti tecnici sui crolli dei grattacieli del WTC che sono stati pubblicati nel Journal of 9/11 Studies e nell' International Journal of Protective Structures.

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Ted Walter è il direttore della strategia e sviluppo per Architects & Engineers for 9/11 Truth (AE911Truth), un'organizzazione no-profit che rappresenta oggi oltre 2.500 architetti e ingegneri. Nel 2015, è stato autore del saggio dell'AE-911Truth Beyond Misinformation: What Science Says About the Destruction of World Trade Center Buildings 1, 2, and 7 (trad.: "Oltre la Disinformazione: ciò che la scienza dice a proposito della distruzione del World Trade Center Edifici 1, 2 e 7"). Ha conseguito un Master in Public Policy presso la University of California, Berkeley.

Riferimenti e note

[1] NIST: Analysis of Needs and Existing Capabilities for Full-Scale Fire Resistance Testing (October 2008).

[2] G. Szuladziński and A. Szamboti and R. Johns, International Journal of Protective Structures 4, 117 (2013).

[3] NIST: Final Report on the Collapse of World Trade Center Building 7, Federal Building and Fire SafetyInvestigation of the World Trade Center Disaster (November 20, 2008).

[4] R. Brookman, A Discussion of 'Analysis of Structural Response of WTC 7 to Fire and Sequential FailuresLeading to Collapse, Journal of 9/11 Studies (October 2012).

[5] NIST: Final Report of the National Construction Safety Team on the Collapses of the World Trade CenterTowers (December 1, 2005).

[6] NIST: Questions and Answers about the NIST WTC Towers Investigation (Updated September 19, 2011).

[7] Z. Bazant, Y. Zhou, Yong, Journal of Engineering Mechanics 128, 2 (2002).

[8] A. Szamboti and G. MacQueen, The Missing Jolt: A Simple Refutation of the NIST-Bazant Collapse Hypothesis, Journal of 9/11 Studies (April 2009).

[9] D. Chandler, The Destruction of the World Trade Center North Tower and Fundamental Physics, Journal of 9/11 Studies (February 2010).

[10] A. Szamboti and R. Johns, ASCE Journals Refuse to Correct Fraudulent Paper Published on WTC Collapses, Journal of 9/11 Studies (September 2014).

[11] J.-L. Le and Z. Bazant, Journal of Engineering Mechanics 137, 82 (2011).

[12] S. Jones, Why Indeed Did the WTC Buildings Collapse Completely? Journal of 9/11 Studies (September 2006).

[13] N. Harrit et al., Open Chemical Physics Journal (April 2009).

[14] G. MacQueen, Eyewitness Evidence of Explosions in the Twin Towers, Chapter Eight, The 9/11 Toronto Report, Editor: James Gourley (November 2012).

[15] Fire Department of New York (FDNY): World Trade Center Task Force Interviews, The New York Times (October 2001 to January 2002).

Fonte: http://www.europhysicsnews.org/articles/epn/abs/2016/04/epn2016474p21/epn2016474p21.html

DOI: http://dx.doi.org/10.1051/epn/2016402

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

Source: megachip.globalist.it | 15 ann...ica dei crolli dei grattacieli



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 14:35 
un tenue filo di speranza....

http://www.calciomercato.com/news/11settembre-15-anni-dopo-il-giorno-in-cui-il-calcio-scelse-di-no-921129

Leggete I COMMENTI sotto!!!! Io l'articolo non l'ho nemmeno letto ero curioso di vedere i babbei all'opera ed invece...

Un estratto:

Cita:
Perchè si sarebbe dovuto fermare le partite in Europa a seguito della decisione del governo americano di minare a buttarsi giù le torri? Mah....non capisco il legame....


ahhaahah [:298]



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 16:27 
Guarda su youtube.com

Giulietto Chiesa Intervista Osama Bin Laden

Mi immagino già i nuovi commenti su youtube che arriveranno [:302]
Un paio li ho già letti.
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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 17:14 
http://www.zerohedge.com/news/2016-09-0 ... de-turning

In a few days it will be the 15th anniversary of 9/11, and this November 22 will be the 53rd anniversary of the assassination of President John F. Kennedy in Dallas, Texas. These two state crimes against democracy destroyed American democracy, accountable government, and the Constitution’s protections of civil liberty.

Years after the damage done by these events the American people no longer believe the official stories. Neither does the government, but the government will never validate the distrust that Americans now share of the oligarchs’ government by acknowledging the truth.

The official explanation of the assassination of President Kennedy never made any sense. Videos of the assassination contradicted the official story, as did witnesses, and many credible people challenged the government’s story. The CIA was faced with the official explanation becoming unglued and launched its media program stigmatizing doubters as “conspiracy theorists.”

The CIA’s psych warfare against the public succeeded at the time and for a number of years during which witnesses had mysterious deaths and the trail grew cold. But by the late 1970s there was so much public skepticism of the official story that the US Congress took the risk of being labeled “conspiracy kooks.” The House Select Committee on Assassinations reopened the inquiry into JFK’s murder. The House Committee concluded that the Warren Commission’s investigation was seriously flawed, that there was more than one person firing at President Kennedy and that there was a conspiracy to assassinate JFK.


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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 11/09/2016, 19:08 
Un evergreen... che non tramonta mai... [:D]

Tutto l'11 settembre in 5 minuti (Corbett Report)

Guarda su youtube.com



E poi un Mazzucco imperiale... che mette a posto quel babbeo di Alberto Angela...

Le bugie di Alberto Angela riguardo l' attentato alle torri gemelle

Guarda su youtube.com


Da vedere entrambi..... [:304]



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 12/09/2016, 00:22 
Pandora tv ha pubblicato anche questo film con sottotitoli in italiano
Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 12/09/2016, 15:55 
Xanax ha scritto:
Pandora tv ha pubblicato anche questo film con sottotitoli in italiano
Guarda su youtube.com



Ottimo!!! [:D]

Appoggio qui anche questo......

Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 16/09/2016, 01:28 
15 anni di crimini

NEWS_260557.jpg


Se la versione degli attentati era vera, la risposta di Washington è stata fallimentare.
Se era falsa, ecco la base di un saccheggio mediorientale. (Marco Pizzuti)


http://www.altrainformazione.it/wp/2016 ... i-crimini/

«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°198

di Thierry Meyssan.

Gli Stati Uniti e i loro alleati commemorano il 15° anniversario dell’11 settembre. Per Thierry Meyssan è l’occasione per fare il punto sulla politica di Washington, a partire da quella data; un bilancio particolarmente cupo. Delle due l’una: o la versione degli attentati da parte della Casa Bianca è autentica, e in tal caso la sua risposta agli attacchi è particolarmente controproducente; o è menzognera e, in questo caso, è riuscita a saccheggiare il Medio Oriente allargato.

Che cosa sarebbe diventata l’influenza degli Stati Uniti nel mondo senza le loro truppe supplementari, i jihadisti?


15 anni fa, negli Stati Uniti, l’11 settembre 2001, il «piano di continuità del governo» è stato attivato verso le ore 10 del mattino dal coordinatore nazionale per la sicurezza, la protezione delle infrastrutture e il controterrorismo, Richard Clarke [1].

Secondo lui, si trattava di rispondere alla situazione eccezionale di due aerei che avevano colpito il World Trade Center di New York e un di terzo che avrebbe colpito il Pentagono. Tuttavia, questo piano doveva essere utilizzato solo in caso di distruzione delle istituzioni democratiche, ad esempio da un attacco nucleare. Non si era mai previsto di attivarlo fintantoché il presidente, il vicepresidente e i presidenti delle Assemblee fossero vivi e in grado di adempiere alle loro funzioni.

L’attivazione di questo piano ha trasferito le responsabilità del presidente degli Stati Uniti a un’autorità militare alternativa collocata nel Mount Weather [2].

Questa autorità ha restituito le sue funzioni al presidente George W. Bush solo a fine giornata. Fino ad oggi, la composizione di questa autorità e le decisioni che ha potuto prendere sono rimaste segrete.

Poiché il presidente era stato esonerato dalle sue funzioni durante un periodo di circa dieci ore, l’11 settembre 2001, in violazione della Costituzione degli Stati Uniti, è tecnicamente esatto parlare di un “colpo di Stato”. Naturalmente questa espressione risulta scioccante perché si tratta degli Stati Uniti, perché tutto ciò ha avuto luogo in circostanze eccezionali, perché le autorità militari non l’hanno mai rivendicato, e perché è stato restituito il potere senza problemi al presidente costituzionale. Resta il fatto che questo sia in senso stretto un “colpo di Stato”.

In un famoso libro, pubblicato nel 1968, ma ristampato e diventato il libro preferito dei neo-conservatori durante la campagna elettorale del 2000, lo storico Edward Luttwak spiegava che un colpo di Stato è ancora più riuscito se nessuno si rende conto che ha avuto luogo, e dunque non gli si oppone [3].

Sei mesi dopo questi eventi, ho pubblicato un libro sulle conseguenze politiche di questa giornata [4].

I media si sono intrattenuti soltanto sui primi quattro capitoli, nei quali mostravo l’impossibilità della versione ufficiale di questi eventi. Sono stato spesso criticato per non offrire la mia versione di quella giornata, ma non ne avevo, e rimango ancora oggi con in mano più domande che risposte.

In ogni caso, i quindici anni trascorsi ci illuminano su quanto è accaduto quel giorno.

Dall’11 settembre, il governo federale è fuori della Costituzione

In primo luogo, anche se alcune disposizioni sono state sospese per un attimo nel 2015, gli Stati Uniti vivono ancora sotto l’imperio del Patriot Act. Adottato nell’emergenza, 45 giorni dopo il colpo di Stato, questo testo costituisce una risposta al terrorismo. Dato il suo volume, sarebbe più corretto parlare di Codice antiterrorismo più che di semplice legge. Il testo era stato preparato nel corso degli ultimi due anni da parte della Federalist Society. Solo quattro deputati vi si opposero.

Questo testo sospende le limitazioni costituzionali, formulate dalla “Dichiarazione dei diritti” – cioè i primi 10 emendamenti della Costituzione – per tutte le iniziative dello Stato miranti a combattere il terrorismo. È il principio dello stato di emergenza permanente. Lo Stato federale può così praticare la tortura fuori del suo territorio e spiare la propria popolazione in maniera massiccia. Dopo quindici anni di queste pratiche, non è tecnicamente più possibile per gli Stati Uniti presentarsi come uno “Stato di diritto”.

Per applicare il Patriot Act, il governo federale ha prima ha creato un nuovo dipartimento per la sicurezza interna (Homeland Security). Il titolo di questa amministrazione è così sconvolgente che lo si traduce in tutto il mondo con “Sicurezza interna”, il che è falso. Poi, il governo federale si è dotato di un insieme di polizie politiche che, secondo un ampio studio del Washington Post nel 2010, impiegava all’epoca almeno 850 000 nuovi funzionari per spiare 315 milioni di abitanti[5].

La grande innovazione istituzionale di questo periodo è la rilettura della separazione dei poteri. Fino ad allora si riteneva, dando seguito a Montesquieu, che essa permettesse di mantenere un equilibrio tra l’Esecutivo, il Legislativo e il Giudiziario indispensabile per il buon funzionamento e la conservazione della democrazia. Gli Stati Uniti potevano vantarsi di essere l’unico Stato al mondo a metterla in pratica rigorosamente. Ma ormai, al contrario, la separazione dei poteri significa che il Legislativo e il Giudiziario non hanno più la possibilità di controllare l’esecutivo. È d’altronde in virtù di questa nuova interpretazione che il Congresso non è stato autorizzato a discutere le condizioni del colpo di Stato dell’11 settembre.

Contrariamente a quello che scrivevo nel 2002, gli Stati dell’Europa occidentale hanno resistito a questa evoluzione. È solo da un anno e mezzo in qua che la Francia ha ceduto e ha adottato il principio dello stato di emergenza permanente, in occasione dell’assassinio dei redattori di Charlie Hebdo. Questa sua trasformazione interna va di pari passo con un cambiamento radicale della politica estera.

Dall’11 settembre, il governo federale, che sta al di fuori della costituzione, ha saccheggiato il Medio Oriente allargato

Nei giorni che seguirono, George W. Bush – di nuovo presidente degli Stati Uniti dopo l’11 settembre alla sera – dichiarò alla stampa: «Per questa crociata, questa guerra al terrorismo ci vorrà del tempo» [6].

Sebbene abbia dovuto chiedere scusa per essersi espresso in quei termini, la scelta presidenziale delle parole indicava chiaramente che il nemico si richiamava all’Islam e che questa guerra sarebbe stata lunga.

Infatti, per la prima volta nella loro storia, gli Stati Uniti sono in guerra ininterrotta da 15 anni. Hanno definito la propria Strategia contro il terrorismo [7] che l’Unione europea si è affrettata a copiare[08].

Se le successive amministrazioni statunitensi hanno presentato questa guerra come un inseguimento trafelato dall’Afghanistan all’Iraq, dall’Iraq all’Africa, al Pakistan e alle Filippine, poi in Libia e in Siria, l’ex comandante supremo della NATO, il Generale Wesley Clark, al contrario, ha confermato l’esistenza di un piano a lungo termine. L’11 settembre, gli autori del colpo di Stato hanno deciso di cambiare tutti i governi amici del “Medio Oriente allargato” e di fare la guerra con i sette governi che resistevano loro in questa regione. L’ordine è stato registrato ufficialmente dal presidente Bush quattro giorni più tardi, nel corso di un incontro a Camp David. È chiaro che questo programma è stato messo in opera e non è finito.

Questi cambiamenti dei regimi amici tramite rivoluzioni colorate e queste guerre contro i regimi che resistevano non avevano come scopo la conquista di quei paesi secondo il senso imperiale classico (Washington già controllava i suoi alleati) bensì il loro saccheggio. In questa regione del mondo, in particolare nel Levante, lo sfruttamento di questi paesi si scontrava non solo con la resistenza delle popolazioni, ma anche con la presenza – assolutamente ovunque – delle rovine di antiche civiltà. Non sarebbe stato dunque possibile fare bottino senza “rompere le uova”.

Secondo il presidente Bush, gli attentati dell’11 settembre sarebbero stati perpetrati da Al-Qa’ida, cosa che meglio giustificava l’attacco all’Afghanistan che la rottura dei negoziati petroliferi con i taliban, nel luglio 2001. La teoria di Bush è stata sviluppata dal suo segretario di Stato, il generale Colin Powell, che promise di presentare una relazione in materia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Non solo gli Stati Uniti non hanno trovato il tempo di redigere questo rapporto negli ultimi 15 anni, ma il 4 giugno scorso, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha affermato che il suo omologo statunitense gli aveva chiesto di non colpire i suoi alleati di al-Qa’ida in Siria; una dichiarazione sconcertante che non è stata smentita.

In un primo tempo, il governo federale incostituzionale ha proseguito il suo programma mentendo spudoratamente al resto del mondo. Dopo aver promesso una relazione sul ruolo dell’Afghanistan nell’11 settembre, lo stesso Powell mentì frase per frase in occasione di un lungo discorso al Consiglio di sicurezza che puntava a collegare il governo iracheno agli attentati e ad accusarlo di volerli continuare con armi di distruzione di massa [9].

Il governo federale uccise in pochi giorni la maggior parte dell’esercito iracheno, saccheggiò i sette principali musei e bruciò la Biblioteca Nazionale [10].

Installò al potere l’Autorità provvisoria della Coalizione, che non era un organo della Coalizione di Stati contro il presidente Hussein, ma una società privata, controllata dalla Kissinger Associates, sul modello della lugubre Compagnia delle Indie [11].

Per un anno, questa azienda ha saccheggiato a più non posso. In definitiva, restituì il potere a un governo iracheno fantoccio, non senza avergli fatto firmare che non avrebbe mai chiesto delle riparazioni e che non avrebbe sfidato per un secolo le leggi commerciali leonine redatte dall’Autorità Provvisoria.

In 15 anni, gli Stati Uniti hanno sacrificato più di 10.000 loro connazionali, mentre la loro guerra ha provocato oltre due milioni di morti nel “Medio Oriente allargato” [12].

Per aver ragione di quelli che designano come i loro nemici, hanno speso oltre 3,5 mila miliardi di dollari [13].

E annunciano che il massacro e il caos continueranno.

Stranamente, queste migliaia di miliardi di dollari non hanno indebolito economicamente gli Stati Uniti. Si trattava di un investimento che ha permesso loro di saccheggiare un’intera regione del mondo; di rubare per somme ancora ben più elevate.

A differenza della retorica dell’11 settembre, quella della guerra al terrorismo ha un senso. Ma essa si appoggia su quantità di bugie presentate come realtà. Ad esempio, viene spiegata la filiazione tra Daesh (ISIS) e al Qa’ida tramite la personalità di Abu Musab al-Zarqawi, al quale il generale Powell aveva dedicato gran parte del suo discorso al Consiglio di Sicurezza nel febbraio 2003. Tuttavia, lo stesso Powell ha ammesso di aver mentito spudoratamente in quel discorso, ed è impossibile verificare il minimo elemento della biografia di Zarqawi secondo la CIA.

Se ammettiamo che Al-Qa’ida è la continuazione della Legione Araba di bin Laden, integrata in quanto truppa supplementare nella NATO durante le guerre della Jugoslavia [14] e della Libia, dobbiamo parimenti ammettere che al Qa’ida in Iraq, diventata Stato islamico in Iraq, poi Daesh, è la sua continuazione.

Poiché il saccheggio e la distruzione del patrimonio storico sono illegali secondo il diritto internazionale, il governo federale incostituzionale ha dapprima subappaltato il suo lavoro sporco a degli eserciti privati come la Blackwater. Ma la sua responsabilità era ancora troppo visibile [15].

Lo ha anche subappaltato al suo nuovo braccio armato, i jihadisti. Ormai il saccheggio del petrolio – consumato in Occidente – è attribuibile a questi estremisti e la distruzione del patrimonio al loro fanatismo religioso.

Per comprendere la collaborazione della NATO e dei jihadisti, dobbiamo chiederci che ne sarebbe oggi dell’influenza degli Stati Uniti se non ci fossero i jihadisti. Il mondo sarebbe diventato multipolare e Washington avrebbe chiuso la maggior parte delle sue basi militari in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sarebbero tornati a essere una potenza tra le altre.

Questa collaborazione della NATO e dei jihadisti sconvolge molti alti responsabili statunitensi come il generale Carter Ham, comandante di AfriCom, che ha rifiutato nel 2011 di lavorare con Al-Qa’ida e ha dovuto rinunciare a comandare l’attacco alla Libia; o il generale Michael T. Flynn, comandante della Defense Security Agency, che ha rifiutato di approvare la creazione di Daesh ed è stato costretto a dimettersi nel 2014.

Questo è diventato il vero soggetto della campagna elettorale presidenziale: da un lato Hillary Clinton, un membro di The Family, la setta dei capi di Stato Maggiore [16], dall’altro Donald Trump, consigliato da Michael T. Flynn e 83 alti ufficiali.

Proprio come durante la guerra fredda Washington controllava i suoi alleati europei tramite “Gli eserciti segreti della NATO”, ossia Gladio[17], allo stesso modo oggi controlla il Medio Oriente allargato, il Caucaso, la valle del Ferghana e va fin nello Xinjiang con la “Gladio B”[18].

15 anni dopo, le conseguenze del colpo di Stato dell’11 settembre non provengono affatto dai musulmani, né dal popolo statunitense, ma da coloro che lo hanno perpetrato e dai loro alleati. Sono loro che hanno banalizzato la tortura, le esecuzioni extragiudiziali ovunque nel mondo, indebolito le Nazioni Unite, ucciso più di due milioni di persone, saccheggiato e distrutto l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia e Siria.



NOTE

[1] Against All Enemies, Inside America’s War on Terror, Richard Clarke, Free Press, 2004, Si ved il primo capitolo, «Evacuate the White House».

[2] A Pretext for War, James Bamford, Anchor Books, 2004, si veda il capitolo 4 «Site R».

[3] Coup d’État: A Practical Handbook, Edward Luttwak, Allen Lane, 1968. Luttwak costituiva con Richard Perle, Peter Wilson e Paul Wolfowitz i «Quattro moschettieri» di Dean Acheson.

[4] L’Effroyable imposture, Thierry Meyssan, Carnot, 2002. Réédition avec Le Pentagate, Demi-Lune. Edizioni italiane: L’incredibile menzogna, Thierry Meyssan, Fandango, 2002; Il Pentagate. Altri documenti sull’11 settembre, Thierry Meyssan, Fandango, 2003.

[5] Top Secret America: The Rise of the New American Security State, Dana Priest & William M. Arkin, Little, Brown and Company, 2011.

[6] «A Fight vs. Evil, Bush and Cabinet Tell U.S.», Kenneth R. Bazinet, Daily News, September 17th, 2001.

[7] National Strategy for Combating Terrorism, The White House, February 2003.

[08] Une Europe sûre dans un monde meilleur – Stratégie européenne de sécurité, Javier Solana, Conseil européen, 12 décembre 2003.

[9] «Discours de M. Powell au Conseil de sécurité de l’ONU» (7 parties), par Colin L. Powell,Réseau Voltaire, 11 février 2003.

[10] «Discours du directeur général de l’Unesco», Koïchiro Matsuura, 6 juin 2003, Réseau Voltaire.

[11] «Qui gouverne l’Irak?», par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 13 mai 2004.

[12] Body Count, Casualty Figures after 10 Years of the “War on Terror”, Physicians for Social Responsibility (PSR), March 2015.

[13] The Three Trillion Dollar War, Joseph Stiglitz & Linda Bilmes, W. W. Norton, 2008.

[14] Wie der Dschihad nach Europa Kam, Jürgen Elsässer, NP Verlag, 2005. Version française :Comment le Djihad est arrivé en Europe, Xenia, 2006.

[15] The Powers of War and Peace : The Constitution and Foreign Affairs after 9 11, War by Other Means : An Insider’s Account of the War on Terror, John Yoo, University Of Chicago Press, Atlantic Monthly Press, 2006.

[16] The Family : The Secret Fundamentalism at the Heart of American Power, Jeff Sharlet, Harper, 2008.

[17] Nato’s Secret Armies : Operation Gladio and Terrorism in Western Europe, Daniele Ganser, Frank Cass, 2004. Versione italiana : Gli eserciti segreti della NATO. Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale, Fazi, 2008.

[18] Classified Woman, The Sibel Edmonds Story: A Memoir, Sibel D. Edmonds, SE 2012.



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 16/09/2016, 09:58 
Bastano tre particolari per smontare la tesi ufficiale.
poco più di 8 sec per il crollo, impossibile senza una demolizione controllata.
La velocità di avvicinamento dei Boing sia alle torri che al Pentagono. A livello del mare e a quella velocità si sarebbe spezzato l' aereo per quanto riguarda lo schianto al Pentagono; per le torri idem, anche se l' altitudine era diversa.
Tutti e dico tutti gli esperti presi in causa hanno detto semplicemente impossibile.
L' assenza di un intervento del Norad considerando i tempi trascorsi tra gli impatti alle torri e al Pentagono.



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 Oggetto del messaggio: Re: 11 Settembre: il complotto non esiste?
MessaggioInviato: 23/09/2016, 18:13 
Ma quanto è cialtrone Attivissimo da 1 a 1.000?
E quelli che gli vanno dietro? [:302]

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